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Focasaggia

Volumi letti: 10/10 --- Voto 8
«La fortezza dell'apocalisse» è un manga scritto da Yuu Kuraishi e illustrato da Kazu Inabe, coppia che continuerà la collaborazione anche in seguito, qui, seppur raccontando di un tema quasi abusato nella letteratura e nel cinema, quale l'invasione di orde di zombie, riesce ad aggiungere un tocco di novità e originalità.

La storia narra le vicende di Yoshiaki Maeda che, venendo ingiustamente condannato, si ritroverà in una cella del riformatorio, qui conoscerà i suoi futuri compagni di avventura, all'apparenza inquietanti e fra loro si stringerà un forte legame. Il complesso verrà attaccato da un'orda interminabile di zombie. Ma cosa c'è dietro? Chi sono i Dakor?

La storia viene ambientata principalmente nel riformatorio, originale in questo tipo di storia, anche se più volte ne usciranno per perlustrare i dintorni e cercare una via di fuga.

In netto contrasto con quello che si idealizza comunemente come un elemento fantastico (la presenza dei "non morti") c'è l'attenzione da parte dell'autore ad essere il più fedele possibile alla realtà, le situazioni che vivono, i dialoghi, le reazioni a questa irrealtà sono palpabili, condivisibili, reali. Per farvi un esempio qui i soldati sono realmente soldati. Un normale ragazzo, per quanto robusto, abile, non potrebbe mai affrontare un soldato addestrato o persino una moltitudine di essi, spesso nei manga/anime vediamo appartenenti alla forze armate soccombere di fronte ad uno o più ragazzini, in questa opera si rispettano le aspettative reali.
Si vuole ragionare su cosa siano gli zombie, se sia possibile contrastarli in modi diversi dal solito, persino sulla utilità della loro presenza, c'è chi infatti considererà una buona opportunità quella che forse è solo un'apparente catastrofe. L'approccio potrà ricordare soltanto inizialmente altri anime/manga per poi distaccarsi appena entrato nel vivo della storia.

Sui disegni, che rimangono in parte grezzi ma decenti, ritroviamo un altro elemento di originalità, gli zombie non hanno solo forme umane, si mostrano anche sembianze di bestie imprecisate e grottesche ma ben definibili e categorizzabili. Violenza e sangue non mancheranno ma non saranno scene fine a sé stesse ma perfettamente in linea con il contesto espresso.

I personaggi sono tutti ben caratterizzati, le loro storie vengono narrate e hanno tutti, tranne il protagonista in realtà, trascorsi tormentati e difficili, non categorizzabili nei soliti "bravi ragazzi", sono e restano dei criminali. Oltre ai comprimari fra cui segnalo Iwakura Gou, probabilmente il più normale del gruppo, da segnalare la presenza del carcerato Hitotsukabuto Kiyoharu, carismatico e dotato di ottimi riflessi.
Alcuni dialoghi resteranno impressi nella mente del lettore, non trovandoli mai banali, e concorderà con i ragionamenti fatti dai protagonisti della storia, sorriderà e si meraviglierà nel vedere diverse scene inaspettate, in un susseguirsi frenetico degli eventi, i 10 volumi sono stati calibrati alla perfezione in questo.

Consigliato a chi vuole vedere una storia horror diversa dal solito con buoni personaggi e ottimo ritmo.


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npepataecozz

Volumi letti: 10/10 --- Voto 7
Diciamoci la verità: dopo cinquant'anni dall'uscita nelle sale de “La notte dei morti viventi” (1968) gli zombie ci piacciono ancora tanto. Ormai sono stati proposti un po' in tutte le salse (tanto per citarne una, c'è un film famoso tra gli amanti del trash in cui si parla di “castori zombie”) e sono state studiate un grandissimo numero di possibili varianti rispetto alla situazione base; ma il brivido che sanno ancora suscitare un migliaio di cadaveri ambulanti che assediano un piccolissimo gruppo di persone è ancora molto forte. Ed ecco perché una delle domande che vengono usate più spesso su Facebook da utenti alla ricerca di qualche like o di qualche commento in più è: “dove vorreste trovarvi durante un'apocalisse zombie?”. Eh già, dov'è che vorrei trovarmi?
Devo ammettere che la risposta data da “La Fortezza dell'Apocalisse” non è affatto malvagia: almeno per questa occasione l'idea di trovarsi in una prigione sembra essere rassicurante; in fondo anche “The Walking Dead” ha scelto un complesso di detenzione come una delle location in cui far rifugiare i sopravvissuti alla catastrofe. Rispetto allo show americano, però, questo manga non svuota le carceri prima di farci alloggiare i superstiti ma fa diventare protagonisti della lotta contro gli zombie gli stessi detenuti del carcere. Messa così, però, come posizionamento ci sembrerebbe sicuramente meno rassicurante: oltre a doverci difendere dall'inumano che bussa alle porte di casa dovremmo difenderci anche dall'umano che vive “dentro casa”. Ed allora il sospetto che non aver controllato il livello di benzina dell'auto che doveva aspettarci all'angolo col motore acceso sia stata una grandissima stupidaggine forse tornerebbe prepotentemente di moda nei nostri pensieri.
Ma parliamo di questo “La Fortezza dell'Apocalisse”.
Maeda è un ragazzo come tanti che finisce per essere arrestato e condannato per un reato che non ha commesso. Rinchiuso nell'istituto Shoran, un riformatorio di massima sicurezza in cui sono inviati i peggiori criminali del Giappone; se ciò non bastasse viene assegnato alla stanza n.4, una cella su cui circolano voci decisamente pericolose. Ma non c'è tempo per badare a certe cose, l'apocalisse zombie sta per avere inizio...
La storia raccontata in questo manga può essere analizzata sotto tre diversi aspetti: gli uomini, gli zombie e la lotta fra gli uomini e gli zombie.
La parte migliore di “La fortezza dell'Apocalisse” è il rapporto che lega gli uomini all'interno della storia. Trovare persone che mettano da parte il proprio individualismo per pensare alle esigenze dell'intero gruppo, cosa che sarebbe indispensabile in una situazione del genere, all'interno di un contesto del genere è cosa quasi impossibile; così all'interno del carcere viene instaurata una sorta di violenta dittatura per cercare di governare il caos che ne deriva. Anche così però sarà praticamente impossibile evitare la violenza che nasce dalle rivalità tra i singoli gruppetti.
Il gruppo di Maeda (lui e gli altri membri della stanza n.4) però si rivelerà moralmente diverso e i suoi membri, a dispetto delle apparenze, riusciranno a costruire un legame tra loro che diventerà la loro principale motivazione per continuare a combattere.
La parte peggiore del manga, e so che qualcuno non sarà contento di sentire questo, sono invece gli zombie. Inizialmente troviamo i tradizionali morti viventi e fin qui tutto bene; poi evoluzioni dei tradizionali morti viventi,e fin qui tutto benissimo; infine troviamo... ehm... ma che cavolo sono quei cosi? Migliaia di zombie che si arrampicano gli uni sugli altri per formare delle strane figure. Più che un racconto sui morti viventi sembra un flash mob o la cerimonia di presentazione di una Olimpiade...
La lotta tra uomini e zombie funziona invece a fasi alterne: bene all'inizio, quando si è seguito una linea piuttosto tradizionale; molto bene anche dopo quando gli zombie hanno cominciato a mostrare le prime varianti; molto male alla fine, a causa di queste creature composte di cui parlavo prima che, richiedendo uno stile di disegno molto complesso, hanno reso molto difficile riuscire ad interpretare cosa stesse succedendo in un certo momento. Ricorda, per capirci, un po' lo stile utilizzato da "Gantz" nella sua ultima parte, anche se, ad onor del vero, qui non si raggiunge lo stesso livello di incomprensibilità; anche così, però, il tutto resta molto fastidioso.
Complessivamente, comunque, devo dire che “La Fortezza dell'Apocalisse” mi è piaciuto. Non sarà il massimo nel suo genere ma si tratta comunque di dieci volumetti di buona fattura che si lasciano leggere senza grossi problemi. E' vero che quando cerca di strafare il risultato dello sforzo non è assolutamente soddisfacente; ma bastano comunque le cose normali fatte bene a dare a questo manga la qualità sufficiente per ottenere il mio giudizio positivo.


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oberon

Volumi letti: 10/10 --- Voto 8,5
Ormai risulta forzato considerare una “moda” quella degli zombie, in quanto per definizione un revival di questo tipo dovrebbe essere passeggero; mentre la proliferazione di opere d’ambientazione post-apocalittica con non morti mangia uomini - tra fumetti, libri, film, serial e videogame - sembra non ne voglia proprio saperne di scemare.
Ma ciò è un male?
Be’, per un certi versi diviene inevitabile il subentrare di una certa assuefazione, che sfocia nella tentazione di snobbare di default una nuova opera, considerandola l’ennesimo titolo che vuole cavalcare l'onda. E’ ciò che, lo ammetto, è successo inizialmente al sottoscritto con il manga in esame, La fortezza dell’apocalisse di Yuu Kuraishi e Kazu Inabe, che si è invece rivelato essere un piccolo gioiellino.

La storia è quella di Maeda, un introverso e remissivo ragazzino che si ritrova in carcere perché accusato di un omicidio che non ha commesso, e che ha la sfortuna (?) di essere sbattuto in cella con quelli che sono considerati i soggetti più pericolosi del carcere.
E presto veniamo catapultati nel vivo degli eventi, giusto il tempo di imbatterci nel primo individuo che comincia ad azzannare la gente, senza apparente motivo.
Si nota da subito come una delle caratteristiche di questo manga sia il ritmo sempre incalzante (forse frettoloso nel primo volume), e infatti i dieci volumi di cui è composto La fortezza dell’apocalisse si leggono davvero d’un fiato.

Il titolo dell’opera è un riferimento all’istituto detentivo: nato per tenere dentro i peggiori criminali, ora è una fortezza che ha il compito di tenere i carcerati al sicuro dagli orrori che vagano lì fuori.
Ma come reagiranno coloro che sono considerati dei reietti senza speranza di fronte all’inferno sceso in terra? Cos'è successo nel resto del mondo? Arriveranno mai i soccorsi? Come stanno i familiari? Si è salvato qualcuno? Forse è il caso di varcare le mura della fortezza per constatare di persona...

Durante la lettura troveremo quindi elementi cari agli appassionati del genere. Ben resa è ad esempio l’esplorazione, coi protagonisti che si devono avventurare fuori per cercare armi e munizioni, trovare mezzi di locomozione per farsi strada tra gli zombie, capire in che situazione versa il resto del mondo. E qui potremo arrischiarci per strade apparentemente desolate, negozi abbandonati dove poter arraffare cibo, equipaggiamento e generi di prima necessità; ovviamente senza che manchino le classiche parentesi da infarto per l’immancabile zombie che fa bubusettete tentando di addentare alle spalle uno dei protagonisti.
Ma presto compare anche un elemento inatteso: tra gli zombie vi è un esemplare che pare dotato di caratteristiche particolari, un essere senziente in grado di governare orde di non morti a proprio piacimento, addirittura spingendoli a creare delle montagne semoventi di cadaveri, capaci di distruggere tutto sul proprio cammino.
L’esistenza di questo antagonista personalmente mi ha fatto pensare subito al romanzo Cell di Stephen King, e rende tutto molto più interessante perchè fa capire che il manga non si adagerà sulla lotta per la sopravvivenza fine a se stessa; ma si intravede invece da subito la volontà di dare un "obbiettivo finale" alla storia, evitando così che si stalli su un "andiamo a zonzo in cerca di armi e provviste, cercando nel contempo di sopravvivere all'apocalisse zombie". Yuu Kuraishi stuzzica da subito il lettore coi tanti misteri e quesiti che faranno capolino durante l’avventura, perchè la questione è molto più articolata di quanto si potrebbe pensare.

I cultori del genere postapocalittico sanno però che un quadro simile si presta anche ad un livello di lettura più profondo: ok, bello vedere gente che va in giro a spaccare crani evitando di farsi azzannare, o tenta di sopravvivere a orde di non morti famelici asserragliandosi da qualche parte. Ma un’opera di questo tipo che possa essere ritenuta meritevole (ed è questo il caso) deve anche soffermarsi sull’analisi di una società ormai crollata come un castello di carte, sulla morale messa alla prova dal disperato desiderio di restare in vita, sulle psicologie dei protagonisti e come questi fanno fronte al nuovo ordine delle cose. Quanto valga ad esempio a vita di un altro essere umano se rapportata alla propria sopravvivenza.

E sotto questo aspetto, soprattutto, La fortezza dell’apocalisse rivela di avere qualcosa di nuovo da dire. Infatti in opere di questo tipo, ove si vede l’ordine sociale saltare, la gente si rivela essere infida e egoista e non si fa problemi a piazzare una pallottola in testa al suo prossimo per il proprio tornaconto. Qui avviene semmai il contrario: inizialmente i protagonisti sembrano i soliti teppistelli. Ma durante questo viaggio tireranno fuori la loro vera indole, nascosta sotto la scorza di duri e spietati malviventi, che però pian piano fanno squadra e legano sempre più tra di loro nelle difficoltà, tanto da mettere a repentaglio la propria vita per puro altruismo.
Uno dei migliori elementi di questo manga è costituito proprio dal gruppetto di protagonisti, davvero ben riuscito e caratterizzato. Da figure abbastanza stereotipate, evolvono acquistando spessore e concretezza, anche grazie ad un gioco di flashback che non interferisce mai col ritmo serrato della narrazione, anzi, e che centellina alcuni retroscena a volte davvero angoscianti; vedasi il personaggio di Yamanoi, cresciuto in una topaia con una madre folle (e non scendo in dettagli per non spoilerare).
E risulta inevitabile a un certo punto affezionarsi ai personaggi di questo manga.

Anche la questione del contagio in quest’opera offre delle varianti sul tema, e si fa anche veicolo più avanti per toccare questioni legate alla natura umana, ed alla teoria dell’evoluzione: che gli umani abbiano fatto il loro tempo e sia giunto il momento di cedere il posto ad una nuova specie? Una nuova razza meno autolesionistica?
In fondo, sempre per restare in tema apocalittico, non stiamo parlando di scenari così surreali, perchè è risaputo che tra le teorie più accreditate in merito alla futura e probabile estinzione del genere umano, vi sia proprio quella che contempla la venuta di un qualche virus letale e inarrestabile. Che si tratti di Peste, HIV, Ebola, Aviaria... o un qualche "Virus Z", la sostanza quindi non cambia.

I disegni di Kazu Inabe sono inizialmente poco accattivanti e un po’ anonimi, ma migliorano gradualmente e in maniera evidente; soprattutto il chara design si ammorbidisce e perde la spigolosità iniziale. Il miglioramento lo si nota anche dalle cover (le prime 5 abbastanza minimali e insipide). Le ambientazioni sono solitamente dettagliate, nelle scene clou il risultato è sempre d’impatto, l’espressività non manca mai ed anche i non morti son spesso resi in maniera davvero disturbante (in questo ricorda I am a Hero). La corruzione è infatti evidente anche nella deformità e l’espressione deviata di molti mostri.

L’edizione Planet Manga conta dieci corposi e solidi volumi che, nonostante la natura economica, vantano un’ottima sfogliabilità e resa di stampa dai neri molto profondi. Nulla da eccepire anche sull’adattamento, curato sin dalle schede personaggio e i riepiloghi a inizio di ogni volume.

"La fortezza dell’apocalisse" è un manga di cui non si è parlato moltissimo, e che non ha destato molta curiosità essendo probabilmente stato etichettato sbrigativamente come l’ennesimo fumetto sugli zombie. Ma si tratta invece di una lettura appassionante e densa di avvenimenti, in cui la curiosità viene tenuta sempre desta grazie a nuovi elementi, rivelazioni, sorprese e gli immancabili cliffhanger. E' una bella lettura (soprattutto se si sa andare oltre la superficie) con bei personaggi, spunti di riflessione e un pizzico d'ironia quando serve.
Simpaticissimi anche gli episodi extra a termine dell’ultimo volume che, letti col senno di poi, lasciano anche un bel senso di nostalgia addosso.


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Perreca96

Volumi letti: 1/10 --- Voto 6
"La fortezza dell'apocalisse" è un survival-horror (l'ennesimo) basato sulla lotta per la sopravvivenza contro gli zombie, questo genere è sempre stato di grande tendenza ma ultimamente è diventato un vero e proprio cult.

La trama è molto semplice, nulla di particolare, il protagonista viene condannato per un crimine che non ha commesso e si ritrova catapultato in un carcere minorile con i peggiori delinquenti del Giappone, il tempo di fare le presentazioni dei compagni di cella del protagonista e subito ci ritroviamo in un vero e proprio inferno, il carcere diventa un campo di battaglia.

La lettura procede dinamicamente e il lettore passa da una pagina all'altra come se niente fosse (ho divorato questo volume in circa mezz'ora). Nel caos generale vengono fuori le personalità dei protagonisti, sicuramente molto intriganti, a me ha colpito molto la caratterizzazione di questi ultimi che hanno delle personalità molto diverse tra loro e spesso contrastanti.

Il disegno è sicuramente un disegno pulito ma nulla di eccezionale.Il mio voto è un 6 basato sulla fiducia in quanto siamo solo al primo volume e la serie deve ancora decollare e secondo me potrà sfociare decisamente in un buon prodotto.

Consiglio quest'opera sia ai neofiti del genere (come me) ed anche a chi è già amante di storie di questo tipo.
C'è tanta carne al fuoco,non resta che continuare la lettura per scoprire qualcosa in più.