Battle Royale
Il manga tratto dall'omonimo romanzo, nonché prima rappresentazione dei deathmach tutti contro tutti, chiamati appunto Battle Royale (o Hunger Games).
Una classe di medie, la 3ªB, apparentemente normalissima, si ritrova a dover partecipare al "programma", un gioco in cui 21 donne e 21 uomini vengono equipaggiati e buttati in un'isola costretti ad ammazzarsi l'un l'altro finché ne rimarrà solo uno. Nanahara Shuya, un ragazzo solare, gentile e amante del rock (musica per altro vietata) dovrà farsi strada tra le debolezze e traumi dei suoi compagni di classe.
Ho approfittato di un'inserzione su vinted in cui trovai questo manga della prima edizione Play Press, ad un prezzo davvero stracciato e non mi pento assolutamente dell'acquisto.
È la prima opera di questo genere che leggo per intero (tralasciando qualche episodio di "Mirai Nikki" visti anni e anni fa) ed è una serie che consiglio a tutti gli amanti dei survival, dei Battle royale o comunque dei manga d'azione e drammatici. Perché Battle Royale non è solo combattimenti, sangue e tanta tanta violenza, ma parla anche di debolezze, di umanità, amore e di come i traumi possano cambiare le persone rendendole mostri.
Senza fare spoiler, le morti di questo manga arrivano inaspettate, improvvise, mai banali ed emozionanti tutte in maniera diversa. Un'opera che non mancherà dal farti provare emozioni forti ma soprattutto empatia e compassione per tutti i personaggi, anche quelli apparentemente più "cattivi".
Senz'altro una grandissima opera e sarei curioso di leggere il romanzo originale.
Una classe di medie, la 3ªB, apparentemente normalissima, si ritrova a dover partecipare al "programma", un gioco in cui 21 donne e 21 uomini vengono equipaggiati e buttati in un'isola costretti ad ammazzarsi l'un l'altro finché ne rimarrà solo uno. Nanahara Shuya, un ragazzo solare, gentile e amante del rock (musica per altro vietata) dovrà farsi strada tra le debolezze e traumi dei suoi compagni di classe.
Ho approfittato di un'inserzione su vinted in cui trovai questo manga della prima edizione Play Press, ad un prezzo davvero stracciato e non mi pento assolutamente dell'acquisto.
È la prima opera di questo genere che leggo per intero (tralasciando qualche episodio di "Mirai Nikki" visti anni e anni fa) ed è una serie che consiglio a tutti gli amanti dei survival, dei Battle royale o comunque dei manga d'azione e drammatici. Perché Battle Royale non è solo combattimenti, sangue e tanta tanta violenza, ma parla anche di debolezze, di umanità, amore e di come i traumi possano cambiare le persone rendendole mostri.
Senza fare spoiler, le morti di questo manga arrivano inaspettate, improvvise, mai banali ed emozionanti tutte in maniera diversa. Un'opera che non mancherà dal farti provare emozioni forti ma soprattutto empatia e compassione per tutti i personaggi, anche quelli apparentemente più "cattivi".
Senz'altro una grandissima opera e sarei curioso di leggere il romanzo originale.
Nel 2023 una breve recensione del manga seppur l'abbia letto molti anni fa? Quest'opera deve turbarmi ancora oggi... Devo scriverla, nonostante io sappia che sarà l'ennesimo eco di svariate recensioni simili. Devo.
"Battle Royale" è la trasposizione manga dell'omonimo romanzo, divenuto un grandissimo bestseller in patria, e adattato in un film famoso e ben accolto in tutto il mondo. Le date sono importanti. Romanzo del 1999, pellicola e manga (inizio) del 2000.
Non ho letto il romanzo, ma ho visto e rivisto il film del 2000 al quale darei un voto tra il 7.5 e l'8.
Discorso diverso per il manga. Dunque, sorvoliamo sull'ambientazione, sull'idea di fondo. Sappiamo già tutto e dopo il successo di "Hunger Games" e dei videogiochi a tema appunto battle royale, nessuno può contestarne la genialità di fondo, il suo essere opera seminale. Già questo, solo per questo, rende l'opera meritevole di attenzione e consigliata a chi ne sia catturato dall'incipit.
Ma il manga ha un elefante nella stanza. Ed è il protagonista. Per me è indiscutibilmente il peggior essere uman... emh peggior protagonista di fantasia di qualsiasi opera mai scritta. E parlo del manga, non del film seppur siano lo stesso personaggio. Perché nel manga diviene un essere che trascende negativamente l'umanità stessa, nella sua inarrestabile discesa verso una ottusa, esasperata banalità, una piattezza, un'assoluta dissonanza cognitiva col contesto stesso dell'opera.
Egli (mi rifiuto pure di scriverne il nome) è, e sarà, la ragione per cui quest'opera è figlia del suo tempo ed è invecchiata irrimediabilmente, sprecando interamente storia, personaggi e interazioni tra questi. Una macchietta, una involontaria parodia dell'eroe senza macchia, senza paura, col suo senso della "giustizia" portato così all'estremo da fare il giro e diventare caricaturale.
Ricordo che al termine della lettura esclamai: ma questo è Mario Merola! Perché non importa quanto la storia alzasse il pathos. Al culmine del climax irrimediabilmente entrava in scena e dava vita a una letterale sceneggiata. E per quanto i personaggi secondari, avessero da dire qualcosa, per quanto fossero tosti gli antagonisti, si alzasse la drammaticità, splatter e gore a destra e sinistra con lui non c'è scampo. Distrugge da solo la sospensione dell'incredulità
Parlavo appunto di "tempo" e invecchiamento perché questa tipologia di protagonisti erano molto solidi, immarcescibili nel meno recente passato editoriale nipponico. Senso della giustizia, incapacità di mentire, volemose tutti bene, dai che col potere dell'amicizia la sfanghiamo. In un'opera innovativa, uno spartiacque generazionale, fa cadere tutto il castello di carte.
In conclusione, vogliatevi bene: guardate prima il film, e in seguito leggete il manga. Meglio ancora, siate più bravi del sottoscritto e recuperate prima il romanzo del film stesso. Magari arriverete a conclusioni diametralmente opposte. Giudizio negativo, ma lettura comunque consigliata. A ognuno la propria esperienza.
"Battle Royale" è la trasposizione manga dell'omonimo romanzo, divenuto un grandissimo bestseller in patria, e adattato in un film famoso e ben accolto in tutto il mondo. Le date sono importanti. Romanzo del 1999, pellicola e manga (inizio) del 2000.
Non ho letto il romanzo, ma ho visto e rivisto il film del 2000 al quale darei un voto tra il 7.5 e l'8.
Discorso diverso per il manga. Dunque, sorvoliamo sull'ambientazione, sull'idea di fondo. Sappiamo già tutto e dopo il successo di "Hunger Games" e dei videogiochi a tema appunto battle royale, nessuno può contestarne la genialità di fondo, il suo essere opera seminale. Già questo, solo per questo, rende l'opera meritevole di attenzione e consigliata a chi ne sia catturato dall'incipit.
Ma il manga ha un elefante nella stanza. Ed è il protagonista. Per me è indiscutibilmente il peggior essere uman... emh peggior protagonista di fantasia di qualsiasi opera mai scritta. E parlo del manga, non del film seppur siano lo stesso personaggio. Perché nel manga diviene un essere che trascende negativamente l'umanità stessa, nella sua inarrestabile discesa verso una ottusa, esasperata banalità, una piattezza, un'assoluta dissonanza cognitiva col contesto stesso dell'opera.
Egli (mi rifiuto pure di scriverne il nome) è, e sarà, la ragione per cui quest'opera è figlia del suo tempo ed è invecchiata irrimediabilmente, sprecando interamente storia, personaggi e interazioni tra questi. Una macchietta, una involontaria parodia dell'eroe senza macchia, senza paura, col suo senso della "giustizia" portato così all'estremo da fare il giro e diventare caricaturale.
Ricordo che al termine della lettura esclamai: ma questo è Mario Merola! Perché non importa quanto la storia alzasse il pathos. Al culmine del climax irrimediabilmente entrava in scena e dava vita a una letterale sceneggiata. E per quanto i personaggi secondari, avessero da dire qualcosa, per quanto fossero tosti gli antagonisti, si alzasse la drammaticità, splatter e gore a destra e sinistra con lui non c'è scampo. Distrugge da solo la sospensione dell'incredulità
Parlavo appunto di "tempo" e invecchiamento perché questa tipologia di protagonisti erano molto solidi, immarcescibili nel meno recente passato editoriale nipponico. Senso della giustizia, incapacità di mentire, volemose tutti bene, dai che col potere dell'amicizia la sfanghiamo. In un'opera innovativa, uno spartiacque generazionale, fa cadere tutto il castello di carte.
In conclusione, vogliatevi bene: guardate prima il film, e in seguito leggete il manga. Meglio ancora, siate più bravi del sottoscritto e recuperate prima il romanzo del film stesso. Magari arriverete a conclusioni diametralmente opposte. Giudizio negativo, ma lettura comunque consigliata. A ognuno la propria esperienza.
Difficile, nella mia lunga esperienza come lettore di manga, trovare un manga più brutto di "Battle Royal".
Il manga prende ispirazione dall'omonimo film, che a differenza della sua controparte cartacea, è un capolavoro assoluto di critica alla società. Il manga è una terribile copia del film, i personaggi non hanno nessuna caratterizzazione, giusto un poco il protagonista principale, ma è il classico protagonista che ti spinge a tifare per il cattivo da quanto risulta piatto e senza senso.
Il cattivo, appunto, se parlassimo solo di lui escludendo l'opera dove è collocato, parleremmo di un personaggio sovrannaturale che ben si colloca in altre tipologie di racconti, ma sicuramente non in questo. Per 14 volumi e mezzo non ci viene minimamente raccontata la sua storia, ne il perché agisca così, solo a metà dell'ultimo volume ci viene data (in una decina di pagine) la spiegazione (e quindi un minimo di caratterizzazione) del personaggio.
La conclusione del manga è quanto più banale ci possa essere: dopo due volumi, se si ha un minimo di esperienza con certi generi di racconti, si sa già come andrà a finire e come tutto si risolverà.
Un consiglio spassionato: se doveste imbattervi in quest'opera andate oltre.
Il manga prende ispirazione dall'omonimo film, che a differenza della sua controparte cartacea, è un capolavoro assoluto di critica alla società. Il manga è una terribile copia del film, i personaggi non hanno nessuna caratterizzazione, giusto un poco il protagonista principale, ma è il classico protagonista che ti spinge a tifare per il cattivo da quanto risulta piatto e senza senso.
Il cattivo, appunto, se parlassimo solo di lui escludendo l'opera dove è collocato, parleremmo di un personaggio sovrannaturale che ben si colloca in altre tipologie di racconti, ma sicuramente non in questo. Per 14 volumi e mezzo non ci viene minimamente raccontata la sua storia, ne il perché agisca così, solo a metà dell'ultimo volume ci viene data (in una decina di pagine) la spiegazione (e quindi un minimo di caratterizzazione) del personaggio.
La conclusione del manga è quanto più banale ci possa essere: dopo due volumi, se si ha un minimo di esperienza con certi generi di racconti, si sa già come andrà a finire e come tutto si risolverà.
Un consiglio spassionato: se doveste imbattervi in quest'opera andate oltre.
Il death game asiatico per eccellenza (assieme a "Takeshi's Castle" e, ora, anche a "Squid Game"). E sì, per quanto il finale sia osceno, ci sono affezionatissimo a questo manga, perché è stato uno tra i miei primi posseduti.
"Battle Royale" è stato un franchise comprendente libri, adattamenti a fumetto e film, sceneggiati entrambi dall'autore originale, che ha saputo spopolare e creare addirittura un omonimo sottogenere.
I personaggi sono tutti, dal primo all'ultimo, incredibili. Alcuni per vacuità di idee, per le emozioni contrastanti, per la follia o per i loro più o meno buoni principi, hanno una caratterizzazione profondissima. Tutta la loro umanità e le loro anime vengono proiettate in questo delirante gioco, che li turberà profondamente anche se non tutti lo daranno a vedere.
La trama è abbastanza lineare, seppur molto estasiante: si capisce che il punto forte della storia dovevano essere l'idea rivoluzionaria, i personaggi e le interazioni tra essi. Peccato per la sotto-trama della lotta al governo dittatoriale, troppo trascurata e spesso ri-tirata fuori solo per mandare avanti la trama.
l finale poi è abbastanza (tanto) bruttino. Non spoilero, ma siate pronti psicologicamente man mano vi avvicinerete alla conclusione. Altra nota di demerito, le copertine dei volumi, che sono veri e propri spoiler di ciò che si deve ancora leggere.
Resta comunque un'opera valida, capace di sconvolgere l'intero panorama del fumetto nipponico. Una storia cruda e violenta come poche altre, ma che riesce a non cadere nello splatter più becero.
Se vi piace questo genere o volete avvicinarvi o semplicemente vi piace vedere la gente morire noi modi più brutali concepibili da mente umana, "Battle Royale" è assolutamente consigliato.
"Battle Royale" è stato un franchise comprendente libri, adattamenti a fumetto e film, sceneggiati entrambi dall'autore originale, che ha saputo spopolare e creare addirittura un omonimo sottogenere.
I personaggi sono tutti, dal primo all'ultimo, incredibili. Alcuni per vacuità di idee, per le emozioni contrastanti, per la follia o per i loro più o meno buoni principi, hanno una caratterizzazione profondissima. Tutta la loro umanità e le loro anime vengono proiettate in questo delirante gioco, che li turberà profondamente anche se non tutti lo daranno a vedere.
La trama è abbastanza lineare, seppur molto estasiante: si capisce che il punto forte della storia dovevano essere l'idea rivoluzionaria, i personaggi e le interazioni tra essi. Peccato per la sotto-trama della lotta al governo dittatoriale, troppo trascurata e spesso ri-tirata fuori solo per mandare avanti la trama.
l finale poi è abbastanza (tanto) bruttino. Non spoilero, ma siate pronti psicologicamente man mano vi avvicinerete alla conclusione. Altra nota di demerito, le copertine dei volumi, che sono veri e propri spoiler di ciò che si deve ancora leggere.
Resta comunque un'opera valida, capace di sconvolgere l'intero panorama del fumetto nipponico. Una storia cruda e violenta come poche altre, ma che riesce a non cadere nello splatter più becero.
Se vi piace questo genere o volete avvicinarvi o semplicemente vi piace vedere la gente morire noi modi più brutali concepibili da mente umana, "Battle Royale" è assolutamente consigliato.
Quando si parla di "Battle Royale" si parla di uno dei pilastro di genere.
La storia di questa classe di studenti costretti ad uccidersi tra loro è nata in un libro e ha visto diversi adattamenti, tra cui questo manga.
Il manga è piuttosto fedele all'opera originale e riesce perfettamente a ridare quel senso di oppressione e angoscia che permea l'intero racconto. "Battle Royale" è un manga che non lascia speranze, non lascia respiro e vi farà soffrire per tutti e quindici i volumi.
Il primo punto di forza di questo manga è la crudezza degli eventi, che lasciano sempre presagire il peggio e non forniscono mai protezione ai nostri beniamini. E poi la coralità della storia. Conosceremo tutti e 40 i protagonisti e ognuno di loro affronterà la morte in una maniera personale.
Anche il disegno è preciso, pulito e molto dettagliato.
L'unico difetto dell'opera è l'esagerazione di alcuni personaggi e una certa indulgenza a prediligere la spettacolarizzazione al realismo. In un paio di scene hai l'impressione di leggere un manga sovrannaturale, ma nel complesso non pregiudica troppo la lettura.
Altro difetto è il ritmo del finale, che in alcuni momenti diventa estenuante nel ripetere gli stessi concetti.
Tolte queste sbavature, "Battle Royale" è un manga imprescindibile per ogni amante delle storie violente, tragiche e in cerca di una storia capace davvero di lasciarti il segno.
Grazie a questo manga ho scoperto un genere, il survival, di cui sono ora grandissimo appassionato, quindi non posso fare altro che dare un 9 a questa splendida opera. Il punto mancante è dovuto ai difetti sopra elencati e al fatto che, nonostante tutto, il libro lo reputi ancora superiore.
Leggete il manga e... poi leggetevi il libro.
La storia di questa classe di studenti costretti ad uccidersi tra loro è nata in un libro e ha visto diversi adattamenti, tra cui questo manga.
Il manga è piuttosto fedele all'opera originale e riesce perfettamente a ridare quel senso di oppressione e angoscia che permea l'intero racconto. "Battle Royale" è un manga che non lascia speranze, non lascia respiro e vi farà soffrire per tutti e quindici i volumi.
Il primo punto di forza di questo manga è la crudezza degli eventi, che lasciano sempre presagire il peggio e non forniscono mai protezione ai nostri beniamini. E poi la coralità della storia. Conosceremo tutti e 40 i protagonisti e ognuno di loro affronterà la morte in una maniera personale.
Anche il disegno è preciso, pulito e molto dettagliato.
L'unico difetto dell'opera è l'esagerazione di alcuni personaggi e una certa indulgenza a prediligere la spettacolarizzazione al realismo. In un paio di scene hai l'impressione di leggere un manga sovrannaturale, ma nel complesso non pregiudica troppo la lettura.
Altro difetto è il ritmo del finale, che in alcuni momenti diventa estenuante nel ripetere gli stessi concetti.
Tolte queste sbavature, "Battle Royale" è un manga imprescindibile per ogni amante delle storie violente, tragiche e in cerca di una storia capace davvero di lasciarti il segno.
Grazie a questo manga ho scoperto un genere, il survival, di cui sono ora grandissimo appassionato, quindi non posso fare altro che dare un 9 a questa splendida opera. Il punto mancante è dovuto ai difetti sopra elencati e al fatto che, nonostante tutto, il libro lo reputi ancora superiore.
Leggete il manga e... poi leggetevi il libro.
Ho letteralmente divorato questo manga, un manga psicologico e splatter insieme. Nella repubblica della Grande Asia il dittatore decide di condannare ogni anno una classe di studenti di 3^ ad una prova inumana: uccidere tutti i propri compagni… pena la morte di tutti e nessun sopravvissuto: visto che tanto se non si gioca tutti si è destinati a morire il gioco ogni anno prende vita.
Non importa di chi tu sia figlio, qual è il tuo aspetto o i tuoi sogni…
Qualunque sia la tua estrazione sociale o il tuo carattere il gioco inizia e tu devi decidere se giocare contro tutti, allearti con qualcuno, rifiutarti di combattere e venir massacrato da un tuo compagno che non si fa scrupoli.
Partendo da ciò gli autori Koshun Takami (storia) e Masayuki Taguchi (disegni) danno vita ad un manga molto bello, con bei personaggi e un buon tratto a cui ero intenzionato fino ad un certo punto di dare un voto più alto nonostante tante lacrime (di personaggi in genere che sembrano sfigati) e le scene di sesso gratuite (le quali in realtà mi hanno fatto alzare il voto)… cosa allora mi ha portato a scendere ad un otto e mezzo?
Il tentativo fallito degli autori di dare profondità filosofica alla storia, le brevi incursioni nel magico, il sentimentalismo e alcune forzature:
Attenzione: questa parte contiene spoiler
non ultima quella dei collari che alla fine non esplodono perché uno dei protagonisti, 15enne grosso come un armadio, abile dottore è anche un hacker ed essendo già sopravvissuto al gioco una volta ha pensato di scoprire come salvarsi nel caso gli dovesse capitare in paese con milioni di studenti della sua età di partecipare nuovamente al programma di sopravvivenza…
Fine parte contenente spoiler
Lo consiglio a chi non si fa problemi per sangue, cervelli spappolati e viscere che escono dallo stomaco...
Non importa di chi tu sia figlio, qual è il tuo aspetto o i tuoi sogni…
Qualunque sia la tua estrazione sociale o il tuo carattere il gioco inizia e tu devi decidere se giocare contro tutti, allearti con qualcuno, rifiutarti di combattere e venir massacrato da un tuo compagno che non si fa scrupoli.
Partendo da ciò gli autori Koshun Takami (storia) e Masayuki Taguchi (disegni) danno vita ad un manga molto bello, con bei personaggi e un buon tratto a cui ero intenzionato fino ad un certo punto di dare un voto più alto nonostante tante lacrime (di personaggi in genere che sembrano sfigati) e le scene di sesso gratuite (le quali in realtà mi hanno fatto alzare il voto)… cosa allora mi ha portato a scendere ad un otto e mezzo?
Il tentativo fallito degli autori di dare profondità filosofica alla storia, le brevi incursioni nel magico, il sentimentalismo e alcune forzature:
Attenzione: questa parte contiene spoiler
non ultima quella dei collari che alla fine non esplodono perché uno dei protagonisti, 15enne grosso come un armadio, abile dottore è anche un hacker ed essendo già sopravvissuto al gioco una volta ha pensato di scoprire come salvarsi nel caso gli dovesse capitare in paese con milioni di studenti della sua età di partecipare nuovamente al programma di sopravvivenza…
Fine parte contenente spoiler
Lo consiglio a chi non si fa problemi per sangue, cervelli spappolati e viscere che escono dallo stomaco...
«Battle Royale» è un manga, scritto da Kōshun Takami e disegnato da Masayuki Taguchi che ha inventato un genere, ben disegnato, originale e adrenalinico nella narrazione.
Battle Royale nasce come romanzo che lo stesso autore pubblicò nel 1999, l'idea di base la ebbe in sogno e il nome del romanzo/manga lo decise insieme ad alcuni suoi amici ricordando proprio il termine del wrestling ("puroresu" identifica il wrestling giapponese), l'adattamento in manga giunse l'anno successivo, nel 2000.
In un Giappone alternativo si è deciso di organizzare un efferato gioco al massacro che coinvolge una classe di scuola media scelta a caso. Semplicemente tutti gli studenti si devono uccidere a vicenda, fino a quando ne rimarrà solo uno in vita, che verrà proclamato vincitore. Devono uccidere, sono obbligati a farlo o verranno uccisi, se rifiutassero di parteciparvi esploderebbero in quanto è stato installato nel collare che tutti indossano, impossibile da liberarsi, una piccola bomba.
Lo scenario utilizzato è un'isola disabitata, a ogni studente verrà data un'arma a caso più o meno pericolosa (dalle forchette ai mitra), parteciparvi, decidere di farsi uccidere o cercare una possibile via di fuga, alla terza possibilità penserà Shuya Nanahara cercando di stringere alleanze con gli altri compagni di classe con cui scherzava e rideva sino a pochi giorni prima e che ora potrebbero cercare di ucciderlo.
Il battle royale game che ha dettato le regole per tante opere successive (fumetti, anime, ma anche videogiochi e film), ha una trama semplice e coinvolgente, si entra facilmente in empatia con i personaggi di cui leggiamo le vicende, ci si chiede cosa si farebbe al loro posto perché, per come è stato ideato il tutto, poteva capitare a chiunque di noi lettori e questo è un qualcosa che lo differenzierà da molte opere successive. La storia sfrutta ogni possibilità: alleanze, tradimenti, storie di amore e di sesso, sete di vendetta, le coalizioni non sempre avranno un riscontro positivo, ci saranno variabili da mettere in conto.
La psicologia di ogni singolo personaggio è ben rappresentata, spesso analizzata a fondo grazie anche all'aiuto di piccoli flashback, le loro azioni, le loro reazioni sono sempre credibili. Le scene d'azione sono adrenaliniche, si crea pathos ad ogni scena. Sentiamo, viviamo la paura dei protagonisti, ci saranno molte scene toccanti, particolarmente coinvolgenti emotivamente, sarà difficile trattenere le lacrime, sarà difficile non urlare dalla rabbia, sarà difficile non vivere con i protagonisti della storia questa avventura.
Ci saranno nudità, scene di sesso, scene violente al limite dello splatter per quanto l'opera non necessitasse di questo fan-service, la realtà con cui vengono disegnate aumentano il forte impatto sul lettore. Il tratto è molto pulito, i visi molto espressivi, curati nei dettagli, le emozioni che vivono i personaggi si leggono sui volti.
I personaggi sono tanti, si è voluto dare importanza quasi a tutta la classe, i più complessi e interessanti sono Mitsuko Souma, Kazuo Kiriyama, Hiroki Sugimura, Shogo Kawada e Shinji Mimura oltre a Shuya, e le motivazioni sono completamente diverse per ogni singolo personaggio.
Un difetto che in molti trovano nell'opera è che alcuni dei personaggi non riflettano l'età, le esperienze che dovrebbero avere. Leggendolo più volte la sensazione è più come se questa classe scelta a caso sia un concentrato delle possibilità umane. L'autore non ha voluto raccontare un singolo scenario unicamente popolato da personaggi normali, ma il migliore scenario possibile, quello che rispetto alle tante edizioni precedenti doveva essere raccontato per via di tanti personaggi incredibili che hanno reso unica questa edizione. Troveremo l'abile seduttrice, il vincitore di un'edizione precedente, un esperto di arti marziali, il genio che quasi trascende l'umano.
Anche ora quando si guarda un anime con temi simili si pensa il "solito battle royale" quando il vero battle royale non ha mai avuto una trasposizione animata.
In definitiva lo raccomando a chiunque ami il genere e che non sia disturbato dalle numerose scene presenti a carattere sessuale e da quelle splatter.
Battle Royale nasce come romanzo che lo stesso autore pubblicò nel 1999, l'idea di base la ebbe in sogno e il nome del romanzo/manga lo decise insieme ad alcuni suoi amici ricordando proprio il termine del wrestling ("puroresu" identifica il wrestling giapponese), l'adattamento in manga giunse l'anno successivo, nel 2000.
In un Giappone alternativo si è deciso di organizzare un efferato gioco al massacro che coinvolge una classe di scuola media scelta a caso. Semplicemente tutti gli studenti si devono uccidere a vicenda, fino a quando ne rimarrà solo uno in vita, che verrà proclamato vincitore. Devono uccidere, sono obbligati a farlo o verranno uccisi, se rifiutassero di parteciparvi esploderebbero in quanto è stato installato nel collare che tutti indossano, impossibile da liberarsi, una piccola bomba.
Lo scenario utilizzato è un'isola disabitata, a ogni studente verrà data un'arma a caso più o meno pericolosa (dalle forchette ai mitra), parteciparvi, decidere di farsi uccidere o cercare una possibile via di fuga, alla terza possibilità penserà Shuya Nanahara cercando di stringere alleanze con gli altri compagni di classe con cui scherzava e rideva sino a pochi giorni prima e che ora potrebbero cercare di ucciderlo.
Il battle royale game che ha dettato le regole per tante opere successive (fumetti, anime, ma anche videogiochi e film), ha una trama semplice e coinvolgente, si entra facilmente in empatia con i personaggi di cui leggiamo le vicende, ci si chiede cosa si farebbe al loro posto perché, per come è stato ideato il tutto, poteva capitare a chiunque di noi lettori e questo è un qualcosa che lo differenzierà da molte opere successive. La storia sfrutta ogni possibilità: alleanze, tradimenti, storie di amore e di sesso, sete di vendetta, le coalizioni non sempre avranno un riscontro positivo, ci saranno variabili da mettere in conto.
La psicologia di ogni singolo personaggio è ben rappresentata, spesso analizzata a fondo grazie anche all'aiuto di piccoli flashback, le loro azioni, le loro reazioni sono sempre credibili. Le scene d'azione sono adrenaliniche, si crea pathos ad ogni scena. Sentiamo, viviamo la paura dei protagonisti, ci saranno molte scene toccanti, particolarmente coinvolgenti emotivamente, sarà difficile trattenere le lacrime, sarà difficile non urlare dalla rabbia, sarà difficile non vivere con i protagonisti della storia questa avventura.
Ci saranno nudità, scene di sesso, scene violente al limite dello splatter per quanto l'opera non necessitasse di questo fan-service, la realtà con cui vengono disegnate aumentano il forte impatto sul lettore. Il tratto è molto pulito, i visi molto espressivi, curati nei dettagli, le emozioni che vivono i personaggi si leggono sui volti.
I personaggi sono tanti, si è voluto dare importanza quasi a tutta la classe, i più complessi e interessanti sono Mitsuko Souma, Kazuo Kiriyama, Hiroki Sugimura, Shogo Kawada e Shinji Mimura oltre a Shuya, e le motivazioni sono completamente diverse per ogni singolo personaggio.
Un difetto che in molti trovano nell'opera è che alcuni dei personaggi non riflettano l'età, le esperienze che dovrebbero avere. Leggendolo più volte la sensazione è più come se questa classe scelta a caso sia un concentrato delle possibilità umane. L'autore non ha voluto raccontare un singolo scenario unicamente popolato da personaggi normali, ma il migliore scenario possibile, quello che rispetto alle tante edizioni precedenti doveva essere raccontato per via di tanti personaggi incredibili che hanno reso unica questa edizione. Troveremo l'abile seduttrice, il vincitore di un'edizione precedente, un esperto di arti marziali, il genio che quasi trascende l'umano.
Anche ora quando si guarda un anime con temi simili si pensa il "solito battle royale" quando il vero battle royale non ha mai avuto una trasposizione animata.
In definitiva lo raccomando a chiunque ami il genere e che non sia disturbato dalle numerose scene presenti a carattere sessuale e da quelle splatter.
Tarantino ricevette un omaggio dai manga -o forse no- in ogni caso non si può negare quanto quest’anime sia influenzato dall’opera tarantiniana con sparatorie, meditazioni filosofiche, splatter e sangue a fiumi, ma andiamo con ordine.
Siamo in un Giappone alternativo e fascistizzato ove, da molti anni, si tiene il "programma" ovvero una classe di quindicenni viene rapita e trasferita in un'arena ove dovranno uccidersi l’un l’altro in una battaglia ove... ne resterà soltanto uno. Cosa succederebbe se capitasse a voi? Sembra essere questa la domanda implicita a ogni pagina della saga, tanto che sembra che il suo punto di forza sia l’immedesimazione del lettore, prima ancora che la violenza.
Già: cosa sceglieresti se ti ritrovassi a vedere i tuoi compagni di classe come dei nemici? E dato che ciò capita da molti anni non ne dovresti essere sorpreso, ma invece lo sei perché si sa, finché certe cose capitano agli altri è un conto, ma quanto capitano a te vedi come siano dolorosamente reali. Sceglierai la collaborazione e l’amore? O proverai terrore e preferirai uccidere invece che essere ucciso. O cederai al principio di realtà, per cui sai che dal programma non si potrà scappare e, anzi, se non ci sarà un omicidio entro dodici ore tutti moriranno poiché le collane esplosive uccideranno tutti. O ti rifugerai nel sogno pensando che sia tutto uno scherzo, un errore. Ma la realtà si rivelerà terribilmente vera, dato che il ciccione super bullizzato ucciderà subito qualcuno, al pari della ragazza troppo bella da sembrare inoffensiva che invece si rivelerà fredda e implacabile come una sicaria professionista. Tutti dovranno combattere in un modo o nell'altro e il lettore dovrà scegliere con chi schierarsi, quale mentalità sia la più giusta, oltre che vivere al cardiopalma i vari scontri. Dato che oltre all’assassina professionista avremo un figlio di buona famiglia che farebbe paura anche a James Bond per la sua abilità di terminator. Ma avremo anche un hacker abilissimo, un maestro di kung fu, una ragazza maschia, bella come una fotomodella, ma con una spina dorsale degna d’un uomo, una fanciulla dolcissima ma priva d’abilità offensive o meglio la cui arma sarà proprio la dolcezza. Ma anche un veterano medico e abile come un sergente dei marines, un rospo che suona il violino come Uto Ughi e che si crede l’unico degno di sopravvivere data la sua intelligenza e il suo talento Infine avremo il protagonista rocchettaro che vorrebbe uscire senza ammazzare nessuno… Dopo l’elenco di quelli che considero i personaggi più appariscenti si sarà capito come questa classe sia un vero microcosmo e come la caratterizzazione sia un punto forte della saga.
Il tutto è condito da pezzi di cervello e altri dettagli anatomici che sembrano uscire da un testo universitario o da un albo di Ken, tanto sono perfetti. La grafica è buona, ma il gradimento è molto soggettivo, dato il tratto spesso ma non troppo, che può piacere o non piacere. La regia delle tavole, invece è ottima e solo così la storia può dare il meglio ed essere goduta dallo spettatore nel modo migliore. In conclusione non sono poche le cose che possono piacere o meno, ma, data la difficoltà di realizzare una storia di questo tipo, con tanti personaggi e con un finale così particolare direi che un otto sia ben meritato.
Siamo in un Giappone alternativo e fascistizzato ove, da molti anni, si tiene il "programma" ovvero una classe di quindicenni viene rapita e trasferita in un'arena ove dovranno uccidersi l’un l’altro in una battaglia ove... ne resterà soltanto uno. Cosa succederebbe se capitasse a voi? Sembra essere questa la domanda implicita a ogni pagina della saga, tanto che sembra che il suo punto di forza sia l’immedesimazione del lettore, prima ancora che la violenza.
Già: cosa sceglieresti se ti ritrovassi a vedere i tuoi compagni di classe come dei nemici? E dato che ciò capita da molti anni non ne dovresti essere sorpreso, ma invece lo sei perché si sa, finché certe cose capitano agli altri è un conto, ma quanto capitano a te vedi come siano dolorosamente reali. Sceglierai la collaborazione e l’amore? O proverai terrore e preferirai uccidere invece che essere ucciso. O cederai al principio di realtà, per cui sai che dal programma non si potrà scappare e, anzi, se non ci sarà un omicidio entro dodici ore tutti moriranno poiché le collane esplosive uccideranno tutti. O ti rifugerai nel sogno pensando che sia tutto uno scherzo, un errore. Ma la realtà si rivelerà terribilmente vera, dato che il ciccione super bullizzato ucciderà subito qualcuno, al pari della ragazza troppo bella da sembrare inoffensiva che invece si rivelerà fredda e implacabile come una sicaria professionista. Tutti dovranno combattere in un modo o nell'altro e il lettore dovrà scegliere con chi schierarsi, quale mentalità sia la più giusta, oltre che vivere al cardiopalma i vari scontri. Dato che oltre all’assassina professionista avremo un figlio di buona famiglia che farebbe paura anche a James Bond per la sua abilità di terminator. Ma avremo anche un hacker abilissimo, un maestro di kung fu, una ragazza maschia, bella come una fotomodella, ma con una spina dorsale degna d’un uomo, una fanciulla dolcissima ma priva d’abilità offensive o meglio la cui arma sarà proprio la dolcezza. Ma anche un veterano medico e abile come un sergente dei marines, un rospo che suona il violino come Uto Ughi e che si crede l’unico degno di sopravvivere data la sua intelligenza e il suo talento Infine avremo il protagonista rocchettaro che vorrebbe uscire senza ammazzare nessuno… Dopo l’elenco di quelli che considero i personaggi più appariscenti si sarà capito come questa classe sia un vero microcosmo e come la caratterizzazione sia un punto forte della saga.
Il tutto è condito da pezzi di cervello e altri dettagli anatomici che sembrano uscire da un testo universitario o da un albo di Ken, tanto sono perfetti. La grafica è buona, ma il gradimento è molto soggettivo, dato il tratto spesso ma non troppo, che può piacere o non piacere. La regia delle tavole, invece è ottima e solo così la storia può dare il meglio ed essere goduta dallo spettatore nel modo migliore. In conclusione non sono poche le cose che possono piacere o meno, ma, data la difficoltà di realizzare una storia di questo tipo, con tanti personaggi e con un finale così particolare direi che un otto sia ben meritato.
Battle Royale. Il solo fatto che questa espressione sia oggi usata per categorizzare il fenomeno delle battaglie uno contro tutti, fa capire come l'opera (e il romanzo da cui deriva) di Koushun Takami sia una pietra miliare letteraria.
Da qui parte il filone di molti videogiochi e lo stesso "Hunger Games" di Suzanne Collins, tanto osannato, ha le sue radici proprio in quest'opera.
In una società governata da un dittatore, ogni anno gli studenti di una classe terza vengono scelti per partecipare ad una lotta all'ultimo sangue.
L'unico sopravvissuto al termine del gioco, viene proclamato vincitore. Non viene data una vera e propria spiegazione del perché di questo assurdo spettacolo, ma in fondo questa è la caratteristica prima di una dittatura. Chi sta a capo decide e nessuno può opporsi, punto.
Molto interessanti sono le dinamiche psicologiche dei malcapitati protagonisti del gioco. Il modo con cui ciascuno decide di affrontare questa sfida, i sentimenti che guidano le loro scelte e soprattutto il loro passato, che inevitabilmente condiziona le loro decisioni.
I personaggi sono la vera forza di quest'opera. Molto eterogenei per estrazione sociale, capacità, valori e traumi passati, danno una rappresentazione molto variegata della società. I colpi di scena e le situazioni al cardiopalma non mancano.
A volte lo splatter è un po' eccessivo, a quasi ogni morte corrisponde un cervello spappolato a terra. Però, viste le situazioni raccontate, la scelta di enfatizzarle in questo modo è quantomeno giustificabile.
Un manga estremamente coinvolgente, che, nonostante la gravità dei temi trattati, scorre con una facilità impressionante.
Da qui parte il filone di molti videogiochi e lo stesso "Hunger Games" di Suzanne Collins, tanto osannato, ha le sue radici proprio in quest'opera.
In una società governata da un dittatore, ogni anno gli studenti di una classe terza vengono scelti per partecipare ad una lotta all'ultimo sangue.
L'unico sopravvissuto al termine del gioco, viene proclamato vincitore. Non viene data una vera e propria spiegazione del perché di questo assurdo spettacolo, ma in fondo questa è la caratteristica prima di una dittatura. Chi sta a capo decide e nessuno può opporsi, punto.
Molto interessanti sono le dinamiche psicologiche dei malcapitati protagonisti del gioco. Il modo con cui ciascuno decide di affrontare questa sfida, i sentimenti che guidano le loro scelte e soprattutto il loro passato, che inevitabilmente condiziona le loro decisioni.
I personaggi sono la vera forza di quest'opera. Molto eterogenei per estrazione sociale, capacità, valori e traumi passati, danno una rappresentazione molto variegata della società. I colpi di scena e le situazioni al cardiopalma non mancano.
A volte lo splatter è un po' eccessivo, a quasi ogni morte corrisponde un cervello spappolato a terra. Però, viste le situazioni raccontate, la scelta di enfatizzarle in questo modo è quantomeno giustificabile.
Un manga estremamente coinvolgente, che, nonostante la gravità dei temi trattati, scorre con una facilità impressionante.
Quindici volumi per raccontare un survival non troppo credibile, con un’alternanza psicotica tra il sentimentale e lo splatter a voler giustificare istinti omicidi, codardia, amicizia, amore e nazionalismo. Il duo Koushun Takami e Masayuki Taguchi ha tra le mani un’idea e un contesto molto accattivante, ma purtroppo perde entrambi per strada. Troppo presto per altro...
I primi tre tankōbon sono accattivanti, cinici e spietati. Creano una forte empatia tra i “condannati al gioco omicida” e il lettore. Ogni volumetto che chiudi ti sale l’odio per lo Stato che costringe a simile torture e l’ansia per le morti che, inevitabilmente, sai che accadranno. Poi quest’effetto si perde e rimane solo una curiosità splatter di vedere chi e come morirà. Poi anche questo si volatilizza. Personalmente ho concluso la lettura solo perché ho comprato l’opera intera e non avevo altro da leggere, altrimenti non credo sarei riuscito ad arrivare alla fine.
Senza spoiler concludo parlando proprio del finale.
Effettivamente l’ultimo capitolo risolleva un po’ l’opera dando un senso ad alcune cose, ma sempre con il grave problema di lasciarti un sapore di “vorrei ma non posso”. Infatti non trovano risposte le domande che gli stessi protagonisti si fanno. Chi di voi ha letto Ikigami sa di cosa parlo. La fine dell’opera è il momento in cui rispondi alla domanda “perché accade questa cosa” altrimenti il racconto è una storia inserita in un contesto avulso che perde quindi un pezzo importante di psicologia sociale che spinge una nazione a fare determinate cose. Perdonatemi se sono stato criptico ma odio spoilerare e ho camminato sulle lame per esprimere questo concetto senza entrare nel dettaglio.
Da leggere in assenza di meglio!
I primi tre tankōbon sono accattivanti, cinici e spietati. Creano una forte empatia tra i “condannati al gioco omicida” e il lettore. Ogni volumetto che chiudi ti sale l’odio per lo Stato che costringe a simile torture e l’ansia per le morti che, inevitabilmente, sai che accadranno. Poi quest’effetto si perde e rimane solo una curiosità splatter di vedere chi e come morirà. Poi anche questo si volatilizza. Personalmente ho concluso la lettura solo perché ho comprato l’opera intera e non avevo altro da leggere, altrimenti non credo sarei riuscito ad arrivare alla fine.
Senza spoiler concludo parlando proprio del finale.
Effettivamente l’ultimo capitolo risolleva un po’ l’opera dando un senso ad alcune cose, ma sempre con il grave problema di lasciarti un sapore di “vorrei ma non posso”. Infatti non trovano risposte le domande che gli stessi protagonisti si fanno. Chi di voi ha letto Ikigami sa di cosa parlo. La fine dell’opera è il momento in cui rispondi alla domanda “perché accade questa cosa” altrimenti il racconto è una storia inserita in un contesto avulso che perde quindi un pezzo importante di psicologia sociale che spinge una nazione a fare determinate cose. Perdonatemi se sono stato criptico ma odio spoilerare e ho camminato sulle lame per esprimere questo concetto senza entrare nel dettaglio.
Da leggere in assenza di meglio!
Un manga che ho considerato veramente valente, nonostante la trama inizialmente non mi fosse sembrata particolarmente bella.
I personaggi sono quasi tutti caratterizzati abbastanza bene, anche grazie alle storie che riguardano ognuno di loro e che ci vengono raccontate man mano che essi appaiono. Nonostante a volte muoiano appena ci vengono presentati, le loro reazioni sono perfettamente credibili e spesso si riesce anche ad empatizzare con loro. Questa è una delle cose che più ho adorato di questo manga, valorizzare anche le comparse è una cosa difficile data la quantità di personaggi presenti, ma l'autore se l'è cavata molto bene sotto quest'aspetto. Nulla di esagerato, sia chiaro, ma empatizzare con personaggi che ti sono stati appena presentati è una cosa che non mi è capitata spesso leggendo.
L'unica pecca da questo punto di vista è che per assurdo la maggior parte dei protagonisti sia poco credibile ed eccessivamente idealizzata. Per un adolescente, per quanto buono sia (vedi il caso della prima "vittima") mantenere la calma e cercare un accordo in questa situazione è praticamente impossibile, o almeno lo è non pensare mai alla possibilità di uccidere qualcuno, magari anche un tuo alleato, per la paura. Invece, a quanto pare, il pensiero non ha mai neanche lontanamente sfiorato la mente del protagonista, che con un carattere degno del più banale protagonista di uno shonen persiste nel suo lodevole obbiettivo. E il personaggio principale resta così, piatto per tutto il corso del gioco se non per qualche piccolo avvenimento che lo squote per un po';
La trama è molto buona e riesce a non essere ripetitiva, i momenti di azione vengono alternati molto bene a quelli un po' più rilassati e la tensione è sempre presente, anche se dopo un po' di tempo diventerà quasi ovvio che il personaggio di turno morirà. L'inizio è ottimo e ti lancia perfettamente nell'atmosfera che permeerà tutta l'opera con dei buoni colpi di scena, mentre il finale, nonostante sia piuttosto generico, è comunque un buon modo per chiudere un'avventura del genere, e di certo non lascia insoddisfatti.
I disegni si sposano perfettamente con l'atmosfera generale e l'artista riesce a rappresentare le morti in modo molto spaventoso, per gli standard dei manga. Character design un po' banale, ma non esagerato, quindi direi che aiuta il tutto ad essere più credibile, senza personaggi con vestiti assurdi e capelli multicolor.
In definitiva, lo ritengo un manga che va letto e che probabilmente è il miglior Battle Royale sulla piazza, anche se non è un genere molto famoso. Quindi, ovviamente, se vi piace il genere ve lo consiglio. Anzi, molto probabilmente potrebbe essere una lettura piuttosto interessante anche per chi di solito legge generi totalmente differenti da quello di questo manga.
Un 8.5 se lo merita tutto.
I personaggi sono quasi tutti caratterizzati abbastanza bene, anche grazie alle storie che riguardano ognuno di loro e che ci vengono raccontate man mano che essi appaiono. Nonostante a volte muoiano appena ci vengono presentati, le loro reazioni sono perfettamente credibili e spesso si riesce anche ad empatizzare con loro. Questa è una delle cose che più ho adorato di questo manga, valorizzare anche le comparse è una cosa difficile data la quantità di personaggi presenti, ma l'autore se l'è cavata molto bene sotto quest'aspetto. Nulla di esagerato, sia chiaro, ma empatizzare con personaggi che ti sono stati appena presentati è una cosa che non mi è capitata spesso leggendo.
L'unica pecca da questo punto di vista è che per assurdo la maggior parte dei protagonisti sia poco credibile ed eccessivamente idealizzata. Per un adolescente, per quanto buono sia (vedi il caso della prima "vittima") mantenere la calma e cercare un accordo in questa situazione è praticamente impossibile, o almeno lo è non pensare mai alla possibilità di uccidere qualcuno, magari anche un tuo alleato, per la paura. Invece, a quanto pare, il pensiero non ha mai neanche lontanamente sfiorato la mente del protagonista, che con un carattere degno del più banale protagonista di uno shonen persiste nel suo lodevole obbiettivo. E il personaggio principale resta così, piatto per tutto il corso del gioco se non per qualche piccolo avvenimento che lo squote per un po';
La trama è molto buona e riesce a non essere ripetitiva, i momenti di azione vengono alternati molto bene a quelli un po' più rilassati e la tensione è sempre presente, anche se dopo un po' di tempo diventerà quasi ovvio che il personaggio di turno morirà. L'inizio è ottimo e ti lancia perfettamente nell'atmosfera che permeerà tutta l'opera con dei buoni colpi di scena, mentre il finale, nonostante sia piuttosto generico, è comunque un buon modo per chiudere un'avventura del genere, e di certo non lascia insoddisfatti.
I disegni si sposano perfettamente con l'atmosfera generale e l'artista riesce a rappresentare le morti in modo molto spaventoso, per gli standard dei manga. Character design un po' banale, ma non esagerato, quindi direi che aiuta il tutto ad essere più credibile, senza personaggi con vestiti assurdi e capelli multicolor.
In definitiva, lo ritengo un manga che va letto e che probabilmente è il miglior Battle Royale sulla piazza, anche se non è un genere molto famoso. Quindi, ovviamente, se vi piace il genere ve lo consiglio. Anzi, molto probabilmente potrebbe essere una lettura piuttosto interessante anche per chi di solito legge generi totalmente differenti da quello di questo manga.
Un 8.5 se lo merita tutto.
Oltre ad essere un survival questo manga ha dalla sua anche un disegno molto bizzarro e particolare, alcuni volti sono esageratamente grotteschi come quello dell'antagonista per eccellenza. Questa opera è sicuramente degna di essere chiama tale e non semplicemente manga, per aver fatto parlare di sé per anni, e ogni appassionato del genere survival o la possiede o almeno ne ha sentito parlare. Troverete una quantità di splatter immensa e una violenza ai limiti dell'assurdo che purtroppo prevarranno per la forza delle immagini sui rapporti sociali e sulla trama, che c'è, ma passa un po' in secondo piano. Il lettore viene quasi costretto a prestare piu' attenzione alle scene spettacolari ed eclatanti piuttosto che alle chiacchiere. Questo è un difetto che è abbastanza grande per chi cerca un po' di profondità, perché l'autore prova a metterci anche quello ma non molti riusciranno a coglierla, forse è una scelta voluta. Ci sono come molti hanno fatto notare un'infinità di lacrime e piagnistei, in alcuni volumi quasi in ogni pagina, questo potrebbe risultare fastidioso per alcuni o ridicolmente divertente per altri. Un manga esagerato in tutto e per tutto, che "tutti" conoscono ma che non è decisamente per tutti. Un'opera può essere conosciuta da migliaia e migliaia di persone nel mondo ma questo non significa che sia ottima al 100%, per questo personalmente la ritengo sicuramente sopra la sufficienza ma altrettanto sicuramente non è da dieci su dieci. Dopo alcuni giorni dalla fine della lettura dell'opera molti lettori potrebbero ricordare solo immagini orrorifiche disegnate magistralmente e scene ad effetto, ma tutto finisce lì, difficilmente lascia un segno profondo o smuove l'animo. Per la sua celebrità non delude del tutto.
Vi pongo una semplice domanda: come reagireste se venissi da voi, vi dessi una pistola e vi dicessi di uccidere qualcuno? Immagino che sareste scioccati e mettereste in serio dubbio la mia sanità mentale.
E' assurdo che si chieda ad una persona qualunque, uno come voi di uccidere. Questo è un compito per ben altre persone, ci vuole l'addestramento per saperlo fare, ci vuole la preparazione, ma soprattutto ci vuole un motivo. Anche chi sà come uccidere deve avere un motivo per farlo... e anche il quel caso non è detto che sia facile.
Quindi possiamo concludere che la mia sia una richiesta folle da tutti i punti di vista.
Eppure l'idea di prendere persone "qualunque", tranquille, innocenti, "buone" e metterle in una situazione in cui sono costrette a uccidere è stata utilizzata e sfruttata in decina di film, libri e perché no anche fumetti.
Ed ovviamente non tutti sono stati dei best sellers o hanno vinto premi, ma per qualche motivo hanno fatto parlare e venduto almeno un po'. Per quale motivo?
Perché ci piace la violenza e il gore?
Anche, ma credo che ciò che più ci spinge a leggere opere come questa sia proprio quell'idea folle di prendere una persona e senza alcuna preparazione costringerla ad uccidere... o essere uccisa. Perché se la sola idea di uccidere qualcuno può sconvolgere la mente di una persona, la paura della morte può essere quell'ulteriore molla per precipitare nella pazzia... o per riprendersi e difendere la propria pelle, in un modo o nell'altro.
Ci sono molti libri ("Hunger Games") e fumetti ("Gantz") che hanno avuto successo grazie alla descrizione specifica e dettagliata dei sentimenti e dei pensieri di protagonisti "comuni" messi in una situazione di vita o di morte, costretti a dover processare l'assurdità di dover combattere e uccidere in qualunque momento sia ritenuto opportuno da chi decide delle loro vite, lentamente portati a dover accettare l'inferno come la nuova normalità (perché l'uomo riesce ad abituarsi a tutto, per quanto ci voglia tempo e possa essere doloroso).
Ma "Battle Royale" possiede qualcosa in più, una crudeltà bella e buona che è la vera intuizione vincente che lo esalta nell'olimpo delle opere di questo genere. I poveri ragazzi e ragazze costretti a combattere in un'arena non sono persone scelte completamente a caso. Sono tutti gli alunni di una classe di liceo. Si conoscono, fino al giorno prima chiacchieravano, studiavano, giocavano, si innamoravano. E poi l'inferno.
E tu come lettore senti la loro sofferenza, credi alle loro storie. Perché questi poveracci trasudano personalità da tutti i pori. Alcuni sono dei pavidi, altri coraggiosi, intelligenti o meno intelligenti, gentili o egoisti, abituati a sottomettersi oppure a comandare, o perché no a mentire.
Tutti gli studenti hanno i loro vizi e le loro virtù, e tutti devono adattarsi in qualche modo alla nuova realtà. Alcuni non ce la fanno, punto. Altri invece riescono a comprendere molto più facilmente questo nuovo mondo superviolento. Forse perché conoscono bene la violenza e la cattiveria di quello vecchio. Quello "ordinario".
O forse perché si aggrappano a qualcosa, perché hanno delle speranze. Sono solo dei ragazzini in fondo, devono avercele.
Qualcosa a cui aggrapparsi, un amore, un amicizia, anche solo il tuo cantante preferito può servire come ancora di salvezza.
In effetti l'intera storia non esisterebbe se i due protagonisti non si aggrappassero ad una grande speranza. E a volte mi fa arrabbiare come rimangano sempre buoni e fiduciosi e cerchino sempre di aiutare gli altri nonostante tutto quello che gli capita e lo reputo l'unico elemento dell'opera che mi impedisce di dargli un 10. Ma come posso biasimarli, in effetti è più facile sopportare tutto lo schifo di questo mondo e mantenere un briciolo di luce nell'oscurità se riesci a sperare nel futuro.
Un sacco di persone ci riescono anche nel mondo "ordinario".
Ma se quella speranza viene schiacciata, se si rivela essere una mera illusione?
Non voglio rovinarvi la lettura con degli spoiler ma sappiate che è questo di cui parla questa storia. Di speranze disilluse, tradimenti, ribellioni, litigi e follia, di morte ma anche di vita che non è detto che sia sempre meglio.
Senza ulteriori indugi vi invito a comprare questo bellissimo manga e ad immergervi nella sua storia. Scoprirete da soli quanto può contare la speranza per una persona, vera o falsa che sia. Ah, e ci sono anche molte scene d'azione e violenze in questo manga, sai com'è tanto per fare da contorno a tutto il resto.
E' assurdo che si chieda ad una persona qualunque, uno come voi di uccidere. Questo è un compito per ben altre persone, ci vuole l'addestramento per saperlo fare, ci vuole la preparazione, ma soprattutto ci vuole un motivo. Anche chi sà come uccidere deve avere un motivo per farlo... e anche il quel caso non è detto che sia facile.
Quindi possiamo concludere che la mia sia una richiesta folle da tutti i punti di vista.
Eppure l'idea di prendere persone "qualunque", tranquille, innocenti, "buone" e metterle in una situazione in cui sono costrette a uccidere è stata utilizzata e sfruttata in decina di film, libri e perché no anche fumetti.
Ed ovviamente non tutti sono stati dei best sellers o hanno vinto premi, ma per qualche motivo hanno fatto parlare e venduto almeno un po'. Per quale motivo?
Perché ci piace la violenza e il gore?
Anche, ma credo che ciò che più ci spinge a leggere opere come questa sia proprio quell'idea folle di prendere una persona e senza alcuna preparazione costringerla ad uccidere... o essere uccisa. Perché se la sola idea di uccidere qualcuno può sconvolgere la mente di una persona, la paura della morte può essere quell'ulteriore molla per precipitare nella pazzia... o per riprendersi e difendere la propria pelle, in un modo o nell'altro.
Ci sono molti libri ("Hunger Games") e fumetti ("Gantz") che hanno avuto successo grazie alla descrizione specifica e dettagliata dei sentimenti e dei pensieri di protagonisti "comuni" messi in una situazione di vita o di morte, costretti a dover processare l'assurdità di dover combattere e uccidere in qualunque momento sia ritenuto opportuno da chi decide delle loro vite, lentamente portati a dover accettare l'inferno come la nuova normalità (perché l'uomo riesce ad abituarsi a tutto, per quanto ci voglia tempo e possa essere doloroso).
Ma "Battle Royale" possiede qualcosa in più, una crudeltà bella e buona che è la vera intuizione vincente che lo esalta nell'olimpo delle opere di questo genere. I poveri ragazzi e ragazze costretti a combattere in un'arena non sono persone scelte completamente a caso. Sono tutti gli alunni di una classe di liceo. Si conoscono, fino al giorno prima chiacchieravano, studiavano, giocavano, si innamoravano. E poi l'inferno.
E tu come lettore senti la loro sofferenza, credi alle loro storie. Perché questi poveracci trasudano personalità da tutti i pori. Alcuni sono dei pavidi, altri coraggiosi, intelligenti o meno intelligenti, gentili o egoisti, abituati a sottomettersi oppure a comandare, o perché no a mentire.
Tutti gli studenti hanno i loro vizi e le loro virtù, e tutti devono adattarsi in qualche modo alla nuova realtà. Alcuni non ce la fanno, punto. Altri invece riescono a comprendere molto più facilmente questo nuovo mondo superviolento. Forse perché conoscono bene la violenza e la cattiveria di quello vecchio. Quello "ordinario".
O forse perché si aggrappano a qualcosa, perché hanno delle speranze. Sono solo dei ragazzini in fondo, devono avercele.
Qualcosa a cui aggrapparsi, un amore, un amicizia, anche solo il tuo cantante preferito può servire come ancora di salvezza.
In effetti l'intera storia non esisterebbe se i due protagonisti non si aggrappassero ad una grande speranza. E a volte mi fa arrabbiare come rimangano sempre buoni e fiduciosi e cerchino sempre di aiutare gli altri nonostante tutto quello che gli capita e lo reputo l'unico elemento dell'opera che mi impedisce di dargli un 10. Ma come posso biasimarli, in effetti è più facile sopportare tutto lo schifo di questo mondo e mantenere un briciolo di luce nell'oscurità se riesci a sperare nel futuro.
Un sacco di persone ci riescono anche nel mondo "ordinario".
Ma se quella speranza viene schiacciata, se si rivela essere una mera illusione?
Non voglio rovinarvi la lettura con degli spoiler ma sappiate che è questo di cui parla questa storia. Di speranze disilluse, tradimenti, ribellioni, litigi e follia, di morte ma anche di vita che non è detto che sia sempre meglio.
Senza ulteriori indugi vi invito a comprare questo bellissimo manga e ad immergervi nella sua storia. Scoprirete da soli quanto può contare la speranza per una persona, vera o falsa che sia. Ah, e ci sono anche molte scene d'azione e violenze in questo manga, sai com'è tanto per fare da contorno a tutto il resto.
Un'isola, una classe, tante armi da fuoco, impossibile fuggire. Ecco in cosa vengono catapultati gli sfortunati alunni della IIIB.
Nanahara è il nostro protagonista, e scelta migliore non poteva esserci, data la sua esasperata passione per la giustizia. Cresciuto in un orfanotrofio, il ragazzo sviluppa un'intolleranza verso le cattiverie, e l'unica scelta per lui, all'interno di un gioco simile, è opporsi con tutte le proprie forze al sistema.
Ma in cosa consiste "Battle Royale"? Si può dire che il governo ogni anno sceglie, per un non ben precisato motivo, una classe dove oltre quaranta studenti (maschi e femmine) si vedono costretti a farsi fuori, finché non ne rimane soltanto uno in vita. Il luogo scelto per il gioco cambia ad ogni edizione, in questo caso si tratta di un'isola apparentemente disabitata. Come se non bastasse, a complicare ulteriormente la situazione, ci si mette il signor Kamon, direttore del gioco, che monitorando la situazione decide dietro alle quinte quali manovre adoperare. In primis, alcune zone dell'isola vengono definite "off limits" e quindi non possono essere frequentate in determinate ore, per fare in modo che i partecipanti non possano rifugiarsi in un luogo fisso.
Qualcuno cercherà alleanze, qualcun altro preferirà agire da solo, ma ciò che ne esce è una storia tutto sommato piacevole e convincente.
I personaggi sono ben caratterizzati, almeno per quanto riguarda i principali. Il giusto Nanahara, la dolce Noriko, l'esperto Kawada, il solitario Hiroki, il geniale Mimura, la pazza Mitsuko e naturalmente lo spietato Kiriyama, sono presentati alla grande con dei flashback davvero coinvolgenti. L'ambientazione semplice rende bene con la storia, boschi e casolari sono ideali per una trama del genere.
Il tratto del mangaka è un pochino "duro" da digerire nei primi capitoli, soprattutto se siete abituati ai manga più moderni, tuttavia una volta assimilato diventa piacevole, soprattutto nelle scene splatter davvero molto curate. In particolare, Koushun Takami e Masayuki Taguchi sembrano amare i colpi di arma da fuoco al volto. Le scene di uccisioni con colpi al viso, degne della trilogia del "Padrino" non mancano di certo, e spesso ci vengono illustrati interni del cranio e cervelli in modo maniacale.
Conclusione: Nel complesso, un manga consigliato a tutti gli amanti dei survival e dello splatter. Se avete visto i film della saga "Hunger Games" dovreste notare molte similitudini; secondo qualcuno, la serie sarebbe addirittura un plagio di "Battle Royale", anche se non condivido a pieno queste voci. Certo, leggere entrambe le saghe è il miglior modo per togliersi ogni dubbio e crearsi la propria opinione. Ritengo che l'opera richiami molto il genere pulp "Tarantiniano", anche se il black humor non è così fortemente accentuato.
Riguardo ai dati statistici, vi posso dire che le recensioni in patria sono state buonissime, tanto da rendere "Battle Royale" un vero "must" per chi ricerca dei seinen con adrenalina. Quindici volumi non sono molti, e nelle fumetterie si dovrebbe trovare senza grossi affanni tutta la collana. Il mio consiglio finale e di leggerlo più volte in quanto ogni sfaccettatura che a prima lettura potrebbe sfuggire, può essere colta con una seconda revisione dell'opera.
Nanahara è il nostro protagonista, e scelta migliore non poteva esserci, data la sua esasperata passione per la giustizia. Cresciuto in un orfanotrofio, il ragazzo sviluppa un'intolleranza verso le cattiverie, e l'unica scelta per lui, all'interno di un gioco simile, è opporsi con tutte le proprie forze al sistema.
Ma in cosa consiste "Battle Royale"? Si può dire che il governo ogni anno sceglie, per un non ben precisato motivo, una classe dove oltre quaranta studenti (maschi e femmine) si vedono costretti a farsi fuori, finché non ne rimane soltanto uno in vita. Il luogo scelto per il gioco cambia ad ogni edizione, in questo caso si tratta di un'isola apparentemente disabitata. Come se non bastasse, a complicare ulteriormente la situazione, ci si mette il signor Kamon, direttore del gioco, che monitorando la situazione decide dietro alle quinte quali manovre adoperare. In primis, alcune zone dell'isola vengono definite "off limits" e quindi non possono essere frequentate in determinate ore, per fare in modo che i partecipanti non possano rifugiarsi in un luogo fisso.
Qualcuno cercherà alleanze, qualcun altro preferirà agire da solo, ma ciò che ne esce è una storia tutto sommato piacevole e convincente.
I personaggi sono ben caratterizzati, almeno per quanto riguarda i principali. Il giusto Nanahara, la dolce Noriko, l'esperto Kawada, il solitario Hiroki, il geniale Mimura, la pazza Mitsuko e naturalmente lo spietato Kiriyama, sono presentati alla grande con dei flashback davvero coinvolgenti. L'ambientazione semplice rende bene con la storia, boschi e casolari sono ideali per una trama del genere.
Il tratto del mangaka è un pochino "duro" da digerire nei primi capitoli, soprattutto se siete abituati ai manga più moderni, tuttavia una volta assimilato diventa piacevole, soprattutto nelle scene splatter davvero molto curate. In particolare, Koushun Takami e Masayuki Taguchi sembrano amare i colpi di arma da fuoco al volto. Le scene di uccisioni con colpi al viso, degne della trilogia del "Padrino" non mancano di certo, e spesso ci vengono illustrati interni del cranio e cervelli in modo maniacale.
Conclusione: Nel complesso, un manga consigliato a tutti gli amanti dei survival e dello splatter. Se avete visto i film della saga "Hunger Games" dovreste notare molte similitudini; secondo qualcuno, la serie sarebbe addirittura un plagio di "Battle Royale", anche se non condivido a pieno queste voci. Certo, leggere entrambe le saghe è il miglior modo per togliersi ogni dubbio e crearsi la propria opinione. Ritengo che l'opera richiami molto il genere pulp "Tarantiniano", anche se il black humor non è così fortemente accentuato.
Riguardo ai dati statistici, vi posso dire che le recensioni in patria sono state buonissime, tanto da rendere "Battle Royale" un vero "must" per chi ricerca dei seinen con adrenalina. Quindici volumi non sono molti, e nelle fumetterie si dovrebbe trovare senza grossi affanni tutta la collana. Il mio consiglio finale e di leggerlo più volte in quanto ogni sfaccettatura che a prima lettura potrebbe sfuggire, può essere colta con una seconda revisione dell'opera.
L'amore tra me e Battle Royale è sbocciato sin dalle prime pagine. Un intreccio adrenalinico e una brutalità così verosimile da rapire completamente l'attenzione del lettore. Tematiche e spunti che potrebbero ispirare un trattato sociologico, indagando la natura dell'uomo attraverso la lente di ingrandimento che scruta un mondo ucronistico. Un contesto in cui le nuove leve vengono piegate dall'oppressione della dittatura che le sottopone a prove disumane. Una visione da cui la famosa saga di Hunger Games ha attinto a piene mani senza riuscire a riportare, con la stessa efficacia e la stessa lucidità, l'onestà intellettuale e filosofica di Battle Royale. Detto così potrebbe sembrare una serie perfetta ed invece qualche difetto ci sta. In alcune sequenze ci sono delle forzature nella trama (niente di grossolano però), ma la cosa che mi ha lasciato più perplesso è la scelta nella sceneggiatura di distaccarsi a tratti dalla sua natura realistica che si traduce in un processo di incoerenza che impoverisce leggermente il prodotto. Non entrerò nello specifico per evitare spoilers ma posso generalmente dire che alcuni personaggi si ritrovano a compiere gesti "sovrannaturali" che vanno a ledere quel senso di realismo verso cui Battle Royale sembra protrarsi. Il mio consiglio è di leggerlo e rileggerlo ancora per cogliere tutte le sfumature possibili di un'opera eterna che farà per sempre scuola.
Ho recuperato questa opera di recente, ed ha già molte recensioni, ma ci tengo a dare anche il mio parere su questa serie.
"Battle Royale" nasce come romanzo dalla penna di Koushun Takami, che non ho avuto modo di leggere quindi eviterò paragoni.
Ho conosciuto questa proprio su AnimeClick e ne rimasi sconvolto per i disegni crudi e la trama estrema, ho titubato molto prima di acquistarla, poiché non ero avvezzo a questo genere, ma una volta presa confidenza con lo splatter ho fatto il grande passo e ne sono più che felice.
La storia è già famosa, tratta di questi ragazzi studenti di quindici anni compagni di classe costretti ad uccidersi tra loro in questo gioco chiamato 'program'.
Messa così può sembrare un pretesto per veder scannare persone tra di loro, ma "Battle Royale" è molto di più, la psicologia di ogni personaggio è sviluppata in modo credibile e il background di ognuno di loro ne fa capire le scelte che compiono nel gioco.
La trama si sussegue, con riflessioni di ogni tipo, azione, perversioni, colpi di scena, la componente erotica è molto forte e a me non ha disturbato e lo trovata un valore aggiunto.
Non do il massimo dei voti perché alcuni personaggi non li ho trovati credibili, come kiryama, uno come lui è difficile possa esistere ed i combattimenti alla "Dragonball" sono forse fuori luogo.
Per me il finale è stato molto bello, dopo tanta violenza, si intravede un barlume di speranza che offre a quest'opera anche un "lato positivo".
Consiglio questo manga a chiunque ami le storie violente e con tanta introspezione psicologica.
"Battle Royale" nasce come romanzo dalla penna di Koushun Takami, che non ho avuto modo di leggere quindi eviterò paragoni.
Ho conosciuto questa proprio su AnimeClick e ne rimasi sconvolto per i disegni crudi e la trama estrema, ho titubato molto prima di acquistarla, poiché non ero avvezzo a questo genere, ma una volta presa confidenza con lo splatter ho fatto il grande passo e ne sono più che felice.
La storia è già famosa, tratta di questi ragazzi studenti di quindici anni compagni di classe costretti ad uccidersi tra loro in questo gioco chiamato 'program'.
Messa così può sembrare un pretesto per veder scannare persone tra di loro, ma "Battle Royale" è molto di più, la psicologia di ogni personaggio è sviluppata in modo credibile e il background di ognuno di loro ne fa capire le scelte che compiono nel gioco.
La trama si sussegue, con riflessioni di ogni tipo, azione, perversioni, colpi di scena, la componente erotica è molto forte e a me non ha disturbato e lo trovata un valore aggiunto.
Non do il massimo dei voti perché alcuni personaggi non li ho trovati credibili, come kiryama, uno come lui è difficile possa esistere ed i combattimenti alla "Dragonball" sono forse fuori luogo.
Per me il finale è stato molto bello, dopo tanta violenza, si intravede un barlume di speranza che offre a quest'opera anche un "lato positivo".
Consiglio questo manga a chiunque ami le storie violente e con tanta introspezione psicologica.
<b>Attenzione, contiene spoiler</b>
"Battle Royale" è un manga molto violento ma anche profondo; ha una trama semplice, in breve una classe delle medie viene costretta dal governo a partecipare ad un programma dove gli studenti vengono messi uno contro l'altro. Interessante vedere le varie strategie di sopravvivenza dei personaggi, caratterizzati tra l'latro egregiamente; c'è chi non prova nessuna emozione e uccide a sangue freddo e chi invece è disposto a morire pur di non ammazzare nessuno. Manga molto coinvolgente, mi sono spesso chiesto cosa avrei fatto io se fossi stato costretto a partecipare al programma.
Il manga è fedele al romanzo almeno fino agli ultimi volumi dove il carattere di alcuni personaggi è stato completamente storpiato, mi riferisco a Kiriyama e Mitsuko che qui a differenza del romanzo è una ninfomane, di cattivo gusto in quanto si tratta di una ragazzina delle medie, forse l'unica cosa che non mi è piaciuta. Bello anche il fatto che vengono assegnate delle armi a caso prima di cominciare il "gioco", c'è chi parte con una mitraglietta e chi invece con una forchetta. I disegni sono molto particolari, io li ho trovati stupendi, le espressioni dei personaggi rendono molto la disperazione e la gioia, ma a tanti possono non piacere. Essendo Battle Royale il mio manga preferito lo consiglio vivamente agli amanti del genere.
"Battle Royale" è un manga molto violento ma anche profondo; ha una trama semplice, in breve una classe delle medie viene costretta dal governo a partecipare ad un programma dove gli studenti vengono messi uno contro l'altro. Interessante vedere le varie strategie di sopravvivenza dei personaggi, caratterizzati tra l'latro egregiamente; c'è chi non prova nessuna emozione e uccide a sangue freddo e chi invece è disposto a morire pur di non ammazzare nessuno. Manga molto coinvolgente, mi sono spesso chiesto cosa avrei fatto io se fossi stato costretto a partecipare al programma.
Il manga è fedele al romanzo almeno fino agli ultimi volumi dove il carattere di alcuni personaggi è stato completamente storpiato, mi riferisco a Kiriyama e Mitsuko che qui a differenza del romanzo è una ninfomane, di cattivo gusto in quanto si tratta di una ragazzina delle medie, forse l'unica cosa che non mi è piaciuta. Bello anche il fatto che vengono assegnate delle armi a caso prima di cominciare il "gioco", c'è chi parte con una mitraglietta e chi invece con una forchetta. I disegni sono molto particolari, io li ho trovati stupendi, le espressioni dei personaggi rendono molto la disperazione e la gioia, ma a tanti possono non piacere. Essendo Battle Royale il mio manga preferito lo consiglio vivamente agli amanti del genere.
Battle Royale è ambientato in un futuro distopico dove ogni anno, nella Repubblica della Grande Asia, una classe di ragazzini quindicenni è selezionata per partecipare ad un "gioco" di sopravvivenza. Lasciati su un'isola deserta dovranno uccidersi a vicenda entro tre giorni fino a che non resterà un solo vincitore.
E stata un'impresa ardua quanto quella dei poveri personaggi arrivare alla fine di questo manga, il mio unico sostegno è stato il pregustarmi una bella recensione caustica. La trama è piuttosto banale ma offre buoni spunti di sviluppo che sono stati tutti sistematicamente traviati dalla contorta mente degli autori. Perché? Perché, mi chiedo, infarcire di assurdità una storia che può, come dimostrano il film e il romanzo, essere apprezzabile nonstante non brilli di originalità? I primi volumi sono abbastanza godibili, poi si comincia a calare nell'abisso della noia. Ci si stufa presto di sangue a secchiate, lacrimoni luccicanti e storielle strappalacrime. Insomma è tutta una minestrina scaldata e talvolta si arriva a sorpassare decisamente il limite della decenza con scene tra il ridicolo ed il grottesco. La cosa peggiore però sono certi dialoghi pieni di frasette fatte, impregnate di un buonismo disgustoso ad opera soprattutto del nostro carissimo protagonista.
Oltre alla personalità degna di uno stoccafisso di Shuya e della relativa fidanzatina, non si può negare che si cerchi di conferire dello spessore psicologico ad alcuni dei personaggi arrivando però, come nel caso di Mitsuko e Kiriyama, all'esagerazione. Inoltre quasi tutti i 42 malcapitati, poco prima di morire miseramente, avranno noiosi e lunghi flashback infarciti dei soliti cliché atti a farceli compatire e a rimpiangere il loro trapasso (come no).
L'impressione generale è quella di un'opera che vuole accattivarsi e compiacere il lettore con un tripudio di sesso, violenza e di psicologia da quattro soldi, cosa che si potrebbe anche sopportare se però ci fosse un senso a tutto questo. Invece no. Chissenefrega di quello che dovrebbe essere un significato degno di essere chiamato tale, bastano qualche frase ispirata (e già sentita) con tutta una buona dose di scene spettacolari/scioccanti per far credere al lettore di trovarsi di fronte a qualcosa di serio o quantomeno di sensato. Le scenate dei protagonisti, la storiella d'amore demenziale (anche questa vista e rivista), le cervella che saltano in aria, le tette di Mitsuko e quant'altro sono evidentemente quello che interessa di più. Bella roba. Guardatevi il film che almeno è decente.
E stata un'impresa ardua quanto quella dei poveri personaggi arrivare alla fine di questo manga, il mio unico sostegno è stato il pregustarmi una bella recensione caustica. La trama è piuttosto banale ma offre buoni spunti di sviluppo che sono stati tutti sistematicamente traviati dalla contorta mente degli autori. Perché? Perché, mi chiedo, infarcire di assurdità una storia che può, come dimostrano il film e il romanzo, essere apprezzabile nonstante non brilli di originalità? I primi volumi sono abbastanza godibili, poi si comincia a calare nell'abisso della noia. Ci si stufa presto di sangue a secchiate, lacrimoni luccicanti e storielle strappalacrime. Insomma è tutta una minestrina scaldata e talvolta si arriva a sorpassare decisamente il limite della decenza con scene tra il ridicolo ed il grottesco. La cosa peggiore però sono certi dialoghi pieni di frasette fatte, impregnate di un buonismo disgustoso ad opera soprattutto del nostro carissimo protagonista.
Oltre alla personalità degna di uno stoccafisso di Shuya e della relativa fidanzatina, non si può negare che si cerchi di conferire dello spessore psicologico ad alcuni dei personaggi arrivando però, come nel caso di Mitsuko e Kiriyama, all'esagerazione. Inoltre quasi tutti i 42 malcapitati, poco prima di morire miseramente, avranno noiosi e lunghi flashback infarciti dei soliti cliché atti a farceli compatire e a rimpiangere il loro trapasso (come no).
L'impressione generale è quella di un'opera che vuole accattivarsi e compiacere il lettore con un tripudio di sesso, violenza e di psicologia da quattro soldi, cosa che si potrebbe anche sopportare se però ci fosse un senso a tutto questo. Invece no. Chissenefrega di quello che dovrebbe essere un significato degno di essere chiamato tale, bastano qualche frase ispirata (e già sentita) con tutta una buona dose di scene spettacolari/scioccanti per far credere al lettore di trovarsi di fronte a qualcosa di serio o quantomeno di sensato. Le scenate dei protagonisti, la storiella d'amore demenziale (anche questa vista e rivista), le cervella che saltano in aria, le tette di Mitsuko e quant'altro sono evidentemente quello che interessa di più. Bella roba. Guardatevi il film che almeno è decente.
Battle Royale è un manga disegnato da Masayuki Taguchi con i testi di Koushun Takami. Non si tratta però di un'opera del tutto nuova: è infatti l'adattamento a manga del romanzo dello stesso Takami. La trama è conosciuta ai più: ogni anno una classe di terza media viene scelta ed è obbligata a partecipare ad un gioco mortale (su un isola deserta) nel quale quelli che fino al giorno prima erano amici e compagni dovranno eliminarsi a vicenda, fino a quando non rimarrà che un unico sopravvissuto. Questi avrà il diritto di ritornare a casa vivo.
Quella che a prima vista può apparire come una banalissima storia per ragazzi con molto sangue è in verità uno studio del sistema scolastico giapponese con annessa critica. I concorrenti sono 42, 21 maschi e 21 femmine. Ognuno di essi ha un carattere diverso: andiamo dal nerd al bullo, dal figlio di una ricca famiglia al poveraccio, dalla ragazza timida ed ingenua a quella che può essere paragonata ad una prostituta. Insomma, ci sono tutte le sfaccettature della società. Ed è questo probabilmente, il primo punto a favore dell'opera. Qualsiasi sia il lettore, avrà sempre un personaggio col quale rapportarsi. E anche quando questi verrà eliminato potrà comunque continuare a leggere l'opera e a seconda del proprio carattere essere favorevole o meno alle scelte dei protagonisti principali.
Perché in Battle Royale non c'è il giusto e lo sbagliato, ci sono scelte. Ed esse portano a conseguenze. Il manga è stato fortemente criticato sia positivamente che negativamente (ha anche subito un indagine dal parlamento giapponese), ma si pone come validissima opera a favore del disappunto sul sistema giapponese, che per quanto meraviglioso possiede anche aspetti negativi (inutile citare più di tanto i tragici suicidi che avvengono normalmente ad opera di giovani studenti). Personalmente reputo però che la miglior caratteristica dell'opera siano i disegni. Taguchi riesce a rendere in modo incredibile ciò che Takami vuole rappresentare. Ok, sarà un autore che fa del fan service sfrenato uno dei sui cavalli di battaglia (ma vi assicuro che il modo in cui riesce a rappresentare i corpi è un qualcosa di fenomenale), però lo svolgimento delle azioni è sempre perfetto. Anche nel caos più totale il lettore capisce al 100% ciò che sta accadendo. E ciò grazie ai corpi, ogni singolo centimetro di ogni corpo trasuda qualcosa e rende subito chiaro ciò che sta per accadere. Se vogliamo poi parlare della lunghezza della storia non si può che non fare un inchino all'autore che in soli 15 volumi è riuscito a stipare le storie di 42 protagonisti (perché sì, voglio che sia chiaro: non c'è distinzione tra principali e secondari) senza però tagliare via niente. In conclusione, non posso che stra-consigliare l'opera. Finita la lettura ne uscirete sicuramente arricchiti.
Quella che a prima vista può apparire come una banalissima storia per ragazzi con molto sangue è in verità uno studio del sistema scolastico giapponese con annessa critica. I concorrenti sono 42, 21 maschi e 21 femmine. Ognuno di essi ha un carattere diverso: andiamo dal nerd al bullo, dal figlio di una ricca famiglia al poveraccio, dalla ragazza timida ed ingenua a quella che può essere paragonata ad una prostituta. Insomma, ci sono tutte le sfaccettature della società. Ed è questo probabilmente, il primo punto a favore dell'opera. Qualsiasi sia il lettore, avrà sempre un personaggio col quale rapportarsi. E anche quando questi verrà eliminato potrà comunque continuare a leggere l'opera e a seconda del proprio carattere essere favorevole o meno alle scelte dei protagonisti principali.
Perché in Battle Royale non c'è il giusto e lo sbagliato, ci sono scelte. Ed esse portano a conseguenze. Il manga è stato fortemente criticato sia positivamente che negativamente (ha anche subito un indagine dal parlamento giapponese), ma si pone come validissima opera a favore del disappunto sul sistema giapponese, che per quanto meraviglioso possiede anche aspetti negativi (inutile citare più di tanto i tragici suicidi che avvengono normalmente ad opera di giovani studenti). Personalmente reputo però che la miglior caratteristica dell'opera siano i disegni. Taguchi riesce a rendere in modo incredibile ciò che Takami vuole rappresentare. Ok, sarà un autore che fa del fan service sfrenato uno dei sui cavalli di battaglia (ma vi assicuro che il modo in cui riesce a rappresentare i corpi è un qualcosa di fenomenale), però lo svolgimento delle azioni è sempre perfetto. Anche nel caos più totale il lettore capisce al 100% ciò che sta accadendo. E ciò grazie ai corpi, ogni singolo centimetro di ogni corpo trasuda qualcosa e rende subito chiaro ciò che sta per accadere. Se vogliamo poi parlare della lunghezza della storia non si può che non fare un inchino all'autore che in soli 15 volumi è riuscito a stipare le storie di 42 protagonisti (perché sì, voglio che sia chiaro: non c'è distinzione tra principali e secondari) senza però tagliare via niente. In conclusione, non posso che stra-consigliare l'opera. Finita la lettura ne uscirete sicuramente arricchiti.
Ricordo un giorno di qualche anno fa...
Ero in una fase tutt'altro che piacevole della mia esistenza e, da brava appassionata di tutto ciò che rientra nella grossa categoria "fumetto" e "cartone animato", cercavo spesso qualche emozione tra le pagine di un manga. Poi, mi ritrovai a sfogliare Battle Royale... e ci rimasi malissimo! Ancora non conoscevo bene la trama, ma i disegni così crudi e la violenza che traspariva dalle pagine, mi suggerirono di non introdurre questo famosissimo manga nella mia vita. Del genere "sto già male per conto mio, me la vado pure a cercare con 'sta storia?".
Poi gli anni sono passati, inevitabilmente sono cambiata, sono cambiate le mie priorità, punti di vista, opinioni, necessità... e mi trovo oggi, qua, seduta davanti al pc, a consigliare invece a tutti, o quasi, di dare una possibilità a questo manga.
Inutile perdere tempo a descrivere la trama, poiché è possibile farlo sopra le nostre recensioni, pertanto mi limiterò a spiegare il motivo per il quale reputo quest'opera a dir poco stupenda.
Innanzitutto, credo che prima di leggere Battle Royale, sia necessario fare un piccolo passo indietro e cercare di immaginare un mondo ben diverso dal quello in cui consumiamo la nostra quotidianità.
I ragazzi protagonisti "sopravvivono" in un'Asia ove vige una durissima dittatura, che fomenta l'odio per l'America, e tutto ciò che non sia prettamente legato alla secolare cultura asiatica (come la musica rock che è considerata un tabù). Avere fiducia negli adulti incapaci di ribellarsi a questo sistema è difficile, e gli stessi ragazzi manifestano spesso problemi comportamentali. Si ha voglia di novità, di vivere, di divertirsi... ma poi "il gioco" ha inizio e le priorità di ognuno cambiano. Qua inizia la magia di Battle Royale! L'unione di Koushun Takami (scrittore dell'omonimo romanzo) e di Masayuki Taguchi, ha permesso di dare il via ad un'opera stupenda, che riuscirà, in quindici volumetti, a farci conoscere, detestare, amare, tifare ecc. ben quarantadue studenti, le cui reazioni ed evoluzioni sapranno veramente colpire ed appassionare! C'è chi si lascerà sopraffare dalla paura, chi combatterà per il gusto di farlo, chi per vivere, chi vorrà formare un gruppo, chi userà l'ingegno, chi vorrà salvare tutti, chi vorrà continuare a sperare... Tra morti crudeli ed ingiuste ed inseguimenti, non mancheranno mai però momenti di forti riflessioni e anche lo sbocciare di qualche amore adolescenziale. La presenza di capitoli extra e le interviste fatte a Takami e Taguchi ci consentiranno inoltre di entrare sempre più nel vivo dell'opera e di addentrarci ulteriormente nella mentalità di protagonisti che di sicuro non lasceranno indifferenti.
E' vero, non mancano scene di sesso esasperato e di espressioni quasi caricate all'inverosimile, ma non ho mai reputato tutto ciò un difetto, anzi! Credo che la bravura di Takami e Taguchi, risieda proprio nel riuscire a trasmettere tutte queste emozioni, che vanno capite ed ascoltate.
Non ve lo consiglio dunque, se cercate unicamente gore o smut. Battle Royale è ben di più.
Una storia che non vi regalerà momenti spensierati, ma che non dovrebbe mancare in collezione!
Ero in una fase tutt'altro che piacevole della mia esistenza e, da brava appassionata di tutto ciò che rientra nella grossa categoria "fumetto" e "cartone animato", cercavo spesso qualche emozione tra le pagine di un manga. Poi, mi ritrovai a sfogliare Battle Royale... e ci rimasi malissimo! Ancora non conoscevo bene la trama, ma i disegni così crudi e la violenza che traspariva dalle pagine, mi suggerirono di non introdurre questo famosissimo manga nella mia vita. Del genere "sto già male per conto mio, me la vado pure a cercare con 'sta storia?".
Poi gli anni sono passati, inevitabilmente sono cambiata, sono cambiate le mie priorità, punti di vista, opinioni, necessità... e mi trovo oggi, qua, seduta davanti al pc, a consigliare invece a tutti, o quasi, di dare una possibilità a questo manga.
Inutile perdere tempo a descrivere la trama, poiché è possibile farlo sopra le nostre recensioni, pertanto mi limiterò a spiegare il motivo per il quale reputo quest'opera a dir poco stupenda.
Innanzitutto, credo che prima di leggere Battle Royale, sia necessario fare un piccolo passo indietro e cercare di immaginare un mondo ben diverso dal quello in cui consumiamo la nostra quotidianità.
I ragazzi protagonisti "sopravvivono" in un'Asia ove vige una durissima dittatura, che fomenta l'odio per l'America, e tutto ciò che non sia prettamente legato alla secolare cultura asiatica (come la musica rock che è considerata un tabù). Avere fiducia negli adulti incapaci di ribellarsi a questo sistema è difficile, e gli stessi ragazzi manifestano spesso problemi comportamentali. Si ha voglia di novità, di vivere, di divertirsi... ma poi "il gioco" ha inizio e le priorità di ognuno cambiano. Qua inizia la magia di Battle Royale! L'unione di Koushun Takami (scrittore dell'omonimo romanzo) e di Masayuki Taguchi, ha permesso di dare il via ad un'opera stupenda, che riuscirà, in quindici volumetti, a farci conoscere, detestare, amare, tifare ecc. ben quarantadue studenti, le cui reazioni ed evoluzioni sapranno veramente colpire ed appassionare! C'è chi si lascerà sopraffare dalla paura, chi combatterà per il gusto di farlo, chi per vivere, chi vorrà formare un gruppo, chi userà l'ingegno, chi vorrà salvare tutti, chi vorrà continuare a sperare... Tra morti crudeli ed ingiuste ed inseguimenti, non mancheranno mai però momenti di forti riflessioni e anche lo sbocciare di qualche amore adolescenziale. La presenza di capitoli extra e le interviste fatte a Takami e Taguchi ci consentiranno inoltre di entrare sempre più nel vivo dell'opera e di addentrarci ulteriormente nella mentalità di protagonisti che di sicuro non lasceranno indifferenti.
E' vero, non mancano scene di sesso esasperato e di espressioni quasi caricate all'inverosimile, ma non ho mai reputato tutto ciò un difetto, anzi! Credo che la bravura di Takami e Taguchi, risieda proprio nel riuscire a trasmettere tutte queste emozioni, che vanno capite ed ascoltate.
Non ve lo consiglio dunque, se cercate unicamente gore o smut. Battle Royale è ben di più.
Una storia che non vi regalerà momenti spensierati, ma che non dovrebbe mancare in collezione!
Come possono le buone intenzioni sopravvivere se messe alle strette nella peggiore delle situazioni?
Cosa resta dell'amicizia se si è costretti in modo vile e spietato ad uccidere i propri compagni (di classe)? E se davvero c'è qualcuno così determinato a difendere i valori alti e nobili anche in un contesto estremo, come farà a mettere in atto la sua strategia? Con che mezzi? Che stratagemmi userà?
Ebbene Shuya risponde al Battle Royale imposto dal governo con un Survival Program (come recita il sottotitolo dell'opera). Un programma di sopravvivenza che sembra a dir poco impossibile riuscire a mettere in atto. Messi nelle vicinanze della morte i ragazzi fanno crollare le loro sovrastrutture e palesano (con innegabile sincerità) la loro vera natura. Emerge l'identità profonda di ogni personaggio, chiamato a scegliere tra l'amore per se (l'attaccamento alla propria vita) e l'amore per gli altri (i sentimenti nobili e alti, la fratellanza, il tentativo di unire le forze e fare fronte comune, la speranza). I più feroci scelgono senza troppa difficoltà di accettare il gioco, altri invece sono combattuti, borderline tra una reazione eroica e il rischio di andare in frantumi.
I singoli comportamenti sono tutti da scoprire. Il lettore infatti, per come hanno impostato le cose Takami e Taguchi, diventa una sorta di Grande Fratello che osserva le relazioni sociali degli sventurati, come fossero topi da laboratorio.
L'empatia è tanta.
Ci si mette necessariamente nei panni di tutti i personaggi. Dalla sexy Soma al freddo Kiriyama.
E se la vita fosse una sorta di Battle Royale, solo molto più lento e subdolo, come vi comportereste? Per fortuna i disegni molto gommosi smorzano la tensione opprimente di cui è carica la storia. Ci ricordano che è tutto finto. Per una volta non ci si lamenta dello tratto che è poco 'realistico'. C'è già troppa realtà in Battle Royal.
Da leggere assolutamente.
Cosa resta dell'amicizia se si è costretti in modo vile e spietato ad uccidere i propri compagni (di classe)? E se davvero c'è qualcuno così determinato a difendere i valori alti e nobili anche in un contesto estremo, come farà a mettere in atto la sua strategia? Con che mezzi? Che stratagemmi userà?
Ebbene Shuya risponde al Battle Royale imposto dal governo con un Survival Program (come recita il sottotitolo dell'opera). Un programma di sopravvivenza che sembra a dir poco impossibile riuscire a mettere in atto. Messi nelle vicinanze della morte i ragazzi fanno crollare le loro sovrastrutture e palesano (con innegabile sincerità) la loro vera natura. Emerge l'identità profonda di ogni personaggio, chiamato a scegliere tra l'amore per se (l'attaccamento alla propria vita) e l'amore per gli altri (i sentimenti nobili e alti, la fratellanza, il tentativo di unire le forze e fare fronte comune, la speranza). I più feroci scelgono senza troppa difficoltà di accettare il gioco, altri invece sono combattuti, borderline tra una reazione eroica e il rischio di andare in frantumi.
I singoli comportamenti sono tutti da scoprire. Il lettore infatti, per come hanno impostato le cose Takami e Taguchi, diventa una sorta di Grande Fratello che osserva le relazioni sociali degli sventurati, come fossero topi da laboratorio.
L'empatia è tanta.
Ci si mette necessariamente nei panni di tutti i personaggi. Dalla sexy Soma al freddo Kiriyama.
E se la vita fosse una sorta di Battle Royale, solo molto più lento e subdolo, come vi comportereste? Per fortuna i disegni molto gommosi smorzano la tensione opprimente di cui è carica la storia. Ci ricordano che è tutto finto. Per una volta non ci si lamenta dello tratto che è poco 'realistico'. C'è già troppa realtà in Battle Royal.
Da leggere assolutamente.
"Battle Royale" è un manga tratto dalla omonima novel di Koushun Takami e realizzato da quest'ultimo in collaborazione con il mangaka Masayuki Taguchi. Insieme a "MPD Psycho" è senza dubbio il manga più violento sul mercato. In quest'opera è presente una forte critica sociale verso la esasperata competitività che caratterizza i giovani studenti giapponesi e contro i regimi dittatoriali in generale. Vengono anche trattati il tema della diversità delle persone e cosa implichi la percezione del diverso all'interno di una società rigida e conformista.
In un universo alternativo in cui il Giappone è governato da un regime detto "Repubblica della grande Asia", il protagonista Shuya Nanahara e i suoi compagni di classe vengono catturati, durante una gita scolastica, e portati su un'isola deserta. In questo luogo dovranno partecipare ad un gioco detto "Il programma", che consiste nell'uccidersi a vicenda finché non sopravvive una sola persona.
Per impedire la fuga o la ribellione contro il regime viene installato agli studenti un collare esplosivo con microfono, in modo da stroncare immediatamente eventuali cospirazioni. Le aree dell'isola inoltre vengono rese off-limits dopo un certo periodo di tempo, in modo da velocizzare la carneficina.
E' naturale adesso chiedersi cosa faremo noi stessi in una situazione del genere. Saremo obbligati a tradire gli amici, diventando opportunisti e meschini, oppure riusciremo a conservare un briciolo di idealismo e di umanità? Chi sarà veramente destinato a sopravvivere? Il secchione, il tamarro, il rocker, l'omosessuale, il picchiatore, la fanatica religiosa, il figlio di papà, il freddo calcolatore o la ragazza innocente e indifesa?
In "Battle Royale" sono quindi presenti tutti i vari tipi di esseri umani che è possibile incontrare nella vita, sia in positivo che in negativo. La loro caratterizzazione psicologica è molto curata, e non mancheranno suicidi, menti in frantumi, complessi di inferiorità e reazioni esasperate. I colpi di scena saranno molto frequenti, e la sceneggiatura dinamica incalzerà il lettore spingendolo a completare la serie in pochi giorni.
Di questo titolo mi hanno lasciato un po' perplesso gli eccessi stilistici di alcuni eventi: non è possibile che una persona riesca a stare ancora in piedi con gli intestini penzolanti, un punteruolo cavato negli occhi ecc... Questa mancanza di realismo in alcuni casi diventerà addirittura caricaturale invece di indurre timore nel lettore. Una cosa che mi viene in mente è, ad esempio, un combattimento in cui ad un personaggio vengono strappate le unghie, cavato un occhio, spezzato un braccio e quest'ultimo continua, nonostante ciò, a combattere con un'agilità mostruosa. Queste forzature in alcuni frangenti mi sono sembrate, in alcuni casi, anche un modo per forzare gli eventi e far sopravvivere l'antagonista principale del manga fino alla fine.
Il character design è di buon livello, molto plastico e curato. Il mangaka comunque vuole strafare: chissà perché ogni volta che una persona riceve una pallottola in testa deve uscire fuori il cervello completamente intatto. Per le leggi della fisica la variazione di pressione lo farebbe esplodere immediatamente...Insomma, il realismo non è il punto forte di "Battle Royale".
In conclusione i pregi di questo manga sono la caratterizzazione dei personaggi e la critica alla società/scuola giapponese. Inoltre il finale è molto bello, e chiude degnamente le vicende. Purtroppo a me, personalmente, la mancanza di realismo ha dato abbastanza fastidio, tuttavia a qualcuno potrebbe anche piacere, si tratta comunque di un manga.
In un universo alternativo in cui il Giappone è governato da un regime detto "Repubblica della grande Asia", il protagonista Shuya Nanahara e i suoi compagni di classe vengono catturati, durante una gita scolastica, e portati su un'isola deserta. In questo luogo dovranno partecipare ad un gioco detto "Il programma", che consiste nell'uccidersi a vicenda finché non sopravvive una sola persona.
Per impedire la fuga o la ribellione contro il regime viene installato agli studenti un collare esplosivo con microfono, in modo da stroncare immediatamente eventuali cospirazioni. Le aree dell'isola inoltre vengono rese off-limits dopo un certo periodo di tempo, in modo da velocizzare la carneficina.
E' naturale adesso chiedersi cosa faremo noi stessi in una situazione del genere. Saremo obbligati a tradire gli amici, diventando opportunisti e meschini, oppure riusciremo a conservare un briciolo di idealismo e di umanità? Chi sarà veramente destinato a sopravvivere? Il secchione, il tamarro, il rocker, l'omosessuale, il picchiatore, la fanatica religiosa, il figlio di papà, il freddo calcolatore o la ragazza innocente e indifesa?
In "Battle Royale" sono quindi presenti tutti i vari tipi di esseri umani che è possibile incontrare nella vita, sia in positivo che in negativo. La loro caratterizzazione psicologica è molto curata, e non mancheranno suicidi, menti in frantumi, complessi di inferiorità e reazioni esasperate. I colpi di scena saranno molto frequenti, e la sceneggiatura dinamica incalzerà il lettore spingendolo a completare la serie in pochi giorni.
Di questo titolo mi hanno lasciato un po' perplesso gli eccessi stilistici di alcuni eventi: non è possibile che una persona riesca a stare ancora in piedi con gli intestini penzolanti, un punteruolo cavato negli occhi ecc... Questa mancanza di realismo in alcuni casi diventerà addirittura caricaturale invece di indurre timore nel lettore. Una cosa che mi viene in mente è, ad esempio, un combattimento in cui ad un personaggio vengono strappate le unghie, cavato un occhio, spezzato un braccio e quest'ultimo continua, nonostante ciò, a combattere con un'agilità mostruosa. Queste forzature in alcuni frangenti mi sono sembrate, in alcuni casi, anche un modo per forzare gli eventi e far sopravvivere l'antagonista principale del manga fino alla fine.
Il character design è di buon livello, molto plastico e curato. Il mangaka comunque vuole strafare: chissà perché ogni volta che una persona riceve una pallottola in testa deve uscire fuori il cervello completamente intatto. Per le leggi della fisica la variazione di pressione lo farebbe esplodere immediatamente...Insomma, il realismo non è il punto forte di "Battle Royale".
In conclusione i pregi di questo manga sono la caratterizzazione dei personaggi e la critica alla società/scuola giapponese. Inoltre il finale è molto bello, e chiude degnamente le vicende. Purtroppo a me, personalmente, la mancanza di realismo ha dato abbastanza fastidio, tuttavia a qualcuno potrebbe anche piacere, si tratta comunque di un manga.
Devo ammettere che "Battle royale", seinen ideato da Koushun Takami nel 2000, rappresenta una delle mie opere manga che preferisco in assoluto.
Questa serie è anche la più cruente e crudele opera che io abbia mai letto in quanto, spesso, ci ritroviamo in mezzo a combattimenti i quali terminano con l'esplosione di teste.
La Trama:
La storia è veramente innovativa: ci troviamo in un futuro non specificato in cui regna un governo dittatore. Questo governo per ristabilire l'equilibrio decide di dare il via a un "gioco" chiamato il Programma. Questo gioco consiste in una battaglia di sopravvivenza tra i compagni di una classe scelta a caso tra tutte le terza medie del Giappone. In questa edizione viene scelta una classe con 42 alunni, 21 ragazzi e 21 ragazze, che vengono portati su un isola, pensando di andare ad una gita scolastica. Arrivati lì gli vengono spiegate le regole e ad ognuno di loro viene dato un sacco contenente un arma (a qualcuno gli è capitata una forchetta: poverino!) con delle bottiglie d'acqua.
Il "gioco" finisce quando rimane in vita solo un ragazzo...
Questa è davvero una trama originale e davvero crudele... come si fa a mandare quarantadue ragazzi quattordicenni si un'isola deserta ad ammazzarsi? Una cosa inaudita. D'altronde è proprio la crudeltà della trama e le varie esplosioni delle teste che mi hanno fatto innamorare di quest'opera.
Da amante di Hunger Games, trama simile a Battle Royale, come potevo non leggerlo?
Non me ne sono affatto pentito. All'inizio ero un po' scettico riguardo alla lettura di quest'opera, pensando che mi avrebbero fatto schifo i disegni (per il sangue non per il tratto) ma invece sono stati fantastici.
I personaggi a mio parere sono trattati benissimo. Penso infatti che le reazioni femminili siano praticamente uguali a quelle della vita reale.
I protagonisti, Shuya Nanahara e Noriko Nakagawa, sono caratterizzati alla perfezione; coraggiosi ma intimiditi al tempo stesso... veramente ben fatto.
Inoltre, un'altra cosa fondamentale che mi ha fatto alzare il voto complessivo, è stato il fatto che l'autore ha creato una storia per tutti e quarantadue i personaggi.
In conclusione, escluderei alla lettura di questo manga, le persone deboli di cuore, che non sono abituati a vedere teste esplose e sangue dappertutto.
Comunque secondo me è un'opera da leggere attentamente e assolutamente. Ne vale davvero la pena. Sono soldi spessi benissimo!
Questa serie è anche la più cruente e crudele opera che io abbia mai letto in quanto, spesso, ci ritroviamo in mezzo a combattimenti i quali terminano con l'esplosione di teste.
La Trama:
La storia è veramente innovativa: ci troviamo in un futuro non specificato in cui regna un governo dittatore. Questo governo per ristabilire l'equilibrio decide di dare il via a un "gioco" chiamato il Programma. Questo gioco consiste in una battaglia di sopravvivenza tra i compagni di una classe scelta a caso tra tutte le terza medie del Giappone. In questa edizione viene scelta una classe con 42 alunni, 21 ragazzi e 21 ragazze, che vengono portati su un isola, pensando di andare ad una gita scolastica. Arrivati lì gli vengono spiegate le regole e ad ognuno di loro viene dato un sacco contenente un arma (a qualcuno gli è capitata una forchetta: poverino!) con delle bottiglie d'acqua.
Il "gioco" finisce quando rimane in vita solo un ragazzo...
Questa è davvero una trama originale e davvero crudele... come si fa a mandare quarantadue ragazzi quattordicenni si un'isola deserta ad ammazzarsi? Una cosa inaudita. D'altronde è proprio la crudeltà della trama e le varie esplosioni delle teste che mi hanno fatto innamorare di quest'opera.
Da amante di Hunger Games, trama simile a Battle Royale, come potevo non leggerlo?
Non me ne sono affatto pentito. All'inizio ero un po' scettico riguardo alla lettura di quest'opera, pensando che mi avrebbero fatto schifo i disegni (per il sangue non per il tratto) ma invece sono stati fantastici.
I personaggi a mio parere sono trattati benissimo. Penso infatti che le reazioni femminili siano praticamente uguali a quelle della vita reale.
I protagonisti, Shuya Nanahara e Noriko Nakagawa, sono caratterizzati alla perfezione; coraggiosi ma intimiditi al tempo stesso... veramente ben fatto.
Inoltre, un'altra cosa fondamentale che mi ha fatto alzare il voto complessivo, è stato il fatto che l'autore ha creato una storia per tutti e quarantadue i personaggi.
In conclusione, escluderei alla lettura di questo manga, le persone deboli di cuore, che non sono abituati a vedere teste esplose e sangue dappertutto.
Comunque secondo me è un'opera da leggere attentamente e assolutamente. Ne vale davvero la pena. Sono soldi spessi benissimo!
Battle Royale è uno dei manga più cruenti e crudeli che io abbia mai letto. Ambientato in un futuro imprecisato, dove le autorità attuano un provvedimento contro la sempre più crescente criminalità giovanile chiamato Millenium Educational Reform Act, vede una classe combattersi in un isola deserta per la sopravvivenza, in una sorta di lotta ad eliminazione, che avviene soltanto tramite morte.
La storia si svolge senza pause di alcun tipo, trattando solo ed esclusivamente le strategie di ogni personaggio, le cruente lotte e le storie di ognuno di loro, ma anche con un scenario del genere vi è modo di trattare ampiamente l'amicizia, il tradimento e l'amore, rese perfettamente da una caratterizzazione psicologia dei personaggi veramente approfondita e ottima.
Il tratto ha sicuramente il suo fascino, reso incredibilmente nelle scene tipicamente splatter, un po' meno in quelle ordinarie.
L'unica cosa che non mi porta a dargli un 10 è il finale, ampiamente scontato ma comunque necessario, e alcune esagerazioni inerenti soprattutto le strategie, perchè non va dimenticato che i protagonisti hanno 15-16 anni, ma sono comunque particolari che non intaccano l'indubbia qualità di questo fantastico prodotto.
Consigliato soprattutto ad un pubblico adulto e a chi non si impressiona facilmente. 9!
La storia si svolge senza pause di alcun tipo, trattando solo ed esclusivamente le strategie di ogni personaggio, le cruente lotte e le storie di ognuno di loro, ma anche con un scenario del genere vi è modo di trattare ampiamente l'amicizia, il tradimento e l'amore, rese perfettamente da una caratterizzazione psicologia dei personaggi veramente approfondita e ottima.
Il tratto ha sicuramente il suo fascino, reso incredibilmente nelle scene tipicamente splatter, un po' meno in quelle ordinarie.
L'unica cosa che non mi porta a dargli un 10 è il finale, ampiamente scontato ma comunque necessario, e alcune esagerazioni inerenti soprattutto le strategie, perchè non va dimenticato che i protagonisti hanno 15-16 anni, ma sono comunque particolari che non intaccano l'indubbia qualità di questo fantastico prodotto.
Consigliato soprattutto ad un pubblico adulto e a chi non si impressiona facilmente. 9!
Battle Royale è sicuramente una delle opere di cui vado più fiero e che sta benissimo nella mia collezione. E' un manga crudo, violento, spietato e un grandissimo specchio sulla società Giapponese. Partendo dal presupposto che questo "Program" è stato creato dal Dittatore della Repubblica della grande Asia ci ritroviamo in un futuro avanti di un bel po' di anni, dove la criminalità è peggiorata, specialmente nella fascia d'età giovanile. Amo quest'opera e credo, anzi, ne sono più che sicuro, che l'unica cosa che Koshun Takami abbia sbagliato è stata l'età dei personaggi. Sicuramente troppo giovani per avere seni così sviluppati (Soma) e essere alti e larghi come un armadio a due ante (Kawada). Takami è riuscito perfettamente nel suo intento, ovvero fare una forte critica alla società Giapponese. La classe è composta principalmente dai classici teenagers stereotipati, ovvero l'omosessuale, il serio, il bullo, il cattivo, il buono, il fifone, il perbenista, il figo, l'intelligentone e via discorrendo... Ma è come sono stati sviluppati quello che importa. Ribadisco che è una delle mie opere preferite lette finora. C'è chi lo trova esagerato, e forse un po' lo è, ma deve essere così... è un manga. Le scene di lotta sono state amplificate, il libro è sicuramente un'altra cosa da quel punto di vista. Lo consiglio!
Mi sono accostata alla lettura del manga "Battle Royale" dopo aver letto il romanzo dal quale esso è tratto, e non mi è stato possibile evitarne il confronto.
La trama, sotto certi aspetti semplice e sotto altri geniale, è pressoché identica in entrambe le opere (e anche nel film, perché sì, non manca nemmeno quello!), tuttavia ritengo che il libro sia nettamente superiore al manga.
Questo perché 15 volumi mi sono parsi decisamente eccessivi per la storia trattata, che poteva essere riassunta benissimo in una decina, se non di meno.
Per allungare la tiritera all'infinito, il manga viene arricchito di flashback piuttosto inutili e di scene di sesso a gratis, che nel romanzo sono presenti ma non con tale frequenza.
Il personaggio della spietata Mitsuko Souma, la più bella della classe, viene un po' ridicolizzato con tutto quel continuare a spogliarsi e lavarsi e cambiarsi d'abito e truccarsi. Si tratta comunque di un survival game, e certe trovate spezzano un po' troppo la tensione.
Senza contare che si tratta di ragazzi aventi 15 anni, cosa che si tende a dimenticare dato l'aspetto maturo che viene loro conferito dal disegnatore.
A parte questo, trovo che il tratto di Masayuki Taguchi sia assolutamente fantastico. Ogni personaggio riesce a far emergere la propria personalità tramite l'aspetto fisico. Nonostante avessi già letto il libro e nella mia mente si fossero formate da tempo le immagini dei ragazzi protagonisti, non ho potuto fare a meno di trovare la rappresentazione data loro nel manga perfetta.
Un buon manga, tutto sommato, da leggere anche solo per perdersi nella bellezza dei disegni.
Lo consiglio agli amanti dello splatter e dei survival game, e perché no, anche a chi ama gli hentai. Con una raccomandazione però: andate a recuperare il libro, che è molto più conciso e riesce a tenere la tensione in maniera più efficace.
La trama, sotto certi aspetti semplice e sotto altri geniale, è pressoché identica in entrambe le opere (e anche nel film, perché sì, non manca nemmeno quello!), tuttavia ritengo che il libro sia nettamente superiore al manga.
Questo perché 15 volumi mi sono parsi decisamente eccessivi per la storia trattata, che poteva essere riassunta benissimo in una decina, se non di meno.
Per allungare la tiritera all'infinito, il manga viene arricchito di flashback piuttosto inutili e di scene di sesso a gratis, che nel romanzo sono presenti ma non con tale frequenza.
Il personaggio della spietata Mitsuko Souma, la più bella della classe, viene un po' ridicolizzato con tutto quel continuare a spogliarsi e lavarsi e cambiarsi d'abito e truccarsi. Si tratta comunque di un survival game, e certe trovate spezzano un po' troppo la tensione.
Senza contare che si tratta di ragazzi aventi 15 anni, cosa che si tende a dimenticare dato l'aspetto maturo che viene loro conferito dal disegnatore.
A parte questo, trovo che il tratto di Masayuki Taguchi sia assolutamente fantastico. Ogni personaggio riesce a far emergere la propria personalità tramite l'aspetto fisico. Nonostante avessi già letto il libro e nella mia mente si fossero formate da tempo le immagini dei ragazzi protagonisti, non ho potuto fare a meno di trovare la rappresentazione data loro nel manga perfetta.
Un buon manga, tutto sommato, da leggere anche solo per perdersi nella bellezza dei disegni.
Lo consiglio agli amanti dello splatter e dei survival game, e perché no, anche a chi ama gli hentai. Con una raccomandazione però: andate a recuperare il libro, che è molto più conciso e riesce a tenere la tensione in maniera più efficace.
Un manga potente, estremo, nudo e crudo.
Tratto dal best seller di Koushun Takami (che ne firma anche la sceneggiatura) Battle Royale sa donarci profonde emozioni tavola dopo tavola, con ai disegni il talentuoso Masayuki Taguchi, e possiamo gustarci anche una buona trasposizione cinematografica. Lettura consigliatissima a chi, come me, adora quel genere di storie che rimangono ad alta tensione, ti prende pagina dopo pagina e non vedi l'ora di arrivare alla fine, rimanendo col fiato sospeso. I dialoghi sono accattivanti e ben strutturati, spesso spunti di riflessione sulla vita, sull'amicizia e quant'altro. Nonostante tutto il manga presenta diversi "difetti" (tra virgolette, proprio perchè è un discorso molto soggettivo), ma c'è un largo uso, fra i personaggi, di molti stereotipi tipici fra i jappo (il figo, il cattivo, la bambola sexy, il debole, la fan-girl...); inoltre ogni numero ruota spesso intorno allo stesso schema (presentazione personaggio più flashback) tant'è vero che delle volte alcuni avvenimenti riguardo ai personaggi secondari possono risultare scontati.
Alcuni magari possono non apprezzare le "tamarrate" presenti nel manga (non sono tantissime, ma ci sono), ovvero azioni particolari e molto improbabili da parte di alcuni protagonisti, tanto da rovinare quel realismo che può caratterizzare l'opera (a parer mio non rappresentano un difetto, comunque). Il realismo si nota sopratutto in relazione ai rapporti dei ragazzi e alle loro scelte. Scene di violenza...splatter curate magistralmente, tensione sempre alta (non vi perderete una vignetta, sarà difficile perdere l'attenzione leggendolo) quel tocco di allucinazioni che si vedono in qualche capitolo, e in più una sottile critica alla società giapponese...
Che volete di più?
Tratto dal best seller di Koushun Takami (che ne firma anche la sceneggiatura) Battle Royale sa donarci profonde emozioni tavola dopo tavola, con ai disegni il talentuoso Masayuki Taguchi, e possiamo gustarci anche una buona trasposizione cinematografica. Lettura consigliatissima a chi, come me, adora quel genere di storie che rimangono ad alta tensione, ti prende pagina dopo pagina e non vedi l'ora di arrivare alla fine, rimanendo col fiato sospeso. I dialoghi sono accattivanti e ben strutturati, spesso spunti di riflessione sulla vita, sull'amicizia e quant'altro. Nonostante tutto il manga presenta diversi "difetti" (tra virgolette, proprio perchè è un discorso molto soggettivo), ma c'è un largo uso, fra i personaggi, di molti stereotipi tipici fra i jappo (il figo, il cattivo, la bambola sexy, il debole, la fan-girl...); inoltre ogni numero ruota spesso intorno allo stesso schema (presentazione personaggio più flashback) tant'è vero che delle volte alcuni avvenimenti riguardo ai personaggi secondari possono risultare scontati.
Alcuni magari possono non apprezzare le "tamarrate" presenti nel manga (non sono tantissime, ma ci sono), ovvero azioni particolari e molto improbabili da parte di alcuni protagonisti, tanto da rovinare quel realismo che può caratterizzare l'opera (a parer mio non rappresentano un difetto, comunque). Il realismo si nota sopratutto in relazione ai rapporti dei ragazzi e alle loro scelte. Scene di violenza...splatter curate magistralmente, tensione sempre alta (non vi perderete una vignetta, sarà difficile perdere l'attenzione leggendolo) quel tocco di allucinazioni che si vedono in qualche capitolo, e in più una sottile critica alla società giapponese...
Che volete di più?
Sarò schematico...
Storia (9/10):
La storia è sicuramente un'innovazione che ha segnato la cultura moderna, al punto da influenzare altre opere manga e cinematografiche che non hanno alcun legame di continuità con Battle Royale.
E' vero, ha del paradossale, ma la verità è che ci viene presentato uno scenario improbabile ma non impossibile, con lo scopo di istruirci, di farci pensare a quanto possa essere complessa la psiche umana.
Il tutto fa molto "Il signore delle mosche".
Originalità (8/10):
Almeno personalmente, non ho mai visto nulla di simile a BR, ma seguendo il criterio di cronologia delle opere mi viene da pensare che l'autore abbia tratto l'aspirazione da altrove (oltre al suo cervello intendo), almeno in parte.
Disegni (7/10):
I disegni ogni tanto mi hanno lasciato un po perplesso...estremamente dettagliati per carità, tuttavia lo stereotipo del Giapponese, culturista già ad un'età così giovane, era proprio da evitare, imho.
Dialoghi (6.5/10):
E' qui che il manga soffre un pochino. Alcuni dialoghi sono davvero bellissimi e ammetto, che inducono a passare lunghi momenti di riflessione su quanto successo e quanto si dicono i personaggi tra di loro...altri sono banali ed estremamente ripetitivi.
Ci sono frammenti di discussioni che si ripetono troppo nel corso del manga, che ne viene così inevitabilmente appesantito.
BR poteva entrare benissimo in un'opera di 10/11 volumi.
Nel complesso il voto per me è approssimabile a: 8/10.
Storia (9/10):
La storia è sicuramente un'innovazione che ha segnato la cultura moderna, al punto da influenzare altre opere manga e cinematografiche che non hanno alcun legame di continuità con Battle Royale.
E' vero, ha del paradossale, ma la verità è che ci viene presentato uno scenario improbabile ma non impossibile, con lo scopo di istruirci, di farci pensare a quanto possa essere complessa la psiche umana.
Il tutto fa molto "Il signore delle mosche".
Originalità (8/10):
Almeno personalmente, non ho mai visto nulla di simile a BR, ma seguendo il criterio di cronologia delle opere mi viene da pensare che l'autore abbia tratto l'aspirazione da altrove (oltre al suo cervello intendo), almeno in parte.
Disegni (7/10):
I disegni ogni tanto mi hanno lasciato un po perplesso...estremamente dettagliati per carità, tuttavia lo stereotipo del Giapponese, culturista già ad un'età così giovane, era proprio da evitare, imho.
Dialoghi (6.5/10):
E' qui che il manga soffre un pochino. Alcuni dialoghi sono davvero bellissimi e ammetto, che inducono a passare lunghi momenti di riflessione su quanto successo e quanto si dicono i personaggi tra di loro...altri sono banali ed estremamente ripetitivi.
Ci sono frammenti di discussioni che si ripetono troppo nel corso del manga, che ne viene così inevitabilmente appesantito.
BR poteva entrare benissimo in un'opera di 10/11 volumi.
Nel complesso il voto per me è approssimabile a: 8/10.
Ciao a tutti...
A dir la verità questo manga non lo conoscevo, ho comprato l'intera collana attratto dalle belle recensioni, dai voti datogli e dal fatto che ne parlavano tutti, quindi visto le belle premesse ho deciso a scatola chiusa di comprare tutti i 15 numeri.
Mi sa tanto che facevo bene ad aprire prima la scatola!
Con tutta sincerità non mi ha entusiasmato tanto la storia, originale l'idea di portare una intera classe a uccidersi a vicenda in un bosco, questo giustifica il 6, ma ho fatto un po' di fatica a leggerlo fino in fondo, solo spinto dalla curiosità per il finale.
Credo che quello che non mi abbia soddisfatto tanto sia stato anche il tratto con cui disegnano i mangaka Takami / Taguchi: alcuni ragazzi sembravano delle ragazze e all'inizio si assomigliavano tutti, con questi occhioni giganti e facce enormi.
Per il resto gli ambienti sono disegnati bene, le ragazze sono normali con dei corpi proporzionati (a parte le facce), lo splatter è abbastanza credibile, non sangue e basta ma con un senso, ma nonostante questo però il viso di alcuni studenti non mi andavano giù, mi irritavano, non lo so, ho avuto queste sensazioni.
Un'altra cosa che non mi sopportavo è il troppo buonismo del protagonista: ho capito i temi che vogliono trasmetterci i mangaka, magari sulla società giapponese scontrosa ed egoista, ma non è credibile che un ragazzo che non voglia uccidere i propri compagni arrivi in fondo al manga senza ammazzare nessuno! Ho capito che Nanahara Shuya è il paladino della giustizia, che ogni dieci pagine compare il suo mantra "bisogna riempirsi il cuore di un'energia che dice: vivi al massimo!" ma non può salvarsi senza sporcarsi le mani, mentre intorno a lui i suoi compagni si sgozzano a vicenda senza remore, alcuni usciti di senno altri invece macabri senza valori morali..
In conclusione le aspettative erano altre, e una volta letto tutta la collana sono rimasto deluso, un 6 per l'ambiente e lo splatter sensato, la storia originale, ma non di più a mio modo di vedere, per colpa del tratto dei personaggi, quasi tutti uguali, soprattutto le ragazze si assomigliano troppo, e per l'eroismo del protagonista che dopo un po' è irreale e annoia...questo è tutto.
A dir la verità questo manga non lo conoscevo, ho comprato l'intera collana attratto dalle belle recensioni, dai voti datogli e dal fatto che ne parlavano tutti, quindi visto le belle premesse ho deciso a scatola chiusa di comprare tutti i 15 numeri.
Mi sa tanto che facevo bene ad aprire prima la scatola!
Con tutta sincerità non mi ha entusiasmato tanto la storia, originale l'idea di portare una intera classe a uccidersi a vicenda in un bosco, questo giustifica il 6, ma ho fatto un po' di fatica a leggerlo fino in fondo, solo spinto dalla curiosità per il finale.
Credo che quello che non mi abbia soddisfatto tanto sia stato anche il tratto con cui disegnano i mangaka Takami / Taguchi: alcuni ragazzi sembravano delle ragazze e all'inizio si assomigliavano tutti, con questi occhioni giganti e facce enormi.
Per il resto gli ambienti sono disegnati bene, le ragazze sono normali con dei corpi proporzionati (a parte le facce), lo splatter è abbastanza credibile, non sangue e basta ma con un senso, ma nonostante questo però il viso di alcuni studenti non mi andavano giù, mi irritavano, non lo so, ho avuto queste sensazioni.
Un'altra cosa che non mi sopportavo è il troppo buonismo del protagonista: ho capito i temi che vogliono trasmetterci i mangaka, magari sulla società giapponese scontrosa ed egoista, ma non è credibile che un ragazzo che non voglia uccidere i propri compagni arrivi in fondo al manga senza ammazzare nessuno! Ho capito che Nanahara Shuya è il paladino della giustizia, che ogni dieci pagine compare il suo mantra "bisogna riempirsi il cuore di un'energia che dice: vivi al massimo!" ma non può salvarsi senza sporcarsi le mani, mentre intorno a lui i suoi compagni si sgozzano a vicenda senza remore, alcuni usciti di senno altri invece macabri senza valori morali..
In conclusione le aspettative erano altre, e una volta letto tutta la collana sono rimasto deluso, un 6 per l'ambiente e lo splatter sensato, la storia originale, ma non di più a mio modo di vedere, per colpa del tratto dei personaggi, quasi tutti uguali, soprattutto le ragazze si assomigliano troppo, e per l'eroismo del protagonista che dopo un po' è irreale e annoia...questo è tutto.
Wow, uno dei pochi 10 che ho dato.
Battle Royale, un vero capolavoro.
Molti lo definiscono troppo violento o troppo esplicito, ma io ritengo che siano proprio queste caratteristiche a dargli un'autenticità e uno scenario realistico che solo il 5% dei manga possiede.
Crudo ma profondo e che fa pensare, sono alcune delle qualità che più attraggono di questo manga.
La trama, tratta dal film, tratto a sua volta da Blitz Royale, penso si adatti perfettamente all'atmosfera.
Inoltre trovo che i disegni siano spettacolari, molto adatti alla storia e davvero ben fatti nella loro originalità.
Il tutto è reso molto accuratamente e soprattutto apprezzo il fatto che non abbiano dilungato troppo la serie per farla sprofondare in una superfluità insipida nella quale spesso finiscono molti manga di successo.
I personaggi sono tutti ben costruiti nella personalità e nel carattere, ognuno a modo suo e per questo si finisce per affezionarsi ai protagonisti e a dispiacersi della morte di qualcuno (pressoché tutti).
Bellissimo, davvero.
Battle Royale, un vero capolavoro.
Molti lo definiscono troppo violento o troppo esplicito, ma io ritengo che siano proprio queste caratteristiche a dargli un'autenticità e uno scenario realistico che solo il 5% dei manga possiede.
Crudo ma profondo e che fa pensare, sono alcune delle qualità che più attraggono di questo manga.
La trama, tratta dal film, tratto a sua volta da Blitz Royale, penso si adatti perfettamente all'atmosfera.
Inoltre trovo che i disegni siano spettacolari, molto adatti alla storia e davvero ben fatti nella loro originalità.
Il tutto è reso molto accuratamente e soprattutto apprezzo il fatto che non abbiano dilungato troppo la serie per farla sprofondare in una superfluità insipida nella quale spesso finiscono molti manga di successo.
I personaggi sono tutti ben costruiti nella personalità e nel carattere, ognuno a modo suo e per questo si finisce per affezionarsi ai protagonisti e a dispiacersi della morte di qualcuno (pressoché tutti).
Bellissimo, davvero.
Questo manga è carino, decisamente, ma a mio parere il romanzo da cui è tratto è estremamente superiore in quanto a caratterizzazione dei personaggi e storia. Va bene, la storia è pressoché la stessa, ma nel manga ci sono dei particolari omessi od aggiunti che contribuiscono a rendere l'opera disegnata inferiore a quella romanzata: parlo delle scene di sesso esplicito, che nel libro erano sì descritte, ma con meno "attenzione" (di fatti il manga sembra più un hentai che un thriller psicologico), quell'attenzione che nel romanzo è invece riposta nella caratterizzazione dei personaggi e nell'esplicitazione della "finalità" del Programma, che è il punto focale dell'intera opera.
Nell'opera originale scritta di Koushun Takami, infatti, in ogni capitolo la focalizzazione o "punto di vista" è sempre quello del personaggio che uccide o viene ucciso, e questo ci dà la possibilità di conoscere le motivazioni reali che spingono i ragazzi ad uccidere o i loro ultimi pensieri prima che la morte li colga, permettendoci di entrare nei loro panni e capire ciò che è giusto e ciò che sbagliato nel loro comportamento, prestando attenzione al "darwinismo" che vige in tutte le società odierne, vicine o lontane a quella immaginaria che costituisce il contesto dell'opera. Tutto sommato il manga, ripeto, non è male anche perché, a differenza del film, è molto più fedele al romanzo, anche se non completamente. Voto: 7.
Nell'opera originale scritta di Koushun Takami, infatti, in ogni capitolo la focalizzazione o "punto di vista" è sempre quello del personaggio che uccide o viene ucciso, e questo ci dà la possibilità di conoscere le motivazioni reali che spingono i ragazzi ad uccidere o i loro ultimi pensieri prima che la morte li colga, permettendoci di entrare nei loro panni e capire ciò che è giusto e ciò che sbagliato nel loro comportamento, prestando attenzione al "darwinismo" che vige in tutte le società odierne, vicine o lontane a quella immaginaria che costituisce il contesto dell'opera. Tutto sommato il manga, ripeto, non è male anche perché, a differenza del film, è molto più fedele al romanzo, anche se non completamente. Voto: 7.
Prendete quarantadue studenti delle medie e sbatteteli su un'isola, dite loro che solo l'ultimo sopravvissuto se ne andrà via di lì sulle proprie gambe e otterrete uno dei migliori seinen degli anni 2000.
Parto subito col dire che i personaggi sono presentati come studenti del terzo anno delle medie (suppongo abbiano 15 anni) e sarebbe anche stato bello vedere uno svolgimento della storia se i personaggi fossero stati effettivamente degli adolescenti. Nella realtà dei fatti il tutto è talmente esagerato (sia dal lato fisico che emotivo) che è impossibile anche solo credere nell'anagrafe degli studenti.
Quarantadue personaggi sono veramente tanti ma la storia si regge grazia alla trinità Shuya Nanahara (il lato buono, colui che deve salvare tutti ad ogni costo, il classico superbuono che ha paura a premere un grilletto anche se sta per morire), Kazuo Kiriyama (l'esatto opposto, una sorta di terminator senza emozioni) e Mitsuko Soma (la ragazza di facili costumi pronta a usare ogni suo mezzo per distrarre i nemici e salvarsi).
Di questi tre quello più importante ai fini della storia non è Shuya, il buono, ma bensì Kazuo in quanto se non vi è un lupo, le prede se ne stanno felici e contente nelle loro tane.
A rendere il tutto più iperrealistico (e anche grottesco se si pensa all'età dei personaggi che sembrano quasi degli "uomini vissuti") vi sono dei disegni realizzati con una cura certosina capaci di rendere le scene splatter talmente d'effetto da risultare quasi disgustose (e nel caso di una scena splatter questo è un pro).
La trama non si svolge come avrei pensato (in modo più graduale, più controllato, in quanto seppur posti di fronte alla minaccia di morte è difficile prendere in mano una pistola e uccidere un proprio amico) ma bensì molto rapidamente grazie al già citato Kiriyama - pronto a tenere sempre alta la tensione - e a svariati personaggi minori dalla mente un po' "bacata" con manie di superiorità disposti a tutto pur di salvare la loro pellaccia.
I colpi di scena non mancano ma una volta capito l'"andazzo" è difficile rimanere veramente di stucco e lo stesso discorso vale per il finale abbastanza intuibile dopo poco.
Il punto forte dell'opera (oltre ai disegni) sono sicuramente i lati emotivi dei personaggi; seppur siano ben quarantadue (ben oltre la media di un manga normale) si sa praticamente tutto di tutti e a ognuno di loro è dedicato un momento speciale all'interno della storia, siano essi protagonisti o quasi delle comparse.
Nella caratterizzazione di alcuni(quali Shuya e Mitsuko) si raggiungono dei livelli molto alti, si riesce perfino a credere che il loro comportamento sia quasi "giustificato" dal loro passato.
In conclusione Battle Royale è tra i migliori seinen degli ultimi tempi, un'opera matura, (che a tratti sfiora l'hentai, quindi decisamente 18+) che non lesinerà momenti tristi e toccanti.
Parto subito col dire che i personaggi sono presentati come studenti del terzo anno delle medie (suppongo abbiano 15 anni) e sarebbe anche stato bello vedere uno svolgimento della storia se i personaggi fossero stati effettivamente degli adolescenti. Nella realtà dei fatti il tutto è talmente esagerato (sia dal lato fisico che emotivo) che è impossibile anche solo credere nell'anagrafe degli studenti.
Quarantadue personaggi sono veramente tanti ma la storia si regge grazia alla trinità Shuya Nanahara (il lato buono, colui che deve salvare tutti ad ogni costo, il classico superbuono che ha paura a premere un grilletto anche se sta per morire), Kazuo Kiriyama (l'esatto opposto, una sorta di terminator senza emozioni) e Mitsuko Soma (la ragazza di facili costumi pronta a usare ogni suo mezzo per distrarre i nemici e salvarsi).
Di questi tre quello più importante ai fini della storia non è Shuya, il buono, ma bensì Kazuo in quanto se non vi è un lupo, le prede se ne stanno felici e contente nelle loro tane.
A rendere il tutto più iperrealistico (e anche grottesco se si pensa all'età dei personaggi che sembrano quasi degli "uomini vissuti") vi sono dei disegni realizzati con una cura certosina capaci di rendere le scene splatter talmente d'effetto da risultare quasi disgustose (e nel caso di una scena splatter questo è un pro).
La trama non si svolge come avrei pensato (in modo più graduale, più controllato, in quanto seppur posti di fronte alla minaccia di morte è difficile prendere in mano una pistola e uccidere un proprio amico) ma bensì molto rapidamente grazie al già citato Kiriyama - pronto a tenere sempre alta la tensione - e a svariati personaggi minori dalla mente un po' "bacata" con manie di superiorità disposti a tutto pur di salvare la loro pellaccia.
I colpi di scena non mancano ma una volta capito l'"andazzo" è difficile rimanere veramente di stucco e lo stesso discorso vale per il finale abbastanza intuibile dopo poco.
Il punto forte dell'opera (oltre ai disegni) sono sicuramente i lati emotivi dei personaggi; seppur siano ben quarantadue (ben oltre la media di un manga normale) si sa praticamente tutto di tutti e a ognuno di loro è dedicato un momento speciale all'interno della storia, siano essi protagonisti o quasi delle comparse.
Nella caratterizzazione di alcuni(quali Shuya e Mitsuko) si raggiungono dei livelli molto alti, si riesce perfino a credere che il loro comportamento sia quasi "giustificato" dal loro passato.
In conclusione Battle Royale è tra i migliori seinen degli ultimi tempi, un'opera matura, (che a tratti sfiora l'hentai, quindi decisamente 18+) che non lesinerà momenti tristi e toccanti.
Battle Royale, manga del 2000, scritto da Koushun Takami e Disegnato da Masayuki Taguchi, è un manga di genere survival in cui i ragazzi di una classe sono costretti a partecipare a un gioco creato dal governo, in cui si devono uccidere tra di loro.
Considerazioni sulla storia:
La storia si sussegue in modo un po lento, dando la possibilità al lettore di immedesimarsi nei vari personaggi che partecipano al Program. La cosa più bella di questo manga, infatti, è che gli autori non si concentrano solo su Shuya, Noriko e Kawada: compaiono anche altri personaggi che esprimono in modo chiaro le varie intenzioni che hanno nei confronti del gioco e del governo. Questo però comporta a un totale abbandono dei protagonisti principali che, fino alla fine della storia non fanno quasi niente.
Disegni:
I disegni sono davvero il pezzo forte di questo manga. Il taglio adulto con cui vengono rappresentati e le scene splatter realizzate nei minimi particolari rendono le tavole davvero pulite e profonde.
Personaggi:
Come ho accennato sopra, la storia si concentra anche su altri personaggi e non mi è piaciuto il ruolo che hanno assunto Shuya (il fissato con la giustizia), Noriko (ferita alla gamba, nella storia non fa assolutamente niente) e Kawada (il ragazzone misterioso che fuma quantità industriali di sigarette).
Finale della storia:
Non potendo fare spoiler, dico solo che sono rimasto molto deluso perché mi aspettavo qualcosa di più spettacolare e coinvolgente.
Conclusioni:
Battle Royale è un manga adulto e raffinato. Se cercate qualcosa da stomaci forti non ne rimarrete sicuramente delusi. Voto 8,5
Considerazioni sulla storia:
La storia si sussegue in modo un po lento, dando la possibilità al lettore di immedesimarsi nei vari personaggi che partecipano al Program. La cosa più bella di questo manga, infatti, è che gli autori non si concentrano solo su Shuya, Noriko e Kawada: compaiono anche altri personaggi che esprimono in modo chiaro le varie intenzioni che hanno nei confronti del gioco e del governo. Questo però comporta a un totale abbandono dei protagonisti principali che, fino alla fine della storia non fanno quasi niente.
Disegni:
I disegni sono davvero il pezzo forte di questo manga. Il taglio adulto con cui vengono rappresentati e le scene splatter realizzate nei minimi particolari rendono le tavole davvero pulite e profonde.
Personaggi:
Come ho accennato sopra, la storia si concentra anche su altri personaggi e non mi è piaciuto il ruolo che hanno assunto Shuya (il fissato con la giustizia), Noriko (ferita alla gamba, nella storia non fa assolutamente niente) e Kawada (il ragazzone misterioso che fuma quantità industriali di sigarette).
Finale della storia:
Non potendo fare spoiler, dico solo che sono rimasto molto deluso perché mi aspettavo qualcosa di più spettacolare e coinvolgente.
Conclusioni:
Battle Royale è un manga adulto e raffinato. Se cercate qualcosa da stomaci forti non ne rimarrete sicuramente delusi. Voto 8,5
Cavoli. Questo è uno di quei manga che ti toglie il fiato. Andiamo per ordine.
Per quanto riguarda i disegni...oh mio Dio. Ogni pagina è un piacere per gli occhi, i disegni sono belli, realistici e danno risalto a ogni singolo particolare. Dovrebbero essere bambini delle medie, ma per le loro storie e per la maturità che devono dimostrare, sono rappresentati come adulti, il che non da davvero fastidio. La trama poi è fantastica. E' sadica sicuramente. E' condita di mille scene violente, cervelli che volano, occhi....Ma quello che sicuramente più colpisce è il lato umano di ciascun personaggio. Ognuno ha le proprie debolezze, le proprie paure, le proprie storie...E tutto questo porta ad affrontare un incubo del genere con diversi atteggiamenti. Le storie sono crude, mai banali e fanno in modo che il lettore si immedesimi o si innamori di ognuno di loro. La violenza in questo modo fa da contorno, non è "troppa", pur essendo tanta. L'unico punto negativo che non mi ha soddisfatta e che non mi ha fatto mettere 10 (anche se lo meriterebbe) sono i protagonisti. Non li ho sopportati, troppo buonismo in una situazione dove dubito che si sarebbero comportati così. E poi l'antagonista per eccellenza, un semidio immortale...questi aspetti mi hanno fatto storcere un po' il naso in un manga che invece è molto realistico. Comunque è tutto meraviglioso...E il finale, seppur prevedibile secondo me (e forse anche il più facile), mi ha emozionata e mi ha fatto capire che avevo in mano l'ultimo numero di un grande manga. Consigliatissimo!
Per quanto riguarda i disegni...oh mio Dio. Ogni pagina è un piacere per gli occhi, i disegni sono belli, realistici e danno risalto a ogni singolo particolare. Dovrebbero essere bambini delle medie, ma per le loro storie e per la maturità che devono dimostrare, sono rappresentati come adulti, il che non da davvero fastidio. La trama poi è fantastica. E' sadica sicuramente. E' condita di mille scene violente, cervelli che volano, occhi....Ma quello che sicuramente più colpisce è il lato umano di ciascun personaggio. Ognuno ha le proprie debolezze, le proprie paure, le proprie storie...E tutto questo porta ad affrontare un incubo del genere con diversi atteggiamenti. Le storie sono crude, mai banali e fanno in modo che il lettore si immedesimi o si innamori di ognuno di loro. La violenza in questo modo fa da contorno, non è "troppa", pur essendo tanta. L'unico punto negativo che non mi ha soddisfatta e che non mi ha fatto mettere 10 (anche se lo meriterebbe) sono i protagonisti. Non li ho sopportati, troppo buonismo in una situazione dove dubito che si sarebbero comportati così. E poi l'antagonista per eccellenza, un semidio immortale...questi aspetti mi hanno fatto storcere un po' il naso in un manga che invece è molto realistico. Comunque è tutto meraviglioso...E il finale, seppur prevedibile secondo me (e forse anche il più facile), mi ha emozionata e mi ha fatto capire che avevo in mano l'ultimo numero di un grande manga. Consigliatissimo!
Ciò che mi ha colpito fin da subito di Battle Royale è la tematica affrontata, cruda, di forte impatto emotivo che mette a nudo le angosce e le paure che spingono gli essere umani a cercare di sopravvivere, aggrappandosi con i denti e con le unghie alla propria esistenza.
L'autore mette in luce come sia facile che la parte più primordiale e istintiva possa prendere il sopravvento. Come gli animali che si uccidono tra loro per stabilire chi sia il più forte e come tale si meriti il titolo di leader, così i ragazzi protagonisti di Battle Royale, perfetta metafora della natura umana, costretti a combattere l'uno contro l'altro all'interno di un gioco insensato, non si fanno scrupoli e utilizzano ogni mezzo per ottenere la tanto agognata vittoria. Chi per paura, chi per sadismo, chi per pura indifferenza; tutti restano coinvolti in un progetto sadico e crudele. Ognuno di loro spinto da motivazioni diverse vuole sopravvivere, dimostrare di valere qualcosa e sentirsi vivo, seppure in modo insano.
Ci viene mostrato come l'amicizia, e più in generale, il senso d'unione che lega comunemente un gruppo di uomini possa venire facilmente accantonato, calpestato se il prezzo da pagare per mantenerlo saldo viene valutato come eccessivamente alto.
La coscienza si perde nei meandri della cieca disperazione.
Quello che crediamo sia impossibile possa accaderci e che non potremmo mai fare, quelle azioni che un attimo prima abbiamo additato come malvagie e condannato con convinzione, all'improvviso entrano a far parte di noi, ci invadono, facendo crollare le nostra mure difensive come un castello di sabbia.
Tuttavia non c'è solo disperazione, c'è anche un barlume di speranza rappresentato da un gruppo ristretto di studenti che non si arrende, ma che non il coltello tra i denti non si piega a un sistema dittatoriale malato e che preferisce perdere la vita piuttosto che dire addio alla propria coscienza; che sceglie la morte, ma una morte onorevole anziché una vita di rimorsi, ottenuta a discapito di quella di qualcun altro. Di fronte al bivio la via scelta non è quella intrisa del sangue di chi un minuto prima sedeva vicino a noi e con noi condivideva gioie e dolori, ma una via sicuramente più impervia, alla fine della quale,tuttavia, si può intravedere la salvezza, non fisica, ma intima e spirituale, la salvezza della propria anima.
Anche nella disperazione c'è ancora spazio per l'amore, la fraternità, l'amicizia e il coraggio di rimanere padroni di sé e dei propri ideali.
Una nota di demerito va al tratto che accompagna questa storia coinvolgente e caratterizzata da una forte suspance.
Per quanto mi riguarda ritengo che il tratto di sia rude, sproporzionato, crudo, ma tutto qui.
Teste enormi, espressioni orribili deformano i visi che non hanno più nulla di umano. Caricature riportate sulle tavole, il che trascina l'opera verso il grottesco. Il realismo proprio di Battle Royale che, seppure in modo estremista, ci mostra lati terribili, ma reali e veri della natura umana non traspare dal tratto del mangaka. Il risultato è che l'opera perde di credibilità.
Non capisco come mai la scelta sia ricaduta su un autore sconosciuto e che, nonostante la grandezza e il successo del manga, è restato tale che, a mio parere, non ha saputo cogliere l'intima natura di questo titolo. Non basta un tratto pesante e splatter per accompagnare la storia di Battle Royale, e far trasparire il messaggio che si vuole far passare.
La stessa conclusione, seppur non mi abbia convinto del tutto, è in perfetta linea con lo svolgimento messo in atto e con il senso di speranza che l'autore ha voluto comunicarci.
Anche in un mondo duro, crudele si può alzare la testa e lottare per i propri ideali e, la salvezza del cuore non è impossibile.
L'autore mette in luce come sia facile che la parte più primordiale e istintiva possa prendere il sopravvento. Come gli animali che si uccidono tra loro per stabilire chi sia il più forte e come tale si meriti il titolo di leader, così i ragazzi protagonisti di Battle Royale, perfetta metafora della natura umana, costretti a combattere l'uno contro l'altro all'interno di un gioco insensato, non si fanno scrupoli e utilizzano ogni mezzo per ottenere la tanto agognata vittoria. Chi per paura, chi per sadismo, chi per pura indifferenza; tutti restano coinvolti in un progetto sadico e crudele. Ognuno di loro spinto da motivazioni diverse vuole sopravvivere, dimostrare di valere qualcosa e sentirsi vivo, seppure in modo insano.
Ci viene mostrato come l'amicizia, e più in generale, il senso d'unione che lega comunemente un gruppo di uomini possa venire facilmente accantonato, calpestato se il prezzo da pagare per mantenerlo saldo viene valutato come eccessivamente alto.
La coscienza si perde nei meandri della cieca disperazione.
Quello che crediamo sia impossibile possa accaderci e che non potremmo mai fare, quelle azioni che un attimo prima abbiamo additato come malvagie e condannato con convinzione, all'improvviso entrano a far parte di noi, ci invadono, facendo crollare le nostra mure difensive come un castello di sabbia.
Tuttavia non c'è solo disperazione, c'è anche un barlume di speranza rappresentato da un gruppo ristretto di studenti che non si arrende, ma che non il coltello tra i denti non si piega a un sistema dittatoriale malato e che preferisce perdere la vita piuttosto che dire addio alla propria coscienza; che sceglie la morte, ma una morte onorevole anziché una vita di rimorsi, ottenuta a discapito di quella di qualcun altro. Di fronte al bivio la via scelta non è quella intrisa del sangue di chi un minuto prima sedeva vicino a noi e con noi condivideva gioie e dolori, ma una via sicuramente più impervia, alla fine della quale,tuttavia, si può intravedere la salvezza, non fisica, ma intima e spirituale, la salvezza della propria anima.
Anche nella disperazione c'è ancora spazio per l'amore, la fraternità, l'amicizia e il coraggio di rimanere padroni di sé e dei propri ideali.
Una nota di demerito va al tratto che accompagna questa storia coinvolgente e caratterizzata da una forte suspance.
Per quanto mi riguarda ritengo che il tratto di sia rude, sproporzionato, crudo, ma tutto qui.
Teste enormi, espressioni orribili deformano i visi che non hanno più nulla di umano. Caricature riportate sulle tavole, il che trascina l'opera verso il grottesco. Il realismo proprio di Battle Royale che, seppure in modo estremista, ci mostra lati terribili, ma reali e veri della natura umana non traspare dal tratto del mangaka. Il risultato è che l'opera perde di credibilità.
Non capisco come mai la scelta sia ricaduta su un autore sconosciuto e che, nonostante la grandezza e il successo del manga, è restato tale che, a mio parere, non ha saputo cogliere l'intima natura di questo titolo. Non basta un tratto pesante e splatter per accompagnare la storia di Battle Royale, e far trasparire il messaggio che si vuole far passare.
La stessa conclusione, seppur non mi abbia convinto del tutto, è in perfetta linea con lo svolgimento messo in atto e con il senso di speranza che l'autore ha voluto comunicarci.
Anche in un mondo duro, crudele si può alzare la testa e lottare per i propri ideali e, la salvezza del cuore non è impossibile.
<b>[ATTENZIONE: SPOILER!]</b>
Quante volte ho già scritto: quest'opera è difficile da commentare? Mai come in questo caso è stato vero.
Partiamo da un aggettivo: monumentale. Poi aggiungiamone un altro: terribile. E magari anche un terzo ed un quarto, ed un quinto: perversa, inquietante, rivoltante. E potremmo continuare per mezzo vocabolario.
Ero perplessa, prima di cominciare a leggere: le recensioni non rendono, non possono rendere l'idea delle immagini.
Io non sono per le cose eccessivamente violente: la descrizione estrema di solito mi disgusta. E qui, di descrizioni estreme, ce ne sono a iosa. E' peggio leggere o vedere? Non so. C'è da dire che, fin da subito, si capisce dove si andrà a parare e, se si continua nella lettura, lo si fa a proprio rischio e pericolo. Inutile lamentarsi, poi.
Sono cosciente di aver dato un voto abbastanza alto a questo manga. Eppure, la maggior parte della mia cosiddetta recensione sarà negativa. Che io sia un cumulo di contraddizioni è risaputo.
Partiamo dai disegni: accuratissimi. Ci sono tavole che sono vere e proprie opere d'arte. Peccato che, spesso, illustrino particolari che definire macabri è riduttivo. Pare ci sia, lungo tutta la storia, una corsa alla raffigurazione del vomitevole. Perché piantare un coltello nel cuore, quando puoi farlo in un occhio? Perché limitarsi a sparare a qualcuno, quando puoi sbudellarlo o distruggergli la faccia? Molto più plastica, più artistica, questa seconda versione. E così via, nel più puro stile splatter che abbia mai visto. Penso che mai leggerò qualcosa di più violento.
La scelta, qui, è stata della raffigurazione più vera del vero. Una caricatura, oserei dire. Le espressioni facciali sono più forzate di una maschera da tragedia greca. Non ci sono patine di sudori freddi, ma veri e propri ruscelli correnti. Il sangue non fuoriesce dalle ferite, schizza in fontane e cascate e le mutilazioni si svendono a tanto al chilo. Se la cosa non vi ispira, state alla larga. O magari no.
I personaggi: beh, qui ci sarebbe da scrivere un libro. D'accordo che la classe è stata prescelta per un motivo, ma che di quarantadue quindicenni ce ne sia quasi una metà con doti particolari mi sembra eccessivo, almeno paragonandoli coi ragazzi di casa nostra. Bisogna prenderli con un atto di fede. Del resto, se non ci fossero, il manga non sarebbe altrettanto avvincente. Devo dire che chi più di tutti mi ha destato sentimenti ambivalenti è il piccolo yakuza. Povero: già gli han fatto un bellissimo faccino da ragazza, poi è più gelido di un blocco di ghiaccio al polo, e ogni tanto esce pure di carattere. Dopo aver giustiziato con fredda velocità non so quanti compagni per 9/10 della storia, ci si domanda come sia possibile, verso la fine, che sembri giocare con la sua preda e non si decida a sparare diritto, da due metri di distanza. Lì, sono rimasta perplessa. E non solo per questo: quest'uomo, questo ragazzo, è peggio di Terminator. Sopravvive a tutto, ciò che non lo ammazza lo rende più forte. Non parla, non pare provare dolore, assistiamo ad una scena di bicipite e coltello che Rambo al confronto si suiciderebbe per la vergogna, continua a sparare in condizioni che atterrerebbero perfino un robot… d'accordo l'apoteosi dell'inverosimile ma quando è troppo è troppo.
Parliamo del buono protagonista, Shuuya? No, grazie. Ho passato l'intero manga ad aspettare che uscisse di scena per vedere qualcosa di più stimolante. Semplicemente, il suo eccessivo buonismo e i suoi trip mentali invecchiano in fretta. Non sono riusciti a rendermelo interessante. Molto, molto meglio lo sfregiato Shogo al suo secondo giro di valzer. Almeno, con lui, ci si può domandare fino alla fine a che gioco stia giocando.
Sarà che sono donna, ma miss hardcore mi ha lasciato completamente indifferente: un'altra che aspetti impazientemente che scompaia dal quadro, mentre ti domandi come mai la tengano tanto in gioco. Poi guardi la latteria al vento e le mutandine sgocciolanti e ti ricordi che è un manga per maschietti… e si vede. Anche quando si dà da fare con un moribondo. Almeno, alla necrofilia non ci siamo arrivati, ma c'è mancato poco.
La piccola Noriko? Degna compagna di Shu-Shu, e forse perfino con un po' di spina dorsale in più. Del resto, ci vuole poco. Si vede che choux-choux mi sta antipatico?
Decisamente di un altro livello gli altri della squadra dei "buoni": Mimura e Sugimura. Il genio dell'elettronica e il campione di arti marziali. Le loro gesta le ho seguite con vero piacere anche se, segretamente, ho sempre fatto il tifo per Kazuo Kiriyama, il Terminator bellissimo e dannato di cui sopra. Forse, ciò che gioca in suo favore è il fatto che non apre mai bocca, così ci risparmia le pagine e pagine di retorica che infarciscono l'opera, per bocca di questo o quel personaggio. Lui, almeno, è onesto, sempre. Che sia perché gli piace, o perché vuole sopravvivere, o perché non ha di meglio da fare… fa quello che deve, con fredda efficienza, senza troppe storie. E ci risparmia la predica.
Ecco, è triste che un'opera che, teoricamente, potrebbe essere di denuncia contro un certo tipo di conformismi, finisca per ottenere il contrario effetto di esaltare il personaggio che più si conforma. Non so se lo scopo di tutto ciò fosse denunciare un certo tipo di società o se, al contrario, si trattasse solo di solleticare gli istinti più bassi dei lettori. So che, personalmente, sono arrivata alla fine sorvolando parecchie tavole, passandoci l'occhio quel tanto che bastava a farmi capire l'andamento della trama. Capisco che non è il modo migliore di leggere un manga.
Ci sono molti modi di raccontare una storia, e qui si è scelto quello più crudo.
Ho trovato spesso i disegni eccessivi, sgradevoli. Molti personaggi erano brutti in maniera caricaturale, inverosimile. Certe scene le ho trovate raccapriccianti in maniera disgustosa. Eppure, mai, nemmeno per un istante, ho pensato di mollare.
Come il "programma", il "gioco" che fa da filo conduttore per questo manga, la storia mi ha catturato senza via di scampo, fin da subito. E' un "dieci piccoli indiani" moltiplicato per quattro, ti afferra alla gola come il collare dei ragazzi, e non ti molla più. Dovevo, per forza, sapere come andava a finire. Anche se, poi, il finale mi ha un po' deluso.
Eppure, non sono pentita di aver concluso questo viaggio. E' stato scomodo, sgradevole, la meta non è stata il massimo, ma… quanta adrenalina!
Mai come questa volta mi è capitato di essere trascinata lungo qualcosa di poco piacevole come da una piena. Ecco, forse il modo giusto di descrivere questo manga: un fiume in piena. Se ti afferra, non ti molla più. Caveat emptor…
Quante volte ho già scritto: quest'opera è difficile da commentare? Mai come in questo caso è stato vero.
Partiamo da un aggettivo: monumentale. Poi aggiungiamone un altro: terribile. E magari anche un terzo ed un quarto, ed un quinto: perversa, inquietante, rivoltante. E potremmo continuare per mezzo vocabolario.
Ero perplessa, prima di cominciare a leggere: le recensioni non rendono, non possono rendere l'idea delle immagini.
Io non sono per le cose eccessivamente violente: la descrizione estrema di solito mi disgusta. E qui, di descrizioni estreme, ce ne sono a iosa. E' peggio leggere o vedere? Non so. C'è da dire che, fin da subito, si capisce dove si andrà a parare e, se si continua nella lettura, lo si fa a proprio rischio e pericolo. Inutile lamentarsi, poi.
Sono cosciente di aver dato un voto abbastanza alto a questo manga. Eppure, la maggior parte della mia cosiddetta recensione sarà negativa. Che io sia un cumulo di contraddizioni è risaputo.
Partiamo dai disegni: accuratissimi. Ci sono tavole che sono vere e proprie opere d'arte. Peccato che, spesso, illustrino particolari che definire macabri è riduttivo. Pare ci sia, lungo tutta la storia, una corsa alla raffigurazione del vomitevole. Perché piantare un coltello nel cuore, quando puoi farlo in un occhio? Perché limitarsi a sparare a qualcuno, quando puoi sbudellarlo o distruggergli la faccia? Molto più plastica, più artistica, questa seconda versione. E così via, nel più puro stile splatter che abbia mai visto. Penso che mai leggerò qualcosa di più violento.
La scelta, qui, è stata della raffigurazione più vera del vero. Una caricatura, oserei dire. Le espressioni facciali sono più forzate di una maschera da tragedia greca. Non ci sono patine di sudori freddi, ma veri e propri ruscelli correnti. Il sangue non fuoriesce dalle ferite, schizza in fontane e cascate e le mutilazioni si svendono a tanto al chilo. Se la cosa non vi ispira, state alla larga. O magari no.
I personaggi: beh, qui ci sarebbe da scrivere un libro. D'accordo che la classe è stata prescelta per un motivo, ma che di quarantadue quindicenni ce ne sia quasi una metà con doti particolari mi sembra eccessivo, almeno paragonandoli coi ragazzi di casa nostra. Bisogna prenderli con un atto di fede. Del resto, se non ci fossero, il manga non sarebbe altrettanto avvincente. Devo dire che chi più di tutti mi ha destato sentimenti ambivalenti è il piccolo yakuza. Povero: già gli han fatto un bellissimo faccino da ragazza, poi è più gelido di un blocco di ghiaccio al polo, e ogni tanto esce pure di carattere. Dopo aver giustiziato con fredda velocità non so quanti compagni per 9/10 della storia, ci si domanda come sia possibile, verso la fine, che sembri giocare con la sua preda e non si decida a sparare diritto, da due metri di distanza. Lì, sono rimasta perplessa. E non solo per questo: quest'uomo, questo ragazzo, è peggio di Terminator. Sopravvive a tutto, ciò che non lo ammazza lo rende più forte. Non parla, non pare provare dolore, assistiamo ad una scena di bicipite e coltello che Rambo al confronto si suiciderebbe per la vergogna, continua a sparare in condizioni che atterrerebbero perfino un robot… d'accordo l'apoteosi dell'inverosimile ma quando è troppo è troppo.
Parliamo del buono protagonista, Shuuya? No, grazie. Ho passato l'intero manga ad aspettare che uscisse di scena per vedere qualcosa di più stimolante. Semplicemente, il suo eccessivo buonismo e i suoi trip mentali invecchiano in fretta. Non sono riusciti a rendermelo interessante. Molto, molto meglio lo sfregiato Shogo al suo secondo giro di valzer. Almeno, con lui, ci si può domandare fino alla fine a che gioco stia giocando.
Sarà che sono donna, ma miss hardcore mi ha lasciato completamente indifferente: un'altra che aspetti impazientemente che scompaia dal quadro, mentre ti domandi come mai la tengano tanto in gioco. Poi guardi la latteria al vento e le mutandine sgocciolanti e ti ricordi che è un manga per maschietti… e si vede. Anche quando si dà da fare con un moribondo. Almeno, alla necrofilia non ci siamo arrivati, ma c'è mancato poco.
La piccola Noriko? Degna compagna di Shu-Shu, e forse perfino con un po' di spina dorsale in più. Del resto, ci vuole poco. Si vede che choux-choux mi sta antipatico?
Decisamente di un altro livello gli altri della squadra dei "buoni": Mimura e Sugimura. Il genio dell'elettronica e il campione di arti marziali. Le loro gesta le ho seguite con vero piacere anche se, segretamente, ho sempre fatto il tifo per Kazuo Kiriyama, il Terminator bellissimo e dannato di cui sopra. Forse, ciò che gioca in suo favore è il fatto che non apre mai bocca, così ci risparmia le pagine e pagine di retorica che infarciscono l'opera, per bocca di questo o quel personaggio. Lui, almeno, è onesto, sempre. Che sia perché gli piace, o perché vuole sopravvivere, o perché non ha di meglio da fare… fa quello che deve, con fredda efficienza, senza troppe storie. E ci risparmia la predica.
Ecco, è triste che un'opera che, teoricamente, potrebbe essere di denuncia contro un certo tipo di conformismi, finisca per ottenere il contrario effetto di esaltare il personaggio che più si conforma. Non so se lo scopo di tutto ciò fosse denunciare un certo tipo di società o se, al contrario, si trattasse solo di solleticare gli istinti più bassi dei lettori. So che, personalmente, sono arrivata alla fine sorvolando parecchie tavole, passandoci l'occhio quel tanto che bastava a farmi capire l'andamento della trama. Capisco che non è il modo migliore di leggere un manga.
Ci sono molti modi di raccontare una storia, e qui si è scelto quello più crudo.
Ho trovato spesso i disegni eccessivi, sgradevoli. Molti personaggi erano brutti in maniera caricaturale, inverosimile. Certe scene le ho trovate raccapriccianti in maniera disgustosa. Eppure, mai, nemmeno per un istante, ho pensato di mollare.
Come il "programma", il "gioco" che fa da filo conduttore per questo manga, la storia mi ha catturato senza via di scampo, fin da subito. E' un "dieci piccoli indiani" moltiplicato per quattro, ti afferra alla gola come il collare dei ragazzi, e non ti molla più. Dovevo, per forza, sapere come andava a finire. Anche se, poi, il finale mi ha un po' deluso.
Eppure, non sono pentita di aver concluso questo viaggio. E' stato scomodo, sgradevole, la meta non è stata il massimo, ma… quanta adrenalina!
Mai come questa volta mi è capitato di essere trascinata lungo qualcosa di poco piacevole come da una piena. Ecco, forse il modo giusto di descrivere questo manga: un fiume in piena. Se ti afferra, non ti molla più. Caveat emptor…
Probabilmente il manga più splatter di sempre. Ma non lasciatevi ingannare dal sangue e dalle viscere, questo fumetto contiene moltissima umanità.
La trama ruota intorno ad una classe di scuola media della Grande Repubblica dell'Asia, la quale per dimostrare la sua forza dinanzi al resto del mondo ogni anno seleziona una classe di studenti da portare sull'isola per farli ammazzare tra loro. L'ultimo che rimane sarà il vincitore e otterrà, oltre che la gloria, nientepopodimeno che l'autografo del governatore. Nella classe di quest'anno selezionata per il 'Program' vi sono tantissimi ragazzi,tutti con personalità e sogni diversi: Shuya Nanahara, ragazzo solare e vivace che sogna di cambiare il mondo con la sua musica rock, accompagnato dalla dolce Noriko, il misterioso e forzuto Shogo Kawada, l'enigmatico Kazuo Kiriyama, il campione di arti marziali Hiroki Sugimura, il geniale Shinji Mimura e tanti altri.
Il manga è perlopiù uno studio sulla natura umana e tutti i personaggi,dal protagonista fino al più insignificante vi rimarranno nel cuore. Voi cosa fareste, uccidereste i vostri migliori amici cercando di sopravvivere,o trovereste un modo per uscirne vivi tutti quanti? A voi la parola, dopo la lettura di questo splendido manga che vi terrà incollati alle pagine dall'inizio alla fine.
La trama ruota intorno ad una classe di scuola media della Grande Repubblica dell'Asia, la quale per dimostrare la sua forza dinanzi al resto del mondo ogni anno seleziona una classe di studenti da portare sull'isola per farli ammazzare tra loro. L'ultimo che rimane sarà il vincitore e otterrà, oltre che la gloria, nientepopodimeno che l'autografo del governatore. Nella classe di quest'anno selezionata per il 'Program' vi sono tantissimi ragazzi,tutti con personalità e sogni diversi: Shuya Nanahara, ragazzo solare e vivace che sogna di cambiare il mondo con la sua musica rock, accompagnato dalla dolce Noriko, il misterioso e forzuto Shogo Kawada, l'enigmatico Kazuo Kiriyama, il campione di arti marziali Hiroki Sugimura, il geniale Shinji Mimura e tanti altri.
Il manga è perlopiù uno studio sulla natura umana e tutti i personaggi,dal protagonista fino al più insignificante vi rimarranno nel cuore. Voi cosa fareste, uccidereste i vostri migliori amici cercando di sopravvivere,o trovereste un modo per uscirne vivi tutti quanti? A voi la parola, dopo la lettura di questo splendido manga che vi terrà incollati alle pagine dall'inizio alla fine.
"Battle Royale" è uno dei migliori manga che io abbia mai letto: ha una storia alquanto intrigante, è studiato in ogni minimo dettaglio e i disegni mi sono piaciuti dall'inizio alla fine.
I personaggi sono caratterizzati in una maniera indescrivibilmente ottima, e ognuno di essi porta con sé una storia di background che ci fa entrare maggiormente nel mondo creato dagli autori.
Se però i primi numeri vi faranno sentire il bisogno primario di leggere i seguenti volumi, questa sensazione viene un po' smorzata procedendo con la storia, ma questo non vuol dire che questa voglia venga annientata. Il finale è studiato abbastanza bene, anche se io personalmente avevo capito cosa sarebbe successo, e non spoilero niente, tranquilli. Insomma, il manga è assolutamente un must-have per tutti, però non arriva alla perfezione per qualche piccolo difettuccio: per esempio non mi è piaciuto molto il fatto che ad un certo punto chiunque impazzisca nello stesso identico modo e faccia quasi le stesse cose del precedente. Piccole pecche insomma. Personalmente gli avrei dato 9,5, ma non esiste tra le scelte selezionabili, ahimé!
I personaggi sono caratterizzati in una maniera indescrivibilmente ottima, e ognuno di essi porta con sé una storia di background che ci fa entrare maggiormente nel mondo creato dagli autori.
Se però i primi numeri vi faranno sentire il bisogno primario di leggere i seguenti volumi, questa sensazione viene un po' smorzata procedendo con la storia, ma questo non vuol dire che questa voglia venga annientata. Il finale è studiato abbastanza bene, anche se io personalmente avevo capito cosa sarebbe successo, e non spoilero niente, tranquilli. Insomma, il manga è assolutamente un must-have per tutti, però non arriva alla perfezione per qualche piccolo difettuccio: per esempio non mi è piaciuto molto il fatto che ad un certo punto chiunque impazzisca nello stesso identico modo e faccia quasi le stesse cose del precedente. Piccole pecche insomma. Personalmente gli avrei dato 9,5, ma non esiste tra le scelte selezionabili, ahimé!
"Battle Royale" è un manga diverso dagli altri.
Amo i manga di sopravvivenza, in cui sai che alla fine dovrà spuntarla uno solo e ti chiedi: "Come farà? E gli altri protagonisti? Chi sopravviverà davvero fino alla fine?"
Dal primo numero, che ti coinvolge per i suoi metodi brutali, "Battle Royale" è eccezionale sotto tutti i punti di vista.
Ogni personaggio è ben caratterizzato, riprendono gli stereotipi e i comportamenti comuni degli adolescenti, ti vien voglia di schierarti dalla parte di tutti e dalla parte di nessuno.
I temi trattati sono di più tipi, tutti organizzati secondo uno schema preciso che converge verso il gran finale.
L'autore riesce, con una simile moltitudine di personaggi, a concentrare una grande varietà di situazioni, in questo scenario in cui sai di non poterti fidare neanche del tuo migliore amico.
Un manga che consiglierei a tutti, mi ha lasciato davvero il segno.
Amo i manga di sopravvivenza, in cui sai che alla fine dovrà spuntarla uno solo e ti chiedi: "Come farà? E gli altri protagonisti? Chi sopravviverà davvero fino alla fine?"
Dal primo numero, che ti coinvolge per i suoi metodi brutali, "Battle Royale" è eccezionale sotto tutti i punti di vista.
Ogni personaggio è ben caratterizzato, riprendono gli stereotipi e i comportamenti comuni degli adolescenti, ti vien voglia di schierarti dalla parte di tutti e dalla parte di nessuno.
I temi trattati sono di più tipi, tutti organizzati secondo uno schema preciso che converge verso il gran finale.
L'autore riesce, con una simile moltitudine di personaggi, a concentrare una grande varietà di situazioni, in questo scenario in cui sai di non poterti fidare neanche del tuo migliore amico.
Un manga che consiglierei a tutti, mi ha lasciato davvero il segno.
Battle Royale offre delle ottime premesse di fondo: un gioco crudele oltre il pensabile che vede un gruppo di giovani vite spegnersi una dopo l'altra per opera delle stesse (dal momento che è previsto un solo vincitore), azione e violenza ma anche sentimenti, erotismo e colpi di scena adrenalici. Ed effettivamente l'inizio (esclusi la caratterizzazione e lo stile grafici, di cui parlerò dopo) è un inizio col botto, e la voglia di mettere le mani sul secondo volume una volta terminato il primo è altissima. Peccato che le aspettative vengano presto (in parte o quasi del tutto) deluse.
La sensazione di trovarsi davanti ad un qualcosa di esagerato in ogni minimo aspetto, col proseguire della lettura, è inevitabile, e proprio viste le buone premesse, lascia l'amaro in bocca. La crudezza tocca lo splatter e l'erotismo la pornografia, i protagonisti sono paladini della giustizia assai poco credibili, mentre gli antagonisti esseri resi mostruosi dalla vita e spietate macchine di morte (e stiamo parlando di studenti delle medie). La sospensione dell'incredulità va pertanto a farsi benedire in molte, troppe, occasioni. Dal punto di vista del mero intrattenimento bisogna però considerare che fino ai due terzi della trama (grosso modo i primi dieci volumi) il ritmo è sostenuto e trascinante (facendo sempre uno sforzo di volontà a sorvolare sull'onnipresente esagerazione), peccato che negli ultimi cinque volumi il bicchiere di vino sia stato molto, ma proprio molto allungato, e la lettura diventa frustrante.
Poco credibile e - perdonate la perseveranza nel volerlo ribadire - esagerata è la realizzazione grafica: studenti delle medie dalle sembianze di trentenni tutti barba e muscoli o di sensualissime donne dall'aria di saperla lunga non riescono ad avere per forza di cose le carte in regola per entrare nei cuori dei lettori, anche se c'è da dire che molte inquadrature e scene d'azione siano ben fatte. Nonostante i vertici generosamente oltrepassati tanto della violenza quanto dei sentimentalismi, lo stile grafico stoppaccioso e l'inesorabile lentezza della narrazione nella sequenza finale dell'opera (e a mio giudizio, un finale deludente e perbenista), Battle Royale si lascia leggere, talvolta anche con piacere e curiosità. Un grandissimo peccato per l'eccezionale potenziale non sfruttato al massimo: è questo in sostanza il suo più grave aspetto e contemporaneamente ciò che spinge a leggerlo.
La sensazione di trovarsi davanti ad un qualcosa di esagerato in ogni minimo aspetto, col proseguire della lettura, è inevitabile, e proprio viste le buone premesse, lascia l'amaro in bocca. La crudezza tocca lo splatter e l'erotismo la pornografia, i protagonisti sono paladini della giustizia assai poco credibili, mentre gli antagonisti esseri resi mostruosi dalla vita e spietate macchine di morte (e stiamo parlando di studenti delle medie). La sospensione dell'incredulità va pertanto a farsi benedire in molte, troppe, occasioni. Dal punto di vista del mero intrattenimento bisogna però considerare che fino ai due terzi della trama (grosso modo i primi dieci volumi) il ritmo è sostenuto e trascinante (facendo sempre uno sforzo di volontà a sorvolare sull'onnipresente esagerazione), peccato che negli ultimi cinque volumi il bicchiere di vino sia stato molto, ma proprio molto allungato, e la lettura diventa frustrante.
Poco credibile e - perdonate la perseveranza nel volerlo ribadire - esagerata è la realizzazione grafica: studenti delle medie dalle sembianze di trentenni tutti barba e muscoli o di sensualissime donne dall'aria di saperla lunga non riescono ad avere per forza di cose le carte in regola per entrare nei cuori dei lettori, anche se c'è da dire che molte inquadrature e scene d'azione siano ben fatte. Nonostante i vertici generosamente oltrepassati tanto della violenza quanto dei sentimentalismi, lo stile grafico stoppaccioso e l'inesorabile lentezza della narrazione nella sequenza finale dell'opera (e a mio giudizio, un finale deludente e perbenista), Battle Royale si lascia leggere, talvolta anche con piacere e curiosità. Un grandissimo peccato per l'eccezionale potenziale non sfruttato al massimo: è questo in sostanza il suo più grave aspetto e contemporaneamente ciò che spinge a leggerlo.
Premetto che contiene delle scene splatter, ma anche scene molto erotiche. Tralasciando ciò devo ammettere che mi è piaciuto veramente molto questo manga, l'ho letto praticamente tutto d'un fiato. La cosa originale di questo manga è il concetto di fondo: la lotta per la sopravvivenza, il non sapere di chi fidarsi. Il carattere dei personaggi è messo molto in risalto, mostrando come il loro modo di essere e di comportarsi a scuola, si riflette anche nella "partita" sull'isola. Veramente un buon manga che non smette di riservare sorprese anche nel finale.
Battle Royale è un manga pieno di azione, scene splatter ed erotismo spinto. Oltre a questo purtroppo non c'è nient'altro di rilevante, solo qualche blando moralismo che non convince.
La storia è incentrata su una classe che è stata scelta per un malvagio gioco organizzato da un ipotetico governo dittatoriale giapponese, dove i compagni di classe devono uccidersi a vicenda finché non ne rimarrà soltanto uno.
La trama in sé è interessante. Il mangaka cercherà di dare spazio a tutti e 42 gli studenti che partecipano a questo gioco chiamato Program. Ci mostrerà i loro stati d'animo, la loro personalità, il loro modo di porsi dinanzi ad una situazione difficile come quella che stanno vivendo e così via. Alcuni personaggi sono davvero ben caratterizzati e riescono a convincere il lettore, altri un po' meno, probabilmente perché il mangaka ha voluto stereotipare alcuni atteggiamenti o qualità del personaggio (basta pensare a Kazuo Kiriyama). Il protagonista è il classico ragazzo pieno di senso di giustizia e fiducia nel prossimo, che si opporrà al Program e cercherà di far passare i suoi compagni di classe dalla sua parte. In questa storia un protagonista del genere può anche andar bene.
Il manga va avanti tra uccisioni, senza risparmiarci il più piccolo dettaglio nelle morti cruente, presentazioni dei vari personaggi e scene al limite dell'hentai con protagonista una procace studentessa di facili costumi. Alcune scene splatter o erotiche il mangaka poteva anche risparmiarcele, visto che rischiano di diventare solo accessorie alla storia. Inoltre capiterà spesso nel corso della trama degli eventi che l'autore si soffermi interi capitoli sui vari flashback dei personaggi secondari prima di farli morire. Magari alcuni flashback sulla vita passata degli studenti se li poteva anche risparmiare, senza allungare così tanto la minestra.
La parte migliore del manga sono senz'altro le scene d'azione, alcune da far invidia persino ai migliori film d'azione americani. Non mancheranno nel corso della storia sparatorie, esplosioni, sfrenati inseguimenti in auto che vi divertiranno e anche appassioneranno.
Purtroppo il manga non convince sotto il punto di vista delle tematiche di fondo. Le varie ideologie dei personaggi, uscite fuori con belle parole e bei discorsi, rimangono abbastanza campate in aria. Sembra proprio, come ho già letto in un'altra recensione, che i personaggi principali parlino per frasi fatte. E questo delude un po' per un manga di genere seinen.
I disegni nemmeno mi convincono del tutto. Alcuni personaggi sono un po' troppo rigidi e quadrati, non danno l'idea di fluidità. Ci sono visi che sembrano disegnati con il righello (come per esempio il responsabile della classe Kamon). Magari è una scelta voluta dal mangaka per stilizzare e rendere più brutti gli antagonisti della storia, comunque è una scelta stilistica che non ho gradito molto.
Il mio voto per questo manga non è negativo, ma non va oltre la mera sufficienza. Se cercate una storia d'azione molto splatter Battle Royale vi accontenterà, però se cercate qualcosa di più profondo allora vi lascerà l'amaro in bocca.
La storia è incentrata su una classe che è stata scelta per un malvagio gioco organizzato da un ipotetico governo dittatoriale giapponese, dove i compagni di classe devono uccidersi a vicenda finché non ne rimarrà soltanto uno.
La trama in sé è interessante. Il mangaka cercherà di dare spazio a tutti e 42 gli studenti che partecipano a questo gioco chiamato Program. Ci mostrerà i loro stati d'animo, la loro personalità, il loro modo di porsi dinanzi ad una situazione difficile come quella che stanno vivendo e così via. Alcuni personaggi sono davvero ben caratterizzati e riescono a convincere il lettore, altri un po' meno, probabilmente perché il mangaka ha voluto stereotipare alcuni atteggiamenti o qualità del personaggio (basta pensare a Kazuo Kiriyama). Il protagonista è il classico ragazzo pieno di senso di giustizia e fiducia nel prossimo, che si opporrà al Program e cercherà di far passare i suoi compagni di classe dalla sua parte. In questa storia un protagonista del genere può anche andar bene.
Il manga va avanti tra uccisioni, senza risparmiarci il più piccolo dettaglio nelle morti cruente, presentazioni dei vari personaggi e scene al limite dell'hentai con protagonista una procace studentessa di facili costumi. Alcune scene splatter o erotiche il mangaka poteva anche risparmiarcele, visto che rischiano di diventare solo accessorie alla storia. Inoltre capiterà spesso nel corso della trama degli eventi che l'autore si soffermi interi capitoli sui vari flashback dei personaggi secondari prima di farli morire. Magari alcuni flashback sulla vita passata degli studenti se li poteva anche risparmiare, senza allungare così tanto la minestra.
La parte migliore del manga sono senz'altro le scene d'azione, alcune da far invidia persino ai migliori film d'azione americani. Non mancheranno nel corso della storia sparatorie, esplosioni, sfrenati inseguimenti in auto che vi divertiranno e anche appassioneranno.
Purtroppo il manga non convince sotto il punto di vista delle tematiche di fondo. Le varie ideologie dei personaggi, uscite fuori con belle parole e bei discorsi, rimangono abbastanza campate in aria. Sembra proprio, come ho già letto in un'altra recensione, che i personaggi principali parlino per frasi fatte. E questo delude un po' per un manga di genere seinen.
I disegni nemmeno mi convincono del tutto. Alcuni personaggi sono un po' troppo rigidi e quadrati, non danno l'idea di fluidità. Ci sono visi che sembrano disegnati con il righello (come per esempio il responsabile della classe Kamon). Magari è una scelta voluta dal mangaka per stilizzare e rendere più brutti gli antagonisti della storia, comunque è una scelta stilistica che non ho gradito molto.
Il mio voto per questo manga non è negativo, ma non va oltre la mera sufficienza. Se cercate una storia d'azione molto splatter Battle Royale vi accontenterà, però se cercate qualcosa di più profondo allora vi lascerà l'amaro in bocca.
Che dire di questa fantastica trasposizione cartacea di un romanzo esageratamente cruento. Posso dire che è sicuramente il manga più cruento che abbia letto, e anche se ho letto solo 1 volume, ho capito già come saranno i successivi. Sangue, parolacce e anche nudo, un mix non adatto ai deboli di cuore e alla gente facilmente impressionabile. Le scene di violenza assurde, e soprattutto la crudeltà che viene raccontata, fanno di Battle Royale un manga di tutto rispetto, che dall'inizio alla fine ti tiene incollato. Una storia, da come ho visto io, ben fatta, ma la cosa più bella sono le scene violente, e non penso di essere l'unico a pensarlo. Voto 8/10
Battle Royale è sicuramente il manga più crudo che io abbia mai letto. Una continua carneficina tra compagni di classe avvolge completamente questo manga, rendendo tutto quasi senza senso. Ma la trama, anche se pur "quasi senza senso", è a dir poco originale e coinvolgente, poiché vedere con quanta nonchalance dei compagni di classe si ammazzano a vicenda nonostante si conoscano da almeno 3 anni, ti lascia veramente senza parole. Ma soprattutto il modo in cui lo fanno rende il tutto incredibile.
I personaggi sono uno più strano e odioso dell'altro, ad esempio abbiamo Shuuya Nanahara, il solito personaggio principale che deve salvare tutti perché è troppo buono. Ma i personaggi più strani che io abbia notato in tutto il manga sono senza dubbio: Kiriyama Kazuo, un ragazzo che da piccolo ha avuto un'incidente e da allora non prova alcun sentimento, quindi si sente in vena di uccidere tutti i suoi compagni senza preoccupazioni, e Mitsuko Soma, che pur di vincere il Battle Royale seduce tutti i ragazzi, così mentre fanno "ziki ziki" li ammazza... ditemi voi se questi personaggi sono normali!?
Sono i disegni che fanno il manga. Dei disegni così realistici non li avevo mai visti e si meritano il massimo del voto.
Io posseggo l'edizione Play Press che è un'ottima edizione, non ne so parlare molto di quella Planet Manga, ma ho sentito dei miei amici lamentarsi molto di quest'ultima.
In fin dei conti, Battle Royale è un manga che bisogna, almeno una volta nella vita, leggere per capire quanto la storia sia tanto strana quanto superba.
Trama: 9
Disegni: 10
Personaggi: 7
Edizione: 8
I personaggi sono uno più strano e odioso dell'altro, ad esempio abbiamo Shuuya Nanahara, il solito personaggio principale che deve salvare tutti perché è troppo buono. Ma i personaggi più strani che io abbia notato in tutto il manga sono senza dubbio: Kiriyama Kazuo, un ragazzo che da piccolo ha avuto un'incidente e da allora non prova alcun sentimento, quindi si sente in vena di uccidere tutti i suoi compagni senza preoccupazioni, e Mitsuko Soma, che pur di vincere il Battle Royale seduce tutti i ragazzi, così mentre fanno "ziki ziki" li ammazza... ditemi voi se questi personaggi sono normali!?
Sono i disegni che fanno il manga. Dei disegni così realistici non li avevo mai visti e si meritano il massimo del voto.
Io posseggo l'edizione Play Press che è un'ottima edizione, non ne so parlare molto di quella Planet Manga, ma ho sentito dei miei amici lamentarsi molto di quest'ultima.
In fin dei conti, Battle Royale è un manga che bisogna, almeno una volta nella vita, leggere per capire quanto la storia sia tanto strana quanto superba.
Trama: 9
Disegni: 10
Personaggi: 7
Edizione: 8
La più classica delle occasioni perse. Il manga inizia molto bene, con personaggi credibili e con una trama interessante, per poi trasformarsi in una veloce carneficina volta a sfoltire il soprannumero di personaggi (42!) che forzatamente sono stati inseriti. Più si va avanti e più diventa incredibilmente prevedibile e noioso. Le personalità dei personaggi vengono fuori soltanto per rendere più drammatica la loro morte, senza però ottenere l'effetto voluto. Arrivato alla fine non ho fatto mio nessun messaggio dal manga, rimanendo soltanto con l'amaro in bocca.
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La morte finale di Kawada, quando tutto è ormai finito, la ritengo personalmente la morte più stupida di tutta la storia dei manga.
Shuya: Finalmente è tutto finito! Siamo salvi! Possiamo fare quel cazzo che vogliamo! Andiamo a divertirci in America!
Kawada: Io non posso.
S: Perché?
K: Perché sto morendo
S: Azz, non me ne sono neanche accorto!
K: Eh è così, vabbè, divertitevi, cià cià.
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Attenzione :: Spoiler! (clicca per visualizzarlo)
</b>La morte finale di Kawada, quando tutto è ormai finito, la ritengo personalmente la morte più stupida di tutta la storia dei manga.
Shuya: Finalmente è tutto finito! Siamo salvi! Possiamo fare quel cazzo che vogliamo! Andiamo a divertirci in America!
Kawada: Io non posso.
S: Perché?
K: Perché sto morendo
S: Azz, non me ne sono neanche accorto!
K: Eh è così, vabbè, divertitevi, cià cià.
Battle Royale è un manga tratto dall'omonimo romanzo di Koushun Takami e disegnato da Masuyuki Taguchi, consta di quindici volumi editi dalla Planet Manga.
La storia è molto semplice e cruenta, racconta di una classe di scuola media della Repubblica della Grande Asia, composta da 21 alunni maschi e da 21 alunne femmine che viene sorteggiata per partecipare al Programm. Il Programm è un gioco al massacro in cui tutti i partecipanti si dovranno uccidere a vicenda fino a quando non rimarrà un unico sopravvissuto, che potrà ritornare a casa. Naturalmente i 42 studenti reagiranno tutti in modo diverso a questa situazione al limite del reale, ci sarà chi come Nanahara Shuya, protagonista della storia, non vuole uccidere nessuno e cercherà di allearsi con i compagni per trovare un modo di fuggire da questa terribile situazione, e chi, come Kiriyama Kazuo, il cattivo della situazione, non si farà scrupoli ad uccidere i suoi compagni di classe pur di vincere il Program.
La prima cosa bella di questo manga sono i personaggi molto variegati e tutti con una personalità propria e un carattere diverso, infatti in questo manga ci troviamo di fronte all'otaku, al crudele, al teppista, alla ragazza senza scrupoli, all'altruista, al ribelle, all'idealista, all'introversa, all'anima gentile, all'opportunista che costituiscono un ventaglio di personalità molto variegato.
Due parole vanno spese per un personaggio in particolare che è Kiriyama Kazuo, un ragazzo perfetto, intelligentissimo e molto forte fisicamente che decide di sterminare i propri compagni di classe, decisione presa con il lancio di una monetina, questo ci fa capire che per lui la vita degli altri non ha alcun valore però allo stesso tempo uccidere gli altri non gli provoca nessun piacere, il suo volto è sempre impassibile senza emozioni quasi non avesse un anima.
Questo è un manga molto psicologico infatti l'autore ci mostra come i diversi personaggi reagiscono in modo differente al gioco, in molti a causa della paura perdono la ragione, altri cercano di allearsi e non uccidere i loro compagni di classe e c'è chi invece fa di tutto pur di vincere il gioco massacrando chi prima era un suo compagno di banco. Tutti i 42 alunni, chi più e chi meno, hanno la loro importanza all'interno della storia, ci si può immedesimare in loro perché risultano molto reali.
Forse i due punti deboli di questo manga sono le eccessive lacrime versate dagli studenti, che da una parte sono comprensibili in questa situazione, ma che sono comunque troppe, e poi le troppe budella, cervella e occhi disegnati nei minimi dettagli che schizzano da una parte all'altra; infatti se da una parte i disegni sono bellissimi e accurati nei minimi dettagli e i volti sono molto espressivi, quasi da far paura, in alcune situazioni i troppi dettagli danno un po' fastidio.
Per quanto riguarda l'edizione della Planet Manga devo dire che sorprendentemente è ben fatta, con sovracopertine e un prezzo accessibile.
Il manga è molto coinvolgente, ti appassiona, ti fa sperare fino alla fine che i poveri ragazzi si alleino tra loro per sopravvivere, ti sconvolge perché ti mostra la natura umana nuda e cruda. Infatti se da una parte l'autore ti mostra un situazione al limite del reale, dall'altra purtroppo ti mostra anche dei comportamenti e dei modi di agire che fanno parte della natura umana.
Il mio voto a questo manga è un bel 9 perché prima di tutto in giro non c'è nulla di simile e perché in questo manga non c'è solo morte e lotte feroci, ma c'è anche spazio per la vera amicizia, la speranza, l'amore e la voglia di non arrendersi mai e di opporsi con tutte le forze al sistema.
La storia è molto semplice e cruenta, racconta di una classe di scuola media della Repubblica della Grande Asia, composta da 21 alunni maschi e da 21 alunne femmine che viene sorteggiata per partecipare al Programm. Il Programm è un gioco al massacro in cui tutti i partecipanti si dovranno uccidere a vicenda fino a quando non rimarrà un unico sopravvissuto, che potrà ritornare a casa. Naturalmente i 42 studenti reagiranno tutti in modo diverso a questa situazione al limite del reale, ci sarà chi come Nanahara Shuya, protagonista della storia, non vuole uccidere nessuno e cercherà di allearsi con i compagni per trovare un modo di fuggire da questa terribile situazione, e chi, come Kiriyama Kazuo, il cattivo della situazione, non si farà scrupoli ad uccidere i suoi compagni di classe pur di vincere il Program.
La prima cosa bella di questo manga sono i personaggi molto variegati e tutti con una personalità propria e un carattere diverso, infatti in questo manga ci troviamo di fronte all'otaku, al crudele, al teppista, alla ragazza senza scrupoli, all'altruista, al ribelle, all'idealista, all'introversa, all'anima gentile, all'opportunista che costituiscono un ventaglio di personalità molto variegato.
Due parole vanno spese per un personaggio in particolare che è Kiriyama Kazuo, un ragazzo perfetto, intelligentissimo e molto forte fisicamente che decide di sterminare i propri compagni di classe, decisione presa con il lancio di una monetina, questo ci fa capire che per lui la vita degli altri non ha alcun valore però allo stesso tempo uccidere gli altri non gli provoca nessun piacere, il suo volto è sempre impassibile senza emozioni quasi non avesse un anima.
Questo è un manga molto psicologico infatti l'autore ci mostra come i diversi personaggi reagiscono in modo differente al gioco, in molti a causa della paura perdono la ragione, altri cercano di allearsi e non uccidere i loro compagni di classe e c'è chi invece fa di tutto pur di vincere il gioco massacrando chi prima era un suo compagno di banco. Tutti i 42 alunni, chi più e chi meno, hanno la loro importanza all'interno della storia, ci si può immedesimare in loro perché risultano molto reali.
Forse i due punti deboli di questo manga sono le eccessive lacrime versate dagli studenti, che da una parte sono comprensibili in questa situazione, ma che sono comunque troppe, e poi le troppe budella, cervella e occhi disegnati nei minimi dettagli che schizzano da una parte all'altra; infatti se da una parte i disegni sono bellissimi e accurati nei minimi dettagli e i volti sono molto espressivi, quasi da far paura, in alcune situazioni i troppi dettagli danno un po' fastidio.
Per quanto riguarda l'edizione della Planet Manga devo dire che sorprendentemente è ben fatta, con sovracopertine e un prezzo accessibile.
Il manga è molto coinvolgente, ti appassiona, ti fa sperare fino alla fine che i poveri ragazzi si alleino tra loro per sopravvivere, ti sconvolge perché ti mostra la natura umana nuda e cruda. Infatti se da una parte l'autore ti mostra un situazione al limite del reale, dall'altra purtroppo ti mostra anche dei comportamenti e dei modi di agire che fanno parte della natura umana.
Il mio voto a questo manga è un bel 9 perché prima di tutto in giro non c'è nulla di simile e perché in questo manga non c'è solo morte e lotte feroci, ma c'è anche spazio per la vera amicizia, la speranza, l'amore e la voglia di non arrendersi mai e di opporsi con tutte le forze al sistema.
Finalmente terminata la lettura di Battle Royale.
La trama la conosciamo già tutti (o comunque è di facilissima reperibilità nel web) e per questo non intendo dilungarmi troppo sulle vicende narrate; vicende che vertono a spingere i molteplici personaggi della storia allo stremo delle forze; sia mentali che fisiche. 42 ragazzi si vedono costretti da un Governo subdolo e corrotto ad uccidersi a vicenda col fittizio intento di crescere una gioventù forte e spietata, così da sventare eventuali attacchi e rivolte ai danni della Repubblica della Grande Asia, uno stato totalitario geograficamente localizzato in Giappone. I ragazzi si vedono completamente isolati dal mondo in un'isola deserta dove l'obbiettivo del "Program" (così viene definito questo perverso gioco alla morte) consiste nell'uccidere tutti i propri compagni così da risultarne vincitore e avere salva la vita.
Il tutto ovviamente è stato pensato appositamente per non lasciare agli studenti nessuna alternativa o via di fuga.
Avremo modo in questa serie di 15 volumi (personalmente ho letto la discreta edizione Planet Manga) di avvicinarci a ciascuno di questi 42 concorrenti così da studiarne e comprendere le molteplici reazioni che ciascuno di questi può presentare se spinto in condizioni talmente estreme e atroci da divenire insostenibili.
Ed è proprio questo secondo me il punto di forza di Battle Royale: la punta di diamante che fra tutte le apprezzatissime scelte stilistiche e tematiche della serie lo contraddistingue da un semplice horror splatter truculento: ovvero l'eccelsa caratterizzazione e personalizzazione dei personaggi.
Si può quasi constatare come Shuya (il protagonista "apparente" di questa vicenda) non sia a tutti gli effetti il vero protagonista, poiché moltissimi altri personaggi spinti da motivazioni e reazioni differenti presentano un delineamento psicologico non contorto o "sbagliato". ma semplicemente diverso.
Come lo stesso Shuya ci ha portato a riflettere nel corso della vicenda, la 3°-B (classe scelta per questo orrido genocidio) era una classe pacifica e se pur con qualche elemento complicato o violento lo spirito di amicizia che vi regnava era concepito e idealizzato dallo stesso Shuya come un qualcosa di immortale ed eterno.
Tuttavia, l'improvvisa caduta di questo status ha scatenato moltissime reazioni differenti, e queste sono dettate esclusivamente da come ciascuno di noi reagisce ad una situazione di estrema violenza e crudeltà quale il Program intende portare.
C'è chi impazzisce letteralmente, chi preferisce scegliere il "come" e il "quando" morire optando per il suicidio (ma veramente il suicidio può intendersi come estremo gesto di libertà?), chi preso dalla paura e dalla disperazione agisce spontaneamente uccidendo gli altri; chi invece decide di far gruppo con altre persone fidate o chi ancora preferisce isolarsi, lasciando che la disperazione e la tensione lo porti al baratro.
E poi c'è il nostro Nanahara Shuya, un "avventato zuccone pieno di senso di giustizia" come viene definito nel manga, il quale è convinto di far gruppo con tutti i suoi compagni e di trovare assieme un modo per evadere da quella situazione; un'illusione che tutto sommato è riuscita più e più volte a risvegliare l'umanità nell'animo dei suoi compagni oramai completamente catturati dallo spirito omicida del Program. Anche venendo ferito più e più volte il disperato (e forse folle?) tentativo di Shuya non è mai venuto meno, e sempre ha tentato di salvare i compagni che incontrava lungo il proprio cammino cercando in tutti i modi di portarli alla ragione …
Dunque la caratterizzazione, la personalizzazione dei personaggi, il loro delineamento psicologico ed emotivo nonché le loro cruente vicende del passato vengono splendidamente narrate in questa serie manga, che non manca di eccellere anche sotto molteplici altri aspetti. Primo fra tutti i disegni (sempre dettagliatissimi e dal forte stile "realistico" e contemporaneo) nonché dalla narrazione e dalla crudeltà con cui certe scene vengono trattate (non dimentichiamo che Battle Royale è nato come romanzo e solo poi trasporto in manga seinen dal celebre Masuyuki Taguchi).
Insomma trovo il manga di Battle Royale un'ottima serie in cui riflettere e prendere spunto su come le persone, se spinte ai propri limiti, possano agire a prescindere dalla ragione o dalla razionalità umana.
La disperazione spesso e volentieri può portarci a fare cose impensabili anche se, al momento decisivo, si coglie sempre l'insensatezza di queste proprie scelte e non si può che morire col forte rimpianto di aver percorso non una strada sbagliata ma semplicemente "differente".
La trama la conosciamo già tutti (o comunque è di facilissima reperibilità nel web) e per questo non intendo dilungarmi troppo sulle vicende narrate; vicende che vertono a spingere i molteplici personaggi della storia allo stremo delle forze; sia mentali che fisiche. 42 ragazzi si vedono costretti da un Governo subdolo e corrotto ad uccidersi a vicenda col fittizio intento di crescere una gioventù forte e spietata, così da sventare eventuali attacchi e rivolte ai danni della Repubblica della Grande Asia, uno stato totalitario geograficamente localizzato in Giappone. I ragazzi si vedono completamente isolati dal mondo in un'isola deserta dove l'obbiettivo del "Program" (così viene definito questo perverso gioco alla morte) consiste nell'uccidere tutti i propri compagni così da risultarne vincitore e avere salva la vita.
Il tutto ovviamente è stato pensato appositamente per non lasciare agli studenti nessuna alternativa o via di fuga.
Avremo modo in questa serie di 15 volumi (personalmente ho letto la discreta edizione Planet Manga) di avvicinarci a ciascuno di questi 42 concorrenti così da studiarne e comprendere le molteplici reazioni che ciascuno di questi può presentare se spinto in condizioni talmente estreme e atroci da divenire insostenibili.
Ed è proprio questo secondo me il punto di forza di Battle Royale: la punta di diamante che fra tutte le apprezzatissime scelte stilistiche e tematiche della serie lo contraddistingue da un semplice horror splatter truculento: ovvero l'eccelsa caratterizzazione e personalizzazione dei personaggi.
Si può quasi constatare come Shuya (il protagonista "apparente" di questa vicenda) non sia a tutti gli effetti il vero protagonista, poiché moltissimi altri personaggi spinti da motivazioni e reazioni differenti presentano un delineamento psicologico non contorto o "sbagliato". ma semplicemente diverso.
Come lo stesso Shuya ci ha portato a riflettere nel corso della vicenda, la 3°-B (classe scelta per questo orrido genocidio) era una classe pacifica e se pur con qualche elemento complicato o violento lo spirito di amicizia che vi regnava era concepito e idealizzato dallo stesso Shuya come un qualcosa di immortale ed eterno.
Tuttavia, l'improvvisa caduta di questo status ha scatenato moltissime reazioni differenti, e queste sono dettate esclusivamente da come ciascuno di noi reagisce ad una situazione di estrema violenza e crudeltà quale il Program intende portare.
C'è chi impazzisce letteralmente, chi preferisce scegliere il "come" e il "quando" morire optando per il suicidio (ma veramente il suicidio può intendersi come estremo gesto di libertà?), chi preso dalla paura e dalla disperazione agisce spontaneamente uccidendo gli altri; chi invece decide di far gruppo con altre persone fidate o chi ancora preferisce isolarsi, lasciando che la disperazione e la tensione lo porti al baratro.
E poi c'è il nostro Nanahara Shuya, un "avventato zuccone pieno di senso di giustizia" come viene definito nel manga, il quale è convinto di far gruppo con tutti i suoi compagni e di trovare assieme un modo per evadere da quella situazione; un'illusione che tutto sommato è riuscita più e più volte a risvegliare l'umanità nell'animo dei suoi compagni oramai completamente catturati dallo spirito omicida del Program. Anche venendo ferito più e più volte il disperato (e forse folle?) tentativo di Shuya non è mai venuto meno, e sempre ha tentato di salvare i compagni che incontrava lungo il proprio cammino cercando in tutti i modi di portarli alla ragione …
Dunque la caratterizzazione, la personalizzazione dei personaggi, il loro delineamento psicologico ed emotivo nonché le loro cruente vicende del passato vengono splendidamente narrate in questa serie manga, che non manca di eccellere anche sotto molteplici altri aspetti. Primo fra tutti i disegni (sempre dettagliatissimi e dal forte stile "realistico" e contemporaneo) nonché dalla narrazione e dalla crudeltà con cui certe scene vengono trattate (non dimentichiamo che Battle Royale è nato come romanzo e solo poi trasporto in manga seinen dal celebre Masuyuki Taguchi).
Insomma trovo il manga di Battle Royale un'ottima serie in cui riflettere e prendere spunto su come le persone, se spinte ai propri limiti, possano agire a prescindere dalla ragione o dalla razionalità umana.
La disperazione spesso e volentieri può portarci a fare cose impensabili anche se, al momento decisivo, si coglie sempre l'insensatezza di queste proprie scelte e non si può che morire col forte rimpianto di aver percorso non una strada sbagliata ma semplicemente "differente".
Manga degno di nota, Battle Royale si presenta come un qualcosa di fuori dall'ordinario. Una denuncia contro la violenza odierna, presente ormai dappertutto, che ci viene narrata con maestria sia da Koushun Takami (autore della storia) e sia da Masayuki Taguchi (autore dei disegni). Riguardo ai disegni, questi possono considerarsi il punto forte del manga, poiché trasmettono le emozioni allo stato puro, enfatizzando al massimo qualunque sentimento, che sia paura o felicità, disperazione o calma.
Attenzione: possibili spoiler.
La storia è ambientata in Asia, precisamente nella Repubblica della Grande Asia, caratterizzata da un regime totalitario di tipo dittatoriale. Qui ogni anno viene scelta una classe di terza media che dovrà sottoporsi al "program"; questo "program" è un vero e proprio massacro, dove tutti gli studenti appartenenti alla sezione scelta (la 3° B dell'Istituto Shiroiwa) dovranno uccidersi a vicenda per arrivare poi alla fine dove ci sarà un solo superstite: il vincitore. Purtroppo non ci sono vie di scampo, perché ognuno ha attaccato al collo un collare-bomba che, in caso di manomissione, scoppierà all'istante; inoltre verrà data una borsa contenente un'arma di qualsiasi genere e oggetti indispensabili per la sopravvivenza. Il nostro protagonista, Shuya Nanahara, cercherà disperatamente di tenere unita la classe, ma si troverà davanti a delle situazioni difficili, poiché non tutti i suoi compagni la pensano come lui, infatti c'è chi preso dalla paura di essere ammazzato comincerà ad ammazzare, c'è chi non si fa problemi ad ammazzare e chi invece per fortuna seguirà o consigli del nostro beniamino e si unirà a lui.
L'unica pecca dell'opera a parer mio, è la facilità con cui ragazzi di quindici anni uccidano gente come se niente fosse; infatti questo toglie due punti alla valutazione finale.
Un manga che si merita un bell'8, molto avvincente e pieno di tutto: colpi di scena disegni fantastici, fan service, paura e disperazione che danno il giusto mix per un seinen veramente con i controfiocchi. Per gli amanti del genere, questo manga deve essere letto assolutamente, però può essere anche letto da gente a cui piacciono le sparatorie, sangue dappertutto e belle ragazze con seni prorompenti.
Attenzione: possibili spoiler.
La storia è ambientata in Asia, precisamente nella Repubblica della Grande Asia, caratterizzata da un regime totalitario di tipo dittatoriale. Qui ogni anno viene scelta una classe di terza media che dovrà sottoporsi al "program"; questo "program" è un vero e proprio massacro, dove tutti gli studenti appartenenti alla sezione scelta (la 3° B dell'Istituto Shiroiwa) dovranno uccidersi a vicenda per arrivare poi alla fine dove ci sarà un solo superstite: il vincitore. Purtroppo non ci sono vie di scampo, perché ognuno ha attaccato al collo un collare-bomba che, in caso di manomissione, scoppierà all'istante; inoltre verrà data una borsa contenente un'arma di qualsiasi genere e oggetti indispensabili per la sopravvivenza. Il nostro protagonista, Shuya Nanahara, cercherà disperatamente di tenere unita la classe, ma si troverà davanti a delle situazioni difficili, poiché non tutti i suoi compagni la pensano come lui, infatti c'è chi preso dalla paura di essere ammazzato comincerà ad ammazzare, c'è chi non si fa problemi ad ammazzare e chi invece per fortuna seguirà o consigli del nostro beniamino e si unirà a lui.
L'unica pecca dell'opera a parer mio, è la facilità con cui ragazzi di quindici anni uccidano gente come se niente fosse; infatti questo toglie due punti alla valutazione finale.
Un manga che si merita un bell'8, molto avvincente e pieno di tutto: colpi di scena disegni fantastici, fan service, paura e disperazione che danno il giusto mix per un seinen veramente con i controfiocchi. Per gli amanti del genere, questo manga deve essere letto assolutamente, però può essere anche letto da gente a cui piacciono le sparatorie, sangue dappertutto e belle ragazze con seni prorompenti.
Eccoci qui, dopo due anni e mezzo di regolare pubblicazione, che Battle Royale è giunto alla conclusione.
Comprai il primo numero quasi a caso, volevo comprare qualcosa per coprire la delusione di non aver trovato un altro manga che volevo prendere; la trama, nella sua crudezza/spietatezza, mi attirava, avevo proprio voglia di una lettura di quel genere, sperando che la violenza e le situazioni terribili non sarebbero state mero fanservice fine a se stesso ma che fossero permeate dai più svariati valori e contenuti, come ci si aspetta dai giapponesi... e sono contento di non essere stato smentito.
A parte il primo volume di presentazione della storia, quindi, verremo subito immersi nelle storie di ogni singolo personaggio, nei loro ideali, nella loro ragion d'essere che li porta ad agire in questo o in quel modo, nel bene o nel male.
Eppure la storia non ingrana e non coinvolge fin da subito, poiché nei primissimi numeri vengono presentati più o meno tutti i personaggi e difatti la sceneggiatura si fa un po' troppo lineare e schematica, ma ben presto (già dal 5° o dal 6° che ricordi) il buon Takami abbandona questi binari per donare più naturalezza e scorrevolezza alla storia, senza mai mancare di contenuto, anzi.
Il punto forte di Battle Royale è rappresentato senza dubbio dai personaggi: come già accennavo all'inizio, essi son tutti variegati per carattere e ideali che li portano a comportarsi in un certo modo. La caratterizzazione è ai massimi livelli, alcuni personaggi (quelli più secondari, o quasi "terziari") sono approfonditi quanto basta, discretamente quindi, mentre altri (tra cui molti principali) godono di una eccezionale profondità psicologica, che in certe introspezioni raggiunge vette di elevatissima raffinatezza ed oserei dire anche originalità (è vero, ci sono alcuni stereotipi, ma altre personalità raramente si sono viste prima).
Purtroppo c'è un malus che va ad abbassare la qualità dei personaggi, poiché ce n'è uno in particolare che dovrebbe essere quello meglio rappresentato ed invece è il peggiore. Sì, forse avete capito di chi sto parlando: il protagonista, Shuya Nanahara. Egli è quanto di meno credibile e più stereotipato ci possa essere in circolazione. È permeato dai soliti sentimenti buonisti caratteristici del protagonista di uno shonen standard senza però la grinta e il carisma di quest'ultimo. Per tutto il manga (vabbè dai, QUASI tutto, non voglio essere troppo cattivo) non fa altro che ripetere i soliti cliché, cliché non solo dello shonen medio, ma cliché anche suoi, che alla lunga lo sono diventati; e questo sempre senza riflettere con un po' di freddezza, come fa invece il buon Kawada... ah, che fine avrebbe fatto Shuya senza di lui! Prima dicevo che è il personaggio meno credibile di tutti, perché per quanto uno possa essere buonista, difronte a una persona che ha commesso davanti ai suoi stessi occhi numerose stragi e ucciso i suoi migliori amici non può continuare a tergiversare e sulla via dell'indecisione quando se lo ritrova davanti ed è il momento di premere il grilletto; a meno che questo non sia un caso proprio patologico, ma siccome il manga non lo specifica, io considero questo lato della personalità di Shuya come un difetto.
Poi tra i protagonisti in quanto a ridicolaggine neanche Noriko scherza, che si mette a versare lacrimoni anche dopo un "Ehi Noriko, aspettami qui che vado al cesso", ma lasciamo perdere che è meglio, d'altronde almeno lei dimostra di avere più stoffa di Shuya (capirete nel finale), quasi il colmo.
In Battle Royale, oltre ai personaggi, un altro ruolo importante ovviamente è ricoperto dagli scontri che tengono questi. E per "scontri" intendo nel senso letterale, perché in Battle Royale (già dal titolo) ci sono delle vere e proprie battaglie personali tra i personaggi, a suon di falci, bombe, revolver, fucili o perché no, anche automobili. Più si va avanti nella storia più queste sono dettagliate, realistiche ed incredibilmente coinvolgenti che ti incollano alla lettura fino all'ultimo respiro esalato dal perdente (sempre che ci sia), perché ogni risvolto è imprevedibile, è impossibile prevedere l'esito di uno scontro in questo manga, eccezion fatta forse per quel bastardello di Kiriyama. Ecco, questo è un punto su cui vorrei far luce, direi che rappresenta l'unico difetto nella sceneggiatura di Battle Royale: in un "gioco" dove si rischia di morire, prima di tutto ci si dovrebbe accertare della morte di chi si ha appena ucciso, soprattutto se questi è un pericoloso criminale scampato altre volte in passato a simili incidenti, no? E invece i ragazzi - quelli buoni ovviamente, data la natura del manga - fanno a gara a chi è più ridicolo. Quante volte Kiriyama sarebbe potuto morire definitivamente? E invece no, ogni volta ci sono i soliti polli che non si prendono nemmeno la briga di accertarsi se respira più, prima di farsi fregare alla spalle in mezzo a singhiozzi e dichiarazioni d'amore come ultime parole pronunciate.
Non ci siamo su questo punto dunque, non voglio credere che tutti quei ragazzi siano così stupidi da non badare a dettagli tanto importanti.
Cavalcando la cresta dell'onda ne approfitto per gettare fango su un ultimo aspetto: il finale.
Bello, ben realizzato e tutto quanto, peccato che un simile esito era prevedibile sin dai primi numeri.
Ora torniamo un attimo ad elencare i punti forti di questo manga. Sicuramente la parte grafica fa la sua parte, perché credo che questo chara design - anche se a volte un po' troppo caricaturale - si appresti perfettamente in questo tipo di storia, e abbia saputo rappresentare magnificamente le varie scene drammatiche e/o inquietanti. Inoltre sia le ambientazioni che i personaggi sono rifiniti sin nei dettagli, anzi anche troppo per quanto riguarda questi ultimi: ho sempre trovato non necessario calcare eccessivamente la mano su qualche chilo di intestino o cervella in più, in questo modo l'opera si è attirata il fastidio di molti e anche l'accusa - non del tutto infondata per questo motivo - di violenza gratuita e/o ingiustificata.
Concludendo, Battle Royale è un ottimo manga, che oltre a presentare molteplici e profondi contenuti sa attirare l'attenzione dello spettatore e coinvolgerlo piuttosto bene nelle vicende, anche se ogni tanto può presentare qualche caduta di stile.
Molti lo considerano come una critica alla società giapponese, ed è una visione piuttosto sensata, vista la concorrenza e anche la "freddezza" di molti individui del popolo del Sol levante.
Consigliato quasi esclusivamente ai maschi e comunque a un pubblico maturo.
Comprai il primo numero quasi a caso, volevo comprare qualcosa per coprire la delusione di non aver trovato un altro manga che volevo prendere; la trama, nella sua crudezza/spietatezza, mi attirava, avevo proprio voglia di una lettura di quel genere, sperando che la violenza e le situazioni terribili non sarebbero state mero fanservice fine a se stesso ma che fossero permeate dai più svariati valori e contenuti, come ci si aspetta dai giapponesi... e sono contento di non essere stato smentito.
A parte il primo volume di presentazione della storia, quindi, verremo subito immersi nelle storie di ogni singolo personaggio, nei loro ideali, nella loro ragion d'essere che li porta ad agire in questo o in quel modo, nel bene o nel male.
Eppure la storia non ingrana e non coinvolge fin da subito, poiché nei primissimi numeri vengono presentati più o meno tutti i personaggi e difatti la sceneggiatura si fa un po' troppo lineare e schematica, ma ben presto (già dal 5° o dal 6° che ricordi) il buon Takami abbandona questi binari per donare più naturalezza e scorrevolezza alla storia, senza mai mancare di contenuto, anzi.
Il punto forte di Battle Royale è rappresentato senza dubbio dai personaggi: come già accennavo all'inizio, essi son tutti variegati per carattere e ideali che li portano a comportarsi in un certo modo. La caratterizzazione è ai massimi livelli, alcuni personaggi (quelli più secondari, o quasi "terziari") sono approfonditi quanto basta, discretamente quindi, mentre altri (tra cui molti principali) godono di una eccezionale profondità psicologica, che in certe introspezioni raggiunge vette di elevatissima raffinatezza ed oserei dire anche originalità (è vero, ci sono alcuni stereotipi, ma altre personalità raramente si sono viste prima).
Purtroppo c'è un malus che va ad abbassare la qualità dei personaggi, poiché ce n'è uno in particolare che dovrebbe essere quello meglio rappresentato ed invece è il peggiore. Sì, forse avete capito di chi sto parlando: il protagonista, Shuya Nanahara. Egli è quanto di meno credibile e più stereotipato ci possa essere in circolazione. È permeato dai soliti sentimenti buonisti caratteristici del protagonista di uno shonen standard senza però la grinta e il carisma di quest'ultimo. Per tutto il manga (vabbè dai, QUASI tutto, non voglio essere troppo cattivo) non fa altro che ripetere i soliti cliché, cliché non solo dello shonen medio, ma cliché anche suoi, che alla lunga lo sono diventati; e questo sempre senza riflettere con un po' di freddezza, come fa invece il buon Kawada... ah, che fine avrebbe fatto Shuya senza di lui! Prima dicevo che è il personaggio meno credibile di tutti, perché per quanto uno possa essere buonista, difronte a una persona che ha commesso davanti ai suoi stessi occhi numerose stragi e ucciso i suoi migliori amici non può continuare a tergiversare e sulla via dell'indecisione quando se lo ritrova davanti ed è il momento di premere il grilletto; a meno che questo non sia un caso proprio patologico, ma siccome il manga non lo specifica, io considero questo lato della personalità di Shuya come un difetto.
Poi tra i protagonisti in quanto a ridicolaggine neanche Noriko scherza, che si mette a versare lacrimoni anche dopo un "Ehi Noriko, aspettami qui che vado al cesso", ma lasciamo perdere che è meglio, d'altronde almeno lei dimostra di avere più stoffa di Shuya (capirete nel finale), quasi il colmo.
In Battle Royale, oltre ai personaggi, un altro ruolo importante ovviamente è ricoperto dagli scontri che tengono questi. E per "scontri" intendo nel senso letterale, perché in Battle Royale (già dal titolo) ci sono delle vere e proprie battaglie personali tra i personaggi, a suon di falci, bombe, revolver, fucili o perché no, anche automobili. Più si va avanti nella storia più queste sono dettagliate, realistiche ed incredibilmente coinvolgenti che ti incollano alla lettura fino all'ultimo respiro esalato dal perdente (sempre che ci sia), perché ogni risvolto è imprevedibile, è impossibile prevedere l'esito di uno scontro in questo manga, eccezion fatta forse per quel bastardello di Kiriyama. Ecco, questo è un punto su cui vorrei far luce, direi che rappresenta l'unico difetto nella sceneggiatura di Battle Royale: in un "gioco" dove si rischia di morire, prima di tutto ci si dovrebbe accertare della morte di chi si ha appena ucciso, soprattutto se questi è un pericoloso criminale scampato altre volte in passato a simili incidenti, no? E invece i ragazzi - quelli buoni ovviamente, data la natura del manga - fanno a gara a chi è più ridicolo. Quante volte Kiriyama sarebbe potuto morire definitivamente? E invece no, ogni volta ci sono i soliti polli che non si prendono nemmeno la briga di accertarsi se respira più, prima di farsi fregare alla spalle in mezzo a singhiozzi e dichiarazioni d'amore come ultime parole pronunciate.
Non ci siamo su questo punto dunque, non voglio credere che tutti quei ragazzi siano così stupidi da non badare a dettagli tanto importanti.
Cavalcando la cresta dell'onda ne approfitto per gettare fango su un ultimo aspetto: il finale.
Bello, ben realizzato e tutto quanto, peccato che un simile esito era prevedibile sin dai primi numeri.
Ora torniamo un attimo ad elencare i punti forti di questo manga. Sicuramente la parte grafica fa la sua parte, perché credo che questo chara design - anche se a volte un po' troppo caricaturale - si appresti perfettamente in questo tipo di storia, e abbia saputo rappresentare magnificamente le varie scene drammatiche e/o inquietanti. Inoltre sia le ambientazioni che i personaggi sono rifiniti sin nei dettagli, anzi anche troppo per quanto riguarda questi ultimi: ho sempre trovato non necessario calcare eccessivamente la mano su qualche chilo di intestino o cervella in più, in questo modo l'opera si è attirata il fastidio di molti e anche l'accusa - non del tutto infondata per questo motivo - di violenza gratuita e/o ingiustificata.
Concludendo, Battle Royale è un ottimo manga, che oltre a presentare molteplici e profondi contenuti sa attirare l'attenzione dello spettatore e coinvolgerlo piuttosto bene nelle vicende, anche se ogni tanto può presentare qualche caduta di stile.
Molti lo considerano come una critica alla società giapponese, ed è una visione piuttosto sensata, vista la concorrenza e anche la "freddezza" di molti individui del popolo del Sol levante.
Consigliato quasi esclusivamente ai maschi e comunque a un pubblico maturo.
Battle Royale è un manga creato dagli autori Koushun Takami Masayuki Taguchi, e per quanto mi riguarda è stato il manga più crudele che ho mai letto. La trama parla di un gioco mortale in cui degli studenti si devono ammazzare a vicenda finché ne resterà uno solo, e solamente quest'ultimo potrà tornare a casa e riprendere la sua vita. Caratteristica fondamentale di questo manga è la crudeltà dei vari personaggi, che pur di salvarsi la vita sono disposti a uccidersi a vicenda senza esitazioni. Spesso le morti dei personaggi mi facevano accapponare la pelle per la crudeltà dell'uccisione, la qualità e il realismo dei disegni poi rendevano la scena quasi vera. Nonostante questo odio il noioso protagonista della storia, Shuya Nanahara, che vuole a tutti i costi portare alla ragione i suoi compagni di classe per riuscire a ribellarsi a questo gioco assurdo e far tornare a casa tutti vivi. In linea generale, anche se il manga mi è apparso molto pesante e particolarmente violento, ci sono stati alcuni aspetti, come l'amicizia che Shuya ha con i compagni che ancora non hanno perso la ragione, molto belli, mi hanno colpito. Quindi, ammettendo onestamente che è un manga fuori dal comune e con disegni e storia abbastanza ben sviluppati, do un bel 7 perché è giusto riconoscere a un manga i meriti che gli spettano. Lo consiglio solo ad un pubblico che riesce ad sopportare la violenza estrema. Il manga è basato sul romanzo di uno degli autori, da cui è stato tratto anche un film.
Battle Royale è manga in quindici volumi, adattamento del romanzo omonimo di Koushun Takami, e disegnato da Masayuki Taguchi. L'autore del libro ha collaborato attivamente alla sceneggiatura del manga, o perlomeno così è scritto nei free talk del manga stesso. Non ho ancora letto il romanzo (e dubito lo farò) perciò non posso paragonare le due opere.
La storia di Battle Royale è ambientata in un paese chiamato la Grande Repubblica dell'Estremo Oriente. In questo paese dal regime totalitario e tirannico è previsto un evento particolare chiamato Program, in cui una classe delle superiori è sorteggiata e i ragazzi che ne fanno parte hanno l'obbligo di partecipare. Il Program altro non è che un deathmatch tra gli studenti dove a vincere è l'ultimo a rimanere in vita. Ognuno è dotato di un'arma a caso - chi una mitragliatrice, chi una padella - e hanno intorno al collo un collare bomba che esploderà se rifiutano di partecipare.
Tralasciando la povertà della trama (vero che c'è di meglio, ma c'è anche di peggio), Battle Royale a me non ha comunicato nulla. Oltre alla violenza grafica, che so bene essere solo un aspetto del quadro totale, non ho trovato altro, anche a volerlo cercare. Posso dire di aver intravisto dei "messaggi" che attraverso i personaggi positivi del manga dovrebbero arrivare al lettore, ma falliscono miseramente.
I pochi personaggi positivi parlano a frasi fatte, belle parole e tutto il resto, i cattivi non parlano, sparano e uccidono. Gli altri… muoiono. Battle Royale si può riassumere così.
Mi chiedevo infatti come un manga del genere potesse essere lungo ben 15 volumi dato che non succede nulla nella storia (tranne le morti, ovvio) e che il tutto si svolge in 2 o 3 giorni mi sembra. La lunghezza è data dal fatto che l'autore ogni volta che un personaggio sta per morire, inizia un flashback che ci mostra il suo passato, chi era, come si comportava a cosa dava importanza, ecc. La cosa va bene finché la si fa su quelli che si possono considerare i personaggi principali, ma non su tutti. Certamente è da apprezzare il fatto che l'autore si degni di dare un background a tutti, e non farli sembrare come quei personaggi da videogame che il giocatore si limita a uccidere, ma allo stesso tempo è inutile comunque, tanto schiattano lo stesso. Oltre che ad allungare il tutto, non ha nessuna utilità.
I personaggi sono abbastanza realistici nella caratterizzazione, esclusi Shuya, Kiriyama e Soma. Sono ragazzi di scuola superiore che all'improvviso si ritrovano a combattere per la sopravvivenza: c'è chi scoppia quasi subito, chi preferisce farla finita, chi nonostante tutto si fida ancora dei propri compagni, ecc.
Anche i comportamenti nelle situazione di combattimento sono ben resi, molte volte gli esiti degli stessi spiazzano il lettore in quanto imprevedibili.
Per quel che riguarda però il protagonista non ci siamo proprio. Per quanto ritengo Shuya un personaggio necessario alla storia, per il suo ripudiare la violenza, fidarsi delle persone ed essere di fatto l'unico a non aver perso il contatto con la realtà, per questi stessi motivi è un personaggio mal riuscito. Troppe belle parole e pochi fatti.
Su Kiriyama e Soma ne avrei troppe da dire, dico solo che li ritengo due dei peggiori e ridicoli personaggi mai visti in un manga, per motivi diversi, ma non saprei scegliere il peggiore tra i due.
I disegni sono di qualità altalenante. Ci sono personaggi ben disegnati, quelli "fighi", disegnati belli, muscolosi, con tanto di sorriso brillante con la classica scintilla, e poi ci sono personaggi disegnati in modo caricaturale, i "brutti", bassi, con parti del corpo sproporzionate tipo testa grossa, naso, dentoni. Vale sia per i ragazzi che per le ragazze. Capisco che l'autore abbia voluto differenziare ma questa alternanza mi ha infastidito.
Sempre parlando di disegni, impossibile non citare le scene di morte violenta dei vari studenti. Forse un po' troppo esasperate o esagerate. Ovviamente non conosco gli effetti di un colpo di fucile a pompa in pieno stomaco, ma l'intestino finisce davvero sparpagliato in un raggio di 10 metri?
Poi sono anche parecchio dettagliate, con tanto di "bullet time" che mostra il proiettile entrare nelle carni, squarciarle e fuoriuscire dall'altro lato. C'è davvero bisogno? Non mi ha infastidito più di tanto, ma ogni volta che muore qualcuno se ne vanno 4 o 5 pagine.
C'è anche qualche scena di sesso avente per protagonista Mitsuko Soma, dove la depravazione raggiunge nuove vette; alcune cose mi hanno schifato, e lo dico da lettore di manga hentai.
Il finale per fortuna risolleva un po' le cose, dato che la parte finale (escluse le ultime quattro pagine) mi ha spiazzato. Non so se le frasi con cui veniva pubblicizzato il manga dove veniva indicato come uno dei più sconvolgenti fossero vere o le classifiche frasi che si scrivono per vendere, fatto sta che mi aspettavo molto di più. Invece non mi ha sconvolto più di tanto, ogni tanto mi ha annoiato, ma di certo mi ha deluso.
La storia di Battle Royale è ambientata in un paese chiamato la Grande Repubblica dell'Estremo Oriente. In questo paese dal regime totalitario e tirannico è previsto un evento particolare chiamato Program, in cui una classe delle superiori è sorteggiata e i ragazzi che ne fanno parte hanno l'obbligo di partecipare. Il Program altro non è che un deathmatch tra gli studenti dove a vincere è l'ultimo a rimanere in vita. Ognuno è dotato di un'arma a caso - chi una mitragliatrice, chi una padella - e hanno intorno al collo un collare bomba che esploderà se rifiutano di partecipare.
Tralasciando la povertà della trama (vero che c'è di meglio, ma c'è anche di peggio), Battle Royale a me non ha comunicato nulla. Oltre alla violenza grafica, che so bene essere solo un aspetto del quadro totale, non ho trovato altro, anche a volerlo cercare. Posso dire di aver intravisto dei "messaggi" che attraverso i personaggi positivi del manga dovrebbero arrivare al lettore, ma falliscono miseramente.
I pochi personaggi positivi parlano a frasi fatte, belle parole e tutto il resto, i cattivi non parlano, sparano e uccidono. Gli altri… muoiono. Battle Royale si può riassumere così.
Mi chiedevo infatti come un manga del genere potesse essere lungo ben 15 volumi dato che non succede nulla nella storia (tranne le morti, ovvio) e che il tutto si svolge in 2 o 3 giorni mi sembra. La lunghezza è data dal fatto che l'autore ogni volta che un personaggio sta per morire, inizia un flashback che ci mostra il suo passato, chi era, come si comportava a cosa dava importanza, ecc. La cosa va bene finché la si fa su quelli che si possono considerare i personaggi principali, ma non su tutti. Certamente è da apprezzare il fatto che l'autore si degni di dare un background a tutti, e non farli sembrare come quei personaggi da videogame che il giocatore si limita a uccidere, ma allo stesso tempo è inutile comunque, tanto schiattano lo stesso. Oltre che ad allungare il tutto, non ha nessuna utilità.
I personaggi sono abbastanza realistici nella caratterizzazione, esclusi Shuya, Kiriyama e Soma. Sono ragazzi di scuola superiore che all'improvviso si ritrovano a combattere per la sopravvivenza: c'è chi scoppia quasi subito, chi preferisce farla finita, chi nonostante tutto si fida ancora dei propri compagni, ecc.
Anche i comportamenti nelle situazione di combattimento sono ben resi, molte volte gli esiti degli stessi spiazzano il lettore in quanto imprevedibili.
Per quel che riguarda però il protagonista non ci siamo proprio. Per quanto ritengo Shuya un personaggio necessario alla storia, per il suo ripudiare la violenza, fidarsi delle persone ed essere di fatto l'unico a non aver perso il contatto con la realtà, per questi stessi motivi è un personaggio mal riuscito. Troppe belle parole e pochi fatti.
Su Kiriyama e Soma ne avrei troppe da dire, dico solo che li ritengo due dei peggiori e ridicoli personaggi mai visti in un manga, per motivi diversi, ma non saprei scegliere il peggiore tra i due.
I disegni sono di qualità altalenante. Ci sono personaggi ben disegnati, quelli "fighi", disegnati belli, muscolosi, con tanto di sorriso brillante con la classica scintilla, e poi ci sono personaggi disegnati in modo caricaturale, i "brutti", bassi, con parti del corpo sproporzionate tipo testa grossa, naso, dentoni. Vale sia per i ragazzi che per le ragazze. Capisco che l'autore abbia voluto differenziare ma questa alternanza mi ha infastidito.
Sempre parlando di disegni, impossibile non citare le scene di morte violenta dei vari studenti. Forse un po' troppo esasperate o esagerate. Ovviamente non conosco gli effetti di un colpo di fucile a pompa in pieno stomaco, ma l'intestino finisce davvero sparpagliato in un raggio di 10 metri?
Poi sono anche parecchio dettagliate, con tanto di "bullet time" che mostra il proiettile entrare nelle carni, squarciarle e fuoriuscire dall'altro lato. C'è davvero bisogno? Non mi ha infastidito più di tanto, ma ogni volta che muore qualcuno se ne vanno 4 o 5 pagine.
C'è anche qualche scena di sesso avente per protagonista Mitsuko Soma, dove la depravazione raggiunge nuove vette; alcune cose mi hanno schifato, e lo dico da lettore di manga hentai.
Il finale per fortuna risolleva un po' le cose, dato che la parte finale (escluse le ultime quattro pagine) mi ha spiazzato. Non so se le frasi con cui veniva pubblicizzato il manga dove veniva indicato come uno dei più sconvolgenti fossero vere o le classifiche frasi che si scrivono per vendere, fatto sta che mi aspettavo molto di più. Invece non mi ha sconvolto più di tanto, ogni tanto mi ha annoiato, ma di certo mi ha deluso.
In un futuro prossimo ma non troppo, viene allestito un 'Program', ovvero un gioco al massacro che coinvolge man mano una classe differente. Questo 'gioco', intriso probabilmente di patriottismo (finto) e amore verso il proprio paese, è in realtà una macchinazione gestita da dittatori guerrafondai senza scrupoli che non si fanno problemi a sorvolare sul fatto che facendo ciò vengono uccisi bambini, o quantomeno ragazzi in erba.
La trama di Battle Royale parte con buonissimi presupposti e ottime speranze, un manga pensato per chi ama violenza gratuita, primi piani di sbudellamenti, sesso e fanservice a gogo, un seinen che spicca e che fa di queste componenti il suo punto di forza; nonostante tutte queste buone premesse la trama va via via scemando col progredire dei volumi, facendo quasi perdere l'interesse nel lettore di divorare il volume successivo, lasciandolo in balia della noia. Almeno questo è quello che è successo a me; ho sempre pensato che un manga di questo tipo potesse avere di gran lunga meno volumi e concludersi molto prima, in quanto verso metà serie ci troviamo di fronte ad albi al cui interno sono presenti quasi solo combattimenti tra studenti, in modo da esplicare le morti violente di questi e ridurre progressivamente il numero degli alunni.
Un'altra critica che mi sento di fare è quella dell'esteriorità e della fisicità dei personaggi; sono tutti troppo 'adulti', disinibiti e ben formati (tranne qualche eccezione), pur essendo, sulla carta, degli studenti di terza media. Questo sfasamento della realtà estetica l'ho trovato un tantino esagerato.
Il lato positivo può essere, a parte quelli già citati, il fatto di mettere alla mercè del lettore valori sociali e di giustizia presenti nel protagonista Nanahara, che si susseguono fino alla fine della serie, lasciando un messaggio conclusivo importante. Per questi motivi non mi sento di bocciarlo del tutto, anche se magari poteva essere sviluppata un pochettino meglio.
La trama di Battle Royale parte con buonissimi presupposti e ottime speranze, un manga pensato per chi ama violenza gratuita, primi piani di sbudellamenti, sesso e fanservice a gogo, un seinen che spicca e che fa di queste componenti il suo punto di forza; nonostante tutte queste buone premesse la trama va via via scemando col progredire dei volumi, facendo quasi perdere l'interesse nel lettore di divorare il volume successivo, lasciandolo in balia della noia. Almeno questo è quello che è successo a me; ho sempre pensato che un manga di questo tipo potesse avere di gran lunga meno volumi e concludersi molto prima, in quanto verso metà serie ci troviamo di fronte ad albi al cui interno sono presenti quasi solo combattimenti tra studenti, in modo da esplicare le morti violente di questi e ridurre progressivamente il numero degli alunni.
Un'altra critica che mi sento di fare è quella dell'esteriorità e della fisicità dei personaggi; sono tutti troppo 'adulti', disinibiti e ben formati (tranne qualche eccezione), pur essendo, sulla carta, degli studenti di terza media. Questo sfasamento della realtà estetica l'ho trovato un tantino esagerato.
Il lato positivo può essere, a parte quelli già citati, il fatto di mettere alla mercè del lettore valori sociali e di giustizia presenti nel protagonista Nanahara, che si susseguono fino alla fine della serie, lasciando un messaggio conclusivo importante. Per questi motivi non mi sento di bocciarlo del tutto, anche se magari poteva essere sviluppata un pochettino meglio.
L'isola. Dai tempi di Robinson Crusoe passando per il Signore delle mosche fino ai successi televisivi di serie come Lost o (e non me ne vogliano i più) dei vari reality, queste piccole strisce di terra circondate dalla vastità del mare hanno sempre affascinato l'animo umano e stimolato la sua fantasia. Questo perché l'isola è un luogo da dove il più delle volte non si può fuggire, costringendo l'individuo a fare veramente i conti con se stesso, a mostrarsi per quello che si senza le maschere costruite per la coesistenza nella cosiddetta società civile. Questo è stato l'incipit per il tanto discusso romanzo "Battle Royale" di Takeshi Kitano, a cui fece seguito questa versione manga realizzata in collaborazione con lo stesso scrittore da Masuyuki Taguchi.
La trama di base è piuttosto nota, visto che ne è stato tratto anche un film capace di influenzato persino Tarantino. In un futuro alternativo il Giappone è retto da un opprimente governo reazionario da far impallidire l'Argentina degli anni '80, sorretto da leggi in cui i diritti civili sono un ricordo lontano e il cui fiore all'occhiello è il "Battle Royale Act". Ogni anno una classe di terza media del paese viene sorteggiata,i ragazzi strappati alle loro vite e trascinati su un'isola con un unico scopo: uccidersi! Dotati solo di un piccolo kit di sopravvivenza e una sola arma scelta a caso dai loro aguzzini (pistole, fucili ma anche taglierini o addirittura forchette), coloro che prima erano normali compagni di classe saranno costretti a partecipare a questo gioco infernale la cui posta in palio è la loro stessa vita; solo all'unico sopravvissuto infatti sarà concesso di tornare.
Da una storia così agghiacciante, prende vita un fumetto che nel lettore avrà lo stesso risultato di un pugno all'imboccatura dello stomaco, e non soltanto per le scene estremamente violente che ne sono il necessario corollario. Davanti alla sorte di questi ragazzi e alle loro svariate scelte infatti, c'è un'immedesimazione naturale e quasi inquietante capace di far riflettere su quale sia la vera natura dell'animo umano e su quanto contino davvero valori e sentimenti come l'amore e l'amicizia davanti a situazioni "estreme" come questa. Anche se superficialmente sembra esserci una netta separazione tra i buoni e i cattivi (oltre a coloro che perdono la ragione, e non sono pochi), il mangaka tramite un ripetuto uso del flashback riesce nella caratterizzazione di ogni personaggio facendocene conoscere, chi di più chi di meno, la storia in modo da capirne esattamente le reazioni. In realtà a scontrarsi non sono solo i ragazzi, ma anche la tipologia umana che essi rappresentano, il tutto per arrivare palesemente a quello che era l'obiettivo anche del romanzo: una feroce critica al sistema scolastico e alla competitività giapponese.
Costruito con ritmi quasi cinematografici, anche se con le pause classiche da fumetto nipponico di descrizioni delle riflessioni intime dei ragazzi, "Battle Royale" è un fumetto che si legge voracemente pagina per pagina lasciandoti ogni volta con il fiato sospeso alla fine di ogni capitolo.
Peculiare è anche il tipo di disegno usato, molto retrò, che denota il grande amore che Taguchi ha verso i grandi maestri, Osamu Tezuka in testa. Questo tipo di disegno raggiunge il suo massimo nei volti dei personaggi, riuscendo a farci percepire le emozioni di ognuno attraverso l'espressione dei loro volti.
Per onestà intellettuale si deve anche dire che ci sono anche delle evidenti forzature narrative in questo manga, che potrebbe far storcere il naso ai puristi del realismo a tutti i costi; in effetti lo spessore intellettivo ma anche il fisico di parecchi protagonisti tende ad essere poco verosimile a quello di ragazzini di terza media, ma piuttosto confacente a giovani di qualche anno più grandi; anche l'incredibile abilità nei combattimenti di alcuni contendenti così come l'eccessiva libertà sessuale di alcune ragazze non può non essere concepito se non con il tentativo di strizzare l'occhio al classico fruitore maschile di un manga shonen. Questo però, a mio avviso, non intacca quasi per nulla la bellezza di quest'opera, che raggiunge il suo culmine nei volumetti finali in un crescendo di emozioni e sorprese fino alla fine. Chi riuscirà a sopravvivere? Sarà questa la domanda che il lettore si porrà per tutti e 15 i volumi, ma tra un combattimento e una morte sarà impossibile non lasciarsi andare a qualche considerazione su quanto possa essere anche efferata la natura umana; certo qui stiamo parlando di un'opera di fantasia, ma quando mi ritrovo a vedere in televisione tragedie come Columbine o quella recentissima avvenuta in Norvegia, mi viene da chiedere quanto siamo davvero lontani da questa fantasia.
La trama di base è piuttosto nota, visto che ne è stato tratto anche un film capace di influenzato persino Tarantino. In un futuro alternativo il Giappone è retto da un opprimente governo reazionario da far impallidire l'Argentina degli anni '80, sorretto da leggi in cui i diritti civili sono un ricordo lontano e il cui fiore all'occhiello è il "Battle Royale Act". Ogni anno una classe di terza media del paese viene sorteggiata,i ragazzi strappati alle loro vite e trascinati su un'isola con un unico scopo: uccidersi! Dotati solo di un piccolo kit di sopravvivenza e una sola arma scelta a caso dai loro aguzzini (pistole, fucili ma anche taglierini o addirittura forchette), coloro che prima erano normali compagni di classe saranno costretti a partecipare a questo gioco infernale la cui posta in palio è la loro stessa vita; solo all'unico sopravvissuto infatti sarà concesso di tornare.
Da una storia così agghiacciante, prende vita un fumetto che nel lettore avrà lo stesso risultato di un pugno all'imboccatura dello stomaco, e non soltanto per le scene estremamente violente che ne sono il necessario corollario. Davanti alla sorte di questi ragazzi e alle loro svariate scelte infatti, c'è un'immedesimazione naturale e quasi inquietante capace di far riflettere su quale sia la vera natura dell'animo umano e su quanto contino davvero valori e sentimenti come l'amore e l'amicizia davanti a situazioni "estreme" come questa. Anche se superficialmente sembra esserci una netta separazione tra i buoni e i cattivi (oltre a coloro che perdono la ragione, e non sono pochi), il mangaka tramite un ripetuto uso del flashback riesce nella caratterizzazione di ogni personaggio facendocene conoscere, chi di più chi di meno, la storia in modo da capirne esattamente le reazioni. In realtà a scontrarsi non sono solo i ragazzi, ma anche la tipologia umana che essi rappresentano, il tutto per arrivare palesemente a quello che era l'obiettivo anche del romanzo: una feroce critica al sistema scolastico e alla competitività giapponese.
Costruito con ritmi quasi cinematografici, anche se con le pause classiche da fumetto nipponico di descrizioni delle riflessioni intime dei ragazzi, "Battle Royale" è un fumetto che si legge voracemente pagina per pagina lasciandoti ogni volta con il fiato sospeso alla fine di ogni capitolo.
Peculiare è anche il tipo di disegno usato, molto retrò, che denota il grande amore che Taguchi ha verso i grandi maestri, Osamu Tezuka in testa. Questo tipo di disegno raggiunge il suo massimo nei volti dei personaggi, riuscendo a farci percepire le emozioni di ognuno attraverso l'espressione dei loro volti.
Per onestà intellettuale si deve anche dire che ci sono anche delle evidenti forzature narrative in questo manga, che potrebbe far storcere il naso ai puristi del realismo a tutti i costi; in effetti lo spessore intellettivo ma anche il fisico di parecchi protagonisti tende ad essere poco verosimile a quello di ragazzini di terza media, ma piuttosto confacente a giovani di qualche anno più grandi; anche l'incredibile abilità nei combattimenti di alcuni contendenti così come l'eccessiva libertà sessuale di alcune ragazze non può non essere concepito se non con il tentativo di strizzare l'occhio al classico fruitore maschile di un manga shonen. Questo però, a mio avviso, non intacca quasi per nulla la bellezza di quest'opera, che raggiunge il suo culmine nei volumetti finali in un crescendo di emozioni e sorprese fino alla fine. Chi riuscirà a sopravvivere? Sarà questa la domanda che il lettore si porrà per tutti e 15 i volumi, ma tra un combattimento e una morte sarà impossibile non lasciarsi andare a qualche considerazione su quanto possa essere anche efferata la natura umana; certo qui stiamo parlando di un'opera di fantasia, ma quando mi ritrovo a vedere in televisione tragedie come Columbine o quella recentissima avvenuta in Norvegia, mi viene da chiedere quanto siamo davvero lontani da questa fantasia.
Battle Royale (bateru rowaiaru) è un manga di 15 volumi del 2000 disegnato dal maestro Masayuki Taguchi (Baron, Lives, Balck Jack NEO e Black Joke) tratto da un romanzo di Koushun Takami che ha creato non poca polemica in madre patria, il libro è edito in Italia da Mondadori. Di questa opera è stato anche prodotto un film di discreto successo che però racconta poco e niente della storia originale, tralasciando molti particolari e scene importanti ai fini della trama. Attualmente la Panini possiede i diritti del film e del manga, quest'ultimi precedentemente detenuti dalla Play Press.
La storia narra che nella grande repubblica dall'estremo oriente (Giappone) c'è un programma nazionale chiamato "Program". Ogni anno una classe di terza media viene prelevata e portata in un luogo isolato, senza contatti con l'esterno, lì dovranno uccidersi avvicenda fino a quando non ne rimarrà uno soltanto e qualsiasi scorrettezza sarà punita con la morte istantanea del soggetto o di soggetti. Dando uno sguardo alla descrizione può essere considerato un qualsiasi survivor horror, ma Battle Royale ha qualcosa di diverso che lo rende speciale, per cominciare il tratto mi piace davvero molto e dà il meglio in scene spatter (molto frequenti nel manga), inoltre grazie al romanzo originale si ha una incredibile caratterizzazione psicologica di ogni singolo personaggio, infatti c'è una forte attinenza al libro iniziale, fate una prova, leggete prima il romanzo e successivamente il fumetto, sarà pressoché identico!
Alcuni criticano questo manga perché reputano i suoi colpi di scena molto prevedibili. Vorrei dire a queste persone che Battle Royale è un seinen crudo e violento dove domina la legge del più forte, quindi non lamentatevi se i più deboli già dall'inizio vengono spazzati via! Consiglio questo manga a un pubblico maturo.
La storia narra che nella grande repubblica dall'estremo oriente (Giappone) c'è un programma nazionale chiamato "Program". Ogni anno una classe di terza media viene prelevata e portata in un luogo isolato, senza contatti con l'esterno, lì dovranno uccidersi avvicenda fino a quando non ne rimarrà uno soltanto e qualsiasi scorrettezza sarà punita con la morte istantanea del soggetto o di soggetti. Dando uno sguardo alla descrizione può essere considerato un qualsiasi survivor horror, ma Battle Royale ha qualcosa di diverso che lo rende speciale, per cominciare il tratto mi piace davvero molto e dà il meglio in scene spatter (molto frequenti nel manga), inoltre grazie al romanzo originale si ha una incredibile caratterizzazione psicologica di ogni singolo personaggio, infatti c'è una forte attinenza al libro iniziale, fate una prova, leggete prima il romanzo e successivamente il fumetto, sarà pressoché identico!
Alcuni criticano questo manga perché reputano i suoi colpi di scena molto prevedibili. Vorrei dire a queste persone che Battle Royale è un seinen crudo e violento dove domina la legge del più forte, quindi non lamentatevi se i più deboli già dall'inizio vengono spazzati via! Consiglio questo manga a un pubblico maturo.
Assolutamente geniale come manga, una storia originale e molto ben riuscita. Ogni personaggio, ogni scena e ogni sviluppo della vicenda è condotta in maniera perfetta, esemplare potrei dire.
Già da l'inizio il lettore viene catapultato in un mondo di assoluta violenza ma dove, in un modo o nell'altro, la giustizia e l'amicizia continuano a persistere.
L'unica cosa che potrebbe non piacere a tutti sono i disegni (io personalmente li trovo stupendi), molto realistici che abbattono la barriera della comune concezione dello stile manga.
Se volete un consiglio di cuore, anche se i disegni non potrebbero andarvi a genio leggetelo, perché questa è una di quelle serie che si possono definire vere e proprie opere d'arte.
Già da l'inizio il lettore viene catapultato in un mondo di assoluta violenza ma dove, in un modo o nell'altro, la giustizia e l'amicizia continuano a persistere.
L'unica cosa che potrebbe non piacere a tutti sono i disegni (io personalmente li trovo stupendi), molto realistici che abbattono la barriera della comune concezione dello stile manga.
Se volete un consiglio di cuore, anche se i disegni non potrebbero andarvi a genio leggetelo, perché questa è una di quelle serie che si possono definire vere e proprie opere d'arte.
Il terzo millennio, oltre al Millennium Bug e altre credenze e nuovi avvenimenti, porta con sé l'arrivo di un manga particolarissimo, tratto da una controversa opera letteraria che ha fatto scalpore. Qui si sta parlando di Battle Royale, manga di Koushun Takami e Masayuki Taguchi.
Ambientato in un futuro prossimo ma apparentemente non troppo lontano, il livello di violenza giovanile è alle stelle, e per contrastare questa emergenza è stato attuato un programma speciale: una volta all'anno, viene scelta un liceo del (probabile) Giappone, e in questo liceo viene scelta una classe a caso. Tutti gli studenti vengono prelevati a loro insaputa e portati su un'isola dove dovranno attenersi alle seguenti regole:
1) Ogni studente ha un collare bomba che esploderà se manomesso o se si trova in una zona vietata;
2) Lo scopo del programma è quello di uccidersi a vicenda, con ogni mezzo e arma possibile, entro tre giorni dall'inizio del programma, al termine dei quali, se rimane più di uno studente vivo, vengono uccisi tutti, se ne rimane uno solo costui viene graziato e portato in salvo;
3) Ogni studente viene dotato di un'arma a random (dalle più pericolose e mortali a quelle più inaspettati e inutilizzabili), più acqua, una mappa dell'isola e altri oggetti utili.
44 studenti sono i prescelti di questo programma: come andrà a finire? Moriranno tutti? Ci sarà il vincitore assoluto?
L'opera è veramente interessante. Anche per chi di manga non ne mastica e anzi, si è fatto magari le ossa con film di vario genere che comprendono soprattutto lo splatter, l'azione e gli sparatutto, può risultare una lettura piacevolissima dall'inizio alla fine. Il punto di vista principale del manga proviene dal protagonista Shuya Nanahara, che non si adegua alle regole del programma e farà di tutto per salvaguardare sé stesso, la sua amica Noriko Nakagawa e gli altri studenti, con cui cercherà di trovare una via di fuga. Il massimo punto di forza del manga è l'eccessiva violenza imposta nei disegni: ogni ferita viene inferta in maniera esagerata, talvolta comprendente, anche solo per un colpo di pistola, la fuoriuscita degli organi del corpo, un dato particolarmente inimmaginabile ma che riesce a sorprendere il lettore per la crudezza. E non è raro assistere a crani fracassati, corpi menomati ed emorragie che farebbero impallidire chiunque. Dunque questo il pregio, unito anche ad un tratto spiazzante e molto particolare e ben riuscito. Il difetto maggiore invece riguarda proprio l'esageratezza di certi eventi: tralasciando le uccisioni, assistiamo a colpi di karate e judo degni di Dragon Ball, o a personaggi che sembrano non morire mai perché sembrano essere intoccabili e invincibili, utilizzati per portare avanti la loro storia fino alla fine. All'inizio potrebbe essere ancora ancora divertente, ma verso gli ultimi 5-6 volumi tutto si fa decisamente più imbarazzante, e oltretutto non si può assistere a combattimenti nei quali, spesso e volentieri, il protagonista ha reminiscenze dei suoi compagni e dei suoi tempi di scuola quando era tutto più tranquillo.
Insomma, le premesse erano ottime, i primi volumi erano particolarmente brillanti, ma dopo un po' viene la noia e l'unico motivo per continuare la lettura del manga è l'assistere alle varie esecuzioni e morti e per vedere chi sopravviverà dopo tutto questo parapiglia generale. Se trovate la serie completa a poco, potete provare a leggerla.
Ambientato in un futuro prossimo ma apparentemente non troppo lontano, il livello di violenza giovanile è alle stelle, e per contrastare questa emergenza è stato attuato un programma speciale: una volta all'anno, viene scelta un liceo del (probabile) Giappone, e in questo liceo viene scelta una classe a caso. Tutti gli studenti vengono prelevati a loro insaputa e portati su un'isola dove dovranno attenersi alle seguenti regole:
1) Ogni studente ha un collare bomba che esploderà se manomesso o se si trova in una zona vietata;
2) Lo scopo del programma è quello di uccidersi a vicenda, con ogni mezzo e arma possibile, entro tre giorni dall'inizio del programma, al termine dei quali, se rimane più di uno studente vivo, vengono uccisi tutti, se ne rimane uno solo costui viene graziato e portato in salvo;
3) Ogni studente viene dotato di un'arma a random (dalle più pericolose e mortali a quelle più inaspettati e inutilizzabili), più acqua, una mappa dell'isola e altri oggetti utili.
44 studenti sono i prescelti di questo programma: come andrà a finire? Moriranno tutti? Ci sarà il vincitore assoluto?
L'opera è veramente interessante. Anche per chi di manga non ne mastica e anzi, si è fatto magari le ossa con film di vario genere che comprendono soprattutto lo splatter, l'azione e gli sparatutto, può risultare una lettura piacevolissima dall'inizio alla fine. Il punto di vista principale del manga proviene dal protagonista Shuya Nanahara, che non si adegua alle regole del programma e farà di tutto per salvaguardare sé stesso, la sua amica Noriko Nakagawa e gli altri studenti, con cui cercherà di trovare una via di fuga. Il massimo punto di forza del manga è l'eccessiva violenza imposta nei disegni: ogni ferita viene inferta in maniera esagerata, talvolta comprendente, anche solo per un colpo di pistola, la fuoriuscita degli organi del corpo, un dato particolarmente inimmaginabile ma che riesce a sorprendere il lettore per la crudezza. E non è raro assistere a crani fracassati, corpi menomati ed emorragie che farebbero impallidire chiunque. Dunque questo il pregio, unito anche ad un tratto spiazzante e molto particolare e ben riuscito. Il difetto maggiore invece riguarda proprio l'esageratezza di certi eventi: tralasciando le uccisioni, assistiamo a colpi di karate e judo degni di Dragon Ball, o a personaggi che sembrano non morire mai perché sembrano essere intoccabili e invincibili, utilizzati per portare avanti la loro storia fino alla fine. All'inizio potrebbe essere ancora ancora divertente, ma verso gli ultimi 5-6 volumi tutto si fa decisamente più imbarazzante, e oltretutto non si può assistere a combattimenti nei quali, spesso e volentieri, il protagonista ha reminiscenze dei suoi compagni e dei suoi tempi di scuola quando era tutto più tranquillo.
Insomma, le premesse erano ottime, i primi volumi erano particolarmente brillanti, ma dopo un po' viene la noia e l'unico motivo per continuare la lettura del manga è l'assistere alle varie esecuzioni e morti e per vedere chi sopravviverà dopo tutto questo parapiglia generale. Se trovate la serie completa a poco, potete provare a leggerla.
"Nella grande Repubblica dell'Estremo Oriente c'è un programma nazionale, il "Program"... Una specie di "Gioco". I Partecipanti sono studenti e le sue crudeli, spietate, fott##e regole sono: uccidi o sarai ucciso, impugna l'arma che ti è stata assegnata e togli la vita ai tuoi compagni di classe, o saranno loro a finirti. E non credere di poter scappare o barare, perché sarai scoperto, e lo speciale congegno che hai intorno al collo ti farà esplodere."
Battle Royale è tratto dal relativo romanzo opera di Koushun Takami, il quale con l'aiuto del mangaka Masuyuki Taguchi ha sfornato il manga Battle Royale; in Giappone è stato pubblicato il 2000 ed il 2005 in 15 volumi dalla Akita Shoten, mentre in Italia abbiamo un prima edizione pubblicata interamente dalla Play Press, mentre ora i diritti sono in mano alla Panini Comics, che attualmente lo sta pubblicando (attualmente conta 13 volumi).
Questo è un manga che consiglio solo ed esclusivamente ad un pubblico adulto e matura, in quanto le tematiche e gli avvenimenti affrontati non sono adatti ad un pubblico minorenne, il motivo di questo consiglio verrà ben descritto successivamente, ma ora iniziamo con la vera e propria recensione.
Battle Royale è ambientato in un futuro prossimo in Giappone (Repubblica Dell'Estremo Oriente), visto come un paese fortemente militarista e in conflitto l'America Imperialistica, in pratica il Giappone si ritrova in un regime d'autarchia. Il Giappone per far fronte al livello di violenza e teppismo nelle scuole, approva la legge riguardante il BR Act. Secondo tale legge, ogni anno viene scelta tramite sorteggio una classe di terza media (ovviamente del sistema giapponese) per partecipare al cosiddetto "Program". Il gioco consiste in una lotta all'ultimo sangue in cui i partecipanti devono uccidersi a vicenda in un luogo scelto appositamente dal governo, precedentemente evacuato. Per costringerli a partecipare, tra i vari espedienti c'è un collare che fornisce al centro di controllo la posizione degli studenti e che esplode in caso di fuga o di ammutinamento. Ai partecipanti è fornita un'arma con criteri assolutamente casuali. L'obiettivo è che rimanga un solo superstite, l'unico che potrà fare ritorno a casa. Nel sorteggio della classe "fortunata" a partecipare al "Program" viene estratta la classe 3B dell'Istituto Shirowa, composta da 21 maschi e 21 femmine. Tra gli studenti troviamo il protagonista Shuya Nanahara, che dovrà affrontare i propri compagni di classe in questo spietato e brutale gioco.
La storia non è di certo tra le più originali, però la brutalità, la crudeltà di questo manga mi ha colpito nel profondo (sinceramente credo che sia da incubo trovarsi in una situazione simile, uccidere o essere uccisi, questo è il dilemma). I personaggi vengono tutti ben descritti, anche grazie alla presenza di moltissimi flashback, anche su personaggi secondari, quindi è inevitabile trovare personaggi amabili (come ad esempio Shinji Mimura e Kazuo Kiriyama, i quali li considero i personaggi migliori del manga) ed altri invece detestabili (tra cui lo stesso Shuya Nanahara, il classico Buono, fin troppo stereotipato). Invece il tratto l'ho trovato acerbo, però adatto all'opera, Masuyuki Taguchi riesce con un tratto molto occidentale a far vivere la brutalità del Program agli studenti della 3B dell'istituto Shiroiw, in modo assai realistico. Devo affermare che però negli ultimi volumi il manga cala di intensità ed il finale l'ho trovato troppo prevedibile. Il mio voto non sarebbe un dieci pieno (ma più tendente ad un 9 e mezzo) però questo mezzo voto voglio abbonarglielo.
Consiglio vivamente anche di leggere il romanzo e di vedere il film uscito nel 1999, ne vale veramente la pena.
Battle Royale è tratto dal relativo romanzo opera di Koushun Takami, il quale con l'aiuto del mangaka Masuyuki Taguchi ha sfornato il manga Battle Royale; in Giappone è stato pubblicato il 2000 ed il 2005 in 15 volumi dalla Akita Shoten, mentre in Italia abbiamo un prima edizione pubblicata interamente dalla Play Press, mentre ora i diritti sono in mano alla Panini Comics, che attualmente lo sta pubblicando (attualmente conta 13 volumi).
Questo è un manga che consiglio solo ed esclusivamente ad un pubblico adulto e matura, in quanto le tematiche e gli avvenimenti affrontati non sono adatti ad un pubblico minorenne, il motivo di questo consiglio verrà ben descritto successivamente, ma ora iniziamo con la vera e propria recensione.
Battle Royale è ambientato in un futuro prossimo in Giappone (Repubblica Dell'Estremo Oriente), visto come un paese fortemente militarista e in conflitto l'America Imperialistica, in pratica il Giappone si ritrova in un regime d'autarchia. Il Giappone per far fronte al livello di violenza e teppismo nelle scuole, approva la legge riguardante il BR Act. Secondo tale legge, ogni anno viene scelta tramite sorteggio una classe di terza media (ovviamente del sistema giapponese) per partecipare al cosiddetto "Program". Il gioco consiste in una lotta all'ultimo sangue in cui i partecipanti devono uccidersi a vicenda in un luogo scelto appositamente dal governo, precedentemente evacuato. Per costringerli a partecipare, tra i vari espedienti c'è un collare che fornisce al centro di controllo la posizione degli studenti e che esplode in caso di fuga o di ammutinamento. Ai partecipanti è fornita un'arma con criteri assolutamente casuali. L'obiettivo è che rimanga un solo superstite, l'unico che potrà fare ritorno a casa. Nel sorteggio della classe "fortunata" a partecipare al "Program" viene estratta la classe 3B dell'Istituto Shirowa, composta da 21 maschi e 21 femmine. Tra gli studenti troviamo il protagonista Shuya Nanahara, che dovrà affrontare i propri compagni di classe in questo spietato e brutale gioco.
La storia non è di certo tra le più originali, però la brutalità, la crudeltà di questo manga mi ha colpito nel profondo (sinceramente credo che sia da incubo trovarsi in una situazione simile, uccidere o essere uccisi, questo è il dilemma). I personaggi vengono tutti ben descritti, anche grazie alla presenza di moltissimi flashback, anche su personaggi secondari, quindi è inevitabile trovare personaggi amabili (come ad esempio Shinji Mimura e Kazuo Kiriyama, i quali li considero i personaggi migliori del manga) ed altri invece detestabili (tra cui lo stesso Shuya Nanahara, il classico Buono, fin troppo stereotipato). Invece il tratto l'ho trovato acerbo, però adatto all'opera, Masuyuki Taguchi riesce con un tratto molto occidentale a far vivere la brutalità del Program agli studenti della 3B dell'istituto Shiroiw, in modo assai realistico. Devo affermare che però negli ultimi volumi il manga cala di intensità ed il finale l'ho trovato troppo prevedibile. Il mio voto non sarebbe un dieci pieno (ma più tendente ad un 9 e mezzo) però questo mezzo voto voglio abbonarglielo.
Consiglio vivamente anche di leggere il romanzo e di vedere il film uscito nel 1999, ne vale veramente la pena.
ste89master ha detto una cosa saggia: o lo si ama o lo si odia. Nel mio caso lo amo, Battle Royale ha una trama molto particolare e originale che non avrei mai potuto immaginare, è un manga che può far molto riflettere, un mix straordinario di violenza, sessualità e psicologia, tutti argomenti che i giovani d'oggi di quell'età (circa 13 anni) hanno molto stretti.
Va sicuramente letto da ragazzi di età maggiore ai 14/15 anni perché è abbastanza pesante e anche a me che sono un "vecchio" rileggendomelo dopo mi vengono un po' i brividi, anche i disegni che da alcuni vengono definiti "vecchi" personalmente mi piacciono molto e i dettagli sono molto curati.
L'unica "pecca" (che poi non è proprio una pecca ma un'esagerazione) è il fatto che alcune ragazzine, come già detto di circa 13 anni, pensino già alla prostituzione e sono già "esperte". Nel complesso il manga è bellissimo e come voto gli do 9 solo perché secondo me c'è un solo manga che merita il 10, e non è questo.
Va sicuramente letto da ragazzi di età maggiore ai 14/15 anni perché è abbastanza pesante e anche a me che sono un "vecchio" rileggendomelo dopo mi vengono un po' i brividi, anche i disegni che da alcuni vengono definiti "vecchi" personalmente mi piacciono molto e i dettagli sono molto curati.
L'unica "pecca" (che poi non è proprio una pecca ma un'esagerazione) è il fatto che alcune ragazzine, come già detto di circa 13 anni, pensino già alla prostituzione e sono già "esperte". Nel complesso il manga è bellissimo e come voto gli do 9 solo perché secondo me c'è un solo manga che merita il 10, e non è questo.
Va detto, o lo si ama o lo si odia. È quell'opera che non permette commenti mediocri, io lo trovo ottimo. Sicuramente è un fumetto apprezzabile solo da una nicchia di lettori per temi trattati, sangue, violenza, erotismo e profondità psicologica. L'opera è una denuncia in chiave pulp della società moderna, dello schiavismo e dell'oppressione culturale. Il disegno è assolutamente perfetto per questa storia, i particolari delle vignette di massacro sono scioccanti e realistici. La trama parte da uno dei migliori incipit mai creati e segue le vicende di questo massacro, caratterizzando tutti i personaggi (anche in modi surrealistici). Una lettura che trova pochi cali di tensione e assolutamente fuori dagli schemi. Sin dall'inizio il lettore è consapevole della fine che faranno i personaggi e questo rappresenta il dramma greco per eccellenza, ci si innamora di un personaggio e tifiamo per lui anche se farà una brutta fine. Una lettura consigliata a un pubblico decisamente maturo.
Ottima l'idea di partenza, discutibile e altalenante lo sviluppo in corso d'opera.
Siamo nella Repubblica della Grande Asia, un paese a regime dittatoriale geograficamente corrispondente al Giappone. Secondo quanto sancito dal BR Act tutte le classi di nona {l'ultimo anno delle medie nel sistema scolastico giapponese, frequentato dai ragazzi tra i 14 e i 15 anni} sono inserite in un Programma che prevede l'estrazione annuale di una classe i cui componenti dovranno prendere parte a un vero e proprio gioco al massacro in una località scelta appositamente dal governo. A ciascun partecipante viene messa a disposizione un'arma casuale più o meno efficace e applicato un collare che consenta di rintracciarne i movimenti in qualunque momento; qualora si cerchi di rimuoverlo viene attivato in dispositivo che ne innesca l'immediata esplosione. Il vincitore è colui o colei che riuscirà a sopravvivere a tutti i suoi compagni. Shuya Nanahara e la sua classe, la 3B dell'Istituto Shiroiwa, sono sul pullman che li condurrà alla meta della loro gita scolastica. Improvvisamente l'atmosfera goliardica tipica dei viaggi di istruzione lascia il posto ad un'innaturale sonnolenza a cui tutti i 42 ragazzi si trovano costretti a cedere. Il risveglio non potrebbe essere più traumatico: in una scuola dai vetri oscurati che non è la loro, con indosso degli stretti collari, li attende Kamon, un sedicente insegnante che li informa di essere i prescelti della corrente edizione del Programma, che si tiene su un'isola solitamente abitata da civili evacuata per l'occasione. A questo punto la classe si spacca in due fazioni: quelli che accettano di sottostare alle regole del gioco, come il gelido Kazuo Kiriyama e la bellissima Mitsuko Souma, e quelli che, come Shuya, si rifiutano categoricamente di combattere.
Il tratto è acuto, variegato, volubile, selettivo, non privo di un suo fascino sebbene personalmente non mi piaccia molto dal punto di vista puramente estetico. Particolare cura è data, com'è giusto che sia, alle scene splatter, mentre a parer mio Taguchi avrebbe potuto indulgere un po' di meno nelle innumerevoli, fastidiose e decisamente particolareggiate vedute aeree di Mitsuko, che passa metà del manga a uccidere chiunque le capiti a tiro e l'altra metà a cercare di sedurre i concorrenti rimasti. Di per sé il fan service non mi dà fastidio, ma questo non significa che debba essere onnipresente; soprattutto dev'essere contestualizzato, e in “Battle Royale” non sempre lo è.
Takami ha approfittato dello spazio in più a sua disposizione per approfondire alcune vicende personali dei protagonisti e le dinamiche che intercorrevano tra di loro prima del Programma. Emerge quindi il ritratto di una classe molto più unita e sfaccettata rispetto a quella del romanzo, e questo è sicuramente un bene; il problema è che tutto sembra girare attorno a Shuya, cosa che dà vita a un vorticoso, continuo e, il più delle volte, ingiustificato lecchinaggio dal momento che è sì un personaggio positivo, ma di ben poco spessore. Soltanto di rado abbiamo uno Shuya autenticamente empatico, pensante e tridimensionale, mentre per il resto è il classico Buono che è buono perché sì. Anche Mitsuko, nel romanzo quasi un automa, nel manga acquisisce uno spessore che va oltre le già citate tavole panoramiche, in quanto viene dato più spazio al suo passato costellato di abusi e violenze. La sua psicologia è resa con estrema cura, ma dopo un po' il troppo stroppia e, invece di simpatizzare per lei, si finisce per sbuffare di fronte all'ennesima esagerazione. Noriko Nakagawa e Shogo Kawada, invece, rimangono fondamentalmente inalterati rispetto alle altre versioni, e lo stesso di può dire di Hiroki Sugimura. Molto buono il tratteggio di alcuni personaggi secondari quali la fangirl Kaori Minami, la mistica Mizuho Inada, lo schifiltoso Toshinori Oda, la grintosa Takako Chigusa e l'otaku Yuichiro Takiguchi, mentre la caratterizzazione di Shinji Mimura risulta inspiegabilmente lacunosa. Ma il personaggio più deludente in assoluto è Kazuo: a Takami bastano poche battute per vanificare tutti gli sforzi fatti per conferire credibilità a una figura tanto complessa e, suo malgrado, intrigante.
Un manga da buttar via, quindi? Niente affatto: alcuni degli spunti proposti sono molto validi, inoltre dal punto di vista meramente strutturale l'intreccio è decisamente soddisfacente. Il tratto, poi, non potrebbe calzare alla storia più di così. Il fatto è che con tutti gli elementi a disposizione di entrambi gli autori fare di più non solo era possibile, ma anche, oserei dire, doveroso.
Siamo nella Repubblica della Grande Asia, un paese a regime dittatoriale geograficamente corrispondente al Giappone. Secondo quanto sancito dal BR Act tutte le classi di nona {l'ultimo anno delle medie nel sistema scolastico giapponese, frequentato dai ragazzi tra i 14 e i 15 anni} sono inserite in un Programma che prevede l'estrazione annuale di una classe i cui componenti dovranno prendere parte a un vero e proprio gioco al massacro in una località scelta appositamente dal governo. A ciascun partecipante viene messa a disposizione un'arma casuale più o meno efficace e applicato un collare che consenta di rintracciarne i movimenti in qualunque momento; qualora si cerchi di rimuoverlo viene attivato in dispositivo che ne innesca l'immediata esplosione. Il vincitore è colui o colei che riuscirà a sopravvivere a tutti i suoi compagni. Shuya Nanahara e la sua classe, la 3B dell'Istituto Shiroiwa, sono sul pullman che li condurrà alla meta della loro gita scolastica. Improvvisamente l'atmosfera goliardica tipica dei viaggi di istruzione lascia il posto ad un'innaturale sonnolenza a cui tutti i 42 ragazzi si trovano costretti a cedere. Il risveglio non potrebbe essere più traumatico: in una scuola dai vetri oscurati che non è la loro, con indosso degli stretti collari, li attende Kamon, un sedicente insegnante che li informa di essere i prescelti della corrente edizione del Programma, che si tiene su un'isola solitamente abitata da civili evacuata per l'occasione. A questo punto la classe si spacca in due fazioni: quelli che accettano di sottostare alle regole del gioco, come il gelido Kazuo Kiriyama e la bellissima Mitsuko Souma, e quelli che, come Shuya, si rifiutano categoricamente di combattere.
Il tratto è acuto, variegato, volubile, selettivo, non privo di un suo fascino sebbene personalmente non mi piaccia molto dal punto di vista puramente estetico. Particolare cura è data, com'è giusto che sia, alle scene splatter, mentre a parer mio Taguchi avrebbe potuto indulgere un po' di meno nelle innumerevoli, fastidiose e decisamente particolareggiate vedute aeree di Mitsuko, che passa metà del manga a uccidere chiunque le capiti a tiro e l'altra metà a cercare di sedurre i concorrenti rimasti. Di per sé il fan service non mi dà fastidio, ma questo non significa che debba essere onnipresente; soprattutto dev'essere contestualizzato, e in “Battle Royale” non sempre lo è.
Takami ha approfittato dello spazio in più a sua disposizione per approfondire alcune vicende personali dei protagonisti e le dinamiche che intercorrevano tra di loro prima del Programma. Emerge quindi il ritratto di una classe molto più unita e sfaccettata rispetto a quella del romanzo, e questo è sicuramente un bene; il problema è che tutto sembra girare attorno a Shuya, cosa che dà vita a un vorticoso, continuo e, il più delle volte, ingiustificato lecchinaggio dal momento che è sì un personaggio positivo, ma di ben poco spessore. Soltanto di rado abbiamo uno Shuya autenticamente empatico, pensante e tridimensionale, mentre per il resto è il classico Buono che è buono perché sì. Anche Mitsuko, nel romanzo quasi un automa, nel manga acquisisce uno spessore che va oltre le già citate tavole panoramiche, in quanto viene dato più spazio al suo passato costellato di abusi e violenze. La sua psicologia è resa con estrema cura, ma dopo un po' il troppo stroppia e, invece di simpatizzare per lei, si finisce per sbuffare di fronte all'ennesima esagerazione. Noriko Nakagawa e Shogo Kawada, invece, rimangono fondamentalmente inalterati rispetto alle altre versioni, e lo stesso di può dire di Hiroki Sugimura. Molto buono il tratteggio di alcuni personaggi secondari quali la fangirl Kaori Minami, la mistica Mizuho Inada, lo schifiltoso Toshinori Oda, la grintosa Takako Chigusa e l'otaku Yuichiro Takiguchi, mentre la caratterizzazione di Shinji Mimura risulta inspiegabilmente lacunosa. Ma il personaggio più deludente in assoluto è Kazuo: a Takami bastano poche battute per vanificare tutti gli sforzi fatti per conferire credibilità a una figura tanto complessa e, suo malgrado, intrigante.
Un manga da buttar via, quindi? Niente affatto: alcuni degli spunti proposti sono molto validi, inoltre dal punto di vista meramente strutturale l'intreccio è decisamente soddisfacente. Il tratto, poi, non potrebbe calzare alla storia più di così. Il fatto è che con tutti gli elementi a disposizione di entrambi gli autori fare di più non solo era possibile, ma anche, oserei dire, doveroso.
Questo manga è carino, decisamente, ma a mio parere il romanzo da cui è tratto è estremamente superiore in quanto a caratterizzazione dei personaggi e storia. Va bene, la storia è pressoché la stessa, ma nel manga ci sono dei particolari omessi od aggiunti che contribuiscono a rendere l'opera disegnata inferiore a quella romanzata: parlo delle scene di sesso esplicito, che nel libro erano sì descritte, ma con meno "attenzione" (di fatti il manga sembra più un hentai che un thriller psicologico), quell'attenzione che nel romanzo è invece riposta nella caratterizzazione dei personaggi e nell'esplicitazione della "finalità" del Programma, che è il punto focale dell'intera opera.
Nell'opera originale scritta di Koushun Takami, infatti, in ogni capitolo la focalizzazione o "punto di vista" è sempre quello del personaggio che uccide o viene ucciso, e questo ci dà la possibilità di conoscere le motivazioni reali che spingono i ragazzi ad uccidere o i loro ultimi pensieri prima che la morte li colga, permettendoci di entrare nei loro panni e capire ciò che è giusto e ciò che sbagliato nel loro comportamento, prestando attenzione al "darwinismo" che vige in tutte le società odierne, vicine o lontane a quella immaginaria che costituisce il contesto dell'opera. Tutto sommato il manga, ripeto, non è male anche perché, a differenza del film, è molto più fedele al romanzo, anche se non completamente. Voto: 7.
Nell'opera originale scritta di Koushun Takami, infatti, in ogni capitolo la focalizzazione o "punto di vista" è sempre quello del personaggio che uccide o viene ucciso, e questo ci dà la possibilità di conoscere le motivazioni reali che spingono i ragazzi ad uccidere o i loro ultimi pensieri prima che la morte li colga, permettendoci di entrare nei loro panni e capire ciò che è giusto e ciò che sbagliato nel loro comportamento, prestando attenzione al "darwinismo" che vige in tutte le società odierne, vicine o lontane a quella immaginaria che costituisce il contesto dell'opera. Tutto sommato il manga, ripeto, non è male anche perché, a differenza del film, è molto più fedele al romanzo, anche se non completamente. Voto: 7.
Idea voto 10, elaborazione di questa idea voto 0, faccio una media e dico 5. Il manga è acclamatissimo, ma il perché onestamente fatico a comprenderlo. Come dicevo sopra l'idea di base è grandiosa, anche se non proprio originale, però potrebbe incollare il lettore alla lettura in attesa di sapere chi sarà il vincitore oppure come andrà a finire. Poi però vediamo come viene sviluppata e diventa ridicolo. Personaggi pompati, 15enni dee del sesso e malavitosi della Yakuza (a 15 anni, eh...), atleti da olimpiadi e gangster che usano un mitra come se fosse un giocattolo. Si passa da queste esagerazioni plateali a momenti di frignaggine assurda, 20/30/50 pagine di frignate. Un vero peccato, perché se fosse stato elaborato in maniera più realistica, cioè con personaggi con dei limiti e più terra-terra, questo manga sarebbe stato più che buono. I disegni sono a gradimento, non sono classici ma piuttosto atipici quindi posso piacere come non piacere, a me personalmente piacciono abbastanza.
Siete sicuri di potervi fidare del vostro migliore amico?
Battle Royale racconta la storia di una classe delle medie che viene estratta per partecipare al "Program", ovvero gli studenti vengono portati su un'isola e avranno 3 giorni di tempo per uccidersi a vicenda. Allo scadere dei 3 giorni se non ci sarà un unico vincitore i collari, che ognuno dei ragazzi ha al collo, esploderanno uccidendoli tutti. Battle Royale è una delle storie più violente e cruente che abbia mai letto, piena di sangue, inganni, crisi isteriche, ma dove persistono anche la fiducia e la speranza del protagonista. Consigliato agli amanti dello splatter e della violenza gratuita.
Battle Royale racconta la storia di una classe delle medie che viene estratta per partecipare al "Program", ovvero gli studenti vengono portati su un'isola e avranno 3 giorni di tempo per uccidersi a vicenda. Allo scadere dei 3 giorni se non ci sarà un unico vincitore i collari, che ognuno dei ragazzi ha al collo, esploderanno uccidendoli tutti. Battle Royale è una delle storie più violente e cruente che abbia mai letto, piena di sangue, inganni, crisi isteriche, ma dove persistono anche la fiducia e la speranza del protagonista. Consigliato agli amanti dello splatter e della violenza gratuita.
Battle Royale figura tra le mie opere preferite in assoluto. Dubito che qualcuno di voi già non lo conosca, perlomeno per sentito dire, visto il gran successo riscontrato in patria e da noi altri.
Alla prima edizione della Playpress fece seguito anche un "bel" film... scritto rigorosamente tra virgolette perché gli attori asiatici non hanno neanche l'1% del carisma delle loro controparti disegnate e per di più, detta con tutta franchezza, una storia tanto complessa (con relativi flashback e via dicendo) così come veniva raccontata nel manga, per rendere al meglio in un film beh .. avrebbero dovuto fare una pellicola mooolto più lunga, sull'ordine forse delle 4 ore di durata. Così non è stato ed infatti, non solo lo scarso carisma degli attori ma anche la trama tagliuzzata e riadattata ha contribuito a peggiorare il prodotto finale che, contrariamente al manga, ha veramente poco da offrire.
Per quei pochi che non ne avessero mai sentito parlare Battle Royale è un'opera molto cruda, scene più cruente ne ho viste solo in MPD Psycho per ora.
In Giappone vige una dittatura militare che obbliga una classe scolastica a caso ogni anno a cimentarsi in un sadico e triste gioco di morte ad eliminazione diretta. Gli sfortunati studenti sorteggiati vengono portati in un'area "di combattimento" (nel caso narrato una piccola isola fatta evacuare per l'occasione) durante il quale dovranno uccidersi l'un l'altro. Soltanto l'ultimo sopravvissuto potrà tornare a casa libero e con alcuni benefici dallo stato. Al collo dei ragazzi dei collari pronti ad esplodere qualora violassero le aree interdette negli orari prefissati o se entro un tot ore di tempo nessuno dovesse uccidere nessuno
Come scritto in precedenza si tratta di un'opera con scene assai crude, ma anche di una profondità fuori dal comune!
La classe è composta da ben 42 elementi, equamente divisi tra maschi e femmine. Vengono fatti uscire dall'edificio nel quale si trovano a distanza di qualche minuto l'uno dall'altro e gli viene affidata una sacca che conterrà acqua, viveri d'emergenza e un'arma, rigorosamente assegnata a caso. Così c'è chi si ritroverà una forchetta, chi un coltello, chi un boomerang, chi una pistola, ai più fortunati mitra o bombe a mano.
Cosa succederà in una situazione del genere?
Voi per esempio cosa fareste?
Tentereste di unirvi a qualcuno con lo scopo di rivoltarvi contro chi vi ha messo in questa condizione o cerchereste semplicemente di sopravvivere?
Nel gioco ci saranno infatti elementi che tenteranno di ribellarsi e verranno subito uccisi dai loro aguzzini, chi non avrà alcuna intenzione di uccidere i propri compagni di classe ma vorrà formare un gruppo per tentare un qualcosa, un modo per uscire da quest'incubo e ci sarà chi verrà ingannato, chi deciderà sin da subito di prendere parte al "gioco" riuscendo persino a divertirsi, chi tenterà una strenua difesa spinto più che altro dalla disperazione e dalla paura, chi inizierà a dare segni di squilibrio mentale, chi cercherà di difendere la propria amata, chi ricorrerà al suicidio...
Due elementi su tutti si riveleranno particolarmente pericolosi una ragazza, capo di una banda di delinquentelle, e un ragazzo capo anche lui di una banda di teppistelli. Quest'ultimo dotato di abilità fisiche e mentali decisamente fuori dal comune ma totalmente privo di emozioni! Due macchine di morte nate solo per fare del male o forse vittime del loro passato che li ha profondamente cambianti?
Insomma, ci sono si scene raccapriccianti, cruentissime, al limite dello splatter ed anche qualche scena erotica paragonabile ad un hentai (che francamente ho trovato anche di cattivo gusto), ma la profondità dell'opera dubito possa essere messa in discussione, vi sono una miriade di colpi di scena, tanti sentimenti ed emozioni in ballo. Difficile non farsi rapire da Battle Royale!
Alla prima edizione della Playpress fece seguito anche un "bel" film... scritto rigorosamente tra virgolette perché gli attori asiatici non hanno neanche l'1% del carisma delle loro controparti disegnate e per di più, detta con tutta franchezza, una storia tanto complessa (con relativi flashback e via dicendo) così come veniva raccontata nel manga, per rendere al meglio in un film beh .. avrebbero dovuto fare una pellicola mooolto più lunga, sull'ordine forse delle 4 ore di durata. Così non è stato ed infatti, non solo lo scarso carisma degli attori ma anche la trama tagliuzzata e riadattata ha contribuito a peggiorare il prodotto finale che, contrariamente al manga, ha veramente poco da offrire.
Per quei pochi che non ne avessero mai sentito parlare Battle Royale è un'opera molto cruda, scene più cruente ne ho viste solo in MPD Psycho per ora.
In Giappone vige una dittatura militare che obbliga una classe scolastica a caso ogni anno a cimentarsi in un sadico e triste gioco di morte ad eliminazione diretta. Gli sfortunati studenti sorteggiati vengono portati in un'area "di combattimento" (nel caso narrato una piccola isola fatta evacuare per l'occasione) durante il quale dovranno uccidersi l'un l'altro. Soltanto l'ultimo sopravvissuto potrà tornare a casa libero e con alcuni benefici dallo stato. Al collo dei ragazzi dei collari pronti ad esplodere qualora violassero le aree interdette negli orari prefissati o se entro un tot ore di tempo nessuno dovesse uccidere nessuno
Come scritto in precedenza si tratta di un'opera con scene assai crude, ma anche di una profondità fuori dal comune!
La classe è composta da ben 42 elementi, equamente divisi tra maschi e femmine. Vengono fatti uscire dall'edificio nel quale si trovano a distanza di qualche minuto l'uno dall'altro e gli viene affidata una sacca che conterrà acqua, viveri d'emergenza e un'arma, rigorosamente assegnata a caso. Così c'è chi si ritroverà una forchetta, chi un coltello, chi un boomerang, chi una pistola, ai più fortunati mitra o bombe a mano.
Cosa succederà in una situazione del genere?
Voi per esempio cosa fareste?
Tentereste di unirvi a qualcuno con lo scopo di rivoltarvi contro chi vi ha messo in questa condizione o cerchereste semplicemente di sopravvivere?
Nel gioco ci saranno infatti elementi che tenteranno di ribellarsi e verranno subito uccisi dai loro aguzzini, chi non avrà alcuna intenzione di uccidere i propri compagni di classe ma vorrà formare un gruppo per tentare un qualcosa, un modo per uscire da quest'incubo e ci sarà chi verrà ingannato, chi deciderà sin da subito di prendere parte al "gioco" riuscendo persino a divertirsi, chi tenterà una strenua difesa spinto più che altro dalla disperazione e dalla paura, chi inizierà a dare segni di squilibrio mentale, chi cercherà di difendere la propria amata, chi ricorrerà al suicidio...
Due elementi su tutti si riveleranno particolarmente pericolosi una ragazza, capo di una banda di delinquentelle, e un ragazzo capo anche lui di una banda di teppistelli. Quest'ultimo dotato di abilità fisiche e mentali decisamente fuori dal comune ma totalmente privo di emozioni! Due macchine di morte nate solo per fare del male o forse vittime del loro passato che li ha profondamente cambianti?
Insomma, ci sono si scene raccapriccianti, cruentissime, al limite dello splatter ed anche qualche scena erotica paragonabile ad un hentai (che francamente ho trovato anche di cattivo gusto), ma la profondità dell'opera dubito possa essere messa in discussione, vi sono una miriade di colpi di scena, tanti sentimenti ed emozioni in ballo. Difficile non farsi rapire da Battle Royale!
Battle Royale è il nome di un film geniale, che critica il problema della società giapponese, ovvero la mancanza di libertà che un singolo individuo può avere, sin da bambino, vincolato agli ordini dei maestri/professori.
Nel film infatti, crudo ma apprezzabile, questo concetto viene estremizzato facendo vedere che un giorno, di punto in bianco, gli studenti sono costretti a partecipare ad una guerriglia all'ultimo sangue, dalla quale non possono fuggire, pena la morte tramite un collare sul collo.
Questo è film. Parliamo del manga ora: brutta copia del film, estremizzato in violenza e sesso senza nessuna ragione, se non quella di vendere ad orde di ragazzini depravati. Una specie di hentai, ripetitivo fino alla nausea (per due ore di film, bastavano ampiamente un paio di volumi), che fa del suo punto forte orrende scene di violenza e scene di violenza sessuale, esplicite, decisamente hentai. Hanno stravolto un grande film.
Purtroppo ho letto le altre recensioni, e noto con rammarico che ben pochi hanno visto il film, e hanno purtroppo solamente letto questa porcheria.
Consiglio: guardate il film. Il manga non esiste, ha lo stesso titolo ma non è degno di portarlo.
Nel film infatti, crudo ma apprezzabile, questo concetto viene estremizzato facendo vedere che un giorno, di punto in bianco, gli studenti sono costretti a partecipare ad una guerriglia all'ultimo sangue, dalla quale non possono fuggire, pena la morte tramite un collare sul collo.
Questo è film. Parliamo del manga ora: brutta copia del film, estremizzato in violenza e sesso senza nessuna ragione, se non quella di vendere ad orde di ragazzini depravati. Una specie di hentai, ripetitivo fino alla nausea (per due ore di film, bastavano ampiamente un paio di volumi), che fa del suo punto forte orrende scene di violenza e scene di violenza sessuale, esplicite, decisamente hentai. Hanno stravolto un grande film.
Purtroppo ho letto le altre recensioni, e noto con rammarico che ben pochi hanno visto il film, e hanno purtroppo solamente letto questa porcheria.
Consiglio: guardate il film. Il manga non esiste, ha lo stesso titolo ma non è degno di portarlo.
Estremo. Questo è l'aggettivo più calzante per un titolo come Battle Royale, manga che fa di una situazione al limite dell'immaginabile un'opera ricca di adrenalina e colpi di scena.
La trama vede una classe di ragazzini di terza media (quindi quindicenni) selezionata per un fantomatico "programma" da parte del governo. Il programma consiste in un "gioco" ambientato in una location deserta, in cui vince chi sopravvive uccidendo gli altri. Il tempo a disposizione è di 3 giorni, pena la morte di tutti i partecipanti.
Ognuno viene dotato di un borsone con armi casuali e viveri, e viene spedito al massacro.
Il manga fin dai primi numeri impressiona per il cinismo e la crudeltà della vicenda, lì per lì ci si trova davvero spiazzati davanti a cotanta spietatezza. Una classe di ragazzi innocenti sbattuta su un'isola col solo scopo di farli massacrare tra loro. Non nascondo che in certi momenti corre un brivido lungo la schiena ad immaginare una situazione simile...
Le emozioni si susseguono fortissime, tra omicidi in piena regola, scontri frontali e sotterfugi studiati dagli alunni per far fuori i "nemici-amici".
Ciò che rende grande questo manga è la psicologia che traspare da ogni personaggio. Anche se alcuni di essi avranno davvero ruoli marginali, venendo ammazzati nel giro di poco tempo, ogni alunno apporta al manga la propria "presenza". Ogni alunno si confronta con la situazione tragica che sta vivendo reagendo nei modi più disparati, soffrendo per le atrocità che è costretto a commettere per salvarsi e subendo le conseguenze psicologiche dei folli gesti compiuti. I ricordi, le esperienze e le emozioni dei ragazzi si scontrano in maniera impietosa con la cruda realtà, che spesso vede costretti a fronteggiarsi amici inseparabili, coppie di innamorati e persone altrimenti incapaci di far del male ad una mosca.
Tutto e tutti sull'isola perdono la propria comune identità e si sciolgono nel lago di sangue che è il "programma" del governo.
A ciò contribuiscono tantissimo i disegni, sempre eccelsi, che ben riescono a far trapelare ogni minima sensazione attraverso le pagine del fumetto. Le espressioni, sempre curate ed esagerate, a volte al limite del grottesco, si fondono con l'elemento splatter del sangue e delle lacrime, sempre rappresentate, queste ultime, in maniera "grossolana" e copiosa, forse per una precisa scelta dell'autore al fine di renderle più "pesanti" possibile all'interno delle tavole.
I personaggi sono tutti ben caratterizzati e riusciti, con l'eccezione, forse (ma è un mio gusto personale), di Shuya, uno dei protagonisti principali, che ha spesso una espressione e dei lineamenti un po' troppo "morbidi", tanto da sembrare molte volte un "fesso".
Un capolavoro è il personaggio di Mitsuko Soma, forse il personaggio femminile più sexy mai apparso in un manga. Sono davvero curioso a tal proposito di vedere la sua controparte nel live movie…
Nel complesso l’opera è davvero notevole, con picchi di adrenalina pura come pochi manga sanno fare.
Le piccole lacune che mi impediscono di dare un 10 pieno sono rappresentate in primo luogo dalla eccessiva esagerazione per quanto riguarda le capacità di alcuni protagonisti. Un ragazzino di 15 anni che combatte come Rambo, conosce l’informatica meglio di Bill Gates, la fisica come Newton, è agile come un atleta olimpico, con notevoli conoscenze mediche e coriaceo come una roccia può portare a rendere alcune situazione poco credibili (soprattutto nella seconda parte della storia) e spezzare tutta la suspance che si era creata fino a quel momento. Più di un personaggio, anche se non tutti nella stessa maniera, soffrono di questa "sindrome del predestinato". Se penso a quello che ero capace di fare io o i miei amici a 15 anni...
In secondo luogo gli ultimi due numeri, nonostante portino ad un finale interessante, per quanto forse un po' scontato, si perdono spesso tra le divagazioni “pseudo filosofeggianti” di uno dei protagonisti fino al punto da risultare così ridondanti da spezzare il ritmo della narrazione in più di un punto.
Un commento infine all’edizione Play Press, quella che ho avuto modo di leggere. L’edizione si presenta nel complesso di medio livello, con carta del giusto spessore ed elasticità e senza particolari difetti di stampa. Unico neo rilevante che ho riscontrato è che in un paio di numeri ho trovato delle tavole molto più chiare rispetto alle altre, come se fossero leggermente sbiadite.
In definitiva un manga coraggioso, originale e sicuramente in grado di emozionare anche il lettore più esigente!
La trama vede una classe di ragazzini di terza media (quindi quindicenni) selezionata per un fantomatico "programma" da parte del governo. Il programma consiste in un "gioco" ambientato in una location deserta, in cui vince chi sopravvive uccidendo gli altri. Il tempo a disposizione è di 3 giorni, pena la morte di tutti i partecipanti.
Ognuno viene dotato di un borsone con armi casuali e viveri, e viene spedito al massacro.
Il manga fin dai primi numeri impressiona per il cinismo e la crudeltà della vicenda, lì per lì ci si trova davvero spiazzati davanti a cotanta spietatezza. Una classe di ragazzi innocenti sbattuta su un'isola col solo scopo di farli massacrare tra loro. Non nascondo che in certi momenti corre un brivido lungo la schiena ad immaginare una situazione simile...
Le emozioni si susseguono fortissime, tra omicidi in piena regola, scontri frontali e sotterfugi studiati dagli alunni per far fuori i "nemici-amici".
Ciò che rende grande questo manga è la psicologia che traspare da ogni personaggio. Anche se alcuni di essi avranno davvero ruoli marginali, venendo ammazzati nel giro di poco tempo, ogni alunno apporta al manga la propria "presenza". Ogni alunno si confronta con la situazione tragica che sta vivendo reagendo nei modi più disparati, soffrendo per le atrocità che è costretto a commettere per salvarsi e subendo le conseguenze psicologiche dei folli gesti compiuti. I ricordi, le esperienze e le emozioni dei ragazzi si scontrano in maniera impietosa con la cruda realtà, che spesso vede costretti a fronteggiarsi amici inseparabili, coppie di innamorati e persone altrimenti incapaci di far del male ad una mosca.
Tutto e tutti sull'isola perdono la propria comune identità e si sciolgono nel lago di sangue che è il "programma" del governo.
A ciò contribuiscono tantissimo i disegni, sempre eccelsi, che ben riescono a far trapelare ogni minima sensazione attraverso le pagine del fumetto. Le espressioni, sempre curate ed esagerate, a volte al limite del grottesco, si fondono con l'elemento splatter del sangue e delle lacrime, sempre rappresentate, queste ultime, in maniera "grossolana" e copiosa, forse per una precisa scelta dell'autore al fine di renderle più "pesanti" possibile all'interno delle tavole.
I personaggi sono tutti ben caratterizzati e riusciti, con l'eccezione, forse (ma è un mio gusto personale), di Shuya, uno dei protagonisti principali, che ha spesso una espressione e dei lineamenti un po' troppo "morbidi", tanto da sembrare molte volte un "fesso".
Un capolavoro è il personaggio di Mitsuko Soma, forse il personaggio femminile più sexy mai apparso in un manga. Sono davvero curioso a tal proposito di vedere la sua controparte nel live movie…
Nel complesso l’opera è davvero notevole, con picchi di adrenalina pura come pochi manga sanno fare.
Le piccole lacune che mi impediscono di dare un 10 pieno sono rappresentate in primo luogo dalla eccessiva esagerazione per quanto riguarda le capacità di alcuni protagonisti. Un ragazzino di 15 anni che combatte come Rambo, conosce l’informatica meglio di Bill Gates, la fisica come Newton, è agile come un atleta olimpico, con notevoli conoscenze mediche e coriaceo come una roccia può portare a rendere alcune situazione poco credibili (soprattutto nella seconda parte della storia) e spezzare tutta la suspance che si era creata fino a quel momento. Più di un personaggio, anche se non tutti nella stessa maniera, soffrono di questa "sindrome del predestinato". Se penso a quello che ero capace di fare io o i miei amici a 15 anni...
In secondo luogo gli ultimi due numeri, nonostante portino ad un finale interessante, per quanto forse un po' scontato, si perdono spesso tra le divagazioni “pseudo filosofeggianti” di uno dei protagonisti fino al punto da risultare così ridondanti da spezzare il ritmo della narrazione in più di un punto.
Un commento infine all’edizione Play Press, quella che ho avuto modo di leggere. L’edizione si presenta nel complesso di medio livello, con carta del giusto spessore ed elasticità e senza particolari difetti di stampa. Unico neo rilevante che ho riscontrato è che in un paio di numeri ho trovato delle tavole molto più chiare rispetto alle altre, come se fossero leggermente sbiadite.
In definitiva un manga coraggioso, originale e sicuramente in grado di emozionare anche il lettore più esigente!
Uno dei manga più cruenti e sanguinosi che abbia mai letto, semplicemente fantastico, in questo fumetto è presente di tutto, dall'odio al coraggio, dall'amore alla pazzia.
Inizio come di consueto a parlare prima dell'edizione e dei disegni.
L'edizione (io ho alcuni numeri della Play Press e finora tutti quelli usciti dell'edizione della Planet Manga) della Planet Manga di per sé non è buona, anzi, tutt'altro, prezzo molto alto, sovracopertina che si rovina in una maniera incredibile e volumetto leggermente più grande rispetto a quello standard da 3.90.
I disegni sono un qualcosa di impressionante, sono molto particolareggiati e "strani" poiché la presenza del nero è di più rispetto alla presenza del bianco e questo a me piace molto. L'autore dei disegni riesce a far trasparire dal volto dei personaggi il terrore e la pazzia, e questo rende la lettura molto avvincente.
La trama è molto bella ed interessante poiché parla di 42 ragazzi appartenenti alla stessa sezione di una scuola che vengono scelti per partecipare ad un "gioco" chiamato Program, che ha come scopo la vittoria di uno studente, per vincere a questo gioco però bisogna uccidere i propri compagni di classe, infatti i 42 ragazzi vengono portati in un isola deserta per combattersi fra di loro e se non lo faranno moriranno tutti; allora i ragazzi (armati prima dell'inizio del gioco), terrorizzati (almeno la maggior parte), si faranno prendere dall'istinto di sopravvivenza ed inizieranno ad uccidersi a vicenda, a parte alcuni personaggi, fra cui spicca Shuya Nanahara, il protagonista del manga, che insieme a Kawada e a Noriko (in copertina nel volume 4) cercheranno di fuggire insieme ad altri compagni disposti a farlo e quindi a salvarsi, ma di mezzo si frapporranno tantissimi ostacoli fra cui altri ragazzi/e che che hanno preso "il gioco" seriamente e cercheranno di ucciderli.
Che dire, una storia sanguinolenta e spettacolare, consigliato vivamente ad un pubblico maturo, ormai di fama mondiale, consigliatissimo!
Inizio come di consueto a parlare prima dell'edizione e dei disegni.
L'edizione (io ho alcuni numeri della Play Press e finora tutti quelli usciti dell'edizione della Planet Manga) della Planet Manga di per sé non è buona, anzi, tutt'altro, prezzo molto alto, sovracopertina che si rovina in una maniera incredibile e volumetto leggermente più grande rispetto a quello standard da 3.90.
I disegni sono un qualcosa di impressionante, sono molto particolareggiati e "strani" poiché la presenza del nero è di più rispetto alla presenza del bianco e questo a me piace molto. L'autore dei disegni riesce a far trasparire dal volto dei personaggi il terrore e la pazzia, e questo rende la lettura molto avvincente.
La trama è molto bella ed interessante poiché parla di 42 ragazzi appartenenti alla stessa sezione di una scuola che vengono scelti per partecipare ad un "gioco" chiamato Program, che ha come scopo la vittoria di uno studente, per vincere a questo gioco però bisogna uccidere i propri compagni di classe, infatti i 42 ragazzi vengono portati in un isola deserta per combattersi fra di loro e se non lo faranno moriranno tutti; allora i ragazzi (armati prima dell'inizio del gioco), terrorizzati (almeno la maggior parte), si faranno prendere dall'istinto di sopravvivenza ed inizieranno ad uccidersi a vicenda, a parte alcuni personaggi, fra cui spicca Shuya Nanahara, il protagonista del manga, che insieme a Kawada e a Noriko (in copertina nel volume 4) cercheranno di fuggire insieme ad altri compagni disposti a farlo e quindi a salvarsi, ma di mezzo si frapporranno tantissimi ostacoli fra cui altri ragazzi/e che che hanno preso "il gioco" seriamente e cercheranno di ucciderli.
Che dire, una storia sanguinolenta e spettacolare, consigliato vivamente ad un pubblico maturo, ormai di fama mondiale, consigliatissimo!
Il primo numero mi aveva veramente entusiasmato (disegni a parte: quelli proprio non li digerisco): era la prima volta che leggevo in un manga una storia del genere! Però già dal secondo volume l'entusiasmo è calato, e così via via... Forse troverò più bello il libro, chissà! In ogni caso, prenderò ugualmente tutti e 15 i volumi.
Per quanto riguarda i personaggi, ognuno ha una sua storia e un suo carattere, ma non puoi fare neanche in tempo ad amarli/odiarli che crepano... Anche per questo, lo ammetto, trovo affascinante questo manga e ho deciso di continuare a leggerlo. Per quanto riguarda il protagonista, invece, non mi stanno molto simpatici i personaggi buonisti (salvo eccezioni), e mi verrebbe voglia di prenderli a pugni. Sono curiosa del finale, però! Si attende...
Per quanto riguarda i personaggi, ognuno ha una sua storia e un suo carattere, ma non puoi fare neanche in tempo ad amarli/odiarli che crepano... Anche per questo, lo ammetto, trovo affascinante questo manga e ho deciso di continuare a leggerlo. Per quanto riguarda il protagonista, invece, non mi stanno molto simpatici i personaggi buonisti (salvo eccezioni), e mi verrebbe voglia di prenderli a pugni. Sono curiosa del finale, però! Si attende...
Ho sentito parlare di questo manga qualche anno fa, me ne parlò un amico della chat. All'epoca però rimasi molto scettica e non lo comprai, mi pareva semplicemente una storia violenta, così mi lasciai sfuggire la prima edizione.
Ma poi, appena ho visto in libreria il romanzo edito dalla Mondadori, l'ho comprato e letto in 10 giorni... così non ho potuto fare a meno di approfittare della ristampa! Bellissima edizione, con la sua sovracoperta a colori.
Il disegno mi è parso un po' strano all'inizio, dato che leggo solo shoujo, ma poi mi ci sono facilmente abituata, avrei dovuto dare ascolto prima al mio amico, le cui recensioni sono sempre state affidabili: non si tratta soltanto di una storia violenta, la violenza c'è, ce n'è tanta e certe scene sono davvero molto cruente, ma c'è tutta la situazione psicologica del protagonisti, costretti ad uccidersi fra di loro dopo aver condiviso la stessa classe per oltre 2 anni. Non riesco proprio ad immaginare cosa avrei fatto io al loro posto... Ed ogni personaggio, salvo alcuni che, poverini, sono eliminati troppo presto dal gioco (anche nel senso fisico del termine) è caratterizzato benissimo, anche attraverso degli scorci sul passato. Scioccante, per esempio, la storia dell'infanzia da incubo di Mitsuko Soma, che per quanto resti per me odiosa, non appare più completamente cattiva, dati i suoi trascorsi. Inoltre tutta quella violenza lascia anche adeguato spazio alla componente sentimentale, a cui io tengo sempre particolarmente.
Oltre a leggere il romanzo ho visto il film di Kitano ed ora sono davvero curiosa di vedere come si concluderà il manga.
Ma poi, appena ho visto in libreria il romanzo edito dalla Mondadori, l'ho comprato e letto in 10 giorni... così non ho potuto fare a meno di approfittare della ristampa! Bellissima edizione, con la sua sovracoperta a colori.
Il disegno mi è parso un po' strano all'inizio, dato che leggo solo shoujo, ma poi mi ci sono facilmente abituata, avrei dovuto dare ascolto prima al mio amico, le cui recensioni sono sempre state affidabili: non si tratta soltanto di una storia violenta, la violenza c'è, ce n'è tanta e certe scene sono davvero molto cruente, ma c'è tutta la situazione psicologica del protagonisti, costretti ad uccidersi fra di loro dopo aver condiviso la stessa classe per oltre 2 anni. Non riesco proprio ad immaginare cosa avrei fatto io al loro posto... Ed ogni personaggio, salvo alcuni che, poverini, sono eliminati troppo presto dal gioco (anche nel senso fisico del termine) è caratterizzato benissimo, anche attraverso degli scorci sul passato. Scioccante, per esempio, la storia dell'infanzia da incubo di Mitsuko Soma, che per quanto resti per me odiosa, non appare più completamente cattiva, dati i suoi trascorsi. Inoltre tutta quella violenza lascia anche adeguato spazio alla componente sentimentale, a cui io tengo sempre particolarmente.
Oltre a leggere il romanzo ho visto il film di Kitano ed ora sono davvero curiosa di vedere come si concluderà il manga.
Il dieci questo manga se lo merita tutto. Unico e irripetibile, Battle Royale non è solamente un avvincente manga violento, carico di emozioni e azione, ma al suo interno ci sono molti messaggi, pensieri, filosofia. L'uomo che si trova a combattere per la vita, messo alle strette, senza scampo, è in grado di definirsi ancora "umano"? Si distingue ancora dalle bestie selvagge prive di sentimenti? Riesce ancora ad essere civile, ad avere fiducia? Questi quesiti sono nascosti fra i vari capitoli colmi di morte e disperazione del Battle Royale, alternati da vari flashback colmi di amore e speranza. In questo manga inoltre, spicca notevolmente la grande capacità di costruire e portare avanti i vari profili psicologici dei personaggi primari e secondari.
Consigliabile a tutti, specie a chi ama le opere complete e scorrevoli.
Consigliabile a tutti, specie a chi ama le opere complete e scorrevoli.
Bellissimo questo manga! Attualmente stiamo al sesto volume della ristampa (edizione fatta molto bene) e devo dire che questa storia mi intriga davvero troppo.
All'inizio ero indeciso se acquistare o meno il primo volume, ricordo che lessi la trama proprio qui su Animeclick, e vista la storia alquanto singolare che parla di un gioco a cui sono sottoposti degli studenti molto giovani, obbligati ad uccidere per la propria sopravvivenza, decisi di acquistarlo. Beh, non avrei potuto fare scelta migliore, un manga che mi ha subito appassionato sin dalle prime righe, disegni molto puliti e ben definiti, bello anche lo stile dei personaggi, misti fra tontoloni, bulli, geni e idioti, sportivi e fannulloni, proprio come nelle scuole odierne!
Il "program" si svolge su un'isola deserta dove fra ventuno studenti maschi e ventuno studentesse femmine un solo studente, ossia il vincitore, sarà libero di tornare a casa, ma non tutti sono in grado di uccidere e non tutti sono in grado di mantenere la calma in una simile situazione...
Battle Royale vi coinvolgerà in questa avventura molto singolare, senza precedenti, e vi terrà col fiato sospeso pagina dopo pagina.
Consigliato alla grande a tutti i lettori che amano quel pizzico di scene violente nelle loro letture.
Voto massimo!
All'inizio ero indeciso se acquistare o meno il primo volume, ricordo che lessi la trama proprio qui su Animeclick, e vista la storia alquanto singolare che parla di un gioco a cui sono sottoposti degli studenti molto giovani, obbligati ad uccidere per la propria sopravvivenza, decisi di acquistarlo. Beh, non avrei potuto fare scelta migliore, un manga che mi ha subito appassionato sin dalle prime righe, disegni molto puliti e ben definiti, bello anche lo stile dei personaggi, misti fra tontoloni, bulli, geni e idioti, sportivi e fannulloni, proprio come nelle scuole odierne!
Il "program" si svolge su un'isola deserta dove fra ventuno studenti maschi e ventuno studentesse femmine un solo studente, ossia il vincitore, sarà libero di tornare a casa, ma non tutti sono in grado di uccidere e non tutti sono in grado di mantenere la calma in una simile situazione...
Battle Royale vi coinvolgerà in questa avventura molto singolare, senza precedenti, e vi terrà col fiato sospeso pagina dopo pagina.
Consigliato alla grande a tutti i lettori che amano quel pizzico di scene violente nelle loro letture.
Voto massimo!
Ho fino ad ora letto i primi quattro volumi, visto che sto acquistando la riedizione. Devo dire che mi è stato consigliato, e da un personaggio del quale mi sarei sicuramente fidato, da Davide Enia, teatrante di Palermo incontrato in fumetteria e che seguivo come fan. Non mi sta affatto deludendo. Tutto si svolge nei confini di un isola, dove un' intera classe viene fatta oggetto di un esperimento sociologico che mira a far apprezzare di più la vita ai ragazzi, senza che questi debbano per forza usare la violenza come diversivo dalla monotonia della vita. Cosi 40 studenti circa, si ritrovano a dover avere paura del compagno che il giorno prima non gli aveva prestato la gomma, o di uno a cui si stava antipatici. Ancora più assurdo che le regole ti impongono praticamente di uccidere, perché a salvarsi deve e può soltanto essere UNO. Non è un caso che sia stata scelta questa classe dove comunque i bravi ragazzi non mancano. Il protagonista principale è si il solito sognatore, quello che crede più di ogni altro nel buon animo dei compagni, ma è vero anche che senza questo suo ottimismo verso l'animo umano dei compagni, ai quali fino al giorno prima confidava i sogni, il manga potrebbe anche non continuare. Inoltre sono presenti molte scene forti, oserei dire splatter, e quindi in un certo senso riequilibra l'aggressività e la crudezza di certe azioni, con un sentimentalismo che in altri contesti sarebbe scontatissimo! Lo sconsiglio ai piccoletti che hanno un animo facilmente influenzabile... non vorrei sentire al Tg o leggere sui giornali online di omicidi stile Battle Royale. Un pubblico adulto è più adatto.
L'attrazione verso questo manga, per quanto mi riguarda, è dovuto al fatto che siamo tutti stati studenti in classi di almeno 20 ragazzi e ragazze (ok in Giappone le classi sono molto più numerose) e pensare che in un ipotetica società avresti dovuto confrontarti con loro ti pone davanti a delle fantasie e delle scelte che almeno vale la pena pensare. Ti pone davanti a te stesso, come sei fatto veramente.
TU COSA FARESTI? UCCIDERESTI PER SOPRAVVIVERE O CREERESTI UN GRUPPO PER RIBELLARTI AL SISTEMA CHE TI HA IMPOSTO UN TALE DISUMANO GIOCO?
La risposta mi limito a leggerla nel manga guardando le gesta di protagonisti che poco a poco si fanno conoscere, lasciano scoprire il loro passato, le loro emozioni in una situazione surreale... per noi.
L'attrazione verso questo manga, per quanto mi riguarda, è dovuto al fatto che siamo tutti stati studenti in classi di almeno 20 ragazzi e ragazze (ok in Giappone le classi sono molto più numerose) e pensare che in un ipotetica società avresti dovuto confrontarti con loro ti pone davanti a delle fantasie e delle scelte che almeno vale la pena pensare. Ti pone davanti a te stesso, come sei fatto veramente.
TU COSA FARESTI? UCCIDERESTI PER SOPRAVVIVERE O CREERESTI UN GRUPPO PER RIBELLARTI AL SISTEMA CHE TI HA IMPOSTO UN TALE DISUMANO GIOCO?
La risposta mi limito a leggerla nel manga guardando le gesta di protagonisti che poco a poco si fanno conoscere, lasciano scoprire il loro passato, le loro emozioni in una situazione surreale... per noi.
Il manga è ambientato in un Giappone alternativo, caratterizzato da ferree leggi ed assurdi programmi politico-militari. Ogni anno una classe sorteggiata delle scuole medie sarà costretta a partecipare ad una sorta di "gioco", in cui vince chi resta vivo.
La storia di Shuya Nanahara e dei suoi compagni di classe, inizia con l'accesso al programma. Chi dei 30 e più alunni si salverà? Chi deciderà di uccidere? Chi sarà per una soluzione pacifica? Come cambieranno i caratteri nel corso del gioco?
La trama come vedete è originale ed appassionante: il coinvolgimento è sempre elevato e pian piano ci si affeziona ad ogni personaggio. L'autore difatti ci racconta le storie, la vita, di ogni singolo partecipante al gioco, obbligando il lettore a nutrire una sorta di simpatia, quasi compassione per il personaggio, fino a vederselo brutalmente assassinato da un compagno di classe. Sì, perchè le morti saranno tante, ergo tanto splatter, tanta azione, tante lacrime.
Il disegno si attesta su ottimi livelli, anche se spesso si scade nell'esagerazione.
Insomma: sangue, lacrime a volontà per una storia che vi terrà incollati alla carta fino alla fine, che non vi deluderà! Consigliatissimo!
La storia di Shuya Nanahara e dei suoi compagni di classe, inizia con l'accesso al programma. Chi dei 30 e più alunni si salverà? Chi deciderà di uccidere? Chi sarà per una soluzione pacifica? Come cambieranno i caratteri nel corso del gioco?
La trama come vedete è originale ed appassionante: il coinvolgimento è sempre elevato e pian piano ci si affeziona ad ogni personaggio. L'autore difatti ci racconta le storie, la vita, di ogni singolo partecipante al gioco, obbligando il lettore a nutrire una sorta di simpatia, quasi compassione per il personaggio, fino a vederselo brutalmente assassinato da un compagno di classe. Sì, perchè le morti saranno tante, ergo tanto splatter, tanta azione, tante lacrime.
Il disegno si attesta su ottimi livelli, anche se spesso si scade nell'esagerazione.
Insomma: sangue, lacrime a volontà per una storia che vi terrà incollati alla carta fino alla fine, che non vi deluderà! Consigliatissimo!
Di questo manga ho apprezzato tantissimo la trama, una storia veramente originale, innovativa e crudele come poche ne esistono. In un'ipotetica città d'oriente, la classe di una scuola media è costretta a partecipare ad un "survival program" con delle regole terribili: bisogna uccidersi l'un l'altro e l'ultimo superstite potrà tornare a casa. Se si cerca di barare, viene fatto esplodere il collare che la persona ha al collo.
La trama, una delle migliori che abbia mai visto, è di una cattiveria assoluta, persino il lettore sente l'angoscia dei vari personaggi, combattuti tra l'idea di uccidere il proprio amico o salvarsi.
Per quanto riguarda il disegno, non apprezzo molto il tratto di Taguchi, troppo particolareggiato e caricaturale in certe pagine. A volte la violenza disegnata non è necessaria e molte scene di sesso sono un po' troppo spinte... ma dopotutto si tratta di un Seinen. Il finale magari è un po' scontato.
Quest'opera la consiglio a chi ama il genere splatter e a chi non ha lo stomaco debole: l'autore disegna moltissimi particolari macabri e truci delle varie morti dei personaggi.
In ogni caso, è uno dei manga più interessanti che mi sia mai capitato di leggere... anche se la prima volta che ne ho preso in mano un numero non la pensavo così, a causa delle scene di violenza e sesso anche troppo esplicito.
La trama, una delle migliori che abbia mai visto, è di una cattiveria assoluta, persino il lettore sente l'angoscia dei vari personaggi, combattuti tra l'idea di uccidere il proprio amico o salvarsi.
Per quanto riguarda il disegno, non apprezzo molto il tratto di Taguchi, troppo particolareggiato e caricaturale in certe pagine. A volte la violenza disegnata non è necessaria e molte scene di sesso sono un po' troppo spinte... ma dopotutto si tratta di un Seinen. Il finale magari è un po' scontato.
Quest'opera la consiglio a chi ama il genere splatter e a chi non ha lo stomaco debole: l'autore disegna moltissimi particolari macabri e truci delle varie morti dei personaggi.
In ogni caso, è uno dei manga più interessanti che mi sia mai capitato di leggere... anche se la prima volta che ne ho preso in mano un numero non la pensavo così, a causa delle scene di violenza e sesso anche troppo esplicito.
Tempo addietro, parlandone con un amico, gli dissi: <i>"se dovessi descriverti Battle Royale, dovrei parlarti di un film d'azione in cui si mescolano sesso, violenza, sogni infranti e politica: uno spaccato giovanile post-apocalittico in cui si mescolano tristezza, rabbia e disperazione"</i> e lui mi rispose con molta non-chalance:<i> "ma guarda che già ci hanno fatto un film"</i> . Mi sentii ridicolo. Ma in sintesi è proprio questo Battle Royale: un'idea concettuale di fondo che fa discutere e scandalizza i media (come fece l'incipit di Death Note qualche anno fa) e che mette in gioco la morale dei giovani, sconsacrando principi e remore degne delle old-generation in cui un gruppo di giovani adolescenti spadroneggia fra sesso, fumo, indipendenza, ribellione e cattiveria. Il rispetto per la vita altrui esiste? Conosce limiti? Domande esistenziali che gli abili autori non mancheranno di porsi e mostrarci nell'arco della storia, mentre scopriamo che i "bad boy" di Battle Royale non sono tutti teppisti con la passione per risse & co. e che spesso siamo l'ombra di ciò che erano i nostri genitori e saggiamo sulla nostra stessa pelle sofferenza e delusione da parte dei vecchi, che se da una parte sollevano loro dall'altra ci condizionano a vita. Può in un'epoca di guerra, odio e proibizionismo, un chitarrista diventare portatore di pace e libertà un domani... ? Scopritelo in questi 15 adreanlinici, e senza filtro alcuno, volumi. Consigliato a tutti, fatta eccezione dei deboli di cuore.
Mi attira molto la storia del protagonista, voglio sapere come continu e finisce la storia.
E' un manga cruento e al limite della ragione umana, il che mi attira non poco.
Certamente il primo volume si è fatto valere, a mio avviso, con tutti gli altri capitoli tranne che l'uno.
A parte questo, piccola critica nei disegni... ne ho visti di migliori, ma forse è solo lo stile totalmente diverso da quelli a cui sono abituato che mi influenza.
Lo reputo comunque un bel manga e credo che il mio sia un 8 e mezzo e non un 8.
E' un manga cruento e al limite della ragione umana, il che mi attira non poco.
Certamente il primo volume si è fatto valere, a mio avviso, con tutti gli altri capitoli tranne che l'uno.
A parte questo, piccola critica nei disegni... ne ho visti di migliori, ma forse è solo lo stile totalmente diverso da quelli a cui sono abituato che mi influenza.
Lo reputo comunque un bel manga e credo che il mio sia un 8 e mezzo e non un 8.
In un ipotetica epoca contemporanea, un gruppo di studenti di 3° media viene coinvolto in un sadico e cruento gioco chiamato "il programma". su questa premessa, già di suo originale e coinvolgente, si apre lo scenario di uno dei manga più controversi mai realizzati. Una storia impregnata di sangue e narrata con un ritmo altalenante, che va dalla tranquillità delle riflessioni e dei flashback dei protagonisti, alla più totale agitazione nei momenti di combattimento. Gli stessi personaggi sapranno colpire il lettore con le loro scelte e motivazioni, rispecchiando in queste una psicologia verosimile e ben caratterizzata, da storie passate e ideologie di vita. Ottimo lo stile grafico, che se pur un po' "old style", vi lascerà soddisfatti, regalandovi un prodotto, ricco di atmosfere e sceneggiature, utilizzando un tratto preciso e pulito, che non degenererà mai (nemmeno nei combattimenti) nel caotico o nell'incomprensibile. Una nota negativa resta l'eccessivo utilizzo di scene violente e di sesso, a volte eccessive, quasi volessero "regalare" al lettore solo quello. Anche se il tutto è fatto per mettere in risalto la drammaticità della situazione, limita notevolmente l'interesse di alcuni lettori, le cui sensibilità potrebbero rimanere turbate. Tirando le somme, resta un buon titolo, sia nei testi che nei disegni, consigliatissimo come splatter e per chi è alla ricerca di una trama originale e ricca di colpi di scena, che vi assicuro non mancano mai!
GIUDIZIO
------------------------------------------------------------
QUALITA' DEL DISEGNO : 8
CARISMA DEL DISEGNO : 8,5
TRAMA : 7/8
TESTI : 7,5 (concetti a volte riproposti eccessivamente)
QUALITA' DELL'EDIZIONE : 7/8 (PlayPress)
CARISMA GENERALE : 8
LONGEVITA' : 8 (giusta nel contesto)
BONUS: personaggi ben definiti
MALUS: a volte eccessivo nella violenza
------------------------------------------------------------
TOTALE : 8/10 --> consigliato l'acquisto!
GIUDIZIO
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QUALITA' DEL DISEGNO : 8
CARISMA DEL DISEGNO : 8,5
TRAMA : 7/8
TESTI : 7,5 (concetti a volte riproposti eccessivamente)
QUALITA' DELL'EDIZIONE : 7/8 (PlayPress)
CARISMA GENERALE : 8
LONGEVITA' : 8 (giusta nel contesto)
BONUS: personaggi ben definiti
MALUS: a volte eccessivo nella violenza
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TOTALE : 8/10 --> consigliato l'acquisto!
Non so bene come classificare questo manga, ad essere sincera. Perché sì, quando l'ho letto, a me è piaciuto: la trama ti incatena a sé e ti porta a leggere tutto d'un fiato per sapere come finisce; il fatto poi che ogni personaggio venga descritto molto bene, con i suoi sentimenti, le sue paure e il suo essere, lo rende ancora più coinvolgente e, in un certo modo, triste. Non è neanche la serie di morti agghiaccianti che mi ha lasciata perplessa, nonostante siano così tante e assurde che, dopo un po', non mi hanno toccato più di tanto (tranne per alcuni personaggi che mi piacevano veramente molto). Anche i disegni sono molto belli, anche se un po' shoujosi con tutti quegli occhioni sbrilluccianti, un po' esagerati e per nulla adatti alla serie.
Ed è questo il punto.
Nonostante il pathos, si capisce perfettamente chi l'autore vuol salvare e quali siano i protagonisti - inutili! - della storia: si tratta di persone che vivono di ideali, di belle parole, ma che alla fine non cambiano certo il mondo in cui vivono in questo modo.
<b> Attenzione, spoiler</b>
Il finale semi-positivo, lo ammetto, mi ha infastidito: dopo tutto quel sangue, quelle morti e quel dolore, di quei due non mi è importato niente; anzi, la loro salvezza l'ho trovata un po' forzata (anche se aspettata e, per questo, ancora di più odiata). Certo, i due non risolvono la situazione del loro mondo, quindi di vero e proprio lieto fine, del male che vince sul bene, non si può parlare, ma alla fine ti porta comunque a pensare "Tutti qui sono morti, e i due fissati con il buonismo hanno vinto". Che, come morale può anche funzionare, ma che non è assolutamente applicabile nel mondo - e in uno come quello di Battle Royale, ancora meno.
Ed è questo il punto.
Nonostante il pathos, si capisce perfettamente chi l'autore vuol salvare e quali siano i protagonisti - inutili! - della storia: si tratta di persone che vivono di ideali, di belle parole, ma che alla fine non cambiano certo il mondo in cui vivono in questo modo.
<b> Attenzione, spoiler</b>
Il finale semi-positivo, lo ammetto, mi ha infastidito: dopo tutto quel sangue, quelle morti e quel dolore, di quei due non mi è importato niente; anzi, la loro salvezza l'ho trovata un po' forzata (anche se aspettata e, per questo, ancora di più odiata). Certo, i due non risolvono la situazione del loro mondo, quindi di vero e proprio lieto fine, del male che vince sul bene, non si può parlare, ma alla fine ti porta comunque a pensare "Tutti qui sono morti, e i due fissati con il buonismo hanno vinto". Che, come morale può anche funzionare, ma che non è assolutamente applicabile nel mondo - e in uno come quello di Battle Royale, ancora meno.
Battle Royale è la versione manga di un romanzo di Koushun Takami pubblicato nel 1999 (del quale non mi risulta esistano però traduzioni italiane). Quindi per la caratterizzazione dei personaggi (secondo alcuni geniale o secondo altri scontata) penso si debba rimandare il tutto all’autore del romanzo (pur essendo il manga ed il film passibili di licenze per ovvie ragioni di supporto ).
Nel manga la violenza è sicuramente eccessiva (a volte risulta esagerata ed apparentemente fuori contesto) ma è tutto puramente simbolico, in quanto BR. è una critica alla società giapponese ed in particolare al suo sistema scolastico che da subito mette sotto pressione gli studenti costringendoli a competere per riuscire ad entrare in scuole sempre migliori (che li porteranno ad ottime università e quindi ad un lavoro nei posti di comando).
I ragazzi nel manga sono su un’ isola disabitata dove NESSUNO verrà a salvarli mentre nella realtà passano la maggior parte del loro tempo a scuola (spesso vittime dei compagni e a volte anche dei professori) dove anche lì NESSUNO li aiuterà (perché spesso tornati a casa provano troppa vergogna per rivelare ai genitori ciò che capita loro nell’aula che è simbolicamente rappresentata dall’isola).
Lo consiglio a chi non si lascia impressionare dalle scene crude ma sa andare oltre e leggervi ciò che l’autore voleva dire.
Nel manga la violenza è sicuramente eccessiva (a volte risulta esagerata ed apparentemente fuori contesto) ma è tutto puramente simbolico, in quanto BR. è una critica alla società giapponese ed in particolare al suo sistema scolastico che da subito mette sotto pressione gli studenti costringendoli a competere per riuscire ad entrare in scuole sempre migliori (che li porteranno ad ottime università e quindi ad un lavoro nei posti di comando).
I ragazzi nel manga sono su un’ isola disabitata dove NESSUNO verrà a salvarli mentre nella realtà passano la maggior parte del loro tempo a scuola (spesso vittime dei compagni e a volte anche dei professori) dove anche lì NESSUNO li aiuterà (perché spesso tornati a casa provano troppa vergogna per rivelare ai genitori ciò che capita loro nell’aula che è simbolicamente rappresentata dall’isola).
Lo consiglio a chi non si lascia impressionare dalle scene crude ma sa andare oltre e leggervi ciò che l’autore voleva dire.
Letto con passione verso i primi numeri, ma piano piano la passione è diminuita; situazioni troppo prevedibili, e i personaggi che devono rimanere in vita sono sempre i più forti, quindi si può dire che già verso l'inizio era scontatissimo come si sarebbero messe le cose e chi sarebbe rimasto in vita.
E' comunque un manga che verrebbe letto con piacere a chi piace il genere "splatter".
Come disegni non è messo male, anzi direi discreto come anche la storia.
E' comunque un manga che verrebbe letto con piacere a chi piace il genere "splatter".
Come disegni non è messo male, anzi direi discreto come anche la storia.
Dopo un' ottima partenza nel giro di pochi numeri ci troviamo davanti a un manga che scade nei luoghi più comuni possibili. Inoltre il senso del grottesco aumenta in maniera tale, che appare quasi ridicolo, facendo diventare il lettore apatico di fronte a uno spappolamento di cervella, più che impressionato. La lista poi non si ferma qui. Si può partire dal karateka che poco ci manca spara una kamehameha, fino a arrivare al tipo tosto che si diletta a fare McGuyver. Meglio il film che è più reale nella vicende, senza assurde esagerazioni.
Indubbiamente il manga parte spedito forte di una notevole drammaticità e comunque di una discretà singolarità della vicenda.
Chiaramente una storia che si svolge in un periodo temporale di 3 giorni, raccontata in ben 15 albi, presenta dei momenti ripetitivi e a volte troppo scontati.
Buono il tentativo di caratterizzare tutti i personaggi, non solo quelli principali, ed un plauso al tratto veramente ben definito, anche se con i paesaggi si poteva fare di più.
In conclusione ci si trova in mano con un manga discreto, non imperdibile, ma sicuramente può regalare dei momenti soprattutto agli amanti del genere.
Chiaramente una storia che si svolge in un periodo temporale di 3 giorni, raccontata in ben 15 albi, presenta dei momenti ripetitivi e a volte troppo scontati.
Buono il tentativo di caratterizzare tutti i personaggi, non solo quelli principali, ed un plauso al tratto veramente ben definito, anche se con i paesaggi si poteva fare di più.
In conclusione ci si trova in mano con un manga discreto, non imperdibile, ma sicuramente può regalare dei momenti soprattutto agli amanti del genere.
Uno dei manga più belli che abbia mai letto. Durante lo svolgimento dell'azione, qualsiasi personaggio (per quanto secondario), viene approfondito e meditato fino a renderti comprensibile, se non a giustificabile, il suo modo d'agire. Per non parlare dei protagonisti, Shogo Kawada (a mio parere un vero e proprio idolo), Shuya Nanahara (buonista e po' ingenuo), Kazuo Kiriyama (antagonista freddo ma geniale), ecc...
Atmosfere cupe quanto luminose, violente quanto permeate di dolcezza. E' veramente indescrivibile l'emozione che si prova a leggerlo. Decisamente all'altezza (se non migliore) di manga dalla fama "storica".
Atmosfere cupe quanto luminose, violente quanto permeate di dolcezza. E' veramente indescrivibile l'emozione che si prova a leggerlo. Decisamente all'altezza (se non migliore) di manga dalla fama "storica".