The Five Star Stories
Un'opera di proporzioni a dir poco monumentali, con una storia che si estende lungo un arco di tempo di interi millenni; un setting immenso che trasuda epicità da tutti i pori, comprendente decine di luoghi, organizzazioni, personaggi, macchinari ed eventi, tutti curati in maniera maniacale e sviscerati fin nei minimi dettagli, con tanto di nomenclature specifiche, cartine geografiche, spiegazioni tecniche, alberi genealogici e chi più ne ha più ne metta... Sulla carta dovrebbe essere il più grande capolavoro tutti i tempi. Cosa può essere andato storto tanto da fargli meritare un misero 5?
Semplice: The Five Star Stories è la prova lampante che ciò che conta, in qualsiasi opera, non è tanto il "di cosa" si parla, ma il "come" se ne parla; e se in questo caso il "cosa" è effettivamente una miniera d'oro, il "come" è da cestinare seduta stante: un'esposizione così esasperatamente dispersiva e frammentaria che sembra essere studiata a tavolino per sopprimere qualsiasi possibilità di immedesimazione nei personaggi e nelle vicende narrate.
Ci sono molte cose in FSS che sono estremamente discutibili, ma andiamo per ordine e iniziamo con quella che per prima salta agli occhi: il disegno. Non lasciatevi ingannare dal senso di epicità che può emanare dalle copertine o da un paio di illustrazioni! All'interno del manga vero e proprio il disegno è per lo più mediocre, sgraziato e approssimativo. Una cosa che devo assolutamente riconoscere a Nagano è l'enorme fantasia e ispirazione nel realizzare gli abiti dei personaggi... peccato che la loro superba bellezza venga sfigurata dalle grottesche creature vagamente insettoidi destinate a indossarli! Io in genere apprezzo chara tendenzialmente slanciati e longilinei ma, buon Dio, c'è un limite a tutto: ho visto ragazze anoressiche molto più in carne rispetto a un personaggio medio di FSS! Come facciano a trovar posto al tempo stesso ossa, muscoli, nervi e vasi sanguigni all'interno di uno stuzzicadenti è un mistero, per non parlare dei volti: oltre ad essere di per sé più accostabili a maschere tribali africane che a veri volti (facce oblunghe e appuntite, occhi troppo lunghi, bocche ridotte ad orifizi, espressività quasi inesistente), cambiano vistosamente fattezze e proporzioni da una vignetta all'altra o a seconda del punto di vista (es.: non si contano i casi di volti visti di lato con occhi che restano della stessa lunghezza che avrebbero se visti di profilo).
La cosa strana è che, al contrario del chara, il mecha design è spettacolare: non solo è estremamente dettagliato e ben proporzionato, ma anche ispiratissimo dal punto di vista estetico, anni luce avanti rispetto a qualsiasi cosa si fosse vista fino a quel periodo... sinceramente faccio fatica a credere che gli autori degli uni e degli altri possano essere la stessa persona.
E finalmente passiamo ai contenuti. Come già accennato, l'universo narrativo di FSS è davvero immenso... come verranno introdotti al lettore tutti gli svariati elementi che lo compongono? Gradualmente, di pari passo col dipanarsi della trama, in modo da dare al lettore il tempo di metabolizzare il tutto e magari anche di sviluppare familiarità con l'ambientazione e i personaggi? No! All'inizio di ogni arco narrativo, prima che inizi la narrazione vera e propria l'autore ci sbatterà in faccia una bella lezioncina da imparare a memoria sugli svariati personaggi, mecha e organizzazioni con cui avremo a che fare in "quel" determinato arco. Sì, perché ognuno è ambientato in un luogo e in un tempo a sé stante, talvolta lontanissimo dagli altri, e di conseguenza comprende un proprio cast di personaggi/mecha/organizzazioni da dover a sua volta essere memorizzato separatamente , mettendo da parte tutto quello che è stato messo in piedi nell'arco precedente ma che va comunque tenuto a mente perché Dio solo sa quando verrà ripreso e ricollegato agli altri! Aggiungete che per colpa della pessima qualità del disegno gran parte dei personaggi risultano difficilmente distinguibili tra loro, causando non pochi grattacapi al malcapitato lettore che a malapena riesce a distinguerli, figuriamoci a memorizzarli... Aggiungete che i vari capitoli non sono neanche disposti nel corretto ordine cronologico, ma in base a non si sa bene quale criterio logico, tanto per gettare altra benzina sul fuoco... ed ecco a voi il bel risultato: non solo ad ogni arco dovrete farvi un mazzo così per ingurgitare una notevole cucchiaiata di nozioni facilmente confondibili e delle quali non vi può fregar di meno dal momento che non avete ancora iniziato a viverle "in prima persona", ma dopo svariati capitoli, proprio quando finalmente comincerete ad avvertire i primi segni di coinvolgimento emotivo nell'ambientazione e nei personaggi che avete appena faticosamente imparato a riconoscere, ci penserà un bel salto spazio-temporale a stroncarli sul nascere, costringendovi a ricominciare tutto daccapo! Più d'una volta nel corso della lettura ho pensato: "Ok, l'inizio non è stato dei migliori, ma ora sta quasi iniziando a prendermi"... e puntualmente mi sono ritrovato catapultato da tutt'altra parte.
<b>Attenzione, spoiler!</b>
La storia del "Taika Empire" è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso: come se non bastasse la mole di roba già presente nella "sola" galassia di Joker, ci mancava solo l'ennesimo salto spazio-temporale... in una maledetta dimensione parallela! E stavolta senza neanche la decenza di inserire uno straccio di introduzione ai personaggi!
<b>Fine spoiler</b>
E tutto questo immane sforzo di lettura per che cosa? Non c'è nulla di particolarmente profondo o avvincente nelle storie lette finora, né prese singolarmente, né nel loro complesso; trattasi di normalissime storie di guerra & intrighi politici che si possono trovare, fatte meglio, in decine di altri manga/anime/videogiochi del genere; in ben 5 volumi ho trovato un solo colpo di scena davvero degno di questo nome, e delle svariate decine di personaggi incontrati, quelli con un minimo sindacale di approfondimento psicologico si contano sulle dita di una mano; se qualcosa di tutto ciò che leggerete vi resterà impresso nella memoria, sarà solo perché il manga vi avrà "obbligato" a memorizzarlo per poter avere una visione generale della storia nel suo complesso, e non certo perché abbia alcunché di "intrinsecamente" memorabile. Insomma, una lettura estremamente impegnativa, ma non per questo impegnata, che punta tutto sulla quantità senza preoccuparsi minimamente della qualità.
Inutile dire che sconsiglio questo manga a chiunque, in quanto pretende una esorbitante mole di studio senza dare pressoché nulla in cambio; e se proprio dovete studiare, meglio farlo sui vostri testi scolastici.
Semplice: The Five Star Stories è la prova lampante che ciò che conta, in qualsiasi opera, non è tanto il "di cosa" si parla, ma il "come" se ne parla; e se in questo caso il "cosa" è effettivamente una miniera d'oro, il "come" è da cestinare seduta stante: un'esposizione così esasperatamente dispersiva e frammentaria che sembra essere studiata a tavolino per sopprimere qualsiasi possibilità di immedesimazione nei personaggi e nelle vicende narrate.
Ci sono molte cose in FSS che sono estremamente discutibili, ma andiamo per ordine e iniziamo con quella che per prima salta agli occhi: il disegno. Non lasciatevi ingannare dal senso di epicità che può emanare dalle copertine o da un paio di illustrazioni! All'interno del manga vero e proprio il disegno è per lo più mediocre, sgraziato e approssimativo. Una cosa che devo assolutamente riconoscere a Nagano è l'enorme fantasia e ispirazione nel realizzare gli abiti dei personaggi... peccato che la loro superba bellezza venga sfigurata dalle grottesche creature vagamente insettoidi destinate a indossarli! Io in genere apprezzo chara tendenzialmente slanciati e longilinei ma, buon Dio, c'è un limite a tutto: ho visto ragazze anoressiche molto più in carne rispetto a un personaggio medio di FSS! Come facciano a trovar posto al tempo stesso ossa, muscoli, nervi e vasi sanguigni all'interno di uno stuzzicadenti è un mistero, per non parlare dei volti: oltre ad essere di per sé più accostabili a maschere tribali africane che a veri volti (facce oblunghe e appuntite, occhi troppo lunghi, bocche ridotte ad orifizi, espressività quasi inesistente), cambiano vistosamente fattezze e proporzioni da una vignetta all'altra o a seconda del punto di vista (es.: non si contano i casi di volti visti di lato con occhi che restano della stessa lunghezza che avrebbero se visti di profilo).
La cosa strana è che, al contrario del chara, il mecha design è spettacolare: non solo è estremamente dettagliato e ben proporzionato, ma anche ispiratissimo dal punto di vista estetico, anni luce avanti rispetto a qualsiasi cosa si fosse vista fino a quel periodo... sinceramente faccio fatica a credere che gli autori degli uni e degli altri possano essere la stessa persona.
E finalmente passiamo ai contenuti. Come già accennato, l'universo narrativo di FSS è davvero immenso... come verranno introdotti al lettore tutti gli svariati elementi che lo compongono? Gradualmente, di pari passo col dipanarsi della trama, in modo da dare al lettore il tempo di metabolizzare il tutto e magari anche di sviluppare familiarità con l'ambientazione e i personaggi? No! All'inizio di ogni arco narrativo, prima che inizi la narrazione vera e propria l'autore ci sbatterà in faccia una bella lezioncina da imparare a memoria sugli svariati personaggi, mecha e organizzazioni con cui avremo a che fare in "quel" determinato arco. Sì, perché ognuno è ambientato in un luogo e in un tempo a sé stante, talvolta lontanissimo dagli altri, e di conseguenza comprende un proprio cast di personaggi/mecha/organizzazioni da dover a sua volta essere memorizzato separatamente , mettendo da parte tutto quello che è stato messo in piedi nell'arco precedente ma che va comunque tenuto a mente perché Dio solo sa quando verrà ripreso e ricollegato agli altri! Aggiungete che per colpa della pessima qualità del disegno gran parte dei personaggi risultano difficilmente distinguibili tra loro, causando non pochi grattacapi al malcapitato lettore che a malapena riesce a distinguerli, figuriamoci a memorizzarli... Aggiungete che i vari capitoli non sono neanche disposti nel corretto ordine cronologico, ma in base a non si sa bene quale criterio logico, tanto per gettare altra benzina sul fuoco... ed ecco a voi il bel risultato: non solo ad ogni arco dovrete farvi un mazzo così per ingurgitare una notevole cucchiaiata di nozioni facilmente confondibili e delle quali non vi può fregar di meno dal momento che non avete ancora iniziato a viverle "in prima persona", ma dopo svariati capitoli, proprio quando finalmente comincerete ad avvertire i primi segni di coinvolgimento emotivo nell'ambientazione e nei personaggi che avete appena faticosamente imparato a riconoscere, ci penserà un bel salto spazio-temporale a stroncarli sul nascere, costringendovi a ricominciare tutto daccapo! Più d'una volta nel corso della lettura ho pensato: "Ok, l'inizio non è stato dei migliori, ma ora sta quasi iniziando a prendermi"... e puntualmente mi sono ritrovato catapultato da tutt'altra parte.
<b>Attenzione, spoiler!</b>
La storia del "Taika Empire" è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso: come se non bastasse la mole di roba già presente nella "sola" galassia di Joker, ci mancava solo l'ennesimo salto spazio-temporale... in una maledetta dimensione parallela! E stavolta senza neanche la decenza di inserire uno straccio di introduzione ai personaggi!
<b>Fine spoiler</b>
E tutto questo immane sforzo di lettura per che cosa? Non c'è nulla di particolarmente profondo o avvincente nelle storie lette finora, né prese singolarmente, né nel loro complesso; trattasi di normalissime storie di guerra & intrighi politici che si possono trovare, fatte meglio, in decine di altri manga/anime/videogiochi del genere; in ben 5 volumi ho trovato un solo colpo di scena davvero degno di questo nome, e delle svariate decine di personaggi incontrati, quelli con un minimo sindacale di approfondimento psicologico si contano sulle dita di una mano; se qualcosa di tutto ciò che leggerete vi resterà impresso nella memoria, sarà solo perché il manga vi avrà "obbligato" a memorizzarlo per poter avere una visione generale della storia nel suo complesso, e non certo perché abbia alcunché di "intrinsecamente" memorabile. Insomma, una lettura estremamente impegnativa, ma non per questo impegnata, che punta tutto sulla quantità senza preoccuparsi minimamente della qualità.
Inutile dire che sconsiglio questo manga a chiunque, in quanto pretende una esorbitante mole di studio senza dare pressoché nulla in cambio; e se proprio dovete studiare, meglio farlo sui vostri testi scolastici.
Me l'ero ripromesso più volte, e finalmente a Lucca (avendo trovato il numero 1) ho colto l'occasione: mi sono immerso nell'universo di "The Five Star Stories".
"The Five Star Stories" (d'ora in poi abbreviato FSS) è un'opera a fumetti (avete letto bene!) di Mamoru Nagano edita in Giappone sulle pagine del mensile Newtype a partire dal 1986, mentre in Italia è stato pubblicato dalla bolognese Flashbook a partire dal 2010 (dell'edizione italiana ne parleremo più avanti).
"In questo Mondo in cui tutto è possibile, l'unico grandissimo vincolo, l'unico limite è la Cronologia. Qualunque cosa accada, qualunque cosa succeda, voi lettori conoscete già la conclusione, anche se io non andassi più avanti a disegnare. E non ci sono eccezioni…"
La prima particolarità di FSS è la sua cronologia: il primo volume si apre con l'epilogo della storia, ovvero la fine della guerra, che vede vittorioso l'imperatore Amaterasu nell'anno 3960 del calendario stellare; il resto dei volumi racconta le vicende di come si è giunti all'epilogo, e di come le cose si sviluppano nel futuro.
E voi vi chiederete: "Come è possibile che sia divertente leggere un fumetto di cui si conosce già il finale?". La domanda è lecita, ma: 1) Nagano dimostra di essere un autore di primo livello, rendendo la vicenda coinvolgente e non risparmiando i colpi di scena (vedere il finale del primo volume per credere); 2) non bisogna avvicinarsi a FSS come lo si fa con un semplice fumetto, ma ad una grande opera, ad un vero e proprio universo narrativo che nulla ha da invidiare a quello tolkeniano (l'ho detta grossa, ma è così).
Proprio partendo da questo secondo punto cerchiamo di capire perchè definire FSS un fumetto è riduttivo:
"Anzi, forse in teoria questo non sarebbe dovuto essere nemmeno un fumetto…"
In FSS, Nagano crea un vero e proprio universo, maniacalmente dettagliato, nulla è lasciato al caso, a partire dai personaggi e dalla ambientazioni, fino ad arrivare al design dei "mortar headd", ognuno dei quali è studiato e disegnato con fin nei minimi particolari (Nagano ha infatti iniziato a lavorare come mecha designer).
Prima di tutto è molto difficile ingabbiare FSS in un solo genere: si spazia dalla fantascienza al fantasy, passando per l'azione e l'avventura, e con una gran bella dose di mecha, senza dimenticare il cavalleresco.
Altro elemento che eleva FSS al di sopra del semplice fumetto sono le lunghe appendici che si trovano alla fine di ogni volume: prima di tutto si trova una dettagliata cronologia degli eventi dell'Ammasso Stellare del Joker, in modo che il lettore si possa ambientare e ritrovarsi durante la lettura delle varie storie; si trovano inoltre altre tavole dettagliate con l'analisi dei personaggi, delle creature e dei mecha che popolano FSS, dei quali vengono, per esempio, descritti armamenti e modalità di funzionamento con termini precisi e tecnici. Nagano dimostra di avere tutto sotto controllo, seppur la mole di informazioni trattate è veramente impressionante.
Infine, bisogna capire in che modo approcciarsi a quest'opera: non bisogna aspettarsi una storia unica,che scorre in maniera fluida e cronologicamente ordinata, ma quello che si va a leggere è un insieme di storie, piccoli frammenti che per messi assieme formano quello che è lo sterminato universo di FSS.
Certamente non è tutto oro quello che luccica, infatti, se da una parte questo grande mondo è un punto di forza dell'opera (sfido a trovare un altra storia così enorme e allo stesso tempo così dettagliata), allo stesso tempo risulta anche un problema, infatti il lettore più volte è costretto a riprendere in mani i numeri precedenti, o a rileggere appendici e cronologia, per riuscire ad ambientarsi, sia perchè i flashback non seguono un ordine ben preciso, sia perchè i personaggi che vengono presentati (con ruoli più o meno importanti) sono davvero tantissimi (e in alcuni casi si somigliano un pò tra loro). Come dice Nagano stesso nell'appendice del primo volume:"il lettore deve essere disposto a studiare ", di conseguenza si capisce come chi si avvicina a FSS deve avere la volontà di sforzarsi per cogliere tutti gli aspetti e le sfaccettature della storia (e a volte anche per capirne il vero e proprio senso), quindi è assolutamente sconsigliato a chi cerca un manga per svagarsi un pò e staccare la spina.
Parlando del disegno bisogna fare una precisazione: bisogna tenere ben a mente che questo manga è iniziato nel 1986, di conseguenza il disegno, soprattutto inizialmente può essere un pò difficile da digerire (in particolare le figure umane). Nel mio caso, però, è stato amore a prima vista: le tavole di Nagano sono veri e proprie opere d'arte, in particolare quelle dove vengono rappresentati i mortar headd, che risultano folli per quanto i dettaglia siano curati. Unico piccolo neo del disegno sono alcuni personaggi (in particolare quelli femminili) che fra loro sono molto simili, e che quindi a volte possono trarre in confusione il lettore.
Detto ciò, appare evidente come FSS sia una manga, un fumetto o un'opera (chiamatelo come più vi piace) grandioso (forse uno dei migliori fumetti mai realizzati), e che infatti nel panorama nipponico occupa un ruolo di primo piano, avendo ispirato, fra gli altri, quel capolavoro che è "Neon Genesis Evangelion".
A questo punto ci si chiede: "Come è possibile che un manga così bello sia praticamente sconosciuto dalle nostre parti??"
E' presto detto: FSS è rimasto inedito in Italia fino all'ottobre del 2010, quando la flashbook, casa editrice di Bologna, ne ha acquistato i diritti di distribuzione (ed è stata la prima in Europa, mentre in America il fumetto era già stato pubblicato). La causa di questa pubblicazione "ritardata" non è stato il disinteresse verso l'opera, ma la ritrosia dell'autore a concedere i diritti, in particolare a causa di problemi di traduzione: l'edizione Flashbook, infatti, contiene traduzioni e adattamenti dei nomi fatti su accorgimento delll'autore; inoltre le onomatopee non sono state tradotte (cosa che, ahimè, rende le tavole di fatto mute). Il font utilizzato per i baloon è il corsivo, rendendo ancora di più l'idea di leggere un romanzo piuttosto che un fumetto. In Italia sono stati pubblicati tutti e 12 i volume finora usciti anche in Giappone, dove presto dovrebbe uscire il numero 13 dopo una pausa di quasi 6 anni.
L'edizione Flashbook, seppur costando 7,50 euro (prezzo piuttosto elevato per un fumetto), li vale tutti: la stampa è molto buona, le prime pagine dove vengono presentati i personaggi sono a colori e plastificate, a fine volume si trovano tutte le parti di approfondimento presenti nell'edizione giapponese.
In definitiva The Five Star Stories è una grande opera e, come detto prima, probabilmente uno dei migliori fumetti (non solo nel panorama dei manga, ma in generale) mai creati. L'enorme universo generato da Nagano è croce e delizia dell'opera per la sua vastità, di conseguenza FSS è un fumetto sconsigliato a chi cerca una lettura veloce e scorrevole, mentre è consigliatissimo per gli amanti dei mecha e della fantascienza in generale.
"The Five Star Stories" (d'ora in poi abbreviato FSS) è un'opera a fumetti (avete letto bene!) di Mamoru Nagano edita in Giappone sulle pagine del mensile Newtype a partire dal 1986, mentre in Italia è stato pubblicato dalla bolognese Flashbook a partire dal 2010 (dell'edizione italiana ne parleremo più avanti).
"In questo Mondo in cui tutto è possibile, l'unico grandissimo vincolo, l'unico limite è la Cronologia. Qualunque cosa accada, qualunque cosa succeda, voi lettori conoscete già la conclusione, anche se io non andassi più avanti a disegnare. E non ci sono eccezioni…"
La prima particolarità di FSS è la sua cronologia: il primo volume si apre con l'epilogo della storia, ovvero la fine della guerra, che vede vittorioso l'imperatore Amaterasu nell'anno 3960 del calendario stellare; il resto dei volumi racconta le vicende di come si è giunti all'epilogo, e di come le cose si sviluppano nel futuro.
E voi vi chiederete: "Come è possibile che sia divertente leggere un fumetto di cui si conosce già il finale?". La domanda è lecita, ma: 1) Nagano dimostra di essere un autore di primo livello, rendendo la vicenda coinvolgente e non risparmiando i colpi di scena (vedere il finale del primo volume per credere); 2) non bisogna avvicinarsi a FSS come lo si fa con un semplice fumetto, ma ad una grande opera, ad un vero e proprio universo narrativo che nulla ha da invidiare a quello tolkeniano (l'ho detta grossa, ma è così).
Proprio partendo da questo secondo punto cerchiamo di capire perchè definire FSS un fumetto è riduttivo:
"Anzi, forse in teoria questo non sarebbe dovuto essere nemmeno un fumetto…"
In FSS, Nagano crea un vero e proprio universo, maniacalmente dettagliato, nulla è lasciato al caso, a partire dai personaggi e dalla ambientazioni, fino ad arrivare al design dei "mortar headd", ognuno dei quali è studiato e disegnato con fin nei minimi particolari (Nagano ha infatti iniziato a lavorare come mecha designer).
Prima di tutto è molto difficile ingabbiare FSS in un solo genere: si spazia dalla fantascienza al fantasy, passando per l'azione e l'avventura, e con una gran bella dose di mecha, senza dimenticare il cavalleresco.
Altro elemento che eleva FSS al di sopra del semplice fumetto sono le lunghe appendici che si trovano alla fine di ogni volume: prima di tutto si trova una dettagliata cronologia degli eventi dell'Ammasso Stellare del Joker, in modo che il lettore si possa ambientare e ritrovarsi durante la lettura delle varie storie; si trovano inoltre altre tavole dettagliate con l'analisi dei personaggi, delle creature e dei mecha che popolano FSS, dei quali vengono, per esempio, descritti armamenti e modalità di funzionamento con termini precisi e tecnici. Nagano dimostra di avere tutto sotto controllo, seppur la mole di informazioni trattate è veramente impressionante.
Infine, bisogna capire in che modo approcciarsi a quest'opera: non bisogna aspettarsi una storia unica,che scorre in maniera fluida e cronologicamente ordinata, ma quello che si va a leggere è un insieme di storie, piccoli frammenti che per messi assieme formano quello che è lo sterminato universo di FSS.
Certamente non è tutto oro quello che luccica, infatti, se da una parte questo grande mondo è un punto di forza dell'opera (sfido a trovare un altra storia così enorme e allo stesso tempo così dettagliata), allo stesso tempo risulta anche un problema, infatti il lettore più volte è costretto a riprendere in mani i numeri precedenti, o a rileggere appendici e cronologia, per riuscire ad ambientarsi, sia perchè i flashback non seguono un ordine ben preciso, sia perchè i personaggi che vengono presentati (con ruoli più o meno importanti) sono davvero tantissimi (e in alcuni casi si somigliano un pò tra loro). Come dice Nagano stesso nell'appendice del primo volume:"il lettore deve essere disposto a studiare ", di conseguenza si capisce come chi si avvicina a FSS deve avere la volontà di sforzarsi per cogliere tutti gli aspetti e le sfaccettature della storia (e a volte anche per capirne il vero e proprio senso), quindi è assolutamente sconsigliato a chi cerca un manga per svagarsi un pò e staccare la spina.
Parlando del disegno bisogna fare una precisazione: bisogna tenere ben a mente che questo manga è iniziato nel 1986, di conseguenza il disegno, soprattutto inizialmente può essere un pò difficile da digerire (in particolare le figure umane). Nel mio caso, però, è stato amore a prima vista: le tavole di Nagano sono veri e proprie opere d'arte, in particolare quelle dove vengono rappresentati i mortar headd, che risultano folli per quanto i dettaglia siano curati. Unico piccolo neo del disegno sono alcuni personaggi (in particolare quelli femminili) che fra loro sono molto simili, e che quindi a volte possono trarre in confusione il lettore.
Detto ciò, appare evidente come FSS sia una manga, un fumetto o un'opera (chiamatelo come più vi piace) grandioso (forse uno dei migliori fumetti mai realizzati), e che infatti nel panorama nipponico occupa un ruolo di primo piano, avendo ispirato, fra gli altri, quel capolavoro che è "Neon Genesis Evangelion".
A questo punto ci si chiede: "Come è possibile che un manga così bello sia praticamente sconosciuto dalle nostre parti??"
E' presto detto: FSS è rimasto inedito in Italia fino all'ottobre del 2010, quando la flashbook, casa editrice di Bologna, ne ha acquistato i diritti di distribuzione (ed è stata la prima in Europa, mentre in America il fumetto era già stato pubblicato). La causa di questa pubblicazione "ritardata" non è stato il disinteresse verso l'opera, ma la ritrosia dell'autore a concedere i diritti, in particolare a causa di problemi di traduzione: l'edizione Flashbook, infatti, contiene traduzioni e adattamenti dei nomi fatti su accorgimento delll'autore; inoltre le onomatopee non sono state tradotte (cosa che, ahimè, rende le tavole di fatto mute). Il font utilizzato per i baloon è il corsivo, rendendo ancora di più l'idea di leggere un romanzo piuttosto che un fumetto. In Italia sono stati pubblicati tutti e 12 i volume finora usciti anche in Giappone, dove presto dovrebbe uscire il numero 13 dopo una pausa di quasi 6 anni.
L'edizione Flashbook, seppur costando 7,50 euro (prezzo piuttosto elevato per un fumetto), li vale tutti: la stampa è molto buona, le prime pagine dove vengono presentati i personaggi sono a colori e plastificate, a fine volume si trovano tutte le parti di approfondimento presenti nell'edizione giapponese.
In definitiva The Five Star Stories è una grande opera e, come detto prima, probabilmente uno dei migliori fumetti (non solo nel panorama dei manga, ma in generale) mai creati. L'enorme universo generato da Nagano è croce e delizia dell'opera per la sua vastità, di conseguenza FSS è un fumetto sconsigliato a chi cerca una lettura veloce e scorrevole, mentre è consigliatissimo per gli amanti dei mecha e della fantascienza in generale.
Premessa: su cosa sia questa opera è già stato detto dagli altri utenti, io con questa "recensione" (di cui mi scuso in anticipo per il mio pessimo italiano) volevo solo far presente i motivi per cui quest'opera per me è sublime. Mi sono iscritto apposta per questo poiché vedo che quest'opera non sta avendo il successo che merita ( in tutte le fumetterie se ne ordinano pochissime copie) sperando di poter dare a chi entra in questo sito (di cui il passaggio è quasi d'obbligo quando si cercano nuove idee) qualcosa di diverso e più diretto <b>(Attenzione: questa recensione contiene lievi spoiler)</b>.
Quanto si dice su questa opera come approccio è assolutamente vero ed è l'unico possibile: bisogna lasciarsi andare e prendere le cose per come stanno, un po' come a scuola quando vi spiegarono le equazioni di secondo grande e vi hanno detto "la formula risolutiva è questa, fidatevi". Ecco se riuscirete a fidarvi di zio Nagano (il che vuol dire lasciar perdere qualsiasi discorso legato a una disamina critica all'opera da qualsiasi lato tecnico) e avete quella apertura mentale per capire che i mondi cambiano, le persone pure, ma lo stesso tutti gli imperi cadono ma"i problemi sono sempre i soliti" potete provare a leggere ffs.
Sinceramente i primi 3 volumi mi hanno preso per tante cose, per i personaggi, per il mondo, per la situazione delle fatime, per vedere come può risolversi una storia dove in pratica il protagonista è il "cattivo" della situazione (perché è cosi: amaterasu è l'oscuro tiranno dell'ammasso che mira a conquistarlo) dove il suo migliore amico ha in pratica creato l'unica cosa in grado di sconfiggerlo, e dove la sua stessa moglie è presentata come l'eroina destinata a riportare la pace. Ma sostanzialmente niente che sappia di "nuovo". Dal volume 4 il fumetto prende il volo. 2-3 volumi che in pratica non sono altro che chiacchiericcio da bar, con i nostri cavalieri che parlano del più e del meno in un modo che potrebbe ricordare tranquillamente una puntata di Atlatide sugli intrighi nelle corti della nobiltà italiana, un volume che sa di storia nel senso letterario, dove la storia la fanno gli uomini di potere e la fanno per i loro interessi, anche e soprattutto nei letti e nei "bar". Qua si inizia a capire che la cosa non è la solita merce. Abbiamo un mondo pieno di maghi, cavalieri, fatima ,robot, ben 5 pianeti con super tecnologia, dei e draghi e tutto lo schifo che potete immaginare….e disegniamo scene di vita quotidiana e mondana? E allora si capisce che quella è "solo" sovrastruttura utile per far entrare in empatia il lettore con il suo mondo e farglielo vivere in terza persona, se non ci fosse amaterasu, non ci fosse la legge stellare utile solo come carta igienica (se non quando si tratta delle sue ipocrisie), i suoi cavalieri, le sue contraddizioni di un mondo di stampo medievale e i suoi viaggi stellari non potremmo capire cosa ha provato atropos quando le è stato detto "noi la amiamo". E five star vive di quei momenti, momenti "epici" con tutto quello che ne porta la parola, ed è questa la chiave di lettura, altrimenti è come l'Iliade, perché Achille l'aveva più grossa di Ettore e gliele ha date nel muso, piuttosto che per il dramma della perdita di Patroclo che porterà a quello di tutta Troia.
Five star non si "abbassa" a trattare le varie tematiche con una speculazione "filosofica" (anzi l'autore ci tiene proprio a farci sapere ciò nelle note a fine volume), ma le affronta con tutta la potenza emozionale che la realtà inventata sa donare. Di fatto quindi i temi e la "morale" della storia è presente ma comunque personale, come ogni persona può vivere in modo diverso la stessa situazione. A titolo di esempio: io a leggere la storia di Jhon e Vasque del volume 10 in prima lettura mi ero solo "commosso" per la storia dei due, poi rileggendo ho pensato ad altre cose, dopo altre letture sono arrivato a concludere che il "mio" messaggio era questo: l'uomo riesce nelle sue creazioni più belle quando si tratta di autodistruggersi, e questo mi ha messo una profonda tristezza.
I concetti assoluti di Bellezza Potere Conoscenza Sopravvivenza (incarnata dal grandissimo kain, e dalla sua splendida massima "non bisogna mai volgere la lama contro un cavaliere piu forte" una regola che se venisse rispettata di fatto avrebbe cancellato dal mondo le guerre (ma kaien ragiona come gli "animali" (Infatti lo amo per questo) non come gli uomini, che han ben altri motivi per lottare, e questo scontro dialettale non fa che inspessire l'opera) e di Tempo e Pace aleggiano in tutta la storia e si mischiano tra loro. Non c'è da sorprendersi se la gravidanza sia uno aspetto ricorrente, poiché le ingloba tutte, e l'importanza che ha saputo cogliere in quello che ad oggi è scontato, ma ricordiamoci è sempre un "miracolo" quello di una nuova vita (manco a ricordarlo quali furono le prime sculture mai prodotte) è un'altra "minuzia" che va a sommarsi. Passiamo quindi ai 2 volumi dove è rappresentata la prima (e in pratica unica fino ad ora) vera battaglia, ma abbiamo una grande novità: i protagonisti non sono i cavalieri, ma sono le persone comuni: quelli che ci vanno di mezzo. Anche qui io sono uscito pazzo, un realismo per me assurdo (sarà anche la mia ignoranza, ma è cosi) che raggiunge il culmine con la recluta che racconta di essersi arruolata per i crediti universitari, una situazione che ti richiama per forza un parallelismo con la situazione in Israele. Si arriva poi al poeticità per mille motivi dei volumi 9 e 10.
Di five star, sempre si ha avuto il giusto impatto mentale (cosa non scontata) credo ci siano davvero poche cose da lamentarsi: alcune scene forse un po troppo patetiche, ma veramente non saprei che altro dire… Io posso di aver letto qualcosina in vita mia, l'altro mio amico che la compra è una di quelle persone che tra romanzi e fumetti si è fatta veramente non so cosa, ed entrambi siamo d'accordo nel dire che un'opera che pulsa così di vita ed è in grado di farti fantasticare e riflettere si vede davvero difficilmente.
Quanto si dice su questa opera come approccio è assolutamente vero ed è l'unico possibile: bisogna lasciarsi andare e prendere le cose per come stanno, un po' come a scuola quando vi spiegarono le equazioni di secondo grande e vi hanno detto "la formula risolutiva è questa, fidatevi". Ecco se riuscirete a fidarvi di zio Nagano (il che vuol dire lasciar perdere qualsiasi discorso legato a una disamina critica all'opera da qualsiasi lato tecnico) e avete quella apertura mentale per capire che i mondi cambiano, le persone pure, ma lo stesso tutti gli imperi cadono ma"i problemi sono sempre i soliti" potete provare a leggere ffs.
Sinceramente i primi 3 volumi mi hanno preso per tante cose, per i personaggi, per il mondo, per la situazione delle fatime, per vedere come può risolversi una storia dove in pratica il protagonista è il "cattivo" della situazione (perché è cosi: amaterasu è l'oscuro tiranno dell'ammasso che mira a conquistarlo) dove il suo migliore amico ha in pratica creato l'unica cosa in grado di sconfiggerlo, e dove la sua stessa moglie è presentata come l'eroina destinata a riportare la pace. Ma sostanzialmente niente che sappia di "nuovo". Dal volume 4 il fumetto prende il volo. 2-3 volumi che in pratica non sono altro che chiacchiericcio da bar, con i nostri cavalieri che parlano del più e del meno in un modo che potrebbe ricordare tranquillamente una puntata di Atlatide sugli intrighi nelle corti della nobiltà italiana, un volume che sa di storia nel senso letterario, dove la storia la fanno gli uomini di potere e la fanno per i loro interessi, anche e soprattutto nei letti e nei "bar". Qua si inizia a capire che la cosa non è la solita merce. Abbiamo un mondo pieno di maghi, cavalieri, fatima ,robot, ben 5 pianeti con super tecnologia, dei e draghi e tutto lo schifo che potete immaginare….e disegniamo scene di vita quotidiana e mondana? E allora si capisce che quella è "solo" sovrastruttura utile per far entrare in empatia il lettore con il suo mondo e farglielo vivere in terza persona, se non ci fosse amaterasu, non ci fosse la legge stellare utile solo come carta igienica (se non quando si tratta delle sue ipocrisie), i suoi cavalieri, le sue contraddizioni di un mondo di stampo medievale e i suoi viaggi stellari non potremmo capire cosa ha provato atropos quando le è stato detto "noi la amiamo". E five star vive di quei momenti, momenti "epici" con tutto quello che ne porta la parola, ed è questa la chiave di lettura, altrimenti è come l'Iliade, perché Achille l'aveva più grossa di Ettore e gliele ha date nel muso, piuttosto che per il dramma della perdita di Patroclo che porterà a quello di tutta Troia.
Five star non si "abbassa" a trattare le varie tematiche con una speculazione "filosofica" (anzi l'autore ci tiene proprio a farci sapere ciò nelle note a fine volume), ma le affronta con tutta la potenza emozionale che la realtà inventata sa donare. Di fatto quindi i temi e la "morale" della storia è presente ma comunque personale, come ogni persona può vivere in modo diverso la stessa situazione. A titolo di esempio: io a leggere la storia di Jhon e Vasque del volume 10 in prima lettura mi ero solo "commosso" per la storia dei due, poi rileggendo ho pensato ad altre cose, dopo altre letture sono arrivato a concludere che il "mio" messaggio era questo: l'uomo riesce nelle sue creazioni più belle quando si tratta di autodistruggersi, e questo mi ha messo una profonda tristezza.
I concetti assoluti di Bellezza Potere Conoscenza Sopravvivenza (incarnata dal grandissimo kain, e dalla sua splendida massima "non bisogna mai volgere la lama contro un cavaliere piu forte" una regola che se venisse rispettata di fatto avrebbe cancellato dal mondo le guerre (ma kaien ragiona come gli "animali" (Infatti lo amo per questo) non come gli uomini, che han ben altri motivi per lottare, e questo scontro dialettale non fa che inspessire l'opera) e di Tempo e Pace aleggiano in tutta la storia e si mischiano tra loro. Non c'è da sorprendersi se la gravidanza sia uno aspetto ricorrente, poiché le ingloba tutte, e l'importanza che ha saputo cogliere in quello che ad oggi è scontato, ma ricordiamoci è sempre un "miracolo" quello di una nuova vita (manco a ricordarlo quali furono le prime sculture mai prodotte) è un'altra "minuzia" che va a sommarsi. Passiamo quindi ai 2 volumi dove è rappresentata la prima (e in pratica unica fino ad ora) vera battaglia, ma abbiamo una grande novità: i protagonisti non sono i cavalieri, ma sono le persone comuni: quelli che ci vanno di mezzo. Anche qui io sono uscito pazzo, un realismo per me assurdo (sarà anche la mia ignoranza, ma è cosi) che raggiunge il culmine con la recluta che racconta di essersi arruolata per i crediti universitari, una situazione che ti richiama per forza un parallelismo con la situazione in Israele. Si arriva poi al poeticità per mille motivi dei volumi 9 e 10.
Di five star, sempre si ha avuto il giusto impatto mentale (cosa non scontata) credo ci siano davvero poche cose da lamentarsi: alcune scene forse un po troppo patetiche, ma veramente non saprei che altro dire… Io posso di aver letto qualcosina in vita mia, l'altro mio amico che la compra è una di quelle persone che tra romanzi e fumetti si è fatta veramente non so cosa, ed entrambi siamo d'accordo nel dire che un'opera che pulsa così di vita ed è in grado di farti fantasticare e riflettere si vede davvero difficilmente.
E' difficile inquadrare un manga come “Five Star stories”. Difficile perché è qualcosa di totalmente diverso da tutti gli altri manga che abbia letto sinora, anzi è diverso da qualsiasi fumetto, in effetti sarebbe più assimilabile ad un libro, come pure lascia trasparire Nagano in un approfondimento nel primo volume.
Infatti questo manga non segue nessunissimo cliché tipico dei fumetti giapponesi, l'unica cosa che forse gli dona un po' l'atmosfera nipponica è lo stile del disegno, ma nient'altro. Per il resto, il tipo di scrittura ricorda più che altro dei libri, o dei fumetti dalla nazionalità non pervenuta. Anche gli espedienti narrativi e il tipo di storia raccontata sono incredibilmente originali e innovativi, anzi si può dire che qualcosa di vagamente simile si sia visto solo con il mondo ideato da Tolkien (e quindi vi dico subito che se non vi piace intripparvi la testa di 1000 informazioni, ere e nomi differenti, lasciate perdere, non è il fumetto per voi).
Infatti, allo stesso modo delle opere di Tolkien, anche qui si ha l'impressione che tutto il mondo e tutte le epoche rappresentate siano state sempre presenti e ben definite nella testa dell'autore in ogni momento, regalando alla storia una verosimiglianza e una caratterizzazione assurda tanto è dettagliata e coerente. Ma a volte il troppo stroppia, ed è, paradossalmente, proprio questa percezione di "infinito" che si prova spesso leggendo il manga, ad esserne un suo limite, almeno secondo il mio punto di vista. Ovvero, il lettore si trova a dover farsi carico di troppe informazioni, che non riesce ad elaborare tutte insieme per seguire in modo fluido la lettura.
Infatti, leggendo i tankobon, non solo spesso si dovrà tornare a inizio volume per ricordarsi il ruolo di alcuni personaggi (reso ancora più difficile da uno chara design tanto etereo ed evocativo quanto ambiguo e poco vario, bisogna dirlo), ma se passa troppo tempo - un mese o più - fra la lettura di un numero e l'altro, vi toccherà rileggere parte del numero precedente per avere le idee chiare; perché il discorso è sempre lo stesso: troppe informazioni non si memorizzano alla perfezione.
Nonostante quanto riportato sopra però, se il manga continuasse col ritmo che ha preso dal 5° volume in poi fino alla fine, credo che gli darei un 10. Perché, potenzialmente, “Five star stories” potrebbe essere il miglior fumetto della storia (non è un caso che abbia scritto "fumetto" e non "manga").
Ad accompagnare un mondo e una linea temporale caratterizzati in modo pazzesco, infatti, si aggiungono anche temi innovativi e profondi, sia dal punto di vista fantascientifico che morale. Argomenti come la guerra, l'evoluzione umana, la felicità ed altro vengono trattati con delicatezza e profondità allo stesso tempo. Ci sono alcune tavole che tolgono davvero il fiato, avendo una potenza espressiva immane ed esprimendo in poche frasi non tanto, ma tantissimo.
Non do un 10 solo per i motivi elencati sopra, ma se il manga continuasse sui livelli di dove mi son fermato io, gli concederei il massimo dei voti senza pensarci troppo. Se mi sono fermato al sesto volume è solo per motivi economici, insomma 7,50€ sono pur sempre una batosta, ma spero di riprendere la lettura un giorno, trovandolo magari a prezzo scontato.
Concludendo "Five Star Stories" è uno dei fumetti più rivoluzionari che ci siano mai stati, e non sente minimamente il peso degli anni, cosa fondamentale secondo me per poter vantare dell'accezione di "Capolavoro", ovvero un'opera il cui valore trascende il tempo stesso e rimarrà inalterato nei secoli a venire. Proprio come il potere di Amaterasu.
Infatti questo manga non segue nessunissimo cliché tipico dei fumetti giapponesi, l'unica cosa che forse gli dona un po' l'atmosfera nipponica è lo stile del disegno, ma nient'altro. Per il resto, il tipo di scrittura ricorda più che altro dei libri, o dei fumetti dalla nazionalità non pervenuta. Anche gli espedienti narrativi e il tipo di storia raccontata sono incredibilmente originali e innovativi, anzi si può dire che qualcosa di vagamente simile si sia visto solo con il mondo ideato da Tolkien (e quindi vi dico subito che se non vi piace intripparvi la testa di 1000 informazioni, ere e nomi differenti, lasciate perdere, non è il fumetto per voi).
Infatti, allo stesso modo delle opere di Tolkien, anche qui si ha l'impressione che tutto il mondo e tutte le epoche rappresentate siano state sempre presenti e ben definite nella testa dell'autore in ogni momento, regalando alla storia una verosimiglianza e una caratterizzazione assurda tanto è dettagliata e coerente. Ma a volte il troppo stroppia, ed è, paradossalmente, proprio questa percezione di "infinito" che si prova spesso leggendo il manga, ad esserne un suo limite, almeno secondo il mio punto di vista. Ovvero, il lettore si trova a dover farsi carico di troppe informazioni, che non riesce ad elaborare tutte insieme per seguire in modo fluido la lettura.
Infatti, leggendo i tankobon, non solo spesso si dovrà tornare a inizio volume per ricordarsi il ruolo di alcuni personaggi (reso ancora più difficile da uno chara design tanto etereo ed evocativo quanto ambiguo e poco vario, bisogna dirlo), ma se passa troppo tempo - un mese o più - fra la lettura di un numero e l'altro, vi toccherà rileggere parte del numero precedente per avere le idee chiare; perché il discorso è sempre lo stesso: troppe informazioni non si memorizzano alla perfezione.
Nonostante quanto riportato sopra però, se il manga continuasse col ritmo che ha preso dal 5° volume in poi fino alla fine, credo che gli darei un 10. Perché, potenzialmente, “Five star stories” potrebbe essere il miglior fumetto della storia (non è un caso che abbia scritto "fumetto" e non "manga").
Ad accompagnare un mondo e una linea temporale caratterizzati in modo pazzesco, infatti, si aggiungono anche temi innovativi e profondi, sia dal punto di vista fantascientifico che morale. Argomenti come la guerra, l'evoluzione umana, la felicità ed altro vengono trattati con delicatezza e profondità allo stesso tempo. Ci sono alcune tavole che tolgono davvero il fiato, avendo una potenza espressiva immane ed esprimendo in poche frasi non tanto, ma tantissimo.
Non do un 10 solo per i motivi elencati sopra, ma se il manga continuasse sui livelli di dove mi son fermato io, gli concederei il massimo dei voti senza pensarci troppo. Se mi sono fermato al sesto volume è solo per motivi economici, insomma 7,50€ sono pur sempre una batosta, ma spero di riprendere la lettura un giorno, trovandolo magari a prezzo scontato.
Concludendo "Five Star Stories" è uno dei fumetti più rivoluzionari che ci siano mai stati, e non sente minimamente il peso degli anni, cosa fondamentale secondo me per poter vantare dell'accezione di "Capolavoro", ovvero un'opera il cui valore trascende il tempo stesso e rimarrà inalterato nei secoli a venire. Proprio come il potere di Amaterasu.
Sicuramente è un manga atipico e non adatto a tutti, di non facile comprensione. Però proprio questi elementi sono ciò che rendono unico questa opera.
Il fattore dominante è quell del Tempo, è praticamente l'unico vincolo a cui è legata la storia; l'autore ci fa già sapere cosa accadrà alla fine, e anche durante la narrazione ci sono diversi salti temporali, ma ci vuole far vedere come si è giunti a quella conclusione. Sempre secondo l'autore il bello sta nel capire non quale sarà la meta, ma i meccanismi che hanno portato a essa, e il loro rapporto inscindibile dalla linea temporale.
Lo consiglio vivamente a chi come me cerca qualcosa di nuovo, originale, atipico, che resterà nella storia dei manga.
Il fattore dominante è quell del Tempo, è praticamente l'unico vincolo a cui è legata la storia; l'autore ci fa già sapere cosa accadrà alla fine, e anche durante la narrazione ci sono diversi salti temporali, ma ci vuole far vedere come si è giunti a quella conclusione. Sempre secondo l'autore il bello sta nel capire non quale sarà la meta, ma i meccanismi che hanno portato a essa, e il loro rapporto inscindibile dalla linea temporale.
Lo consiglio vivamente a chi come me cerca qualcosa di nuovo, originale, atipico, che resterà nella storia dei manga.
Accingersi a recensire The Five Star Stories per tutta una serie di motivi merita un certo riguardo. Se la cosiddetta letteratura disegnata esiste, FSS (da qui in poi verrà abbreviato) è sicuramente una di quelle opere che può ambire a farne parte. Non a caso era anche l'unica grande serie giapponese ancora inedita in Italia. Per cui ho accolto con molto entusiasmo la notizia che Flashbook Edizioni avrebbe finalmente portato in Italia questa importante serie.
Di mio conoscevo già FSS in quanto la mia passione mi ha sempre portato in giro per eventi e fiere in Italia e non, e quindi avevo visto gadget e soprattutto resin kit* legati alla serie in tempi non sospetti. Se la memoria non mi inganna ne avevano accennato (una decina di anni fa) altri importanti editori nazionali, ma quelle voci di corridoio si risolsero all'epoca con un nulla di fatto. Lasciando la serie inedita in Italia per troppo tempo. Per il rispetto che ho citato precedentemente verso FSS ho atteso di avere un po' di materiale per le mani, prima di buttarmi in una recensione approssimativa o basata sull'emozione causata dall'aver atteso a lungo qualcosa.
La serie si basa sull'incipit che l'unico vincolo che ci sia in una storia sia il tempo; la coerenza degli avvenimenti che vengono presentati all'interno di una cronologia ben definita. La storia infatti viene presentata al lettore iniziando dalla sua fine. Il primo capitolo del volume uno infatti non è altro che la fine della serie stessa. Da li in poi si partirà come in un viaggio nel tempo a narrare le gesta e le avventure più importanti avvenute sotto la luce delle cinque stelle.
Questa trovata, che a molti sembrerà solo un modo rapido ed indolore per non dover poi dare un finale in fretta e furia nel caso la serie dovesse essere soppressa a causa di uno scarso numero di lettori - prassi normale nel panorama dell'editoria Giaponese -, a mio parere è invece un segno di grande rispetto da parte di Mamoru Nagano, autore della serie.
Il lavoro di Nagano infatti è il mecha designer, FSS per lui è una valvola di sfogo per le sue idee, ma dal momento che non era la sua occupazione principale, nel caso in cui per un qualsiasi motivo avesse dovuto smettere di disegnarlo i suoi lettori non sarebbero mai rimasti senza la fine della storia. Se qualcuno ha mai letto una serie soppressa a causa dello scarso gradimento del pubblico sa quanto sia sgradevole la sensazione che si prova in questo caso.
Dal vincolo che è appunto la fine stessa dell'universo delle cinque stelle che noi conosciamo, andiamo quindi a rivivere le gesta dei cavalieri "headdliner" che insieme alle loro "fatima" pilotano i colossi biomeccanici chiamati "mortar headd". Seguiremo le vicende del sacro imperatore immortale Amaterasu** e della sua amata Lechesis, le battaglie dei cavalieri "mirage", viaggi spaziali, alieni che combatto draghi immortali è divinità di ogni forma e dimensione ed un sacco di altre meraviglie. Ma in FSS troveremo anche le atrocità della guerra, la rabbia per un destino segnato o le lacrime per la perdita di un amore. Tutto ciò senza essere mai banale, e senza diventare un inutile minestrone fatto di buone idee si, ma infarcite a casaccio.
FSS risente delle influenze di opere quali "la Storia infinita" di Michael Ende piuttosto che non delle "Cronache di Narnia" per via di un certa allegoria religiosa, ma anche di una certa narrativa di Philip K.Dick; dando una deriva alla parte più fanascentifica (passatemi il termine) della serie. Senza contare l'influenza di Yoshiyuki Tomino, padre di Gundam, con cui Nagano lavora nel corso degli anni. Lo si può notare prestando un po' di attenzione.
Non bisogna al contempo dimenticare che FSS a sua volta influenza le serie targate Gundam e sviluppate successivamente ad essa. Anche se a mio parere le serie che sono più pervase dall'aura di FSS sono i progetti Code Geass ma soprattutto Escaflowne.
In sostanza sono contento. Le aspettative che avevo verso una serie che sapevo essere cosi importane in Giappone sono state rispettate. L'edizione italiana poi vale veramente la spesa; in proporzione al prezzo di copertina la qualità offerta dall'editore è una spanna sopra la media dei prodotti offerti dal mercato italiano, senza che il prezzo ne risenta particolarmente. Ci viene infatti proposta un adattamento integrale dell'edizione pubblicata in Giappone dall'editore Kadokawa nel 1998. Con tutte le pagine a colori, sovraccoperta e una mole di materiale extra da far invidia ai contenuti speciali di molti film home video in edizione limitata: mappe, cronologia, schizzi preparatori, interviste, commenti dell'autore e chi più ne ha più ne metta; l'editore italiano in questo caso dal mio punto di vista si merita un promozione a pieni voti.
* I resin kitt sono modelli da assemblare in resina: simili ai plastik kit di Gundam per intenderci ma molto più complessi da costruire a causa del peso del materiale, e della superficie della resina che rende difficoltoso rispetto a pvc e plastica stendere il colore ed eventuali effetti successivi. I modelli di FSS mi colpirono all'epoca (avevo 14 anni) perché il loro prezzo era qualcosa che si avvicinava ad un mezzo stipendio da impiegato. Ancora oggi se frequentate siti del settore vedrete prezzi per il modelli di FSS che si aggirano intorno ai 25.000 yen!
** La leggenda vuole che il Giappone sia nato dall'amore di due divinità. Dal loro amore si dice sia nata Amaterasu, una nuova divinità da cui le leggende dicono discendano tutti gli imperatori del Giappone.
Di mio conoscevo già FSS in quanto la mia passione mi ha sempre portato in giro per eventi e fiere in Italia e non, e quindi avevo visto gadget e soprattutto resin kit* legati alla serie in tempi non sospetti. Se la memoria non mi inganna ne avevano accennato (una decina di anni fa) altri importanti editori nazionali, ma quelle voci di corridoio si risolsero all'epoca con un nulla di fatto. Lasciando la serie inedita in Italia per troppo tempo. Per il rispetto che ho citato precedentemente verso FSS ho atteso di avere un po' di materiale per le mani, prima di buttarmi in una recensione approssimativa o basata sull'emozione causata dall'aver atteso a lungo qualcosa.
La serie si basa sull'incipit che l'unico vincolo che ci sia in una storia sia il tempo; la coerenza degli avvenimenti che vengono presentati all'interno di una cronologia ben definita. La storia infatti viene presentata al lettore iniziando dalla sua fine. Il primo capitolo del volume uno infatti non è altro che la fine della serie stessa. Da li in poi si partirà come in un viaggio nel tempo a narrare le gesta e le avventure più importanti avvenute sotto la luce delle cinque stelle.
Questa trovata, che a molti sembrerà solo un modo rapido ed indolore per non dover poi dare un finale in fretta e furia nel caso la serie dovesse essere soppressa a causa di uno scarso numero di lettori - prassi normale nel panorama dell'editoria Giaponese -, a mio parere è invece un segno di grande rispetto da parte di Mamoru Nagano, autore della serie.
Il lavoro di Nagano infatti è il mecha designer, FSS per lui è una valvola di sfogo per le sue idee, ma dal momento che non era la sua occupazione principale, nel caso in cui per un qualsiasi motivo avesse dovuto smettere di disegnarlo i suoi lettori non sarebbero mai rimasti senza la fine della storia. Se qualcuno ha mai letto una serie soppressa a causa dello scarso gradimento del pubblico sa quanto sia sgradevole la sensazione che si prova in questo caso.
Dal vincolo che è appunto la fine stessa dell'universo delle cinque stelle che noi conosciamo, andiamo quindi a rivivere le gesta dei cavalieri "headdliner" che insieme alle loro "fatima" pilotano i colossi biomeccanici chiamati "mortar headd". Seguiremo le vicende del sacro imperatore immortale Amaterasu** e della sua amata Lechesis, le battaglie dei cavalieri "mirage", viaggi spaziali, alieni che combatto draghi immortali è divinità di ogni forma e dimensione ed un sacco di altre meraviglie. Ma in FSS troveremo anche le atrocità della guerra, la rabbia per un destino segnato o le lacrime per la perdita di un amore. Tutto ciò senza essere mai banale, e senza diventare un inutile minestrone fatto di buone idee si, ma infarcite a casaccio.
FSS risente delle influenze di opere quali "la Storia infinita" di Michael Ende piuttosto che non delle "Cronache di Narnia" per via di un certa allegoria religiosa, ma anche di una certa narrativa di Philip K.Dick; dando una deriva alla parte più fanascentifica (passatemi il termine) della serie. Senza contare l'influenza di Yoshiyuki Tomino, padre di Gundam, con cui Nagano lavora nel corso degli anni. Lo si può notare prestando un po' di attenzione.
Non bisogna al contempo dimenticare che FSS a sua volta influenza le serie targate Gundam e sviluppate successivamente ad essa. Anche se a mio parere le serie che sono più pervase dall'aura di FSS sono i progetti Code Geass ma soprattutto Escaflowne.
In sostanza sono contento. Le aspettative che avevo verso una serie che sapevo essere cosi importane in Giappone sono state rispettate. L'edizione italiana poi vale veramente la spesa; in proporzione al prezzo di copertina la qualità offerta dall'editore è una spanna sopra la media dei prodotti offerti dal mercato italiano, senza che il prezzo ne risenta particolarmente. Ci viene infatti proposta un adattamento integrale dell'edizione pubblicata in Giappone dall'editore Kadokawa nel 1998. Con tutte le pagine a colori, sovraccoperta e una mole di materiale extra da far invidia ai contenuti speciali di molti film home video in edizione limitata: mappe, cronologia, schizzi preparatori, interviste, commenti dell'autore e chi più ne ha più ne metta; l'editore italiano in questo caso dal mio punto di vista si merita un promozione a pieni voti.
* I resin kitt sono modelli da assemblare in resina: simili ai plastik kit di Gundam per intenderci ma molto più complessi da costruire a causa del peso del materiale, e della superficie della resina che rende difficoltoso rispetto a pvc e plastica stendere il colore ed eventuali effetti successivi. I modelli di FSS mi colpirono all'epoca (avevo 14 anni) perché il loro prezzo era qualcosa che si avvicinava ad un mezzo stipendio da impiegato. Ancora oggi se frequentate siti del settore vedrete prezzi per il modelli di FSS che si aggirano intorno ai 25.000 yen!
** La leggenda vuole che il Giappone sia nato dall'amore di due divinità. Dal loro amore si dice sia nata Amaterasu, una nuova divinità da cui le leggende dicono discendano tutti gli imperatori del Giappone.
Ho appena finito di rileggermi l'ultimo volume uscito (il quarto) è già sono triste sapendo che dovrò aspettare per leggerne il seguito.
Penso seriamente che The Five Star Stories sia un capolavoro, da leggere e soprattutto rileggere in quanto ad ogni lettura si colgono nuovi aspetti che in una lettura in un sol fiato (come avviene la prima volta, tanto avvincenti sono le vicende) vengono tralasciati.
La cosa che salta subito all’occhio è la presenza delle vaste e maniacali appendici presenti a inizio e fine volume. Pur presenti anche in altri manga, qui assumono un ruolo di primo luogo in quanto essenziali per stare dietro ai tanti luoghi e personaggi narrati. La storia infatti si svolge lungo un arco narrativo di millenni, narrando sì vicende di grandi eroi ma anche di centinaia (forse esagero ma non troppo) di altri personaggi fondamentali.
Proprio l’arco temporale, che l’autore ci fa percorrere in avanti e indietro, appunto millenario, suggerisce la natura “epica” del racconto, che narra di Imperatori, sovrani, dei e creature mitologiche come i draghi. L’atmosfera è resa magnificamente dallo stile medievaleggiante degli abiti, dei palazzi che si fondono con l’alta tecnologia tipica di ogni racconto di fantascienza.
Il disegno è sicuramente particolare, vecchio stile, ad alcuni potrebbe non piacere del tutto (chi è abituato a opere più moderne). Io l’ho trovato molto efficace e adatto a storia, personaggi e ambientazione.
Ogni capitolo ha i suoi personaggi principali, alcuni sono dei veri capolavori di fascino e carisma come Douglas Kaien, il ricercato numero uno dell’Ammasso Stellare, oppure Lodoss Drakuun, il secondo cavaliere nero. Per non parlare delle fatima, all’apparenza ragazze stupende che aiutano i cavalieri a far funzionare i Mortar Head, i mecha della storia.
I Mortar Head sono curatissimi sotto ogni aspetto, ed è trattato con la stessa cura maniacale anche il funzionamento degli stessi. Il design, sempre medievaleggiante, reso in maniera splendida, varia da nazione a nazione. Si possono contare decine e decine di modelli, e anche per quanto riguarda gli scontri, è stato reso alla perfezione il senso di epico.
Tirando le somme, consiglierei a chiunque l’acquisto di una serie, a parer mio, nell’olimpo dei manga e della fantascienza (ricorda molto, sotto l’aspetto temporale, il Ciclo delle Fondazioni di Asimov), ma rimane comunque una lettura forse non per tutti, visto lo stile dei disegni particolare (i li trovo splendidi, ma sicuramente non tutti la penseranno così), e che richiede un po’ di pazienza (è capitato più volte di dover riguardare vecchi volumi o appendici per capire a fondo la vicenda).
Penso seriamente che The Five Star Stories sia un capolavoro, da leggere e soprattutto rileggere in quanto ad ogni lettura si colgono nuovi aspetti che in una lettura in un sol fiato (come avviene la prima volta, tanto avvincenti sono le vicende) vengono tralasciati.
La cosa che salta subito all’occhio è la presenza delle vaste e maniacali appendici presenti a inizio e fine volume. Pur presenti anche in altri manga, qui assumono un ruolo di primo luogo in quanto essenziali per stare dietro ai tanti luoghi e personaggi narrati. La storia infatti si svolge lungo un arco narrativo di millenni, narrando sì vicende di grandi eroi ma anche di centinaia (forse esagero ma non troppo) di altri personaggi fondamentali.
Proprio l’arco temporale, che l’autore ci fa percorrere in avanti e indietro, appunto millenario, suggerisce la natura “epica” del racconto, che narra di Imperatori, sovrani, dei e creature mitologiche come i draghi. L’atmosfera è resa magnificamente dallo stile medievaleggiante degli abiti, dei palazzi che si fondono con l’alta tecnologia tipica di ogni racconto di fantascienza.
Il disegno è sicuramente particolare, vecchio stile, ad alcuni potrebbe non piacere del tutto (chi è abituato a opere più moderne). Io l’ho trovato molto efficace e adatto a storia, personaggi e ambientazione.
Ogni capitolo ha i suoi personaggi principali, alcuni sono dei veri capolavori di fascino e carisma come Douglas Kaien, il ricercato numero uno dell’Ammasso Stellare, oppure Lodoss Drakuun, il secondo cavaliere nero. Per non parlare delle fatima, all’apparenza ragazze stupende che aiutano i cavalieri a far funzionare i Mortar Head, i mecha della storia.
I Mortar Head sono curatissimi sotto ogni aspetto, ed è trattato con la stessa cura maniacale anche il funzionamento degli stessi. Il design, sempre medievaleggiante, reso in maniera splendida, varia da nazione a nazione. Si possono contare decine e decine di modelli, e anche per quanto riguarda gli scontri, è stato reso alla perfezione il senso di epico.
Tirando le somme, consiglierei a chiunque l’acquisto di una serie, a parer mio, nell’olimpo dei manga e della fantascienza (ricorda molto, sotto l’aspetto temporale, il Ciclo delle Fondazioni di Asimov), ma rimane comunque una lettura forse non per tutti, visto lo stile dei disegni particolare (i li trovo splendidi, ma sicuramente non tutti la penseranno così), e che richiede un po’ di pazienza (è capitato più volte di dover riguardare vecchi volumi o appendici per capire a fondo la vicenda).
THE FIVE STARS STORIES vol.1
Partiamo dal presupposto che è il manga che ha ispirato Evangelion, tanto per fare un po' di pubblicità occulta, ed è uscito nel 1987. Quindi tutti ovviamente vi aspetterete storia di genere fantascientifico, invece no, è un fantasy, ma è un fantasy mooolto particolare. Intanto ci sono i mecha, che nel design sono appunto simili agli Eva, ma anche, potrei dire, delle estremizzazioni dei Gundam (infatti credo che dalle serie Gundamiche successive all'87 ci sia molto di 5SS).
Parliamo ora della storia. Il primo capitolo, il prologo, è in realtà l'epilogo della saga. Sì, avete capito bene, già dal primo numero sappiamo tutto quello che succederà, anche grazie alla cronologia che l'autore ci lascia in appendice. Perché, come scrive l'autore stesso "Voglio che tutti sappiano lo svolgimento anche se non dovessi riuscire a concludere il manga" e "Tutti sappiamo già la linea temporale di fatti storici, come le guerre mondiali ad esempio, ma pur sapendolo, vedere poi lo svolgimento e come una data è entrata nel calendario, è assai ben più interessante". Da qui la scelta di lasciare tante informazioni, spoiler, già durante e alla fine del volume. Insomma, preparatevi a qualcosa di non banale.
La storia, a grandi linee, narra della guerra condotta da Amaterasu (il protagonista) per conquistare il sistema composto da 5 stelle del Joker. Egli userà come principale forza in battaglia robot antropomorfi dalla forza devastante. Ovviamente non sarà semplice, ed egli troverà avversari accaniti a fronteggiarlo. Inoltre, se posso aggiungere un commento personale, in questa storia non troverete mai il buono o il cattivo tipico dei manga, bensì troverete persone mosse da diversi ideali.
Inoltre importanti nella storia saranno le fatima, bio computer costruiti artificialmente partendo da cellule umane, fondamentali per la gestione dei robot: infatti fungeranno da co-piloti, in collegamento diretto con i dati tecnici del mecha. E non vi dico altro.
In conclusione, ma non sono io a dirlo, bensì la storia, The Five Stars Stories è un capolavoro, mi chiedo come sia potuto arrivare solo ora qui da noi, portato tra l'altro da un editore minore quale Flashbook. Però non è certamente una lettura facile, lo stesso autore lo definisce "sclero", in cui per comprendere l'opera bisogna leggere ogni postilla/nota fino all'ultimo, perché questo folle mangaka, parte dal presupposto che noi dovremmo già conoscere fatti e terminologie del suo universo. Un Kubrick giapponese insomma. Consigliatissimo, voto 10.
Partiamo dal presupposto che è il manga che ha ispirato Evangelion, tanto per fare un po' di pubblicità occulta, ed è uscito nel 1987. Quindi tutti ovviamente vi aspetterete storia di genere fantascientifico, invece no, è un fantasy, ma è un fantasy mooolto particolare. Intanto ci sono i mecha, che nel design sono appunto simili agli Eva, ma anche, potrei dire, delle estremizzazioni dei Gundam (infatti credo che dalle serie Gundamiche successive all'87 ci sia molto di 5SS).
Parliamo ora della storia. Il primo capitolo, il prologo, è in realtà l'epilogo della saga. Sì, avete capito bene, già dal primo numero sappiamo tutto quello che succederà, anche grazie alla cronologia che l'autore ci lascia in appendice. Perché, come scrive l'autore stesso "Voglio che tutti sappiano lo svolgimento anche se non dovessi riuscire a concludere il manga" e "Tutti sappiamo già la linea temporale di fatti storici, come le guerre mondiali ad esempio, ma pur sapendolo, vedere poi lo svolgimento e come una data è entrata nel calendario, è assai ben più interessante". Da qui la scelta di lasciare tante informazioni, spoiler, già durante e alla fine del volume. Insomma, preparatevi a qualcosa di non banale.
La storia, a grandi linee, narra della guerra condotta da Amaterasu (il protagonista) per conquistare il sistema composto da 5 stelle del Joker. Egli userà come principale forza in battaglia robot antropomorfi dalla forza devastante. Ovviamente non sarà semplice, ed egli troverà avversari accaniti a fronteggiarlo. Inoltre, se posso aggiungere un commento personale, in questa storia non troverete mai il buono o il cattivo tipico dei manga, bensì troverete persone mosse da diversi ideali.
Inoltre importanti nella storia saranno le fatima, bio computer costruiti artificialmente partendo da cellule umane, fondamentali per la gestione dei robot: infatti fungeranno da co-piloti, in collegamento diretto con i dati tecnici del mecha. E non vi dico altro.
In conclusione, ma non sono io a dirlo, bensì la storia, The Five Stars Stories è un capolavoro, mi chiedo come sia potuto arrivare solo ora qui da noi, portato tra l'altro da un editore minore quale Flashbook. Però non è certamente una lettura facile, lo stesso autore lo definisce "sclero", in cui per comprendere l'opera bisogna leggere ogni postilla/nota fino all'ultimo, perché questo folle mangaka, parte dal presupposto che noi dovremmo già conoscere fatti e terminologie del suo universo. Un Kubrick giapponese insomma. Consigliatissimo, voto 10.
“Anzi, forse in teoria questo non sarebbe dovuto essere nemmeno un fumetto…”
Diciamocelo francamente, noi lettori assistiamo quasi ogni giorno all'annuncio di nuove pubblicazioni, ed immancabilmente ci tocca veder pubblicizzate le novità più disparate con quello che ormai sembra essere diventato un inevitabile ricorso a paroloni come “capolavoro” (termine inflazionatissimo ormai), o a frasi del tipo: “Quello che fra qualche numero diverrà il vostro manga preferito”, “Da leggere e collezionare assolutamente” o ancora “Il manga che tutti stavamo aspettando”; con schiere di punti esclamativi al seguito magari.
Quante volte però tali slogan, frutto di un ambiente, quello dell’editoria, in cui più la spari grossa e più sembri credibile, hanno effettivamente mantenuto le promesse?
Quante volte si sono invece rivelati delle autentiche fanfaronate, delle dozzinali manovre pubblicitarie da teleimbonitore?
Be’, reduce da un'approfondita e vorace lettura del primo volume di The Five Star Stories (appendici incluse), posso affermare in tutta serenità che tali e ben più accorati appellativi, se riferiti all’Opera in esame, sarebbero tutt’altro che immeritati.
“In questo Mondo in cui tutto è possibile, l’unico grandissimo vincolo, l’unico limite è la Cronologia. Qualunque cosa accada, qualunque cosa succeda, voi lettori conoscete già la conclusione, anche se io non andassi più avanti a disegnare. E non ci sono eccezioni…”
The Five Star Stories debutta nel lontano 1986 sulle pagine di Newtype, mensile di Kadokawa Publishing. Ciò che poterono evincere i sui lettori già dopo poche decine di tavole, è che la narrazione poggia su una sintassi semplice ma geniale, esordendo infatti con un prologo che si rivela in realtà poi essere un epilogo; e dopo del quale si compie un salto temporale di un migliaio di anni nel passato. Questo in sostanza significa che la parola fine viene posta già nel primo capitolo dell’opera!
All’autore, Mamoru Nagano, non resta così che infarcire tale intercapedine temporale con episodi più o meno autoconclusivi, sempre rapportati però a quel complesso palcoscenico che è l’immenso universo di The Five Star Stories.
A questo punto molti si staranno giustamente chiedendo che gusto ci sia a seguire una storia il cui finale viene, volutamente, svelato ancor prima di cominciare il racconto. In realtà è proprio questo il bello di The Five Star Stories.
Innanzitutto i colpi di scena non mancano di certo (si veda la conclusione del primo volume), e il tipo di narrazione imbastita da Nagano è la dimostrazione lampante della validità di quel principio secondo il quale è più importante il viaggio percorso che il mero raggiungimento della meta vera e propria. Ma, soprattutto, è impressionante quella sorta di “senno di poi” che scaturisce durante la lettura anche se, paradossalmente, non esiste ancora un “poi” per il lettore, visto che l’opera è effettivamente appena iniziata.
C'era una volta una galassia lontana lontana...
Il contesto è un ammasso stellare, Joker, composto dai quattro astri Easterr, Westerr, Southernd, Nourth ed un quinto, Stantt, che erra per lo spazio incrociando il sistema di Joker solo ogni 1500 anni. Attorno a questi astri ruotano una gran quantità di pianeti e satelliti, ognuno caratterizzato da un proprio sistema governativo e socio-culturale.
La vicenda principale del primo volume di The Five Star Stories si svolge ad Addler, pianeta appartenente al sistema solare di Easterr, governato dal perverso re Über. Qui son accorsi nobili provenienti dai sistemi solari più lontani, per partecipare ad una colossale cerimonia durante la quale due speciali fatima, Klotho e Lachesis, dovranno scegliere il loro futuri padroni, gli headdliner. Sul posto sopraggiunge anche Sopp, un giovane e talentuoso meister dai tratti femminei, che intende restituire la libertà alle due eteree e tanto contese creature a lui fortemente legate da anni.
È da qui che potremo già cominciare a familiarizzare con l’universo di The Five Star Stories, ricco di personaggi, intrighi, misteri, avventure e colpi di scena; una società in cui si distinguono gli individui che hanno una grande affinità coi mortar headd, questi grossi ma eleganti mecha attorno ai quali ruotano tre figure importanti: gli headdliner, piloti che rivestono una carica pari a quella dei nobili, ed il cui titolo non è ereditabile; le fatima, degli androidi di eccelsa fattura in grado di interfacciare pilota e mecha, creature di rara bellezza spesso vittime di soprusi perché ambite da uomini senza scrupoli. Infine ci sono i meister, tecnici che si occupano della messa a punto, o della costruzione vera e propria, di mortar headd.
Per quel che riguarda l’apparato grafico, forse una delle prime cose che salta all’occhio è il chara design simile a quello di Leiji Matsumoto, soprattutto nei personaggi femminili (o presunti tali, visto che Nagano è bravo anche a giocare con l’androginia) con le loro figure slanciate, i visi affilati e gli occhi larghi e ombrettati. Questo tipo di idealizzazione però, pur essendo molto espressiva, probabilmente non incontrerà i gusti di ogni lettore di primo acchito; complici alcune scelte stilistiche, sì caratterizzanti ed eleganti, ma non sempre riuscitissime, nonché occasionali ingenuità anatomiche.
Di ben più alto livello è la raffigurazione dei mecha di The Five Star Stories e non a caso, visto che Nagano cominciò la sua carriera artistica come mecha designer. I mortar headd sembrano degli imponenti, eleganti e fieri cavalieri; giganteschi e complessi marchingegni meccanici in cui l’autore dà libero sfogo a tutto il suo descrittivismo, studiando e rappresentando spesso fin nei minimi dettagli il funzionamento di ogni articolazione, e rivestendo poi il tutto da una corazza che ricorda più una fantasiosa e baroccheggiante rivisitazione di un'armatura medievale.
Anche il tratto ha un che di ingegneristico, quasi da rapidograph, ed anche se occasionalmente si mostra tremolante, riesce a rendere con estremo dettaglio e pulizia nel complesso ricca ogni tavola. L’uso dei retini è semplice ed ordinato, ad esempio mirato a dare profondità scenica o tonale alle tavole. La regia è molto chiara, logica e “sequenziale”, come la narrazione di un buon romanzo appunto.
L’edizione Flashbook può innanzitutto vantare il solito ottimo confezionamento e dei materiali pregevolissimi.
Per il lettering ci si è rifatti all'edizione americana, adottando un font più austero e la differenziazione maiuscolo/minuscolo. Ciò oltre a consentire una certa versatilità, contribuisce efficacemente a rendere quell’idea di romanzo disegnato che era, fin dal principio, alla base delle intenzioni dell’autore.
Nota controversa, il mancato adattamento delle onomatopee, condizione questa in realtà imprescindibile per poter ottenere l’avallo alla pubblicazione da parte dell’autore. Ciò farà indubbiamente felici i puristi, ma rende di fatto mute le tavole ai lettori che non sono in grado di tradurle autonomamente, e che dovranno quindi accontentarsi di intuirli soltanto i suoni e i rumori nelle tavole. Anche eventuali vie di mezzo (traduzioni in piccolo o a fine volume) sono state infine scartate visto che, a detta dell’editore, sarebbero state problematiche e/o poco proficue per il lettore.
Lo sforzo resta comunque colossale, soprattutto vista la gran quantità di materiale di approfondimento che si è dovuto tradurre ed adattare: tabelle, schemi, cronologia, progetti meccanici, glossari… background che andrebbe letto per poter apprezzare al meglio le infinite sfumature di questo impressionante e maniacalmente pianificato universo tolkieniano, una space-opera profondamente connotata da elementi stilistici squisitamente innovativi.
The Five Star Stories certo avrebbe bisogno di essere cronologicamente contestualizzato per essere apprezzato a dovere. Quest’opera va infatti letta con la consapevolezza di avere tra le mani una pietra miliare della storia del fumetto; un’opera che ha ispirato blockbuster come Patlabor, Evangelion o Escaflowne.
Flashbook Edizioni, pubblicando finalmente in Italia questo grande assente, ci fornisce dunque l’occasione per leggere un’opera definibile originale nell’accezione più etimologica del termine, e che ha nello stile, nella capacità evocativa della narrazione e nella commistione tra generi apparentemente molto differenti tra di loro, alcune delle sue peculiarità oggettivamente più allettanti presso il pubblico di ogni età e genere.
Diciamocelo francamente, noi lettori assistiamo quasi ogni giorno all'annuncio di nuove pubblicazioni, ed immancabilmente ci tocca veder pubblicizzate le novità più disparate con quello che ormai sembra essere diventato un inevitabile ricorso a paroloni come “capolavoro” (termine inflazionatissimo ormai), o a frasi del tipo: “Quello che fra qualche numero diverrà il vostro manga preferito”, “Da leggere e collezionare assolutamente” o ancora “Il manga che tutti stavamo aspettando”; con schiere di punti esclamativi al seguito magari.
Quante volte però tali slogan, frutto di un ambiente, quello dell’editoria, in cui più la spari grossa e più sembri credibile, hanno effettivamente mantenuto le promesse?
Quante volte si sono invece rivelati delle autentiche fanfaronate, delle dozzinali manovre pubblicitarie da teleimbonitore?
Be’, reduce da un'approfondita e vorace lettura del primo volume di The Five Star Stories (appendici incluse), posso affermare in tutta serenità che tali e ben più accorati appellativi, se riferiti all’Opera in esame, sarebbero tutt’altro che immeritati.
“In questo Mondo in cui tutto è possibile, l’unico grandissimo vincolo, l’unico limite è la Cronologia. Qualunque cosa accada, qualunque cosa succeda, voi lettori conoscete già la conclusione, anche se io non andassi più avanti a disegnare. E non ci sono eccezioni…”
The Five Star Stories debutta nel lontano 1986 sulle pagine di Newtype, mensile di Kadokawa Publishing. Ciò che poterono evincere i sui lettori già dopo poche decine di tavole, è che la narrazione poggia su una sintassi semplice ma geniale, esordendo infatti con un prologo che si rivela in realtà poi essere un epilogo; e dopo del quale si compie un salto temporale di un migliaio di anni nel passato. Questo in sostanza significa che la parola fine viene posta già nel primo capitolo dell’opera!
All’autore, Mamoru Nagano, non resta così che infarcire tale intercapedine temporale con episodi più o meno autoconclusivi, sempre rapportati però a quel complesso palcoscenico che è l’immenso universo di The Five Star Stories.
A questo punto molti si staranno giustamente chiedendo che gusto ci sia a seguire una storia il cui finale viene, volutamente, svelato ancor prima di cominciare il racconto. In realtà è proprio questo il bello di The Five Star Stories.
Innanzitutto i colpi di scena non mancano di certo (si veda la conclusione del primo volume), e il tipo di narrazione imbastita da Nagano è la dimostrazione lampante della validità di quel principio secondo il quale è più importante il viaggio percorso che il mero raggiungimento della meta vera e propria. Ma, soprattutto, è impressionante quella sorta di “senno di poi” che scaturisce durante la lettura anche se, paradossalmente, non esiste ancora un “poi” per il lettore, visto che l’opera è effettivamente appena iniziata.
C'era una volta una galassia lontana lontana...
Il contesto è un ammasso stellare, Joker, composto dai quattro astri Easterr, Westerr, Southernd, Nourth ed un quinto, Stantt, che erra per lo spazio incrociando il sistema di Joker solo ogni 1500 anni. Attorno a questi astri ruotano una gran quantità di pianeti e satelliti, ognuno caratterizzato da un proprio sistema governativo e socio-culturale.
La vicenda principale del primo volume di The Five Star Stories si svolge ad Addler, pianeta appartenente al sistema solare di Easterr, governato dal perverso re Über. Qui son accorsi nobili provenienti dai sistemi solari più lontani, per partecipare ad una colossale cerimonia durante la quale due speciali fatima, Klotho e Lachesis, dovranno scegliere il loro futuri padroni, gli headdliner. Sul posto sopraggiunge anche Sopp, un giovane e talentuoso meister dai tratti femminei, che intende restituire la libertà alle due eteree e tanto contese creature a lui fortemente legate da anni.
È da qui che potremo già cominciare a familiarizzare con l’universo di The Five Star Stories, ricco di personaggi, intrighi, misteri, avventure e colpi di scena; una società in cui si distinguono gli individui che hanno una grande affinità coi mortar headd, questi grossi ma eleganti mecha attorno ai quali ruotano tre figure importanti: gli headdliner, piloti che rivestono una carica pari a quella dei nobili, ed il cui titolo non è ereditabile; le fatima, degli androidi di eccelsa fattura in grado di interfacciare pilota e mecha, creature di rara bellezza spesso vittime di soprusi perché ambite da uomini senza scrupoli. Infine ci sono i meister, tecnici che si occupano della messa a punto, o della costruzione vera e propria, di mortar headd.
Per quel che riguarda l’apparato grafico, forse una delle prime cose che salta all’occhio è il chara design simile a quello di Leiji Matsumoto, soprattutto nei personaggi femminili (o presunti tali, visto che Nagano è bravo anche a giocare con l’androginia) con le loro figure slanciate, i visi affilati e gli occhi larghi e ombrettati. Questo tipo di idealizzazione però, pur essendo molto espressiva, probabilmente non incontrerà i gusti di ogni lettore di primo acchito; complici alcune scelte stilistiche, sì caratterizzanti ed eleganti, ma non sempre riuscitissime, nonché occasionali ingenuità anatomiche.
Di ben più alto livello è la raffigurazione dei mecha di The Five Star Stories e non a caso, visto che Nagano cominciò la sua carriera artistica come mecha designer. I mortar headd sembrano degli imponenti, eleganti e fieri cavalieri; giganteschi e complessi marchingegni meccanici in cui l’autore dà libero sfogo a tutto il suo descrittivismo, studiando e rappresentando spesso fin nei minimi dettagli il funzionamento di ogni articolazione, e rivestendo poi il tutto da una corazza che ricorda più una fantasiosa e baroccheggiante rivisitazione di un'armatura medievale.
Anche il tratto ha un che di ingegneristico, quasi da rapidograph, ed anche se occasionalmente si mostra tremolante, riesce a rendere con estremo dettaglio e pulizia nel complesso ricca ogni tavola. L’uso dei retini è semplice ed ordinato, ad esempio mirato a dare profondità scenica o tonale alle tavole. La regia è molto chiara, logica e “sequenziale”, come la narrazione di un buon romanzo appunto.
L’edizione Flashbook può innanzitutto vantare il solito ottimo confezionamento e dei materiali pregevolissimi.
Per il lettering ci si è rifatti all'edizione americana, adottando un font più austero e la differenziazione maiuscolo/minuscolo. Ciò oltre a consentire una certa versatilità, contribuisce efficacemente a rendere quell’idea di romanzo disegnato che era, fin dal principio, alla base delle intenzioni dell’autore.
Nota controversa, il mancato adattamento delle onomatopee, condizione questa in realtà imprescindibile per poter ottenere l’avallo alla pubblicazione da parte dell’autore. Ciò farà indubbiamente felici i puristi, ma rende di fatto mute le tavole ai lettori che non sono in grado di tradurle autonomamente, e che dovranno quindi accontentarsi di intuirli soltanto i suoni e i rumori nelle tavole. Anche eventuali vie di mezzo (traduzioni in piccolo o a fine volume) sono state infine scartate visto che, a detta dell’editore, sarebbero state problematiche e/o poco proficue per il lettore.
Lo sforzo resta comunque colossale, soprattutto vista la gran quantità di materiale di approfondimento che si è dovuto tradurre ed adattare: tabelle, schemi, cronologia, progetti meccanici, glossari… background che andrebbe letto per poter apprezzare al meglio le infinite sfumature di questo impressionante e maniacalmente pianificato universo tolkieniano, una space-opera profondamente connotata da elementi stilistici squisitamente innovativi.
The Five Star Stories certo avrebbe bisogno di essere cronologicamente contestualizzato per essere apprezzato a dovere. Quest’opera va infatti letta con la consapevolezza di avere tra le mani una pietra miliare della storia del fumetto; un’opera che ha ispirato blockbuster come Patlabor, Evangelion o Escaflowne.
Flashbook Edizioni, pubblicando finalmente in Italia questo grande assente, ci fornisce dunque l’occasione per leggere un’opera definibile originale nell’accezione più etimologica del termine, e che ha nello stile, nella capacità evocativa della narrazione e nella commistione tra generi apparentemente molto differenti tra di loro, alcune delle sue peculiarità oggettivamente più allettanti presso il pubblico di ogni età e genere.
Nonostante io abbia letto solo un volume di questa monumentale saga, voglio lo stesso fare una recensione dello stesso, in quanto nessuno, con grande sorpresa da parte del sottoscritto, ne ha ancora scritta una; forse perché è un manga, che nonostante le sue immani possibilità, rimane prevalentemente di nicchia, vuoi per l'uscita recente. Ma andiamo a vedere nel dettaglio di cosa stiamo parlando. Non mi dilungherò sulla storia, ampliamente narrata nell'apposita descrizione, ma mi concentrerò sull'aspetto prettamente tecnico e sulle mie considerazioni.
Dal punto di vista grafico, The Five Star Stories si presenta come un volume curatissimo, complice l'edizione della Flashbook: impeccabile e ineccepibile. Il tratto dell'autore, Mamoru Nagano, rispecchia i canoni dei manga vecchio stampo, indi per cui, non a caso, i disegni risultano essere datati, ma non per questo privi di fascino; sono, di fatto, molto dettagliati, con una menzione d'onore ai modelli dei robot, di grande impatto visivo e vantanti di un numero impressionante di dettagli. L'autore ha pensato bene di non far sì che la sua opera fosse semplicistica e scontata, e lo si capisce fin dalle prime pagine, interamente a colori, aventi su di essere i profili dei singoli personaggi (almeno,fin'ora,quelli più importanti) e , alla fine della (grande) parte dedicata al racconto del primo arco della storia, vi è una mastodontica enciclopedia, chiamiamola così, se vogliamo, dedicata al mondo di The Five Star Stories: essa include un comodo dizionario guida ai termini disseminati in tutta l'appassionante lettura e un'esplicativa Timeline, che personalmente ho evitato di leggere per non spoilerarmi i principali avvenimenti, che si protrarranno per la durata della saga e che porteranno allo scioglimento finale, tra le varie cose, già prestabilito e inevitabile.
Ciò testimonia, come già accennato in precedenza, che vi è alla base di questo manga, un lavoro di preparazione incredibilmente grande; si respira, quindi, un'innegabile atmosfera di maestosità e incredibile poesia all'interno del manga, il che non dispiacerà di certo i gusti dei lettori più esigenti; al contrario, potrebbe demoralizzare il lettore occasionale che pensa erroneamente di acquistare "un manga qualsiasi"... e ci tengo a sottolineare, questo NON È un manga qualsiasi, ma che comunque si rivelerà appassionante e coinvolgente, come pochi altri sanno fare, tutt'ora.
Per concludere, quindi, se cercate una manga che vi offra una storia intricata e che fa dei colpi di scena il suo piatto forte, se non vi scoraggiate di fronte ai "vecchi" disegni stile anni settanta e non vi dispiace l'aggiunta della componente robotica e futuristica, The Five Star Stories è il manga che fa per voi; leggetelo, divoratelo con gli occhi: non ve ne pentirete! Voto: 9, prima di dare l'eventuale massimo dei voti aspetterò che l'opera sia conclusa.
Dal punto di vista grafico, The Five Star Stories si presenta come un volume curatissimo, complice l'edizione della Flashbook: impeccabile e ineccepibile. Il tratto dell'autore, Mamoru Nagano, rispecchia i canoni dei manga vecchio stampo, indi per cui, non a caso, i disegni risultano essere datati, ma non per questo privi di fascino; sono, di fatto, molto dettagliati, con una menzione d'onore ai modelli dei robot, di grande impatto visivo e vantanti di un numero impressionante di dettagli. L'autore ha pensato bene di non far sì che la sua opera fosse semplicistica e scontata, e lo si capisce fin dalle prime pagine, interamente a colori, aventi su di essere i profili dei singoli personaggi (almeno,fin'ora,quelli più importanti) e , alla fine della (grande) parte dedicata al racconto del primo arco della storia, vi è una mastodontica enciclopedia, chiamiamola così, se vogliamo, dedicata al mondo di The Five Star Stories: essa include un comodo dizionario guida ai termini disseminati in tutta l'appassionante lettura e un'esplicativa Timeline, che personalmente ho evitato di leggere per non spoilerarmi i principali avvenimenti, che si protrarranno per la durata della saga e che porteranno allo scioglimento finale, tra le varie cose, già prestabilito e inevitabile.
Ciò testimonia, come già accennato in precedenza, che vi è alla base di questo manga, un lavoro di preparazione incredibilmente grande; si respira, quindi, un'innegabile atmosfera di maestosità e incredibile poesia all'interno del manga, il che non dispiacerà di certo i gusti dei lettori più esigenti; al contrario, potrebbe demoralizzare il lettore occasionale che pensa erroneamente di acquistare "un manga qualsiasi"... e ci tengo a sottolineare, questo NON È un manga qualsiasi, ma che comunque si rivelerà appassionante e coinvolgente, come pochi altri sanno fare, tutt'ora.
Per concludere, quindi, se cercate una manga che vi offra una storia intricata e che fa dei colpi di scena il suo piatto forte, se non vi scoraggiate di fronte ai "vecchi" disegni stile anni settanta e non vi dispiace l'aggiunta della componente robotica e futuristica, The Five Star Stories è il manga che fa per voi; leggetelo, divoratelo con gli occhi: non ve ne pentirete! Voto: 9, prima di dare l'eventuale massimo dei voti aspetterò che l'opera sia conclusa.