Ressentiment
Kengo Hanazawa con questo manga ha gettato le ipotetiche basi di un mondo vastissimo, quello virtuale. Da questa serie di soli quattro numeri si potrebbe costruire una storia molto lunga, e per forza di cose anche sempre avvincente, proprio a causa dell'immensità delle possibilità che ci vengono sguinzagliate nella trama. Non mancano i colpi di scena, mai scontati, molti cambi di direzione che non fanno mai annoiare il lettore. È ben studiato e complesso ma al contempo anche molto semplice. Ha la forza di far ridere a crepapelle per le assurdità che dicono e combinano i personaggi, ma anche di far commuovere, è molto comico ma gli argomenti che tratta sono molto profondi, la fuga disperata dalla realtà e dalla società, la solitudine, il lavoro che si fa ma che non si ama... Troverete amore, scene alquanto spinte ma esilaranti. Il protagonista è adorabile e buffo, e il fatto che sia uno sfigato lo rende paradossalmente un gran figo, perché fa morire dal ridere. Anche altri personaggi non sono da meno. La fantascienza trabocca, ed è anche in un certo senso studiata tanto da sembrare verosimile. Fa tornare alla mente degli appassionati del genere cyberpunk il film cult strange days per l'uso della realtà virtuale. Insomma tutto questo in soli quattro numeri! Cose che non riescono a fare serie composte da molti numeri. L'unica pecca, proprio questa, quando il lettore arriva alla fine della storia ne vorrebbe ancora! Ancora e ancora! I veri nerd lo adorano per forza.
Takuro ha trent'anni ma ne dimostra di più, soffre di una precoce crisi di mezz'età, ha un lavoro senza prospettive, è sovrappeso ed è sempre sudato o con il moccio al naso. Questo è il protagonista di Ressentiment, manga uscito nel 2004 quando l'autore Kengo Hanazawa non era ancora conosciuto ai più grazie al successivo successo di I Am a Hero.
Kengo sembra mettere in scena un prodotto che anticipa Her di Spike Jonze, sacrificando però la vena romantica a favore di quella grottesca, che trova la sua iperbole nel protagonista e nei contrasti tra la vita reale e quella virtuale.
Ciò che mi ha più colpito di Ressentiment è la potenzialità narrativa e concettuale di Kengo, che seppure non riesce con questo manga a creare un flusso scorrevole e logico delle vicende, riesce a far emergere delle caratteristiche interessanti (se non raramente geniali) che avrebbero dato vita ad un'opera molto più interessante se date in mano ad un autore più esperto. La trama procede e non soffre di immobilismo ma spesso sembra perdere un filo per strada, interrompendo dei percorsi stimolanti.
Ressentiment è la rappresentazione di una sessualità malata, della solitudine più dolorosa, di un'esistenza degradante ma anche di una realtà pietosa e patetica. Pietosa perché l'autore ci mostra quanto sia vuota la vita virtuale vista da fuori, e pietosa perché ci mostra anche quanto sia "il tutto" per chi non ha nient'altro. E dopo averci mostrato questo - con una serie di collegamenti con la vita reale (la nostra, non quella del protagonista) - ci fa capire come tutto ciò sia solo un'esagerazione di quanto già accade. Questo spiana anche la strada per un finale che ha un retrogusto alla Neon Genesis Evangelion (a livello di intenti).
Concludendo, Ressentiment è una pistola con sì dei buoni proiettili in canna, ma che ha anche un tiratore inesperto che non sa dove colpire, seppure gli spunti ci siano, le atmosfere e i concetti anche e il tutto sia impreziosito da un'atmosfera impregnata del pessimismo più tragico, che diventa ancora più reale grazie ai riferimenti autobiografici del mangaka.
Kengo sembra mettere in scena un prodotto che anticipa Her di Spike Jonze, sacrificando però la vena romantica a favore di quella grottesca, che trova la sua iperbole nel protagonista e nei contrasti tra la vita reale e quella virtuale.
Ciò che mi ha più colpito di Ressentiment è la potenzialità narrativa e concettuale di Kengo, che seppure non riesce con questo manga a creare un flusso scorrevole e logico delle vicende, riesce a far emergere delle caratteristiche interessanti (se non raramente geniali) che avrebbero dato vita ad un'opera molto più interessante se date in mano ad un autore più esperto. La trama procede e non soffre di immobilismo ma spesso sembra perdere un filo per strada, interrompendo dei percorsi stimolanti.
Ressentiment è la rappresentazione di una sessualità malata, della solitudine più dolorosa, di un'esistenza degradante ma anche di una realtà pietosa e patetica. Pietosa perché l'autore ci mostra quanto sia vuota la vita virtuale vista da fuori, e pietosa perché ci mostra anche quanto sia "il tutto" per chi non ha nient'altro. E dopo averci mostrato questo - con una serie di collegamenti con la vita reale (la nostra, non quella del protagonista) - ci fa capire come tutto ciò sia solo un'esagerazione di quanto già accade. Questo spiana anche la strada per un finale che ha un retrogusto alla Neon Genesis Evangelion (a livello di intenti).
Concludendo, Ressentiment è una pistola con sì dei buoni proiettili in canna, ma che ha anche un tiratore inesperto che non sa dove colpire, seppure gli spunti ci siano, le atmosfere e i concetti anche e il tutto sia impreziosito da un'atmosfera impregnata del pessimismo più tragico, che diventa ancora più reale grazie ai riferimenti autobiografici del mangaka.
Trama: un ragazzo trentenne che vive ancora con la madre, ha un lavoro non soddisfacente, senza ragazza e con la classica vita da nerd invecchiato male, scopre tramite un amico il mondo dei simulatori virtuali di incontri per cercare la propria ragazza ideale... entra in scena la protagonista, Tsukiko, la ragazza virtuale che però non "funziona" come dovrebbe, strani fenomeni in cui il mondo virtuale si mescola a quello reale accompagneranno Takuro in questa avventura che gli sta scombussolando la sua monotona vita.
Ambientazione: Giappone proposto in un ipotetico 2015 (contando che è stato pensato nel 2004) in cui il progresso tecnologico, soprattutto in ambito videoludico, ha fatto passi da gigante. La vicenda viene narrata principalmente tra l'ambiente lavorativo del protagonista in real life ed il mondo virtuale in cui compare con l'alter ego.
Disegno: i disegni son belli, non dico dettagliatissimi, ma carichi di effetto, le facce (tutte caricaturali) rendono perfettamente i sentimenti che l'autore vuole mettere su carta evidenziando in maniera spropositata le reazioni.
Edizione: l'edizione GP/JPOP è buona, oramai hanno preso l'andazzo del formato ridotto che seppur di buona qualità a mio avviso fa perdere di bellezza le tavole, ma contando che è già tanto che sia uscito e soprattutto terminato ce lo facciamo andare bene, presente sovraccoperta.
Parere personale: Ressentiment narra di una storia surreale, ambientata in un futuro più vicino di quanto si pensi, ma alo stesso tempo così fantasioso da sentirlo ancora lontano. La storia fila via bene, ha un peso sociale non indifferente che tratta una problematica che spicca in Giappone, ma che si può tranquillamente riscontrare in tutti i paesi sviluppati. Non mancano alcuni difetti e piccole dimenticanze che lo stesso autore, a fondo dell'ultimo volume, sottolinea lui stesso, ma a mio avviso merita molto, è originale nella rappresentazione (non come tema, già affrontato da diversi autori in modi anche molto più seri) e soprattutto ben sviluppato nei concetti. Il finale forse è un po frettoloso, ma "ci può stare".
Ambientazione: Giappone proposto in un ipotetico 2015 (contando che è stato pensato nel 2004) in cui il progresso tecnologico, soprattutto in ambito videoludico, ha fatto passi da gigante. La vicenda viene narrata principalmente tra l'ambiente lavorativo del protagonista in real life ed il mondo virtuale in cui compare con l'alter ego.
Disegno: i disegni son belli, non dico dettagliatissimi, ma carichi di effetto, le facce (tutte caricaturali) rendono perfettamente i sentimenti che l'autore vuole mettere su carta evidenziando in maniera spropositata le reazioni.
Edizione: l'edizione GP/JPOP è buona, oramai hanno preso l'andazzo del formato ridotto che seppur di buona qualità a mio avviso fa perdere di bellezza le tavole, ma contando che è già tanto che sia uscito e soprattutto terminato ce lo facciamo andare bene, presente sovraccoperta.
Parere personale: Ressentiment narra di una storia surreale, ambientata in un futuro più vicino di quanto si pensi, ma alo stesso tempo così fantasioso da sentirlo ancora lontano. La storia fila via bene, ha un peso sociale non indifferente che tratta una problematica che spicca in Giappone, ma che si può tranquillamente riscontrare in tutti i paesi sviluppati. Non mancano alcuni difetti e piccole dimenticanze che lo stesso autore, a fondo dell'ultimo volume, sottolinea lui stesso, ma a mio avviso merita molto, è originale nella rappresentazione (non come tema, già affrontato da diversi autori in modi anche molto più seri) e soprattutto ben sviluppato nei concetti. Il finale forse è un po frettoloso, ma "ci può stare".