La fidanzata di Minami
Prima opera che leggo di Uchida Shungiku e al momento unico manga edito in Italia dalla lodevole Coconino che porta interessanti titoli nel nostro paese e per questo manga ha fatto una buona edizione.
Tuttavia ho trovato la lettura un pò anonima e non particolarmente emozionante, unita a un tratto grafico molto scarno, motivo della mia sufficienza nel voto.
La trama ruota attorno alla quotidianità bizzarra tra due adolescenti innamorati, bizzarra perchè la fidanzata di Minami, Chiyomi , è piccolissima come una bambola e gli sta nel palmo di una mano.
Minami è premuroso nei confronti della sua debole e indifesa fidanzata che abita con lui, un tempo lei aveva sembianze normali e in quel periodo il loro amore sbocciò, non vengono date motivazioni sul perchè Chiyomi sia diventata così , nemmeno i protagonisti capiscono come e perchè sia rimpicciolita in questo modo, e lo sconforto di non aver alcuna soluzione si fa sentire col passare del tempo; l'anima di Minami è compassionevole e amorevole verso Chiyomi ma le sue debolezze emergono facendolo vacillare di fronte ad una bella ragazza, chiedendosi che ne sarà del suo rapporto con la fidanzata, cosa faranno se lui vorrà figli in futuro.... Nonostante la denuncia di scomparsa, Chiyomi non vuole tornare a casa per far capire ai suoi genitori che almeno è viva e su questo devo aprire una parentesi: Il vissuto dell'autrice è importante per poter interpretare meglio i suoi lavori, tale vissuto in parte venne narrato in un romanzo edito anche in italia col titolo " Father Fucker" (che divenne best seller anni fa in patria). In questo libro, in parte autobiografico, si narra del patrigno che abusò di lei sessualmente molte volte quando era adolescente e sua madre lo sapeva; nonostante la sua passione per il disegno ostacolata dalla famiglia, lasciò la scuola in quel periodo per lavorare e guadagnare i soldi necessari per scappare poi di casa a 16 anni e farsi una nuova vita e molti lavori prima di diventare scrittrice e fumettista.
Ne "La fidanzata di Minami" la piccola Chiyomi non solo non vuol tornare a casa, ma i genitori stessi in questo manga non vengono mostrati volutamente, la madre di Minami viene sempre vista di spalle e non si vede mai il suo volto, tale scelta può essere spiegata dal suo vissuto infatti l'autrice a 27 anni, quando scrisse questo manga, aveva tagliato i ponti con la sua famiglia ; le tenere cure che Minami volge alla sua ragazza, i vestitini cuciti per lei, il cibo tagliato minuziosamente, la lealtà potrebbero essere interpretate come attenzioni all'autrice stessa negate durante la sua infanzia.
// SPOILER FINALE
La morte di Chiyomi può essere interpretata come il rifiuto della maternità dichiarato a gran voce dall'autrice a quel tempo in seguito alle violenze e all'aborto subito in età adolescenziale, quasi una sorta di rielaborazione del lutto di quel bambino mai nato. Anche se questa è una ipotesi.
//FINE SPOILER
Il tratto è molto semplice, quasi abbozzato, gli sfondi spesso inesistenti, non mi è piaciuto particolarmente.
La postfazione di Paolo La Marca, curatore di molte opere Coconino, è molto importante secondo me e invito tutti a leggerla: viene spiegata in maniera esaustiva la vita e i lavori di questa interessante autrice, cita anche 3 opere inedite per ora in Italia ( "Kedarui yoru ni" (Notti languide, 1990) , "Me o tojite daite" (Chiudi gli occhi e abbracciami) e "Atashi wa kai" (Io una conchiglia) ) come letture interessanti per comprendere le psicologie e i comportamenti dei personaggi di questa autrice grazie all'analisi degli intrecci narrativi; io spero tanto che vengano pubblicati prima o poi perchè le trame riassunte in questa postfazione sembrano davvero interessanti, forse più de "La fidanzata di Minami" che invece tende ad essere una lettura un pò piatta e poco originale se non si conosce già Uchida Shungiku.
Tuttavia ho trovato la lettura un pò anonima e non particolarmente emozionante, unita a un tratto grafico molto scarno, motivo della mia sufficienza nel voto.
La trama ruota attorno alla quotidianità bizzarra tra due adolescenti innamorati, bizzarra perchè la fidanzata di Minami, Chiyomi , è piccolissima come una bambola e gli sta nel palmo di una mano.
Minami è premuroso nei confronti della sua debole e indifesa fidanzata che abita con lui, un tempo lei aveva sembianze normali e in quel periodo il loro amore sbocciò, non vengono date motivazioni sul perchè Chiyomi sia diventata così , nemmeno i protagonisti capiscono come e perchè sia rimpicciolita in questo modo, e lo sconforto di non aver alcuna soluzione si fa sentire col passare del tempo; l'anima di Minami è compassionevole e amorevole verso Chiyomi ma le sue debolezze emergono facendolo vacillare di fronte ad una bella ragazza, chiedendosi che ne sarà del suo rapporto con la fidanzata, cosa faranno se lui vorrà figli in futuro.... Nonostante la denuncia di scomparsa, Chiyomi non vuole tornare a casa per far capire ai suoi genitori che almeno è viva e su questo devo aprire una parentesi: Il vissuto dell'autrice è importante per poter interpretare meglio i suoi lavori, tale vissuto in parte venne narrato in un romanzo edito anche in italia col titolo " Father Fucker" (che divenne best seller anni fa in patria). In questo libro, in parte autobiografico, si narra del patrigno che abusò di lei sessualmente molte volte quando era adolescente e sua madre lo sapeva; nonostante la sua passione per il disegno ostacolata dalla famiglia, lasciò la scuola in quel periodo per lavorare e guadagnare i soldi necessari per scappare poi di casa a 16 anni e farsi una nuova vita e molti lavori prima di diventare scrittrice e fumettista.
Ne "La fidanzata di Minami" la piccola Chiyomi non solo non vuol tornare a casa, ma i genitori stessi in questo manga non vengono mostrati volutamente, la madre di Minami viene sempre vista di spalle e non si vede mai il suo volto, tale scelta può essere spiegata dal suo vissuto infatti l'autrice a 27 anni, quando scrisse questo manga, aveva tagliato i ponti con la sua famiglia ; le tenere cure che Minami volge alla sua ragazza, i vestitini cuciti per lei, il cibo tagliato minuziosamente, la lealtà potrebbero essere interpretate come attenzioni all'autrice stessa negate durante la sua infanzia.
// SPOILER FINALE
La morte di Chiyomi può essere interpretata come il rifiuto della maternità dichiarato a gran voce dall'autrice a quel tempo in seguito alle violenze e all'aborto subito in età adolescenziale, quasi una sorta di rielaborazione del lutto di quel bambino mai nato. Anche se questa è una ipotesi.
//FINE SPOILER
Il tratto è molto semplice, quasi abbozzato, gli sfondi spesso inesistenti, non mi è piaciuto particolarmente.
La postfazione di Paolo La Marca, curatore di molte opere Coconino, è molto importante secondo me e invito tutti a leggerla: viene spiegata in maniera esaustiva la vita e i lavori di questa interessante autrice, cita anche 3 opere inedite per ora in Italia ( "Kedarui yoru ni" (Notti languide, 1990) , "Me o tojite daite" (Chiudi gli occhi e abbracciami) e "Atashi wa kai" (Io una conchiglia) ) come letture interessanti per comprendere le psicologie e i comportamenti dei personaggi di questa autrice grazie all'analisi degli intrecci narrativi; io spero tanto che vengano pubblicati prima o poi perchè le trame riassunte in questa postfazione sembrano davvero interessanti, forse più de "La fidanzata di Minami" che invece tende ad essere una lettura un pò piatta e poco originale se non si conosce già Uchida Shungiku.
Ad Ottobre ho approfittato dell'ottima iniziativa degli sconti sulle collane Coconico, che normalmente sono un po' fuori della mia portata, e oltre ad un altro recupero ho voluto acquistare "La fidanzata di Minami". Già ne conoscevo il finale, ma mi incuriosiva ugualmente per l'incipit particolare, che tra l'altro mi ha subito in qualche modo fatto ricordare "Midori Days", uno dei rari shonen che ho realmente apprezzato.
Non posso dire che nel complesso mi abbia fatta impazzire; ciononostante gli riconosco un'idea di base accattivante e vincente, che infatti a quanto pare ha fatto sì che gli venissero dedicati numerosi dorama sicuramente molto più "easy" rispetto al manga, e continuo a pensare che anche il già citato "Midori Days" potrebbe essergli debitore, seppur in chiave decisamente più positiva ed umoristica.
Ciò che per i miei gusti personali non mi ha convinta è che l'ho trovato abbastanza morboso dietro le suggestioni da commedia (che poi secondo me esaltano quest'aspetto), ed il legame tra i due per me è in qualche modo malsano, se mi si fa passare il termine, per quanto sicuramente acceso da sinceri sprazzi di tenerezza.
Credo che il finale -azzeccatissimo- con una simile relazione non poteva che essere tragico.
Di certo è un'opera originale e atta a far riflettere, per chi va oltre la semplicità della storia, ed offre molteplici chiavi di interpretazione.
Io ad esempio, sapendo dei trascorsi della Uchida, ho pensato che il personaggio di Minami potesse racchiudere in sé l'aspetto più tenero e idealizzato della paternità (le cure verso la piccola Chiyomi) e quello morboso, sessualmente vorace del tristemente famoso patrigno dell'autrice (il suo vedere Chiyomi alla stregua di un giocattolo sessuale).
Magari sono solo mie interpretazioni possibili; chiaramente la Uchida saprebbe dircene di più in proposito.
Per quanto riguarda il libro, non posso che elogiare il lavoro svolto dal team della Coconico: la trovata decisamente "pop" della doppia copertina secondo me è innovativa e geniale, per quanto magari possa dare qualche problema nella lettura del volume, ma essendo quest'ultimo poco corposo è comunque un fastidio minimo; il solo timore è che con il tempo possa scollarsi. Come sempre, una ricca postfazione a cura di Paolo La Marca chiude il tutto.
Voto finale tosto da dare, basato fondamentalmente sulla mia sensibilità personale.
Una piccola curiosità: la prima tavola presente qui su Animeclick nella pagina dedicata al manga, da dove viene?
Non posso dire che nel complesso mi abbia fatta impazzire; ciononostante gli riconosco un'idea di base accattivante e vincente, che infatti a quanto pare ha fatto sì che gli venissero dedicati numerosi dorama sicuramente molto più "easy" rispetto al manga, e continuo a pensare che anche il già citato "Midori Days" potrebbe essergli debitore, seppur in chiave decisamente più positiva ed umoristica.
Ciò che per i miei gusti personali non mi ha convinta è che l'ho trovato abbastanza morboso dietro le suggestioni da commedia (che poi secondo me esaltano quest'aspetto), ed il legame tra i due per me è in qualche modo malsano, se mi si fa passare il termine, per quanto sicuramente acceso da sinceri sprazzi di tenerezza.
Attenzione :: Spoiler! (clicca per visualizzarlo)
Credo che il finale -azzeccatissimo- con una simile relazione non poteva che essere tragico.
Di certo è un'opera originale e atta a far riflettere, per chi va oltre la semplicità della storia, ed offre molteplici chiavi di interpretazione.
Io ad esempio, sapendo dei trascorsi della Uchida, ho pensato che il personaggio di Minami potesse racchiudere in sé l'aspetto più tenero e idealizzato della paternità (le cure verso la piccola Chiyomi) e quello morboso, sessualmente vorace del tristemente famoso patrigno dell'autrice (il suo vedere Chiyomi alla stregua di un giocattolo sessuale).
Magari sono solo mie interpretazioni possibili; chiaramente la Uchida saprebbe dircene di più in proposito.
Per quanto riguarda il libro, non posso che elogiare il lavoro svolto dal team della Coconico: la trovata decisamente "pop" della doppia copertina secondo me è innovativa e geniale, per quanto magari possa dare qualche problema nella lettura del volume, ma essendo quest'ultimo poco corposo è comunque un fastidio minimo; il solo timore è che con il tempo possa scollarsi. Come sempre, una ricca postfazione a cura di Paolo La Marca chiude il tutto.
Voto finale tosto da dare, basato fondamentalmente sulla mia sensibilità personale.
Una piccola curiosità: la prima tavola presente qui su Animeclick nella pagina dedicata al manga, da dove viene?