Search and Destroy
Prima opera che leggo di questo autore. La storia è una rivisitazione dell'originale Dororo di Osamu Tezuka ma ambientata in un lontano futuro post apocalittico. L'opera si presta, a mio avviso, ad una lettura abbastanza disimpegnata e rilassata. Le tematiche trattate non sono niente di nuovo e non sono particolarmente approfondite. Il livello del disegno è discreto ma senza particolari guizzi creativi o tratti degni di nota. La lettura scorre veloce e fluida, i personaggi non sono particolarmente approfonditi e probabilmente si poteva osare di più essendo una rivisitazione di un'opera già esistente. Tutto sommato è una lettura piacevole ma la trama è molto, troppo, lineare e abbastanza scontata. Leggendolo non mi ha trasmesso grosse emozioni e la linearità della trama di certo non ha aiutato a voler arrivare al finale. Lo consiglio a chi piace il cyber punk post apocalittico e vuole una lettura leggera per "staccare un po' la spina" dagli impegni quotidiani.
Prima opera letta di Atsushi Kaneko, talmente affascinante e suggestiva da farmi amare questo autore e convincermi ad acquistare altri suoi manga (fortunatamente tutti pubblicati in Italia. L'autore era stato anche ospite in Italia al Comicon a Napoli nel 2016)
Search and Destroy è una rivisitazione del manga Dororo di Osamu Tezuka, ma a differenza di quest'ultimo, Kaneko apporta numerose modifiche che rendono questo manga unico, stilisticamente originale, e incredibilmente stimolante.
Primo fra tutti lo stile personalissimo dal tratto occidentale, le sequenze dallo stampo cinematografico, il netto contrasto tra bianco e nero, l'ambientazione perennemente innevata che ricorda la Russia Sovietica , l'epoca più recente e con una forte componente robotica (a differenza del Giappone Feudale di Osamu Tezuka)...... e naturalmente la nota più appariscente : Hyaku, la protagonista qui è una donna, mentre Tezuka aveva scelto un uomo.
Hyaku è un personaggio sensuale, trasgressivo, dall’anima punk... e perennemente furente.
Vissuta orfana tra i boschi e la caccia in uno stile di vita selvaggio, presto scopre che i suoi arti robotici (creati e ricostruiti all'occorrenza dal suo mentore dal passato oscuro) possono essere abbandonati per riappropriarsi di tutte quelle parti del corpo che le sono state sottratte alla nascita da 48 individui.
Grazie alle informazioni datele dal suo mentore in punto di morte, Hyaku parte vendicativa in cerca di questi 48 robot che, stipulando un patto anni fa, si sono presi parti del suo corpo, desiderosi di assaporare il valore degli umani, come ad esempio la lingua (il piacere dei gusto e del cibo).
Nulla viene lasciato al caso e ogni dubbio avrà una sua risposta.
Ogni antagonista ha uno stile grafico diverso e accattivante.
Il viaggio di Hyaku è contornato da un paese in guerra tra umani e robot emarginati alla ricerca di diritti, un paese dove l'avidità, l'ipocrisia, la lotta di potere e le perversioni della società odierna sono marcate con uno stile unico e suggestivo.
Durante la sua vendetta la bella e furiosa Hyaku fa la conoscenza con un orfano reietto e ribelle al sistema di nome Doro, un ragazzino dall'aria spiritosa e scaltra che decide di aiutarla e allo stesso tempo scoprire il suo passato desideroso nel profondo di cambiare questo mondo marcio.
Non posso non dare 10 come voto per un'opera così stimolante e unica nel suo genere, dalla trama così interessante, dallo stile inimitabile, per non parlare del finale, la cui morale è profonda e riflessiva.
L'edizione J-POP è meravigliosa, un box con 3 volumi corposi, ottima qualità della carta.
Ne consiglio caldamente la lettura a tutti, anche per avvicinarsi all'opera originale di Tezuka.
Search and Destroy è una rivisitazione del manga Dororo di Osamu Tezuka, ma a differenza di quest'ultimo, Kaneko apporta numerose modifiche che rendono questo manga unico, stilisticamente originale, e incredibilmente stimolante.
Primo fra tutti lo stile personalissimo dal tratto occidentale, le sequenze dallo stampo cinematografico, il netto contrasto tra bianco e nero, l'ambientazione perennemente innevata che ricorda la Russia Sovietica , l'epoca più recente e con una forte componente robotica (a differenza del Giappone Feudale di Osamu Tezuka)...... e naturalmente la nota più appariscente : Hyaku, la protagonista qui è una donna, mentre Tezuka aveva scelto un uomo.
Hyaku è un personaggio sensuale, trasgressivo, dall’anima punk... e perennemente furente.
Vissuta orfana tra i boschi e la caccia in uno stile di vita selvaggio, presto scopre che i suoi arti robotici (creati e ricostruiti all'occorrenza dal suo mentore dal passato oscuro) possono essere abbandonati per riappropriarsi di tutte quelle parti del corpo che le sono state sottratte alla nascita da 48 individui.
Grazie alle informazioni datele dal suo mentore in punto di morte, Hyaku parte vendicativa in cerca di questi 48 robot che, stipulando un patto anni fa, si sono presi parti del suo corpo, desiderosi di assaporare il valore degli umani, come ad esempio la lingua (il piacere dei gusto e del cibo).
Nulla viene lasciato al caso e ogni dubbio avrà una sua risposta.
Ogni antagonista ha uno stile grafico diverso e accattivante.
Il viaggio di Hyaku è contornato da un paese in guerra tra umani e robot emarginati alla ricerca di diritti, un paese dove l'avidità, l'ipocrisia, la lotta di potere e le perversioni della società odierna sono marcate con uno stile unico e suggestivo.
Durante la sua vendetta la bella e furiosa Hyaku fa la conoscenza con un orfano reietto e ribelle al sistema di nome Doro, un ragazzino dall'aria spiritosa e scaltra che decide di aiutarla e allo stesso tempo scoprire il suo passato desideroso nel profondo di cambiare questo mondo marcio.
Non posso non dare 10 come voto per un'opera così stimolante e unica nel suo genere, dalla trama così interessante, dallo stile inimitabile, per non parlare del finale, la cui morale è profonda e riflessiva.
L'edizione J-POP è meravigliosa, un box con 3 volumi corposi, ottima qualità della carta.
Ne consiglio caldamente la lettura a tutti, anche per avvicinarsi all'opera originale di Tezuka.
Originale, anarchico, sovversivo: Atsushi Kaneko è tutto questo e molto di più, un vero terrorista del fumetto nipponico, capace di mescolare nelle sue opere uno stile personalissimo con una narrazione che sembra attingere di più dal fumetto occidentale. In questo caso, invece, tradizione ed innovazione si mescolano per dare vita alla sua ultima fatica: “Search and Destroy” è una libera rivisitazione, in chiave steampunk sci-fi, di “Dororo”, celebre classico degli anni ‘60 del maestro Osamu Tezuka.
Kaneko sceglie, molto coraggiosamente, di confrontarsi con il Dio del Manga, riuscendo però ad uscirne a testa alta.
Tutte le caratteristiche, prese dal testo originale, vengono riadattate dal mangaka: in primis, la più vistosa, ossia quella di ambientare la storia in un futuro immaginario, anziché nel Giappone feudale. Ciò permette a Kaneko di fare una riflessione, forse un po’ abusata ormai, sul tema della paura nei confronti del diverso e sull'illusione del progresso: nella cupa e oscura città di Hachisuka, teatro della vicenda perennemente ricoperta dalla neve, si consuma uno scontro fra esseri umani e robot emarginati, alla ricerca di integrazione e diritti.
Alla stessa maniera, emarginati e reietti sono i due protagonisti: Hyaku e Doro, entrambi abbandonati, sapranno unire le proprie solitudini allo scopo dare un senso alla loro presenza nel mondo.
La ricerca delle parti del corpo di Hyaku (trasformata da Kaneko in una donna, rispetto al testo originale) non è che una metafora della graduale presa di coscienza di sé stessi, cui si affianca un altro elemento: lo sdegno dell’autore nei confronti di un mondo contemporaneo che lo disgusta.
Ciò emerge dalle azioni e dalle parole di tutti i personaggi, che non sono secondi a nessuno in quanto a crudeltà: dagli androidi antagonisti agli umani, dal mondo della politica alla religione fino alla lotta di classe, Kaneko ne ha davvero per tutti, nessuno è esente da colpe e da vizi fra i più terribili e perversi. Le istituzioni tradizionali crollano, le certezze vacillano, non c'è più alcuna sicurezza.
Soltanto il piccolo orfano senzatetto Doro sembra essere l’unica luce a rischiarare una storia ambientata, per la maggior parte della sua durata, nella notte più buia. Ma persino lui alla fine sarà costretto a fare i conti con un’amara verità: “Questo mondo è marcio fino al midollo”.
Eppure non tutto è perduto, anche quando una nuova guerra pare ormai alle porte della città; anche quando, attraverso una riflessione profondamente esistenzialista, per Hyaku e Doro il senso della propria presenza nel mondo sembra non esserci più, tuttavia si deve continuare a combattere. Di più, ci si deve continuare ad infuriare.
La rabbia dell’indignazione è l’unico motore del cambiamento, l’unico carburante del progresso e il filo conduttore che lega Tezuka a Kaneko, il quale dimostra di aver compreso la lezione del Maestro.
“Cercare e distruggere” è il motto che tutti i personaggi, da Hyaku agli androidi ribelli, si ripetono e mettono in pratica. Eppure la loro furia distruttiva non porta a null’altro che a una nuova stasi, in cui le discriminazioni non diminuiscono. La soluzione perciò non è annientare quello che che non va, ma accettare tutte le imperfezioni allo scopo di trovare il modo per superarle. Questo lo capisce per primo Doro, sorta di tramite fra il mondo umano e quello meccanico per via della sua stessa natura ibrida; proprio alle sue parole viene affidata la morale della storia: “Se tengo duro e continuo a sbatterci la testa in eterno, forse qualcosa comincerà a cambiare”.
Il finale che propone Kaneko è amaro ma ricco di speranza. Il mondo non si modifica, rimanendo crudele e ingiusto, ma Hyaku e Doro non hanno mai avuto questo come obiettivo, bensì uno più alto e complesso: cambiare e accettare loro stessi, primo passo verso la possibilità di una trasformazione della società.
Dirà, infatti, la ragazza: “Tutto ciò che mi rappresenta è qui, proprio ora. E nessuno può sottrarmi ciò che conta veramente.”
Kaneko accompagna la narrazione con il suo solito stile di disegno: suggestivo, unico e dall’anima punk. L’autore si sbizzarrisce nella creazione dei robot antagonisti, tutti provvisti di un design unico ed accattivante; la protagonista Hyaku è meravigliosa e a tratti sensuale, il cui look richiama una rock star metal; gli sfondi e gli ambienti sono altrettanto curati e dettagliati, in particolare la città di Hachisuka appare come un mix fra una città della Russia sovietica e una metropoli futuristica. Non mancano le scene d’azione, tutte orchestrate con una regia frenetica e dal taglio altamente cinematografico, ricche di gore e splatter senza riserve. I contrasti netti fra bianchi e neri qui si fanno ancora più accentuati, dando un ritmo psichedelico a certe sequenze.
In definitiva, un lavoro artistico sensazionale, che riconferma l'elevata caratura artistica del mangaka.
L’edizione di “Search and Destroy” della J-POP è formata da tre volumi in un pratico cofanetto di cartone, come ormai ci ha abituato, con degli artwork davvero bellissimi e al termine del terzo volume vi è una postfazione dell’autore stesso, che racconta il suo legame con le opere e la figura di Tezuka, in uno scritto davvero sentito ed emozionante.
Acquisto caldamente consigliato a tutti, anche per conoscere e scoprire l’opera originale.
Kaneko sceglie, molto coraggiosamente, di confrontarsi con il Dio del Manga, riuscendo però ad uscirne a testa alta.
Tutte le caratteristiche, prese dal testo originale, vengono riadattate dal mangaka: in primis, la più vistosa, ossia quella di ambientare la storia in un futuro immaginario, anziché nel Giappone feudale. Ciò permette a Kaneko di fare una riflessione, forse un po’ abusata ormai, sul tema della paura nei confronti del diverso e sull'illusione del progresso: nella cupa e oscura città di Hachisuka, teatro della vicenda perennemente ricoperta dalla neve, si consuma uno scontro fra esseri umani e robot emarginati, alla ricerca di integrazione e diritti.
Alla stessa maniera, emarginati e reietti sono i due protagonisti: Hyaku e Doro, entrambi abbandonati, sapranno unire le proprie solitudini allo scopo dare un senso alla loro presenza nel mondo.
La ricerca delle parti del corpo di Hyaku (trasformata da Kaneko in una donna, rispetto al testo originale) non è che una metafora della graduale presa di coscienza di sé stessi, cui si affianca un altro elemento: lo sdegno dell’autore nei confronti di un mondo contemporaneo che lo disgusta.
Ciò emerge dalle azioni e dalle parole di tutti i personaggi, che non sono secondi a nessuno in quanto a crudeltà: dagli androidi antagonisti agli umani, dal mondo della politica alla religione fino alla lotta di classe, Kaneko ne ha davvero per tutti, nessuno è esente da colpe e da vizi fra i più terribili e perversi. Le istituzioni tradizionali crollano, le certezze vacillano, non c'è più alcuna sicurezza.
Soltanto il piccolo orfano senzatetto Doro sembra essere l’unica luce a rischiarare una storia ambientata, per la maggior parte della sua durata, nella notte più buia. Ma persino lui alla fine sarà costretto a fare i conti con un’amara verità: “Questo mondo è marcio fino al midollo”.
Eppure non tutto è perduto, anche quando una nuova guerra pare ormai alle porte della città; anche quando, attraverso una riflessione profondamente esistenzialista, per Hyaku e Doro il senso della propria presenza nel mondo sembra non esserci più, tuttavia si deve continuare a combattere. Di più, ci si deve continuare ad infuriare.
La rabbia dell’indignazione è l’unico motore del cambiamento, l’unico carburante del progresso e il filo conduttore che lega Tezuka a Kaneko, il quale dimostra di aver compreso la lezione del Maestro.
“Cercare e distruggere” è il motto che tutti i personaggi, da Hyaku agli androidi ribelli, si ripetono e mettono in pratica. Eppure la loro furia distruttiva non porta a null’altro che a una nuova stasi, in cui le discriminazioni non diminuiscono. La soluzione perciò non è annientare quello che che non va, ma accettare tutte le imperfezioni allo scopo di trovare il modo per superarle. Questo lo capisce per primo Doro, sorta di tramite fra il mondo umano e quello meccanico per via della sua stessa natura ibrida; proprio alle sue parole viene affidata la morale della storia: “Se tengo duro e continuo a sbatterci la testa in eterno, forse qualcosa comincerà a cambiare”.
Il finale che propone Kaneko è amaro ma ricco di speranza. Il mondo non si modifica, rimanendo crudele e ingiusto, ma Hyaku e Doro non hanno mai avuto questo come obiettivo, bensì uno più alto e complesso: cambiare e accettare loro stessi, primo passo verso la possibilità di una trasformazione della società.
Dirà, infatti, la ragazza: “Tutto ciò che mi rappresenta è qui, proprio ora. E nessuno può sottrarmi ciò che conta veramente.”
Kaneko accompagna la narrazione con il suo solito stile di disegno: suggestivo, unico e dall’anima punk. L’autore si sbizzarrisce nella creazione dei robot antagonisti, tutti provvisti di un design unico ed accattivante; la protagonista Hyaku è meravigliosa e a tratti sensuale, il cui look richiama una rock star metal; gli sfondi e gli ambienti sono altrettanto curati e dettagliati, in particolare la città di Hachisuka appare come un mix fra una città della Russia sovietica e una metropoli futuristica. Non mancano le scene d’azione, tutte orchestrate con una regia frenetica e dal taglio altamente cinematografico, ricche di gore e splatter senza riserve. I contrasti netti fra bianchi e neri qui si fanno ancora più accentuati, dando un ritmo psichedelico a certe sequenze.
In definitiva, un lavoro artistico sensazionale, che riconferma l'elevata caratura artistica del mangaka.
L’edizione di “Search and Destroy” della J-POP è formata da tre volumi in un pratico cofanetto di cartone, come ormai ci ha abituato, con degli artwork davvero bellissimi e al termine del terzo volume vi è una postfazione dell’autore stesso, che racconta il suo legame con le opere e la figura di Tezuka, in uno scritto davvero sentito ed emozionante.
Acquisto caldamente consigliato a tutti, anche per conoscere e scoprire l’opera originale.