Usagi Drop
In questa recensione assegnerò due voti separati alle due metà del manga. Il voto assegnato totale invece è il risultato della media dei due. Comincio con delle considerazioni che riguardano l'interezza dell'opera. Anzitutto, lo stile artistico minimale rende il tutto più intimo e realistico, nel modo in cui lascia da parte i fronzoli vari che spesso affliggono questo medium. A me è piaciuto, rende il tutto anche più "dalla parte del bambino" come punto di vista, fermo restando un manga per adulti. Attenzione, non è che le tematiche siano di difficile digestione per un immaturo, devo però dire che un giovane di meno di 16 anni difficilmente troverà interesse in questo "Usagi Drop".
PRIMA PARTE (VOLUMI 1-4)
L'inizio è il cuore, l'anima originale di Usagi Drop. Nei suoi primi quattro volumi Unita ha sparato tutte le sue cartucce, tutte le idee che rendono fresca questa saga. Daikichi e Rin crescono insieme, i loro ruoli nella "vita" sono anche i ruoli propri della scena, il risultato è una narrazione naturale, scorrevole e intrigante. Ci sono i siparietti comici, un po' più forzati dal punto di vista della realtà, ma le interazioni tra i personaggi, per quanto alle volte esasperate (di fumetto stiamo parlando dopotutto), sono per la maggior parte del tempo credibili. Forse Usagi Drop non sarà una scuola del tipo "genitori per dilettanti", ma sicuramente per un genitore, o comunque per un adulto che si prende cura di un bambino, sarà facile identificarsi in Daikichi. VOTO: 9
SECONDA PARTE (VOLUMI 5-9)
La seconda parte è uno Josei scolastico più classico. Ci sono molte più chiacchiere e il ritmo rallenta. La mia impressione è stata che le chiacchiere fossero, però, un po' vuote e non sempre necessarie. A volte si sente molto l'acqua con cui hanno allungato il brodo. Questa seconda parte ha però un grande pregio, ereditato dalla prima: i personaggi. Nei primi volumi avrete avuto modo di affezionarvi ai personaggi, ed è molto piacevole vederli cresciuti, anche perché dopo il "salto" di 10 anni ci sono presentati sviluppati in un modo credibile e coerente. Non è il miglior esponente del suo genere ("giovani che stanno finendo la scuola e si affacciano alla vita"), ma rimane sicuramente un prodotto sopra la media. VOTO: 7
FINALE
Finito il nono volume ero sconcertato. Ho letto tante opinioni in giro e mi sono fatto un'idea definitiva. Il finale di Usagi Drop non è gestito male, né tanto meno una cosa "immorale". Ha un suo senso di continuità e libertà nell'amore. Ma è una deviazione dal significato del resto dell'opera, è improvviso, o quasi, manco fosse un colpo di scena. Lo paragonerei al finale di "How I met your mother" per rendere l'idea. Non penso che debba incidere così tanto da arrivare a bocciare l'intero manga, ma il finale è un momento importante in ogni racconto, e ci sono vari modi di sbagliarlo. Spesso nella paura di sbagliarlo lo si rende un po' vuoto. Questo finale, invece, è bello pieno, ma è un errore narrativo. Mi sforzo di ignorarlo e tolgo solo mezzo voto dalla valutazione finale.
VOLUME 10
Il decimo volume è un ritorno all'episodicità dei primi volumi, sembra un po' una "scusa" per il finale scellerato della storia. In generale molto piacevole.
In conclusione vi consiglio di vedere l'adattamento animato di questo manga, con un comparto tecnico (tra musiche e disegni) di primo livello. Lo considero il vero capolavoro di "Usagi Drop", migliore dell'originale.
PRIMA PARTE (VOLUMI 1-4)
L'inizio è il cuore, l'anima originale di Usagi Drop. Nei suoi primi quattro volumi Unita ha sparato tutte le sue cartucce, tutte le idee che rendono fresca questa saga. Daikichi e Rin crescono insieme, i loro ruoli nella "vita" sono anche i ruoli propri della scena, il risultato è una narrazione naturale, scorrevole e intrigante. Ci sono i siparietti comici, un po' più forzati dal punto di vista della realtà, ma le interazioni tra i personaggi, per quanto alle volte esasperate (di fumetto stiamo parlando dopotutto), sono per la maggior parte del tempo credibili. Forse Usagi Drop non sarà una scuola del tipo "genitori per dilettanti", ma sicuramente per un genitore, o comunque per un adulto che si prende cura di un bambino, sarà facile identificarsi in Daikichi. VOTO: 9
SECONDA PARTE (VOLUMI 5-9)
La seconda parte è uno Josei scolastico più classico. Ci sono molte più chiacchiere e il ritmo rallenta. La mia impressione è stata che le chiacchiere fossero, però, un po' vuote e non sempre necessarie. A volte si sente molto l'acqua con cui hanno allungato il brodo. Questa seconda parte ha però un grande pregio, ereditato dalla prima: i personaggi. Nei primi volumi avrete avuto modo di affezionarvi ai personaggi, ed è molto piacevole vederli cresciuti, anche perché dopo il "salto" di 10 anni ci sono presentati sviluppati in un modo credibile e coerente. Non è il miglior esponente del suo genere ("giovani che stanno finendo la scuola e si affacciano alla vita"), ma rimane sicuramente un prodotto sopra la media. VOTO: 7
FINALE
Finito il nono volume ero sconcertato. Ho letto tante opinioni in giro e mi sono fatto un'idea definitiva. Il finale di Usagi Drop non è gestito male, né tanto meno una cosa "immorale". Ha un suo senso di continuità e libertà nell'amore. Ma è una deviazione dal significato del resto dell'opera, è improvviso, o quasi, manco fosse un colpo di scena. Lo paragonerei al finale di "How I met your mother" per rendere l'idea. Non penso che debba incidere così tanto da arrivare a bocciare l'intero manga, ma il finale è un momento importante in ogni racconto, e ci sono vari modi di sbagliarlo. Spesso nella paura di sbagliarlo lo si rende un po' vuoto. Questo finale, invece, è bello pieno, ma è un errore narrativo. Mi sforzo di ignorarlo e tolgo solo mezzo voto dalla valutazione finale.
VOLUME 10
Il decimo volume è un ritorno all'episodicità dei primi volumi, sembra un po' una "scusa" per il finale scellerato della storia. In generale molto piacevole.
In conclusione vi consiglio di vedere l'adattamento animato di questo manga, con un comparto tecnico (tra musiche e disegni) di primo livello. Lo considero il vero capolavoro di "Usagi Drop", migliore dell'originale.
"Usagi drop", letteralmente tradotto "Le lacrime del coniglio", è un manga composto da dieci volumi, ideato e disegnato da Yumi Unita, e portato in Italia da GP Manga nel 2012.
Daikichi Kawachi è ormai sulla trentina quando, al funerale del nonno, scopre che quest'ultimo ha avuto una figlia illegittima nata da una relazione sconosciuta. La bambina si chiama Rin e ha sei anni quando Daikichi, mosso dalla compassione, decide di accudirla come fosse figlia propria, lasciando da parte una volta per tutte la spensierata vita da Single.
Crescere un bambino non è facile, tanto meno se a farlo si è da soli, e se non si ha una minima consapevolezza delle difficoltà che si dovranno affrontare. "Usagi drop" è un'opera semplice, ingenua sotto molti punti di vista, che volutamente tralascia tutti i problemi economici per concentrarsi su quelli legati alla crescita di un figlio sotto il profilo strettamente sentimentale e psicologico. La trama si sviluppa bene, le avventure di Rin e Daikichi non sono nulla di straordinario o di sensazionale, ma si limitano alla quotidianità. Assieme affrontano piccoli problemi di tutti i giorni, e pian piano il loro rapporto si evolve e muta col passare degli anni. Daikichi prende atto delle proprie responsabilità, e sacrifica tutto il suo tempo pur di accudire e rendere felice Rin, che a sua volta ricambia aiutando il più possibile sin dalla tenera età. Una storia dai toni estremamente dolci dove viene analizzato il complesso rapporto padre-figlio, rivisitato in una chiave diversa e originale, ed il tutto senza gli eccessivi drammi forzati che era lecito aspettarsi vista la tipologia del prodotto.
I personaggi principali sono pochi ma vengono analizzati ottimamente, così come i rapporti che intercorrono fra di essi.
I primi volumi sono ottimi sotto ogni punto di vista, poi arriva la svolta che segna l'inizio della caduta di un'opera che se si fosse fermata prima sarebbe forse stata definita capolavoro: la crescita improvvisa di Rin. Un inatteso sbalzo temporale di dieci anni in avanti, che inizialmente sembra anche non danneggiare pesantemente ciò che era stato costruito sino a quel momento, proponendo delle riflessioni interessanti e trattando tematiche più serie, ma che poi sfocia in un finale azzardato e poco comprensibile.
Tecnicamente il tratto del disegno è molto semplicistico, i fondali sono scarsamente dettagliati, così come il design dei personaggi, e non vi sono tavole particolarmente complesse o piacevoli da vedere. Ritengo tuttavia che lo stile di disegno utilizzato sia conforme e funzionale alla tipologia dell'opera.
In conclusione, "Usagi drop" è un'opera molto dolce, interessante, e in grado di regalare emozioni; un vero peccato per come si è sviluppata la trama, per il resto difetti quasi inesistenti.
Daikichi Kawachi è ormai sulla trentina quando, al funerale del nonno, scopre che quest'ultimo ha avuto una figlia illegittima nata da una relazione sconosciuta. La bambina si chiama Rin e ha sei anni quando Daikichi, mosso dalla compassione, decide di accudirla come fosse figlia propria, lasciando da parte una volta per tutte la spensierata vita da Single.
Crescere un bambino non è facile, tanto meno se a farlo si è da soli, e se non si ha una minima consapevolezza delle difficoltà che si dovranno affrontare. "Usagi drop" è un'opera semplice, ingenua sotto molti punti di vista, che volutamente tralascia tutti i problemi economici per concentrarsi su quelli legati alla crescita di un figlio sotto il profilo strettamente sentimentale e psicologico. La trama si sviluppa bene, le avventure di Rin e Daikichi non sono nulla di straordinario o di sensazionale, ma si limitano alla quotidianità. Assieme affrontano piccoli problemi di tutti i giorni, e pian piano il loro rapporto si evolve e muta col passare degli anni. Daikichi prende atto delle proprie responsabilità, e sacrifica tutto il suo tempo pur di accudire e rendere felice Rin, che a sua volta ricambia aiutando il più possibile sin dalla tenera età. Una storia dai toni estremamente dolci dove viene analizzato il complesso rapporto padre-figlio, rivisitato in una chiave diversa e originale, ed il tutto senza gli eccessivi drammi forzati che era lecito aspettarsi vista la tipologia del prodotto.
I personaggi principali sono pochi ma vengono analizzati ottimamente, così come i rapporti che intercorrono fra di essi.
I primi volumi sono ottimi sotto ogni punto di vista, poi arriva la svolta che segna l'inizio della caduta di un'opera che se si fosse fermata prima sarebbe forse stata definita capolavoro: la crescita improvvisa di Rin. Un inatteso sbalzo temporale di dieci anni in avanti, che inizialmente sembra anche non danneggiare pesantemente ciò che era stato costruito sino a quel momento, proponendo delle riflessioni interessanti e trattando tematiche più serie, ma che poi sfocia in un finale azzardato e poco comprensibile.
Tecnicamente il tratto del disegno è molto semplicistico, i fondali sono scarsamente dettagliati, così come il design dei personaggi, e non vi sono tavole particolarmente complesse o piacevoli da vedere. Ritengo tuttavia che lo stile di disegno utilizzato sia conforme e funzionale alla tipologia dell'opera.
In conclusione, "Usagi drop" è un'opera molto dolce, interessante, e in grado di regalare emozioni; un vero peccato per come si è sviluppata la trama, per il resto difetti quasi inesistenti.
Manga di valore contenutistico elevato per il genere. Non apprezzo molto i disegni, che presentano sì personaggi visivamente simpatici fin da subito, ma che purtroppo lasciano spesso nel dubbio quando si tratta di distinguere i tratti relativi all'ambiente e agli oggetti, e lo stesso vale per molto vestiario. Nonostante la fatica in questo senso, a mio avviso "Usagi drop" è un bel manga, sicuramente dolce, maturo e dalla trama originale sotto molti aspetti. La realtà non è inzuccherata, ma ciò non significa che la vita debba essere erroneamente dipinta quale qualcosa di negativo in ogni sua espressione (anzi!), e questo è un concetto chiave nella realizzazione dell'opera.
Lo consiglio, anche se purtroppo risulta molto difficile reperire i volumi quattro e cinque dell'edizione italiana.
Lo consiglio, anche se purtroppo risulta molto difficile reperire i volumi quattro e cinque dell'edizione italiana.
Daikichi è un ragazzo sulla trentina che torna nel suo paese natale per via della morte di suo nonno. Arrivato a casa scopre che "il vecchio" ha avuto una figlia, nata dalla relazione con una ragazzina. Rin è il suo nome e la incontra per la prima volta proprio in occasione del funerale. Scossi dalla scoperta della bambina, i famigliari del nonno voglio darla in affidamento, ma Daikichi si ribella e decide di assumersene la responsabilità, portando a casa con se la piccola di soli 6 anni. Nasce così una storia complicata che vede un single scapigliato prendersi cura di un'orfana rimasta sola al mondo.
Il tratto di Yumi Unita è molto leggero, delicato e spesso essenziale ad indicare la volontà di descrivere in maniera semplice ma precisa i sentimenti e le emozioni che i personaggi provano. Come la stessa autrice ha confessato nell'intervista che potete leggere al termine del volume 10, ha prestato molta cura alle proporzioni, specie nei primi volumi in cui i due protagonisti hanno uno scarto fisico notevole per questioni di età, tentando il più possibile di riproporre una condizione reale. Nel complesso il tratto è anche molto dinamico e spensierato, a mio giudizio ideale per il tipo di storia.
L'edizione di GP Publishing / JPOP ha avuto una gestazione molto lunga; ci sono voluti infatti anni prima che il manga fosse tradotto e distribuito in toto, con molta preoccupazione per chi ha seguito la pubblicazione fin dai primi volumi. Presenti sovraccoperta e alcune pagine a colori; la carta adottata è di buona qualità. Ci sono diversi errori di battitura che possono infastidire, ma non danneggiano nel complesso la lettura. Prezzo di copertina di 5,90 euro a volume.
Passiamo ora all'analisi, tutt'altro che semplice, dello sviluppo che questo fumetto ha avuto nel tempo. Sempre in riferimento all'intervista, viene spiegato come Usagi Drop inizialmente fosse stato pensato come volume unico, aspetto intrecciato al finale, chiaro all'autrice fin da subito. Questi due elementi sono fondamentali per il fumetto stesso che subirà un'evoluzione inaspettata (ossia divenire una serie di 9 volumi + 1 di capitoli bonus di approfondimento) e che ha in un certo senso costretto la Unita a sviluppare nuovo materiale dando vita al terzo elemento fondamentale di questo manga, ossia la narrazione che cambia in momenti precisi e che ha fuorviato innumerevoli lettori.
Nei primi 4 volumi, in cui Rin era una bambina, il narratore era Daikichi, portando all'attenzione un aspetto difficilmente sviluppato in un manga: parlo del rapporto adulto-bambino, in questo caso visto con gli occhi del giovane tutore. Questa scelta ha interessato una grossa fetta di pubblico che si è avvicinato a Usagi Drop anche grazie all'adattamento anime (su cui non muovo commento perché non ancora visionato). Un simile lavoro è stato sviluppato dal (lodato da parte mia) manga "My Girl" di Mizu Sahara, a cui ho dedicato una breve recensione.
Dal volume n.6 al 9 la narrazione passa a Rin in età adolescenziale (16 anni,) portando elementi differenti, tipici di quell'età e che, a differenza del rapporto adulto-bambino, son stati proposti in tutte le salse nell'ambito del fumetto giapponese.
Questo passaggio, con l'evoluzione della trama annessa, è stato indice di rottura per molti lettori, che hanno notato un vistoso calo della qualità e dell'interesse verso la storia narrata. Tralasciamo poi le questioni morali inerenti, che chi ha letto tutto il fumetto avrà almeno temporaneamente anche solo pensato.
Il volume 10 invece è una sorta di approfondimento di alcuni aspetti legati soprattutto ai primi anni di affidamento di Rin a Daikichi in cui viene narrata per esempio la storia della cicatrice di Koki, coprotagonista. A mio giudizio può essere liberamente letto subito dopo i primi 4 albi.
Morale della favola, più che un giudizio preferisco instillare un cruccio: siamo sicuri che il problema del "calo qualitativo" sia dovuto ad un effettivo calo dell'opera o, piuttosto, la bravura dell'autrice nello sviluppare la prima parte della storia ha messo in ombra la reale e predefinita evoluzione?
Questo non mi è dato saperlo. Il dubbio rimane: vero è che i primi 4 volumi possono essere facilmente reputati di buona/ottima qualità mentre la seconda parte fino al volume 9 non eccelle se non in sporadici eventi. Il volume 10 lo cito come possibile "contorno" dei primi 4, come precedentemente spiegato.
Il mio consiglio è di apprezzare, se possibile, almeno i primi 4 volumi e non detestare eccessivamente i successivi che possono comunque essere una lettura fluida.
Il tratto di Yumi Unita è molto leggero, delicato e spesso essenziale ad indicare la volontà di descrivere in maniera semplice ma precisa i sentimenti e le emozioni che i personaggi provano. Come la stessa autrice ha confessato nell'intervista che potete leggere al termine del volume 10, ha prestato molta cura alle proporzioni, specie nei primi volumi in cui i due protagonisti hanno uno scarto fisico notevole per questioni di età, tentando il più possibile di riproporre una condizione reale. Nel complesso il tratto è anche molto dinamico e spensierato, a mio giudizio ideale per il tipo di storia.
L'edizione di GP Publishing / JPOP ha avuto una gestazione molto lunga; ci sono voluti infatti anni prima che il manga fosse tradotto e distribuito in toto, con molta preoccupazione per chi ha seguito la pubblicazione fin dai primi volumi. Presenti sovraccoperta e alcune pagine a colori; la carta adottata è di buona qualità. Ci sono diversi errori di battitura che possono infastidire, ma non danneggiano nel complesso la lettura. Prezzo di copertina di 5,90 euro a volume.
Passiamo ora all'analisi, tutt'altro che semplice, dello sviluppo che questo fumetto ha avuto nel tempo. Sempre in riferimento all'intervista, viene spiegato come Usagi Drop inizialmente fosse stato pensato come volume unico, aspetto intrecciato al finale, chiaro all'autrice fin da subito. Questi due elementi sono fondamentali per il fumetto stesso che subirà un'evoluzione inaspettata (ossia divenire una serie di 9 volumi + 1 di capitoli bonus di approfondimento) e che ha in un certo senso costretto la Unita a sviluppare nuovo materiale dando vita al terzo elemento fondamentale di questo manga, ossia la narrazione che cambia in momenti precisi e che ha fuorviato innumerevoli lettori.
Nei primi 4 volumi, in cui Rin era una bambina, il narratore era Daikichi, portando all'attenzione un aspetto difficilmente sviluppato in un manga: parlo del rapporto adulto-bambino, in questo caso visto con gli occhi del giovane tutore. Questa scelta ha interessato una grossa fetta di pubblico che si è avvicinato a Usagi Drop anche grazie all'adattamento anime (su cui non muovo commento perché non ancora visionato). Un simile lavoro è stato sviluppato dal (lodato da parte mia) manga "My Girl" di Mizu Sahara, a cui ho dedicato una breve recensione.
Dal volume n.6 al 9 la narrazione passa a Rin in età adolescenziale (16 anni,) portando elementi differenti, tipici di quell'età e che, a differenza del rapporto adulto-bambino, son stati proposti in tutte le salse nell'ambito del fumetto giapponese.
Questo passaggio, con l'evoluzione della trama annessa, è stato indice di rottura per molti lettori, che hanno notato un vistoso calo della qualità e dell'interesse verso la storia narrata. Tralasciamo poi le questioni morali inerenti, che chi ha letto tutto il fumetto avrà almeno temporaneamente anche solo pensato.
Il volume 10 invece è una sorta di approfondimento di alcuni aspetti legati soprattutto ai primi anni di affidamento di Rin a Daikichi in cui viene narrata per esempio la storia della cicatrice di Koki, coprotagonista. A mio giudizio può essere liberamente letto subito dopo i primi 4 albi.
Morale della favola, più che un giudizio preferisco instillare un cruccio: siamo sicuri che il problema del "calo qualitativo" sia dovuto ad un effettivo calo dell'opera o, piuttosto, la bravura dell'autrice nello sviluppare la prima parte della storia ha messo in ombra la reale e predefinita evoluzione?
Questo non mi è dato saperlo. Il dubbio rimane: vero è che i primi 4 volumi possono essere facilmente reputati di buona/ottima qualità mentre la seconda parte fino al volume 9 non eccelle se non in sporadici eventi. Il volume 10 lo cito come possibile "contorno" dei primi 4, come precedentemente spiegato.
Il mio consiglio è di apprezzare, se possibile, almeno i primi 4 volumi e non detestare eccessivamente i successivi che possono comunque essere una lettura fluida.
Daikichi viene a sapere dopo la morte di suo nonno che quest'ultimo ha avuto una bambina da una ragazza molto più giovane, che si occupava delle pulizie e che risulta roa irreperibile. La ragazza infatti ha abbandonato la figlia e nessuno dei parenti vuole prendersene cura, tranne Daikichi, che come scapolo trentenne non ha alcuna esperienza coi bambini.
Usagi Drop parla delle difficoltà quotidiane (anche burocratiche) di un genitore alle prese con un bambino, che cerca di capirne qualcosa tramite il confronto con altri genitori e rivalutando il rapporto coi propri.
Sarò severa col voto, lo premetto.
Usagi Drop è un josei di Yumi Unita, da cui è stata tratta anche una breve serie animata, ed è la sua opera più famosa.
E' stata una lettura piacevole fino a che l'autrice non ha deciso di distruggere tutto quello che aveva costruito fino a quel momento: per tutto il tempo vengono impostate delle relazioni tra i personaggi che all'ultimo vengono spazzate via e mischiate senza alcuna spiegazione plausibile. Pressappochismo e colpi di scena talmente banali e mal orchestrati da risultare ridicoli.
I personaggi interessanti c'erano: la mamma single di Koki, l'amichetto di Rin, con cui Daikichi si confronta spesso in quanto in una situazione simile di genitore single; e poi Masako, la madre di Rin, forse il personaggio più interessante di tutti, che però rimane sempre oscuro e poco chiaro.
Tante promesse lasciate a metà o totalmente disattese.
Passiamo ai disegni, di una semplicità disarmante, retinatura al minimo e anatomia molto fantasiosa, tuttavia nella loro essenzialità si sono rivelati funzionali e mai fastidiosi.
Commento negativo per l'edizione italiana della GP. Uscita con una periodicità dalla lentezza incredibile, è stato un calvario poterlo completare. Ha una buona sovraccoperta, se non fosse che nell'edizione giapponese sulla costina laterale della sovraccoperta si compone, mettendo tutti i volumi di fianco, la scritta "drop", mentre in quella italiana tutte le costine hanno un semicerchio identico (che sarebbe appunto il principio della d di "drop").
Usagi Drop parla delle difficoltà quotidiane (anche burocratiche) di un genitore alle prese con un bambino, che cerca di capirne qualcosa tramite il confronto con altri genitori e rivalutando il rapporto coi propri.
Sarò severa col voto, lo premetto.
Usagi Drop è un josei di Yumi Unita, da cui è stata tratta anche una breve serie animata, ed è la sua opera più famosa.
E' stata una lettura piacevole fino a che l'autrice non ha deciso di distruggere tutto quello che aveva costruito fino a quel momento: per tutto il tempo vengono impostate delle relazioni tra i personaggi che all'ultimo vengono spazzate via e mischiate senza alcuna spiegazione plausibile. Pressappochismo e colpi di scena talmente banali e mal orchestrati da risultare ridicoli.
I personaggi interessanti c'erano: la mamma single di Koki, l'amichetto di Rin, con cui Daikichi si confronta spesso in quanto in una situazione simile di genitore single; e poi Masako, la madre di Rin, forse il personaggio più interessante di tutti, che però rimane sempre oscuro e poco chiaro.
Tante promesse lasciate a metà o totalmente disattese.
Passiamo ai disegni, di una semplicità disarmante, retinatura al minimo e anatomia molto fantasiosa, tuttavia nella loro essenzialità si sono rivelati funzionali e mai fastidiosi.
Commento negativo per l'edizione italiana della GP. Uscita con una periodicità dalla lentezza incredibile, è stato un calvario poterlo completare. Ha una buona sovraccoperta, se non fosse che nell'edizione giapponese sulla costina laterale della sovraccoperta si compone, mettendo tutti i volumi di fianco, la scritta "drop", mentre in quella italiana tutte le costine hanno un semicerchio identico (che sarebbe appunto il principio della d di "drop").
<b>Attenzione, spoiler</b>
Questa recensione è per chi ha già letto il manga.
Sono tanti anni che seguo questo sito. Sono sempre stato un utente silenzioso, di quelli che legge e non commenta. Ho sempre avuto un atteggiamento intimistico sia agli anime che ai manga. Ho sempre letto le recensioni degli altri ed in base a quelle ho fatto i miei acquisti. Quindi complimenti. È la prima e credo unica recensione che scriverò e la scrivo per un solo motivo.
La storia di Usagi Drop è anche la mia. Mi è stata affidata una bambina di 6 anni, io ne ho 32. Non racconterò del perché questa bambina è nella mia custodia. La storia di Usagi Drop mi ha colpito nonostante il finale surreale, poiché senza offesa per l'autrice è surreale. Un tutore che si scarifica e cambia la sua vita per la piccola Rin, smette di fumare, non fa più tardi la sera, si autoeduca e diventa adulto. Tutto ciò è vero, gestire una bimba di quell'età non è semplice, bisogna capire e crescere con lei, esserle amico, ma anche autoritario, scarificarsi per lei.
La prima parte di Usagi Drop è un autentico capolavoro di emozioni: il freddo e volendo cinico Daikichi esce dal suo mondo e si educa ed in contemporanea educa. Due adulti poco più che trentenni che si incontrano, ma ci sono i figli di mezzo, ed allora eventuali amori vengono sopiti, poiché una ha un divorzio ed un figlio difficile, l'altro ha una bambina traumatizzata dall'abbandono che trova il sorriso e la voglia di essere bambina. Daikichi che è padre ma anche madre in una società come quella giapponese per nulla facile, il sacrificio a cui sono abituati i giapponesi è inconcepibile per noi. Una società affascinante ma impenetrabile per noi occidentali. La famiglia di lui che si preoccupa più per l'apparenza all'inizio per poi sciogliersi davanti a quegli occhi innocenti. Cambiare lavoro ,fare degli orari umani per non far stare una bimba di 6 anni fuori di casa dalle 7 del mattino alle 7 di sera, farla mangiare bene per uno abituato al Junk Food. Che capolavoro ha creato l'autrice.
Poi il salto di 10 anni e la piccola Rin che è cinquanta passi avanti rispetto ai suoi coetanei, basta prendere l'esempio di Reina. I problemi degli adolescenti che risultano incomprensibili ad un Daikichi che è sempre più padre. E Rin che ha le prime turbe ed il primo amore infranto. Poi d'improvviso il cambiamento e da qui in poi i fan si separano. Una ragazza di 16 anni che ama il suo tutore. Irreale? Quello sì, ma non per i sentimenti di Rin, bensì per quelli del suo tutore. I fan hanno puntato l'indice. Ma tutto ciò da un lato è sbagliato. Quante volte noi adulti abbiamo amato donne o uomini solo perché ci hanno dato affetto? Tante. Tutto qui quello che capita: lei è devota e grata al suo salvatore. Colui che le ha ridato un'infanzia che stare lontano da lui le sembra impossibile, l'amore è poi semplicemente la conseguenza. Ce lo dice lei nel finale. Dare luce ad un bimbo che sia felice come lo è stata lei. E quel bimbo deve essere da colui che l'ha salvata. Una sorta di complesso di Stoccolma in piccolo.
Ciò che mi lascia basito sul finale resta Daikichi. A 32 anni io non provo attrazione per le ragazze di 1618, tra 10 anni la mi "figlioccia" ne avrà 16 ed io 42. Per me è veramente impossibile immaginare una relazione tra un "vecchio" come me ed una ragazza di quell'età, che per quanto matura possa essere ai miei occhi resterà sempre una bambina che io ho accudito. Questo forse è stato il grande errore dell'autrice: spingersi oltre il confine stabilito, costruire un capolavoro/favola da raccontare ai bambini e lanciarsi sul più classico degli Harmony verso il finale. Sarebbe stato più poetico lasciare tutto invariato anche tra le coppie. La stessa madre di Kouki che all'improvviso si sposa, rompe quell'atmosfera da "Forse, magari più in là " che si era creata. In questo do ragione ai fan, una cantonata pazzesca. Ma la vita è imprevedibile ed i sentimenti con essa. Per il resto la prima parte del manga dal mio punto di vista è vita vera. E allora io mi rileggo quella e sono contento; d'altronde certe cose è meglio non proseguirle.
Questa recensione è per chi ha già letto il manga.
Sono tanti anni che seguo questo sito. Sono sempre stato un utente silenzioso, di quelli che legge e non commenta. Ho sempre avuto un atteggiamento intimistico sia agli anime che ai manga. Ho sempre letto le recensioni degli altri ed in base a quelle ho fatto i miei acquisti. Quindi complimenti. È la prima e credo unica recensione che scriverò e la scrivo per un solo motivo.
La storia di Usagi Drop è anche la mia. Mi è stata affidata una bambina di 6 anni, io ne ho 32. Non racconterò del perché questa bambina è nella mia custodia. La storia di Usagi Drop mi ha colpito nonostante il finale surreale, poiché senza offesa per l'autrice è surreale. Un tutore che si scarifica e cambia la sua vita per la piccola Rin, smette di fumare, non fa più tardi la sera, si autoeduca e diventa adulto. Tutto ciò è vero, gestire una bimba di quell'età non è semplice, bisogna capire e crescere con lei, esserle amico, ma anche autoritario, scarificarsi per lei.
La prima parte di Usagi Drop è un autentico capolavoro di emozioni: il freddo e volendo cinico Daikichi esce dal suo mondo e si educa ed in contemporanea educa. Due adulti poco più che trentenni che si incontrano, ma ci sono i figli di mezzo, ed allora eventuali amori vengono sopiti, poiché una ha un divorzio ed un figlio difficile, l'altro ha una bambina traumatizzata dall'abbandono che trova il sorriso e la voglia di essere bambina. Daikichi che è padre ma anche madre in una società come quella giapponese per nulla facile, il sacrificio a cui sono abituati i giapponesi è inconcepibile per noi. Una società affascinante ma impenetrabile per noi occidentali. La famiglia di lui che si preoccupa più per l'apparenza all'inizio per poi sciogliersi davanti a quegli occhi innocenti. Cambiare lavoro ,fare degli orari umani per non far stare una bimba di 6 anni fuori di casa dalle 7 del mattino alle 7 di sera, farla mangiare bene per uno abituato al Junk Food. Che capolavoro ha creato l'autrice.
Poi il salto di 10 anni e la piccola Rin che è cinquanta passi avanti rispetto ai suoi coetanei, basta prendere l'esempio di Reina. I problemi degli adolescenti che risultano incomprensibili ad un Daikichi che è sempre più padre. E Rin che ha le prime turbe ed il primo amore infranto. Poi d'improvviso il cambiamento e da qui in poi i fan si separano. Una ragazza di 16 anni che ama il suo tutore. Irreale? Quello sì, ma non per i sentimenti di Rin, bensì per quelli del suo tutore. I fan hanno puntato l'indice. Ma tutto ciò da un lato è sbagliato. Quante volte noi adulti abbiamo amato donne o uomini solo perché ci hanno dato affetto? Tante. Tutto qui quello che capita: lei è devota e grata al suo salvatore. Colui che le ha ridato un'infanzia che stare lontano da lui le sembra impossibile, l'amore è poi semplicemente la conseguenza. Ce lo dice lei nel finale. Dare luce ad un bimbo che sia felice come lo è stata lei. E quel bimbo deve essere da colui che l'ha salvata. Una sorta di complesso di Stoccolma in piccolo.
Ciò che mi lascia basito sul finale resta Daikichi. A 32 anni io non provo attrazione per le ragazze di 1618, tra 10 anni la mi "figlioccia" ne avrà 16 ed io 42. Per me è veramente impossibile immaginare una relazione tra un "vecchio" come me ed una ragazza di quell'età, che per quanto matura possa essere ai miei occhi resterà sempre una bambina che io ho accudito. Questo forse è stato il grande errore dell'autrice: spingersi oltre il confine stabilito, costruire un capolavoro/favola da raccontare ai bambini e lanciarsi sul più classico degli Harmony verso il finale. Sarebbe stato più poetico lasciare tutto invariato anche tra le coppie. La stessa madre di Kouki che all'improvviso si sposa, rompe quell'atmosfera da "Forse, magari più in là " che si era creata. In questo do ragione ai fan, una cantonata pazzesca. Ma la vita è imprevedibile ed i sentimenti con essa. Per il resto la prima parte del manga dal mio punto di vista è vita vera. E allora io mi rileggo quella e sono contento; d'altronde certe cose è meglio non proseguirle.
"Usagi Drop" è una storia semplice, ma che riesce perfettamente a conquistare il lettore, con dei personaggi interessanti, complessi, ma allo stesso tempo realistici. La narrazione procede infondendo un senso di tranquillità, di malinconia mista alla dolcezza, alternando dei momenti divertenti, ad altri più intimi e riflessivi, avvalendosi di un disegno pulito e minimalista, con tavole luminose ed essenziali, che servono a focalizzare l'attenzione sui personaggi, rispetto all'ambientazione e agli sfondi delle loro azioni. La poesia e le atmosfere che si respirano, in "Usagi Drop", la rendono una serie piacevole e interessante sotto ogni aspetto.
Concludo dicendo che la particolarità di questa serie è la semplicità in cui ci viene rappresentato con estremo realismo, con equilibrio, con concretezza e un pizzico di leggerezza, la vita dei protagonisti, dalle cose più banali della quotidianità, alle difficoltà che si presentano nel riorganizzarsi e nell'affrontare i problemi di cui non si era assolutamente a conoscenza.
"Usagi Drop" è un'opera interessante. Non perdete l'occasione di poter collezionare questa serie, che sento di consigliarvi; il mio voto è positivo, in quanto ha saputo trasmettermi delle bellissime sensazioni e mi ha colpito la semplicità in cui viene narrata la storia, quindi si merita un bel 9 pieno.
Concludo dicendo che la particolarità di questa serie è la semplicità in cui ci viene rappresentato con estremo realismo, con equilibrio, con concretezza e un pizzico di leggerezza, la vita dei protagonisti, dalle cose più banali della quotidianità, alle difficoltà che si presentano nel riorganizzarsi e nell'affrontare i problemi di cui non si era assolutamente a conoscenza.
"Usagi Drop" è un'opera interessante. Non perdete l'occasione di poter collezionare questa serie, che sento di consigliarvi; il mio voto è positivo, in quanto ha saputo trasmettermi delle bellissime sensazioni e mi ha colpito la semplicità in cui viene narrata la storia, quindi si merita un bel 9 pieno.
Il primo aggettivo che mi viene naturale collegare ad "Usagi Drop" è "spiazzante". Lo ammetto, mi aspettavo un diverso corso della storia e probabilmente il mio voto a questo manga è condizionato dal disappunto che ho provato.
Al funerale del nonno Daikichi conosce Rin, una bambina di 6 anni che scoprirà essere figlia del defunto e quindi sua zia. Nessun parente vuole prendersene cura e Daikichi, disgustato dai discorsi dei familiari, decide di occuparsene di persona. Inizia così questo slice of life, con uno scapolo trentenne abituato ad un'esistenza libera e incentrata su di sé che dovrà cambiare stile di vita e priorità per il bene della piccola.
Il lettore viene catapultato nella quotidianità di Daikichi, con le sue difficoltà a far combaciare il lavoro con l'impegno che si è preso, ma anche con le piccole gioie che gli procurano la vicinanza e l'affetto di Rin. I primi volumi comunicano molta tenerezza, Daikichi viene coinvolto dal candore e semplicità della bambina e anche il lettore più duro non può evitare un po' di commozione data la naturale immedesimazione che avviene con il personaggio di Daikichi.
Ho parlato di manga spiazzante perché all'improvviso avviene un salto temporale di dieci anni e la graziosa bimbetta è diventata una seria ragazzina sedicenne. Daikichi invece sembra sempre il solito e questo mi ha un po' urtata, ma ho trovato interessante la quotidianità di uno pseudo-padre single alle prese coi turbamenti adolescenziali (e non solo) della figlia. I personaggi sono ancora piacevoli, è interessante come sia cresciuto Kouki, l'amichetto d'infanzia di Rin, come il rapporto tra i due sia evoluto e pure come Daikichi ricopra il ruolo di figura di riferimento per il ragazzo. Il ménage familiare di Rin e Daikichi invece mi sembra più oscuro, ci sono flashback ma non appagano la mia curiosità su come possa essere proceduta la loro convivenza e questo mi lascia un po' insoddisfatta come lettrice. Anche per il finale uso la parola "spiazzante", non che sia brutto o altro, ma lo considero parecchio forzato e innaturale, a mio avviso non c'è un adeguato svolgimento dei fatti per renderlo pienamente plausibile.
I personaggi di questo manga sono ottimamente caratterizzati, risulta molto facile simpatizzare con loro, oltre ai due protagonisti entrano con naturalezza nel cuore del lettore anche il pestifero Kouki e la sua dolce mamma single. L'unico personaggio su cui nutro grosse riserve è la madre di Rin, la ritengo troppo al di sopra delle righe per far parte di questo josei.
Consiglio questo manga? Certo, se amate gli slice of life fa proprio per voi; personalmente, anche se certi punti non sono stati di mio gradimento, lo considero di gran lunga superiore alla media, quindi un titolo da non lasciarsi sfuggire.
Al funerale del nonno Daikichi conosce Rin, una bambina di 6 anni che scoprirà essere figlia del defunto e quindi sua zia. Nessun parente vuole prendersene cura e Daikichi, disgustato dai discorsi dei familiari, decide di occuparsene di persona. Inizia così questo slice of life, con uno scapolo trentenne abituato ad un'esistenza libera e incentrata su di sé che dovrà cambiare stile di vita e priorità per il bene della piccola.
Il lettore viene catapultato nella quotidianità di Daikichi, con le sue difficoltà a far combaciare il lavoro con l'impegno che si è preso, ma anche con le piccole gioie che gli procurano la vicinanza e l'affetto di Rin. I primi volumi comunicano molta tenerezza, Daikichi viene coinvolto dal candore e semplicità della bambina e anche il lettore più duro non può evitare un po' di commozione data la naturale immedesimazione che avviene con il personaggio di Daikichi.
Ho parlato di manga spiazzante perché all'improvviso avviene un salto temporale di dieci anni e la graziosa bimbetta è diventata una seria ragazzina sedicenne. Daikichi invece sembra sempre il solito e questo mi ha un po' urtata, ma ho trovato interessante la quotidianità di uno pseudo-padre single alle prese coi turbamenti adolescenziali (e non solo) della figlia. I personaggi sono ancora piacevoli, è interessante come sia cresciuto Kouki, l'amichetto d'infanzia di Rin, come il rapporto tra i due sia evoluto e pure come Daikichi ricopra il ruolo di figura di riferimento per il ragazzo. Il ménage familiare di Rin e Daikichi invece mi sembra più oscuro, ci sono flashback ma non appagano la mia curiosità su come possa essere proceduta la loro convivenza e questo mi lascia un po' insoddisfatta come lettrice. Anche per il finale uso la parola "spiazzante", non che sia brutto o altro, ma lo considero parecchio forzato e innaturale, a mio avviso non c'è un adeguato svolgimento dei fatti per renderlo pienamente plausibile.
I personaggi di questo manga sono ottimamente caratterizzati, risulta molto facile simpatizzare con loro, oltre ai due protagonisti entrano con naturalezza nel cuore del lettore anche il pestifero Kouki e la sua dolce mamma single. L'unico personaggio su cui nutro grosse riserve è la madre di Rin, la ritengo troppo al di sopra delle righe per far parte di questo josei.
Consiglio questo manga? Certo, se amate gli slice of life fa proprio per voi; personalmente, anche se certi punti non sono stati di mio gradimento, lo considero di gran lunga superiore alla media, quindi un titolo da non lasciarsi sfuggire.
Un bel manga, indubbiamente, per i primi 7 volumi, ma la china che prendono gli avvenimenti alla fine non mi ha soddisfatta neanche un po'.
Ma partiamo con ordine.
<b>[ATTENZIONE, SPOILER!]</b>
C'è Daikichi, un trentenne scapolo, forse un po' inaffidabile, forse nemmeno il più acuto in circolazione, che per decisione improvvisa decide di prendersi cura come un padre di una bambina di 6 anni, Rin. La bimba parla poco, sembra sbucata dal nulla ed è sua zia, perché appare essere la figlia illegittima del nonno appena defunto, ma la famiglia sembra più incline a vergognarsi nascondendo la testa sotto la sabbia che ad affrontare la questione in maniera umana. Da qui, la decisione improvvisa di Daikichi.
Costui è un uomo capace di riscattarsi immediatamente da un'esistenza di egoista solitudine, dimostrando di possedere, alla bisogna, abbondanza di spina dorsale: smette di bere e uscire la sera, si immerge subito completamente nelle necessità quotidiane della bimba al punto da cambiare lavoro, abitudini, programmi per il futuro, come e più di un vero padre. Grazie anche al saltuario aiuto di Nitani, vicina di casa e madre del piccolo terremoto Kouki, riuscirà a dare a Rin quella felicità a cui non pareva essere destinata dato che, alla morte del nonno di Daikichi, la madre era scomparsa, abbandonandola improvvisamente. Ne faremo comunque la conoscenza durante il progredire della storia.
Dopo le prime, dettagliate vicende che riguardano Rin intorno ai tempi dell'asilo e delle elementari, facciamo un salto di 10 anni e la ritroviamo sedicenne, alle prese coi primi problemi di cuore. Il goffo Kouki è diventato grande e, dopo averla protetta ed esserci cresciuto insieme, le fa un filo spietato, ma Rin non ci legge, chissà come mai. Nel frattempo, anche Daikichi e Nitani hanno avuto il loro momento di avvicinamento, che però finisce in un nulla di fatto: ognuno dei due pensa di doversi sacrificare per il bene del figlio, per non disturbare la dedizione dell'altro, e altre riflessioni tipiche da soap opera.
Arriviamo quindi al momento in cui un disperato Kouki si lascia sfuggire con Daikichi il motivo per cui Rin non solo non vuole uscire con lui, ma nemmeno con un altro qualsiasi ragazzo.
Mi sono piaciuti tantissimo i disegni. Rin è adorabile e anche i protagonisti maschili sono gradevoli alla vista, pur non essendo modelli di bellezza. La storia è comprensibilissima, le scene non sono mai confusionarie, la fruibilità è totale. Pulito, ordinato, una meraviglia per gli occhi e per l'intelletto.
Immagino sia abbastanza accurato nella descrizione delle problematiche di crescita di un bambino in Giappone, del resto descrive cose così spicciole che sarebbe difficile fossero inventate.
Ho particolarmente apprezzato l'approfondimento caratteriale e psicologico dei primi volumi, le dinamiche delle relazioni interpersonali, il fatto che si vedono nascere, crescere e sviluppare i rapporti. E' bellissima la descrizione del mondo infantile, profondamente poetica, commovente anche nelle situazioni comiche.
Il problema di questo manga, se ve n'è uno al di fuori della mia personalissima percezione, è che, dopo aver alluso per tre quarti della storia a possibili relazioni fra i personaggi, non le sviluppa poi in quel senso. Ci si aspettano due coppie che invece non esisteranno, mentre ne esisterà una che, mi spiace, non posso approvare nemmeno con le rivelazioni dell'ultimo minuto. E non la approvo non solo per questioni morali, ma anche perché il colpo di scena non è condotto adeguatamente. Il padre putativo che per dieci anni ha avuto la forte spina dorsale di cui sopra, improvvisamente si fa camminare addosso come un tappetino e prende una decisione che potrebbe, e sottolineo potrebbe anche essere giusta, se fosse presa per motivi diversi. Se, da parte sua, ci fossero sentimenti diversi. Ma questi diversi sentimenti, se ci sono, sono appena accennati e coesistono con altri. Insomma, da qualunque parte la si guardi, è un finale pruriginoso, appiccicato con colla scadente, e rovina tutto il buono che era stato costruito in precedenza. Mai, come in questo caso, è davvero, davvero un gran peccato. Sarebbe stato meglio, in questo caso specifico, guidare in porto una o entrambe le coppie canoniche, piuttosto che inserire questo colpo di scena.
Avrei dato 9, davvero: ero così affascinata, leggendolo. Ora, se dessi retta alla delusione assegnerei un 6. Non è detto che non lo faccia.
Un manga davvero notevole, che micheles ha riassunto in maniera perfetta. Devo dire che la parte iniziale e quella finale mi hanno molto colpito. L'inizio del manga per la dolcezza e profondità dei personaggi che anche senza parlare con i loro gesti ed espressioni disegnate sapientemente riescono a trasmetterti tutti i loro dubbi e speranze. Il finale potrebbe essere considerato da alcuni scontato, ma personalmente mi ha colto un po' alla sprovvista e fatto riflettere su ciò che avrei fatto in quel caso in prima persona. Insomma, un must read se vi piace questo genere di manga.
Questo manga parte dalla stessa idea del più famoso "My Girl" di Mizu Sahara. In entrambi i casi si tratta di un giovane uomo che si trova a doversi occupare di una bambina. Nel caso di "My Girl" la bambina è la figlia del protagonista, di cui lui viene a conoscenza solo alla morte della madre; nel caso di "Usagi Drop" la bambina, Rin, è figlia illegittima del nonno e quindi zia del protagonista, Daikichi (notate che lui ha 30 anni, la zia 6!). Già da questo si capisce che rispetto a "My Girl" "Usagi Drop" ha qualche scena umoristica in più; non pensiate però che sia una lettura molto più leggera. È vero che la madre della piccola non è morta, ma l'ha pur sempre abbandonata (e scoprirete in corso d'opera il motivo).
"Usagi Drop" fa parte del genere "slice of life": rispetto a "My Girl" è meno sentimentale e più concreto, per molti versi più realistico. Per esempio, ci viene detto tutto delle difficoltà di trovare un asilo che possa ospitare Rin fintanto che Daikichi è al lavoro; ci viene spiegato in dettaglio cosa bisogna fare per iscrivere un bambino giapponese alla prima elementare (per esempio, lo sapevate che è necessario mettere un'etichetta con il nome del bambino su ogni oggetto posseduto dallo stesso? Lo sapevate che ad ogni bambino viene consegnato un fischietto da suonare in caso di emergenze?). Inoltre ci vengono spiegate le preoccupazioni molto concrete del protagonista, che alla fine decide di cambiare lavoro per essere più vicino alla piccola, nonché di fare un'assicurazione della vita, per ogni evenienza. Fortunatamente l'autrice sfrutta qualche artificio per alleggerire un tema che sarebbe troppo drammatico altrimenti. Tra questi artifici c'è l'idea simpatica del nonno che ha una figlia illegittima. Il motivo per cui la bambina viene abbandonata è la professione della madre: quando verrà rivelata capirete molte cose (non vi anticipo nulla per non fare spoiler).
<b>[Attenzione, possibili spoiler.]</b>
Un altro aspetto molto originale è il fatto che "Usagi Drop" continua fino a quando la bambina cresce ed arriva ai sedici anni: vengono quindi discussi i problemi di un padre single che si trova con una ragazza adolescente. Mi è molto piaciuta la love story (mancata) tra Daikichi e Nitani, madre divorziata di un amico di Rin, specialmente per quello che NON succede: i due hanno tutti i motivi per mettersi insieme, ma non lo fanno perché troppo impegnati a crescere i figli rispettivi. Negli ultimi volumi la serie vira su tematiche amorose, per cui può essere che alla fine la loro storia proceda, ma non ne sono troppo sicuro, dato un manga non banale come questo.
<b>[Fine spoiler.]</b>
Dal punto di vista grafico, i disegni di "Usagi Drop" sono estremamente originali: l'autrice usa una tecnica di retinatura tipica dei comics americani anni cinquanta (avete presente le immagini di Roy Lichtenstein?) che non avevo mai visto usare in un manga. I personaggi sono disegnati all'occidentale (scordatevi gli occhi grandi e lo stile giapponese tradizionale) con uno stile molto personale. Il bianco domina in tutte le tavole, che sono estremamente luminose; c'è un fortissimo effetto di spazio vuoto ottenuto con l'assenza quasi totale di sfondi, a significare la non-importanza dello spazio esterno, per una serie tutta focalizzata sullo spazio interno. Sono notevoli gli abiti di Rin, disegnati in maniera curatissima con motivi geometrici semplici ma eleganti, in contrasto agli abiti degli altri personaggi, appena abbozzati. È chiaro il significato simbolico di tale tecnica: ci dice chiaramente che l'attenzione va focalizzata tutta sulla bambina, il personaggio centrale della serie. Il tema fondamentale di "Usagi Drop" infatti è quello del rispetto dell'infanzia: questo rispetto si vede non solo nella storia, ma anche e soprattutto nei disegni. Per questo motivo ho molto apprezzato la scelta di usare una grafica stilizzata, che è estremamente poetica se ci riflettete un attimo, anche se ci vuole un po' per abituarcisi.
A mio avviso "Usagi Drop" è superiore a "My Girl" (che pure è buono, ma un po' troppo sentimentale/malinconico) sotto tutti i punti di vista: è un peccato che non sia stato ancora pubblicato in Italia. Se volete leggere una serie intelligente, adatta anche a lettori quarantenni, che fa molto riflettere ma nello stesso tempo divertente e coinvolgente (la trama ha non pochi colpi di scena e sviluppi inaspettati), cercate di recuperarla in altre lingue.
P.S. I pensieri e le preoccupazioni di Daikichi sono resi alla perfezione, per cui ero convinto che l'autore di "Usagi Drop" fosse effettivamente un giovane padre. Invece Yumi Unita è una donna, ma non si riesce a capirlo assolutamente dal tratto grafico e neppure dalla storia. Tanto di cappello a Yumi per le sue capacità di comprensione dell'universo maschile.
"Usagi Drop" fa parte del genere "slice of life": rispetto a "My Girl" è meno sentimentale e più concreto, per molti versi più realistico. Per esempio, ci viene detto tutto delle difficoltà di trovare un asilo che possa ospitare Rin fintanto che Daikichi è al lavoro; ci viene spiegato in dettaglio cosa bisogna fare per iscrivere un bambino giapponese alla prima elementare (per esempio, lo sapevate che è necessario mettere un'etichetta con il nome del bambino su ogni oggetto posseduto dallo stesso? Lo sapevate che ad ogni bambino viene consegnato un fischietto da suonare in caso di emergenze?). Inoltre ci vengono spiegate le preoccupazioni molto concrete del protagonista, che alla fine decide di cambiare lavoro per essere più vicino alla piccola, nonché di fare un'assicurazione della vita, per ogni evenienza. Fortunatamente l'autrice sfrutta qualche artificio per alleggerire un tema che sarebbe troppo drammatico altrimenti. Tra questi artifici c'è l'idea simpatica del nonno che ha una figlia illegittima. Il motivo per cui la bambina viene abbandonata è la professione della madre: quando verrà rivelata capirete molte cose (non vi anticipo nulla per non fare spoiler).
<b>[Attenzione, possibili spoiler.]</b>
Un altro aspetto molto originale è il fatto che "Usagi Drop" continua fino a quando la bambina cresce ed arriva ai sedici anni: vengono quindi discussi i problemi di un padre single che si trova con una ragazza adolescente. Mi è molto piaciuta la love story (mancata) tra Daikichi e Nitani, madre divorziata di un amico di Rin, specialmente per quello che NON succede: i due hanno tutti i motivi per mettersi insieme, ma non lo fanno perché troppo impegnati a crescere i figli rispettivi. Negli ultimi volumi la serie vira su tematiche amorose, per cui può essere che alla fine la loro storia proceda, ma non ne sono troppo sicuro, dato un manga non banale come questo.
<b>[Fine spoiler.]</b>
Dal punto di vista grafico, i disegni di "Usagi Drop" sono estremamente originali: l'autrice usa una tecnica di retinatura tipica dei comics americani anni cinquanta (avete presente le immagini di Roy Lichtenstein?) che non avevo mai visto usare in un manga. I personaggi sono disegnati all'occidentale (scordatevi gli occhi grandi e lo stile giapponese tradizionale) con uno stile molto personale. Il bianco domina in tutte le tavole, che sono estremamente luminose; c'è un fortissimo effetto di spazio vuoto ottenuto con l'assenza quasi totale di sfondi, a significare la non-importanza dello spazio esterno, per una serie tutta focalizzata sullo spazio interno. Sono notevoli gli abiti di Rin, disegnati in maniera curatissima con motivi geometrici semplici ma eleganti, in contrasto agli abiti degli altri personaggi, appena abbozzati. È chiaro il significato simbolico di tale tecnica: ci dice chiaramente che l'attenzione va focalizzata tutta sulla bambina, il personaggio centrale della serie. Il tema fondamentale di "Usagi Drop" infatti è quello del rispetto dell'infanzia: questo rispetto si vede non solo nella storia, ma anche e soprattutto nei disegni. Per questo motivo ho molto apprezzato la scelta di usare una grafica stilizzata, che è estremamente poetica se ci riflettete un attimo, anche se ci vuole un po' per abituarcisi.
A mio avviso "Usagi Drop" è superiore a "My Girl" (che pure è buono, ma un po' troppo sentimentale/malinconico) sotto tutti i punti di vista: è un peccato che non sia stato ancora pubblicato in Italia. Se volete leggere una serie intelligente, adatta anche a lettori quarantenni, che fa molto riflettere ma nello stesso tempo divertente e coinvolgente (la trama ha non pochi colpi di scena e sviluppi inaspettati), cercate di recuperarla in altre lingue.
P.S. I pensieri e le preoccupazioni di Daikichi sono resi alla perfezione, per cui ero convinto che l'autore di "Usagi Drop" fosse effettivamente un giovane padre. Invece Yumi Unita è una donna, ma non si riesce a capirlo assolutamente dal tratto grafico e neppure dalla storia. Tanto di cappello a Yumi per le sue capacità di comprensione dell'universo maschile.