Prison School
Il mio primo contatto con “Prison School” è un qualcosa che non potrò mai dimenticare. Era l’estate del quarto anno di liceo, mese di luglio. Per la prima volta, io e il mio gruppo di amici riuscimmo ad organizzare una vacanza tutti insieme, in una piccola località di mare in Campania. Per ben due settimane, ci divertimmo come matti e approfondimmo la nostra amicizia, come suole accadere nel periodo dell’adolescenza. La mattina, la sveglia non suonava troppo tardi, perché, dopo una lauta colazione al bar, dovevamo andare tutti al mare a giocare a sette si schiaccia. A ora di pranzo, ovviamente, si tornava tutti a casa, si cucinava e si mangiava un abbondante quantitativo di pasta. Prima di tornare sulla spiaggia, dove ad attenderci ci sarebbe stata la seconda sessione di sette si schiaccia, noi ragazzi ci radunavamo intorno ad un tavolo e un tablet per vedere, tutti insieme, le puntate dell’anime di “Prison School”. Inutile dire che fu amore a prima vista, infatti, quando tornai a casa dalla lunga vacanza, decisi di vedermelo di nuovo, ma questa volta in completa solitudine. Il rewatch delle dodici puntate bastò appena per soddisfare la mia voglia di “Prison School” che era alle stelle, ma all’epoca non ero ancora un lettore di manga; quindi, decisi di aspettare pazientemente l’arrivo di una seconda stagione, che, ancora oggi, resta il grande cruccio dei veri fan della storia. Per questo motivo, a quasi cinque anni di distanza – quanto scorre veloce il tempo! – ho finalmente deciso di leggere il manga di Akira Hiramoto, “Prison School”, vincitore del 37° premio Kodansha nella categoria miglior manga (categoria generale) ex aequo con “Gurazeni”, per scoprire finalmente a quale strambo destino sono andati incontro i cinque ragazzi del liceo Hachimistu.
L'Accademia Hachimitsu è sempre stata una scuola femminile famosa per i suoi severi standard comportamentali, tra cui l'assoluto divieto per le studentesse di interagire con persone di sesso maschile. Eppure, da quest'anno, l'accademia è stata aperta anche ai ragazzi, senza tuttavia che tale regola sia stata abolita. A complicare la vita dei nuovi iscritti, c'è il fatto che su un totale di mille studenti, solo cinque sono maschi, per di più timidi e impacciati nel cercare di approcciare una ragazza. Ma le cose sembrano andare bene per uno di loro, Fujino Kiyoshi, che fa amicizia con la più bella tra le sue compagne di classe, Chiyo Kurihara. Il ragazzo, però, non ha nemmeno il tempo di godere di tale fortuna che si trova coinvolto nel tentativo dei suoi "compagni di sventura" di spiare nel bagno femminile. Scoperti dalla spietata Associazione Studentesca Segreta, inizia per i cinque ragazzi un mese di lavori forzati in prigione, costretti a torture psicologiche e sessuali dai capi del comitato. Ma la cosa non sembra poi così male, visto quanto è sexy e disinibita la loro carceriera, la vicepresidente dell’Associazione Studentesca Segreta, Meiko Shiraki. La prigionia dei cinque adolescenti in erba è soltanto l’inizio di una lunga serie di avventure eccentriche e libidinose.
I primi nove volumi rappresentano l’apice dell’intera serie. Un capolavoro assoluto, un misto fenomenale di comicità ed ecchi. Costretti in prigione, dove subiscono le piacevoli angherie dei membri dell’Associazione Studentesca Segreta, i ragazzi vivono una serie di situazioni surreali, possibili soltanto alla stravagante Accademia Hachimistu. Tra gente che si caga letteralmente addosso, accuse di omosessualità e discutibili travestimenti da donna, nel corso dei primi nove volumi, mi sono ritrovato fin troppe volte a ridere da solo come un mentecatto, destando la preoccupazione di chi mi stava intorno. Alle vicende comiche, si sommano quelle sentimentali e, soprattutto, ecchi, che il più delle volte hanno come protagonista la formosa ed estroversa vicepresidente dell’Associazione Studentesca Segreta, Meiko Shiraki. Ad oggi, è sempre più raro trovare manga che propongano un certo tipo di scene senza censura e, per fortuna, “Prison School” rientra tra questi. Le vignette con protagonista la vicepresidente sono tra le migliori in assoluto. Lo credevo diversi anni fa, quando ero un adolescente nel pieno della propria tempesta ormonale, e ne sono convinto ancora oggi, a lettura ultimata e con qualche anno in più sulle spalle, perché la libidine fa parte dell’essere umano, specialmente di noi uomini. Per il resto, il vero mattatore di questa prima sensazionale saga è, ovviamente, il geniale generale di Nerima, Gakuto. Idolo assoluto, nonostante, anzi, forse proprio per merito delle tante disavventure a cui va incontro. Gakuto incarna perfettamente lo spirito iniziale della serie, per questo motivo, a mio parere, risulta il personaggio miglior riuscito della storia.
Oltrepassata la barriera dei nove volumi, il manga si mantiene su un buono standard per i successivi dieci, senza però toccare in alcun modo le vette della prima saga. Alcune situazioni si ribaltano, altre restano invariate e si ride sempre come matti. Verso la fine, però, cioè a partire dal volume venti circa, la storia vive un crollo tremendo, dovuto alla scelta di Hiramoto di continuare ad oltranza il manga, allungando troppo ed inutilmente il brodo. Alcuni volumi, neanche troppi a dire la verità, sono una piccola agonia, tanto da farmi faticare nella lettura, evenienza che capita molto di rado. Le risate diminuiscono, la storia si focalizza troppo su un unico ‘main event’ dilatando troppo la narrazione e, a conti fatti, resta in piedi solo la componente ecchi, che in diversi frangenti rivela la mente malata e perversa del sensei Hiramoto. Soltanto nei due volumi conclusivi la situazione sembra finalmente risollevarsi, per poi riprecipitare definitivamente sul finale vero e proprio della storia, anche se qui entrano in gioco i gusti meramente personali.
Attenzione: inizio parte spoiler
Più o meno dagli inizi, il manga ti porta a desiderare due cose per il finale: il fidanzamento tra Chiyo e Kiyoshi, e il concorso estivo di miss maglietta bagnata. Alla fine della fiera, però, nessuno dei due desideri trova realizzazione. E se sono disposto a chiudere un occhio sulla scelta di trasformare Chiyo nella nuova presidentessa dell’Associazione Studentesca Segreta, idea che può essere considerata un’autentica genialata, per quanto non in linea con ciò che a me sarebbe piaciuto vedere, non posso fare lo stesso per quel maledetto concorso di miss maglietta bagnata, per cui i ragazzi si sono tanto battuti e prodigati. Dopo ben 28 volumi, ritengo che i lettori meritassero la loro ricompensa, ma purtroppo così non è stato. Per quel che mi riguarda, questo è stato uno smacco irrimediabile, che ha inevitabilmente peggiorato il mio giudizio finale sull’opera.
Fine parte spoiler
Ben poco da dire sui disegni. Il tratto di Akira Hiramoto è molto pulito e il mangaka è estremamente bravo nel disegnare le forme femminili, un po’ alla Kentaro Yabuki. Il suo tratto rende unico il manga, tant’è che andando a leggere lo spin-off dedicato alla vicepresidente, disegnato da Redrop (Otsumami), ho notato la differenza.
In conclusione, posso dire a malincuore che “Prison School” è stato una delusione, anche se non troppo profonda. Nonostante la valutazione tutto sommato positiva, ciò che tiene in alto il nome della serie è e resta la prima saga, di cui, però, esiste la trasposizione animata di appena dodici episodi altrettanto, se non addirittura più bella e divertente. Indi per cui, consiglierei la lettura del manga di “Prison School” soltanto a coloro i quali hanno tempo e voglia a disposizione per leggersi qualcosa di totalmente fuori dagli schemi, ma che talvolta potrebbe non soddisfare neanche i gusti del lettore più pervertito esistente sulla faccia della Terra.
L'Accademia Hachimitsu è sempre stata una scuola femminile famosa per i suoi severi standard comportamentali, tra cui l'assoluto divieto per le studentesse di interagire con persone di sesso maschile. Eppure, da quest'anno, l'accademia è stata aperta anche ai ragazzi, senza tuttavia che tale regola sia stata abolita. A complicare la vita dei nuovi iscritti, c'è il fatto che su un totale di mille studenti, solo cinque sono maschi, per di più timidi e impacciati nel cercare di approcciare una ragazza. Ma le cose sembrano andare bene per uno di loro, Fujino Kiyoshi, che fa amicizia con la più bella tra le sue compagne di classe, Chiyo Kurihara. Il ragazzo, però, non ha nemmeno il tempo di godere di tale fortuna che si trova coinvolto nel tentativo dei suoi "compagni di sventura" di spiare nel bagno femminile. Scoperti dalla spietata Associazione Studentesca Segreta, inizia per i cinque ragazzi un mese di lavori forzati in prigione, costretti a torture psicologiche e sessuali dai capi del comitato. Ma la cosa non sembra poi così male, visto quanto è sexy e disinibita la loro carceriera, la vicepresidente dell’Associazione Studentesca Segreta, Meiko Shiraki. La prigionia dei cinque adolescenti in erba è soltanto l’inizio di una lunga serie di avventure eccentriche e libidinose.
I primi nove volumi rappresentano l’apice dell’intera serie. Un capolavoro assoluto, un misto fenomenale di comicità ed ecchi. Costretti in prigione, dove subiscono le piacevoli angherie dei membri dell’Associazione Studentesca Segreta, i ragazzi vivono una serie di situazioni surreali, possibili soltanto alla stravagante Accademia Hachimistu. Tra gente che si caga letteralmente addosso, accuse di omosessualità e discutibili travestimenti da donna, nel corso dei primi nove volumi, mi sono ritrovato fin troppe volte a ridere da solo come un mentecatto, destando la preoccupazione di chi mi stava intorno. Alle vicende comiche, si sommano quelle sentimentali e, soprattutto, ecchi, che il più delle volte hanno come protagonista la formosa ed estroversa vicepresidente dell’Associazione Studentesca Segreta, Meiko Shiraki. Ad oggi, è sempre più raro trovare manga che propongano un certo tipo di scene senza censura e, per fortuna, “Prison School” rientra tra questi. Le vignette con protagonista la vicepresidente sono tra le migliori in assoluto. Lo credevo diversi anni fa, quando ero un adolescente nel pieno della propria tempesta ormonale, e ne sono convinto ancora oggi, a lettura ultimata e con qualche anno in più sulle spalle, perché la libidine fa parte dell’essere umano, specialmente di noi uomini. Per il resto, il vero mattatore di questa prima sensazionale saga è, ovviamente, il geniale generale di Nerima, Gakuto. Idolo assoluto, nonostante, anzi, forse proprio per merito delle tante disavventure a cui va incontro. Gakuto incarna perfettamente lo spirito iniziale della serie, per questo motivo, a mio parere, risulta il personaggio miglior riuscito della storia.
Oltrepassata la barriera dei nove volumi, il manga si mantiene su un buono standard per i successivi dieci, senza però toccare in alcun modo le vette della prima saga. Alcune situazioni si ribaltano, altre restano invariate e si ride sempre come matti. Verso la fine, però, cioè a partire dal volume venti circa, la storia vive un crollo tremendo, dovuto alla scelta di Hiramoto di continuare ad oltranza il manga, allungando troppo ed inutilmente il brodo. Alcuni volumi, neanche troppi a dire la verità, sono una piccola agonia, tanto da farmi faticare nella lettura, evenienza che capita molto di rado. Le risate diminuiscono, la storia si focalizza troppo su un unico ‘main event’ dilatando troppo la narrazione e, a conti fatti, resta in piedi solo la componente ecchi, che in diversi frangenti rivela la mente malata e perversa del sensei Hiramoto. Soltanto nei due volumi conclusivi la situazione sembra finalmente risollevarsi, per poi riprecipitare definitivamente sul finale vero e proprio della storia, anche se qui entrano in gioco i gusti meramente personali.
Attenzione: inizio parte spoiler
Più o meno dagli inizi, il manga ti porta a desiderare due cose per il finale: il fidanzamento tra Chiyo e Kiyoshi, e il concorso estivo di miss maglietta bagnata. Alla fine della fiera, però, nessuno dei due desideri trova realizzazione. E se sono disposto a chiudere un occhio sulla scelta di trasformare Chiyo nella nuova presidentessa dell’Associazione Studentesca Segreta, idea che può essere considerata un’autentica genialata, per quanto non in linea con ciò che a me sarebbe piaciuto vedere, non posso fare lo stesso per quel maledetto concorso di miss maglietta bagnata, per cui i ragazzi si sono tanto battuti e prodigati. Dopo ben 28 volumi, ritengo che i lettori meritassero la loro ricompensa, ma purtroppo così non è stato. Per quel che mi riguarda, questo è stato uno smacco irrimediabile, che ha inevitabilmente peggiorato il mio giudizio finale sull’opera.
Fine parte spoiler
Ben poco da dire sui disegni. Il tratto di Akira Hiramoto è molto pulito e il mangaka è estremamente bravo nel disegnare le forme femminili, un po’ alla Kentaro Yabuki. Il suo tratto rende unico il manga, tant’è che andando a leggere lo spin-off dedicato alla vicepresidente, disegnato da Redrop (Otsumami), ho notato la differenza.
In conclusione, posso dire a malincuore che “Prison School” è stato una delusione, anche se non troppo profonda. Nonostante la valutazione tutto sommato positiva, ciò che tiene in alto il nome della serie è e resta la prima saga, di cui, però, esiste la trasposizione animata di appena dodici episodi altrettanto, se non addirittura più bella e divertente. Indi per cui, consiglierei la lettura del manga di “Prison School” soltanto a coloro i quali hanno tempo e voglia a disposizione per leggersi qualcosa di totalmente fuori dagli schemi, ma che talvolta potrebbe non soddisfare neanche i gusti del lettore più pervertito esistente sulla faccia della Terra.
Premetto che ho cominciato la lettura di "Prison School" dopo la visione della versione animata che ammetto di aver amato dal primo istante. Akira Hiramoto con questo manga ha raggiunto vette altissime, difatti è riuscito in 28 volumi a creare situazioni al limite dell'assurdo riuscendo ogni volta a sorprendere il lettore con delle trovate geniali. Ci tengo a far presente che prima di cominciare la lettura sarebbe bene aver presente il contesto a cui si fa riferimento: "Prison School" è un manga di genere ecchi, quindi con spiccati elementi erotici (ma niente sesso o nudo), scene provocanti ed a volte un po' da maniaci, enfatizate al limite per rendere il tutto molto sensuale ed esilarante. L'autore è riuscito a trasmettere ai protagonisti le varie manie e vizi dei suoi connazionali fino a parodizzarle, ragion per cui si potrebbero trovare alcuni atteggiamenti assurdi per un occidentale. Detto questo partiamo dal principio:
"Prison School" come già accennato è un manga di genere ecchi ambientato in un contesto scolastico. Al liceo Hachimitsu, luogo principale degli eventi, fino all'anno prima dell'inizio della storia potevano iscriversi solo ragazze. Con il cambio di rotta e la possibilità di frequentare aperta anche ai ragazzi, cinque studenti decidono di iscriversi sperando di poter finalmente approcciare con semplicità il gentil sesso. Purtroppo per loro le cose non andranno per il verso giusto, vuoi un po' per la loro goffagine e timidezza vuoi per il fatto che alle studentesse è espressamente vietato relazionarsi con i ragazzi. Una sera, stanchi della situazione, mettono appunto un piano per poter spiare nel bagno delle donne e neanche a farlo apposta va tutto storto. I cinque vengono beccati e per evitare l'espulsione vengono costretti ad un mese di reclusione nella prigione della scuola, sotto la stretta sorveglianza dell'associazione studentesca segreta composta da tre bellissime studentesse. I guai per loro iniziano qui, o forse no?
Da questo semplice incipit Akira Hiramoto è riuscito a tirar fuori il meglio da situazioni eccentriche, creando gag sempre diverse e spassosissime condite da una sana dose di scene provocanti. Ogni volta ci si chiederà come diavolo faranno i nostri eroi a venir fuori da questa o quella situazione e la soluzione proposta dall'autore ci strapperà sempre una risata per l'originalità. La storia è coinvolgente e ci spinge capitolo dopo capitolo ad andare avanti per vedere come andranno le cose. Stessa cosa per i rapporti che si andranno ad instaurare tra i personaggi, contribuiranno ancor di più a farci appassionare alle loro vicende ed aumenteranno ancora di più la curiosità.
I personaggi sono tutti caratterizzati benissimo ed approfonditi il giusto, ognuno ha una sua evoluzione e maturazione durante tutto il racconto. Con il proseguo della lettura ci si sentirà parte integrante del gruppo e si propenderà a favore di uno piuttosto che un altro personaggio e terminata la lettura si sentirà la mancanza di tutti.
I disegni sono bellissimi, molto curati e perfetti per il genere di opera. Le ragazze neanche farlo apposta sono la punta di diamante, l'autore è riuscito a caratterizzare benissimo il loro aspetto e personalità. Non che i ragazzi siano da meno sia chiaro.
Adesso veniamo alla parte dolente: il finale.
Purtroppo la parte più deludente è appunto il così detto finale, se di finale si può parlare. Il tutto viene buttato li in un paio di pagine lasciandoci con l'amaro in bocca. E' un vero peccato perchè sarebbe bastato accorciare uno dei capitoli precedenti tirati un po' troppo per le lunghe se vogliamo essere pignoli e dedicarsi ad un epilogo degno di questo nome ed invece niente, il tutto rimane alla fantasia del lettore.
Detto questo per me "Prison School" è stata comunque una vera esperienza: esilarante, eccitante, coinvolgente e nonostante l'epilogo lo ritengo una lettura stra consigliata anche a chi non apprezza particolarmente questo genere.
"Prison School" come già accennato è un manga di genere ecchi ambientato in un contesto scolastico. Al liceo Hachimitsu, luogo principale degli eventi, fino all'anno prima dell'inizio della storia potevano iscriversi solo ragazze. Con il cambio di rotta e la possibilità di frequentare aperta anche ai ragazzi, cinque studenti decidono di iscriversi sperando di poter finalmente approcciare con semplicità il gentil sesso. Purtroppo per loro le cose non andranno per il verso giusto, vuoi un po' per la loro goffagine e timidezza vuoi per il fatto che alle studentesse è espressamente vietato relazionarsi con i ragazzi. Una sera, stanchi della situazione, mettono appunto un piano per poter spiare nel bagno delle donne e neanche a farlo apposta va tutto storto. I cinque vengono beccati e per evitare l'espulsione vengono costretti ad un mese di reclusione nella prigione della scuola, sotto la stretta sorveglianza dell'associazione studentesca segreta composta da tre bellissime studentesse. I guai per loro iniziano qui, o forse no?
Da questo semplice incipit Akira Hiramoto è riuscito a tirar fuori il meglio da situazioni eccentriche, creando gag sempre diverse e spassosissime condite da una sana dose di scene provocanti. Ogni volta ci si chiederà come diavolo faranno i nostri eroi a venir fuori da questa o quella situazione e la soluzione proposta dall'autore ci strapperà sempre una risata per l'originalità. La storia è coinvolgente e ci spinge capitolo dopo capitolo ad andare avanti per vedere come andranno le cose. Stessa cosa per i rapporti che si andranno ad instaurare tra i personaggi, contribuiranno ancor di più a farci appassionare alle loro vicende ed aumenteranno ancora di più la curiosità.
I personaggi sono tutti caratterizzati benissimo ed approfonditi il giusto, ognuno ha una sua evoluzione e maturazione durante tutto il racconto. Con il proseguo della lettura ci si sentirà parte integrante del gruppo e si propenderà a favore di uno piuttosto che un altro personaggio e terminata la lettura si sentirà la mancanza di tutti.
I disegni sono bellissimi, molto curati e perfetti per il genere di opera. Le ragazze neanche farlo apposta sono la punta di diamante, l'autore è riuscito a caratterizzare benissimo il loro aspetto e personalità. Non che i ragazzi siano da meno sia chiaro.
Adesso veniamo alla parte dolente: il finale.
Purtroppo la parte più deludente è appunto il così detto finale, se di finale si può parlare. Il tutto viene buttato li in un paio di pagine lasciandoci con l'amaro in bocca. E' un vero peccato perchè sarebbe bastato accorciare uno dei capitoli precedenti tirati un po' troppo per le lunghe se vogliamo essere pignoli e dedicarsi ad un epilogo degno di questo nome ed invece niente, il tutto rimane alla fantasia del lettore.
Detto questo per me "Prison School" è stata comunque una vera esperienza: esilarante, eccitante, coinvolgente e nonostante l'epilogo lo ritengo una lettura stra consigliata anche a chi non apprezza particolarmente questo genere.
Parte a razzo, finisce a ca**o.
Riassumerei così Prison School, opera che ho adorato tanto quanto detestato.
Recuperata dopo l'anime, in quanto fremevo per scoprire il prosieguo, ciò che ho enormemente apprezzato dell'opera, oltre agli indiscutibili disegni e al variegato cast di personaggi, è il ritmo teso che permea l'opera, cosa rara per un prodotto demenziale.
Ad ogni azione corrisponde una reazione, e infatti la sensazione che ognuno dei prigionieri dell'Accademia Hachimitsu cammini costantemente sul filo del rasoio è costante. Ogni idea e piano attuato attuato, anche il più minuzioso, porterà i nostri a imbattersi in situazioni sempre più "delicate" e per certi versi intriganti.
Insomma, ogni ingranaggio è perfettamente oliato.
Persino l'ecchi, elemento sempre più superficiale e fine a se stesso, qui viene valorizzato perché inserito in situazioni che lo richiedono (non sempre, eh) o valorizzato da inquadrature particolarmente ricercate.
Questo vale per il primo arco narrativo, ovvero quello visto nell'anime.
Il secondo rimescola le carte in tavola, capovolgendo i ruoli e inserendo tre nuovi personaggi femminili che ci porteranno a rivalutare e tifare per le precedenti "dittatrici" del comitato studentesco.
Anche qui tutto funziona a dovere e, nonostante un leggerissimo calo che non regge il paragone col primo arco, riesce ad intrattenere, coinvolgere e divertire in egual misura, facendosi anzi la narrazione di più ampio respiro concedendo più spazio ai comprimari e aprendosi a inaspettate love-story, che apparentemente dovrebbero rimettere tutto in discussione in vista del finale e logorando i rapporti di collaborazione con le ex del comitato.
Invece le cose cominciano ad andare male.
Tutti quei meccanismi narrativi ben oliati, il ritmo serrato e l'originalità di molte soluzioni iniziano a girare per il verso sbagliato, creando uno sfacelo che mi ha fatto persino dubitare che lo sceneggiatore fosse ancora Hiramoto.
Il brodo comincia ad allungarsi sino allo sfinimento, i rapporti, maturati e approfonditi volume dopo volume si risolvono nel modo più sbrigativo possibile, gli escamotage per ottenere l'agognata libertà si fanno di una banalità disarmante e la narrazione rallenta, rallenta ancora e ancora.
Ho perso il conto dei volumi riempitivo che nulla aggiungevano alla vicenda, tipo la side-story del Presidente, tanto inutile quanto tediosa nella sua forzata stupidità.
Assistiamo così a un continuo girare a vuoto, con personaggi che perdono la loro identità, inseriti a forza in determinate situazioni, per poi concludersi, dopo almeno 5 volumi (!) di nulla più assoluto, di botto, in appena due pagine.
"Colpo di scena" e tanti saluti.
Pare quasi una presa in giro dopo tutto quell'inutile preambolo di forzature e tempi morti, per sfociare in un epilogo comunque coerente all'opera, ma che meritava lo spazio concesso invece per inutili siparietti.
Lì sul momento strappa anche un mezzo sorriso, ma appena ripensi al tedio sopportato per arrivarci, anche no, grazie.
Riuscita a metà (diciamo pure 3/4) ma ugualmente divertente.
Riassumerei così Prison School, opera che ho adorato tanto quanto detestato.
Recuperata dopo l'anime, in quanto fremevo per scoprire il prosieguo, ciò che ho enormemente apprezzato dell'opera, oltre agli indiscutibili disegni e al variegato cast di personaggi, è il ritmo teso che permea l'opera, cosa rara per un prodotto demenziale.
Ad ogni azione corrisponde una reazione, e infatti la sensazione che ognuno dei prigionieri dell'Accademia Hachimitsu cammini costantemente sul filo del rasoio è costante. Ogni idea e piano attuato attuato, anche il più minuzioso, porterà i nostri a imbattersi in situazioni sempre più "delicate" e per certi versi intriganti.
Insomma, ogni ingranaggio è perfettamente oliato.
Persino l'ecchi, elemento sempre più superficiale e fine a se stesso, qui viene valorizzato perché inserito in situazioni che lo richiedono (non sempre, eh) o valorizzato da inquadrature particolarmente ricercate.
Questo vale per il primo arco narrativo, ovvero quello visto nell'anime.
Il secondo rimescola le carte in tavola, capovolgendo i ruoli e inserendo tre nuovi personaggi femminili che ci porteranno a rivalutare e tifare per le precedenti "dittatrici" del comitato studentesco.
Anche qui tutto funziona a dovere e, nonostante un leggerissimo calo che non regge il paragone col primo arco, riesce ad intrattenere, coinvolgere e divertire in egual misura, facendosi anzi la narrazione di più ampio respiro concedendo più spazio ai comprimari e aprendosi a inaspettate love-story, che apparentemente dovrebbero rimettere tutto in discussione in vista del finale e logorando i rapporti di collaborazione con le ex del comitato.
Invece le cose cominciano ad andare male.
Tutti quei meccanismi narrativi ben oliati, il ritmo serrato e l'originalità di molte soluzioni iniziano a girare per il verso sbagliato, creando uno sfacelo che mi ha fatto persino dubitare che lo sceneggiatore fosse ancora Hiramoto.
Il brodo comincia ad allungarsi sino allo sfinimento, i rapporti, maturati e approfonditi volume dopo volume si risolvono nel modo più sbrigativo possibile, gli escamotage per ottenere l'agognata libertà si fanno di una banalità disarmante e la narrazione rallenta, rallenta ancora e ancora.
Ho perso il conto dei volumi riempitivo che nulla aggiungevano alla vicenda, tipo la side-story del Presidente, tanto inutile quanto tediosa nella sua forzata stupidità.
Assistiamo così a un continuo girare a vuoto, con personaggi che perdono la loro identità, inseriti a forza in determinate situazioni, per poi concludersi, dopo almeno 5 volumi (!) di nulla più assoluto, di botto, in appena due pagine.
"Colpo di scena" e tanti saluti.
Pare quasi una presa in giro dopo tutto quell'inutile preambolo di forzature e tempi morti, per sfociare in un epilogo comunque coerente all'opera, ma che meritava lo spazio concesso invece per inutili siparietti.
Lì sul momento strappa anche un mezzo sorriso, ma appena ripensi al tedio sopportato per arrivarci, anche no, grazie.
Riuscita a metà (diciamo pure 3/4) ma ugualmente divertente.
"Prison school!" è un manga scritto e disegnato da Akira Hiramoto e dai cui sono stati tratti un'anime e una serie live action.
La storia tratta di quattro ragazzi iscritti ad un liceo inizialmente femminile, e per questo sono gli unici maschi. Come ci si potrebbe aspettare, questi approfittano della situazione per spiare le ragazze nello spogliatoio, per questo sono rinchiusi dall'associazione studentesca segreta, formata da tre ragazze molto agguerrite, nella prigione situata al centro del giardino. Da qui in poi si creeranno situazioni al limite dell'assurdo, caratterizzate da: fanservice, gag e equivoci esilaranti. Il manga è abbastanza lungo considerato il genere di opera trattata. I disegni sono spettacolari, realistici e super dettagliati. Per quanto riguarda la sceneggiatura si potrebbe fare di meglio, poichè, superato il primo arco narrativo, la trama inizia ad essere un pò ripetitiva, ma comunque divertentissima e incapace di stufare con le continue situazioni irrealistiche e molto, molto spinte. I personaggi sono abbastanza stereotipati, c'è il ragazzo intelligente (più o meno) che elabora tutti i piani possibili immaginabili, c'è la tettona che picchia tutti a sangue senza pietà, il ragazzo misterioso che sta sulle sue, quello grasso e abbastanza idiota eccetera eccetera...
Consiglio il manga a chi ama le commedie sexy, i colpi di scena e le gag a non finire. Avverto che il manga è piuttosto esplicito, per cui se ne consiglia la lettura ad un pubblico esclusivamente adulto.
La storia tratta di quattro ragazzi iscritti ad un liceo inizialmente femminile, e per questo sono gli unici maschi. Come ci si potrebbe aspettare, questi approfittano della situazione per spiare le ragazze nello spogliatoio, per questo sono rinchiusi dall'associazione studentesca segreta, formata da tre ragazze molto agguerrite, nella prigione situata al centro del giardino. Da qui in poi si creeranno situazioni al limite dell'assurdo, caratterizzate da: fanservice, gag e equivoci esilaranti. Il manga è abbastanza lungo considerato il genere di opera trattata. I disegni sono spettacolari, realistici e super dettagliati. Per quanto riguarda la sceneggiatura si potrebbe fare di meglio, poichè, superato il primo arco narrativo, la trama inizia ad essere un pò ripetitiva, ma comunque divertentissima e incapace di stufare con le continue situazioni irrealistiche e molto, molto spinte. I personaggi sono abbastanza stereotipati, c'è il ragazzo intelligente (più o meno) che elabora tutti i piani possibili immaginabili, c'è la tettona che picchia tutti a sangue senza pietà, il ragazzo misterioso che sta sulle sue, quello grasso e abbastanza idiota eccetera eccetera...
Consiglio il manga a chi ama le commedie sexy, i colpi di scena e le gag a non finire. Avverto che il manga è piuttosto esplicito, per cui se ne consiglia la lettura ad un pubblico esclusivamente adulto.
Ho scelto di leggere questo manga dopo aver visto l'anime spinto dalla curiosità di vedere come proseguivano le avventure dei poveri studenti e delle loro carceriere ed è una cosa che consiglio a chiunque sia in dubbio se fare la stessa cosa o meno.
Sebbene sia abbastanza lunga (sono comunque 28 volumi) merita ampiamente di venire recuperata nella sua interezza, non mancano i momenti esilaranti così come quelli "drammatici" per i nostri protagonisti.
La storia racconta di come l'Accademia Hachimitsu si apra anche agli uomini dopo esser stata una scuola esclusivamente femminile, ci immedesimiamo quindi nei panni di Kiyoshi e i suoi 4 compagni che aspettandosi un paradiso si ritrovano ben presto messi sotto da quelle ragazze che speravano di conquistare.
La storia soprattutto all'inizio scorre via a un buonissimo ritmo e sono davvero tanti i momenti divertenti, per quanto alcuni siano abbastanza assurdi (ma comunque se si sceglie di leggere questo manga bisogna aspettarselo), poi sebbene il ritmo si mantenga buono ad un certo punto si ha un momento di stasi, con avvenimenti che portano via decisamente troppo spazio (sebbene a me non abbia mai annoiato).
Io ho apprezzato anche il finale, che invece ho letto che a molti ha deluso, certo si potevano approfondire meglio determinate situazioni ma io l'ho trovato gradevole anche così
Bellissimi i disegni che riescono nel non facile compito di ricreare e farti sentire la durezza delle punizioni subite dagli studenti e le emozioni dei protagonisti.
In definitiva secondo me è un manga da 9 pieno, media esatta tra un 9.5 per la prima metà dell'opera e un 8.5 per la seconda.
Se sei in cerca di un manga spensierato che ti faccia trascorrere momenti deliranti e di sicuro divertimento non puoi lasciarti scappare Prison School.
Sebbene sia abbastanza lunga (sono comunque 28 volumi) merita ampiamente di venire recuperata nella sua interezza, non mancano i momenti esilaranti così come quelli "drammatici" per i nostri protagonisti.
La storia racconta di come l'Accademia Hachimitsu si apra anche agli uomini dopo esser stata una scuola esclusivamente femminile, ci immedesimiamo quindi nei panni di Kiyoshi e i suoi 4 compagni che aspettandosi un paradiso si ritrovano ben presto messi sotto da quelle ragazze che speravano di conquistare.
La storia soprattutto all'inizio scorre via a un buonissimo ritmo e sono davvero tanti i momenti divertenti, per quanto alcuni siano abbastanza assurdi (ma comunque se si sceglie di leggere questo manga bisogna aspettarselo), poi sebbene il ritmo si mantenga buono ad un certo punto si ha un momento di stasi, con avvenimenti che portano via decisamente troppo spazio (sebbene a me non abbia mai annoiato).
Io ho apprezzato anche il finale, che invece ho letto che a molti ha deluso, certo si potevano approfondire meglio determinate situazioni ma io l'ho trovato gradevole anche così
Bellissimi i disegni che riescono nel non facile compito di ricreare e farti sentire la durezza delle punizioni subite dagli studenti e le emozioni dei protagonisti.
In definitiva secondo me è un manga da 9 pieno, media esatta tra un 9.5 per la prima metà dell'opera e un 8.5 per la seconda.
Se sei in cerca di un manga spensierato che ti faccia trascorrere momenti deliranti e di sicuro divertimento non puoi lasciarti scappare Prison School.
“Prison School” è un manga composto da 28 volumi, di genere ecchi, scolastico e BDSM.
Decisi di leggere questo manga perchè cercavo un’opera ecchi, fui attratto da questo in quanto, a mio avviso aveva una cosa che le altre opere non avevano, ovvero una forte presenta di dominazione femminile in stile BDSM, oltre al fatto di essere abbastanza spinto, e il disegno gradevole.
E piano piano senza neanche accorgermene sono arrivato al volume 28, ma purtroppo volendo dare una valutazione complessiva, sono stato fortemente deluso dall'opera.
Tra i motivi che mi hanno portato a questo parere, c'è la sua eccessiva lunghezza, 28 volumi sono assolutamente troppi, ne sarebbero bastati 10/15, un altro motivo riguarda gli archi finali, ormai assolutamente ridondanti a mio avviso, e il finale che rende inutili gli ultimi 5/10 volumi precedenti.
Il che è un vero peccato, perchè le premesse erano ottime, ma poi l'opera è andata scemando, fino a inabissarsi completamente, è un’opera che non consiglio assolutamente, sia per il costo complessivo che per il numero totale di volumi.
Una totale occasione mancata per creare un ottimo ecchi con la dominazione femminile, ma che invece risulta un mediocre ecchi pieno di stereotipi e stupidità.
Voto finale 5,5
Decisi di leggere questo manga perchè cercavo un’opera ecchi, fui attratto da questo in quanto, a mio avviso aveva una cosa che le altre opere non avevano, ovvero una forte presenta di dominazione femminile in stile BDSM, oltre al fatto di essere abbastanza spinto, e il disegno gradevole.
E piano piano senza neanche accorgermene sono arrivato al volume 28, ma purtroppo volendo dare una valutazione complessiva, sono stato fortemente deluso dall'opera.
Tra i motivi che mi hanno portato a questo parere, c'è la sua eccessiva lunghezza, 28 volumi sono assolutamente troppi, ne sarebbero bastati 10/15, un altro motivo riguarda gli archi finali, ormai assolutamente ridondanti a mio avviso, e il finale che rende inutili gli ultimi 5/10 volumi precedenti.
Il che è un vero peccato, perchè le premesse erano ottime, ma poi l'opera è andata scemando, fino a inabissarsi completamente, è un’opera che non consiglio assolutamente, sia per il costo complessivo che per il numero totale di volumi.
Una totale occasione mancata per creare un ottimo ecchi con la dominazione femminile, ma che invece risulta un mediocre ecchi pieno di stereotipi e stupidità.
Voto finale 5,5
Questo manga aveva delle potenzialità veramente enormi. Disegni fantastici, una storia che, nonostante fosse palesemente esagerata, divertiva sinceramente, personaggi ben caratterizzati, tutto purtroppo sprecato e perduto, tranne i disegni ovviamente.
Possiamo considerare questo manga come diviso in due parti, il prima e dopo prigione. La prima parte è quella che segue anche l'anime, ovvero l'arrivo dei ragazzi nella scuola, il loro ingresso nella prigione ed i loro tentativi di uscirne, e questa è la parte di cui parlavo sopra, poi purtroppo, dal decimo volume in poi, si cade in un abisso di oscenità senza senso. La storia passa da una demenzialità ben studiata e divertente ad una demenzialità totalmente insensata e buttata li solo per tirare avanti la storia. Ad un certo punto si ha la fastidiosa sensazione di leggere una sorta di telenovela, in cui per compiere un'azione che in un manga normale occuperebbe massimo due volumi ma che in questo manga ne occupa otto. Non c'è nessun finale, non c'è nessuna svolta, diventa tutto piatto e informe, addirittura noioso. Consiglio dunque di non acquistarlo, o al massimo di fermarsi ai primi 9 numeri.
Possiamo considerare questo manga come diviso in due parti, il prima e dopo prigione. La prima parte è quella che segue anche l'anime, ovvero l'arrivo dei ragazzi nella scuola, il loro ingresso nella prigione ed i loro tentativi di uscirne, e questa è la parte di cui parlavo sopra, poi purtroppo, dal decimo volume in poi, si cade in un abisso di oscenità senza senso. La storia passa da una demenzialità ben studiata e divertente ad una demenzialità totalmente insensata e buttata li solo per tirare avanti la storia. Ad un certo punto si ha la fastidiosa sensazione di leggere una sorta di telenovela, in cui per compiere un'azione che in un manga normale occuperebbe massimo due volumi ma che in questo manga ne occupa otto. Non c'è nessun finale, non c'è nessuna svolta, diventa tutto piatto e informe, addirittura noioso. Consiglio dunque di non acquistarlo, o al massimo di fermarsi ai primi 9 numeri.
Akira Hiramoto ha saputo portare a compimento un incarico non da poco, che non deve essere banalizzato o ridotto di importanza: riuscire a rendere la componente ecchi parte integrante di un manga fino al punto da farla diventare chiave di volta fondamentale, senza però scadere nella trita fanservice fine a se stessa a cui si è abituati, non è affatto una mansione semplice. Il grande merito di "Prison School" è proprio questo, elevare il ruolo dell'osceno e del sensuale, riuscendo a farlo diventare cardine delle vicende e condicio sine qua non l'opera non possa reggersi autonomamente.
Capacità, questa, che riesce a concatenarsi egregiamente alla proposta ed alla trattazione di argomenti tematiche ed emozioni più terra-terra, normali e meno spinte, affrontate in maniera intrigante ed appassionante per il lettore, attratto quindi non solo da nudità e situazioni licenziose, ma anche da un contesto maturo, curato, ben strutturato, originale.
"Prison School" è quindi un prodotto irriverente, certo, ma capace ugualmente di regalare grande qualità e grande cura per i dettagli. Non la solita commedia scolastica farcita di banalità a tinte osé, ma un softcore ricercato, strutturato e ben realizzato.
Unica pecca la complessiva lunghezza: troppe sezioni dilatate in maniera assurda e senza senso, troppe situazioni diluite e fatte malamente decantare: una maggiore snellezza avrebbe agevolato il complesso
Capacità, questa, che riesce a concatenarsi egregiamente alla proposta ed alla trattazione di argomenti tematiche ed emozioni più terra-terra, normali e meno spinte, affrontate in maniera intrigante ed appassionante per il lettore, attratto quindi non solo da nudità e situazioni licenziose, ma anche da un contesto maturo, curato, ben strutturato, originale.
"Prison School" è quindi un prodotto irriverente, certo, ma capace ugualmente di regalare grande qualità e grande cura per i dettagli. Non la solita commedia scolastica farcita di banalità a tinte osé, ma un softcore ricercato, strutturato e ben realizzato.
Unica pecca la complessiva lunghezza: troppe sezioni dilatate in maniera assurda e senza senso, troppe situazioni diluite e fatte malamente decantare: una maggiore snellezza avrebbe agevolato il complesso
Sto ancora cercando di riprendermi dalla lettura dell'ultimo capitolo di "Prison School". Una lettura che, d'altra parte, non può che provocare un sommovimento interno al lettore tale dal lasciarlo estasiato e disorientato allo stesso tempo. Come rendere così epica anche la situazione più demenziale? Una tecnica che Akira Hiramoto ha saputo conquistare appieno. Una trama lineare, ma allo stesso tempo contorta, che si evolve in una serie di piani segreti e situazioni da "thriller", dimenticandosi però che, in fin dei conti, i protagonisti sono semplici studenti delle superiori. Aggiungiamoci poi quel tocco (non proprio sottile) di ecchi e di sentimentalismo, ed ecco che avremo un'opera completa e assolutamente indimenticabile.
L'inizio è semplice: una scuola tradizionalmente femminile, viene ora aperta anche all'altro sesso. Tuttavia sono solamente cinque i ragazzi che hanno avuto il coraggio di iscriversi in tale istituto. Un paradiso in terra? Magari la maggior parte di voi la potrebbe pensare in questo modo, e sono sicuro che anche i nostri cinque protagonisti avevo il sospetto di essere entrati in un vero e proprio eden.
Peccato che subito le cose sembrano farsi difficili. Il consiglio studentesco segreto, che gestisce e controlla l'intero istituto, vieta a tutte le fanciulle di parlare con i nuovi "ospiti". Ai giovani, dunque, non rimane che guardare ammaliati il bel panorama. Ma anche loro, in fin dei conti, sono semplici ragazzi delle superiori e, come tali, i loro ormoni non possono che essere più che in eccesso.
Ordiscono un piano, che li avrebbe resi finalmente felici. Se non potevano parlare con le dolci fanciulle, allora non rimaneva che guardare… e perché, dunque, non spiarle mentre si fanno il bagno? Si attrezzano al meglio e si dirigono sul luogo del misfatto, non consci, però, che ad attenderli ci sarà il consiglio studentesco.
Vengono subito arrestati e, come veri criminali, messi in una specie di carcere nel mezzo del cortile scolastico. Le divise vengono sostituite con semplici abiti a righe, e la loro vita assume sembianze alquanto particolari. Riusciranno mai ad uscire da quella prigione? Il periodo di detenzione è di un mese, ma qualcosa ci fa pensare che la loro reclusione sarà molto più complicata del previsto.
I cinque protagonisti sono assolutamente fantastici. Ognuno mostra una propria personalità, e contribuisce all'interno della storia in maniera diversa. Tra i cinque, a mio avviso, quello che più di tutti si avvicina alla classica immagine del "protagonista" per eccellenza è senza dubbio Kiyoshi, ma non per questo gli altri assumeranno il semplice ruolo di spalla.
E se i cinque ragazzi vengono descritti fin nel profondo, le tre aguzzine non sono certo da meno. Temibili, spaventose e terribili, ma ognuna di loro ha qualcosa che la distingue dalle altre. I cliché sono usati a più riprese, ma, in un certo senso, questo utilizzo ha uno scopo preciso: deridere i comportamenti tipici dei personaggi dei manga ed esaltarne l'epicità all'interno di "Prison School". Una demenzialità studiata, che lascia trasparire aspetti ben più profondi. Un esempio tra tutti è la relazione di odio-amore tra Hana e Kiyoshi. Le varie situazioni esilaranti in cui si ritroveranno coinvolti, sono in realtà un pretesto per approfondire un rapporto che si avvia su una strada assolutamente inaspettata. E la bella Chiyo allora? La fanciulla che subito aveva legato con il giovane, gli rimarrà sempre accanto. Kiyoshi sembra ancora invaghito di lei, ma, a mio avviso, questa mostrerà una piattezza tale da non poter essere assolutamente considerata al livello di Hana.
I disegni sono semplicemente fantastici: ombreggiature molto calcate, che portano in risalto le espressioni dei volti e la caricatura di alcuni sentimenti. Gli sfondi sono curati nel minimo dettaglio, ma ciò che più appassiona nel manga di "Prison School" è, forse, la capacità di saper entusiasmare per ogni singolo secondo di storia. Dopo aver visto ben quattro capitoli concentrarsi su appena qualche minuto, non ho potuto far altro che battere le mani per tale capacità. Nonostante il gran numero di volumi, l'arco temporale non è che di pochi mesi.
Potrei continuare all'infinito ad elogiare un'opera che mi ha saputo coinvolgere fin dall'inizio. E proprio questa partecipazione del lettore è uno dei punti di forza del manga. Non c'è alcuna barriera o imbarazzo, il lettore si immerge completamente nei disegni, e prova gli stessi sentimenti dei vari protagonisti. Si emoziona per un nonnulla, è in ansia quando la situazione si fa critica, si commuove di fronte alcune scene… insomma, non è più un semplice uomo, ma è uno studente della stessa scuola di Kiyoshi e compagni.
Ogni capitolo è un'avventura e, una volta conclusa, non si vede l'ora che arrivi la settimana successiva, così da vedere come andrà a finire. E, a mio avviso, è proprio questa voracità che ci mostra quando un manga è veramente ottimo. "Prison School", senza ombra di dubbio, lo è.
Voto finale: 9… più!
L'inizio è semplice: una scuola tradizionalmente femminile, viene ora aperta anche all'altro sesso. Tuttavia sono solamente cinque i ragazzi che hanno avuto il coraggio di iscriversi in tale istituto. Un paradiso in terra? Magari la maggior parte di voi la potrebbe pensare in questo modo, e sono sicuro che anche i nostri cinque protagonisti avevo il sospetto di essere entrati in un vero e proprio eden.
Peccato che subito le cose sembrano farsi difficili. Il consiglio studentesco segreto, che gestisce e controlla l'intero istituto, vieta a tutte le fanciulle di parlare con i nuovi "ospiti". Ai giovani, dunque, non rimane che guardare ammaliati il bel panorama. Ma anche loro, in fin dei conti, sono semplici ragazzi delle superiori e, come tali, i loro ormoni non possono che essere più che in eccesso.
Ordiscono un piano, che li avrebbe resi finalmente felici. Se non potevano parlare con le dolci fanciulle, allora non rimaneva che guardare… e perché, dunque, non spiarle mentre si fanno il bagno? Si attrezzano al meglio e si dirigono sul luogo del misfatto, non consci, però, che ad attenderli ci sarà il consiglio studentesco.
Vengono subito arrestati e, come veri criminali, messi in una specie di carcere nel mezzo del cortile scolastico. Le divise vengono sostituite con semplici abiti a righe, e la loro vita assume sembianze alquanto particolari. Riusciranno mai ad uscire da quella prigione? Il periodo di detenzione è di un mese, ma qualcosa ci fa pensare che la loro reclusione sarà molto più complicata del previsto.
I cinque protagonisti sono assolutamente fantastici. Ognuno mostra una propria personalità, e contribuisce all'interno della storia in maniera diversa. Tra i cinque, a mio avviso, quello che più di tutti si avvicina alla classica immagine del "protagonista" per eccellenza è senza dubbio Kiyoshi, ma non per questo gli altri assumeranno il semplice ruolo di spalla.
E se i cinque ragazzi vengono descritti fin nel profondo, le tre aguzzine non sono certo da meno. Temibili, spaventose e terribili, ma ognuna di loro ha qualcosa che la distingue dalle altre. I cliché sono usati a più riprese, ma, in un certo senso, questo utilizzo ha uno scopo preciso: deridere i comportamenti tipici dei personaggi dei manga ed esaltarne l'epicità all'interno di "Prison School". Una demenzialità studiata, che lascia trasparire aspetti ben più profondi. Un esempio tra tutti è la relazione di odio-amore tra Hana e Kiyoshi. Le varie situazioni esilaranti in cui si ritroveranno coinvolti, sono in realtà un pretesto per approfondire un rapporto che si avvia su una strada assolutamente inaspettata. E la bella Chiyo allora? La fanciulla che subito aveva legato con il giovane, gli rimarrà sempre accanto. Kiyoshi sembra ancora invaghito di lei, ma, a mio avviso, questa mostrerà una piattezza tale da non poter essere assolutamente considerata al livello di Hana.
I disegni sono semplicemente fantastici: ombreggiature molto calcate, che portano in risalto le espressioni dei volti e la caricatura di alcuni sentimenti. Gli sfondi sono curati nel minimo dettaglio, ma ciò che più appassiona nel manga di "Prison School" è, forse, la capacità di saper entusiasmare per ogni singolo secondo di storia. Dopo aver visto ben quattro capitoli concentrarsi su appena qualche minuto, non ho potuto far altro che battere le mani per tale capacità. Nonostante il gran numero di volumi, l'arco temporale non è che di pochi mesi.
Potrei continuare all'infinito ad elogiare un'opera che mi ha saputo coinvolgere fin dall'inizio. E proprio questa partecipazione del lettore è uno dei punti di forza del manga. Non c'è alcuna barriera o imbarazzo, il lettore si immerge completamente nei disegni, e prova gli stessi sentimenti dei vari protagonisti. Si emoziona per un nonnulla, è in ansia quando la situazione si fa critica, si commuove di fronte alcune scene… insomma, non è più un semplice uomo, ma è uno studente della stessa scuola di Kiyoshi e compagni.
Ogni capitolo è un'avventura e, una volta conclusa, non si vede l'ora che arrivi la settimana successiva, così da vedere come andrà a finire. E, a mio avviso, è proprio questa voracità che ci mostra quando un manga è veramente ottimo. "Prison School", senza ombra di dubbio, lo è.
Voto finale: 9… più!
Per la mia concezione di manga, i compiti di un manga sono due: far riflettere il lettore oppure intratterlo facendolo divertire. Poi ci sono i capolavori immortali che riescono in entrambe le cose.
Prison School rientra nella seconda categoria, è un manga fatto per divertire il pubblico e ci riesce egregiamente, in modo stupefacente.
Kiyoshi e i suoi amici sono finalmente stati ammessi al liceo, in una scuola che fino a quel momento era esclusivamente femminile. Appena arrivati peró i ragazzi hanno la brillante idea di mettersi a spiare nel bagno delle ragazze... non fanno in tempo a portare a termine l'impresa che vengono letteralmente incarcerati nella prigione della scuola!! Infatti la Presidentessa del comitato studentesco vuole sfruttare l'occasione per far tornare la scuola ad essere esclusivamente femminile, mostrando che gli uomini sono solo dei depravati pericolosi.
Cosí iniziano i giorni di prigionia di Kiyoshi e i suoi amici, sorvegliati a vista dalla procace vicepresidentessa e dall'irascibile Hana.
Prison School è un susseguirsi di gag e personaggi folli: Gakuto, amico e compagno di prigionia di Kiyoshi, appassionato di action figure e della storia cinese, all'apparenza completamente pazzo ma dotato di un enorme senso di lealtá nei confronti dei suoi amici; il masochista Andre che ama essere preso a calci e umiliato dalla vicepresidentessa; la crudele Hana e il suo odio viscerale (ben motivato!) per Kiyoshi... personaggi assurdi e incrollabili.
Le gag sono fenomenali, per quanto sempre molto spinte sono talmente divertenti da far dimenticare la loro esagerazione.
Avete presente le commedie degli equivoci? Tizio vede tizia fare una cosa e si convince di un fatto? O tutti gli stereotipi degli hentai o degli shounen? Prison School prende tutti questi stereotipi e li deride, portandoli all'estremo.
Parallelamente l'autore porta avanti una candida e sincera love story tra Kitoshi e l'incrollabile Chiyo, sorella della terribile Presidentessa, che non si lascia ingannare da tutte le maldicenze su Kiyoshi, nemmeno dagli equivoci piu' folli, e continua a avere fede nel ragazzo, cercando di aiutarlo a evadere dalla prigione.
Insomma, mentre il manga prende in giro tutte le situazioni tipiche delle love comedy e degli hentai (il sottomesso, la donna dominatrice sempre mezza nuda) l'autore non perde l'occasione di portare avanti questa storia di amore puro vissuta a distanza.
Fenomenale.
Incredibili sono pure i disegni. Con un'attezione ai dettagli incredibile e una retinatura molto presente, la lettura tuttavia è molto veloce e scorrevole.
Sia i dialoghi esilaranti che i disegni -molte volte esageratissimi, con prospettive assurde- contribuiscono a impregnare ogni pagina di comicità.
Sia chiaro, Prison School va letto con questo spirito, e non cercando realismo o serietà: qui siamo nel mondo della demenzialità, che mira a ridicolizzare tutto il mondo costruito dai manga moderni, una demenzialità mascherata da un velo di drammaticità.
Buona l'edizione italiana con tanto di sovraccoperta, peccato per la periodicità molto dilatata (e dire che mi domando come faccia l'autore a fare tavole cosí dettagliate in pochissimo tempo!).
Prison School rientra nella seconda categoria, è un manga fatto per divertire il pubblico e ci riesce egregiamente, in modo stupefacente.
Kiyoshi e i suoi amici sono finalmente stati ammessi al liceo, in una scuola che fino a quel momento era esclusivamente femminile. Appena arrivati peró i ragazzi hanno la brillante idea di mettersi a spiare nel bagno delle ragazze... non fanno in tempo a portare a termine l'impresa che vengono letteralmente incarcerati nella prigione della scuola!! Infatti la Presidentessa del comitato studentesco vuole sfruttare l'occasione per far tornare la scuola ad essere esclusivamente femminile, mostrando che gli uomini sono solo dei depravati pericolosi.
Cosí iniziano i giorni di prigionia di Kiyoshi e i suoi amici, sorvegliati a vista dalla procace vicepresidentessa e dall'irascibile Hana.
Prison School è un susseguirsi di gag e personaggi folli: Gakuto, amico e compagno di prigionia di Kiyoshi, appassionato di action figure e della storia cinese, all'apparenza completamente pazzo ma dotato di un enorme senso di lealtá nei confronti dei suoi amici; il masochista Andre che ama essere preso a calci e umiliato dalla vicepresidentessa; la crudele Hana e il suo odio viscerale (ben motivato!) per Kiyoshi... personaggi assurdi e incrollabili.
Le gag sono fenomenali, per quanto sempre molto spinte sono talmente divertenti da far dimenticare la loro esagerazione.
Avete presente le commedie degli equivoci? Tizio vede tizia fare una cosa e si convince di un fatto? O tutti gli stereotipi degli hentai o degli shounen? Prison School prende tutti questi stereotipi e li deride, portandoli all'estremo.
Parallelamente l'autore porta avanti una candida e sincera love story tra Kitoshi e l'incrollabile Chiyo, sorella della terribile Presidentessa, che non si lascia ingannare da tutte le maldicenze su Kiyoshi, nemmeno dagli equivoci piu' folli, e continua a avere fede nel ragazzo, cercando di aiutarlo a evadere dalla prigione.
Insomma, mentre il manga prende in giro tutte le situazioni tipiche delle love comedy e degli hentai (il sottomesso, la donna dominatrice sempre mezza nuda) l'autore non perde l'occasione di portare avanti questa storia di amore puro vissuta a distanza.
Fenomenale.
Incredibili sono pure i disegni. Con un'attezione ai dettagli incredibile e una retinatura molto presente, la lettura tuttavia è molto veloce e scorrevole.
Sia i dialoghi esilaranti che i disegni -molte volte esageratissimi, con prospettive assurde- contribuiscono a impregnare ogni pagina di comicità.
Sia chiaro, Prison School va letto con questo spirito, e non cercando realismo o serietà: qui siamo nel mondo della demenzialità, che mira a ridicolizzare tutto il mondo costruito dai manga moderni, una demenzialità mascherata da un velo di drammaticità.
Buona l'edizione italiana con tanto di sovraccoperta, peccato per la periodicità molto dilatata (e dire che mi domando come faccia l'autore a fare tavole cosí dettagliate in pochissimo tempo!).
E' la storia della Hachimitsu Academy, una scuola superiore per sole ragazze ma che, inaspettatamente, ha aperto anche ai ragazzi. Per Kioshi sembra un sogno, e per noi lettori l'inizio di un normale manga scolastico. Ma subito il sogno lascerà lo spazio all'incubo: i ragazzi sono solo cinque e tutti, in particolare la feroce vicepresidente, remano contro di loro perché abbandonino il più in fretta possibile. Tutte le ragazze ignorano i loro compagni, salvo una che prova una certa attrazione per il protagonista Kyoshi.
Inizia perciò una sfida psicologica per gli studenti: resistere o abbandonare? E per il lettore una lunga serie di domande: come mai la scuola mista se poi i ragazzi vengono visti così? Cosa si nasconde dietro la scuola? Perché i ragazzi resistono? Kyoshi e soci molleranno, soprattutto il grassone? Per ora siamo solo all'inizio, cosa ci riserverà il futuro?
I ragazzi subiscono le più sadiche punizioni, trattamenti che non esito a definire da lager. Nei sei albi usciti in Italia non si vede altro, solo frustini, violenze, fan service esasperato e crudele. Per non parlare della vicepreside del comitato studentesco, sexy, disinibita e dall'atteggiamento nazista, amante delle punizioni tra il sexy e il sadico. La grafica è curata, anzi splendida, ma allo stesso tempo esasperata, fino a giungere in certe scene al ridicolo. L'uso del chiaroscuro è perfetto. In una parola, in Fortified si perseguiva l'alienazione con una grafica sua propria, fuori da ogni schema, qui la si persegue con una grafica di alto livello, oserei dire perfetta. Non posso ignorare di certo i cinque protagonisti, uno grasso fino al grottesco, l'altro otaku e che si arrapa per un nulla. Non si sa perché li trattino così, né perché i ragazzi vogliano restare: il solo tenere duro non giustifica una vita simile.
Spero che la storia migliori, perché, ora come ora, è deprimente vedere una splendida scatola con niente dentro.
Voto: 5.
Inizia perciò una sfida psicologica per gli studenti: resistere o abbandonare? E per il lettore una lunga serie di domande: come mai la scuola mista se poi i ragazzi vengono visti così? Cosa si nasconde dietro la scuola? Perché i ragazzi resistono? Kyoshi e soci molleranno, soprattutto il grassone? Per ora siamo solo all'inizio, cosa ci riserverà il futuro?
I ragazzi subiscono le più sadiche punizioni, trattamenti che non esito a definire da lager. Nei sei albi usciti in Italia non si vede altro, solo frustini, violenze, fan service esasperato e crudele. Per non parlare della vicepreside del comitato studentesco, sexy, disinibita e dall'atteggiamento nazista, amante delle punizioni tra il sexy e il sadico. La grafica è curata, anzi splendida, ma allo stesso tempo esasperata, fino a giungere in certe scene al ridicolo. L'uso del chiaroscuro è perfetto. In una parola, in Fortified si perseguiva l'alienazione con una grafica sua propria, fuori da ogni schema, qui la si persegue con una grafica di alto livello, oserei dire perfetta. Non posso ignorare di certo i cinque protagonisti, uno grasso fino al grottesco, l'altro otaku e che si arrapa per un nulla. Non si sa perché li trattino così, né perché i ragazzi vogliano restare: il solo tenere duro non giustifica una vita simile.
Spero che la storia migliori, perché, ora come ora, è deprimente vedere una splendida scatola con niente dentro.
Voto: 5.
Volumi letti 6/6, quelli usciti in Italia.
La Hachimitsu Academy è da sempre un prestigioso istituto femminile con un regolamento interno particolarmente rigido che impone alle ragazze il divieto assoluto di interagire con l'altro sesso. Una volta aperte le iscrizioni anche agli studenti di sesso maschile, Kiyoshi Fujino esaltato all'idea di essere attorniato da più di mille ragazze, decide di iscriversi, salvo poi scoprire di essere uno dei soli cinque ragazzi che frequenteranno l'istituto. Come se non bastasse tutte le studentesse ignorano completamente la compagine maschile sotto minaccia di un consiglio studentesco "ombra" tutt'altro che ben disposto ad accogliere i nuovi arrivati.
Ciò che sicuramente resta al lettore sono le numerose tavole dove le protagoniste sono in biancheria intima e le generose curve delle studentesse. Infatti, ad una trama non particolarmente elaborata e a uno sviluppo della storia appena accennato, Hiramoto affianca massicce dosi di fanservice ed esaspera la violenza psicologica e fisica messa in atto dal consiglio studentesco al punto da renderla tanto comica quanto sadica.
Voto 10 per la piacevolezza nella lettura, per i disegni, e per la trama che adesso(volume 6) si sta sviluppando.
La Hachimitsu Academy è da sempre un prestigioso istituto femminile con un regolamento interno particolarmente rigido che impone alle ragazze il divieto assoluto di interagire con l'altro sesso. Una volta aperte le iscrizioni anche agli studenti di sesso maschile, Kiyoshi Fujino esaltato all'idea di essere attorniato da più di mille ragazze, decide di iscriversi, salvo poi scoprire di essere uno dei soli cinque ragazzi che frequenteranno l'istituto. Come se non bastasse tutte le studentesse ignorano completamente la compagine maschile sotto minaccia di un consiglio studentesco "ombra" tutt'altro che ben disposto ad accogliere i nuovi arrivati.
Ciò che sicuramente resta al lettore sono le numerose tavole dove le protagoniste sono in biancheria intima e le generose curve delle studentesse. Infatti, ad una trama non particolarmente elaborata e a uno sviluppo della storia appena accennato, Hiramoto affianca massicce dosi di fanservice ed esaspera la violenza psicologica e fisica messa in atto dal consiglio studentesco al punto da renderla tanto comica quanto sadica.
Voto 10 per la piacevolezza nella lettura, per i disegni, e per la trama che adesso(volume 6) si sta sviluppando.