Fire Force
Premetto dicendo che questa sarà una recensione principalmente sui primi volumi del manga perché non ho né il tempo né la forza di continuare a leggere un manga scritto così male.
Storia e narrazione: Il grande problema di quest’opera è l’autore che non è stato capace di portare avanti una narrazione che poteva rivelarsi intrigante o quantomeno piacevole, preferendone invece una pigra, colmando questo handicap con un fan service spudorato che dopo un po' diventa imbarazzante e insostenibile. In generale la premessa della storia non è affatto male, anzi mi ha intrigato fin da subito; quando ho letto la trama su internet. Riassumendo ci troviamo in un mondo distopico non molto diverso dal nostro dove le persone possono diventare da un momento all'altro "inferni", creature di fuoco molto pericolose che vengono represse da diverse squadre di "pompieri". Noi seguiamo le vicende del nostro protagonista, Shinra Kusakabe, e dei suoi compagni nella squadra otto. Da qui si poteva quindi sviluppare una trama molto accattivante con molti misteri da sviscerare, come il motivo della comparsa degli inferni e varie vicende legate al passato del protagonista. L’autore però preferisce cimentarsi in una narrazione lenta e superficiale che finisce per essere semplicemente un susseguirsi di banali e prevedibili cliché. Quando sembra che finalmente stiamo lasciando da parte fan service (fatto male) e un’umorismo fastidioso per entrare nel vivo dell’azione l’autore tira una mazzata sulle nostre aspettative rovinando il tutto appunto o con fan service o battute che dovrebbero far ridere. Il riassunto perfetto per descrivere questo prodotto mi sembra quindi pigrizia: l’autore sapeva che la sua opera avrebbe venduto in ogni caso grazie al suo manga precedente ("Soul Eater", che non ho letto ma so che ha riscosso molto successo) e al nome che si era fatto, penso sia palese che non gli sia minimamente importato di portare avanti una storia carina, usando per vendere altri metodi che l’hanno resa un fallimento (fallimento per quanto riguarda qualità perché invece sia il manga che l’anime da questo tratto hanno avuto un discreto successo).
Personaggi: non mi soffermerò a lungo su questo punto di vista perché presentano tutti lo stesso problema e mi sembra inutile sviscerarli uno ad uno. Sono tutti infatti delle macchiette che non riescono mai a mostrare un minimo di profondità psicologica, ma agiscono tutti secondo come deve procedere la trama. L’autore infatti non si sofferma mai a spiegarci le loro ragioni. Probabilmente qui sono io in torto che non ho voluto finire di leggere il manga, ma trovo questo problema anche nel protagonista, l’unico di cui ho letto la back story, che comunque agisce e si rapporta con gli altri personaggi seguendo lo stereotipo che gli ha affibbiato l’autore, spesso facendo cose che, proprio perché conoscevo il suo passato, non mi sono veramente riuscita a spiegare. La cosa mi è anche molto dispiaciuta, come per quanto riguarda trama, perché le premesse erano buone. Non solo per quanto riguarda la storia del personaggio, ma anche grazie ad alcuni tratti psicologici che potevano distinguerlo dal classico protagonista del genere battle. Troviamo nei personaggi quindi lo stesso problema della storia: diciamo che ha le potenzialità, ma non si applica.
Disegni: sui disegni non ho molto da dire, sono carini, niente di eccezionale, ma neanche terribile, sono sicuramente privi di anima e sembrano la copia di mille altri già visti, ma funzionano per il loro scopo: raccontare una storia a malapena mediocre.
In generale non considero "Fire Force" monnezza, perché le cose orride sono ben altro, ma per me non raggiunge neanche la sufficienza. Diciamo che è un'opera con delle buone premesse ma che si è uccisa con le sue stesse mani, o meglio con le mani dell’autore che ha portato avanti una narrazione pigra invece di sfruttarne il potenziale.
Storia e narrazione: Il grande problema di quest’opera è l’autore che non è stato capace di portare avanti una narrazione che poteva rivelarsi intrigante o quantomeno piacevole, preferendone invece una pigra, colmando questo handicap con un fan service spudorato che dopo un po' diventa imbarazzante e insostenibile. In generale la premessa della storia non è affatto male, anzi mi ha intrigato fin da subito; quando ho letto la trama su internet. Riassumendo ci troviamo in un mondo distopico non molto diverso dal nostro dove le persone possono diventare da un momento all'altro "inferni", creature di fuoco molto pericolose che vengono represse da diverse squadre di "pompieri". Noi seguiamo le vicende del nostro protagonista, Shinra Kusakabe, e dei suoi compagni nella squadra otto. Da qui si poteva quindi sviluppare una trama molto accattivante con molti misteri da sviscerare, come il motivo della comparsa degli inferni e varie vicende legate al passato del protagonista. L’autore però preferisce cimentarsi in una narrazione lenta e superficiale che finisce per essere semplicemente un susseguirsi di banali e prevedibili cliché. Quando sembra che finalmente stiamo lasciando da parte fan service (fatto male) e un’umorismo fastidioso per entrare nel vivo dell’azione l’autore tira una mazzata sulle nostre aspettative rovinando il tutto appunto o con fan service o battute che dovrebbero far ridere. Il riassunto perfetto per descrivere questo prodotto mi sembra quindi pigrizia: l’autore sapeva che la sua opera avrebbe venduto in ogni caso grazie al suo manga precedente ("Soul Eater", che non ho letto ma so che ha riscosso molto successo) e al nome che si era fatto, penso sia palese che non gli sia minimamente importato di portare avanti una storia carina, usando per vendere altri metodi che l’hanno resa un fallimento (fallimento per quanto riguarda qualità perché invece sia il manga che l’anime da questo tratto hanno avuto un discreto successo).
Personaggi: non mi soffermerò a lungo su questo punto di vista perché presentano tutti lo stesso problema e mi sembra inutile sviscerarli uno ad uno. Sono tutti infatti delle macchiette che non riescono mai a mostrare un minimo di profondità psicologica, ma agiscono tutti secondo come deve procedere la trama. L’autore infatti non si sofferma mai a spiegarci le loro ragioni. Probabilmente qui sono io in torto che non ho voluto finire di leggere il manga, ma trovo questo problema anche nel protagonista, l’unico di cui ho letto la back story, che comunque agisce e si rapporta con gli altri personaggi seguendo lo stereotipo che gli ha affibbiato l’autore, spesso facendo cose che, proprio perché conoscevo il suo passato, non mi sono veramente riuscita a spiegare. La cosa mi è anche molto dispiaciuta, come per quanto riguarda trama, perché le premesse erano buone. Non solo per quanto riguarda la storia del personaggio, ma anche grazie ad alcuni tratti psicologici che potevano distinguerlo dal classico protagonista del genere battle. Troviamo nei personaggi quindi lo stesso problema della storia: diciamo che ha le potenzialità, ma non si applica.
Disegni: sui disegni non ho molto da dire, sono carini, niente di eccezionale, ma neanche terribile, sono sicuramente privi di anima e sembrano la copia di mille altri già visti, ma funzionano per il loro scopo: raccontare una storia a malapena mediocre.
In generale non considero "Fire Force" monnezza, perché le cose orride sono ben altro, ma per me non raggiunge neanche la sufficienza. Diciamo che è un'opera con delle buone premesse ma che si è uccisa con le sue stesse mani, o meglio con le mani dell’autore che ha portato avanti una narrazione pigra invece di sfruttarne il potenziale.