Andiamo al karaoke!
Diciamolo subito: questo è un boys love mancato!
La trama è semplice: per soddisfare un capo incapricciato del karaoke uno dei suoi scagnozzi (Narita) decide di chiedere una mano ad un ragazzino che non conosce ma che fa parte di un coro scolastico.
Certo poteva chiedere ad un maestro di canto…
Ma preferisce questo ragazzino (Satomi) e già qui c’è il primo indizio di BL, in seguito vedremo Satomi arrossire e verso la fine Narita si farà incidere il nome del ragazzo sul braccio: tre indizzi fanno una prova.
Purtroppo non vedremo sesso. Peccato, ma rimane il fatto che per quanto si tenti di farlo passare per un normale slice of life che parla dell’amicizia di uno yakuza con un ragazzino qualcosa non torna.
Pare che l’autrice stessa Yama Wayama abbia scelto di non negare né confermare nessuna possibile ipotesi a riguardo, come a dire ognuno pensi cosa vuole!
Comunque a parte questo mio incipit polemico devo ammettere che il fumetto è carino, senza troppe pretese e ambientato in un luoghi più amati dai giapponesi: in fondo sono loro che hanno inventato le esibizioni senza orchestra che hanno permesso a chiunque di cantare in pubblico.
D’altronde l’amore del popolo nipponico per la musica non viene messo in risalto troppo spesso ma mi vengono in mente le continue canzoni citate in Hadashi no Gen, il cui autore si basa sui ricordi della propria infanzia.
Dal punto di vista dei disegni devo dire che il tratto e la caratterizzazione pur non essendo eccelsa è comunque buona, nonostante (o forse grazie) il fatto che l’autrice abbia disegnato tutto con il computer: se non lo avessi saputo non ci sarei mai arrivato a sospettarlo.
La versione italiana è curata da Dynit i quali senza strafare per realizzare il prodotto perfetto chiedono comunque 12 euro e 90 centesimi: un po’ troppo!
In buona fine il mio voto è sette: discreto, carino, senza troppe pretese, un manga che va bene per un lettore medio italiano e che, per chi lo volesse sapere, in Giappone ha riscosso un buon apprezzamento dalla critica.
La trama è semplice: per soddisfare un capo incapricciato del karaoke uno dei suoi scagnozzi (Narita) decide di chiedere una mano ad un ragazzino che non conosce ma che fa parte di un coro scolastico.
Certo poteva chiedere ad un maestro di canto…
Ma preferisce questo ragazzino (Satomi) e già qui c’è il primo indizio di BL, in seguito vedremo Satomi arrossire e verso la fine Narita si farà incidere il nome del ragazzo sul braccio: tre indizzi fanno una prova.
Purtroppo non vedremo sesso. Peccato, ma rimane il fatto che per quanto si tenti di farlo passare per un normale slice of life che parla dell’amicizia di uno yakuza con un ragazzino qualcosa non torna.
Pare che l’autrice stessa Yama Wayama abbia scelto di non negare né confermare nessuna possibile ipotesi a riguardo, come a dire ognuno pensi cosa vuole!
Comunque a parte questo mio incipit polemico devo ammettere che il fumetto è carino, senza troppe pretese e ambientato in un luoghi più amati dai giapponesi: in fondo sono loro che hanno inventato le esibizioni senza orchestra che hanno permesso a chiunque di cantare in pubblico.
D’altronde l’amore del popolo nipponico per la musica non viene messo in risalto troppo spesso ma mi vengono in mente le continue canzoni citate in Hadashi no Gen, il cui autore si basa sui ricordi della propria infanzia.
Dal punto di vista dei disegni devo dire che il tratto e la caratterizzazione pur non essendo eccelsa è comunque buona, nonostante (o forse grazie) il fatto che l’autrice abbia disegnato tutto con il computer: se non lo avessi saputo non ci sarei mai arrivato a sospettarlo.
La versione italiana è curata da Dynit i quali senza strafare per realizzare il prodotto perfetto chiedono comunque 12 euro e 90 centesimi: un po’ troppo!
In buona fine il mio voto è sette: discreto, carino, senza troppe pretese, un manga che va bene per un lettore medio italiano e che, per chi lo volesse sapere, in Giappone ha riscosso un buon apprezzamento dalla critica.