Ai-Ore! ~Amami!~
Ai-Ore è un'opera scritta dalla mangaka Mayu Shinjo e composta da cinque volumi. Mi è piaciuta subito dal primo volumetto perché è una storia con una trama molto originale e con personaggi caratterizzati in modo simpatico.
La storia di quest'albo tratta due cose: la prima, portare allo splendore un istituto maschile che è in rivalità con un importante istituto femminile; nel secondo punto, invece, viene preso in considerazione l'amore fra Mizuki (una studentessa del Liceo Femminile importante di cui, purtroppo, non ricordo il nome ma che, comunque, ho citato prima) e Akira, uno studente che appartiene all'istituto maschile. La loro storia d'amore viene molto spesso messa in difficoltà perché, come detto prima, si trovano in due scuole rivali.
Poi, dopo aver parlato della trama, prendo in considerazione la caratterizzazione dei personaggi principali. Io credo che sia stata molto carina l'idea di mettere Akira con l'aspetto di una ragazza e Mizuki come un ragazzo, perché è una cosa che non si vede spesso nei manga Shojo-Smut ed è stato proprio questo ciò che mi ha fatto innamorare di questo fumetto e questo è anche un punto a favore della Shinjo; oltre a ciò, questo rende anche molto simpatica la storia.
Altro punto: la grafica. Ammetto che, rispetto a Strofe D'Amore, dove i disegni erano veramente pessimi e squadrati, qui sono, invece, perfetti, lineari e senza squadratura. Gli sfondi anch'essi sono ottimi, belli chiari e senza sovrapposizione d'immagine. La lettura, infine, è molto scorrevole e non annoia per niente. Per quanto riguarda le mie considerazioni personali, io a quest'opera do un bel sette, premettendo anche il fatto che a me piacciono molto gli smut, ma non lo metto solo per questo. Metto questo voto per il semplice fatto che questa, finalmente, è un'opera in cui non conta solo ed esclusivamente il sesso come succede in tutte le opere di quest'autrice, ma l'amore e la voglia di lottare di Akira e Mizuki per stare, un giorno, finalmente insieme, senza nessuno che li disturbi.
La storia di quest'albo tratta due cose: la prima, portare allo splendore un istituto maschile che è in rivalità con un importante istituto femminile; nel secondo punto, invece, viene preso in considerazione l'amore fra Mizuki (una studentessa del Liceo Femminile importante di cui, purtroppo, non ricordo il nome ma che, comunque, ho citato prima) e Akira, uno studente che appartiene all'istituto maschile. La loro storia d'amore viene molto spesso messa in difficoltà perché, come detto prima, si trovano in due scuole rivali.
Poi, dopo aver parlato della trama, prendo in considerazione la caratterizzazione dei personaggi principali. Io credo che sia stata molto carina l'idea di mettere Akira con l'aspetto di una ragazza e Mizuki come un ragazzo, perché è una cosa che non si vede spesso nei manga Shojo-Smut ed è stato proprio questo ciò che mi ha fatto innamorare di questo fumetto e questo è anche un punto a favore della Shinjo; oltre a ciò, questo rende anche molto simpatica la storia.
Altro punto: la grafica. Ammetto che, rispetto a Strofe D'Amore, dove i disegni erano veramente pessimi e squadrati, qui sono, invece, perfetti, lineari e senza squadratura. Gli sfondi anch'essi sono ottimi, belli chiari e senza sovrapposizione d'immagine. La lettura, infine, è molto scorrevole e non annoia per niente. Per quanto riguarda le mie considerazioni personali, io a quest'opera do un bel sette, premettendo anche il fatto che a me piacciono molto gli smut, ma non lo metto solo per questo. Metto questo voto per il semplice fatto che questa, finalmente, è un'opera in cui non conta solo ed esclusivamente il sesso come succede in tutte le opere di quest'autrice, ma l'amore e la voglia di lottare di Akira e Mizuki per stare, un giorno, finalmente insieme, senza nessuno che li disturbi.
Ai-Ore è un'opera scritta dalla mangaka Mayu Shinjo composta da cinque volumi. Essa mi è piaciuta subito dal primo volumetto perché è una storia con una trama molto originale e con personaggi caratterizzati in modo simpatico. La storia di quest'albo tratta due cose: la prima, di portare allo splendore un istituto maschile che è in rivalità con un importante istituto femminile; nel secondo punto, invece, viene preso in considerazione l'amore fra Mizuki (una studentessa del Liceo Femminile importante di cui, purtroppo, non ricordo il nome ma che, comunque, ho citato prima) e Akira, uno studente che appartiene all'istituto maschile. La loro storia d'amore viene molto spesso messa in difficoltà perché questi due istituti non vanno per niente d'accordo perché, come detto prima, sono due scuole rivali.
Poi, dopo aver parlato della trama, prendo in considerazione la caratterizzazione dei personaggi principali. Io credo che sia stata molto carina l'idea di mettere Akira con l'aspetto di una ragazza e Mizuki come un ragazzo, perché è una cosa che non si vede spesso nei manga Shojo-Smut, ed è stato proprio questo ciò che mi ha fatto innamorare di questo fumetto e questo è anche un punto a favore della Shinjo; oltre a ciò, questo rende anche molto simpatica la storia.
Altro punto: la grafica. Ammetto che, rispetto a Strofe D'Amore dove i disegni erano veramente pessimi e squadrati, qui sono, invece, perfetti, ben lineari, e senza squadratura. Gli sfondi anch'essi sono ottimi, bei chiari e senza sovrapposizione d'immagine. La lettura, infine, è molto scorrevole e non annoia per niente. Per quanto riguarda le mie considerazioni personali, io a quest'opera do un bel sette, premettendo anche il fatto che a me piacciono molto gli smut, ma non lo metto solo per questo. Metto questo voto per il semplice fatto che questa, finalmente, è un'opera in cui non conta solo ed esclusivamente il sesso come succede in tutte le opere di quest'autrice, ma l'amore e la voglia di lottare di Akira e Mizuki per stare, un giorno, finalmente insieme, senza nessuno che li disturbi.
Poi, dopo aver parlato della trama, prendo in considerazione la caratterizzazione dei personaggi principali. Io credo che sia stata molto carina l'idea di mettere Akira con l'aspetto di una ragazza e Mizuki come un ragazzo, perché è una cosa che non si vede spesso nei manga Shojo-Smut, ed è stato proprio questo ciò che mi ha fatto innamorare di questo fumetto e questo è anche un punto a favore della Shinjo; oltre a ciò, questo rende anche molto simpatica la storia.
Altro punto: la grafica. Ammetto che, rispetto a Strofe D'Amore dove i disegni erano veramente pessimi e squadrati, qui sono, invece, perfetti, ben lineari, e senza squadratura. Gli sfondi anch'essi sono ottimi, bei chiari e senza sovrapposizione d'immagine. La lettura, infine, è molto scorrevole e non annoia per niente. Per quanto riguarda le mie considerazioni personali, io a quest'opera do un bel sette, premettendo anche il fatto che a me piacciono molto gli smut, ma non lo metto solo per questo. Metto questo voto per il semplice fatto che questa, finalmente, è un'opera in cui non conta solo ed esclusivamente il sesso come succede in tutte le opere di quest'autrice, ma l'amore e la voglia di lottare di Akira e Mizuki per stare, un giorno, finalmente insieme, senza nessuno che li disturbi.
Ai-Ore è un'opera scritta dalla mangaka Mayu Shinjo composta da cinque volumi. Essa mi è piaciuta subito dal primo volumetto perché è una storia con una trama molto originale e con personaggi caratterizzati in modo simpatico. La storia di quest'albo tratta due cose: la prima, di portare allo splendore un istituto maschile che è in rivalità con un importante istituto femminile; nel secondo punto, invece, viene preso in considerazione l'amore fra Mizuki (una studentessa del Liceo Femminile importante di cui, purtroppo, non ricordo il nome ma che, comunque, ho citato prima) e Akira, uno studente che appartiene all'istituto maschile. La loro storia d'amore viene molto spesso messa in difficoltà perché questi due istituti non vanno per niente d'accordo perché, come detto prima, sono due scuole rivali.
Poi, dopo aver parlato della trama, prendo in considerazione la caratterizzazione dei personaggi principali. Io credo che sia stata molto carina l'idea di mettere Akira con l'aspetto di una ragazza e Mizuki come un ragazzo, perché è una cosa che non si vede spesso nei manga Shojo-Smut, ed è stato proprio questo ciò che mi ha fatto innamorare di questo fumetto e questo è anche un punto a favore della Shinjo; oltre a ciò, questo rende anche molto simpatica la storia.
Altro punto: la grafica. Ammetto che, rispetto a Strofe D'Amore dove i disegni erano veramente pessimi e squadrati, qui sono, invece, perfetti, ben lineari, e senza squadratura. Gli sfondi anch'essi sono ottimi, bei chiari e senza sovrapposizione d'immagine. La lettura, infine, è molto scorrevole e non annoia per niente. Per quanto riguarda le mie considerazioni personali, io a quest'opera do un bel sette, premettendo anche il fatto che a me piacciono molto gli smut, ma non lo metto solo per questo. Metto questo voto per il semplice fatto che questa, finalmente, è un'opera in cui non conta solo ed esclusivamente il sesso come succede in tutte le opere di quest'autrice, ma l'amore e la voglia di lottare di Akira e Mizuki per stare, un giorno, finalmente insieme, senza nessuno che li disturbi.
Poi, dopo aver parlato della trama, prendo in considerazione la caratterizzazione dei personaggi principali. Io credo che sia stata molto carina l'idea di mettere Akira con l'aspetto di una ragazza e Mizuki come un ragazzo, perché è una cosa che non si vede spesso nei manga Shojo-Smut, ed è stato proprio questo ciò che mi ha fatto innamorare di questo fumetto e questo è anche un punto a favore della Shinjo; oltre a ciò, questo rende anche molto simpatica la storia.
Altro punto: la grafica. Ammetto che, rispetto a Strofe D'Amore dove i disegni erano veramente pessimi e squadrati, qui sono, invece, perfetti, ben lineari, e senza squadratura. Gli sfondi anch'essi sono ottimi, bei chiari e senza sovrapposizione d'immagine. La lettura, infine, è molto scorrevole e non annoia per niente. Per quanto riguarda le mie considerazioni personali, io a quest'opera do un bel sette, premettendo anche il fatto che a me piacciono molto gli smut, ma non lo metto solo per questo. Metto questo voto per il semplice fatto che questa, finalmente, è un'opera in cui non conta solo ed esclusivamente il sesso come succede in tutte le opere di quest'autrice, ma l'amore e la voglia di lottare di Akira e Mizuki per stare, un giorno, finalmente insieme, senza nessuno che li disturbi.
Ai-Ore - Amami, è un manga di Mayu Shinjo pubblicato dalla Star Comics. Io mi chiedo: perché sono presenti tante recensioni negative riguardo a quest'albo? A mio parere non sembra scandaloso; anzi, tutt'altro! Codesto fumetto è davvero delizioso e simpatico al tempo stesso; la trama non è per niente difficile da capire perché oltre a parlare della "complicata" e indecisa relazione amorosa fra i due protagonisti, tratta anche di portare a un livello buono il Liceo Maschile (ora mi sfugge il nome), poiché esso è stato sempre in competizione con il famigerato Liceo Femminile, il Saint-Nobara. La cosa che rende molto originale questo fumetto è il fatto di presentare la protagonista femminile come un ragazzo e quello maschile come una ragazza; e in più, mi devo complimentare con Mayu, con la grafica ha fatto davvero un ottimo lavoro stavolta! È davvero molto bella rispetto all'albo di Strofe D'amore o di Love Celeb: i personaggi sono davvero caratterizzati bene e non c'è alcuna sovrapposizione d'immagine. Gli sfondi sono perfetti e questo rende molto facile la lettura che è piuttosto scorrevole. In conclusione, do un bell'otto a questo fumetto perché, oltre ad essere anch'io un'appassionata di smut, adoro quest'albo che, ripeto, è molto divertente, romantico e adorabile.
Un lui che sembra una lei ed una lei che sembra un lui... Una strana coppia per giunta mal assortita, sono i protagonisti di questo manga, diviso tra musica e scuola. Tutta la serie gira intorno al rapporto travagliato dei due protagonisti e del loro continuo non capirsi...Una sorta di commedia scolastica sui doppi sensi e sulle molestie gratuite al quale il protagonista è assoggettato solo perchè esteticamente ricorda un docile fanciulla, ma in sostanza non è poi neanche questo...Insomma sinceramente Ai-Ore è un titolo che non saprei proprio come classificare, perché non ha una vera trama, non ha personaggi di rilievo o carismatici...non ha nulla di nulla. Mi sono intestardita nel voler comunque portare a termine la lettura di questa mini-serie, ma sinceramente non merita un granché e non la consiglierei a nessuno. Mi spiace davvero, ma il mio voto è 3 e credetemi, è già alto come voto.
Mizuki è l'idolo della sua scuola femminile, il Saint Nobara: è bella, simpatica, suona in una band ed è mascolina (cosa che attrae parecchio le compagne).
Akira è l'idolo della sua scuola maschile: è carinissimo, apparentemente dolce, suona in una band ed è molto femminile tant'è che i suoi compagni lo trattano come se fosse una ragazza. A scuola lei è il principe e lui la principessa.
Mizuki e Akira, che suonano nella stessa band, sono fidanzati da subito, di conseguenza il manga parla della loro storia d'amore ricca di incertezze, situazioni ambigue, minacce, gelosie, momenti felici e quant'altro.
Personalmente le storie Gender Bender a me non sono mai piaciute, ma speravo che questa sarebbe stata carina, invece mi ha totalmente delusa.
Ai-Ore! è un manga che a me non è piaciuto per niente, anche solo per il fatto che è partito con i protagonisti già fidanzati (situazione che odio, a meno che il manga non sia strutturato davvero bene). I protagonisti non hanno bei caratteri: lei è una piagnucolona, lui il ragazzo dalla doppia personalità estremamente voglioso. Forse l'idea iniziale se fosse stata elaborata diversamente avrebbe avuto un impatto migliore, ma purtroppo lo sviluppo della trama è stato un disastro poiché non c'è una vera e propria storia. Non ho dato a questo manga una grave insufficienza grazie a due personaggi:
Banbi, che mi è piaciuto perché intanto era ben disegnato e poi era l'unico con una bella personalità, un po' cupo però molto dolce, soprattutto nei confronti di Akira.
E Ryuga, personaggio parecchio stupido, che però a me ha fatto ridere tantissimo, non so perché ma mi è piaciuto, ho adorato la sua faccia sconvolta nel constatare che Akira era un maschio.
Tuttavia, essendo personaggi secondari, non bastano per dare la sufficienza a questo manga. Sconsiglio la lettura di Ai-Ore!, anche perché è uno dei pochi che mi ha dato la tentazione di stopparne l'acquisto, cosa che poi non ho fatto perché odio avere le serie a metà. Insomma, Ai-Ore! è un manga nel quale non vengono approfonditi né personaggi né la storia in sé, e si sa che un manga deve avere almeno uno dei due requisiti sopra citati.
Akira è l'idolo della sua scuola maschile: è carinissimo, apparentemente dolce, suona in una band ed è molto femminile tant'è che i suoi compagni lo trattano come se fosse una ragazza. A scuola lei è il principe e lui la principessa.
Mizuki e Akira, che suonano nella stessa band, sono fidanzati da subito, di conseguenza il manga parla della loro storia d'amore ricca di incertezze, situazioni ambigue, minacce, gelosie, momenti felici e quant'altro.
Personalmente le storie Gender Bender a me non sono mai piaciute, ma speravo che questa sarebbe stata carina, invece mi ha totalmente delusa.
Ai-Ore! è un manga che a me non è piaciuto per niente, anche solo per il fatto che è partito con i protagonisti già fidanzati (situazione che odio, a meno che il manga non sia strutturato davvero bene). I protagonisti non hanno bei caratteri: lei è una piagnucolona, lui il ragazzo dalla doppia personalità estremamente voglioso. Forse l'idea iniziale se fosse stata elaborata diversamente avrebbe avuto un impatto migliore, ma purtroppo lo sviluppo della trama è stato un disastro poiché non c'è una vera e propria storia. Non ho dato a questo manga una grave insufficienza grazie a due personaggi:
Banbi, che mi è piaciuto perché intanto era ben disegnato e poi era l'unico con una bella personalità, un po' cupo però molto dolce, soprattutto nei confronti di Akira.
E Ryuga, personaggio parecchio stupido, che però a me ha fatto ridere tantissimo, non so perché ma mi è piaciuto, ho adorato la sua faccia sconvolta nel constatare che Akira era un maschio.
Tuttavia, essendo personaggi secondari, non bastano per dare la sufficienza a questo manga. Sconsiglio la lettura di Ai-Ore!, anche perché è uno dei pochi che mi ha dato la tentazione di stopparne l'acquisto, cosa che poi non ho fatto perché odio avere le serie a metà. Insomma, Ai-Ore! è un manga nel quale non vengono approfonditi né personaggi né la storia in sé, e si sa che un manga deve avere almeno uno dei due requisiti sopra citati.
Ai-Ore è un manga di Mayu Shinjo edito in Italia da Star Comics.
E' la particolare trama di questo manga che spinge a comprarlo; riassumendola brevemente, le vicende ruotano attorno ad Akira e Mizuki: il primo un ragazzo dall'androgina bellezza tanto da venire spesso scambiato per una ragazza e che "vanta" il soprannome di "Principessa" tra i suoi compagni di dormitorio; la seconda una ragazza dall'aspetto mascolino tanto da vedersi affibbiare il soprannome di "Principe".
I due fanno parte di un gruppo musicale e sono fidanzati, per cui fondamentalmente il manga tratta delle vicissitudini della loro storia d'amore, vissuta tra alti e bassi.
L'idea di fondo è parsa carina, non era male pensare ad uno "scambio di ruoli" tra maschio e femmina, ma questa caratterizzazione sarebbe stata simpatica se fosse stata riservata solo ai protagonisti, perché era ciò che li contraddistingueva.
Quello che davvero lascia a desiderare quindi è che sia stata adattata praticamente a tutti gli altri personaggi, non tanto per quanto riguarda quelli maschili, ma quelli femminili: la maggior parte delle ragazze di questo manga ricordano dei ragazzi.
Anche per quanto riguarda i ragazzi non si può certo dire che siano ben riusciti, visto che gli unici dei quali è stata approfondita la conoscenza sono dei pervertiti cronici sempre avvezzi a rivolgere il 99% delle loro attenzioni ad Akira.
In conclusione, i personaggi in primis sono una pecca di questa storia: nessuno a parte i due protagonisti ha un carattere o una storia ben dettagliata, è proprio il caso di dire che i personaggi secondari sono utili esclusivamente a fare da contorno.
Che ci siano o non ci siano e la stessa cosa.
Tornano a trattare della trama, se inizialmente poteva incuriosire il lettore, dopo poco stufa per il semplice fatto che è stata mal gestita: la storia dei soprannomi assunti dai protagonisti, "Principe" e "Principessa", decade dopo praticamente il primo numero; il legame con la musica, dato dal fatto che i protagonisti fanno parte di un gruppo musicale, è praticamente nullo nei primi volumi per poi occupare tutti gli altri numeri del manga, ma anche le scene che trattano di questo sono totalmente vuote ed insignificanti; oltretutto questa storia non presenta una vera e propria fine, ma è lasciata apertamente al caso.
Per quanto riguarda il disegno non c'è nulla di positivo da dire: c'è decisamente di meglio, spesso è trascurato e in alcune immagini le proporzioni si perdono per strada.
Nonostante, tra quelle che ho letto, questa sia una delle migliori opere della Shinjo, non si merita più di un 3.
Assolutamente bocciato.
E' la particolare trama di questo manga che spinge a comprarlo; riassumendola brevemente, le vicende ruotano attorno ad Akira e Mizuki: il primo un ragazzo dall'androgina bellezza tanto da venire spesso scambiato per una ragazza e che "vanta" il soprannome di "Principessa" tra i suoi compagni di dormitorio; la seconda una ragazza dall'aspetto mascolino tanto da vedersi affibbiare il soprannome di "Principe".
I due fanno parte di un gruppo musicale e sono fidanzati, per cui fondamentalmente il manga tratta delle vicissitudini della loro storia d'amore, vissuta tra alti e bassi.
L'idea di fondo è parsa carina, non era male pensare ad uno "scambio di ruoli" tra maschio e femmina, ma questa caratterizzazione sarebbe stata simpatica se fosse stata riservata solo ai protagonisti, perché era ciò che li contraddistingueva.
Quello che davvero lascia a desiderare quindi è che sia stata adattata praticamente a tutti gli altri personaggi, non tanto per quanto riguarda quelli maschili, ma quelli femminili: la maggior parte delle ragazze di questo manga ricordano dei ragazzi.
Anche per quanto riguarda i ragazzi non si può certo dire che siano ben riusciti, visto che gli unici dei quali è stata approfondita la conoscenza sono dei pervertiti cronici sempre avvezzi a rivolgere il 99% delle loro attenzioni ad Akira.
In conclusione, i personaggi in primis sono una pecca di questa storia: nessuno a parte i due protagonisti ha un carattere o una storia ben dettagliata, è proprio il caso di dire che i personaggi secondari sono utili esclusivamente a fare da contorno.
Che ci siano o non ci siano e la stessa cosa.
Tornano a trattare della trama, se inizialmente poteva incuriosire il lettore, dopo poco stufa per il semplice fatto che è stata mal gestita: la storia dei soprannomi assunti dai protagonisti, "Principe" e "Principessa", decade dopo praticamente il primo numero; il legame con la musica, dato dal fatto che i protagonisti fanno parte di un gruppo musicale, è praticamente nullo nei primi volumi per poi occupare tutti gli altri numeri del manga, ma anche le scene che trattano di questo sono totalmente vuote ed insignificanti; oltretutto questa storia non presenta una vera e propria fine, ma è lasciata apertamente al caso.
Per quanto riguarda il disegno non c'è nulla di positivo da dire: c'è decisamente di meglio, spesso è trascurato e in alcune immagini le proporzioni si perdono per strada.
Nonostante, tra quelle che ho letto, questa sia una delle migliori opere della Shinjo, non si merita più di un 3.
Assolutamente bocciato.
Una buona idea, decisamente mal sfruttata.
In poche parole, questo è ciò che ho pensato, dopo aver letto ben cinque volumi di questo manga.
In primo luogo, l'editore lo ha spacciato per una storia completa, nonostante si tratti del segiuto di una precedente opera dell'autrice, rimasta inedita: non capisco cosa ci sia dietro a questa scelta editoriale, ma sorvoliamo.
Non si tratta dell'unica pecca che genera confusione nei lettori: le personalità dei due protagonisti sono assolutamente banali.
Per com'era stata presentata l'opera, mi aspettavo che la confusione maschio/femmina non si fermasse solo a livello fisico, ma mi sbagliavo: che nessuno venga a dirmi che quella piagnucolona di Mizuki ha un qualcosa di virile. Certo, Akira non è tanto meglio di lei, ma se per la Shinjo essere femminili significa avere sentimenti, direi che siamo messi male.
Se questi sono i protagonisti, non ci si può aspettare scintille dai personaggi di contorno (definirli secondari sarebbe una lusinga!).
Le amiche e gli amici dei protagonisti servono solo a commentare pietosamente le varie scenette e, qualche volta, ad arricchire le tavole con un minimo di fan service.
La trama, se di trama si può parlare, è del tutto lasciata al caso: l'opera non ha un inizio (ho già spiegato il motivo) e, strano ma vero, non ha nemmeno un finale: tutto si riassume con Akira che cerca di consolare l'insicura Mikuki, il loro rapporto non evolve minimamente nel corso dei cinque interminabili volumi!
Non si salvano nemmeno i disegni: c'è una scena con un ragazzo sotto la doccia che viola tutte le leggi dell'anatomia, ma credo che la staticità di questi personaggi sia ben riassunta nelle tavole a fianco, quindi non mi dilungo oltre.
Tornando indietro, non credo che l'avrei comprato: "Ai Ore!" non mi ha dato niente, ma la cosa che più mi ha indispettita è stata il modo in cui l'editore ha presentato questo manga.
In poche parole, questo è ciò che ho pensato, dopo aver letto ben cinque volumi di questo manga.
In primo luogo, l'editore lo ha spacciato per una storia completa, nonostante si tratti del segiuto di una precedente opera dell'autrice, rimasta inedita: non capisco cosa ci sia dietro a questa scelta editoriale, ma sorvoliamo.
Non si tratta dell'unica pecca che genera confusione nei lettori: le personalità dei due protagonisti sono assolutamente banali.
Per com'era stata presentata l'opera, mi aspettavo che la confusione maschio/femmina non si fermasse solo a livello fisico, ma mi sbagliavo: che nessuno venga a dirmi che quella piagnucolona di Mizuki ha un qualcosa di virile. Certo, Akira non è tanto meglio di lei, ma se per la Shinjo essere femminili significa avere sentimenti, direi che siamo messi male.
Se questi sono i protagonisti, non ci si può aspettare scintille dai personaggi di contorno (definirli secondari sarebbe una lusinga!).
Le amiche e gli amici dei protagonisti servono solo a commentare pietosamente le varie scenette e, qualche volta, ad arricchire le tavole con un minimo di fan service.
La trama, se di trama si può parlare, è del tutto lasciata al caso: l'opera non ha un inizio (ho già spiegato il motivo) e, strano ma vero, non ha nemmeno un finale: tutto si riassume con Akira che cerca di consolare l'insicura Mikuki, il loro rapporto non evolve minimamente nel corso dei cinque interminabili volumi!
Non si salvano nemmeno i disegni: c'è una scena con un ragazzo sotto la doccia che viola tutte le leggi dell'anatomia, ma credo che la staticità di questi personaggi sia ben riassunta nelle tavole a fianco, quindi non mi dilungo oltre.
Tornando indietro, non credo che l'avrei comprato: "Ai Ore!" non mi ha dato niente, ma la cosa che più mi ha indispettita è stata il modo in cui l'editore ha presentato questo manga.
Ho letto tutti i volumetti del manga con l'intensione di dare una recensione oggettiva fino alla fine, ma temo che un po' d'irritazione in merito alla lettura rimarrà ugualmente nel mio commento che, ad ogni modo, ha le sue motivazioni. Non sono qui per criticare chi ha adorato questo manga, ma credo che bisognerebbe notare alcuni punti che lo rendono una lettura sconsigliabile, per questo mi sento in dovere di avvisare il prossimo in merito alle brutte sorprese che ho avuto da "Ai-Ore!", così da evitarle proprio all'ignaro lettore.
Mayu Shinjo è la classica mangaka che ambienta le sue storie in contesti che dal nostro punto di vista potrebbero sembrare "particolari", ma che con l'andare del tempo non fanno che diventare noiosi, perché sebbene io non voglia citare la costante presenza della struttura scolastica e delle vicende che avvengono al suo interno, c'è pur da dire che il mondo dello spettacolo regna sovrano e incontrastato nelle sue idee, cosa che inizialmente poteva essere apprezzabile, ma dopo un titolo o al massimo due, la cosa risulta stancante. Il primo punto della mia recensione ha a che vedere proprio con questo, perciò lo chiameremo "Il contorno".
Il contorno di "Ai-Ore!" È fatto dal tema della musica, un tema che di per sé potrebbe essere interessante se sviluppato nella maniera corretta, ma in questi volumetti risulta come vuotato del suo significato. Le scene in cui la band di Mizuki suona sono totalmente spoglie, perché si limitano a quella comparsa sporadica senza avere una vera e propria rilevanza al livello della trama, anche perché l'unico aggancio con il mondo dello spettacolo è stato dato da Akira che, scambiato per una ragazza, viene abbordato da un pezzo grosso che vuole investire su di lui. È ridicolo, senza nessuna ombra di dubbio, perché tutto appare così statico, mentre i due continuano a fare un tira e molla insensato, s'infastidiscono per cose assurde, s'imbarazzano e agiscono senza un motivo logico verso strade incomprensibili. La stessa Mizuki rifiuta di partecipare all'idea proposta dallo sponsor di Akira, quindi rifiuta di far debuttare la sua band, ora il domandarsi il perché sarebbe riduttivo e ridicolo ancor più del fatto in sé, quindi non lo farò, mi limiterò solo a dire che quella ragazzina è un genio nel farsi scappare le opportunità. L'unico "attaccamento" che abbiamo nei confronti della musica è visibile quando Mizuki appare catatonica (o forse sotto effetto di stupefacenti, chissà) dinanzi al mondo che scorre accanto a lei perché la sua chitarra è andata a fuoco.
Il secondo punto che vorrei analizzare lo chiamerò semplicemente "Muzuki", ecco, lei è uno stereotipo e io detesto gli stereotipi, perché quasi nessuno sa adottarli al meglio, facendoli risultare inutili, vuoti, insignificanti e chi più ne ha più ne metta. Questo è il caso di Mizuki. Una donna dall'aspetto mascolino che sembra essere adorata da tutte le altre compagne della scuola, non è certo una cosa nuova - a parte che il motivo secondo il quale indossi i pantaloni nell'uniforme è a me ignoto -, ma è così strano vedere su di lei una melensa voglia di stare accanto al suo adorato Akira che va di pari passo al tentativo di allontanarlo. Perché lei s'inventi patetiche scuse per attirare la sua attenzione e allontanarlo è oscuro a molti, compresa me. È lagnosa, piagnucolona, indecentemente vittima del mondo, incapace di reagire e di prendere una posizione, insomma, Mizuki è un personaggio flemmatico, uno di quelli che io paragono alle Mary Sue delle fan fiction. Non ha un bel corpo, non sembra né uomo né donna, quasi un trans. Non ha che la musica come aspirazione di vita, ma nella trama non si nota. La cosa "bella" (per non dire brutta) di questo manga è che lo scopo è diventato "contorno".
Il terzo punto è quel poverino del protagonista, perciò lo identificherò con il suo nome: "Akira". Lui è un ragazzo come molti altri, non sembra avere un vero e proprio scopo nella vita se non quello di compiacere la sua donna dei sogni, perché giusto dei sogni stiamo parlando visto che Mizuki a fatica è un essere umano senziente e pensante. Canta nella band della ragazza sotto espresso desiderio di Kaoru, la precedente vocalist che lo ha raccomandato prima di partire per New York, ma il suo carattere è assurdo tanto quanto quello della protagonista femminile. Appare come una ragazza, non come un ragazzo, è il totale opposto di Mizuki, e fin qui nulla di strano, a parte che sembra un uke uscito da un Boy's Love, sempre bersagliato dagli amici che sembrano non solo sciocchi, ma anche maniaci. Il suo atteggiamento maschile a tratti cozza con la sua figura, cambiare il taglio degli occhi nelle vignette non modifica il suo perenne atteggiamento da cagnolino bastonato che segue l'osso in mano al padrone (Muzuki). Il suo scopo è "fare l'amore con Mizuki" e l'unica volta che ci va vicino afferma di non volerlo fare in quel momento. Stenderei un velo pietoso dinanzi a tutto ciò, considerando anche che il coraggio di Akira è stato ammirevole, avvicinarsi tanto a Mizuki è spaventoso. Si comporta come se potesse regalarle l'anima, ma la cosa macabra è che lei non la vuole. C'è poco da fare, è frigida.
Il prossimo punto che vorrei analizzare è chiamato "Il fotografo". Vorrei sapere da Mayu Shinjo il motivo dell'identità misteriosa del fotografo di Akira. Per quale arcano motivo gli italiani devono essere mostrati come i maniaci di turno in questo manga? Un vero latin lover? Chissà. Mi sono solo soffermata sul fatto che egli sia membro della famiglia reale italiana. Per quale motivo è a me ignoto, come molte altre cose del resto. Ha un carattere arcano anche lui, ma non voglio dilungarmi molto su questo personaggio, quello che dovevo dire in merito l'ho detto, anche perché aveva dato il via al suo solito pretesto per il sesso nel mondo dello spettacolo, peccato che Akira abbia rifiutato all'ultimo, altrimenti questo manga avrebbe avuto un 5 invece che un 2 da parte mia (la trama rimaneva ugualmente squallidissima).
L'ultimo punto è per tutti voi che avete letto la mia recensione, forse avrei dovuto metterlo all'inizio, ma non ne avevo voglia, perché lo scopo di questa mia recensione era quello di mettere in luce gli effettivi e visibili difetti di quest'opera.
Muzuki è una ragazza come tante altre, ha un sogno, un fidanzato e delle amiche. Akira è il suo ragazzo, ma la situazione è problematica, perché se egli sembra essere una ragazza, Mizuki appare come un uomo, ma nessuno dei due è come mostra la copertina, tutt'altro. Lei ha la tendenza a vittimizzarsi e a finire nei pasticci, addirittura fa invaghire uno dei migliori amici di Akira, mentre l'altro ha la perpetua convinzione che Akira sia una ragazza. Il manga procede su questa linea, mentre le persone vogliono separarli e loro tengono l'uno all'altra, terminando con il loro legame consolidato.
Ad ogni modo Akira non batte chiodo!
Mayu Shinjo è la classica mangaka che ambienta le sue storie in contesti che dal nostro punto di vista potrebbero sembrare "particolari", ma che con l'andare del tempo non fanno che diventare noiosi, perché sebbene io non voglia citare la costante presenza della struttura scolastica e delle vicende che avvengono al suo interno, c'è pur da dire che il mondo dello spettacolo regna sovrano e incontrastato nelle sue idee, cosa che inizialmente poteva essere apprezzabile, ma dopo un titolo o al massimo due, la cosa risulta stancante. Il primo punto della mia recensione ha a che vedere proprio con questo, perciò lo chiameremo "Il contorno".
Il contorno di "Ai-Ore!" È fatto dal tema della musica, un tema che di per sé potrebbe essere interessante se sviluppato nella maniera corretta, ma in questi volumetti risulta come vuotato del suo significato. Le scene in cui la band di Mizuki suona sono totalmente spoglie, perché si limitano a quella comparsa sporadica senza avere una vera e propria rilevanza al livello della trama, anche perché l'unico aggancio con il mondo dello spettacolo è stato dato da Akira che, scambiato per una ragazza, viene abbordato da un pezzo grosso che vuole investire su di lui. È ridicolo, senza nessuna ombra di dubbio, perché tutto appare così statico, mentre i due continuano a fare un tira e molla insensato, s'infastidiscono per cose assurde, s'imbarazzano e agiscono senza un motivo logico verso strade incomprensibili. La stessa Mizuki rifiuta di partecipare all'idea proposta dallo sponsor di Akira, quindi rifiuta di far debuttare la sua band, ora il domandarsi il perché sarebbe riduttivo e ridicolo ancor più del fatto in sé, quindi non lo farò, mi limiterò solo a dire che quella ragazzina è un genio nel farsi scappare le opportunità. L'unico "attaccamento" che abbiamo nei confronti della musica è visibile quando Mizuki appare catatonica (o forse sotto effetto di stupefacenti, chissà) dinanzi al mondo che scorre accanto a lei perché la sua chitarra è andata a fuoco.
Il secondo punto che vorrei analizzare lo chiamerò semplicemente "Muzuki", ecco, lei è uno stereotipo e io detesto gli stereotipi, perché quasi nessuno sa adottarli al meglio, facendoli risultare inutili, vuoti, insignificanti e chi più ne ha più ne metta. Questo è il caso di Mizuki. Una donna dall'aspetto mascolino che sembra essere adorata da tutte le altre compagne della scuola, non è certo una cosa nuova - a parte che il motivo secondo il quale indossi i pantaloni nell'uniforme è a me ignoto -, ma è così strano vedere su di lei una melensa voglia di stare accanto al suo adorato Akira che va di pari passo al tentativo di allontanarlo. Perché lei s'inventi patetiche scuse per attirare la sua attenzione e allontanarlo è oscuro a molti, compresa me. È lagnosa, piagnucolona, indecentemente vittima del mondo, incapace di reagire e di prendere una posizione, insomma, Mizuki è un personaggio flemmatico, uno di quelli che io paragono alle Mary Sue delle fan fiction. Non ha un bel corpo, non sembra né uomo né donna, quasi un trans. Non ha che la musica come aspirazione di vita, ma nella trama non si nota. La cosa "bella" (per non dire brutta) di questo manga è che lo scopo è diventato "contorno".
Il terzo punto è quel poverino del protagonista, perciò lo identificherò con il suo nome: "Akira". Lui è un ragazzo come molti altri, non sembra avere un vero e proprio scopo nella vita se non quello di compiacere la sua donna dei sogni, perché giusto dei sogni stiamo parlando visto che Mizuki a fatica è un essere umano senziente e pensante. Canta nella band della ragazza sotto espresso desiderio di Kaoru, la precedente vocalist che lo ha raccomandato prima di partire per New York, ma il suo carattere è assurdo tanto quanto quello della protagonista femminile. Appare come una ragazza, non come un ragazzo, è il totale opposto di Mizuki, e fin qui nulla di strano, a parte che sembra un uke uscito da un Boy's Love, sempre bersagliato dagli amici che sembrano non solo sciocchi, ma anche maniaci. Il suo atteggiamento maschile a tratti cozza con la sua figura, cambiare il taglio degli occhi nelle vignette non modifica il suo perenne atteggiamento da cagnolino bastonato che segue l'osso in mano al padrone (Muzuki). Il suo scopo è "fare l'amore con Mizuki" e l'unica volta che ci va vicino afferma di non volerlo fare in quel momento. Stenderei un velo pietoso dinanzi a tutto ciò, considerando anche che il coraggio di Akira è stato ammirevole, avvicinarsi tanto a Mizuki è spaventoso. Si comporta come se potesse regalarle l'anima, ma la cosa macabra è che lei non la vuole. C'è poco da fare, è frigida.
Il prossimo punto che vorrei analizzare è chiamato "Il fotografo". Vorrei sapere da Mayu Shinjo il motivo dell'identità misteriosa del fotografo di Akira. Per quale arcano motivo gli italiani devono essere mostrati come i maniaci di turno in questo manga? Un vero latin lover? Chissà. Mi sono solo soffermata sul fatto che egli sia membro della famiglia reale italiana. Per quale motivo è a me ignoto, come molte altre cose del resto. Ha un carattere arcano anche lui, ma non voglio dilungarmi molto su questo personaggio, quello che dovevo dire in merito l'ho detto, anche perché aveva dato il via al suo solito pretesto per il sesso nel mondo dello spettacolo, peccato che Akira abbia rifiutato all'ultimo, altrimenti questo manga avrebbe avuto un 5 invece che un 2 da parte mia (la trama rimaneva ugualmente squallidissima).
L'ultimo punto è per tutti voi che avete letto la mia recensione, forse avrei dovuto metterlo all'inizio, ma non ne avevo voglia, perché lo scopo di questa mia recensione era quello di mettere in luce gli effettivi e visibili difetti di quest'opera.
Muzuki è una ragazza come tante altre, ha un sogno, un fidanzato e delle amiche. Akira è il suo ragazzo, ma la situazione è problematica, perché se egli sembra essere una ragazza, Mizuki appare come un uomo, ma nessuno dei due è come mostra la copertina, tutt'altro. Lei ha la tendenza a vittimizzarsi e a finire nei pasticci, addirittura fa invaghire uno dei migliori amici di Akira, mentre l'altro ha la perpetua convinzione che Akira sia una ragazza. Il manga procede su questa linea, mentre le persone vogliono separarli e loro tengono l'uno all'altra, terminando con il loro legame consolidato.
Ad ogni modo Akira non batte chiodo!
Patetico. Questo è l'unico aggettivo con il quale io stessa definirei questo manga ma purtroppo non è possibile, pertanto vi spiegherò i motivi che mi hanno spinto a pensare sempre di più che questo titolo fosse calante e non crescente.
Partiamo con i protagonisti: Mizuki è una ragazza piuttosto mascolina ma che si comporta come una delle peggiori fanciulle timide e indifese quasi incapace di ogni azione se non quella di pensare troppo e di respingere il ragazzo che ama. Akira un ragazzo del tutto effeminato tanto effeminato che i suoi compagni di scuola lo costringono spesso e volentieri a vestirsi da donna per puro loro piacere. L'autrice a volte tenta di far agire Akira da uomo, ma il tutto appare blando visto il suo aspetto, fosse stato un Boys' love avrebbe avuto più senso.
Sdolcinato e melenso è un continuo dichiarazione d'amore tra i protagonisti che non concludono nulla, per cinque numeri si vede lei che non vuole assolutamente fare l'amore con lui, mentre Akira non vede l'ora, quasi diventa il suo pensiero fisso.
La Shinjo 'sta volta si è battuta da che i suoi personaggi di altri manga erano un continuo amoreggiare, anche piuttosto inutilmente, qui c'è stata la fiera della castità.
Speravo stavolta di vedere un'evoluzione da parte della mangaka e invece indovinate? La musica è ancora tema dominante dell'opera, non che disdegni la musica ma almeno mi aspetto che questa venga trattata nel modo adeguato, ma dopo numerosi manga dove tratta questo genere, cosa ci si doveva aspettare? Una banale commedia dove i personaggi sono letteralmente degli idioti, tutti, in cui la musica fa solo da sfondo, perché come ho già detto tutti e cinque i volumi sono incentrati sul da farsi, anzi, sul non da farsi di questa coppia.
Se la Star Comics ha intenzione di portare altre opere di questa autrice spero che siano migliori e che il genere cambi. L'unica nota positiva che ho notato in Ai Ore è la forza dell'amicizia e dell'amore che muove i personaggi ma nulla di più.
Partiamo con i protagonisti: Mizuki è una ragazza piuttosto mascolina ma che si comporta come una delle peggiori fanciulle timide e indifese quasi incapace di ogni azione se non quella di pensare troppo e di respingere il ragazzo che ama. Akira un ragazzo del tutto effeminato tanto effeminato che i suoi compagni di scuola lo costringono spesso e volentieri a vestirsi da donna per puro loro piacere. L'autrice a volte tenta di far agire Akira da uomo, ma il tutto appare blando visto il suo aspetto, fosse stato un Boys' love avrebbe avuto più senso.
Sdolcinato e melenso è un continuo dichiarazione d'amore tra i protagonisti che non concludono nulla, per cinque numeri si vede lei che non vuole assolutamente fare l'amore con lui, mentre Akira non vede l'ora, quasi diventa il suo pensiero fisso.
La Shinjo 'sta volta si è battuta da che i suoi personaggi di altri manga erano un continuo amoreggiare, anche piuttosto inutilmente, qui c'è stata la fiera della castità.
Speravo stavolta di vedere un'evoluzione da parte della mangaka e invece indovinate? La musica è ancora tema dominante dell'opera, non che disdegni la musica ma almeno mi aspetto che questa venga trattata nel modo adeguato, ma dopo numerosi manga dove tratta questo genere, cosa ci si doveva aspettare? Una banale commedia dove i personaggi sono letteralmente degli idioti, tutti, in cui la musica fa solo da sfondo, perché come ho già detto tutti e cinque i volumi sono incentrati sul da farsi, anzi, sul non da farsi di questa coppia.
Se la Star Comics ha intenzione di portare altre opere di questa autrice spero che siano migliori e che il genere cambi. L'unica nota positiva che ho notato in Ai Ore è la forza dell'amicizia e dell'amore che muove i personaggi ma nulla di più.
La nota autrice Mayu Shinjo ha sfornato dopo "capolavori" come Love Celeb, Strofe d'Amore e Sex=Love2 , un'altra opera chiamata Ai Ore! - Danshikou no Hime to Joshikou no Ouji (d'ora in avanti "Ai Ore!"). Questa mini-serie datata del 2007 è giunta in Italia solamente quest'anno, provocando un certo stupore data la fama dell'autrice causata dai suoi precedenti fiaschi, pertanto, come molti altri, pure io intrapresi la nuova lettura con grande timore, ma al termine del penultimo volume, una nuova emozione si è fatta strada nel mio cuore, che mai un'opera della Shinjo mi aveva saputo donare: il dubbio.
La trama appare semplice, senza troppi intoppi, dove la protagonista Mizuki è una cantante della sua scuola ed Akira è il suo fidanzato, però della band maschile dell'istituto. Il problema, almeno così s'intende, è che non sarà semplice la distinzione fra i sessi dei due innamorati, e all'inizio pensai che un semplice gender bender non mi avrebbe causato problemi, in fondo, sono noti negli shoujo odierni, ma non potevo certo aspettarmi di non capirci assolutamente niente: i maschi in realtà sono femmine, e viceversa. Com'è possibile? La risposta è: Mayu Shinjo.
La storia, però, a dispetto di qualsiasi sua altra opera, presenta una trama e non solamente dei vaghi rapporti sessuali animaleschi, anzi, qua proprio non ve ne sono.
Ho impiegato circa un intero volume per capire quale fosse il sesso di ciascun protagonista, che purtroppo, continua a restare un dubbio per ancora molto tempo. Tralasciando però questo fattore possibilmente dato dalla lentezza di comprendonio del lettore, è risultata interessante la totale rottura degli stereotipi shoujo riguardanti i personaggi, infatti, qui il maschio appare debole, una perfetta femminuccia, per poi dimostrarsi dotato di enorme carattere e forza, mentre la ragazza è proprio il suo opposto.
Pertanto, sì, l'idea era buona, e neanche lo sviluppo è stato negativo, ma ci sono determinate cose che proprio non sono riuscita a spiegarmi:
a) Perché c'è una prigione, con tanto di cella, personalizzata per un'unica persona nell'ufficio del preside scolastico?;
b) Perché, seppur le femmine possiedano (in teoria) una vagina in questo manga, non lo si potrebbe mai pensare? Sembrano degli uomini in tutto e per tutto, soprattutto nell'aspetto;
c) Perché c'è un personaggio, di cui ovviamente non ricordo il nome da quanto risulta inutile, che sembra essere fotocopiato da ciascuna delle altre opere dell'autrice?
Riprendo l'ultimo punto precedentemente esposto per approfondirlo ulteriormente: i personaggi secondari sono assolutamente fastidiosi, inutili, depravati, che rispecchiano perfettamente l'indole maniaca dell'autrice. Il personaggio sopra citato, l' "Inutile", potrebbe a sua volta essere il manager pervertito e stupratore della protagonista di Love Celeb, come potrebbe essere "Lucifero" di Virgin Crisis, ovvero il demone avente l'abbonamento per le orge: stessi occhiali, stesso modo di fare, insomma, è stato clonato ripetutamente fino ad ottenere una vera e propria invasione.
A questo punto, trovo doveroso affrontare il tema delle ambientazioni e degli sfondi, che sfortunatamente l'autrice ha deciso fossero inutili ed ingombranti, quindi è stata costretta ad inserirli giusto così, per prassi.
Un punto a favore sono state le copertine di inizio capitolo presenti nei vari volumi che sono state realizzate molto bene.
Le vicende che vengono narrate però restano assurde, senza logica, insomma, come potrebbe mai pensare una mente sana che un preside possa rapire uno studente e sbatterlo in carcere, ovviamente esistente nel proprio ufficio, per farlo lasciare con il suo fidanzato? Purtroppo, è grazie a queste idee che mi accorgo di stare leggendo un'opera di Mayu Shinjo.
Ero indecisa se assegnarli la sufficienza, ma purtroppo, mi vedo costretta a bocciarlo, ma è sicuramente la migliore delle sue opere, che forse, potrebbe anche arrivare ad ottenere una media discreta fra un pubblico di una media-bassa fascia d'età.
La trama appare semplice, senza troppi intoppi, dove la protagonista Mizuki è una cantante della sua scuola ed Akira è il suo fidanzato, però della band maschile dell'istituto. Il problema, almeno così s'intende, è che non sarà semplice la distinzione fra i sessi dei due innamorati, e all'inizio pensai che un semplice gender bender non mi avrebbe causato problemi, in fondo, sono noti negli shoujo odierni, ma non potevo certo aspettarmi di non capirci assolutamente niente: i maschi in realtà sono femmine, e viceversa. Com'è possibile? La risposta è: Mayu Shinjo.
La storia, però, a dispetto di qualsiasi sua altra opera, presenta una trama e non solamente dei vaghi rapporti sessuali animaleschi, anzi, qua proprio non ve ne sono.
Ho impiegato circa un intero volume per capire quale fosse il sesso di ciascun protagonista, che purtroppo, continua a restare un dubbio per ancora molto tempo. Tralasciando però questo fattore possibilmente dato dalla lentezza di comprendonio del lettore, è risultata interessante la totale rottura degli stereotipi shoujo riguardanti i personaggi, infatti, qui il maschio appare debole, una perfetta femminuccia, per poi dimostrarsi dotato di enorme carattere e forza, mentre la ragazza è proprio il suo opposto.
Pertanto, sì, l'idea era buona, e neanche lo sviluppo è stato negativo, ma ci sono determinate cose che proprio non sono riuscita a spiegarmi:
a) Perché c'è una prigione, con tanto di cella, personalizzata per un'unica persona nell'ufficio del preside scolastico?;
b) Perché, seppur le femmine possiedano (in teoria) una vagina in questo manga, non lo si potrebbe mai pensare? Sembrano degli uomini in tutto e per tutto, soprattutto nell'aspetto;
c) Perché c'è un personaggio, di cui ovviamente non ricordo il nome da quanto risulta inutile, che sembra essere fotocopiato da ciascuna delle altre opere dell'autrice?
Riprendo l'ultimo punto precedentemente esposto per approfondirlo ulteriormente: i personaggi secondari sono assolutamente fastidiosi, inutili, depravati, che rispecchiano perfettamente l'indole maniaca dell'autrice. Il personaggio sopra citato, l' "Inutile", potrebbe a sua volta essere il manager pervertito e stupratore della protagonista di Love Celeb, come potrebbe essere "Lucifero" di Virgin Crisis, ovvero il demone avente l'abbonamento per le orge: stessi occhiali, stesso modo di fare, insomma, è stato clonato ripetutamente fino ad ottenere una vera e propria invasione.
A questo punto, trovo doveroso affrontare il tema delle ambientazioni e degli sfondi, che sfortunatamente l'autrice ha deciso fossero inutili ed ingombranti, quindi è stata costretta ad inserirli giusto così, per prassi.
Un punto a favore sono state le copertine di inizio capitolo presenti nei vari volumi che sono state realizzate molto bene.
Le vicende che vengono narrate però restano assurde, senza logica, insomma, come potrebbe mai pensare una mente sana che un preside possa rapire uno studente e sbatterlo in carcere, ovviamente esistente nel proprio ufficio, per farlo lasciare con il suo fidanzato? Purtroppo, è grazie a queste idee che mi accorgo di stare leggendo un'opera di Mayu Shinjo.
Ero indecisa se assegnarli la sufficienza, ma purtroppo, mi vedo costretta a bocciarlo, ma è sicuramente la migliore delle sue opere, che forse, potrebbe anche arrivare ad ottenere una media discreta fra un pubblico di una media-bassa fascia d'età.
Il mio voto è 10 solo perché sono appassionato di smut, cioè a questo genere di manga in cui traboccano l'inverosimiglianza e travestitismo/ambiguità! L'idea geniale è quella di far apparire Akira con tratti femminili (mentre in realtà ha un forte carattere!...Insomma, nel secondo volume piange!) e Mizuki con tratti spigolosi tipici di un maschio (ma il suo carattere irresoluto, pauroso e debole la caratterizza come ragazza...o perlomeno, come si pensa debbano essere le ragazze: dolci, irresolute, bisognose di sostegno ). Molto ben caratterizzati i comprimari (Banbi chan sembra uscito da un boy's love! cosa prova veramente per Akira?). Come dicevo, se non siete appassionati di smut, è difficile apprezzare questo shojo: troppi primi piani, troppe inverosimiglianze, troppo idiozie e pochissimo approfondimento psicologico. Per chi vuole passare quaranta minuti di puro divertimento.
Non sono una che giudica dal primo volume, solitamente ne leggo 3 prima di scegliere se la storia mi piace oppure no. Questa volta però già dal primo volume ho pensato che è inutile sprecare 4,20€ per un manga che, a parer mio, è fatto male. Ma non male in senso negativo.
L'idea è molto bella, quella del ragazzo femminile e la donna maschile, è tenera l'idea che si completino a vicenda su questa cosa, e mi ha convinta a prenderlo appunto per questo. Ai wo era davvero una storia carina, che girava comunque attorno a un filone musicale, oltre che ai protagonisti (perlomeno inizialmente) e anche come fattura non è malaccio. La cosa che però proprio non mi è piaciuta è la dispersività della cosa e la banalità che di tanto in tanto c'è; inoltre continuo a chiedermi se davvero la gente si gira a guardare e ascolta i discorsi che fanno le persone "belle" perché la cosa non è affatto naturale.
Ecco, se ci fosse stata una trama più precisa (perché teoricamente l'unico scopo è quello di migliorare la scuola maschile con modi completamente subdoli) magari il 6 glielo avrei dato.
Mi spiace molto, ma per me è un 5.
L'idea è molto bella, quella del ragazzo femminile e la donna maschile, è tenera l'idea che si completino a vicenda su questa cosa, e mi ha convinta a prenderlo appunto per questo. Ai wo era davvero una storia carina, che girava comunque attorno a un filone musicale, oltre che ai protagonisti (perlomeno inizialmente) e anche come fattura non è malaccio. La cosa che però proprio non mi è piaciuta è la dispersività della cosa e la banalità che di tanto in tanto c'è; inoltre continuo a chiedermi se davvero la gente si gira a guardare e ascolta i discorsi che fanno le persone "belle" perché la cosa non è affatto naturale.
Ecco, se ci fosse stata una trama più precisa (perché teoricamente l'unico scopo è quello di migliorare la scuola maschile con modi completamente subdoli) magari il 6 glielo avrei dato.
Mi spiace molto, ma per me è un 5.
Anch'io ho appena terminato di leggere il primo volume di questa simpatica serie.
Premetto che, purtroppo, questo volume non è l'inizio della storia dei nostri protagonisti, in quanto "Ai Ore" non è nient'altro che il sequel o 2° serie del manga intitolato "Ai wo utau yori ore ni oborero" (I titoli sono diversi perché l'autrice ha cambiato casa editrice, ma ci teneva comunque a concludere l'opera).
Non dico che la storia non sia godibile senza la lettura della prima serie, però ovviamente manca un bel po' di background che aiuterebbe meglio a capire la caratterizzazione dei personaggi e le relazioni che li legano.
Beh, in ogni caso, anch'io concordo nel dire che è uno shoujo dagli ottimi disegni e in cui si gioca molto con il contrasto/incrocio di stile e carattere dei due protagonisti.
Akira ha un aspetto dolce ed effemminato, ma sa sfruttare questo a suo vantaggio e ha anche molti lati virili. Mentre Mizuki ha un aspetto nobile e virile di cui va anche fiera, ma ovviamente non manca di manifestare il suo lato più dolce e femminile nei confronti di Akira.
Una storia d'amore un po' particolare e diversa dal solito insomma. Attendo anch'io il 2° volume.
Premetto che, purtroppo, questo volume non è l'inizio della storia dei nostri protagonisti, in quanto "Ai Ore" non è nient'altro che il sequel o 2° serie del manga intitolato "Ai wo utau yori ore ni oborero" (I titoli sono diversi perché l'autrice ha cambiato casa editrice, ma ci teneva comunque a concludere l'opera).
Non dico che la storia non sia godibile senza la lettura della prima serie, però ovviamente manca un bel po' di background che aiuterebbe meglio a capire la caratterizzazione dei personaggi e le relazioni che li legano.
Beh, in ogni caso, anch'io concordo nel dire che è uno shoujo dagli ottimi disegni e in cui si gioca molto con il contrasto/incrocio di stile e carattere dei due protagonisti.
Akira ha un aspetto dolce ed effemminato, ma sa sfruttare questo a suo vantaggio e ha anche molti lati virili. Mentre Mizuki ha un aspetto nobile e virile di cui va anche fiera, ma ovviamente non manca di manifestare il suo lato più dolce e femminile nei confronti di Akira.
Una storia d'amore un po' particolare e diversa dal solito insomma. Attendo anch'io il 2° volume.
Io ho appena finito di leggere il primo volume. Il manga mi è piaciuto, anche se non eccessivamente, ma sono curiosa di sapere come si evolverà la storia, quindi penso che continuerò a comprarlo. Mi è piaciuto molto il fatto che Akira sembri una ragazza e Mizuki un ragazzo (all'inizio li confondevo), questo rende molto interessante la cosa. Penso che l'autrice esageri un po' con la devozione quasi servile di Mizuki nei confronti della presidentessa. Però Akira è proprio simpatico! Consiglio questo manga a chi ama il genere shojo, i disegni sono ben delineati e chiari, i dialoghi simpatici e c'è quel pizzico di comicità che alleggerisce la storia. Aspetto con ansia il secondo volume.