La vendetta di Masamune
Un manga che avrebbe meritato qualche volume in più.
Un manga che avrebbe meritato qualche volume in meno.
Una recensione ben più lunga di quanto avrei voluto per un manga da 6½. 😅
* TRAMA E STORIA *
Masamune era un bambino grassottello, basso, bruttino e con un’indole piuttosto fastidiosa, per questo veniva costantemente bullizzato da alcuni ragazzi più grandi. A 8 anni era innamorato di una bambina di nome Aki, che però l’aveva rifiutato e umiliato affibbiandogli il nomignolo di “Zampone” (N.B. in originale è 豚足, tonsoku, che è appunto la zampa di maiale, quindi plauso a Goen che non traduce come gli inglesi con un errato “Piggy”). Il piccolo Masamune decide quindi di ritirarsi dalla vita pubblica, si trasferisce dal nonno per 8 anni e quando torna è magro, definito, belloccio, un po’ narcisista e con la ferma idea di vendicarsi di Aki.
La trama di base non è male, se non altro si discosta dalla maggior parte delle altre commedie romantiche a tema scolastico.
Quando ho iniziato la lettura l’impatto iniziale non è stato dei migliori, forse per il taglio narrativo del primo volume, che mi è parso un po’ grossolano, o forse per mancanza di esperienza degli autori, entrambi alla prima esperienza significativa. Qui alcuni capitoli sembrano infatti conclusi a colpi di accetta in modo un po’ troppo rapido, oppure iniziati in modo un po’ confuso o con salti narrativi un po’ troppo bruschi, forse più adatti a un’opera episodica che a un manga di questo tipo, che si propone di portare avanti una storia dal respiro più ampio.
Inoltre il manga, e questo non solo nelle fasi iniziali, è poco omogeneo nello stile narrativo, una conseguenza del voler mettere forse troppa carne al fuoco, non riuscendo poi per una buona parte del tempo a gestire in modo soddisfacente nessun aspetto in particolare.
Si parte con il classico stile da commedia scolastica divertente, c’è del blando romanticismo e ci sono parti divertenti, ma non si eccede mai né da una parte scadendo nel melodramma, né dall’altra degenerando nella totale stupidità. Il tono è leggero, c’è qualche blanda concessione ecchi che viene poi quasi del tutto abbandonata, Masamune è concentrato sulla propria vendetta e i suoi piani sembrano anche funzionare.
Dopo questo inizio però c’è un aumento delle situazioni demenziali, con il protagonista che velocemente declina e si imbruttisce (non intendo esteticamente) finendo a risultare in alcuni frangenti addirittura ridicolo, per non imbroccarne più una.
A questo punto entrano in scena dal nulla a sparigliare ulteriormente le carte dapprima una terza ragazza (Neko) innamorata di Masamune e poi un promesso sposo di Aki (Gaso). Qui l’atmosfera cambia ancora, la qualità si alza e si abbassa, e il “clima” muta in base ai vari capitoli.
Poi c’è un periodo di stanca (narrativamente) in cui tutto sembra tornare sottotono. Avvenimenti che avrebbero potuto (in alcuni casi dovuto) essere emozionanti e significativi vengono narrati in modo poco ispirato, scritti anche in modo poco interessante, passano sottotraccia quasi a voler solo allungare il brodo. Per fortuna questa fase fa da contorno a rivelazioni invece importanti per la trama, cosa questa che mantiene abbastanza alta l’attenzione.
Infine, nei volumi finali, le parti divertenti calano molto e il manga vira in modo netto verso l’aspetto romantico, assumendo toni più seriosi, blandamente introspettivi, in alcuni frangenti quasi melodrammatici.
Sono sfumature eh, non è che il tono dell’opera cambi in modo drastico e sostanziale di volume in volume, però si percepisce una certa mancanza di uniformità, quasi che gli autori abbiano proceduto in base all’ispirazione e all’impulso del momento, cercando di dare un colpo al cerchio e uno alla botte per accontentare tutti, anziché sulla base di una pianificazione a monte.
Non vorrei però che si pensasse che ci sono solo aspetti negativi.
Per esempio questa grande varietà, per quanto eterogenea e altalenante, porta il manga a farsi leggere velocemente e ad avere una certa vivacità.
Inoltre ho notato come, al contrario di molti manga simili, qui i personaggi siano capaci di stabilire un dialogo con persone del sesso opposto senza rischiare l’aneurisma, riescano partecipare a un appuntamento senza per questo impazzire, siano in grado di tenersi per mano senza svenire e, addirittura, nel corso dei volumi Masamune viene baciato più volte senza dover affrontare un infarto miocardico. Certo, a volte il tutto viene mitigato da aspetti divertenti, o dall’imbarazzo, ma in alcuni frangenti i sentimenti appaiono finalmente rappresentati come ciò che sono: qualcosa di naturale e che si può esprimere. Quindi si può fare! Gli adolescenti giapponesi di 17 o 18 anni possono avere relazioni sentimentali con persone dell’altro sesso! E a volte si baciano sulla bocca! Senza che questa cosa li condizioni per i secoli a venire e senza che per questo gli esplodano gli occhi e il cuore!
Sarcasmo a parte, apprezzo molto il fatto che sia stata fatto almeno il tentativo di affrancarsi un po’ da alcuni stereotipi tipici dei manga harem. Non sempre è stato fatto bene, non sempre funziona alla perfezione, ma se non altro ho avuto l’impressione di leggere qualcosa di un pelino diverso dal solito.
* SVILUPPO DEI PERSONAGGI *
Masamune, tra alti e bassi, presenta uno sviluppo blando ma piuttosto interessante. Se inizialmente lo troviamo completamente assorbito dalla propria vendetta, già dopo un paio di numeri si inizia a percepire che i suoi propositi non sono così fermi, e che è come minimo affascinato da Aki. Pur con la copertura di un aspetto gradevole il protagonista resta un bamboccio un po’ imbranato che impara l’amore dai manga shojo della sorella, e lentamente riesce a lasciarsi alle spalle anche questo aspetto. Spesso i protagonisti dei manga con un tema harem rimangono uguali a loro stessi e indecisi fino al finale, ma in questo caso mi sento di dire che l’autrice ha fatto un lavoro accettabile di sviluppo. Un po’ di indecisione c’è, ma neppure molta, con Masamune che rifiuta in modo abbastanza netto più di una pretendente e, con qualche caduta e tentennamento qua e là, si dimostra tutto sommato coerente.
Aki è un personaggio tsundere e, per quanto io adori questo stereotipo, la trovo il personaggio più debole dell’intero impianto. Ha una visione terribile dei maschi ed è soprannominata principessa crudele per il modo diretto e cinico con cui rifiuta e umilia i pretendenti che non le vanno a genio (cioè tutti gli esseri umani di sesso maschile). Un atteggiamento sopra le righe che francamente è abbastanza immotivato, un po’ stonato, e che non fa neppure ridere. Soprattutto perché c’è una discrasia piuttosto evidente tra questa narrazione e il modo in cui si comporta con Masamune, che si presenta come un playboy narcisista e superficiale tanto quanto gli altri, ma che riceve senza motivo un trattamento di privilegio, e con cui lei accetta addirittura di uscire ad un appuntamento.
Aki è estremamente popolare, ma mangia da sola nel capanno degli attrezzi e nessuno nella scuola si accorge di nulla né si fa qualche domanda. L’autrice cerca di proporcela sotto una luce tutto sommato positiva, ma rimarca al contempo il fatto che ha un carattere impossibile, che è viziata e che per oltre metà del manga tratti Yoshino alla stregua di una schiava.
Boh… un’accozzaglia di tratti caratteriali che messi assieme la fanno apparire surreale.
Yoshino è, appunto, la novella Cenerentola vessata da Aki. La sua famiglia ha una storia di servitù nei confronti della famiglia Adagaki, e quindi lei è costretta a fare la serva. Inizialmente è un personaggio secondario, dal carattere indecifrabile e inespressivo, che aiuta Masamune nel suo piano di vendetta perché ritiene che Aki abbia bisogno di una lezione e di un bagno di umiltà. In seguito ottiene molto più spazio ma con stratagemmi narrativi un po’ artificiosi, per il mio gusto.
Neko è la terza punta del triangolo. Innamorata di Masamune, non di un amore esattamente cristallino, per motivi che vengono chiariti ma che al termine della lettura mi hanno lasciato qualche perplessità. Piuttosto disinibita, gira senza mutandine per motivi surreali legati alla sua cagionevole salute… ma soprattutto perché inizialmente gli autori pensavano di calcare la mano un po’ di più sull’aspetto ecchi, salvo poi decidere di abbandonare quasi in toto quell’aspetto. E’ un personaggio gradevole, abbastanza diretto nel comunicare i propri sentimenti… pur mascherandosi dietro un cumulo di mezze verità o vere e proprie bugie. Sviluppo, a parer mio, abbastanza modesto.
Due parole al volo sui personaggi secondari. Ce ne sono tanti e a ciascuno viene dato una discreta presentazione e un po’ di spazio. Spesso, purtroppo, questo spazio viene anche tolto in modo piuttosto brusco e spariscono nel nulla al termine dell’arco in cui sono specificamente coinvolti. Sinceramente quando un autore perde del tempo a introdurmi un personaggio usando più di un paio di vignette, io tendo a inquadrarlo come una figura che potrebbe avere non solo un impatto immediato, ma anche una rilevanza nel futuro dell’opera… mentre qui questa attesa viene sempre disillusa.
* DISEGNI *
I disegni mi sono piaciuti molto. Li trovo belli, curati, esteticamente piacevoli. I personaggi hanno fisionomie gradevoli e sono sempre facilmente riconoscibili. I fondali non brillano ma le tavole sono raramente bianche o spoglie. Come sempre qualche scorcio un po’ meno pregevole è presente, ma nel complesso mi sembra che non ci si possa lamentare.
* DIALOGHI E SCRITTURA *
I dialoghi sono per lo più adeguati al tenore dell’opera, anche se in alcuni frangenti risultano un po’ troppo demenziali, e in altri frangenti forse un po’ troppo seri e profondi per dei diciassettenni.
In generale comunque siamo forse addirittura un po’ sopra la media dei diretti concorrenti che condividono con Masamune-kun no Revenge il genere. Nel senso che, come dicevo sopra, molte situazioni che solitamente vengono buttate in vacca con il protagonista che sviene, a cui esplode il cervello per la vergogna o che diventa di colpo incapace di esprimersi, qui hanno un approccio un po’ meno estremo. E se il protagonista è in grado di parlare qualcosa gli devi far dire in quei frangenti.
_____
* IN DEFINITIVA *
In definitiva… La vendetta di Masamune non è un manga perfetto, e lo consiglierei solo agli appassionati delle commedie romantiche, ma non lo considero neppure un prodotto dozzinale.
I primi e gli ultimi volumi ritengo siano molto migliori rispetto alla parte centrale, tra cali di ritmo, storie un po’ deboli e qualche problema di omogeneità. Questo, tuttavia, garantisce anche una certa dinamicità all’opera, che si fa leggere e scorre via piuttosto velocemente.
Forse sarebbe valsa la pena ampliare alcune parti, scrivendo magari un volume in più per approfondire qualche aspetto, espandere qualche vicenda oppure dare maggior risalto ad alcuni personaggi secondari. E al tempo stesso, forse valeva la pena sforbiciare via qualcosa, scrivendo qualche volume in meno, per concentrarsi sugli aspetti principali, evitando digressioni e cali di ritmo.
Un manga che avrebbe meritato qualche volume in meno.
Una recensione ben più lunga di quanto avrei voluto per un manga da 6½. 😅
* TRAMA E STORIA *
Masamune era un bambino grassottello, basso, bruttino e con un’indole piuttosto fastidiosa, per questo veniva costantemente bullizzato da alcuni ragazzi più grandi. A 8 anni era innamorato di una bambina di nome Aki, che però l’aveva rifiutato e umiliato affibbiandogli il nomignolo di “Zampone” (N.B. in originale è 豚足, tonsoku, che è appunto la zampa di maiale, quindi plauso a Goen che non traduce come gli inglesi con un errato “Piggy”). Il piccolo Masamune decide quindi di ritirarsi dalla vita pubblica, si trasferisce dal nonno per 8 anni e quando torna è magro, definito, belloccio, un po’ narcisista e con la ferma idea di vendicarsi di Aki.
La trama di base non è male, se non altro si discosta dalla maggior parte delle altre commedie romantiche a tema scolastico.
Quando ho iniziato la lettura l’impatto iniziale non è stato dei migliori, forse per il taglio narrativo del primo volume, che mi è parso un po’ grossolano, o forse per mancanza di esperienza degli autori, entrambi alla prima esperienza significativa. Qui alcuni capitoli sembrano infatti conclusi a colpi di accetta in modo un po’ troppo rapido, oppure iniziati in modo un po’ confuso o con salti narrativi un po’ troppo bruschi, forse più adatti a un’opera episodica che a un manga di questo tipo, che si propone di portare avanti una storia dal respiro più ampio.
Inoltre il manga, e questo non solo nelle fasi iniziali, è poco omogeneo nello stile narrativo, una conseguenza del voler mettere forse troppa carne al fuoco, non riuscendo poi per una buona parte del tempo a gestire in modo soddisfacente nessun aspetto in particolare.
Si parte con il classico stile da commedia scolastica divertente, c’è del blando romanticismo e ci sono parti divertenti, ma non si eccede mai né da una parte scadendo nel melodramma, né dall’altra degenerando nella totale stupidità. Il tono è leggero, c’è qualche blanda concessione ecchi che viene poi quasi del tutto abbandonata, Masamune è concentrato sulla propria vendetta e i suoi piani sembrano anche funzionare.
Dopo questo inizio però c’è un aumento delle situazioni demenziali, con il protagonista che velocemente declina e si imbruttisce (non intendo esteticamente) finendo a risultare in alcuni frangenti addirittura ridicolo, per non imbroccarne più una.
A questo punto entrano in scena dal nulla a sparigliare ulteriormente le carte dapprima una terza ragazza (Neko) innamorata di Masamune e poi un promesso sposo di Aki (Gaso). Qui l’atmosfera cambia ancora, la qualità si alza e si abbassa, e il “clima” muta in base ai vari capitoli.
Poi c’è un periodo di stanca (narrativamente) in cui tutto sembra tornare sottotono. Avvenimenti che avrebbero potuto (in alcuni casi dovuto) essere emozionanti e significativi vengono narrati in modo poco ispirato, scritti anche in modo poco interessante, passano sottotraccia quasi a voler solo allungare il brodo. Per fortuna questa fase fa da contorno a rivelazioni invece importanti per la trama, cosa questa che mantiene abbastanza alta l’attenzione.
Infine, nei volumi finali, le parti divertenti calano molto e il manga vira in modo netto verso l’aspetto romantico, assumendo toni più seriosi, blandamente introspettivi, in alcuni frangenti quasi melodrammatici.
Sono sfumature eh, non è che il tono dell’opera cambi in modo drastico e sostanziale di volume in volume, però si percepisce una certa mancanza di uniformità, quasi che gli autori abbiano proceduto in base all’ispirazione e all’impulso del momento, cercando di dare un colpo al cerchio e uno alla botte per accontentare tutti, anziché sulla base di una pianificazione a monte.
Non vorrei però che si pensasse che ci sono solo aspetti negativi.
Per esempio questa grande varietà, per quanto eterogenea e altalenante, porta il manga a farsi leggere velocemente e ad avere una certa vivacità.
Inoltre ho notato come, al contrario di molti manga simili, qui i personaggi siano capaci di stabilire un dialogo con persone del sesso opposto senza rischiare l’aneurisma, riescano partecipare a un appuntamento senza per questo impazzire, siano in grado di tenersi per mano senza svenire e, addirittura, nel corso dei volumi Masamune viene baciato più volte senza dover affrontare un infarto miocardico. Certo, a volte il tutto viene mitigato da aspetti divertenti, o dall’imbarazzo, ma in alcuni frangenti i sentimenti appaiono finalmente rappresentati come ciò che sono: qualcosa di naturale e che si può esprimere. Quindi si può fare! Gli adolescenti giapponesi di 17 o 18 anni possono avere relazioni sentimentali con persone dell’altro sesso! E a volte si baciano sulla bocca! Senza che questa cosa li condizioni per i secoli a venire e senza che per questo gli esplodano gli occhi e il cuore!
Sarcasmo a parte, apprezzo molto il fatto che sia stata fatto almeno il tentativo di affrancarsi un po’ da alcuni stereotipi tipici dei manga harem. Non sempre è stato fatto bene, non sempre funziona alla perfezione, ma se non altro ho avuto l’impressione di leggere qualcosa di un pelino diverso dal solito.
* SVILUPPO DEI PERSONAGGI *
Masamune, tra alti e bassi, presenta uno sviluppo blando ma piuttosto interessante. Se inizialmente lo troviamo completamente assorbito dalla propria vendetta, già dopo un paio di numeri si inizia a percepire che i suoi propositi non sono così fermi, e che è come minimo affascinato da Aki. Pur con la copertura di un aspetto gradevole il protagonista resta un bamboccio un po’ imbranato che impara l’amore dai manga shojo della sorella, e lentamente riesce a lasciarsi alle spalle anche questo aspetto. Spesso i protagonisti dei manga con un tema harem rimangono uguali a loro stessi e indecisi fino al finale, ma in questo caso mi sento di dire che l’autrice ha fatto un lavoro accettabile di sviluppo. Un po’ di indecisione c’è, ma neppure molta, con Masamune che rifiuta in modo abbastanza netto più di una pretendente e, con qualche caduta e tentennamento qua e là, si dimostra tutto sommato coerente.
Aki è un personaggio tsundere e, per quanto io adori questo stereotipo, la trovo il personaggio più debole dell’intero impianto. Ha una visione terribile dei maschi ed è soprannominata principessa crudele per il modo diretto e cinico con cui rifiuta e umilia i pretendenti che non le vanno a genio (cioè tutti gli esseri umani di sesso maschile). Un atteggiamento sopra le righe che francamente è abbastanza immotivato, un po’ stonato, e che non fa neppure ridere. Soprattutto perché c’è una discrasia piuttosto evidente tra questa narrazione e il modo in cui si comporta con Masamune, che si presenta come un playboy narcisista e superficiale tanto quanto gli altri, ma che riceve senza motivo un trattamento di privilegio, e con cui lei accetta addirittura di uscire ad un appuntamento.
Aki è estremamente popolare, ma mangia da sola nel capanno degli attrezzi e nessuno nella scuola si accorge di nulla né si fa qualche domanda. L’autrice cerca di proporcela sotto una luce tutto sommato positiva, ma rimarca al contempo il fatto che ha un carattere impossibile, che è viziata e che per oltre metà del manga tratti Yoshino alla stregua di una schiava.
Boh… un’accozzaglia di tratti caratteriali che messi assieme la fanno apparire surreale.
Yoshino è, appunto, la novella Cenerentola vessata da Aki. La sua famiglia ha una storia di servitù nei confronti della famiglia Adagaki, e quindi lei è costretta a fare la serva. Inizialmente è un personaggio secondario, dal carattere indecifrabile e inespressivo, che aiuta Masamune nel suo piano di vendetta perché ritiene che Aki abbia bisogno di una lezione e di un bagno di umiltà. In seguito ottiene molto più spazio ma con stratagemmi narrativi un po’ artificiosi, per il mio gusto.
Neko è la terza punta del triangolo. Innamorata di Masamune, non di un amore esattamente cristallino, per motivi che vengono chiariti ma che al termine della lettura mi hanno lasciato qualche perplessità. Piuttosto disinibita, gira senza mutandine per motivi surreali legati alla sua cagionevole salute… ma soprattutto perché inizialmente gli autori pensavano di calcare la mano un po’ di più sull’aspetto ecchi, salvo poi decidere di abbandonare quasi in toto quell’aspetto. E’ un personaggio gradevole, abbastanza diretto nel comunicare i propri sentimenti… pur mascherandosi dietro un cumulo di mezze verità o vere e proprie bugie. Sviluppo, a parer mio, abbastanza modesto.
Due parole al volo sui personaggi secondari. Ce ne sono tanti e a ciascuno viene dato una discreta presentazione e un po’ di spazio. Spesso, purtroppo, questo spazio viene anche tolto in modo piuttosto brusco e spariscono nel nulla al termine dell’arco in cui sono specificamente coinvolti. Sinceramente quando un autore perde del tempo a introdurmi un personaggio usando più di un paio di vignette, io tendo a inquadrarlo come una figura che potrebbe avere non solo un impatto immediato, ma anche una rilevanza nel futuro dell’opera… mentre qui questa attesa viene sempre disillusa.
* DISEGNI *
I disegni mi sono piaciuti molto. Li trovo belli, curati, esteticamente piacevoli. I personaggi hanno fisionomie gradevoli e sono sempre facilmente riconoscibili. I fondali non brillano ma le tavole sono raramente bianche o spoglie. Come sempre qualche scorcio un po’ meno pregevole è presente, ma nel complesso mi sembra che non ci si possa lamentare.
* DIALOGHI E SCRITTURA *
I dialoghi sono per lo più adeguati al tenore dell’opera, anche se in alcuni frangenti risultano un po’ troppo demenziali, e in altri frangenti forse un po’ troppo seri e profondi per dei diciassettenni.
In generale comunque siamo forse addirittura un po’ sopra la media dei diretti concorrenti che condividono con Masamune-kun no Revenge il genere. Nel senso che, come dicevo sopra, molte situazioni che solitamente vengono buttate in vacca con il protagonista che sviene, a cui esplode il cervello per la vergogna o che diventa di colpo incapace di esprimersi, qui hanno un approccio un po’ meno estremo. E se il protagonista è in grado di parlare qualcosa gli devi far dire in quei frangenti.
_____
* IN DEFINITIVA *
In definitiva… La vendetta di Masamune non è un manga perfetto, e lo consiglierei solo agli appassionati delle commedie romantiche, ma non lo considero neppure un prodotto dozzinale.
I primi e gli ultimi volumi ritengo siano molto migliori rispetto alla parte centrale, tra cali di ritmo, storie un po’ deboli e qualche problema di omogeneità. Questo, tuttavia, garantisce anche una certa dinamicità all’opera, che si fa leggere e scorre via piuttosto velocemente.
Forse sarebbe valsa la pena ampliare alcune parti, scrivendo magari un volume in più per approfondire qualche aspetto, espandere qualche vicenda oppure dare maggior risalto ad alcuni personaggi secondari. E al tempo stesso, forse valeva la pena sforbiciare via qualcosa, scrivendo qualche volume in meno, per concentrarsi sugli aspetti principali, evitando digressioni e cali di ritmo.