A Town Where You Live
“A town where you live”, è un’altra opera mastodontica di Kōji Seo, prolifico mangaka del genere rom-com. 27 volumi e 270 capitoli non sono di poco conto, soprattutto se l’opera presenta molte luci ma anche tante ombre che sembrano essere un po’ il “marchio di fabbrica” dell’autore.
Dopo aver letto in sequenza le altre opere come Suzuka, Fuuka e LovePlus: Rinko days, “Kimi no iru machi” o “A town where you live” rappresenta in linea logica e temporale l’opera che si pone in mezzo a “Suzuka” e “Fuuka”.
Le tre opere sono tra loro in un certo senso collegate: ci sono diversi “camei” sia di Suzuka sia di Fuuka dentro questo manga: tra i tanti, quando Yamato porta Suzuka ai bagni termali in cui sono presenti anche i protagonisti Haruto e Takashi o quando Haruto va a vivere con la sorella Aoi ai bagni pubblici e dormitorio femminile dove vivono anche i protagonisti di Suzuka o quando Haruto prende il treno per tornare a Hiroshima e incrocia Fuuka e Suzuka.
Il manga, a differenza di Suzuka e Fuuka, rientra nel classico genere rom-com, scolastico sentimentale, slice of life (e anche ecchi e harem) e non ha una caratterizzazione né sportiva (Suzuka), né musicale (Fuuka). Tale caratteristica potrebbe essere un limite perché non la differenzia da altre opere del genere.
Ma il buon Kōji Seo dimostra, almeno per la prima parte dell’opera (grossomodo fino al capitolo 140-150 – Volume 15) una ottima capacità di tenere vivo l’interesse del lettore alle vicende dei protagonisti per poi “perdersi” man mano che sviluppa la trama sia dal punto di vista della storia (alcuni capitoli sono anche un po’ insulsi), sia dal punto di vista realizzativo-grafico per recuperare (male e frettolosamente) solo nel finale dove i tempi di narrazione prensentano delle soluzioni di continuità dilatate senza avere più quella continuità logico-temporale quasi quotidiana che contraddistingue la prima parte dell’opera.
Di fatto è lo stesso difetto di Suzuka (un po’ meno di Fuuka): dal volume 15 al 27, la trama “saltella” qua e là, i capitoli a prima vista non hanno una consecutio temporale e logica ma spessissimo restano autoconclusivi e poco coinvolgenti, molto spesso superficiali e molto stupidi, talvolta zeppi di fanservice.
Il finale sembra recuperare un po’ della piacevolezza iniziale ma è viziato dalla frettolosità con cui i potenziali sviluppi ben strutturati nella parte “buona” del manga vengono a conclusione in pochi capitoli sempre con grandi salti temporali.
Attenzione: la recensione contiene spoiler!!!
Riassumere la trama è un’impresa titanica perché sembra coprire un arco temporale molto ampio: più o meno 15 anni della vita dei protagonisti (e dei co-protagonisti): dal secondo anno delle scuole superiori al loro ingresso nel mondo del lavoro, al matrimonio e alla loro vita familiare.
In questo periodo ai personaggi accade di tutto: fanno scelte più o meno coraggiose, affrontano diverse peripezie e difficoltà, vivono le loro storie d’amore, cercano di realizzare i loro sogni, subiscono le loro cocenti delusioni... Insomma un manga che racconta uno spaccato di vita in più o meno tutte le sue sfaccettature.
In sostanza, narra le gesta di tre amici “per la pelle”: Haruto, Yura e Akari che vivono in una cittadina in campagna nell’entroterra di Hiroshima. Sono amicissimi fin dalle elementari e hanno un affiatamento incredibile.
Sul loro rapporto, solo alla fine in occasione del matrimonio di Akari saranno svelati i reali sentimenti reciproci dei tre, anche se durante il manga ben 2 volte Akari svela in modo abbastanza esplicito cosa prova per Haruto.
Ai tre si aggiunge l’altra protagonista principale (con Haruto): Yuzuki. Lei si trasferisce a vivere a casa di Haruto da Tokyo per frequentare la stessa scuola. Il perché lo si scoprirà durante la narrazione. Da piccola (bambina delle elementari) Yuzuki aveva già conosciuto Haruto ad un festival estivo e grazie alla gentilezza di lui che l’ha avvicinata dopo che si era persa passano tutta la serata assieme vedendo i fuochi di artificio. Da quella volta lei si era innamorata di Haruto e per fuggire dalla sua nuova famiglia (suo padre si era risposato dopo la morte della madre di Yuzuki), Yuzuki non andando d’accordo con la madre e i fratelli acquisiti chiede di vivere nella casa di Haruto grazie alla circostanza che i due rispettivi padri si conoscevano.
Da qui inizia l’arco narrativo della campagna in cui Haruto e Yuzuki frequentano la scuola. Ovviamente mentre Haruto è innamorato di Nanami sua compagna di classe mentre Yuzuki è innamorata di lui... tra varie peripezie ed equivoci, Haruto non capisce come da cliché solito i sentimenti di Yuzuki fino a quando lei decide senza tanto preavviso e spiegazioni di ritornare a Tokio, proprio quando Haruto realizza di volerle bene.
Sullo sfondo di questa fase si inseriscono le vicende dei due amici del cuore Takashi e Akari nonché il fratello di Nanami e la sorella di Haruto Aoi e la sorella minore acquisita di Yuzuki: Rin. Quest’ultima è un po’ lo tsundere della situazione: tanto babbea Yuzuki quanto scaltra e senza scrupoli lei. Non a caso lei è la causa non solo del trasferimento di Yuzuki lontano da Tokyo ma anche del tira e molla tra Haruto e Nanami fino al momento in cui Nanami desiste da avere una storia con lui (salvo pentirsene quando Haruto partirà per Tokyo).
Questa fase della trama è molto godibile e classica secondo il solito stile delle commedie romantiche scolastiche, la storia è logica (se così la possiamo definire) e il tutto fila “liscio”, per le logiche di un manga di questo genere.
Haruto decide di seguire Yuzuki a Tokyo decidendo di frequentare l’ultimo anno delle superiori li e trasferendosi a vivere dalla sorella Aoi, che vive nello stesso dormitorio di Yamato e Suzuka (protagonisti del precedente manga Suzuka), mollando la vita del suo paesello e soprattutto i suoi cari amici... A tokyo grazie alla sorella conosce Asuka e Kyosuke che poi saranno anche suoi compagni di classe a scuola. Con questi instaura subito un ottimo rapporto di amicizia e parte alla ricerca di Yuzuki. La incontra nuovamente ma lei lo respinge invitando Haruto a non vedersi più.
Rin (da sempre gelosa della sorella per il rapporto che aveva con Haruto) continua anche in questa fase come la guastafeste: compare sempre al momento giusto per giocare maliziosamente con lui cercando di irretirlo...
Questa fase è caratterizzata anche da alcuni colpi di scena tipici di Seo Koji: in primis scopre che Kyosuke è un malato terminale e poi che lui è il ragazzo di Yuzuki. Durante la malattia di Kyosuke compare anche Kyiomi, ragazza da sempre innamorata di lui.
Dopo la morte di Kyosuke (intorno al capitolo 100...), Yuzuki comunque respinge gli assalti di Haruto che alla fine si convince di amare Asuka, che dopo la morte di Kyosuke si era avvicinata molto ad Haruto. La loro storia durerà una trentina di capitoli: in questa fase della storia Haruto mette sempre a dura prova la sua pazienza e la capacità di sopportazione, ma Asuka si dimostra sempre accondiscendente e paziente nei suoi confronti, al limite della dabbenaggine.
Resiste fino a quando scopre la bugia raccontata da Haruto durante le vacanze estive: Haruto e Yuzuki (che nel frattempo è ricomparsa con la scusa di ritornare a casa di Haruto mentre Asuka era dai suoi genitori) erano assieme a casa di Haruto quando Asuka piomba all’improvviso per fargli una sorpresa. Di fronte all’evidenza e all’impossibilità di trovare una scusa plausibile, Haruto sceglie di amare Yuzuki e decide quindi di lasciare Asuka e di trasferisi a vivere da solo lontano sia da lei sia dalla sorella Aoi.
Yuzuki dopo aver litigato con la famiglia va a convivere contro il parere del padre con Haruto, dopo aver rischiato di essere trasferita a Nagoya dove nel frattempo si erano trasferiti i genitori.
Ho tralasciato di raccontare che nel frattempo tutti il gruppetto di amici si era ricongiunto a Tokyo perché tutti hanno deciso di frequentare l’università. Tuttavia la rottura tra Haruto e Asuka ha determinato l’allontanamento di Haruto e Yuzuki dagli amici di sempre, ossia Akari, Yura, Nanami, Asuka e Kiyomi.
Solo col tempo e la buona volontà di Akari, che nel frattempo ha deciso di mollare gli studi e di ritornare dai genitori in quel della campagna di Hiroshima, il gruppetto di chiarisce e ritornano a frequentarsi anche se nel frattempo si verifica un altro imprevisto indiretto: Yura e Kiyomi hanno un bambino e devono mollare anche loro l’università. Nel frattempo anche Nanami e Asuka restano ai margini, tenendo conto che tutti devono fare i conti col fatto che dovendo pensare al futuro devono cercarsi anche un lavoro.
Dal capitolo 170 fino alla fine, il manga diventa molto meno godibile, la trama è farraginosa, episodica e anche un po’ insulsa. Va bene che dopo 200 capitoli arriva anche la prima volta di Haruto e Yuzuki, ma creare di seguito 10 capitoli di puro fanservice per creare la prima volta di Haruto con le possibili ragazze che avrebbe potuto avere è stato veramente un insulto all’intelligenza de povero lettore... al pari dell’annuncio delle nozze dell’amica del cuore Akari con il fratello di Nanami: Akari, da sempre innamorata di Haruto pensa bene di offrirsi a Haruto (che si è sempre dimostrato flessibile come una putrella d’acciaio sull’argomento sesso... 😊 ), venendo ovviamente respinta.
La storia così si trascina fino all’ingresso nel mondo del lavoro di Haruto e Yuzuki: il lavoro di Haruto lo obbliga a trasferirsi lontano da Tokyo e dopo alcune peripezie entrambi maturano l’idea che continuare la storia a distanza sia in quella fase della loro vita impossibile... e così la grande storia d’amore si interrompe in stazione quando Haruto saluta per l’ultima volta Yuzuki partendo con lo Shinkasen...
Ormai siamo alla fine del manga: la trama salta di un paio d’anni dall’ultima volta in cui si sono visti e continua con Haruto che ottiene il trasferimento a Tokyo, dove vive ancora Yuzuki che è una insegnante. Dopo qualche tempo Haruto torna in preda alla nostalgia nel punto panoramico del parco ove si era trovata con Yuzuki in passato e … magia anche lei compare … e di nuovo amore fu.
La trama salta ancora di qualche anno con il matrimonio di Haruto e Yuzuki per finire per scoprire che Haruto, nonostante i successi ottenuti con il suo lavoro, ha deciso di abbandonarlo per seguire la sua vera passione nota fin dall’inizio del manga: la cucina. La storia termina proprio nel suo ristorante dove vederemo che lui e Yuzuki hanno anche un pargoletto di qualche anno...
Ho volutamente riassunto la storia per far capire che probabilmente il manga, pur essendo pregevole soprattutto all’inizio, è in pratica una soap opera, con i tanti difetti e i pochi pregi di un prodotto del genere... Di sicuro il buon Seo ci ha messo dentro i suoi marchi di fabbrica: il lutto e la sua elaborazione (anche in Suzuka e Fuuka è presente) e la gravidanza indesiderata (presente solo in Suzuka...) e alcuni plot twist che rendono la storia un po’ imprevedibile, ma anche un po’ inverosimile.
Sotto certi aspetti questo manga mi è sembrato paragonabile a Domestic Girlfriend o a Good Ending dI Kei Sasuga... e spero che i fan di Seo Koij non me ne vogliano.
Purtroppo, in manga di questo tipo, per giustificare i colpi di scena i personaggi principali devono risultare un po’ insulsi e poco veri/coerenti. Alla fine gli amici dei due sembrerebbero più maturi: Akari insegue Haruto in silenzio fino a quando di fronte all’ennesimo rifiuto di lui se torna al paesello e si sposa (e qui sorge la battuta: ma una che ha appena accettato la proposta di matrimonio si va ad offrire al ragazzo che ha sempre amato sebbene non sia mai stata ricambiata?); Asuka è ancora più coerente e credibile perché una volta aver realizzato dolorosamente che Haruto era da sempre innamorato di Yuzuki, se ne fa una ragione e non torna più sull’argomento se non in una occasione in cui chiede alcune spiegazioni ad Haruto; Yura dopo essere diventato padre, sposa Kiyomi e mette la testa a posto...
Atteso che non credo che si possano scrivere trattati di psicologia sui protagonisti, Haruto e Yuzuki non mi sembrano protagonisti con cui il lettore si possa immedesimare. Troppo sciocco/testardo lui e troppo ondivaga lei, salvo nel finale dove pare di capire che lei attende il ritorno di Haruto dopo essersi lasciati per la lontananza...
Nel mio caso, sono arrivato al termine dell’opera solo per la curiosità di capire come si concludeva la storia, sebbene fossi consapevole che dopo tutte le peripezie non poteva esserci un finale diverso... Su questo aspetto, il mangaka non ha avuto lo stesso coraggio suicida di Kei Sasuga con Domestic Girlfriend...
Vale la pena leggere un’opera del genere? Dopo tutti i volumi letti, resto sempre dell’idea di sì, ma bisogna armarsi di tanta pazienza per sorvolare sulla seconda parte dell’opera piuttosto approssimativa sia per la grafica sia per la trama.
Dopo aver letto in sequenza le altre opere come Suzuka, Fuuka e LovePlus: Rinko days, “Kimi no iru machi” o “A town where you live” rappresenta in linea logica e temporale l’opera che si pone in mezzo a “Suzuka” e “Fuuka”.
Le tre opere sono tra loro in un certo senso collegate: ci sono diversi “camei” sia di Suzuka sia di Fuuka dentro questo manga: tra i tanti, quando Yamato porta Suzuka ai bagni termali in cui sono presenti anche i protagonisti Haruto e Takashi o quando Haruto va a vivere con la sorella Aoi ai bagni pubblici e dormitorio femminile dove vivono anche i protagonisti di Suzuka o quando Haruto prende il treno per tornare a Hiroshima e incrocia Fuuka e Suzuka.
Il manga, a differenza di Suzuka e Fuuka, rientra nel classico genere rom-com, scolastico sentimentale, slice of life (e anche ecchi e harem) e non ha una caratterizzazione né sportiva (Suzuka), né musicale (Fuuka). Tale caratteristica potrebbe essere un limite perché non la differenzia da altre opere del genere.
Ma il buon Kōji Seo dimostra, almeno per la prima parte dell’opera (grossomodo fino al capitolo 140-150 – Volume 15) una ottima capacità di tenere vivo l’interesse del lettore alle vicende dei protagonisti per poi “perdersi” man mano che sviluppa la trama sia dal punto di vista della storia (alcuni capitoli sono anche un po’ insulsi), sia dal punto di vista realizzativo-grafico per recuperare (male e frettolosamente) solo nel finale dove i tempi di narrazione prensentano delle soluzioni di continuità dilatate senza avere più quella continuità logico-temporale quasi quotidiana che contraddistingue la prima parte dell’opera.
Di fatto è lo stesso difetto di Suzuka (un po’ meno di Fuuka): dal volume 15 al 27, la trama “saltella” qua e là, i capitoli a prima vista non hanno una consecutio temporale e logica ma spessissimo restano autoconclusivi e poco coinvolgenti, molto spesso superficiali e molto stupidi, talvolta zeppi di fanservice.
Il finale sembra recuperare un po’ della piacevolezza iniziale ma è viziato dalla frettolosità con cui i potenziali sviluppi ben strutturati nella parte “buona” del manga vengono a conclusione in pochi capitoli sempre con grandi salti temporali.
Attenzione: la recensione contiene spoiler!!!
Riassumere la trama è un’impresa titanica perché sembra coprire un arco temporale molto ampio: più o meno 15 anni della vita dei protagonisti (e dei co-protagonisti): dal secondo anno delle scuole superiori al loro ingresso nel mondo del lavoro, al matrimonio e alla loro vita familiare.
In questo periodo ai personaggi accade di tutto: fanno scelte più o meno coraggiose, affrontano diverse peripezie e difficoltà, vivono le loro storie d’amore, cercano di realizzare i loro sogni, subiscono le loro cocenti delusioni... Insomma un manga che racconta uno spaccato di vita in più o meno tutte le sue sfaccettature.
In sostanza, narra le gesta di tre amici “per la pelle”: Haruto, Yura e Akari che vivono in una cittadina in campagna nell’entroterra di Hiroshima. Sono amicissimi fin dalle elementari e hanno un affiatamento incredibile.
Sul loro rapporto, solo alla fine in occasione del matrimonio di Akari saranno svelati i reali sentimenti reciproci dei tre, anche se durante il manga ben 2 volte Akari svela in modo abbastanza esplicito cosa prova per Haruto.
Ai tre si aggiunge l’altra protagonista principale (con Haruto): Yuzuki. Lei si trasferisce a vivere a casa di Haruto da Tokyo per frequentare la stessa scuola. Il perché lo si scoprirà durante la narrazione. Da piccola (bambina delle elementari) Yuzuki aveva già conosciuto Haruto ad un festival estivo e grazie alla gentilezza di lui che l’ha avvicinata dopo che si era persa passano tutta la serata assieme vedendo i fuochi di artificio. Da quella volta lei si era innamorata di Haruto e per fuggire dalla sua nuova famiglia (suo padre si era risposato dopo la morte della madre di Yuzuki), Yuzuki non andando d’accordo con la madre e i fratelli acquisiti chiede di vivere nella casa di Haruto grazie alla circostanza che i due rispettivi padri si conoscevano.
Da qui inizia l’arco narrativo della campagna in cui Haruto e Yuzuki frequentano la scuola. Ovviamente mentre Haruto è innamorato di Nanami sua compagna di classe mentre Yuzuki è innamorata di lui... tra varie peripezie ed equivoci, Haruto non capisce come da cliché solito i sentimenti di Yuzuki fino a quando lei decide senza tanto preavviso e spiegazioni di ritornare a Tokio, proprio quando Haruto realizza di volerle bene.
Sullo sfondo di questa fase si inseriscono le vicende dei due amici del cuore Takashi e Akari nonché il fratello di Nanami e la sorella di Haruto Aoi e la sorella minore acquisita di Yuzuki: Rin. Quest’ultima è un po’ lo tsundere della situazione: tanto babbea Yuzuki quanto scaltra e senza scrupoli lei. Non a caso lei è la causa non solo del trasferimento di Yuzuki lontano da Tokyo ma anche del tira e molla tra Haruto e Nanami fino al momento in cui Nanami desiste da avere una storia con lui (salvo pentirsene quando Haruto partirà per Tokyo).
Questa fase della trama è molto godibile e classica secondo il solito stile delle commedie romantiche scolastiche, la storia è logica (se così la possiamo definire) e il tutto fila “liscio”, per le logiche di un manga di questo genere.
Haruto decide di seguire Yuzuki a Tokyo decidendo di frequentare l’ultimo anno delle superiori li e trasferendosi a vivere dalla sorella Aoi, che vive nello stesso dormitorio di Yamato e Suzuka (protagonisti del precedente manga Suzuka), mollando la vita del suo paesello e soprattutto i suoi cari amici... A tokyo grazie alla sorella conosce Asuka e Kyosuke che poi saranno anche suoi compagni di classe a scuola. Con questi instaura subito un ottimo rapporto di amicizia e parte alla ricerca di Yuzuki. La incontra nuovamente ma lei lo respinge invitando Haruto a non vedersi più.
Rin (da sempre gelosa della sorella per il rapporto che aveva con Haruto) continua anche in questa fase come la guastafeste: compare sempre al momento giusto per giocare maliziosamente con lui cercando di irretirlo...
Questa fase è caratterizzata anche da alcuni colpi di scena tipici di Seo Koji: in primis scopre che Kyosuke è un malato terminale e poi che lui è il ragazzo di Yuzuki. Durante la malattia di Kyosuke compare anche Kyiomi, ragazza da sempre innamorata di lui.
Dopo la morte di Kyosuke (intorno al capitolo 100...), Yuzuki comunque respinge gli assalti di Haruto che alla fine si convince di amare Asuka, che dopo la morte di Kyosuke si era avvicinata molto ad Haruto. La loro storia durerà una trentina di capitoli: in questa fase della storia Haruto mette sempre a dura prova la sua pazienza e la capacità di sopportazione, ma Asuka si dimostra sempre accondiscendente e paziente nei suoi confronti, al limite della dabbenaggine.
Resiste fino a quando scopre la bugia raccontata da Haruto durante le vacanze estive: Haruto e Yuzuki (che nel frattempo è ricomparsa con la scusa di ritornare a casa di Haruto mentre Asuka era dai suoi genitori) erano assieme a casa di Haruto quando Asuka piomba all’improvviso per fargli una sorpresa. Di fronte all’evidenza e all’impossibilità di trovare una scusa plausibile, Haruto sceglie di amare Yuzuki e decide quindi di lasciare Asuka e di trasferisi a vivere da solo lontano sia da lei sia dalla sorella Aoi.
Yuzuki dopo aver litigato con la famiglia va a convivere contro il parere del padre con Haruto, dopo aver rischiato di essere trasferita a Nagoya dove nel frattempo si erano trasferiti i genitori.
Ho tralasciato di raccontare che nel frattempo tutti il gruppetto di amici si era ricongiunto a Tokyo perché tutti hanno deciso di frequentare l’università. Tuttavia la rottura tra Haruto e Asuka ha determinato l’allontanamento di Haruto e Yuzuki dagli amici di sempre, ossia Akari, Yura, Nanami, Asuka e Kiyomi.
Solo col tempo e la buona volontà di Akari, che nel frattempo ha deciso di mollare gli studi e di ritornare dai genitori in quel della campagna di Hiroshima, il gruppetto di chiarisce e ritornano a frequentarsi anche se nel frattempo si verifica un altro imprevisto indiretto: Yura e Kiyomi hanno un bambino e devono mollare anche loro l’università. Nel frattempo anche Nanami e Asuka restano ai margini, tenendo conto che tutti devono fare i conti col fatto che dovendo pensare al futuro devono cercarsi anche un lavoro.
Dal capitolo 170 fino alla fine, il manga diventa molto meno godibile, la trama è farraginosa, episodica e anche un po’ insulsa. Va bene che dopo 200 capitoli arriva anche la prima volta di Haruto e Yuzuki, ma creare di seguito 10 capitoli di puro fanservice per creare la prima volta di Haruto con le possibili ragazze che avrebbe potuto avere è stato veramente un insulto all’intelligenza de povero lettore... al pari dell’annuncio delle nozze dell’amica del cuore Akari con il fratello di Nanami: Akari, da sempre innamorata di Haruto pensa bene di offrirsi a Haruto (che si è sempre dimostrato flessibile come una putrella d’acciaio sull’argomento sesso... 😊 ), venendo ovviamente respinta.
La storia così si trascina fino all’ingresso nel mondo del lavoro di Haruto e Yuzuki: il lavoro di Haruto lo obbliga a trasferirsi lontano da Tokyo e dopo alcune peripezie entrambi maturano l’idea che continuare la storia a distanza sia in quella fase della loro vita impossibile... e così la grande storia d’amore si interrompe in stazione quando Haruto saluta per l’ultima volta Yuzuki partendo con lo Shinkasen...
Ormai siamo alla fine del manga: la trama salta di un paio d’anni dall’ultima volta in cui si sono visti e continua con Haruto che ottiene il trasferimento a Tokyo, dove vive ancora Yuzuki che è una insegnante. Dopo qualche tempo Haruto torna in preda alla nostalgia nel punto panoramico del parco ove si era trovata con Yuzuki in passato e … magia anche lei compare … e di nuovo amore fu.
La trama salta ancora di qualche anno con il matrimonio di Haruto e Yuzuki per finire per scoprire che Haruto, nonostante i successi ottenuti con il suo lavoro, ha deciso di abbandonarlo per seguire la sua vera passione nota fin dall’inizio del manga: la cucina. La storia termina proprio nel suo ristorante dove vederemo che lui e Yuzuki hanno anche un pargoletto di qualche anno...
Ho volutamente riassunto la storia per far capire che probabilmente il manga, pur essendo pregevole soprattutto all’inizio, è in pratica una soap opera, con i tanti difetti e i pochi pregi di un prodotto del genere... Di sicuro il buon Seo ci ha messo dentro i suoi marchi di fabbrica: il lutto e la sua elaborazione (anche in Suzuka e Fuuka è presente) e la gravidanza indesiderata (presente solo in Suzuka...) e alcuni plot twist che rendono la storia un po’ imprevedibile, ma anche un po’ inverosimile.
Sotto certi aspetti questo manga mi è sembrato paragonabile a Domestic Girlfriend o a Good Ending dI Kei Sasuga... e spero che i fan di Seo Koij non me ne vogliano.
Purtroppo, in manga di questo tipo, per giustificare i colpi di scena i personaggi principali devono risultare un po’ insulsi e poco veri/coerenti. Alla fine gli amici dei due sembrerebbero più maturi: Akari insegue Haruto in silenzio fino a quando di fronte all’ennesimo rifiuto di lui se torna al paesello e si sposa (e qui sorge la battuta: ma una che ha appena accettato la proposta di matrimonio si va ad offrire al ragazzo che ha sempre amato sebbene non sia mai stata ricambiata?); Asuka è ancora più coerente e credibile perché una volta aver realizzato dolorosamente che Haruto era da sempre innamorato di Yuzuki, se ne fa una ragione e non torna più sull’argomento se non in una occasione in cui chiede alcune spiegazioni ad Haruto; Yura dopo essere diventato padre, sposa Kiyomi e mette la testa a posto...
Atteso che non credo che si possano scrivere trattati di psicologia sui protagonisti, Haruto e Yuzuki non mi sembrano protagonisti con cui il lettore si possa immedesimare. Troppo sciocco/testardo lui e troppo ondivaga lei, salvo nel finale dove pare di capire che lei attende il ritorno di Haruto dopo essersi lasciati per la lontananza...
Nel mio caso, sono arrivato al termine dell’opera solo per la curiosità di capire come si concludeva la storia, sebbene fossi consapevole che dopo tutte le peripezie non poteva esserci un finale diverso... Su questo aspetto, il mangaka non ha avuto lo stesso coraggio suicida di Kei Sasuga con Domestic Girlfriend...
Vale la pena leggere un’opera del genere? Dopo tutti i volumi letti, resto sempre dell’idea di sì, ma bisogna armarsi di tanta pazienza per sorvolare sulla seconda parte dell’opera piuttosto approssimativa sia per la grafica sia per la trama.
Incuriosito da diverse recensioni e commenti positivi mi sono avvicinato a quest'opera del maestro Koji Seo. Veniamo trasportati nelle (dis)avventure di Haruto, un ragazzo di campagna che vede stravolta la sua vita una volta che comincerà a condividere la sua casa con una nuova arrivata: Yuzuki Eba, bellissima ragazza di Tokio. Inizia cosi un'avventura meravigliosa, coinvolgente e, a tratti, commovente che ci catapulta nelle sensazioni, drammi, fraintendimenti di quell'età dove l'amore è ancora tutto da scoprire.
Va però fatto, purtroppo, un appunto: il manga raggiunge l'apice verso il 20 volume, da li in poi, probabilmente a causa della casa editrice che richiedeva di continuare a serializzare l'opera, la trama perde di mordente e va via via cascando nel banale MA ciò non toglie che nei primi 20 (circa) volumi la storia rimane una delle più belle che, personalmente, abbia mai letto su un manga.
Va però fatto, purtroppo, un appunto: il manga raggiunge l'apice verso il 20 volume, da li in poi, probabilmente a causa della casa editrice che richiedeva di continuare a serializzare l'opera, la trama perde di mordente e va via via cascando nel banale MA ciò non toglie che nei primi 20 (circa) volumi la storia rimane una delle più belle che, personalmente, abbia mai letto su un manga.
"Kimi no iru Machi" è un manga di Kouji Seo iniziato nel 2008.
Ci troviamo in un paesino vicino Hiroshima dove arriva una ragazza da Tokyo, il suo nome è Yuzuki Eba e si sta per trasferire a casa di Haruto Kirishima andando a stravolgere la routine quotidiana del ragazzo.
La storia è molto bella inizialmente, la vita di paese è molto differente dalla città, tutto sembra scorrere più lentamente e Yuzuki è molto contenta di stare vicino ad Haruto.
Nel corso delle vicende vedremo la crescita dei personaggi che ne fanno parte, ci saranno decisioni importanti da prendere per il futuro sia dal punto di vista pratico e lavorativo che dal punto di vista affettivo. Il primo arco narrativo è sicuramente il più bello della storia, poi purtroppo andrà gradualmente a perdere di interesse a causa di un'eccessiva presenza di filler e fanservice.
I personaggi sono ben caratterizzati, Yuzuki è una ragazza molto carina, dolce, ma non fa trasparire chiaramente tutti i lati della sua personalità (inizialmente), Haruto è un ragazzo che è sempre pronto ad aiutare chi si trova in difficoltà e dimostrerà coraggio nel prendere decisioni importanti.
I disegni sono fatti molto bene, ottime le espressioni facciali che riescono sempre a far immedesimare il lettore nelle vicende narrate.
Mi sento di consigliarne la lettura anche se la seconda parte è veramente difficile da portare avanti per i motivi citati prima, andavano sicuramente tolti almeno 100 capitoli inutili.
Ci troviamo in un paesino vicino Hiroshima dove arriva una ragazza da Tokyo, il suo nome è Yuzuki Eba e si sta per trasferire a casa di Haruto Kirishima andando a stravolgere la routine quotidiana del ragazzo.
La storia è molto bella inizialmente, la vita di paese è molto differente dalla città, tutto sembra scorrere più lentamente e Yuzuki è molto contenta di stare vicino ad Haruto.
Nel corso delle vicende vedremo la crescita dei personaggi che ne fanno parte, ci saranno decisioni importanti da prendere per il futuro sia dal punto di vista pratico e lavorativo che dal punto di vista affettivo. Il primo arco narrativo è sicuramente il più bello della storia, poi purtroppo andrà gradualmente a perdere di interesse a causa di un'eccessiva presenza di filler e fanservice.
I personaggi sono ben caratterizzati, Yuzuki è una ragazza molto carina, dolce, ma non fa trasparire chiaramente tutti i lati della sua personalità (inizialmente), Haruto è un ragazzo che è sempre pronto ad aiutare chi si trova in difficoltà e dimostrerà coraggio nel prendere decisioni importanti.
I disegni sono fatti molto bene, ottime le espressioni facciali che riescono sempre a far immedesimare il lettore nelle vicende narrate.
Mi sento di consigliarne la lettura anche se la seconda parte è veramente difficile da portare avanti per i motivi citati prima, andavano sicuramente tolti almeno 100 capitoli inutili.
Che dire. Odi et amo per questo manga. Primi capitoli che ti fanno pensare al classico manga d'amore dei ragazzi ma pian piano le situazioni si evolvono. Problemi, camei con il manga di "Suzuka", episodi dove griderai al "wow" o tiferai una ragazza piuttosto che un'altra. Li puoi bestemmiare, li puoi odiare, li puoi amare, li vorresti veder insieme. Ognuno ha il proprio personaggio preferito. Uno spettacolare manga almeno per la metà dei volumi. Ma perchè allora un 7 e non un 8, 9 o 10 per un opera così emozionante? Per il semplice fatto che finiti alcuni racconti, si passa ad una vera tortura finale. Più di 100 capitoli inutili, carne messa così tanto per, nessuna emozione, situazioni piatte che non hanno grossi risvolti. Si tende quasi a continuare a leggere il manga per il semplice fatto che lo si ha iniziato. E il finale? Veloce, rapido, sconclusionato. Avrebbero potuto impiegare quei 100 capitoli di nulla cosmico per migliorarlo, far arrivare pian piano a quell'End.
Insomma, per i più pigri: il 50% dei capitoli vi farà emozionare, l'altro 50% vi farà annoiare.
Insomma, per i più pigri: il 50% dei capitoli vi farà emozionare, l'altro 50% vi farà annoiare.
Dopo il buon successo di "Suzuka", Kouji Seo rimescola le carte e prova ad alzare l'asticella con "A Town Where You Live", opera che si discosta dal tema romantico-sportivo di "Suzuka" per raccontare un "frammento di vita" del protagonista, Haruto Kirishima, attraverso i suoi travagli adolescenziali, problemi di cuore con la compagna Yuzuki Eba e dilemmi che attanagliano ogni giovane in fase di crescita.
Il tema trattato e i primi capitoli mostrano la volontà dell'autore di lasciare nel cassetto "Suzuka" e provare vie nuove pur in un contesto, come quello del manga sentimentale, dove l'originalità tende a non essere molto diffusa. Il risultato, però, non è dei migliori: se da una parte, infatti, i passi in avanti rispetto a "Suzuka" ci sono, diverse scelte editoriali e di trama hanno trasformato quello che poteva essere un'opera di grande valore in un esperimento riuscito solamente a metà. La scelta più deleteria (ed è un must in molti shounen) è quella di trascinare la storia in avanti per troppo tempo, riempiendola di capitoli autoconclusivi o mini-saghe di poco interesse e cariche di fanservice, lasciando da parte o, ancora peggio, risolvendo alla bene e meglio conflitti e problemi che fino a poco prima erano stati al centro della trama. E a poco serve che negli ultimi dieci capitoli il tono torni a essere quello dell'inizio, poiché l'effetto provocato sul lettore è solo di straniamento e di rabbia per l'occasione persa (se le idee c'erano, perché maltrattarle così?). Sia ben chiaro, problemi strutturali c'erano anche nella parte più "corposa" dell'opera: diverse decisioni prese dai protagonisti, per esempio, sembravano forzate e motivate più dal desiderio dell'autore di portare avanti la trama che da reali pensieri dei protagonisti. Tuttavia niente di grave in confronto a essere costretti a leggere circa cento capitoli banali e ripetitivi in cui ogni possibile sviluppo di trama credibile si risolve nel giro di qualche pagina mentre altri, molto meno interessanti, vengono trascinati quasi per inerzia. Ed è difficile capire quanto questo sia causa dell'incapacità dello scrittore di portare avanti la sua idea o della richiesta di tirare lungo per continuare a guadagnare su un'opera seguita, anche se ormai lontana dallo standard qualitativo dei primi capitoli e più vicina a progetti banali e dalla comicità facile come "Nisekoi".
Questa scelta, come detto, rimane il più grande rimpianto, che comunque non oscura del tutto il lavoro di Seo, capace per gran parte dei primi 170 capitoli di scrivere una storia che, seppure con qualche forzatura, appassiona e finisce per toccare l'animo del lettore e che, in alcuni punti, è anche superiore a "Suzuka". Se le avventure di Yamato e Suzuka, infatti, erano appassionanti, ma abbastanza canoniche e lineari, "A Town Where You Live" è molto più mutevole nelle sue vicende, e porta più facilmente il lettore a immedesimarsi nei sentimenti provati dei vari personaggi, così come i colpi di scena (alcuni fortunati, altri meno) lasciano sempre quell'aura di imprevisto essenziale per ogni racconto degno di nota. E non stona neanche una certa dose di fanservice (buono quando fatto con intelligenza) che porta l'autore ogni tanto a mostrarci di sfuggita i personaggi di "Suzuka", intenti a vivere la loro vita dopo la fine del manga. Ma è con i personaggi secondari che Seo riesce a fare il suo passo avanti più deciso. Se in "Suzuka" il racconto era catalizzato da Yamato e Suzuka e gli altri personaggi (come Honoka, Hattori, Miki) erano inevitabilmente legati alle loro esperienze, in "A Town Where You Live" questi prendono letteralmente vita, con storylines a loro dedicate e con una crescita che in "Suzuka" era quasi impossibile vedere. Senza dimenticare la presenza, tra questi, di una vera e credibile pretendente per il cuore di Haruto che riesce a far tifare il lettore per lei. I personaggi secondari (Akari, Takashi, Asuka, Nanami, Rin e Kyosuke), le loro storie e i loro rapporti veri con i due protagonisti sono il vero punto forte del manga; per questo è ancora più dura vederli finire sempre più in secondo piano nella parte finale del manga, magari velocemente messi da parte, snaturati con scelte di trama poco felici o, ancora peggio, sostituiti da personaggi non in grado di reggere il confronto. Cose che si sarebbero potute facilmente evitare.
Nel tirare le somme, valutando i pregi e i difetti dell'opera, alla fine sono i primi a prevalere e a far sì che "A Town Where You Live", come uno studente che segue ma non si applica, arrivi alla sufficienza piena. Una sufficienza, comunque, amara pensando a quello che quest'opera poteva essere e non sarà mai.
Il tema trattato e i primi capitoli mostrano la volontà dell'autore di lasciare nel cassetto "Suzuka" e provare vie nuove pur in un contesto, come quello del manga sentimentale, dove l'originalità tende a non essere molto diffusa. Il risultato, però, non è dei migliori: se da una parte, infatti, i passi in avanti rispetto a "Suzuka" ci sono, diverse scelte editoriali e di trama hanno trasformato quello che poteva essere un'opera di grande valore in un esperimento riuscito solamente a metà. La scelta più deleteria (ed è un must in molti shounen) è quella di trascinare la storia in avanti per troppo tempo, riempiendola di capitoli autoconclusivi o mini-saghe di poco interesse e cariche di fanservice, lasciando da parte o, ancora peggio, risolvendo alla bene e meglio conflitti e problemi che fino a poco prima erano stati al centro della trama. E a poco serve che negli ultimi dieci capitoli il tono torni a essere quello dell'inizio, poiché l'effetto provocato sul lettore è solo di straniamento e di rabbia per l'occasione persa (se le idee c'erano, perché maltrattarle così?). Sia ben chiaro, problemi strutturali c'erano anche nella parte più "corposa" dell'opera: diverse decisioni prese dai protagonisti, per esempio, sembravano forzate e motivate più dal desiderio dell'autore di portare avanti la trama che da reali pensieri dei protagonisti. Tuttavia niente di grave in confronto a essere costretti a leggere circa cento capitoli banali e ripetitivi in cui ogni possibile sviluppo di trama credibile si risolve nel giro di qualche pagina mentre altri, molto meno interessanti, vengono trascinati quasi per inerzia. Ed è difficile capire quanto questo sia causa dell'incapacità dello scrittore di portare avanti la sua idea o della richiesta di tirare lungo per continuare a guadagnare su un'opera seguita, anche se ormai lontana dallo standard qualitativo dei primi capitoli e più vicina a progetti banali e dalla comicità facile come "Nisekoi".
Questa scelta, come detto, rimane il più grande rimpianto, che comunque non oscura del tutto il lavoro di Seo, capace per gran parte dei primi 170 capitoli di scrivere una storia che, seppure con qualche forzatura, appassiona e finisce per toccare l'animo del lettore e che, in alcuni punti, è anche superiore a "Suzuka". Se le avventure di Yamato e Suzuka, infatti, erano appassionanti, ma abbastanza canoniche e lineari, "A Town Where You Live" è molto più mutevole nelle sue vicende, e porta più facilmente il lettore a immedesimarsi nei sentimenti provati dei vari personaggi, così come i colpi di scena (alcuni fortunati, altri meno) lasciano sempre quell'aura di imprevisto essenziale per ogni racconto degno di nota. E non stona neanche una certa dose di fanservice (buono quando fatto con intelligenza) che porta l'autore ogni tanto a mostrarci di sfuggita i personaggi di "Suzuka", intenti a vivere la loro vita dopo la fine del manga. Ma è con i personaggi secondari che Seo riesce a fare il suo passo avanti più deciso. Se in "Suzuka" il racconto era catalizzato da Yamato e Suzuka e gli altri personaggi (come Honoka, Hattori, Miki) erano inevitabilmente legati alle loro esperienze, in "A Town Where You Live" questi prendono letteralmente vita, con storylines a loro dedicate e con una crescita che in "Suzuka" era quasi impossibile vedere. Senza dimenticare la presenza, tra questi, di una vera e credibile pretendente per il cuore di Haruto che riesce a far tifare il lettore per lei. I personaggi secondari (Akari, Takashi, Asuka, Nanami, Rin e Kyosuke), le loro storie e i loro rapporti veri con i due protagonisti sono il vero punto forte del manga; per questo è ancora più dura vederli finire sempre più in secondo piano nella parte finale del manga, magari velocemente messi da parte, snaturati con scelte di trama poco felici o, ancora peggio, sostituiti da personaggi non in grado di reggere il confronto. Cose che si sarebbero potute facilmente evitare.
Nel tirare le somme, valutando i pregi e i difetti dell'opera, alla fine sono i primi a prevalere e a far sì che "A Town Where You Live", come uno studente che segue ma non si applica, arrivi alla sufficienza piena. Una sufficienza, comunque, amara pensando a quello che quest'opera poteva essere e non sarà mai.
"Kimi no Iru Machi", che in inglese fa all'incirca così: "A Town Where You Live", è stata la mia prima esperienza di un'opera di Seo Kouji. Un mangaka, quest'ultimo, che, a mio avviso, rappresenta uno dei massimi esponenti nel settore shounen sentimentale. Ma, andando ad analizzare l'opera in questione, devo ammettere che essa possiede luci e ombre in larga misura. Non tanto per le scelte discutibile del protagonista in fatto di ragazze (si tratta di gusti personali), quanto piuttosto per le modalità narrative che si sviluppano nel corso dei capitoli. Ma a questo ci penseremo in seguito…
La storia ci mostra subito il tentativo di raccontare la vita di tutti i giorni di un giovane studente delle medie, Haruto kirishima. Il ragazzo è perdutamente innamorato di una sua compagna di classe, e i sentimenti gli lacerano il cuore come non mai. La testa è fin troppo occupata a pensare alla bella e sensuale Nanami Kanzaki per occuparsi di Yuzuki Eba, una fanciulla della sua stessa età che si trasferisce a vivere da lui.
Non che sia brutta o altro, ma il suo fare spensierato irrita parecchio Haruto, che prende invece piuttosto seriamente la sua disavventura sentimentale. Vuole conquistare il cuore di Kanzaki al più presto, ma come fare con la pressante presenza di Yuzuki? Le cose, insomma, non sembrano andare molto bene per il nostro giovane protagonista, soprattutto quando il suo cuore arriva a una conclusione sorprendente: si sta affezionando alla nuova arrivata in un modo che mai avrebbe previsto.
Il personaggio principale, Haruto, mostra un certo spessore caratteriale, sebbene questo riprenda in gran parte le caratteristiche tipiche di ogni protagonista di shounen: leggermente impacciato con le ragazze, nobile di cuore, gentile e premuroso. Insomma, un cavaliere ancora in erba.
Ciò che invece colpisce maggiormente è questa sua affezione per l'energica Yuzuki. All'inizio potrebbe sembrare un sentimento giustificabile, ma, con il passare dei capitoli, la fanciulla si fa sempre più svampita… e Haruto con lei. E' proprio vero che l'amore è cieco, visto che avrebbe potuto optare per ragazze molto più interessanti e carismatiche della classica co-protagonista di turno. Gli sviluppi, almeno all'inizio, paiono limpidi e scorrevoli, ma, soprattutto verso la fine del manga, non si può che notare una certa farraginosità nello scorrere della storia. Si osserva fin troppo bene come l'autore voglia allungare la storia, ma ciò non fa altro che diluirne l'epicità. La migliore in assoluto è Mishima Asuka, su questo non c'è dubbio. I suoi sentimenti per il giovane protagonista si evolvono in modo graduale, ma, per certi versi, molto più spontaneo e giustificato. E' con lei che ci saranno i capitoli migliori… ciò che verrà dopo, è tutto privo di spessore.
Insomma, tanti pregi, ma anche molti difetti, che rendono "Kimi no Iru Machi" un manga dalle molteplici passioni. Come non innamorarsi della storia, che riprende quasi interamente la vita di Haruto? E come non inviperirsi per alcuni sviluppi "sbagliati"? Avrebbe potuto spiccare il volo, e invece si ostina a correre dietro quella mezza svampita di Yuzuki. Certo, anche questa crescerà nel corso del manga, ma, a mio avviso, non raggiungerà il livello delle altre candidate.
Concludo con una nomina speciale a kaga Akari, l'amica d'infanzia di Haruto. Per tutta l'opera si aggirerà quasi indisturbata tra le varie avventure amorose del protagonista. Una presenza leggera, ma comunque presente, che, per certi versi, farà sentire il suo peso. Cova quale sentimento per il giovane? Chissà. Certo è che delle amiche d'infanzia non ci si può mai fidare realmente… almeno nei manga/anime giapponesi.
Voto finale: 7… e mezzo!
La storia ci mostra subito il tentativo di raccontare la vita di tutti i giorni di un giovane studente delle medie, Haruto kirishima. Il ragazzo è perdutamente innamorato di una sua compagna di classe, e i sentimenti gli lacerano il cuore come non mai. La testa è fin troppo occupata a pensare alla bella e sensuale Nanami Kanzaki per occuparsi di Yuzuki Eba, una fanciulla della sua stessa età che si trasferisce a vivere da lui.
Non che sia brutta o altro, ma il suo fare spensierato irrita parecchio Haruto, che prende invece piuttosto seriamente la sua disavventura sentimentale. Vuole conquistare il cuore di Kanzaki al più presto, ma come fare con la pressante presenza di Yuzuki? Le cose, insomma, non sembrano andare molto bene per il nostro giovane protagonista, soprattutto quando il suo cuore arriva a una conclusione sorprendente: si sta affezionando alla nuova arrivata in un modo che mai avrebbe previsto.
Il personaggio principale, Haruto, mostra un certo spessore caratteriale, sebbene questo riprenda in gran parte le caratteristiche tipiche di ogni protagonista di shounen: leggermente impacciato con le ragazze, nobile di cuore, gentile e premuroso. Insomma, un cavaliere ancora in erba.
Ciò che invece colpisce maggiormente è questa sua affezione per l'energica Yuzuki. All'inizio potrebbe sembrare un sentimento giustificabile, ma, con il passare dei capitoli, la fanciulla si fa sempre più svampita… e Haruto con lei. E' proprio vero che l'amore è cieco, visto che avrebbe potuto optare per ragazze molto più interessanti e carismatiche della classica co-protagonista di turno. Gli sviluppi, almeno all'inizio, paiono limpidi e scorrevoli, ma, soprattutto verso la fine del manga, non si può che notare una certa farraginosità nello scorrere della storia. Si osserva fin troppo bene come l'autore voglia allungare la storia, ma ciò non fa altro che diluirne l'epicità. La migliore in assoluto è Mishima Asuka, su questo non c'è dubbio. I suoi sentimenti per il giovane protagonista si evolvono in modo graduale, ma, per certi versi, molto più spontaneo e giustificato. E' con lei che ci saranno i capitoli migliori… ciò che verrà dopo, è tutto privo di spessore.
Insomma, tanti pregi, ma anche molti difetti, che rendono "Kimi no Iru Machi" un manga dalle molteplici passioni. Come non innamorarsi della storia, che riprende quasi interamente la vita di Haruto? E come non inviperirsi per alcuni sviluppi "sbagliati"? Avrebbe potuto spiccare il volo, e invece si ostina a correre dietro quella mezza svampita di Yuzuki. Certo, anche questa crescerà nel corso del manga, ma, a mio avviso, non raggiungerà il livello delle altre candidate.
Concludo con una nomina speciale a kaga Akari, l'amica d'infanzia di Haruto. Per tutta l'opera si aggirerà quasi indisturbata tra le varie avventure amorose del protagonista. Una presenza leggera, ma comunque presente, che, per certi versi, farà sentire il suo peso. Cova quale sentimento per il giovane? Chissà. Certo è che delle amiche d'infanzia non ci si può mai fidare realmente… almeno nei manga/anime giapponesi.
Voto finale: 7… e mezzo!
"A Town Where You Live" rappresenta uno di quegli esempi in cui l'autore, pur di continuare a pubblicare una serie, la trascina avanti all'infinito senza rendersi conto (o magari senza dare importanza alla cosa) che in questo modo non fa altro che rovinare tutto quanto di buono era stato fatto in precedenza. Non mi meraviglio affatto che una parte dell'utenza ha assegnato voti molto alti a questo manga, in quanto ho potuto constatare che si sono limitati a leggere solo la prima parte dell'opera; ciò che non sanno è che superata la prima metà dei volumetti pubblicati, la storia perde qualsiasi motivo d'interesse e non si capisce perché l'autore si ostini ad andare avanti. Così ci troviamo di fronte a decine e decine di capitoli in cui non succede praticamente niente ed in cui i protagonisti finiscono solo per coprirsi di ridicolo. Arrivare alla fine è stata una vera faticaccia e causa di un crescente nervosismo nella speranza sempre delusa che accadesse qualcosa di veramente degno di interesse.
In realtà già in Suzuka, altro lavoro del maestro Kouji Seo, avevo riscontrato lo stesso difetto: una prima parte ottima ed una seconda che sembrava un replay della prima. Ma lì almeno qualcosa succedeva; in "A town where you live", invece non accade assolutamente nulla ed il tutto va avanti a botte di fanservice gratuito ed episodi che non riescono ad essere minimamente divertenti.
Ma parliamo della trama: Haruto vive tranquillamente i suoi giorni di scuola in un villaggio di campagna di Hiroshima; da tempo, però, vive un amore a senso unico verso Kanzaki una sua compagna di classe che, almeno inizialmente, sembra quasi ignorare la sua esistenza. Improvvisamente, però, si trasferisce nella casa della famiglia di Haruto una ragazza proveniente da Tokyo, alias Yuzuki. La bella ragazza, non essendo pratica del luogo dovrà affidarsi completamente ad Haruto e quest'ultimo non sembra gradire particolarmente la cosa, in quanto teme che possano nascere equivoci sulla loro relazione e che Kanzaki ne potesse venire a conoscenza. Ovviamente la situazione finirà per cambiare radicalmente da lì a poco. Sulla seconda parte del manga ho già detto tutto. Non mi resta, invece che esprimere il mio grande apprezzamento per la prima parte che rispecchia fedelmente quelle tematiche che hanno reso celebri le opere di Kouji Seo. Gli intrecci amorosi sono ben articolati ed effettivamente appassionano il lettore nonostante qualche forzatura qua e là. Ho letto diverse critiche rivolte al personaggio di Yuzuki, accusata di essere una persona che non si fa scrupoli nel rubare il ragazzo a persone che la consideravano amiche; in realtà non condivido questa idea in quanto penso che l'amore fra i due fosse così radicato che non penso potesse andare diversamente.
Assegno solo la sufficienza a questo manga e non nego che è un vero peccato. I presupposti per avere tra le mani un titolo memorabili c'erano tutti. Possibile che nessuno abbia avuto un po' prima il coraggio di dire al maestro Seo che era arrivata l'ora di chiudere la storia e dedicarsi ad altro?
In realtà già in Suzuka, altro lavoro del maestro Kouji Seo, avevo riscontrato lo stesso difetto: una prima parte ottima ed una seconda che sembrava un replay della prima. Ma lì almeno qualcosa succedeva; in "A town where you live", invece non accade assolutamente nulla ed il tutto va avanti a botte di fanservice gratuito ed episodi che non riescono ad essere minimamente divertenti.
Ma parliamo della trama: Haruto vive tranquillamente i suoi giorni di scuola in un villaggio di campagna di Hiroshima; da tempo, però, vive un amore a senso unico verso Kanzaki una sua compagna di classe che, almeno inizialmente, sembra quasi ignorare la sua esistenza. Improvvisamente, però, si trasferisce nella casa della famiglia di Haruto una ragazza proveniente da Tokyo, alias Yuzuki. La bella ragazza, non essendo pratica del luogo dovrà affidarsi completamente ad Haruto e quest'ultimo non sembra gradire particolarmente la cosa, in quanto teme che possano nascere equivoci sulla loro relazione e che Kanzaki ne potesse venire a conoscenza. Ovviamente la situazione finirà per cambiare radicalmente da lì a poco. Sulla seconda parte del manga ho già detto tutto. Non mi resta, invece che esprimere il mio grande apprezzamento per la prima parte che rispecchia fedelmente quelle tematiche che hanno reso celebri le opere di Kouji Seo. Gli intrecci amorosi sono ben articolati ed effettivamente appassionano il lettore nonostante qualche forzatura qua e là. Ho letto diverse critiche rivolte al personaggio di Yuzuki, accusata di essere una persona che non si fa scrupoli nel rubare il ragazzo a persone che la consideravano amiche; in realtà non condivido questa idea in quanto penso che l'amore fra i due fosse così radicato che non penso potesse andare diversamente.
Assegno solo la sufficienza a questo manga e non nego che è un vero peccato. I presupposti per avere tra le mani un titolo memorabili c'erano tutti. Possibile che nessuno abbia avuto un po' prima il coraggio di dire al maestro Seo che era arrivata l'ora di chiudere la storia e dedicarsi ad altro?
Mi chiedo cosa diavolo sia passato per la testa del rispettabilissimo mangaka Seo Kouji, quando, invece di chiudere la serie, fin lì brillantissima, intorno al decimo volume o poco più in là, ha preferito allungare il brodo oltre misura, finendo per ottenere un lavoro che, qualitativamente, è veramente un pessimo biglietto da visita per la sua carriera di fumettista.
Se infatti la prima metà scarsa della serie è in linea con gli standard qualitativi a cui ci ha abituato Seo con altri lavori, tipo l'ottimo Suzuka, da un certo punto in poi, evidentemente a corto di idee, ma pressato dalla buona vendibilità del brand "Kimi no Iru Machi", si inizia a vedere un decadimento generale del manga che arriverà veramente a livelli deprimenti.
Partiamo subito da una delle cose più evidenti : lo stile grafico. Già dando un'occhiata alle figure dimostrative presenti qui su Animeclick, si vede come i disegni siano piuttosto elaborati e ricchi di dettagli, con ottimi sfondi, ispirati dalle zone intorno a Hiroshima, dove lo stesso autore ha vissuto, e un bellissimo chara design dei personaggi, tutti sempre ben caratterizzati, e ricchi di espressività e vitalità notevoli nei loro tratti.
Provate invece a scorrere, su qualche sito di scanlation, qualche pagina dei volumi dal 20 in poi (ma forse anche prima) e molto probabilmente vi chiederete se le pagine appartengono alla stessa serie o ad una similare, ma di un altro autore. I disegni infatti, nei volumi finali, sono letteralmente abbozzati, realizzati con una superficialità allucinante e il loro effetto sugli occhi del lettore è decisamente sgradevole.
La stessa cosa avviene se si passa ad analizzare trama e i profili psicologici dei personaggi. Se fino ad un certo punto, infatti, tutto gira alla perfezione, si arriva ad oltrepassare una sorta di confine immaginario, ma evidente, in cui il crollo del canovaccio e della cura dell'autore diventa sempre più evidente, pagina dopo pagina. Ecco quindi che la trama che fino a quel momento era piuttosto avvincente, pur trattandosi fondamentalmente di una manga di genere sentimentale, finisce per svuotarsi a poco a poco, tanto che a un certo punto i vari capitoli si snoderanno, uno dietro l'altro, come episodi autoconclusivi, passando dall'organizzazione di una vacanza in un episodio, alla ricerca di lavoro in quello dopo.
E peggio ancora è il destino che tocca ai poveri protagonisti. Anche in questo caso, di punto in bianco, si assiste ad un appiattimento (per usare un eufemismo) del cast, che finisce per compiere le proprie gesta spinto (nella maggior parte dei casi) da incomprensibili e improbabili pulsioni sessuali. Si perché, e qui veniamo ad un'ulteriore nota dolente, rendendosi conto, evidentemente, dello sfacelo in cui ha fatto sprofondare il suo lavoro, il buon Seo ha pensato bene di farcire le pagine della seconda metà dell'opera con tonnellate di fanservice... ma non quello "buono", che è accettabile e può anche avere una ragione di esistere, bensì quello terrificante, unico sistema per far mantenere interesse ad una serie ormai in caduta libera. Ecco quindi che il buon Haruto, protagonista maschile del manga, si troverà circondato da gentili fanciulle (tutte bellissime, naturalmente) inesorabilmente attratte dal suo organo dispensatore di piacere, il tutto rappresentato con una profondità tale, da farmi rimpiangere i vecchi filmini di Cicciolina. Che tristezza...
Concludendo, un manga che fino ad un certo punto pareva instradato brillantemente sulla strada che percorrono i capolavori, ma che si è poi arenato per le scellerate scelte del suo autore, che l'ha di fatto sprofondare nel limbo dei fumetti di serie B.
Se infatti la prima metà scarsa della serie è in linea con gli standard qualitativi a cui ci ha abituato Seo con altri lavori, tipo l'ottimo Suzuka, da un certo punto in poi, evidentemente a corto di idee, ma pressato dalla buona vendibilità del brand "Kimi no Iru Machi", si inizia a vedere un decadimento generale del manga che arriverà veramente a livelli deprimenti.
Partiamo subito da una delle cose più evidenti : lo stile grafico. Già dando un'occhiata alle figure dimostrative presenti qui su Animeclick, si vede come i disegni siano piuttosto elaborati e ricchi di dettagli, con ottimi sfondi, ispirati dalle zone intorno a Hiroshima, dove lo stesso autore ha vissuto, e un bellissimo chara design dei personaggi, tutti sempre ben caratterizzati, e ricchi di espressività e vitalità notevoli nei loro tratti.
Provate invece a scorrere, su qualche sito di scanlation, qualche pagina dei volumi dal 20 in poi (ma forse anche prima) e molto probabilmente vi chiederete se le pagine appartengono alla stessa serie o ad una similare, ma di un altro autore. I disegni infatti, nei volumi finali, sono letteralmente abbozzati, realizzati con una superficialità allucinante e il loro effetto sugli occhi del lettore è decisamente sgradevole.
La stessa cosa avviene se si passa ad analizzare trama e i profili psicologici dei personaggi. Se fino ad un certo punto, infatti, tutto gira alla perfezione, si arriva ad oltrepassare una sorta di confine immaginario, ma evidente, in cui il crollo del canovaccio e della cura dell'autore diventa sempre più evidente, pagina dopo pagina. Ecco quindi che la trama che fino a quel momento era piuttosto avvincente, pur trattandosi fondamentalmente di una manga di genere sentimentale, finisce per svuotarsi a poco a poco, tanto che a un certo punto i vari capitoli si snoderanno, uno dietro l'altro, come episodi autoconclusivi, passando dall'organizzazione di una vacanza in un episodio, alla ricerca di lavoro in quello dopo.
E peggio ancora è il destino che tocca ai poveri protagonisti. Anche in questo caso, di punto in bianco, si assiste ad un appiattimento (per usare un eufemismo) del cast, che finisce per compiere le proprie gesta spinto (nella maggior parte dei casi) da incomprensibili e improbabili pulsioni sessuali. Si perché, e qui veniamo ad un'ulteriore nota dolente, rendendosi conto, evidentemente, dello sfacelo in cui ha fatto sprofondare il suo lavoro, il buon Seo ha pensato bene di farcire le pagine della seconda metà dell'opera con tonnellate di fanservice... ma non quello "buono", che è accettabile e può anche avere una ragione di esistere, bensì quello terrificante, unico sistema per far mantenere interesse ad una serie ormai in caduta libera. Ecco quindi che il buon Haruto, protagonista maschile del manga, si troverà circondato da gentili fanciulle (tutte bellissime, naturalmente) inesorabilmente attratte dal suo organo dispensatore di piacere, il tutto rappresentato con una profondità tale, da farmi rimpiangere i vecchi filmini di Cicciolina. Che tristezza...
Concludendo, un manga che fino ad un certo punto pareva instradato brillantemente sulla strada che percorrono i capolavori, ma che si è poi arenato per le scellerate scelte del suo autore, che l'ha di fatto sprofondare nel limbo dei fumetti di serie B.
Kimi no iru machi, conosciuto anche come "a town where you live", è uno shonen romantico scritto da Kouji Seo. La prima impressione che si ha, leggendo le prime pagine del manga, è lo stile pulito con il quale vengono disegnati personaggi e sfondi. Una volta sfogliate le prime pagine si può apprezzare la caratterizzazione dei personaggi che è abbastanza dettagliata, sia nei personaggi principali che in quelli secondari, e non è mai ingombrante, lasciando quell'alone di mistero che ci accompagnerà nei primi capitoli. La trama è tanto semplice quanto ricca di sorprese. Infatti, con il proseguire della storia, ci renderemo conto di avere davanti una storia realistica e per nulla scontata, facendoci immergere in un'avventura che ci porterà a prendere parte in prima persona alle situazioni che si ritroveranno ad dover affrontare i nostri protagonisti. La storia ha un ritmo dinamico ma allo stesso tempo naturale. Essendo un manga che rispecchia la vita reale, noteremo come il tempo, i cambiamenti e le relazioni muteranno in modo naturale lasciandoci quel sapore amaro in bocca, poiché siamo continuamente abituati a leggere di personaggi che con enormi power up risolvono situazioni ai limiti dell'impossibile, mentre qui vi è il vincolo della realtà di ciò che è possibile e ciò che non lo è.
Ho letto questo manga e ne sono rimasto colpito per alcuni aspetti che adesso vi scrivo. La similitudine alla vita reale che si ha leggendo il manga mi ha fatto riflettere su ciò che dovevo cambiare nella mia vita. Mi sono ritrovato molto con il protagonista, Haruto, infatti ad ogni situazione mi sentivo molto coinvolto. Essendo realistico, non si può fare più di quanto una normale persona non possa fare perciò saremo molto presi dal futuro che ci sembrerà irreparabile. Per questo motivo la curiosità iniziale che avremo dopo aver letto il primo capitolo ci porterò a leggerne il successivo fino a quando esso non diventerà un ossessione. Il tratto pulito mi è molto piaciuto così come i disegni dei personaggi.
Consiglio quest'opera a chiunque, anche agli scettici che stanno leggendo questa recensione. Ha ricevuto molti commenti positivi anche da chi non è amante del genere. Faccio solo una premessa. Qual ora voi lettori aveste una mentalità più infantile che adulta potrebbe esservi difficile comprendere l'ultima parte del manga, finendo per seguire la massa che lo etichetterebbe come deludente. Il mio consiglio e quello di non seguire coloro che lo dicono, ma di comprenderne il significato reale che alcuni, probabilmente per motivi di età, non sanno dare.
Ho letto questo manga e ne sono rimasto colpito per alcuni aspetti che adesso vi scrivo. La similitudine alla vita reale che si ha leggendo il manga mi ha fatto riflettere su ciò che dovevo cambiare nella mia vita. Mi sono ritrovato molto con il protagonista, Haruto, infatti ad ogni situazione mi sentivo molto coinvolto. Essendo realistico, non si può fare più di quanto una normale persona non possa fare perciò saremo molto presi dal futuro che ci sembrerà irreparabile. Per questo motivo la curiosità iniziale che avremo dopo aver letto il primo capitolo ci porterò a leggerne il successivo fino a quando esso non diventerà un ossessione. Il tratto pulito mi è molto piaciuto così come i disegni dei personaggi.
Consiglio quest'opera a chiunque, anche agli scettici che stanno leggendo questa recensione. Ha ricevuto molti commenti positivi anche da chi non è amante del genere. Faccio solo una premessa. Qual ora voi lettori aveste una mentalità più infantile che adulta potrebbe esservi difficile comprendere l'ultima parte del manga, finendo per seguire la massa che lo etichetterebbe come deludente. Il mio consiglio e quello di non seguire coloro che lo dicono, ma di comprenderne il significato reale che alcuni, probabilmente per motivi di età, non sanno dare.
Kimi no Iru Machi è un manga scritto e disegnato da Kouji Seo, già autore della ben più nota opera Suzuka, pubblicato in Italia col nome inglese "A Town Where You Live" dalla GP Manga al prezzo di €5,90 a volume. Avendo in precedenza letto la prima opera di Seo, Suzuka appunto, avevo grandi aspettative su questo manga che sono però state in parte deluse.
La storia è ambientata inizialmente a Hiroshima, villaggio di campagna, patria dell'autore: Haruto Kirishima è un tranquillo ragazzo di campagna che trascorre i suoi giorni in compagnia degli amici. Ma la sua vita viene improvvisamente sconvolta da un particolare avvenimento: la figlia di un amico di famiglia, Yuzuki Eba, sua coetanea, si trasferisce improvvisamente da Tokyo a casa del nostro Haruto. Parte così una storia coinvolgente e appassionante, ricca di equivoci e fraintendimenti, che si protrarrà per circa un anno. Proprio nel momento in cui i due ragazzi sembravano aver legato particolarmente, Yuzuki decide improvvisamente di ritornare a Tokyo e Haruto decide di seguirla. Da questo momento in poi l'ambientazione si sposta a Tokyo, salvo sporadici ritorni al paesino durante le vacanze, nei quali i nostri due protagonisti ricorderanno i momenti passati insieme avvicinandosi sempre più l'uno all'altra.
Ecco la svolta che ci permette di dividere quest'opera in due grandi filoni: quello che si svolge a Hiroshima e quello che si svolge a Tokyo. Ma se la prima parte dell'opera è coinvolgente e racconta le avventure dei personaggi analizzandone in maniera sublime sentimenti e personalità, la seconda si presenta ancora meglio, descrivendo il dramma interiore del protagonista e offrendo al lettore nuovi personaggi ai quali è facile affezionarsi per il loro carisma e la loro simpatia. Così la storia, con un colpo di scena dietro l'altro, arriva al 12° volume, in cui si ha il maggior picco emotivo di tutta l'opera (ammetto che persino io, lettore appassionato di seinen, ci ho versato parecchie lacrime). A mio parere l'opera si sarebbe potuta benissimo concludere a questo punto, precisamente capitolo 110, diventando a tutti gli effetti uno dei migliori manga del genere degli ultimi tempi, ma purtroppo l'autore ha voluto continuare. Ma se le situazioni mantengono credibilità e coinvolgimento, e qualche colpo di scena, fino al volume 16-17, con un bell'intreccio che coinvolge ovviamente Haruto, da quel punto in poi il manga subisce una radicale e pessima trasformazione. Muta a tutti gli effetti in un manga ecchi dei peggiori: Haruto inizia a incontrare solamente ragazze formose, vi sono equivoci che però rimandano in qualche modo sempre al sesso e la storia perde la sua struttura. Eh sì, perchè se i capitoli vengono pubblicati settimanalmente, anche la storia diventa in un certo senso settimanale: i capitoli sono infatti per la maggior parte autoconlusivi e distanziano temporalmente giorni, settimane o in alcuni casi anche mesi l'uno dall'altro.
Parlando del disegno invece bisogna ammettere però che Seo è ormai uno specialista del genere e riesce, con un tratto pulito e ben definito, a rappresentare in maniera praticamente perfetta le emozioni di tutti i suoi personaggi semplicemente disegnandone i volti. Non mancheranno casi, infatti, in cui non bisogna necessariamente ricorrere alle vignette per comprendere i sentimenti di un personaggio. Anzi questa è una caratteristica che Seo ben utilizza nel personaggio di Yuzuki, che, per non far preoccupare gli altri, spesso mente, tenendo per sé tutti i problemi, non accorgendosi che essi sono facilmente deducibili dalle sue espressioni.
Parlando dell'edizione, è la classica edizione GP da €5,90, ben curata e provvista di sovraccoperta.
In conclusione se siete appassionati del genere shonen sentimentale comprate assolutamente questo manga, droppandolo però al 12° o al massimo al 17° volume, perchè più avanti si snatura completamente.
Il mio voto finale è 8 perchè comunque la prima parte merita veramente di essere letta e se non fosse stato per la seconda parte del manga, sarebbe facilmente potuto essere un bel 10. Spero vivamente che Seo faccia riprendere quest'opera, riportandola agli antichi splendori, anche se credo sarà difficile vista la piega presa dal manga.
La storia è ambientata inizialmente a Hiroshima, villaggio di campagna, patria dell'autore: Haruto Kirishima è un tranquillo ragazzo di campagna che trascorre i suoi giorni in compagnia degli amici. Ma la sua vita viene improvvisamente sconvolta da un particolare avvenimento: la figlia di un amico di famiglia, Yuzuki Eba, sua coetanea, si trasferisce improvvisamente da Tokyo a casa del nostro Haruto. Parte così una storia coinvolgente e appassionante, ricca di equivoci e fraintendimenti, che si protrarrà per circa un anno. Proprio nel momento in cui i due ragazzi sembravano aver legato particolarmente, Yuzuki decide improvvisamente di ritornare a Tokyo e Haruto decide di seguirla. Da questo momento in poi l'ambientazione si sposta a Tokyo, salvo sporadici ritorni al paesino durante le vacanze, nei quali i nostri due protagonisti ricorderanno i momenti passati insieme avvicinandosi sempre più l'uno all'altra.
Ecco la svolta che ci permette di dividere quest'opera in due grandi filoni: quello che si svolge a Hiroshima e quello che si svolge a Tokyo. Ma se la prima parte dell'opera è coinvolgente e racconta le avventure dei personaggi analizzandone in maniera sublime sentimenti e personalità, la seconda si presenta ancora meglio, descrivendo il dramma interiore del protagonista e offrendo al lettore nuovi personaggi ai quali è facile affezionarsi per il loro carisma e la loro simpatia. Così la storia, con un colpo di scena dietro l'altro, arriva al 12° volume, in cui si ha il maggior picco emotivo di tutta l'opera (ammetto che persino io, lettore appassionato di seinen, ci ho versato parecchie lacrime). A mio parere l'opera si sarebbe potuta benissimo concludere a questo punto, precisamente capitolo 110, diventando a tutti gli effetti uno dei migliori manga del genere degli ultimi tempi, ma purtroppo l'autore ha voluto continuare. Ma se le situazioni mantengono credibilità e coinvolgimento, e qualche colpo di scena, fino al volume 16-17, con un bell'intreccio che coinvolge ovviamente Haruto, da quel punto in poi il manga subisce una radicale e pessima trasformazione. Muta a tutti gli effetti in un manga ecchi dei peggiori: Haruto inizia a incontrare solamente ragazze formose, vi sono equivoci che però rimandano in qualche modo sempre al sesso e la storia perde la sua struttura. Eh sì, perchè se i capitoli vengono pubblicati settimanalmente, anche la storia diventa in un certo senso settimanale: i capitoli sono infatti per la maggior parte autoconlusivi e distanziano temporalmente giorni, settimane o in alcuni casi anche mesi l'uno dall'altro.
Parlando del disegno invece bisogna ammettere però che Seo è ormai uno specialista del genere e riesce, con un tratto pulito e ben definito, a rappresentare in maniera praticamente perfetta le emozioni di tutti i suoi personaggi semplicemente disegnandone i volti. Non mancheranno casi, infatti, in cui non bisogna necessariamente ricorrere alle vignette per comprendere i sentimenti di un personaggio. Anzi questa è una caratteristica che Seo ben utilizza nel personaggio di Yuzuki, che, per non far preoccupare gli altri, spesso mente, tenendo per sé tutti i problemi, non accorgendosi che essi sono facilmente deducibili dalle sue espressioni.
Parlando dell'edizione, è la classica edizione GP da €5,90, ben curata e provvista di sovraccoperta.
In conclusione se siete appassionati del genere shonen sentimentale comprate assolutamente questo manga, droppandolo però al 12° o al massimo al 17° volume, perchè più avanti si snatura completamente.
Il mio voto finale è 8 perchè comunque la prima parte merita veramente di essere letta e se non fosse stato per la seconda parte del manga, sarebbe facilmente potuto essere un bel 10. Spero vivamente che Seo faccia riprendere quest'opera, riportandola agli antichi splendori, anche se credo sarà difficile vista la piega presa dal manga.
A Towh where you live è un manga la cui presentazione mi aveva attirato particolarmente. Fu paragonato ad un Maison Ikkoku di Rumiko Takahashi in versione moderna. Sono due manga completamente diversi, ma che hanno situazioni e ambientazioni "simili" si diceva. Questo bastava per farmi leggere almeno i primi numeri in quanto avevo amato quell'opera che ritengo ancora uno dei migliori manga del genere. A Town where you live pur non essendo un seguito è richiamabile all'opera precedente di Kouji Seo ossia Suzuka. Non capisco la scelta dell'editore di pubblicare ATWYL prima e non Suzuka stesso (se mai un giorno sarà pubblicato in Italia). E' comunque un manga a se stante ma che forse sarebbe stato ancor più apprezzato se appunto preceduto da Suzuka.
Fatto questo preambolo parliamo della trama. E' piuttosto semplice, Yuzuki Eba è una ragazza tranquilla e molto carina che è costretta a trasferirsi in campagna dalla città di Tokyo. Andrà a vivere con la famiglia di Haruto, un amico coetaneo che pian piano si interesserà di lei. A piacermi sono stati subito la tranquillità di trama e le ambientazioni. Per tranquillità di trama intendo i dialoghi semplici e precisi, senza cuoricini, gag, urla e schiamazzi. Ogni tanto l'autore si prende dello spazio per farci godere delle vignette di puro paesaggio, un tramonto, una pedalata in bicicletta nella natura e questo a me piace in un manga. Lascia lavorare i sentimenti. Delle ambientazioni ero attirato dalla campagna giapponese moderna che si vede poco/niente nei lavori attuali dei mangaka nipponici. Direi che anche qui è stato fatto un buon lavoro, vengono descritti ancora i vecchi lavori come la coltivazione e la pesca, la bicicletta come unico mezzo di locomozione, le feste paesane con vestiti tipici. Tutte queste piccole cose che sono secondarie nella storia ma che a me sono quelle che attirano principalmente. Perché la storia d'amore, intreccio, triangolo la si vede ovunque e difficilmente non è banale. Ma con tutto il resto l'autore invece fa centro. Nella seconda parte del manga difatti la storia si sposta dalla campagna alla città e leggo spesso di "manga allungato" "manga che si perde" ma a perdersi non è la trama, che è vero si dilunga ma non esageratamente, ma è l'ambientazione che per me era la colla di questa storia.
I personaggi li ho trovati simpatici e come giusto per l'età e per la storia che tratta abbastanza indecisi, dubbiosi, a volte snervanti. Ho apprezzato la scelta dei due protagonisti quali persone semplici ed educate ma non ho trovato giusto fargli un contorno di donne super formose e esplicite. Non lo trovo adatto, secondo me non era necessario.
I disegni sono molto ordinati e apprezzabili, non ci sono capolavori di tavole e a volte mancano del tutto le scenografie però li ho ammirati.
L'edizione di GP Publishing è quasi ottima, sovraccoperta lucida, scelta azzeccata del layout e prezzo che è in linea con l'edizione. Anche qui c'è da dire che è una serie lunga, per cui 5,90€ a volume si potrebbe far fatica a recuperarlo integralmente. In questi casi credo che le case editrici dovrebbero venire più incontro ai lettori facendo anche o solo edizioni diverse con un prezzo diverso. Ho trovato inoltre fuori luogo scegliere quelle immagini di copertina negli ultimi numeri, sembra di acquistare un hentai. Non sono un retrogrado ma a parte il fatto che non lo trovo coerente con il manga in se penso sia anche controproducente per la casa editrice. Possono le ragazzine (target del manga) essere attirate da un manga che mostra due tette in copertina? Basta guardare le cover dei numeri 1-2-3-4 e poi le cover numero 15 o 16….. Non so a me sembrano due manga differenti.
Concludendo ho trovato il manga molto bello e acceso. La prima parte addirittura rilassante. Il paragone con Maison Ikkoku per me ci può stare, ci sono protagonisti che per carattere sono molto simili, c'è la campagna, la vita di routine. Stili completamente diversi ma discorso diciamo simile. Nel complesso lo consiglio a tutti anche ai ragazzi o agli adulti è un manga che si lascia leggere e di cui spero si arrivi ad una conclusione in fretta per non rovinare una storia che per ora ha capo e coda. Allungandola si forzano le situazioni e non mi sembra il caso. Voto 8 pieno.
Fatto questo preambolo parliamo della trama. E' piuttosto semplice, Yuzuki Eba è una ragazza tranquilla e molto carina che è costretta a trasferirsi in campagna dalla città di Tokyo. Andrà a vivere con la famiglia di Haruto, un amico coetaneo che pian piano si interesserà di lei. A piacermi sono stati subito la tranquillità di trama e le ambientazioni. Per tranquillità di trama intendo i dialoghi semplici e precisi, senza cuoricini, gag, urla e schiamazzi. Ogni tanto l'autore si prende dello spazio per farci godere delle vignette di puro paesaggio, un tramonto, una pedalata in bicicletta nella natura e questo a me piace in un manga. Lascia lavorare i sentimenti. Delle ambientazioni ero attirato dalla campagna giapponese moderna che si vede poco/niente nei lavori attuali dei mangaka nipponici. Direi che anche qui è stato fatto un buon lavoro, vengono descritti ancora i vecchi lavori come la coltivazione e la pesca, la bicicletta come unico mezzo di locomozione, le feste paesane con vestiti tipici. Tutte queste piccole cose che sono secondarie nella storia ma che a me sono quelle che attirano principalmente. Perché la storia d'amore, intreccio, triangolo la si vede ovunque e difficilmente non è banale. Ma con tutto il resto l'autore invece fa centro. Nella seconda parte del manga difatti la storia si sposta dalla campagna alla città e leggo spesso di "manga allungato" "manga che si perde" ma a perdersi non è la trama, che è vero si dilunga ma non esageratamente, ma è l'ambientazione che per me era la colla di questa storia.
I personaggi li ho trovati simpatici e come giusto per l'età e per la storia che tratta abbastanza indecisi, dubbiosi, a volte snervanti. Ho apprezzato la scelta dei due protagonisti quali persone semplici ed educate ma non ho trovato giusto fargli un contorno di donne super formose e esplicite. Non lo trovo adatto, secondo me non era necessario.
I disegni sono molto ordinati e apprezzabili, non ci sono capolavori di tavole e a volte mancano del tutto le scenografie però li ho ammirati.
L'edizione di GP Publishing è quasi ottima, sovraccoperta lucida, scelta azzeccata del layout e prezzo che è in linea con l'edizione. Anche qui c'è da dire che è una serie lunga, per cui 5,90€ a volume si potrebbe far fatica a recuperarlo integralmente. In questi casi credo che le case editrici dovrebbero venire più incontro ai lettori facendo anche o solo edizioni diverse con un prezzo diverso. Ho trovato inoltre fuori luogo scegliere quelle immagini di copertina negli ultimi numeri, sembra di acquistare un hentai. Non sono un retrogrado ma a parte il fatto che non lo trovo coerente con il manga in se penso sia anche controproducente per la casa editrice. Possono le ragazzine (target del manga) essere attirate da un manga che mostra due tette in copertina? Basta guardare le cover dei numeri 1-2-3-4 e poi le cover numero 15 o 16….. Non so a me sembrano due manga differenti.
Concludendo ho trovato il manga molto bello e acceso. La prima parte addirittura rilassante. Il paragone con Maison Ikkoku per me ci può stare, ci sono protagonisti che per carattere sono molto simili, c'è la campagna, la vita di routine. Stili completamente diversi ma discorso diciamo simile. Nel complesso lo consiglio a tutti anche ai ragazzi o agli adulti è un manga che si lascia leggere e di cui spero si arrivi ad una conclusione in fretta per non rovinare una storia che per ora ha capo e coda. Allungandola si forzano le situazioni e non mi sembra il caso. Voto 8 pieno.
Allora, innanzitutto specifichiamo che, se non fosse stato per l'appassionante storia, questo manga nemmeno lo avrei guardato. Non sopporto gli Ecchi, li odio, li odio, mi sento preso per i fondelli quando leggo un manga Ecchi. Va beh, lasciamo perdere. Dunque, A Town Where You Live parte già con i presupposti giusti: una convivenza forzata, con innamoramenti altalenanti dei personaggi che rendono più succosa la storia. Per Kimi No Iru Machi vale lo stesso discorso che molti hanno fatto su Death Note: cos'hanno in comune due titoli così diversi? Beh, ma è naturale: entrambi, ad un certo punto, perdono vertiginosamente tono e spessore. Il passaggio, tuttavia, è stato molto più subdolo è impercettibile per Kimi No Iru Machi di quanto lo sia stato per Death Note. In quest'ultimo, la morte di uno dei protagonisti ha segnato il punto di non ritorno; in A Town Where You Live, invece, si potrebbe collocare in un periodo compreso fra l'inizio dell'università da parte dei protagonisti e la fine della seconda love story del protagonista maschile, ma si tratta più di un passaggio graduale dalle stelle alle stalle che di un punto di rottura ben delineato. A Town Where You Live parte decisamente bene, la prima sezione della storia è appassionante, la seconda si presenta ancora meglio con il dilemma, che si trasformerà in dramma, affrontato dai protagonisti. C'è stato un momento in cui sentivo una fortissima empatia col protagonista, quando si è ritrovato a compiere una scelta difficilissima, mi sentivo male quasi come lui.
Perché, se all'inizio era così bello, poi il manga si è rovinato? Innanzitutto, perché il mangaka non si è reso conto di aver portato i due protagonisti, ad un certo punto, ad un livello di umanità degno dei peggiori antagonisti shounen. Giuro, ad un certo punto avevano cominciato a disgustarmi tutti e due, non scherzo, mi facevano proprio schifo come persone, sia Yuzuki che Haruto. Yuzuki molto prima di Haruto, e che fosse una vacca, scusate la terminologia, si era capito già da un bel pezzo. Da Haruto non mi aspettavo quel colpo basso ai danni di una ragazza che incontrerà solo nella seconda parte del manga, e che ha fatto precipitare fin sotto terra il mio livello di simpatia nei suoi confronti. Due persone schifose, ecco dove ha portato la crescita e lo sviluppo dei due personaggi. Ma c'è anche un altro motivo per cui il manga si rovina terribilmente, e questo motivo è legato allo spaventoso numero di personaggi femminili che assale la storia. Haruto conosce solo amiche donne, incontra solo donne, si vede solo con donne (chiamalo scemo, qualcuno potrebbe obiettare; su questo non discuto, ma la storia, in questo modo, se ne va al diavolo, per usare un termine cortese, e il tutto si trasforma in uno spaventoso e inguardabile harem). Tutti i personaggi maschili o sono degli sfigati o sono del tutto marginali, e, a parte che questo rende proprio irrealistica la vicenda, perché non è possibile che né Haruto né le ragazze né quel vermiciattolo dell'amico di Haruto abbiano rapporti sociali al di fuori del loro gruppetto, ma soprattutto consente all'autore di scatenarsi con quel tratto Ecchi che detesto, più invasivo che mai. Farebbe meglio a concluderla subito, la storia, il caro Kouji Seo. Magari uno di quei bei lieto fine che soddisfano tutti, e tutti a casa.
Ma l'opera non si merita affatto l'insufficienza, perché l'intera prima serie (o quella che si può considerare tale, perlomeno) e una buona metà della seconda serie ti tengono incollato. Tuttavia, il mangaka rovina il tutto ad un certo punto, e non dubito che la storia abbia le potenzialità per cadere ancora più in basso; io, nel dubbio, ho preferito interrompere la lettura. Ma le vicende di Hiroshima... ah, si merita i soldi spesi anche solo per quello, e arriva a farsi ancora più intrigante, con il dramma che ho anticipato, il quale poteva risolversi nell'unica maniera che avrebbe accontentato tutti. Forse un po' scontato, ma se fosse stata la realtà... beh, c'erano tutti i presupposti perché la vicenda si concludesse in quel modo. Un peccato, un diverso risvolto avrebbe aggiunto pepe alla storia, ma va bene anche così. Anche perché non dubito che il manga si sarebbe rovinato comunque.
Per concludere, il mio consiglio è: se volete comprare il manga, tenete a mente quello che ho scritto nella mia recensione, e chiudete immediatamente quando percepite i sintomi di un calo. Ma la prima parte della storia merita. Sì, merita proprio. Il mio voto, infatti, è la media fra quelli che avrei dato alle due sezioni del manga: 8 alla prima parte, 4 alla seconda, arrotondato per difetto perché, temo, Kouji Seo non ha ancora finito di farlo cadere sempre più in basso.
Perché, se all'inizio era così bello, poi il manga si è rovinato? Innanzitutto, perché il mangaka non si è reso conto di aver portato i due protagonisti, ad un certo punto, ad un livello di umanità degno dei peggiori antagonisti shounen. Giuro, ad un certo punto avevano cominciato a disgustarmi tutti e due, non scherzo, mi facevano proprio schifo come persone, sia Yuzuki che Haruto. Yuzuki molto prima di Haruto, e che fosse una vacca, scusate la terminologia, si era capito già da un bel pezzo. Da Haruto non mi aspettavo quel colpo basso ai danni di una ragazza che incontrerà solo nella seconda parte del manga, e che ha fatto precipitare fin sotto terra il mio livello di simpatia nei suoi confronti. Due persone schifose, ecco dove ha portato la crescita e lo sviluppo dei due personaggi. Ma c'è anche un altro motivo per cui il manga si rovina terribilmente, e questo motivo è legato allo spaventoso numero di personaggi femminili che assale la storia. Haruto conosce solo amiche donne, incontra solo donne, si vede solo con donne (chiamalo scemo, qualcuno potrebbe obiettare; su questo non discuto, ma la storia, in questo modo, se ne va al diavolo, per usare un termine cortese, e il tutto si trasforma in uno spaventoso e inguardabile harem). Tutti i personaggi maschili o sono degli sfigati o sono del tutto marginali, e, a parte che questo rende proprio irrealistica la vicenda, perché non è possibile che né Haruto né le ragazze né quel vermiciattolo dell'amico di Haruto abbiano rapporti sociali al di fuori del loro gruppetto, ma soprattutto consente all'autore di scatenarsi con quel tratto Ecchi che detesto, più invasivo che mai. Farebbe meglio a concluderla subito, la storia, il caro Kouji Seo. Magari uno di quei bei lieto fine che soddisfano tutti, e tutti a casa.
Ma l'opera non si merita affatto l'insufficienza, perché l'intera prima serie (o quella che si può considerare tale, perlomeno) e una buona metà della seconda serie ti tengono incollato. Tuttavia, il mangaka rovina il tutto ad un certo punto, e non dubito che la storia abbia le potenzialità per cadere ancora più in basso; io, nel dubbio, ho preferito interrompere la lettura. Ma le vicende di Hiroshima... ah, si merita i soldi spesi anche solo per quello, e arriva a farsi ancora più intrigante, con il dramma che ho anticipato, il quale poteva risolversi nell'unica maniera che avrebbe accontentato tutti. Forse un po' scontato, ma se fosse stata la realtà... beh, c'erano tutti i presupposti perché la vicenda si concludesse in quel modo. Un peccato, un diverso risvolto avrebbe aggiunto pepe alla storia, ma va bene anche così. Anche perché non dubito che il manga si sarebbe rovinato comunque.
Per concludere, il mio consiglio è: se volete comprare il manga, tenete a mente quello che ho scritto nella mia recensione, e chiudete immediatamente quando percepite i sintomi di un calo. Ma la prima parte della storia merita. Sì, merita proprio. Il mio voto, infatti, è la media fra quelli che avrei dato alle due sezioni del manga: 8 alla prima parte, 4 alla seconda, arrotondato per difetto perché, temo, Kouji Seo non ha ancora finito di farlo cadere sempre più in basso.
A 26 anni suonati, pur avendo trovato molte ingenuità e banalità, reputo questo Kimi No Iru Machi una bellissima opera (fino al 16° volume).
Il mio errore è stato quello di leggere prima questo rispetto all'altra opera di Seo (Suzuka), date le molte analogie e qualche cameo, ma questa parte la anillerò successivamente con qualche spoiler. Nonostante questo, A Town Where You Live a mio parere è superiore.
I vari personaggi (e non sono pochi) sono caratterizzati molto bene e ben intrecciati tra loro, anche se purtroppo ogni tanto qualcuno sparisce per un tempo decisamente troppo lungo! I due protagonisti personalmente mi piacciono molto, anche se apprezzo anche praticamente tutti i coprotagonisti.
La trama e semplice, sono presenti molti, davvero molti cliché del genere, ma in ogni piccolo arco narrativo vi è un colpo di scena, più o meno importante è chiaro.
I disegni sono molto ben curati, e i nudi femminili, mai esagerati, sono ben rappresentati, anche se in Suzuka erano sicuramente più belli.
Detto tutto ciò, sorvolando sulla trama, vorrei vedere le differenze e le analogie con Suzuka.
<b>SPOILER</b> Inizio coi cammei, Miki e Yasunobu nel capitolo 67 e Suzuka, Yamato e Fuuka nel 126. I caratteri di Yamato e Haruto sono molto differenti, così anche le due protagoniste femmine, ma le situazioni che si vengono a creare sono sempre le stesse: Tokyo e non Tokyo, intromissione del padre di lei, sempre abbastanza scontroso e severo, le relazioni dei protagonisti con altri personaggi, non sono (soprattutto in Suzuka) per niente credibili. Qua in particolare la relazione tra Haruto e Asuka sembra funzionare solo al principio, data la sparizione di Yuzuki dal manga, ma una volta tornata si capisce subito che i due torneranno insieme. Altra analogia super importante è la presenza di un ragazzo morto che farà aumentare la carica sentimentale, decisamente più azzeccata la scelta qua presente. <b>FINE SPOILER</b>
Il 9 è abbondante, visto che l'opera non è terminata, ma proprio perché spero possa migliorare ancora ho aumentato di un punto.
Il mio errore è stato quello di leggere prima questo rispetto all'altra opera di Seo (Suzuka), date le molte analogie e qualche cameo, ma questa parte la anillerò successivamente con qualche spoiler. Nonostante questo, A Town Where You Live a mio parere è superiore.
I vari personaggi (e non sono pochi) sono caratterizzati molto bene e ben intrecciati tra loro, anche se purtroppo ogni tanto qualcuno sparisce per un tempo decisamente troppo lungo! I due protagonisti personalmente mi piacciono molto, anche se apprezzo anche praticamente tutti i coprotagonisti.
La trama e semplice, sono presenti molti, davvero molti cliché del genere, ma in ogni piccolo arco narrativo vi è un colpo di scena, più o meno importante è chiaro.
I disegni sono molto ben curati, e i nudi femminili, mai esagerati, sono ben rappresentati, anche se in Suzuka erano sicuramente più belli.
Detto tutto ciò, sorvolando sulla trama, vorrei vedere le differenze e le analogie con Suzuka.
<b>SPOILER</b> Inizio coi cammei, Miki e Yasunobu nel capitolo 67 e Suzuka, Yamato e Fuuka nel 126. I caratteri di Yamato e Haruto sono molto differenti, così anche le due protagoniste femmine, ma le situazioni che si vengono a creare sono sempre le stesse: Tokyo e non Tokyo, intromissione del padre di lei, sempre abbastanza scontroso e severo, le relazioni dei protagonisti con altri personaggi, non sono (soprattutto in Suzuka) per niente credibili. Qua in particolare la relazione tra Haruto e Asuka sembra funzionare solo al principio, data la sparizione di Yuzuki dal manga, ma una volta tornata si capisce subito che i due torneranno insieme. Altra analogia super importante è la presenza di un ragazzo morto che farà aumentare la carica sentimentale, decisamente più azzeccata la scelta qua presente. <b>FINE SPOILER</b>
Il 9 è abbondante, visto che l'opera non è terminata, ma proprio perché spero possa migliorare ancora ho aumentato di un punto.
A Town Where You Live è uno shounen manga sentimentale scritto da Kouji Seo, precedente autore di Suzuka, portato in Italia dalla GP Publishing al costo di 5,90 euro.
Avevo già letto due opere di questo autore, ovvero Suzuka e Cross Over, ed essendomi piaciute molto alla notizia che sarebbe uscita in Italia l'ultima opera di Seo mi sono apprestato immediatamente a comprarlo.
Una volta letto il primo volume mi sono innamorato di quest'opera, sia per la storia accattivante che per i personaggi ben riusciti.
Per quanto riguarda la trama Haruto Kirishima è un ragazzo di 15 anni che vive in una piccola città di campagna, un giorno la sua vita verrà sconvolta dall'arrivo di Yuzuki Eba, una ragazza della stessa età, che si trasferirà dalla grande città di Tokyo a casa di Haruto per frequentare le superiori.
Apparentemente il suo trasferimento non ha una motivazione apparente e quando gli viene domandato il perché lei risponde sorridendo <>; questo rende il personaggio molto misterioso.
Inizialmente Haruto non vede di buon occhio la convivenza con Yuzuki in quanto innamorato della compagna di classe Nanami Kanzaki e quindi potrebbe far nascere dei malintesi sul loro rapporto.
Successivamente, quando Nanami e Yuzuki diventano amiche, Haruto vede uno spiraglio per poter conquistare Nanami e quindi il rapporto tra lui e Yuzuki diventa sempre più saldo. Col tempo però comincia a diventare ambiguo e a complicare le cose c'è il miglior amico di Haruto, che vuole conquistare con il suo aiuto proprio Yuzuki.
La storia è veramente interessante e piena di colpi di scena, se nei primi volumi può sembrare un po lenta a partire dal 3° volume ingrana la marcia e non ti fa staccare gli occhi dal volume finché non l'hai letto tutto. Inoltre una scelta molto interessante dell'autore è quella di non nominare mai il nome della città, che quindi è avvolta da un certo alone di mistero (inoltre da quanto detto dallo stesso autore è ispirata alla sua città natale).
C'è anche del fan service che comunque non è molto e comunque mai volgare, ma molto fine e in situazioni plausibili (per esempio nelle terme nel primo volume).
I personaggi sono ottimi a partire da Yuzuki, la ragazza ingenua e maldestra che si trasferisce senza motivo dalla grande Tokyo a una piccola città di campagna. Proprio questo rende il personaggio alquanto misterioso, inoltre il suo carattere è alquanto contrastante: infatti è sia estroverso che introverso (la cosa si può notare dal fatto che non voglia dire il motivo del suo trasferimento e quindi tenendosi dentro la presunta sofferenza).
Anche l'altro protagonista, Haruto, è ben caratterizzato infatti è un ragazzo introverso, chiuso e che non ama i cambiamenti; infatti all'inizio non vede di buon occhio l'arrivo della ragazza (che comunque a stravolto la sua noiosa vita). Inoltre per questo suo carattere non si sarebbe mai dichiarato a Kanzaki senza l'aiuto di Yuzuki.
Il disegno è fantastico, pulito, non appesantito dalle linee e che premia i personaggi mentre gli sfondi sono un po scarni.
L'edizione è buona, con sovraccoperta ma senza pagine a colori, pagine molto bianche che non lasciano l'inchiostro ma la cosa ottima è la numerazione delle pagine.
Per concludere consiglierei questo manga a tutti quelli che cercano una storia sentimentale diversa e interessante, ma lo consiglierei anche a chi non ha mai letto un'opera del genere.
Avevo già letto due opere di questo autore, ovvero Suzuka e Cross Over, ed essendomi piaciute molto alla notizia che sarebbe uscita in Italia l'ultima opera di Seo mi sono apprestato immediatamente a comprarlo.
Una volta letto il primo volume mi sono innamorato di quest'opera, sia per la storia accattivante che per i personaggi ben riusciti.
Per quanto riguarda la trama Haruto Kirishima è un ragazzo di 15 anni che vive in una piccola città di campagna, un giorno la sua vita verrà sconvolta dall'arrivo di Yuzuki Eba, una ragazza della stessa età, che si trasferirà dalla grande città di Tokyo a casa di Haruto per frequentare le superiori.
Apparentemente il suo trasferimento non ha una motivazione apparente e quando gli viene domandato il perché lei risponde sorridendo <>; questo rende il personaggio molto misterioso.
Inizialmente Haruto non vede di buon occhio la convivenza con Yuzuki in quanto innamorato della compagna di classe Nanami Kanzaki e quindi potrebbe far nascere dei malintesi sul loro rapporto.
Successivamente, quando Nanami e Yuzuki diventano amiche, Haruto vede uno spiraglio per poter conquistare Nanami e quindi il rapporto tra lui e Yuzuki diventa sempre più saldo. Col tempo però comincia a diventare ambiguo e a complicare le cose c'è il miglior amico di Haruto, che vuole conquistare con il suo aiuto proprio Yuzuki.
La storia è veramente interessante e piena di colpi di scena, se nei primi volumi può sembrare un po lenta a partire dal 3° volume ingrana la marcia e non ti fa staccare gli occhi dal volume finché non l'hai letto tutto. Inoltre una scelta molto interessante dell'autore è quella di non nominare mai il nome della città, che quindi è avvolta da un certo alone di mistero (inoltre da quanto detto dallo stesso autore è ispirata alla sua città natale).
C'è anche del fan service che comunque non è molto e comunque mai volgare, ma molto fine e in situazioni plausibili (per esempio nelle terme nel primo volume).
I personaggi sono ottimi a partire da Yuzuki, la ragazza ingenua e maldestra che si trasferisce senza motivo dalla grande Tokyo a una piccola città di campagna. Proprio questo rende il personaggio alquanto misterioso, inoltre il suo carattere è alquanto contrastante: infatti è sia estroverso che introverso (la cosa si può notare dal fatto che non voglia dire il motivo del suo trasferimento e quindi tenendosi dentro la presunta sofferenza).
Anche l'altro protagonista, Haruto, è ben caratterizzato infatti è un ragazzo introverso, chiuso e che non ama i cambiamenti; infatti all'inizio non vede di buon occhio l'arrivo della ragazza (che comunque a stravolto la sua noiosa vita). Inoltre per questo suo carattere non si sarebbe mai dichiarato a Kanzaki senza l'aiuto di Yuzuki.
Il disegno è fantastico, pulito, non appesantito dalle linee e che premia i personaggi mentre gli sfondi sono un po scarni.
L'edizione è buona, con sovraccoperta ma senza pagine a colori, pagine molto bianche che non lasciano l'inchiostro ma la cosa ottima è la numerazione delle pagine.
Per concludere consiglierei questo manga a tutti quelli che cercano una storia sentimentale diversa e interessante, ma lo consiglierei anche a chi non ha mai letto un'opera del genere.
<b>[Possibili spoiler.]</b>
A Town Where You Live, un'opera in corso sin dal 2008, tratta la storia di Haruto-kun, un ragazzo di campagna innamorato da sempre della sua compagna di scuola, Kanzaki. La storia comincia a complicarsi con l'arrivo di una nuova coinquilina, Eba Yuzuki, dal carattere esuberante e l'aspetto solare e grazioso, che farà molto affidamento sul nostro protagonista.
Analizzando nel dettaglio i personaggi, non ci troviamo dinanzi personalità che spiccano di originalità. Kanzaki è la solita ragazza carina e disponibile, che scopre un po troppo tardi di poter ricambiare Haruto. Quest'ultimo è il solito immaturo, circondato da belle ragazze (mi ricorda il protagonista di Ichigo 100%), per fortuna Kouji Seo, l'autore di questa serie, farà evolvere il carattere del nostro beniamino, che diverrà più deciso e combattivo nelle scelte della sua vita amorosa. Dimostrerà anche molta tenacia, non solo quando Eba dovrà tornare in città, ma anche quando lei si allontanerà. E la storia prenderà dei bei risvolti.
proposito di Eba, secondo me, è lei che fa muovere tutti i punti forti di ATWYL. Il suo carattere è da principio molto insicuro e timido, ci verrà mostrato attraverso i ricordi che lei ha con Haruto da bambini, e con un suo amico di Tokyo, oltre che con i suoi problemi familiari. È senz'altro molto originale come caratterizzazione, dalla storia abbastanza complessa e dai sentimenti molto profondi, anche se a volte dimostra d'esser un po' smidollata, e fa scelte discutibili, tipo quando perde i contatti con il suo fidanzato per motivi davvero deprimenti.
Seo ha un tratto molto pulito, marca i lineamenti e calcola molto bene le proporzioni. Davvero un'ottima grafica, fresca e dinamica. Inoltre i colori delle cover sono sgargianti e solari!
In conclusione, giudico questo manga come una serie di base non troppo originale ma che si fa seguire comunque con interesse, perché sa giocarsi qualche buona carta. Spero non la si dilunghi troppo, altrimenti scadrà in veri e propri cliché triti e ritriti, anche se, per adesso, ho notato che anche se il tema non è nulla di nuovo, la narrazione ha un tocco tutto personale che tiene abbastanza legati alla lettura.
Confido molto nel finale, gran parte del giudizio dipenderà da quello, anche perché spero in una scelta coerente e non in uno sballottamento sentimentale che porti a pensare ad un genere harem.
A Town Where You Live, un'opera in corso sin dal 2008, tratta la storia di Haruto-kun, un ragazzo di campagna innamorato da sempre della sua compagna di scuola, Kanzaki. La storia comincia a complicarsi con l'arrivo di una nuova coinquilina, Eba Yuzuki, dal carattere esuberante e l'aspetto solare e grazioso, che farà molto affidamento sul nostro protagonista.
Analizzando nel dettaglio i personaggi, non ci troviamo dinanzi personalità che spiccano di originalità. Kanzaki è la solita ragazza carina e disponibile, che scopre un po troppo tardi di poter ricambiare Haruto. Quest'ultimo è il solito immaturo, circondato da belle ragazze (mi ricorda il protagonista di Ichigo 100%), per fortuna Kouji Seo, l'autore di questa serie, farà evolvere il carattere del nostro beniamino, che diverrà più deciso e combattivo nelle scelte della sua vita amorosa. Dimostrerà anche molta tenacia, non solo quando Eba dovrà tornare in città, ma anche quando lei si allontanerà. E la storia prenderà dei bei risvolti.
proposito di Eba, secondo me, è lei che fa muovere tutti i punti forti di ATWYL. Il suo carattere è da principio molto insicuro e timido, ci verrà mostrato attraverso i ricordi che lei ha con Haruto da bambini, e con un suo amico di Tokyo, oltre che con i suoi problemi familiari. È senz'altro molto originale come caratterizzazione, dalla storia abbastanza complessa e dai sentimenti molto profondi, anche se a volte dimostra d'esser un po' smidollata, e fa scelte discutibili, tipo quando perde i contatti con il suo fidanzato per motivi davvero deprimenti.
Seo ha un tratto molto pulito, marca i lineamenti e calcola molto bene le proporzioni. Davvero un'ottima grafica, fresca e dinamica. Inoltre i colori delle cover sono sgargianti e solari!
In conclusione, giudico questo manga come una serie di base non troppo originale ma che si fa seguire comunque con interesse, perché sa giocarsi qualche buona carta. Spero non la si dilunghi troppo, altrimenti scadrà in veri e propri cliché triti e ritriti, anche se, per adesso, ho notato che anche se il tema non è nulla di nuovo, la narrazione ha un tocco tutto personale che tiene abbastanza legati alla lettura.
Confido molto nel finale, gran parte del giudizio dipenderà da quello, anche perché spero in una scelta coerente e non in uno sballottamento sentimentale che porti a pensare ad un genere harem.
A Town Where You Live è un manga tuttora in corso scritto e sceneggiato da Kouji Seo di genere commedia scolastica sentimentale.
A Town Where You Live tratta delle vicende di Yuzuki Eba che senza troppi preavvisi si inserisce in casa e nella quotidianità di Haruto, che non accetta di buon grado questo drastico capovolgimento. Inizialmente infatti Haruto, nonostante l'invito della madre, si rifiuta di scendere a conoscere la sua nuova coinquilina e di accompagnarla a vedere la scuola in bicicletta per evitare che i vicini si mettano in testa strane idee su di loro.
Ma la ragazza, trasferita dalla città alla campagna, non demorde, confessandogli di non essere capace ad andare in bicicletta e dicendo che per lei non ci sono problemi a stare sul portapacchi, nonostante gli altri possano fraintendere e scambiarli per fidanzati.
Così controvoglia Haruto la accompagna a vedere dove si trova il liceo che i due coetanei presto frequenteranno insieme e sulla strada del ritorno, fermandosi nell'unico emporio in zona, Yuzuki fa la conoscenza della ragazza di cui Haruto è innamorato e inizia a creare i primi equivoci: Nanami Kanzaki.
Le due presto diventeranno amiche, nutrendo più speranze in Haruto su Nanami, e il rapporto fra Haruto e Yuzuki presto si rinsalderà in seguito ad alcuni favori ed alcuni atteggiamenti che il ragazzo assume per proteggerla da una situazione equivoca che invece non lo è, facendogli guadagnare dei punti verso la bella nuova arrivata.
Ma Yuzuki inizia a mostrare presto delle aspettative e delle attenzioni particolare verso Haruto che la vede in modo meno odioso, ma inizia ad affezionarsi a lei e al suo carattere solare ed estroverso.
Ma se a già un'equivoca situazione ci si mette in mezzo anche il migliore amico di Haruto che palesa e chiede all'amico di dare lui una mano a conquistare Yuzuki Eba, dopo che Haruto aveva rivelato la sua iniziale mancanza d'interesse verso Yuzuki? Ma quali saranno le reali intenzioni di Yuzuki e di Haruto? E quali sono i motivi che l'hanno spinta a trasferirsi?
Il tratto e i disegni sono veramente incantevoli e a tratti nostalgici: dettagliati, curatissimi i visi, gli occhi, i corpi e le espressioni dei personaggi.
La storia ha delle ottime premesse e degli ottimi spunti per lasciare l'iniziale commedia sentimentale, un po' più seria rispetto ai canoni iniziali di altre serie, e per giungere a un qualcosa di più complesso, drammatico e elaborato. I personaggi sono inizialmente stereotipati per lasciare immediatamente questa impressione e premonire di avere ottimi spunti per riflettere su argomenti importanti e soprattutto per essere profondi, complessi e non semplicisti.
Le ambientazioni e le situazioni ricordano qualcosa descritto in modo marcatamente nostalgico e volto a ricordi del passato, quindi non posso che ammirare questa fumosità che si lascerà creare un posticino nel mio cuore e nella mia classifica personale delle opere anime e manga che ho amato di più.
Date queste ottime premesse non posso che consigliare un'opera simile agli amanti di commedie scolastiche e degli equivoci sullo stile di 100% Fragola, ma con meno fanservice.
Voto: 9.
A Town Where You Live tratta delle vicende di Yuzuki Eba che senza troppi preavvisi si inserisce in casa e nella quotidianità di Haruto, che non accetta di buon grado questo drastico capovolgimento. Inizialmente infatti Haruto, nonostante l'invito della madre, si rifiuta di scendere a conoscere la sua nuova coinquilina e di accompagnarla a vedere la scuola in bicicletta per evitare che i vicini si mettano in testa strane idee su di loro.
Ma la ragazza, trasferita dalla città alla campagna, non demorde, confessandogli di non essere capace ad andare in bicicletta e dicendo che per lei non ci sono problemi a stare sul portapacchi, nonostante gli altri possano fraintendere e scambiarli per fidanzati.
Così controvoglia Haruto la accompagna a vedere dove si trova il liceo che i due coetanei presto frequenteranno insieme e sulla strada del ritorno, fermandosi nell'unico emporio in zona, Yuzuki fa la conoscenza della ragazza di cui Haruto è innamorato e inizia a creare i primi equivoci: Nanami Kanzaki.
Le due presto diventeranno amiche, nutrendo più speranze in Haruto su Nanami, e il rapporto fra Haruto e Yuzuki presto si rinsalderà in seguito ad alcuni favori ed alcuni atteggiamenti che il ragazzo assume per proteggerla da una situazione equivoca che invece non lo è, facendogli guadagnare dei punti verso la bella nuova arrivata.
Ma Yuzuki inizia a mostrare presto delle aspettative e delle attenzioni particolare verso Haruto che la vede in modo meno odioso, ma inizia ad affezionarsi a lei e al suo carattere solare ed estroverso.
Ma se a già un'equivoca situazione ci si mette in mezzo anche il migliore amico di Haruto che palesa e chiede all'amico di dare lui una mano a conquistare Yuzuki Eba, dopo che Haruto aveva rivelato la sua iniziale mancanza d'interesse verso Yuzuki? Ma quali saranno le reali intenzioni di Yuzuki e di Haruto? E quali sono i motivi che l'hanno spinta a trasferirsi?
Il tratto e i disegni sono veramente incantevoli e a tratti nostalgici: dettagliati, curatissimi i visi, gli occhi, i corpi e le espressioni dei personaggi.
La storia ha delle ottime premesse e degli ottimi spunti per lasciare l'iniziale commedia sentimentale, un po' più seria rispetto ai canoni iniziali di altre serie, e per giungere a un qualcosa di più complesso, drammatico e elaborato. I personaggi sono inizialmente stereotipati per lasciare immediatamente questa impressione e premonire di avere ottimi spunti per riflettere su argomenti importanti e soprattutto per essere profondi, complessi e non semplicisti.
Le ambientazioni e le situazioni ricordano qualcosa descritto in modo marcatamente nostalgico e volto a ricordi del passato, quindi non posso che ammirare questa fumosità che si lascerà creare un posticino nel mio cuore e nella mia classifica personale delle opere anime e manga che ho amato di più.
Date queste ottime premesse non posso che consigliare un'opera simile agli amanti di commedie scolastiche e degli equivoci sullo stile di 100% Fragola, ma con meno fanservice.
Voto: 9.
Una storia leggera e godibile, condita qua e là da momenti emozionanti e colpi di scena per nulla banali. Non è la classica trama d'amore dove tutto è già scritto, ma la storia di un ragazzo di nome Haruto che scoprirà sulla propria pelle l'ebrezza di essere adolescente, dell'indecisione tipica di quella fase della vita, soprattutto nei sentimenti.
I disegni sono ottimi, così come i testi. A differenza di tanti manga similari oggi in voga il fanservice è praticamente nullo, cosa che dal mio punto di vista aiuta la profondità della trama. Consigliatissimo.
I disegni sono ottimi, così come i testi. A differenza di tanti manga similari oggi in voga il fanservice è praticamente nullo, cosa che dal mio punto di vista aiuta la profondità della trama. Consigliatissimo.
Ti piacciono gli shonen sentimentali? Hai amato Ichigo100%? Bene, allora NON PUOI farti sfuggire questo manga.
La storia è, diciamo, la " tipica " di ogni buon shonen sentimentale, cioè un protagonista maschietto che si ritrova circondato da numerose belle ragazze e comincia ad essere tempestato dagli ormoni. Fin qui tutto ok e normale, ma dove sta la grande differenza tra questo ed altri manga dello stesso genere, per cui ho premiato con un 8? Beh, sta nei colpi di scena. Ebbene sì, quando sei sicuro che la storia procederà in un certo verso, essa ti frega alla grande, prendendo una piega completamente inaspettata.
Devo ammettere che mi sono appassionato verso il 3-4 volume, ed ora non ne posso fare a meno. È fatto veramente molto bene quanto a sceneggiatura e disegno. L'unica mia speranza è che non si rovini proprio alla fine, ma che anzi ci delizi con un ultimo colpo di scena. Lo consiglio vivamente agli amanti del genere, e non date ascolto a chi dice e/o scrive che è il solito brodo, perché non è proprio così.
La storia è, diciamo, la " tipica " di ogni buon shonen sentimentale, cioè un protagonista maschietto che si ritrova circondato da numerose belle ragazze e comincia ad essere tempestato dagli ormoni. Fin qui tutto ok e normale, ma dove sta la grande differenza tra questo ed altri manga dello stesso genere, per cui ho premiato con un 8? Beh, sta nei colpi di scena. Ebbene sì, quando sei sicuro che la storia procederà in un certo verso, essa ti frega alla grande, prendendo una piega completamente inaspettata.
Devo ammettere che mi sono appassionato verso il 3-4 volume, ed ora non ne posso fare a meno. È fatto veramente molto bene quanto a sceneggiatura e disegno. L'unica mia speranza è che non si rovini proprio alla fine, ma che anzi ci delizi con un ultimo colpo di scena. Lo consiglio vivamente agli amanti del genere, e non date ascolto a chi dice e/o scrive che è il solito brodo, perché non è proprio così.
Manga realizzato da Seo Kouji, stesso autore della famosa serie Suzuka (manga e anime di una decina d’anni fa). Kimi no Iru machi non si discosta da quello che era il suo predecessore cartaceo e, anzi, cerca di aggiungere sempre più romanticismo e i colpi di scena tipici della commedia scolastica giapponese.
Attratto da questo manga più per la bellezza dei sui disegni che dalla storia in sé, esso si è dimostrato esattamente ciò che mi aspettavo.
La storia segue le cotte e gli amori di Haruto, ragazzo di campagna che, spinto dalla passione per l’una o l’altra ragazza, viene sballottato qua e là dall’autore. Sembrerà riduttivo, ma il succo della vicenda è esattamente questo, nulla di più nulla di meno.
Non vi è mai niente che possa aggiungere un tocco di freschezza e imprevedibilità alla narrazione: tutto è sempre limitato e incatenato ai soliti stereotipi, che possono anche piacere all’inizio, ma che alla lunga diventano noiosi e ripetitivi.
Mi spiego meglio: Haruto è il classico pupazzo nelle mani dell’autore, il suo cuore non è mai deciso e sicuro su una scelta e, anche nelle rare volte in cui la compie, tutto ciò serve solo per allungare la solita brodaglia trita e ritrita (errore che secondo me era presente anche in Suzuka).
La trama è da dividersi in due archi narrativi: il primo incentrato sulla vita nella campagna di Nagasaki e sul primo amore del protagonista, il secondo sulla decisione di trasferirsi a Tokyo alla ricerca della “bella” di turno. Come se non bastasse Seo Kouji aggiunge il classico “drammone” per scompaginare le carte in tavola (o forse per liberarsi di un personaggio diventato scomodo).
Dal punto di vista grafico Kimi no iru machi è decisamente valido: sfondi molto curati e uno stile piacevole, anche se un po’ monotono e standardizzato. Ma questo non basta per risollevare la mia valutazione sull’opera.
Attratto da questo manga più per la bellezza dei sui disegni che dalla storia in sé, esso si è dimostrato esattamente ciò che mi aspettavo.
La storia segue le cotte e gli amori di Haruto, ragazzo di campagna che, spinto dalla passione per l’una o l’altra ragazza, viene sballottato qua e là dall’autore. Sembrerà riduttivo, ma il succo della vicenda è esattamente questo, nulla di più nulla di meno.
Non vi è mai niente che possa aggiungere un tocco di freschezza e imprevedibilità alla narrazione: tutto è sempre limitato e incatenato ai soliti stereotipi, che possono anche piacere all’inizio, ma che alla lunga diventano noiosi e ripetitivi.
Mi spiego meglio: Haruto è il classico pupazzo nelle mani dell’autore, il suo cuore non è mai deciso e sicuro su una scelta e, anche nelle rare volte in cui la compie, tutto ciò serve solo per allungare la solita brodaglia trita e ritrita (errore che secondo me era presente anche in Suzuka).
La trama è da dividersi in due archi narrativi: il primo incentrato sulla vita nella campagna di Nagasaki e sul primo amore del protagonista, il secondo sulla decisione di trasferirsi a Tokyo alla ricerca della “bella” di turno. Come se non bastasse Seo Kouji aggiunge il classico “drammone” per scompaginare le carte in tavola (o forse per liberarsi di un personaggio diventato scomodo).
Dal punto di vista grafico Kimi no iru machi è decisamente valido: sfondi molto curati e uno stile piacevole, anche se un po’ monotono e standardizzato. Ma questo non basta per risollevare la mia valutazione sull’opera.
Premetto che non ho letto il precedente lavoro dell'autore, ma per quanto riguarda Kimi no Iru Machi (A Town Where You Live), si vede davvero la maestria del mangaka che ci lavora. Personaggi ben caratterizzati, disegno più che buono, storia coinvolgente con colpi di scena ben orchestrati, e sopratutto la verosimiglianza. Mai prima d'ora avevo letto una commedia/dramma romantico con questa caratteristica, così ben radicata nella storia e nei personaggi. Leggendolo, sembra quasi di trovarsi dentro la situazione, pensare come il povero Haruto, sentirsi come lui nei momenti tristi. Cosa che purtroppo non tutti i mangaka riescono a fare.
Direi che un buon voto se lo merita tutto questo manga, che consiglio caldamente a tutti gli amanti del genere, e magari anche a chi vuole leggere qualcosa di diverso, ma comunque interessante.
Direi che un buon voto se lo merita tutto questo manga, che consiglio caldamente a tutti gli amanti del genere, e magari anche a chi vuole leggere qualcosa di diverso, ma comunque interessante.
Premetto che non sono un grande amante di shonen romantici, questo è il secondo che ho provato a leggere dopo Suzuka. Di conseguenza, non sono un grande esperto di questo genere.
I disegni sono buoni, piacevoli, la storia è molto leggera. I colpi di scena sono veramente pochi, sembra quasi che la storia d'amore tra i due protagonisti non riesca ad arrivare ad un punto serio.
All'inizio ciò che mi spingeva a seguirlo era quella piccola curiosità di vedere il susseguirsi degli eventi. Ma ora la storia mi ha un po stancato. Yuzuki è la classica ragazza a cui piace giocare al tira e molla, e Haruto ora le va dietro come un cagnolino colto da chissà quale grande amore nato tra i due. Sinceramente ho perso tutta la curiosità di vedere come va a finire, per quel poco di curiosità che avevo. Ormai si è già capito su quali binari verterà la storia. L'autore potrà anche stupirmi? Si, non lo nego, ma la storia non può finire in nessun modo che possa veramente soddisfarmi.
Il mio voto è comunque 6 perché magari ai lettori più assidui di shonen romantici questo manga può piacere, e forse uno con i miei gusti non dovevo proprio iniziare a leggere un manga come Kimi no Iru Machi.
I disegni sono buoni, piacevoli, la storia è molto leggera. I colpi di scena sono veramente pochi, sembra quasi che la storia d'amore tra i due protagonisti non riesca ad arrivare ad un punto serio.
All'inizio ciò che mi spingeva a seguirlo era quella piccola curiosità di vedere il susseguirsi degli eventi. Ma ora la storia mi ha un po stancato. Yuzuki è la classica ragazza a cui piace giocare al tira e molla, e Haruto ora le va dietro come un cagnolino colto da chissà quale grande amore nato tra i due. Sinceramente ho perso tutta la curiosità di vedere come va a finire, per quel poco di curiosità che avevo. Ormai si è già capito su quali binari verterà la storia. L'autore potrà anche stupirmi? Si, non lo nego, ma la storia non può finire in nessun modo che possa veramente soddisfarmi.
Il mio voto è comunque 6 perché magari ai lettori più assidui di shonen romantici questo manga può piacere, e forse uno con i miei gusti non dovevo proprio iniziare a leggere un manga come Kimi no Iru Machi.
Un altra commedia capolavoro del sensei "Suzuka" Kouji Seo.
Mentre in Suzuka un campagnolo va in città, qui è la cittadina che va in campagna. La storia ha svariati colpi di scena, personaggi intriganti e reali, una storia d'amore molto ben fatta e ricostruita con alti e bassi, momenti positivi e negativi.
Riuscirà Eba (la cittadina trasferita in campagna) a far colpo nel cuore di Haruto? E conoscendo Seo, semmai ci riuscisse, riuscirà la loro storia d'amore a superare tutte le vicissitudini che tutti noi potremmo subire?
Che aspettate? Leggetelo!
Mentre in Suzuka un campagnolo va in città, qui è la cittadina che va in campagna. La storia ha svariati colpi di scena, personaggi intriganti e reali, una storia d'amore molto ben fatta e ricostruita con alti e bassi, momenti positivi e negativi.
Riuscirà Eba (la cittadina trasferita in campagna) a far colpo nel cuore di Haruto? E conoscendo Seo, semmai ci riuscisse, riuscirà la loro storia d'amore a superare tutte le vicissitudini che tutti noi potremmo subire?
Che aspettate? Leggetelo!