Death Note
"Io sono la giustizia!"
Death note.
Una delle opere probabilmente piu' famose dell'inizio del secondo millennio.
Light Yagami e' il classico studente modello, stanco di una società pervasa dalla corruzione e dalla violenza. La sua vita cambia totalmente quando trova un quaderno che gli permette di uccidere.
Scoprirà col tempo che il quaderno appartiene a Ryuk, uno shinigami (Dio della morte) che, annoiato dal mondo lurido e infimo da cui proviene, ha lasciato cadere il suo quaderno nel mondo degli umani.
Light userà il quaderno Di Ryuk, il "death note", per tentare di ripulire il mondo dal lerciume che lo infetta.
Le tematiche di quest'opera probabilmente sono il vero fulcro della fama che ne ha ricavato. Infatti abbiamo questa lotta tra la giustizia personale e quella legale. Light sa di essere più intelligente della media e sostanzialmente una brava persona, nel senso che comunque rispetta le regole e non tormenta il prossimo. Per questi motivi crede di essere in grado di poter decidere arbitrariamente il diritto di vita e morte sugli altri individui. Questo è, sostanzialmente, il perno su cui l'opera gira. Immaginate di avere il potere di giustiziare in completo anonimato i criminali, rapinatori, stupratori, assassini, pedofili, terroristi e via discorrendo. Cosa fareste?
Di contro, abbiamo L, emblema della giustizia come la intendiamo nei paesi civilizzati, che crede che Kira (acronimo di Light) sia solo un assassino e farà di tutto per fermarlo. Sostanzialmente questo capolavoro vi fa riflettere proprio sulle scelte che Light intraprenderà, perché Light uccide altre persone, Light è un antieroe ed è questo che crea il conflitto interiore. É giusto uccidere? A voi le risposte.
I personaggi probabilmente sono un altro grandissimo punto di quest'opera, Light eD L sono memorabili ed entrambi di altissimo carisma, e anche tutti gli altri personaggi secondari sono gradevoli e ben caratterizzati. Nota di merito anche agli shinigami che, oltre ad essere realizzati artisticamente molto bene, riescono a mantenere quella scintilla di personalità per tutta la durata dell'opera.
La battaglia psicologica e morale che avviene fra i Kira ed L è fantastica e, a mio avviso, probabilmente una delle migliori per il genere.
Ragazzi, poco da dire artisticamente, i disegni sono davvero gradevoli e molto puliti, senza mai avere nessun picco di eccellenza.
Altra cosa da tenere conto è la lunghezza dei dialoghi, che ovviamente è accettabile in un manga psicologico, ma potrebbero stancare in alcuni casi.
Il tasto dolente, anzi dolentissimo, é il vero decadimento della trama che nella seconda parte non riesce minimamente a reggere il paragone con la prima parte, lasciando anche alcune scene non spiegate, quasi trascurate. Quest'ultimo punto è stato un colpo al cuore di un opera che era iniziata in maniera superba per poi incrinarsi un po' su se' stessa.
Altra piccola pecca è che, specialmente nella seconda fase, tutto a volte non sia spiegato benissimo ed in alcune scene sa un po' di confusionario.
Chiariamoci, l'opera non è penosa, anzi è di alto livello, semplicemente c'è un calo visibile nella seconda metà.
In conclusione, "Death Note" e' un must del mondo manga. Non e' un action ma tende a incuriosire il lettore ed a tenerlo attaccato alla storia. Da consigliare assolutamente a tutti i collezionisti ed amanti dei manga, forse da valutare se consigliarlo a chi si approccia al mondo dei fumetti per la prima volta.
Death note.
Una delle opere probabilmente piu' famose dell'inizio del secondo millennio.
Light Yagami e' il classico studente modello, stanco di una società pervasa dalla corruzione e dalla violenza. La sua vita cambia totalmente quando trova un quaderno che gli permette di uccidere.
Scoprirà col tempo che il quaderno appartiene a Ryuk, uno shinigami (Dio della morte) che, annoiato dal mondo lurido e infimo da cui proviene, ha lasciato cadere il suo quaderno nel mondo degli umani.
Light userà il quaderno Di Ryuk, il "death note", per tentare di ripulire il mondo dal lerciume che lo infetta.
Le tematiche di quest'opera probabilmente sono il vero fulcro della fama che ne ha ricavato. Infatti abbiamo questa lotta tra la giustizia personale e quella legale. Light sa di essere più intelligente della media e sostanzialmente una brava persona, nel senso che comunque rispetta le regole e non tormenta il prossimo. Per questi motivi crede di essere in grado di poter decidere arbitrariamente il diritto di vita e morte sugli altri individui. Questo è, sostanzialmente, il perno su cui l'opera gira. Immaginate di avere il potere di giustiziare in completo anonimato i criminali, rapinatori, stupratori, assassini, pedofili, terroristi e via discorrendo. Cosa fareste?
Di contro, abbiamo L, emblema della giustizia come la intendiamo nei paesi civilizzati, che crede che Kira (acronimo di Light) sia solo un assassino e farà di tutto per fermarlo. Sostanzialmente questo capolavoro vi fa riflettere proprio sulle scelte che Light intraprenderà, perché Light uccide altre persone, Light è un antieroe ed è questo che crea il conflitto interiore. É giusto uccidere? A voi le risposte.
I personaggi probabilmente sono un altro grandissimo punto di quest'opera, Light eD L sono memorabili ed entrambi di altissimo carisma, e anche tutti gli altri personaggi secondari sono gradevoli e ben caratterizzati. Nota di merito anche agli shinigami che, oltre ad essere realizzati artisticamente molto bene, riescono a mantenere quella scintilla di personalità per tutta la durata dell'opera.
La battaglia psicologica e morale che avviene fra i Kira ed L è fantastica e, a mio avviso, probabilmente una delle migliori per il genere.
Ragazzi, poco da dire artisticamente, i disegni sono davvero gradevoli e molto puliti, senza mai avere nessun picco di eccellenza.
Altra cosa da tenere conto è la lunghezza dei dialoghi, che ovviamente è accettabile in un manga psicologico, ma potrebbero stancare in alcuni casi.
Il tasto dolente, anzi dolentissimo, é il vero decadimento della trama che nella seconda parte non riesce minimamente a reggere il paragone con la prima parte, lasciando anche alcune scene non spiegate, quasi trascurate. Quest'ultimo punto è stato un colpo al cuore di un opera che era iniziata in maniera superba per poi incrinarsi un po' su se' stessa.
Altra piccola pecca è che, specialmente nella seconda fase, tutto a volte non sia spiegato benissimo ed in alcune scene sa un po' di confusionario.
Chiariamoci, l'opera non è penosa, anzi è di alto livello, semplicemente c'è un calo visibile nella seconda metà.
In conclusione, "Death Note" e' un must del mondo manga. Non e' un action ma tende a incuriosire il lettore ed a tenerlo attaccato alla storia. Da consigliare assolutamente a tutti i collezionisti ed amanti dei manga, forse da valutare se consigliarlo a chi si approccia al mondo dei fumetti per la prima volta.
Sarebbe il caso di dividere queste recensioni in due parti, il 10 dei primi 6 numeri e il 5 dei restanti numeri.
Ne hanno parlato a migliaia di questa opera del duo Ohba e Obata, ma, vedo che in pochissimi si sono soffermati sulla ripetitività dei dialoghi, l'opera scorre un piacere per i primi 6 numeri, finchè non si raggiunge al fatidico crollo. Senza fare spoiler il manga inizia ad essere pieno di wall of text in cui si ripetono le cose, la lettura diventa pesante e noiosa e le soluzioni nella sceneggiatura fanno acqua da tutte le parti, è una storia comunque da leggere, perchè ha segnato il mondo manga, ma, purtroppo, è l'esempio di come il mercato logora l'arte portandolo allo sfinimento chissà come sarebbe andata senza dover continuare a forza per vendere.
Ne hanno parlato a migliaia di questa opera del duo Ohba e Obata, ma, vedo che in pochissimi si sono soffermati sulla ripetitività dei dialoghi, l'opera scorre un piacere per i primi 6 numeri, finchè non si raggiunge al fatidico crollo. Senza fare spoiler il manga inizia ad essere pieno di wall of text in cui si ripetono le cose, la lettura diventa pesante e noiosa e le soluzioni nella sceneggiatura fanno acqua da tutte le parti, è una storia comunque da leggere, perchè ha segnato il mondo manga, ma, purtroppo, è l'esempio di come il mercato logora l'arte portandolo allo sfinimento chissà come sarebbe andata senza dover continuare a forza per vendere.
A vent’anni dalla sua nascita “Death Note” rimane un manga estremamente conosciuto e popolare. Un’opera capace di appassionare milioni di lettori, ma che non è stata risparmiata da critiche anche abbastanza severe che comunque sembrano non aver mai influito sul successo commerciale del titolo. Allo stato attuale in Italia rimane uno dei manga con più ristampe. Eppure, sarò brutalmente onesto, a me non ha mai fatto impazzire, anzi, l’ho sempre trovato un po’ sopravvalutato, pur non ritenendolo un brutto prodotto. A distanza di undici anni dalla prima lettura, ho deciso di rileggerlo interamente, con la speranza di apprezzarlo di più o comunque di riuscire a valutarlo con un’ottica diversa. Ma non c’è stato niente da fare. Come raramente mi capita, mi sono ritrovato a mantenere la stessa opinione e per gli stessi motivi di 11 anni fa, reputandolo ancora una volta un titolo inizialmente interessante, ma con degli sviluppi molto opinabili.
Partirei analizzando un aspetto nello specifico, ovvero la discontinuità della trama. Sia tra gli estimatori che tra i detrattori, quando si parla di “Death Note” sembra esserci spesso un punto in comune. È piuttosto diffusa infatti l’opinione che dopo la morte di un certo personaggio la storia perda spessore, consegnando al lettore una seconda metà dell’opera decisamente inferiore alla prima. Rispetto a questa posizione concordo solo in parte, perché se da un lato è vero che anch'io reputo molto più riuscita la prima parte del manga in generale, credo che suddividere “Death Note” in due parti distinte da quel preciso evento sia un po’ fuorviante. Per come la vedo io, il manga presenta infatti dei cambi nei livelli di intensità e qualità narrativa molto repentini e a dispetto della sua durata (dodici volumi apparentemente possono sembrare pochi), credo che, volendo analizzare la qualità della storia, l’opera andrebbe divisa in molte più parti, ma sarebbe un esercizio quantomeno assurdo. La verità, dal mio punto di vista, è che la qualità di scrittura dell’opera sia piuttosto altalenante e non può essere riassunta in “prima parte bella, seconda brutta”, visto che ci sono molte più sfumature nella qualità della narrazione.
Tuttavia, dovendo individuare la parte più riuscita dell’opera credo anch’io che, effettivamente, i primi volumi siano quelli che più hanno da offrire come contenuti e coinvolgimento. In particolare, i primi quattro sono quelli che offrono maggiori certezze: l’incipit è molto accattivante, i personaggi sono buoni e i dialoghi interessanti e ben calcolati. Segue quindi la parentesi della Yotsuba, quella parte di storia che sta sommariamente tra il quinto e l’inizio del settimo volume. Qui per me all’epoca della prima lettura si consumò la prima cocente delusione e ahimè così è stato anche per questa rilettura recente. C’è qualcosa che non funziona nei capitoli di questa porzione di trama. Li ho sempre trovati estremamente pesanti e noiosi. Probabilmente perché nascondono una palese volontà di tirare troppo la corda in merito a un trama che avrebbe potuto chiudersi da un momento all’altro. Ma se fino al quarto volume questo giochetto funziona piuttosto bene, con tutta la storyline di Higuchi si nota la palese volontà di perdere tempo nel tentativo, forse, di raccogliere le idee e ripartire per far accadere qualcosa di decisivo in un secondo momento. È così avviene nel settimo volume, quello di svolta. Malgrado il colpo di scena non abbia soddisfatto tutti, io l’ho sempre reputato ottimo, ben realizzato e in fin dei conti una tappa indispensabile per il proseguimento della trama. Da qui in avanti per molti è l’inizio della fine. Personalmente non la vedo così. Concordo sul fatto che gli ultimi cinque volumi abbiano subito un calo narrativo importante, ma la cosa non si è fatta notare fin dal principio e anzi, il declino di “Death Note” per me è sempre stato piuttosto lento, a tratti ingannevole perché comunque ci sono sempre dei buoni personaggi e dei buoni colpi di scena, ma nulla nasconde il fatto che, ancora una volta, gli autori cercassero disperatamente di prendere tempo per allontanare una fine inevitabile. La conclusione del manga è, anche in questo caso, stata ampiamente criticata, e pure qui mi sento di dire che invece è una conclusione coinvolgente e naturale per la storia dell’opera, almeno dal mio punto di vista.
Per quanto concerne i dialoghi, “Death Note” è famoso per essere estremamente discorsivo e anche questo è un punto abbastanza divisivo per i lettori. Tuttavia, mi sento di dire che avere una componente testuale cosi pronunciata per un manga di questo genere non è per forza una cosa negativa e io per primo ammetto di non averci fatto caso nelle parti di storia più interessanti, ma il punto è proprio questo: quando la trama funziona, i testi non sono un problema, quando le prospettive narrative si fanno più deboli, i dialoghi finiscono per appesantire la lettura in modo drastico. Nulla da ridire per quanto riguarda il disegno che è ottimo dall’inizio alla fine.
In conclusione, io per primo mi rendo conto di avere un’opinione piuttosto controversa su quest’opera. Non riesco a farmelo piacere tout court, rimango fortemente catturato dalla sua parte iniziale, ma profondamente deluso da alcuni sviluppi successivi, che comunque non sono privi di idee interessanti e di buoni colpi di scena a volte. Anche il tanto criticato finale per me non è affatto da buttare. Credo che questa sia una di quelle opere super discusse che vale la pena leggere per farsi un’idea propria, evitando di farsi condizionare troppo dalle opinioni di altri. Io mi limito a dare un voto discreto, dietro il quale si nasconde però un giudizio molto articolato che nel corso di dodici volumi è mutato profondamente, a causa di una narrazione molto discontinua, fatta di buone idee, scivoloni di scrittura e validi colpi di scena.
Partirei analizzando un aspetto nello specifico, ovvero la discontinuità della trama. Sia tra gli estimatori che tra i detrattori, quando si parla di “Death Note” sembra esserci spesso un punto in comune. È piuttosto diffusa infatti l’opinione che dopo la morte di un certo personaggio la storia perda spessore, consegnando al lettore una seconda metà dell’opera decisamente inferiore alla prima. Rispetto a questa posizione concordo solo in parte, perché se da un lato è vero che anch'io reputo molto più riuscita la prima parte del manga in generale, credo che suddividere “Death Note” in due parti distinte da quel preciso evento sia un po’ fuorviante. Per come la vedo io, il manga presenta infatti dei cambi nei livelli di intensità e qualità narrativa molto repentini e a dispetto della sua durata (dodici volumi apparentemente possono sembrare pochi), credo che, volendo analizzare la qualità della storia, l’opera andrebbe divisa in molte più parti, ma sarebbe un esercizio quantomeno assurdo. La verità, dal mio punto di vista, è che la qualità di scrittura dell’opera sia piuttosto altalenante e non può essere riassunta in “prima parte bella, seconda brutta”, visto che ci sono molte più sfumature nella qualità della narrazione.
Tuttavia, dovendo individuare la parte più riuscita dell’opera credo anch’io che, effettivamente, i primi volumi siano quelli che più hanno da offrire come contenuti e coinvolgimento. In particolare, i primi quattro sono quelli che offrono maggiori certezze: l’incipit è molto accattivante, i personaggi sono buoni e i dialoghi interessanti e ben calcolati. Segue quindi la parentesi della Yotsuba, quella parte di storia che sta sommariamente tra il quinto e l’inizio del settimo volume. Qui per me all’epoca della prima lettura si consumò la prima cocente delusione e ahimè così è stato anche per questa rilettura recente. C’è qualcosa che non funziona nei capitoli di questa porzione di trama. Li ho sempre trovati estremamente pesanti e noiosi. Probabilmente perché nascondono una palese volontà di tirare troppo la corda in merito a un trama che avrebbe potuto chiudersi da un momento all’altro. Ma se fino al quarto volume questo giochetto funziona piuttosto bene, con tutta la storyline di Higuchi si nota la palese volontà di perdere tempo nel tentativo, forse, di raccogliere le idee e ripartire per far accadere qualcosa di decisivo in un secondo momento. È così avviene nel settimo volume, quello di svolta. Malgrado il colpo di scena non abbia soddisfatto tutti, io l’ho sempre reputato ottimo, ben realizzato e in fin dei conti una tappa indispensabile per il proseguimento della trama. Da qui in avanti per molti è l’inizio della fine. Personalmente non la vedo così. Concordo sul fatto che gli ultimi cinque volumi abbiano subito un calo narrativo importante, ma la cosa non si è fatta notare fin dal principio e anzi, il declino di “Death Note” per me è sempre stato piuttosto lento, a tratti ingannevole perché comunque ci sono sempre dei buoni personaggi e dei buoni colpi di scena, ma nulla nasconde il fatto che, ancora una volta, gli autori cercassero disperatamente di prendere tempo per allontanare una fine inevitabile. La conclusione del manga è, anche in questo caso, stata ampiamente criticata, e pure qui mi sento di dire che invece è una conclusione coinvolgente e naturale per la storia dell’opera, almeno dal mio punto di vista.
Per quanto concerne i dialoghi, “Death Note” è famoso per essere estremamente discorsivo e anche questo è un punto abbastanza divisivo per i lettori. Tuttavia, mi sento di dire che avere una componente testuale cosi pronunciata per un manga di questo genere non è per forza una cosa negativa e io per primo ammetto di non averci fatto caso nelle parti di storia più interessanti, ma il punto è proprio questo: quando la trama funziona, i testi non sono un problema, quando le prospettive narrative si fanno più deboli, i dialoghi finiscono per appesantire la lettura in modo drastico. Nulla da ridire per quanto riguarda il disegno che è ottimo dall’inizio alla fine.
In conclusione, io per primo mi rendo conto di avere un’opinione piuttosto controversa su quest’opera. Non riesco a farmelo piacere tout court, rimango fortemente catturato dalla sua parte iniziale, ma profondamente deluso da alcuni sviluppi successivi, che comunque non sono privi di idee interessanti e di buoni colpi di scena a volte. Anche il tanto criticato finale per me non è affatto da buttare. Credo che questa sia una di quelle opere super discusse che vale la pena leggere per farsi un’idea propria, evitando di farsi condizionare troppo dalle opinioni di altri. Io mi limito a dare un voto discreto, dietro il quale si nasconde però un giudizio molto articolato che nel corso di dodici volumi è mutato profondamente, a causa di una narrazione molto discontinua, fatta di buone idee, scivoloni di scrittura e validi colpi di scena.
Il primo manga non si scorda mai!
Voglio dedicare la mia prima recensione al fumetto che mi ha fatto conoscere ed entrare all'interno del mondo meraviglioso della nona arte. Al solo pensiero di me con in mano il primo volume mi riporta la mente a più di dodici anni fa, quando ero ancora un ragazzo che si approcciava a qualcosa di nuovo e affascinante. Un mondo che ai tempi non era così in voga come adesso, eppure se andavi in giro per fumetterie e nominavi "Death Note" tutti sapevano cosa era... tutti sapevano chi erano Kira, L, Ryuk. A quei tempi era un fenomeno vivo, fresco... amato, odiato. Ricordo ancora gli youtubers che ne parlavano e facevano recensioni. I bei vecchi tempi!
Come dite? Boomer di m***a? Può darsi... ma penso che il miglior modo per recensire qualcosa, per esprimere veramente il proprio giudizio su un'opera la formula migliore sia quella di parlare di emozioni.
Nelle mie recensioni inserirò anche dei tecnicismi? Certo, bisogna valutare sia in maniera soggettiva che oggettiva, qualunque cosa. Ma non bisogna mai dimenticarsi delle emozioni, di ciò che proviamo quando leggiamo un manga o un libro, di quando vediamo un film o una serie tv, di quando ammiriamo un quadro o una scultura, eccetera eccetera...
Non parlerò della storia: tutti la conoscono e mi sembra inutile ripeterla.
Continuerei quindi dicendo che "Death Note" rimane ancora oggi uno dei modi migliori con la quale partire, è un ottimo starting point per chiunque voglia avvicinarsi al mondo dei manga. La trama è accattivante sin dai primi capitoli e riesce a rapirti. I disegni di Obata sono molto mainstream e quindi acchiappano subito la curiosità del lettore più giovane. Insomma, è un manga furbo, sa di esserlo e sfrutta questa cosa a proprio vantaggio.
La cosa che più di tutti ha colpito la massa, secondo me, è il tema principale della storia, la domanda cardine che qualunque lettore/spettatore si è chiesto almeno una volta: è giusto uccidere uomini e donne che hanno commesso degli sbagli nella vita? E, se posso aggiungere: se io avessi il potere di farlo, lo utilizzerei?
Non è certamente facile rispondere, anche se penso che ognuno di noi ha il proprio pensiero su questo, ed è proprio questa la furbata. Tutti lo comprano... tutti ne parlano... tutti si confrontano... BOOM!!! Ecco spiegato il mistero della sua fama (che ormai non lo è più tanto).
Passerei ai personaggi principali adesso, Kira ed L. Volente o nolente hanno creato dei canoni sfruttati anche da altri mangaka. Non è difficile trovare un Kira o un L in qualche manga post-Death Note, specialmente se si parla di thriller. Ricordo ancora quando la gente si schierava da una parte o dall'altra, spalleggiando il proprio beniamino. Il problema sta nella gran parte del resto dei personaggi, che risultano abbastanza stereotipati, a tratti antipatici e della quale si poteva anche fare a meno. Menzione d'onore a Mello: forse unico personaggio veramente interessante e sfruttato poco o nulla... peccato.
Il finale abbastanza prevedibile, e ciò non è per forza un male. Almeno Ohba ci ha risparmiato più brodaglia di quanto già non ci ha fatto ingerire, nonostante 12 volumi siano comunque un numero giusto. Onestamente l'ho trovato azzeccato e in linea con il messaggio che gli autori volevano dare, lasciando anche spunti per un dopo (cosa che in questo tipo di opere apprezzo).
Penso di aver parlato abbastanza. Direi che è tempo di tirare le somme:
"Death Note è un'opera d'intrattenimento che fa il suo lavoro e offre spunti di riflessione durante il periodo di lettura, ma che una volta riposto nella libreria l'ultimo volume puoi tranquillamente passare oltre. Consigliato a chiunque voglia cominciare a leggere fumetti e a chi cerca storie mainstream... poi potete passare ad Urasawa."
Voglio dedicare la mia prima recensione al fumetto che mi ha fatto conoscere ed entrare all'interno del mondo meraviglioso della nona arte. Al solo pensiero di me con in mano il primo volume mi riporta la mente a più di dodici anni fa, quando ero ancora un ragazzo che si approcciava a qualcosa di nuovo e affascinante. Un mondo che ai tempi non era così in voga come adesso, eppure se andavi in giro per fumetterie e nominavi "Death Note" tutti sapevano cosa era... tutti sapevano chi erano Kira, L, Ryuk. A quei tempi era un fenomeno vivo, fresco... amato, odiato. Ricordo ancora gli youtubers che ne parlavano e facevano recensioni. I bei vecchi tempi!
Come dite? Boomer di m***a? Può darsi... ma penso che il miglior modo per recensire qualcosa, per esprimere veramente il proprio giudizio su un'opera la formula migliore sia quella di parlare di emozioni.
Nelle mie recensioni inserirò anche dei tecnicismi? Certo, bisogna valutare sia in maniera soggettiva che oggettiva, qualunque cosa. Ma non bisogna mai dimenticarsi delle emozioni, di ciò che proviamo quando leggiamo un manga o un libro, di quando vediamo un film o una serie tv, di quando ammiriamo un quadro o una scultura, eccetera eccetera...
Non parlerò della storia: tutti la conoscono e mi sembra inutile ripeterla.
Continuerei quindi dicendo che "Death Note" rimane ancora oggi uno dei modi migliori con la quale partire, è un ottimo starting point per chiunque voglia avvicinarsi al mondo dei manga. La trama è accattivante sin dai primi capitoli e riesce a rapirti. I disegni di Obata sono molto mainstream e quindi acchiappano subito la curiosità del lettore più giovane. Insomma, è un manga furbo, sa di esserlo e sfrutta questa cosa a proprio vantaggio.
La cosa che più di tutti ha colpito la massa, secondo me, è il tema principale della storia, la domanda cardine che qualunque lettore/spettatore si è chiesto almeno una volta: è giusto uccidere uomini e donne che hanno commesso degli sbagli nella vita? E, se posso aggiungere: se io avessi il potere di farlo, lo utilizzerei?
Non è certamente facile rispondere, anche se penso che ognuno di noi ha il proprio pensiero su questo, ed è proprio questa la furbata. Tutti lo comprano... tutti ne parlano... tutti si confrontano... BOOM!!! Ecco spiegato il mistero della sua fama (che ormai non lo è più tanto).
Passerei ai personaggi principali adesso, Kira ed L. Volente o nolente hanno creato dei canoni sfruttati anche da altri mangaka. Non è difficile trovare un Kira o un L in qualche manga post-Death Note, specialmente se si parla di thriller. Ricordo ancora quando la gente si schierava da una parte o dall'altra, spalleggiando il proprio beniamino. Il problema sta nella gran parte del resto dei personaggi, che risultano abbastanza stereotipati, a tratti antipatici e della quale si poteva anche fare a meno. Menzione d'onore a Mello: forse unico personaggio veramente interessante e sfruttato poco o nulla... peccato.
Il finale abbastanza prevedibile, e ciò non è per forza un male. Almeno Ohba ci ha risparmiato più brodaglia di quanto già non ci ha fatto ingerire, nonostante 12 volumi siano comunque un numero giusto. Onestamente l'ho trovato azzeccato e in linea con il messaggio che gli autori volevano dare, lasciando anche spunti per un dopo (cosa che in questo tipo di opere apprezzo).
Penso di aver parlato abbastanza. Direi che è tempo di tirare le somme:
"Death Note è un'opera d'intrattenimento che fa il suo lavoro e offre spunti di riflessione durante il periodo di lettura, ma che una volta riposto nella libreria l'ultimo volume puoi tranquillamente passare oltre. Consigliato a chiunque voglia cominciare a leggere fumetti e a chi cerca storie mainstream... poi potete passare ad Urasawa."
"Death Note" è un manga di genere thriller/psicologico serializzato tra il 2003 e il 2006. Gli autori che hanno realizzato l’opera sono Tsugumi Ōba, alla storia, e Takeshi Obata, ai disegni.
Per quanto riguarda la trama essa può essere suddivisa in due parti che risultano separate da un evento cruciale di cui non voglio fare inutili spoiler. Se la prima parte, che va dal primo capitolo fino al capitolo 58, l’ho trovata geniale e piena di colpi di scena (specialmente nei primi capitoli); la seconda parte è leggermente più sottotono, ma devo ammettere che non mi è dispiaciuta affatto. La seconda parte inoltre è quella che presenta più scene di azione e risulta avere più scene drammatiche. Infatti, se nei primi capitoli dell’opera sembra quasi di assistere auna vera e propria sfida a colpi di intelligenza, nella seconda parte si cambia in parte il ritmo della trama aggiungendo scene di azione o ricche di drammaticità. Comunque sia, anche la seconda parte l’ho trovata ben gestita e forse risulta leggermente sottotono rispetto alla prima parte non per demerito della seconda parte ma per merito della prima, la quale risulta inarrivabile. I personaggi sono il punto forte dell’opera. Sono quasi tutti ben caratterizzati e in un manga di tipo thriller/psicologico i personaggi sono un elemento chiave essenziale ai fini dello sviluppo della trama stessa. La trama quindi cattura il lettore che vorrà sapere non solo come andrà a finire ma soprattutto il come si arriverà alla fine.
Trama: 8,5
I disegni sono veramente ben realizzati ed uno dei punti forti dell’opera. Risultano sempre chiari e dettagliati, mai confusionari. I volti dei tanti personaggi presenti nell’opera sono molto espressivi e ognuno di essi risulta sempre facilmente riconoscibile: cosa non sempre scontata quando i personaggi sono molti.
Disegni: 9
L’edizione che ho letto è la Black Edition (Planet Manga) dove la storia è narrata in 6 corposi volumi dal grande formato (15x21). Ogni volume ha pagine iniziali a colori. Inoltre, vi è un volume aggiuntivo (Guida alla lettura) che completa il piano editoriale e che contiene interessanti retroscena relativi alla produzione dell’opera stessa.
Edizione: 8,5
Consiglio caldamente la lettura di quest’opera a chi ama il genere thriller/psicologico con quel pizzico di azione e drammaticità che non guasta mai.
Voto Complessivo: 8,5
Per quanto riguarda la trama essa può essere suddivisa in due parti che risultano separate da un evento cruciale di cui non voglio fare inutili spoiler. Se la prima parte, che va dal primo capitolo fino al capitolo 58, l’ho trovata geniale e piena di colpi di scena (specialmente nei primi capitoli); la seconda parte è leggermente più sottotono, ma devo ammettere che non mi è dispiaciuta affatto. La seconda parte inoltre è quella che presenta più scene di azione e risulta avere più scene drammatiche. Infatti, se nei primi capitoli dell’opera sembra quasi di assistere auna vera e propria sfida a colpi di intelligenza, nella seconda parte si cambia in parte il ritmo della trama aggiungendo scene di azione o ricche di drammaticità. Comunque sia, anche la seconda parte l’ho trovata ben gestita e forse risulta leggermente sottotono rispetto alla prima parte non per demerito della seconda parte ma per merito della prima, la quale risulta inarrivabile. I personaggi sono il punto forte dell’opera. Sono quasi tutti ben caratterizzati e in un manga di tipo thriller/psicologico i personaggi sono un elemento chiave essenziale ai fini dello sviluppo della trama stessa. La trama quindi cattura il lettore che vorrà sapere non solo come andrà a finire ma soprattutto il come si arriverà alla fine.
Trama: 8,5
I disegni sono veramente ben realizzati ed uno dei punti forti dell’opera. Risultano sempre chiari e dettagliati, mai confusionari. I volti dei tanti personaggi presenti nell’opera sono molto espressivi e ognuno di essi risulta sempre facilmente riconoscibile: cosa non sempre scontata quando i personaggi sono molti.
Disegni: 9
L’edizione che ho letto è la Black Edition (Planet Manga) dove la storia è narrata in 6 corposi volumi dal grande formato (15x21). Ogni volume ha pagine iniziali a colori. Inoltre, vi è un volume aggiuntivo (Guida alla lettura) che completa il piano editoriale e che contiene interessanti retroscena relativi alla produzione dell’opera stessa.
Edizione: 8,5
Consiglio caldamente la lettura di quest’opera a chi ama il genere thriller/psicologico con quel pizzico di azione e drammaticità che non guasta mai.
Voto Complessivo: 8,5
Il manga in assoluto più bello che io abbia mai letto: ti tiene incollato fino all'ultimo, la lotta a colpi d'ingegno fra L e Light non lascia un attimo di tregua (diciamo la verità un personaggio come L è difficile da trovare) resta comunque l'opera per eccellenza, il primo manga che ho letto e direi che meglio non potevo iniziare. Ho letto tutti e 12 i volumi di "Death Note" in una settimana. È un opera strutturata molto bene, dove ogni dialogo è importante e bisogna seguire bene il discorso altrimenti si rischia di perdersi. Leggetelo non ve ne pentirete.
"Death Note" è un manga del 2003 scritto da "Tsugumi Ohba" ed illustrato da "Takeshi Obata"; edito in Italia da "Planet Manga", della durata di 6 volumi (Edizione "Black Edition").
L'opera comincia introducendoci il personaggio di Light Yagami, studente modello delle superiori tanto brillante da non riuscire più a trovare stimoli in grado di distrarlo da quella che lui definisce essere diventata una vita fin troppo semplice e monotona. Tutto cambierà quando un giorno i suoi occhi si poseranno su un quaderno comparso dal nulla nel cortile della sua scuola: "Quaderno Della Morte", questo è il titolo indicato in copertina, al suo interno vi sono inoltre scritte diverse regole in inglese, e sarà appunto la prima di queste ad attirare l'attenzione del protagonista: "la persona il cui nome verrà scritto su queste pagine morirà". Light, nonostante inizialmente pensi sia solo una bufala, deciderà comunque di portarlo a casa e testarlo per confermarne la falsità, ciò che però non si aspetta è che una volta raccolto sarà in grado di vedere e dialogare con Riuk, Dio della morte proprietario del suddetto oggetto, che gli racconterà di come lui, annoiato della sua immortale esistenza nel regno degli Dei della morte abbia deciso di lasciare cadere il quaderno sul suolo umano per poter vedere come venisse usato, ed almeno per un pò distrarsi dalla noia che lo affliggeva. Il giovane, nonostante lo spavento provocato dal vedere lo spaventoso essere, deduce che non si possa trattare di uno scherzo, e l'ultima cosa che gli rimane da testare è la veridicità di quanto affermato tra le regole; così decide la sua prima cavia, un malvivente che proprio in quel momento sta trattenendo degli ostaggi in una scuola, e 40 secondi dopo aver scritto il suo nome, annunciato tramite il telegiornale, sul quaderno, il malvivente muore di arresto cardiaco. Il giovane si rende quindi conto delle potenzialità del quaderno ed inizia a pensare a come usarlo per plasmare il proprio mondo ideale, dove i malvagi vengono puniti per mezzo dello stesso e gli indifesi che vivono nel giusto possono trascorrere un'esistenza serena.
Da questa premessa la storia comincia ad ingranare: di giorno il protagonista veste i panni dello studente modello, mentre la sera nella tranquillità della sua cameretta, inizia, con l'aiuto di telegiornali ed internet a ricavare nomi di criminali famosi da uccidere. Tali azioni non passeranno a lungo inosservate, infatti il più famoso detective al mondo, tale "L" per garantirsi l'anonimato, notando l'insolita sequenza di criminali morti per arresto cardiaco inizierà a svolgere le proprie indagini per catturare quello che dai media viene indicato come "Kira", il giustizia criminali. Inizierà da qui un formidabile testa a testa tra due delle più grandi menti della storia: da una parte Light, e il suo obiettivo di creare il mondo perfetto eliminando letteralmente il male dalla faccia della terra, dall'altra L. Il famoso detective cercherà in ogni modo di scoprire cosa o chi stia facendo strage di criminali per poterlo fermare.
Nota di merito va senz'altro alla capacità dell'autore di esser riuscito a ricreare una sorta di partita a scacchi dove a giocarsi la vittoria sarà uno dei due protagonisti dell'opera, mentre il lettore si troverà a fare da spettatore, facendo il tifo per una parte o per l'altra, venendo così coinvolto non solo emotivamente, causa anche le motivazioni che spingono i protagonisti, ma anche personalmente per quanto riguarda la propria definizione di giustizia.
La storia si sviluppa tutta attorno le mosse e le contromosse che decideranno di adottare i protagonisti per prevalere sul proprio avversario, in quella che è a tutti gli effetti una cruda lotta psicologica senza esclusione di colpi. L'opera non a caso la catalogherei come seinen, in quanto caratterizzata da una trama matura condita da intrighi, nei quali la pressione psicologica la fa da padrona, tutto questo avendo come background qualcosa che potrebbe tranquillamente rispecchiare la normale quotidianità giapponese. Da spezzare una lancia in favore anche alla capacità di coinvolgere il lettore fin dalle prime pagine, invogliandolo a proseguire la lettura fino all'ultimo volume; durante la lettura abbiamo un continuo crescendo di intensità dell'azione, che però va a perdere un pò di originalità nel secondo arco narrativo dell'opera.
La struttura della trama è riconducibile a quella di uno shounen, in quanto gli impicci si presentano in successione sempre uno alla volta, per venire poi affrontati dal protagonista. Gli antagonisti, se così si possono definire, sono davvero carismatici e, nel bene o nel male, riescono davvero ad incutere un certo senso di disagio anche nel lettore durante lo svolgersi della trama.
I volumi vantano una narrazione abbastanza complessa e a tratti confusionaria, causa i frequenti spiegoni dovuti ai contorti ragionamenti che i protagonisti fanno per prevedere le mosse dell'avversario ed agire di conseguenza cercando di anticiparlo, fatto che però non evidenzia una difficoltà nel seguire la trama, tuttavia implica però un po' più di attenzione quando si seguono gli sviluppi degli eventi (consiglio: se ne avete la possibilità non fate passare molto tempo tra la lettura di un volume ed il successivo, perché la storia a mio parere dovrebbe essere letta tutto d'un fiato per non dimenticare nulla); discorso differente va fatto per i disegni, sempre di alto livello, dal tratto moderno e pulito, con grande varietà di ambienti, personaggi ecc.
Quanto appena affermato potrà sicuramente riguardare solamente il mio soggettivo giudizio, pertanto di seguito vorrei elencare i pregi, e ciò che invece si potrebbe migliorare dell'opera:
-PREGI-
Il manga, nonostante non sia proprio cortissimo, riesce sempre a tenere alta l'attenzione del lettore;
Ottimi i disegni, molto belli e vari;
Molti personaggi, ognuno con il proprio ruolo all'interno della storia, e ben caratterizzati;
Le emozioni che riesce a trasmettere quando il personaggio per cui si fa il tifo passa in vantaggio sul proprio avversario;
Finale convincente.
-DA MIGLIORARE-
Scene ripetitive (soprattutto nel secondo arco narrativo);
Non sempre si riesce a seguire il ragionamento contorto dei protagonisti;
Alcuni sviluppi nelle indagini avvengono senza prove;
Gli antagonisti in tutta l'opera danno l'idea di andare sempre a colpo sicuro, dando l'idea di essere infallibili;
Alcuni personaggi nel secondo arco narrativo vengono un pò messi da parte, ed alcuni non si sa nemmeno che fine fanno;
Alcune parti di trama sono visibilmente sottotono rispetto alle parti focali della narrazione.
L'edizione "Black Edition" ha un costo di 14,90 euro a volume ma vanta qualche illustrazione a colori all'inizio di ognuno di questi, ed una caratteristica rilegatura color nero su copertina, retro e bordo delle pagine; in tutto ciò manca però la sovracopertina. A far da gradito extra al termine di ogni capitolo vi sono indicate le regole che vengono appunto citate all'interno del racconto.
Consiglio l'acquisto a tutti, non solo perché quest'opera è una pietra miliare dei manga, ma anche perché chiunque a mio parere non potrà che rimanere affascinato dal mondo e dalle vicende descritte dall'autore.
Questo era il mio piccolo e soggettivo pensiero riguardo a quest'opera, che a mio parere è un vero capolavoro e, nonostante il costo decisamente superiore alla media, vale assolutamente tutti i soldi spesi. In conclusione posso affermare che chi deciderà di addentrarsi in questa lettura si troverà davanti una storia densa sì di azione, ma di quella più ragionata, quasi da film giallo, con un'atmosfera malsana ad enfatizzare la rivalità dei protagonisti.
P.S. Volevo rassicurare i lettori dicendo che il 10 che ho dato è stato di mia iniziativa, non sono stato manipolato dal quaderno di un Dio della morte.
L'opera comincia introducendoci il personaggio di Light Yagami, studente modello delle superiori tanto brillante da non riuscire più a trovare stimoli in grado di distrarlo da quella che lui definisce essere diventata una vita fin troppo semplice e monotona. Tutto cambierà quando un giorno i suoi occhi si poseranno su un quaderno comparso dal nulla nel cortile della sua scuola: "Quaderno Della Morte", questo è il titolo indicato in copertina, al suo interno vi sono inoltre scritte diverse regole in inglese, e sarà appunto la prima di queste ad attirare l'attenzione del protagonista: "la persona il cui nome verrà scritto su queste pagine morirà". Light, nonostante inizialmente pensi sia solo una bufala, deciderà comunque di portarlo a casa e testarlo per confermarne la falsità, ciò che però non si aspetta è che una volta raccolto sarà in grado di vedere e dialogare con Riuk, Dio della morte proprietario del suddetto oggetto, che gli racconterà di come lui, annoiato della sua immortale esistenza nel regno degli Dei della morte abbia deciso di lasciare cadere il quaderno sul suolo umano per poter vedere come venisse usato, ed almeno per un pò distrarsi dalla noia che lo affliggeva. Il giovane, nonostante lo spavento provocato dal vedere lo spaventoso essere, deduce che non si possa trattare di uno scherzo, e l'ultima cosa che gli rimane da testare è la veridicità di quanto affermato tra le regole; così decide la sua prima cavia, un malvivente che proprio in quel momento sta trattenendo degli ostaggi in una scuola, e 40 secondi dopo aver scritto il suo nome, annunciato tramite il telegiornale, sul quaderno, il malvivente muore di arresto cardiaco. Il giovane si rende quindi conto delle potenzialità del quaderno ed inizia a pensare a come usarlo per plasmare il proprio mondo ideale, dove i malvagi vengono puniti per mezzo dello stesso e gli indifesi che vivono nel giusto possono trascorrere un'esistenza serena.
Da questa premessa la storia comincia ad ingranare: di giorno il protagonista veste i panni dello studente modello, mentre la sera nella tranquillità della sua cameretta, inizia, con l'aiuto di telegiornali ed internet a ricavare nomi di criminali famosi da uccidere. Tali azioni non passeranno a lungo inosservate, infatti il più famoso detective al mondo, tale "L" per garantirsi l'anonimato, notando l'insolita sequenza di criminali morti per arresto cardiaco inizierà a svolgere le proprie indagini per catturare quello che dai media viene indicato come "Kira", il giustizia criminali. Inizierà da qui un formidabile testa a testa tra due delle più grandi menti della storia: da una parte Light, e il suo obiettivo di creare il mondo perfetto eliminando letteralmente il male dalla faccia della terra, dall'altra L. Il famoso detective cercherà in ogni modo di scoprire cosa o chi stia facendo strage di criminali per poterlo fermare.
Nota di merito va senz'altro alla capacità dell'autore di esser riuscito a ricreare una sorta di partita a scacchi dove a giocarsi la vittoria sarà uno dei due protagonisti dell'opera, mentre il lettore si troverà a fare da spettatore, facendo il tifo per una parte o per l'altra, venendo così coinvolto non solo emotivamente, causa anche le motivazioni che spingono i protagonisti, ma anche personalmente per quanto riguarda la propria definizione di giustizia.
La storia si sviluppa tutta attorno le mosse e le contromosse che decideranno di adottare i protagonisti per prevalere sul proprio avversario, in quella che è a tutti gli effetti una cruda lotta psicologica senza esclusione di colpi. L'opera non a caso la catalogherei come seinen, in quanto caratterizzata da una trama matura condita da intrighi, nei quali la pressione psicologica la fa da padrona, tutto questo avendo come background qualcosa che potrebbe tranquillamente rispecchiare la normale quotidianità giapponese. Da spezzare una lancia in favore anche alla capacità di coinvolgere il lettore fin dalle prime pagine, invogliandolo a proseguire la lettura fino all'ultimo volume; durante la lettura abbiamo un continuo crescendo di intensità dell'azione, che però va a perdere un pò di originalità nel secondo arco narrativo dell'opera.
La struttura della trama è riconducibile a quella di uno shounen, in quanto gli impicci si presentano in successione sempre uno alla volta, per venire poi affrontati dal protagonista. Gli antagonisti, se così si possono definire, sono davvero carismatici e, nel bene o nel male, riescono davvero ad incutere un certo senso di disagio anche nel lettore durante lo svolgersi della trama.
I volumi vantano una narrazione abbastanza complessa e a tratti confusionaria, causa i frequenti spiegoni dovuti ai contorti ragionamenti che i protagonisti fanno per prevedere le mosse dell'avversario ed agire di conseguenza cercando di anticiparlo, fatto che però non evidenzia una difficoltà nel seguire la trama, tuttavia implica però un po' più di attenzione quando si seguono gli sviluppi degli eventi (consiglio: se ne avete la possibilità non fate passare molto tempo tra la lettura di un volume ed il successivo, perché la storia a mio parere dovrebbe essere letta tutto d'un fiato per non dimenticare nulla); discorso differente va fatto per i disegni, sempre di alto livello, dal tratto moderno e pulito, con grande varietà di ambienti, personaggi ecc.
Quanto appena affermato potrà sicuramente riguardare solamente il mio soggettivo giudizio, pertanto di seguito vorrei elencare i pregi, e ciò che invece si potrebbe migliorare dell'opera:
-PREGI-
Il manga, nonostante non sia proprio cortissimo, riesce sempre a tenere alta l'attenzione del lettore;
Ottimi i disegni, molto belli e vari;
Molti personaggi, ognuno con il proprio ruolo all'interno della storia, e ben caratterizzati;
Le emozioni che riesce a trasmettere quando il personaggio per cui si fa il tifo passa in vantaggio sul proprio avversario;
Finale convincente.
-DA MIGLIORARE-
Scene ripetitive (soprattutto nel secondo arco narrativo);
Non sempre si riesce a seguire il ragionamento contorto dei protagonisti;
Alcuni sviluppi nelle indagini avvengono senza prove;
Gli antagonisti in tutta l'opera danno l'idea di andare sempre a colpo sicuro, dando l'idea di essere infallibili;
Alcuni personaggi nel secondo arco narrativo vengono un pò messi da parte, ed alcuni non si sa nemmeno che fine fanno;
Alcune parti di trama sono visibilmente sottotono rispetto alle parti focali della narrazione.
L'edizione "Black Edition" ha un costo di 14,90 euro a volume ma vanta qualche illustrazione a colori all'inizio di ognuno di questi, ed una caratteristica rilegatura color nero su copertina, retro e bordo delle pagine; in tutto ciò manca però la sovracopertina. A far da gradito extra al termine di ogni capitolo vi sono indicate le regole che vengono appunto citate all'interno del racconto.
Consiglio l'acquisto a tutti, non solo perché quest'opera è una pietra miliare dei manga, ma anche perché chiunque a mio parere non potrà che rimanere affascinato dal mondo e dalle vicende descritte dall'autore.
Questo era il mio piccolo e soggettivo pensiero riguardo a quest'opera, che a mio parere è un vero capolavoro e, nonostante il costo decisamente superiore alla media, vale assolutamente tutti i soldi spesi. In conclusione posso affermare che chi deciderà di addentrarsi in questa lettura si troverà davanti una storia densa sì di azione, ma di quella più ragionata, quasi da film giallo, con un'atmosfera malsana ad enfatizzare la rivalità dei protagonisti.
P.S. Volevo rassicurare i lettori dicendo che il 10 che ho dato è stato di mia iniziativa, non sono stato manipolato dal quaderno di un Dio della morte.
La storia parte col botto e prosegue a ritmi velocissimi, impressionanti, nonostante la fitta verbosità dei vari capitoli. Perché, sì, se fisicamente è un manga molto "statico", con ben poca azione, lo sviluppo della trama in Death Note si dipana senza lasciare molto tempo al lettore per riprendere fiato. Punti di forza principali, oltre ai dialoghi scritti da Oba e ai disegni del maestro Obata, gli importanti dilemmi morali e i personaggi: Light e L, su tutti, sono a dir poco memorabili, sia singolarmente che presi insieme, nel loro rapporto. Senza tralasciare gli shinigami e il loro mondo, ma anche lo stesso quaderno della morte: far reggere un'intera opera di dodici volumi - che potrebbero sembrare pochi, ma no, non lo sono affatto - attorno a un oggetto tanto comune (all'apparenza) quanto letale (nella sostanza), è un'impresa realizzata con perizia da Oba. Però non è tutto rose e fiori per Death Note.
Dicevo della partenza col botto e del gran ritmo di narrazione; ecco, quest'ultimo, attorno al numero 7, comincia a rallentare e, nel complesso, a rendere più fiacco il resto della storia. Subentrano quindi in maniera un po' troppo improvvisa dei personaggi che hanno senza dubbio un carisma decisamente inferiore a quelli precedenti. Un calo dannoso alla valutazione dell'intero manga, eppure motivato e ben comprensibile: una coraggiosissima scelta che, alla fine, comunque sia, Oba riesce a ben gestire.
In questa seconda parte, insomma, il manga vive di fiammate, alcune davvero sconvolgenti, per approdare a un finale azzeccatissimo e che lascia il segno.
In conclusione, a mio modesto parere, Death Note non è un capolavoro ma sicuramente un'opera di alto livello e di assoluto spessore, che tutti dovrebbero leggere (o almeno provare).
Dicevo della partenza col botto e del gran ritmo di narrazione; ecco, quest'ultimo, attorno al numero 7, comincia a rallentare e, nel complesso, a rendere più fiacco il resto della storia. Subentrano quindi in maniera un po' troppo improvvisa dei personaggi che hanno senza dubbio un carisma decisamente inferiore a quelli precedenti. Un calo dannoso alla valutazione dell'intero manga, eppure motivato e ben comprensibile: una coraggiosissima scelta che, alla fine, comunque sia, Oba riesce a ben gestire.
In questa seconda parte, insomma, il manga vive di fiammate, alcune davvero sconvolgenti, per approdare a un finale azzeccatissimo e che lascia il segno.
In conclusione, a mio modesto parere, Death Note non è un capolavoro ma sicuramente un'opera di alto livello e di assoluto spessore, che tutti dovrebbero leggere (o almeno provare).
Premetto che Death Note è stato uno dei primi manga che abbia letto e che tutt'ora è uno dei miei manga preferiti in assoluto.
Lo trovo unico nel suo genere.
La trama è estremamente interessante e, per quanto non sia ricca di azione, tiene incollati alle pagine. Si può paragonare a una partita a scacchi, dove i vari personaggi cercano di capire quale sarà la prossima azione del proprio avversario. Eccitante. Devo ammettere che dopo il settimo volume la storia tende a essere leggermente più lenta e meno avvincente ma porta sicuramente a un finale perfetto.
L'ambientazione è leggermente gotica, per quanto eccessivamente realistica.
Pur essendo definito uno shonen, i disegni del maestro Obata sono perfetti in ogni dettaglio. Ogni particolare di ogni vignetta è sempre trattato con grande cura.
Devo ammettere che la lettura è leggermente lenta, non tanto per la trama, quanto perchè rispetto a uno shonen normale ci sono moltissimi dialoghi e spesso anche molto complessi; quindi anche leggere un solo volume prende abbastanza tempo soprattutto se si vuole capire a pieno ogni dialogo e ammirare ogni vignetta. Fortunatamente (ed altro punto a favore del manga) i volumi sono solo 12 (tankobon, mentre 6 volumi nella black edition). Il tredicesimo volume è un approfondimento sulla trama e i personaggi.
Sono molto legata a Death Note e in esso ho trovato il mio personaggio preferito, L. I disegni di Obata sono fra i più belli che abbia mai visto.
Lo consiglio a tutti, sia a chi piacciono i manga di azione, sia a chi vuole provare qualcosa di nuovo e particolare. Dovrebbero averlo tutti nella propria libreria!
10/10
Lo trovo unico nel suo genere.
La trama è estremamente interessante e, per quanto non sia ricca di azione, tiene incollati alle pagine. Si può paragonare a una partita a scacchi, dove i vari personaggi cercano di capire quale sarà la prossima azione del proprio avversario. Eccitante. Devo ammettere che dopo il settimo volume la storia tende a essere leggermente più lenta e meno avvincente ma porta sicuramente a un finale perfetto.
L'ambientazione è leggermente gotica, per quanto eccessivamente realistica.
Pur essendo definito uno shonen, i disegni del maestro Obata sono perfetti in ogni dettaglio. Ogni particolare di ogni vignetta è sempre trattato con grande cura.
Devo ammettere che la lettura è leggermente lenta, non tanto per la trama, quanto perchè rispetto a uno shonen normale ci sono moltissimi dialoghi e spesso anche molto complessi; quindi anche leggere un solo volume prende abbastanza tempo soprattutto se si vuole capire a pieno ogni dialogo e ammirare ogni vignetta. Fortunatamente (ed altro punto a favore del manga) i volumi sono solo 12 (tankobon, mentre 6 volumi nella black edition). Il tredicesimo volume è un approfondimento sulla trama e i personaggi.
Sono molto legata a Death Note e in esso ho trovato il mio personaggio preferito, L. I disegni di Obata sono fra i più belli che abbia mai visto.
Lo consiglio a tutti, sia a chi piacciono i manga di azione, sia a chi vuole provare qualcosa di nuovo e particolare. Dovrebbero averlo tutti nella propria libreria!
10/10
I lettori italiani non hanno mezze misure per i grandi successi, così quando devono giudicare un manga come Death Note c'è chi si trova a pensare che sia un capolavoro e chi invece lo etichetta come schifezza, mentre nella maggior parte dei casi non si tratta né dell'uno né dell'altro.
Death Note infatti non è un manga perfetto ma nemmeno un manga da buttare via. Questo manga anzi inizia alla grande: trama intrigante, colpi di scena, personaggi carismatici e ben caratterizzati; un ottimo prodotto che potrebbe meritare un voto molto più alto anche grazie a un disegno che raramente può essere apprezzato in uno shounen.
Obata è un disegnatore eccezionale e lo dimostra in ogni tavola; standard così alti che diventano altissimi in alcuni istanti della storia sono difficili da mantenere a lungo (in questo si differisce il capolavoro), ma dopo la morte di un certo personaggio Death Note precipita, cade a pezzi, cambia proprio l'atmosfera che si era respirata nella seconda parte, non c'è più la stessa tensione, sebbene non manchino scene apprezzabili anche nella seconda parte, ma sono così poche da essere trascurabili. Insomma, Death Note rimane un buon prodotto che abbonda di pregi e difetti, molto adatto per avvicinarsi al mondo del manga essendo una storia interessante e coinvolgente racchiusa in un numero abbastanza contenuto di volumi, ma scavando in questo mondo ci si accorge che c'è molto ma molto di meglio.
Do 6 perché un fumetto o una storia in generale dovrebbe secondo me crescere progressivamente e migliorare nel corso dei volumi, o quantomeno saper mantenere gli stessi standard che presenta ai suoi esordi, soprattutto nella conclusione. Death Note purtroppo nella seconda parte è quasi fastidioso. E dire che al finale lascia l'amaro in bocca è riduttivo. Comunque consigliato a un neofita.
Death Note infatti non è un manga perfetto ma nemmeno un manga da buttare via. Questo manga anzi inizia alla grande: trama intrigante, colpi di scena, personaggi carismatici e ben caratterizzati; un ottimo prodotto che potrebbe meritare un voto molto più alto anche grazie a un disegno che raramente può essere apprezzato in uno shounen.
Obata è un disegnatore eccezionale e lo dimostra in ogni tavola; standard così alti che diventano altissimi in alcuni istanti della storia sono difficili da mantenere a lungo (in questo si differisce il capolavoro), ma dopo la morte di un certo personaggio Death Note precipita, cade a pezzi, cambia proprio l'atmosfera che si era respirata nella seconda parte, non c'è più la stessa tensione, sebbene non manchino scene apprezzabili anche nella seconda parte, ma sono così poche da essere trascurabili. Insomma, Death Note rimane un buon prodotto che abbonda di pregi e difetti, molto adatto per avvicinarsi al mondo del manga essendo una storia interessante e coinvolgente racchiusa in un numero abbastanza contenuto di volumi, ma scavando in questo mondo ci si accorge che c'è molto ma molto di meglio.
Do 6 perché un fumetto o una storia in generale dovrebbe secondo me crescere progressivamente e migliorare nel corso dei volumi, o quantomeno saper mantenere gli stessi standard che presenta ai suoi esordi, soprattutto nella conclusione. Death Note purtroppo nella seconda parte è quasi fastidioso. E dire che al finale lascia l'amaro in bocca è riduttivo. Comunque consigliato a un neofita.
Premetto che il tredicesimo volume l'ho preso e sfogliato distrattamente, lo ritengo un numero inutile: mi sono sentito un pollo nell'averlo acquistato, per questo motivo do "solo" 9 e non 10. Nonostante l'assenza quasi assoluta di azione la storia non annoia.
Il manga mi è piaciuto moltissimo, dialoghi interessanti e spesso arguti, negli ultimi numeri a volte le peripezie logiche sembrano leggermente forzate, ma nel complesso la trama è logica, sia in relazione al profilo dei protagonisti, sia in relazione allo svolgimento cronologico degli eventi.
Non ci sono "deus ex machina" che piombano dal nulla per risolvere situazioni incasinatissime; anche se a volte (soprattutto negli ultimi numeri) le spiegazioni date a posteriori sono un po' forzate.
Molto diverso rispetto altri manga e fumetti letti, "Death Note" rimane ad oggi uno dei miei manga preferiti.
Il manga mi è piaciuto moltissimo, dialoghi interessanti e spesso arguti, negli ultimi numeri a volte le peripezie logiche sembrano leggermente forzate, ma nel complesso la trama è logica, sia in relazione al profilo dei protagonisti, sia in relazione allo svolgimento cronologico degli eventi.
Non ci sono "deus ex machina" che piombano dal nulla per risolvere situazioni incasinatissime; anche se a volte (soprattutto negli ultimi numeri) le spiegazioni date a posteriori sono un po' forzate.
Molto diverso rispetto altri manga e fumetti letti, "Death Note" rimane ad oggi uno dei miei manga preferiti.
"Death Note" è un dei manga più belli e famosi degli ultimi anni e sicuramente molti penseranno che dare il massimo dei voti è esagerato, però se li merita e stramerita tutti.
La trama è concentrata su Light Yagami, uno studente modello, molto intelligente, che un giorno raccoglie da terra un diario. Questo non è un semplice diario, bensì un "death note", un diario della morte in cui se si scrive un nome di una persona che si vuole uccidere, essa muore. Il giovane studente cade subito tra le grinfie del potere del diario e dello shinigami, il dio della morte che si limiterà a stare accanto al possessore del diario. Il protagonista incomincerà una vera e propria marcia verso un nuovo mondo lasciandosi ai piedi tante vittime e presto farà i conti con il detective migliore del mondo, L.
Leggendo il primo volume ho subito nutrito interesse per questo manga che sin dal primo capitolo ti fa venire la pelle d'oca, la comparsa del diario tra le mani di Light, il dio della morte Ryuk che si presenta a lui in quel modo cupo quasi horror dove subito rimane stupito da tanta freddezza con cui Light giustizia le sue potenziali vittime. L'obiettivo di Light è semplice, togliere di mezzo tutti quelli che presentano una minaccia per la società, assassini, stupratori, ladri e quando finalmente la società si libererà di quella gente, passerà ad eliminare gente che infastidisce il prossimo, raggiungendo così il mondo perfetto che da Dio vuole dominare. Per Light il mondo fa schifo, abitato da feccia che non merita di vivere e inizialmente rabbrividisce a pensare come lui possa prendersi la responsabilità di tale incarico, arrivando a pensare di lasciare il diario nelle mani di qualcun'altro però poi si auto convince che lui stesso è l'unico ed il solo a poter ambire ad un simile progetto, visto che probabilmente un'altra persona al suo posto avrebbe usato il diario per i suoi scopi personali e non per liberare il mondo dalla feccia che ci abita.
Lo shinigami pertanto è costretto a restare accanto all'umano che raccoglie il death note, per via della legge che vige nel mondo degli shinigami, ma per lui non sembra affatto una tortura come si può immaginare, bensì lo trova divertente visto che nel suo mondo non ci si diverte affatto e come Light, Ryuk afferma che il suo mondo fa schifo, quindi questa per lui è un'occasione per divertirsi che non si lascerà sfuggire. Ben presto sembrerà che il rapporto tra Light e Ryuk si stringa ma non è così, Ryuk è uno Shinigami e quindi ha posizione neutrale, lui segue soltanto le regole cercando di divertirsi in qualche modo e cercando di mangiare più mele possibili.
Uno dei scontri più belli ed emozionanti è senza dubbio Light contro L, uno dei detective più bravi al mondo, forse il migliore. Light non poteva immaginare che fin da subito il suo piano avrebbe trovato un intoppo, L è il genere di persona che resta nell'anonimato, molto cauto che non si fida di nessuno e conduce le sue ricerche dove nessuno può accedervi, e quando deve comunicare alla polizia si affida al suo unico amico, Watari, un signore un po' avanti con l'età che veste la parte del maggiordomo e di sua voce. Il giovane protagonista dovrà escogitare molte battaglie nell'ombra per cercare di liberarsi di L ma il suo nemico non è da meno, i due si troveranno molte volte su un filo molto sottile e come due grandi menti se la caveranno sempre rimandato a futuri scontri. Light è deciso nel suo obiettivo, capace di tutto pur di raggiungerlo e questo vi farà rabbrividire, di come un semplice studente modello possa impazzire in tale maniera. La sua posizione non è delle migliori ma la sua mente geniale sa come restare nell'ombra, ideando precauzioni che onestamente trovo fantastiche e davvero impensabili, incredibile con quanta facilità riesca a inventare strategie contro L. Ma il detective non è da meno, in certe situazioni non capirete un tubo di quello che starete leggendo perché i loro discorsi e i loro piani saranno davvero qualcosa di non comprensibile, in quanto davvero geniale, che se vorrei provare ad ideare un piano del genere la mia testa andrebbe nel panico.
Parlando di disegni si può benissimo vedere come siano perfetti, molto realistici e dettagliati, davvero nulla da ridire.
Concludendo voglio esprimere il mio parere su cosa Death Note voglia trasmettere, ovvero che anche il più garbato e studente modello possa cambiare personalità avendo tra le mani un potere omicida soprannaturale che può cambiare il mondo; il Death Note non è altro che un'arma che corrompe chi lo possiede, e lo shinigami Ryuk, visto come una figura neutrale, non è altro che uno stratega che lascia tale mostruosità nelle mani di un semplice umano solo per divertirsi. Infatti il finale del manga te lo fa capire chiaro e tondo che per lo shinigami è stato tutto un gioco e che a lui non importa niente del destino degli umani, ed è stato un finale appropriato ad una serie magnifica, senza ripensamenti e soprattutto molto coerente.
Inutile consigliare un simile manga visto che probabilmente molti lo conoscono già, 10 meritato.
La trama è concentrata su Light Yagami, uno studente modello, molto intelligente, che un giorno raccoglie da terra un diario. Questo non è un semplice diario, bensì un "death note", un diario della morte in cui se si scrive un nome di una persona che si vuole uccidere, essa muore. Il giovane studente cade subito tra le grinfie del potere del diario e dello shinigami, il dio della morte che si limiterà a stare accanto al possessore del diario. Il protagonista incomincerà una vera e propria marcia verso un nuovo mondo lasciandosi ai piedi tante vittime e presto farà i conti con il detective migliore del mondo, L.
Leggendo il primo volume ho subito nutrito interesse per questo manga che sin dal primo capitolo ti fa venire la pelle d'oca, la comparsa del diario tra le mani di Light, il dio della morte Ryuk che si presenta a lui in quel modo cupo quasi horror dove subito rimane stupito da tanta freddezza con cui Light giustizia le sue potenziali vittime. L'obiettivo di Light è semplice, togliere di mezzo tutti quelli che presentano una minaccia per la società, assassini, stupratori, ladri e quando finalmente la società si libererà di quella gente, passerà ad eliminare gente che infastidisce il prossimo, raggiungendo così il mondo perfetto che da Dio vuole dominare. Per Light il mondo fa schifo, abitato da feccia che non merita di vivere e inizialmente rabbrividisce a pensare come lui possa prendersi la responsabilità di tale incarico, arrivando a pensare di lasciare il diario nelle mani di qualcun'altro però poi si auto convince che lui stesso è l'unico ed il solo a poter ambire ad un simile progetto, visto che probabilmente un'altra persona al suo posto avrebbe usato il diario per i suoi scopi personali e non per liberare il mondo dalla feccia che ci abita.
Lo shinigami pertanto è costretto a restare accanto all'umano che raccoglie il death note, per via della legge che vige nel mondo degli shinigami, ma per lui non sembra affatto una tortura come si può immaginare, bensì lo trova divertente visto che nel suo mondo non ci si diverte affatto e come Light, Ryuk afferma che il suo mondo fa schifo, quindi questa per lui è un'occasione per divertirsi che non si lascerà sfuggire. Ben presto sembrerà che il rapporto tra Light e Ryuk si stringa ma non è così, Ryuk è uno Shinigami e quindi ha posizione neutrale, lui segue soltanto le regole cercando di divertirsi in qualche modo e cercando di mangiare più mele possibili.
Uno dei scontri più belli ed emozionanti è senza dubbio Light contro L, uno dei detective più bravi al mondo, forse il migliore. Light non poteva immaginare che fin da subito il suo piano avrebbe trovato un intoppo, L è il genere di persona che resta nell'anonimato, molto cauto che non si fida di nessuno e conduce le sue ricerche dove nessuno può accedervi, e quando deve comunicare alla polizia si affida al suo unico amico, Watari, un signore un po' avanti con l'età che veste la parte del maggiordomo e di sua voce. Il giovane protagonista dovrà escogitare molte battaglie nell'ombra per cercare di liberarsi di L ma il suo nemico non è da meno, i due si troveranno molte volte su un filo molto sottile e come due grandi menti se la caveranno sempre rimandato a futuri scontri. Light è deciso nel suo obiettivo, capace di tutto pur di raggiungerlo e questo vi farà rabbrividire, di come un semplice studente modello possa impazzire in tale maniera. La sua posizione non è delle migliori ma la sua mente geniale sa come restare nell'ombra, ideando precauzioni che onestamente trovo fantastiche e davvero impensabili, incredibile con quanta facilità riesca a inventare strategie contro L. Ma il detective non è da meno, in certe situazioni non capirete un tubo di quello che starete leggendo perché i loro discorsi e i loro piani saranno davvero qualcosa di non comprensibile, in quanto davvero geniale, che se vorrei provare ad ideare un piano del genere la mia testa andrebbe nel panico.
Parlando di disegni si può benissimo vedere come siano perfetti, molto realistici e dettagliati, davvero nulla da ridire.
Concludendo voglio esprimere il mio parere su cosa Death Note voglia trasmettere, ovvero che anche il più garbato e studente modello possa cambiare personalità avendo tra le mani un potere omicida soprannaturale che può cambiare il mondo; il Death Note non è altro che un'arma che corrompe chi lo possiede, e lo shinigami Ryuk, visto come una figura neutrale, non è altro che uno stratega che lascia tale mostruosità nelle mani di un semplice umano solo per divertirsi. Infatti il finale del manga te lo fa capire chiaro e tondo che per lo shinigami è stato tutto un gioco e che a lui non importa niente del destino degli umani, ed è stato un finale appropriato ad una serie magnifica, senza ripensamenti e soprattutto molto coerente.
Inutile consigliare un simile manga visto che probabilmente molti lo conoscono già, 10 meritato.
<b>ATTENZIONE: contiene spoiler sulla trama</b>
"Death Note", considerando un capolavoro da buona parte delle persone che lo hanno letto ma che, a mio parere, non rappresenta nulla di speciale: non appassiona, coinvolge soltanto per alcune particolarità, vengono trattati temi di ogni genere in maniera piuttosto grossolana, in particolare quello della giustizia. Convenzionalmente, sia i fan che i detrattori suddividono in manga in:
-pre morte di L;
-post morte di L.
La prima parte, in genere, viene considerata stupenda, memorabile, fantastica e quant'altro, ma io sono solo riuscito a pensare di non aver assolutamente apprezzato il personaggio di L, che, rispetto alle aspettative, mi ha deluso parecchio.
Ci sono manga e manga, e, da uno di quelli che si propone, appunto, come psicologico, ci si aspetta una certa serietà ed invece, ecco che arriva L. Il lettore, se proprio vogliamo dirlo, non riesce mai a farsi una sua idea della situazione, cosa che, invece, dovrebbe succedere in un titolo investigativo di tutto rispetto. Invece, qui verrà sempre anticipato dai due personaggi principali, veri e propri geni. In questo fumetto, c'è da dire, non esiste una via di mezzo: o c'è Misa, con l'intelligenza e il realismo di un foglio di carta, o ci sono i geni, o per lo meno coloro che l'autore cerca di far passare per tali e che, a conti fatti, non lo sono: semplicemente, in mezzo a tutti gli altri personaggi, lo sembrano. Non ci vuole molto a capirlo, basta soltanto prestare un occhio un poco attento.
La trama potrebbe essere piuttosto originale, a primo acchito, ma più e più volte ho avuto modo di valutare e di capire che, in realtà, non sia proprio così: Death Note, infatti, prende spunto da altri manga ben più antecedenti e meno noti.
Elle, inoltre, nella realtà sarebbe semplicemente escluso dal suo lavoro, e non potrebbe per nulla coprire il ruolo che ha già solo per la sua età, ma del resto, un particolare del genere potrebbe passare in secondo piano, trattandosi di un'opera di fantasia.
Sinceramente, quelli che mi hanno più o meno appassionato sono stati i primi tre volumi, mentre il resto pare sia semplicemente stato noia totale.
Il finale?
Devo dirlo, non mi è dispiaciuto più di tanto: Light ha avuto, alla fine, ciò che meritava.
Per il resto, non posso dire che non meriti la sufficienza e, forse, qualcosina in più, ma, a mio parere, se proprio si cerca qualcosa che tratti di investigazione, preferisco di gran lunga manga come Detective Conan, che prima o poi recensirò, o un comune giallo.
Altro punto che non ho apprezzato di quest'opera, credo sia proprio il character design eccessivamente truzzo dei personaggi. Ok, lo ammetto, dovevo dirlo, ma perché tutti i personaggi devono necessariamente avere qualche elemento che cerchi, in qualche modo, di renderli pseudo-dark?
Mi è sempre sembrato un tentativo ridicolo e mal riuscito di fare un tocco goth alla storia, ma, forse, mi sbaglio.
In conclusione, direi un sei, massimo sei e mezzo.
Sui personaggi non mi soffermo eccessivamente, ma, tra agenti di grande importanza che si fanno incastrare come se fossero novellini, poliziotti che potrebbero essere simpatici ma che risultano essere, come Misa, di secondo piano, un pretesto per risaltare l'intelligenza del protagonista, non ce n'è qualcuno che ti prende e coinvolge particolarmente, sebbene io ammetta di aver provato una certa simpatia per Mello (un minimo), sul finale.
"Death Note", considerando un capolavoro da buona parte delle persone che lo hanno letto ma che, a mio parere, non rappresenta nulla di speciale: non appassiona, coinvolge soltanto per alcune particolarità, vengono trattati temi di ogni genere in maniera piuttosto grossolana, in particolare quello della giustizia. Convenzionalmente, sia i fan che i detrattori suddividono in manga in:
-pre morte di L;
-post morte di L.
La prima parte, in genere, viene considerata stupenda, memorabile, fantastica e quant'altro, ma io sono solo riuscito a pensare di non aver assolutamente apprezzato il personaggio di L, che, rispetto alle aspettative, mi ha deluso parecchio.
Ci sono manga e manga, e, da uno di quelli che si propone, appunto, come psicologico, ci si aspetta una certa serietà ed invece, ecco che arriva L. Il lettore, se proprio vogliamo dirlo, non riesce mai a farsi una sua idea della situazione, cosa che, invece, dovrebbe succedere in un titolo investigativo di tutto rispetto. Invece, qui verrà sempre anticipato dai due personaggi principali, veri e propri geni. In questo fumetto, c'è da dire, non esiste una via di mezzo: o c'è Misa, con l'intelligenza e il realismo di un foglio di carta, o ci sono i geni, o per lo meno coloro che l'autore cerca di far passare per tali e che, a conti fatti, non lo sono: semplicemente, in mezzo a tutti gli altri personaggi, lo sembrano. Non ci vuole molto a capirlo, basta soltanto prestare un occhio un poco attento.
La trama potrebbe essere piuttosto originale, a primo acchito, ma più e più volte ho avuto modo di valutare e di capire che, in realtà, non sia proprio così: Death Note, infatti, prende spunto da altri manga ben più antecedenti e meno noti.
Elle, inoltre, nella realtà sarebbe semplicemente escluso dal suo lavoro, e non potrebbe per nulla coprire il ruolo che ha già solo per la sua età, ma del resto, un particolare del genere potrebbe passare in secondo piano, trattandosi di un'opera di fantasia.
Sinceramente, quelli che mi hanno più o meno appassionato sono stati i primi tre volumi, mentre il resto pare sia semplicemente stato noia totale.
Il finale?
Devo dirlo, non mi è dispiaciuto più di tanto: Light ha avuto, alla fine, ciò che meritava.
Per il resto, non posso dire che non meriti la sufficienza e, forse, qualcosina in più, ma, a mio parere, se proprio si cerca qualcosa che tratti di investigazione, preferisco di gran lunga manga come Detective Conan, che prima o poi recensirò, o un comune giallo.
Altro punto che non ho apprezzato di quest'opera, credo sia proprio il character design eccessivamente truzzo dei personaggi. Ok, lo ammetto, dovevo dirlo, ma perché tutti i personaggi devono necessariamente avere qualche elemento che cerchi, in qualche modo, di renderli pseudo-dark?
Mi è sempre sembrato un tentativo ridicolo e mal riuscito di fare un tocco goth alla storia, ma, forse, mi sbaglio.
In conclusione, direi un sei, massimo sei e mezzo.
Sui personaggi non mi soffermo eccessivamente, ma, tra agenti di grande importanza che si fanno incastrare come se fossero novellini, poliziotti che potrebbero essere simpatici ma che risultano essere, come Misa, di secondo piano, un pretesto per risaltare l'intelligenza del protagonista, non ce n'è qualcuno che ti prende e coinvolge particolarmente, sebbene io ammetta di aver provato una certa simpatia per Mello (un minimo), sul finale.
Da molti considerato uno dei migliori manga psicologici di sempre, "Death Note" è sicuramente uno dei migliori prodotti letterari made in Japan degli ultimi anni.
Consigliato a tutti e leggibile da chiunque, anche dai non accaniti lettori di manga, fa della sua trama avvincente il punto di forza che maggiormente attira il lettore al volere concludere la lettura quanto più velocemente possibile, curioso di un finale tanto atteso.
Per qual che concerne la caratterizzazione dei personaggi li trovo tutti perfettamente realizzati, anche se questi tendono ad essere quanto meno realistici possibili.
Dietro a giovani ragazzi si nascondono geniali ideatori di piani complicatissimi in un gioco psicologico che non sembra avere mai una fine. Trovo invece gli Shinigami, divinità della morte della tradizione giapponese e qui personaggi fondamentali, quanto più realistici e "umani" degli umani stessi. Amore e tradimento, empatia e indifferenza, tratti salienti di quelle che dovrebbero essere entità quasi divine, in relazione a uomini invece quasi onniscienti ed ultra-razionali.
La trama è portata avanti dagli autori a regola d'arte, con colpi di scena e avvenimenti a priori impensabili, anche se verso la metà della lettura (6-7 volume) l'interesse del lettore si acquieta, secondo me, se non addirittura tende leggermente ad un calo.
Per quel che concerne lo stile grafico questo è secondo me uno dei migliori in circolazione.
Consiglio quindi quest'opera a chiunque non l'abbia ancora letta, soprattutto la consiglio come prima lettura a coloro che vogliono scoprire e appassionarsi al mondo del fumetto giapponese. La non eccessiva lunghezza, accostata ad un buon disegno e sorretta da una trama avvincente fa si che quest'opera possa rappresentare il punto di inizio per neofiti.
Consigliato a tutti e leggibile da chiunque, anche dai non accaniti lettori di manga, fa della sua trama avvincente il punto di forza che maggiormente attira il lettore al volere concludere la lettura quanto più velocemente possibile, curioso di un finale tanto atteso.
Per qual che concerne la caratterizzazione dei personaggi li trovo tutti perfettamente realizzati, anche se questi tendono ad essere quanto meno realistici possibili.
Dietro a giovani ragazzi si nascondono geniali ideatori di piani complicatissimi in un gioco psicologico che non sembra avere mai una fine. Trovo invece gli Shinigami, divinità della morte della tradizione giapponese e qui personaggi fondamentali, quanto più realistici e "umani" degli umani stessi. Amore e tradimento, empatia e indifferenza, tratti salienti di quelle che dovrebbero essere entità quasi divine, in relazione a uomini invece quasi onniscienti ed ultra-razionali.
La trama è portata avanti dagli autori a regola d'arte, con colpi di scena e avvenimenti a priori impensabili, anche se verso la metà della lettura (6-7 volume) l'interesse del lettore si acquieta, secondo me, se non addirittura tende leggermente ad un calo.
Per quel che concerne lo stile grafico questo è secondo me uno dei migliori in circolazione.
Consiglio quindi quest'opera a chiunque non l'abbia ancora letta, soprattutto la consiglio come prima lettura a coloro che vogliono scoprire e appassionarsi al mondo del fumetto giapponese. La non eccessiva lunghezza, accostata ad un buon disegno e sorretta da una trama avvincente fa si che quest'opera possa rappresentare il punto di inizio per neofiti.
Una lettura davvero divertente, come poche me ne sono capitate. Raramente mi capita di voler rileggere un manga nel breve periodo, ma Death Note mostra tutta la bravura che i due autori hanno acquisito.
Death Note è intrigante, adrenalinico, riflessivo e sfrenato, una corsa di battute e sguardi taglienti, il fastidioso messaggio in cui è scritta la terribile verità: chiunque, chiunque può essere un assassino.
Questo è ciò che mi ha colpito di più: Light Yagami non è un eroe, non è nemmeno un antieroe, è assolutamente cattivo, un antagonista, un antagonista meravigliosamente realistico. E così seguiamo le vicende di questo ragazzo pieno di sé, assetato di potere e dall'infantilità che lui stesso non vuole ammettere. Light è un assassino, ma anche un ragazzo giapponese, e così cerca di giustificare i propri crimini attraverso la via più facile, ovvero incolpare i criminali che da sempre vengono etichettati dai media come gli unici malvagi possibili.
Sospendendo l'incredulità davanti a personaggi scostanti e forzature di trama sufficientemente leggere da abbuonare ci si ritrova alla cronaca autentica (seppur portata agli estremi) di un autentico serial killer. Il fascino trasgressivo del rivale poi, Elle, decora notevolmente la vicenda, rubando sorrisi davanti a quelle stranezze da umorismo giapponese che qui contrastano con la situazione assolutamente seria.
Sul lato grafico c'è poco da dire, l'abilità di Ohba nel narrare e nel disporre perfettamente le vignette e inquadrature lungo le tavole si fondono con lo stile di disegno sobrio e serioso di Obata. Un duo formidabile, insomma.
Penso che sia stata una scelta coraggiosa quella di serializzare un manga che fa del divertissement il suo cavallo di battaglia, tra tanti autori che cercano di fare gli speciali con messaggi profondi abusati o malamente presentati, O & O arrivano con un manga che accantona il contenuto per offrire al pubblico un fumetto leggero e senza pretese.
Da consigliare a chiunque.
Death Note è intrigante, adrenalinico, riflessivo e sfrenato, una corsa di battute e sguardi taglienti, il fastidioso messaggio in cui è scritta la terribile verità: chiunque, chiunque può essere un assassino.
Questo è ciò che mi ha colpito di più: Light Yagami non è un eroe, non è nemmeno un antieroe, è assolutamente cattivo, un antagonista, un antagonista meravigliosamente realistico. E così seguiamo le vicende di questo ragazzo pieno di sé, assetato di potere e dall'infantilità che lui stesso non vuole ammettere. Light è un assassino, ma anche un ragazzo giapponese, e così cerca di giustificare i propri crimini attraverso la via più facile, ovvero incolpare i criminali che da sempre vengono etichettati dai media come gli unici malvagi possibili.
Sospendendo l'incredulità davanti a personaggi scostanti e forzature di trama sufficientemente leggere da abbuonare ci si ritrova alla cronaca autentica (seppur portata agli estremi) di un autentico serial killer. Il fascino trasgressivo del rivale poi, Elle, decora notevolmente la vicenda, rubando sorrisi davanti a quelle stranezze da umorismo giapponese che qui contrastano con la situazione assolutamente seria.
Sul lato grafico c'è poco da dire, l'abilità di Ohba nel narrare e nel disporre perfettamente le vignette e inquadrature lungo le tavole si fondono con lo stile di disegno sobrio e serioso di Obata. Un duo formidabile, insomma.
Penso che sia stata una scelta coraggiosa quella di serializzare un manga che fa del divertissement il suo cavallo di battaglia, tra tanti autori che cercano di fare gli speciali con messaggi profondi abusati o malamente presentati, O & O arrivano con un manga che accantona il contenuto per offrire al pubblico un fumetto leggero e senza pretese.
Da consigliare a chiunque.
Allora prima recensione per me, quindi sarò breve. Non potevo scegliere altro manga che non fosse questo, perchè è grazie ad Ohba e Obata se mi sono avvicinato a questo fantastico mondo, ossia quello del fumetto nipponico.
Bando alle ciance, stiamo parlando di "Death Note", probabilmente lo shonen psicologico più famoso di questi ultimi anni.
La storia ruota attorno ad uno studente, Light Yagami, che un giorno trova un libriccino rilegato di nero, appunto il Death note, lasciato appositamente cadere nel mondo umano dallo shingami Ryuk per il suo divertimento. Da qui prende inizio la storia, di cui non intendo dirvi altro perchè merita solamente di essere letta.
Il ritmo narrativo dell'opera è imbarazzante, ti attira nelle spire dei combattimenti psicologici tra Light e L, il suo rivale, senza darti respiro. Continui capovolgimenti di fronte e colpi di scena che non potranno far altro che tenere il lettore incollato all'opera.
Lo scontro tra il protagonista e il suo rivale non è un puro scontro tra bene e male, ma uno scontro tra ideali diversi che se osservati dal punto di vista dei protagonisti sono entrambi corretti, così da generare quell'ambiguità che non ti permette di creare il cattivo di turno da odiare.
E' però innegabile che tutto ciò non duri per l'intera opera, questo è il motivo del mio 9. Dal volume 7 c'è un calo nella tensione, nel livello dello scontro e anche nella "figaggine" dei personaggi. Parliamoci chiaramente, Near e Mello non potranno mai essere al livello di L, ma Light continua a fare il suo dovere. Tutto ciò poteva rovinare un manga che fino a quel punto è una vera opera d'arte, però il tutto mantiene un livello comunque buono per arrivare alla conclusione che come al solito è la parte più dibattuta e sulla quale si giudica un manga.
Ebbene, le opinioni sul web sono spesso contrastanti, ma io personalmente ho amato il finale. Mi ha trasmesso tutta l'ansia del protagonista e le sue risate sguaiate mi hanno trascinato nella pazzia con lui. Si forse qua ho spoilerato un po' ma vabbè, appena appena su!
Da menzionare il tratto del maestro Obata perfetto per l'atmosfera dell'opera e che ho amato dall'inizio alla fine.
Per finire, una piccola curiosità è l'interesse che gli autori pongono sulla figura del genio, inteso come persona in grado di cambiare la società. La genialità è ciò che permette all'opera di distaccarsi dalla ordinarietà e questo aspetto può essere ritrovato anche in un'altra loro opera, Bakuman, di tutt'altro genere, ma il paragone leggendola mi è venuto subito in mente.
In definitiva assolutamente da non perdere!
Bando alle ciance, stiamo parlando di "Death Note", probabilmente lo shonen psicologico più famoso di questi ultimi anni.
La storia ruota attorno ad uno studente, Light Yagami, che un giorno trova un libriccino rilegato di nero, appunto il Death note, lasciato appositamente cadere nel mondo umano dallo shingami Ryuk per il suo divertimento. Da qui prende inizio la storia, di cui non intendo dirvi altro perchè merita solamente di essere letta.
Il ritmo narrativo dell'opera è imbarazzante, ti attira nelle spire dei combattimenti psicologici tra Light e L, il suo rivale, senza darti respiro. Continui capovolgimenti di fronte e colpi di scena che non potranno far altro che tenere il lettore incollato all'opera.
Lo scontro tra il protagonista e il suo rivale non è un puro scontro tra bene e male, ma uno scontro tra ideali diversi che se osservati dal punto di vista dei protagonisti sono entrambi corretti, così da generare quell'ambiguità che non ti permette di creare il cattivo di turno da odiare.
E' però innegabile che tutto ciò non duri per l'intera opera, questo è il motivo del mio 9. Dal volume 7 c'è un calo nella tensione, nel livello dello scontro e anche nella "figaggine" dei personaggi. Parliamoci chiaramente, Near e Mello non potranno mai essere al livello di L, ma Light continua a fare il suo dovere. Tutto ciò poteva rovinare un manga che fino a quel punto è una vera opera d'arte, però il tutto mantiene un livello comunque buono per arrivare alla conclusione che come al solito è la parte più dibattuta e sulla quale si giudica un manga.
Ebbene, le opinioni sul web sono spesso contrastanti, ma io personalmente ho amato il finale. Mi ha trasmesso tutta l'ansia del protagonista e le sue risate sguaiate mi hanno trascinato nella pazzia con lui. Si forse qua ho spoilerato un po' ma vabbè, appena appena su!
Da menzionare il tratto del maestro Obata perfetto per l'atmosfera dell'opera e che ho amato dall'inizio alla fine.
Per finire, una piccola curiosità è l'interesse che gli autori pongono sulla figura del genio, inteso come persona in grado di cambiare la società. La genialità è ciò che permette all'opera di distaccarsi dalla ordinarietà e questo aspetto può essere ritrovato anche in un'altra loro opera, Bakuman, di tutt'altro genere, ma il paragone leggendola mi è venuto subito in mente.
In definitiva assolutamente da non perdere!
Dopo aver visto l'anime, pensavo che il manga non avrebbe potuto darmi granché, invece mi sono ricreduto. Rileggere la vicenda tramite il manga mi ha permesso di capire molte cose, di vedere meglio questa controversa storia. In primo luogo realizzarla non è certo facile perché, se l'anime riesce a rendere meglio i colpi di scena, il manga, con la sua lentezza e le lunghe elucubrazioni, riesce a permettere di rifletterci sopra e di approfondirlo. Va da sé che le meditazioni chilometriche possono far passare la voglia di pensarci, ma questa è un'altra storia.
Il fatto che con la morte di Elle la storia cali penso che sia dovuto ad un'altra debolezza della trama. Era infatti necessario decidere se chiudere con la vittoria di Kira o riprendere il tutto. Dato che non avrebbe avuto senso far riemergere un unico successore, si è scelto genialmente di inventarne due, differenti e complementari, nessuno singolarmente in grado di vincere, ma solo unendo le forze. Anche l'idea di dare altri collaboratori a Light e di mettere in secondo piano Misa (che qui risulta ancora più infantile e insopportabile) risulta valida. Il problema è che ciò ha introdotto tanti personaggi e reso la storia più difficile e veloce. Un po' come in Code Geass, ove la seconda stagione è più veloce e incomprensibile della prima.
La grafica è spettacolare e la storia fedele all'anime, con due piccole variazioni nel finale che, personalmente, ho trovato molto piacevoli e che rendono il tutto assai diverso. Alla grande domanda del "perché nessuno si accorge di Light" trovo che la risposta sia che spesso vediamo ciò che vogliamo vedere. Nessuno si aspettava o per meglio dire voleva che il "colpevole" fosse proprio il bravo ragazzo e trovo simbolico, oltre che reale, che ad ucciderlo sia stato proprio colui che sembrava il più ingenuo del gruppo. Già, il più ingenuo, ma proprio per questo il più adatto ad esprimere lo sconcerto generale.
In senso più ampio trovo che la storia si basi tutta su questa domanda: chi è Light per te? Verrebbe voglia di dire un folle perché è obiettivamente sociopatico e un mostro di crudeltà che non prova nulla per Misa, la ragazza che aveva fatto innamorare ben due shinigami. Eppure le domande sulla giustizia che pone non possono essere archiviate facilmente, anche se il loro autore finisce col morire come un povero fallito, non certo da vincente come Lelouch, per la gioia di un Cesare Beccaria.
Personalmente non so cosa dire, considerato altresì che ho amato molto più Code Geass, mentre Death, pur avendomi preso molto, dopo aver concluso la visione dell'anime ho finito con l'accantonarlo e non pensarci più. Il che trovo che sia logico perché si può vederlo più per i colpi di scena e la meccanica della storia che per le domande in sé.
Alla fine, dato che non ho amato ma nemmeno odiato Death Note, non posso dargli più di sette.
Il fatto che con la morte di Elle la storia cali penso che sia dovuto ad un'altra debolezza della trama. Era infatti necessario decidere se chiudere con la vittoria di Kira o riprendere il tutto. Dato che non avrebbe avuto senso far riemergere un unico successore, si è scelto genialmente di inventarne due, differenti e complementari, nessuno singolarmente in grado di vincere, ma solo unendo le forze. Anche l'idea di dare altri collaboratori a Light e di mettere in secondo piano Misa (che qui risulta ancora più infantile e insopportabile) risulta valida. Il problema è che ciò ha introdotto tanti personaggi e reso la storia più difficile e veloce. Un po' come in Code Geass, ove la seconda stagione è più veloce e incomprensibile della prima.
La grafica è spettacolare e la storia fedele all'anime, con due piccole variazioni nel finale che, personalmente, ho trovato molto piacevoli e che rendono il tutto assai diverso. Alla grande domanda del "perché nessuno si accorge di Light" trovo che la risposta sia che spesso vediamo ciò che vogliamo vedere. Nessuno si aspettava o per meglio dire voleva che il "colpevole" fosse proprio il bravo ragazzo e trovo simbolico, oltre che reale, che ad ucciderlo sia stato proprio colui che sembrava il più ingenuo del gruppo. Già, il più ingenuo, ma proprio per questo il più adatto ad esprimere lo sconcerto generale.
In senso più ampio trovo che la storia si basi tutta su questa domanda: chi è Light per te? Verrebbe voglia di dire un folle perché è obiettivamente sociopatico e un mostro di crudeltà che non prova nulla per Misa, la ragazza che aveva fatto innamorare ben due shinigami. Eppure le domande sulla giustizia che pone non possono essere archiviate facilmente, anche se il loro autore finisce col morire come un povero fallito, non certo da vincente come Lelouch, per la gioia di un Cesare Beccaria.
Personalmente non so cosa dire, considerato altresì che ho amato molto più Code Geass, mentre Death, pur avendomi preso molto, dopo aver concluso la visione dell'anime ho finito con l'accantonarlo e non pensarci più. Il che trovo che sia logico perché si può vederlo più per i colpi di scena e la meccanica della storia che per le domande in sé.
Alla fine, dato che non ho amato ma nemmeno odiato Death Note, non posso dargli più di sette.
"Death Note" è uno di quei titoli che un appassionato, volente o nolente, è costretto a leggere. Basta dare un'occhiata al numero vertiginoso di recensioni per rendersi immediatamente conto del "trambusto" creato da questo manga. Tra adulatori estasiati e detrattori sconcertati, l'unico modo per avere una propria idea, come sempre, è armarsi di santa pazienza e "indagare" in prima persona.
Ci troviamo così a seguire le vicissitudini di Light Yagami, miglior studente dell'intero Giappone e dalla condotta morale apparentemente irreprensibile, figlio di un ufficiale di polizia. Entrato in possesso di un quaderno con il devastante potere di uccidere semplicemente scrivendo il nome del malcapitato, decide di ergersi a giudice, giustiziere, a vero e proprio dio.
L'unico che sembra capace di contrastare l'onnipotenza di Yagami è Elle, miglior investigatore del pianeta nonché studente all'altezza del primo, che tenterà in tutti i modi di catturare il criminale più ricercato sulla piazza.
Questa in sintesi la trama del fumetto, purtroppo però la sintesi non è certamente il punto di forza dell'autore Tsugumi Oba.
Bla, bla, bla. Mai letto un manga tanto logorroico. Chiacchiere, chiacchiere e ancora chiacchiere, ma di fatti se ne vedono troppo pochi, a volte sconclusionati e spesso superficiali. Elucubrazioni macchinose e cervellotiche, che spesso si risolvono in maniera "poco pulita". Continui rimescolamenti di carte nel vano tentativo di creare colpi di scena, ma che sortiscono l'effetto opposto e portano allo sfinimento il lettore.
I protagonisti, poi, sono dotati di un quoziente intellettivo molto, ma molto, ma credetemi, davvero molto al di sopra della media. Con questa scusa non occorre neanche creare i presupposti affinché il lettore partecipi alla soluzione dei misteri narrati o per lo meno, una volta svelati, sia in grado di ripercorrere a ritroso gli eventi attraverso un percorso logico, comprendendo quindi l'epilogo.
Il lettore non dirà mai: "è vero!!!" oppure "come ho fatto a non accorgermene!". Nulla di tutto ciò. Molto più comodo così; bastano le intuizioni dei protagonisti a far "quadrare" tutto. Stranamente poi questi geni sono circondati da completi imbecilli che non riescono a vedere ciò che accade ad un palmo dal loro naso.
Sarà che adoro i manga ed i film fatti di sguardi in cui è la bravura del disegnatore/attore a palesare pensieri ed emozioni, senza il bisogno di dover spiegare per filo e per segno ogni minima azione che si apprestano a fare. Sarà che i protagonisti che reputo "fighi" non stanno le ore a rimuginare e a parlarsi addosso. Sarà che la via di mezzo è sempre la migliore. Insomma...la perplessità è tanta.
"Death Note" vuol far la voce grossa scimmiottando un thriller psicologico per adulti, ma dopo aver letto qualche pagina ci si accorge subito che è uno shonen per ragazzi abbastanza piccini. Di per sé non sarebbe un difetto, ma se prometti sparando alto, poi devi essere in grado di mantenere.
Il manga si può dividere in quattro parti. Nella prima, in cui Light raccoglie il quaderno e scopre come utilizzarlo, sembra di leggere un libretto di istruzioni di un gioco di ruolo e proprio per questo è assolutamente priva di ritmo narrativo. Nella seconda parte compare Elle, certamente il personaggio più riuscito; la narrazione incomincia ad ingranare, ma il ritmo latita ancora e la lettura continua ad essere pesante. Le azioni (sottolineo azioni, non azione. Non sparatorie, combattimenti e robe simili) continuano ad essere centellinate e le pagine sono un tripudio di dialoghi e pensieri che spesso potrebbero essere sfoltiti, ma che anzi vengono volutamente diluiti e ripetuti per allungare il brodo.
Il tentativo è quello di creare un gioco psicologico, come una partita di scacchi tra i due personaggi principali, ma a mio avviso il risultato è ampiamente disatteso e di tensione non se ne vede nemmeno l'ombra.
Ciò che balza maggiormente all'occhio, invece, è il cambio di marcia che ha la storia nella terza parte in cui compaiono due nuovi investigatori, Near e Mello.
L'inizio del manga nonostante tutto non era male, ma l'autore riesce a mantenersi su livelli accettabili per troppo poco tempo, dopodiché sembra quasi cambiare rotta. Quella vena un po' dark, che si scorgeva tra le pagine, viene completamente abbandonata e diventa imbarazzante la mancanza di argomentazioni, che vengono riproposte ciclicamente fino alla nausea.
La terza parte, la più lunga, è infatti la duplicazione della seconda, ma ovviamente ancora meno interessante, in quanto tutti i concetti sono già noti.
La quarta, quella che porta al finale, è probabilmente la più riuscita: finalmente il lettore viene trascinato dalla narrazione, ma dura poco. Le spiegazioni, infatti, spezzano nuovamente il ritmo partorito con tanta fatica e la tensione finalmente creata va a farsi benedire. Di nuovo fiumi di parole inondano ridondanti le pagine. Colpo di scena del colpo di scena del colpo di scena, alla fine le braccia cadono...quelle del lettore.
E' chiaro a questo punto che l'autore avrebbe dovuto tagliare del tutto la terza parte facendo in modo che fosse la seconda a traghettare la storia verso il finale. Ci sono per lo meno quattro/cinque numeri che sono completamente inutili ed i personaggi in essi contenuti di gran lunga meno carismatici di quelli abbandonati con la seconda parte.
Altra riflessione che mi sono trovato a fare è sulle creature divine che compaiono; esse utilizzano poteri la cui applicazione necessita del libretto di uso e manutenzione con alcune regole piuttosto contorte, che rendono palese l'essere state ideate dall'uomo, mortificando così l'incipit stesso della storia.
Tra l'altro è semplicemente assurdo pensare che un dio debba servirsi di un quaderno, uno strumento umano, e delle sue regole per uccidere una persona. Ma questo è solo un dato irrilevante ai fini del giudizio, il problema fondamentale è come è stata sceneggiata questa storia. Non si possono scrivere miliardi di parole per esternare un pensiero o la spiegazione di un personaggio. E' semplicemente un suicidio dal punto di vista del ritmo della narrazione, che si appesantisce oltremodo. La cosa che poi è veramente ridicola è come vengono snocciolate le regole dei "Death Note". Ogni tanto ne sbuca fuori una nuova nel vano tentativo di aumentare la "carne al fuoco".
Se un fumetto del genere ha suscitato questo enorme interesse tra le file di appassionati c'è davvero da preoccuparsi. Forse il panorama contemporaneo degli shonen è così desolante da far passare per capolavoro un manga appena sufficiente, oppure c'è più di qualcuno che, accorgendosi della mancanza di combattimenti o storie d'amore, ha pensato che dovesse per forza trattarsi di roba seria.
Per comprendere pienamente la scarsa maturità che si cela dietro questo manga, basta analizzare l'introspezione psicologica dei personaggi principali. L'opera copre un lasso temporale abbastanza lungo durante il quale ogni personaggio resta esattamente identico. Solo il protagonista cambia, ma non grazie ad una propria maturazione, per poi tornare rigorosamente come prima.
Visto l'argomento trattato mi sembra poi fin troppo poco giapponese questa divisione così netta tra bene e male, giusto e sbagliato; nessuna sfumatura.
Ad essere precisi l'autore, attraverso il personaggio di Light, tenta durante tutta l'opera di filosofeggiare sull'argomento, ma questi tentativi sono talmente goffi ed infantili da risultare assolutamente inutili.
Light infatti è un personaggio completamente negativo, non solo perché uccide le persone come fossero mosche, ma perché, molto più semplicemente, si macchia di tutte le azioni moralmente più riprovevoli che un uomo possa concepire. Tutto ciò che un bravo genitore da piccino ti insegna a non fare, lui lo fa. Allora mi domando, come può questo individuo rappresentare l'ago della bilancia in grado di aprire un dibattito tra ciò che bene e ciò che è male? Lui è male. Lo capirebbe un bambino di cinque anni! C'è poco da filosofeggiare. Magari se l'autore non avesse creato un protagonista più malvagio e malato di Skeletor si poteva anche ragionarci su.
Ogni tanto comunque qualche personaggio l'interrogativo se lo pone, ma l'operazione risulta abbastanza asettica. Un uomo che si domanda se un'azione sia giusta o meno non porta certamente ad un'analisi attenta da parte di chi legge. Un autore capace avrebbe fatto riflettere il lettore sfruttando situazioni particolari, spronandolo con i fatti a ragionare su una determinata questione, mentre qui questo concetto è del tutto assente.
Inoltre, considerando il target a cui si rivolge il manga, l'assoluta delicatezza degli argomenti trattati, oltre che la loro rilevanza di carattere sociale, sarebbe stato d'obbligo un approccio più serio e meno superficiale. L'autore non riesce in nessun caso a dare la giusta importanza alle morti, che si susseguono senza destare la minima emozione nel lettore. Lo trovo estremamente diseducativo.
I disegni di Obata sono davvero notevoli; personaggi, luoghi, oggetti, sono tutti estremamente curati. Unico neo è la freddezza con cui vengono disegnate le persone e la loro emotività. L'autore non riesce sempre a far trasparire le emozioni e in questo modo i personaggi risultano esageratamente inanimati.
"Death Note" nel complesso è un manga che rasenta la sufficienza.
Epurato di tutte le ripetizioni e lungaggini, a volte davvero eccessive, avrebbe potuto anche superarla, ma terminata la sua lettura resta, oltre la fatica, l'amaro in bocca.
Veder trattare tematiche di cotanto spessore in maniera tanto approssimativa fa davvero rabbia. Giustizia, pena di morte, sopraffazione dei deboli, il bene e il male, senso del dovere, la facilità con cui vengono manovrate le masse (mi vien da sorridere perché proprio "Death Note" fa parte di questa casistica) vengono affrontati come se si stesse parlando ad un bambino. Se mi si fa notare che è uno shonen, non un seinen, allora rispondo che è meglio non affrontare certi temi se poi si deve svilirli in questo modo.
Ci troviamo così a seguire le vicissitudini di Light Yagami, miglior studente dell'intero Giappone e dalla condotta morale apparentemente irreprensibile, figlio di un ufficiale di polizia. Entrato in possesso di un quaderno con il devastante potere di uccidere semplicemente scrivendo il nome del malcapitato, decide di ergersi a giudice, giustiziere, a vero e proprio dio.
L'unico che sembra capace di contrastare l'onnipotenza di Yagami è Elle, miglior investigatore del pianeta nonché studente all'altezza del primo, che tenterà in tutti i modi di catturare il criminale più ricercato sulla piazza.
Questa in sintesi la trama del fumetto, purtroppo però la sintesi non è certamente il punto di forza dell'autore Tsugumi Oba.
Bla, bla, bla. Mai letto un manga tanto logorroico. Chiacchiere, chiacchiere e ancora chiacchiere, ma di fatti se ne vedono troppo pochi, a volte sconclusionati e spesso superficiali. Elucubrazioni macchinose e cervellotiche, che spesso si risolvono in maniera "poco pulita". Continui rimescolamenti di carte nel vano tentativo di creare colpi di scena, ma che sortiscono l'effetto opposto e portano allo sfinimento il lettore.
I protagonisti, poi, sono dotati di un quoziente intellettivo molto, ma molto, ma credetemi, davvero molto al di sopra della media. Con questa scusa non occorre neanche creare i presupposti affinché il lettore partecipi alla soluzione dei misteri narrati o per lo meno, una volta svelati, sia in grado di ripercorrere a ritroso gli eventi attraverso un percorso logico, comprendendo quindi l'epilogo.
Il lettore non dirà mai: "è vero!!!" oppure "come ho fatto a non accorgermene!". Nulla di tutto ciò. Molto più comodo così; bastano le intuizioni dei protagonisti a far "quadrare" tutto. Stranamente poi questi geni sono circondati da completi imbecilli che non riescono a vedere ciò che accade ad un palmo dal loro naso.
Sarà che adoro i manga ed i film fatti di sguardi in cui è la bravura del disegnatore/attore a palesare pensieri ed emozioni, senza il bisogno di dover spiegare per filo e per segno ogni minima azione che si apprestano a fare. Sarà che i protagonisti che reputo "fighi" non stanno le ore a rimuginare e a parlarsi addosso. Sarà che la via di mezzo è sempre la migliore. Insomma...la perplessità è tanta.
"Death Note" vuol far la voce grossa scimmiottando un thriller psicologico per adulti, ma dopo aver letto qualche pagina ci si accorge subito che è uno shonen per ragazzi abbastanza piccini. Di per sé non sarebbe un difetto, ma se prometti sparando alto, poi devi essere in grado di mantenere.
Il manga si può dividere in quattro parti. Nella prima, in cui Light raccoglie il quaderno e scopre come utilizzarlo, sembra di leggere un libretto di istruzioni di un gioco di ruolo e proprio per questo è assolutamente priva di ritmo narrativo. Nella seconda parte compare Elle, certamente il personaggio più riuscito; la narrazione incomincia ad ingranare, ma il ritmo latita ancora e la lettura continua ad essere pesante. Le azioni (sottolineo azioni, non azione. Non sparatorie, combattimenti e robe simili) continuano ad essere centellinate e le pagine sono un tripudio di dialoghi e pensieri che spesso potrebbero essere sfoltiti, ma che anzi vengono volutamente diluiti e ripetuti per allungare il brodo.
Il tentativo è quello di creare un gioco psicologico, come una partita di scacchi tra i due personaggi principali, ma a mio avviso il risultato è ampiamente disatteso e di tensione non se ne vede nemmeno l'ombra.
Ciò che balza maggiormente all'occhio, invece, è il cambio di marcia che ha la storia nella terza parte in cui compaiono due nuovi investigatori, Near e Mello.
L'inizio del manga nonostante tutto non era male, ma l'autore riesce a mantenersi su livelli accettabili per troppo poco tempo, dopodiché sembra quasi cambiare rotta. Quella vena un po' dark, che si scorgeva tra le pagine, viene completamente abbandonata e diventa imbarazzante la mancanza di argomentazioni, che vengono riproposte ciclicamente fino alla nausea.
La terza parte, la più lunga, è infatti la duplicazione della seconda, ma ovviamente ancora meno interessante, in quanto tutti i concetti sono già noti.
La quarta, quella che porta al finale, è probabilmente la più riuscita: finalmente il lettore viene trascinato dalla narrazione, ma dura poco. Le spiegazioni, infatti, spezzano nuovamente il ritmo partorito con tanta fatica e la tensione finalmente creata va a farsi benedire. Di nuovo fiumi di parole inondano ridondanti le pagine. Colpo di scena del colpo di scena del colpo di scena, alla fine le braccia cadono...quelle del lettore.
E' chiaro a questo punto che l'autore avrebbe dovuto tagliare del tutto la terza parte facendo in modo che fosse la seconda a traghettare la storia verso il finale. Ci sono per lo meno quattro/cinque numeri che sono completamente inutili ed i personaggi in essi contenuti di gran lunga meno carismatici di quelli abbandonati con la seconda parte.
Altra riflessione che mi sono trovato a fare è sulle creature divine che compaiono; esse utilizzano poteri la cui applicazione necessita del libretto di uso e manutenzione con alcune regole piuttosto contorte, che rendono palese l'essere state ideate dall'uomo, mortificando così l'incipit stesso della storia.
Tra l'altro è semplicemente assurdo pensare che un dio debba servirsi di un quaderno, uno strumento umano, e delle sue regole per uccidere una persona. Ma questo è solo un dato irrilevante ai fini del giudizio, il problema fondamentale è come è stata sceneggiata questa storia. Non si possono scrivere miliardi di parole per esternare un pensiero o la spiegazione di un personaggio. E' semplicemente un suicidio dal punto di vista del ritmo della narrazione, che si appesantisce oltremodo. La cosa che poi è veramente ridicola è come vengono snocciolate le regole dei "Death Note". Ogni tanto ne sbuca fuori una nuova nel vano tentativo di aumentare la "carne al fuoco".
Se un fumetto del genere ha suscitato questo enorme interesse tra le file di appassionati c'è davvero da preoccuparsi. Forse il panorama contemporaneo degli shonen è così desolante da far passare per capolavoro un manga appena sufficiente, oppure c'è più di qualcuno che, accorgendosi della mancanza di combattimenti o storie d'amore, ha pensato che dovesse per forza trattarsi di roba seria.
Per comprendere pienamente la scarsa maturità che si cela dietro questo manga, basta analizzare l'introspezione psicologica dei personaggi principali. L'opera copre un lasso temporale abbastanza lungo durante il quale ogni personaggio resta esattamente identico. Solo il protagonista cambia, ma non grazie ad una propria maturazione, per poi tornare rigorosamente come prima.
Visto l'argomento trattato mi sembra poi fin troppo poco giapponese questa divisione così netta tra bene e male, giusto e sbagliato; nessuna sfumatura.
Ad essere precisi l'autore, attraverso il personaggio di Light, tenta durante tutta l'opera di filosofeggiare sull'argomento, ma questi tentativi sono talmente goffi ed infantili da risultare assolutamente inutili.
Light infatti è un personaggio completamente negativo, non solo perché uccide le persone come fossero mosche, ma perché, molto più semplicemente, si macchia di tutte le azioni moralmente più riprovevoli che un uomo possa concepire. Tutto ciò che un bravo genitore da piccino ti insegna a non fare, lui lo fa. Allora mi domando, come può questo individuo rappresentare l'ago della bilancia in grado di aprire un dibattito tra ciò che bene e ciò che è male? Lui è male. Lo capirebbe un bambino di cinque anni! C'è poco da filosofeggiare. Magari se l'autore non avesse creato un protagonista più malvagio e malato di Skeletor si poteva anche ragionarci su.
Ogni tanto comunque qualche personaggio l'interrogativo se lo pone, ma l'operazione risulta abbastanza asettica. Un uomo che si domanda se un'azione sia giusta o meno non porta certamente ad un'analisi attenta da parte di chi legge. Un autore capace avrebbe fatto riflettere il lettore sfruttando situazioni particolari, spronandolo con i fatti a ragionare su una determinata questione, mentre qui questo concetto è del tutto assente.
Inoltre, considerando il target a cui si rivolge il manga, l'assoluta delicatezza degli argomenti trattati, oltre che la loro rilevanza di carattere sociale, sarebbe stato d'obbligo un approccio più serio e meno superficiale. L'autore non riesce in nessun caso a dare la giusta importanza alle morti, che si susseguono senza destare la minima emozione nel lettore. Lo trovo estremamente diseducativo.
I disegni di Obata sono davvero notevoli; personaggi, luoghi, oggetti, sono tutti estremamente curati. Unico neo è la freddezza con cui vengono disegnate le persone e la loro emotività. L'autore non riesce sempre a far trasparire le emozioni e in questo modo i personaggi risultano esageratamente inanimati.
"Death Note" nel complesso è un manga che rasenta la sufficienza.
Epurato di tutte le ripetizioni e lungaggini, a volte davvero eccessive, avrebbe potuto anche superarla, ma terminata la sua lettura resta, oltre la fatica, l'amaro in bocca.
Veder trattare tematiche di cotanto spessore in maniera tanto approssimativa fa davvero rabbia. Giustizia, pena di morte, sopraffazione dei deboli, il bene e il male, senso del dovere, la facilità con cui vengono manovrate le masse (mi vien da sorridere perché proprio "Death Note" fa parte di questa casistica) vengono affrontati come se si stesse parlando ad un bambino. Se mi si fa notare che è uno shonen, non un seinen, allora rispondo che è meglio non affrontare certi temi se poi si deve svilirli in questo modo.
Cosa farei se trovassi un quaderno col quale poter uccidere le persone semplicemente scrivendo il loro nome sopra di esso?
Il grande successo di Death Note si basa in buona parte su questa domanda, instillata improvvisamente nella testa di schiere di ragazzini che leggendo lo Weekly Shonen Jump avevano quasi sempre trovato storie di lealtà, amicizia ed eroi senza macchia e senza paura.
In qualche modo questa popolarità esagerata ne ha svelato le luci e le ombre, e diversi appassionati di manga si sono spesso trovati a parlar male di Death Note, non tanto per l'opera in sé, quanto per causa di tutta una nuova categoria d'utenza che ha riempito forum su forum asserendo che questo fosse il più bel manga di sempre senza averne mai letti altri.
E infatti Death Note non è così originale come vuol far credere, ma è comunque abbastanza atipico per essere su Jump, e sicuramente ben realizzato e trascinante. Dopotutto se ha avuto tutto questo successo dei motivi sensati ci saranno. La storia è incalzante e ricca di suspense, i volumi sono talmente pieni di dialoghi e ragionamenti che ci vuole quasi il doppio del tempo per leggerli rispetto ad un normale tankobon, e l'idea del protagonista che in realtà è il villain della storia rimane sempre affascinante.
Un'altra stranezza è che manca completamente l'immedesimazione nei personaggi: è praticamente impossibile mettersi nei panni di Light Yagami o L, troppo fuori dall'ordinarietà per suscitare empatia. Anche la maggior parte degli altri comprimari sono o troppo intelligenti o troppo stupidi per riuscire in questo scopo.
E quindi il lettore si trova più che altro ad essere spettatore, e ciò che si porta a casa è solamente la domanda: ma che farei io se fossi al suo posto?
Che però, se si parla di lettori in età tipica di Jump, tutto sommato non è poi così scontata.
Per quanto riguarda i disegni, il tratto di Takeshi Obata è fantastico nella sua cura dei dettagli e nel realismo del disegno, non per niente è uno dei più famosi sulla piazza, e questa collaborazione con Tsugumi Ohba alla scrittura ha portato certamente buoni risultati.
Sicuramente il grande difetto di Death Note è la sua seconda saga. Nonostante sia comunque breve nei suoi 12 volumi, la storia aveva già dato il tutto per tutto nello scontro tra Light ed L, e se fosse terminata con loro sarebbe veramente stata ottima. Veramente un peccato, perché la seconda parte ripete le stesse meccaniche ma con personaggi meno carismatici e toglie definitivamente alla serie quell'aria di perfezione narrativa che si percepisce leggendo i primissimi volumi.
Ritengo comunque giusto dare a Death Note un voto molto alto, considerato anche che sembra sia riuscito dove moltissimi falliscono: avvicinare nuovi lettori (italiani). Tantissimi si sono approcciati al mondo dei manga con quest'opera, e questo è strabiliante. Il passare ad opere più mature viene dopo.
Il grande successo di Death Note si basa in buona parte su questa domanda, instillata improvvisamente nella testa di schiere di ragazzini che leggendo lo Weekly Shonen Jump avevano quasi sempre trovato storie di lealtà, amicizia ed eroi senza macchia e senza paura.
In qualche modo questa popolarità esagerata ne ha svelato le luci e le ombre, e diversi appassionati di manga si sono spesso trovati a parlar male di Death Note, non tanto per l'opera in sé, quanto per causa di tutta una nuova categoria d'utenza che ha riempito forum su forum asserendo che questo fosse il più bel manga di sempre senza averne mai letti altri.
E infatti Death Note non è così originale come vuol far credere, ma è comunque abbastanza atipico per essere su Jump, e sicuramente ben realizzato e trascinante. Dopotutto se ha avuto tutto questo successo dei motivi sensati ci saranno. La storia è incalzante e ricca di suspense, i volumi sono talmente pieni di dialoghi e ragionamenti che ci vuole quasi il doppio del tempo per leggerli rispetto ad un normale tankobon, e l'idea del protagonista che in realtà è il villain della storia rimane sempre affascinante.
Un'altra stranezza è che manca completamente l'immedesimazione nei personaggi: è praticamente impossibile mettersi nei panni di Light Yagami o L, troppo fuori dall'ordinarietà per suscitare empatia. Anche la maggior parte degli altri comprimari sono o troppo intelligenti o troppo stupidi per riuscire in questo scopo.
E quindi il lettore si trova più che altro ad essere spettatore, e ciò che si porta a casa è solamente la domanda: ma che farei io se fossi al suo posto?
Che però, se si parla di lettori in età tipica di Jump, tutto sommato non è poi così scontata.
Per quanto riguarda i disegni, il tratto di Takeshi Obata è fantastico nella sua cura dei dettagli e nel realismo del disegno, non per niente è uno dei più famosi sulla piazza, e questa collaborazione con Tsugumi Ohba alla scrittura ha portato certamente buoni risultati.
Sicuramente il grande difetto di Death Note è la sua seconda saga. Nonostante sia comunque breve nei suoi 12 volumi, la storia aveva già dato il tutto per tutto nello scontro tra Light ed L, e se fosse terminata con loro sarebbe veramente stata ottima. Veramente un peccato, perché la seconda parte ripete le stesse meccaniche ma con personaggi meno carismatici e toglie definitivamente alla serie quell'aria di perfezione narrativa che si percepisce leggendo i primissimi volumi.
Ritengo comunque giusto dare a Death Note un voto molto alto, considerato anche che sembra sia riuscito dove moltissimi falliscono: avvicinare nuovi lettori (italiani). Tantissimi si sono approcciati al mondo dei manga con quest'opera, e questo è strabiliante. Il passare ad opere più mature viene dopo.
La trama di DEATHNOTE segue le azioni di Light Yagami, studente modello e dall'intelletto superiore, in seguito al ritrovamento di un misterioso quaderno. Premesse semplici ed enigmatiche che già da principio spingono il lettore a continuare. Il protagonista è un diciassettenne annoiato e disgustato dalla società odierna, la cui vita viene sconvolta dall'arrivo dello Shinigami Ryuk, possessore del quaderno della morte. Scoprirà ben presto che il suddetto non è un semplice oggetto, bensì uno strumento divino con il quale gli Shinigami sottraggono anni di vita agli esseri umani, uccidendoli, al fine di aggiungerli ai proprio per restare immortali. Comincia così la crociata di Light, che decide grazie a questo strumento di epurare il mondo da ogni individuo corrotto e malvagio, autoproclamandosi così "la giustizia".
Sinceramente Light è già di per se un personaggio con un forte carisma, ma fin da subito si può notare che non sia affatto la brava persona che lui stesso crede, dato che supera presto lo shock d'essere capace di uccidere persone attraverso un quaderno, e che per di più non ha rimorsi o scrupoli nel mentire spudoratamente e sfruttare le persone a suo vantaggio in nome della propria causa. Ma ben presto questo suo piano viene sconvolto dall'arrivo del detective di fama mondiale conosciuto con la sola lettera L, che giura di catturarlo.
Che dire? Da questo punto comincia una lotta mozzafiato fra geni, colma di idee spettacolari e incredibili, strategie, colpi di scena e senza esclusione di colpi. Ogni azione è perfettamente calcolata, ogni parola ragionata e sempre in previsione di un secondo fine. DEATHNOTE è uno dei manga che ho più apprezzato, motivo per cui merita il massimo dei voti per me. La storia è avvincente, non c'è mai tempo d'annoiarsi, i colpi di scena si susseguono in maniera ben studiata, senza essere asfissianti ma lasciandoti sempre la voglia di sapere ancora. Per quanto riguarda il lato artistico, inutile dire quanto Obata sia attento e preciso nel tratto e nella composizione, curando molto dettagli e scelte stilistiche di ogni personaggio. Riesce tranquillamente ad esprimere le diverse emozioni dei personaggi nonostante possano mutare da una vignetta all'altra (come detto precedentemente, Light non disdegna il doppiogioco, quindi non è difficile vederlo sorridere dolcemente e poi ghignare sadico dopo poche vignette).
<b>**ATTENZIONE SPOILER**</b>
Voglio parlare adesso della seconda parte della storia, cioè dalla morte di L in poi. Lo stesso colpo di scena è stato decisamente inaspettato, ma ben studiato e nel complesso semplicemente unico. Light ottiene il suo scopo, eppure non è lui in persona a vincere questa battaglia. E quello che se ne viene a creare sembra essere il mondo da lui sognato, fino a che non arrivano Mello e Near a raccogliere l'eredità di L. Posso solo dire che, a distanza di anni, Mello è tutt'oggi uno dei miei personaggi preferiti di tutti i tempi, che ho adorato la caratterizzazione psicologica di tutti (lui in primis), e che nessuno di loro, per quanto "nella parte dei buoni" è perfettamente giusto o perfettamente cattivo. Ognuno è semplicemente umano, con pregi e difetti, che a volte li aiutano a superare i nodi della trama e altre volte li conducono anche alla morte.
Alla fine l'opera tocca psicologicamente il lettore anche perché spinge a chiedersi se Light sia davvero così cattivo, se non sia una buona idea quella di ripulire il mondo, e se tutto sommato la popolazione mondiale si comporterebbe davvero in questo modo in una simile eventualità (per quanto fantasiosa, basata su un concetto molto concreto e semplice). Il mondo fa schifo? Ripuliamolo. Le persone sono cattive? Uccidiamole. Una visione molto drastica, eppure non si può fare a meno di chiedersi: cosa faresti con un quaderno della morte…?
Sinceramente Light è già di per se un personaggio con un forte carisma, ma fin da subito si può notare che non sia affatto la brava persona che lui stesso crede, dato che supera presto lo shock d'essere capace di uccidere persone attraverso un quaderno, e che per di più non ha rimorsi o scrupoli nel mentire spudoratamente e sfruttare le persone a suo vantaggio in nome della propria causa. Ma ben presto questo suo piano viene sconvolto dall'arrivo del detective di fama mondiale conosciuto con la sola lettera L, che giura di catturarlo.
Che dire? Da questo punto comincia una lotta mozzafiato fra geni, colma di idee spettacolari e incredibili, strategie, colpi di scena e senza esclusione di colpi. Ogni azione è perfettamente calcolata, ogni parola ragionata e sempre in previsione di un secondo fine. DEATHNOTE è uno dei manga che ho più apprezzato, motivo per cui merita il massimo dei voti per me. La storia è avvincente, non c'è mai tempo d'annoiarsi, i colpi di scena si susseguono in maniera ben studiata, senza essere asfissianti ma lasciandoti sempre la voglia di sapere ancora. Per quanto riguarda il lato artistico, inutile dire quanto Obata sia attento e preciso nel tratto e nella composizione, curando molto dettagli e scelte stilistiche di ogni personaggio. Riesce tranquillamente ad esprimere le diverse emozioni dei personaggi nonostante possano mutare da una vignetta all'altra (come detto precedentemente, Light non disdegna il doppiogioco, quindi non è difficile vederlo sorridere dolcemente e poi ghignare sadico dopo poche vignette).
<b>**ATTENZIONE SPOILER**</b>
Voglio parlare adesso della seconda parte della storia, cioè dalla morte di L in poi. Lo stesso colpo di scena è stato decisamente inaspettato, ma ben studiato e nel complesso semplicemente unico. Light ottiene il suo scopo, eppure non è lui in persona a vincere questa battaglia. E quello che se ne viene a creare sembra essere il mondo da lui sognato, fino a che non arrivano Mello e Near a raccogliere l'eredità di L. Posso solo dire che, a distanza di anni, Mello è tutt'oggi uno dei miei personaggi preferiti di tutti i tempi, che ho adorato la caratterizzazione psicologica di tutti (lui in primis), e che nessuno di loro, per quanto "nella parte dei buoni" è perfettamente giusto o perfettamente cattivo. Ognuno è semplicemente umano, con pregi e difetti, che a volte li aiutano a superare i nodi della trama e altre volte li conducono anche alla morte.
Alla fine l'opera tocca psicologicamente il lettore anche perché spinge a chiedersi se Light sia davvero così cattivo, se non sia una buona idea quella di ripulire il mondo, e se tutto sommato la popolazione mondiale si comporterebbe davvero in questo modo in una simile eventualità (per quanto fantasiosa, basata su un concetto molto concreto e semplice). Il mondo fa schifo? Ripuliamolo. Le persone sono cattive? Uccidiamole. Una visione molto drastica, eppure non si può fare a meno di chiedersi: cosa faresti con un quaderno della morte…?
Death Note è un manga ideato da Tsugumi Ohba e disegnato da Takeshi Obata edito da Planet Manga ed è una serie del genere Psicologico/Thriller, con alcune componenti fantastiche.
Il protagonista della storia è Light Yagami, uno studente modello figlio di un poliziotto con un forte senso della giustizia, nonché un abilissimo hacker informatico.
Un giorno uno shinigami, o dio della morte, decide di far cadere sulla terra il suo death note, un quaderno speciale con il potere di far morire le persone il cui nome venga scritto sulle sue pagine, con varie regole e modalità che vengono spiegate con il proseguire della trama.
Light, dapprima spaventato da una simile scoperta, capisce che quell'oggetto potrebbe diventare un'arma potentissima, in grado di ripulire il mondo ed epurarlo dalla malvagità, così comincia a servirsene in maniera sempre più maniacale, giustiziando i criminali ed attirando sulla vicenda l'attenzione delle forze di polizia dapprima giapponesi, e poi mondiali.
Gran parte della vicenda, poi, è incentrata sul duello psicologico tra Light e Elle, l'investigatore avente l'incarico di trovare e fermare Kira (nome in codice dato dalla polizia al responsabile degli omicidi). Elle è un ottimo detective, geniale e bizzarro, che da subito arriva a sospettare dello stesso Light, mettendo in scena un duello scacchistico tra i due a dir poco geniale e sempre molto avvincente.
<b>Attenzione, possibili spoiler:</b>
Terminatosi lo scontro tra i due con la vittoria del protagonista, il manga prosegue con l'affermazione di Light a capo della polizia e lo "scontro" con i due successori di Elle che proseguiranno l'opera del loro predecessore, ognuno a suo modo.
<b>Fine spoiler.</b>
La trama è davvero ben congeniata, i tranelli che Light o Elle si tendono a vicenda e le successive contromosse sono a dir poco geniali, tanto che a volte si fa quasi fatica a starci dietro. Anche l'idea di base è veramente ottima, lascia sempre al lettore il dubbio su quale dei due schieramenti appoggiare e fa nascere numerosi interrogativi sull'operato dell'uno e dell'altro, rendendo molto difficile decidere chi dei due sia dalla parte del giusto. Tali interrogativi, inoltre, sono essi stessi presenti nell'opera, con molti personaggi che decidono di appoggiare Kira, specie nelle fasi finali, riconoscendo in esso una persona dal forte senso di giustizia che opera per il bene del mondo, e feroci oppositori, convinti dell'erroneità dei suoi gesti, frapponendo tra essi molti indecisi che non sono convinti dello schieramento di cui far parte.
Altro tocco geniale è pure il fatto di non lasciare i due antagonisti estranei tra loro, ma di farli incontrare e, anzi, di far sì che Light aiuti proprio Elle ad arrestare Kira, consentendo così mosse e contromosse altrimenti impossibili tra i due.
Tuttavia, la serie ha anche alcuni difetti che non si possono tralasciare. Innanzitutto, la trama, proprio per la sua elevata componente articolata e la successione di contromosse al limite del comprensibile, spesso lascia il lettore un po' spiazzato, in quanto viene spontaneo ritenere alcune delle mosse dei protagonisti semplicemente assurde o insensate. Inoltre, in vari punti della storia e, principalmente, in tutta la parte descritta nello spoiler, la vicenda ha un fortissimo calo di tono, tale da rendere anche difficile semplicemente proseguire con la lettura. I nuovi personaggi inseriti nell'ultima parte, poi, mancano di carisma e di spessore, ripropongono solamente caratteri già visti nella prima parte, senza però aggiungere niente e, anzi, perdendone gran parte della forza e dell'interesse.
Anche i continui tentativi di mescolare le carte in tavola e rendere le vicende sempre più complicate e difficili da prevedere hanno l'unico risultato di rendere le cose troppo meccaniche, talvolta anche assurde, e la stessa conclusione dell'opera ne è un esempio emblematico.
Per quanto riguarda, infine, i disegni di Takeshi Obata, questi sono di pregevole fattura e molto ispirati, perfettamente in linea con il tono dell'opera stessa.
In conclusione, Death Note è sicuramente un manga che merita di essere letto, almeno la prima metà, in quanto raggiunge dei livelli altissimi di coinvolgimento e suspense che, se fossero stati mantenuti per tutta quanta l'opera (o se si fosse evitato di allungarla così tanto e ci si fosse limitati alla prima parte soltanto) l'avrebbero resa una delle migliori serie di questi tempi.
Il protagonista della storia è Light Yagami, uno studente modello figlio di un poliziotto con un forte senso della giustizia, nonché un abilissimo hacker informatico.
Un giorno uno shinigami, o dio della morte, decide di far cadere sulla terra il suo death note, un quaderno speciale con il potere di far morire le persone il cui nome venga scritto sulle sue pagine, con varie regole e modalità che vengono spiegate con il proseguire della trama.
Light, dapprima spaventato da una simile scoperta, capisce che quell'oggetto potrebbe diventare un'arma potentissima, in grado di ripulire il mondo ed epurarlo dalla malvagità, così comincia a servirsene in maniera sempre più maniacale, giustiziando i criminali ed attirando sulla vicenda l'attenzione delle forze di polizia dapprima giapponesi, e poi mondiali.
Gran parte della vicenda, poi, è incentrata sul duello psicologico tra Light e Elle, l'investigatore avente l'incarico di trovare e fermare Kira (nome in codice dato dalla polizia al responsabile degli omicidi). Elle è un ottimo detective, geniale e bizzarro, che da subito arriva a sospettare dello stesso Light, mettendo in scena un duello scacchistico tra i due a dir poco geniale e sempre molto avvincente.
<b>Attenzione, possibili spoiler:</b>
Terminatosi lo scontro tra i due con la vittoria del protagonista, il manga prosegue con l'affermazione di Light a capo della polizia e lo "scontro" con i due successori di Elle che proseguiranno l'opera del loro predecessore, ognuno a suo modo.
<b>Fine spoiler.</b>
La trama è davvero ben congeniata, i tranelli che Light o Elle si tendono a vicenda e le successive contromosse sono a dir poco geniali, tanto che a volte si fa quasi fatica a starci dietro. Anche l'idea di base è veramente ottima, lascia sempre al lettore il dubbio su quale dei due schieramenti appoggiare e fa nascere numerosi interrogativi sull'operato dell'uno e dell'altro, rendendo molto difficile decidere chi dei due sia dalla parte del giusto. Tali interrogativi, inoltre, sono essi stessi presenti nell'opera, con molti personaggi che decidono di appoggiare Kira, specie nelle fasi finali, riconoscendo in esso una persona dal forte senso di giustizia che opera per il bene del mondo, e feroci oppositori, convinti dell'erroneità dei suoi gesti, frapponendo tra essi molti indecisi che non sono convinti dello schieramento di cui far parte.
Altro tocco geniale è pure il fatto di non lasciare i due antagonisti estranei tra loro, ma di farli incontrare e, anzi, di far sì che Light aiuti proprio Elle ad arrestare Kira, consentendo così mosse e contromosse altrimenti impossibili tra i due.
Tuttavia, la serie ha anche alcuni difetti che non si possono tralasciare. Innanzitutto, la trama, proprio per la sua elevata componente articolata e la successione di contromosse al limite del comprensibile, spesso lascia il lettore un po' spiazzato, in quanto viene spontaneo ritenere alcune delle mosse dei protagonisti semplicemente assurde o insensate. Inoltre, in vari punti della storia e, principalmente, in tutta la parte descritta nello spoiler, la vicenda ha un fortissimo calo di tono, tale da rendere anche difficile semplicemente proseguire con la lettura. I nuovi personaggi inseriti nell'ultima parte, poi, mancano di carisma e di spessore, ripropongono solamente caratteri già visti nella prima parte, senza però aggiungere niente e, anzi, perdendone gran parte della forza e dell'interesse.
Anche i continui tentativi di mescolare le carte in tavola e rendere le vicende sempre più complicate e difficili da prevedere hanno l'unico risultato di rendere le cose troppo meccaniche, talvolta anche assurde, e la stessa conclusione dell'opera ne è un esempio emblematico.
Per quanto riguarda, infine, i disegni di Takeshi Obata, questi sono di pregevole fattura e molto ispirati, perfettamente in linea con il tono dell'opera stessa.
In conclusione, Death Note è sicuramente un manga che merita di essere letto, almeno la prima metà, in quanto raggiunge dei livelli altissimi di coinvolgimento e suspense che, se fossero stati mantenuti per tutta quanta l'opera (o se si fosse evitato di allungarla così tanto e ci si fosse limitati alla prima parte soltanto) l'avrebbero resa una delle migliori serie di questi tempi.
'Some of these days
You'll miss me honey '' Jean-Paul Sartre, ''La nausea''
'La sete di giustizia è l'eterna sete umana di felicità. E' la felicità che l'uomo non può trovare come individuo isolato e ricerca quindi nella società.'' (H. Kelsen) La desideriamo, e pur chiamandola ad alta voce, la giustizia non disseta mai chi la invoca. E poi arrivò il killer. E poi arrivò il detective.
In ogni istante, in ogni luogo, consapevolmente ignaro della violenza del mondo respiri la banalità del male. Ma a quell'aria fetida oramai da tempo ci sei abituato. Violenza, sangue, abusi, grida e ancora violenza. Urla che nessuno potrà mai sentire, battiti che nessuno potrà mai percepire . E poi di nuovo silenzio.
E' una mattina come tutte le altre. Guardi distrattamente il notiziario e vieni violentato da scene atroci. Scene di una realtà che non ti appartiene. Esci di casa e continui la tua vita normalmente. Gente che litiga per strada, notizie raccapriccianti alla radio. No, questa non è una distopia. E' la tua vita. Fingendo che tutto questo non esista , sopprimendo quel male di vivere, quello spleen che dolcemente ti accompagna, vivi la tua vita solipsistica. E vai avanti così, per molto tempo, senza fare nulla per cambiare le cose.
E come puoi tu, un comune essere mortale cambiare una legge di natura, come puoi fermare i soprusi? Cosa puoi fare tu per cambiare un mondo che va avanti così da sempre, un mondo dove la legge del più forte è ancora valida?
''Homo homini lupus''. L'uomo è un lupo per gli uomini. Essi se legano rapporti di amicizia o formano una società è solo per il timore reciproco. Paura di essere attaccati da quella bestia solitaria che si trova dentro di noi. Solo la legge può portare equilibrio in questo mondo infernale. La legge è il tacito accordo dell'umanità, un umanità spaventata dagli attacchi esterni, un'umanità che decide di coalizzarsi per far sparire le proprie paure. Eppure non è compito della legge rendere gli uomini felici…
E' il 28 novembre del 2003. Nell'aula di un liceo giapponese la giornata procede come al solito. Mentre il professore spiega, uno studente, il cinico diciassettenne Light Yagami, guarda fuori dalla finestra. Da quel momento la sua vita non sarà più la stessa.
Dal cielo è caduto un quaderno nero con sopra una scritta. E poi delle regole.
'L'umano il cui nome sarà scritto su questo quaderno morirà.''
All'inizio crede si tratti solo di uno scherzo elaborato, poi, capisce che il quaderno che stringe tra le mani è l'arma che lo avrebbe potuto liberare dalle catene dell'ingiustizia.
'Ho ucciso un uomo, con le mie mani. Uccidere non è una stupidaggine, che diritto ho io di giudicare il prossimo? No, un momento, non è forse quello che ho sempre pensato? Questo mondo fa schifo! E se la feccia crepasse sarebbe meglio per tutti.''
Il quaderno che con tanto piacevole terrore Light stringe tra le mani non è un semplice quaderno. Non appena viene scritto un nome al suo interno, il quaderno si trasforma in un'arma. In questo il Death note sembra assomigliare alle antiche liste di proscrizione che conobbero i romani all'epoca di Silla e del secondo triumvirato, liste che contenevano i nomi di coloro che dovevano morire e che di lì a poco sarebbero morti. Ma il death note a differenza delle liste di proscrizione che venivano pubblicate e di cui tutti conoscevano il contenuto è un'arma insospettabile. Se infatti non si precisano le circostanza della morte, la vittima che viene scritta nel quaderno muore di arresto cardiaco. E chi mai potrebbe accusare un individuo di averne assassinato un altro se questo è morto per infarto?
3 dicembre 2003. Stanco di vivere in un mondo dove è la legge del più forte a comandare, stanco dei compromessi, stanco dell'omertà, nel buio della sua stanza, Light presta un giuramento di rivoluzione. Se la società non è riuscita ad equilibrare la bilancia della giustizia, allora lui, da solo, lotterà per un mondo migliore.
In una fredda mattina ed insignificante mattina d'inverno un giovane ed intelligentissimo detective deve investigare sul caso più difficile che gli sia mai capitato. Qualcuno sta facendo piazza pulita di tutti i criminali della terra. All'inizio crede si tratti solo di uno scherzo elaborato. I criminali morivano per lo più di infarto. Capisce che dietro la morte dei criminali si cela forse il più grande assassino che la storia abbia mai conosciuto.
'Sta pur certo che ti troverò e ti ucciderò. Io sono la GIUSTIZIA''.
Light è un giovane ed affascinante studente, il più bravo dell'intera nazione. Figlio di un noto ispettore e di una casalinga, il giovane svolge una vita ordinaria. Apprezzato dai coetanei, amato dalle ragazze, Light vive una vita invidiabile agli occhi dei più. Ma non basta. A Light, tutta quell'apparenza non basta. Lui vuole un mondo senza ingiustizie, vuole punire i malvagi. Quello spirito rivoluzionario che arde la sua anima, che accende il suo sguardo, gli farà realizzare il suo desiderio. Ma al di là degli scopi un assassino resta un assassino. E gli assassini vanno puniti. Di questo ne è più che mai convinto L, il misterioso detective che cercherà imperterrito di stanare Kira, il Killer numero uno della terra.
Light e L lottano per un mondo migliore. Ma il loro concetto di giustizia è opposto.
Uccidere è l'unico modo per eliminare il marcio dal mondo e Light ne è più che mai convinto. Se dal piatto della bilancia venissero eliminati i parassiti allora essa tornerebbe in una posizione di equilibrio. Per costruire un nuovo mondo bisogna ricreare l'umanità da zero, distinguere i buoni dai malvagi, lodare gli uni, punire gli altri.
Ma chi sono i buoni e chi i cattivi? Esiste forse un parametro, una regola per stabilire chi ha la coscienza pulita e chi no? Chi dice che uccidere sia la soluzione migliore per punire? Se lo Stato uccide un essere umano non è forse anch'Egli un assassino? Se il criminale viene punito con la morte come potrà capire qual è stato il suo sbaglio? Per rieducare l'assassino il carcere non è forse sufficiente? Non ha forse la prigione, un compito di rieducare le persone per poterle poi inserire nella società? No, Light ritiene che l'unico modo per porre fine alle violenze non è 'educare'', è 'punire''. Sorvegliare e punire. Spogliatosi dei suoi panni di studente, Light diventa un giustiziere. E non se ne pente. Ma è giusto o sbagliato? E' giusto che un giovane ed inesperto studente impugni 'la più devastante arma dopo la bomba atomica?'' E' giusto che Light uccida?
Del resto, cos'è la giustizia?
Indagare sul concetto di giustizia, svelare i paradossi delle legge e le architetture interpretative. E' questo lo scopo del manga più famoso del 2003, Death Note, un titolo che ha infiammato le menti di giovani appassionati di Anime e Manga di tutto il mondo.
Pensato dalla (o dal) prolifica/o Tsugumi Ohba e disegnato dalle sapienti mani di Takeshi Obata, la storia rompe decisamente gli schemi e si rivela estremamente matura per essere pubblicata su una rivista che tratta di shonen. Shōnen Jump è forse una delle più famose riviste settimanali giapponesi. Al suo interno sono pubblicate prevalentemente storie di azione e d'avventura. Forse è proprio questo a rendere Death note tanto celebre. Death note infatti rompe gli schemi con qualunque altro manga pubblicato in quella rivista.
Tsugumi Ohba ha dichiarato che dietro a Death note non si celava un messaggio ben preciso. L'autore infatti voleva soltanto scrivere un thriller. Nel progetto venne coinvolto il maestro Takeshi Obata, conosciuto per il suo tratto realistico e abbastanza scuro. I disegni sono il vero gioiello dell'opera. Maturi, spessi, sporchi e vivi, impreziosiscono una trama profonda e ben meditata. Il connubio dei disegni e della storia hanno dato alla luce un'opera innovativa destinata a cambiare il mondo dei fumetti giapponesi.
Sono in molti a considerare death note un'opera sopravvalutata. Diversi sono infatti i momenti che hanno fatto storcere il naso ai più esperti estimatori di manga, diverse sono state le polemiche. Forse la pecca di Death note è il voler sorprendere fin troppo il lettore ottenendo delle volte l'effetto contrario. Al di là delle contestazioni ritengo che il vero pregio dell'opera non si celi solo nelle atmosfere gotiche, nella presenza di due carismatici protagonisti o di stravaganti dei della morte. Certo, il manga è stato per lungo tempo frutto di un mero franchising che non ha fatto altro che deturpare l'opera e renderla amata presso un pubblico di Otaku per puri scopi di lucro. Sorvolando sulle ragioni 'commerciali'' vorrei concentrarmi sul vero scopo dell'opera.
Death note segna un passaggio nella storia del fumetto e dell'animazione. In un momento storico di profonda crisi non solo economica, ma anche dei valori, in cui non il genere umano non ha più controllo della propria vita, death note rispecchia perfettamente le contraddizioni della società. La crisi ha scardinato gli antichi e sacri valori della società nipponica, una società in cui i mores nel diciannovesimo secolo erano ancora più che mai vivi. Senza un punto di riferimento stabile né politico né culturale, il proprio io si perde in un labirinto senza più riuscire ad uscirne. Da venti anni a questa parte l'animazione e il mondo dei fumetti hanno dimostrato di non essere insensibili alla fortissima crisi che ha colpito il paese. Si parte così da Evangelion, anime che per primo individua una crisi interiore, passando per Satoshi Kon e la sua critica alla società, progressivamente ad un tipo di lettura angosciosa che rispecchia perfettamente il tempo storico che stiamo vivendo. Il lettore di death note si pone degli interrogativi, gli stessi dei protagonisti e inconsciamente sente di provare gli stessi sentimenti. Chi non è indifferente alla vita comprende le contraddizioni di questo mondo.
E' proprio quando ti accorgi di vivere, quando guardandoti allo specchi non ti riconosci, quando senti un senso di distacco da tutto ciò che apparentemente ti è familiare, che provi la nausea. La nausea -dice Sartre- ti fa conoscere la gratuità e la contingenza della vita. L'esistenza non è una spiegazione razionale e solo quando provi il senso di disgusto per il mondo puoi capire ciò. 'Il borghese'', la persona 'perbene'', colui che tutti i giorni trascorre la sua vita incurante delle proprie ansie e preoccupazioni, senza accorgersi del mondo in realtà non vive. Nel silenzio del borghese di fronte alla corruzione, di fronte alle ingiustizie, si avverte il fallimento della società.
Light e L si sono accorti di vivere e provano la nausea, un'amara sensazione positiva. Si sono accorti di esistere nella banalità di questo mondo.
Consiglio Death note a chi (sartianamente!) prova la nausea .
You'll miss me honey '' Jean-Paul Sartre, ''La nausea''
'La sete di giustizia è l'eterna sete umana di felicità. E' la felicità che l'uomo non può trovare come individuo isolato e ricerca quindi nella società.'' (H. Kelsen) La desideriamo, e pur chiamandola ad alta voce, la giustizia non disseta mai chi la invoca. E poi arrivò il killer. E poi arrivò il detective.
In ogni istante, in ogni luogo, consapevolmente ignaro della violenza del mondo respiri la banalità del male. Ma a quell'aria fetida oramai da tempo ci sei abituato. Violenza, sangue, abusi, grida e ancora violenza. Urla che nessuno potrà mai sentire, battiti che nessuno potrà mai percepire . E poi di nuovo silenzio.
E' una mattina come tutte le altre. Guardi distrattamente il notiziario e vieni violentato da scene atroci. Scene di una realtà che non ti appartiene. Esci di casa e continui la tua vita normalmente. Gente che litiga per strada, notizie raccapriccianti alla radio. No, questa non è una distopia. E' la tua vita. Fingendo che tutto questo non esista , sopprimendo quel male di vivere, quello spleen che dolcemente ti accompagna, vivi la tua vita solipsistica. E vai avanti così, per molto tempo, senza fare nulla per cambiare le cose.
E come puoi tu, un comune essere mortale cambiare una legge di natura, come puoi fermare i soprusi? Cosa puoi fare tu per cambiare un mondo che va avanti così da sempre, un mondo dove la legge del più forte è ancora valida?
''Homo homini lupus''. L'uomo è un lupo per gli uomini. Essi se legano rapporti di amicizia o formano una società è solo per il timore reciproco. Paura di essere attaccati da quella bestia solitaria che si trova dentro di noi. Solo la legge può portare equilibrio in questo mondo infernale. La legge è il tacito accordo dell'umanità, un umanità spaventata dagli attacchi esterni, un'umanità che decide di coalizzarsi per far sparire le proprie paure. Eppure non è compito della legge rendere gli uomini felici…
E' il 28 novembre del 2003. Nell'aula di un liceo giapponese la giornata procede come al solito. Mentre il professore spiega, uno studente, il cinico diciassettenne Light Yagami, guarda fuori dalla finestra. Da quel momento la sua vita non sarà più la stessa.
Dal cielo è caduto un quaderno nero con sopra una scritta. E poi delle regole.
'L'umano il cui nome sarà scritto su questo quaderno morirà.''
All'inizio crede si tratti solo di uno scherzo elaborato, poi, capisce che il quaderno che stringe tra le mani è l'arma che lo avrebbe potuto liberare dalle catene dell'ingiustizia.
'Ho ucciso un uomo, con le mie mani. Uccidere non è una stupidaggine, che diritto ho io di giudicare il prossimo? No, un momento, non è forse quello che ho sempre pensato? Questo mondo fa schifo! E se la feccia crepasse sarebbe meglio per tutti.''
Il quaderno che con tanto piacevole terrore Light stringe tra le mani non è un semplice quaderno. Non appena viene scritto un nome al suo interno, il quaderno si trasforma in un'arma. In questo il Death note sembra assomigliare alle antiche liste di proscrizione che conobbero i romani all'epoca di Silla e del secondo triumvirato, liste che contenevano i nomi di coloro che dovevano morire e che di lì a poco sarebbero morti. Ma il death note a differenza delle liste di proscrizione che venivano pubblicate e di cui tutti conoscevano il contenuto è un'arma insospettabile. Se infatti non si precisano le circostanza della morte, la vittima che viene scritta nel quaderno muore di arresto cardiaco. E chi mai potrebbe accusare un individuo di averne assassinato un altro se questo è morto per infarto?
3 dicembre 2003. Stanco di vivere in un mondo dove è la legge del più forte a comandare, stanco dei compromessi, stanco dell'omertà, nel buio della sua stanza, Light presta un giuramento di rivoluzione. Se la società non è riuscita ad equilibrare la bilancia della giustizia, allora lui, da solo, lotterà per un mondo migliore.
In una fredda mattina ed insignificante mattina d'inverno un giovane ed intelligentissimo detective deve investigare sul caso più difficile che gli sia mai capitato. Qualcuno sta facendo piazza pulita di tutti i criminali della terra. All'inizio crede si tratti solo di uno scherzo elaborato. I criminali morivano per lo più di infarto. Capisce che dietro la morte dei criminali si cela forse il più grande assassino che la storia abbia mai conosciuto.
'Sta pur certo che ti troverò e ti ucciderò. Io sono la GIUSTIZIA''.
Light è un giovane ed affascinante studente, il più bravo dell'intera nazione. Figlio di un noto ispettore e di una casalinga, il giovane svolge una vita ordinaria. Apprezzato dai coetanei, amato dalle ragazze, Light vive una vita invidiabile agli occhi dei più. Ma non basta. A Light, tutta quell'apparenza non basta. Lui vuole un mondo senza ingiustizie, vuole punire i malvagi. Quello spirito rivoluzionario che arde la sua anima, che accende il suo sguardo, gli farà realizzare il suo desiderio. Ma al di là degli scopi un assassino resta un assassino. E gli assassini vanno puniti. Di questo ne è più che mai convinto L, il misterioso detective che cercherà imperterrito di stanare Kira, il Killer numero uno della terra.
Light e L lottano per un mondo migliore. Ma il loro concetto di giustizia è opposto.
Uccidere è l'unico modo per eliminare il marcio dal mondo e Light ne è più che mai convinto. Se dal piatto della bilancia venissero eliminati i parassiti allora essa tornerebbe in una posizione di equilibrio. Per costruire un nuovo mondo bisogna ricreare l'umanità da zero, distinguere i buoni dai malvagi, lodare gli uni, punire gli altri.
Ma chi sono i buoni e chi i cattivi? Esiste forse un parametro, una regola per stabilire chi ha la coscienza pulita e chi no? Chi dice che uccidere sia la soluzione migliore per punire? Se lo Stato uccide un essere umano non è forse anch'Egli un assassino? Se il criminale viene punito con la morte come potrà capire qual è stato il suo sbaglio? Per rieducare l'assassino il carcere non è forse sufficiente? Non ha forse la prigione, un compito di rieducare le persone per poterle poi inserire nella società? No, Light ritiene che l'unico modo per porre fine alle violenze non è 'educare'', è 'punire''. Sorvegliare e punire. Spogliatosi dei suoi panni di studente, Light diventa un giustiziere. E non se ne pente. Ma è giusto o sbagliato? E' giusto che un giovane ed inesperto studente impugni 'la più devastante arma dopo la bomba atomica?'' E' giusto che Light uccida?
Del resto, cos'è la giustizia?
Indagare sul concetto di giustizia, svelare i paradossi delle legge e le architetture interpretative. E' questo lo scopo del manga più famoso del 2003, Death Note, un titolo che ha infiammato le menti di giovani appassionati di Anime e Manga di tutto il mondo.
Pensato dalla (o dal) prolifica/o Tsugumi Ohba e disegnato dalle sapienti mani di Takeshi Obata, la storia rompe decisamente gli schemi e si rivela estremamente matura per essere pubblicata su una rivista che tratta di shonen. Shōnen Jump è forse una delle più famose riviste settimanali giapponesi. Al suo interno sono pubblicate prevalentemente storie di azione e d'avventura. Forse è proprio questo a rendere Death note tanto celebre. Death note infatti rompe gli schemi con qualunque altro manga pubblicato in quella rivista.
Tsugumi Ohba ha dichiarato che dietro a Death note non si celava un messaggio ben preciso. L'autore infatti voleva soltanto scrivere un thriller. Nel progetto venne coinvolto il maestro Takeshi Obata, conosciuto per il suo tratto realistico e abbastanza scuro. I disegni sono il vero gioiello dell'opera. Maturi, spessi, sporchi e vivi, impreziosiscono una trama profonda e ben meditata. Il connubio dei disegni e della storia hanno dato alla luce un'opera innovativa destinata a cambiare il mondo dei fumetti giapponesi.
Sono in molti a considerare death note un'opera sopravvalutata. Diversi sono infatti i momenti che hanno fatto storcere il naso ai più esperti estimatori di manga, diverse sono state le polemiche. Forse la pecca di Death note è il voler sorprendere fin troppo il lettore ottenendo delle volte l'effetto contrario. Al di là delle contestazioni ritengo che il vero pregio dell'opera non si celi solo nelle atmosfere gotiche, nella presenza di due carismatici protagonisti o di stravaganti dei della morte. Certo, il manga è stato per lungo tempo frutto di un mero franchising che non ha fatto altro che deturpare l'opera e renderla amata presso un pubblico di Otaku per puri scopi di lucro. Sorvolando sulle ragioni 'commerciali'' vorrei concentrarmi sul vero scopo dell'opera.
Death note segna un passaggio nella storia del fumetto e dell'animazione. In un momento storico di profonda crisi non solo economica, ma anche dei valori, in cui non il genere umano non ha più controllo della propria vita, death note rispecchia perfettamente le contraddizioni della società. La crisi ha scardinato gli antichi e sacri valori della società nipponica, una società in cui i mores nel diciannovesimo secolo erano ancora più che mai vivi. Senza un punto di riferimento stabile né politico né culturale, il proprio io si perde in un labirinto senza più riuscire ad uscirne. Da venti anni a questa parte l'animazione e il mondo dei fumetti hanno dimostrato di non essere insensibili alla fortissima crisi che ha colpito il paese. Si parte così da Evangelion, anime che per primo individua una crisi interiore, passando per Satoshi Kon e la sua critica alla società, progressivamente ad un tipo di lettura angosciosa che rispecchia perfettamente il tempo storico che stiamo vivendo. Il lettore di death note si pone degli interrogativi, gli stessi dei protagonisti e inconsciamente sente di provare gli stessi sentimenti. Chi non è indifferente alla vita comprende le contraddizioni di questo mondo.
E' proprio quando ti accorgi di vivere, quando guardandoti allo specchi non ti riconosci, quando senti un senso di distacco da tutto ciò che apparentemente ti è familiare, che provi la nausea. La nausea -dice Sartre- ti fa conoscere la gratuità e la contingenza della vita. L'esistenza non è una spiegazione razionale e solo quando provi il senso di disgusto per il mondo puoi capire ciò. 'Il borghese'', la persona 'perbene'', colui che tutti i giorni trascorre la sua vita incurante delle proprie ansie e preoccupazioni, senza accorgersi del mondo in realtà non vive. Nel silenzio del borghese di fronte alla corruzione, di fronte alle ingiustizie, si avverte il fallimento della società.
Light e L si sono accorti di vivere e provano la nausea, un'amara sensazione positiva. Si sono accorti di esistere nella banalità di questo mondo.
Consiglio Death note a chi (sartianamente!) prova la nausea .
Inizio questa recensione di Death Note dando un importante consiglio: leggetelo come se finisse al numero 7. E se volete proprio esagerare compratelo fino al numero 7. Il resto è fuffa. Da combattere. Da evitare. Roba scaduta. Chi vivrà vedrà, come si dice.
Death Note è una caccia all'uomo dove due intelligenze (una criminale e una giustizialista) si sfidano e fanno di tutto per realizzare la propria indole. L'impostazione non è per niente male anche se bisogna dire che la sfida tra intellettuale è 'truccata'. Non abbiamo a che fare con una razionalità alla Sherlock Holmes, cioè di una intelligenza che risponde alla logica, ma piuttosto incappiamo in intuizioni viziate da poteri soprannaturali, che trovano poco fondamento nella concatenazione degli eventi reali. Non si tratta di un errore ma di una felice trovata che spiega il vero genio di Death Note, quello di L, il personaggio più famoso della serie. Il suo è un cervello capace di connessioni impossibili che riescono nell'impresa di stupire costantemente il lettore. Infatti chi legge Death Note arriva ad un punto in cui non gli importa di 'come' abbia fatto a capire questa (o quella) determinata cosa. Ma apprezza il fatto stesso che l'abbia capita. Che ne sia stato 'capace'. Che i suoi neuroni abbiano il controllo della realtà simulata del manga. L fa qualcosa che nessuno mai potrebbe replicare. E affascina per questa sua grande dote che tira il carretto del duo Ohba-Obata.
Se questo è il punto di forza di Death Note (oltre ai buoni ed espressivi disegni) resta però di parlare dei molti difetti. E ce ne sarebbe da dire. Dalla ripetitività delle situazioni ai personaggi forzatamente inseriti e di contorno. Dalle figure femminili irritanti alla prolissità dei passaggi. Subentra dunque la pesantezza e la noia per una storia che per sua natura non poteva andare oltre i 7 volumi.
La motivazione del mio voto è la media tra il voto assegnato ai primi 7 volumi e quello assegnato ai restanti. 9 e 3 = 12 diviso 2 ottengo 6.
per la legge del contrappasso sarebbe stato bello poter scrivere sul Death Note il nome di coloro che hanno voluto allungare il brodo. Con la loro avida scelta hanno ammazzato lo shounen. Con un po' di satira macabra li ammazziamo noi. Buon infarto.
Death Note è una caccia all'uomo dove due intelligenze (una criminale e una giustizialista) si sfidano e fanno di tutto per realizzare la propria indole. L'impostazione non è per niente male anche se bisogna dire che la sfida tra intellettuale è 'truccata'. Non abbiamo a che fare con una razionalità alla Sherlock Holmes, cioè di una intelligenza che risponde alla logica, ma piuttosto incappiamo in intuizioni viziate da poteri soprannaturali, che trovano poco fondamento nella concatenazione degli eventi reali. Non si tratta di un errore ma di una felice trovata che spiega il vero genio di Death Note, quello di L, il personaggio più famoso della serie. Il suo è un cervello capace di connessioni impossibili che riescono nell'impresa di stupire costantemente il lettore. Infatti chi legge Death Note arriva ad un punto in cui non gli importa di 'come' abbia fatto a capire questa (o quella) determinata cosa. Ma apprezza il fatto stesso che l'abbia capita. Che ne sia stato 'capace'. Che i suoi neuroni abbiano il controllo della realtà simulata del manga. L fa qualcosa che nessuno mai potrebbe replicare. E affascina per questa sua grande dote che tira il carretto del duo Ohba-Obata.
Se questo è il punto di forza di Death Note (oltre ai buoni ed espressivi disegni) resta però di parlare dei molti difetti. E ce ne sarebbe da dire. Dalla ripetitività delle situazioni ai personaggi forzatamente inseriti e di contorno. Dalle figure femminili irritanti alla prolissità dei passaggi. Subentra dunque la pesantezza e la noia per una storia che per sua natura non poteva andare oltre i 7 volumi.
La motivazione del mio voto è la media tra il voto assegnato ai primi 7 volumi e quello assegnato ai restanti. 9 e 3 = 12 diviso 2 ottengo 6.
per la legge del contrappasso sarebbe stato bello poter scrivere sul Death Note il nome di coloro che hanno voluto allungare il brodo. Con la loro avida scelta hanno ammazzato lo shounen. Con un po' di satira macabra li ammazziamo noi. Buon infarto.
<b> Attenzione: possibili spoiler! </b>
Mi dispiace pensare che Death Note sia considerato uno dei migliori manga mai fatti da molta, molta gente.
Premettiamo che alla fine non è proprio un manga pessimo, Obata disegna bene (ma in Bakuman ha chiaramente messo a disegnare un bambino di otto anni) e la Ohba è una sceneggiatrice decente, anche se evidentemente adatta unicamente a storie di non molti volumi, come ci dimostra DN e come ci ha dimostrato anche Bakuman.
E sostanzialmente è questo il problema di Death Note: l'incapacità della sceneggiatrice di andare avanti dopo la morte di L.
Prima dell'evento DN era un manga carino, che procedeva bene sul suo binario, pur con esagerazioni sporadiche e pur inserendo millemila shinigami per rendere la vita più facile a Light; con la scomparsa di quello che potremmo definire come "antagonista" principale, però, il manga si affloscia definitivamente e la Ohba fa di tutto per allungare il brodo per altri cinque volumi. Spedisce la storia avanti di due anni dando il mondo in mano a Kira (e non si capisce perché diamine Light non governi il mondo, visto che praticamente tutti lo amano, ha anche un telegiornale privato e alla TV non parlano d'altro...), inserisce Mello e Near tentando di dare alla storia degli antagonisti carismatici come L, fallendo miseramente in quanto la battaglia psicologica, unico elemento veramente interessante nel manga, viene ridimensionata vistosamente, prova a inserire mille personaggi nel tentativo di rendere la storia più interessante ma dimenticandosi di dare agli stessi una caratterizzazione decente e poi toppa ancora nel finale, ponendo Light come un semplice pazzoide rimbambito e non come una persona che, animata da un nobile ideale, ha perso il senno per colpa della corruzione del suo mondo.
Alla fine quello che ne esce è un manga dalle premesse molto interessanti che rimane però ancorato allo standard dello shonen, senza provare a sviluppare quella maturità che la trama presupponeva e senza cercare di dare, cosa che con una simile storia sarebbe stata una cosa ovvia, all'opera una connotazione critica nei confronti della società.
E fatemi dire a coloro che ancora non lo hanno capito che la morte e le situazioni violente non fanno di questo manga un seinen come molti affermano.
Mi dispiace pensare che Death Note sia considerato uno dei migliori manga mai fatti da molta, molta gente.
Premettiamo che alla fine non è proprio un manga pessimo, Obata disegna bene (ma in Bakuman ha chiaramente messo a disegnare un bambino di otto anni) e la Ohba è una sceneggiatrice decente, anche se evidentemente adatta unicamente a storie di non molti volumi, come ci dimostra DN e come ci ha dimostrato anche Bakuman.
E sostanzialmente è questo il problema di Death Note: l'incapacità della sceneggiatrice di andare avanti dopo la morte di L.
Prima dell'evento DN era un manga carino, che procedeva bene sul suo binario, pur con esagerazioni sporadiche e pur inserendo millemila shinigami per rendere la vita più facile a Light; con la scomparsa di quello che potremmo definire come "antagonista" principale, però, il manga si affloscia definitivamente e la Ohba fa di tutto per allungare il brodo per altri cinque volumi. Spedisce la storia avanti di due anni dando il mondo in mano a Kira (e non si capisce perché diamine Light non governi il mondo, visto che praticamente tutti lo amano, ha anche un telegiornale privato e alla TV non parlano d'altro...), inserisce Mello e Near tentando di dare alla storia degli antagonisti carismatici come L, fallendo miseramente in quanto la battaglia psicologica, unico elemento veramente interessante nel manga, viene ridimensionata vistosamente, prova a inserire mille personaggi nel tentativo di rendere la storia più interessante ma dimenticandosi di dare agli stessi una caratterizzazione decente e poi toppa ancora nel finale, ponendo Light come un semplice pazzoide rimbambito e non come una persona che, animata da un nobile ideale, ha perso il senno per colpa della corruzione del suo mondo.
Alla fine quello che ne esce è un manga dalle premesse molto interessanti che rimane però ancorato allo standard dello shonen, senza provare a sviluppare quella maturità che la trama presupponeva e senza cercare di dare, cosa che con una simile storia sarebbe stata una cosa ovvia, all'opera una connotazione critica nei confronti della società.
E fatemi dire a coloro che ancora non lo hanno capito che la morte e le situazioni violente non fanno di questo manga un seinen come molti affermano.
Death Note è un'opera di cui devo ancora capirne il senso. Davvero, proprio non ci riesco!
Non è per cattiveria, né per anticonformismo di sorta, è che proprio non sono riuscito più a seguirne il filo dopo il 5°/6° volume! Ma andiamo con ordine...
La trama parte con un'idea tanto semplice quanto geniale a modo suo: Light Yagami è un annoiato quanto intelligente studente delle superiori, figlio di un detective della polizia e profondamente disgustato dal mondo in cui vive. Un giorno, durante le lezioni, vede cadere dal cielo un quaderno, ed incuriosito decide di andare in cortile a controllare una volta finite le lezioni. Giunto sul posto Light nota il quaderno e, dopo averne letto le strane istruzioni riportate all'interno, decide di raccoglierlo e portarlo con sé a casa. Spinto dalla curiosità e dalla stranezza delle istruzioni presenti sul quaderno, Light decide di testarlo e scopre che il suo potere è reale e che con esso può uccidere chiunque voglia scrivendo semplicemente il nome della vittima designata. Ripresosi dalla scoperta Light viene contattato da uno shinigami di nome Ryuk, il quale spiega al ragazzo che quel quaderno è stato lanciato nel mondo degli umani per gioco e che ora apparteneva a lui fino a quando non sarebbe morto. Assalito da un sempre più crescente complesso di onnipotenza, Light decide allora di agire sotto mentite spoglie al fine di eliminare tutti i criminali esistenti sulla faccia della terra.
Fin qua ci siamo e le premesse promettono fin troppo bene... eppure c'è un "ma" che mi impedisce di considerare quest'opera degna di nota ed ammirazione. Sono sempre stato dell'idea che un'opera per essere ampiamente fruibile dal pubblico debba essere principalmente dinamica nella propria narrazione e che i dialoghi debbano essere dosati in maniera saggia, ma a quanto pare Tsugumi Ohba questo dettaglio se l'è scordato ben prima di iniziare l'opera stessa. E' difatti l'inquietante, quanto monolitica, quantità di dialoghi il vero male di Death Note, una mole inizialmente attraente, poi fastidiosa, infine molesta. L'autrice dei testi (i disegni sono a cura di Takeshi Obata, vero professionista delle chine dal tratto pulito, dettagliato ed elegante) raggiunge difatti picchi di logorroicità epocali con risvolti a tratti psicotici e capaci di distogliere il lettore (i pochi sopravvissuti, s'intende) da quelle che sono cattive caratterizzazioni e scelte narrative alquanto discutibili. Ad iniziare da L, il buono della prima parte del manga, nonché personaggio al limite dell'inverosimile e dall'aspetto esplicitamente burtoniano (l'autrice lo giustifica definendolo un genio della logica, ma in realtà altro non è che una narcisistica rappresentazione di se stessa). Fino a metà dell'opera L riesce ad attrarre anche le simpatie del lettore con le sue eccentricità infantili (è vorace di dolci e anziché sedersi normalmente preferisce assumere una posa da cova - esatto, come le galline), eppure anche lui finisce per risultare ridondante, tronfio e addirittura capace di strappare al lettore qualche bestemmia per quanto è il tempo che perde nel spiegare le proprie teorie. Uscito dal ciclo narrativo (non dico come che altrimenti è spoiler), L viene sostituito da Gianni e Pinot... ehm, Near e Mello, ovvero una coppia di mocciosi in fase emo pre-adolescenziale, capaci di smascherare Light che nel frattempo, e con la massima nonchalance, si è fatto assumere dalla Polizia giapponese che, inconsapevolmente, gli ha messo a disposizione un ampio database da cui attingere vittime per il suo quaderno. In pratica un adulto capace per anni di beffare la Polizia e l'Interpol facendo il bello ed il cattivo tempo, e che in teoria dovrebbe avere degli attributi grandi quanto il monte Everest, viene battuto da un paio di mocciosetti che ancora non sanno cosa sia lo sviluppo ormonale? Ah beh, tutto logico e nella norma! Aldilà di ciò e di altre inutili aggiunte (qualcuno ha detto Misa?), Death Note soffre terribilmente della troppa voglia di fare degli autori che nel tentativo di creare qualcosa di buono hanno finito per creare un opera che per 3/4 è composta da baloons contenenti testo (per la gioia di Obata, ovviamente). Portare a termine la lettura di questo manga è veramente impresa ardua e se ci riuscite senza risentirne beh, avrete la mia stima.
Complessivamente abbiamo fra le mani un paradosso editoriale, una storia scritta su di un concept originale e decisamente intrigante, ma che riesce, paradossalmente, a trovare la propria dimensione solo nella riproposizione animata (dove, giustamente, gli errori narrativi risaltano di più e la trama riesce ad essere capita con meno fatica). Un occasione persa, da parte degli autori e degli editori, di creare qualcosa di veramente valido nonché capace di restare meritatamente nella storia del fumetto "Made in Japan".
Non è per cattiveria, né per anticonformismo di sorta, è che proprio non sono riuscito più a seguirne il filo dopo il 5°/6° volume! Ma andiamo con ordine...
La trama parte con un'idea tanto semplice quanto geniale a modo suo: Light Yagami è un annoiato quanto intelligente studente delle superiori, figlio di un detective della polizia e profondamente disgustato dal mondo in cui vive. Un giorno, durante le lezioni, vede cadere dal cielo un quaderno, ed incuriosito decide di andare in cortile a controllare una volta finite le lezioni. Giunto sul posto Light nota il quaderno e, dopo averne letto le strane istruzioni riportate all'interno, decide di raccoglierlo e portarlo con sé a casa. Spinto dalla curiosità e dalla stranezza delle istruzioni presenti sul quaderno, Light decide di testarlo e scopre che il suo potere è reale e che con esso può uccidere chiunque voglia scrivendo semplicemente il nome della vittima designata. Ripresosi dalla scoperta Light viene contattato da uno shinigami di nome Ryuk, il quale spiega al ragazzo che quel quaderno è stato lanciato nel mondo degli umani per gioco e che ora apparteneva a lui fino a quando non sarebbe morto. Assalito da un sempre più crescente complesso di onnipotenza, Light decide allora di agire sotto mentite spoglie al fine di eliminare tutti i criminali esistenti sulla faccia della terra.
Fin qua ci siamo e le premesse promettono fin troppo bene... eppure c'è un "ma" che mi impedisce di considerare quest'opera degna di nota ed ammirazione. Sono sempre stato dell'idea che un'opera per essere ampiamente fruibile dal pubblico debba essere principalmente dinamica nella propria narrazione e che i dialoghi debbano essere dosati in maniera saggia, ma a quanto pare Tsugumi Ohba questo dettaglio se l'è scordato ben prima di iniziare l'opera stessa. E' difatti l'inquietante, quanto monolitica, quantità di dialoghi il vero male di Death Note, una mole inizialmente attraente, poi fastidiosa, infine molesta. L'autrice dei testi (i disegni sono a cura di Takeshi Obata, vero professionista delle chine dal tratto pulito, dettagliato ed elegante) raggiunge difatti picchi di logorroicità epocali con risvolti a tratti psicotici e capaci di distogliere il lettore (i pochi sopravvissuti, s'intende) da quelle che sono cattive caratterizzazioni e scelte narrative alquanto discutibili. Ad iniziare da L, il buono della prima parte del manga, nonché personaggio al limite dell'inverosimile e dall'aspetto esplicitamente burtoniano (l'autrice lo giustifica definendolo un genio della logica, ma in realtà altro non è che una narcisistica rappresentazione di se stessa). Fino a metà dell'opera L riesce ad attrarre anche le simpatie del lettore con le sue eccentricità infantili (è vorace di dolci e anziché sedersi normalmente preferisce assumere una posa da cova - esatto, come le galline), eppure anche lui finisce per risultare ridondante, tronfio e addirittura capace di strappare al lettore qualche bestemmia per quanto è il tempo che perde nel spiegare le proprie teorie. Uscito dal ciclo narrativo (non dico come che altrimenti è spoiler), L viene sostituito da Gianni e Pinot... ehm, Near e Mello, ovvero una coppia di mocciosi in fase emo pre-adolescenziale, capaci di smascherare Light che nel frattempo, e con la massima nonchalance, si è fatto assumere dalla Polizia giapponese che, inconsapevolmente, gli ha messo a disposizione un ampio database da cui attingere vittime per il suo quaderno. In pratica un adulto capace per anni di beffare la Polizia e l'Interpol facendo il bello ed il cattivo tempo, e che in teoria dovrebbe avere degli attributi grandi quanto il monte Everest, viene battuto da un paio di mocciosetti che ancora non sanno cosa sia lo sviluppo ormonale? Ah beh, tutto logico e nella norma! Aldilà di ciò e di altre inutili aggiunte (qualcuno ha detto Misa?), Death Note soffre terribilmente della troppa voglia di fare degli autori che nel tentativo di creare qualcosa di buono hanno finito per creare un opera che per 3/4 è composta da baloons contenenti testo (per la gioia di Obata, ovviamente). Portare a termine la lettura di questo manga è veramente impresa ardua e se ci riuscite senza risentirne beh, avrete la mia stima.
Complessivamente abbiamo fra le mani un paradosso editoriale, una storia scritta su di un concept originale e decisamente intrigante, ma che riesce, paradossalmente, a trovare la propria dimensione solo nella riproposizione animata (dove, giustamente, gli errori narrativi risaltano di più e la trama riesce ad essere capita con meno fatica). Un occasione persa, da parte degli autori e degli editori, di creare qualcosa di veramente valido nonché capace di restare meritatamente nella storia del fumetto "Made in Japan".
Io mi sono chiesta: cos'ha di speciale questo fumetto che, non solo dopo due volumi, ma già dal primo poteva concludersi? La mia risposta? Non ha niente di speciale e non ha niente di così bello e emozionante come dice certa gente anzi! La trama, ripeto, non mi ha entusiasmato più di tanto, a dire il vero, mi ha annoiato molto perché certi dialoghi sono alquanto noiosi. Non dico niente per la grafica che quella almeno si salva, ma voglio soffermarmi di più su i due personaggi principali del manga; ovvero: "L" e "Light". "L" mi ricorda un personaggio che, io che scrivo storie, chiamo Mary Sue e questa caratteristica l'adottiamo quando ci sono personaggi bravissimi, intelligenti e che capiscono le cose al volo e "L" è appunto uno di questo e io mi domando: se ha già capito chi è l'assassino, se ha già capito subito che tipo di caratteristiche ha il suo rivale, perché non lo rintraccia e lo arresta, invece di restare a rimuginare lì sui vari omicidi che il suo rivale commette a ogni ora del giorno e della sera? Poi, infine, per quanto riguarda "Light/Kira" è un personaggio che, secondo me, è riuscito davvero male per il semplice fatto che, andando in giro avendo sempre il suo sguardo serioso, che guardava male sempre le persone, era abbastanza ovvio che dava troppo nell'occhio ed era anche evidente che aveva un qualcosa che nascondeva, non vi pare?
Inutile descrivere la storia di questo conosciutissimo manga o elencare i personaggi. Death Note è ormai entrato nell'olimpo dei fumetti.
Vorrei più che altro focalizzarmi sulla bravura di Ohba nel rendere la distinzione tra bene e male praticamente nulla. Proprio come in alcuni movie di Miyazaki, il giusto e lo sbagliato corrono sullo stesso filo sottile e molte volte si scambiano i ruoli.
E' molto facile immedesimarsi in Raito o in Eru e molte volte, senza rendervene conto, vi allontanerete da quel desiderio di giustizia che vi aveva spinto a tifare per un personaggio in particolare.
Insomma è uno di quei manga su cui potrete confrontarvi per ore e ore con i vostri amici, perchè ha mille sfaccettature, una trama mai stancante (anche se in certi punti cala drasticamente, ma si riprende altrettanto velocemente) e originale.
L'unica pecca, se proprio la vogliamo trovare, sono i dialoghi molto lunghi e prolissi, ma sono giustificabili a causa della trama complessa. Non rimangono dunque punti in sospeso, se non una o due domande marginali e non importanti.
Tutto questo condito dai disegni di Obata, anche qui non credo ci sia bisogno di presentazioni.
Un must have. Possibilmente nell'edizione normale... lasciate perdere Black, Deluxe, megaiperultra edition.
Sono un purista delle edizioni e tutte queste ''buffonate'' servono solo a giustificare il prezzo veramente eccessivo ed elevato delle ristampe.
Vorrei più che altro focalizzarmi sulla bravura di Ohba nel rendere la distinzione tra bene e male praticamente nulla. Proprio come in alcuni movie di Miyazaki, il giusto e lo sbagliato corrono sullo stesso filo sottile e molte volte si scambiano i ruoli.
E' molto facile immedesimarsi in Raito o in Eru e molte volte, senza rendervene conto, vi allontanerete da quel desiderio di giustizia che vi aveva spinto a tifare per un personaggio in particolare.
Insomma è uno di quei manga su cui potrete confrontarvi per ore e ore con i vostri amici, perchè ha mille sfaccettature, una trama mai stancante (anche se in certi punti cala drasticamente, ma si riprende altrettanto velocemente) e originale.
L'unica pecca, se proprio la vogliamo trovare, sono i dialoghi molto lunghi e prolissi, ma sono giustificabili a causa della trama complessa. Non rimangono dunque punti in sospeso, se non una o due domande marginali e non importanti.
Tutto questo condito dai disegni di Obata, anche qui non credo ci sia bisogno di presentazioni.
Un must have. Possibilmente nell'edizione normale... lasciate perdere Black, Deluxe, megaiperultra edition.
Sono un purista delle edizioni e tutte queste ''buffonate'' servono solo a giustificare il prezzo veramente eccessivo ed elevato delle ristampe.
Perché Death Note piace e continua a ricevere consensi positivi tutt'ora e continua ad essere considerato (a 10 anni dalla sua pubblicazione) uno dei migliori manga di sempre? Semplice: lo è.
Trama: 10 Originale, intrigante, mai scontata... La sceneggiatura di Death Note è in grado di competere tranquillamente con quella delle maggiori produzioni hollywoodiane se non addirittura di surclassarle, non si ha mai la sensazione di leggere una storia singola, ma si ha una visione delle vicende variegata dal momento che il punto di vista va da un personaggio all'altro, i personaggi trasudano carisma da tutti i pori dal primo all'ultimo e non annoiano mai.
Disegni: 10 La cura per i dettagli e quasi maniacale, scenari particolareggiati, le espressioni dei personaggi a volte basterebbero da sole per lasciarci capire cosa provano e cosa pensano, inquadrature semplicemente perfette.
E' impossibile non consigliare a qualcuno Death Note, anche se non si è amanti del genere psicologico-poliziesco, resta uno dei migliori manga di sempre, perderselo sarebbe un grave errore!
Trama: 10 Originale, intrigante, mai scontata... La sceneggiatura di Death Note è in grado di competere tranquillamente con quella delle maggiori produzioni hollywoodiane se non addirittura di surclassarle, non si ha mai la sensazione di leggere una storia singola, ma si ha una visione delle vicende variegata dal momento che il punto di vista va da un personaggio all'altro, i personaggi trasudano carisma da tutti i pori dal primo all'ultimo e non annoiano mai.
Disegni: 10 La cura per i dettagli e quasi maniacale, scenari particolareggiati, le espressioni dei personaggi a volte basterebbero da sole per lasciarci capire cosa provano e cosa pensano, inquadrature semplicemente perfette.
E' impossibile non consigliare a qualcuno Death Note, anche se non si è amanti del genere psicologico-poliziesco, resta uno dei migliori manga di sempre, perderselo sarebbe un grave errore!
Death Note è uno Shounen manga scritto da Tsugumi Ohba (Bakuman) e Takeshi Obata (Bakuman, Blue Dragon, Hikaru no Go) al comparto grafico, pubblicato in Italia da Planet Manga al costo di 3,90 euro e successivamente a 14,90 euro con la Black Edition.
Beh, un cult ormai, ha creato un vero e proprio movimento facendo appassionare a questo mondo centinaia di ragazzi.
Ormai si è detto qualsiasi cosa su questo manga, dalle più alte onorificenze alle più basse critiche.
Sta di fatto che qualsivoglia sia la propria opinione ci si trova tutti d'accordo sul fatto che questa opera ha aiutato il mondo dei manga (sopratutto in paesi esterni al Giappone) e sicuramente a rivoluzionato il genere.
La storia si incentra sulla sfida psicologica di due personaggi, Light Yagami ed L, e su un quaderno della morte, il Death Note appunto.
Light è un brillante studente Giapponese perennemente annoiato e stufo del mondo in cui vive, pieno di criminalità e falsità. Un giorno vede cadere dal cielo un quaderno che successivamente scoprirà essere il Death Note di uno shinigami, Ryuk, il quale lo fa cadere nel mondo degli umani perché annoiato dal suo monotono mondo e con il quale si possono uccidere le persone scrivendone il nome e conoscendone il volto.
Grazie a questo quaderno Light comincerà a giustiziare i criminali di tutta la Terra in modo da creare un nuovo mondo composta solo da gente giusta, in cui lui sarà un Dio. Ben presto viene soprannominato Kira (ovvero Killer) e anche le autorità di tutto il mondo cominciano ad interessarsi al caso e principalmente il più grande detective del mondo, L, che inizierà una guerra psicologica con lui.
Sicuramente una trama originale e allo stesso tempo appassionante, continui colpi di scena e risvolti psicologici dei personaggi eccezionali.
La lotta psicologica dei personaggi è il fulcro del manga, continue supposizioni e colpi bassi per scoprire uno l'identità dell'altro.
I personaggi sono eccezionali, tutti con un grande spessore e una certa dose di pazzia e genialità. Eccezionale lo shinigami Ryuk, continuamente neutrale e con l'unico scopo di divertirsi ed e forse proprio lui il personaggio più diabolico che instilla il seme del peccato in Light.
I disegni sono eccezionali, molto realistici e che riescono a farti entrare a pieno nella storia.
Purtroppo il manga ha la sua dose di difetti, infatti dal sesto volume in poi (ovvero dalla seconda metà del manga in poi) c'è una lenta discesa verso il baratro con l'introduzione di personaggi poco carismatici e un finale forzato e poco convincente.
Per concludere è un manga che non può mancare nella vostra libreria.
Beh, un cult ormai, ha creato un vero e proprio movimento facendo appassionare a questo mondo centinaia di ragazzi.
Ormai si è detto qualsiasi cosa su questo manga, dalle più alte onorificenze alle più basse critiche.
Sta di fatto che qualsivoglia sia la propria opinione ci si trova tutti d'accordo sul fatto che questa opera ha aiutato il mondo dei manga (sopratutto in paesi esterni al Giappone) e sicuramente a rivoluzionato il genere.
La storia si incentra sulla sfida psicologica di due personaggi, Light Yagami ed L, e su un quaderno della morte, il Death Note appunto.
Light è un brillante studente Giapponese perennemente annoiato e stufo del mondo in cui vive, pieno di criminalità e falsità. Un giorno vede cadere dal cielo un quaderno che successivamente scoprirà essere il Death Note di uno shinigami, Ryuk, il quale lo fa cadere nel mondo degli umani perché annoiato dal suo monotono mondo e con il quale si possono uccidere le persone scrivendone il nome e conoscendone il volto.
Grazie a questo quaderno Light comincerà a giustiziare i criminali di tutta la Terra in modo da creare un nuovo mondo composta solo da gente giusta, in cui lui sarà un Dio. Ben presto viene soprannominato Kira (ovvero Killer) e anche le autorità di tutto il mondo cominciano ad interessarsi al caso e principalmente il più grande detective del mondo, L, che inizierà una guerra psicologica con lui.
Sicuramente una trama originale e allo stesso tempo appassionante, continui colpi di scena e risvolti psicologici dei personaggi eccezionali.
La lotta psicologica dei personaggi è il fulcro del manga, continue supposizioni e colpi bassi per scoprire uno l'identità dell'altro.
I personaggi sono eccezionali, tutti con un grande spessore e una certa dose di pazzia e genialità. Eccezionale lo shinigami Ryuk, continuamente neutrale e con l'unico scopo di divertirsi ed e forse proprio lui il personaggio più diabolico che instilla il seme del peccato in Light.
I disegni sono eccezionali, molto realistici e che riescono a farti entrare a pieno nella storia.
Purtroppo il manga ha la sua dose di difetti, infatti dal sesto volume in poi (ovvero dalla seconda metà del manga in poi) c'è una lenta discesa verso il baratro con l'introduzione di personaggi poco carismatici e un finale forzato e poco convincente.
Per concludere è un manga che non può mancare nella vostra libreria.
Sicuramente è uno dei manga più famosi e che ha avuto più successo negli ultimi anni, ci sono state tante critiche e tante mode lanciate di seguito al fenomeno "Death Note", ma a parte questo, per me è e rimane un capolavoro (e credo di non esagerare).
La trama è famosissima, e pur essendo molto semplice è anche molto efficace ed intrigante: Light Yagami è un ragazzo intelligentissimo, ottimi voti a scuola, ottimo intuito, grande spirito di osservazione. Un giorno vede cadere un quaderno dal cielo, lo raccoglie e vede scritto sopra "death note", cioè quaderno della morte. Leggendo le istruzioni sul retro viene a comprendere che quello non è un quaderno come tutti gli altri, infatti se vi si scrive il nome di una persona conoscendone il volto questa muore. Light, che all'inizio era un po' scettico, dopo averlo testato decide di cambiare il mondo, uccidendo tutti i criminali e dando vita ad una nuova, "vera" giustizia, con l'aiuto di Ryuk, lo shinigami che aveva lasciato cadere il quaderno sulla terra.
E' qui che iniziano le vicende legate alle "strane morti" commesse da un certo "Kira", che diverranno oggetto d'indagine dapprima della polizia giapponese con l'aiuto con detective più famoso al mondo, Elle, e poi addirittura della polizia statunitense.
In Death Note si mostra formidabile il duo Tsugumi Ohba alla storia e Takeshi Obata ai disegni.
In uno shonen di puro combattimento psicologico, ben pensato e collaudato, i due mangaka riescono a mostrarci tutto il loro talento in una storia che ci sembra molto realistica, pur avendo caratteri fantastici, e ben studiata, in particolare dal punto di vista scenografico.
E' un manga molto interessante, che va letto con attenzione, di fatti la lettura non è molto leggera, anzi, è colma di dialoghi in perfetto stile Ohba, ma riesce comunque a prendere il lettore.
I disegni sono particolareggiati e realistici. Il tratto è spesso pesante e scandito da uno sfondo puramente
dark-gotico.
Un manga che oltre agli "psico-combattimenti" ci fa riflettere molto sul vero senso di giustizia, sull'intelligenza e sui valori dei protagonisti e su temi molto attuali come la pena di morte e sulla condizione umana.
Chi è che predica la vera "giustizia"? Scopritelo leggendo questo avvincente manga, edito in varie edizioni da Planet Manga e dal quale è stato tratto l'anime (trasmesso su Mtv), assolutamente da non perdere.
La trama è famosissima, e pur essendo molto semplice è anche molto efficace ed intrigante: Light Yagami è un ragazzo intelligentissimo, ottimi voti a scuola, ottimo intuito, grande spirito di osservazione. Un giorno vede cadere un quaderno dal cielo, lo raccoglie e vede scritto sopra "death note", cioè quaderno della morte. Leggendo le istruzioni sul retro viene a comprendere che quello non è un quaderno come tutti gli altri, infatti se vi si scrive il nome di una persona conoscendone il volto questa muore. Light, che all'inizio era un po' scettico, dopo averlo testato decide di cambiare il mondo, uccidendo tutti i criminali e dando vita ad una nuova, "vera" giustizia, con l'aiuto di Ryuk, lo shinigami che aveva lasciato cadere il quaderno sulla terra.
E' qui che iniziano le vicende legate alle "strane morti" commesse da un certo "Kira", che diverranno oggetto d'indagine dapprima della polizia giapponese con l'aiuto con detective più famoso al mondo, Elle, e poi addirittura della polizia statunitense.
In Death Note si mostra formidabile il duo Tsugumi Ohba alla storia e Takeshi Obata ai disegni.
In uno shonen di puro combattimento psicologico, ben pensato e collaudato, i due mangaka riescono a mostrarci tutto il loro talento in una storia che ci sembra molto realistica, pur avendo caratteri fantastici, e ben studiata, in particolare dal punto di vista scenografico.
E' un manga molto interessante, che va letto con attenzione, di fatti la lettura non è molto leggera, anzi, è colma di dialoghi in perfetto stile Ohba, ma riesce comunque a prendere il lettore.
I disegni sono particolareggiati e realistici. Il tratto è spesso pesante e scandito da uno sfondo puramente
dark-gotico.
Un manga che oltre agli "psico-combattimenti" ci fa riflettere molto sul vero senso di giustizia, sull'intelligenza e sui valori dei protagonisti e su temi molto attuali come la pena di morte e sulla condizione umana.
Chi è che predica la vera "giustizia"? Scopritelo leggendo questo avvincente manga, edito in varie edizioni da Planet Manga e dal quale è stato tratto l'anime (trasmesso su Mtv), assolutamente da non perdere.
Semplicemente la miglior serie manga che io abbia mai letto. Solamente mi chiedo come una sola persona possa riuscire a creare questa sceneggiatura... né il minimo dettaglio, né la minima opzione non vengono analizzati. Ohba è riuscita a creare una storia e collocare ogni particolare minuziosamente, creando la trama perfetta, completa sotto ogni punto di vista. Ancora mi sorprendo di come una persona possa analizzare una particolare vicenda in modo così completo nella sua interezza. Finora ho letto diverse centinaia di manga, che, nella mia testa, ho valutato creandomi una sorta di "scala" valutativa. Ma leggendo Death Note, mi sono reso conto che quest'opera si eleva nettamente al di sopra della scala con cui normalmente valutavo gli altri manga. Non è semplicemente un gradino sopra gli altri, ma una distanza straordinariamente maggiore.
<b> Attenzione, presenti spoiler! </b>
Uno dei pochissimi manga che dopo aver acquistato ho rivenduto nel giro di poco tempo. Per il semplice fatto che trovo sia uno dei fumetti più sopravvalutati di sempre. Death Note è tutt'ora molto popolare, e viene continuamente ristampato; ma si sa che quando qualcosa riceve così tanti consensi molto spesso è sintomo di banalità e di situazioni all'apparenza intriganti a buon mercato.
La storia a grandi linee potrebbe anche essere leggibile, le situazioni si intrecciano e si ribaltano più volte e all'inizio lo ammetto è un bel manga. Ma il protagonista parte subito male, guarda caso è un giovane ragazzo prodigio, lo studente più intelligente del Giappone tanto per cambiare; ma già qua perde subito credibilità visto che quando incontra uno shinigami di nome Ryuk (personaggio simpatico) da subito Light viene a conoscenza che al possessore del Death Note spetta una fine diversa dal resto dei personaggi ma nonostante questo la versione giapponese di Justin Bieber continua a giocare a fare Dio perché ovviamente ha molto a cuore il genere umano.
Oltre a questo, un altro punto debole di Death Note di grande rilevanza è L. L'antagonista è il punto di forza della storia, è il personaggio che dà più fascino ad essa, ma si decide di farlo morire, e questa è una scelta coraggiosa e potrebbe funzionare se non fosse che se si decide di far morire un personaggio come L a metà storia, di conseguenza è obbligatoria l'entrata in scena di uno o più personaggi che lo sostituiscano egualmente se non meglio. E invece ci rifilano due bambini che lontanamente sembrano dei surrogati di L.
I disegni sono molto belli e quindi potrebbe meritare un voto più mediocre, ma il 5 scende giustamente a 3 perché i disegni per quanto belli che siano spesso non sono godibili visto che nelle pagine ci sono più parole che altro.
Gli autori hanno fatto e fanno di meglio, Death Note resta il loro manga più famoso anche se più che un manga resterà una moda.
Uno dei pochissimi manga che dopo aver acquistato ho rivenduto nel giro di poco tempo. Per il semplice fatto che trovo sia uno dei fumetti più sopravvalutati di sempre. Death Note è tutt'ora molto popolare, e viene continuamente ristampato; ma si sa che quando qualcosa riceve così tanti consensi molto spesso è sintomo di banalità e di situazioni all'apparenza intriganti a buon mercato.
La storia a grandi linee potrebbe anche essere leggibile, le situazioni si intrecciano e si ribaltano più volte e all'inizio lo ammetto è un bel manga. Ma il protagonista parte subito male, guarda caso è un giovane ragazzo prodigio, lo studente più intelligente del Giappone tanto per cambiare; ma già qua perde subito credibilità visto che quando incontra uno shinigami di nome Ryuk (personaggio simpatico) da subito Light viene a conoscenza che al possessore del Death Note spetta una fine diversa dal resto dei personaggi ma nonostante questo la versione giapponese di Justin Bieber continua a giocare a fare Dio perché ovviamente ha molto a cuore il genere umano.
Oltre a questo, un altro punto debole di Death Note di grande rilevanza è L. L'antagonista è il punto di forza della storia, è il personaggio che dà più fascino ad essa, ma si decide di farlo morire, e questa è una scelta coraggiosa e potrebbe funzionare se non fosse che se si decide di far morire un personaggio come L a metà storia, di conseguenza è obbligatoria l'entrata in scena di uno o più personaggi che lo sostituiscano egualmente se non meglio. E invece ci rifilano due bambini che lontanamente sembrano dei surrogati di L.
I disegni sono molto belli e quindi potrebbe meritare un voto più mediocre, ma il 5 scende giustamente a 3 perché i disegni per quanto belli che siano spesso non sono godibili visto che nelle pagine ci sono più parole che altro.
Gli autori hanno fatto e fanno di meglio, Death Note resta il loro manga più famoso anche se più che un manga resterà una moda.
Credo che Ohba e Obata siano una coppia di autori con pochi eguali tra i mangaka. Nel panorama del fumetto del sol levante, Death Note prima e Bakuman poi hanno portato una salutare ventata di novità.
Death Note, in particolare, è un manga geniale che riesce a tenere il lettore incollato alle pagine senza combattimenti avvincenti o sfoggio di mutandine e scene di sesso, ma con una trama avvincente, giocata sui ragionamenti cervellotici dei due protagonisti del manga, Light Yagami, alias Kira, ed L. Il primo è il figlio di un investigatore che, entrato in possesso del Death Note, un quaderno che porta alla morte della persona che risponde al nome che vi viene scritto, decide di liberare il mondo dalla malvagità col fine di diventare una sorta di dio di un futuro mondo privo di criminalità. L invece è un superinvestigatore con il quale la polizia collabora al fine di risolvere i casi più complicati. Il bello, in Death Note, è che non si riesce bene a stabilire chi sia il buono e chi il cattivo. Il protagonista, Light, è mosso da forti principi di giustizia, è uno studente impeccabile, bello, intelligente, ha successo con le ragazze e nella vita ed utilizza il Death Note per uccidere persone malvagie, ma assume connotati negativi nell'aspirare a diventare una sorta di divinità e nel fatto che alla lunga perderà di vista le regole della moralità, finendo per uccidere anche innocenti al fine di salvare se stesso e il suo ideale, che sulla carta è positivo. L è un soggetto quasi autistico, isolato dalla società, in apparenza malato, ma è una mente geniale ed appoggia quelle che sono le forze del bene. La maniera in cui L cerca di scoprire l'identità di Kira, il soprannome che Light sceglie nell'utilizzare il Death Note, fa assumere ad L il ruolo del nemico e il lettore si ritrova a fare il tifo per quello che, sebbene sia il protagonista del manga, ne risulta in realtà essere l'antieroe. In questo quadro, gli autori danno vita ad una partita a scacchi tra i protagonisti, dotati di menti eccezionali, e stimolano il lettore ad essere la terza mente pensante in quanto l'idea tutto sommato banale che scrivendo un nome su un quaderno si determini la morte della persona stessa si presta a tante obiezioni che gli autori prontamente sconfessano una ad una, impostando una serie di intelligenti regole con cui il quaderno della morte può essere utilizzato. Gli shinigami che assistono i possessori dei quaderni della morte (sì, perché di Death Note ce ne sono più di uno...), poi, conferiscono al manga una nota horror e paranormale assolutamente affascinante.
Death Note è un manga che si perde nella seconda parte della storia, quando ha inizio una sorta di seconda partita Kira vs. L e quando i dialoghi diventano veramente lunghi e i meccanismi logici un po' ripetitivi, perché anche il lettore, arrivato a metà dell'opera, impara ad anticipare i ragionamenti dei protagonisti e si trova a capire dove questi siano sbagliati già a metà delle vignette in cui questi sono esposti. Si arriva quindi ad un punto in cui la lettura diventa un po' estenuante e a completare un volumetto si impiega veramente molto tempo. In realtà il riempire in maniera eccessiva i baloon è forse un difetto del duo Ohba-Obata, ma questo credo derivi dal fatto che questi autori abbiano veramente qualcosa di nuovo da dire nel mondo dei manga e sembra che i baloon con cui le idee possono essere esposte gli stiano stretti.
I disegni di Death Note sono veramente notevoli e sopperiscono a volte ai tratti più pesanti della trama, conferendo al manga un aspetto grafico di assoluto impatto. Le copertine dei volumi, sono parimenti accattivanti, mentre le edizioni stanno aumentando e sta per uscirne una che promette veramente bene, la black edition con volumi di 400 pagine nere al posto che bianche!
A differenza di altri manga, poi, trovo il finale di Death Note veramente azzeccato e forse in parte sorprendente, sicuramente esaustivo e questo è un fattore importante, che fa recuperare i punti persi nella pesantezza della trama che caratterizza la seconda parte dell'opera. Quando però si trova un prodotto che racchiude in sé una miriade di peculiarità positive, dalla trama, ai ragionamenti, alla caratterizzazione dei protagonisti, sia grafica che mentale, non si può abbassare in maniera eccessiva un giudizio perché il manga dura forse qualche numero di troppo. Personalmente trovo già geniale che gli autori abbiano saputo sviluppare un intreccio incredibile ed avvincente a partire da un'idea tutto sommato semplice e considero Death Note tra le pietre miliari dei manga per molti versi.
Consiglio pertanto Death Note a tutti, perché rappresenta qualcosa di veramente diverso ed avvincente. Quasi perfetto: voto 9.
Death Note, in particolare, è un manga geniale che riesce a tenere il lettore incollato alle pagine senza combattimenti avvincenti o sfoggio di mutandine e scene di sesso, ma con una trama avvincente, giocata sui ragionamenti cervellotici dei due protagonisti del manga, Light Yagami, alias Kira, ed L. Il primo è il figlio di un investigatore che, entrato in possesso del Death Note, un quaderno che porta alla morte della persona che risponde al nome che vi viene scritto, decide di liberare il mondo dalla malvagità col fine di diventare una sorta di dio di un futuro mondo privo di criminalità. L invece è un superinvestigatore con il quale la polizia collabora al fine di risolvere i casi più complicati. Il bello, in Death Note, è che non si riesce bene a stabilire chi sia il buono e chi il cattivo. Il protagonista, Light, è mosso da forti principi di giustizia, è uno studente impeccabile, bello, intelligente, ha successo con le ragazze e nella vita ed utilizza il Death Note per uccidere persone malvagie, ma assume connotati negativi nell'aspirare a diventare una sorta di divinità e nel fatto che alla lunga perderà di vista le regole della moralità, finendo per uccidere anche innocenti al fine di salvare se stesso e il suo ideale, che sulla carta è positivo. L è un soggetto quasi autistico, isolato dalla società, in apparenza malato, ma è una mente geniale ed appoggia quelle che sono le forze del bene. La maniera in cui L cerca di scoprire l'identità di Kira, il soprannome che Light sceglie nell'utilizzare il Death Note, fa assumere ad L il ruolo del nemico e il lettore si ritrova a fare il tifo per quello che, sebbene sia il protagonista del manga, ne risulta in realtà essere l'antieroe. In questo quadro, gli autori danno vita ad una partita a scacchi tra i protagonisti, dotati di menti eccezionali, e stimolano il lettore ad essere la terza mente pensante in quanto l'idea tutto sommato banale che scrivendo un nome su un quaderno si determini la morte della persona stessa si presta a tante obiezioni che gli autori prontamente sconfessano una ad una, impostando una serie di intelligenti regole con cui il quaderno della morte può essere utilizzato. Gli shinigami che assistono i possessori dei quaderni della morte (sì, perché di Death Note ce ne sono più di uno...), poi, conferiscono al manga una nota horror e paranormale assolutamente affascinante.
Death Note è un manga che si perde nella seconda parte della storia, quando ha inizio una sorta di seconda partita Kira vs. L e quando i dialoghi diventano veramente lunghi e i meccanismi logici un po' ripetitivi, perché anche il lettore, arrivato a metà dell'opera, impara ad anticipare i ragionamenti dei protagonisti e si trova a capire dove questi siano sbagliati già a metà delle vignette in cui questi sono esposti. Si arriva quindi ad un punto in cui la lettura diventa un po' estenuante e a completare un volumetto si impiega veramente molto tempo. In realtà il riempire in maniera eccessiva i baloon è forse un difetto del duo Ohba-Obata, ma questo credo derivi dal fatto che questi autori abbiano veramente qualcosa di nuovo da dire nel mondo dei manga e sembra che i baloon con cui le idee possono essere esposte gli stiano stretti.
I disegni di Death Note sono veramente notevoli e sopperiscono a volte ai tratti più pesanti della trama, conferendo al manga un aspetto grafico di assoluto impatto. Le copertine dei volumi, sono parimenti accattivanti, mentre le edizioni stanno aumentando e sta per uscirne una che promette veramente bene, la black edition con volumi di 400 pagine nere al posto che bianche!
A differenza di altri manga, poi, trovo il finale di Death Note veramente azzeccato e forse in parte sorprendente, sicuramente esaustivo e questo è un fattore importante, che fa recuperare i punti persi nella pesantezza della trama che caratterizza la seconda parte dell'opera. Quando però si trova un prodotto che racchiude in sé una miriade di peculiarità positive, dalla trama, ai ragionamenti, alla caratterizzazione dei protagonisti, sia grafica che mentale, non si può abbassare in maniera eccessiva un giudizio perché il manga dura forse qualche numero di troppo. Personalmente trovo già geniale che gli autori abbiano saputo sviluppare un intreccio incredibile ed avvincente a partire da un'idea tutto sommato semplice e considero Death Note tra le pietre miliari dei manga per molti versi.
Consiglio pertanto Death Note a tutti, perché rappresenta qualcosa di veramente diverso ed avvincente. Quasi perfetto: voto 9.
Molte persone adulano alla follia questo manga, altri pensano che sia un manga che non è degno neanche degno di essere chiamato degno. Io penso che, nonostante sia diventato il manga dei giappominchia, che comunque merita una certa attenzione. Tralasciando la trama, che credo la conoscete tutti, penso che Death Note sia, nei suoi primi 6 volumi, uno dei migliori manga che esistano in circolazione. La mente dell'autrice deve essersi contorta e andata in fumo per creare un opera così. L'idea estrema di base, quello del quaderno su cui se si scrive il nome di una persona muore, è copiata. Proprio così, da un romanzo molto vecchio chiamato "Now Zero". Parla di un impiegato, stremato dal suo datore di lavoro e avendo trovato un quaderno con questo potere, fa morire il suo capo. Così decide di usarlo per avere una scalata di potere all'interno di un azienda.
Ma il resto, direi che è originale. Gli elementi possono sembrare gli stessi di altri manga: un ragazzo che ha un potere speciale e gli shinigami, non rari da incontrare nei manga. Ma, in primo luogo gli shinigami non combattono ne fra di loro, ne fra di noi umani e non provano nulla uccidendoci. Lo fanno solo per allungarsi la vita con il tempo rimanente che gli resta da vivere. Sinceramente avrei preferito che la Ohba si dedicasse di più su questo: sulla storia degli shinigami. E poi, un ragazzo ha un potere speciale, ma lo usa a fin di "bene", uccidendo tutti i cattivi (che poi, se vuole uccidere i criminali, la criminalità non si estinguerà mai con lui, perché è lui il più pericoloso serial killer del mondo) e la chiave del tutto non è l'azione/combattimento. No. La chiave è il giallo. Una battaglia di scacchi tra Light e l'investigatore tanto geniale quanto strambo, L. Di cui nessuno conosceva ne il nome ne il volto. Una battaglia a scacchi piena di suspense e colpi di scena che molte volte non ti saresti mai immaginato, che ti incolla sulle pagine per sapere chi vincerà.
In questa recensione non vi anticiperò nulla. Non voglio cadere nello spoiler. Analizzerò a fondo questo manga.
Grafica: il tratto grafico di Death Note è uno dei migliori che io abbia mai visto, e in generale quello del maestro Takeshi Obata (tranne quello in Bakuman). La grafica mi ha stupito, perché non ci sono quelle banali gesticolazioni che troviamo solitamente nei manga. E lo stile dei volti è estremamente bello e piacevole da guardare... tranne che per Ryuk lo shinigami. Nulla a che fare con i manga che riducono ad un puntino il naso e fanno occhi enormi. Un character design molto carino, tranne che per Near. Ha i capelli bianchi ed è un bambino? E poi ha diciotto anni e ne dimostra dieci se non meno? Near è l'unico personaggio che mi sembra che si avvicini di più ai classici manga, dove i capelli variano da viola, al rosa, o al verde e quasi mai capelli normali. La grafica, dal 10 volume in poi diventa sempre meglio, con una cura maniacale di ogni singolo particolare in una vignetta. Nell'ultimo capitolo proprio, il 108, ci sono scene e disegni che ti lasciano a bocca aperta, nel vero senso della parola. Negli ultimi capitoli, diventa il manga meglio disegnato che io abbia mai letto.
Trama: difficile non anticipare nulla, ma non vi anticiperò nulla! Il primo volume sembra presentarsi già con una struttura preordinata, come il secondo, anche se il finale del secondo mi lascia perplesso. Sarebbe stato più interessante finirlo con l'incontro tra L e Light. Comunque, i primi due volumi hanno una storia lineare. Io mi sarei risparmiato a quel punto la storia di Naomi Misora, anche perché gli autori volevano farla diventare un personaggio principale e invece si era avvicinata troppo all'identità di Kira. A parte questo, L ha già il sospetto che Light sia Kira e a volte ti fa pensare "Ma insomma, allora sa o no che lui è Kira?". La prima metà del terzo volume sembra solo una guerra psicologica tra L e Light che vogliono scoprire l'identità dell'altro. E ora qui mi devo fermare, perché altrimenti rischio di anticiparvi qualche pezzo saliente. La trama dal terzo volume in poi mi sembra che sia messa un po' a caso, nella fretta. Sopratutto la seconda metà del quinto e la prima del sesto che io avrei utilizzato in ben altro modo. La seconda parte della storia, dal 7 in poi non è più la stessa: il settimo volume è pieno di incongruenze, e il succo non è più lo stesso. Diventa tutto noioso e poco affascinante, mi capitava spesso di fermarmi a metà capitolo perché i dialoghi erano troppo lunghi e riempivano tutte le vignette, rallentando la narrazione e annoiando il lettore. Lì tutto si fa più scontato, meno Death Note. Non ci sono più i ragionamenti di una volta, tranne che per Light che aveva già un piano. La narrazione è noiosa e parecchio, mi veniva voglia di buttare il manga. L'ultimo volume, il dodicesimo, l'ho trovato più interessante. Un finale che non è esattamente come doveva essere ma che poi in fin dei conti è accettabile. Si vede proprio che gli autori hanno allungato la serie per farsi i soldini. Suggerisco che, arrivati al settimo volume, vedete solo l'anime dal 25 episodio in poi e per ben due volte e poi vedete l'episodio finale (il 37) per comprendere il finale. I ragionamenti, anche nell'anime ma lì si sente di meno, diventano insensati. Ognuno anticipa le mosse dell'altro che voleva anticipare le mosse dell'avversario per controbattere ai piani dell'avversario. Se si fossero fermati al settimo volume, e avrebbero dato un finale diverso, forse sarebbe stato anche un 9. Considerando solo i primi 4 volumi in particolari, i migliori. Già dal nono volume non si trattava di provare l'identità di Kira ma solo di portarlo davanti ad una completa disfatta. Peccato per la prima parte più che ben riuscita.
Personaggi: Da dove iniziare? Dal cinico Light alias Kira o da L? Light: ben caratterizzato, con un ideale di giustizia tutta sua che lo spinge a voler diventare il nuovo giustiziere. Megalomane, folle, senza alcuna considerazione della vita umana. Un personaggio che nella sua freddezza può avere fascino (anche a livello di aspetto, basta guardare gli yaoi che hanno fatto su Light e L). Nella seconda parte si sciupa, diventa ancora più pazzo, si rincoglionisce praticamente. Più interessante è L: un personaggio che all'inizio avrei immaginato come uno tipo Sherlock Holmes. Peccato che non ha niente a che fare con lui, tranne che per il modo di sedersi e la nazionalità. Una mente brillante, che mangia solo dolci, che non dorme quasi mai, che assume posizioni e atteggiamenti che lo fanno apparire anche infantile. Un personaggi perfetto in tutti i particolari, anche se avrei voluto che si parlasse del suo passato, visto che si dice che è orfano. I suoi successori, l'omino bianco Near, e il cosplay di Raffaella Carrà, Mello non sono paragonabili a lui. Near l'ho trovato noioso, e se non fosse stato per Mello sarebbe stato tutto diverso. Più interessante, carismatico che dà energia a questo manga è Mello, anche più simpatico in un certo senso e meglio studiato psicologicamente rispetto a Near, che è a mio parere solo la brutta copia negli atteggiamenti di L e nient'altro. Near non è caratterizzato, se non nel fatto che gioca con dei giocattoli per bambini. Nulla di che. Invece Mello, viene esaminato sin da subito psicologicamente. A parte Mello, il resto dei personaggi nella seconda parte non è degno di nessun merito. Nemmeno quelli che potevano essere degni di nota, come il padre di Light. E questo non fa che incrementare il divario tra prima e seconda parte. Al posto della tonta alias secondo Kira, carina e senza cervello che non sa far altro che essere manipolata da Light, ecco che ne arriva un altra, Takada che era già apparsa prima ma come comparsa con un paio di dialoghi. A parte l'aiutante di Near, tutte le donne sono stupide. Non che gli uomini della polizia giapponese fossero tanto diversi, eh...
Disegni:9
Storia: prima parte 8, seconda parte 6.
Dialoghi: come sopra.
Personaggi: come sopra ancora.
Voto finale:8.
Ma il resto, direi che è originale. Gli elementi possono sembrare gli stessi di altri manga: un ragazzo che ha un potere speciale e gli shinigami, non rari da incontrare nei manga. Ma, in primo luogo gli shinigami non combattono ne fra di loro, ne fra di noi umani e non provano nulla uccidendoci. Lo fanno solo per allungarsi la vita con il tempo rimanente che gli resta da vivere. Sinceramente avrei preferito che la Ohba si dedicasse di più su questo: sulla storia degli shinigami. E poi, un ragazzo ha un potere speciale, ma lo usa a fin di "bene", uccidendo tutti i cattivi (che poi, se vuole uccidere i criminali, la criminalità non si estinguerà mai con lui, perché è lui il più pericoloso serial killer del mondo) e la chiave del tutto non è l'azione/combattimento. No. La chiave è il giallo. Una battaglia di scacchi tra Light e l'investigatore tanto geniale quanto strambo, L. Di cui nessuno conosceva ne il nome ne il volto. Una battaglia a scacchi piena di suspense e colpi di scena che molte volte non ti saresti mai immaginato, che ti incolla sulle pagine per sapere chi vincerà.
In questa recensione non vi anticiperò nulla. Non voglio cadere nello spoiler. Analizzerò a fondo questo manga.
Grafica: il tratto grafico di Death Note è uno dei migliori che io abbia mai visto, e in generale quello del maestro Takeshi Obata (tranne quello in Bakuman). La grafica mi ha stupito, perché non ci sono quelle banali gesticolazioni che troviamo solitamente nei manga. E lo stile dei volti è estremamente bello e piacevole da guardare... tranne che per Ryuk lo shinigami. Nulla a che fare con i manga che riducono ad un puntino il naso e fanno occhi enormi. Un character design molto carino, tranne che per Near. Ha i capelli bianchi ed è un bambino? E poi ha diciotto anni e ne dimostra dieci se non meno? Near è l'unico personaggio che mi sembra che si avvicini di più ai classici manga, dove i capelli variano da viola, al rosa, o al verde e quasi mai capelli normali. La grafica, dal 10 volume in poi diventa sempre meglio, con una cura maniacale di ogni singolo particolare in una vignetta. Nell'ultimo capitolo proprio, il 108, ci sono scene e disegni che ti lasciano a bocca aperta, nel vero senso della parola. Negli ultimi capitoli, diventa il manga meglio disegnato che io abbia mai letto.
Trama: difficile non anticipare nulla, ma non vi anticiperò nulla! Il primo volume sembra presentarsi già con una struttura preordinata, come il secondo, anche se il finale del secondo mi lascia perplesso. Sarebbe stato più interessante finirlo con l'incontro tra L e Light. Comunque, i primi due volumi hanno una storia lineare. Io mi sarei risparmiato a quel punto la storia di Naomi Misora, anche perché gli autori volevano farla diventare un personaggio principale e invece si era avvicinata troppo all'identità di Kira. A parte questo, L ha già il sospetto che Light sia Kira e a volte ti fa pensare "Ma insomma, allora sa o no che lui è Kira?". La prima metà del terzo volume sembra solo una guerra psicologica tra L e Light che vogliono scoprire l'identità dell'altro. E ora qui mi devo fermare, perché altrimenti rischio di anticiparvi qualche pezzo saliente. La trama dal terzo volume in poi mi sembra che sia messa un po' a caso, nella fretta. Sopratutto la seconda metà del quinto e la prima del sesto che io avrei utilizzato in ben altro modo. La seconda parte della storia, dal 7 in poi non è più la stessa: il settimo volume è pieno di incongruenze, e il succo non è più lo stesso. Diventa tutto noioso e poco affascinante, mi capitava spesso di fermarmi a metà capitolo perché i dialoghi erano troppo lunghi e riempivano tutte le vignette, rallentando la narrazione e annoiando il lettore. Lì tutto si fa più scontato, meno Death Note. Non ci sono più i ragionamenti di una volta, tranne che per Light che aveva già un piano. La narrazione è noiosa e parecchio, mi veniva voglia di buttare il manga. L'ultimo volume, il dodicesimo, l'ho trovato più interessante. Un finale che non è esattamente come doveva essere ma che poi in fin dei conti è accettabile. Si vede proprio che gli autori hanno allungato la serie per farsi i soldini. Suggerisco che, arrivati al settimo volume, vedete solo l'anime dal 25 episodio in poi e per ben due volte e poi vedete l'episodio finale (il 37) per comprendere il finale. I ragionamenti, anche nell'anime ma lì si sente di meno, diventano insensati. Ognuno anticipa le mosse dell'altro che voleva anticipare le mosse dell'avversario per controbattere ai piani dell'avversario. Se si fossero fermati al settimo volume, e avrebbero dato un finale diverso, forse sarebbe stato anche un 9. Considerando solo i primi 4 volumi in particolari, i migliori. Già dal nono volume non si trattava di provare l'identità di Kira ma solo di portarlo davanti ad una completa disfatta. Peccato per la prima parte più che ben riuscita.
Personaggi: Da dove iniziare? Dal cinico Light alias Kira o da L? Light: ben caratterizzato, con un ideale di giustizia tutta sua che lo spinge a voler diventare il nuovo giustiziere. Megalomane, folle, senza alcuna considerazione della vita umana. Un personaggio che nella sua freddezza può avere fascino (anche a livello di aspetto, basta guardare gli yaoi che hanno fatto su Light e L). Nella seconda parte si sciupa, diventa ancora più pazzo, si rincoglionisce praticamente. Più interessante è L: un personaggio che all'inizio avrei immaginato come uno tipo Sherlock Holmes. Peccato che non ha niente a che fare con lui, tranne che per il modo di sedersi e la nazionalità. Una mente brillante, che mangia solo dolci, che non dorme quasi mai, che assume posizioni e atteggiamenti che lo fanno apparire anche infantile. Un personaggi perfetto in tutti i particolari, anche se avrei voluto che si parlasse del suo passato, visto che si dice che è orfano. I suoi successori, l'omino bianco Near, e il cosplay di Raffaella Carrà, Mello non sono paragonabili a lui. Near l'ho trovato noioso, e se non fosse stato per Mello sarebbe stato tutto diverso. Più interessante, carismatico che dà energia a questo manga è Mello, anche più simpatico in un certo senso e meglio studiato psicologicamente rispetto a Near, che è a mio parere solo la brutta copia negli atteggiamenti di L e nient'altro. Near non è caratterizzato, se non nel fatto che gioca con dei giocattoli per bambini. Nulla di che. Invece Mello, viene esaminato sin da subito psicologicamente. A parte Mello, il resto dei personaggi nella seconda parte non è degno di nessun merito. Nemmeno quelli che potevano essere degni di nota, come il padre di Light. E questo non fa che incrementare il divario tra prima e seconda parte. Al posto della tonta alias secondo Kira, carina e senza cervello che non sa far altro che essere manipolata da Light, ecco che ne arriva un altra, Takada che era già apparsa prima ma come comparsa con un paio di dialoghi. A parte l'aiutante di Near, tutte le donne sono stupide. Non che gli uomini della polizia giapponese fossero tanto diversi, eh...
Disegni:9
Storia: prima parte 8, seconda parte 6.
Dialoghi: come sopra.
Personaggi: come sopra ancora.
Voto finale:8.
Gran parte delle persone idolatrano DN...Altri pensano che sia una vera e proria schifezza. Io non faccio parte di nessuna delle due categorie. Penso che l'idea di fondo di Death Note sia geniale, ma nonostante l'inizio a mio parere sia molto bello il resto della storia avrebbe potuto essere sviluppato molto, molto meglio. Il manga avrebbe potuto finire prima, invece gli autori hanno preferito allungare il brodo per continuare a fare soldi... Dopo la morte di L la storia diventa decisamente più pesante. Alcuni dialoghi sono così lunghi e noiosi da rallentare in maniera mostruosa la narrazione. Certo, la morte di L è un bel colpo di scena, peccato che Near e Mello rispetto a lui abbiano lo spessore di un foglio di carta igienica. La maniera in cui l'autore mostra gli effetti dell'operato di Kira sul mondo è fin troppo sbrigativa e superficiale... E le donne di DN non sono semplicemente inutili, sono anche piuttosto irritanti. (Maschilismo latente nella signora Ohba?) Come l'insopportabile Misa, che avendo il QI di una pianta d'appartamento è ben felice di diventare il giocattolino di Kira, e del resto quasi tutte le donne della storia riescono a farsi manipolare/truffare da Light nelle maniere più loffie. Naomi Misora, agente dell'FBI, nonostante tutta la sua presunta intelligenza si fa raggirare dal nostro falsissimo antieroe in maniera alquanto ridicola. E che dire della madre e della sorella di Kira? (Dire che sono due macchiette è un eufemismo.)
Molti dei ragionamenti di Kira ed L sono fin troppo macchinosi, i due sembrano tirar fuori le risposte dal nulla. Ci sono dei ragionamenti brillanti, è vero, ma altre trovate di Ohba mi sembrano a dir poco forzate.
Inoltre Kira è un personaggio fin troppo irreale. Non capisco come facciano le fangirls a ad appassionarsi a un simile complessato infantile e schizoide, oltre al fatto che ho un'antipatia quasi epidermica per i personaggi troppo perfetti. Fateci caso: Kira è bellissimo, intelligentissimo, fortunatissimo con le ragazze... Volete qualche altro "issimo" o questi vi hanno già dato alla nausea?
L mi piace molto come personaggio, invece - è decisamente uno dei fattori che ha contribuito al successo di DN. Di sicuro non è un personaggio poi tanto verosimile, ma lo è sempre molto di più di quella piattola di Light.
Le regole del death note sono state create con molta intelligenza.
I disegni di DN sono superbi, niente da ridire. Preferisco stili realistici come quelli di Obata ai classici disegni manga iperstilizzati.
Mi piace il fatto che si basi su una battaglia d'intelligenza e che contrapponga fra loro le figure di L e Light (che nome ridicolo, tra parentesi). La storia presenta una visione molto ambigua del bene e del male, ma a mio parere non è stata creata davvero per far riflettere i lettori (che poi la gente voglia rifletterci su lo stesso, come hanno già detto altri prima di me, è un altro paio di maniche). La prova? Se così non fosse non sarebbe stata pubblicata su Shonen Jump, ma su una rivista seinen.
Ora voglio sfatare un altro mito...Questo manga è di sicuro unico nel suo genere, ma non è un manga psicologico come afferma la maggioranza. DN è di tutt'altro tipo... La mancanza di spirito critico che hanno certi fan ha dell'incredibile.
Con questo ho finito, vi consiglio comunque di comprare DN perché, nonostante i suoi difetti, fino a un certo punto è pur sempre una lettura molto stimolante, l'idea del quaderno della morte è brillante, e i disegni sono meravigliosi. Il finale della storia non è nulla di eccezionale secondo me, ma del resto questi sono i miei gusti personali, per voi potrebbe essere diverso.
Molti dei ragionamenti di Kira ed L sono fin troppo macchinosi, i due sembrano tirar fuori le risposte dal nulla. Ci sono dei ragionamenti brillanti, è vero, ma altre trovate di Ohba mi sembrano a dir poco forzate.
Inoltre Kira è un personaggio fin troppo irreale. Non capisco come facciano le fangirls a ad appassionarsi a un simile complessato infantile e schizoide, oltre al fatto che ho un'antipatia quasi epidermica per i personaggi troppo perfetti. Fateci caso: Kira è bellissimo, intelligentissimo, fortunatissimo con le ragazze... Volete qualche altro "issimo" o questi vi hanno già dato alla nausea?
L mi piace molto come personaggio, invece - è decisamente uno dei fattori che ha contribuito al successo di DN. Di sicuro non è un personaggio poi tanto verosimile, ma lo è sempre molto di più di quella piattola di Light.
Le regole del death note sono state create con molta intelligenza.
I disegni di DN sono superbi, niente da ridire. Preferisco stili realistici come quelli di Obata ai classici disegni manga iperstilizzati.
Mi piace il fatto che si basi su una battaglia d'intelligenza e che contrapponga fra loro le figure di L e Light (che nome ridicolo, tra parentesi). La storia presenta una visione molto ambigua del bene e del male, ma a mio parere non è stata creata davvero per far riflettere i lettori (che poi la gente voglia rifletterci su lo stesso, come hanno già detto altri prima di me, è un altro paio di maniche). La prova? Se così non fosse non sarebbe stata pubblicata su Shonen Jump, ma su una rivista seinen.
Ora voglio sfatare un altro mito...Questo manga è di sicuro unico nel suo genere, ma non è un manga psicologico come afferma la maggioranza. DN è di tutt'altro tipo... La mancanza di spirito critico che hanno certi fan ha dell'incredibile.
Con questo ho finito, vi consiglio comunque di comprare DN perché, nonostante i suoi difetti, fino a un certo punto è pur sempre una lettura molto stimolante, l'idea del quaderno della morte è brillante, e i disegni sono meravigliosi. Il finale della storia non è nulla di eccezionale secondo me, ma del resto questi sono i miei gusti personali, per voi potrebbe essere diverso.
Death Note. Che rivelazione.
Ogni tanto vien fuori qualcosa di davvero rivoluzionario: DN lo è.
Dal punto di vista tecnico è ineccepibile: disegni straordinari e caratterizzazione grafica incredibile.
Ma la caratteristica che pregna DN è la caratterizzazione psicologica. Non ho mai visto dei personaggi così evoluti dal punto di vista psicologico. Non ho mai visto così tanto testo in un manga!
Se i disegni sono ottimi, è ancora più ottima la storia.
Gli intrecci, le vicende, i passaggi, si incrociano così tante volte che si perde il punto. Ho dovuto, ad esempio, scrivere su un foglio chi e quale Death Note (ce ne sono vari nella storia) aveva nel corso della storia, perché i passaggi dei Quaderni sono così tanti che si perde il punto, non si capisce più chi ha in mano la situazione e chi invece ne sia succube.
Light ed L, due dei personaggi più interessanti mai incontrati. Due personaggi antagonisti, ma similissimi.
Do a questo manga 9 perché dopo l'avvenimento della metà del manga, che segna sostanzialmente la fine del manga (a mio parere) tutto il resto è molto tirato. Certo, la storia continua ad essere complessa, con intrecci et similia, ma è come se si volesse navigare sulla già aperta scia della prima metà.
Il finale è molto apprezzabile, <b>[Attenzione, spoiler!]</b> anche se non ho approvato la scelta degli autori di far diventare un eroe Matsuda, che per 12 volumi non ha fatto praticamente niente. Avrebbero potuto continuare a dargli poca importanza anche nel finale.
<b>[Fine spoiler.]</b>
Consigliatissimo se amate le storie intrecciate, dove bisogna ragionare. Non consigliato se siete semplici amanti di shonen in cui si fa solo a botte.
Ogni tanto vien fuori qualcosa di davvero rivoluzionario: DN lo è.
Dal punto di vista tecnico è ineccepibile: disegni straordinari e caratterizzazione grafica incredibile.
Ma la caratteristica che pregna DN è la caratterizzazione psicologica. Non ho mai visto dei personaggi così evoluti dal punto di vista psicologico. Non ho mai visto così tanto testo in un manga!
Se i disegni sono ottimi, è ancora più ottima la storia.
Gli intrecci, le vicende, i passaggi, si incrociano così tante volte che si perde il punto. Ho dovuto, ad esempio, scrivere su un foglio chi e quale Death Note (ce ne sono vari nella storia) aveva nel corso della storia, perché i passaggi dei Quaderni sono così tanti che si perde il punto, non si capisce più chi ha in mano la situazione e chi invece ne sia succube.
Light ed L, due dei personaggi più interessanti mai incontrati. Due personaggi antagonisti, ma similissimi.
Do a questo manga 9 perché dopo l'avvenimento della metà del manga, che segna sostanzialmente la fine del manga (a mio parere) tutto il resto è molto tirato. Certo, la storia continua ad essere complessa, con intrecci et similia, ma è come se si volesse navigare sulla già aperta scia della prima metà.
Il finale è molto apprezzabile, <b>[Attenzione, spoiler!]</b> anche se non ho approvato la scelta degli autori di far diventare un eroe Matsuda, che per 12 volumi non ha fatto praticamente niente. Avrebbero potuto continuare a dargli poca importanza anche nel finale.
<b>[Fine spoiler.]</b>
Consigliatissimo se amate le storie intrecciate, dove bisogna ragionare. Non consigliato se siete semplici amanti di shonen in cui si fa solo a botte.
Death Note è un manga Giappone scritto da Tsugumi Ohba e disegnato da Takeshi Obata. Parla di un ragazzo che ha ricevuto un quaderno della morte e decide di liberare il mondo dal male.
E' stato pubblicato su Shonen Jump dal 2003 al 2006.In totale sono 108 capitoli raccolti in 12 volumi più uno speciale. In Italia è edito dalla Planet Manga.
Questo manga parla di un ragazzo, Light Yagami, che è uno studente liceale, che trova il Death Note, il quaderno della morte, lasciato cadere nel mondo degli umani da Ryuk, uno shinigami annoiato, che si diverte a vedere cosa succede dando il quaderno ad un umano. Light, una volta capito come usare il quaderno, vuole istituire un mondo senza criminali, uccidendoli grazie al quaderno.
Questo manga me lo ha consigliato un mio amico e sono rimasto molto sorpreso. Lo credevo un classico shonen con combattimenti "fisici" ma è molto diverso. Si può considerare un shonen con combattimenti mentali.
I disegni sono molto curati e mi piacciono molto. Gli sfondi sono sempre molto curati, ricchi di dettagli. I personaggi sono molto espressivi e le espressioni del viso e del corpo sono molto realistiche.
La trama è molto avvincente, ti prende, quei "duelli" fra Light e L sono molto avvincenti, e (almeno la prima parte) ricchi di colpi di scena. Ad un certo punto non sai per chi tifare, se per L o per Light. Su questo punto mi devo soffermare, come ho già detto i duelli fra Light e L sono molto avvincenti, ma si fermano al numero 3 (se non erro). Non vado oltre per non spoilerare.
Secondo me questa scelta è molto discutibile, infatti dal 4 volume in poi la trama diventa molto noiosa (sempre bella e avvincente, ma rispetto ai primi 3 volumi, è molto più noiosa). Secondo me era meglio se allungava la prima parte e fare 5 volumi. Inoltre il finale è molto scontato e deludente. Finisce in una maniera troppo sbrigativa e il pre-finale è troppo lungo. Credevo che aveva una fine spettacolare, ma non c'è stato nessun colpo di scena.
In conclusione i pregi sono i disegni magnifici, la trama molto avvincente con quei duelli mentali e quegli "enigmi" (perlomeno nella prima parte) e il numero 13, che raccoglie molte curiosità sul manga. I difetti sono la trama dei volumi da 4 a 12 (sempre bella, ma noiosa rispetto alla prima parte) ed il finale che è troppo deludente.
Voto finale: 10 per la prima parte, 6 per la seconda, quindi 8!
Consigliato a chi piacciono gli enigmi,gli scacchi e i duelli mentali.
E' stato pubblicato su Shonen Jump dal 2003 al 2006.In totale sono 108 capitoli raccolti in 12 volumi più uno speciale. In Italia è edito dalla Planet Manga.
Questo manga parla di un ragazzo, Light Yagami, che è uno studente liceale, che trova il Death Note, il quaderno della morte, lasciato cadere nel mondo degli umani da Ryuk, uno shinigami annoiato, che si diverte a vedere cosa succede dando il quaderno ad un umano. Light, una volta capito come usare il quaderno, vuole istituire un mondo senza criminali, uccidendoli grazie al quaderno.
Questo manga me lo ha consigliato un mio amico e sono rimasto molto sorpreso. Lo credevo un classico shonen con combattimenti "fisici" ma è molto diverso. Si può considerare un shonen con combattimenti mentali.
I disegni sono molto curati e mi piacciono molto. Gli sfondi sono sempre molto curati, ricchi di dettagli. I personaggi sono molto espressivi e le espressioni del viso e del corpo sono molto realistiche.
La trama è molto avvincente, ti prende, quei "duelli" fra Light e L sono molto avvincenti, e (almeno la prima parte) ricchi di colpi di scena. Ad un certo punto non sai per chi tifare, se per L o per Light. Su questo punto mi devo soffermare, come ho già detto i duelli fra Light e L sono molto avvincenti, ma si fermano al numero 3 (se non erro). Non vado oltre per non spoilerare.
Secondo me questa scelta è molto discutibile, infatti dal 4 volume in poi la trama diventa molto noiosa (sempre bella e avvincente, ma rispetto ai primi 3 volumi, è molto più noiosa). Secondo me era meglio se allungava la prima parte e fare 5 volumi. Inoltre il finale è molto scontato e deludente. Finisce in una maniera troppo sbrigativa e il pre-finale è troppo lungo. Credevo che aveva una fine spettacolare, ma non c'è stato nessun colpo di scena.
In conclusione i pregi sono i disegni magnifici, la trama molto avvincente con quei duelli mentali e quegli "enigmi" (perlomeno nella prima parte) e il numero 13, che raccoglie molte curiosità sul manga. I difetti sono la trama dei volumi da 4 a 12 (sempre bella, ma noiosa rispetto alla prima parte) ed il finale che è troppo deludente.
Voto finale: 10 per la prima parte, 6 per la seconda, quindi 8!
Consigliato a chi piacciono gli enigmi,gli scacchi e i duelli mentali.
Death Note. Un nome, una leggenda. Un manga che ha fatto la storia e che ha incoronato la coppia Ohba e Obata tra i più grandi mangaka al mondo. Non mi dilungo sulla trama da tutti conosciuta e dico giusto l'input: Light Yagami, genio liceale e ragazzo annoiato, trova un quaderno della morte, perso da Ryuk, uno Shinigami. Scrivi un nome su questo quaderno e la persona muore. Inizia così ad uccidere tutti i criminali per fare una pulizia ed iniziare un nuovo mondo, privo di criminalità, dove lui sarebbe stato il dio. Diventa così Kira. La trama è ricca di colpi di scena che ti stupiranno sempre di più, fino a non riuscire più a prevedere cosa succederà. Veri rompicapi dove l'ingegno di Light farà i conti con l'intelletto del detective L. Una sfida psicologica che avrà un epilogo che lascerà l'amaro in bocca. Il protagonista, Light, subisce una drastica trasformazione lungo tutto l'arco narrativo, fino a non guardare in faccia più nessuno ed a eliminare senza troppi problemi chiunque si metta di mezzo tra lui e il suo folle piano. Sarà talmente ossessionato che diventerà un vero e proprio psicopatico, perdendo il vero senso della giustizia, contraddicendo i suoi primi ideali e diventando lui stesso un criminale.
I disegni sono perfetti, espressivi e minuziosi, curati nei minimi dettagli, realistici in un modo pazzesco. Il disegnatore non trascura nulla, nemmeno gli sfondi che sono sempre ricchi di particolari. Il character design è molto particolare. Infatti, riesce a far trasparire la personalità di ogni personaggio, dalle espressioni del volto alle posture del corpo. Una serie di 12 volumi, che non si dilunga molto e viene subito al dunque. Alla fine di ogni volume, inoltre, sono presenti delle strisce comiche che fanno veramente ridere e riescono perfettamente a spezzare la suspense che si crea inevitabilmente tra un volume e l'altro.
L'unico difetto che si può riscontrare è dovuto alla pessima edizione italiana ed alla difficile reperibilità dei numeri. Da comprare anche il volume 13, una interessante enciclopedia dell'opera dove viene spiegata tutta la trama nei minimi particolari, ci sono schede di ogni personaggio e dove sono presenti anche dei capitoli extra, come l'episodio pilota. Insomma, un vero e proprio capolavoro! Un thriller psicologico che lascia a bocca aperta chiunque lo legga. Un manga crudo, cinico e avvincente, un rompicapo, un vero e proprio capolavoro, da antologia.
I disegni sono perfetti, espressivi e minuziosi, curati nei minimi dettagli, realistici in un modo pazzesco. Il disegnatore non trascura nulla, nemmeno gli sfondi che sono sempre ricchi di particolari. Il character design è molto particolare. Infatti, riesce a far trasparire la personalità di ogni personaggio, dalle espressioni del volto alle posture del corpo. Una serie di 12 volumi, che non si dilunga molto e viene subito al dunque. Alla fine di ogni volume, inoltre, sono presenti delle strisce comiche che fanno veramente ridere e riescono perfettamente a spezzare la suspense che si crea inevitabilmente tra un volume e l'altro.
L'unico difetto che si può riscontrare è dovuto alla pessima edizione italiana ed alla difficile reperibilità dei numeri. Da comprare anche il volume 13, una interessante enciclopedia dell'opera dove viene spiegata tutta la trama nei minimi particolari, ci sono schede di ogni personaggio e dove sono presenti anche dei capitoli extra, come l'episodio pilota. Insomma, un vero e proprio capolavoro! Un thriller psicologico che lascia a bocca aperta chiunque lo legga. Un manga crudo, cinico e avvincente, un rompicapo, un vero e proprio capolavoro, da antologia.
Death Note è il manga che ha risvegliato la mia voglia di leggere manga. Insomma prima leggevo solo Naruto, ma un giorno stavo navigando sul web e ho trovato un articolo su questo manga e ho pensato di comprarlo visto che fino a quel momento avevo letto solo l'opera di Masashi Kishimoto.
Il titolo mi ispira tantissimo e lo compro in fumetteria senza neanche leggere la trama. Eh già manco l'avevo letta...
Mi ritrovo tra le mani un manga in cui non ci sono mazzate.
All'inizio pensavo di non continuarlo proprio perché non era il tipo di shonen che preferivo, ma poi mi accorgo che un manga "psicologico" come Death Note può tranquillamente piacermi di più di uno di combattimenti.
Non sto a scrivere la trama come tanti fanno dato che è già scritta qua sopra, comunque Death Note mi ha subito colpito, più che il manga in sé mi ha sorpreso il protagonista ossia Light Yagami. Ho trovato fantastica la sua idea di uccidere tutti i criminali della terra con il quaderno della morte, insomma senza gente spregevole e assassini il mondo sarebbe migliore.
Gli scontri psicologici tra Light e Elle sono sublimi, anche se a volte possono risultare un po' troppo lunghi e dispersivi.
I disegni di Takeshi Obata sono davvero sensazionali, ci sono tavole mozzafiato come nel volume 7, chi ha letto il manga sa benissimo di che tavola si tratta, comunque credo che il disegno meriti un 10 pieno.
Personalmente credo che la prima parte del manga sia nettamente superiore alla seconda che ritengo un po' più noiosa e ripetitiva, ma a me il manga continuava a piacere e ad appassionarmi anche in questa metà.
Secondo me però uno dei maggiori difetti di Death Note si riscontra nei personaggi, insomma secondo me la "sensei" Tsugumi Ohba non è stata capace di caratterizzare al meglio i propri personaggi, i vari Mello, Near, Gevanni e tanti altri non hanno personalità e sono veramente antipatici.
Questo è un manga che mi ha anche fatto riflettere molto su cosa sia giusto o sbagliato, insomma è giusto eliminare "la feccia" diventando un assassino per rendere il mondo migliore?
Ma nel momento in cui elimini questa feccia diventi tu stesso la "feccia" del pianeta?
Inoltre devo molto a questo manga dato che mi ha fatto riavvicinare al fantastico mondo del fumetto giapponese.
<b>[Attenzione Spoiler!]</b>
Purtroppo ho odiato alla follia il finale, secondo me Light Yagami doveva diventare il Dio del nuovo mondo, un mondo in cui regnasse la pace e l'armonia tra gli umani.
Penso però che gli autori abbiano optato per la scelta giusta facendo fare una brutta fine al nostro protagonista poiché con la vittoria di Light la morale del manga sarebbe stata che è giusto uccidere una persona se è un criminale, ovviamente questa morale è del tutto sbagliata. <b>[Fine Spoiler!] </b>
Infine Death Note è un manga che ho adorato alla follia e tutt'ora lo considero un bellissimo manga che consiglio a tutti, soprattutto a chi non ha mai letto manga prima d'ora.
In conclusione il mio voto è 9.
Il titolo mi ispira tantissimo e lo compro in fumetteria senza neanche leggere la trama. Eh già manco l'avevo letta...
Mi ritrovo tra le mani un manga in cui non ci sono mazzate.
All'inizio pensavo di non continuarlo proprio perché non era il tipo di shonen che preferivo, ma poi mi accorgo che un manga "psicologico" come Death Note può tranquillamente piacermi di più di uno di combattimenti.
Non sto a scrivere la trama come tanti fanno dato che è già scritta qua sopra, comunque Death Note mi ha subito colpito, più che il manga in sé mi ha sorpreso il protagonista ossia Light Yagami. Ho trovato fantastica la sua idea di uccidere tutti i criminali della terra con il quaderno della morte, insomma senza gente spregevole e assassini il mondo sarebbe migliore.
Gli scontri psicologici tra Light e Elle sono sublimi, anche se a volte possono risultare un po' troppo lunghi e dispersivi.
I disegni di Takeshi Obata sono davvero sensazionali, ci sono tavole mozzafiato come nel volume 7, chi ha letto il manga sa benissimo di che tavola si tratta, comunque credo che il disegno meriti un 10 pieno.
Personalmente credo che la prima parte del manga sia nettamente superiore alla seconda che ritengo un po' più noiosa e ripetitiva, ma a me il manga continuava a piacere e ad appassionarmi anche in questa metà.
Secondo me però uno dei maggiori difetti di Death Note si riscontra nei personaggi, insomma secondo me la "sensei" Tsugumi Ohba non è stata capace di caratterizzare al meglio i propri personaggi, i vari Mello, Near, Gevanni e tanti altri non hanno personalità e sono veramente antipatici.
Questo è un manga che mi ha anche fatto riflettere molto su cosa sia giusto o sbagliato, insomma è giusto eliminare "la feccia" diventando un assassino per rendere il mondo migliore?
Ma nel momento in cui elimini questa feccia diventi tu stesso la "feccia" del pianeta?
Inoltre devo molto a questo manga dato che mi ha fatto riavvicinare al fantastico mondo del fumetto giapponese.
<b>[Attenzione Spoiler!]</b>
Purtroppo ho odiato alla follia il finale, secondo me Light Yagami doveva diventare il Dio del nuovo mondo, un mondo in cui regnasse la pace e l'armonia tra gli umani.
Penso però che gli autori abbiano optato per la scelta giusta facendo fare una brutta fine al nostro protagonista poiché con la vittoria di Light la morale del manga sarebbe stata che è giusto uccidere una persona se è un criminale, ovviamente questa morale è del tutto sbagliata. <b>[Fine Spoiler!] </b>
Infine Death Note è un manga che ho adorato alla follia e tutt'ora lo considero un bellissimo manga che consiglio a tutti, soprattutto a chi non ha mai letto manga prima d'ora.
In conclusione il mio voto è 9.
Death Note è un manga creato dal duo Tsugumi Ohba (storia) Takeshi Obata (disegni).
Quando iniziai a leggere manga, Death Note veniva già pubblicato, ma non lo guardai nemmeno di striscio.
Una sera incuriosito, dopo che mi era stato consigliato di leggerlo, recuperai e mi misi a leggere il primo volume e rimasi stregato.
Annovero Death Note tra quei pochi manga che ritengo fra i migliori che abbia mai letto fino ad ora.
Il manga racconta di Light Yagami che grazie al Death Note, fatto cadere dallo Shinigami Ryuk sulla terra, cercherà di imporre al mondo il suo concetto di giustizia. Il Death Note ha una serie di regole sul come funziona. La prima è la seguente:
- "L'umano il cui nome viene scritto su questo quaderno morirà"
Come detto in precedenza Light cercherà di imporre il suo concetto di giustizia al mondo, ma dalle forze dell'ordine viene trattato come uno dei peggior criminali, se non il peggiore. Da qui nascerà una faida con Elle, famoso detective a livello internazionale.
I punti forti di Death Note senza ombra di dubbio sono la storia e disegni. La storia è un filone continuo, senza saghe auto conclusive o capitolo fini a se stessi. La caratterizzazione dei personaggi e il modo in cui il tutto viene narrato da parte di Ohba è assolutamente magistrale.
Dopo il volume 6, come tanti sostengono la trama è leggermente a un livello più basso, ma rimane comunque molto meglio di tanti altri manga in circolazione.
I disegni, beh... Sono un fan di Obata, e trovo che il suo tratto sia unico e il migliore in circolazione. Ogni suo manga sotto il punto di vista dei disegni, è un 10 ampiamente meritato.
In conclusione.
Lasciate perdere chi definisce quest'ora una schifezza, o chi raggruppa i fan, o semplicemente a chi è piaciuto questo manga in "categorie" idiote, ecc...
E semplicemente una questione di gusti, chi non sa rispettarli non merita nemmeno di essere ascoltato.
Death Note è senz'altro un opera che va letta, perché di questa qualità, ci sono pochi manga in circolazione.
Non ci dovrebbero nemmeno essere problemi nel reperirlo in quanto e già stato ristampato diverse volte da parte della Planet Manga e in più formati.
Quando iniziai a leggere manga, Death Note veniva già pubblicato, ma non lo guardai nemmeno di striscio.
Una sera incuriosito, dopo che mi era stato consigliato di leggerlo, recuperai e mi misi a leggere il primo volume e rimasi stregato.
Annovero Death Note tra quei pochi manga che ritengo fra i migliori che abbia mai letto fino ad ora.
Il manga racconta di Light Yagami che grazie al Death Note, fatto cadere dallo Shinigami Ryuk sulla terra, cercherà di imporre al mondo il suo concetto di giustizia. Il Death Note ha una serie di regole sul come funziona. La prima è la seguente:
- "L'umano il cui nome viene scritto su questo quaderno morirà"
Come detto in precedenza Light cercherà di imporre il suo concetto di giustizia al mondo, ma dalle forze dell'ordine viene trattato come uno dei peggior criminali, se non il peggiore. Da qui nascerà una faida con Elle, famoso detective a livello internazionale.
I punti forti di Death Note senza ombra di dubbio sono la storia e disegni. La storia è un filone continuo, senza saghe auto conclusive o capitolo fini a se stessi. La caratterizzazione dei personaggi e il modo in cui il tutto viene narrato da parte di Ohba è assolutamente magistrale.
Dopo il volume 6, come tanti sostengono la trama è leggermente a un livello più basso, ma rimane comunque molto meglio di tanti altri manga in circolazione.
I disegni, beh... Sono un fan di Obata, e trovo che il suo tratto sia unico e il migliore in circolazione. Ogni suo manga sotto il punto di vista dei disegni, è un 10 ampiamente meritato.
In conclusione.
Lasciate perdere chi definisce quest'ora una schifezza, o chi raggruppa i fan, o semplicemente a chi è piaciuto questo manga in "categorie" idiote, ecc...
E semplicemente una questione di gusti, chi non sa rispettarli non merita nemmeno di essere ascoltato.
Death Note è senz'altro un opera che va letta, perché di questa qualità, ci sono pochi manga in circolazione.
Non ci dovrebbero nemmeno essere problemi nel reperirlo in quanto e già stato ristampato diverse volte da parte della Planet Manga e in più formati.
Uno dei manga più belli che abbia letto! Molto coinvolgente, Death note è una storia che ti tiene attaccato fino all'ultima pagina.
La trama è molto ben elaborata e ricca di colpi di scena, di sicuro non si ci annoia! La storia è ben costruita fin nei minimi dettagli, cosa che si nota benissimo vedendo tutti i trucchi elaborati da Light. Ogni personaggio emerge a modo suo, mostrandoci sia un lato "buono" ma anche quello "cattivo" (Ad esempio Misa commette "crudeltà" per il bene di Light). Complementi a Ohba! I complimenti sono da fare anche a Obata, che ha saputo rappresentare questa storia, cosa non facile. Gli sfondi e le scene sono sbalorditivi e ogni personaggio a un qualcosa di distintivo (character desihn azzeccato in pieno).
Come punti negativi possiamo dire che la storia cala leggermente di qualità dopo la morte di L, diventa "forzata" verso la fine, e che alcuni baloon contengono troppo testo.
La trama è molto ben elaborata e ricca di colpi di scena, di sicuro non si ci annoia! La storia è ben costruita fin nei minimi dettagli, cosa che si nota benissimo vedendo tutti i trucchi elaborati da Light. Ogni personaggio emerge a modo suo, mostrandoci sia un lato "buono" ma anche quello "cattivo" (Ad esempio Misa commette "crudeltà" per il bene di Light). Complementi a Ohba! I complimenti sono da fare anche a Obata, che ha saputo rappresentare questa storia, cosa non facile. Gli sfondi e le scene sono sbalorditivi e ogni personaggio a un qualcosa di distintivo (character desihn azzeccato in pieno).
Come punti negativi possiamo dire che la storia cala leggermente di qualità dopo la morte di L, diventa "forzata" verso la fine, e che alcuni baloon contengono troppo testo.
Ok, l'ho seguito fino al volume 7 ed è stata molto dura proteggermi dagli spoiler. Quindi non temete, non vi dirò nulla che vi anticipi il finale o qualche pezzo saliente della storia. Già mi sono spoilerizzato il settimo volume quando ero al terzo.
Beh, che dire. Questo manga lo esaminerò a fondo:
Grafica:
Semplicemente fantastica. Molto più realistica di altri manga, quasi le figure all'inizio sembrano vere. All'inizio le figure erano molto ben delineate, poi si fanno un po' più opache ma non temete: rimarranno sempre disegni ottimi. Meno male che non ci sono quelle gesticolazioni e quelle figure, quasi smile, a cui molti sono abituati a vedere nei manga (tipo quando si arrabbiano, gli occhi sono sproporzionati, appaiono vene, la testa ingigantita ecc..). Qui invece quasi come fossero reali figure, i visi si alterano di poco. I paesaggi sono semplicemente stupendi, ben definiti e dettagliati. Persino le sagome di cartone sono realistiche! Insomma, grafica tutta da gustare, colore che lo rende un pochino gotico ma apprezzabile.
Personaggi:
Cominciamo da Light. Solo a me ricorda Zac Efron? Comunque, Light Yagami è ben definito quasi fosse reale. Riesce perfettamente ad esprimersi nella propria follia, e viene presentato anche come narcisista (sono il dio di un nuovo mondo!) basti pensare che ha fatto di tutto per far capire alla gente che c'era uno che uccideva i criminali con qualche potere paranormale. Pazzo si, ma ben riuscito anche. Un po' antipatico per il fatto che sia bello (l'unico dell'intera serie che si può definire tale) , intelligente, bravo a scuola, con un discreto successo con le ragazze...praticamente perfetto e per questo forse è un po antipatico. Insomma è difettoso nella sua quasi perfezione (l'unica cosa: bastardo...bastardo perfetto). Migliore è L, che è lui perfetto nei suoi difetti! Non sarà un granché come aspetto, ma il suo sedersi particolare, i suoi ragionamenti, il suo mangiare solo (e dico solo) dolci, lo rendono assai simpatico. Molto meno Near, che mio avviso non sarà mai in grado di confrontarsi ad L. Mello anche è un bel personaggio, mi piace molto come mangia le barrette di cioccolato. Un solo difetto: sembra una femmina.
Questo manga ti fa sembrare reali i personaggi, inclusi gli shinigami, molto più umani (Ryuk e la sua ossessione per le mele, Rem che prova affetto per Misa). E ora è il turno di Misa: è una bellissima ragazza, ma anche stupida all'ultimo grado. Ciononostante il suo amore per Light, per cui sarebbe capace di morire, è impressionante. A volte mi veniva da piangere leggendo il manga. Molto bravi, ti fanno proprio entrare nel personaggio, molto spesso presentati in modo diverso (Light sembra un ragazzo serio, a primo impatto normale, poi diventa un pazzoide. Poi, tu pensi che L sia un detective adulto, in giacca e cravatta e poi ti si presenta come un tipo strambo).
Trama: non vi anticipo niente. Vi dico solo che è ricca di colpi di scena e risvolti assolutamente inaspettati, che fanno diventare chi lo guarda ansioso di proseguire la sere, con moltissima suspense che riesce a generare, già a tre capitoli di fumetto (pardon, manga!) e assolutamente non banale. La storia di un giallo avvincente, carismatico e ben congegnato, con elementi fantasiosi e che sembra più reale di quanto si può pensare. Spiega gradualmente le mosse dei protagonisti (tranne dal numero 5 al numero 7), e fa di tutto per rendere la storia piacevole anche a chi è abituato a One Piece o Dragon Ball. Gli elementi sono gli stessi di molte altre serie: es. Gli shinigami non si azzanno fra di loro e provano gusto ad ucciderci, ma sono annoiati e uccidono solo per allungarsi la vita. Quasi l'autore ci prende in giro quando Ryuk dice: forse l'esistenza di noi Dei non ha alcun significato. Nulla di questo manga è lasciato a caso.
Voto finale: 9 e 3 quarti. Non 10, perché non mi piace che a volte le nuvolette sono piene zeppe di parole e a volte (spesso, molto spesso) ci sono semplici " ... ". I ragionamenti non ti coinvolgono come una volta nella seconda parte (ma già dal volume 3, dove tutto si può capire da una semplice partita di tennis o una frase molte volte sparata a caso!), ma è pur sempre un quasi capolavoro.
Beh, che dire. Questo manga lo esaminerò a fondo:
Grafica:
Semplicemente fantastica. Molto più realistica di altri manga, quasi le figure all'inizio sembrano vere. All'inizio le figure erano molto ben delineate, poi si fanno un po' più opache ma non temete: rimarranno sempre disegni ottimi. Meno male che non ci sono quelle gesticolazioni e quelle figure, quasi smile, a cui molti sono abituati a vedere nei manga (tipo quando si arrabbiano, gli occhi sono sproporzionati, appaiono vene, la testa ingigantita ecc..). Qui invece quasi come fossero reali figure, i visi si alterano di poco. I paesaggi sono semplicemente stupendi, ben definiti e dettagliati. Persino le sagome di cartone sono realistiche! Insomma, grafica tutta da gustare, colore che lo rende un pochino gotico ma apprezzabile.
Personaggi:
Cominciamo da Light. Solo a me ricorda Zac Efron? Comunque, Light Yagami è ben definito quasi fosse reale. Riesce perfettamente ad esprimersi nella propria follia, e viene presentato anche come narcisista (sono il dio di un nuovo mondo!) basti pensare che ha fatto di tutto per far capire alla gente che c'era uno che uccideva i criminali con qualche potere paranormale. Pazzo si, ma ben riuscito anche. Un po' antipatico per il fatto che sia bello (l'unico dell'intera serie che si può definire tale) , intelligente, bravo a scuola, con un discreto successo con le ragazze...praticamente perfetto e per questo forse è un po antipatico. Insomma è difettoso nella sua quasi perfezione (l'unica cosa: bastardo...bastardo perfetto). Migliore è L, che è lui perfetto nei suoi difetti! Non sarà un granché come aspetto, ma il suo sedersi particolare, i suoi ragionamenti, il suo mangiare solo (e dico solo) dolci, lo rendono assai simpatico. Molto meno Near, che mio avviso non sarà mai in grado di confrontarsi ad L. Mello anche è un bel personaggio, mi piace molto come mangia le barrette di cioccolato. Un solo difetto: sembra una femmina.
Questo manga ti fa sembrare reali i personaggi, inclusi gli shinigami, molto più umani (Ryuk e la sua ossessione per le mele, Rem che prova affetto per Misa). E ora è il turno di Misa: è una bellissima ragazza, ma anche stupida all'ultimo grado. Ciononostante il suo amore per Light, per cui sarebbe capace di morire, è impressionante. A volte mi veniva da piangere leggendo il manga. Molto bravi, ti fanno proprio entrare nel personaggio, molto spesso presentati in modo diverso (Light sembra un ragazzo serio, a primo impatto normale, poi diventa un pazzoide. Poi, tu pensi che L sia un detective adulto, in giacca e cravatta e poi ti si presenta come un tipo strambo).
Trama: non vi anticipo niente. Vi dico solo che è ricca di colpi di scena e risvolti assolutamente inaspettati, che fanno diventare chi lo guarda ansioso di proseguire la sere, con moltissima suspense che riesce a generare, già a tre capitoli di fumetto (pardon, manga!) e assolutamente non banale. La storia di un giallo avvincente, carismatico e ben congegnato, con elementi fantasiosi e che sembra più reale di quanto si può pensare. Spiega gradualmente le mosse dei protagonisti (tranne dal numero 5 al numero 7), e fa di tutto per rendere la storia piacevole anche a chi è abituato a One Piece o Dragon Ball. Gli elementi sono gli stessi di molte altre serie: es. Gli shinigami non si azzanno fra di loro e provano gusto ad ucciderci, ma sono annoiati e uccidono solo per allungarsi la vita. Quasi l'autore ci prende in giro quando Ryuk dice: forse l'esistenza di noi Dei non ha alcun significato. Nulla di questo manga è lasciato a caso.
Voto finale: 9 e 3 quarti. Non 10, perché non mi piace che a volte le nuvolette sono piene zeppe di parole e a volte (spesso, molto spesso) ci sono semplici " ... ". I ragionamenti non ti coinvolgono come una volta nella seconda parte (ma già dal volume 3, dove tutto si può capire da una semplice partita di tennis o una frase molte volte sparata a caso!), ma è pur sempre un quasi capolavoro.
<b> Attenzione: spoiler! </b>
Trama:
Light Yagami è uno studente modello, annoiato dal suo stile di vita e stanco di essere circondato da una società di crimini e corruzione. La sua vita prende una svolta decisiva quando un giorno trova per terra un misterioso quaderno nero con scritto in copertina "Death Note". Le istruzioni del Death Note asseriscono che qualsiasi persona il cui nome venga scritto sul quaderno morirà. Inizialmente scettico sull'autenticità del Death Note, credendolo uno scherzo, Light si ricrede quando assiste alla morte di due criminali di cui aveva scritto il nome sul quaderno. Dopo aver incontrato il vero proprietario del Death Note, uno shinigami (let. Dio della morte) di nome Ryuk, Light cercherà di diventare il "Dio del nuovo mondo", mondo di cui lui stesso decide leggi e punizioni.
In breve, il grande numero di morti inspiegabili cattura l'attenzione dell'Interpol e di un misterioso detective conosciuto solo come Elle. Elle scopre in breve tempo che il serial killer, soprannominato dai media Kira dalla pronuncia giapponese della parola inglese Killer si trova in Giappone. Elle conclude anche che Kira può uccidere solo conoscendo il nome e il volto delle persone che vuole eliminare. Light capisce subito che Elle sarà il suo più grande nemico, e da qui ha inizio una sfida fra i due per provare la propria superiorità. La storia prosegue come un intrecciarsi di vicende che vedranno come personaggi addirittura più di due Kira, veri o fasulli, potenti o meno, astuti o no, che si alternano e scambiano sempre secondo il volere di Light, sempre però limitato da Elle, e il suo successore, Near. Alla fine Near riuscirà a sconfiggere con l'astuzia Kira, il quale verrà ucciso dal suo stesso shinigami: Ryuk.
Personaggi:
La trama di Death Note contempla molti personaggi, riassumibili fondamentalmente in due gruppi che ruotano intorno al protagonista Kira/Light Yagami: i suoi sostenitori e i suoi oppositori.
Del primo fanno parte i protagonisti Misa Amane e il rispettivo shinigami, non proprio dalla parte di Light, ma sostenitrice fino alla morte di Misa, Rem, e i fan di Kira, a partire da Teru Mikami e Kiyomi Takada, ovvero tutta quella parte della popolazione mondiale che sostiene l'operato del possessore del Death Note con tacita approvazione testimoniata regolarmente dai siti internet ai programmi televisivi dedicati al misterioso "neo dio", ; del secondo gruppo ci sono i tre investigatori Elle, Near e Mello con le loro rispettive squadre speciali di agenti e le forze della polizia giapponese e americana.
L'unico personaggio completamente sopra le parti è lo shinigami Ryuk, che ha fatto cadere il quaderno sulla Terra per pura noia e curiosità nel vedere cosa sarebbe successo fra gli esseri umani.
Ora dopo aver illustrato per bene la trama vi parlerò di ciò che ne penso io.
Secondo me questo manga è uno dei più belli che abbia mai letto, la storia mi ha attirato fin dal primo capitolo ma la cosa che mi ha colpito più di tutte è stata che il protagonista (Light Yagami) fosse allo stesso tempo anche l' antagonista.
Per quanto riguarda il tratto devo dire che il più bello in assoluto, i particolari sono estremamente curati e ben definiti.
In conclusione per me questo è un manga assolutamente fantastico.
P.S. Non do dieci perché come molti sostengono il manga si è dilungato un po' troppo ma a me è piaciuto ugualmente.
Trama:
Light Yagami è uno studente modello, annoiato dal suo stile di vita e stanco di essere circondato da una società di crimini e corruzione. La sua vita prende una svolta decisiva quando un giorno trova per terra un misterioso quaderno nero con scritto in copertina "Death Note". Le istruzioni del Death Note asseriscono che qualsiasi persona il cui nome venga scritto sul quaderno morirà. Inizialmente scettico sull'autenticità del Death Note, credendolo uno scherzo, Light si ricrede quando assiste alla morte di due criminali di cui aveva scritto il nome sul quaderno. Dopo aver incontrato il vero proprietario del Death Note, uno shinigami (let. Dio della morte) di nome Ryuk, Light cercherà di diventare il "Dio del nuovo mondo", mondo di cui lui stesso decide leggi e punizioni.
In breve, il grande numero di morti inspiegabili cattura l'attenzione dell'Interpol e di un misterioso detective conosciuto solo come Elle. Elle scopre in breve tempo che il serial killer, soprannominato dai media Kira dalla pronuncia giapponese della parola inglese Killer si trova in Giappone. Elle conclude anche che Kira può uccidere solo conoscendo il nome e il volto delle persone che vuole eliminare. Light capisce subito che Elle sarà il suo più grande nemico, e da qui ha inizio una sfida fra i due per provare la propria superiorità. La storia prosegue come un intrecciarsi di vicende che vedranno come personaggi addirittura più di due Kira, veri o fasulli, potenti o meno, astuti o no, che si alternano e scambiano sempre secondo il volere di Light, sempre però limitato da Elle, e il suo successore, Near. Alla fine Near riuscirà a sconfiggere con l'astuzia Kira, il quale verrà ucciso dal suo stesso shinigami: Ryuk.
Personaggi:
La trama di Death Note contempla molti personaggi, riassumibili fondamentalmente in due gruppi che ruotano intorno al protagonista Kira/Light Yagami: i suoi sostenitori e i suoi oppositori.
Del primo fanno parte i protagonisti Misa Amane e il rispettivo shinigami, non proprio dalla parte di Light, ma sostenitrice fino alla morte di Misa, Rem, e i fan di Kira, a partire da Teru Mikami e Kiyomi Takada, ovvero tutta quella parte della popolazione mondiale che sostiene l'operato del possessore del Death Note con tacita approvazione testimoniata regolarmente dai siti internet ai programmi televisivi dedicati al misterioso "neo dio", ; del secondo gruppo ci sono i tre investigatori Elle, Near e Mello con le loro rispettive squadre speciali di agenti e le forze della polizia giapponese e americana.
L'unico personaggio completamente sopra le parti è lo shinigami Ryuk, che ha fatto cadere il quaderno sulla Terra per pura noia e curiosità nel vedere cosa sarebbe successo fra gli esseri umani.
Ora dopo aver illustrato per bene la trama vi parlerò di ciò che ne penso io.
Secondo me questo manga è uno dei più belli che abbia mai letto, la storia mi ha attirato fin dal primo capitolo ma la cosa che mi ha colpito più di tutte è stata che il protagonista (Light Yagami) fosse allo stesso tempo anche l' antagonista.
Per quanto riguarda il tratto devo dire che il più bello in assoluto, i particolari sono estremamente curati e ben definiti.
In conclusione per me questo è un manga assolutamente fantastico.
P.S. Non do dieci perché come molti sostengono il manga si è dilungato un po' troppo ma a me è piaciuto ugualmente.
Death Note... Penso che sia uno dei manga più interessanti che io abbia mai letto.
Ciò che mi ha colpito di più è stata la trama ben pensata e ricca di colpi di scena.
Penso che questo manga sia l'ennesima dimostrazione che l'uomo è troppo attratto dal potere e spesso non sa gestirlo.
E' interessante come un dio della morte sceso sulla terra per noia possa cambiare il destino dell'umanità così facilmente.
Per quanto mi sia piaciuto, trovo il finale piuttosto piatto, più la storia proseguiva e più mi veniva facile prevedere le mosse dei protagonisti.
Un altra cosa curiosa è la rappresentazione dei personaggi.
Elle è un tipo strambo e con strane abitudini, il suo aspetto esteriore nasconde alla perfezione ciò che è realmente, mentre Light è rappresentato secondo le sue caratteristiche comportamentali: un ragazzo preciso, bravo a scuola (anzi, è uno studente modello!) e con un certo successo con le ragazze.
Un bell'8 a questo manga non glielo leva nessuno, è interessante e ben riuscito.
Ciò che mi ha colpito di più è stata la trama ben pensata e ricca di colpi di scena.
Penso che questo manga sia l'ennesima dimostrazione che l'uomo è troppo attratto dal potere e spesso non sa gestirlo.
E' interessante come un dio della morte sceso sulla terra per noia possa cambiare il destino dell'umanità così facilmente.
Per quanto mi sia piaciuto, trovo il finale piuttosto piatto, più la storia proseguiva e più mi veniva facile prevedere le mosse dei protagonisti.
Un altra cosa curiosa è la rappresentazione dei personaggi.
Elle è un tipo strambo e con strane abitudini, il suo aspetto esteriore nasconde alla perfezione ciò che è realmente, mentre Light è rappresentato secondo le sue caratteristiche comportamentali: un ragazzo preciso, bravo a scuola (anzi, è uno studente modello!) e con un certo successo con le ragazze.
Un bell'8 a questo manga non glielo leva nessuno, è interessante e ben riuscito.
Impressionante manga dai profondi risvolti sociali, Death Note racconta la storia di Light Yagami, cinico diciassettenne con uno spiccato senso della giustizia, e dello shinigami Ryuk in possesso del quaderno della morte nel quale si possono decretare le uccisioni di chiunque, purché se ne sappia il nome e se ne rammenti il volto. Dopo aver abbandonato il quaderno della morte sul mondo degli umani lo Shinigami Ryuk osserva come il giovane Light abbia deciso di sfruttarne i poteri per ripulire il mondo da ogni traccia di corruzione. Contro Yagami si schierano le forze di polizia di tutto il mondo, a capo delle quali opera nell'ombra il geniale detective Elle.
La trama di Death Note è indiscutibilmente sia il punto di forza di questo grande manga sia la sua più grande debolezza, dal momento che per il lettore medio risulta difficile rimanere concentrato nella lettura abbastanza a lungo da comprendere appieno il significato di ogni azione dei protagonisti. Infatti Death Note, benché classificato come Shounen, al contrario di altri manga della stessa tipologia non offre grandi momenti di azione, lasciando interamente al plot narrativo il compito di affascinare il lettore e di mantenerlo interessato nella lettura. Ciò non è mai un grande problema: la narrazione è sempre mantenuta su altissimi livelli e i colpi di scena si susseguono serrati, meravigliando e a volte confondendo il lettore.
Per quanto concerne il disegno non c'è nulla da obbiettare, lo stile è maturo e saldo in ogni momento, non si avvertono minimamente cali di sorta. Gli sfondi, tuttavia, in alcuni punti ricordano nel segno quelli tipici dei fumetti "tresh" italiani: gli edifici possono sembrare appena abbozzati e a volte questa sensazione la si avverte anche per gli interni, saltuariamente poco curati.
Oltre alla trama, e strettamente legati ad essa, sono i personaggi e i temi sociali a rendere davvero particolare questo manga. Su di tutti spiccano i protagonisti o forse sarebbe il caso di dire deuteragonisti: Light/Kira ed Elle. Il primo è il classico liceale modello che tanto ha trovato spazio nei manga di questo inizio millennio mentre il secondo, è palesemente il suo opposto: Elle è infatti trasandato e spettinato quanto Light è ben vestito ed impeccabile, benché in realtà sia proprio il dectetive ad incarnare i valori della giustizia. O forse no? Infatti ciò che personalmente mi ha affascinato maggiormente non sono solamente la trama e i personaggi, ma anche e soprattutto la possibilità che Kira rappresenti una sorta di giustizia ideale e forse l'unica speranza contro la corruzione dilagante nel nostro secolo. Ad ognuno sta fare la propria scelta di campo e ripercorrere metaforicamente le tracce di uno dei due protagonisti.
Ciò che questo manga offre sono degli ottimi e sempre attuali spunti di riflessione e la possibilità di rivedere i propri valori in profondità,cosa che non si può dire per molti altri manga più blasonati.
La trama di Death Note è indiscutibilmente sia il punto di forza di questo grande manga sia la sua più grande debolezza, dal momento che per il lettore medio risulta difficile rimanere concentrato nella lettura abbastanza a lungo da comprendere appieno il significato di ogni azione dei protagonisti. Infatti Death Note, benché classificato come Shounen, al contrario di altri manga della stessa tipologia non offre grandi momenti di azione, lasciando interamente al plot narrativo il compito di affascinare il lettore e di mantenerlo interessato nella lettura. Ciò non è mai un grande problema: la narrazione è sempre mantenuta su altissimi livelli e i colpi di scena si susseguono serrati, meravigliando e a volte confondendo il lettore.
Per quanto concerne il disegno non c'è nulla da obbiettare, lo stile è maturo e saldo in ogni momento, non si avvertono minimamente cali di sorta. Gli sfondi, tuttavia, in alcuni punti ricordano nel segno quelli tipici dei fumetti "tresh" italiani: gli edifici possono sembrare appena abbozzati e a volte questa sensazione la si avverte anche per gli interni, saltuariamente poco curati.
Oltre alla trama, e strettamente legati ad essa, sono i personaggi e i temi sociali a rendere davvero particolare questo manga. Su di tutti spiccano i protagonisti o forse sarebbe il caso di dire deuteragonisti: Light/Kira ed Elle. Il primo è il classico liceale modello che tanto ha trovato spazio nei manga di questo inizio millennio mentre il secondo, è palesemente il suo opposto: Elle è infatti trasandato e spettinato quanto Light è ben vestito ed impeccabile, benché in realtà sia proprio il dectetive ad incarnare i valori della giustizia. O forse no? Infatti ciò che personalmente mi ha affascinato maggiormente non sono solamente la trama e i personaggi, ma anche e soprattutto la possibilità che Kira rappresenti una sorta di giustizia ideale e forse l'unica speranza contro la corruzione dilagante nel nostro secolo. Ad ognuno sta fare la propria scelta di campo e ripercorrere metaforicamente le tracce di uno dei due protagonisti.
Ciò che questo manga offre sono degli ottimi e sempre attuali spunti di riflessione e la possibilità di rivedere i propri valori in profondità,cosa che non si può dire per molti altri manga più blasonati.
Death note è un manga che ha riscosso un successo enorme in patria portandolo ad avere una serie tv e innumerevoli gadgets. La sua autrice è Tsugumi Ohba ed è stato disegnato da Takeshi Obata. Hanno realizzato non solo i 12 volumi della storia ma anche un 13esimo volume che spiega in maniera più esauriente tutti i punti interrogativi rimasti al lettore.
La trama è molto complessa, cosa che ho già spiegato nella mia recensione dell'anime (avrei dovuto fare prima quella del manga, chiedo venia). La sua struttura è particolarmente difficile da seguire e capire se non si presta la maggior attenzione possibile. Gli innumerevoli discorsi e spiegazioni nel corso del manga saranno molto utili al lettore che troverà più semplice afferrare l'intera trama. Possiamo dire che l'idea base dietro questo lavoro è molto semplice e col susseguirsi della storia diventa sempre più complessa. Molti personaggi intervengono nel corso della trama ma mai nessuno sarà superfluo, anzi contribuiranno tutti alla crescita di quelli principali.
Il manga è molto tetro, sia l'atmosfera che il carattere dei personaggi fa affiorare questo senso di oscurità. Difatti l'autrice vuole portare all'attenzione i lati peggiori dell'animo umano mentre quei pochi positivi che affiorano vengono eclissati o stroncati da quelli negativi. La vita e la morte sono il tema principale dell'opera e un susseguirsi di morti causate dai personaggi li porta a credersi al di sopra della vita stessa.
Purtroppo l'intero manga si sviluppa anche troppo sul tema della morte e questo potrebbe annoiare. L'elemento che risolve questo problema è il dilemma e il mistero che incollano il lettore alle pagine senza sosta.
I personaggi hanno una psicologia molto profonda da comprendere che viene a galla man mano che si legge. In questo modo non si vuole lasciare niente al caso e poco all'interpretazione del lettore, giusto quel che serve per attirare l'attenzione. Come ho già detto nessun personaggio è secondario.
I disegni sono curati e ci donano ogni emozione che l'autore vuol fare scaturire. Le ambientazioni sono anch'esse curate in maniera molto suggestiva e il disegnatore non poteva rendere più realistica l'opera dell'autrice. Non sempre la storia e i disegni di due persone diverse riescono a combaciare così bene, però in questo caso ha dato il suo massimo in ogni aspetto: espressioni facciali, suspense, paura, angoscia, ambientazione e tutto il resto. Il disegnatore è riuscito a conciliare lo stile delle vignette e dei balloon con il lungo testo che spesso compare nel manga e l'autrice da parte sua è riuscita a rendere il più sintetico, ma esauriente, possibile il proprio lavoro.
In conclusione trovo quest'opera un vero capolavoro. Non annoia mai e stupisce sotto molti punti di vista. Il solo fatto di riuscire a creare una storia così contorta è davvero degno di lode, e purtroppo non tutti ragionano sotto questi termini. Il finale è eccezionale e rende alla perfezione le emozioni e pensieri che Ohba ci voleva trasmettere. Un 10 è meritato anche se forse sono stato largo. Si sarebbe potuto fare ancora qualcosa con la lunghezza dei testi, i quali sono troppo descrittivi e lunghi, così a lungo termine possono annoiare o stancare di leggere, nonostante l'immensa curiosità di continuare. Sarebbe stato difficile senza alcun dubbio, dato che ha reso già molto sintetico il tutto, ma in fondo è questo il lavoro di un autore, cercare soluzioni a questi problemi senza risposta.
La trama è molto complessa, cosa che ho già spiegato nella mia recensione dell'anime (avrei dovuto fare prima quella del manga, chiedo venia). La sua struttura è particolarmente difficile da seguire e capire se non si presta la maggior attenzione possibile. Gli innumerevoli discorsi e spiegazioni nel corso del manga saranno molto utili al lettore che troverà più semplice afferrare l'intera trama. Possiamo dire che l'idea base dietro questo lavoro è molto semplice e col susseguirsi della storia diventa sempre più complessa. Molti personaggi intervengono nel corso della trama ma mai nessuno sarà superfluo, anzi contribuiranno tutti alla crescita di quelli principali.
Il manga è molto tetro, sia l'atmosfera che il carattere dei personaggi fa affiorare questo senso di oscurità. Difatti l'autrice vuole portare all'attenzione i lati peggiori dell'animo umano mentre quei pochi positivi che affiorano vengono eclissati o stroncati da quelli negativi. La vita e la morte sono il tema principale dell'opera e un susseguirsi di morti causate dai personaggi li porta a credersi al di sopra della vita stessa.
Purtroppo l'intero manga si sviluppa anche troppo sul tema della morte e questo potrebbe annoiare. L'elemento che risolve questo problema è il dilemma e il mistero che incollano il lettore alle pagine senza sosta.
I personaggi hanno una psicologia molto profonda da comprendere che viene a galla man mano che si legge. In questo modo non si vuole lasciare niente al caso e poco all'interpretazione del lettore, giusto quel che serve per attirare l'attenzione. Come ho già detto nessun personaggio è secondario.
I disegni sono curati e ci donano ogni emozione che l'autore vuol fare scaturire. Le ambientazioni sono anch'esse curate in maniera molto suggestiva e il disegnatore non poteva rendere più realistica l'opera dell'autrice. Non sempre la storia e i disegni di due persone diverse riescono a combaciare così bene, però in questo caso ha dato il suo massimo in ogni aspetto: espressioni facciali, suspense, paura, angoscia, ambientazione e tutto il resto. Il disegnatore è riuscito a conciliare lo stile delle vignette e dei balloon con il lungo testo che spesso compare nel manga e l'autrice da parte sua è riuscita a rendere il più sintetico, ma esauriente, possibile il proprio lavoro.
In conclusione trovo quest'opera un vero capolavoro. Non annoia mai e stupisce sotto molti punti di vista. Il solo fatto di riuscire a creare una storia così contorta è davvero degno di lode, e purtroppo non tutti ragionano sotto questi termini. Il finale è eccezionale e rende alla perfezione le emozioni e pensieri che Ohba ci voleva trasmettere. Un 10 è meritato anche se forse sono stato largo. Si sarebbe potuto fare ancora qualcosa con la lunghezza dei testi, i quali sono troppo descrittivi e lunghi, così a lungo termine possono annoiare o stancare di leggere, nonostante l'immensa curiosità di continuare. Sarebbe stato difficile senza alcun dubbio, dato che ha reso già molto sintetico il tutto, ma in fondo è questo il lavoro di un autore, cercare soluzioni a questi problemi senza risposta.
Mi è difficile recensire un manga del calibro di Death Note perché ne è già stato detto praticamente tutto...tuttavia essendo uno dei migliori manga che io abbia mai letto non potevo mancare!
Trama: per niente banale, benché l'argomento Dei della Morte sia stato trattato in tutte le salse. Il manga è pieno di colpi di scena e ho apprezzato molto soprattutto i ragionamenti dei vari personaggi, sempre chiari e logici.
Benché se ne dica il finale non mi è parso per niente scontato, non dico che mi abbia stupito, ma penso che sia stato gestito alla perfezione.
Personaggi: caratterizzati in modo eccezionale. Ho particolarmente amato i primi volumi del manga nel quale si vede lo scontro tra Light (il protagonista, colui che ritrova il Quaderno della Morte) e L (a mio parere il suo più grande rivale).
Disegni: mi pare che una parola basti a definirli: semplicemente meravigliosi (Ops! Ne ho usate due!)
In conclusione consiglio a chiunque questo manga, anche a chi magari si definisce non amante del genere.
Non si può dire di essere appassionati di manga e non aver letto Death Note!
Trama: per niente banale, benché l'argomento Dei della Morte sia stato trattato in tutte le salse. Il manga è pieno di colpi di scena e ho apprezzato molto soprattutto i ragionamenti dei vari personaggi, sempre chiari e logici.
Benché se ne dica il finale non mi è parso per niente scontato, non dico che mi abbia stupito, ma penso che sia stato gestito alla perfezione.
Personaggi: caratterizzati in modo eccezionale. Ho particolarmente amato i primi volumi del manga nel quale si vede lo scontro tra Light (il protagonista, colui che ritrova il Quaderno della Morte) e L (a mio parere il suo più grande rivale).
Disegni: mi pare che una parola basti a definirli: semplicemente meravigliosi (Ops! Ne ho usate due!)
In conclusione consiglio a chiunque questo manga, anche a chi magari si definisce non amante del genere.
Non si può dire di essere appassionati di manga e non aver letto Death Note!
Death Note. Un manga degno di essere stato uno dei più venduti. Io, appena ho visto il primo numero di questo manga l'ho voluto provare come nuova lettura e, devo dire che mi ha preso di colpo senza nessuna esitazione ed è per questo che ho dato un bel 10 pieno.
La trama è del tutto insolita che parla di Light Yagami, un ragazzo che frequenta ancora il liceo ma è il più intelligente di tutto il Giappone, che è annoiato della vita che trascorre. Ad un certo punta vede cadere dal cielo un quaderno; il Death Note (quaderno della morte).
Questo quaderno è legato ad uno Shikigami (Dio della morte) di nome Ryuk, con il quale, il ragazzo, farà una strage di criminali, volendo rendere il mondo di adesso il migliore e diventare il re del nuovo mondo.
Questo è un manga davvero appassionante che ti colpisce già dal primo capitolo e lo consiglio ad un pubblico amante non la lettura leggera ma ad un pubblico amante dei thriller-psicologici... Uno dei miei manga preferiti.
La trama è del tutto insolita che parla di Light Yagami, un ragazzo che frequenta ancora il liceo ma è il più intelligente di tutto il Giappone, che è annoiato della vita che trascorre. Ad un certo punta vede cadere dal cielo un quaderno; il Death Note (quaderno della morte).
Questo quaderno è legato ad uno Shikigami (Dio della morte) di nome Ryuk, con il quale, il ragazzo, farà una strage di criminali, volendo rendere il mondo di adesso il migliore e diventare il re del nuovo mondo.
Questo è un manga davvero appassionante che ti colpisce già dal primo capitolo e lo consiglio ad un pubblico amante non la lettura leggera ma ad un pubblico amante dei thriller-psicologici... Uno dei miei manga preferiti.
"Death Note" è forse uno dei manga più apprezzati qui in Italia, mi capita molte volte di conoscere persone che non leggono periodicamente manga ma che in un modo o nell'altro hanno avuto tra le mani i volumi di questa opera.
Trama: La trama è ben nota a chiunque oramai. Light Yagami, un giovane molto intelligente, trova un libro grazie al quale, nel caso si scriva il nome di una persona pensando al suo volto, si può uccidere tale individuo. Il punto forte di "Death Note" è che Tsugumi Ohba è in grado di elaborare situazioni mozzafiato, in grado di conquistare chiunque nonostante la lunghezza dei dialoghi che vengono presentati o almeno questo è ciò che succede per quasi tutta l' opera. Infatti una delle note dolenti del manga è che la "battaglia" psicologica meno riuscita è quella finale!
I personaggi sono caratterizzati piuttosto bene, gli unici che spiccano nel cast sono Elle, il mitico detective la cui immagine al giorno d'oggi è replicata su dozzine e dozzine di borse e magliette, il protagonista e Ryuk, il carismatico Shinigami. Per il resto i vari personaggi risultano nella norma.
Disegno: Il tratto con cui "Death Note" viene presentato è magnifico: espressivo, intenso e piacevole risulta di ottima fattura anche per i più difficili da accontentare. La qualità si presenta sin dal primo volume ottima. Tutto questo rende evidente che in questi volumi è racchiusa una delle opere firmate Jump con uno dei migliori stili di disegno finora mai visti.
Conclusione: Questo manga è un'opera di tipo psicologico che si rivela essere estremamente soddisfacente: sia a livello di trama sia a livello di disegno. Tra le note dolenti mi sento invece in dovere di segnalare i personaggi che non sono particolarmente interessanti e l'abbassamento (decisamente netto) negli ultimi 2-3 volumi.
Voto
Trama: 8 1/2
Disegno: 10
Personaggi:7
Qualità dei giochi psicologici: 8
Voto globale: 8 (media reale 8,375)
Trama: La trama è ben nota a chiunque oramai. Light Yagami, un giovane molto intelligente, trova un libro grazie al quale, nel caso si scriva il nome di una persona pensando al suo volto, si può uccidere tale individuo. Il punto forte di "Death Note" è che Tsugumi Ohba è in grado di elaborare situazioni mozzafiato, in grado di conquistare chiunque nonostante la lunghezza dei dialoghi che vengono presentati o almeno questo è ciò che succede per quasi tutta l' opera. Infatti una delle note dolenti del manga è che la "battaglia" psicologica meno riuscita è quella finale!
I personaggi sono caratterizzati piuttosto bene, gli unici che spiccano nel cast sono Elle, il mitico detective la cui immagine al giorno d'oggi è replicata su dozzine e dozzine di borse e magliette, il protagonista e Ryuk, il carismatico Shinigami. Per il resto i vari personaggi risultano nella norma.
Disegno: Il tratto con cui "Death Note" viene presentato è magnifico: espressivo, intenso e piacevole risulta di ottima fattura anche per i più difficili da accontentare. La qualità si presenta sin dal primo volume ottima. Tutto questo rende evidente che in questi volumi è racchiusa una delle opere firmate Jump con uno dei migliori stili di disegno finora mai visti.
Conclusione: Questo manga è un'opera di tipo psicologico che si rivela essere estremamente soddisfacente: sia a livello di trama sia a livello di disegno. Tra le note dolenti mi sento invece in dovere di segnalare i personaggi che non sono particolarmente interessanti e l'abbassamento (decisamente netto) negli ultimi 2-3 volumi.
Voto
Trama: 8 1/2
Disegno: 10
Personaggi:7
Qualità dei giochi psicologici: 8
Voto globale: 8 (media reale 8,375)
Ho iniziato a leggere questo manga sulla scia dell'anime e grazie ai consigli di alcuni miei amici; devo dirne che ne sono rimasto soddisfatto.
Shounen atipico, al confine con il genere seinen, "Death Note" parla di Light Yagami, genio scolastico che ritrova per terra un libro capace di uccidere una persona solamente scrivendoci sopra il suo nome. Così decide di diventare il capo di un nuovo mondo uccidendo i peggiori criminali in circolazione, ma a contrastarlo ci sarà l'Interpol, con a capo il misterioso Elle.
Partendo da questo incipit, la storia si sussegue con molti colpi di scena, seguendo ragionamenti a mio parere veramente esagerati con successioni logiche a livelli di supercomputer. E secondo me è proprio questo uno dei principali punti deboli di "Death Note": i dialoghi veramente molto pesanti.
I baloon molto spesso occupano metà o tre quarti della vignetta e questo a mio parere è un grosso difetto. Per comprendere alcune conversazioni, bisogna rileggere diverse volte il capitolo e ciò può essere molto fastidioso perché compromette molto la fluidità del volumetto e della storia.
A parte questo grosso difetto, la storia è veramente geniale, in particolar modo nella prima parte, dove i colpi di scena e le intuizioni dei due protagonisti si susseguono a ritmi incalzanti, tali per cui la storia si complica parecchio; nella seconda parte, con la comparsa di nuovi personaggi, la storia perde un po' di pathos e di carica fino ad essere ripetitiva.
I personaggi sono molto ben caratterizzati a partire dai personaggi principali come Light e Elle fino ai secondari, anche se non è proprio la loro definizione dato che tutti hanno un loro ruolo ben preciso ai fini della trama, come il papà di Light o Mikami. Nei protagonisti, in particolar modo in Light, la crescita psicologica, spinto dalla sfida a prevalere, è molto ben evidente: Light è orgoglioso e ambizioso, non sopporta essere superato da qualcun altro, e il suo obbiettivo, dal portare il mondo alla pace passa al voler sconfiggere colui che lo ha sfidato, Elle, che invece è pacato, asociale e quasi senza espressione: un eroe atipico.
Infine i disegni sono ai limiti della perfezione: le proporzioni umane sono perfettamente rispettate, le espressioni facciali sono ben caratterizzate. Gli occhi, i capelli e i vestiti sono ben appropriati per i personaggi: Light, perfettino, indossa spesso giacca e cravatta, Elle invece veste da trasandato, rispecchiando molto il suo carattere. Molto pieno di retini, anche se questa caratteristica non da fastidio alla lettura dell'opera.
Concludendo, "Death Note" è un manga ben fatto per trama, disegni e personaggi, non si dilunga troppo, come spesso accade erroneamente per tanti manga di successo. L'unico difetto sta nel fatto che sia un po' pesante da leggere, quindi lo consiglierei a chi vuole una storia particolare, differente dallo shonen standard, ma non a chi vuole un manga leggero. Sconsiglio assolutamente la edizione Planet Manga denominata "Ristampa Edizione Limitata" perché è veramente pessima: le pagine si staccano molto facilmente e la qualità della carta è la peggiore che io abbia mai visto, piuttosto prendete la Gold che allo stesso prezzo vi da una qualità molto maggiore e pagine più grandi.
Voto: 8 tendente al 9.
Shounen atipico, al confine con il genere seinen, "Death Note" parla di Light Yagami, genio scolastico che ritrova per terra un libro capace di uccidere una persona solamente scrivendoci sopra il suo nome. Così decide di diventare il capo di un nuovo mondo uccidendo i peggiori criminali in circolazione, ma a contrastarlo ci sarà l'Interpol, con a capo il misterioso Elle.
Partendo da questo incipit, la storia si sussegue con molti colpi di scena, seguendo ragionamenti a mio parere veramente esagerati con successioni logiche a livelli di supercomputer. E secondo me è proprio questo uno dei principali punti deboli di "Death Note": i dialoghi veramente molto pesanti.
I baloon molto spesso occupano metà o tre quarti della vignetta e questo a mio parere è un grosso difetto. Per comprendere alcune conversazioni, bisogna rileggere diverse volte il capitolo e ciò può essere molto fastidioso perché compromette molto la fluidità del volumetto e della storia.
A parte questo grosso difetto, la storia è veramente geniale, in particolar modo nella prima parte, dove i colpi di scena e le intuizioni dei due protagonisti si susseguono a ritmi incalzanti, tali per cui la storia si complica parecchio; nella seconda parte, con la comparsa di nuovi personaggi, la storia perde un po' di pathos e di carica fino ad essere ripetitiva.
I personaggi sono molto ben caratterizzati a partire dai personaggi principali come Light e Elle fino ai secondari, anche se non è proprio la loro definizione dato che tutti hanno un loro ruolo ben preciso ai fini della trama, come il papà di Light o Mikami. Nei protagonisti, in particolar modo in Light, la crescita psicologica, spinto dalla sfida a prevalere, è molto ben evidente: Light è orgoglioso e ambizioso, non sopporta essere superato da qualcun altro, e il suo obbiettivo, dal portare il mondo alla pace passa al voler sconfiggere colui che lo ha sfidato, Elle, che invece è pacato, asociale e quasi senza espressione: un eroe atipico.
Infine i disegni sono ai limiti della perfezione: le proporzioni umane sono perfettamente rispettate, le espressioni facciali sono ben caratterizzate. Gli occhi, i capelli e i vestiti sono ben appropriati per i personaggi: Light, perfettino, indossa spesso giacca e cravatta, Elle invece veste da trasandato, rispecchiando molto il suo carattere. Molto pieno di retini, anche se questa caratteristica non da fastidio alla lettura dell'opera.
Concludendo, "Death Note" è un manga ben fatto per trama, disegni e personaggi, non si dilunga troppo, come spesso accade erroneamente per tanti manga di successo. L'unico difetto sta nel fatto che sia un po' pesante da leggere, quindi lo consiglierei a chi vuole una storia particolare, differente dallo shonen standard, ma non a chi vuole un manga leggero. Sconsiglio assolutamente la edizione Planet Manga denominata "Ristampa Edizione Limitata" perché è veramente pessima: le pagine si staccano molto facilmente e la qualità della carta è la peggiore che io abbia mai visto, piuttosto prendete la Gold che allo stesso prezzo vi da una qualità molto maggiore e pagine più grandi.
Voto: 8 tendente al 9.
<b>[ATTENZIONE: QUESTA RECENSIONE CONTIENE LIEVI SPOILER!]</b>
Beh che dire di questo manga? Semplicemente fantastico! Storia di Tsugumi Ohba veramente intrigante e con molti colpi di scena e disegni di Takeshi Obata molto ben fatti come in tutte le sue opere.
Questo manga parla di un ragazzo, Light Yagami che un pomeriggio uscendo da scuola trova per terra un diario che è caduto volontariamente ad uno Shinigami, Ryuk, tramite il quale è possibile uccidere le persone semplicemente scrivendoci sopra il nome. Light comincia ad usarlo per purificare il mondo dai criminali e di conseguenza viene considerato un assassino dovrà confrontarsi inizialmente con la polizia giapponese e, in seguito anche con quella americana.
Manga davvero interessante, l'unica pecca è che secondo il mio parere è stato tirato avanti troppo per le lunghe: in tutti i dodici volumi ci sono due saghe, una dove la giustizia è rappresentata da L, e una seconda dove quest'ultimo verrà rimpiazzato da Near e Mello Riguardo alla prima saga, nulla da dire, invece la seconda non mi è piaciuta per niente. Avrei preferito che il manga si concludesse con la morte di L. Manga consigliato a tutti, specialmente agli amanti del mistero!
Beh che dire di questo manga? Semplicemente fantastico! Storia di Tsugumi Ohba veramente intrigante e con molti colpi di scena e disegni di Takeshi Obata molto ben fatti come in tutte le sue opere.
Questo manga parla di un ragazzo, Light Yagami che un pomeriggio uscendo da scuola trova per terra un diario che è caduto volontariamente ad uno Shinigami, Ryuk, tramite il quale è possibile uccidere le persone semplicemente scrivendoci sopra il nome. Light comincia ad usarlo per purificare il mondo dai criminali e di conseguenza viene considerato un assassino dovrà confrontarsi inizialmente con la polizia giapponese e, in seguito anche con quella americana.
Manga davvero interessante, l'unica pecca è che secondo il mio parere è stato tirato avanti troppo per le lunghe: in tutti i dodici volumi ci sono due saghe, una dove la giustizia è rappresentata da L, e una seconda dove quest'ultimo verrà rimpiazzato da Near e Mello Riguardo alla prima saga, nulla da dire, invece la seconda non mi è piaciuta per niente. Avrei preferito che il manga si concludesse con la morte di L. Manga consigliato a tutti, specialmente agli amanti del mistero!
Ho iniziato a leggere "Death Note" perchè era uno dei manga più famosi che conoscessi. Ho fatto molta fatica a procurarmi tutti i tankobon, ma la mia fumetteria di fiducia ha risolto tutto. Ho amato questo manga dal primo numero. I personaggi sono ben definiti e i disegni hanno un tratto molto pulito e lineare, una cosa che inizialmente mi ha sorpresa (essendo abituata a disegni più "cartoon"), ma che poi ho iniziato ad adorare. Trovo geniale l'idea di partenza: un quaderno della morte! La trama può apparire un po' complicata, ma alla fine si risolverà tutto. Da leggere anche il tredicesimo volume, il manuale. Contiene un'analisi molto approfondita di tutta la storia e districa eventuali dubbi o incomprensioni. Molto interessanti anche le interviste all'autrice e al disegnatore e i retroscena dell'opera. Un manga da non perdere!
"Death Note"...Cosa dire di "Death Note"? Ciò che poteva essere e che invece non è stato.
Scritto da Tsugumi Ohba e disegnato da Takeshi Obata, è la storia del geniale diciassettenne Light Yagami, il cui sogno è poter diventare un poliziotto e far trionfare la giustizia. Sembrerebbe il solito protagonista shonen dai buoni ideali vero? Beh non è così: un giorno, infatti, Light trova un quaderno nero, il Death Note. Scrivere il nome di qualcuno sul Death Note ne causa la morte. Il ragazzo, una volta scoperto il potere del quaderno, decide di utilizzarlo per il proprio scopo: cambiare il mondo liberandolo dai malvagi, dai criminali e da chiunque commetta atti d'ingiustizia proprio come un dio. Si farà chiamare da tutti Kira, nascondendo la propria identità e la sua arma segreta. A seguire le avventure di Light ci sarà Ryuk, il dio della morte proprietario del Death Note. Le uccisioni da parte di Kira scateneranno l'indignazione e la rabbia delle forze dell'ordine inizialmente del Giappone e poi di tutto il mondo, tanto che la polizia richiederà l'intervento del detective dei detective: il misterioso L.
"Death Note" non è il solito shonen, non ci sono scontri fisici. Light e i suoi nemici cercheranno di prevalere gli uni sugli altri a colpi di deduzioni, logica e ragionamenti contorti. I dialoghi non annoiano, in quanto la Ohba essendo scrittrice sa come far appassionare i lettori ai dialoghi e anche ai monologhi dei vari personaggi. Il disegno è pulito, accattivante, semplice senza occhi sproporzionati e nasi inesistenti. La storia procede spedita, ricca di colpi di scena e i personaggi sono molto ben caratterizzati. Tutto questo fino al volume sette.
Dal volume sette in poi, dove il manga poteva tranquillamente interrompersi, gli autori decidono di sfruttare l'enorme successo ottenuto e continuare la serie. Qui le pecche di questo manga, prima non molto evidenti, che passavano quasi inosservate, cominciano ad emergere e parecchio anche. Le previsioni delle previsioni delle previsioni fatte dai personaggi su tutti gli altri e la loro logica complicata e contorta iniziano a essere troppo forzati e innaturali, si comincia a sentire la mancanza di idee. Le new entry Near e Mello non sono all'altezza del loro predecessore, sono l'ombra di se stessi, sono solo due macchine antropomorfe, hanno lo spessore di un capello. Non commento poi il loro character design.
I dialoghi diventano sempre più pesanti, monotoni, la tentazione di non leggere è forte. Poi i personaggi principali stessi diventano assurdi perfino per un manga. Light con i suoi monologhi e gli occhi rossi, noiosamente ripetitivo, il dubbio che in realtà si tratti di una persona rinchiusa in un manicomio con la camicia di forza messa lì al posto del vero Light sembra quasi certezza. E i personaggi femminili? Rilevanti quanto una goccia nel mare. Il finale è assurdo ma almeno qualche piccola soddisfazione ce la da.
"Death Note" dal volume otto è un'opera puramente commerciale, gli autori sono riusciti in cinque volumi a vanificare tutto il lavoro fatto nei primi sette.
Consigliato? Solo agli amanti del rischio e del masochismo.
Scritto da Tsugumi Ohba e disegnato da Takeshi Obata, è la storia del geniale diciassettenne Light Yagami, il cui sogno è poter diventare un poliziotto e far trionfare la giustizia. Sembrerebbe il solito protagonista shonen dai buoni ideali vero? Beh non è così: un giorno, infatti, Light trova un quaderno nero, il Death Note. Scrivere il nome di qualcuno sul Death Note ne causa la morte. Il ragazzo, una volta scoperto il potere del quaderno, decide di utilizzarlo per il proprio scopo: cambiare il mondo liberandolo dai malvagi, dai criminali e da chiunque commetta atti d'ingiustizia proprio come un dio. Si farà chiamare da tutti Kira, nascondendo la propria identità e la sua arma segreta. A seguire le avventure di Light ci sarà Ryuk, il dio della morte proprietario del Death Note. Le uccisioni da parte di Kira scateneranno l'indignazione e la rabbia delle forze dell'ordine inizialmente del Giappone e poi di tutto il mondo, tanto che la polizia richiederà l'intervento del detective dei detective: il misterioso L.
"Death Note" non è il solito shonen, non ci sono scontri fisici. Light e i suoi nemici cercheranno di prevalere gli uni sugli altri a colpi di deduzioni, logica e ragionamenti contorti. I dialoghi non annoiano, in quanto la Ohba essendo scrittrice sa come far appassionare i lettori ai dialoghi e anche ai monologhi dei vari personaggi. Il disegno è pulito, accattivante, semplice senza occhi sproporzionati e nasi inesistenti. La storia procede spedita, ricca di colpi di scena e i personaggi sono molto ben caratterizzati. Tutto questo fino al volume sette.
Dal volume sette in poi, dove il manga poteva tranquillamente interrompersi, gli autori decidono di sfruttare l'enorme successo ottenuto e continuare la serie. Qui le pecche di questo manga, prima non molto evidenti, che passavano quasi inosservate, cominciano ad emergere e parecchio anche. Le previsioni delle previsioni delle previsioni fatte dai personaggi su tutti gli altri e la loro logica complicata e contorta iniziano a essere troppo forzati e innaturali, si comincia a sentire la mancanza di idee. Le new entry Near e Mello non sono all'altezza del loro predecessore, sono l'ombra di se stessi, sono solo due macchine antropomorfe, hanno lo spessore di un capello. Non commento poi il loro character design.
I dialoghi diventano sempre più pesanti, monotoni, la tentazione di non leggere è forte. Poi i personaggi principali stessi diventano assurdi perfino per un manga. Light con i suoi monologhi e gli occhi rossi, noiosamente ripetitivo, il dubbio che in realtà si tratti di una persona rinchiusa in un manicomio con la camicia di forza messa lì al posto del vero Light sembra quasi certezza. E i personaggi femminili? Rilevanti quanto una goccia nel mare. Il finale è assurdo ma almeno qualche piccola soddisfazione ce la da.
"Death Note" dal volume otto è un'opera puramente commerciale, gli autori sono riusciti in cinque volumi a vanificare tutto il lavoro fatto nei primi sette.
Consigliato? Solo agli amanti del rischio e del masochismo.
"Death Note" è uno di quei pochi manga che possiedono una fama proporzionale al valore effettivo della serie.
Tutti i collezionisti hanno almeno sentito parlare del Quaderno della Morte, o meglio, tutti coloro che accendono la TV e visualizzano il canale MTV conoscono la serie animata.
"Death Note" è uno shonen psicologico e un po' poliziesco di Tsugumi Ohba e Takeshi Obata, composto da dodici numeri, in Italia per Planet Manga.
Tutto comincia con uno studente del liceo, Light Yagami, eccessivamente asociale che non ama particolarmente i suoi coetanei e i criminali. In una normale giornata di scuola, trova un sospetto quaderno nero con la scritta bianca "Death Note" incisa sopra.
Dopo alcuni tentativi scopre che cioè che c'era scritto all'interno del quaderno esentava la verità: qualunque persona di cui si conosca il volto e il cui nome venga scritto sul quaderno morirà.
Light, con l'aiuto dell'annoiato shinigami Ryuk, decide così di sterminare i criminali, guadagnandosi l'appellativo di Kira. Questo provocherà una reazione tra le forze dell'ordine che chiederanno aiuto al famoso investigatore L, la cui identità è inizialmente del tutto sconosciuta.
Inizia così la lotta tra il bene e il male a suon di penne nere, computer della Polizia e cucchiai per dolci.
Su "Death Note" è stato pubblicato un tredicesimo numero che ne rappresenta la guida (contiene anche il capitolo 0) e due libri: "Death Note Another Note - Il serial killer di Los Angeles" che tratta una storia antecedente al caso Kira, e "L changes the World", un finale alternativo alla storia iniziale.
La prima edizione è quasi penosa. Colla e carta scadenti. Ma almeno gli albi si aprono, nelle Gold invece quasi non si possono sfogliare le pagine.
"Death Note" si merita certamente la sua fama anche perché è adatto a quasi tutte le età, magari dai dodici anni in su per ovvi motivi; inoltre fa trapelare tutti i ragionamenti dei criminali e degli investigatori, perfetto per coloro che studiano per diventare tali, o magari avvocati o chissà cos'altro.
Consiglio perciò di leggere questa serie, anche per levarsi la curiosità di tanto successo.
Tutti i collezionisti hanno almeno sentito parlare del Quaderno della Morte, o meglio, tutti coloro che accendono la TV e visualizzano il canale MTV conoscono la serie animata.
"Death Note" è uno shonen psicologico e un po' poliziesco di Tsugumi Ohba e Takeshi Obata, composto da dodici numeri, in Italia per Planet Manga.
Tutto comincia con uno studente del liceo, Light Yagami, eccessivamente asociale che non ama particolarmente i suoi coetanei e i criminali. In una normale giornata di scuola, trova un sospetto quaderno nero con la scritta bianca "Death Note" incisa sopra.
Dopo alcuni tentativi scopre che cioè che c'era scritto all'interno del quaderno esentava la verità: qualunque persona di cui si conosca il volto e il cui nome venga scritto sul quaderno morirà.
Light, con l'aiuto dell'annoiato shinigami Ryuk, decide così di sterminare i criminali, guadagnandosi l'appellativo di Kira. Questo provocherà una reazione tra le forze dell'ordine che chiederanno aiuto al famoso investigatore L, la cui identità è inizialmente del tutto sconosciuta.
Inizia così la lotta tra il bene e il male a suon di penne nere, computer della Polizia e cucchiai per dolci.
Su "Death Note" è stato pubblicato un tredicesimo numero che ne rappresenta la guida (contiene anche il capitolo 0) e due libri: "Death Note Another Note - Il serial killer di Los Angeles" che tratta una storia antecedente al caso Kira, e "L changes the World", un finale alternativo alla storia iniziale.
La prima edizione è quasi penosa. Colla e carta scadenti. Ma almeno gli albi si aprono, nelle Gold invece quasi non si possono sfogliare le pagine.
"Death Note" si merita certamente la sua fama anche perché è adatto a quasi tutte le età, magari dai dodici anni in su per ovvi motivi; inoltre fa trapelare tutti i ragionamenti dei criminali e degli investigatori, perfetto per coloro che studiano per diventare tali, o magari avvocati o chissà cos'altro.
Consiglio perciò di leggere questa serie, anche per levarsi la curiosità di tanto successo.
[Attenzione: questa recensione è pensata per chi già conosce la storia e vuole solo sapere cosa ne pensa un tizio, nella fattispecie io.]
Ho avuto la fortuna di incappare in "Death Note" prima che assurgesse al livello di "classico", come viene ora talvolta definito. Fortuna perché, come molti, nutro insani pregiudizi nei confronti di tutti i prodotti dall'enorme marketing, diciamo nei confronti di ciò che ha un massiccio successo commerciale. Ma beccandolo all'inizio me lo sono goduto senza filtri, senza aspettative, e credetemi, è stata una sorpresa.
"L'umano il cui nome viene scritto su questo quaderno morirà."
Che la prima regola del quaderno sia il segreto del successo del manga (come la stessa autrice ha avuto modo di sostenere) in virtù della propria semplicità ed efficacia narrativa, è una sciocchezza.
Non è poi questa grande idea. Se avete letto il "capitolo 0" presentato sul volume speciale n° 13 saprete bene che quest'idea non basta per fare una bella storia.
La vera rivoluzione (perché é di rivoluzione che si tratta) sono le battaglie psicologiche. Logiche. Tattiche. Uno shonen a tutti gli effetti, ma al posto di pugni e onde energetiche troviamo inganni e ragionamenti affilati.
Enormi baloon fitti fitti sono le scene d'azione di questo manga, il QI, l'aura dei personaggi.
Una cosa, credo, senza precedenti. Quantomeno in modo così radicale. Tant'è che già sono cominciati a spuntare gli imitatori - ancora nessun opera capace di evolvere quanto cominciato, ma arriveranno anche loro.
I personaggi: anch'essi a loro modo molto shonen. Il parossismo dello studente modello che decide di diventare il dio di un nuovo mondo (impagabili le espressioni più esaltate di Light); l'ambiguità del detective giustizialista dagli evidenti disturbi socio-relazionali; l'amore della idol che la porta a compiere gli atti più efferati per compiacere il suo Kira.
Facile rivederci le classiche figure manga (eroe che insegue il sogno, avversario pieno di stile, eroina innamorata) distorte e rinnovate. Emblematico che Matsuda, il personaggio che in un normale shonen avrebbe tutte le carte in regola per essere il protagonista (sciocco ma coraggioso, impulsivo ma abile nelle sparatorie) qui è l'idiota di turno.
I comprimari offrono spesso qualche siparietto comico.
Uniamo a tutto ciò uno stile di disegno strepitoso (in particolare nelle splash page) e dovremmo ottenere un capolavoro. No? Beh, i difetti ci sono.
In primis, le stesse qualità principali del manga potrebbero, a seconda del fruitore, essere i peggiori difetti: l'enorme verbosità, personaggi coi quali non per tutti può essere facile empatizzare.
L'enfasi enorme nello scontro Light-L a qualcuno potrà risultare ridicola e affettata (personalmente non c'è cosa che preferisca).
Poi non possiamo nascondere un certo calo nella seconda parte (dall'otto), non così importante, però, se confrontato al vero problema: lo scontro finale. Cosa che mai (...) accade prima, si notano dei buchi nei ragionamenti dei nostri protagonisti. Un peccato. Sarà la fretta, a mio parere la Ohba ha preferito privilegiare nel finale il lato umano della faccenda, in barba alla logica. Ma mi fermo che sennò finisce che spoilero.
In virtù di tutto ciò, ma soprattutto chiudendo gli occhi sui difetti a causa della estrema affezione che provo per il manga (e per L... Mi ero fatto crescere i capelli e invece che sedermi mi appollaiavo...) il mio voto è 10. Ma è l'unico dieci che darò in questo sito. Giuro.
Ho avuto la fortuna di incappare in "Death Note" prima che assurgesse al livello di "classico", come viene ora talvolta definito. Fortuna perché, come molti, nutro insani pregiudizi nei confronti di tutti i prodotti dall'enorme marketing, diciamo nei confronti di ciò che ha un massiccio successo commerciale. Ma beccandolo all'inizio me lo sono goduto senza filtri, senza aspettative, e credetemi, è stata una sorpresa.
"L'umano il cui nome viene scritto su questo quaderno morirà."
Che la prima regola del quaderno sia il segreto del successo del manga (come la stessa autrice ha avuto modo di sostenere) in virtù della propria semplicità ed efficacia narrativa, è una sciocchezza.
Non è poi questa grande idea. Se avete letto il "capitolo 0" presentato sul volume speciale n° 13 saprete bene che quest'idea non basta per fare una bella storia.
La vera rivoluzione (perché é di rivoluzione che si tratta) sono le battaglie psicologiche. Logiche. Tattiche. Uno shonen a tutti gli effetti, ma al posto di pugni e onde energetiche troviamo inganni e ragionamenti affilati.
Enormi baloon fitti fitti sono le scene d'azione di questo manga, il QI, l'aura dei personaggi.
Una cosa, credo, senza precedenti. Quantomeno in modo così radicale. Tant'è che già sono cominciati a spuntare gli imitatori - ancora nessun opera capace di evolvere quanto cominciato, ma arriveranno anche loro.
I personaggi: anch'essi a loro modo molto shonen. Il parossismo dello studente modello che decide di diventare il dio di un nuovo mondo (impagabili le espressioni più esaltate di Light); l'ambiguità del detective giustizialista dagli evidenti disturbi socio-relazionali; l'amore della idol che la porta a compiere gli atti più efferati per compiacere il suo Kira.
Facile rivederci le classiche figure manga (eroe che insegue il sogno, avversario pieno di stile, eroina innamorata) distorte e rinnovate. Emblematico che Matsuda, il personaggio che in un normale shonen avrebbe tutte le carte in regola per essere il protagonista (sciocco ma coraggioso, impulsivo ma abile nelle sparatorie) qui è l'idiota di turno.
I comprimari offrono spesso qualche siparietto comico.
Uniamo a tutto ciò uno stile di disegno strepitoso (in particolare nelle splash page) e dovremmo ottenere un capolavoro. No? Beh, i difetti ci sono.
In primis, le stesse qualità principali del manga potrebbero, a seconda del fruitore, essere i peggiori difetti: l'enorme verbosità, personaggi coi quali non per tutti può essere facile empatizzare.
L'enfasi enorme nello scontro Light-L a qualcuno potrà risultare ridicola e affettata (personalmente non c'è cosa che preferisca).
Poi non possiamo nascondere un certo calo nella seconda parte (dall'otto), non così importante, però, se confrontato al vero problema: lo scontro finale. Cosa che mai (...) accade prima, si notano dei buchi nei ragionamenti dei nostri protagonisti. Un peccato. Sarà la fretta, a mio parere la Ohba ha preferito privilegiare nel finale il lato umano della faccenda, in barba alla logica. Ma mi fermo che sennò finisce che spoilero.
In virtù di tutto ciò, ma soprattutto chiudendo gli occhi sui difetti a causa della estrema affezione che provo per il manga (e per L... Mi ero fatto crescere i capelli e invece che sedermi mi appollaiavo...) il mio voto è 10. Ma è l'unico dieci che darò in questo sito. Giuro.
Death Note è una serie di dodici volumi scritta da Tsugumi Ohba e disegnata dal ben più famoso Takeshi Obata, serializzata in Giappone da Shueisha a partire dal 2003 e in Italia da Panini Comics pochi anni più tardi.
Il protagonista Light è lo studente più bravo di tutto il Giappone, un giorno uscendo da scuola trova uno strano quaderno al suolo con una strano facoltà: chiunque il cui nome verrà scritto sul quaderno morirà. Light Yagami usa il quaderno per uccidere i criminali più pericolosi nella speranza di cambiare il mondo, in seguito la polizia inizia ad indagare su queste misteriose morti.
Secondo me Death Note è uno dei migliori shounen moderni in circolazione, ha una trama accattivante e uno svolgimento assolutamente imprevedibile, pieno di colpi di scena. Un altro punto a favore di questa serie probabilmente è il fatto che non esista né un "buono" né un "cattivo", tutti i personaggi, molto carismatici, hanno le loro motivazioni, giuste o sbagliate che siano. C'è da dire che la serie è indubbiamente stata favorita dal periodo in cui è uscita, in quelli anni le serie di questo stile andavano molto di moda, per non parlare della pubblicità ottenuta grazie all'anime. Consiglio questa serie, l'unica pecca e che in alcuni casi potrebbe risultare un po' noiosa.
La serie è esaurita, tuttavia ci sono innumerevoli ristampe e anche una edizione gold, inoltre a breve dovrebbe uscire anche la cosiddetta Black Editon, un'edizione definitiva molto curata con le pagine a colori. Di Death Note esiste anche il numero tredici, una specie di guida alla lettura con le bozze dei personaggi, interviste agli autori, le schede dei personaggi, diverse curiosità e il capitolo prova. Nella prima tiratura di questo volume veniva anche regalata la "L Special Card", una carta dorata a tiratura limitata con l'immagine di L (il detective che dà la caccia a Light) e il suo vero nome.
Il protagonista Light è lo studente più bravo di tutto il Giappone, un giorno uscendo da scuola trova uno strano quaderno al suolo con una strano facoltà: chiunque il cui nome verrà scritto sul quaderno morirà. Light Yagami usa il quaderno per uccidere i criminali più pericolosi nella speranza di cambiare il mondo, in seguito la polizia inizia ad indagare su queste misteriose morti.
Secondo me Death Note è uno dei migliori shounen moderni in circolazione, ha una trama accattivante e uno svolgimento assolutamente imprevedibile, pieno di colpi di scena. Un altro punto a favore di questa serie probabilmente è il fatto che non esista né un "buono" né un "cattivo", tutti i personaggi, molto carismatici, hanno le loro motivazioni, giuste o sbagliate che siano. C'è da dire che la serie è indubbiamente stata favorita dal periodo in cui è uscita, in quelli anni le serie di questo stile andavano molto di moda, per non parlare della pubblicità ottenuta grazie all'anime. Consiglio questa serie, l'unica pecca e che in alcuni casi potrebbe risultare un po' noiosa.
La serie è esaurita, tuttavia ci sono innumerevoli ristampe e anche una edizione gold, inoltre a breve dovrebbe uscire anche la cosiddetta Black Editon, un'edizione definitiva molto curata con le pagine a colori. Di Death Note esiste anche il numero tredici, una specie di guida alla lettura con le bozze dei personaggi, interviste agli autori, le schede dei personaggi, diverse curiosità e il capitolo prova. Nella prima tiratura di questo volume veniva anche regalata la "L Special Card", una carta dorata a tiratura limitata con l'immagine di L (il detective che dà la caccia a Light) e il suo vero nome.
Death Note, un manga di Tsugumi Ohba e Takeshi Obata. Un manga che molti definiscono un capolavoro, ma che io non trovo così esaltante.
Un manga che anziché dodici volumi ne sarebbe potuto durare due.
La trama la conoscono tutti, Light, il migliore studente del Giappone, troppo intelligente per seguire la lezioni vede cadere dal cielo un quaderno nero. Perciò terminate le lezioni va a raccoglierlo e scopre che grazie ad esso può uccidere chiunque egli voglia. E allora decide di uccidere tutti i cattivoni in primis, e dopo coloro che sono un peso per la società, come ad esempio le persone senza lavoro, o quelle pigre. Così si erige a nuovo Dio del mondo. Senza pensare che forse qualcuno proverà a fermarlo.
Ed è qui che entra in gioco colui che ha reso i primi volumi interessanti e che mi ha costretto a rileggere più volte ogni pagina a causa dei ragionamenti contorti che faceva: il grande detective L.
A sentirlo nominare ti viene in mente un adulto, una persona seria, tutto lavoro; invece ci ritroviamo questo qua, una persona senza né capo né coda, incapace di vivere come un qualsiasi essere umano, che mangia solo ed esclusivamente dolci e che ha circa la stessa età del protagonista.
Beh questo è un manga, quindi può succedere di tutto no?
Perciò nel 2° volume L ha già capito che Light è colui che sta uccidendo i cattivoni. Allora tanto valeva far finire il manga e non far attendere i lettori per altri 10 volumi. Del resto che senso ha avuto aggiungere ragionamenti sempre più complessi fino a far venire la nausea al lettore per poi ridurli a delle cose banali dalla metà dell'opera in poi? Ma gli autori hanno voluto continuare, e così è venuta un fuori una cosa decisamente noiosa, nonostante poi siano subentrati nuovi personaggi, come Mello e Near, anch'essi dei piccoli detective, ma molto meno capaci di L.
In conclusione DN, che quasi tutti hanno elevato a "miglior manga di sempre", non l'ho trovato affatto interessante, se non per i primi 2-3 volumi. Quindi se volete leggere per trovare uno shounen un po' diverso dagli altri altri fate pure, ma non aspettatevi, alla fine, che vi rimanga un messaggio, un qualcosa, perché il manga finisce nel nulla.
Un manga che anziché dodici volumi ne sarebbe potuto durare due.
La trama la conoscono tutti, Light, il migliore studente del Giappone, troppo intelligente per seguire la lezioni vede cadere dal cielo un quaderno nero. Perciò terminate le lezioni va a raccoglierlo e scopre che grazie ad esso può uccidere chiunque egli voglia. E allora decide di uccidere tutti i cattivoni in primis, e dopo coloro che sono un peso per la società, come ad esempio le persone senza lavoro, o quelle pigre. Così si erige a nuovo Dio del mondo. Senza pensare che forse qualcuno proverà a fermarlo.
Ed è qui che entra in gioco colui che ha reso i primi volumi interessanti e che mi ha costretto a rileggere più volte ogni pagina a causa dei ragionamenti contorti che faceva: il grande detective L.
A sentirlo nominare ti viene in mente un adulto, una persona seria, tutto lavoro; invece ci ritroviamo questo qua, una persona senza né capo né coda, incapace di vivere come un qualsiasi essere umano, che mangia solo ed esclusivamente dolci e che ha circa la stessa età del protagonista.
Beh questo è un manga, quindi può succedere di tutto no?
Perciò nel 2° volume L ha già capito che Light è colui che sta uccidendo i cattivoni. Allora tanto valeva far finire il manga e non far attendere i lettori per altri 10 volumi. Del resto che senso ha avuto aggiungere ragionamenti sempre più complessi fino a far venire la nausea al lettore per poi ridurli a delle cose banali dalla metà dell'opera in poi? Ma gli autori hanno voluto continuare, e così è venuta un fuori una cosa decisamente noiosa, nonostante poi siano subentrati nuovi personaggi, come Mello e Near, anch'essi dei piccoli detective, ma molto meno capaci di L.
In conclusione DN, che quasi tutti hanno elevato a "miglior manga di sempre", non l'ho trovato affatto interessante, se non per i primi 2-3 volumi. Quindi se volete leggere per trovare uno shounen un po' diverso dagli altri altri fate pure, ma non aspettatevi, alla fine, che vi rimanga un messaggio, un qualcosa, perché il manga finisce nel nulla.
"Death Note", DN, Desu Noto: Tsugumi Obha & Takeshi Obata, autori di Death Note, esploso come fenomeno mondiale, e adesso anche di Bakuman, un manga di tutt'altro tipo e assolutamente paragonabile - neanche lontanamente - a l'intreccio avvolto su se stesso e alla drammaticità su cui si regge la trama generale di Death Note.
Voglio iniziare con tutto ciò che non gradisco, così capirete perché ho dato 9 e non 10 ad un manga che considero un capolavoro assoluto.
1. Per qualunque persona è difficile seguire le seghe mentali del genio e del supergenio, poiché il manga è fitto di discorsi spesso poco comprensibili a noi poveri, piccoli, innocui esseri umani senza un quoziente intellettivo pari a 200. Non di rado sono stata costretta, data la mia scarsa intelligenza, a leggere nuovamente le pagine precedenti poiché non riuscivo a comprendere i discorsi di Light, i discorsi di L e, a maggior ragione, i discorsi di Light e di L.
Fondamentalmente Death Note andava alleggerito per quanto concerne i dialoghi, ma ciò sarebbe stato impossibile dato che è un manga in cui si muovono protagonisti geniali come L e Light. Se ci aggiungiamo anche le circostanze allora alleggerire i dialoghi diventa una vera e propria utopia.
2. Death Note non è un manga per scolarette. È un manga drammatico, umano, di uno spessore psicologico ineguagliabile ma freddo come la lama di un coltello sa essere. Nonostante i personaggi appaiano dei veri e propri esseri umani (tutti loro, nessuno escluso) in questo manga non ci sono sentimenti, non c'è amore, non c'è passione. C'è un gelido calcolo, gelidi discorsi, freddissimi dialoghi.
Le uniche "manifestazioni sentimentali" sono quelle di Misa-Misa nei confronti di Light, il rapporto venutosi a creare tra L e Light, oppure il fatto che Matt e Mello sembrino condividere un'amicizia.
In Death Note non c'è nient'altro: il resto sono parole fredde, glaciali, calcoli.
3. Death Note, ripeto, non è un manga per scolarette quattordicenni o per ragazzine a cui piacciono gli shonen. Death Note è un manga drammatico, talvolta lento, introspettivo e scandito lentamente da dialoghi lunghissimi e molto complicati. Perciò spesso può apparire noioso. Ci si mette anche molto di più a leggerlo di qualsiasi altro manga: difatti, ricordo, io ero costretta a leggermi un capitolo al giorno, non di più. Perché altrimenti dopo mi schiumava e fumava il cervello.
Ora passiamo invece a ciò che ha permesso a Death Note di farsi strada nella mia mente e nel mio cuore: Takeshi Obata, principalmente, che è un maestro nei disegni e la storia e l'intreccio e la profondità dei personaggi di Obha-sensei.
Tutti, indipendentemente da chi siano e da quale ruolo rivestano, appaiono degli esseri umani catapultati in un universo nero in cui non brillano luci, se non luci spente e scurissime.
Tutti, indipendentemente dalla trama, sembrano ruotare attorno ad un incubo nero che li divora pagina dopo pagina.
Lo stesso Light Yagami, spesso detestato e criticato, è la prima vittima reale del potete incontrastato del Death Note: raccogliendolo e facendone uso (semplicemente uso, badate bene) Light Yagami firma la propria condanna a morte. Lo stesso Yagami-san è uno dei personaggi più umani dell'intero manga: è un essere umano nel momento in cui, spinto dalla curiosità, utilizza il quaderno della morte. È un essere umano nel momento in cui gli occhi Kira brillano, e lui è diventato un assassino di criminali. È un essere umano nel momento in cui si crede Dio e crede di rivestire un ruolo centrale all'interno del mondo, di essere colui che può permettersi di giudicare gli altri.
Il diamante che brilla in Death Note sono proprio loro: i personaggi umani, che compiono scelte e sbagli da esseri umani e che muoiono da esseri umani.
I disegni sono di Obata e Obata è un genio. Lo considero un vero genio e i suoi disegni sono spettacolari: generalmente mi piacciono quasi tutti gli stili, tranne quelli kawaii stile Vampire Knight con gli occhi che sembrano tazzine da caffé; ma Obata è un genio e su questo non si può discutere.
La trama è un intreccio che si arrotola continuamente su stesso, condito di suspance, personaggi eccezionali che si muovono in un universo senza luce e che sembrano inghiottiti dalle proprie ombre pagina dopo pagina.
Voglio iniziare con tutto ciò che non gradisco, così capirete perché ho dato 9 e non 10 ad un manga che considero un capolavoro assoluto.
1. Per qualunque persona è difficile seguire le seghe mentali del genio e del supergenio, poiché il manga è fitto di discorsi spesso poco comprensibili a noi poveri, piccoli, innocui esseri umani senza un quoziente intellettivo pari a 200. Non di rado sono stata costretta, data la mia scarsa intelligenza, a leggere nuovamente le pagine precedenti poiché non riuscivo a comprendere i discorsi di Light, i discorsi di L e, a maggior ragione, i discorsi di Light e di L.
Fondamentalmente Death Note andava alleggerito per quanto concerne i dialoghi, ma ciò sarebbe stato impossibile dato che è un manga in cui si muovono protagonisti geniali come L e Light. Se ci aggiungiamo anche le circostanze allora alleggerire i dialoghi diventa una vera e propria utopia.
2. Death Note non è un manga per scolarette. È un manga drammatico, umano, di uno spessore psicologico ineguagliabile ma freddo come la lama di un coltello sa essere. Nonostante i personaggi appaiano dei veri e propri esseri umani (tutti loro, nessuno escluso) in questo manga non ci sono sentimenti, non c'è amore, non c'è passione. C'è un gelido calcolo, gelidi discorsi, freddissimi dialoghi.
Le uniche "manifestazioni sentimentali" sono quelle di Misa-Misa nei confronti di Light, il rapporto venutosi a creare tra L e Light, oppure il fatto che Matt e Mello sembrino condividere un'amicizia.
In Death Note non c'è nient'altro: il resto sono parole fredde, glaciali, calcoli.
3. Death Note, ripeto, non è un manga per scolarette quattordicenni o per ragazzine a cui piacciono gli shonen. Death Note è un manga drammatico, talvolta lento, introspettivo e scandito lentamente da dialoghi lunghissimi e molto complicati. Perciò spesso può apparire noioso. Ci si mette anche molto di più a leggerlo di qualsiasi altro manga: difatti, ricordo, io ero costretta a leggermi un capitolo al giorno, non di più. Perché altrimenti dopo mi schiumava e fumava il cervello.
Ora passiamo invece a ciò che ha permesso a Death Note di farsi strada nella mia mente e nel mio cuore: Takeshi Obata, principalmente, che è un maestro nei disegni e la storia e l'intreccio e la profondità dei personaggi di Obha-sensei.
Tutti, indipendentemente da chi siano e da quale ruolo rivestano, appaiono degli esseri umani catapultati in un universo nero in cui non brillano luci, se non luci spente e scurissime.
Tutti, indipendentemente dalla trama, sembrano ruotare attorno ad un incubo nero che li divora pagina dopo pagina.
Lo stesso Light Yagami, spesso detestato e criticato, è la prima vittima reale del potete incontrastato del Death Note: raccogliendolo e facendone uso (semplicemente uso, badate bene) Light Yagami firma la propria condanna a morte. Lo stesso Yagami-san è uno dei personaggi più umani dell'intero manga: è un essere umano nel momento in cui, spinto dalla curiosità, utilizza il quaderno della morte. È un essere umano nel momento in cui gli occhi Kira brillano, e lui è diventato un assassino di criminali. È un essere umano nel momento in cui si crede Dio e crede di rivestire un ruolo centrale all'interno del mondo, di essere colui che può permettersi di giudicare gli altri.
Il diamante che brilla in Death Note sono proprio loro: i personaggi umani, che compiono scelte e sbagli da esseri umani e che muoiono da esseri umani.
I disegni sono di Obata e Obata è un genio. Lo considero un vero genio e i suoi disegni sono spettacolari: generalmente mi piacciono quasi tutti gli stili, tranne quelli kawaii stile Vampire Knight con gli occhi che sembrano tazzine da caffé; ma Obata è un genio e su questo non si può discutere.
La trama è un intreccio che si arrotola continuamente su stesso, condito di suspance, personaggi eccezionali che si muovono in un universo senza luce e che sembrano inghiottiti dalle proprie ombre pagina dopo pagina.
Death Note. Uno dei capolavori del mondo manga. Ci sono tante cose che vanno dette su questo shounen straordinario, primo fra tutti il fatto che non è un fumetto leggero e scorrevole da leggicchiare con tranquillità, no: è complesso - molto complesso - non tanto per la trama (che comunque lineare non è), ma per i ragionamenti e le riflessioni di alcuni personaggi, che, nella loro genialità, esprimono concetti non sempre di facile comprensione.
Ciononostante è un'opera degna di questo nome: avvincente, interessante, in alcuni - piccoli - pezzi anche divertente e originale.
Light Yagami è un brillante studente giapponese con un quoziente intellettivo molto superiore alla media. Un giorno trova un Death Note, fatto cadere nel mondo degli umani dall'irresponsabile Shinigami Ryuk, che vuole divertirsi. Light ha un ideale molto preciso di giustizia, e vuole realizzarlo a tutti i costi, cominciando, sotto lo pseudonimo di Kira, a giustiziare i criminali col Death Note. A lui si oppone il più grande e geniale detective del mondo, L, che si mette a indagare con metodi poco ortodossi sul "caso Kira".
La trama è sicuramente singolare e fuori dagli schemi, con continui colpi di scena e cambiamenti nel susseguirsi degli avvenimenti: seguire tutte le vicende non è facile, è tutto molto complesso e articolato, ma prestando la dovuta attenzione si capisce ogni aspetto.
I personaggi sono quanto di più particolare al mondo: il protagonista, tanto per cominciare, è un bastardo senza precedenti, L è buffo e strano, così come Near. Mello ha uno stile tutto suo e Matt... beh, lui è il più originale di tutti, nonostante compaia per brevissimo tempo. Ryuk è un bel personaggio, ben descritto e analizzato, così come tutti gli altri del resto.
I disegni sono davvero eccezionali: le figure umane di Obata sono proporzionate e armoniche, gli occhi e i volti in generale assai espressivi; gli Dei della Morte, gli Shinigami, sono fisicamente alquanto bizzarri: non si può dire siano belli - sono mostruosi! - ma nella loro diversità hanno qualcosa di affascinante.
La qualità della carta è passabile ma la rilegatura non lo è: si staccano le pagine molto di frequente a dire il vero. L'edizione Gold, a mio parere, non rende i disegni, ma ha una qualità leggermente migliore. Le copertine sono particolarissime, mi piacciono molto.
Uh, ci sarebbe da dire che in DN manca la componente romantica, se non vogliamo considerare l'adorazione per Light di Misa e Kiyomi, ma io non ne ho sentito affatto la mancanza.
Ho dato nove e non dieci a DN perché i miei personaggi preferiti <b>SPOILER</b> muoiono, e anche in modo alquanto squallido e mortificante, a esser sincera - decessi evitabilissimi e non necessari, non tutti almeno - senza contare che dopo l'incresciosa morte di L c'è un declino evidente per quanto riguarda trama e personaggi. <b>FINE SPOILER</b>
Per il resto non trovo difetti a Death Note.
Consigliatissimo.
Ciononostante è un'opera degna di questo nome: avvincente, interessante, in alcuni - piccoli - pezzi anche divertente e originale.
Light Yagami è un brillante studente giapponese con un quoziente intellettivo molto superiore alla media. Un giorno trova un Death Note, fatto cadere nel mondo degli umani dall'irresponsabile Shinigami Ryuk, che vuole divertirsi. Light ha un ideale molto preciso di giustizia, e vuole realizzarlo a tutti i costi, cominciando, sotto lo pseudonimo di Kira, a giustiziare i criminali col Death Note. A lui si oppone il più grande e geniale detective del mondo, L, che si mette a indagare con metodi poco ortodossi sul "caso Kira".
La trama è sicuramente singolare e fuori dagli schemi, con continui colpi di scena e cambiamenti nel susseguirsi degli avvenimenti: seguire tutte le vicende non è facile, è tutto molto complesso e articolato, ma prestando la dovuta attenzione si capisce ogni aspetto.
I personaggi sono quanto di più particolare al mondo: il protagonista, tanto per cominciare, è un bastardo senza precedenti, L è buffo e strano, così come Near. Mello ha uno stile tutto suo e Matt... beh, lui è il più originale di tutti, nonostante compaia per brevissimo tempo. Ryuk è un bel personaggio, ben descritto e analizzato, così come tutti gli altri del resto.
I disegni sono davvero eccezionali: le figure umane di Obata sono proporzionate e armoniche, gli occhi e i volti in generale assai espressivi; gli Dei della Morte, gli Shinigami, sono fisicamente alquanto bizzarri: non si può dire siano belli - sono mostruosi! - ma nella loro diversità hanno qualcosa di affascinante.
La qualità della carta è passabile ma la rilegatura non lo è: si staccano le pagine molto di frequente a dire il vero. L'edizione Gold, a mio parere, non rende i disegni, ma ha una qualità leggermente migliore. Le copertine sono particolarissime, mi piacciono molto.
Uh, ci sarebbe da dire che in DN manca la componente romantica, se non vogliamo considerare l'adorazione per Light di Misa e Kiyomi, ma io non ne ho sentito affatto la mancanza.
Ho dato nove e non dieci a DN perché i miei personaggi preferiti <b>SPOILER</b> muoiono, e anche in modo alquanto squallido e mortificante, a esser sincera - decessi evitabilissimi e non necessari, non tutti almeno - senza contare che dopo l'incresciosa morte di L c'è un declino evidente per quanto riguarda trama e personaggi. <b>FINE SPOILER</b>
Per il resto non trovo difetti a Death Note.
Consigliatissimo.
Death Note è stato il primo manga che ho comprato e devo dire che fino ad ora non ho trovato un manga eguagliabile a questo. Come sanno tutti il punto forte è la storia inventata da Tsugumi Ohba, ma secondo me la cosa che rende quest'opera un capolavoro è la coesione, la reazione chimica che unisce i fantastici disegni del sensei Obata e la storia di Ohba.
La storia è molto interessante ed è avvolta da un'atmosfera misteriosa e psicologica incentrata su Light, un assassino che usando il death note aspira a diventare un Dio eliminando dalla faccia della terra tutte le persone che secondo lui non meritano di vivere, e L un detective che vuole riuscire a risolvere il caso più difficile che avesse mai incontrato sulla sua strada. I disegni come ho detto sono fantastici e sono perfettamente adeguati al genere thriller, misterioso.
<b>ATTENZIONE SPOILER</b>
Sinceramente dopo la morte di L la storia ha perso quell'atmosfera che aveva preso piede e la comparsa poi dei discepoli di L è stato un tentativo nullo di riprendere la storia. Non capisco come mai il sensei Ohba abbia deciso di eliminare questo personaggio importantissimo. È come se nel famosissimo manga Naruto venisse eliminato Sasuke: è una decisione assurda.
<b>FINE SPOILER</b>
Insomma secondo me quest'opera dovrebbe essere nella collezione di ogni amante degli anime e dei manga. L'unico difetto è l'edizione italiana scadente (come sempre) della Planet manga. Un altro consiglio: non acquistate l'edizione gold, perché è solamente una copia identica dell'edizione normale, con solamente una sovracopertina. Insomma tra comprare l'edizione normale a 3.90 cadauno e la gold delux a 5.90 ognuno vi consiglio vivamente la prima.
La storia è molto interessante ed è avvolta da un'atmosfera misteriosa e psicologica incentrata su Light, un assassino che usando il death note aspira a diventare un Dio eliminando dalla faccia della terra tutte le persone che secondo lui non meritano di vivere, e L un detective che vuole riuscire a risolvere il caso più difficile che avesse mai incontrato sulla sua strada. I disegni come ho detto sono fantastici e sono perfettamente adeguati al genere thriller, misterioso.
<b>ATTENZIONE SPOILER</b>
Sinceramente dopo la morte di L la storia ha perso quell'atmosfera che aveva preso piede e la comparsa poi dei discepoli di L è stato un tentativo nullo di riprendere la storia. Non capisco come mai il sensei Ohba abbia deciso di eliminare questo personaggio importantissimo. È come se nel famosissimo manga Naruto venisse eliminato Sasuke: è una decisione assurda.
<b>FINE SPOILER</b>
Insomma secondo me quest'opera dovrebbe essere nella collezione di ogni amante degli anime e dei manga. L'unico difetto è l'edizione italiana scadente (come sempre) della Planet manga. Un altro consiglio: non acquistate l'edizione gold, perché è solamente una copia identica dell'edizione normale, con solamente una sovracopertina. Insomma tra comprare l'edizione normale a 3.90 cadauno e la gold delux a 5.90 ognuno vi consiglio vivamente la prima.
Death Note, per me, è uno dei migliori manga che abbia letto. Probabilmente potrebbe valere 10, ma alcune piccole cose mi hanno portato a dargli un più che ottimo 9.
TRAMA
Il vero punto forte di Death Note è la storia, raccontata in modo eccellente, al punto che è veramente difficile staccarsi prima della fine del dodicesimo numero. C'è tensione, ci sono i colpi di scena, c'è spiazzamento, c'è mistero ma c'è anche chiarezza. I dialoghi sono lunghi e richiedono molta attenzione, ma questo per me è solo un pregio indice di cura e pianificazione.
<b>[Attenzione, spoiler!]</b>
Fino alla morte di L, Death Note vale indiscutibilmente un 10 secco. Gli autori avrebbero potuto chiudere la vicenda con un gran finale e sarebbe stato perfetto così. A differenza di molti altri lettori, credo che anche la seconda parte della trama sia molto bella, ma sicuramente un pochino meno di impatto.
In tutta sincerità, trovo odiosi personaggi come Near e Mello, totalmente irrealistici in un mondo già di per sé poco realistico ma "credibile". Mi sarei fermato al L e Watari, ma già così vai a capire perché nessuno li abbia mai visti in faccia e non ne conosca il nome. Guarda il caso... Io "tifavo" per Light e speravo in una conclusione in cui morissero almeno entrambi gli avversari; vedere prevalere Near, francamente, mi ha molto deluso. Lo so, sembro un bambino, ma questo dimostra il trasporto che questa storia può generare.
DISEGNI
Sui disegni c'è poco da dire. Molta cura in tutti gli aspetti, tanto ordine, rigore e chiarezza. Eccellente anche sotto questo aspetto.
EDIZIONE PLANET MANGA
Se il prezzo della prima edizione è decisamente soddisfacente, tutto il resto è assolutamente inaccettabile, soprattutto per una serie così notevole. La carta rilascia parecchio inchiostro e, soprattutto, le pagine si staccano a blocchi. Ecco, questa è una cosa veramente assurda ed incomprensibile. Solo per questo sarebbe da non acquistare, peccato che la serie meriti più di una lettura. Io ho anche letto la serie Gold Deluxe e devo dire che li la qualità sale (ma purtroppo anche il prezzo): per soli dodici volumi potrebbe anche valerne la pena.
TRAMA
Il vero punto forte di Death Note è la storia, raccontata in modo eccellente, al punto che è veramente difficile staccarsi prima della fine del dodicesimo numero. C'è tensione, ci sono i colpi di scena, c'è spiazzamento, c'è mistero ma c'è anche chiarezza. I dialoghi sono lunghi e richiedono molta attenzione, ma questo per me è solo un pregio indice di cura e pianificazione.
<b>[Attenzione, spoiler!]</b>
Fino alla morte di L, Death Note vale indiscutibilmente un 10 secco. Gli autori avrebbero potuto chiudere la vicenda con un gran finale e sarebbe stato perfetto così. A differenza di molti altri lettori, credo che anche la seconda parte della trama sia molto bella, ma sicuramente un pochino meno di impatto.
In tutta sincerità, trovo odiosi personaggi come Near e Mello, totalmente irrealistici in un mondo già di per sé poco realistico ma "credibile". Mi sarei fermato al L e Watari, ma già così vai a capire perché nessuno li abbia mai visti in faccia e non ne conosca il nome. Guarda il caso... Io "tifavo" per Light e speravo in una conclusione in cui morissero almeno entrambi gli avversari; vedere prevalere Near, francamente, mi ha molto deluso. Lo so, sembro un bambino, ma questo dimostra il trasporto che questa storia può generare.
DISEGNI
Sui disegni c'è poco da dire. Molta cura in tutti gli aspetti, tanto ordine, rigore e chiarezza. Eccellente anche sotto questo aspetto.
EDIZIONE PLANET MANGA
Se il prezzo della prima edizione è decisamente soddisfacente, tutto il resto è assolutamente inaccettabile, soprattutto per una serie così notevole. La carta rilascia parecchio inchiostro e, soprattutto, le pagine si staccano a blocchi. Ecco, questa è una cosa veramente assurda ed incomprensibile. Solo per questo sarebbe da non acquistare, peccato che la serie meriti più di una lettura. Io ho anche letto la serie Gold Deluxe e devo dire che li la qualità sale (ma purtroppo anche il prezzo): per soli dodici volumi potrebbe anche valerne la pena.
Uno di quei manga che, seppur brevi, potrebbero essere materia di studio per molto, molto, molto tempo.
Light Yagami, brillante studente giapponese di 17 anni, incontra casualmente, nella sua monotona e boriosa vita, un quaderno, offertogli da uno shinigami (dio della morte). Questo quaderno offre al suo detentore di uccidere l'uomo il cui nome è scritto sul medesimo. Inizialmente scettico, Light si ricrede presto delle potenzialità del dono, e decide di utilizzarlo al fine della creazione di un mondo sinora utopico, in cui le leggi prima civili e poi di conseguenza della morale trionfino sulle ingiustizie. A contrastarlo ritroverà però l'altra faccia della giustizia, ovvero quella che non perdona chi accusa.
Il particolare forse più bello dell'intera storia è lo sguardo neutro sui personaggi, con l'arguzia di identificare talvolta il protagonista della storia come l'antagonista dell'opera, se si prende una certa visione di cose, o, nel caso opposto, di accettare una visione di cose che ci porterebbe inevitabilmente ad una contraddizione tra difesa delle leggi civili e morali e prassi del vivere.
Sede di molti dibattiti (fanboy vs mangaka, mangaka vs mangaka, me contro la mia ragazza) questo lavoro merita se non altro l'apprezzamento e la menzione di un intreccio narrativo e logico non indifferente, nonché di originalità.
Metterei 10, ma diversi punti mi fanno optare per un 9, ad esempio la seconda parte di Death Note non ha il "carisma" della prima e al finale del manga preferisco la trasposizione anime.
Light Yagami, brillante studente giapponese di 17 anni, incontra casualmente, nella sua monotona e boriosa vita, un quaderno, offertogli da uno shinigami (dio della morte). Questo quaderno offre al suo detentore di uccidere l'uomo il cui nome è scritto sul medesimo. Inizialmente scettico, Light si ricrede presto delle potenzialità del dono, e decide di utilizzarlo al fine della creazione di un mondo sinora utopico, in cui le leggi prima civili e poi di conseguenza della morale trionfino sulle ingiustizie. A contrastarlo ritroverà però l'altra faccia della giustizia, ovvero quella che non perdona chi accusa.
Il particolare forse più bello dell'intera storia è lo sguardo neutro sui personaggi, con l'arguzia di identificare talvolta il protagonista della storia come l'antagonista dell'opera, se si prende una certa visione di cose, o, nel caso opposto, di accettare una visione di cose che ci porterebbe inevitabilmente ad una contraddizione tra difesa delle leggi civili e morali e prassi del vivere.
Sede di molti dibattiti (fanboy vs mangaka, mangaka vs mangaka, me contro la mia ragazza) questo lavoro merita se non altro l'apprezzamento e la menzione di un intreccio narrativo e logico non indifferente, nonché di originalità.
Metterei 10, ma diversi punti mi fanno optare per un 9, ad esempio la seconda parte di Death Note non ha il "carisma" della prima e al finale del manga preferisco la trasposizione anime.
Light Yagami è un ragazzo di 17 anni che accidentalmente vede cadere un quaderno nel giardino della scuola. Lo raccoglie e ne legge il contenuto: "L'umano il cui nome verrà scritto su questo quaderno morirà". Ne deduce che sia solo una sciocchezza. Light però prova comunque ad usare il quaderno, e questo ha effetto. Dopo qualche giorno fa la sua comparsa un mostro, uno Shinigami di nome Ryuk. Dopo aver avuto conferma da Ryuk, Light decide così di usarlo per pulire il mondo dai malvagi. Ma non sarà da solo. In questa battaglia comparirà un detective di fama mondiale di nome L che gli dichiarerà di catturarlo.
A mio personale parere trovo che questo manga sia perfetto sotto moltissimi punti di vista.
La storia è originale, davvero sorprendente. C'è una lotta tra due concezioni differenti di giustizia, quell intesa da Light e quella intesa da L. È un tema mai trattato così bene prima d'ora. I due protagonisti sono entrambi ragazzi eccellenti dal punto di vista scolastico e intellettuale. Non sarebbe potuto essere altrimenti.
I disegni sono curati in ogni vignetta con massima precisione nelle proporzioni e nei particolari (ad esempio i vestiti o la faccia di Ryuk). Il fatto che sia stato pubblicato come uno shonen è più azzeccato che mai. I disegni "rigidi" sono giusti.
Death Note, però, è un manga impegnativo che non dev'essere preso alla leggera. I dialoghi hanno bisogno di massima attenzione, per poi non perdere il filo del discorso. Ciò fa di questo manga un mezzo punto di debolezza. Ma ritengo che sia comprensibilissimo. Per il resto (ciò che ho detto su) è tutto un punto di forza. Anche il fatto di leggere questo manga e provare a vedere con chi schierarsi, beh, penso che sia ciò che vogliono gli autori.
A mio personale parere trovo che questo manga sia perfetto sotto moltissimi punti di vista.
La storia è originale, davvero sorprendente. C'è una lotta tra due concezioni differenti di giustizia, quell intesa da Light e quella intesa da L. È un tema mai trattato così bene prima d'ora. I due protagonisti sono entrambi ragazzi eccellenti dal punto di vista scolastico e intellettuale. Non sarebbe potuto essere altrimenti.
I disegni sono curati in ogni vignetta con massima precisione nelle proporzioni e nei particolari (ad esempio i vestiti o la faccia di Ryuk). Il fatto che sia stato pubblicato come uno shonen è più azzeccato che mai. I disegni "rigidi" sono giusti.
Death Note, però, è un manga impegnativo che non dev'essere preso alla leggera. I dialoghi hanno bisogno di massima attenzione, per poi non perdere il filo del discorso. Ciò fa di questo manga un mezzo punto di debolezza. Ma ritengo che sia comprensibilissimo. Per il resto (ciò che ho detto su) è tutto un punto di forza. Anche il fatto di leggere questo manga e provare a vedere con chi schierarsi, beh, penso che sia ciò che vogliono gli autori.
Una volta lessi la seguente frase: ”L'uomo virtuoso di giustizia dà agli altri e a Dio ciò che meritano”.
Più volte mi ritrovai davanti a chi sosteneva che un prodotto come Death Note poteva portare a nuove e interessanti riflessioni sul concetto di giustizia e sulla giustizia che viene attualmente applicata nella nostra società. Permettetemi di dissentire: Death Note stesso - o meglio il modo nel quale gli autori, nello specifico Tsugumi Ohba che ne è la scrittrice, lo hanno realizzato – ci fa capire che non è nato per essere un manga sul quale riflettere o grazie al quale ci si possa porre delle domande. Che poi le persone lo facciano o che siano portate a farlo per gli elementi in esso contenuti è un altro paio di maniche. Se questo prodotto fosse infatti nato e cresciuto per diventare un manga nel quale la giustizia viene realmente analizzata, tanto dai protagonisti dell'opera quanto dai lettori, non sarebbe mai stata serializzato all'interno di una rivista come Shounen Jump.
Il personaggio di Light Yagami non è altro che una qualsiasi persona che in possesso di un mezzo per far valere nel modo più semplice e rapido possibile il proprio ideale di giustizia lo ha applicato, così come esso viene applicato in seguito anche da L, Mello, Near, Soichiro Yagami ecc. Una personalità come quella di Light non viene creata e messa al centro della scena per far riflettere il lettore ma solamente perché peculiare, drastica fino all'esasperazione e quindi focalizzatrice di attenzioni da parte del mercato dei manga. Inutile è andare alla ricerca di significati più profondi dove non se ne possono trovare.
La trama racconta appunto del sopraccitato Light Yagami, geniale diciassettene giapponese, che un giorno raccoglie nel giardino della propria scuola un Quaderno della Morte lasciato cadere sulla Terra da uno Shinigami (Dio della Morte) chiamato Ryuk. Motivazione del comportamento che porterà il totale sconvolgimento nel mondo degli umani per i successivi anni: si annoiava.
Scoperto che scrivere un nome di persona su tale Quaderno porta alla morte della stessa Light deciderà di utilizzare il Death Note per giustiziare i criminali presenti nel globo, creare la propria società ideale e diventare il Dio di un nuovo mondo plasmato secondo i suoi ideali. Quest'ultimo particolare è fondamentale: Light è un egoista amante esclusivamente della propria persona e dell'idea che egli possa essere, che possa diventare materialmente, colui che siederà più in alto di tutti. Quindi è per se stesso che giustizia i criminali e non per la società che dice di voler creare. Naturalmente incontrerà parecchie difficoltà sulla sua strada, come la polizia e il miglior investigatore del mondo al quale anche l'Interpol si affida, l'altrettanto geniale L che diventerà l'antagonista di Light.
Così Kira – pseudonimo assegnato alla figura di Light dall'inglese killer, assassino – inizierà a dare agli altri ciò che si meritano.
Insieme al megalomane Light il lettore troverà all'interno di Death Note anche il più all'apparenza quieto ma estremamente sagace L. Amante fino alla soglia del diabete di ogni tipo di dolce, questo personaggio costituirà sempre - e nonostante tutto quello che accadrà superata la metà del racconto – la personalità antagonista a Light. A rappresentare la sua faccia della medaglia troviamo anche Mello e Near, molte volte accusati di essere la causa di una graduale e ipotetica diminuzione di qualità presente nella seconda parte del manga nonché di non possedere una propria individualità ma di essere solo copie malriuscite di L. A mio parere invece Near e Mello non sono copie ma bensì controparti di L in un mondo però diverso da quello nel quale agiva L. I loro modi di operare per catturare Light sono così estremi perché, con il passare degli anni, la società nella quale vivono e lo stesso Light negli abiti di Kira è diventato più estremo. Sono uno degli esempi più lampanti del mutamento della società umana avvenuto tra il settimo e l'ottavo volume. Non a caso l'unione, la combinazione, di questi loro comportamenti così radicali (l'agire nel caso di Mello e il pensare in quello di Near) porterà alla conclusione che i lettori già giunti alla fine dell'ultimo volume ben sanno.
Il trait d'union di tutti questi tre personaggi è – come nel caso già citato di Light – l'agire alla fine sempre per un proprio piacere personale, per un'intima soddisfazione che non ha niente a che vedere con la giustizia anche se catturare Kira significherebbe porre fine agli omicidi causati dal Death Note. I personaggi principali non agiscono certo per la comunità, non sono i sempliciotti ma genuini poliziotti giapponesi che, al contrario, sono gli unici a rappresentare nel manga la giustizia.
Per quello che invece concerne i personaggi femminili mi sono sempre chiesta se la signora Ohba non fosse in una certa misura misogina. Non si spiega altrimenti l'esistenza di una comprimaria come Misa Amane e non tanto per la finta ingenuità con la quale si dipinge, ma per il gusto che sembra provare nel farsi usare da Light. Con le eccezioni di Wedy e Halle Linder (che comunque viene utilizzata da Near come mezzo per avvicinare Mello proprio perché donna e quindi considerata più debole nonostante sia un agente della Cia) tutte le altre rappresentanti del sesso femminile sono di quanto meno orgoglioso possa esistere per la donna. In primis le due Yagami, madre e figlia, per poi continuare con l'ex agente FBI Naomi Misora (ma sarà stata veramente un'agente FBI? Dalla velocità con la quale si fa eliminare direi piuttosto una sfortunata protagonista secondaria di un manga shoujo) e Kiyomi Takada, ovvero l'apoteosi della presa in giro all'intelligenza femminile. Ma come? Prima la Ohba ci dice che veniva chiamata Miss Università (il che fa intendere che possieda un minimo, ripeto un minimo, di intelligenza) poi si lascia manovrare da Light esattamente come Misa senza accorgersi di nulla. Ora, capisco che studi dimostrino per quello che riguarda il Q.I. che gli uomini tendano in maggiore percentuale, rispetto alle donne, così come a picchi di deficienza a picchi di genialità mentre quest'ultime si mantengono in entrambi i casi più nella media e proprio per questo motivo va bene che tutti i geni di questo manga siano maschi, ma per la stessa identica ragione le femmine non potevano essere leggermente più perspicaci?
Altra cosa che non capisco di Death Note e come si possa continuare a definire questo manga come un prodotto relazionato alla psicologia. Nel mio piccolo, come studentessa di questa disciplina da quattro anni a questa parte, vorrei far notare che Light che si immedesima nei panni di L/Mello/Near chiedendosi cosa prevederebbe questi se dovesse pensare alle prossime mosse di Kira e giungere alla conclusione che farà esattamente come uno di questi si aspetta perché se non lo facesse L/Mello/Near capirebbe che lui in realtà è Kira... ma no, anzi non è così, in realtà deve fare l'esatto opposto perché è proprio in questo modo che L/Mello/Near capirebbe che lui è Kira e che sta cercando di evitare la trappola e fingersi una semplice cittadino giapponese e non uno dei più efferati assassini nel mondo dei manga negli ultimi tempi. Ecco, tutto questo non ha niente a che fare con la psicologia; semmai potrebbe relazionarsi alla capacità deduttiva di Light/L/Mello/Near e al sapiente uso della logica da parte loro, ma non certamente a una disciplina come la psicologia che è, e studia, ben altro.
Nell'ambito del disegno invece non faccio alcuna fatica ad ammettere che apprezzo veramente il tratto di Obata che, preciso e aderente alla realtà, vivido e curato sin nei minimi dettagli, non lascia nulla all'immaginazione del lettore quasi volesse imporgli e imprimergli bene nella mente le fisionomie dei personaggi tanto da non dare adito al più minuscolo personale cambiamento.
Anche nei riguardi della sceneggiatura ho veramente poco da dire dati i notevoli e la maggior parte delle volte ben orchestrati colpi di scena a suon dei ragionamenti dei quattro geni del manga.
L'edizione della Planet è la classica “quattro stagioni” da € 3,90.Perché quattro stagioni? Perché come le piante caducifoglie anche per i volumi della Planet arriva la stagione autunnale nella quale le pagine degli albi si staccano e cadono proprio come foglie in autunno.
In conclusione reputo Death Note un buon manga, non il capolavoro che molti dicono sia ma un prodotto certamente peculiare nell'ambito degli shounen. Data inoltre la cospicua presenza in tutte le pagine di ogni tankōbon di dialoghi o lunghi monologhi interiori consiglio la lettura di questo manga solo a chi avesse veramente a disposizione una certa quantità di tempo da dedicargli, non aspettatevi di scorrere un capitolo ogni cinque minuti.
Riuscirà Light Yagami a dare, oltre che alla fetta di uomini che ha deciso di eliminare, anche a Dio – a nient'altri che lo Shinigami Ryuk – ciò che si merita o fallirà nel tentativo di elevarsi lui stesso a divinità?
Più volte mi ritrovai davanti a chi sosteneva che un prodotto come Death Note poteva portare a nuove e interessanti riflessioni sul concetto di giustizia e sulla giustizia che viene attualmente applicata nella nostra società. Permettetemi di dissentire: Death Note stesso - o meglio il modo nel quale gli autori, nello specifico Tsugumi Ohba che ne è la scrittrice, lo hanno realizzato – ci fa capire che non è nato per essere un manga sul quale riflettere o grazie al quale ci si possa porre delle domande. Che poi le persone lo facciano o che siano portate a farlo per gli elementi in esso contenuti è un altro paio di maniche. Se questo prodotto fosse infatti nato e cresciuto per diventare un manga nel quale la giustizia viene realmente analizzata, tanto dai protagonisti dell'opera quanto dai lettori, non sarebbe mai stata serializzato all'interno di una rivista come Shounen Jump.
Il personaggio di Light Yagami non è altro che una qualsiasi persona che in possesso di un mezzo per far valere nel modo più semplice e rapido possibile il proprio ideale di giustizia lo ha applicato, così come esso viene applicato in seguito anche da L, Mello, Near, Soichiro Yagami ecc. Una personalità come quella di Light non viene creata e messa al centro della scena per far riflettere il lettore ma solamente perché peculiare, drastica fino all'esasperazione e quindi focalizzatrice di attenzioni da parte del mercato dei manga. Inutile è andare alla ricerca di significati più profondi dove non se ne possono trovare.
La trama racconta appunto del sopraccitato Light Yagami, geniale diciassettene giapponese, che un giorno raccoglie nel giardino della propria scuola un Quaderno della Morte lasciato cadere sulla Terra da uno Shinigami (Dio della Morte) chiamato Ryuk. Motivazione del comportamento che porterà il totale sconvolgimento nel mondo degli umani per i successivi anni: si annoiava.
Scoperto che scrivere un nome di persona su tale Quaderno porta alla morte della stessa Light deciderà di utilizzare il Death Note per giustiziare i criminali presenti nel globo, creare la propria società ideale e diventare il Dio di un nuovo mondo plasmato secondo i suoi ideali. Quest'ultimo particolare è fondamentale: Light è un egoista amante esclusivamente della propria persona e dell'idea che egli possa essere, che possa diventare materialmente, colui che siederà più in alto di tutti. Quindi è per se stesso che giustizia i criminali e non per la società che dice di voler creare. Naturalmente incontrerà parecchie difficoltà sulla sua strada, come la polizia e il miglior investigatore del mondo al quale anche l'Interpol si affida, l'altrettanto geniale L che diventerà l'antagonista di Light.
Così Kira – pseudonimo assegnato alla figura di Light dall'inglese killer, assassino – inizierà a dare agli altri ciò che si meritano.
Insieme al megalomane Light il lettore troverà all'interno di Death Note anche il più all'apparenza quieto ma estremamente sagace L. Amante fino alla soglia del diabete di ogni tipo di dolce, questo personaggio costituirà sempre - e nonostante tutto quello che accadrà superata la metà del racconto – la personalità antagonista a Light. A rappresentare la sua faccia della medaglia troviamo anche Mello e Near, molte volte accusati di essere la causa di una graduale e ipotetica diminuzione di qualità presente nella seconda parte del manga nonché di non possedere una propria individualità ma di essere solo copie malriuscite di L. A mio parere invece Near e Mello non sono copie ma bensì controparti di L in un mondo però diverso da quello nel quale agiva L. I loro modi di operare per catturare Light sono così estremi perché, con il passare degli anni, la società nella quale vivono e lo stesso Light negli abiti di Kira è diventato più estremo. Sono uno degli esempi più lampanti del mutamento della società umana avvenuto tra il settimo e l'ottavo volume. Non a caso l'unione, la combinazione, di questi loro comportamenti così radicali (l'agire nel caso di Mello e il pensare in quello di Near) porterà alla conclusione che i lettori già giunti alla fine dell'ultimo volume ben sanno.
Il trait d'union di tutti questi tre personaggi è – come nel caso già citato di Light – l'agire alla fine sempre per un proprio piacere personale, per un'intima soddisfazione che non ha niente a che vedere con la giustizia anche se catturare Kira significherebbe porre fine agli omicidi causati dal Death Note. I personaggi principali non agiscono certo per la comunità, non sono i sempliciotti ma genuini poliziotti giapponesi che, al contrario, sono gli unici a rappresentare nel manga la giustizia.
Per quello che invece concerne i personaggi femminili mi sono sempre chiesta se la signora Ohba non fosse in una certa misura misogina. Non si spiega altrimenti l'esistenza di una comprimaria come Misa Amane e non tanto per la finta ingenuità con la quale si dipinge, ma per il gusto che sembra provare nel farsi usare da Light. Con le eccezioni di Wedy e Halle Linder (che comunque viene utilizzata da Near come mezzo per avvicinare Mello proprio perché donna e quindi considerata più debole nonostante sia un agente della Cia) tutte le altre rappresentanti del sesso femminile sono di quanto meno orgoglioso possa esistere per la donna. In primis le due Yagami, madre e figlia, per poi continuare con l'ex agente FBI Naomi Misora (ma sarà stata veramente un'agente FBI? Dalla velocità con la quale si fa eliminare direi piuttosto una sfortunata protagonista secondaria di un manga shoujo) e Kiyomi Takada, ovvero l'apoteosi della presa in giro all'intelligenza femminile. Ma come? Prima la Ohba ci dice che veniva chiamata Miss Università (il che fa intendere che possieda un minimo, ripeto un minimo, di intelligenza) poi si lascia manovrare da Light esattamente come Misa senza accorgersi di nulla. Ora, capisco che studi dimostrino per quello che riguarda il Q.I. che gli uomini tendano in maggiore percentuale, rispetto alle donne, così come a picchi di deficienza a picchi di genialità mentre quest'ultime si mantengono in entrambi i casi più nella media e proprio per questo motivo va bene che tutti i geni di questo manga siano maschi, ma per la stessa identica ragione le femmine non potevano essere leggermente più perspicaci?
Altra cosa che non capisco di Death Note e come si possa continuare a definire questo manga come un prodotto relazionato alla psicologia. Nel mio piccolo, come studentessa di questa disciplina da quattro anni a questa parte, vorrei far notare che Light che si immedesima nei panni di L/Mello/Near chiedendosi cosa prevederebbe questi se dovesse pensare alle prossime mosse di Kira e giungere alla conclusione che farà esattamente come uno di questi si aspetta perché se non lo facesse L/Mello/Near capirebbe che lui in realtà è Kira... ma no, anzi non è così, in realtà deve fare l'esatto opposto perché è proprio in questo modo che L/Mello/Near capirebbe che lui è Kira e che sta cercando di evitare la trappola e fingersi una semplice cittadino giapponese e non uno dei più efferati assassini nel mondo dei manga negli ultimi tempi. Ecco, tutto questo non ha niente a che fare con la psicologia; semmai potrebbe relazionarsi alla capacità deduttiva di Light/L/Mello/Near e al sapiente uso della logica da parte loro, ma non certamente a una disciplina come la psicologia che è, e studia, ben altro.
Nell'ambito del disegno invece non faccio alcuna fatica ad ammettere che apprezzo veramente il tratto di Obata che, preciso e aderente alla realtà, vivido e curato sin nei minimi dettagli, non lascia nulla all'immaginazione del lettore quasi volesse imporgli e imprimergli bene nella mente le fisionomie dei personaggi tanto da non dare adito al più minuscolo personale cambiamento.
Anche nei riguardi della sceneggiatura ho veramente poco da dire dati i notevoli e la maggior parte delle volte ben orchestrati colpi di scena a suon dei ragionamenti dei quattro geni del manga.
L'edizione della Planet è la classica “quattro stagioni” da € 3,90.Perché quattro stagioni? Perché come le piante caducifoglie anche per i volumi della Planet arriva la stagione autunnale nella quale le pagine degli albi si staccano e cadono proprio come foglie in autunno.
In conclusione reputo Death Note un buon manga, non il capolavoro che molti dicono sia ma un prodotto certamente peculiare nell'ambito degli shounen. Data inoltre la cospicua presenza in tutte le pagine di ogni tankōbon di dialoghi o lunghi monologhi interiori consiglio la lettura di questo manga solo a chi avesse veramente a disposizione una certa quantità di tempo da dedicargli, non aspettatevi di scorrere un capitolo ogni cinque minuti.
Riuscirà Light Yagami a dare, oltre che alla fetta di uomini che ha deciso di eliminare, anche a Dio – a nient'altri che lo Shinigami Ryuk – ciò che si merita o fallirà nel tentativo di elevarsi lui stesso a divinità?
Oggi recensirò per voi ragazzi uno dei manga che ha avuto più successo nel mondo e che ah fatto molto discutere sia negativamente che positivamente, c'è chi grida al capolavoro senza eguali e chi lo giudica penoso; io sto nel mezzo.
Light Yagami, studente di 17 anni - il più bravo del Giappone, come si definisce -, fa la sua solita vita del Giapponese medio, ottimi voti a scuola, andrà in una una università e seguirà le orme del padre Soichiro Yagami, diventando così un poliziotto. Il manga inizia con lui che vive all'insegna di una costante routine, un circolo vizioso che si ripete quotidianamente. Un bel calcio nel culo glielo dà un bel giorno Ryuk, uno Shinigami (sarebbe la visione distorta del tristo mietitore europeo, un dio della morte) che butta un quaderno, il Death note, sulla Terra perché annoiato. Light Yagami lo raccoglie e scopre che se tiene a mente il volto di una persona e ne scrive il nome su questo quaderno, tale persona morirà in 40 secondi per arresto cardiaco (se non specifica le cause della morte). Light Yagami così diventa giudice e carnefice uccidendo a random tutti i criminali che vede seguendo i notiziari o leggendo la lista dei ricercati sul computer. Light così, da essere inutile e patetico qual'era, si autoproclama Dio del nuovo mondo.
Nel frattempo la gente incomincia ad accorgersi delle morti di centinaia di criminali e incomincia a soprannominare questo pseudo giustiziere sfigato con soprannome di Kira. Nel frattempo L, il più grande investigatore del mondo (il figo del manga), al 2° capitolo del manga ha già sgamato dove Kira (Light) agisce, insomma al 2° capitolo è già fottuto, quindi pensate che intelligenza ha 'sto tizio. L è un tipo introverso, che fin da piccolo ha risolto centinaia di casi collaborando con l'FBI. Il manga quindi si sviluppa seguendo lo scontro mentale tra L e Light Yagami, chi dei due vincerà cambierà le sorti del mondo, due visioni della giustizia a confronto. Vincerà lo sfigato Light Yagami, che se uccide L dominerà il mondo incontrastato creando un regno di terrore, o vincerà il figo del manga, ovvero L, che se riesce ad incastrare Light riporterà il mondo allo status quo? Leggetelo e scopritelo in 12 volumi.
DIFETTI
Quali sono i difetti di questo manga, che da molti è considerato un capolavoro? Beh, sono svariati.
I ragionamenti che fanno Light ed L sono troppo forzati, troppo pilotati, troppo innaturali. La 2° parte del manga è da buttare nel water e tirare lo scarico, ai due autori evidentemente piaceva il brodo e Death Note si è allungato fino a diventare nauseante, noioso e obbrobrioso. I personaggi nella seconda parte non sono all'altezza di quelli della prima, Light da solo non riesce a reggere tutto il peso del manga e finisce che implodere su se stesso, Near e Mello non hanno minimamente il carisma e la personalità di L, sono le sue ombre estremizzate prive di qualsiasi originalità e caratterizzazione.
Trovo poi che la controparte femminile sia troppo marginale: Misa è stata messa solo per moda (non a caso è una Gothic Lolita) mentre dovrebbe essere uno dei personaggi più importanti del manga - puff, anche a lei le cade un quaderno dal cielo -; Takada invece riesce ad emergere un po' di più anche se alla fine non riesce a farsi spazio nella scena.
Ci sono poi altri personaggi che sono troppo macchiette, nessuno riesce ad emergere con decisione nel corso della storia, sono troppo subordinati ai protagonisti della storia.
Manca poi una spiegazione sulla Watami House: che cos'è, un istituto per geni? Ecco, al lettore interessano 'ste cose, non di Misa Amane o seguire le avventure di Light Yagami, è questo che manda in parte a rotoli il manga.
Infine, i temi sia della giustizia che della morte vanno a quel paese dopo pochi capitoli, e nella seconda parte sono un inutile pretesto per proseguire una storia che non ha più senso e ragion d'essere.
IL SUCCESSO DI DEATH NOTE
A mio giudizio cose come l'inserimento di personaggi come Misa hanno fatto sì che Death Note avesse successo, in quanto hanno reso questo manga la moda del momento. Non ha avuto successo perché parlava della morte - centinaia di manga parlano della morte, centinaia di shonen trattano della morte mica solo Death Note!
Questo manga ha avuto successo qua da noi perché è stato pubblicato dalla Planet manga, fateci caso gente, tutti i manga pubblicati da Planet manga nel giro di poco si sono esauriti, tutti i manga di Shonen Jump pubblicati dalla planet sono esauriti: Naruto, Bleach, Hunter X Hunter, ma anche manga di altre riviste come FullMetal Alchemist, ed è questo che ha fregato al gente e anche me.
Così mi accaparrai senza saperlo la prima edizione di DN che oggi sta a prezzi assurdi (sui 150 euro), e incominciò un enorme speculazione. E tutti quanto giravano per le fumetterie perché dovevano prendere Death note perché era esaurito, la gente lo comprava non per la storia, lo prendeva perché era esaurito!
Questione ristampe, ma quante ne hanno fatte? Tantissime, senza contare la ristampa in edizione limitata, la Gold, la Gold Deluxe e adesso è stata annunciata una riedizione in 6 volumi!
Quanti cavolo di soldi si sono fatti! La ristampa dovrebbe costare molto meno della prima edizione, invece la prima edizione costa 3.90 euro, la ristampa 4.20, quella in edizione limitata 4.50! La ristampa oltre ad essere fatta con materiali più scadenti dovrebbe costare anche di meno!
Poi 'sta ristampa in edizione limitata, ma che senso ha? La ristampa dovrebbe essere facilmente reperibile. Se la ristampa è più brutta deve costare di meno, non di più della prima edizione!
Comunque dopo questo breve excursus ritornando al manga diciamo che è impostato diversamente rispetto ad altri, visto che i due autori vogliono farci capire quanto una battaglia intellettuale possa essere migliore di una battaglia fisica, è un manga controcorrente, però non è unico, tanti manga sono controcorrente, mica solo Death note!
In pratica, secondo me Death note ha avuto successo perché:
1-Seguiva la moda.
2-Impostazione differente dagli altri manga.
3-Esaurirsi in fretta della storia (in Italia)
4-Linea editoriale scadente, la solita della Planet Manga.
DISEGNO-DIALOGHI
I disegni di Obata sono ottimi, più avanti nel corso dei volumi vi è un attenzione quasi maniacale, anche i più piccoli particolari sono realizzati con estrema cura e perfezione.
Un piccolo commento a parte vorrei fare per i dialoghi che trovo estremamente scorrevoli e facili da leggere; essere una scrittrice ha aiutato molto Ohba con i dialoghi, che pur essendo molto lunghi quasi mai annoiano il lettore e si lasciano leggere, questa è una nota positiva che dovevo sottolineare.
CONSIDERAZIONI FINALI
Vabbè lo so, la mia recensione subirà una marea di critiche ma volevo comunque dire la mia, lo so ho anche divagato un po' per trattare 'sta cavolo di linea editoriale che la Panini fa intorno ai suoi manga, mo è capitato il povero Death note di mezzo, ma andrebbe fatto sto discorso anche per Naruto e Bleach, o per il povero HXH che ha avuto una ristampa in edizione limitata a 5.50 - manco 4.50, 1 euro in più. Comunque questo manga dal numero 1 fino al 7 mi è piaciuto un sacco tranne la parte della Yotsuba, dove il ritmo è notevolmente calato per poi risollevarsi subito; la 2° parte non al considero proprio, è il solito brodo allungato con le stesse cause scatenanti della prima parte e le stesse identiche situazioni che fanno perdere al lettore interesse verso questa serie, vi giuro che dal 9 in poi è stata una sofferenza leggere perché vi era una lenta decadenza verso l'oblio fino a sfociare in un finale che non dice niente al lettore, non lascia un messaggio, non lascia un perché, si conclude puff, ti lascia con il nulla.
Comunque è un manga che consiglio a chi vuole uno shonen diverso dal solito e non il solito manga di Shonen jump piano di combattimenti; contiene una certa profondità a livello di temi anche se solo nei primi volumi, insomma per chi preferisce una battaglia intellettuale a suon di ragionamenti invece delle solite mazzate, Death note è il manga che fa per lui.
Comunque il voto è più un 6.5 che un 6, però non posso mettere i mezzi voti purtroppo. Detto questo ragazzi, buona lettura a tutti.
Light Yagami, studente di 17 anni - il più bravo del Giappone, come si definisce -, fa la sua solita vita del Giapponese medio, ottimi voti a scuola, andrà in una una università e seguirà le orme del padre Soichiro Yagami, diventando così un poliziotto. Il manga inizia con lui che vive all'insegna di una costante routine, un circolo vizioso che si ripete quotidianamente. Un bel calcio nel culo glielo dà un bel giorno Ryuk, uno Shinigami (sarebbe la visione distorta del tristo mietitore europeo, un dio della morte) che butta un quaderno, il Death note, sulla Terra perché annoiato. Light Yagami lo raccoglie e scopre che se tiene a mente il volto di una persona e ne scrive il nome su questo quaderno, tale persona morirà in 40 secondi per arresto cardiaco (se non specifica le cause della morte). Light Yagami così diventa giudice e carnefice uccidendo a random tutti i criminali che vede seguendo i notiziari o leggendo la lista dei ricercati sul computer. Light così, da essere inutile e patetico qual'era, si autoproclama Dio del nuovo mondo.
Nel frattempo la gente incomincia ad accorgersi delle morti di centinaia di criminali e incomincia a soprannominare questo pseudo giustiziere sfigato con soprannome di Kira. Nel frattempo L, il più grande investigatore del mondo (il figo del manga), al 2° capitolo del manga ha già sgamato dove Kira (Light) agisce, insomma al 2° capitolo è già fottuto, quindi pensate che intelligenza ha 'sto tizio. L è un tipo introverso, che fin da piccolo ha risolto centinaia di casi collaborando con l'FBI. Il manga quindi si sviluppa seguendo lo scontro mentale tra L e Light Yagami, chi dei due vincerà cambierà le sorti del mondo, due visioni della giustizia a confronto. Vincerà lo sfigato Light Yagami, che se uccide L dominerà il mondo incontrastato creando un regno di terrore, o vincerà il figo del manga, ovvero L, che se riesce ad incastrare Light riporterà il mondo allo status quo? Leggetelo e scopritelo in 12 volumi.
DIFETTI
Quali sono i difetti di questo manga, che da molti è considerato un capolavoro? Beh, sono svariati.
I ragionamenti che fanno Light ed L sono troppo forzati, troppo pilotati, troppo innaturali. La 2° parte del manga è da buttare nel water e tirare lo scarico, ai due autori evidentemente piaceva il brodo e Death Note si è allungato fino a diventare nauseante, noioso e obbrobrioso. I personaggi nella seconda parte non sono all'altezza di quelli della prima, Light da solo non riesce a reggere tutto il peso del manga e finisce che implodere su se stesso, Near e Mello non hanno minimamente il carisma e la personalità di L, sono le sue ombre estremizzate prive di qualsiasi originalità e caratterizzazione.
Trovo poi che la controparte femminile sia troppo marginale: Misa è stata messa solo per moda (non a caso è una Gothic Lolita) mentre dovrebbe essere uno dei personaggi più importanti del manga - puff, anche a lei le cade un quaderno dal cielo -; Takada invece riesce ad emergere un po' di più anche se alla fine non riesce a farsi spazio nella scena.
Ci sono poi altri personaggi che sono troppo macchiette, nessuno riesce ad emergere con decisione nel corso della storia, sono troppo subordinati ai protagonisti della storia.
Manca poi una spiegazione sulla Watami House: che cos'è, un istituto per geni? Ecco, al lettore interessano 'ste cose, non di Misa Amane o seguire le avventure di Light Yagami, è questo che manda in parte a rotoli il manga.
Infine, i temi sia della giustizia che della morte vanno a quel paese dopo pochi capitoli, e nella seconda parte sono un inutile pretesto per proseguire una storia che non ha più senso e ragion d'essere.
IL SUCCESSO DI DEATH NOTE
A mio giudizio cose come l'inserimento di personaggi come Misa hanno fatto sì che Death Note avesse successo, in quanto hanno reso questo manga la moda del momento. Non ha avuto successo perché parlava della morte - centinaia di manga parlano della morte, centinaia di shonen trattano della morte mica solo Death Note!
Questo manga ha avuto successo qua da noi perché è stato pubblicato dalla Planet manga, fateci caso gente, tutti i manga pubblicati da Planet manga nel giro di poco si sono esauriti, tutti i manga di Shonen Jump pubblicati dalla planet sono esauriti: Naruto, Bleach, Hunter X Hunter, ma anche manga di altre riviste come FullMetal Alchemist, ed è questo che ha fregato al gente e anche me.
Così mi accaparrai senza saperlo la prima edizione di DN che oggi sta a prezzi assurdi (sui 150 euro), e incominciò un enorme speculazione. E tutti quanto giravano per le fumetterie perché dovevano prendere Death note perché era esaurito, la gente lo comprava non per la storia, lo prendeva perché era esaurito!
Questione ristampe, ma quante ne hanno fatte? Tantissime, senza contare la ristampa in edizione limitata, la Gold, la Gold Deluxe e adesso è stata annunciata una riedizione in 6 volumi!
Quanti cavolo di soldi si sono fatti! La ristampa dovrebbe costare molto meno della prima edizione, invece la prima edizione costa 3.90 euro, la ristampa 4.20, quella in edizione limitata 4.50! La ristampa oltre ad essere fatta con materiali più scadenti dovrebbe costare anche di meno!
Poi 'sta ristampa in edizione limitata, ma che senso ha? La ristampa dovrebbe essere facilmente reperibile. Se la ristampa è più brutta deve costare di meno, non di più della prima edizione!
Comunque dopo questo breve excursus ritornando al manga diciamo che è impostato diversamente rispetto ad altri, visto che i due autori vogliono farci capire quanto una battaglia intellettuale possa essere migliore di una battaglia fisica, è un manga controcorrente, però non è unico, tanti manga sono controcorrente, mica solo Death note!
In pratica, secondo me Death note ha avuto successo perché:
1-Seguiva la moda.
2-Impostazione differente dagli altri manga.
3-Esaurirsi in fretta della storia (in Italia)
4-Linea editoriale scadente, la solita della Planet Manga.
DISEGNO-DIALOGHI
I disegni di Obata sono ottimi, più avanti nel corso dei volumi vi è un attenzione quasi maniacale, anche i più piccoli particolari sono realizzati con estrema cura e perfezione.
Un piccolo commento a parte vorrei fare per i dialoghi che trovo estremamente scorrevoli e facili da leggere; essere una scrittrice ha aiutato molto Ohba con i dialoghi, che pur essendo molto lunghi quasi mai annoiano il lettore e si lasciano leggere, questa è una nota positiva che dovevo sottolineare.
CONSIDERAZIONI FINALI
Vabbè lo so, la mia recensione subirà una marea di critiche ma volevo comunque dire la mia, lo so ho anche divagato un po' per trattare 'sta cavolo di linea editoriale che la Panini fa intorno ai suoi manga, mo è capitato il povero Death note di mezzo, ma andrebbe fatto sto discorso anche per Naruto e Bleach, o per il povero HXH che ha avuto una ristampa in edizione limitata a 5.50 - manco 4.50, 1 euro in più. Comunque questo manga dal numero 1 fino al 7 mi è piaciuto un sacco tranne la parte della Yotsuba, dove il ritmo è notevolmente calato per poi risollevarsi subito; la 2° parte non al considero proprio, è il solito brodo allungato con le stesse cause scatenanti della prima parte e le stesse identiche situazioni che fanno perdere al lettore interesse verso questa serie, vi giuro che dal 9 in poi è stata una sofferenza leggere perché vi era una lenta decadenza verso l'oblio fino a sfociare in un finale che non dice niente al lettore, non lascia un messaggio, non lascia un perché, si conclude puff, ti lascia con il nulla.
Comunque è un manga che consiglio a chi vuole uno shonen diverso dal solito e non il solito manga di Shonen jump piano di combattimenti; contiene una certa profondità a livello di temi anche se solo nei primi volumi, insomma per chi preferisce una battaglia intellettuale a suon di ragionamenti invece delle solite mazzate, Death note è il manga che fa per lui.
Comunque il voto è più un 6.5 che un 6, però non posso mettere i mezzi voti purtroppo. Detto questo ragazzi, buona lettura a tutti.
A mio avviso Death Note è senza dubbio uno dei migliori shonen riusciti nell'arco degli ultimi anni. Sì perché la trama è praticamente geniale ed originale, non il solito shonen fatto di combattimenti noioso e ripetitivo.
La storia è un continuo susseguirsi di colpi di scena e di tattiche tra Light e L, il che rende il manga molto statico ma devo dire che forse è questo il suo punto di forza.
I primi 7 numeri sono ben fatti, il tutto si svolge in maniera impeccabile e la caratterizzazione dei personaggi è affascinante. Al numero 7 accade quel che accade e dal volume 7 al 12 si ha un calo vertiginoso dovuto all'introduzione di personaggi come Near (una brutta copia di L) e Mello, anche se quest'ultimo è riuscito meglio ed ha un suo ruolo fondamentale nella storia.
Ecco perché non assegno 10, a mio parere si sarebbe potuto far finire al numero 7
La storia è un continuo susseguirsi di colpi di scena e di tattiche tra Light e L, il che rende il manga molto statico ma devo dire che forse è questo il suo punto di forza.
I primi 7 numeri sono ben fatti, il tutto si svolge in maniera impeccabile e la caratterizzazione dei personaggi è affascinante. Al numero 7 accade quel che accade e dal volume 7 al 12 si ha un calo vertiginoso dovuto all'introduzione di personaggi come Near (una brutta copia di L) e Mello, anche se quest'ultimo è riuscito meglio ed ha un suo ruolo fondamentale nella storia.
Ecco perché non assegno 10, a mio parere si sarebbe potuto far finire al numero 7
<b>[Attenzione, questa recensione contiene spoiler!]</b>
Premetto che questo è il mio manga preferito, quindi cercherò di fare una recensione obbiettiva nonostante tutto.
Ciò che mi ha colpito di più di Death Note è stata la trama, che devo dire è stata molto innovativa, fin dalle prime pagine mi ha preso un casino, dall'inizio alla fine, ma analizziamolo più dal profondo.
Il manga si basa sulla battaglia spicologica fra Ligth, cioè Kira, colui che possiede il death note, ed Elle, astuto investigatore pronto a tutto. Tutta la saga di Elle è stata un susseguirsi di colpi di scena, contornati da dei disegni a mio parere stupendi (per disegnare prendo sempre spunto dal maestro Obata, ma questo è un altro discorso). Io sento gente che dice che è noioso, ripetitvo, troppi dialoghi e via dicendo, bè non sò voi ma fino alla morte di Elle sono stato col fiato sospeso e devo anche ammettere che sono stato strafelice della morte di quest'ultimo, visto che sono un fan di Kira.
Dopo la morte di Elle, inizia la saga di Mello e Near, il mondo comincia ad affiancarsi a Kira e Ligth ha una posizione di vantaggio ricoprendo i ruoli di Kira e di Elle, fino a quando non compare Mello che ruba il quaderno e Near, presunto sostituto di Elle. La storia a me non ha annoiato, mi è piaciuta tantissimo, ma se dobbiamo essere oggettivi rispetto alla saga di Elle questa cala di molto. Il personaggio di Near non regge il confronto con Elle, a volte ci sono intuizioni nate dal nulla, comunque sia ti tiene sempre col fiato sospeso fino alla fine, solo all'apparenza scontata, ti tiene sempre fino all'ultimo col dubbio che non sia così.
In definita Death Note è il mio manga preferito e lo consiglio a tutti, può risultare noioso per la presenza di molti dialoghi a volte ricoprono l'intera pagina, ma la storia è intrigante con tantissimo colpi di scena, contornati da dei disegni ottimi. Il voto sarebbe più un 9 che un 10, perché il manga non mantiene lo stesso livello in tutto il proseguimento della storia, gli do 10 perché io l'ho adorato e continuo tutt'ora a farlo.
Premetto che questo è il mio manga preferito, quindi cercherò di fare una recensione obbiettiva nonostante tutto.
Ciò che mi ha colpito di più di Death Note è stata la trama, che devo dire è stata molto innovativa, fin dalle prime pagine mi ha preso un casino, dall'inizio alla fine, ma analizziamolo più dal profondo.
Il manga si basa sulla battaglia spicologica fra Ligth, cioè Kira, colui che possiede il death note, ed Elle, astuto investigatore pronto a tutto. Tutta la saga di Elle è stata un susseguirsi di colpi di scena, contornati da dei disegni a mio parere stupendi (per disegnare prendo sempre spunto dal maestro Obata, ma questo è un altro discorso). Io sento gente che dice che è noioso, ripetitvo, troppi dialoghi e via dicendo, bè non sò voi ma fino alla morte di Elle sono stato col fiato sospeso e devo anche ammettere che sono stato strafelice della morte di quest'ultimo, visto che sono un fan di Kira.
Dopo la morte di Elle, inizia la saga di Mello e Near, il mondo comincia ad affiancarsi a Kira e Ligth ha una posizione di vantaggio ricoprendo i ruoli di Kira e di Elle, fino a quando non compare Mello che ruba il quaderno e Near, presunto sostituto di Elle. La storia a me non ha annoiato, mi è piaciuta tantissimo, ma se dobbiamo essere oggettivi rispetto alla saga di Elle questa cala di molto. Il personaggio di Near non regge il confronto con Elle, a volte ci sono intuizioni nate dal nulla, comunque sia ti tiene sempre col fiato sospeso fino alla fine, solo all'apparenza scontata, ti tiene sempre fino all'ultimo col dubbio che non sia così.
In definita Death Note è il mio manga preferito e lo consiglio a tutti, può risultare noioso per la presenza di molti dialoghi a volte ricoprono l'intera pagina, ma la storia è intrigante con tantissimo colpi di scena, contornati da dei disegni ottimi. Il voto sarebbe più un 9 che un 10, perché il manga non mantiene lo stesso livello in tutto il proseguimento della storia, gli do 10 perché io l'ho adorato e continuo tutt'ora a farlo.
Cosa fareste se trovaste nel giardino della scuola un normalissimo quaderno che sembra consentire a chi lo possiede di uccidere a piacimento?
Questo l'assunto di partenza di Death Note: un manga (poi anime e live action) di successo, originale ed accattivante, per una volta un prodotto della scuderia Shonen Jump che si distacca dallo standard dei moderni shonen.
Belli i disegni di Obata, realistici quanto basta a rendere credibile la storia senza essere troppo rigidi; ottima la sceneggiatura di Ohba, che tratteggia i personaggi con il giusto grado di introspezione psicologica, evitando il pericolo di personaggi bidimensionali, senza creare un manga di introspezione psicologica.
La componente psicologica c'è, senza dubbio (comunque, il tema principale resta la sfida intellettuale fra il possessore del quaderno e chi gli dà la caccia), e si vede: basta aprire un volumetto per rendersi conto di quanto c'è da leggere.
Per essere uno shonen, infatti, DN si basa molto sul dialogo e sul pensiero riportato dei suoi personaggi, piuttosto che sull'azione (comunque presente). Ma questo non è necessariamente un difetto.
Il lettore viene coinvolto proprio dall'antagonismo fra il protagonista e possessore del quaderno, Light, e il suo antagonista, l'investigatore L. I ragionamenti di entrambi, le loro mosse e relative contromosse sono alla base degli eventi in DN. I personaggi "attivi", in questo manga (polizia, etc.), hanno un ruolo secondario.
Il grosso rischio nel basare tutta la storia su una serie di ragionamenti era che diventasse pesante da seguire per il lettore. E in effetti si fa fatica a leggere un volume di DN tutto d'un fiato, o comunque allo stesso ritmo con cui si legge un qualsiasi altro shonen. Però, anche se lo abbandoni, poi lo riprendi in mano, perché la voglia di sapere "come va a finire" è forte.
Altro problema: in DN il protagonista, con cui il lettore è portato ad identificarsi, è Light, che di fatto è un assassino seriale. Ohba riesce a farci parteggiare per lui senza farci dimenticare che la sua condotta è da condannare. Introducendo L come antagonista di Light, poi, il lettore di fatto non riesce a decidere per chi parteggiare: durante la lettura, ci si trova a fare il tifo una volta per l'uno e una volta per l'altro.
In realtà, i creatori di DN hanno evitato mille trappole che potevano rendere un fiasco la loro opera, per poi esagerare nella direzione opposta.
A partire dalla seconda metà della serie, con l'arrivo dei personaggi di Near e Mello, il lettore si ritrova a dover seguire dei ragionamenti sempre più raffinati e difficili da capire, a volte persino discutibili, in un certo senso subendo la narrazione. Alcune svolte narrative sono sì originali e coinvolgenti, ma spesso sembrano messe apposta per bilanciare testi sempre più lunghi che riportano ragionamenti sempre più contorti.
In più, il fattore simpatia: nella prima parte, L e Light erano caratterizzati in maniera da farli apparire persino simpatici. Near e Mello invece sono macchiette, non hanno profondità e il lettore fatica ad affezionarsi a loro. Anche il personaggio principale di Light subisce una mutazione, che sembra funzionale al legittimare una certa conclusione della storia. Insomma, ce l'avevano dipinto come intelligentissimo e attentissimo ai dettagli e ad un certo punto inizia a fregarsene e ad andare dritto per la sua strada. Il cambiamento di condotta di Light non è inverosimile, però stona comunque.
E dopo che uno si abitua ad una narrazione fluida per tutta la prima parte, la seconda appare macchinosa e forzata in diversi punti, purtroppo.
DN resta comunque un manga più che valido, non si rovina alla fine come può spesso capitare, ma lascia comunque la spiacevole impressione di un calo di qualità nella seconda parte. Comunque come qualità è una spanna sopra la media del genere shonen.
Questo l'assunto di partenza di Death Note: un manga (poi anime e live action) di successo, originale ed accattivante, per una volta un prodotto della scuderia Shonen Jump che si distacca dallo standard dei moderni shonen.
Belli i disegni di Obata, realistici quanto basta a rendere credibile la storia senza essere troppo rigidi; ottima la sceneggiatura di Ohba, che tratteggia i personaggi con il giusto grado di introspezione psicologica, evitando il pericolo di personaggi bidimensionali, senza creare un manga di introspezione psicologica.
La componente psicologica c'è, senza dubbio (comunque, il tema principale resta la sfida intellettuale fra il possessore del quaderno e chi gli dà la caccia), e si vede: basta aprire un volumetto per rendersi conto di quanto c'è da leggere.
Per essere uno shonen, infatti, DN si basa molto sul dialogo e sul pensiero riportato dei suoi personaggi, piuttosto che sull'azione (comunque presente). Ma questo non è necessariamente un difetto.
Il lettore viene coinvolto proprio dall'antagonismo fra il protagonista e possessore del quaderno, Light, e il suo antagonista, l'investigatore L. I ragionamenti di entrambi, le loro mosse e relative contromosse sono alla base degli eventi in DN. I personaggi "attivi", in questo manga (polizia, etc.), hanno un ruolo secondario.
Il grosso rischio nel basare tutta la storia su una serie di ragionamenti era che diventasse pesante da seguire per il lettore. E in effetti si fa fatica a leggere un volume di DN tutto d'un fiato, o comunque allo stesso ritmo con cui si legge un qualsiasi altro shonen. Però, anche se lo abbandoni, poi lo riprendi in mano, perché la voglia di sapere "come va a finire" è forte.
Altro problema: in DN il protagonista, con cui il lettore è portato ad identificarsi, è Light, che di fatto è un assassino seriale. Ohba riesce a farci parteggiare per lui senza farci dimenticare che la sua condotta è da condannare. Introducendo L come antagonista di Light, poi, il lettore di fatto non riesce a decidere per chi parteggiare: durante la lettura, ci si trova a fare il tifo una volta per l'uno e una volta per l'altro.
In realtà, i creatori di DN hanno evitato mille trappole che potevano rendere un fiasco la loro opera, per poi esagerare nella direzione opposta.
A partire dalla seconda metà della serie, con l'arrivo dei personaggi di Near e Mello, il lettore si ritrova a dover seguire dei ragionamenti sempre più raffinati e difficili da capire, a volte persino discutibili, in un certo senso subendo la narrazione. Alcune svolte narrative sono sì originali e coinvolgenti, ma spesso sembrano messe apposta per bilanciare testi sempre più lunghi che riportano ragionamenti sempre più contorti.
In più, il fattore simpatia: nella prima parte, L e Light erano caratterizzati in maniera da farli apparire persino simpatici. Near e Mello invece sono macchiette, non hanno profondità e il lettore fatica ad affezionarsi a loro. Anche il personaggio principale di Light subisce una mutazione, che sembra funzionale al legittimare una certa conclusione della storia. Insomma, ce l'avevano dipinto come intelligentissimo e attentissimo ai dettagli e ad un certo punto inizia a fregarsene e ad andare dritto per la sua strada. Il cambiamento di condotta di Light non è inverosimile, però stona comunque.
E dopo che uno si abitua ad una narrazione fluida per tutta la prima parte, la seconda appare macchinosa e forzata in diversi punti, purtroppo.
DN resta comunque un manga più che valido, non si rovina alla fine come può spesso capitare, ma lascia comunque la spiacevole impressione di un calo di qualità nella seconda parte. Comunque come qualità è una spanna sopra la media del genere shonen.
<b>[Attenzione questa recensione contiene SPOILER sul finale di Death Note]</b>
Questo manga mi è piaciuto, ma sotto alcuni aspetti mi ha anche deluso, ora cerco di spiegarmi meglio.
Posso dire che questo manga possa essere diviso in due parti: la prima comprende i primi 7 numeri mentre la seconda, quella che mi ha deluso, comprende gli ultimi 5.
Quando ho letto i primi 6-7 numeri (già il settimo mi ha un po' deluso) ero entusiasta: Death Note era il mio manga preferito. Ma poi mi ha deluso. C'è una differenza di anni luce tra i primi 7 volumi e i restanti 5.
Il problema degli ultimi numeri è la morte di L. Certo, è una morte di tutto rispetto, molto bella e triste, ma secondo me il manga sarebbe benissimo potuto finire lì, e se fosse stato così io non gli avrei dato 8 ma 10. Ma Tsugumi Ohba ha voluto rovinare il suo capolavoro inserendo due personaggi superflui come Near e Mello.
Il primo è una schifosa copia in miniatura di L, mentre il secondo è un po' più interessante e come modo di pensare penso che si potrebbe paragonare a Light ma un po' più sadico.
Ma il problema non sono tanto N e M, ma lo sviluppo della storia. C'è molto meno suspance rispetto ai primi volumi (per me la parte più bella di DN è quando Kira incontra Naomi Misora) e la lettura è più noiosa.
Poi la parte peggiore: il nuovo L è Light, ovvero Kira. Una scelta stupida, lui fa il doppio gioco, è sia il bene che il male. Veramente assurdo.
Ora vi parlerò del disegno e di altre piccole cose della trama, senza spoilerare troppo.
I disegni di Obata-sensei sono semplicemente stupendi, molto realistici e sempre proporzionati.
La trama in generale mi piace molto, anche la seconda parte è discreta ma inferiore alla prima.
Questo manga mi è piaciuto, ma sotto alcuni aspetti mi ha anche deluso, ora cerco di spiegarmi meglio.
Posso dire che questo manga possa essere diviso in due parti: la prima comprende i primi 7 numeri mentre la seconda, quella che mi ha deluso, comprende gli ultimi 5.
Quando ho letto i primi 6-7 numeri (già il settimo mi ha un po' deluso) ero entusiasta: Death Note era il mio manga preferito. Ma poi mi ha deluso. C'è una differenza di anni luce tra i primi 7 volumi e i restanti 5.
Il problema degli ultimi numeri è la morte di L. Certo, è una morte di tutto rispetto, molto bella e triste, ma secondo me il manga sarebbe benissimo potuto finire lì, e se fosse stato così io non gli avrei dato 8 ma 10. Ma Tsugumi Ohba ha voluto rovinare il suo capolavoro inserendo due personaggi superflui come Near e Mello.
Il primo è una schifosa copia in miniatura di L, mentre il secondo è un po' più interessante e come modo di pensare penso che si potrebbe paragonare a Light ma un po' più sadico.
Ma il problema non sono tanto N e M, ma lo sviluppo della storia. C'è molto meno suspance rispetto ai primi volumi (per me la parte più bella di DN è quando Kira incontra Naomi Misora) e la lettura è più noiosa.
Poi la parte peggiore: il nuovo L è Light, ovvero Kira. Una scelta stupida, lui fa il doppio gioco, è sia il bene che il male. Veramente assurdo.
Ora vi parlerò del disegno e di altre piccole cose della trama, senza spoilerare troppo.
I disegni di Obata-sensei sono semplicemente stupendi, molto realistici e sempre proporzionati.
La trama in generale mi piace molto, anche la seconda parte è discreta ma inferiore alla prima.
Death Note è un buon manga, che parte con un'ottima prima parte, frizzante e ricca di colpi di scena, per poi calare vistosamente e riprendersi con un discreto finale, non all'altezza comunque dei primi 7 volumi. L'avvincente duello iniziale tra Light, lo studente possessore del "quaderno della morte", e l'investigatore L è il punto di forza di quest'opera, supportato da eccellenti disegni e cura nella caratterizzazione dei personaggi. Ci si trova spettatori di un'appassionante sfida di intelligenze e nervi, un'entusiasmante sfida "a scacchi", fatta di mosse e contromosse, costruzione di tranelli e di alibi come nei migliori polizieschi, il tutto condito dalla presenza del quaderno, col suo potere sovrannaturale, che mischierà più volte le carte in tavola.
La freschezza e l'originalità di questi elementi, ma soprattutto la cura con cui vengono studiate le strategie criminali e investigative, non le si ritroverà più nella seconda parte del manga, dove la narrazione appare più lenta e noiosa senza la verve che caratterizzava la parte iniziale, con una sostanziale riproposizione della sfida allungandola, ma senza introdurvi elementi di novità che rialzino suspense e tensione.
In conclusione un manga che promette e da molto, ma sostanzialmente riuscito a metà.
La freschezza e l'originalità di questi elementi, ma soprattutto la cura con cui vengono studiate le strategie criminali e investigative, non le si ritroverà più nella seconda parte del manga, dove la narrazione appare più lenta e noiosa senza la verve che caratterizzava la parte iniziale, con una sostanziale riproposizione della sfida allungandola, ma senza introdurvi elementi di novità che rialzino suspense e tensione.
In conclusione un manga che promette e da molto, ma sostanzialmente riuscito a metà.
<b>Contiene spoiler, attenzione grazie</b>
Che senso ha unire l’ennesima recensione a Death Note, dopo tutte quelle che sono state scritte? Ammetterò che desidero comunque lasciare un mio parere su quest’opera. E che opera! Si parla del famosissimo Death Note dopotutto, opera osannata da molti e pesantemente criticata da altri. Ma io, logicamente, mi ritrovo nel gruppo dei primi. Coloro che pensano che Death Note sia una cosa fuori dal comune. Non mi era mai capitato di leggere una storia così avvincente, così appassionante e struggente come questa.
Partiamo dalle copertine, una delle cose più spettacolari che io abbia mai ammirato: composte ogni volta a croce, con il protagonista in pose da ‘salvatore dell’umanità’, oppure il suo eterno rivale accucciato e con pesanti occhiaie sotto gli occhi scuri e grandi. Ciò che salta all’occhio nel primo volume è l’aspetto angelico e delicato del protagonista che si contrappone alla figura inquietante dello shinigami Ryuk alle sue spalle.
All’interno, si trovano due cose principali e stupefacenti: una trama sconvolgente e dei disegni maestosi e meravigliosi. Quando mai si è parlato di un quaderno in grado di uccidere solo conoscendo nome e volto delle vittime? Quando mai si è discusso su una rivista come <i>Jump</i> di morte e uccisioni in maniera così spontanea? È ciò che ho apprezzato di più in Death Note: la trama che a poco a poco, come se fosse composta da piccolissimi tasselli, si componesse rivelando ogni volta un particolare nuovo, quel qualcosa che rende il protagonista un essere geniale, ma che poi rivela la stessa cosa anche per quanto riguarda l’antagonista, l’eterno rivale L.
Un solo consiglio che do per la lettura è di concentrarsi e quindi di soffermarsi sulle parti di spiegazione e di esposizione delle varie teorie, dato che in certe situazioni bisogna davvero attivare il cervello cercando di immedesimarsi nei protagonisti dall’intelligenza fuori dalla norma. Se in certi punti la trama può sembrare noiosa o ripetitiva, in realtà c’è sempre qualcosa che smentisce la propria teoria o i ragionamenti fatti durante la lettura. Un esempio: chi si aspettava che L andasse fuori dalla scena? Certo, si poteva ragionare in due modi diversi: L becca Light e la storia è bella che finita, oppure Light riesce a sbarazzarsi di L. E logicamente si scarta quasi automaticamente la prima. Ma vedere realizzata la seconda possibilità in un modo così sconvolgente e terrificante mi ha lasciata basita. Davvero. Alla fine la maggior parte dei protagonisti fa la fine che si merita, protagonisti e non. Anche se per personaggi primari come L o come Mello mi è dispiaciuto un po’.
I disegni sono una cosa stupenda. A parte il fatto che sia pieno di sfondi dettagliati al massimo, il che ottiene solo la mia approvazione, ma la realizzazione dei protagonisti, la creazione di un ‘antagonista’ di Light, L, un ragazzo che in realtà è dalla parte della Giustizia (non la Giustizia di Light bensì quella originaria), tutto è perfetto. Epici i dolci che mangia L durante le indagini, le torri di dadi di Near, l’ambientazione negli ultimi capitoli decisivi. Ma la cosa più stupefacente ed epica è stata la trasformazione di Light da uomo divino, un mito per numerosi Giapponesi, a un uomo normale, in cui viene umiliato, reso ancora più umano di quanto già non lo fosse, gli viene fatto capire in modo assai duro che è una semplice nullità, al pari di tutti gli uomini. Superbe le illustrazioni di Obata, con cui rende questo fatto ancora più spettacolare e terribile. Le espressioni di Light, che ‘esplode’ dopo 12 volumi di serietà (ad eccezione di alcune scene, ovvio) in cui non manifesta agli altri i propri sentimenti, sono paurose, inquietanti, fanno capire con estrema chiarezza cosa succede se a un semplice uomo vengono assegnati i poteri di un dio. Perché Kira era il Dio del nuovo mondo. Il character design è perfetto: aspetto, carattere, nomi, identità, tutto è perfetto, unito alla perfezione, difatti ogni protagonista e ogni personaggio secondario è vitale alla trama.
Questa serie la consiglio a chiunque perché a parer mio è adatta a tutti, purché si sia abbastanza maturi per affrontare temi come la morte, le uccisioni e i complotti di Kira, uniti alle indagini, alle scene di narrazione e alle scene di azione e tensione estrema.
Che senso ha unire l’ennesima recensione a Death Note, dopo tutte quelle che sono state scritte? Ammetterò che desidero comunque lasciare un mio parere su quest’opera. E che opera! Si parla del famosissimo Death Note dopotutto, opera osannata da molti e pesantemente criticata da altri. Ma io, logicamente, mi ritrovo nel gruppo dei primi. Coloro che pensano che Death Note sia una cosa fuori dal comune. Non mi era mai capitato di leggere una storia così avvincente, così appassionante e struggente come questa.
Partiamo dalle copertine, una delle cose più spettacolari che io abbia mai ammirato: composte ogni volta a croce, con il protagonista in pose da ‘salvatore dell’umanità’, oppure il suo eterno rivale accucciato e con pesanti occhiaie sotto gli occhi scuri e grandi. Ciò che salta all’occhio nel primo volume è l’aspetto angelico e delicato del protagonista che si contrappone alla figura inquietante dello shinigami Ryuk alle sue spalle.
All’interno, si trovano due cose principali e stupefacenti: una trama sconvolgente e dei disegni maestosi e meravigliosi. Quando mai si è parlato di un quaderno in grado di uccidere solo conoscendo nome e volto delle vittime? Quando mai si è discusso su una rivista come <i>Jump</i> di morte e uccisioni in maniera così spontanea? È ciò che ho apprezzato di più in Death Note: la trama che a poco a poco, come se fosse composta da piccolissimi tasselli, si componesse rivelando ogni volta un particolare nuovo, quel qualcosa che rende il protagonista un essere geniale, ma che poi rivela la stessa cosa anche per quanto riguarda l’antagonista, l’eterno rivale L.
Un solo consiglio che do per la lettura è di concentrarsi e quindi di soffermarsi sulle parti di spiegazione e di esposizione delle varie teorie, dato che in certe situazioni bisogna davvero attivare il cervello cercando di immedesimarsi nei protagonisti dall’intelligenza fuori dalla norma. Se in certi punti la trama può sembrare noiosa o ripetitiva, in realtà c’è sempre qualcosa che smentisce la propria teoria o i ragionamenti fatti durante la lettura. Un esempio: chi si aspettava che L andasse fuori dalla scena? Certo, si poteva ragionare in due modi diversi: L becca Light e la storia è bella che finita, oppure Light riesce a sbarazzarsi di L. E logicamente si scarta quasi automaticamente la prima. Ma vedere realizzata la seconda possibilità in un modo così sconvolgente e terrificante mi ha lasciata basita. Davvero. Alla fine la maggior parte dei protagonisti fa la fine che si merita, protagonisti e non. Anche se per personaggi primari come L o come Mello mi è dispiaciuto un po’.
I disegni sono una cosa stupenda. A parte il fatto che sia pieno di sfondi dettagliati al massimo, il che ottiene solo la mia approvazione, ma la realizzazione dei protagonisti, la creazione di un ‘antagonista’ di Light, L, un ragazzo che in realtà è dalla parte della Giustizia (non la Giustizia di Light bensì quella originaria), tutto è perfetto. Epici i dolci che mangia L durante le indagini, le torri di dadi di Near, l’ambientazione negli ultimi capitoli decisivi. Ma la cosa più stupefacente ed epica è stata la trasformazione di Light da uomo divino, un mito per numerosi Giapponesi, a un uomo normale, in cui viene umiliato, reso ancora più umano di quanto già non lo fosse, gli viene fatto capire in modo assai duro che è una semplice nullità, al pari di tutti gli uomini. Superbe le illustrazioni di Obata, con cui rende questo fatto ancora più spettacolare e terribile. Le espressioni di Light, che ‘esplode’ dopo 12 volumi di serietà (ad eccezione di alcune scene, ovvio) in cui non manifesta agli altri i propri sentimenti, sono paurose, inquietanti, fanno capire con estrema chiarezza cosa succede se a un semplice uomo vengono assegnati i poteri di un dio. Perché Kira era il Dio del nuovo mondo. Il character design è perfetto: aspetto, carattere, nomi, identità, tutto è perfetto, unito alla perfezione, difatti ogni protagonista e ogni personaggio secondario è vitale alla trama.
Questa serie la consiglio a chiunque perché a parer mio è adatta a tutti, purché si sia abbastanza maturi per affrontare temi come la morte, le uccisioni e i complotti di Kira, uniti alle indagini, alle scene di narrazione e alle scene di azione e tensione estrema.
Uno tra i miglior manga che abbia mai letto, trama assai avvincente, disegni superbi e personaggi ben caratterizzati.
Però con dolore devo dire che non è proprio un 10 pieno, è un 9 e mezzo.
I primi 8/9 volumi avevano raggiunto la perfezione totale ma sfortunatamente gli autori hanno optato per allungare il manga (che si poteva far finire al 7 volume) rendendolo banale e prevedibile, nonostante ciò ho dato lo stesso un 10 per la perfezione raggiunta nei primi volumi. Questo manga lo consiglio a tutte le persone a cui piacciono i gialli psicologici.
Però con dolore devo dire che non è proprio un 10 pieno, è un 9 e mezzo.
I primi 8/9 volumi avevano raggiunto la perfezione totale ma sfortunatamente gli autori hanno optato per allungare il manga (che si poteva far finire al 7 volume) rendendolo banale e prevedibile, nonostante ciò ho dato lo stesso un 10 per la perfezione raggiunta nei primi volumi. Questo manga lo consiglio a tutte le persone a cui piacciono i gialli psicologici.
Questo è un manga che nessun buon appassionato di manga non può non conoscere e non avere nella propria collezione, sto parlando del famosissimo e stupendo Death Note.
Questo è uno dei miglior manga che abbia mai letto, appassionante, che ti lascia sempre sul filo del rasoio, molto appassionante e avvincente; merito di Ohba e Obata, in una collaborazione davvero fantastica, con disegni e sceneggiatura che sanno trasportanti perfettamente in questo fantastico mondo di Shinigami, Killer e Detective l'uno più intelligente dell'altro.
I personaggi sono di una qualità pazzesca e sanno fare perfettamente il loro ruolo, emozionando il lettore, facendolo rattristire (saprete sicuramente a quale pezzo mi riferisca...). Il mio personaggio preferito è il mitico L, che è alla ricerca di quel pazzo di Kira.
La trama inizia con uno studente delle superiori che trova uno strano quaderno vedendolo precipitare dalla finestra della scuola; è il quaderno degli dei della Morte, il Death Note. Light, che inizialmente non si accorge degli enormi poteri a sua disposizione, prova un po' il quaderno, rendendosi conto solo alla fine della sua effettiva potenza. Inizia così a sterminare un sacco di criminali uno dopo l'altro, attirando così l'attenzione di tutte le forze di polizia nel mondo. Sarà da quando arriva il detective L, che per Kira iniziano i problemi. Il Dio, come si chiama lui, davvero molto intelligente, perfido e calcolatore, riesce sempre però ad evitare le trappole della polizia che gli sta alla calcagna. Continuate a leggerlo, vi saprà appassionare come solo i veri capolavori manga sanno fare!
Consiglio questo manga innanzitutto ai fan dei gialli e thriller, che troveranno pane per i loro denti, e anche comunque a tutti i fan di manga, perché è davvero un'opera che merita l'attenzione di tutti e di essere conservato gelosamente nella propria libreria. Stupendo anche il romanzo Another Note, dove Ohba dimostra anche la sua bravura alla sceneggiatura di un romanzo. Da non perdere.
Questo è uno dei miglior manga che abbia mai letto, appassionante, che ti lascia sempre sul filo del rasoio, molto appassionante e avvincente; merito di Ohba e Obata, in una collaborazione davvero fantastica, con disegni e sceneggiatura che sanno trasportanti perfettamente in questo fantastico mondo di Shinigami, Killer e Detective l'uno più intelligente dell'altro.
I personaggi sono di una qualità pazzesca e sanno fare perfettamente il loro ruolo, emozionando il lettore, facendolo rattristire (saprete sicuramente a quale pezzo mi riferisca...). Il mio personaggio preferito è il mitico L, che è alla ricerca di quel pazzo di Kira.
La trama inizia con uno studente delle superiori che trova uno strano quaderno vedendolo precipitare dalla finestra della scuola; è il quaderno degli dei della Morte, il Death Note. Light, che inizialmente non si accorge degli enormi poteri a sua disposizione, prova un po' il quaderno, rendendosi conto solo alla fine della sua effettiva potenza. Inizia così a sterminare un sacco di criminali uno dopo l'altro, attirando così l'attenzione di tutte le forze di polizia nel mondo. Sarà da quando arriva il detective L, che per Kira iniziano i problemi. Il Dio, come si chiama lui, davvero molto intelligente, perfido e calcolatore, riesce sempre però ad evitare le trappole della polizia che gli sta alla calcagna. Continuate a leggerlo, vi saprà appassionare come solo i veri capolavori manga sanno fare!
Consiglio questo manga innanzitutto ai fan dei gialli e thriller, che troveranno pane per i loro denti, e anche comunque a tutti i fan di manga, perché è davvero un'opera che merita l'attenzione di tutti e di essere conservato gelosamente nella propria libreria. Stupendo anche il romanzo Another Note, dove Ohba dimostra anche la sua bravura alla sceneggiatura di un romanzo. Da non perdere.
"Death Note", titolo di cui tutti avrete sentito mormorare, se state leggendo le varie recensioni su di esso su questo sito. Cos'è che attrae e fa amare questo manga tanto da avere ben 121 recensioni per una media di 8,44?
Risposta: la storia ha CARISMA. Attrae il design dei personaggi, i vestiti diversi che indossano in base al loro stile che li rispecchiano perfettamente, e attrae la trama, che sembra semplice e scontata, ma non lo è affatto.
La storia parla di un liceale diciassettenne che se la tira abbastanza chiamato Light Yagami, e un, anzi, L'investigatore più famoso del mondo, conosciuto con il nome di L, che rappresentano le due parti contrastanti della giustizia. Ma... perché si battono se sono dalla stessa parte? La differenza fra i due protagonisti è che Light utilizza il quaderno della morte donatogli dallo Shinigami Ryuk per uccidere i delinquenti a piede libero e i carcerati, mentre L trova disumano il modo di fare dello studente modello, tipico ragazzo da giacca e cravatta, uno stile totalmente contrastante con la maglietta bianca e i jeans larghissimi di L, per non parlare dei suoi capelli spettinati da classico (?) ragazzo dall'aspetto trasandato.
La Planet ha fatto un bel lavoro SOLO con la prima versione dell'edizione (che sono riuscita a recuperare), la Gold fa veramente pena, per non parlare del prezzo eccessivo, per cosa poi? Le immagini ingrandite e sbiadite? No grazie.
Quest'opera non merita un 10 per un solo motivo, che possono intuire solamente coloro che hanno visto l'anime (ep. 26!) o hanno letto il manga (7° volume!), ma non voglio fare spoiler, anche perché la tentazione di continuare a leggere sarebbe troppo forte e non voglio rovinare la vita a nessuno.
Consiglio "Death Note" a quelli che amano il genere, o che vogliono scoprire come ragionano i criminali e gli investigatori, quelli che magari sognano di diventare come L, o quelli che apprezzano la mitologia giapponese e vogliono sapere qualcosa in più sugli Shinigami. Consiglio anche i libri tratti dal manga "Death Note - Il serial killer di Los Angeles", che parla di uno dei casi risolti da L prima della sua (dis)avventura con Light, e "L change the world", il cui ventitreesimo capitolo sconsiglio a coloro che hanno amato L fino alla fine, e che sono particolarmente sensibili (ogni riferimento ad Hayami-chan27 è puramente non casuale!).
Risposta: la storia ha CARISMA. Attrae il design dei personaggi, i vestiti diversi che indossano in base al loro stile che li rispecchiano perfettamente, e attrae la trama, che sembra semplice e scontata, ma non lo è affatto.
La storia parla di un liceale diciassettenne che se la tira abbastanza chiamato Light Yagami, e un, anzi, L'investigatore più famoso del mondo, conosciuto con il nome di L, che rappresentano le due parti contrastanti della giustizia. Ma... perché si battono se sono dalla stessa parte? La differenza fra i due protagonisti è che Light utilizza il quaderno della morte donatogli dallo Shinigami Ryuk per uccidere i delinquenti a piede libero e i carcerati, mentre L trova disumano il modo di fare dello studente modello, tipico ragazzo da giacca e cravatta, uno stile totalmente contrastante con la maglietta bianca e i jeans larghissimi di L, per non parlare dei suoi capelli spettinati da classico (?) ragazzo dall'aspetto trasandato.
La Planet ha fatto un bel lavoro SOLO con la prima versione dell'edizione (che sono riuscita a recuperare), la Gold fa veramente pena, per non parlare del prezzo eccessivo, per cosa poi? Le immagini ingrandite e sbiadite? No grazie.
Quest'opera non merita un 10 per un solo motivo, che possono intuire solamente coloro che hanno visto l'anime (ep. 26!) o hanno letto il manga (7° volume!), ma non voglio fare spoiler, anche perché la tentazione di continuare a leggere sarebbe troppo forte e non voglio rovinare la vita a nessuno.
Consiglio "Death Note" a quelli che amano il genere, o che vogliono scoprire come ragionano i criminali e gli investigatori, quelli che magari sognano di diventare come L, o quelli che apprezzano la mitologia giapponese e vogliono sapere qualcosa in più sugli Shinigami. Consiglio anche i libri tratti dal manga "Death Note - Il serial killer di Los Angeles", che parla di uno dei casi risolti da L prima della sua (dis)avventura con Light, e "L change the world", il cui ventitreesimo capitolo sconsiglio a coloro che hanno amato L fino alla fine, e che sono particolarmente sensibili (ogni riferimento ad Hayami-chan27 è puramente non casuale!).
Probabilmente tra i migliori manga in circolazione, trama avvincente e sviluppata alla perfezione, soprattutto durante i primi volumi.
La presentazione dei personaggi è gestita bene, gradualmente riusciremo a capire i loro caratteri, spesso più infantili di quanto riescano a coprire con la loro intelligenza.
La storia è originale e appassionante, fantasiosa e realistica allo stesso tempo, e fino al numero 7 avrebbe meritato un 10 pieno con lode, peccato per il peggioramento della serie, che diventa scontata e noiosa nel finale.
La presentazione dei personaggi è gestita bene, gradualmente riusciremo a capire i loro caratteri, spesso più infantili di quanto riescano a coprire con la loro intelligenza.
La storia è originale e appassionante, fantasiosa e realistica allo stesso tempo, e fino al numero 7 avrebbe meritato un 10 pieno con lode, peccato per il peggioramento della serie, che diventa scontata e noiosa nel finale.
Death Note ha il merito - o forse la sfortuna, dipende dai punti di vista - di attirarsi da sempre tanto gli elogi quanto le critiche.
Non parlerò della trama, che oltre a essere complicata si può sicuramente reperire da altre fonti più esaurienti di me, ma riporterò i motivi per cui ritengo che questo sia un manga davvero ottimo.
L'opera parte nei migliore dei modi, l'incipit è atipico e coinvolgente, immediatamente il lettore non può che schierarsi dalla parte di Kira o L, e fino al numero 7 questo manga merita un 10.
Death Note ha come unica grande pecca di subire inevitabilmente un calo narrativo a partire dal volume 8, il manga rimane comunque piacevole da leggere e il finale è a mio avviso ottimo, così come già detto l'incipit, ma questo calo è davvero sentito, soprattutto dopo ciò che viene presentato nei primi 7 volumi.
Ad ogni modo non sarò io quello che vi dirà di non leggere quest'opera, Death Note è e rimane un ottimo manga, e consiglio a tutti la lettura, a patto che siate disposti ad avere a che fare con volumi davvero impegnativi dal punto di vista della lettura stessa a causa dei numerosi e ricchi dialoghi, che rimangono comunque piacevoli e coinvolgenti a mio avviso. I disegni sono invece sublimi e riescono a riportare al meglio sulla carta quella che è la complessa trama di Death Note.
Questo manga meritava un 10, si perde un po' per poi ritrovarsi nel finale - eccellente, così come l'incipit - e per questo l'opera si merita comunque un 9 pieno dal sottoscritto.
Non parlerò della trama, che oltre a essere complicata si può sicuramente reperire da altre fonti più esaurienti di me, ma riporterò i motivi per cui ritengo che questo sia un manga davvero ottimo.
L'opera parte nei migliore dei modi, l'incipit è atipico e coinvolgente, immediatamente il lettore non può che schierarsi dalla parte di Kira o L, e fino al numero 7 questo manga merita un 10.
Death Note ha come unica grande pecca di subire inevitabilmente un calo narrativo a partire dal volume 8, il manga rimane comunque piacevole da leggere e il finale è a mio avviso ottimo, così come già detto l'incipit, ma questo calo è davvero sentito, soprattutto dopo ciò che viene presentato nei primi 7 volumi.
Ad ogni modo non sarò io quello che vi dirà di non leggere quest'opera, Death Note è e rimane un ottimo manga, e consiglio a tutti la lettura, a patto che siate disposti ad avere a che fare con volumi davvero impegnativi dal punto di vista della lettura stessa a causa dei numerosi e ricchi dialoghi, che rimangono comunque piacevoli e coinvolgenti a mio avviso. I disegni sono invece sublimi e riescono a riportare al meglio sulla carta quella che è la complessa trama di Death Note.
Questo manga meritava un 10, si perde un po' per poi ritrovarsi nel finale - eccellente, così come l'incipit - e per questo l'opera si merita comunque un 9 pieno dal sottoscritto.
"L'umano il cui nome viene scritto su questo quaderno morirà" - Prima regola del Death Note
Death Note è un manga ideato da Tsugumi Ohba e disegnato da Takeshi Obata, pubblicato su Weekly Shonen Jump tra il 2003 e il 2006 e conta 12 volumi (più l'eventuale volume 13, ossia la Guida alla Lettura). In Italia è edito dalla Panini Comics (Planet Manga) che ha ormai stampato tutti volumi, in diverse edizioni ed in diverse ristampe. Questo manga ormai è noto a livello internazionale e molto amato, anche qui in Italia, anche grazie alla trasposizione dell'anime su MTV. Credo che sia un'opera che valga la pena leggere. Ma iniziamo dalla trama.
La trama vede protagonista Light Yagami, uno studente modello che trova la sua vita noiosa e monotona e vede che il mondo ormai è vittima di crimini e corruzioni. La sua vita prende una radicale svolta quando ad un tratto durante le lezioni vede cadere dal cielo uno strano quaderno nero, il fantomatico Death Note; incuriosito da esso, lo porta a casa. All'interno del Death Note, Light trova delle istruzioni le quali asseriscono che qualsiasi persona cui venga scritto il nome (e il cognome ovviamente), nel quaderno morirà entro 40 secondi e se la causa della morte non verrà specificata, la morte avverrà per arresto cardiaco. Inizialmente Light è scettico sull'autenticità di tale quaderno, ma si ricrede quando assiste alla morte di un criminale e di un teppista di cui aveva scritto i nomi all'interno del Death Note. Un punto decisivo della trama si ha con l'incontro tra Light Yagami e Ryuk, lo Shinigami che ha gettato di sua iniziativa il Death Note sulla Terra, per il proprio divertimento. Light, assettato di potere, cercherà di diventare il "Dio di un nuovo mondo", e inizia inesorabilmente ad uccidere tutti i più grandi criminali della Terra, la popolazione mondiale ormai lo chiama a gran voce Kira (pronuncia similare a Killer). Ma dall'altra parte l'Interpol incarica un misterioso detective conosciuto come Elle (L) per scovare il criminale Kira. Il manga è una continua lotta d'intelligenza tra Light Yagami (Kira) ed Elle, i quali riusciranno ad incontrarsi direttamente. Il vincitore riuscirà a far valere la propria giustizia nel mondo.
Death Note è decisamente un buon manga, ma non esageriamo a chiamarlo capolavoro, sicuramente merita per originalità e per la qualità dei disegni del maestro Takeshi Obata, sempre impeccabili. Il manga è molto avvincente per i primi 7 volumi (tutti sanno cosa accade nel settimo volume), mentre dall'ottavo al dodicesimo volume il manga cala bruscamente, anche se personaggi come Near e Mello meritano molto. I personaggi del manga sono caratterizzati divinamente, i personaggi vengono inesorabilmente catalogati tra cattivi e buoni (su parametri personali), i personaggi meglio riusciti a mio avviso sono lo Shinigami Ryuk ed Elle, altri li ho trovati veramente poco opportuni come Near e Matsuda, veramente insopportabili. Il tratto di Takeshi Obata è impeccabile, perfetto dal primo all'ultimo volume, riesce a dare un tratto strettamente gotico al manga e questo mi è molto piaciuto. Se devo dirla tutta ho preferito l'anime al manga, forse perché meno pesante. Credo che un 9 questo manga se lo meriti.
Death Note è un manga ideato da Tsugumi Ohba e disegnato da Takeshi Obata, pubblicato su Weekly Shonen Jump tra il 2003 e il 2006 e conta 12 volumi (più l'eventuale volume 13, ossia la Guida alla Lettura). In Italia è edito dalla Panini Comics (Planet Manga) che ha ormai stampato tutti volumi, in diverse edizioni ed in diverse ristampe. Questo manga ormai è noto a livello internazionale e molto amato, anche qui in Italia, anche grazie alla trasposizione dell'anime su MTV. Credo che sia un'opera che valga la pena leggere. Ma iniziamo dalla trama.
La trama vede protagonista Light Yagami, uno studente modello che trova la sua vita noiosa e monotona e vede che il mondo ormai è vittima di crimini e corruzioni. La sua vita prende una radicale svolta quando ad un tratto durante le lezioni vede cadere dal cielo uno strano quaderno nero, il fantomatico Death Note; incuriosito da esso, lo porta a casa. All'interno del Death Note, Light trova delle istruzioni le quali asseriscono che qualsiasi persona cui venga scritto il nome (e il cognome ovviamente), nel quaderno morirà entro 40 secondi e se la causa della morte non verrà specificata, la morte avverrà per arresto cardiaco. Inizialmente Light è scettico sull'autenticità di tale quaderno, ma si ricrede quando assiste alla morte di un criminale e di un teppista di cui aveva scritto i nomi all'interno del Death Note. Un punto decisivo della trama si ha con l'incontro tra Light Yagami e Ryuk, lo Shinigami che ha gettato di sua iniziativa il Death Note sulla Terra, per il proprio divertimento. Light, assettato di potere, cercherà di diventare il "Dio di un nuovo mondo", e inizia inesorabilmente ad uccidere tutti i più grandi criminali della Terra, la popolazione mondiale ormai lo chiama a gran voce Kira (pronuncia similare a Killer). Ma dall'altra parte l'Interpol incarica un misterioso detective conosciuto come Elle (L) per scovare il criminale Kira. Il manga è una continua lotta d'intelligenza tra Light Yagami (Kira) ed Elle, i quali riusciranno ad incontrarsi direttamente. Il vincitore riuscirà a far valere la propria giustizia nel mondo.
Death Note è decisamente un buon manga, ma non esageriamo a chiamarlo capolavoro, sicuramente merita per originalità e per la qualità dei disegni del maestro Takeshi Obata, sempre impeccabili. Il manga è molto avvincente per i primi 7 volumi (tutti sanno cosa accade nel settimo volume), mentre dall'ottavo al dodicesimo volume il manga cala bruscamente, anche se personaggi come Near e Mello meritano molto. I personaggi del manga sono caratterizzati divinamente, i personaggi vengono inesorabilmente catalogati tra cattivi e buoni (su parametri personali), i personaggi meglio riusciti a mio avviso sono lo Shinigami Ryuk ed Elle, altri li ho trovati veramente poco opportuni come Near e Matsuda, veramente insopportabili. Il tratto di Takeshi Obata è impeccabile, perfetto dal primo all'ultimo volume, riesce a dare un tratto strettamente gotico al manga e questo mi è molto piaciuto. Se devo dirla tutta ho preferito l'anime al manga, forse perché meno pesante. Credo che un 9 questo manga se lo meriti.
Death Note è noto a tutti come un anime e manga che ha riscosso un notevole successo quasi ovunque, ma quanti in realtà si sono soffermati ad analizzare l’opera nel dettaglio?
Nel corso degli anni dopo la pubblicazione di questa serie ho sentito pareri molto negativi e molto positivi, ma caso voglia che mai ho udito pareri parzialmente buoni e viceversa, e infatti, questa serie è una di quelle che possono piacere o fare altamente schifo, e soltanto in rarissimi casi lascia imparziali.
Death Note è particolare: sì, esatto, è particolare. Un manga che fa parlare di sé tanto, forse troppo, che incita quasi alla lettura per poterne esprimere un parere personale, e come molti di voi, così feci anche io.
Qualche anno fa mi cimentai nella lettura di questa serie presa dai molti commenti positivi che avevo riscontrato un po’ ovunque, e girando per siti e forum, la “moda” Death Note era ovunque. Mi domandai del perché questa serie avesse avuto così tanto successo seppur la trama, dopo avendola letta, non mi fosse parsa chissà quale opera, e quindi iniziai a leggerlo. Dopo aver terminato la lettura giunsi ad una conclusione: Death Note era veramente un’opera eccezionale per moltissimi versi.
La storia ruota attorno a Light Yagami, un giovane studente per cui il Mondo ha perso la propria “originalità”, dove la monotonia regna sovrana ed il marcio degli esseri umani non cessa di esistere. Light non solo eccelle in ogni materia, ma è anche lo studente più intelligente dell’intero Giappone, e nessuno può essergli alla parti per intelletto.
Caso vuole che un giorno, caduto dal cielo, Light raccolga un quaderno nero con sopra impressa la scritta “Death Note” e portatoselo a casa riceve una visita inattesa: uno Shinigami, Dio della Morte, di nome Ryuk gli rivela che qualunque nome venga scritto su quel quaderno, la persona in questione morirà. Light si servirà di questo quaderno per realizzare il suo più grande sogno: Creare un Mondo dove lui possa esserne il Dio.
Trama poco interessante, pensai all’inizio, ma poi capii che il bello doveva ancora arrivare.
I personaggi, in particolare il protagonista ed il suo avversario, noto a tutti come “L”, sono stati sviluppati in modo perfetto ed ogni minimo vizio, sfaccettatura, pregio, difetto è stato evidenziati sotto ogni luce. Inoltre, questa è una di quelle opere in cui il protagonista non cresce emotivamente, ma dimostra passo per passo ciò che già possiede fin da subito.
Andando avanti con la lettura si potrà constatare benissimo quali sono i valori che spingono a vivere i personaggi, cosa li caratterizza meglio, cosa meno, e cosa li rende tanto particolari da far andare fuori di testa tantissimi fan.
Light è presuntuoso, egocentrico, egoista, narcisista, intelligente, ma più di tutti Light è superbo. Un protagonista un po’ diverso dalla massa, eh? Lui si ritiene un Dio e niente e nessuno potrà mai ostacolarlo, ed è con questa forza che riesce a vivere ogni giorno nel mondo che lui tanto desidera cambiare.
Se il suo sogno si realizzerà mai e se i mezzi che utilizzerà saranno giusti o meno, questo potrete scoprirlo leggendo la serie.
Il mio voto è 9 seppur ammetto che sia un anime/manga che potrebbe tranquillamente essere votato 10, ora spiegherò del perché di questa mia decisione: Death Note presenta “due finali”, così potrei chiamarli, di cui uno posizionato a metà della serie e purtroppo, nella seconda parte, ho ritenuto che vi fosse stato un calo per quanto riguarda il carisma ed il fascino dei personaggi.
Nulla da ridire sul disegno poiché in primis ampliamente azzeccato, e in secondo luogo perché semplicemente pulito
seppur realistico, riesce a mantenere le caratteristiche più note dei manga.
In conclusione consiglio la lettura solamente agli amanti del genere, premettendo il fatto che il sangue in questa serie non smette mai di scorrere in modo crudele, sadico, e spesso ingiusto. Ovviamente ho usato il “sangue” come metafora per inviare un concetto preciso ai lettori, così che seppur questo manga sia privo di battaglie, voi possiate percepire comunque il contenuto di quest’ultimo.
Nel corso degli anni dopo la pubblicazione di questa serie ho sentito pareri molto negativi e molto positivi, ma caso voglia che mai ho udito pareri parzialmente buoni e viceversa, e infatti, questa serie è una di quelle che possono piacere o fare altamente schifo, e soltanto in rarissimi casi lascia imparziali.
Death Note è particolare: sì, esatto, è particolare. Un manga che fa parlare di sé tanto, forse troppo, che incita quasi alla lettura per poterne esprimere un parere personale, e come molti di voi, così feci anche io.
Qualche anno fa mi cimentai nella lettura di questa serie presa dai molti commenti positivi che avevo riscontrato un po’ ovunque, e girando per siti e forum, la “moda” Death Note era ovunque. Mi domandai del perché questa serie avesse avuto così tanto successo seppur la trama, dopo avendola letta, non mi fosse parsa chissà quale opera, e quindi iniziai a leggerlo. Dopo aver terminato la lettura giunsi ad una conclusione: Death Note era veramente un’opera eccezionale per moltissimi versi.
La storia ruota attorno a Light Yagami, un giovane studente per cui il Mondo ha perso la propria “originalità”, dove la monotonia regna sovrana ed il marcio degli esseri umani non cessa di esistere. Light non solo eccelle in ogni materia, ma è anche lo studente più intelligente dell’intero Giappone, e nessuno può essergli alla parti per intelletto.
Caso vuole che un giorno, caduto dal cielo, Light raccolga un quaderno nero con sopra impressa la scritta “Death Note” e portatoselo a casa riceve una visita inattesa: uno Shinigami, Dio della Morte, di nome Ryuk gli rivela che qualunque nome venga scritto su quel quaderno, la persona in questione morirà. Light si servirà di questo quaderno per realizzare il suo più grande sogno: Creare un Mondo dove lui possa esserne il Dio.
Trama poco interessante, pensai all’inizio, ma poi capii che il bello doveva ancora arrivare.
I personaggi, in particolare il protagonista ed il suo avversario, noto a tutti come “L”, sono stati sviluppati in modo perfetto ed ogni minimo vizio, sfaccettatura, pregio, difetto è stato evidenziati sotto ogni luce. Inoltre, questa è una di quelle opere in cui il protagonista non cresce emotivamente, ma dimostra passo per passo ciò che già possiede fin da subito.
Andando avanti con la lettura si potrà constatare benissimo quali sono i valori che spingono a vivere i personaggi, cosa li caratterizza meglio, cosa meno, e cosa li rende tanto particolari da far andare fuori di testa tantissimi fan.
Light è presuntuoso, egocentrico, egoista, narcisista, intelligente, ma più di tutti Light è superbo. Un protagonista un po’ diverso dalla massa, eh? Lui si ritiene un Dio e niente e nessuno potrà mai ostacolarlo, ed è con questa forza che riesce a vivere ogni giorno nel mondo che lui tanto desidera cambiare.
Se il suo sogno si realizzerà mai e se i mezzi che utilizzerà saranno giusti o meno, questo potrete scoprirlo leggendo la serie.
Il mio voto è 9 seppur ammetto che sia un anime/manga che potrebbe tranquillamente essere votato 10, ora spiegherò del perché di questa mia decisione: Death Note presenta “due finali”, così potrei chiamarli, di cui uno posizionato a metà della serie e purtroppo, nella seconda parte, ho ritenuto che vi fosse stato un calo per quanto riguarda il carisma ed il fascino dei personaggi.
Nulla da ridire sul disegno poiché in primis ampliamente azzeccato, e in secondo luogo perché semplicemente pulito
seppur realistico, riesce a mantenere le caratteristiche più note dei manga.
In conclusione consiglio la lettura solamente agli amanti del genere, premettendo il fatto che il sangue in questa serie non smette mai di scorrere in modo crudele, sadico, e spesso ingiusto. Ovviamente ho usato il “sangue” come metafora per inviare un concetto preciso ai lettori, così che seppur questo manga sia privo di battaglie, voi possiate percepire comunque il contenuto di quest’ultimo.
Questo per adesso è l'unico manga a cui mi sento di assegnare un bel 10. La storia è fantastica, la sola idea del quaderno della morte secondo me è geniale. I personaggi sono caratterizzati magnificamente: da una parte il folle assassino possessore del quaderno, dall'altra il famoso L, il detective più conosciuto del mondo grazie alla moltitudine di casi che sembravano impossibili che invece ha risolto. Uno scontro epico.
Durante tutto lo svolgimento della storia vediamo come Light diventi sempre più esaltato dall'idea di essere nella giustizia, di considerarsi un dio,il prescelto.
A mio parere L è il personaggio meglio riuscito in tutta la storia dei manga, ha un comportamento tutto suo: il modo di sedersi, il mangiare dolci a tutte le ore del giorno, le intuizioni geniali, il non dormire mai... Tutto questo fa di lui un personaggio a cui non ci si può non affezionare.
La storia è fantastica, è il classico manga da cui non puoi staccarti anche volendolo. un duello fra due personaggi eccezionali. La vicenda non vi stancherà un attimo, non perderà mai la grande suspance che è presente fin dal primo volume. Alcuni ragionamenti sono fenomenali, l'intelligenza dei due protagonisti è disarmante; mi è capitato più volte di dover rileggere alcuni punti perché diventava difficile seguire il ragionamento (che comunque a mio avviso non diventa mai troppo contorto o dispersivo).
I disegni sono ben fatti, alcune pagine sono da inginocchiarsi,in particolare alcune espressioni parecchio cupe di Ryuk sono spettacolari.
Io di solito preferisco altri generi, poche parole e tanta azione, infatti sono un grande appassionato di One Piece Bleach Naruto ecc. ma Death Note nonostante sia il contrario li ha superati tutti.
A differenza di altri manga questo fa molto pensare sul fatto che uccidere i criminali sia giusto o sbagliato, alcuni dicono che Light non abbia tutti i torti, altri lo definiscono solo un pazzo assassino che si è montato la testa.
<b>SPOILER</b>
La storia fino alla morte di L è fantastica, darei un voto superiore al 10 se potessi, ma forse dopo, dal volume 7/8 in poi, dalla comparsa di Near e Mello, il manga perde un po' di pathos. Forse preferivo l'idea di continuare il duello uno contro uno, ma non per questo il manga perde punti, non posso dare meno di dieci a questa stupenda opera.
Durante tutto lo svolgimento della storia vediamo come Light diventi sempre più esaltato dall'idea di essere nella giustizia, di considerarsi un dio,il prescelto.
A mio parere L è il personaggio meglio riuscito in tutta la storia dei manga, ha un comportamento tutto suo: il modo di sedersi, il mangiare dolci a tutte le ore del giorno, le intuizioni geniali, il non dormire mai... Tutto questo fa di lui un personaggio a cui non ci si può non affezionare.
La storia è fantastica, è il classico manga da cui non puoi staccarti anche volendolo. un duello fra due personaggi eccezionali. La vicenda non vi stancherà un attimo, non perderà mai la grande suspance che è presente fin dal primo volume. Alcuni ragionamenti sono fenomenali, l'intelligenza dei due protagonisti è disarmante; mi è capitato più volte di dover rileggere alcuni punti perché diventava difficile seguire il ragionamento (che comunque a mio avviso non diventa mai troppo contorto o dispersivo).
I disegni sono ben fatti, alcune pagine sono da inginocchiarsi,in particolare alcune espressioni parecchio cupe di Ryuk sono spettacolari.
Io di solito preferisco altri generi, poche parole e tanta azione, infatti sono un grande appassionato di One Piece Bleach Naruto ecc. ma Death Note nonostante sia il contrario li ha superati tutti.
A differenza di altri manga questo fa molto pensare sul fatto che uccidere i criminali sia giusto o sbagliato, alcuni dicono che Light non abbia tutti i torti, altri lo definiscono solo un pazzo assassino che si è montato la testa.
<b>SPOILER</b>
La storia fino alla morte di L è fantastica, darei un voto superiore al 10 se potessi, ma forse dopo, dal volume 7/8 in poi, dalla comparsa di Near e Mello, il manga perde un po' di pathos. Forse preferivo l'idea di continuare il duello uno contro uno, ma non per questo il manga perde punti, non posso dare meno di dieci a questa stupenda opera.
La trama vedo che si può già leggere aprendo la pagina e comunque chi non conosce Death Note? Chi ancora è rimasto a vedersi gli anime di Mediaset immagino.
Quando al manga, personalmente lo ritengo un filino superiore all'anime.
Premetto che a mio parere i disegni non sono questo granché, però io sono sempre più interessato alle trame e ai contenuti, quindi che mi importa?
Trovo strano che una trama tanto complessa e matura sia pubblicata dalla stessa rivista che ha pubblicato anime sempre per adolescenti come Death Note, ma comunque decisamente meno complessi ed impegnativi (es. Dragon Ball e Once Piece).
Quel che mi colpisce di più di questo bellissimo manga è il protagonista, malvagio, folle, ma intelligente ed incredibilmente geniale, un cattivo davvero coi fiocchi, per non parlare del coprotagonista L, che è esattamente come Light, il bello è proprio questo: entrambi vogliono una sola cosa, la giustizia, e ti viene una domanda spontanea, da che parte stare? Io 'sto dalla parte di L, ma sia chiaro che sia lui che Light mi piacciono, sono entrambi geniali.
Un'altra cosa che mi ha colpito è quanto in questa storia sia messo in evidenzia il detto "l'apparenza inganna". Light viene sempre presentato come il classico figlio di papà, bello, intelligente, onesto, sempre elegante nel modo di vestirsi, chi mai penserebbe che possa essere un criminale? L è tutt'altro, è bruttino, bizzarro, non ha cura di se stesso. Eppure alla fine il "tipo perfetto" è un criminale spietato.
Comunque il manga ha qualche difetto, non lo dico tanto per me quanto per chi non ama troppo le storie intricate e piene di dialoghi e ragionamenti: essi, infatti, spesso sono allungati fino all'esasperazione, tanto che chiunque (io compreso) prima o poi finisce un po' per stancarsi.
Quanto alla seconda parte, molto criticata dai fan e non fan, devo dire che non mi dispiace, è vero che si è un po' perso il fascino che c'era all'inizio (quindi è un poco inferiore) ma mi è piaciuto vedere Light trionfare, anche se solo per un breve periodo, perché, come ho già detto, per quanto sia dalla parte di L, anche Light mi piace moltissimo!
Una cosa che mi irrita è il comportamento assurdo di una parte del fandom: tutte quelle immagini, fanfiction, video yaoi che si possono trovare un po' ovunque su Internet, niente contro le storie yaoi o gli omosessuali ma almeno facessero delle cose sensate, parlare di amori yaoi in questo manga è assolutamente fuori luogo. Inoltre ci sono un mucchio di stupidaggini sentimentali come ad esempio che Light sarebbe una brava persona e che in realtà è il Death Note a corromperlo, vien da chiedersi se quelli che dicono queste cose abbiano mai letto il manga originale o visto l'anime.
Quasi dimenticavo, non capisco come mai abbia fatto tanto successo un personaggio insignificante come Matt, che appare sì e no in tre o quattro vignette e in due o tre scene dell'anime.
Qui concludo con un consiglio: Death Note è un manga/anime stupendo, ma è assolutamente sconsigliato dar retta a certi fan che riempono internet di porcherie che nulla hanno a che vedere con l'opera originale.
Quando al manga, personalmente lo ritengo un filino superiore all'anime.
Premetto che a mio parere i disegni non sono questo granché, però io sono sempre più interessato alle trame e ai contenuti, quindi che mi importa?
Trovo strano che una trama tanto complessa e matura sia pubblicata dalla stessa rivista che ha pubblicato anime sempre per adolescenti come Death Note, ma comunque decisamente meno complessi ed impegnativi (es. Dragon Ball e Once Piece).
Quel che mi colpisce di più di questo bellissimo manga è il protagonista, malvagio, folle, ma intelligente ed incredibilmente geniale, un cattivo davvero coi fiocchi, per non parlare del coprotagonista L, che è esattamente come Light, il bello è proprio questo: entrambi vogliono una sola cosa, la giustizia, e ti viene una domanda spontanea, da che parte stare? Io 'sto dalla parte di L, ma sia chiaro che sia lui che Light mi piacciono, sono entrambi geniali.
Un'altra cosa che mi ha colpito è quanto in questa storia sia messo in evidenzia il detto "l'apparenza inganna". Light viene sempre presentato come il classico figlio di papà, bello, intelligente, onesto, sempre elegante nel modo di vestirsi, chi mai penserebbe che possa essere un criminale? L è tutt'altro, è bruttino, bizzarro, non ha cura di se stesso. Eppure alla fine il "tipo perfetto" è un criminale spietato.
Comunque il manga ha qualche difetto, non lo dico tanto per me quanto per chi non ama troppo le storie intricate e piene di dialoghi e ragionamenti: essi, infatti, spesso sono allungati fino all'esasperazione, tanto che chiunque (io compreso) prima o poi finisce un po' per stancarsi.
Quanto alla seconda parte, molto criticata dai fan e non fan, devo dire che non mi dispiace, è vero che si è un po' perso il fascino che c'era all'inizio (quindi è un poco inferiore) ma mi è piaciuto vedere Light trionfare, anche se solo per un breve periodo, perché, come ho già detto, per quanto sia dalla parte di L, anche Light mi piace moltissimo!
Una cosa che mi irrita è il comportamento assurdo di una parte del fandom: tutte quelle immagini, fanfiction, video yaoi che si possono trovare un po' ovunque su Internet, niente contro le storie yaoi o gli omosessuali ma almeno facessero delle cose sensate, parlare di amori yaoi in questo manga è assolutamente fuori luogo. Inoltre ci sono un mucchio di stupidaggini sentimentali come ad esempio che Light sarebbe una brava persona e che in realtà è il Death Note a corromperlo, vien da chiedersi se quelli che dicono queste cose abbiano mai letto il manga originale o visto l'anime.
Quasi dimenticavo, non capisco come mai abbia fatto tanto successo un personaggio insignificante come Matt, che appare sì e no in tre o quattro vignette e in due o tre scene dell'anime.
Qui concludo con un consiglio: Death Note è un manga/anime stupendo, ma è assolutamente sconsigliato dar retta a certi fan che riempono internet di porcherie che nulla hanno a che vedere con l'opera originale.
Scrivo una recensione breve ma, spero, efficace.
Partiamo con il dire che l'autore ha avuto un autentico colpo di genio con lo spunto di base, è riuscito ad incollarmi alla lettura almeno fino alla fine del settimo volume, quando accade l’ultimo colpo di scena degna di nota.
I dialoghi dopo questo volume mi sono apparsi ripetitivi e mi è sembrato di rivedere un film già visto; tuttavia (parola, questa, che si ripeterà in maniera consistente nel manga), mi sento di dire che l’acquisto e/o la lettura di questa collana rimanga un obbligo morale per tutti.
Consigliato sia ad un pubblico giovanile che ad uno adulto; i dialoghi sono scritti bene, i personaggi sono ben distinti e i colpi di scena si succedono in quantità industriale, quindi un bel 9. Con un finale diverso magari arrivava ad un bel 10 e lode.
Partiamo con il dire che l'autore ha avuto un autentico colpo di genio con lo spunto di base, è riuscito ad incollarmi alla lettura almeno fino alla fine del settimo volume, quando accade l’ultimo colpo di scena degna di nota.
I dialoghi dopo questo volume mi sono apparsi ripetitivi e mi è sembrato di rivedere un film già visto; tuttavia (parola, questa, che si ripeterà in maniera consistente nel manga), mi sento di dire che l’acquisto e/o la lettura di questa collana rimanga un obbligo morale per tutti.
Consigliato sia ad un pubblico giovanile che ad uno adulto; i dialoghi sono scritti bene, i personaggi sono ben distinti e i colpi di scena si succedono in quantità industriale, quindi un bel 9. Con un finale diverso magari arrivava ad un bel 10 e lode.
Death Note è uno shounen (ma preferisco catalogarlo come seinen per la complessità dei ragionamenti dei personaggi) scritto da Tsugumi Ohba e disegnato Takeshi Obata. È stato pubblicato in Italia dalla Planet Manga, conta 12 volumi tutti esauriti. Sono comunque disponibili varie ristampe.
Nel mondo oscuro degli Shinigami (Dei della morte) regna la noia, così un dio della morte, Ryouk, lascia cadere uno strumento di sterminio di massa: un semplice quadernetto che provoca la morte della persona il cui nome è scritto sulle sue pagine.
Light Yagami, uno studente, quasi uno qualunque, raccoglie questo quaderno e dove averne capito e provato il funzionamento, decide di affrontare un grande progetto: estirpare il marcio che è a galla tra il genere umano.
Così da qui possiamo dividere la storia in due parti principali: la prima, dove troviamo lo scontro "intellettuale" tra Light e L, un detective rinomato in tutto il mondo. Light vorrebbe uccidere L per avere campo libero mentre contemporaneamente L, volendo arrestare Kira (nome d'invenzione che Light crea per l'assassino) e sospettando di Light, vorrebbe trovare prove per incolparlo e arrestarlo. Da qui nascono scontri di intelligenze sopraffine, direi tra le migliori che sia mai state scritte. Il profilo dei personaggi è eseguito in modo davvero strabiliante.
Subito dopo si passa alla seconda parte dove Light, questa volta, dovrà affrontare una coppia di piccoli geni: Near, entrato a far parte per questo scopo in un'organizzazione Americana, e Mello che, per arrivare a Kira, entra a far parte della malavita. Detto ciò mi fermo sulla storia per non darvi troppe informazioni.
9,5 alla storia davvero ben strutturata, innovativa e davvero scritta in modo eccellente. 10 alla prima parte, perfetta a mio modo di vedere, 9 alla seconda parte un po' meno interessante della prima.
9 ai disegni, sono ottimi ma alcuni personaggi sono davvero troppo simili. Monotono.
10 alle copertine, davvero eccellenti e straordinarie.
9 al volumetto della Planet, davvero ben fatto.
Voto globale: 9+
Manga davvero eccellente, consigliato davvero a qualsiasi genere di persona. Sconsigliato a chi sfoglia i manga guardando solo le figure, perché qui i dialoghi sono tutti fondamentali.
Nel mondo oscuro degli Shinigami (Dei della morte) regna la noia, così un dio della morte, Ryouk, lascia cadere uno strumento di sterminio di massa: un semplice quadernetto che provoca la morte della persona il cui nome è scritto sulle sue pagine.
Light Yagami, uno studente, quasi uno qualunque, raccoglie questo quaderno e dove averne capito e provato il funzionamento, decide di affrontare un grande progetto: estirpare il marcio che è a galla tra il genere umano.
Così da qui possiamo dividere la storia in due parti principali: la prima, dove troviamo lo scontro "intellettuale" tra Light e L, un detective rinomato in tutto il mondo. Light vorrebbe uccidere L per avere campo libero mentre contemporaneamente L, volendo arrestare Kira (nome d'invenzione che Light crea per l'assassino) e sospettando di Light, vorrebbe trovare prove per incolparlo e arrestarlo. Da qui nascono scontri di intelligenze sopraffine, direi tra le migliori che sia mai state scritte. Il profilo dei personaggi è eseguito in modo davvero strabiliante.
Subito dopo si passa alla seconda parte dove Light, questa volta, dovrà affrontare una coppia di piccoli geni: Near, entrato a far parte per questo scopo in un'organizzazione Americana, e Mello che, per arrivare a Kira, entra a far parte della malavita. Detto ciò mi fermo sulla storia per non darvi troppe informazioni.
9,5 alla storia davvero ben strutturata, innovativa e davvero scritta in modo eccellente. 10 alla prima parte, perfetta a mio modo di vedere, 9 alla seconda parte un po' meno interessante della prima.
9 ai disegni, sono ottimi ma alcuni personaggi sono davvero troppo simili. Monotono.
10 alle copertine, davvero eccellenti e straordinarie.
9 al volumetto della Planet, davvero ben fatto.
Voto globale: 9+
Manga davvero eccellente, consigliato davvero a qualsiasi genere di persona. Sconsigliato a chi sfoglia i manga guardando solo le figure, perché qui i dialoghi sono tutti fondamentali.
Death Note nasce dalla penna di Tsugumi Ohba e viene disegnato magistralmente da Takeshi Obata. Appare originariamente sul settimanale Weekly Shōnen Jump dal dicembre 2003 fino al maggio del 2006, poi, viene definitivamente raccolto in 12 tankōbon più una guida alla lettura intitolata How To Read. Il manga approda in Italia grazie alla case editrice Planet Manga, che lo pubblica bimestralmente al prezzo di 3 euro e 90. Il successo è tale che, in seguito, verrà prodotta anche una versione Gold dell'intera storia con cadenza mensile ad un prezzo di 4 euro e 50. Inoltre, notizia degli ultimi mesi, a breve uscirà "Another Note: Il serial killer di Los Angeles", un romanzo, scritto da Nisio Isin, interamente ispirato alla storia del manga. Infine è stato elaborato un anime di 37 puntate.
Tokio. La routine quotidiana avvolge Yagami Light, studente modello, a detta sua il migliore del Giappone, protagonista indiscusso della storia. La sua vita, e quella di milioni di persone, cambia senza preavviso quando il giovane ragazzo trova un oggetto misterioso. È un quaderno e la scritta Death Note, incisa nella parte frontale, richiama subito l'occhio. Grazie a semplici ed essenziali regole, scritte minuziosamente in inglese, il ragazzo capisce l'enorme importanza dell'oggetto che stringe tra le mani. Qualsiasi persona il cui nome è scritto sulle bianche pagine che compongono il quaderno associato all'immagine del suo volto è condannato, inesorabilmente, alla morte. Infarto cardiaco, se non viene specificata la circostanza del decesso entro 40 secondi, altro precisandola. Negli occhi di Light brilla la luce del suo sogno che, finalmente, può mettere in atto. Liberare il mondo dalla corruzione, dalla criminalità, dall'immorale spadroneggiare dei più forti, dai soprusi, dalle angherie e dagli abusi. Inizia una maratona senza fine. I più noti e pericolosi criminali vengono uccisi e in Light inizia a manifestarsi la convinzione che il quaderno sia un dono di Dio o meglio, che lui stesso è sulla corretta via per diventarlo. La bilancia non pende più con estrema facilità dalla sua parte, quando compare sulla scena Elle, misterioso e famigerato detective accompagnato dalla leggenda secondo la quale sia stato l'unico ad aver risolto tutti i casi sottoposti alla sua attenzione.
<b>[Attenzione, spoiler!]</b>
L'esordio è impressionante. Riesce, infatti, a restringere i campi della ricerca al solo, si fa per dire, Giappone. Inizia così una guerra psicologica tra Elle e Kira (letteralmente Killer), nome scelto da Light come maschera delle sue meschine azioni. Light non è solo. Al suo fianco, pur essendo neutrale, c'è il reale proprietario del quaderno: Ryuk, uno shinigami (Dio della morte) con il debole per le rosse e succulente mele. La battaglia, articolata e complessa, si conclude con la vittoria di Light che riesce a mettere fuori gioco Elle. Sembra la fine. Oltre alla scomparsa di Elle, infatti, Light ha conquistato il cuore di Misa Amane, una gothic lolita che possiede gli Occhi dello Shinigami, ottenuti dimezzando la sua vita, che le permettono di conoscere il nome di una persona semplicemente guardandola in volto. Per di più possiede un secondo Death Note. Ma, proprio nel momento di crisi, sbucano due successori di Elle: Near e Mello. Sarà proprio Near, dopo la morte di Mello, a mettere sotto scacco Light, che ha perso da tempo i suoi buoni propositi, arrivando persino ad uccidere suo padre, capo della squadra di polizia anti-Kira, per aver salva la vita. Kira viene definitivamente sconfitto e con lui volano via anche le ultime speranze di poter costruire una società modello. Infatti persino il più diligente studente, educato al rispetto della giustizia, è stato corrotto dal potere, a testimonianza che il bene puro non può e non potrà mai esistere.
<b>[Fine spoiler.]</b>
I disegni sono sublimi e caratterizzati da una maniacale attenzione per i particolari. Impossibile non soffermarsi sugli invitanti cibi, dolci su tutti, che Elle gusta di continuo o sui dettagliati giocatoli, robot, costruzioni e le alte piramidi di dadi, che aiutano Near a raggiungere la concentrazione.
Ma il maestro Obata, arriva al massimo della perfezione visiva nel ultimo dei 12 manga che compongono la serie, quando Near mostra a Light i vari nomi scritti su un una copia del Death Note. Sono tutti reali, come conferma Obata, e il mangaka, aiutato dai sui assistenti, ha impiegato ore per concludere la tavola inserendoli in uno spazio ristretto.
Tokio. La routine quotidiana avvolge Yagami Light, studente modello, a detta sua il migliore del Giappone, protagonista indiscusso della storia. La sua vita, e quella di milioni di persone, cambia senza preavviso quando il giovane ragazzo trova un oggetto misterioso. È un quaderno e la scritta Death Note, incisa nella parte frontale, richiama subito l'occhio. Grazie a semplici ed essenziali regole, scritte minuziosamente in inglese, il ragazzo capisce l'enorme importanza dell'oggetto che stringe tra le mani. Qualsiasi persona il cui nome è scritto sulle bianche pagine che compongono il quaderno associato all'immagine del suo volto è condannato, inesorabilmente, alla morte. Infarto cardiaco, se non viene specificata la circostanza del decesso entro 40 secondi, altro precisandola. Negli occhi di Light brilla la luce del suo sogno che, finalmente, può mettere in atto. Liberare il mondo dalla corruzione, dalla criminalità, dall'immorale spadroneggiare dei più forti, dai soprusi, dalle angherie e dagli abusi. Inizia una maratona senza fine. I più noti e pericolosi criminali vengono uccisi e in Light inizia a manifestarsi la convinzione che il quaderno sia un dono di Dio o meglio, che lui stesso è sulla corretta via per diventarlo. La bilancia non pende più con estrema facilità dalla sua parte, quando compare sulla scena Elle, misterioso e famigerato detective accompagnato dalla leggenda secondo la quale sia stato l'unico ad aver risolto tutti i casi sottoposti alla sua attenzione.
<b>[Attenzione, spoiler!]</b>
L'esordio è impressionante. Riesce, infatti, a restringere i campi della ricerca al solo, si fa per dire, Giappone. Inizia così una guerra psicologica tra Elle e Kira (letteralmente Killer), nome scelto da Light come maschera delle sue meschine azioni. Light non è solo. Al suo fianco, pur essendo neutrale, c'è il reale proprietario del quaderno: Ryuk, uno shinigami (Dio della morte) con il debole per le rosse e succulente mele. La battaglia, articolata e complessa, si conclude con la vittoria di Light che riesce a mettere fuori gioco Elle. Sembra la fine. Oltre alla scomparsa di Elle, infatti, Light ha conquistato il cuore di Misa Amane, una gothic lolita che possiede gli Occhi dello Shinigami, ottenuti dimezzando la sua vita, che le permettono di conoscere il nome di una persona semplicemente guardandola in volto. Per di più possiede un secondo Death Note. Ma, proprio nel momento di crisi, sbucano due successori di Elle: Near e Mello. Sarà proprio Near, dopo la morte di Mello, a mettere sotto scacco Light, che ha perso da tempo i suoi buoni propositi, arrivando persino ad uccidere suo padre, capo della squadra di polizia anti-Kira, per aver salva la vita. Kira viene definitivamente sconfitto e con lui volano via anche le ultime speranze di poter costruire una società modello. Infatti persino il più diligente studente, educato al rispetto della giustizia, è stato corrotto dal potere, a testimonianza che il bene puro non può e non potrà mai esistere.
<b>[Fine spoiler.]</b>
I disegni sono sublimi e caratterizzati da una maniacale attenzione per i particolari. Impossibile non soffermarsi sugli invitanti cibi, dolci su tutti, che Elle gusta di continuo o sui dettagliati giocatoli, robot, costruzioni e le alte piramidi di dadi, che aiutano Near a raggiungere la concentrazione.
Ma il maestro Obata, arriva al massimo della perfezione visiva nel ultimo dei 12 manga che compongono la serie, quando Near mostra a Light i vari nomi scritti su un una copia del Death Note. Sono tutti reali, come conferma Obata, e il mangaka, aiutato dai sui assistenti, ha impiegato ore per concludere la tavola inserendoli in uno spazio ristretto.
Oramai le recensioni per questo manga stanno diventando quasi inutili visto che tutti conoscono per forza di cose o l'anime o il manga di Death Note, volenti o nolenti. Però voglio comunque dare il mio parere a quest'opera, che è una delle più famose nel mondo.
Il manga parla di Light Yagami, che trova un quaderno grazie al quale si può uccidere semplicemente scrivendoci il nome di una persona di cui si conosce il volto.
La trama è assolutamente innovativa, un autentico colpo di genio. Il continuo lottare fra i due protagonisti (Light e L) a colpi di astuzia per vedere se L riesce a incolpare definitivamente Light di essere Kira, pseudonimo dietro al quale si nasconde Light, sono un'autentica gioia per noi lettori. Inoltre il tutto è arricchito da un disegno che definire sublime è un eufemismo. Sia lo sceneggiatore che il disegnatore hanno messo l'anima in quest'opera.
Ora però ovviamente bisogna dire che non è tutto oro ciò che luccica.
<b>ATTENZIONE SPOILER!</b>
Verso metà della saga Light riesce con degli espedienti ad uccidere L e a diventarlo il suo successore, rendendo perciò impossibile la sua identificazione. A questo punto entrano in gioco altri due personaggi, Mello e Near, i veri successori di L.
<b>FINE SPOILER</b>
Da metà opera, con l'ingresso di altri due personaggi, il manga perde, a mio parere, tutto il fascino che invece ne impregnava l'inizio. Inoltre c'è da aggiungere che nelle fasi in cui i piani di Light o di L per smascherarsi raggiungevano un livello di complessità tale che le pagine erano praticamente solo scritte; e siccome nei manga lo spazio per i dialoghi non è molto ci si affatica non poco a leggere capitoli su capitoli di scritte minuscole e molto complesse da capire. infatti sotto questo punto di vista ho preferito di gran lunga l'anime.
In sintesi:
TRAMA: 8, rarissime volte in un manga si trova una trama di questa complessità. Molto bella e intricata anche se da metà in poi perde un po' di tono.
PERSONAGGI: 9, tutti molto ben caratterizzati con un profilo psicologico molto complesso; dal primo all'ultimo personaggio.
DISEGNI: 10, assolutamente perfetti sotto ogni punto di vista, dai personaggi, agli sfondi, ai volti.
EDIZIONE: 4, normalissima edizione Planet Manga, ma sono molto insoddisfatto poiché in 5 volumi le pagine venivano letteralmente via e ho dovuto ricomprarli; ma questo non fa parte del voto finale.
SINTESI: 7 1/2 arrotondato all'8. Questo è un manga che ogni amante dei gialli deve assolutamente leggere. Il manga ha molti colpi di scena ed è davvero complesso (forse ogni tanto anche troppo). Purtroppo da metà in poi secondo me perde molta della "magia" che aveva all'inizio, comunque rimane un'opera che tutti devono leggere, o almeno guardare.
Il manga parla di Light Yagami, che trova un quaderno grazie al quale si può uccidere semplicemente scrivendoci il nome di una persona di cui si conosce il volto.
La trama è assolutamente innovativa, un autentico colpo di genio. Il continuo lottare fra i due protagonisti (Light e L) a colpi di astuzia per vedere se L riesce a incolpare definitivamente Light di essere Kira, pseudonimo dietro al quale si nasconde Light, sono un'autentica gioia per noi lettori. Inoltre il tutto è arricchito da un disegno che definire sublime è un eufemismo. Sia lo sceneggiatore che il disegnatore hanno messo l'anima in quest'opera.
Ora però ovviamente bisogna dire che non è tutto oro ciò che luccica.
<b>ATTENZIONE SPOILER!</b>
Verso metà della saga Light riesce con degli espedienti ad uccidere L e a diventarlo il suo successore, rendendo perciò impossibile la sua identificazione. A questo punto entrano in gioco altri due personaggi, Mello e Near, i veri successori di L.
<b>FINE SPOILER</b>
Da metà opera, con l'ingresso di altri due personaggi, il manga perde, a mio parere, tutto il fascino che invece ne impregnava l'inizio. Inoltre c'è da aggiungere che nelle fasi in cui i piani di Light o di L per smascherarsi raggiungevano un livello di complessità tale che le pagine erano praticamente solo scritte; e siccome nei manga lo spazio per i dialoghi non è molto ci si affatica non poco a leggere capitoli su capitoli di scritte minuscole e molto complesse da capire. infatti sotto questo punto di vista ho preferito di gran lunga l'anime.
In sintesi:
TRAMA: 8, rarissime volte in un manga si trova una trama di questa complessità. Molto bella e intricata anche se da metà in poi perde un po' di tono.
PERSONAGGI: 9, tutti molto ben caratterizzati con un profilo psicologico molto complesso; dal primo all'ultimo personaggio.
DISEGNI: 10, assolutamente perfetti sotto ogni punto di vista, dai personaggi, agli sfondi, ai volti.
EDIZIONE: 4, normalissima edizione Planet Manga, ma sono molto insoddisfatto poiché in 5 volumi le pagine venivano letteralmente via e ho dovuto ricomprarli; ma questo non fa parte del voto finale.
SINTESI: 7 1/2 arrotondato all'8. Questo è un manga che ogni amante dei gialli deve assolutamente leggere. Il manga ha molti colpi di scena ed è davvero complesso (forse ogni tanto anche troppo). Purtroppo da metà in poi secondo me perde molta della "magia" che aveva all'inizio, comunque rimane un'opera che tutti devono leggere, o almeno guardare.
Un bel manga caratterizzato da un duello psicologico emozionante tra il protagonista, Light, ed il suo avversario L. I primi sette volumi si susseguono a ritmo incalzante e potrebbero già considerarsi una storia a sé, dove Light ed L si sfidano apertamente e, cercando di capire ed anticipare le mosse altrui, cercano di sconfiggersi l'un l'altro. La presenza di numerosi personaggi secondari è utile esclusivamente alle manovre dei due ragazzi: nonostante questo sono ben delineati ed inseriti abilmente nell'intreccio.
Nella seconda parte della storia (7-12) si assiste ad una sostanziale ripetizione della sfida tra Light e gli eredi di L e francamente la storia, nonostante diversivi interessanti, pare ripetersi e scorrere in modo più farraginoso. In pratica si ha la sensazione di leggere nuovamente la solita storia solo con qualche personaggio diverso.
Tra i punti di forza del manga segnalerei:
- Light ed L. Due personaggi superbi, ben caratterizzati e soprattutto avvincenti e mai scontati nel loro "duello".
- I personaggi secondari. Hanno il ruolo di comprimari ma influiscono, volontariamente o meno, sull'evolversi dei fatti. Sono ben caratterizzati e nessuno appari di troppo (nemmeno Misa, come molti dicono).
- I disegni. Semplicemente bellissimi.
- Il ritmo narrativo (soprattutto nei volumi 1-7).
- Ryuk e le mele. Ironico.
- Il finale. Da molti criticato come "scontato" o "banale" è invece l'unico finale possibile. Un finale diverso, magari più ad effetto avrebbe rischiato di rendere banale tutta la storia e contraddire quanto fatto intendere dall'autore (autrice) nel corso della storia. <b>[Attenzione, spoiler!]</b> Che il destino di Light sarebbe stato tragico si intuisce già nel primo albo, quando Ryuk lo avverte delle conseguenze dell'uso del quaderno. Finale dunque giusto per quanto prevedibile sia. Un finale diverso come ad esempio la "vittoria" di Light non avrebbe chiuso la storia: sarebbe uscito un altro successore di L e altra sfida. Giusto chiudere cosi.
<b>[Fine spoiler.]</b>
I punti di debolezza:
- La seconda parte (7-12). Appare troppo ripetitiva e meno avvincente della prima.
- Baloon spesso troppo pieni. Lettura spesso troppo appesantita.
- Qualche contraddizione nei personaggi. Ad esempio Naomi Misora, presentata come brillante agente, ex collaboratrice di L che si lascia raggirare troppo facilmente da Light. Oppure L che non lascia neanche un un'dicazione ai suoi successori nonostante egli stesso si consideri a rischio di morte. Il tutto non influisce tuttavia sulla storia, che scorre bene e logicamente lo stesso.
Tutto sommato quindi un buon manga, di lettura godibile e consigliato soprattutto a chi preferisce duelli psicologici ai combattimenti. Non un capolavoro assoluto come sostenuto da alcuni ma neanche la solita commercialata come detto da altri.
Obiettivamente mi ha fatto piacere leggerlo, e visto che in fondo sono solo 12 albi direi che ne vale la pena.
Nella seconda parte della storia (7-12) si assiste ad una sostanziale ripetizione della sfida tra Light e gli eredi di L e francamente la storia, nonostante diversivi interessanti, pare ripetersi e scorrere in modo più farraginoso. In pratica si ha la sensazione di leggere nuovamente la solita storia solo con qualche personaggio diverso.
Tra i punti di forza del manga segnalerei:
- Light ed L. Due personaggi superbi, ben caratterizzati e soprattutto avvincenti e mai scontati nel loro "duello".
- I personaggi secondari. Hanno il ruolo di comprimari ma influiscono, volontariamente o meno, sull'evolversi dei fatti. Sono ben caratterizzati e nessuno appari di troppo (nemmeno Misa, come molti dicono).
- I disegni. Semplicemente bellissimi.
- Il ritmo narrativo (soprattutto nei volumi 1-7).
- Ryuk e le mele. Ironico.
- Il finale. Da molti criticato come "scontato" o "banale" è invece l'unico finale possibile. Un finale diverso, magari più ad effetto avrebbe rischiato di rendere banale tutta la storia e contraddire quanto fatto intendere dall'autore (autrice) nel corso della storia. <b>[Attenzione, spoiler!]</b> Che il destino di Light sarebbe stato tragico si intuisce già nel primo albo, quando Ryuk lo avverte delle conseguenze dell'uso del quaderno. Finale dunque giusto per quanto prevedibile sia. Un finale diverso come ad esempio la "vittoria" di Light non avrebbe chiuso la storia: sarebbe uscito un altro successore di L e altra sfida. Giusto chiudere cosi.
<b>[Fine spoiler.]</b>
I punti di debolezza:
- La seconda parte (7-12). Appare troppo ripetitiva e meno avvincente della prima.
- Baloon spesso troppo pieni. Lettura spesso troppo appesantita.
- Qualche contraddizione nei personaggi. Ad esempio Naomi Misora, presentata come brillante agente, ex collaboratrice di L che si lascia raggirare troppo facilmente da Light. Oppure L che non lascia neanche un un'dicazione ai suoi successori nonostante egli stesso si consideri a rischio di morte. Il tutto non influisce tuttavia sulla storia, che scorre bene e logicamente lo stesso.
Tutto sommato quindi un buon manga, di lettura godibile e consigliato soprattutto a chi preferisce duelli psicologici ai combattimenti. Non un capolavoro assoluto come sostenuto da alcuni ma neanche la solita commercialata come detto da altri.
Obiettivamente mi ha fatto piacere leggerlo, e visto che in fondo sono solo 12 albi direi che ne vale la pena.
All'inizio del suo lancio questo manga era uno dei migliori, ma con l'andare del tempo è diventato troppo palloso, anche per via delle numerose ristampe e della versione Gold (uno spreco di tempo secondo me). La prima parte della storia è stata affascinante anche perché c'era lo scontro tra due menti geniali come Light ed L (sicuramente quest'ultimo aveva capito tutto già verso il 4 o 5 volumetto).
La seconda parte invece ha deluso un po' perché Near si atteggiava a successore di L ma sinceramente non trovo che sia nemmeno lontanamente paragonabile ad L; Mello sinceramente mi pare solo una testa calda, uno molto avventato che voleva solo confrontarsi con Kira e non ha mai avuto intenzione di catturarlo.
Ho dato un voto complessivo di 7 perché la prima parte della storia è stata buona, la seconda invece un po' meno ma la vera meraviglia sono, i disegni molto ben fatti.
La seconda parte invece ha deluso un po' perché Near si atteggiava a successore di L ma sinceramente non trovo che sia nemmeno lontanamente paragonabile ad L; Mello sinceramente mi pare solo una testa calda, uno molto avventato che voleva solo confrontarsi con Kira e non ha mai avuto intenzione di catturarlo.
Ho dato un voto complessivo di 7 perché la prima parte della storia è stata buona, la seconda invece un po' meno ma la vera meraviglia sono, i disegni molto ben fatti.
<b>[Attenzione, questa recensione contiene spoiler!]</b>
Che cos'è Death Note? Già che cos'è? Un manga partito molto bene e che dopo i primi 2 volumi poteva già concludersi, L dopotutto a quel punto aveva già scoperto Light, ma gli autori hanno scelto di proseguire. Ammetto che non è stata una scelta sbagliata, perché fino al volume 7 la storia è rimasta ad alti livelli, uno dei migliori shonen da me letti. Si poteva concludere lì, ed invece si è scelto di farne una commercialata. Nella seconda parte i personaggi di Near e Mello sono l'ombra di L, non hanno il carisma e né lo spessore del loro predecessore; anche Light sembra scaduto. La cosa più ridicola è però la frase di Near "L ha fallito", perché se non era per lui Near sarebbe crepato in 2 capitoli. insomma, scade completamente. Manga famoso solo per un bimbetto complessato e per L (grande personaggio).
Che cos'è Death Note? Già che cos'è? Un manga partito molto bene e che dopo i primi 2 volumi poteva già concludersi, L dopotutto a quel punto aveva già scoperto Light, ma gli autori hanno scelto di proseguire. Ammetto che non è stata una scelta sbagliata, perché fino al volume 7 la storia è rimasta ad alti livelli, uno dei migliori shonen da me letti. Si poteva concludere lì, ed invece si è scelto di farne una commercialata. Nella seconda parte i personaggi di Near e Mello sono l'ombra di L, non hanno il carisma e né lo spessore del loro predecessore; anche Light sembra scaduto. La cosa più ridicola è però la frase di Near "L ha fallito", perché se non era per lui Near sarebbe crepato in 2 capitoli. insomma, scade completamente. Manga famoso solo per un bimbetto complessato e per L (grande personaggio).
Uno dei manga più belli che abbia mai letto. Un connubio tra capolavoro artistico e trama ad effetto, interesse psicologico e dramma sociale. Un mix di azione, realtà e fantascienza, dove anche i sentimenti fanno la loro parte, nella continua e perpetua lotta tra il bene e il male.
La storia narra la vicenda di Ligth Yagami, un ragazzo adolescente di 17 anni, estremamente intelligente, quasi geniale; questo ragazzo vede cadere dal cielo, mentre si trova a scuola, un quaderno nero, piccolo e leggero. Andrà a raccoglierlo e da lì la sua vita cambierà per sempre. Si tratta del Death Note, il quaderno della morte: qualunque persona il cui nome verrà scritto sul quel quaderno dopo pochi secondi morirà. Nelle prime pagine del quaderno, ci sono anche parecchie istruzione riguardanti l'uso del quaderno della morte, come il fatto che chi ci scrive deve avere bene in mente il volto della persona che vuole eliminare, oppure si specifica che l'effetto vale anche su pagine staccate dal quaderno. Ligth, logicamente, inizialmente non crede a ciò che ha in mano; lo considera uno scherzo, una sciocchezza, come avremmo fatto tutti, ma la curiosità lo spinge a fare un tentativo, e, con sua estrema sorpresa, scoprirà che il quaderno funziona veramente! Mi sono spesso domandato cosa avrei fatto io al posto suo, ma la vera risposta ancora fatico a trovarla. Comunque, tornando alla storia, Ligth naturalmente è confuso, non sa cosa fare, e riflette a lungo su questo. A un certo punto, un bel giorno compare Riuk, uno Shinigami (dio della morte), il quale aveva fatto cadere di proposito il quaderno per divertirsi con la persona che l'avesse raccolto; Light ovviamente quando lo vede si spaventa parecchio, ma dopo aver trovato un oggetto del genere, cosa diventa impossibile? Con estrema sorpresa, Riuk scopre che Ligth ha usato il quaderno, ma non solo una volta: ha riempito pagine intere di nomi di criminali famosi e detenuti di tutto il mondo. Lo scopo di Ligth è quello di purificare il mondo dal male, di trasformare il mondo in una società perfetta dove ogni grave errore viene punito con la vita. La morte data dal quaderno avviene per un infarto cardiaco, e ovviamente dopo un po' di mesi in cui vari criminali di tutto il mondo muoiono per il medesimo motivo, ci cominciano ad essere i primi sospetti, ed ecco comparire il detective numero 1 al mondo: L (elle). Il nuovo scopo della sua esistenza sarà quello di trovare il responsabile delle morti di quelle persone, un temuto assassino senza volto e con una tecnica che nessuno immagina per mietere le sue vittime, a cui è stato dato un nome: Kira. Tutto il racconto ruoto intorno all'antagonismo tra Ligth ed Elle, tra le indagini che vengono depistate e i nuovi indizi, come se fosse una vera e propria partita a scacchi dove chi anticipa più mosse dell'avversario vince. A tutto questo si aggiungeranno nuovi personaggi, come la bellissima Misa Amane, nuovi quaderni della morte, nuove squadre anti-Kira, e molte persone che perderanno la vita.
Un disegno di tutto rispetto fa da cornice a questa trama ad effetto, con personaggi ben studiati e ben caratterizzati. Uno dei punti che rendono questo fumetto veramente apprezzabile, sta nel mimare la psiche di due persone veramente intelligenti, di cercare di carpirne a fondo il carattere e il genio, e di metterli a confronto senza finire nel banale o nel tedioso. Riflettere sulla figura di Ligth a volte fa rabbrividire, altre fa pensare a come sarebbe il mondo se qualcuno davvero avesse il potere di giudicarci.
Una delle storie più entusiasmanti che io abbia mai letto, un enigma psicologico che mi attanaglia ogni volta che ci penso. Un delitto o una missione, un genio o un assassino, dove sta il bene e dove il male? Sta al lettore giudicare, ma con molta più attenzione di quello che sembra. Tu da che parte stai?
La storia narra la vicenda di Ligth Yagami, un ragazzo adolescente di 17 anni, estremamente intelligente, quasi geniale; questo ragazzo vede cadere dal cielo, mentre si trova a scuola, un quaderno nero, piccolo e leggero. Andrà a raccoglierlo e da lì la sua vita cambierà per sempre. Si tratta del Death Note, il quaderno della morte: qualunque persona il cui nome verrà scritto sul quel quaderno dopo pochi secondi morirà. Nelle prime pagine del quaderno, ci sono anche parecchie istruzione riguardanti l'uso del quaderno della morte, come il fatto che chi ci scrive deve avere bene in mente il volto della persona che vuole eliminare, oppure si specifica che l'effetto vale anche su pagine staccate dal quaderno. Ligth, logicamente, inizialmente non crede a ciò che ha in mano; lo considera uno scherzo, una sciocchezza, come avremmo fatto tutti, ma la curiosità lo spinge a fare un tentativo, e, con sua estrema sorpresa, scoprirà che il quaderno funziona veramente! Mi sono spesso domandato cosa avrei fatto io al posto suo, ma la vera risposta ancora fatico a trovarla. Comunque, tornando alla storia, Ligth naturalmente è confuso, non sa cosa fare, e riflette a lungo su questo. A un certo punto, un bel giorno compare Riuk, uno Shinigami (dio della morte), il quale aveva fatto cadere di proposito il quaderno per divertirsi con la persona che l'avesse raccolto; Light ovviamente quando lo vede si spaventa parecchio, ma dopo aver trovato un oggetto del genere, cosa diventa impossibile? Con estrema sorpresa, Riuk scopre che Ligth ha usato il quaderno, ma non solo una volta: ha riempito pagine intere di nomi di criminali famosi e detenuti di tutto il mondo. Lo scopo di Ligth è quello di purificare il mondo dal male, di trasformare il mondo in una società perfetta dove ogni grave errore viene punito con la vita. La morte data dal quaderno avviene per un infarto cardiaco, e ovviamente dopo un po' di mesi in cui vari criminali di tutto il mondo muoiono per il medesimo motivo, ci cominciano ad essere i primi sospetti, ed ecco comparire il detective numero 1 al mondo: L (elle). Il nuovo scopo della sua esistenza sarà quello di trovare il responsabile delle morti di quelle persone, un temuto assassino senza volto e con una tecnica che nessuno immagina per mietere le sue vittime, a cui è stato dato un nome: Kira. Tutto il racconto ruoto intorno all'antagonismo tra Ligth ed Elle, tra le indagini che vengono depistate e i nuovi indizi, come se fosse una vera e propria partita a scacchi dove chi anticipa più mosse dell'avversario vince. A tutto questo si aggiungeranno nuovi personaggi, come la bellissima Misa Amane, nuovi quaderni della morte, nuove squadre anti-Kira, e molte persone che perderanno la vita.
Un disegno di tutto rispetto fa da cornice a questa trama ad effetto, con personaggi ben studiati e ben caratterizzati. Uno dei punti che rendono questo fumetto veramente apprezzabile, sta nel mimare la psiche di due persone veramente intelligenti, di cercare di carpirne a fondo il carattere e il genio, e di metterli a confronto senza finire nel banale o nel tedioso. Riflettere sulla figura di Ligth a volte fa rabbrividire, altre fa pensare a come sarebbe il mondo se qualcuno davvero avesse il potere di giudicarci.
Una delle storie più entusiasmanti che io abbia mai letto, un enigma psicologico che mi attanaglia ogni volta che ci penso. Un delitto o una missione, un genio o un assassino, dove sta il bene e dove il male? Sta al lettore giudicare, ma con molta più attenzione di quello che sembra. Tu da che parte stai?
Premetto che la trama è una delle più belle mai viste nella storia dei fumetti, infatti secondo me l'anime è superlativo. Passando al manga, si apre secondo me un capitolo molto dolente.
Parto dicendo che leggendo Death Note a suo tempo, quando era appena uscito, lo trovai veramente bello, fantastico, leggendario vista l'innovazione e il fatto che fosse il manga investigativo che mi mancava - e lo penso assolutamente anche oggi - , ma purtroppo erano leggendari anche i mal di testa provocati da questo manga. Le scritte nelle vignette sono così piccole che servirebbe davvero un microscopio per leggerle bene e per leggere un volume ci mettevo sì e no una settimana. Questo è l'unico manga che ho letto una volta e non mi sono mai più permesso di rileggerlo (a parte l'uno giusto per sopprimere la voglia di rileggerlo).
In questo manga è tutto perfetto se non come già detto i dialoghi, che sono fondamentali, mentre in quanto a disegni e personaggi sono tutti abbastanza elaborati e studiati. Al manga gli do 6 proprio perché è pesantissimo, ma alla versione anime un 9 non glielo toglie nessuno.
Parto dicendo che leggendo Death Note a suo tempo, quando era appena uscito, lo trovai veramente bello, fantastico, leggendario vista l'innovazione e il fatto che fosse il manga investigativo che mi mancava - e lo penso assolutamente anche oggi - , ma purtroppo erano leggendari anche i mal di testa provocati da questo manga. Le scritte nelle vignette sono così piccole che servirebbe davvero un microscopio per leggerle bene e per leggere un volume ci mettevo sì e no una settimana. Questo è l'unico manga che ho letto una volta e non mi sono mai più permesso di rileggerlo (a parte l'uno giusto per sopprimere la voglia di rileggerlo).
In questo manga è tutto perfetto se non come già detto i dialoghi, che sono fondamentali, mentre in quanto a disegni e personaggi sono tutti abbastanza elaborati e studiati. Al manga gli do 6 proprio perché è pesantissimo, ma alla versione anime un 9 non glielo toglie nessuno.
Death Note è un manga di cui si è parlato e sparlato all'infinito, una serie di cui si è esaminata ogni minima sfumatura. Il successo di pubblico della serie è stato eccezionale, tanto da stimolare un enorme commercio collaterale tra gadget, DVD, romanzi e "saggi" sull'opera; successo che, a mio parere, è dovuto alla splendida congiunzione tra una trama affascinante e un disegno quasi senza paragoni.
Come ben si sa, la trama è incentrata sullo scontro tra l'assassino seriale Kira, alter ego dello studente modello Light, e le varie organizzazioni che tentano di fermare questo killer apparentemente invincibile. Grazie ad un quaderno appartenuto al dio della morte Ryuk, Kira può uccidere conoscendo nome e volto della vittima designata: con questo strumento, l'intelligentissimo Light tenta di creare un nuovo mondo, a suo dire migliore di quello attuale; naturalmente, a lui si oppongono personalità altrettanto geniali, primo fra tutti il bizzarro ed enigmatico investigatore che si fa chiamare Elle. Ai personaggi principali si aggiungono poi una gran quantità di personaggi minori (una gothic lolita con un quaderno della morte, poliziotti tutti d'un pezzo, fanatici seguaci di Kira...), ognuno con la propria psicologia e con personali modalità di agire, che movimentano la partita a scacchi tra Kira e i suoi avversari.
La forza della trama consiste nella fredda sfida tra menti eccezionali che si fronteggiano a colpi di trucchi, strategie al limite dell'infallibilità e colpi bassi, intervallata però da improvvise entrate in scena dei comprimari, che, con il loro comportamento spesso imprevedibile (e con trovate maldestre) scombinano i piani matematici dei geni della situazione, costringendoli a rimescolare le carte in tavola e dando nuove svolte alla vicenda. Da un altro punto di vista, il continuo botta e risposta (e le lunghe spiegazioni della contortissima logica che sta alla base di questo) diventa uno dei punti deboli del manga, rallentando la vicenda e scoraggiando il lettore, che spesso è costretto a tralasciare alcuni punti diventati troppo oscuri o a sorbirsi pagine e pagine di ragionamenti contorti.
Questo fatto diventa quasi insopportabile nello scontro tra Kira e Near, uno tra gli investigatori che compaiono nella serie, che occupa la seconda parte della vicenda. A tratti, i personaggi sembrano leggersi nel pensiero, tanta è la loro capacità di previsione: non sbagliano mai, e quando qualcosa non va secondo i loro piani, semplicemente sono gli altri ad aver combinato qualche guaio. Fortunatamente, è proprio nella seconda parte che, grazie ad un deciso cambiamento nella rosa di personaggi, si introduce nella trama una maggiore dinamicità, variando gli sfondi su cui si muovono i personaggi (nella prima parte, il raggio d'azione era piuttosto limitato, e ciò rendeva la trama a tratti statica), cosa che a mio parere dà al manga una marcia in più.
In ogni caso, Death Note è una lettura indubbiamente divertente e stuzzicante, che coinvolge il lettore grazie a personaggi caratterizzati splendidamente (soprattutto per quel che riguarda i personaggi minori) e a continui colpi di scena: impossibile non lasciarsi sorprendere per gli stravolgimenti improvvisi, inevitabile chiedersi come reagiranno "buoni e cattivi", improbabile che non si venga coinvolti dalla vicenda. Da notare l'ottima stesura e l'uso intelligente delle regole del quaderno della morte.
Ad una trama decisamente ben fatta (nonostante le lentezze) si affiancano disegni meravigliosi, precisissimi, impeccabili in qualunque situazione, sempre perfetti che si tratti di descrivere l'emozione di un personaggio, una scena in movimento o un'ambientazione. Probabilmente, buona parte della fortuna della serie è da attribuirsi proprio ai disegni di Obata, almeno tra le dame che non portranno non lasciarsi sedurre dagli affascinanti protagonisti. Altrettanto belle le copertine, disegnate con uno stile particolare e rinconoscibilissimo, con un tocco di gotico. In particolare, però, ho letteralmente adorato le vignette in cui comparivano gli strani pasti di Elle, i bellissimi giocattoli di Near, e gli originalissimi dei della morte.
Un appunto in particolare merita il volume 13 della serie, il cosiddetto "How to read", una guida alla lettura ben fatta, piena di contenuti divertenti ed interessanti (tra cui varie interviste agli autori e una particolareggiata descrizione "minuto per minuto" della vicenda del manga), piacevolissima per gli amanti della serie, peccato per la pessima rilegatura (il manga è edito da Panini), che mi si è letteralmente sfaldata in mano perdendo diverse decine di pagine, cosa che ho potuto constatare non essere accaduta solo a me e che mi ha decisamente seccato visto il costo di € 6,90, prezzo per cui si può ottenere decisamente qualcosa di meglio.
La serie si merita un 8, grazie ai bellissimi disegni e alla trama eccellente. Consigliato ad aspiranti investigatori, scacchisti dotati di logica ferrea, fangirl amanti del gotico e... perché no, a tutti quelli che in fondo in fondo si sentono dei piccoli dei della morte.
Come ben si sa, la trama è incentrata sullo scontro tra l'assassino seriale Kira, alter ego dello studente modello Light, e le varie organizzazioni che tentano di fermare questo killer apparentemente invincibile. Grazie ad un quaderno appartenuto al dio della morte Ryuk, Kira può uccidere conoscendo nome e volto della vittima designata: con questo strumento, l'intelligentissimo Light tenta di creare un nuovo mondo, a suo dire migliore di quello attuale; naturalmente, a lui si oppongono personalità altrettanto geniali, primo fra tutti il bizzarro ed enigmatico investigatore che si fa chiamare Elle. Ai personaggi principali si aggiungono poi una gran quantità di personaggi minori (una gothic lolita con un quaderno della morte, poliziotti tutti d'un pezzo, fanatici seguaci di Kira...), ognuno con la propria psicologia e con personali modalità di agire, che movimentano la partita a scacchi tra Kira e i suoi avversari.
La forza della trama consiste nella fredda sfida tra menti eccezionali che si fronteggiano a colpi di trucchi, strategie al limite dell'infallibilità e colpi bassi, intervallata però da improvvise entrate in scena dei comprimari, che, con il loro comportamento spesso imprevedibile (e con trovate maldestre) scombinano i piani matematici dei geni della situazione, costringendoli a rimescolare le carte in tavola e dando nuove svolte alla vicenda. Da un altro punto di vista, il continuo botta e risposta (e le lunghe spiegazioni della contortissima logica che sta alla base di questo) diventa uno dei punti deboli del manga, rallentando la vicenda e scoraggiando il lettore, che spesso è costretto a tralasciare alcuni punti diventati troppo oscuri o a sorbirsi pagine e pagine di ragionamenti contorti.
Questo fatto diventa quasi insopportabile nello scontro tra Kira e Near, uno tra gli investigatori che compaiono nella serie, che occupa la seconda parte della vicenda. A tratti, i personaggi sembrano leggersi nel pensiero, tanta è la loro capacità di previsione: non sbagliano mai, e quando qualcosa non va secondo i loro piani, semplicemente sono gli altri ad aver combinato qualche guaio. Fortunatamente, è proprio nella seconda parte che, grazie ad un deciso cambiamento nella rosa di personaggi, si introduce nella trama una maggiore dinamicità, variando gli sfondi su cui si muovono i personaggi (nella prima parte, il raggio d'azione era piuttosto limitato, e ciò rendeva la trama a tratti statica), cosa che a mio parere dà al manga una marcia in più.
In ogni caso, Death Note è una lettura indubbiamente divertente e stuzzicante, che coinvolge il lettore grazie a personaggi caratterizzati splendidamente (soprattutto per quel che riguarda i personaggi minori) e a continui colpi di scena: impossibile non lasciarsi sorprendere per gli stravolgimenti improvvisi, inevitabile chiedersi come reagiranno "buoni e cattivi", improbabile che non si venga coinvolti dalla vicenda. Da notare l'ottima stesura e l'uso intelligente delle regole del quaderno della morte.
Ad una trama decisamente ben fatta (nonostante le lentezze) si affiancano disegni meravigliosi, precisissimi, impeccabili in qualunque situazione, sempre perfetti che si tratti di descrivere l'emozione di un personaggio, una scena in movimento o un'ambientazione. Probabilmente, buona parte della fortuna della serie è da attribuirsi proprio ai disegni di Obata, almeno tra le dame che non portranno non lasciarsi sedurre dagli affascinanti protagonisti. Altrettanto belle le copertine, disegnate con uno stile particolare e rinconoscibilissimo, con un tocco di gotico. In particolare, però, ho letteralmente adorato le vignette in cui comparivano gli strani pasti di Elle, i bellissimi giocattoli di Near, e gli originalissimi dei della morte.
Un appunto in particolare merita il volume 13 della serie, il cosiddetto "How to read", una guida alla lettura ben fatta, piena di contenuti divertenti ed interessanti (tra cui varie interviste agli autori e una particolareggiata descrizione "minuto per minuto" della vicenda del manga), piacevolissima per gli amanti della serie, peccato per la pessima rilegatura (il manga è edito da Panini), che mi si è letteralmente sfaldata in mano perdendo diverse decine di pagine, cosa che ho potuto constatare non essere accaduta solo a me e che mi ha decisamente seccato visto il costo di € 6,90, prezzo per cui si può ottenere decisamente qualcosa di meglio.
La serie si merita un 8, grazie ai bellissimi disegni e alla trama eccellente. Consigliato ad aspiranti investigatori, scacchisti dotati di logica ferrea, fangirl amanti del gotico e... perché no, a tutti quelli che in fondo in fondo si sentono dei piccoli dei della morte.
Uno studente di incredibile intelligenza, Light Yagami/Kira, mentre torna a casa da scuola come tutti i giorni, trova per terra un quaderno, dentro di esso si trovano tutte le istruzioni per iniziare ad usarlo; con esso si può togliere la vita a chiunque (se ne devono però conoscere almeno il volto e il vero nome) e in qualunque modo, inoltre si possono manovrare le azioni della vittima negli ultimi istanti di vita. Il quaderno appartiene a un dio della morte, uno "shinigami" di nome Ryuk, che lo ha gettato nel mondo degli umani per divertirsi nell'osservare l'uso che ne avrebbero fatto. Light inizia ad usarlo per eliminare dalla faccia della terra i criminali.
Durante lo sviluppo della storia apparirà un altro Death Note appartenente a Misa Amane. La storia è un intricato duello psicologico e intellettivo fra Light e un detective, chiamato "Elle".
Lo spettacolare intreccio tra le due grandi menti di Kira e Elle rende il manga eccelso con ottimi momenti di suspance che fanno in modo di tenere il lettore attaccato al manga, la lettura scorrerà piacevole ed inesorabile. Il manga peggiora leggermente nei numeri finali con l'introduzione di due nuovi personaggi, Mello e Near, successori di Elle nella caccia a Kira. I due personaggi non hanno il carisma di Elle e questo purtroppo rende il duello psicologico meno intrigante. Un eccelso finale, per nulla scontato e con un profondo significato rendono a mio parere Death Note il manga più bello che abbia mai avuto la fortuna di leggere. Come sempre ottimi disegni da parte di Takeshi Obata, e un eccelsa storia da parte di Tsugumi Ohba.
Io ho comprato l'edizione Gold perché ho scoperto questo manga un po' in ritardo, comunque l'edizione gold si può considerare accettabile e il prezzo (4,50 euro) ci può stare; boccio invece l'edizione Gold con sovracoperta (5,90) un euro e 40 in più per una copertina mi sembra davvero assurdo! In definitiva, Death Note lo consiglio a chiunque piaccia il genere giallo.
Durante lo sviluppo della storia apparirà un altro Death Note appartenente a Misa Amane. La storia è un intricato duello psicologico e intellettivo fra Light e un detective, chiamato "Elle".
Lo spettacolare intreccio tra le due grandi menti di Kira e Elle rende il manga eccelso con ottimi momenti di suspance che fanno in modo di tenere il lettore attaccato al manga, la lettura scorrerà piacevole ed inesorabile. Il manga peggiora leggermente nei numeri finali con l'introduzione di due nuovi personaggi, Mello e Near, successori di Elle nella caccia a Kira. I due personaggi non hanno il carisma di Elle e questo purtroppo rende il duello psicologico meno intrigante. Un eccelso finale, per nulla scontato e con un profondo significato rendono a mio parere Death Note il manga più bello che abbia mai avuto la fortuna di leggere. Come sempre ottimi disegni da parte di Takeshi Obata, e un eccelsa storia da parte di Tsugumi Ohba.
Io ho comprato l'edizione Gold perché ho scoperto questo manga un po' in ritardo, comunque l'edizione gold si può considerare accettabile e il prezzo (4,50 euro) ci può stare; boccio invece l'edizione Gold con sovracoperta (5,90) un euro e 40 in più per una copertina mi sembra davvero assurdo! In definitiva, Death Note lo consiglio a chiunque piaccia il genere giallo.
Parlare della popolarità di Death Note è ormai un po come dire che l'acqua è trasparente e inodore, ovvero una fatto ovvio e pubblicamente accettato. Semmai, bisognerebbe vedere se l'opera di Ohba e Obata merita il suo successo.
Anzitutto è innegabile che lo spunto narrativo da cui parte la vicenda sia decisamente intrigante e fa immaginare chissà quali sviluppi. Purtroppo arrivati alla seconda metà dell'opera ci si accorge dell'enorme spada di Damocle che grava su Death Note: la superficialità dell'autore nel caratterizzare i personaggi e le loro azioni, troppo impegnato a stupire con sotterfugi sempre più cervellotici. Ne risulta che i personaggi non godono dell'approfondimento che meriterebbero, ma compiono le loro azioni senza assolutamente interrogarsi sulle proprie azioni. Sono personaggi che seguono modi di pensiero statici e manichei, che finiscono così per diventare prevedibili e poco interessanti.
Altra pecca molto grave è quella di non mostrare assolutamente le conseguenze a lungo termine sulla società e sulle persone delle azioni del protagonista se non in maniera oltremodo frettolosa e decisamente insoddisfacente.
Insomma, per me Death Note è stato una cocente delusione ma se dovessi dire che i primi volumi non sono notevoli direi una grossa bugia. Purtroppo nonostante la più che buona prima parte l'opera nel complesso soffre di tante pecche che finiscono per penalizzarla. Chiaro, in giro c'è molto di peggio, ma da qui a idolatrare Death Note...
Anzitutto è innegabile che lo spunto narrativo da cui parte la vicenda sia decisamente intrigante e fa immaginare chissà quali sviluppi. Purtroppo arrivati alla seconda metà dell'opera ci si accorge dell'enorme spada di Damocle che grava su Death Note: la superficialità dell'autore nel caratterizzare i personaggi e le loro azioni, troppo impegnato a stupire con sotterfugi sempre più cervellotici. Ne risulta che i personaggi non godono dell'approfondimento che meriterebbero, ma compiono le loro azioni senza assolutamente interrogarsi sulle proprie azioni. Sono personaggi che seguono modi di pensiero statici e manichei, che finiscono così per diventare prevedibili e poco interessanti.
Altra pecca molto grave è quella di non mostrare assolutamente le conseguenze a lungo termine sulla società e sulle persone delle azioni del protagonista se non in maniera oltremodo frettolosa e decisamente insoddisfacente.
Insomma, per me Death Note è stato una cocente delusione ma se dovessi dire che i primi volumi non sono notevoli direi una grossa bugia. Purtroppo nonostante la più che buona prima parte l'opera nel complesso soffre di tante pecche che finiscono per penalizzarla. Chiaro, in giro c'è molto di peggio, ma da qui a idolatrare Death Note...
Manga a cui sono fortemente legato, ma che, confesso, mi ha lasciato con un pizzico di amaro in bocca. Storia ricca di intrighi e di colpi di scena, ma che a mio modesto parere dopo il settimo volume comincia una parabola discendente che la porta a divenire banale e ripetitiva, sicuramente a causa dell'enorme successo che ha costretto la Ohba ad allungare il brodo.
Il punto forte di questo manga è il soggetto, davvero innovativo. Il destino ha voluto che un ragazzo di 17 anni, Light Yagami, con un Q.I. sopra i 200 punti, trovasse per la sua strada il mezzo per cambiare il mondo: un quaderno che contiene in sé la possibilità di decidere della vita o della morte di qualunque essere umano. Tale grande potere porta con sé, tuttavia, una grande maledizione. Chi entra in possesso del quaderno è destinato a condurre un'esistenza infelice che lo porterà ad una morte terribile senza possibilità alcuna di accedere né al paradiso né all'inferno. Nonostante questo il giovane comincia a purificare il mondo dalle persone da lui giudicate indegne di farvi parte, uccidendo allo stesso modo ogni sorta di criminale. È qui che entra in scena L, il più grande detective mai conosciuto, che tenterà di fermarlo con ogni mezzo possibile.
La storia va avanti spedita, senza inutili flashback mai presenti nella trama, gli intrighi non risultano pesanti conferendo alla trama verosimiglianza. La psicologia dei personaggi si evolve con la storia non restando, come sottolineato da altri, statica. Yagami da ragazzo di sani principi deciso a diventare un agente per combattere il crimine si evolve sempre di più nella sua nemesi, i criminali da lui tanto odiati, facendo crescere a dismisura il suo delirio di onnipotenza che lo porterà sull'orlo della pazzia. Al contrario L da personaggio quasi mitologico come ci viene presentato inizialmente, appare sempre più umano avvicinandosi di molto al lettore. Grande merito dell'autrice è stato quello di riuscire a far identificare i lettori con uno dei due personaggi aumentando in tal modo la suspense percepita.
I personaggi di secondo piano sono quasi tutti ben approfonditi, commovente la figura dell'ispettore Yagami costretto dal fato a dar la caccia al proprio figlio. Unica eccezione è rappresentata dalla quasi inutile Misa, la quale null'altro è se non il banale tentativo di introdurre una presenza femminile all'interno della storia.
Ad ogni modo oserei definire fino al settimo volume questo manga un capolavoro. Qui però comincia il lento declino dell'opera, su cui non mi dilungherò, che si conclude con un finale quanto mai scontato. Disegni perfetti dall'inizio alla fine, quasi fotografici.
Il punto forte di questo manga è il soggetto, davvero innovativo. Il destino ha voluto che un ragazzo di 17 anni, Light Yagami, con un Q.I. sopra i 200 punti, trovasse per la sua strada il mezzo per cambiare il mondo: un quaderno che contiene in sé la possibilità di decidere della vita o della morte di qualunque essere umano. Tale grande potere porta con sé, tuttavia, una grande maledizione. Chi entra in possesso del quaderno è destinato a condurre un'esistenza infelice che lo porterà ad una morte terribile senza possibilità alcuna di accedere né al paradiso né all'inferno. Nonostante questo il giovane comincia a purificare il mondo dalle persone da lui giudicate indegne di farvi parte, uccidendo allo stesso modo ogni sorta di criminale. È qui che entra in scena L, il più grande detective mai conosciuto, che tenterà di fermarlo con ogni mezzo possibile.
La storia va avanti spedita, senza inutili flashback mai presenti nella trama, gli intrighi non risultano pesanti conferendo alla trama verosimiglianza. La psicologia dei personaggi si evolve con la storia non restando, come sottolineato da altri, statica. Yagami da ragazzo di sani principi deciso a diventare un agente per combattere il crimine si evolve sempre di più nella sua nemesi, i criminali da lui tanto odiati, facendo crescere a dismisura il suo delirio di onnipotenza che lo porterà sull'orlo della pazzia. Al contrario L da personaggio quasi mitologico come ci viene presentato inizialmente, appare sempre più umano avvicinandosi di molto al lettore. Grande merito dell'autrice è stato quello di riuscire a far identificare i lettori con uno dei due personaggi aumentando in tal modo la suspense percepita.
I personaggi di secondo piano sono quasi tutti ben approfonditi, commovente la figura dell'ispettore Yagami costretto dal fato a dar la caccia al proprio figlio. Unica eccezione è rappresentata dalla quasi inutile Misa, la quale null'altro è se non il banale tentativo di introdurre una presenza femminile all'interno della storia.
Ad ogni modo oserei definire fino al settimo volume questo manga un capolavoro. Qui però comincia il lento declino dell'opera, su cui non mi dilungherò, che si conclude con un finale quanto mai scontato. Disegni perfetti dall'inizio alla fine, quasi fotografici.
"Death Note" è un manga ideato da Tsugumi Ohba e disegnato da Takeshi Obata. È stato reso disponibile in Italia dalla Planet Manga e conta in totale 12 volumi.
Non credo ci sia qualcuno che non conosca questo manga, o che almeno non ne abbia sentito parlare. Infatti penso che ormai "Death Note" sia una delle opere più famose e conosciute di sempre, apprezzata molto non solo da chi è particolarmente appassionato del mondo dei manga.
"Death Note" è indubbiamente un ottimo prodotto, ma secondo me non è un vero e proprio capolavoro come molti sostengono, difatti a volte credo che sia decisamente sopravvalutato. Va bene, la storia è senza dubbio originale, ma non penso di essere l'unico a sostenere che sia stata tirata un po' troppo per le lunghe, soprattutto nei volumetti conclusivi, dato che, almeno secondo il mio parere, la serie poteva concludersi anche due o tre volumetti prima. Per il resto comunque la storia è abbastanza gradevole, soprattutto nella parte iniziale, veramente interessante e coinvolgente
I personaggi sono caratterizzati ottimamente, soprattutto le figure degli "Shinigami" ovvero gli originali possessori del Death Note; altri personaggi, invece, soprattutto quelli che si riscontrano dopo la morte di Elle, sono alquanto insopportabili, e sto parlando nello specifico di Near e Mello [FINE SPOILER]. Ora mi soffermerò a parlare del protagonista della storia, ovvero Light Yagami. Light è un ragazzo decisamente insoddisfatto del mondo che lo circonda, e ancor prima di entrare in possesso del death note, pensava a quanto inutile sia la vita di alcune persone, senza negare che avrebbe preferito che scomparissero della faccia della terra. Per pura coincidenza gli capita tra le mani il death note, e ovviamente appena ne ha capito il funzionamento non esita a sterminare quelle persone che lui ritiene indegne di esistere (criminali, assassini ecc...); giusto o sbagliato? Dipende dai punti di vista, c'è chi lo considerava un assassino e chi un vero e proprio Dio. Infine a Light l'unica cosa che interesserà è quella di diventare il Dio di un nuovo mondo, creato proprio da lui.
Ovviamente quando c'è la figura cattiva, ci deve essere sempre quella buona, schierata in questo caso dalla parte della polizia, intenzionata a catturare Light. Sto parlando di Elle, un detective, alquanto particolare, della stessa età di Light. Questi due personaggi sono le due figure opposte che si possono riscontrare nella lettura di questa opera, ma non si sa chi dei due sia effettivamente dalla parte della giustizia.
Passando al lato tecnico invece, credo che il disegno di Takeshi Obata sia perfetto, pulito e curato in ogni minimo dettaglio, è inutile dire che rende la lettura davvero piacevole, senza farla apparire mai confusionaria o di difficile comprensione.
Sono soddisfatto anche del rapporto qualità/prezzo.
Per concludere, consiglio "Death Note" a coloro (anche se pochi) che non lo hanno ancora letto. Voto finale: 8.
Non credo ci sia qualcuno che non conosca questo manga, o che almeno non ne abbia sentito parlare. Infatti penso che ormai "Death Note" sia una delle opere più famose e conosciute di sempre, apprezzata molto non solo da chi è particolarmente appassionato del mondo dei manga.
"Death Note" è indubbiamente un ottimo prodotto, ma secondo me non è un vero e proprio capolavoro come molti sostengono, difatti a volte credo che sia decisamente sopravvalutato. Va bene, la storia è senza dubbio originale, ma non penso di essere l'unico a sostenere che sia stata tirata un po' troppo per le lunghe, soprattutto nei volumetti conclusivi, dato che, almeno secondo il mio parere, la serie poteva concludersi anche due o tre volumetti prima. Per il resto comunque la storia è abbastanza gradevole, soprattutto nella parte iniziale, veramente interessante e coinvolgente
I personaggi sono caratterizzati ottimamente, soprattutto le figure degli "Shinigami" ovvero gli originali possessori del Death Note; altri personaggi, invece, soprattutto quelli che si riscontrano
Attenzione :: Spoiler! (clicca per visualizzarlo)
Ovviamente quando c'è la figura cattiva, ci deve essere sempre quella buona, schierata in questo caso dalla parte della polizia, intenzionata a catturare Light. Sto parlando di Elle, un detective, alquanto particolare, della stessa età di Light. Questi due personaggi sono le due figure opposte che si possono riscontrare nella lettura di questa opera, ma non si sa chi dei due sia effettivamente dalla parte della giustizia.
Passando al lato tecnico invece, credo che il disegno di Takeshi Obata sia perfetto, pulito e curato in ogni minimo dettaglio, è inutile dire che rende la lettura davvero piacevole, senza farla apparire mai confusionaria o di difficile comprensione.
Sono soddisfatto anche del rapporto qualità/prezzo.
Per concludere, consiglio "Death Note" a coloro (anche se pochi) che non lo hanno ancora letto. Voto finale: 8.
Questo manga è uscito in un periodo in cui non riuscivo a seguire le nuove uscite quindi l'ho scoperto più avanti grazie a commenti di amici o di frequentatori di forum che ne parlavano in maniera entusiastica. Però devo ammettere di essere rimasta molto delusa. Inizialmente l'ho trovato intrigante, la trama è molto particolare e sembrava proporre tematiche nuove ed impegnative, ma poi al terzo volume ho iniziato ad annoiarmi. Ho continuato a leggere per inerzia pensando che magari la storia avrebbe avuto un nuovo risvolto interessante, ma non è stato così: il tutto si è risolto in un delirio di onnipotenza del solito adolescente perfetto in tutto. Ho deciso di terminare la lettura solamente perché ero curiosa di vedere come l'autore se la sarebbe cavata, ma ho trovato il finale veramente scontato e patetico. Proprio non ho capito il motivo di tutto il successo che questo manga ha riscosso!
Che dire, manga a dir poco eccezionale! La storia si intreccia con continui colpi di scena, in modo da lasciare il lettore col fiato sospeso! Chi comincerà a leggere Death Note verrà colpito da un istinto omicida contro chiunque gli anticipi gli avvenimenti! Light ed L poi sono due personaggi fantastici, ogni volta che uno sembra in vantaggio sull'altro, con un colpo di scena la situazione si ribalta. La storia sarebbe stata ancora più perfetta senza l'entrata in scena di N e Mello, che in realtà altri non sono che gli alter ego di L, comunque questo manga merita il massimo dei voti, e lo consiglio a tutti.
Per me questo manga (così come l'anime) è un capolavoro! L'ho riletto più volte ed è trascinante, come se lo leggessi sempre per la prima volta!
La trama è originalissima, i personaggi di Light e L sono eccezionali e adoro Ryuk! È stato detto tanto e scritto tanto, ma al di là di critiche e elogi resta il fatto che quest'opera ha avuto un successo planetario così travolgente che non ha risparmiato nessuno!
È un gioiello da tenere nella propria collezione privata, perché ne sentiremo parlare ancora per molto molto tempo. Da leggere assolutamente!
La trama è originalissima, i personaggi di Light e L sono eccezionali e adoro Ryuk! È stato detto tanto e scritto tanto, ma al di là di critiche e elogi resta il fatto che quest'opera ha avuto un successo planetario così travolgente che non ha risparmiato nessuno!
È un gioiello da tenere nella propria collezione privata, perché ne sentiremo parlare ancora per molto molto tempo. Da leggere assolutamente!
Era molto tempo che non si vedeva un manga così originale in mezzo a tante scopiazzature che saturano il mercato.
Semplicemente geniale, curato in maniera maniacale anche nei più piccoli dettagli. Niente è lasciato al caso e fatico a mettermi nei panni di Tsugumi Ohba, che riesce sempre a far chiudere il cerchio perfettamente senza la minima contraddizione.
Sicuramente, come già stato fatto notare, la caratterizzazione a metà tra l'emo e il dark di alcuni personaggi chiave riesce perfettamente ad "arruffianarsi" maggiormente il lettore, ma va comunque dato merito della costruzione di personaggi tanto semplici quanto interessanti e funzionali. Bellissimo il dualismo tra Elle e Kira, che sconvolge la più classica concezione di buono e cattivo: è possibile utilizzare a fin di bene un potere che ti permette di uccidere le persone? E se sì, chiunque in nome della legge e della giustizia provi ad ostacolarlo come può essere considerato?
Anche se complessa e piena di colpi di scena ho trovato la trama molto seguibile, complice forse il fatto di aver letto tutta la serie consecutivamente senza aspettare l'uscita in fumetteria.
Ultimo punto, i disegni: ottimi, il tratto molto pulito della Obata è gran parte del successo del manga.
Consigliato a chiunque preferisca una storia ricca di intrecci e cambi di scena a discapito di scene d'azione e combattimenti.
Semplicemente geniale, curato in maniera maniacale anche nei più piccoli dettagli. Niente è lasciato al caso e fatico a mettermi nei panni di Tsugumi Ohba, che riesce sempre a far chiudere il cerchio perfettamente senza la minima contraddizione.
Sicuramente, come già stato fatto notare, la caratterizzazione a metà tra l'emo e il dark di alcuni personaggi chiave riesce perfettamente ad "arruffianarsi" maggiormente il lettore, ma va comunque dato merito della costruzione di personaggi tanto semplici quanto interessanti e funzionali. Bellissimo il dualismo tra Elle e Kira, che sconvolge la più classica concezione di buono e cattivo: è possibile utilizzare a fin di bene un potere che ti permette di uccidere le persone? E se sì, chiunque in nome della legge e della giustizia provi ad ostacolarlo come può essere considerato?
Anche se complessa e piena di colpi di scena ho trovato la trama molto seguibile, complice forse il fatto di aver letto tutta la serie consecutivamente senza aspettare l'uscita in fumetteria.
Ultimo punto, i disegni: ottimi, il tratto molto pulito della Obata è gran parte del successo del manga.
Consigliato a chiunque preferisca una storia ricca di intrecci e cambi di scena a discapito di scene d'azione e combattimenti.
È uno shounen interessante, quasi un seinen. Si apprezza a vari livelli, a seconda dell'età del lettore. Sfogliando un volume a caso, si intuisce subito un forte (anzi fortissimo) intento commerciale vista l'atmosfera emo-dark che ristagna in tutta la serie.
Il plot è ben costruito fin nei minimi dettagli, ma verso la fine (ultimi 4 volumi più o meno) si fa un po' tedioso, al punto da far sperare una fine prematura della serie.
Complessivamente è un prodotto di ottima qualità, quindi voto 9 vista la trama e la grafica di ottima fattura.
Il plot è ben costruito fin nei minimi dettagli, ma verso la fine (ultimi 4 volumi più o meno) si fa un po' tedioso, al punto da far sperare una fine prematura della serie.
Complessivamente è un prodotto di ottima qualità, quindi voto 9 vista la trama e la grafica di ottima fattura.
Ho solo letto 2 volumi, ma ho visto l'anime, quindi so già quello che succede. Un inchino alla genialità degli autori prima di tutto: hanno saputo fare una trama molto originale ricca di atmosfere dark e suspance. Infatti non a caso Death Note ha introdotto un nuovo tipo di protagonista: l'antieroe. Light infatti non è un protagonista come gli altri, agisce secondo la sua giustizia e non prova rimorso nell'uccidere gli altri per i suoi fini. A lui si contrappone L, detective genio agli stessi livelli di Light, con cui dà vita a duelli mentali avvincenti, e si capisce subito che chi perde verrà ucciso. Sfortunatamente nella prima parte della storia nessun altro personaggio è agli stessi livelli di loro due, e questo è il primo difetto. Il secondo invece sta nell'ultima parte della storia, che secondo me non era necessaria, infatti il manga poteva concludersi <b>[Attenzione, spoiler!]</b> con la morte di L e la vittoria di Light/Kira. <b>[Fine spoiler.]</b>
Death Note potrebbe non piacere a tutti,ma è comunque emozionante
Death Note potrebbe non piacere a tutti,ma è comunque emozionante
Death Note. Che rivelazione.
Ogni tanto vien fuori qualcosa di davvero rivoluzionario: DN lo è.
Dal punto di vista tecnico è ineccepibile: disegni straordinari e caratterizzazione grafica incredibile.
Ma la caratteristica che pregna DN è la caratterizzazione psicologica. Non ho mai visto dei personaggi così evoluti dal punto di vista psicologico. Non ho mai visto così tanto testo in un manga!
Se i disegni sono ottimi, è ancora più ottima la storia.
Gli intrecci, le vicende, i passaggi, si incrociano così tante volte che si perde il punto. Ho dovuto, ad esempio, scrivere su un foglio chi e quale Death Note (ce ne sono vari nella storia) aveva nel corso della storia, perché i passaggi dei Quaderni sono così tanti che si perde il punto, non si capisce più chi ha in mano la situazione e chi invece ne sia succube.
Light ed L, due dei personaggi più interessanti mai incontrati. Due personaggi antagonisti, ma similissimi.
Do a questo manga 9 perché dopo l'avvenimento della metà del manga, che segna sostanzialmente la fine del manga (a mio parere) tutto il resto è molto tirato. Certo, la storia continua ad essere complessa, con intrecci et similia, ma è come se si volesse navigare sulla già aperta scia della prima metà.
Il finale è molto apprezzabile, <b>[Attenzione, spoiler!]</b> anche se non ho approvato la scelta degli autori di far diventare un eroe Matsuda, che per 12 volumi non ha fatto praticamente niente. Avrebbero potuto continuare a dargli poca importanza anche nel finale.
<b>[Fine spoiler.]</b>
Consigliatissimo se amate le storie intrecciate, dove bisogna ragionare. Non consigliato se siete semplici amanti di shonen in cui si fa solo a botte.
Ogni tanto vien fuori qualcosa di davvero rivoluzionario: DN lo è.
Dal punto di vista tecnico è ineccepibile: disegni straordinari e caratterizzazione grafica incredibile.
Ma la caratteristica che pregna DN è la caratterizzazione psicologica. Non ho mai visto dei personaggi così evoluti dal punto di vista psicologico. Non ho mai visto così tanto testo in un manga!
Se i disegni sono ottimi, è ancora più ottima la storia.
Gli intrecci, le vicende, i passaggi, si incrociano così tante volte che si perde il punto. Ho dovuto, ad esempio, scrivere su un foglio chi e quale Death Note (ce ne sono vari nella storia) aveva nel corso della storia, perché i passaggi dei Quaderni sono così tanti che si perde il punto, non si capisce più chi ha in mano la situazione e chi invece ne sia succube.
Light ed L, due dei personaggi più interessanti mai incontrati. Due personaggi antagonisti, ma similissimi.
Do a questo manga 9 perché dopo l'avvenimento della metà del manga, che segna sostanzialmente la fine del manga (a mio parere) tutto il resto è molto tirato. Certo, la storia continua ad essere complessa, con intrecci et similia, ma è come se si volesse navigare sulla già aperta scia della prima metà.
Il finale è molto apprezzabile, <b>[Attenzione, spoiler!]</b> anche se non ho approvato la scelta degli autori di far diventare un eroe Matsuda, che per 12 volumi non ha fatto praticamente niente. Avrebbero potuto continuare a dargli poca importanza anche nel finale.
<b>[Fine spoiler.]</b>
Consigliatissimo se amate le storie intrecciate, dove bisogna ragionare. Non consigliato se siete semplici amanti di shonen in cui si fa solo a botte.
Questo manga, ormai divenuto un vero e proprio culto e successo in tutto il mondo, è un thriller dalla trama davvero ottima e più che avvincente, studiata davvero in ogni minimo particolare dal suo creatore, Tsugumi Ohba.
La storia di questa serie narra di Light, un giovane ragazzo liceale, molto intelligente e tra i migliori nella sua classe e anche in tutta la sua scuola. Un giorno, mentre seguiva la lezioni, nota per terra, nel cortile, un quaderno, e alla fine della giornata decide di raccoglierlo. Sul davanti legge la scritta "Death Note", quaderno/diario della morte. Una volta a casa esamina meglio il quaderno, ma pensando che sia solo uno scherzo lo ripone, quando ad un tratto vede un mostro che lo terrorizza letteralmente. Dopo averlo calmato, la strana creatura gli dice di essere uno shinigami, cioè un dio della morte, e gli spiega che quello da lui trovato è un deat hnote, un quaderno utile ad uccidere gli esseri umani, basta solo scrivere il nome di chi si vuole eliminare e la causa di morte. Light stenta a credere a tutte queste cose, finché non prova ad utilizzare il potere del quaderno su un criminale, che proprio come specificato da Light, muore. Light decide quindi di utilizzare il potere del quaderno per fare giustizia e uccidere tutti i criminali del mondo, fino a che si mette sulla sua strada Elle, il migliore, ma anche più strano investigatore al mondo.
Come già detto, ho trovato la storia davvero bella ed entusiasmante, dall'inizio alla fine, a differenza di molti a cui non è piaciuta la parte finale; certo si poteva fare meglio, ma questo vale anche per tutte le altre cose. Ottimi anche i disegni di Takeshi Obata, che riescono a far percepire le emozioni, i pensieri ed anche le intenzioni dei vari personaggi. Ben curata anche l'edizione italiana.
Infine consiglio a tutti questo manga, ormai diventato un must per ogni fan del genere e non solo.
La storia di questa serie narra di Light, un giovane ragazzo liceale, molto intelligente e tra i migliori nella sua classe e anche in tutta la sua scuola. Un giorno, mentre seguiva la lezioni, nota per terra, nel cortile, un quaderno, e alla fine della giornata decide di raccoglierlo. Sul davanti legge la scritta "Death Note", quaderno/diario della morte. Una volta a casa esamina meglio il quaderno, ma pensando che sia solo uno scherzo lo ripone, quando ad un tratto vede un mostro che lo terrorizza letteralmente. Dopo averlo calmato, la strana creatura gli dice di essere uno shinigami, cioè un dio della morte, e gli spiega che quello da lui trovato è un deat hnote, un quaderno utile ad uccidere gli esseri umani, basta solo scrivere il nome di chi si vuole eliminare e la causa di morte. Light stenta a credere a tutte queste cose, finché non prova ad utilizzare il potere del quaderno su un criminale, che proprio come specificato da Light, muore. Light decide quindi di utilizzare il potere del quaderno per fare giustizia e uccidere tutti i criminali del mondo, fino a che si mette sulla sua strada Elle, il migliore, ma anche più strano investigatore al mondo.
Come già detto, ho trovato la storia davvero bella ed entusiasmante, dall'inizio alla fine, a differenza di molti a cui non è piaciuta la parte finale; certo si poteva fare meglio, ma questo vale anche per tutte le altre cose. Ottimi anche i disegni di Takeshi Obata, che riescono a far percepire le emozioni, i pensieri ed anche le intenzioni dei vari personaggi. Ben curata anche l'edizione italiana.
Infine consiglio a tutti questo manga, ormai diventato un must per ogni fan del genere e non solo.
Premetto di aver letto tardi questo manga (ma non è detto che sia un male, diciamo che così il mio giudizio esce immune dall'euforia del momento), subito dopo aver concluso un capolavoro come GTO. Bene, non dico di essere deluso, ma da quanto (e come) avevo sentito parlare di questo manga, le mie aspettative erano molto elevate. Purtroppo, non sono state tutte rispettate.
Mi viene naturale distinguere il manga in due parti:
<b>[Attenzione, spoiler!]</b>
la prima, fino alla morte di L; la seconda, tutto il resto.
<b>[Fine spoiler.]</b>
Allo stesso modo, mi sento costretto a dare due diversi voti a quest'opera: 9 alla prima parte e 7 alla seconda (si salva per il bel finale). Un manga molto, forse troppo commerciale che ha la "fortuna" di vedere tra le sue fila uno dei migliori personaggi di un manga, il geniale e sfortunato L. Certo, anche lui è un tantino commerciale, ma c'è da dire che senza questo fenomenale personaggio, l'intera opera perderebbe il 60-70% del suo appeal. Sarebbe esagerato usare l'uguaglianza Death Note = L, ma stiamo là.
Consigliato a chiunque ami rompicapo, enigmi e ragionamenti elaborati, a chi sente il bisogno di una trama pesante che, seppur non raccontata a livelli eccelsi (ma "soltanto" buoni) riuscirebbe a tenere incollati anche gli amanti di generi più leggeri.
Mi viene naturale distinguere il manga in due parti:
<b>[Attenzione, spoiler!]</b>
la prima, fino alla morte di L; la seconda, tutto il resto.
<b>[Fine spoiler.]</b>
Allo stesso modo, mi sento costretto a dare due diversi voti a quest'opera: 9 alla prima parte e 7 alla seconda (si salva per il bel finale). Un manga molto, forse troppo commerciale che ha la "fortuna" di vedere tra le sue fila uno dei migliori personaggi di un manga, il geniale e sfortunato L. Certo, anche lui è un tantino commerciale, ma c'è da dire che senza questo fenomenale personaggio, l'intera opera perderebbe il 60-70% del suo appeal. Sarebbe esagerato usare l'uguaglianza Death Note = L, ma stiamo là.
Consigliato a chiunque ami rompicapo, enigmi e ragionamenti elaborati, a chi sente il bisogno di una trama pesante che, seppur non raccontata a livelli eccelsi (ma "soltanto" buoni) riuscirebbe a tenere incollati anche gli amanti di generi più leggeri.
Diciamoci la verità: questo è un manga commerciale e ruffiano. Sai che novità, direte voi: la maggior parte dei cosiddetti "grandi successi manga" fanno a gara nel compiacere di più il lettore con fanservice, risvolti inverosimili o stereotipati e meccanismi del genere. Death Note non fa eccezione. Il personaggio di L sembra nato, ad esempio, per piacere al pubblico (soprattutto quello femminile), e tanti altri con lui; se non tutti i primari, almeno la maggior parte. Oppure è quantomeno curioso che Light Yagami abbia un padre che è, mattugguardailcaso, uno dei pezzi grossi della polizia giapponese. Questo è decisamente un risvolto inverosimile e/o stereotipato. Ci sarebbero altre situazioni di questo genere, ma non voglio fare spoiler (anche se la mia accortezza è quasi inutile, visto che ormai di questa serie si sa tutto quanto). Però Death Note non è solo questo. Death Note non è solo l'eccentricità di L, così come non è soltanto il bell'aspetto di Light Yagami, la fortuna incredibile di Near e l'ingenuità di alcuni che dovrebbero essere ai vertici dei loro settori per un motivo ben preciso. Death Note è, ad esempio, i disegni dettagliati ed adeguati alla storia di Takeshi Obata (altro che Bakuman...in tutti i sensi!). Oppure è la sceneggiatura di Tsugumi Ohba, abile nello scandagliare, quando vuole, l'animo dei personaggi. Ma sopratutto Death Note è una serie dalla trama intelligente, che differisce dagli shonen conosciuti da tutti e pubblicati su Jump. Si può quasi dire che costringa il lettore a porsi delle domande, domande serie e piuttosto attuali. Light Yagami sbaglia davvero nel suo progetto? Ognuno avrà la propria risposta in merito; e non sono forse le grandi opere quelle che suscitano pareri discordanti e, soprattutto, riflessioni? Sono risultati invidiabili, che da soli fanno valere la lettura. Nonostante la sottile ruffianità che a volte pervade la storia e quelle situazioni un po' opinabili.
Su consiglio di un mio amico conobbi Death Note e, rimastone colpito, decisi di comprarne subito il manga.
La trama è notevolmente interessante e affronta tematiche importanti. Light è un ragazzo dotato di grande intelligenza e al contempo stufo e annoiato dalla società sempre più corrotta, che per caso si imbatte in uno strano quaderno con su scritto "Death Note". All'interno sono riportate in inglese alcune istruzione e regole che spiegano come quel quaderno possa essere usato per uccidere le persone solamente scrivendone il nome sopra. Light decide così di sfruttare il quaderno per diventare il dio di un nuovo mondo che creerà giustiziando tutti i malvagi.
Nel contempo arriverà anche Ryuk, un dio della morte ed anche il proprietario del quaderno ritrovato da Light. Annoiato dai suoi monotoni giorni nel mondo degli dei della morte, aveva lasciato cadere il quaderno nel mondo degli umani nella speranza di trovare una buona distrazione.
La storia si districa tra scontri a colpi di ragionamento tra Light e coloro che cercheranno di fermarlo e il dubbio di chi e che cosa rappresenti veramente la giustizia.
Probabilmente la prima parte di quest'opera, almeno fino al volume 7, meriterebbe un voto anche superiore al 9, però nelle fasi finali si perde e non poco, ed alcuni passaggi sembrano un tantino forzati, anche se rimane sempre su buoni livelli, anche se non quelli di eccellenza iniziali. La componente grafica è ben realizzata ed adotta uno stile perfetto per le atmosfere che permeano la storia.
Alla fine darei un 10 alla prima parte, un 7/8 alla seconda e un 9 ai disegni, per questo alla fine il mio voto globale è un nove.
Consigliatissimo a chi cerca un opera ricca di scontri mentali.
La trama è notevolmente interessante e affronta tematiche importanti. Light è un ragazzo dotato di grande intelligenza e al contempo stufo e annoiato dalla società sempre più corrotta, che per caso si imbatte in uno strano quaderno con su scritto "Death Note". All'interno sono riportate in inglese alcune istruzione e regole che spiegano come quel quaderno possa essere usato per uccidere le persone solamente scrivendone il nome sopra. Light decide così di sfruttare il quaderno per diventare il dio di un nuovo mondo che creerà giustiziando tutti i malvagi.
Nel contempo arriverà anche Ryuk, un dio della morte ed anche il proprietario del quaderno ritrovato da Light. Annoiato dai suoi monotoni giorni nel mondo degli dei della morte, aveva lasciato cadere il quaderno nel mondo degli umani nella speranza di trovare una buona distrazione.
La storia si districa tra scontri a colpi di ragionamento tra Light e coloro che cercheranno di fermarlo e il dubbio di chi e che cosa rappresenti veramente la giustizia.
Probabilmente la prima parte di quest'opera, almeno fino al volume 7, meriterebbe un voto anche superiore al 9, però nelle fasi finali si perde e non poco, ed alcuni passaggi sembrano un tantino forzati, anche se rimane sempre su buoni livelli, anche se non quelli di eccellenza iniziali. La componente grafica è ben realizzata ed adotta uno stile perfetto per le atmosfere che permeano la storia.
Alla fine darei un 10 alla prima parte, un 7/8 alla seconda e un 9 ai disegni, per questo alla fine il mio voto globale è un nove.
Consigliatissimo a chi cerca un opera ricca di scontri mentali.
All'inizio mi sono tenuta alla larga da questo fumetto, ma poi, spinta dalla curiosità ho iniziato a leggerlo. Nel globale è carino, si legge volentieri. Per quanto le tematiche trattate siano pesanti, il fumetto è fresco. La storia c'è, è piuttosto delineata e chiara. Purtroppo il tutto non è stato sfruttato a dovere. Alcune cose sono state lasciate al caso, sembra che i due autori si siano fatti trascinare troppo dall'ispirazione senza porsi domande se alcune cose fossero fattibili. Se si fossero fermati un po' più a ragionare, avrebbero evitato certi errori nella trama, avrebbero approfondito di più i personaggi (i personaggi comunque mi sembrano ben riusciti, ma ne parlo dopo), e soprattutto ci avrebbero risparmiato la presenza del bimbo, Mello, e dell'ancor più bimbo Near (i due personaggi che odio).
Forse sono solo io che vedo i personaggi che oltre la facciata che mostrano hanno ben altro? Sentimenti, desideri, un passato ben definito (sebbene mai raccontato)? A me sembrano molto buoni.
Riguardo a L, non è un adolescente, ha 24/25 anni, non 17 come molti di voi hanno detto.
Forse sono solo io che vedo i personaggi che oltre la facciata che mostrano hanno ben altro? Sentimenti, desideri, un passato ben definito (sebbene mai raccontato)? A me sembrano molto buoni.
Riguardo a L, non è un adolescente, ha 24/25 anni, non 17 come molti di voi hanno detto.
Tutto cominciò in una serata "reclusa" a casa: maratona MTV Anime Night. Mi ricordo che capitai per caso sulla quarta puntata dell'anime e, sebbene mi fossi persa le prime tre, non ebbi difficoltà a capire la storia che mi appassionò immediatamente. Qualche tempo dopo decisi di comprare quello che sarebbe stato il mio primo manga e non me ne sono pentita. Vero è che la storia perde un po' del suo smalto nella seconda parte (dopo la scomparsa di un personaggio che ho adorato, non vorrei spoilerare troppo chi ancora non conoscesse né l'anime né il manga), ma sta di fatto che, a mio modesto parere, vale decisamente la pena. La partita di scacchi tra il "bene" e il "male" (ed in certi momenti non si capisce bene chi sia rappresentante dell'uno e dell'altro) è scritta e disegnata in modo magistrale. Discreta l'edizione, anche se non capisco il perché degli aggettivi "Gold" e "Deluxe": confrontate alle edizioni d/visual di Devilmen, Cyborg 009 e, soprattutto, la stupenda ristampa di Slam Dunk, direi che non c'è ragione per quegli aggettivi.
Tant'è, il manga merita e sono contenta si siano decisi anche a pubblicare il "mitico" volume 13 "How to read" con il le storie aggiuntive.
Che dire? Il primo manga non si scorda mai! :D
Tant'è, il manga merita e sono contenta si siano decisi anche a pubblicare il "mitico" volume 13 "How to read" con il le storie aggiuntive.
Che dire? Il primo manga non si scorda mai! :D
C'è chi dice che la seconda parte di Death Note sia noiosa e priva di suspance, e devo dire che io sono in parte d'accordo con queste persone.
La trama di Death Note parte con il ritrovamento da parte di Light Yagami di un particolare quaderno chiamato "Death Note" proveniente da un altro mondo e capace di uccidere le persone il cui nome viene scritto su di esso.
Una persona normale dopo il ritrovamento di un simile oggetto inorridirebbe al solo pensare di usarlo, ma Light è uno studente modello stanco del mondo che lo circonda quindi decide di creare un paradiso utopico privo di criminali e malvagità scrivendo sul quaderno i nomi di tutti i delinquenti famosi per poi abbassare il tiro sempre di più.
La prima parte dell'opera è ricca di intrecci e colpi di scena, mentre la seconda è un po' meno riuscita ma comunque anch'essa fantastica.
Secondo me questa storia è tra le migliori del genere shounen/poliziesco e consiglio a chi non l'abbia già fatto di leggerla.
La trama di Death Note parte con il ritrovamento da parte di Light Yagami di un particolare quaderno chiamato "Death Note" proveniente da un altro mondo e capace di uccidere le persone il cui nome viene scritto su di esso.
Una persona normale dopo il ritrovamento di un simile oggetto inorridirebbe al solo pensare di usarlo, ma Light è uno studente modello stanco del mondo che lo circonda quindi decide di creare un paradiso utopico privo di criminali e malvagità scrivendo sul quaderno i nomi di tutti i delinquenti famosi per poi abbassare il tiro sempre di più.
La prima parte dell'opera è ricca di intrecci e colpi di scena, mentre la seconda è un po' meno riuscita ma comunque anch'essa fantastica.
Secondo me questa storia è tra le migliori del genere shounen/poliziesco e consiglio a chi non l'abbia già fatto di leggerla.
<b>[Recensioni accorpate.]</b>
Un successo mondiale! Un manga che è già diventato di culto e si colloca tra i migliori di sempre. Ho scoperto per caso Death Note, vedendo l'anime, e mi sono trovato di fronte a un capolavoro grandioso e appassionante. Da quando poi ho cominciato a leggere il manga, scopro, un volume dopo l'altro, che è ancora meglio e ha molta più carne al fuoco: ballon, dialoghi e situazioni che nell'anime sono state tagliate. Grazie al quaderno della morte si affrontano tematiche universali come la giustizia, il bene e il male, la pena di morte, ecc...
Grazie al Death Note, con il quale si può uccidere chiunque il cui nome venga scritto su di esso, è possibile trasformare il mondo in un luogo dove alberga solo la pace e le ingiustizie e i crimini sono messi al bando? Per dipanare questa domanda, daranno il meglio (e il peggio) di loro stessi Light Yagami ed Elle. Tra i due personaggi principali inizia così una grande guerra psicologica tra le loro menti geniali: tra loro si ha la sensazione di assistere ad una vera e propria partita a scacchi e la storia porta a confondere i loro ruoli di buono e cattivo che spesso si invertono tra loro. Tra stratagemmi e colpi di scena continui la storia si svolge avvincente con una trama ricca di sorprese. Una volta cominciato non si può fare a meno di continuare a leggerlo per scoprirne il seguito, provare per credere! Un seinen d'alta scuola che merita senza dubbio 10. Eccezionale.
Ho finito di leggere tutti e 12 i tankobon e sono proprio soddisfatto di avere goduto di un tale capolavoro. È stato capace di sorprendere stupire e tenere alto l'interesse con tutti i colpi di scena, ma soprattutto i ragionamenti, le deduzioni e le riflessioni dei protagonisti. Praticamente il lettore dopo un paio di numeri conosce i ruoli di tutti, ma il bello sta proprio nello scoprire come i protagonisti cercano a loro volta a prevalere e "vincere" sui "nemici". Merita di essere letto, anche solo per le implicazioni etiche e morali. Cosa avremmo fatto noi con un Death Note tra le mani? Un manga che è giusto abbia avuto "quel finale", punto e basta! Voto 10.
Dopo i 12 tankobon, ho acquistato anche il numero 13, lo speciale pieno di spiegazioni e approfondimenti su tutti i personaggi. Una guida alla lettura che serve a dipanare tutte le varie sfaccettature della trama che eventualmente si sono perse. Qui ci sono tutte quelle cose che possono esservi sfuggite durante la lettura. Il manga è di per sé straordinario, ma questo ulteriore volume aiuta a sviscerare ulteriormente e approfonditamente anche la psicologia dei personaggi. Contiene tutte le schede con le caratteristiche dei protagonisti, anche data di nascita e soprattutto di morte. Consigliato ai fanatici di questo successo, ma anche a tutti quelli che vogliono semplicemente saperne di più. Buona lettura e viva i manga!
Un successo mondiale! Un manga che è già diventato di culto e si colloca tra i migliori di sempre. Ho scoperto per caso Death Note, vedendo l'anime, e mi sono trovato di fronte a un capolavoro grandioso e appassionante. Da quando poi ho cominciato a leggere il manga, scopro, un volume dopo l'altro, che è ancora meglio e ha molta più carne al fuoco: ballon, dialoghi e situazioni che nell'anime sono state tagliate. Grazie al quaderno della morte si affrontano tematiche universali come la giustizia, il bene e il male, la pena di morte, ecc...
Grazie al Death Note, con il quale si può uccidere chiunque il cui nome venga scritto su di esso, è possibile trasformare il mondo in un luogo dove alberga solo la pace e le ingiustizie e i crimini sono messi al bando? Per dipanare questa domanda, daranno il meglio (e il peggio) di loro stessi Light Yagami ed Elle. Tra i due personaggi principali inizia così una grande guerra psicologica tra le loro menti geniali: tra loro si ha la sensazione di assistere ad una vera e propria partita a scacchi e la storia porta a confondere i loro ruoli di buono e cattivo che spesso si invertono tra loro. Tra stratagemmi e colpi di scena continui la storia si svolge avvincente con una trama ricca di sorprese. Una volta cominciato non si può fare a meno di continuare a leggerlo per scoprirne il seguito, provare per credere! Un seinen d'alta scuola che merita senza dubbio 10. Eccezionale.
Ho finito di leggere tutti e 12 i tankobon e sono proprio soddisfatto di avere goduto di un tale capolavoro. È stato capace di sorprendere stupire e tenere alto l'interesse con tutti i colpi di scena, ma soprattutto i ragionamenti, le deduzioni e le riflessioni dei protagonisti. Praticamente il lettore dopo un paio di numeri conosce i ruoli di tutti, ma il bello sta proprio nello scoprire come i protagonisti cercano a loro volta a prevalere e "vincere" sui "nemici". Merita di essere letto, anche solo per le implicazioni etiche e morali. Cosa avremmo fatto noi con un Death Note tra le mani? Un manga che è giusto abbia avuto "quel finale", punto e basta! Voto 10.
Dopo i 12 tankobon, ho acquistato anche il numero 13, lo speciale pieno di spiegazioni e approfondimenti su tutti i personaggi. Una guida alla lettura che serve a dipanare tutte le varie sfaccettature della trama che eventualmente si sono perse. Qui ci sono tutte quelle cose che possono esservi sfuggite durante la lettura. Il manga è di per sé straordinario, ma questo ulteriore volume aiuta a sviscerare ulteriormente e approfonditamente anche la psicologia dei personaggi. Contiene tutte le schede con le caratteristiche dei protagonisti, anche data di nascita e soprattutto di morte. Consigliato ai fanatici di questo successo, ma anche a tutti quelli che vogliono semplicemente saperne di più. Buona lettura e viva i manga!
Si, faccio parte del gruppo di "sfigati" che ha letto questo manga troppo tardi, e che ha subito gli spoiler di chi lo ha letto o ha visto l'anime (o da chi ha PARTECIPATO all'anime, visto che a dirmi il finale è stato proprio "Near", una mia conoscenza, un ragazzo che doppia il famigerato ragazzino in pigiama). Ma adesso via con la recensione. All'inizio questo titolo mi ha fomentato parecchio, infatti in questo momento non riesco a ricordare un manga con un tale impatto iniziale, anche se col passar dei volumi il mio entusiasmo nella lettura è calato notevolmente. La storia parte alla grande, come già ho detto, con questo "bravo" ragazzo il quale, dopo aver trovato un quaderno omicida, decide di cambiare il mondo sfruttandone le funeste proprietà. Egli infatti vuole ripulire il mondo dalla "feccia", e creare così un mondo ideale, "ripulito" da qualsiasi tipo di ingiustizie, e dominare sulla Terra come un Dio. Ad impedire che ciò accada entra in scena un famoso detective mai visto in pubblico, L, un personaggio che a me piace moltissimo, e parte cosi una battaglia psicologica, dove si deve stanare un avversario di cui non si conosce né il nome né il volto. I personaggi sono ben caratterizzati e il disegno come stile mi piace, è molto pulito e quindi dal punto di vista grafico questo manga non vi deluderà di certo. Però, come ho già detto prima, a lungo andare l'entusiasmo iniziale va spegnendosi, e nei volumi 5-6 e 8-9 c'è un vistoso calo, al punto che, avendo acquisto i volumi più importanti, non l'ho più comprato e ho letto a scrocco gli ultimi volumi, giusto per sapere in che modo finiva (anche se sapevo già tutto!). Devo dire che a mia sorpresa il livello si è notevolmente rialzato e gli ultimi volumi mi hanno finalmente tenuto in suspance. Comunque, al di là dei personaggi ben caratterizzati, un inizio scoppiettante e forse anche un bel finale, non riesco a capire come questo titolo sia dannatamente osannato da tutti come il più bel manga mai creato, forse se non avessi saputo gli eventi più importanti ne sarei rimasto colpito maggiormente, ma è un classico esempio di occasione sprecata, di un titolo tirato per le lunghe e che poteva essere gestito meglio. Per finire, concludo definendolo un BUON manga, non un capolavoro come spesso dicono i casual reader o i ragazzini fomentati, una lettura piacevole, anche se fino a un certo punto, ma non un acquisto obbligato. Ripeto, i capolavori sono altri, non Death Note.
A grande richiesta (di chi?) ecco la mia recensione ironica riveduta e corretta...
C'è 'sto "Zac Efron" vestito da testimone di Geova e pettinato come Kitaro dei Cimiteri che, scazzato dalla lezione a scuola (tanto è casualmente il più bravo del Giappone) vede un quaderno cadere dal cielo... Lo raccoglie appena può e si mette a leggere le spiegazioni in inglese:
"Scrivi il nome di chi vuoi che schiatti, e questo schiatta.
Devi pensare alla persona che deve schiattare, non posso mica ammazzare tutti gli omonimi!
Puoi scrivere come farlo schiattare, esattamente come vuoi tu, altrimenti lo faccio schiattare per arresto cardiaco."
"Ma che porcata! O forse no... già che provo... Cavolo è vero! Ora sono un assassino, che faccio? "Ommioddio" che faccio? Idea! Faccio schiattare tutti i cattivoni così non ci saranno più cattivoni! Solo la mente più geniale del Giappone può pensare a una cosa così figa!
Ommio<i>Io</i> che idea!"
Dopo un po' che si diverte a far schiattare tanti bei cattivoni, gli appare uno shinigami (no, non ha i capelli arancioni, non mette in gabbie trasparenti nessuno né tanto meno ha una forma umana), e 'sto Zac Efron, che in realtà si chiama come una caramella dietetica, si prende la strizza, c'ha paura che 'mo deve andare all'inferno o cose simili, ma lo shinigami dal nome dello steccalecca invece lo ringrazia: che cavolo, gli fa' tutto il lavoro arretrato!
Comunque il manga sarebbe già diventato palloso se non ci fosse un antagonista, ovvero un superdetective internazionale che indaga su queste strane morti...
Ora penserete che questo detective di nome L sia un adulto serio e pacato tutto casa e lavoro... invece no! Guardate la copertina del numero 2: sembra il cantante dei Lost con la maglia della salute in posa da scimmia. E soprattutto ha circa l'età del protagonista! Assurdo? Certo, ma tanto è un manga...
Ok so già che ora vorreste che parli di Misa, personaggio femminile pensato probabilmente più per incrementare le vendite che per utilità effettiva (poteva schiattare prima, Final Fantasy VII non ha insegnato nulla in fatto di colpi di scena?)... è una idol che si veste soprattutto da appassionata di musica rock giapponese/visual kei, esattamente come ogni flippata di visual kei estremizza l'amore in modo macabro manco fosse Mariottide e dimostra dopo breve tempo che in realtà non è proprio il massimo dell'intelligenza... cos'è, siete fans dei The GazettE e vi sentite offese? Ottimo, è così che vi vede il mondo, ci sarà un perchè...
Il tratto è particolare per essere uno shonen manga, difatti le poche tipe, chissà perché, sono delle gnocche assurde (esclusa la madre del protagonista), mentre i personaggi maschili sono brutti... eppure le fans sono riuscite ugualmente a farci dei pensieri zozzi yaoi, al punto che una band giapponese si chiama come uno dei personaggi (logicamente la band è molto visual kei effemminata, a dispetto del vero Mello)...
La trama è strana per essere su Jump, è piena di testo e dovrebbe mandare in tilt i cervelli delle masse di fanboy, eppure (potere di eMpTy V) sono riusciti a rifilarlo proprio a loro, metà manga è interessante ma intrippato; l'altra metà è sempre intrippato ma di una noia mortale, perciò l'ho troncato lì.
Concludendo se volete leggerlo per capire che cavolo ci trovano di bello i funboy Jumposi (non sono io che sbaglio a scrivere, son loro a non saper la differenza tra fanatico e divertente), fate pure. Se poi diventate anche voi come loro mi toccherà farvi tornare come prima facendovi una recensione su Detective Conan, ma questa è un'altra storia...
C'è 'sto "Zac Efron" vestito da testimone di Geova e pettinato come Kitaro dei Cimiteri che, scazzato dalla lezione a scuola (tanto è casualmente il più bravo del Giappone) vede un quaderno cadere dal cielo... Lo raccoglie appena può e si mette a leggere le spiegazioni in inglese:
"Scrivi il nome di chi vuoi che schiatti, e questo schiatta.
Devi pensare alla persona che deve schiattare, non posso mica ammazzare tutti gli omonimi!
Puoi scrivere come farlo schiattare, esattamente come vuoi tu, altrimenti lo faccio schiattare per arresto cardiaco."
"Ma che porcata! O forse no... già che provo... Cavolo è vero! Ora sono un assassino, che faccio? "Ommioddio" che faccio? Idea! Faccio schiattare tutti i cattivoni così non ci saranno più cattivoni! Solo la mente più geniale del Giappone può pensare a una cosa così figa!
Ommio<i>Io</i> che idea!"
Dopo un po' che si diverte a far schiattare tanti bei cattivoni, gli appare uno shinigami (no, non ha i capelli arancioni, non mette in gabbie trasparenti nessuno né tanto meno ha una forma umana), e 'sto Zac Efron, che in realtà si chiama come una caramella dietetica, si prende la strizza, c'ha paura che 'mo deve andare all'inferno o cose simili, ma lo shinigami dal nome dello steccalecca invece lo ringrazia: che cavolo, gli fa' tutto il lavoro arretrato!
Comunque il manga sarebbe già diventato palloso se non ci fosse un antagonista, ovvero un superdetective internazionale che indaga su queste strane morti...
Ora penserete che questo detective di nome L sia un adulto serio e pacato tutto casa e lavoro... invece no! Guardate la copertina del numero 2: sembra il cantante dei Lost con la maglia della salute in posa da scimmia. E soprattutto ha circa l'età del protagonista! Assurdo? Certo, ma tanto è un manga...
Ok so già che ora vorreste che parli di Misa, personaggio femminile pensato probabilmente più per incrementare le vendite che per utilità effettiva (poteva schiattare prima, Final Fantasy VII non ha insegnato nulla in fatto di colpi di scena?)... è una idol che si veste soprattutto da appassionata di musica rock giapponese/visual kei, esattamente come ogni flippata di visual kei estremizza l'amore in modo macabro manco fosse Mariottide e dimostra dopo breve tempo che in realtà non è proprio il massimo dell'intelligenza... cos'è, siete fans dei The GazettE e vi sentite offese? Ottimo, è così che vi vede il mondo, ci sarà un perchè...
Il tratto è particolare per essere uno shonen manga, difatti le poche tipe, chissà perché, sono delle gnocche assurde (esclusa la madre del protagonista), mentre i personaggi maschili sono brutti... eppure le fans sono riuscite ugualmente a farci dei pensieri zozzi yaoi, al punto che una band giapponese si chiama come uno dei personaggi (logicamente la band è molto visual kei effemminata, a dispetto del vero Mello)...
La trama è strana per essere su Jump, è piena di testo e dovrebbe mandare in tilt i cervelli delle masse di fanboy, eppure (potere di eMpTy V) sono riusciti a rifilarlo proprio a loro, metà manga è interessante ma intrippato; l'altra metà è sempre intrippato ma di una noia mortale, perciò l'ho troncato lì.
Concludendo se volete leggerlo per capire che cavolo ci trovano di bello i funboy Jumposi (non sono io che sbaglio a scrivere, son loro a non saper la differenza tra fanatico e divertente), fate pure. Se poi diventate anche voi come loro mi toccherà farvi tornare come prima facendovi una recensione su Detective Conan, ma questa è un'altra storia...
Un ottimo manga thriller pubblicato, a mio avviso stranamente, sulla famosa rivista shonen jump, specializzata in fumetti che prediligono l’azione; ci sono si le sfide, ma sfide a colpi di deduzioni tra due individui per scoprire le loro identità, celate sotto i nickname di Kira, il serial killer dei criminali, e L, l’investigatore più bravo del mondo.
Mi è piaciuta molto l’idea di utilizzare un oggetto soprannaturale con cui Light/Kira compie gli omicidi, il fantomatico quanto misteriosissimo Death Note, terrificante strumento di morte sotto forma di un normale quaderno; nonché la presenza di colui che lo ha portato nel mondo degli umani, il dio della morte Ryuk, per trovare un rimedio alla noia che prova nel suo mondo. Gli dei della morte faranno più volte la loro comparsa nel mondo degli umani, e lasceranno sempre il segno, tanto da cambiarlo radicalmente.
Le gag comiche tra Light e Ryuk e le sue mele, sono un piacevole quanto breve stacco dai tanti e efferati omicidi che il giovane e intelligentissimo studente delle superiori (e poi universitario) compie nel nome della giustizia; si, giustizia… ma la sua personale, che non è altro che un pretesto per giustificare le sue azioni; lui vuole diventare, come dice fin da subito, il dio di un nuovo mondo, governato però con la paura e il terrore: perché chi commette un crimine, che sia più o meno grave, verrà giustiziato; e naturalmente Light spazzerà via anche coloro che gli intralceranno la strada.
<b>[Attenzione, possibili spoiler]</b>
Troverà molte persone che appoggeranno il suo operato: innumerevoli fan sul web, Misa Amane (la sua ragazza, innamorata di Kira per aver ucciso l’assassino dei suoi genitori), Kiyomi Takada (conduttrice ed annunciatrice televisiva scelta da Kira come sua portavoce), Teru Mikami (magistrato fanatico di Kira) che, quando lui non potrà, svolgerà il lavoro sporco al posto suo.
Ma per fortuna altrettante persone che si oppongono alla sua visione hobbesiana del mondo, i principali antagonisti sono L, e poi Near e Mello, tutti e tre orfani dotati di un’intelligenza fuori dal comune, che cercheranno di catturare Kira o di trovare il quaderno anche se con metodi e scopi differenti.
<b>[Fine spoiler]</b>
Insomma questo manga è stracolmo di ragionamenti, deduzioni e pensieri (a volte forse un po’ contorti) che riempiranno degli enormi balloon per i dodici volumi che compongono questo affascinante giallo.
Il disegno è ottimo, particolareggiato, con tantissimi primi piani per dare spazio agli innumerevoli dialoghi tra i vari personaggi, principali e non, tutti molto ben caratterizzati.
Un pregio è sicuramente la brevità della storia, se paragonata alle storie infinite degli altri fumetti che appaiono su Shonen Jump; un difetto potrebbe essere la presenza di pochi, anche se ben riusciti, personaggi femminili, e la quasi ugual struttura della seconda parte della storia con la prima.
In conclusione, sicuramente una bella storia che fa molto riflettere su cos’è la giustizia, sul bene e sul male, sulla vita e sulla morte, su come le manie di dominio di una persona abbiano cambiato per sempre il mondo intero.
Mi è piaciuta molto l’idea di utilizzare un oggetto soprannaturale con cui Light/Kira compie gli omicidi, il fantomatico quanto misteriosissimo Death Note, terrificante strumento di morte sotto forma di un normale quaderno; nonché la presenza di colui che lo ha portato nel mondo degli umani, il dio della morte Ryuk, per trovare un rimedio alla noia che prova nel suo mondo. Gli dei della morte faranno più volte la loro comparsa nel mondo degli umani, e lasceranno sempre il segno, tanto da cambiarlo radicalmente.
Le gag comiche tra Light e Ryuk e le sue mele, sono un piacevole quanto breve stacco dai tanti e efferati omicidi che il giovane e intelligentissimo studente delle superiori (e poi universitario) compie nel nome della giustizia; si, giustizia… ma la sua personale, che non è altro che un pretesto per giustificare le sue azioni; lui vuole diventare, come dice fin da subito, il dio di un nuovo mondo, governato però con la paura e il terrore: perché chi commette un crimine, che sia più o meno grave, verrà giustiziato; e naturalmente Light spazzerà via anche coloro che gli intralceranno la strada.
<b>[Attenzione, possibili spoiler]</b>
Troverà molte persone che appoggeranno il suo operato: innumerevoli fan sul web, Misa Amane (la sua ragazza, innamorata di Kira per aver ucciso l’assassino dei suoi genitori), Kiyomi Takada (conduttrice ed annunciatrice televisiva scelta da Kira come sua portavoce), Teru Mikami (magistrato fanatico di Kira) che, quando lui non potrà, svolgerà il lavoro sporco al posto suo.
Ma per fortuna altrettante persone che si oppongono alla sua visione hobbesiana del mondo, i principali antagonisti sono L, e poi Near e Mello, tutti e tre orfani dotati di un’intelligenza fuori dal comune, che cercheranno di catturare Kira o di trovare il quaderno anche se con metodi e scopi differenti.
<b>[Fine spoiler]</b>
Insomma questo manga è stracolmo di ragionamenti, deduzioni e pensieri (a volte forse un po’ contorti) che riempiranno degli enormi balloon per i dodici volumi che compongono questo affascinante giallo.
Il disegno è ottimo, particolareggiato, con tantissimi primi piani per dare spazio agli innumerevoli dialoghi tra i vari personaggi, principali e non, tutti molto ben caratterizzati.
Un pregio è sicuramente la brevità della storia, se paragonata alle storie infinite degli altri fumetti che appaiono su Shonen Jump; un difetto potrebbe essere la presenza di pochi, anche se ben riusciti, personaggi femminili, e la quasi ugual struttura della seconda parte della storia con la prima.
In conclusione, sicuramente una bella storia che fa molto riflettere su cos’è la giustizia, sul bene e sul male, sulla vita e sulla morte, su come le manie di dominio di una persona abbiano cambiato per sempre il mondo intero.
Death Note è un manga shonen scritto da Tsugumi Ohba e disegnato da Takeshi Obata edito in Italia da Planet Manga della Panini Comics. La serie è composta da 13 volumi (12 + Guida alla Lettura).
Il protagonista della serie è uno studente di nome Light Yagami che un giorno, per caso, trova un quaderno con su scritto "Death Note" ovvero "quaderno della morte"! In questo quaderno ci sono delle istruzioni tra cui quella che dice che la persona il cui nome verrà scritto sul quaderno morirà; all'inizio Light crede sia uno scherzo e ci ride su, ma dopo averlo provato su un criminale si accorge della straordinarietà di quel quaderno. Qualche giorno dopo incontra uno shinigami (Dio della morte) di nome Ryuk, ovvero colui che ha lasciato cadere il quaderno sulla Terra che gli spiega che il quaderno ora è di sua proprietà e può farne l'uso che vuole. A questo punto Light capisce che solo lui può diventare un Dio di un nuovo mondo in cui non ci saranno più crimini e corruzione.
In poco tempo Light uccide un gran numero di criminali e ciò richiama l'attenzione dei governi di tutto il mondo su queste morti inspiegabili. L'Interpol si affida allora al più grande detective del mondo: un misterioso individuo di nome "Elle", che in poco tempo riuscirà a portare le indagini sulla giusta via. Comincia così una grande sfida tra i due! Il resto è tutto da leggere!
Sono stati scritti due romanzi ispirati al manga che sono "Another Note: il serial killer di Los Angeles" che racconta di un caso seguito da Elle prima della comparsa del Death Note e "L Changes the WorLd" che partendo da un finale alternativo rispetto a quello del manga, racconta gli ultimi 23 giorni di vita di Elle. Entrambi sono editi in Italia da Panini Comics.
Dal manga è stato tratto un anime in 37 episodi trasmesso in onda in Italia su MTV.
Il protagonista della serie è uno studente di nome Light Yagami che un giorno, per caso, trova un quaderno con su scritto "Death Note" ovvero "quaderno della morte"! In questo quaderno ci sono delle istruzioni tra cui quella che dice che la persona il cui nome verrà scritto sul quaderno morirà; all'inizio Light crede sia uno scherzo e ci ride su, ma dopo averlo provato su un criminale si accorge della straordinarietà di quel quaderno. Qualche giorno dopo incontra uno shinigami (Dio della morte) di nome Ryuk, ovvero colui che ha lasciato cadere il quaderno sulla Terra che gli spiega che il quaderno ora è di sua proprietà e può farne l'uso che vuole. A questo punto Light capisce che solo lui può diventare un Dio di un nuovo mondo in cui non ci saranno più crimini e corruzione.
In poco tempo Light uccide un gran numero di criminali e ciò richiama l'attenzione dei governi di tutto il mondo su queste morti inspiegabili. L'Interpol si affida allora al più grande detective del mondo: un misterioso individuo di nome "Elle", che in poco tempo riuscirà a portare le indagini sulla giusta via. Comincia così una grande sfida tra i due! Il resto è tutto da leggere!
Sono stati scritti due romanzi ispirati al manga che sono "Another Note: il serial killer di Los Angeles" che racconta di un caso seguito da Elle prima della comparsa del Death Note e "L Changes the WorLd" che partendo da un finale alternativo rispetto a quello del manga, racconta gli ultimi 23 giorni di vita di Elle. Entrambi sono editi in Italia da Panini Comics.
Dal manga è stato tratto un anime in 37 episodi trasmesso in onda in Italia su MTV.
Uno dei manga più famosi di questo periodo, grande notorietà sia per il manga che per l'anime ed ottima l'idea ddi partenza.
All'inizio la storia mi prese come non mai, i disegni sono ben fatti e i personaggi sono molto ben studiati.
Light, il fantomatico L ed i personaggi che si svelano via via, con tutte le tattiche di protagonisti e antagonisti.
La storia viene sviscerata in un'ottima maniera ma, per me, verso metà dell'opera diventa monotona e la storia stenta a restare su alti livelli.
I dialoghi diventano pesanti e fittissimi, la storia sembra essere allungata per poi avere un finale un po' a sorpresa, ma che non risolleva abbastanza il tutto.
Un 8 per me è un voto giusto per un manga, che in molti casi viene sopravvalutato, pur restando un gran titolo.
All'inizio la storia mi prese come non mai, i disegni sono ben fatti e i personaggi sono molto ben studiati.
Light, il fantomatico L ed i personaggi che si svelano via via, con tutte le tattiche di protagonisti e antagonisti.
La storia viene sviscerata in un'ottima maniera ma, per me, verso metà dell'opera diventa monotona e la storia stenta a restare su alti livelli.
I dialoghi diventano pesanti e fittissimi, la storia sembra essere allungata per poi avere un finale un po' a sorpresa, ma che non risolleva abbastanza il tutto.
Un 8 per me è un voto giusto per un manga, che in molti casi viene sopravvalutato, pur restando un gran titolo.
Questo manga mi ha appassionato tanto, quando lo scoprii rimasi molto colpita dall'idea di fondo, ricordo ancora com'ero coinvolta quando terminai di leggere il primo volume, allora pensai di aver appena scoperto un capolavoro. Ora, dopo averlo terminato, non mi sento forse di definirlo un capolavoro, ma sicuramente si tratta di un opera molto ben fatta ed appassionante, anche se presenta qualche calo in alcuni punti, ma questo lo illustrerò più avanti.
Intanto l'idea di fondo secondo me è una delle cose più innovative che sia siano viste di recente, insomma non mi meraviglio dello scalpore del successo immediato che ha avuto Deth Note, soprattutto se lo consideriamo nel contesto in cui è nato, un contesto saturo di tanti shonen fotocopia alla Dragon Ball (non che li denigri, li leggo anche io in fondo).
Tutto sommato credo sia stato difficile per gli autori portare avanti un progetto così complesso, e qualche calo lo vedo inevitabile, soprattutto se consideriamo che un manga vine serializzato un po' alla volta, e non ammette ripensamenti; mentre un'opera così avrebbe richiesto magari revisioni postume, tanto per collaudarne al meglio le meccaniche.
Death Note per i primi sei numeri appassiona tantissimo, poi succede una certa cosa (non voglio rovinare la lettura a nessuno) che alla fin fine spezza la tensione. Dopo infatti il ritmo cala e il manga presenta qualche incertezza. Il problema più grosso secondo me è che l'inaugurazione di un secondo ciclo narrativo finisce per rompere la magia che si era venuta a creare. Poi personaggi come Mello e Near secondo me dovevano essere introdotti meno bruscamente, sembrano quasi una forzatura...
Fortunatamente negli ultimi due numeri Deth Note si risolleva alla grande, e giunge ad un bel finale, che ritengo fatto bene, e che può piacere o meno però a seconda di quale è il personaggio per il quale il lettore stava facendo il tifo.
Forse qualche scena d'azione in più non avrebbe guastato nel manga, ma comunque anche così non è male. Ci sono molti testi da leggere, questo perchè si tratta di un manga in cui i protagonisti sono i ragionamenti e le strategie dei protagonisti, è una specie di partita a scacchi con la morte insomma. Per questo fattore però potrebbe risultare ostico per chi vuole leggere qualcosa di più leggero e spensierato.
I disegni mi sono piaciuti, sempre chiari ed espressivi, con bei personaggi dallo stile affascinante. Anche le scene d'impatto poi sono sempre disegnate in maniera da valorizzare certi momenti.
Riguardo l'edizione volevo solo fare un avvertimento: lasciate perdere al versione GOLD, oltre ad essere bruttissima e costosissima, ad uno dei volumi della serie (non ricordo quale ora) manca una pagina, e la casa editrice ha creduto bene di infischiarsene del problema non ristampando nulla, anche se mi hanno detto che sul sito è stata messa la scan mancante... così la si può salvare sul proprio PC e stamparla da soli... che schifo!
Se volete recuperarlo, procuratevi l'edizione piccolina, la prima, con le ristampe (a prezzo maggiorato) dovreste riuscire a recuperarla tutta, altrimenti trovatevi qualcuno che ve la presti... come ho fatto io!
ps: Il volume 13 che è uno speciale con schede sui personaggi e schemi riassuntivi delle strategie... potete benissimo trascurarlo, l'unica cosa lontanamente interessante che contiene è l'episodio pilota del manga, per il resto si tratta di un edizione scandalosa venduta a peso d'oro.
Intanto l'idea di fondo secondo me è una delle cose più innovative che sia siano viste di recente, insomma non mi meraviglio dello scalpore del successo immediato che ha avuto Deth Note, soprattutto se lo consideriamo nel contesto in cui è nato, un contesto saturo di tanti shonen fotocopia alla Dragon Ball (non che li denigri, li leggo anche io in fondo).
Tutto sommato credo sia stato difficile per gli autori portare avanti un progetto così complesso, e qualche calo lo vedo inevitabile, soprattutto se consideriamo che un manga vine serializzato un po' alla volta, e non ammette ripensamenti; mentre un'opera così avrebbe richiesto magari revisioni postume, tanto per collaudarne al meglio le meccaniche.
Death Note per i primi sei numeri appassiona tantissimo, poi succede una certa cosa (non voglio rovinare la lettura a nessuno) che alla fin fine spezza la tensione. Dopo infatti il ritmo cala e il manga presenta qualche incertezza. Il problema più grosso secondo me è che l'inaugurazione di un secondo ciclo narrativo finisce per rompere la magia che si era venuta a creare. Poi personaggi come Mello e Near secondo me dovevano essere introdotti meno bruscamente, sembrano quasi una forzatura...
Fortunatamente negli ultimi due numeri Deth Note si risolleva alla grande, e giunge ad un bel finale, che ritengo fatto bene, e che può piacere o meno però a seconda di quale è il personaggio per il quale il lettore stava facendo il tifo.
Forse qualche scena d'azione in più non avrebbe guastato nel manga, ma comunque anche così non è male. Ci sono molti testi da leggere, questo perchè si tratta di un manga in cui i protagonisti sono i ragionamenti e le strategie dei protagonisti, è una specie di partita a scacchi con la morte insomma. Per questo fattore però potrebbe risultare ostico per chi vuole leggere qualcosa di più leggero e spensierato.
I disegni mi sono piaciuti, sempre chiari ed espressivi, con bei personaggi dallo stile affascinante. Anche le scene d'impatto poi sono sempre disegnate in maniera da valorizzare certi momenti.
Riguardo l'edizione volevo solo fare un avvertimento: lasciate perdere al versione GOLD, oltre ad essere bruttissima e costosissima, ad uno dei volumi della serie (non ricordo quale ora) manca una pagina, e la casa editrice ha creduto bene di infischiarsene del problema non ristampando nulla, anche se mi hanno detto che sul sito è stata messa la scan mancante... così la si può salvare sul proprio PC e stamparla da soli... che schifo!
Se volete recuperarlo, procuratevi l'edizione piccolina, la prima, con le ristampe (a prezzo maggiorato) dovreste riuscire a recuperarla tutta, altrimenti trovatevi qualcuno che ve la presti... come ho fatto io!
ps: Il volume 13 che è uno speciale con schede sui personaggi e schemi riassuntivi delle strategie... potete benissimo trascurarlo, l'unica cosa lontanamente interessante che contiene è l'episodio pilota del manga, per il resto si tratta di un edizione scandalosa venduta a peso d'oro.
Un manga che ha avuto troppo successo grazie ad Mtv, un manga che non merita 10 ma che sicuramente non fa schifo. Trama apprezzabile, personaggi carismatici, belle trovate e colpi di scena... ma molti, molti, molti errori. sicuramente più piacevole l'anime che il manga, in quest'ultimo son presenti troppi dialoghi che stancano e confondono, poca azione, vignette coperte da baloon, pochissimo humour, il personaggio di Misa che ha anche un ruolo umoristico non fa tanto ridere; direi piuttosto che è stata creata per il fan service e per mettere almeno un elemento femminile! In compenso bei disegni, anzi, molto belli, e un finale... normale... dai, si sapeva che finiva così ma almeno qualcosa di meno scontato e più emozionante!
Consigliabile a tutti, soprattutto a chi ha tempo e pazienza ad arrovellarsi il cervello nei contorti ragionamenti dei protagonisti.
Consigliabile a tutti, soprattutto a chi ha tempo e pazienza ad arrovellarsi il cervello nei contorti ragionamenti dei protagonisti.
Incentrato su un ragazzo che decide di liberare il mondo dal male dopo aver casualmente trovato un quaderno dai poteri soprannaturali: il Death Note.
Io ho la serie Gold. Lo so cosa potreste pensare: non la migliore. Ok ha le sue pecche, ma anziché prendere i volumetti ormai esauriti, o scelto di prendere quelli gold considerando la qualità delle immagini. Purtroppo anche lì non è che abbia avuto ragione, visto che a causa della carta, la resa grafica ne risente qualitativamente nella sua completezza. Nonostante io l'abbia, quindi, ve la sconsiglio. Meglio le ristampe dei takobon fedeli a quelli giapponesi.
La storia, che comunque ho avuto modo di seguire con l'anime di 37 episodi, è molto attraente. Come in molte opere, ciò che più ne determina il successo è la capacità di portare il lettore all'immedesimazione. Così è stato per me, che cercando con tutto me stesso di non schierarmi, cercavo di capire oggettivamente le mosse successive dei protagonisti.
<b>ATTENZIONE SPOILER</b>
Personalmente quando ho assistito alla fine di L, non sapevo se essere contento o incazzato. Tifavo per lui pur sapendo che se avesse trovato il modo di incastrarlo senza farsi ammazzare, probabilmente avrei pensato che la storia sarebbe alla fine terminata nel modo scontato: L il buono batte Kira il cattivo. Invece, per la gioia di tutti quelli che si ritrovano a sperare che almeno una volta sia il cattivo a vincere e che tutti i propositi buonisti scompaiano dietro le palpebre chiuse del buono, ecco il colpo di scena...
Anch'io, quando lui è andato, seguivo con una strana nostalgia la seconda parte.
<b>FINE SPOILER</b>
Credo che sia una manga da leggere. Lo consiglio a chiunque voglia lasciarsi ubriacare dai ragionamenti strategici di due menti eccelse del manga giapponese.
Ps: "L" è considerato il personaggio migliore degli ultimi 10 anni di manga.
Io ho la serie Gold. Lo so cosa potreste pensare: non la migliore. Ok ha le sue pecche, ma anziché prendere i volumetti ormai esauriti, o scelto di prendere quelli gold considerando la qualità delle immagini. Purtroppo anche lì non è che abbia avuto ragione, visto che a causa della carta, la resa grafica ne risente qualitativamente nella sua completezza. Nonostante io l'abbia, quindi, ve la sconsiglio. Meglio le ristampe dei takobon fedeli a quelli giapponesi.
La storia, che comunque ho avuto modo di seguire con l'anime di 37 episodi, è molto attraente. Come in molte opere, ciò che più ne determina il successo è la capacità di portare il lettore all'immedesimazione. Così è stato per me, che cercando con tutto me stesso di non schierarmi, cercavo di capire oggettivamente le mosse successive dei protagonisti.
<b>ATTENZIONE SPOILER</b>
Personalmente quando ho assistito alla fine di L, non sapevo se essere contento o incazzato. Tifavo per lui pur sapendo che se avesse trovato il modo di incastrarlo senza farsi ammazzare, probabilmente avrei pensato che la storia sarebbe alla fine terminata nel modo scontato: L il buono batte Kira il cattivo. Invece, per la gioia di tutti quelli che si ritrovano a sperare che almeno una volta sia il cattivo a vincere e che tutti i propositi buonisti scompaiano dietro le palpebre chiuse del buono, ecco il colpo di scena...
Anch'io, quando lui è andato, seguivo con una strana nostalgia la seconda parte.
<b>FINE SPOILER</b>
Credo che sia una manga da leggere. Lo consiglio a chiunque voglia lasciarsi ubriacare dai ragionamenti strategici di due menti eccelse del manga giapponese.
Ps: "L" è considerato il personaggio migliore degli ultimi 10 anni di manga.
Peccato, davvero peccato. Un manga che poteva aspirare ad entrare nella storia dei fumetti ma che perde l'occasione. Lo fa con qualche colpo di scena di troppo e una continuazione forzata, poteva chiudersi in 6 volumi. Ma il successo avrà portato gli autori alla sua prolungazione, così si ottiene una prima metà dell'opera degna dei più alti onori e una seconda metà poco più che sufficiente.
Se cercate un fumetto che vi faccia scervellare per stare dietro ai ragionamenti dei protagonisti, questo fa per voi.
Per quanto riguarda i disegni, sono sempre belli, dettagliati e puliti.
Una nota a parte la merita <b>l'edizione Gold, se potete evitarla fatelo</b>, la carta sembra riciclata e le pagine scricchiolano, inoltre costa di più dell'edizione normale... a dire della Panini giustificato dal fatto che le tavole sono più grandi, ma io non ci vedo niente che valga la dicitura "gold". Inoltre la prima edizione di <b>Death Note Gold 8 difetta di una tavola su tutte le copie stampate.</b>
Peccato...
Se cercate un fumetto che vi faccia scervellare per stare dietro ai ragionamenti dei protagonisti, questo fa per voi.
Per quanto riguarda i disegni, sono sempre belli, dettagliati e puliti.
Una nota a parte la merita <b>l'edizione Gold, se potete evitarla fatelo</b>, la carta sembra riciclata e le pagine scricchiolano, inoltre costa di più dell'edizione normale... a dire della Panini giustificato dal fatto che le tavole sono più grandi, ma io non ci vedo niente che valga la dicitura "gold". Inoltre la prima edizione di <b>Death Note Gold 8 difetta di una tavola su tutte le copie stampate.</b>
Peccato...
Sollevare il dilemma: "Il fine giustifica i mezzi?"
Death Note e' un fantastico manga che non ha nulla da invidiare a romanzi gialli o thriller. Il disegno e' molto buono, ma ciò che rende questo manga una delle migliori serie sul mercato è proprio la storia: molto avvincente elegante ed intelligente, vi ritroverete a rileggere le pagine per capire come Light o Elle (i due personaggi principali) riescano a cambiare le carte in tavola ed a stupire con tantissime trovate geniali ed accattivanti. E' lo scontro tra il bene ed il male, tra il fine ed il mezzo. Anche i personaggi secondari sono ben caratterizzati e rendono la trama ancor più accattivante.
L'autore ha la capacita' di tenere il lettore incollato alle pagine, ansioso di scoprire la fine, ma allo stesso tempo facendogli desiderare che questo manga non finisca mai. E qui casca l'asino, perchè il manga dovrebbe essere stato concluso circa al 6 numero, in quanto poi la storia perde di vitalità ed originalità, rimanendo tutto sommato una buona lettura... ma forse l'autore ci aveva un po' viziati). In tal caso il mio voto sarebbe stato un 10 indiscusso, ma l'opera va recensita dall'inizio alla fine!
Lo consiglio a tutti, appassionati di manga e non, Death Note potrebbe far nascere l'interesse per i manga anche a chi non li apprezza!
Questo manga ha ispirato anche la realizzazione del romanzo thriller "Death Note - Aanother Note", molto interessante in quanto fa riaffiorare quella freschezza dei primi numeri, con quel pizzico di fantasia che bisogna adoperare per leggere un manoscritto non provvisto di figure. Consigliato
Death Note e' un fantastico manga che non ha nulla da invidiare a romanzi gialli o thriller. Il disegno e' molto buono, ma ciò che rende questo manga una delle migliori serie sul mercato è proprio la storia: molto avvincente elegante ed intelligente, vi ritroverete a rileggere le pagine per capire come Light o Elle (i due personaggi principali) riescano a cambiare le carte in tavola ed a stupire con tantissime trovate geniali ed accattivanti. E' lo scontro tra il bene ed il male, tra il fine ed il mezzo. Anche i personaggi secondari sono ben caratterizzati e rendono la trama ancor più accattivante.
L'autore ha la capacita' di tenere il lettore incollato alle pagine, ansioso di scoprire la fine, ma allo stesso tempo facendogli desiderare che questo manga non finisca mai. E qui casca l'asino, perchè il manga dovrebbe essere stato concluso circa al 6 numero, in quanto poi la storia perde di vitalità ed originalità, rimanendo tutto sommato una buona lettura... ma forse l'autore ci aveva un po' viziati). In tal caso il mio voto sarebbe stato un 10 indiscusso, ma l'opera va recensita dall'inizio alla fine!
Lo consiglio a tutti, appassionati di manga e non, Death Note potrebbe far nascere l'interesse per i manga anche a chi non li apprezza!
Questo manga ha ispirato anche la realizzazione del romanzo thriller "Death Note - Aanother Note", molto interessante in quanto fa riaffiorare quella freschezza dei primi numeri, con quel pizzico di fantasia che bisogna adoperare per leggere un manoscritto non provvisto di figure. Consigliato
Leggendolo pensi di trovarti di fronte al manga più bello del mondo, ma poi... Iniziamo dalla trama:
Una sorta di Thriller Psicologico, molto strano da vedersi all'interno di un contenitore chiamato Shonen Jump... niente scontri all'ultimo sangue, niente power-up portati all'eccesso, niente tecniche dalla potenza di mille atomiche e dai nomi assurdi.
Anche i protagonisti si distaccano dai soliti cliché tipici della Jump: Light Yagami, "Testimone di Geova misantropo", annoiato dal mondo e che, un bel giorno, recupera un quaderno nero abbandonato per strada, il Death Note. Ci scrive il nome di un malvivente... 40 secondi... crepato! Incredibile! Al secondo tentativo Light, dopo aver conosciuto lo Shinigami Ryuk proprietario del quaderno, manifesta la sua intenzione di voler cambiare il volto di un mondo ormai al di fuori della retta via, ponendosi come giustiziere dei cattivi e garante della giustizia per i più deboli. Peccato che non ha calcolato bene il suo tiro, infatti l'Interpol (non quella di Hariken Polymar!) si mette immediatamente sulle tracce di "Kira", ossia l'alter ego "criminale" di Light Yagami.
A guidare le indagini il padre, Soichiro (ignaro della vera identitaì di KIRA) ed L. Lawliet (non "ELLE", come i simpatia della Panini ci hanno fatto credere...), il miglior detective del mondo (ma anche il secondo e il terzo!). Di questi non si sa il vero nome, ma si tratta di un ragazzo determinato a tutto pur di vincere.
<b>[Attenzione, Spoiler]</b>
Per farla breve, Light, con l'aiuto di quella ochetta di Misa Amane, altro personaggio con Death Note e Shinigami, seguace di Kira, riuscirà a sbarazzarsi del suo rivale... Vissero tutti felici e contenti? Non proprio, e se fino ad ora la storia, grazie agli ottimi disegni di Obata, ad una sceneggiatura che approfondisce il ritratto psicologico di ogni personaggio e che tiene col fiato sospeso fino alla prossima vignetta, ha svolto egregiamente il suo lavoro, è proprio a partire dalla seconda parte in poi che arranca in maniera vistosa.
Passano molti anni, il nostro intelligentissimo Light ha 22 anni, Misa campa ancora, Rem (il suo Shinigami) è ormai polvere, Ryuk campa ancora.
Il mondo, nel frattempo, sembra essersi piegato al cospetto di Kira, ma qualcosa turba la tranquillità. Mello rapisce la sorella di Light per impossessarsi dell'unica copia di Death Note (non proprio in realtà) in mano al quartiere generale giapponese. Alla fine ne entrerà in possesso.
Interviene un altro personaggio, Near. Si scoprirà poi che Mello e Near erano gli aspiranti successori di L; alla fine l'avrà vinta l'ultimo, e Mello "Raffaella Carrà" si unirà ad una banda di mafiosetti da quattro soldi, unico fine: diventare il numero uno! (segno di come stia cadendo la credibilità della trama).
Nel frattempo, Near getta gli occhi sul successore di L, Light, sospettando che si tratti di Kira (e qua mi chiedo, perchè tergiversare per ben cinque volumi? Mistero). E qua sembra che la trama ricominci una seconda volta, ma il bello verrà negli ultimi volumi.
Un personaggio potenzialmente interessante, Teru Mikami, viene promosso a ruolo di "terzo Kira" (che confusione, contando un altro L!) ma, nonostante a lui venga dedicato un intero capitolo, entrerà solo a fine partita.
Mello e Near sono poco credibili, il primo per il suo scopo, assurdo e da "cattivone di serie B", il secondo vorrebbe tanto assomigliare ad L, ma non basta tirare ipotesi a casaccio e fare l'hikikomori come il suo degno predecessore per renderlo un abile detective... se avessero chiamato Conan Edogawa, al suo posto avrebbe smascherato il colpevole nel giro di un volume!
Nonostante ciò, preferisce continuare a rimuginare a lungo sulle sue ipotesi per molto tempo; avrei capito L, ma Near...
Il finale, non anticipo nulla, fa crollare quanto di buono si era fatto fino ad ora.
Tanto buonismo ed un antieroe che, a dispetto del suo intelletto, si è ritrovato con le spalle al muro, e ha deciso di farsi avanti, senza trovare il modo di farla franca.
Se si tratta di finale deciso in sede JUMP oppure deciso dall'autore/autrice non ci è dato saperlo.
Altro difetto, oltre alla seconda parte ed il finale per nulla credibili, è un eccesso di dark che rende affascinanti i protagonisti, anche troppo, soprattutto Kira/Light, Mello e L, diventando merce per le fan girl e protagonisti indiscussi di molte fan fiction a sfondo Yaoi. Un po' mi da fastidio la cosa, ma tant'è.
Il voto sarebbe dovuto essere 7,5 ma lo elevo ad un generoso 8, poiché le idee di base non sono prive di fascino e la storia, nonostante i difetti sopra elencati, si lascia seguire. Resta il cruccio di trovarsi di fronte ad uno shonen gonfiato troppo, e non al capolavoro del secolo tanto decantato.
E se non fosse stato pubblicato da Shonen Jump?
Una sorta di Thriller Psicologico, molto strano da vedersi all'interno di un contenitore chiamato Shonen Jump... niente scontri all'ultimo sangue, niente power-up portati all'eccesso, niente tecniche dalla potenza di mille atomiche e dai nomi assurdi.
Anche i protagonisti si distaccano dai soliti cliché tipici della Jump: Light Yagami, "Testimone di Geova misantropo", annoiato dal mondo e che, un bel giorno, recupera un quaderno nero abbandonato per strada, il Death Note. Ci scrive il nome di un malvivente... 40 secondi... crepato! Incredibile! Al secondo tentativo Light, dopo aver conosciuto lo Shinigami Ryuk proprietario del quaderno, manifesta la sua intenzione di voler cambiare il volto di un mondo ormai al di fuori della retta via, ponendosi come giustiziere dei cattivi e garante della giustizia per i più deboli. Peccato che non ha calcolato bene il suo tiro, infatti l'Interpol (non quella di Hariken Polymar!) si mette immediatamente sulle tracce di "Kira", ossia l'alter ego "criminale" di Light Yagami.
A guidare le indagini il padre, Soichiro (ignaro della vera identitaì di KIRA) ed L. Lawliet (non "ELLE", come i simpatia della Panini ci hanno fatto credere...), il miglior detective del mondo (ma anche il secondo e il terzo!). Di questi non si sa il vero nome, ma si tratta di un ragazzo determinato a tutto pur di vincere.
<b>[Attenzione, Spoiler]</b>
Per farla breve, Light, con l'aiuto di quella ochetta di Misa Amane, altro personaggio con Death Note e Shinigami, seguace di Kira, riuscirà a sbarazzarsi del suo rivale... Vissero tutti felici e contenti? Non proprio, e se fino ad ora la storia, grazie agli ottimi disegni di Obata, ad una sceneggiatura che approfondisce il ritratto psicologico di ogni personaggio e che tiene col fiato sospeso fino alla prossima vignetta, ha svolto egregiamente il suo lavoro, è proprio a partire dalla seconda parte in poi che arranca in maniera vistosa.
Passano molti anni, il nostro intelligentissimo Light ha 22 anni, Misa campa ancora, Rem (il suo Shinigami) è ormai polvere, Ryuk campa ancora.
Il mondo, nel frattempo, sembra essersi piegato al cospetto di Kira, ma qualcosa turba la tranquillità. Mello rapisce la sorella di Light per impossessarsi dell'unica copia di Death Note (non proprio in realtà) in mano al quartiere generale giapponese. Alla fine ne entrerà in possesso.
Interviene un altro personaggio, Near. Si scoprirà poi che Mello e Near erano gli aspiranti successori di L; alla fine l'avrà vinta l'ultimo, e Mello "Raffaella Carrà" si unirà ad una banda di mafiosetti da quattro soldi, unico fine: diventare il numero uno! (segno di come stia cadendo la credibilità della trama).
Nel frattempo, Near getta gli occhi sul successore di L, Light, sospettando che si tratti di Kira (e qua mi chiedo, perchè tergiversare per ben cinque volumi? Mistero). E qua sembra che la trama ricominci una seconda volta, ma il bello verrà negli ultimi volumi.
Un personaggio potenzialmente interessante, Teru Mikami, viene promosso a ruolo di "terzo Kira" (che confusione, contando un altro L!) ma, nonostante a lui venga dedicato un intero capitolo, entrerà solo a fine partita.
Mello e Near sono poco credibili, il primo per il suo scopo, assurdo e da "cattivone di serie B", il secondo vorrebbe tanto assomigliare ad L, ma non basta tirare ipotesi a casaccio e fare l'hikikomori come il suo degno predecessore per renderlo un abile detective... se avessero chiamato Conan Edogawa, al suo posto avrebbe smascherato il colpevole nel giro di un volume!
Nonostante ciò, preferisce continuare a rimuginare a lungo sulle sue ipotesi per molto tempo; avrei capito L, ma Near...
Il finale, non anticipo nulla, fa crollare quanto di buono si era fatto fino ad ora.
Tanto buonismo ed un antieroe che, a dispetto del suo intelletto, si è ritrovato con le spalle al muro, e ha deciso di farsi avanti, senza trovare il modo di farla franca.
Se si tratta di finale deciso in sede JUMP oppure deciso dall'autore/autrice non ci è dato saperlo.
Altro difetto, oltre alla seconda parte ed il finale per nulla credibili, è un eccesso di dark che rende affascinanti i protagonisti, anche troppo, soprattutto Kira/Light, Mello e L, diventando merce per le fan girl e protagonisti indiscussi di molte fan fiction a sfondo Yaoi. Un po' mi da fastidio la cosa, ma tant'è.
Il voto sarebbe dovuto essere 7,5 ma lo elevo ad un generoso 8, poiché le idee di base non sono prive di fascino e la storia, nonostante i difetti sopra elencati, si lascia seguire. Resta il cruccio di trovarsi di fronte ad uno shonen gonfiato troppo, e non al capolavoro del secolo tanto decantato.
E se non fosse stato pubblicato da Shonen Jump?
Ottimi disegni, profilo psicologico dei personaggi molto complesso; storia ricca di colpi di scena, ma a volte difficile da seguire e situazioni a volte quasi impossibili da capire. Questo fa di Death Note, a mio modesto parere, uno dei manga più belli che abbia letto.
Light Yagami, studente modello, trova un quaderno dagli oscuri poteri: scrivendoci il nome di una persona, questa muore. Il quaderno appartiene ad uno Shinigami (Dio della morte) che, annoiato, ha fatto cadere il quaderno nel mondo degli umani, riuscendo così a trovarsi qualche distrazione. Disgustato dal mondo in cui viviamo, Light decide di intraprendere un'opera di creazione di un nuovo mondo e diventarne il Dio, eliminando tutti i criminali, portandoli alla morte tramite arresto cardiaco. Ma il fatto che muoiano tutti in questo modo, attira l'attenzione del miglior detective del mondo: L...
Light Yagami, studente modello, trova un quaderno dagli oscuri poteri: scrivendoci il nome di una persona, questa muore. Il quaderno appartiene ad uno Shinigami (Dio della morte) che, annoiato, ha fatto cadere il quaderno nel mondo degli umani, riuscendo così a trovarsi qualche distrazione. Disgustato dal mondo in cui viviamo, Light decide di intraprendere un'opera di creazione di un nuovo mondo e diventarne il Dio, eliminando tutti i criminali, portandoli alla morte tramite arresto cardiaco. Ma il fatto che muoiano tutti in questo modo, attira l'attenzione del miglior detective del mondo: L...
Death Note ideato e scritto da Tsugumi Ohba e disegnato da Takeshi Obata, incentrato su un ragazzo che decide di liberare il mondo dal male con l'aiuto di un quaderno dai poteri soprannaturali: il Death Note. Trama molto originale e ancora più originale è il fatto che la rivista che pubblicava questo manga fosse shonen jump. Shonen molto atipico dunque, disegnato magistralmente e sceneggiato altrettanto bene, almeno sino alla seconda parte dove cala un po l'interesse ma non abbastanza da disinteressare totalmente il lettore. Ennesimo shonen quindi che se si fosse fermato prima sarebbe risultato di livello decisamente più alto. Dovrebbe comunque essere considerato come un punto di riferimento per chiunque voglia realizzare manga di genere thriller/soprannaturale. Edito (purtroppo) da Panini nella solita edizione da 3.90 € e con relative ristampe e gold annesse, queste caratterizzate da un coso maggiore (o maggiorato nel caso delle semplici ristampe), ed una qualità dei materiali peggiore (questo per le Gold) rispetto alla prima edizione.
[<b>ATTENZIONE SPOILER!</b>]
Gran bel thriller a fumetti, storia sensazionale e spiazzante, ma dopo la morte di L va un po' a calare, sinceramente mi ha deluso da quel momento in poi, e troppi passaggi strani per far si che Kira morisse, è stata veramente forzata la morte di Light... si poteva far un po' meglio, ma il disegno è curato, dettagliato, bellissimo.
Bel manga, consigliato
Gran bel thriller a fumetti, storia sensazionale e spiazzante, ma dopo la morte di L va un po' a calare, sinceramente mi ha deluso da quel momento in poi, e troppi passaggi strani per far si che Kira morisse, è stata veramente forzata la morte di Light... si poteva far un po' meglio, ma il disegno è curato, dettagliato, bellissimo.
Bel manga, consigliato
[<b>Attenzione Spoiler</b>]
Premetto che l'8 è da intendersi come un 8.5!
Detto questo andiamo a spendere due parole per questo meraviglioso manga!
Devo dire dire che gli autori hanno fatto davvero un ottimo lavoro: la trama è veramente coinvolgente e avvincente, vorresti che le pagine del volumetto non finissero mai per berlo tutto d'un fiato e non dover aspettare l'uscita del nuovo numero (visto che io ho seguito la prima edizione).
Avvincente perchè la trama parte a mille e continua in una climax ascendente fino al momento in cui entra in scena Misa Amane, momento in cui secondo me comincia a rompersi un equilibrio tra i due personaggi antagonisti.
Altro momento importante è la morte di L che segna l'inizio delle nuove vicende, a mio giudizio un ripetersi della prima parte con la differenza che entra in scena il secondo aiutante Teru Mikami, come nella prima parte entra Misa.
Altro punto a sfavore è il finale, secondo me inappropriato alla totale vicenda del manga. Infatti mi stupisco come una persona integerrima come Kira che è riuscita a non perdere mai il controllo della situazione e a far fronte ad ogni inconveniente, anche quando si è ritrovato faccia a faccia con L e alle strette, tutto ad un tratto impazzisca e si faccia sparare, forse la spiegazione sta nel fatto che è oramai consumato dal potere del quaderno; però mi lascia qualche dubbio!
Adesso parliamo dei disegni: veramente belli e ben curati, attenti ad ogni minimo particolare e molto puliti, l'unica pecca è l'assenza dello sviluppo del disegno: infatti si parte fin dal primo capitolo da un livello molto alto, di conseguenza è difficile arrivare ad ulteriore miglioramenti.
Tutto sommato un ottimo prodotto meritevole della vostra attenzione!
Premetto che l'8 è da intendersi come un 8.5!
Detto questo andiamo a spendere due parole per questo meraviglioso manga!
Devo dire dire che gli autori hanno fatto davvero un ottimo lavoro: la trama è veramente coinvolgente e avvincente, vorresti che le pagine del volumetto non finissero mai per berlo tutto d'un fiato e non dover aspettare l'uscita del nuovo numero (visto che io ho seguito la prima edizione).
Avvincente perchè la trama parte a mille e continua in una climax ascendente fino al momento in cui entra in scena Misa Amane, momento in cui secondo me comincia a rompersi un equilibrio tra i due personaggi antagonisti.
Altro momento importante è la morte di L che segna l'inizio delle nuove vicende, a mio giudizio un ripetersi della prima parte con la differenza che entra in scena il secondo aiutante Teru Mikami, come nella prima parte entra Misa.
Altro punto a sfavore è il finale, secondo me inappropriato alla totale vicenda del manga. Infatti mi stupisco come una persona integerrima come Kira che è riuscita a non perdere mai il controllo della situazione e a far fronte ad ogni inconveniente, anche quando si è ritrovato faccia a faccia con L e alle strette, tutto ad un tratto impazzisca e si faccia sparare, forse la spiegazione sta nel fatto che è oramai consumato dal potere del quaderno; però mi lascia qualche dubbio!
Adesso parliamo dei disegni: veramente belli e ben curati, attenti ad ogni minimo particolare e molto puliti, l'unica pecca è l'assenza dello sviluppo del disegno: infatti si parte fin dal primo capitolo da un livello molto alto, di conseguenza è difficile arrivare ad ulteriore miglioramenti.
Tutto sommato un ottimo prodotto meritevole della vostra attenzione!
Voto 9! Un manga spettacolare... narra le avventure di "Kira" contro "L" e i suoi collaboratori. Kira possessore di un death note, un quaderno concessogli da uno shinigami, e con il quale scrivendo il nome e immaginando il viso di una persona questa muore. Kira con questo potere intende cambiare il mondo. L, miglior investigatore al mondo ha il compito di catturare Kira senza però farsi smascherare.
Questo porterà ad avvincenti sfide psicologiche tra due menti strepitose!
Questo porterà ad avvincenti sfide psicologiche tra due menti strepitose!
Death Note è sicuramente uno di quei manga che si distinguono dalla massa per le riflessioni che esso porta.
La storia, una volta iniziata, ti prende e ti lascia senza fiato piazzando colpi di scena inseriti ad arte nei vari volumi, lasciandoti sempre con la voglia di saperne di più. Il ritmo cala negli ultimi volumi, dove vi sono molte ripetizioni, e non si capisce molto la storia per via dei troppi personaggi coinvolti. Il finale è la cosa che più mi ha sconvolto di questo manga.
Il protagonista è Light (Raito in Giappone) Yagami, uno studente che trova casualmente un quaderno lasciato cadere da uno Shinigami (Dio della morte). Inizialmente scettico sulle potenzialità del quaderno, lo prova e,vedendo che funziona, decide di cambiare il mondo. Il personaggio Light è a mio parere azzeccatissimo: geniale, cinico, egocentrico e con una freddezza davvero impressionante.
Il suo principale antagonista è L, un detective dal carattere molto simile a Light, anche se con idee sulla giustizia completamente diverse. Light crede che per creare un nuovo mondo migliore bisogna uccidere tutti i criminali e coloro che infrangono le regole. L disapprova questa tecnica, considerandola inumana e spregevole.
Il duello mentale tra i due continua lungo tutto il manga, prima con Elle e poi con Near e Mello, dando vita a una suspense e un'attesa davvero incredibili.
Un manga davvero consigliato per chi vuole fare una lettura diversa dalle solite, voto 9.
La storia, una volta iniziata, ti prende e ti lascia senza fiato piazzando colpi di scena inseriti ad arte nei vari volumi, lasciandoti sempre con la voglia di saperne di più. Il ritmo cala negli ultimi volumi, dove vi sono molte ripetizioni, e non si capisce molto la storia per via dei troppi personaggi coinvolti. Il finale è la cosa che più mi ha sconvolto di questo manga.
Il protagonista è Light (Raito in Giappone) Yagami, uno studente che trova casualmente un quaderno lasciato cadere da uno Shinigami (Dio della morte). Inizialmente scettico sulle potenzialità del quaderno, lo prova e,vedendo che funziona, decide di cambiare il mondo. Il personaggio Light è a mio parere azzeccatissimo: geniale, cinico, egocentrico e con una freddezza davvero impressionante.
Il suo principale antagonista è L, un detective dal carattere molto simile a Light, anche se con idee sulla giustizia completamente diverse. Light crede che per creare un nuovo mondo migliore bisogna uccidere tutti i criminali e coloro che infrangono le regole. L disapprova questa tecnica, considerandola inumana e spregevole.
Il duello mentale tra i due continua lungo tutto il manga, prima con Elle e poi con Near e Mello, dando vita a una suspense e un'attesa davvero incredibili.
Un manga davvero consigliato per chi vuole fare una lettura diversa dalle solite, voto 9.
Se dovessi scegliere quale Manga è il più controverso di tutti, allora vi direi di certo Death Note. Le vicende narrano di Light Yagami, uno studente delle superiori che otterrà il potere del Death Note, un misterioso quaderno dai poteri divini. Light diventerà cosi un giustiziere che punisce i criminali uccidendoli, in sua compagnia poi troveremo Ryuk, uno Shinigami con un debole per le mele, oltre che vero proprietario del Death Note. Ovviamente come spesso accade le cose non fanno per il verso giusto, ed infatti i crimini di Kira (cosi autonominatosi l'aspirante "NeoDio") non rimarranno impuniti, tanto che la sua attenzione sarà catturata da L, il più grande detective del mondo, ed in una caccia al Gatto ed al Topo, tra nuovi nemici ma anche alleati, il nostro Kira ci farà vivere emozioni uniche.
Il Manga è un prodotto destinato ad un pubblico maturo, che fa riflettere il lettore mettendolo di fronte ad un bivio: Kira o L? I Personaggi sono tutti estremamente caratterizzati, anche se dal volume 7-8 in poi vi è una caduta di stile, anche per via del fatto che la prima parte della storia si conclude ed inizia la seconda.
Il Manga è edito dalla Panini, ed ogni volume costa circa 3.90€, la stampa è abbastanza buona ed i disegni sono tra i più belli che ho visto in un Manga. Death Note in conclusione è un prodotto altamente consigliato ad un pubblico maturo, capace di cogliere il senso dell'opera, l'opera si lascerà facilmente apprezzare, insomma Death Note è un MUST per chi è in cerca di Seinen di spessore.
Il Manga è un prodotto destinato ad un pubblico maturo, che fa riflettere il lettore mettendolo di fronte ad un bivio: Kira o L? I Personaggi sono tutti estremamente caratterizzati, anche se dal volume 7-8 in poi vi è una caduta di stile, anche per via del fatto che la prima parte della storia si conclude ed inizia la seconda.
Il Manga è edito dalla Panini, ed ogni volume costa circa 3.90€, la stampa è abbastanza buona ed i disegni sono tra i più belli che ho visto in un Manga. Death Note in conclusione è un prodotto altamente consigliato ad un pubblico maturo, capace di cogliere il senso dell'opera, l'opera si lascerà facilmente apprezzare, insomma Death Note è un MUST per chi è in cerca di Seinen di spessore.
Avete presente i Telefilm? Se io dovessi dirvi Death Note usando un paragone telefilmesco direi che si trova perfettamente a metà tra "The X-Files e Prison Break": dal primo prende occulto, Dei della morte, misteri, horror e fatti inspiegabili, dal secondo prende l'azione adrenalinica, i continui colpi di scena, una sfida al più intelligente e la caccia del gatto col topo tra protagonista ed antagonista. C'è a tal proposito da chiedersi chi sia fra i due l'eroe e chi il cattivo: un detective che segue le regole è un buono? O forse lo è il criminale che ammazza assassini, stupratori, sequestratori e quant'altro perché la legge non riesce a tenerli dietro le sbarre? No, sarà sicuramente considerato lui l'antagonista, anche se il poliziotto che vuole arrestare colui che ormai ha la nomina del nuovo Messia venuto a portare il mondo in pace, forse non viene visto bene dalla popolazione che ora ringrazia per questa serenità. Il lettore è combattuto e si trova di fronte ad una possibilità che alla morale lascia molti dubbi, tant'è che il pubblico s'è diviso a metà, e i due carismatici protagonisti, Light ed L, hanno rispettivamente la loro schiera di fan. La storia come già detto è rivoluzionaria ed adulta per esser concepita allo scopo di intrattenere un pubblico di adolescenti, e il tratto è come Obata ci ha già abituati, meravigliosamente gradevole. Punti deboli che gli costano un 10? Arrivate intorno ai volumi 6/7 poi capirete...
Death Note... il seinen per eccellenza! Un manga che ha fatto discutere per il tema trattato, la giustizia. Qual'è quella vera? Arrestare un assassino e metterlo in prigione, con il pericolo che possa incorrere nella pena ridotta con varie scuse politiche, come l'amnistia... oppure giustizia a tutti i costi, per rendere pace alle vittime?
Nel manga, all'inizio, la giustizia di Light è pura: salvare il mondo dalle persone che lo rovinano (i ladri, gli assassini, i politici corrotti, e simili)... ma lungo la strada verso il nuovo mondo, aumenta il ricorso al Death Note per fini personali, arrivando all'uccisione anche di forze dell' ordine o di innocenti usanti come strumenti, e perdendo (anche se non del tutto) l'obiettivo iniziale. Infatti, man mano che si avanza con la narrazione, cresce in Light il desiderio di diventare il Dio del nuovo mondo, ma il mondo che ne sta venendo fuori è un mondo soggiogato al terrore di Kira.
La sua nemesi, L, è la giustizia "normale", intesa come la giustizia della legge e del tribunale. Ma anche la legge, non è sempre perfetta.
Bene e male nel manga si confondono. Il lettore non sa per chi tifare, se per Light e il nuovo mondo, libero dagli assassini e dai rifiuti o soggetti pericolosi per la società, ma soggiogato poi dal terrore del Death Note; o per L e la legge e la morale, che purtroppo vengono a volte corrotte o stuprate dagli stessi "difensori" della legge, per fini personali o politici.
L' unico soggetto che è davvero puro, intoccabile e che in mezzo a questo crocevia di significati della giustizia, è il padre di Yagami Light, che crede fortemente nella legge e in un mondo dove tutti la rispettano.
Parlando del manga in generale, è altamente adrenalinico, i disegni sono ottimi, e sanno trasmettere emozioni come l'ansia, la tensione, e la suspence che è presente praticamente sempre. Death Note... un manga che ha fatto la storia!
Nel manga, all'inizio, la giustizia di Light è pura: salvare il mondo dalle persone che lo rovinano (i ladri, gli assassini, i politici corrotti, e simili)... ma lungo la strada verso il nuovo mondo, aumenta il ricorso al Death Note per fini personali, arrivando all'uccisione anche di forze dell' ordine o di innocenti usanti come strumenti, e perdendo (anche se non del tutto) l'obiettivo iniziale. Infatti, man mano che si avanza con la narrazione, cresce in Light il desiderio di diventare il Dio del nuovo mondo, ma il mondo che ne sta venendo fuori è un mondo soggiogato al terrore di Kira.
La sua nemesi, L, è la giustizia "normale", intesa come la giustizia della legge e del tribunale. Ma anche la legge, non è sempre perfetta.
Bene e male nel manga si confondono. Il lettore non sa per chi tifare, se per Light e il nuovo mondo, libero dagli assassini e dai rifiuti o soggetti pericolosi per la società, ma soggiogato poi dal terrore del Death Note; o per L e la legge e la morale, che purtroppo vengono a volte corrotte o stuprate dagli stessi "difensori" della legge, per fini personali o politici.
L' unico soggetto che è davvero puro, intoccabile e che in mezzo a questo crocevia di significati della giustizia, è il padre di Yagami Light, che crede fortemente nella legge e in un mondo dove tutti la rispettano.
Parlando del manga in generale, è altamente adrenalinico, i disegni sono ottimi, e sanno trasmettere emozioni come l'ansia, la tensione, e la suspence che è presente praticamente sempre. Death Note... un manga che ha fatto la storia!
I disegni non sono male e l'inizio è abbastanza intrigante. Purtroppo con il passare dei numeri diventa leggermente ripetitivo. Ho trovato un po' ridicoli i personaggi di Mello e Near e per certi versi troppo simili ad L. Anche il finale mi è sembrato alquanto scontato. Peccato perché visto l'inizio, si poteva fare di più.
Death Note è un manga davvero spettacolare: i disegni sono molto particolari, curati in ogni particolare da farlo sembrare reale; la trama è ben strutturata e i personaggi hanno tutti un proprio modo di agire e di pensare, sono perfettamente caratterizzati... la trama ti cattura fin da subito e ti porta a fare riflessioni sul bene e sul male, se il modo di agire di Light sia giusto o sbagliato, ed anche i colpi di scena non mancano ^^
Ne consiglio vivamente la lettura! Voto finale 10!
Ne consiglio vivamente la lettura! Voto finale 10!
C'è una sola parola per descriverlo: meraviglioso! Uno dei più bei manga (se non il migliore) che abbia mai letto. Trama appassionante mai monotona e colpi di scena da lasciare senza fiato: la genialità dei protagonisti (Light e L) viene mostrata tramite uno scontro in cui non si sa mai chi sia il vincitore, dove anche il minimo errore può portare alla morte di uno dei contendenti. Scontri faccia a faccia, ma anche no e psicologia elevata al massimo livello contribuiscono a fornire a questo manga quel qualcosa che lo rende unico. Non ci sono ne buoni ne cattivi: il lettore può scegliere da che parte stare a seconda di ciò che pensa sulla criminalità: uccidere tutti i delinquenti per avere una giustizia immediata ma fragile oppure aspettare anni e anni per averne una solida? Questo è tutto ciò che penso su questo splendido fumetto, la cui lettura consiglio a tutti, per riflettere e capire fino a che punto l'umanità è arrivata e potrà arrivare se nessuno interverrà.
Uno dei migliori shonen degli ultimi tempi. Il giovane studente Light Yagami, viene in possesso del Death note, il quaderno della morte. Scrivendoci sopra il nome di una persona, questa morirà, e Light ne approfitta per perseguire un ideale: creare un nuovo mondo, privo di tutti i criminali.
Inizia così un duello che lo porterà a scontrarsi con Elle, il detective migliore del mondo, e con i suoi successori. Un duello psicologico dove menti brillanti mettono in gioco la propria vita... nulla da invidiare agli scontri corpo a corpo. Una lotta senza esclusione di colpi, per il trionfo della VERA giustizia.
Inizia così un duello che lo porterà a scontrarsi con Elle, il detective migliore del mondo, e con i suoi successori. Un duello psicologico dove menti brillanti mettono in gioco la propria vita... nulla da invidiare agli scontri corpo a corpo. Una lotta senza esclusione di colpi, per il trionfo della VERA giustizia.
Manga ottimo sotto ogni punto di vista, nonché il mio preferito; analizziamolo insieme:
Il Disegno è davvero ottimo, non c'è che dire, molto realistico e curato, d'altra parte il disegnatore è Takeshi Obata, quindi la qualità è garantita.
I Personaggi sono anch'essi ottimi, ben caratterizzati ed originali, tra questi spiccano i due protagonisti principali, ovvero Light ed Elle.
Light è un cinico studente liceale che vuole ripulire il mondo dai malvagi; interessante il fatto che, per raggiungere questo nobile fine, egli faccia ricorso a mezzi di tutt'altra inclinazione.
Il secondo personaggio principale è Elle, il miglior detective del mondo, dai comportamenti strambi ed originali, che ne fanno senza dubbio un personaggio molto carismatico, che appassiona fin da subito il lettore.
La Trama è, fino al settimo volume del manga, una delle migliori che io abbia mai letto, caratterizzata dalla lotta tra Light ed Elle, una delle migliori rivalità mai viste nelle storia dei Manga.
Vi starete dunque chiedendo perché io non abbia dato il voto massimo... ebbene ora vi spiegherò il motivo: nella seconda parte del Manga (ovvero dal volume otto in poi) la Trama si spegne un po', calando lievemente da quella della saga precedente, ma rimanendo comunque buona.
[<b>Attenzione inizio spoiler</b>]
Probabilmente questo fatto è dovuto all'entrata in scena dei nuovi antagonisti Light, Near e Mello, che sebbene siano due buoni personaggi, non possono competere con il vecchio Elle, il cui carisma supera ogni limite, e la sua mancanza contribuisce a far calare l'interesse della storia.
[<b>Fine spoiler</b>]
Lo consiglio dunque a chiunque, Death Note è un Manga fantastico che vi prenderà moltissimo, perciò leggetelo!
Il Disegno è davvero ottimo, non c'è che dire, molto realistico e curato, d'altra parte il disegnatore è Takeshi Obata, quindi la qualità è garantita.
I Personaggi sono anch'essi ottimi, ben caratterizzati ed originali, tra questi spiccano i due protagonisti principali, ovvero Light ed Elle.
Light è un cinico studente liceale che vuole ripulire il mondo dai malvagi; interessante il fatto che, per raggiungere questo nobile fine, egli faccia ricorso a mezzi di tutt'altra inclinazione.
Il secondo personaggio principale è Elle, il miglior detective del mondo, dai comportamenti strambi ed originali, che ne fanno senza dubbio un personaggio molto carismatico, che appassiona fin da subito il lettore.
La Trama è, fino al settimo volume del manga, una delle migliori che io abbia mai letto, caratterizzata dalla lotta tra Light ed Elle, una delle migliori rivalità mai viste nelle storia dei Manga.
Vi starete dunque chiedendo perché io non abbia dato il voto massimo... ebbene ora vi spiegherò il motivo: nella seconda parte del Manga (ovvero dal volume otto in poi) la Trama si spegne un po', calando lievemente da quella della saga precedente, ma rimanendo comunque buona.
[<b>Attenzione inizio spoiler</b>]
Probabilmente questo fatto è dovuto all'entrata in scena dei nuovi antagonisti Light, Near e Mello, che sebbene siano due buoni personaggi, non possono competere con il vecchio Elle, il cui carisma supera ogni limite, e la sua mancanza contribuisce a far calare l'interesse della storia.
[<b>Fine spoiler</b>]
Lo consiglio dunque a chiunque, Death Note è un Manga fantastico che vi prenderà moltissimo, perciò leggetelo!
Inizio subito con il dire che Death Note, secondo me, non è un capolavoro, ed il motivo è riconducibile soltanto ad una parola la quale, ripetutamente, ci porta a descrivere ripetuti passi del manga: coincidenza.
Infatti secondo me sono troppe le coincidenze che, sin da quando Light trova il quaderno, si susseguono quasi senza sosta per quasi metà dei numeri totali del manga. Tuttavia, ne deduco, che sia stato inevitabile costruire una sceneggiatura così ben fatta senza coincidenze. Elemento, che, tuttavia toglie la possibilità di classificare Death Note come un capolavoro, bensì come un manga di ottima fattura. Sia dal punto di vista dei disegni che della caratterizzazione dei personaggi, assolutamente sublime.
Infatti secondo me sono troppe le coincidenze che, sin da quando Light trova il quaderno, si susseguono quasi senza sosta per quasi metà dei numeri totali del manga. Tuttavia, ne deduco, che sia stato inevitabile costruire una sceneggiatura così ben fatta senza coincidenze. Elemento, che, tuttavia toglie la possibilità di classificare Death Note come un capolavoro, bensì come un manga di ottima fattura. Sia dal punto di vista dei disegni che della caratterizzazione dei personaggi, assolutamente sublime.
Death Note è un manga davvero stupendo: i disegni sono davvero curati nei particolari e realistici, dal tratto pulito e di classe, la tra ma è complessa è articolata, strutturata in modo da mantenere costante la suspense, la storia è ricca di colpi di scena che si susseguono pagina dopo pagina. Anche i personaggi sono ben caratterizzati, ognuno con il proprio carattere e la propria linea di pensiero; ottima l'idea del protagonista anti-eroe, che persegue la sua idea di mondo privo di malvagità compiendo azioni illegali; in questo modo il protagonista diventa il cattivo mentre dalla parte dei buoni si fanno avanti dei co-protagonisti. In questo modo il lettore ha la possibilità di decidere da che parte stare: se schierarsi coi "buoni" che affermano di essere la giustizia, o coi "cattivi" che affermano di voler creare un mondo puro.
La vicenda è ambientata nel presente, quindi il lettore si sente direttamente coinvolto dando un tocco di realismo in più. Dall'altra parte però abbiamo la presenza degli Shinigami (dei della morte), che danno un tocco soprannaturale al manga. La narrazione è ricca di riflessioni e dialoghi che rendono forse pesante la lettura, ma che nel contempo invogliano il lettore e girare pagina per scoprire se il ragionamento da lui stesso effettuato viene applicato dal protagonista o meno. Molto coinvolgente nonostante l'elevata quantità di testi nelle tavole.
Una manga davvero ottimo, consigliato ad un pubblico maturo.
La vicenda è ambientata nel presente, quindi il lettore si sente direttamente coinvolto dando un tocco di realismo in più. Dall'altra parte però abbiamo la presenza degli Shinigami (dei della morte), che danno un tocco soprannaturale al manga. La narrazione è ricca di riflessioni e dialoghi che rendono forse pesante la lettura, ma che nel contempo invogliano il lettore e girare pagina per scoprire se il ragionamento da lui stesso effettuato viene applicato dal protagonista o meno. Molto coinvolgente nonostante l'elevata quantità di testi nelle tavole.
Una manga davvero ottimo, consigliato ad un pubblico maturo.
Wow, questo manga/anime è favoloso: la storia è originalissima, i personaggi sono stupendi e studiati molto accuratamente!
Questo manga ha riscosso molto successo, infatti hanno fatto: il manga, l'anime, tre film, ed ora, tra qualche mese uscirà il romanz. Non vedo l'ora di leggerlo.
Ovviamente il mio personaggio preferito è L, detective molto ingamba, audace, e soprattutto inteligente!
L'anime e il manga sono molto intriganti, e per questo motivo ve lo consiglio con tutto il mio cuore ^^
Questo manga ha riscosso molto successo, infatti hanno fatto: il manga, l'anime, tre film, ed ora, tra qualche mese uscirà il romanz. Non vedo l'ora di leggerlo.
Ovviamente il mio personaggio preferito è L, detective molto ingamba, audace, e soprattutto inteligente!
L'anime e il manga sono molto intriganti, e per questo motivo ve lo consiglio con tutto il mio cuore ^^
Death Note, grazie ad una idea di base originale quanto semplice, risulta essere uno dei manga più innovativi del nuovo millennio. Oltre che a rivoluzionare parzialmente il concetto di "protagonista buono" del mondo dei Manga, pone il lettore dinanzi ad una serie di ragionamenti intricati quanto cervellotici. La veste grafica è ottima (il disegno di Takeshi Obata è pulito e di classe allo stesso tempo), la narrazione un pò meno. I due grossi difetti di Death Note, difatti, risiedono in questa parte dell'opera. Per primo possiamo notare una quantità di dialoghi spropositata che occupa buono il 60% di ogni singola vignetta e che, spesso e volentieri, crea solo emicranie colossali. Non da meno è il calo di tensione nella vicenda narrata; è palese come, a causa forse di direttive editoriali, la storia nella sua seconda metà abbia risvolti un pò forzati e frettolosi, a differenza di una prima parte più lenta ma altresì piena di suspance. Un opera che suscita curiosità, ammirazione a tratti, ma che non sfrutta in pieno le potenzialità dei personaggi, ben caratterizzati fra l'altro, che avrebbero potuto portare Death Note verso lidi più avvicenti e maturi.
Death Note: un manga adulto, che, ne sono sicura, cambierà anche il modo di scrivere i manga. E' sicuramente una storia innovativa, nonostante venga utilizzato un elemento già abusato fino alla nausa: gli shinigami, ovvero gli dei della morte. Ma questi dei non sono per nulla belli o con tratti umani, come in Bleach: essi sono mostruosi. Ma verrebbe da chiedersi se gli autori non abbiano quasi voluto rappresentare parte dell' umanità: essi sono dotati di sentimenti umani (noia, amore, ecc.), quasi a sopperirne la mancanza nei protagonisti. Infatti, a parte pochi personaggi come Misa, i protagonisti, soprattutto Light non mostrano sentimenti, anzi sembra quasi che non ne abbiano. Solo nelle situazioni estreme li dimostrano, ma non sono sentimenti nobili, anzi. Ed eccoci giunti a uno dei motivi per cui questo manga potrebbe non piacere: l' eccessiva freddezza e razionalità presente. Tutto viene presentato sotto l' ottica dei fatti, della dura e cruda verità. Se da una parte questo sistema è il migliore, dall' altra rischia di annoiare coloro che preferiscono storie più sentimentalmente piene.
Parliamo della storia vera e propria: Light Yagami è uno studente, il più brillante del Giappone e considera la sua vita noiosa. Un giorno troverà, nel cortile della scuola, un quaderno nero, con su scritto "Death Note". Spinto dalla curiosità, lo prende e lo sfoglia, scoprendo che esso ha il potere di uccidere semplicemente scrivendo il nome della persona designata. Inizialmente schiettico, si ricrede dopo averlo provato. Dopo cinque giorni, gli si presenta davanti il dio della morte Ryuk, ovvero il precedente proprietario del quaderno. Ryuk spiegerà che il quaderno è stato lasciato da lui volontariamente sulla Terra perchè annoiato e bisognoso di svago. E Light lo accontenta. Infatti il ragazzo, con il potere del quaderno, ha in programma di dominare il mondo, uccidendo coloro che lui ritiene il male e diventando, così, il dio. Ma le sue azioni non passano innosservate (anche perchè lui ha voluto così): l' Interpool inizia ad indagare. Per farlo contatta L, misterioso e geniale investigatore. Da qui inizia il fulcro del manga, ovvero la sfida di Light contro L. Essa è una sfida d' intelligenza: entrambi escogitano sistemi per scoprire chi sia l' altro e quindi smascherarlo. Alcuni sistemi superano la legalità, altri sono geniali. Tutto il manga (anche dopo il volume 7) si basa proprio sui "trucchi" che vengono usati. E attenzione: solo il quaderno è sovrannaturale. Il 90% di quello che viene ideato è perfettamente fattibile. Ed è proprio questo che appassiona il lettore: capire e vedere i vari sistemi. Bisogna ammettere che però dopo il volume 7 la trama appassiona meno, o almeno questo è quello che ho provato io. Rimane comunque interessantissimo. Il finale, poi, è molto intenso.
Per finire, il disegno: splendido, curato nei minimi dettagli, espressivo al punto giusto.
Un manga da avere assolutamente.
Parliamo della storia vera e propria: Light Yagami è uno studente, il più brillante del Giappone e considera la sua vita noiosa. Un giorno troverà, nel cortile della scuola, un quaderno nero, con su scritto "Death Note". Spinto dalla curiosità, lo prende e lo sfoglia, scoprendo che esso ha il potere di uccidere semplicemente scrivendo il nome della persona designata. Inizialmente schiettico, si ricrede dopo averlo provato. Dopo cinque giorni, gli si presenta davanti il dio della morte Ryuk, ovvero il precedente proprietario del quaderno. Ryuk spiegerà che il quaderno è stato lasciato da lui volontariamente sulla Terra perchè annoiato e bisognoso di svago. E Light lo accontenta. Infatti il ragazzo, con il potere del quaderno, ha in programma di dominare il mondo, uccidendo coloro che lui ritiene il male e diventando, così, il dio. Ma le sue azioni non passano innosservate (anche perchè lui ha voluto così): l' Interpool inizia ad indagare. Per farlo contatta L, misterioso e geniale investigatore. Da qui inizia il fulcro del manga, ovvero la sfida di Light contro L. Essa è una sfida d' intelligenza: entrambi escogitano sistemi per scoprire chi sia l' altro e quindi smascherarlo. Alcuni sistemi superano la legalità, altri sono geniali. Tutto il manga (anche dopo il volume 7) si basa proprio sui "trucchi" che vengono usati. E attenzione: solo il quaderno è sovrannaturale. Il 90% di quello che viene ideato è perfettamente fattibile. Ed è proprio questo che appassiona il lettore: capire e vedere i vari sistemi. Bisogna ammettere che però dopo il volume 7 la trama appassiona meno, o almeno questo è quello che ho provato io. Rimane comunque interessantissimo. Il finale, poi, è molto intenso.
Per finire, il disegno: splendido, curato nei minimi dettagli, espressivo al punto giusto.
Un manga da avere assolutamente.
Il manga è stupendo... fino a metà storia. Bellissimo lo scontro tra L e Kira, due personaggi davvero ben curati sin nei minimi particolari. Il primo ha davvero uno strano carattere ma in quanto ad indagini, non è secondo a nessuno, stupendamente resa la quotidianità. Il secondo personaggio cresce nelle sue convinzioni tavola dopo tavola, arrivando a non distinguere più cos'è bene e cos'è male, davvero belli i dialoghi così pure i disegni. Meritano molto anche i personaggi secondari e soprattutto il grande shinigami, un personaggio accattivante. Nel complesso purtroppo la storia perde molto nel bel mezzo del manga, tanto che avrei preferito un bello stacco e magari una seconda serie piuttosto che una continuazione su quelle basi. Questo abbassa il 10 che avrebbero potuto meritare gli autori.
Il miglior manga che io abbia mai letto fin'ora.
Si distingue dal ramo dei manga normali per il contenuto che tratta, ovvero cercare di ripulire il mondo dal male uccidendo.
Questo è anche un punto che mi ha dato molto da discutere con altre persone e che purtroppo non esiste la parte del giusto o sbagliato.
Inoltre, oltre a questo tema, gira tutto intorno a degli scontri di intelligenza pazzeschi, assolutamente bellissimi.
I primi sette volumi attirano leggermente di più il lettore, ma il finale è un qualcosa di eccezionale visto la fine della storia.
A valorizzare il tutto anche gli straordinari disegni del maestro Obata che per me si dimostra uno dei migliori disegnatori di manga del mondo.
Recensione assolutamente positiva, consigliatissimo!!!
Si distingue dal ramo dei manga normali per il contenuto che tratta, ovvero cercare di ripulire il mondo dal male uccidendo.
Questo è anche un punto che mi ha dato molto da discutere con altre persone e che purtroppo non esiste la parte del giusto o sbagliato.
Inoltre, oltre a questo tema, gira tutto intorno a degli scontri di intelligenza pazzeschi, assolutamente bellissimi.
I primi sette volumi attirano leggermente di più il lettore, ma il finale è un qualcosa di eccezionale visto la fine della storia.
A valorizzare il tutto anche gli straordinari disegni del maestro Obata che per me si dimostra uno dei migliori disegnatori di manga del mondo.
Recensione assolutamente positiva, consigliatissimo!!!
Di certo è un ottimo manga e il disegno è davvero fantastico, però Death Note non si esime da qualche pecca.
I primi sei numeri sono sensazionali, ci vengono introdotti tutti i personaggi e le varie psicologie, tutto ruota attorno alla battaglia cerebrale tra Light Yagami e L, i quali sono dotati di un'intelligenza fuori dal comune, infatti, anche se non si conoscono (almeno inizialmente) riescono a prevedere le proprie mosse.
Nella seconda parte, invece, tutto diventa quasi forzato e ripetitivo, l'autore tende a ripetersi e il pathos è quasi assente, però il tutto si risolleva con un finale emozionante.
Dal punto di vista tecnico, questo manga non ha errori, il disegno e pulitissmo e ricercato, quasi maniacale la cura dei particolari.
Per concludere, ormai quest'opera è entrata nella leggenda, però è ancora lontana da quei manga che hanno una perfezione assoluta dall'inizio alla fine.
I primi sei numeri sono sensazionali, ci vengono introdotti tutti i personaggi e le varie psicologie, tutto ruota attorno alla battaglia cerebrale tra Light Yagami e L, i quali sono dotati di un'intelligenza fuori dal comune, infatti, anche se non si conoscono (almeno inizialmente) riescono a prevedere le proprie mosse.
Nella seconda parte, invece, tutto diventa quasi forzato e ripetitivo, l'autore tende a ripetersi e il pathos è quasi assente, però il tutto si risolleva con un finale emozionante.
Dal punto di vista tecnico, questo manga non ha errori, il disegno e pulitissmo e ricercato, quasi maniacale la cura dei particolari.
Per concludere, ormai quest'opera è entrata nella leggenda, però è ancora lontana da quei manga che hanno una perfezione assoluta dall'inizio alla fine.
I punti di forza di Death Note stanno in una sceneggiatura ricca di colpi di scena, in grado di tenere desta l'attenzione del lettore fino all'ultimo numero, e un tratto grafico curato ed esteticamente affascinante: da non trascurare anche l'ambientazione cupa, veramente particolare.
La caratterizzazione psicologica dei personaggi, complessa e accurata, è un altro elemento positivo soprattutto per quanto riguarda il personaggio di Light, presentato freddo e impassibile, al punto da far sospettare che soffra di qualche forma di alienazione.
Death Note è uno di quei fumetti che non si può smettere di leggere!
La caratterizzazione psicologica dei personaggi, complessa e accurata, è un altro elemento positivo soprattutto per quanto riguarda il personaggio di Light, presentato freddo e impassibile, al punto da far sospettare che soffra di qualche forma di alienazione.
Death Note è uno di quei fumetti che non si può smettere di leggere!
Uno dei manga più avvincenti che Tsugumi Ohba e Takeshi Obata potevano scrivere.
La storia di due geni ma con la differenza che uno vuole diventare un dio oppure chiamato Kira grazie al Death Note, un libro capace di uccidere le persone soltanto scrivendoci sopra il nome ed avendo in mente il volto della persona, cosi da evitare eventuali omonimi. Allo stesso tempo c'è L un investigatore segreto di cui neanche i governi conoscono la sua vera identità, che cerca di scoprire chi è Kira, questo perché lo considera un serial killer. Così incomincia una doppia caccia per chi fa prima a scoprire l'altro per bloccarlo definitivamente.
La storia di due geni ma con la differenza che uno vuole diventare un dio oppure chiamato Kira grazie al Death Note, un libro capace di uccidere le persone soltanto scrivendoci sopra il nome ed avendo in mente il volto della persona, cosi da evitare eventuali omonimi. Allo stesso tempo c'è L un investigatore segreto di cui neanche i governi conoscono la sua vera identità, che cerca di scoprire chi è Kira, questo perché lo considera un serial killer. Così incomincia una doppia caccia per chi fa prima a scoprire l'altro per bloccarlo definitivamente.
Un manga molto innovativo, basato sull'uso di un quaderno dagli strani poteri, (unico elemento, insieme agli shinigami, che sia "magico"). L'intero manga è una lotta psicologica basata su strategie che mutano con il crearsi degli imprevisti. I protagonisti cercano di capirsi per poter anticipare le mosse dell'avversario. I disegni sono molto buoni. Questo manga merita il 9.
Death Note è un manga eccezionale, questo si, ma a tratti troppo sopravvalutato. L'idea è abbastanza buona, e molto innovativa. Il disegno è davvero impeccabile, su questo non c'è dubbio. I personaggi, invece, sono scadenti. Partiamo dal protagonista, Light, un diciassettenne megalomane che pensa di poter decidere chi può sopravvivere e chi no, per arrivare a formare un mondo perfetto, dove la gente non commette alcun crimine per paura di essere giudicato dal "capo supremo", carica che, ovviamente, sarà ricoperta da Light stesso. Poi abbiamo l'acerrimo nemico, L, che ovviamente non può accettare questa condizione (un pizzico di gelosia?). Tra questi due personaggi principale scoppia una battaglia memorabile, ed a tratti troppo enfatica. Nessuno di questi due geni può però sopraffare l'altro senza l'aiuto di altri personaggi meno "intelligenti", Misa, dalla parte di Light e la polizia, dalla parte di L. Questa situazione si ripete anche nella seconda battaglia di Light contro Near (Misa, Mikami e Soichiro dalla parte di Light e L'FBI, la mafia e Mello dalla parte di Near). Non si può però dire che ogni personaggio aiuti il proprio leader, dato che proprio Mikami permette a Near di sconfiggere Light. La storia è molto, troppo complessa. Ogni trucco adoperato dalle due parti rimane in piedi con un pizzico di fortuna: tutta la storia sembra molto confusa, come ad esempio lo scambio dei quaderni tra Light, Riuk e Ren...
Tutta questa storia si svolge su un castello di carta, che con un piccolo soffio potrebbe cadere e distruggere(come puntualmente accade). Non è affatto un manga eccezionale, ma abbastanza gradevole e, anche se un po' confuso, rimane sempre un manga da leggere.
Tutta questa storia si svolge su un castello di carta, che con un piccolo soffio potrebbe cadere e distruggere(come puntualmente accade). Non è affatto un manga eccezionale, ma abbastanza gradevole e, anche se un po' confuso, rimane sempre un manga da leggere.
C’era una volta un ragazzo che ricevette un potere dal padre. Era un potere straordinario che gli permise di trascendere il limite umano e volare verso il divino. Quel ragazzo cercò di avvicinarsi troppo agli dei e diventare egli stesso un dio. Ma il potere divino è pesante e non è gestibile da un uomo; le stesse ali con cui aveva raggiunto il cielo decretarono la morte del ragazzo…
<b>-CONTIENE IMPORTANTI SPOILER SUL FINALE-</b>
Penso tutti abbiate riconosciuto la storia di Icaro e suo padre Dedalo; ebbene iniziare con un mito greco è forse il modo più semplice per raccontare la storia di Light. Recensire Death note è molto difficile perché oramai è stato detto tutto su questo favoloso manga, io sfrutterò la mia bassa conoscenza tecnica dei manga per fare una breve analisi su più livelli dei significati dell’opera.
Che Light sia un novello Icaro lo possiamo capire tutti, la stessa raffigurazione che lo ritrae più volte con delle ali può confermare questa ipotesi. Light riceve un potere straordinario, si dice per caso ma in realtà il caso cosa è se non un modo diverso per dire destino, ed io voglio vederla in questo modo. Light usa il suo potere nella maniera più nobile possibile; il suo fine è migliorare il mondo ormai corrotto, trascinato su una strada irreversibile. Che il protagonista sia guidato da questi intenti cosi elevati però è tutto da dimostrare, il fine vero di light è senza dubbio quello di divenire il Dio del nuovo mondo, raggiungere uno stato più elevato di quello di semplice essere umano. Più volte però Light riuscirà nel suo intento e la scena della morte di Rem è forse l’esempio più significativo di questo processo che ormai aveva raggiunto il culmine. Cosi come Icaro però, non vi è l’eccezione a confermare la regola, Light viene ucciso dal suo stesso potere, o meglio dall’incapacità di reggere a lungo un potere cosi grande.
Dal canto suo L ha le stesse ambizione di Light, presentate però in maniera molto più velata; lui vuole diventare il dio di un mondo diverso, il dio del mondo terreno il dio della giustizia terreno. Non si tratta di una forma di giustizia assoluta ma semplicemente della giustizia oramai riconosciuta dagli esseri umani. Anche Near rappresenta con la sua freddezza semplicemente la volontà di un mondo di rimanere uguale a se, di non perdere i suoi principi ormai divenuti giusti semplicemente perché riconosciuti dai più. Loro rappresentano la stabilità o meglio la staticità, Light rappresenta il cambiamento ed il coraggio di voltare pagina. Il mondo di L e Near ha già nel corso del tempo avuto diversi sacrifici per affermarsi cosi come è ora, il mondo di Light necessitava di tante morti anche di persone giuste per arrivare al suo culmine.
La sfida tra questi cervelli, e anche di queste due ideologie, rappresenta l’anima del manga ed il suo punto di forza più importante. Un’altra chiave di lettura per interpretare il manga è vederlo come un lunghissima partita a scacchi. Ognuno fa le sue mosse cercando di anticipare le mosse degli altri, cosi come in una partita a scacchi chi sembra in vantaggio non è detto sia il vincitore, e cosi come in una partita a scacchi chi perde il controllo della situazione è spacciato, e light nell’ultima sfida con Near ormai aveva perso la lucidità e lo scacco matto è stato fatale. Le pedine sono tutti i personaggi che si susseguono, dall’SPK al quartier generale giapponese, da Misa a Mikami. È propri quest’ultimo a sancire la sconfitta di Light, che fa l’errore di considerarlo una semplice pedina ignorando la sua natura umana ed è proprio al volontà di Mikami di affermare se stesso come uomo che sancirà la fine di Light.
Il pericolo di queste storie però è il rischio di pagare alla lunga lo scotto della novità per finire in semplici ragionamenti fini a se stessi atti ed annoiare il pubblico. In Death Note questo non succede perché gli autori sono bravissimi a mantenere sempre desta l’attenzione del lettore, a spingerlo di volta in volta a cercare di comprendere ed anticipare le strategie dei giocatori, cosa che inevitabilmente non succede perché sembrano lontanissime dalla comprensione umana, ma che alla fine si dimostrano di una semplicità disarmante (vedi ultima strategia di Near... ). Funziona tutto come l’uovo di colombo.
C’è chi critica però la seconda parte del manga dopo la morte di L, ma questa critica non è condivisibile perché anche nella seconda l’opera parte riesce a mantenere desta l’attenzione del lettore, i nuovi avversari si dimostrano diversi da L, ma nel contempo molto vicini, spinti da una volontà di imitazione inculcatali dalla Wammy’s house. La parte più criticabile è forse la relativa facilità con cui Near scopre Light Yagami, ma d’altronde far ripetere tutto il ragionamento iniziale di L avrebbe annoiato molto il lettore. Forse il manga stanca un po’ alla fine del volume 11 perché si dilunga a causa nella volontà ammessa dagli autori di vuole raggiungere i 108 capitoli per il forte significato che questo numero ha.
Se si vuole però analizzare la fine dell’opera allora si può portare alla luce un’altra bellissima similitudine, quella tra Light e Cristo. Questa similitudine è molto forte ed è più volte rafforzata dall’iconografia dell’opera, dalle croci e dall’ultima copertina dove Light è crocifisso. Gli stessi ultimi capitoli e la prodigata sofferenza prima di sancire la morte di Light possono essere accomunati alla Passione. In realtà la vera passione Light la prova durante tutta la sua salita al potere, dove la sofferenza per aver rinunciato alla vita ed ai sentimenti traspare solo a malapena (per non dire che non traspare affatto). Le lacrime dopo la morte del padre sebbene possano apparire finte mi sono sembrate una sorta di primo, sebbene limitato, sfogo. Light era consapevole che per proseguire nei suoi scopi doveva rinunciare a tutto, doveva rinunciare ad una vita normale. Cosi come Cristo anche Light cerca di salvare il mondo ma viene ripudiato da un mondo che non vuole cambiare, un mondo ancorato ad modo di pensare ormai radicato ma di sicuro non il più giusto. La “giustizia” è un concetto relativo e le ultime immagine che raffigurano un folto gruppo di poveracci che credono ancora in Kira dimostra che alla fine chi ci rimette in questo mondo sono sempre le persone buone.
Per fare un limitato accenno di tecnica, bisogna dire che i disegni sono stupendi, dai visi traspirano mille emozioni. I disegni non eccedono in pose stilistiche ma rappresentano semplicemente la realtà. La regia è ordinata, abbastanza quadrata. Più volte viene rappresentato in maniera perfetta il modo di controbattere degli avversari.
In conclusione si può porre questa domanda. <b><i>Ma viviamo veramente in un mondo giusto?</i></b></b></b>
<b>-CONTIENE IMPORTANTI SPOILER SUL FINALE-</b>
Penso tutti abbiate riconosciuto la storia di Icaro e suo padre Dedalo; ebbene iniziare con un mito greco è forse il modo più semplice per raccontare la storia di Light. Recensire Death note è molto difficile perché oramai è stato detto tutto su questo favoloso manga, io sfrutterò la mia bassa conoscenza tecnica dei manga per fare una breve analisi su più livelli dei significati dell’opera.
Che Light sia un novello Icaro lo possiamo capire tutti, la stessa raffigurazione che lo ritrae più volte con delle ali può confermare questa ipotesi. Light riceve un potere straordinario, si dice per caso ma in realtà il caso cosa è se non un modo diverso per dire destino, ed io voglio vederla in questo modo. Light usa il suo potere nella maniera più nobile possibile; il suo fine è migliorare il mondo ormai corrotto, trascinato su una strada irreversibile. Che il protagonista sia guidato da questi intenti cosi elevati però è tutto da dimostrare, il fine vero di light è senza dubbio quello di divenire il Dio del nuovo mondo, raggiungere uno stato più elevato di quello di semplice essere umano. Più volte però Light riuscirà nel suo intento e la scena della morte di Rem è forse l’esempio più significativo di questo processo che ormai aveva raggiunto il culmine. Cosi come Icaro però, non vi è l’eccezione a confermare la regola, Light viene ucciso dal suo stesso potere, o meglio dall’incapacità di reggere a lungo un potere cosi grande.
Dal canto suo L ha le stesse ambizione di Light, presentate però in maniera molto più velata; lui vuole diventare il dio di un mondo diverso, il dio del mondo terreno il dio della giustizia terreno. Non si tratta di una forma di giustizia assoluta ma semplicemente della giustizia oramai riconosciuta dagli esseri umani. Anche Near rappresenta con la sua freddezza semplicemente la volontà di un mondo di rimanere uguale a se, di non perdere i suoi principi ormai divenuti giusti semplicemente perché riconosciuti dai più. Loro rappresentano la stabilità o meglio la staticità, Light rappresenta il cambiamento ed il coraggio di voltare pagina. Il mondo di L e Near ha già nel corso del tempo avuto diversi sacrifici per affermarsi cosi come è ora, il mondo di Light necessitava di tante morti anche di persone giuste per arrivare al suo culmine.
La sfida tra questi cervelli, e anche di queste due ideologie, rappresenta l’anima del manga ed il suo punto di forza più importante. Un’altra chiave di lettura per interpretare il manga è vederlo come un lunghissima partita a scacchi. Ognuno fa le sue mosse cercando di anticipare le mosse degli altri, cosi come in una partita a scacchi chi sembra in vantaggio non è detto sia il vincitore, e cosi come in una partita a scacchi chi perde il controllo della situazione è spacciato, e light nell’ultima sfida con Near ormai aveva perso la lucidità e lo scacco matto è stato fatale. Le pedine sono tutti i personaggi che si susseguono, dall’SPK al quartier generale giapponese, da Misa a Mikami. È propri quest’ultimo a sancire la sconfitta di Light, che fa l’errore di considerarlo una semplice pedina ignorando la sua natura umana ed è proprio al volontà di Mikami di affermare se stesso come uomo che sancirà la fine di Light.
Il pericolo di queste storie però è il rischio di pagare alla lunga lo scotto della novità per finire in semplici ragionamenti fini a se stessi atti ed annoiare il pubblico. In Death Note questo non succede perché gli autori sono bravissimi a mantenere sempre desta l’attenzione del lettore, a spingerlo di volta in volta a cercare di comprendere ed anticipare le strategie dei giocatori, cosa che inevitabilmente non succede perché sembrano lontanissime dalla comprensione umana, ma che alla fine si dimostrano di una semplicità disarmante (vedi ultima strategia di Near... ). Funziona tutto come l’uovo di colombo.
C’è chi critica però la seconda parte del manga dopo la morte di L, ma questa critica non è condivisibile perché anche nella seconda l’opera parte riesce a mantenere desta l’attenzione del lettore, i nuovi avversari si dimostrano diversi da L, ma nel contempo molto vicini, spinti da una volontà di imitazione inculcatali dalla Wammy’s house. La parte più criticabile è forse la relativa facilità con cui Near scopre Light Yagami, ma d’altronde far ripetere tutto il ragionamento iniziale di L avrebbe annoiato molto il lettore. Forse il manga stanca un po’ alla fine del volume 11 perché si dilunga a causa nella volontà ammessa dagli autori di vuole raggiungere i 108 capitoli per il forte significato che questo numero ha.
Se si vuole però analizzare la fine dell’opera allora si può portare alla luce un’altra bellissima similitudine, quella tra Light e Cristo. Questa similitudine è molto forte ed è più volte rafforzata dall’iconografia dell’opera, dalle croci e dall’ultima copertina dove Light è crocifisso. Gli stessi ultimi capitoli e la prodigata sofferenza prima di sancire la morte di Light possono essere accomunati alla Passione. In realtà la vera passione Light la prova durante tutta la sua salita al potere, dove la sofferenza per aver rinunciato alla vita ed ai sentimenti traspare solo a malapena (per non dire che non traspare affatto). Le lacrime dopo la morte del padre sebbene possano apparire finte mi sono sembrate una sorta di primo, sebbene limitato, sfogo. Light era consapevole che per proseguire nei suoi scopi doveva rinunciare a tutto, doveva rinunciare ad una vita normale. Cosi come Cristo anche Light cerca di salvare il mondo ma viene ripudiato da un mondo che non vuole cambiare, un mondo ancorato ad modo di pensare ormai radicato ma di sicuro non il più giusto. La “giustizia” è un concetto relativo e le ultime immagine che raffigurano un folto gruppo di poveracci che credono ancora in Kira dimostra che alla fine chi ci rimette in questo mondo sono sempre le persone buone.
Per fare un limitato accenno di tecnica, bisogna dire che i disegni sono stupendi, dai visi traspirano mille emozioni. I disegni non eccedono in pose stilistiche ma rappresentano semplicemente la realtà. La regia è ordinata, abbastanza quadrata. Più volte viene rappresentato in maniera perfetta il modo di controbattere degli avversari.
In conclusione si può porre questa domanda. <b><i>Ma viviamo veramente in un mondo giusto?</i></b></b></b>
La storia inizia con il protagonista, Light Yagami, che trova un death note nel cortile della scuola. Questo death note è un quaderno capace di uccidere una persona conoscendo il nome e il volto. Light deciderà di usare questo quaderno per uccidere chiunque commetta dei crimini e chiunque cerchi di ostacolarlo alla creazione del suo nuovo mondo. la storia è strutturata molto bene, ed è anche appassionante, i disegni sono ottimi e devo ammettere che è uno dei manga che mi ha colpito di più, soprattutto per la sua unicità. Anche l'anime è molto bello.
Ottimo manga con ottima narrativa ed illustrazione. Lo scambio di colpi di scena e di previsioni tra l'inseguitore ed il fuggitivo sono il punto forte di questo manga, per non parlare dell'atmosfera dark che viene creata dall'autore. Perde un po' la sua enfasi di scontro continuo verso metà storia (volume 7-8) e comincia il degenero di un impero costruito da un megalomane per poi concludersi con una morale molto significativa.
Ammetto che il mio interesse ha iniziato a scemare dopo l'8° volume - chi conosce bene la storia sa perché - tuttavia si tratta, credo, di un Manga/caso. Destinato a divenire "un classico", se non lo è già. Il protagonista dovrebbe essere Raito, o "Light", ma gli autori, evidentemente, non hanno voluto osare appena un tantino di più... da subito Light è troppo determinato, troppo perfetto, troppo abile e, soprattutto, troppo fortunato. Liquida i suoi dubbi di coscienza sgranocchiando una patatina, si potrebbe dire... Sia Hobata che Hotta ammettono candidamente che il loro personaggio preferito è Elle e credo che sia lo stesso per la maggior parte dei fans di questa serie. La grafica e lo stile sono estremamente interessanti, con una cura ammirevole per i particolari. Più che manga mi sembra una Graphic Novel. E sembra una sciocchezza, ma anche se può sembrare banale il tema principale può dare parecchio materiale su cui riflettere. Per chi non lo ha ancora letto, consiglio di acquistare tutti i numeri e concedersi una full immersion. Ne vale la pena.
Il protagonista è Light Yagami, entrato casualmente in possesso di un Death note, un quaderno il cui potere consiste nell'uccidere la persona il cui nome vi è scritto sopra. Il ragazzo, stufo della società corrotta nella quale è costretto a vivere decide di utilizzare il quaderno per giustiziare i criminali; l'alto numero di vittime morte improvvisamente per arresto cardiaco, porta l'Interpol ad avviare delle indagini per scoprire l'autore dei misteriosi decessi, richiedendo l’aiuto di L, il più abile detective al mondo, la cui identità non è nota a nessuno.
Stupendo. Non ci sono altre parole per definire quello che a mio parere è uno dei più bei manga in circolazione.
La trama è strutturata in modo da tener il lettore continuamente col fiato sospeso, senza mai annoiare, in un intrico di guerre psicologiche tra i due protagonisti.
Che dire poi dei disegni, sono semplicemente perfetti e curati in ogni minimo particolare, davvero ottimi!
Ogni personaggio è caratterizzato al punto da evitare un qualunque minimo stereotipo o somiglianza ad altri manga, e senza dubbio quello che più colpisce è L, così particolare e insolito! Consiglio la lettura di questo manga a tutti, ritenendolo veramente ottimo.
Stupendo. Non ci sono altre parole per definire quello che a mio parere è uno dei più bei manga in circolazione.
La trama è strutturata in modo da tener il lettore continuamente col fiato sospeso, senza mai annoiare, in un intrico di guerre psicologiche tra i due protagonisti.
Che dire poi dei disegni, sono semplicemente perfetti e curati in ogni minimo particolare, davvero ottimi!
Ogni personaggio è caratterizzato al punto da evitare un qualunque minimo stereotipo o somiglianza ad altri manga, e senza dubbio quello che più colpisce è L, così particolare e insolito! Consiglio la lettura di questo manga a tutti, ritenendolo veramente ottimo.
Pregi: Sicuramente l'innovazione, il fatto che del manga abbia solo i disegni. La trama è matura e realistica, le emozioni si susseguono, lo spettatore osserva in pratica una partita a scacchi, dove non si sa chi potrà vincere e le mosse sono veri e propri colpi di genio. Le sfide sono psicologiche, non si usa mai la forza fisica per avere la meglio.
Obata poi a disegnare è uno dei miei preferiti, eccezionale e in questo manga da forse il meglio di se.
Difetti: Beh, come manga è unico nel suo genere, ma io preferisco in linea di massima il classico shonen. Poi la trama risulta un po' ripetitiva ad un certo punto, pur non risultando comunque mai banale o scontata. Inoltre, è tutto molto molto serio, non c'è spazio mai per una battuta ma è probabilmente lo stile che si voleva dare al manga.
Opinione finale: Capolavoro è la parola giusta. Non è proprio il mio genere, ma la qualità è evidente. Diverso dai classici manga, è molto più serio e psicologico, nessun personaggio ha poteri o robe strane, e togliendo il quaderno, la storia sarebbe perfettamente realistica. La trama è intricata e i colpi di scena garantiti. Lo spettatore non è mai certo di nulla. Sicuramente ha risposto in maniera egregia alle mie aspettative. Lo consiglio caldamente a chiunque.
Obata poi a disegnare è uno dei miei preferiti, eccezionale e in questo manga da forse il meglio di se.
Difetti: Beh, come manga è unico nel suo genere, ma io preferisco in linea di massima il classico shonen. Poi la trama risulta un po' ripetitiva ad un certo punto, pur non risultando comunque mai banale o scontata. Inoltre, è tutto molto molto serio, non c'è spazio mai per una battuta ma è probabilmente lo stile che si voleva dare al manga.
Opinione finale: Capolavoro è la parola giusta. Non è proprio il mio genere, ma la qualità è evidente. Diverso dai classici manga, è molto più serio e psicologico, nessun personaggio ha poteri o robe strane, e togliendo il quaderno, la storia sarebbe perfettamente realistica. La trama è intricata e i colpi di scena garantiti. Lo spettatore non è mai certo di nulla. Sicuramente ha risposto in maniera egregia alle mie aspettative. Lo consiglio caldamente a chiunque.
Il mio voto è una media tra il 10 dei primi 2/3/4 numeri e il 4 degli ultimi 3/4 numeri. Il manga parte veramente benissimo, poche volte sono stato così preso subito dalla partenza. Storia originalissima, accattivante, ricca di mistero, pathos e diversi colpi di scena. Ma quando si arriva in cima è facile purtroppo che si scenda ed infatti piano piano il manga diventa sempre più complesso, le pagine si riempiono di baloon, di pensieri e di ragionamenti assurdi (che ammetto a volte di aver saltato), diventa un tantino noioso ma mai (almeno per me) prevedibile. La prima parte, con L, comunque resta piacevole/buona e secondo me poteva benissimo fermarsi li. La seconda parte (con Mello & Co.) l'ho trovata quasi brutta, non mi prendeva più, volevo vedere il finale il prima possibile e la storia non usciva mai dai binari iniziali, più complicata e noiosa. Il finale però devo dire mi è piaciuto, ben riuscito anche se a mio parere il protagonista finisce per fare la figura del pagliaccio mentre negli 11 numeri precedenti era sicuro di se, intrepido e molto freddo. Per quanto riguarda i personaggi devo dire che sono gran pochi ed a parte Ryuk quasi tutti antipatici. I protagonisti troppo sicuri di se, mi hanno portato a tifare per l'antagonista. I disegni sono molto buoni. Resta l'amaro in bocca di un manga partito benissimo (e con i favori del pronostico come si suol dire) e andato sempre verso il basso. Un vero peccato.
Non mi dilungo ad analizzare l'opera nel dettaglio perché molte parole sarebbero superflue. E' un'opera geniale e ben disegnata, ma soprattutto geniale. Chiunque dovrebbe leggere questa serie che già in pochi anni si è creata una schiera di lettori in Italia e nel mondo e che continua a crescere in popolarità e pian piano sta entrando nella storia dei manga. Il confronto psicologico dei personaggi è pensato nei minimi dettagli ed il quaderno passa velocemente in secondo piano restando solamente la causa scatenante del conflitto. A parte un finale che personalmente mi ha molto deluso, forse perché a prescindere dall'esito tutto si risolve molto in fretta e in modo semplice. L'unica cosa che posso aggiungere è che chi non l'ha letto <u>deve</u> leggerlo!
L'inizio è stato travolgente. La storia di un ragazzo fuori dal comune che si lascia sopraffare dal suo lato oscuro, diventando da giustiziere un tiranno. Ottima introspezione dei personaggi e grafica molto curata. L e Ryuk sono davvero magnifici e la trama procede tra colpi di scena e teorie limite, ma dal volume 6 l'impostazione cambia, entrano in scena nuovi personaggi e forse il manga ci perde un po'.
Un manga a mio parere molto sopravvalutato.
L'idea di base è fondamentalmente buona: uno Shinigami (Dio della Morte) annoiato e scontento della sua esistenza lascia cadere sulla terra un quaderno con il potere di uccidere conoscendo nome e viso della persona.
Questo quaderno è raccolto da un ragazzo con un'idea della giustizia alquanto confusa; da qui iniziano le mirabolanti (e spesso comiche) avventure di Kira (Nome dato al ragazzo dalla gente) per creare un nuovo mondo senza criminali.
Il tutto ambientato in un mondo reale (o quasi) nel quale agenti dell'FBI svelano la propria identità a destra ed a manca e dove la polizia fa svolgere le indagini ad un adolescente in pigiama.
Stilisticamente parlando il disegno è l'unico fattore che si salva dalla noia e dalla ben nascosta banalità del manga. Pagine e pagine di scritte fitte senza nemmeno una scena d'azione fanno in modo che il lettore impieghi un'ora per leggere due capitoli da meno di venti pagine l'uno. Anche in altri manga ci sono pagine di riflessioni (come in Hunter X Hunter) ma le pagine sono variegate da scene comiche, azione e soprattutto variazione delle inquadrature.
I personaggi (4 o 5 quelli descritti decentemente) variano dal genio al super-genio che fanno perdere il lettore nei loro pensieri. Non è un manga ben riuscito a mio avviso e sarebbe stato meglio un libro per descrivere questa storia. O forse questo è solo il mio parere visto che molti lo sembrano apprezzare.
L'idea di base è fondamentalmente buona: uno Shinigami (Dio della Morte) annoiato e scontento della sua esistenza lascia cadere sulla terra un quaderno con il potere di uccidere conoscendo nome e viso della persona.
Questo quaderno è raccolto da un ragazzo con un'idea della giustizia alquanto confusa; da qui iniziano le mirabolanti (e spesso comiche) avventure di Kira (Nome dato al ragazzo dalla gente) per creare un nuovo mondo senza criminali.
Il tutto ambientato in un mondo reale (o quasi) nel quale agenti dell'FBI svelano la propria identità a destra ed a manca e dove la polizia fa svolgere le indagini ad un adolescente in pigiama.
Stilisticamente parlando il disegno è l'unico fattore che si salva dalla noia e dalla ben nascosta banalità del manga. Pagine e pagine di scritte fitte senza nemmeno una scena d'azione fanno in modo che il lettore impieghi un'ora per leggere due capitoli da meno di venti pagine l'uno. Anche in altri manga ci sono pagine di riflessioni (come in Hunter X Hunter) ma le pagine sono variegate da scene comiche, azione e soprattutto variazione delle inquadrature.
I personaggi (4 o 5 quelli descritti decentemente) variano dal genio al super-genio che fanno perdere il lettore nei loro pensieri. Non è un manga ben riuscito a mio avviso e sarebbe stato meglio un libro per descrivere questa storia. O forse questo è solo il mio parere visto che molti lo sembrano apprezzare.
Fumetto con disegni assolutamente fantastici grazie al divino Obata che è stato davvero mitico in questa serie di ben tredici volumi mozzafiato! Il disegnatore è riuscito a disegnare i personaggi più adulti a seconda della loro eta e quindi dal numero del manga infatti se avete tutti i 13 fumetti confrontando il 1 con il 12 si può benissimo notare una gran differenza tra i due stessi personaggi che state guardando. La storia invece è ben studiata dal mitico maestro Ohba che riesce a studiare la storia e a renderla davvero fantastica in ogni numero. L'unica cosa che posso consigliarvi è di leggerlo perchè è un vero capolavoro dei 2 maestri giapponesi.
<b>[ATTENZIONE: CONTIENE SPOILER SUL FINALE]</b>
Disegno eccellente (per me Takeshi Obata è uno dei migliori disegnatori in giro); trama piuttosto farraginosa per la complessità dei ragionamenti, tuttavia se ci si mette con calma a pazienza si può apprezzare molto questa storia (non è un manga da leggere frivolamente, bisogna mettersi lì a ragionare per capire ogni passaggio se no non ci si raccapezza più); colpo di scena ben azzeccato a metà storia ma la seconda parte è pressoché identica alla prima; la cosa che mi è veramente piaciuta è proprio l'idea del death note: se avessimo la possibilità di uccidere semplicemente scrivendo un nome, cosa faremmo? Come useremmo un simile potere? Per noi stessi o per il mondo? Saremmo davvero capaci di uccidere? Questo mi ha fatto molto pensare, e, secondo me il finale è perfetto poiché, anche se il protagonista usa il quaderno per migliorare il mondo, si è preso la libertà di giudicare la gente secondo le proprie idee, non ha dato a nessuno una seconda possibilità, quindi ribadisco che il finale sia assolutamente quello giusto.
Disegno eccellente (per me Takeshi Obata è uno dei migliori disegnatori in giro); trama piuttosto farraginosa per la complessità dei ragionamenti, tuttavia se ci si mette con calma a pazienza si può apprezzare molto questa storia (non è un manga da leggere frivolamente, bisogna mettersi lì a ragionare per capire ogni passaggio se no non ci si raccapezza più); colpo di scena ben azzeccato a metà storia ma la seconda parte è pressoché identica alla prima; la cosa che mi è veramente piaciuta è proprio l'idea del death note: se avessimo la possibilità di uccidere semplicemente scrivendo un nome, cosa faremmo? Come useremmo un simile potere? Per noi stessi o per il mondo? Saremmo davvero capaci di uccidere? Questo mi ha fatto molto pensare, e, secondo me il finale è perfetto poiché, anche se il protagonista usa il quaderno per migliorare il mondo, si è preso la libertà di giudicare la gente secondo le proprie idee, non ha dato a nessuno una seconda possibilità, quindi ribadisco che il finale sia assolutamente quello giusto.
L'ennesimo commento, ma come astenersi?
L'ho comprato per interesse (copertina del primo numero intrigante, critiche favorevoli, ecc..), e lo ammetto, i primi 2 numeri mi hanno colpito favorevolmente. Mano a mano che la storia procedeva, però, sentivo l'interesse scemare, fino ad arrestarsi al 10 volume, comprato a causa di una finta auto convinzione (sinceramente non sono riuscita nemmeno ad aprirlo).
Come mai?
Ritengo sia una storia troppo fredda, addirittura banale, nulla di nuovo, mi sembra il tentativo di applicare una trama alla "codice da vinci" al fumetto, e personalmente ritengo che il risultato possa ritenersi appena appena positivo dal punto di vista tecnico.
Un manga così ben congegnato, pulito e barocco al tempo stesso non lo avevo mai letto, sorretto oltretutto da un disegno impeccabile.
Probabilmente è questo che non mi ha catturata, insieme all'assenza di un evoluzione dei personaggi e del disegno.
E' un manga fine a se stesso, e questa è la pecca più grande che abbia riscontrato. PERSONALMENTE ritengo che se una storia non lascia nulla al lettore, diventa un puro esercizio autoreferenziale, di bravura tecnica, ma sterile.
Può diventare una moda, o lo specchio di un periodo, e forse in questo gli autori ci sono riusciti, ma scopo di chi narra non è solo far vedere le cose come stanno.
Non consiglio di non comprarlo, in fondo si impara anche dagli errori.
L'ho comprato per interesse (copertina del primo numero intrigante, critiche favorevoli, ecc..), e lo ammetto, i primi 2 numeri mi hanno colpito favorevolmente. Mano a mano che la storia procedeva, però, sentivo l'interesse scemare, fino ad arrestarsi al 10 volume, comprato a causa di una finta auto convinzione (sinceramente non sono riuscita nemmeno ad aprirlo).
Come mai?
Ritengo sia una storia troppo fredda, addirittura banale, nulla di nuovo, mi sembra il tentativo di applicare una trama alla "codice da vinci" al fumetto, e personalmente ritengo che il risultato possa ritenersi appena appena positivo dal punto di vista tecnico.
Un manga così ben congegnato, pulito e barocco al tempo stesso non lo avevo mai letto, sorretto oltretutto da un disegno impeccabile.
Probabilmente è questo che non mi ha catturata, insieme all'assenza di un evoluzione dei personaggi e del disegno.
E' un manga fine a se stesso, e questa è la pecca più grande che abbia riscontrato. PERSONALMENTE ritengo che se una storia non lascia nulla al lettore, diventa un puro esercizio autoreferenziale, di bravura tecnica, ma sterile.
Può diventare una moda, o lo specchio di un periodo, e forse in questo gli autori ci sono riusciti, ma scopo di chi narra non è solo far vedere le cose come stanno.
Non consiglio di non comprarlo, in fondo si impara anche dagli errori.
Ho visto sl l'anime di Death Note per caso e mi è piaciuto subito. Forse è vero che una pecca è che i fatti si ripetono (L=N), ma nonostante ciò è un manga avvincente, crea suspence, bello anche per la psicologia dei personaggi, è vero forse che nel manga ci saranno molti dialoghi, ma questo perchè la storia di basa su un duello psicologico fra i personaggi ed è questo che la rende cosi' intrigante, sebbene possa sembrare banale (un ragazzo che uccide tramite un quaderno e gli investigatori che cercano di scoprire chi c'è dietro a tutto questo) è bello il modo in cui i personaggi si affrontano cercano di prevalere sull'altro..
Per alcune critiche che gli vengono mosse: perchè i manga devono essere reali? Almeno con i manga e gli anime si ha la possibilita' di creare storie fantastiche surreali quindi perchè non distorgliersi dalla realtà? L'importate è che tutto abbia un senso e sia legato. Comunque W L! È davvero geniale!
Per alcune critiche che gli vengono mosse: perchè i manga devono essere reali? Almeno con i manga e gli anime si ha la possibilita' di creare storie fantastiche surreali quindi perchè non distorgliersi dalla realtà? L'importate è che tutto abbia un senso e sia legato. Comunque W L! È davvero geniale!
[<b>ATTENZIONE, CONTIENE IMPORTANTI SPOILER</b>] A mio parere è un capolavoro. E' il mio anime e manga preferito in assoluto ._. Molti trovano che con la morte di [...] il manga e l'anime diventi noioso e perda molto. Secondo me non è affatto vero, anzi, secondo me la storia diventa più interessante ed intricata. Takeshi Obata ha uno stile che adoro e Tsugumi Ohba è stata geniale a creare una trama così elaborata e ricca di colpi di scena. Insomma, Death Note è il migliore anime e manga che io abbia mai letto e lo consiglio a persone intelligenti, perchè purtroppo molte persone iniziano a leggerlo solo perchè è popolare, sottovalutando la psicologia dei personaggi. Mello infatti è il personaggio che amo di più in assoluto; è un personaggio emotivo anche se geniale, umano, ambizioso e determinato, e grazie al suo sacrificio Near è riuscito a catturare Kira. Insomma Mello è essenziale nella trama di Death Note e non è assolutamente da sottovalutare, in poche parole lo adoro. Inoltre le OST dell'anime sono a dir poco meravigliose e le opening ed ending sono molto intonate; rock, anche con qualche punta metal (What's up people =çç=), con le parole e sono molto belle riguardo il punto di vista ritmico. I Maximum the Hormone sono proprio azzeccati per aver fatto What's up People e Zetsubou Billy. Anche The World e Alumina dei Nightmare mi piacciono molto,ma preferisco sinceramente le sigle create dai Maximum. Beh che dire, leggetevi e guardatevi Death Note, è assolutamente fantastico ._.
<b>ATTENZIONE IMPORTANTI SPOILER</b>: IL manga dell'anno... forse del decennio... forse addirittura tra i 5 migliori manga che siano mai stati scritti.
Il personaggio principale è Light, ed è semplicemente impressionante: cinico, capriccioso, egocentrico, eppure riesce ad essere il mio personaggio preferito. Il suo antagonista, L, un altro fenomeno (se Light non fosse Light, sarebbe lui il mio preferito ;) ), molto più maturo, ma con la stessa voglia di dimostrare quanto è intelligente.
Una sfida appassionante ahimè, interrotta molto presto, data la morte di [...] (e comunque [...] è stato un genio). Purtroppo i suoi successori non mi hanno impressionata più di tanto e la scena della morte di Light non può che confermare la mia antipatia nei confronti di Near. Ma andiamo, sensei, si può far morire così (per mano dello scemo del villaggio) un personaggio come Light Yagami / Kira??? Io mi aspettavo una morte più scenografica, che ne so, un pò più di pathos o forse per me nessuna morte si addiceva a quella meraviglia di personaggio.
Ma, commenti personali a parte, non c'è dubbio che questo manga lascerà il segno, e non vedo l'ora che arrivi in Italia anche l'anime, dalla colonna sonora spaventosamente rock!
Il personaggio principale è Light, ed è semplicemente impressionante: cinico, capriccioso, egocentrico, eppure riesce ad essere il mio personaggio preferito. Il suo antagonista, L, un altro fenomeno (se Light non fosse Light, sarebbe lui il mio preferito ;) ), molto più maturo, ma con la stessa voglia di dimostrare quanto è intelligente.
Una sfida appassionante ahimè, interrotta molto presto, data la morte di [...] (e comunque [...] è stato un genio). Purtroppo i suoi successori non mi hanno impressionata più di tanto e la scena della morte di Light non può che confermare la mia antipatia nei confronti di Near. Ma andiamo, sensei, si può far morire così (per mano dello scemo del villaggio) un personaggio come Light Yagami / Kira??? Io mi aspettavo una morte più scenografica, che ne so, un pò più di pathos o forse per me nessuna morte si addiceva a quella meraviglia di personaggio.
Ma, commenti personali a parte, non c'è dubbio che questo manga lascerà il segno, e non vedo l'ora che arrivi in Italia anche l'anime, dalla colonna sonora spaventosamente rock!
Il fatto è che se questo manga non piace a tutti è per questioni di proprie considerazioni personali e modi di concepire temi come la diminuzione della criminalità grazie ad un block notes. Comunque ritengo che a molti non sia piaciuto perché è difficile instaurare un preciso feeling con un personaggio in particolare e con la trama troppo complessa ed artificiosa a tratti. L'anime esprime meglio, a mio avviso, il carattere di questa affascinante storia. In parole povere se siete estranei alle trame ostiche e non ci capirete niente; alcuni scene escono dicendo che la storia non ha fondamenti e che i personaggi non esprimono bene il loro ruolo nel contesto cui appartengono. Non credo una opera del genere possa essere scambiata con una di quelle nate solo a scopo di lucro e vale la pena leggerla. La lascio senza voto perché non si può dare un voto ad un'opera così aperta a riflessioni personali... (il voto che esprimo è il mio personale).
Da come potete vedere ho letto solo poki volumi ma anke se sto solo ad 1/4 dell'opera penso di poter dare un primo giudizio. Gli ho dato 10 (è da pazzi visto che ho appena iniziato a leggerlo) perchè è davvero stupendo, nnt della trama è lasciato al caso ed i disegni sono davvero ben realizzati. Tutta la storia gira sul ritrovamento da parte di light (un liceale) di un quaderno kiamato Death Note, che può uccidere le persone scritte su di esso. Il ragazzo incuriosito mette alla prova le potenzialità dell'oggetto che lo porteranno a fare un pluricidio su scala mondiale mobilitando le nazioni del G8. Così inizia l'incredibile sfida tra 2 geni, L (il miglior detective al mondo) e light. Siccome non voglio sembrare pesante mi fermo qui con la trama perchè nelle altre recensioni è spiegato molto bene. Ogni finale del volume vi lascerà con un vuoto dentro che potrete colmare solo aspettando l'uscita del prossimo, il mese successivo ma ne vale la pena.Solo una cosa voglio dirvi: leggetevelo!Sennò vi perderete davvero un'opera d'arte. Grz Tsugumi Ohba!
Sicuramente un ottimo manga da tutti i punti di vista (soggetto, ambientazione, stoira, disegni, ecc...) tuttavia i colpi di scena scorrono lenti e sono molto prevedibili. Rispetto all'Anime questo è di un livello assai inferiore anche se può essere apprezzato da un certo pubblico. Lo consiglio, ma solo a chi cerca un po' di svago e una lettura non molto impegnativa.
Devo fare i miei complimenti ai due autori, Death Note è un piccolo capolavoro, partiamo dai due iniziali protagonisti (anche se la storia è ricca di personaggi secondari che si riveleranno decisivi): Light secondo la mia modesta opinione è un personaggio straordinario dal punto di vista di caratterizzazione, è cinico e delle volte un gran bastardo al solo scopo di raggiungere i suoi obbiettivi, ma confesso che non ho fatto a meno di tifare per lui, Elle è un personaggio atipico nel ruolo di detective, ma si rivela la scelta che fa di Death Note un manga unico.
Storia unica, colpi di scena azzeccatissimi, disegni stupendi e personaggi ottimamente caratterizzati fanno di death note un gran manga, anche se il finale mi ha un pò deluso [...].
Storia unica, colpi di scena azzeccatissimi, disegni stupendi e personaggi ottimamente caratterizzati fanno di death note un gran manga, anche se il finale mi ha un pò deluso [...].
Sembra uno dei soliti manga made in jap dove ci si allena per diventare i più forti lottatori del mondo. Invece no. Un manga maturo nato dall'unione di una scrittura travolgenti e disegni impressionanti, in grado di rendere al 100% la scena. Impossibile non innamorarsene a prima vista.
La storia parla di un diciassettenne di nome Light Yagamiche trova un quaderno con il potere di uccidere. Il brillante ragazzo però troverà ad ostacolarlo un grandioso detective, L. La storia vi travolgerà con colpi di scena e brillanti strategie, state certi che l'unica pecca di questo manga è la breve durata.
La storia parla di un diciassettenne di nome Light Yagamiche trova un quaderno con il potere di uccidere. Il brillante ragazzo però troverà ad ostacolarlo un grandioso detective, L. La storia vi travolgerà con colpi di scena e brillanti strategie, state certi che l'unica pecca di questo manga è la breve durata.
Soggetto originale e adulto, con buone potenzialità di sviluppo; grafica eccellente; ottima caratterizzazione del protagonista Light, il cui dark side (il razionale delirio di onnipotenza criminale, con accenti da nazista) risulta perfettamente connesso all'altra faccia di studente modello, intelligente, con idee precise sulla società e molto annoiato. Perdonabili le sparate sull'Fbi, sul g8 etc etc . Poco pregnanti le critiche sulla mancanza di azione e la lunghezza dei dialoghi, evidentemente chi le fa è abituato alla peggior deriva del shonen manga.
Date queste premesse, capirete perchè ritengo imperdonabili quelle scelte (protagonisti adolescenti o peggio bambini, iperboli di ogni sorta, sfida tra supereroi sebbene della mente, ammiccamenti gotici) che confinano inesorabilmente una storia interessante in un manga di genere.
Inaccettabile è inoltre la rinuncia da parte dell'autore a qualsiasi sviluppo sui dilemmi etici e morali posti dalle azioni di Light. All'inizio sembra un lavoro volutamente provocatorio e inquietante, dopo un po' viene il dubbio che l'autore non ha proprio argomenti (al di là di generiche frasi sulla giustizia, il bene e i malvagi) che supportino la decisione dei "buoni" di opporsi a Kira. O forse di questi temi non gliene frega niente e si accontenta di fare un buon prodotto commerciale.
Qua e là le comparse dicono che Kira fa ciò che tutti vorrebbero che fosse fatto, senza avere il coraggio di dirlo perchè politicamente scorretto. Ok. Ma dire che il lavoro di Kira porta buoni risultati, come la diminuzione della criminalità, questo mi pare troppo! Ma quando mai la pena di morte ha portato alla diminuzione della criminalità? Uno che decide di fare un manga su questi temi potrebbe pure prendersi la briga di leggere le statistiche, senza contare che la pena capitale in Giappone esiste ed è un tema di dibattito pubblico.
Date queste premesse, capirete perchè ritengo imperdonabili quelle scelte (protagonisti adolescenti o peggio bambini, iperboli di ogni sorta, sfida tra supereroi sebbene della mente, ammiccamenti gotici) che confinano inesorabilmente una storia interessante in un manga di genere.
Inaccettabile è inoltre la rinuncia da parte dell'autore a qualsiasi sviluppo sui dilemmi etici e morali posti dalle azioni di Light. All'inizio sembra un lavoro volutamente provocatorio e inquietante, dopo un po' viene il dubbio che l'autore non ha proprio argomenti (al di là di generiche frasi sulla giustizia, il bene e i malvagi) che supportino la decisione dei "buoni" di opporsi a Kira. O forse di questi temi non gliene frega niente e si accontenta di fare un buon prodotto commerciale.
Qua e là le comparse dicono che Kira fa ciò che tutti vorrebbero che fosse fatto, senza avere il coraggio di dirlo perchè politicamente scorretto. Ok. Ma dire che il lavoro di Kira porta buoni risultati, come la diminuzione della criminalità, questo mi pare troppo! Ma quando mai la pena di morte ha portato alla diminuzione della criminalità? Uno che decide di fare un manga su questi temi potrebbe pure prendersi la briga di leggere le statistiche, senza contare che la pena capitale in Giappone esiste ed è un tema di dibattito pubblico.
Il consenso che questo manga stava riscuotendo tra gli appassionati mi ha spinto ad acquistarne il primo volume e a leggerlo praticamente subito dopo. I gusti sono gusti, ma onestamente quest'opera mi è piaciuta davvero poco... Le regole del quaderno, all'inizio 3 o poco più, aumentano di continuo per rendere la storia un po' più intrigante. E sì, perché le vicende sono di una noia mortale! Il protagonista è un ragazzo di 17 anni (che ne dimostra 10 di più) che scrive nomi di persone su un quaderno e queste muoiono quando e come ha deciso lui. Poi c'è un altro tizio misterioso che, sulla base di pochi e ambigui indizi, fa deduzioni incredibilmente corrette! Migliaia di balloon pieni di dialoghi non fanno altro che rallentare e appesantire ulteriormente il tutto. "Tutto" che, per la maggior parte delle pagine, è rappresentato dai pensieri del protagonista e dai suoi discorsi col suo "amico" dio della morte.
L'unica cosa che salvo di questo manga sono i disegni: davvero belli. Per questo gli ho dato 5 anziché il 4 che (almeno per ora) si meriterebbe...
L'unica cosa che salvo di questo manga sono i disegni: davvero belli. Per questo gli ho dato 5 anziché il 4 che (almeno per ora) si meriterebbe...
Ottima la grafica, buona l'idea, discutibile il risultato. Death Note non è un cattivo manga, tutt'altro, l'unico difetto è che appartiene a un genere particolare che bisogna leggere nei giorni giusti. Quando si legge un manga si entra anche nell'atmosfera creata dall'autore, ma se l'atmosfera è questa, aiuto. Scorre lento e i colpi di scena sono sempre quelli. Diciamo che anche i manga hanno il loro periodo del mese.
Il riassunto preso dal sito di Panini rende alla perfezione l'incipit del manga.
Inizialmente la storia può o incuriosire o sembrare la pensata più artificiosa e meno sensata mai partorita. Io appartengo a quest'ultima categoria.
Tuttavia col progredire dei numeri usciti questo manga ha acceso i cuori di sempre più accoliti, quindi ho deciso di concedergli una chance. Col senno di poi devo dire che ho fatto estremamente bene.
L'opera può scoraggiare per la mole imponente di dialoghi e la quasi totale assenza di azione nel senso più tradizionale del termine, ma una volta superata l'eventuale diffidenza dettata da questi fattori si entra in un mondo che vale la pena essere visitato.
In primis il disegno è superbo. La caratterizzazione grafica dei personaggi è accurata, l'espressività degli sguardi è ottimamente resa e gli dei della morte sono molto ben diversificati tra loro nell'aspetto; inoltre nelle seppur rare scene d'azione il tutto viene espletato con ottimo dinamismo rendendo il complesso chiaro e pulitissimo.
Riguardo a trama e regia.... beh... Death Note è un manga fortissimamente strategico caratterizzato dalla lotta mentale tra il protagonista, di un'intelligenza quasi rivoltante per cinismo, e i suoi antagonisti che cercano di stanarlo e smacherarlo.
Il gioco è appassionante e carico di tensione, ed anche nei momenti di maggiore complessità tutto viene spiegato abbondantemente attraverso i pensieri dei personaggi, in modo tale da rendere la lotta abbastanza complessa da stupire ma tutto sommato comprensibile.
Tutto questo è arricchito e completato da una sceneggiatura superiore alla media e da una regia che seppur un pò scolastica, proprio per questa sua semplicità riesce ad essere la giusta cornice alla storia.
In definitiva l'ho trovato un manga innanzitutto molto coraggioso.La moralità viene accantonata di fronte al potere e ai fini personali, la psicologia cinica e fortemente attaccata alla logica di Light è messa deliberatamente in contrapposizione con il senso di giustizia che invece domina quasi tutti coloro che lo circondano, senza per altro mai asserire chi sia davvero nel giusto.
Probabilmente potendo avrei elargito un 9.1-9.2, che è la dimensiona che senza dubbio merita, vale a dire un'opera di primissimo piano senza sfociare nel capolavoro assoluto.
Inizialmente la storia può o incuriosire o sembrare la pensata più artificiosa e meno sensata mai partorita. Io appartengo a quest'ultima categoria.
Tuttavia col progredire dei numeri usciti questo manga ha acceso i cuori di sempre più accoliti, quindi ho deciso di concedergli una chance. Col senno di poi devo dire che ho fatto estremamente bene.
L'opera può scoraggiare per la mole imponente di dialoghi e la quasi totale assenza di azione nel senso più tradizionale del termine, ma una volta superata l'eventuale diffidenza dettata da questi fattori si entra in un mondo che vale la pena essere visitato.
In primis il disegno è superbo. La caratterizzazione grafica dei personaggi è accurata, l'espressività degli sguardi è ottimamente resa e gli dei della morte sono molto ben diversificati tra loro nell'aspetto; inoltre nelle seppur rare scene d'azione il tutto viene espletato con ottimo dinamismo rendendo il complesso chiaro e pulitissimo.
Riguardo a trama e regia.... beh... Death Note è un manga fortissimamente strategico caratterizzato dalla lotta mentale tra il protagonista, di un'intelligenza quasi rivoltante per cinismo, e i suoi antagonisti che cercano di stanarlo e smacherarlo.
Il gioco è appassionante e carico di tensione, ed anche nei momenti di maggiore complessità tutto viene spiegato abbondantemente attraverso i pensieri dei personaggi, in modo tale da rendere la lotta abbastanza complessa da stupire ma tutto sommato comprensibile.
Tutto questo è arricchito e completato da una sceneggiatura superiore alla media e da una regia che seppur un pò scolastica, proprio per questa sua semplicità riesce ad essere la giusta cornice alla storia.
In definitiva l'ho trovato un manga innanzitutto molto coraggioso.La moralità viene accantonata di fronte al potere e ai fini personali, la psicologia cinica e fortemente attaccata alla logica di Light è messa deliberatamente in contrapposizione con il senso di giustizia che invece domina quasi tutti coloro che lo circondano, senza per altro mai asserire chi sia davvero nel giusto.
Probabilmente potendo avrei elargito un 9.1-9.2, che è la dimensiona che senza dubbio merita, vale a dire un'opera di primissimo piano senza sfociare nel capolavoro assoluto.
Di seguito la mia opinione su molte critiche che vengono mosse a questo manga:
1: Smettiamola di criticare il fatto che degli adolescenti riescano a fare dei ragionamenti contorti, macchiavellici o quant'altro. E', a mio parere, una delle cose più sensate che si possano vedere in un manga dopotutto se facciamo il confronto con super-eroi, maghette che si trasformano o gente che torna in vita con delle semplici sfere...
2: La seconda parte del fumetto: io dico che era essenziale. Tutto i segreti vengono a galla, si impara a conoscere bene i personaggi e alla fine dell'ultimo volumetto viene una sensazione di completezza, di soddisfazione. Apprezziamo almeno il fatto che non è un manga che va in vacca come One Piece, geniale per carità, ma preferisco giudicare il manga di Eiichiro Oda "di essere stato ideato a tavolino senza un minimo d'anima, giusto per vendere".
3: La ripetitività della trama e la "scusa del Death Note". La "scusa", come la chiama qualcuno, è il fulcro del fumetto, il motivo per cui viene utilizzato un missile per spostarlo ad un certo punto dell'opera, il motivo per cui chi lo possiede ha matematicamente il mondo ai suoi piedi. Scusate se è poco! Trovo l'idea di un quaderno mortale la cosa più geniale degli ultimi anni, dove sopra a questa genialata, è stata scritta una trama da FILM. Dialoghi, disegni, COLPI DI SCENA, cioè... Death Note secondo me sta avendo anche poco successo rispetto a quello che si meriterebbe. Per far capire a chi non conosce l'opera, cosa regala Death Note, dico che mentre stavamo guardando una puntata (nn dico quale), è successa una cosa sbalorditiva, e siamo rimasti a bocca aperta (letterlamente) per almeno 15 secondi. Ora, con tutto questo che ho detto non voglio esagerare, ma per la mia esperienza personalissima, Death Note mi ha folgorato. Dategli uno sguardo voi che non lo conoscete. Rileggetelo, voi a cui non piace. :)
1: Smettiamola di criticare il fatto che degli adolescenti riescano a fare dei ragionamenti contorti, macchiavellici o quant'altro. E', a mio parere, una delle cose più sensate che si possano vedere in un manga dopotutto se facciamo il confronto con super-eroi, maghette che si trasformano o gente che torna in vita con delle semplici sfere...
2: La seconda parte del fumetto: io dico che era essenziale. Tutto i segreti vengono a galla, si impara a conoscere bene i personaggi e alla fine dell'ultimo volumetto viene una sensazione di completezza, di soddisfazione. Apprezziamo almeno il fatto che non è un manga che va in vacca come One Piece, geniale per carità, ma preferisco giudicare il manga di Eiichiro Oda "di essere stato ideato a tavolino senza un minimo d'anima, giusto per vendere".
3: La ripetitività della trama e la "scusa del Death Note". La "scusa", come la chiama qualcuno, è il fulcro del fumetto, il motivo per cui viene utilizzato un missile per spostarlo ad un certo punto dell'opera, il motivo per cui chi lo possiede ha matematicamente il mondo ai suoi piedi. Scusate se è poco! Trovo l'idea di un quaderno mortale la cosa più geniale degli ultimi anni, dove sopra a questa genialata, è stata scritta una trama da FILM. Dialoghi, disegni, COLPI DI SCENA, cioè... Death Note secondo me sta avendo anche poco successo rispetto a quello che si meriterebbe. Per far capire a chi non conosce l'opera, cosa regala Death Note, dico che mentre stavamo guardando una puntata (nn dico quale), è successa una cosa sbalorditiva, e siamo rimasti a bocca aperta (letterlamente) per almeno 15 secondi. Ora, con tutto questo che ho detto non voglio esagerare, ma per la mia esperienza personalissima, Death Note mi ha folgorato. Dategli uno sguardo voi che non lo conoscete. Rileggetelo, voi a cui non piace. :)
Bellissimo fumetto Deant Note, ottima storia, originale, ottimo disegno, amo le espressioni che assume Light quando sembra indiavolato... niente da dire, però se devo trovare un difetto direi che forse è troppo lento, parlato e ragionato, soprattutto (ahimè) avendo già visto l'anime e sapendo già cosa accade o quali siano i dialoghi.
E' un manga che va letto con calma, per capire bene i dialoghi e le strategie che si delineano con l'andare avanti della storia. La prima parte (quella di L) è più ragionata, lenta, mentre nella seconda (dall'8, quella con Mello e Near) il manga assume maggiormente le caratteristiche di un manga d'azione, più cambi di scena, ritmo più incalzante, più avvenimenti.
Un altro punto a sfavore è l'età dei protagonisti. Che Light e L siano matricole universitarie ci sta (anche se un 19enne che da ordini all'FBI, CIA, Interpool ecc mi pare esagerato), ma quando entrano in scena Mello e Near, soprattutto Near che è un bambino che si diverte ancora a giocare con i pupazzetti, beh li ho pensato un attimo... che pizza!
Arrivato a questo punto dò 8 al manga (per la lentezza e per l'età dei protagonisti), sperando che il finale sia degno dell'inizio.
E' un manga che va letto con calma, per capire bene i dialoghi e le strategie che si delineano con l'andare avanti della storia. La prima parte (quella di L) è più ragionata, lenta, mentre nella seconda (dall'8, quella con Mello e Near) il manga assume maggiormente le caratteristiche di un manga d'azione, più cambi di scena, ritmo più incalzante, più avvenimenti.
Un altro punto a sfavore è l'età dei protagonisti. Che Light e L siano matricole universitarie ci sta (anche se un 19enne che da ordini all'FBI, CIA, Interpool ecc mi pare esagerato), ma quando entrano in scena Mello e Near, soprattutto Near che è un bambino che si diverte ancora a giocare con i pupazzetti, beh li ho pensato un attimo... che pizza!
Arrivato a questo punto dò 8 al manga (per la lentezza e per l'età dei protagonisti), sperando che il finale sia degno dell'inizio.
[<b>ATTENZIONE: CONTIENE SPOILER</b>] Nonostante io odi qualsiasi cosa abbia dietro di sé un fandom esagerato, mi sono avvicinato a Death Note incuriosito dall'originalità della trama.
Non parlava di combattimenti e non era una love story.
Oh mio Dio.
Sotto il profilo tecnico è ineccepibile, per quanto nei primi volumi i disegni siano soltanto molto buoni, più avanti raggiungono la totale perfezione stilistica: Amo quell'uomo. Ogni volume è una piccola opera d'arte, in cui ogni illustrazione, dalle presentazioni dei personaggi all'anticipazione del numero successivo, ha un suo perché. Ma il punto chiave di un buon manga è sempre la trama.
La trama di Death Note nasce da un idea molto originale, di questo bisogna prendere atto per forza. Non sono molti i manga oggigiorno che non trattino di battaglie o di storie d'amore (leggasi: fanservice gratuito con battute sul sesso) e per fortuna esiste ancora qualcosa che cerca di uscire dagli schemi. La storia non si dedica mai troppo all'approfondimento dei personaggi però, concentrandosi più che altro sugli avvenimenti e sulle investigazioni. Il che non è necessariamente un male. Nel primo arco narrativo questo è un difetto che si sente poco. Nella seconda serie invece, data la mole maggiore di personaggi, inizia a pesare abbastanza. Mello e Near sono molto meno approfonditi di L, Light perde carisma così come misa e tutti i membri del team investigativo, e i nuovi personaggi come Takada, Lidner, Matt o Jevanni sono poco più che comparse per lo svolgersi della storia. La trama ha il suo periodo d'oro nella parte iniziale. Il calo drastico comincia più o meno all'arrivo di Misa, per poi attestarsi su livelli medio/alti con qualche particolare momento di altezza (La morte di [...], le due irruzioni nel covo di [...], il finale). Il finale è una piccola perla, è raro vederne di così ben realizzati. La sola parte nel magazzino occupa quasi un intero volume, e un capitolo intero viene dedicato al discorso di Light sulla giustizia. Il fanalino di coda, inoltre, risulta essere la perfetta conclusione del manga. Il brutale cambiamento del finale nell'anime mi ha lasciato davvero molto deluso, visto che lo consideravo uno dei momenti più alti della storia.
In finale un manga da leggere, anche solo per capire da cosa sono vestiti tutti quegli strani tipi gobbi coi jeans alle fiere del fumetto. Consiglio molto di più il manga che l'anime, anche se per completezza andrebbero visti entrambi.
Non parlava di combattimenti e non era una love story.
Oh mio Dio.
Sotto il profilo tecnico è ineccepibile, per quanto nei primi volumi i disegni siano soltanto molto buoni, più avanti raggiungono la totale perfezione stilistica: Amo quell'uomo. Ogni volume è una piccola opera d'arte, in cui ogni illustrazione, dalle presentazioni dei personaggi all'anticipazione del numero successivo, ha un suo perché. Ma il punto chiave di un buon manga è sempre la trama.
La trama di Death Note nasce da un idea molto originale, di questo bisogna prendere atto per forza. Non sono molti i manga oggigiorno che non trattino di battaglie o di storie d'amore (leggasi: fanservice gratuito con battute sul sesso) e per fortuna esiste ancora qualcosa che cerca di uscire dagli schemi. La storia non si dedica mai troppo all'approfondimento dei personaggi però, concentrandosi più che altro sugli avvenimenti e sulle investigazioni. Il che non è necessariamente un male. Nel primo arco narrativo questo è un difetto che si sente poco. Nella seconda serie invece, data la mole maggiore di personaggi, inizia a pesare abbastanza. Mello e Near sono molto meno approfonditi di L, Light perde carisma così come misa e tutti i membri del team investigativo, e i nuovi personaggi come Takada, Lidner, Matt o Jevanni sono poco più che comparse per lo svolgersi della storia. La trama ha il suo periodo d'oro nella parte iniziale. Il calo drastico comincia più o meno all'arrivo di Misa, per poi attestarsi su livelli medio/alti con qualche particolare momento di altezza (La morte di [...], le due irruzioni nel covo di [...], il finale). Il finale è una piccola perla, è raro vederne di così ben realizzati. La sola parte nel magazzino occupa quasi un intero volume, e un capitolo intero viene dedicato al discorso di Light sulla giustizia. Il fanalino di coda, inoltre, risulta essere la perfetta conclusione del manga. Il brutale cambiamento del finale nell'anime mi ha lasciato davvero molto deluso, visto che lo consideravo uno dei momenti più alti della storia.
In finale un manga da leggere, anche solo per capire da cosa sono vestiti tutti quegli strani tipi gobbi coi jeans alle fiere del fumetto. Consiglio molto di più il manga che l'anime, anche se per completezza andrebbero visti entrambi.
Continuo a leggerlo giusto perchè non lascio mai le cose a metà! Quoto ciò che ha detto Voce Controvento... i personaggio sono iper-stereotipati, la loro caratterizzazione lascia a desiderare, non ce n'è uno che dia l'aria di essere umano, forse salvo Ryuk (che però non lo è XD), poi vedo inerenze assurde come il figlio del capo della polizia DI TUTTO IL GIAPPONE che guarda caso è anche lo studente più intelligente SEMPRE DI TUTTO IL GIAPPONE e che guarda caso trova PROPRIO LUI il death note, stesso discorso vale per L! Un ragazzo poco più che adolescente che però guarda un pò può permettersi di dare ordini NIENTE POPO' DI MENO CHE ALL'FBI e che è considerato addirittura L'INVESTIGATORE MIGLIORE AL MONDO!!! A tal punto perchè non mettere loro sulle spalle un paio di mantelli da supereroi!!! Facevano prima! Dò come voto 5 giusto perchè comunque il disegno ha dei tratti stupendi e perchè i ragionamenti sono macchiavellici (anche se poco idonei ad una decente caratterizzazione dei personaggi, che infatti non lo è!). Gli intrecci poi sono molto pensati, ma danno l'aria di essere sempre gli stessi, giusto con qualche variante! Questo manga mi da la seria impressione di essere stato ideato a tavolino senza un minimo d'anima, giusto per vendere! Preferisco di gran lunga manga più umani come Fullmetal Alchemist e D.Gray-Man che a caratterizzazione dei personaggi sono ottimi e che non sono affatto banali, dalla trama più profonda e dagli intrecci meno pensati ma certamente più piacevoli e meno ripetitivi!
Una trama priva di qualsiasi banalità, eccezionale nella vera completezza del termine. Death Note è uno dei manga più scioccanti che abbia mai letto ma c'è una pecca che lo allontana dalla perfezione totale, la seconda parte. Non vorrei ripetere il parere di altri quindi sintetizzo dicendo che è una chiaro sforzo per allungare il brodo. Ma è solo una banale pecca nel complesso di una grande opera! Guerre psicologiche, contromosse assurde! Non riuscivo più a smettere di leggere! Nella prima parte c'è tutto un concentrato di genialità incredibile! Vorrei astenermi dal giudicare il finale per evitare di farlo intuire ad altri che non hanno letto (se siete Light o L già avreste dovuto capire tutta la trama X°D ), quindi dico solo che ho quasi pianto ç_ç
Semplicemente il mio manga preferito.
Mai visto niente di simile.
Takeshi Obata è un genio del Disegno, l'ho visto all'opera pure in HIkaru no Go e devo dire che secondo me, a livello di disegni è uno dei migliori disegnatori giapponessi.
La storia Tsugumi Ohba la ritengo una rivoluzione nel mondo dei manga.
Mega palle di fuoco, spadoni super-mega grandi, poteri magici, ecc... alla fine servono solo per uccidere.... Ohba ha dato subito il potere a Lhigt e da questo è riuscito a trarne una trama eccezionale.
Secondo me la prima parte (i primi 7 volumetti) sono migliori dei successivi, ma comunque rimane sempre di altissima qualità.
Consigliato al 100%
Mai visto niente di simile.
Takeshi Obata è un genio del Disegno, l'ho visto all'opera pure in HIkaru no Go e devo dire che secondo me, a livello di disegni è uno dei migliori disegnatori giapponessi.
La storia Tsugumi Ohba la ritengo una rivoluzione nel mondo dei manga.
Mega palle di fuoco, spadoni super-mega grandi, poteri magici, ecc... alla fine servono solo per uccidere.... Ohba ha dato subito il potere a Lhigt e da questo è riuscito a trarne una trama eccezionale.
Secondo me la prima parte (i primi 7 volumetti) sono migliori dei successivi, ma comunque rimane sempre di altissima qualità.
Consigliato al 100%
Adoro questo manga, la sua trama e i suoi personaggi. Ryuk in particolare è disegnato un capolavoro; L è singolare e adorabile, con i suoi modi di fare... Light è una persona inquietante, un po' troppo crudele e maledettamente intelligente; per non parlare di Misa, graziosa e affascinante, sempre accompagnata da Ren...
Non è per niente noioso, ma intrigante e sorprendente!
La storia del death note poi... è FANTASTICA!
E' un manga che ha preferito staccarsi dai soliti con eroi sempre con sti spadoni, i soliti protagonisti alla goku (fannulloni, mangioni...),
e dai manga che trattano sempre di storie amorose...
In conclusione, non lo consiglierei come primo da leggere, ma senza dubbio è un capolavoro!
Non è per niente noioso, ma intrigante e sorprendente!
La storia del death note poi... è FANTASTICA!
E' un manga che ha preferito staccarsi dai soliti con eroi sempre con sti spadoni, i soliti protagonisti alla goku (fannulloni, mangioni...),
e dai manga che trattano sempre di storie amorose...
In conclusione, non lo consiglierei come primo da leggere, ma senza dubbio è un capolavoro!
Sopravvalutato all'inverosimile, questo fumetto é a dir poco irritante. Per la prima volta nella storia ho trovato un manga dove non sono riuscito ad affezionarmi a nessun personaggio, sono tutti stupidi eo malati di mente, fastidiosi nei modi e nelle azioni, la storia ha come pretesto il death note ma alla lunga si capisce che é appunto solo un pretesto, le macchinazioni dei vari personaggi sono il fulcro della storia e dopo poco tempo cominciano a dare la nausea per la loro complessitá quasi patetica e l'eccessiva perfezione nei ragionamenti e nelle ipotesi. Se la storia fosse finita a metá (non dico in seguito a quale evento per non rovinarlo ulteriormente a chi non l'ha letto) probabilmete sarebbe stato migliore, ma la seconda parte si rivela una esasperata copia della prima, con nuovi personaggi uguali identici ai vecchi (near = l), alla lunga é un vero strazio la storia viene allungata all'inverosimile ed il finale é sia una delusione che un sollievo, decisamente uno dei manga piú sopravvalutati di sempre.
Davvero una bella scoperta questo manga. Una storia originale, personaggi ben costruiti e la suspense che non cala mai, nemmeno per un attimo.
Il protagonista, Light Yagami, è un perfetto concentrato di genio e malvagità, se la gioca con Grifis (il "villain" di Berserk, il capolavoro di Kentaro Miura) in quanto ad antipatia, L al contrario, il detective che ha giurato di catturare "Kira" (il soprannome di Light), con i suoi modi curiosi e le sue piccole ossessioni (mangia sempre e solo dolci, sta quasi sempre scalzo) si candida ad essere lo "Sherlock Holmes del mondo dei manga"!
In definitiva un'ottima serie, aspetterò con ansia il quarto volumetto!
Il protagonista, Light Yagami, è un perfetto concentrato di genio e malvagità, se la gioca con Grifis (il "villain" di Berserk, il capolavoro di Kentaro Miura) in quanto ad antipatia, L al contrario, il detective che ha giurato di catturare "Kira" (il soprannome di Light), con i suoi modi curiosi e le sue piccole ossessioni (mangia sempre e solo dolci, sta quasi sempre scalzo) si candida ad essere lo "Sherlock Holmes del mondo dei manga"!
In definitiva un'ottima serie, aspetterò con ansia il quarto volumetto!
Io avevo già letto HIKARU NO GO della premiata ditta HOTTAHOBATA, mi è piaciuto molto, e una volta saputo che era uscito un altro manga di HOBATA sono andato letteralmente in brodo di giuggiole.
E infatti ho visto con, con mio sommo godimento che questo fumetto è veramente stupendo, la storia è avvincente, i disegni sublimi, un fumetto capace di tenerti incollato sulle sue pagine sin dal primo episodio.
Inoltre affronta un argomento che poche persone sarebbero capaci di proporre così bene, ilo potere di decidere sulla vita e la morte di varie persone.
Per l' argomento trattato è da considerarsi ovviamente un manga per un pubblico maturo.
E infatti ho visto con, con mio sommo godimento che questo fumetto è veramente stupendo, la storia è avvincente, i disegni sublimi, un fumetto capace di tenerti incollato sulle sue pagine sin dal primo episodio.
Inoltre affronta un argomento che poche persone sarebbero capaci di proporre così bene, ilo potere di decidere sulla vita e la morte di varie persone.
Per l' argomento trattato è da considerarsi ovviamente un manga per un pubblico maturo.