Ashen Victor
Lo stile del manga è molto molto simile a quello di Alita, e la storia non è altro che un piccolo frammento di un'altra vita ambientata nello stesso universo. Parliamo quindi di cyborg, esseri mezzi uomini e mezzi robot, e ovviamente del Motor Ball! Di Alita conserva anche il disegno, qui presentato con netti chiaroscuri portati di tanto in tanto all'esasperazione per sottolineare l'angoscia interiore e quella che circonda il protagonista. Forse a differenza di Alita tutto qui è ancora più duro, e questo mondo non lascia spazio a sogni, fantasie, speranze o riscatto: è un manga che respira l'aria violenta, decadente e soffocante di quel mondo post-apocalittico dove non c'è pietà per nessuno e dove gli uomini non sono più uomini (non perché abbiano perso gli arti di carne a favore di quelli in metallo, ma perché le persone che conservano la loro umanità sono davvero poche: come Alita, come Ido, e com'è in questo caso Victor).
È una storia cruda, diretta, che mette in mostra senza mezzi termini i lati più animaleschi e avidi delle persone. Ogni generosità si paga, ogni debolezza e bontà di sentimento, ogni gesto altruistico è un ostacolo alla lotta per la sopravvivenza. Qui la violenza non è un espediente per dare spettacolo, o meglio: lo è in quel mondo, ma non per il lettore. Al lettore viene regalata una storia ragionata, riflessiva, profonda. Lo spettacolo del sangue e la morte assecondano un preciso messaggio, sottendono a un'azione mirata da parte dell'autore nei confronti di chi legge. Colpisce, ferisce, fa pensare.
Peccato solo per la brevità della storia, da esaurire in unico volume. Sul lungo periodo avrebbero potuto emergere tanti aspetti simili a quelli che hanno reso Alita un capolavoro. Questo one shot invece rappresenta l'inizio e la fine di una persona, di una vita, di una storia fra milioni di storie su quello strano sentiero del Motor Ball che anche Alita nella sua vita percorse, in quel mondo amaro e spietato dove pure, a volte, esistono piccoli gesti d'amore che appaiono agli occhi di chi sa vederli come insondabili miracoli.
Conclusione: lo potrete apprezzare sia che abbiate letto Alita, sia che non abbiate mai letto nulla di quest'autore. Preparatevi a una storia dalle tinte forti, in cui non ci sono mezzi termini e la morte e la vita delle persone sono messe sullo stesso piano, manovrate da forze più grandi. Con una violenza d'espressione che ha un significato molto più profondo del mero intrattenimento hollywoodiano.
È una storia cruda, diretta, che mette in mostra senza mezzi termini i lati più animaleschi e avidi delle persone. Ogni generosità si paga, ogni debolezza e bontà di sentimento, ogni gesto altruistico è un ostacolo alla lotta per la sopravvivenza. Qui la violenza non è un espediente per dare spettacolo, o meglio: lo è in quel mondo, ma non per il lettore. Al lettore viene regalata una storia ragionata, riflessiva, profonda. Lo spettacolo del sangue e la morte assecondano un preciso messaggio, sottendono a un'azione mirata da parte dell'autore nei confronti di chi legge. Colpisce, ferisce, fa pensare.
Peccato solo per la brevità della storia, da esaurire in unico volume. Sul lungo periodo avrebbero potuto emergere tanti aspetti simili a quelli che hanno reso Alita un capolavoro. Questo one shot invece rappresenta l'inizio e la fine di una persona, di una vita, di una storia fra milioni di storie su quello strano sentiero del Motor Ball che anche Alita nella sua vita percorse, in quel mondo amaro e spietato dove pure, a volte, esistono piccoli gesti d'amore che appaiono agli occhi di chi sa vederli come insondabili miracoli.
Conclusione: lo potrete apprezzare sia che abbiate letto Alita, sia che non abbiate mai letto nulla di quest'autore. Preparatevi a una storia dalle tinte forti, in cui non ci sono mezzi termini e la morte e la vita delle persone sono messe sullo stesso piano, manovrate da forze più grandi. Con una violenza d'espressione che ha un significato molto più profondo del mero intrattenimento hollywoodiano.
Storie dal mondo di Alita potrebbe trarre in inganno, ma questo one shot di Yukito Kishiro con la nostra Alita ha in comune solo l'ambientazione. L'amata eroina infatti non comparirà in questa storia, che è incentrata sul motorballer Snev, sul suo carattere e sulle sue relazioni.
Ritroviamo quindi la città discarica e gli incontri di motorball, ma rivisti entrambi sotto una nuova ottica, in quanto l'autore in quest'opera ha voluto sperimentare nuove forme grafiche, con un tratto molto simile a quello di Sin City di Miller (contrasti molto netti di bianco e nero, quasi senza uso di retini) con un risultato che a me personalmente piace abbastanza.
Davvero affascinante l'analisi psicologica del protagonista, che si ritrova a pensare mentre il suo corpo si distrugge negli incidenti che lo coinvolgono nelle gare, simpatico anche il fatto che diventi famoso e seguito sugli schermi proprio per i suoi incidenti, che regalano alle persone collegate con lui una sensazione molto forte, difficilmente provabile altrimenti, quella della distruzione.
La storia si lascia leggere facilmente, comincia e si conclude linearmente nell'unico volumetto, rimanendo comunque originale e ben dettagliata.
In conclusione una buona lettura, consigliata ai lettori di Kishiro.
Ritroviamo quindi la città discarica e gli incontri di motorball, ma rivisti entrambi sotto una nuova ottica, in quanto l'autore in quest'opera ha voluto sperimentare nuove forme grafiche, con un tratto molto simile a quello di Sin City di Miller (contrasti molto netti di bianco e nero, quasi senza uso di retini) con un risultato che a me personalmente piace abbastanza.
Davvero affascinante l'analisi psicologica del protagonista, che si ritrova a pensare mentre il suo corpo si distrugge negli incidenti che lo coinvolgono nelle gare, simpatico anche il fatto che diventi famoso e seguito sugli schermi proprio per i suoi incidenti, che regalano alle persone collegate con lui una sensazione molto forte, difficilmente provabile altrimenti, quella della distruzione.
La storia si lascia leggere facilmente, comincia e si conclude linearmente nell'unico volumetto, rimanendo comunque originale e ben dettagliata.
In conclusione una buona lettura, consigliata ai lettori di Kishiro.
Dopo Battle Angel Alita, Yukito Kishiro torna in Italia con questo One Shot, che si svolge nel mondo di Alita. Ritorniamo nella città discarica, dove conosciamo Snev, un motorballer che non riesce a finire nessuna gara, perchè si schianta contro i muri, dando a un pubblico uno spettacolo che gli mette in la vita in pericolo. Ma tutto non è come sembra.
Una storia semplice, ma bella e affascinante. Qui l' autore cita Frank Miller nel tratto, rendendo la Città Discarica ancora più tetra e cupa. Se vi è piaciuto Alita non vi deve macare.
Una storia semplice, ma bella e affascinante. Qui l' autore cita Frank Miller nel tratto, rendendo la Città Discarica ancora più tetra e cupa. Se vi è piaciuto Alita non vi deve macare.
A differenza di Alita Last Order, devo dire che quest'opera risulta essere molto godibile e piacevole alla lettura (nulla di particolarmente impegnato comunque!!), conferma del fatto che purtroppo Kishiro avrebbe dovuto piuttosto creare storie parallele ambientate nella citta-discarica, utilizando altri personaggie facendo in modo di non intaccare la bellezza della prima serie (Con uno o due Volumetti ben raccontati che coprissero le falle dell'ultimo numero della prima serie piuttosto che continuare una saga al solo scopo commerciale). Da avere se amate la città discarica.
Yukito Kishiro e' un autore che si e' gia' fatto conoscere in Italia con Alita, pubblicato sempre dalla Planet Manga in 18 numeri. Gia' la copertina annuncia come Ashen Victor sia in qualche modo legato ad Alita, ma non lasciatevi ingannare, il richiamo e' molto piu' labile di quanto sembra. Un tema familiare, il violento e frenetico sport chiamato Motorball, ed una citta' altamente degradata, al limite della vivibilita'. Questo e' quanto... per il resto i due manga sono due cose totalmente diverse.
- TRAMA
Il personaggio principale e' Snev, un "motorballer" alquanto particolare, soprannominato dal pubblico "Crash King" per il suo atteggiamento autolesionista. Un tragico incidente ha segnato una delle sue gare d'esordio, e da allora Snev non e' mai riuscito a portare a termine una gara, ma si e' sempre schiantato in modo spettacolare. Eppure non si puo' certo dire che gli manchi il talento, anzi... la sua tecnica e' perfetta cosi' come la sua velocita' e' elevata; ma qualcosa, dentro di lui, lo spinge verso l'autodistruzione. Soltanto l'ingegnere del suo team ed una giovane prostituta vedono il lui delle potenzialita' nascoste, un qualcosa che puo' rendere il ragazzo un vero campione.
- CONSIDERAZIONI
Il personaggio principale caratterialmente si dimostra molto lontano da Alita: reagisce a tutto nello stesso modo, con indifferenza ed apatia, chinando il viso e defilandosi in modo stanco e svogliato.
Inoltre il disegno ha veramente poco di giapponese tanto che aprendo questo manga con difficoltà vi si puo' riconoscere lo stile a cui Kishiro ci aveva abituati... Vi e' un uso quasi esclusivo di bianco e nero, con una presenza di retini quasi nulla. Ricorda parecchio molti autori occidentali, in particolare Frank Miller con il suo Sin City.
- GIUDIZIO GLOBALE
L'opera si legge in maniera molto scorrevole e Snev ha un qualcosa di magnetico che affascina il lettore, senza contare che il tratto calza perfettamente con la vicenda narrata. Devo dire che nonostante la mia titubanza iniziale mi e' piaciuto, davvero un buon titolo. Non c'e' bisogno che conosciate ed amiate Alita per apprezzarlo.
Unico appunto: non ritengo che l'ottima carta e la buona stampa giustifichino un prezzo cosi' elevato... pagare piu' di 100£ alla pagina mi pare decisamente troppo.
- TRAMA
Il personaggio principale e' Snev, un "motorballer" alquanto particolare, soprannominato dal pubblico "Crash King" per il suo atteggiamento autolesionista. Un tragico incidente ha segnato una delle sue gare d'esordio, e da allora Snev non e' mai riuscito a portare a termine una gara, ma si e' sempre schiantato in modo spettacolare. Eppure non si puo' certo dire che gli manchi il talento, anzi... la sua tecnica e' perfetta cosi' come la sua velocita' e' elevata; ma qualcosa, dentro di lui, lo spinge verso l'autodistruzione. Soltanto l'ingegnere del suo team ed una giovane prostituta vedono il lui delle potenzialita' nascoste, un qualcosa che puo' rendere il ragazzo un vero campione.
- CONSIDERAZIONI
Il personaggio principale caratterialmente si dimostra molto lontano da Alita: reagisce a tutto nello stesso modo, con indifferenza ed apatia, chinando il viso e defilandosi in modo stanco e svogliato.
Inoltre il disegno ha veramente poco di giapponese tanto che aprendo questo manga con difficoltà vi si puo' riconoscere lo stile a cui Kishiro ci aveva abituati... Vi e' un uso quasi esclusivo di bianco e nero, con una presenza di retini quasi nulla. Ricorda parecchio molti autori occidentali, in particolare Frank Miller con il suo Sin City.
- GIUDIZIO GLOBALE
L'opera si legge in maniera molto scorrevole e Snev ha un qualcosa di magnetico che affascina il lettore, senza contare che il tratto calza perfettamente con la vicenda narrata. Devo dire che nonostante la mia titubanza iniziale mi e' piaciuto, davvero un buon titolo. Non c'e' bisogno che conosciate ed amiate Alita per apprezzarlo.
Unico appunto: non ritengo che l'ottima carta e la buona stampa giustifichino un prezzo cosi' elevato... pagare piu' di 100£ alla pagina mi pare decisamente troppo.