Naruto
Da quando il mercato dei manga e degli anime si è sviluppato in modo0 così gigantesco in Italia mi sono dato la regola di non leggere un manga di cui ho visto l’anime e di non vedere un’anime di cui ho letto la controparte animata. Ciò perché in genere si conoscono troppe cose della trama e i colpi di scena non ottengono lo stesso effetto la seconda volta. Purtroppo Mediaset non vuole proprio far finire lo Shippuden e allora ho deciso di fare un eccezione per Naruto e leggermi negli ultimi 10 giorni i 72 volumi della serie di Masashi Kishimoto e mi è abbastanza piaciuta soprattutto mi stava iniziando a piacere nel finale (che ancora non conoscevo) ma li devo dire ci sono state delle sbavature nella trama. Un po’ di confusione direi pure.
L’anime con tutti quegli episodi è stancante ma il ritratto di alcuni personaggi rimane più chiaro, il loro carattere, il loro passato, le loro azioni. Di alcuni sensei Kishimoto riesce a dare lo stesso effetto nel manga, ma non di tutti! Ad esempio Itachi rimane male nel manga, buono ma poco comprensibile. E dico Itachi per fare un esempio l’anime caratterizza meglio molti personaggi secondari che qui rimangono nell’ombra, nell’anime i combattimenti sono superlativi, nel manga spesso sono ben fatti ma non sempre.
Io che di solito preferivo la versione mangacea a quella animata( come ad esempio in "Urusei Yatsura" o in "Hokuto no Ken") ho trovato il manga inferiore stavolta alla serie televisiva.
La cosa peggiore consiste nelle incongruenze delle tre saqghe in cui si può dividere il manga: la saga del villaggio della Foglia, la saga dell’Ataksuki e la quarta guerra mondiale ninja.
A questo punto mi viene voglia di fare degli spoiler tanto sono pochissimi che conoscono queste cose dalla televisione. Per esempio nella prima serie Naruto era un rifiuto che con la volonta sconfigge le persone che si credono predestinate (tipo Neji) o all’inizio erano più forti di lui, nella seconda parte si scopre che lui era il più predestinato di tutti come ospite della Volpe a Nove Code, figlio di un Hokage, reincarnazione di un semidio; all’inizio era il figlio di nessuno in seguito si scoprirà che suo padre era la persona più amata dal villaggio e allora come mai gli amici di famiglia (di una famiglia che si sacrifica per il villaggio) lo tengono in disparte?
E ancora… no meglio non continuare: ne parleremo quando leggerete questo manga, il quali nonostante tutti questi e altri difetti merita un otto.
L’anime con tutti quegli episodi è stancante ma il ritratto di alcuni personaggi rimane più chiaro, il loro carattere, il loro passato, le loro azioni. Di alcuni sensei Kishimoto riesce a dare lo stesso effetto nel manga, ma non di tutti! Ad esempio Itachi rimane male nel manga, buono ma poco comprensibile. E dico Itachi per fare un esempio l’anime caratterizza meglio molti personaggi secondari che qui rimangono nell’ombra, nell’anime i combattimenti sono superlativi, nel manga spesso sono ben fatti ma non sempre.
Io che di solito preferivo la versione mangacea a quella animata( come ad esempio in "Urusei Yatsura" o in "Hokuto no Ken") ho trovato il manga inferiore stavolta alla serie televisiva.
La cosa peggiore consiste nelle incongruenze delle tre saqghe in cui si può dividere il manga: la saga del villaggio della Foglia, la saga dell’Ataksuki e la quarta guerra mondiale ninja.
A questo punto mi viene voglia di fare degli spoiler tanto sono pochissimi che conoscono queste cose dalla televisione. Per esempio nella prima serie Naruto era un rifiuto che con la volonta sconfigge le persone che si credono predestinate (tipo Neji) o all’inizio erano più forti di lui, nella seconda parte si scopre che lui era il più predestinato di tutti come ospite della Volpe a Nove Code, figlio di un Hokage, reincarnazione di un semidio; all’inizio era il figlio di nessuno in seguito si scoprirà che suo padre era la persona più amata dal villaggio e allora come mai gli amici di famiglia (di una famiglia che si sacrifica per il villaggio) lo tengono in disparte?
E ancora… no meglio non continuare: ne parleremo quando leggerete questo manga, il quali nonostante tutti questi e altri difetti merita un otto.
Attenzione: la recensione contiene spoilers.
Naruto... cosa dire di questo manga che, nel bene o nel male, è diventato uno dei più popolari di tutti i tempi? Beh, se lo chiedete a me, io dico che la sua popolarità è immeritata.
Il che è un vero peccato, visto che il manga era iniziato bene, e io stesso ne ero un fan. Certo, Naruto non era troppo originale come protagonista, ma era scritto bene, in maniera convincente, faceva venire voglia di tifare per lui, e anche se aveva i suoi difetti, aveva il potenziale di diventare un grande personaggio. Stesso dicasi per i suoi compagni di squadra, Sasuke e Sakura. Certo, avevano delle caratteristiche che li rendevano irritanti, ma era appunto questa l'intenzione, e l'idea di vedere i ragazzi che maturavano e superavano i loro difetti era molto interessante. E poi, attorno a loro c'erano una miriade di personaggi interessanti che avevano anche loro le loro storie da raccontare (in particolare Hinata, Neji, Rock Lee e il trio Ino-Shikamaru-Choji), e alcuni di loro davano l'impressione di avere ruoli interessanti in futuro.
Non solo, ma il manga introduceva anche delle tematiche complesse, importanti e anche moderne, dando l'impressione che questo shonen manga avrebbe avuto il coraggio di affrontare anche temi di una certa maturità e complessità del mondo reale.
Poi, dopo il timeskip, tutto è andato in malora: Naruto, Sakura e Sasuke sono diventati peggio di come erano nella prima parte, e questa volta la cosa non è assolutamente voluta. Naruto e Sakura, che avevano avuto un'evoluzione positiva fino a quel momento, sono regrediti e sono diventati due mocciosi immaturi con un'allarmante mancanza di empatia per le persone che non facevano parte delle loro vite o con le quali non avevano cose in comune. Non si rendevano conto di quanto disfunzionale fosse il loro team ed erano costantemente pronti a sacrificarsi all'altare di Sasuke.
Sasuke stesso ha subito un'involuzione, ed è passato dal voler uccidere suo fratello Itachi (un altro personaggio dalla caratterizzazione disastrosa) per vendicare il suo clan, al voler spazzare via l'intero villaggio della Foglia per ragioni irrazionali, prive di senso ed ingiustificabili. Ciò nonostante, l'autore si aspetta che noi siamo comprensivi verso Sasuke e che vogliamo vederlo salvato, redento e riconciliato con i suoi "amici".
Tutti i personaggi che non facevano parte del gruppo principale sono diventati poco più che decorazioni, la cui presenza è al massimo di contorno. E tutte quelle tematiche adulte e complesse che erano state introdotte nella prima parte? Semplificate in maniera becera e ridotte a "odio", "oscurità" e "volemose bene". Il tutto culminando in un finale smielato in cui lo status quo è conservato nella maniera peggiore possibile, ovviamente occultando il tutto sotto una patina di buonismo.
Fatevi un favore e leggete Dragon Ball.
Naruto... cosa dire di questo manga che, nel bene o nel male, è diventato uno dei più popolari di tutti i tempi? Beh, se lo chiedete a me, io dico che la sua popolarità è immeritata.
Il che è un vero peccato, visto che il manga era iniziato bene, e io stesso ne ero un fan. Certo, Naruto non era troppo originale come protagonista, ma era scritto bene, in maniera convincente, faceva venire voglia di tifare per lui, e anche se aveva i suoi difetti, aveva il potenziale di diventare un grande personaggio. Stesso dicasi per i suoi compagni di squadra, Sasuke e Sakura. Certo, avevano delle caratteristiche che li rendevano irritanti, ma era appunto questa l'intenzione, e l'idea di vedere i ragazzi che maturavano e superavano i loro difetti era molto interessante. E poi, attorno a loro c'erano una miriade di personaggi interessanti che avevano anche loro le loro storie da raccontare (in particolare Hinata, Neji, Rock Lee e il trio Ino-Shikamaru-Choji), e alcuni di loro davano l'impressione di avere ruoli interessanti in futuro.
Non solo, ma il manga introduceva anche delle tematiche complesse, importanti e anche moderne, dando l'impressione che questo shonen manga avrebbe avuto il coraggio di affrontare anche temi di una certa maturità e complessità del mondo reale.
Poi, dopo il timeskip, tutto è andato in malora: Naruto, Sakura e Sasuke sono diventati peggio di come erano nella prima parte, e questa volta la cosa non è assolutamente voluta. Naruto e Sakura, che avevano avuto un'evoluzione positiva fino a quel momento, sono regrediti e sono diventati due mocciosi immaturi con un'allarmante mancanza di empatia per le persone che non facevano parte delle loro vite o con le quali non avevano cose in comune. Non si rendevano conto di quanto disfunzionale fosse il loro team ed erano costantemente pronti a sacrificarsi all'altare di Sasuke.
Sasuke stesso ha subito un'involuzione, ed è passato dal voler uccidere suo fratello Itachi (un altro personaggio dalla caratterizzazione disastrosa) per vendicare il suo clan, al voler spazzare via l'intero villaggio della Foglia per ragioni irrazionali, prive di senso ed ingiustificabili. Ciò nonostante, l'autore si aspetta che noi siamo comprensivi verso Sasuke e che vogliamo vederlo salvato, redento e riconciliato con i suoi "amici".
Tutti i personaggi che non facevano parte del gruppo principale sono diventati poco più che decorazioni, la cui presenza è al massimo di contorno. E tutte quelle tematiche adulte e complesse che erano state introdotte nella prima parte? Semplificate in maniera becera e ridotte a "odio", "oscurità" e "volemose bene". Il tutto culminando in un finale smielato in cui lo status quo è conservato nella maniera peggiore possibile, ovviamente occultando il tutto sotto una patina di buonismo.
Fatevi un favore e leggete Dragon Ball.
Naruto è una di quelle opere popolari dove il giudizio dei lettori è estremamente eterogeneo, si passa con estrema facilità da elogi senza riserve a critiche spietate. È così oggi, ma era così anche una decina di anni fa, quando io iniziai a leggere il manga in questione, perlopiù spinto dalla voglia di farmi un’idea personale, piuttosto che da un sincero interesse verso una storia della quale non sapevo quasi nulla. Col tempo la mia opinione è cambiata diverse volte, rimanendo però sostanzialmente positiva e l’ultima rilettura mi è decisamente servita per avere un giudizio più chiaro.
Tra le caratteristiche più positive che credo si possano evidenziare in Naruto, vi è senza dubbio un ottimo inizio. La storia parte forte fin dal primo capitolo, che mette sul tavolo diverse tematiche interessanti come la solitudine o l’incomprensione, e ovviamente il personaggio di Naruto che brilla fin da subito. A dire il vero, tutti i personaggi che appaiono nella prima parte del manga sono incredibilmente riusciti. Non mi dilungo quindi nel citarli tutti, però mi ha sempre colpito come Kishimoto sia riuscito a lanciare un numero considerevole di personaggi spesso in capitoli molto ravvicinati (come all’inizio della saga del torneo dei chunin, per dire) e a costruire intorno a loro una caratterizzazione eccezionale, talvolta anche con pochi dialoghi e poche tavole dedicate. Non c’è dubbio che il ritmo della serie sia sempre stato molto rapido ed entusiasmante. Anche nei momenti peggiori, Naruto non è mai riuscito ad annoiarmi. Accanto all’ottimo sviluppo dei personaggi segue di pari passo una buona storia, ben costruita ed interessante. Il disegno è ben fatto e rende tutto lo svolgimento degli eventi molto immediato e facilmente comprensibile, in particolare durante le battaglie. Si sottolinea anche una comicità, presente soprattutto all’inizio, molto ispirata e divertente. Accanto alla storia di formazione di Naruto, legata naturalmente a quella del rivale Sasuke, si articola sempre di più una storia maggiormente contestuale e con atmosfere più drammatiche.
E qui inizia un discorso un po’ complicato. Se infatti per quasi chiunque Naruto è un ottimo manga nella sua prima parte (i primi 27 volumi), le opinioni iniziano a divergere quando si parla di tutto ciò che è venuto dopo. Tuttavia, ritengo che questa presunta spaccatura tra prima e seconda parte, sia francamente sopravvalutata e da attribuire in particolar modo al fatto che la prima serie animata ad un certo punto si interrompe, e lascia quindi spazio al sequel “Shippuden”. Dico sopravvalutata fondamentalmente per due motivi. In primo luogo, i cambiamenti nella trama, nei personaggi, nelle atmosfere, in qualunque cosa, che piacciano o meno, sono estremamente graduali e progressivi, e non traumatici come spesso ho sentito dire. In secondo luogo, ritengo che personalmente questi cambiamenti siano in buona parte apprezzabili e necessari allo sviluppo degli eventi. Eppure, non tutto è andato per il meglio.
Dovendo individuare la parte del manga che ritengo più debole rispetto al resto, credo che, purtroppo, indicherei l’ultima saga, circa l’ultima ventina di volumi o poco meno. Seppur con molte sfumature, questa è per me stata effettivamente la parte di storia meno esaltante e più confusa. Il peggio arriva proprio con gli ultimi volumi dove la trama viene davvero esasperata e portata avanti per un numero di capitolo eccessivo. Fortunatamente ho trovato soddisfacente il vero e proprio finale, cioè l’ultimo capitolo. In Naruto quindi i difetti non mancano, tra qualche contraddizione, trame ed eventi sviluppati a metà, e personaggi, spesso iconici, che vengono gestiti male e che finiscono per ricoprire ruoli marginali. Eppure, credo che le cose positive siano decisamente maggiori. La storia rimane interessante e coinvolgente per la maggior parte del tempo, e solo gli ultimissimi volumi prefinale per me sono seriamente discutibili. I personaggi, anche se a volte non gestiti al meglio, e anche se qualcuno è ingiustamente finito nel dimenticatoio troppo presto, sono molto riusciti e la caratterizzazione che viene loro riservata è profonda e non comune negli shonen di questo genere, dove spesso si tende a caratterizzazioni più superficiali volte a promuovere sempre un eterno status-quo, dove alla fine non cambia niente e nessuno. Anche il contesto è stato ben realizzato, il mondo di Naruto si fa rispettare. Buona anche l’impostazione tecnica del manga che riesce a dettare un ritmo frenetico e coinvolgente, tra le migliori di questa categoria di letture.
In definitiva, Naruto per me può essere considerato sia come un ottimo manga, ma anche come una delusione perché non vi è dubbio che alcune cose potessero essere gestite meglio, soprattutto nell’ultima saga. Ma è quel tipo di delusione che nasce dal fatto che Naruto poteva essere un vero capolavoro, mentre alla fine per me è “solo” un ottimo manga. Ma la sua eredità sembra sempre più evidente, e con il passare degli anni il manga sta invecchiando molto bene. Naruto rimane quindi un ottimo shonen d’avventura e azione, apprezzabile da un pubblico molto vasto, e a mio avviso particolarmente indicato per chi fosse alle prime armi in quanto a Manga.
Tra le caratteristiche più positive che credo si possano evidenziare in Naruto, vi è senza dubbio un ottimo inizio. La storia parte forte fin dal primo capitolo, che mette sul tavolo diverse tematiche interessanti come la solitudine o l’incomprensione, e ovviamente il personaggio di Naruto che brilla fin da subito. A dire il vero, tutti i personaggi che appaiono nella prima parte del manga sono incredibilmente riusciti. Non mi dilungo quindi nel citarli tutti, però mi ha sempre colpito come Kishimoto sia riuscito a lanciare un numero considerevole di personaggi spesso in capitoli molto ravvicinati (come all’inizio della saga del torneo dei chunin, per dire) e a costruire intorno a loro una caratterizzazione eccezionale, talvolta anche con pochi dialoghi e poche tavole dedicate. Non c’è dubbio che il ritmo della serie sia sempre stato molto rapido ed entusiasmante. Anche nei momenti peggiori, Naruto non è mai riuscito ad annoiarmi. Accanto all’ottimo sviluppo dei personaggi segue di pari passo una buona storia, ben costruita ed interessante. Il disegno è ben fatto e rende tutto lo svolgimento degli eventi molto immediato e facilmente comprensibile, in particolare durante le battaglie. Si sottolinea anche una comicità, presente soprattutto all’inizio, molto ispirata e divertente. Accanto alla storia di formazione di Naruto, legata naturalmente a quella del rivale Sasuke, si articola sempre di più una storia maggiormente contestuale e con atmosfere più drammatiche.
E qui inizia un discorso un po’ complicato. Se infatti per quasi chiunque Naruto è un ottimo manga nella sua prima parte (i primi 27 volumi), le opinioni iniziano a divergere quando si parla di tutto ciò che è venuto dopo. Tuttavia, ritengo che questa presunta spaccatura tra prima e seconda parte, sia francamente sopravvalutata e da attribuire in particolar modo al fatto che la prima serie animata ad un certo punto si interrompe, e lascia quindi spazio al sequel “Shippuden”. Dico sopravvalutata fondamentalmente per due motivi. In primo luogo, i cambiamenti nella trama, nei personaggi, nelle atmosfere, in qualunque cosa, che piacciano o meno, sono estremamente graduali e progressivi, e non traumatici come spesso ho sentito dire. In secondo luogo, ritengo che personalmente questi cambiamenti siano in buona parte apprezzabili e necessari allo sviluppo degli eventi. Eppure, non tutto è andato per il meglio.
Dovendo individuare la parte del manga che ritengo più debole rispetto al resto, credo che, purtroppo, indicherei l’ultima saga, circa l’ultima ventina di volumi o poco meno. Seppur con molte sfumature, questa è per me stata effettivamente la parte di storia meno esaltante e più confusa. Il peggio arriva proprio con gli ultimi volumi dove la trama viene davvero esasperata e portata avanti per un numero di capitolo eccessivo. Fortunatamente ho trovato soddisfacente il vero e proprio finale, cioè l’ultimo capitolo. In Naruto quindi i difetti non mancano, tra qualche contraddizione, trame ed eventi sviluppati a metà, e personaggi, spesso iconici, che vengono gestiti male e che finiscono per ricoprire ruoli marginali. Eppure, credo che le cose positive siano decisamente maggiori. La storia rimane interessante e coinvolgente per la maggior parte del tempo, e solo gli ultimissimi volumi prefinale per me sono seriamente discutibili. I personaggi, anche se a volte non gestiti al meglio, e anche se qualcuno è ingiustamente finito nel dimenticatoio troppo presto, sono molto riusciti e la caratterizzazione che viene loro riservata è profonda e non comune negli shonen di questo genere, dove spesso si tende a caratterizzazioni più superficiali volte a promuovere sempre un eterno status-quo, dove alla fine non cambia niente e nessuno. Anche il contesto è stato ben realizzato, il mondo di Naruto si fa rispettare. Buona anche l’impostazione tecnica del manga che riesce a dettare un ritmo frenetico e coinvolgente, tra le migliori di questa categoria di letture.
In definitiva, Naruto per me può essere considerato sia come un ottimo manga, ma anche come una delusione perché non vi è dubbio che alcune cose potessero essere gestite meglio, soprattutto nell’ultima saga. Ma è quel tipo di delusione che nasce dal fatto che Naruto poteva essere un vero capolavoro, mentre alla fine per me è “solo” un ottimo manga. Ma la sua eredità sembra sempre più evidente, e con il passare degli anni il manga sta invecchiando molto bene. Naruto rimane quindi un ottimo shonen d’avventura e azione, apprezzabile da un pubblico molto vasto, e a mio avviso particolarmente indicato per chi fosse alle prime armi in quanto a Manga.
Naruto è semplicemente uno dei migliori manga mai creati.
Spiegare il suo valore è semplice, i personaggi sono tra i meglio caratterizzati nel genere. I poteri sono tra i meglio studiati nel genere. I disegni sono tra i meglio realizzati nel genere e la storia e tra le meglio sviluppate nel genere.
Detto ciò, non voglio dire che sia un manga perfetto, perché nessun manga lo è, ma per farla breve se si facesse un grafico che mostrasse i vari punti da valutare in un manga di questo genere (che poi sono quelli di cui ho parlato all'inizio della recensione), Naruto sarebbe al top del top in tutto (non magari al primo posto letterale, ma giù di li).
I personaggi sono ognuno univoco e particolare. Non sono perfetti, anzi, ognuno ha dei grandi problemi da affrontare, il dramma che attanaglia ognuno di loro è palese, e la profondità e la drammaticità con cui vengono rappresentati è su di un altro livello. Inoltre nel corso della serie è evidente l'evoluzione che ognuno di essi ha, un'evoluzione grande e costante.
I disegni sono davvero ben fatti. La dinamicità e la chiarezza presenti nelle tavole sono spettacolari, e il tutto senza sacrificare i dettagli (come sempre succede nei manga, dove la normalità è non disegnare gli sfondi). Anche le proporzioni e le prospettive sono entusiasmanti, come pure la cura nella composizione delle tavole. Le critiche che spesso gli vengono mosse riguardano principalmente il character design, che è l'elemento più soggettivo del disegno, visto che lo stile manga non è realistico, e lo scarso utilizzo dei grigi, che lo pone sullo stesso livello della stragrande maggioranza dei manga (ora con il digitale è un po' diverso però).
I poteri sono tra i meglio realizzati nei manga. Sono molto complessi, ma spiegati nei minimi dettagli, che prendono chiaramente ispirazione da quelli legati alla tradizione ed al folklore giapponesi, e che spessi si vedevano già nei vecchi film di arti marziali.
I combattimenti sono ben fatti. La cosa penso sia molto soggettiva, ma qui non si risolvono con dei plot armor, oppure con dei deus ex-machina.
La storia è una serie di eventi concatenati tra loro. A differenza del manga medio, qui quello che succede nel volume successivo è strettamente legato a quanto visto nel precedente. Il tutto è legato da un legame di causa-effetto, e le trame introdotte a partire dal primo volume vengono chiuse (tutte) solo all'ultimo. Volendo si può dividere la serie in archi narrativi ma essi non hanno di volta in volta un "finale intermedio", ma come dicevo, quello che succede nell'arco successivo, è la diretta conseguenza di quanto visto in precedenza, ad esempio
SPOILER
nell'esame di selezione dei chunin, il villaggio viene attaccato. Di conseguenza Itachi torna al villaggio. Poi, siccome l'hokage era deceduto, Jiraya va in cerca di Tsunade, accompagnato da Naruto, che cerca un medico capace di curare i suoi compagni feriti in precedenza, e così via fino alla fine.
FINE SPOILER
Per concludere, le principali critiche mosse di solito alla serie, alla fine di tutto, risultano tutte ampiamente campate in aria (come detto nessun manga è perfetto, e nemmeno questo, comunque) come per esempio, quella delle "Onde energetiche" compare a caso nella serie, quando in realtà, nei combattimenti nella loro forma "kaiju" sono sempre state presenti esplosioni di quel tipo (come in Naruto vs Gaara), inoltre l'effettiva capacità della volpe a nove code viene indicata già a partire dalla prima pagina del primo capitolo dove c'è scritto, e qui cito testualmente "che con un colpo di coda poteva sbriciolare montagne e causare tsunami".
Spiegare il suo valore è semplice, i personaggi sono tra i meglio caratterizzati nel genere. I poteri sono tra i meglio studiati nel genere. I disegni sono tra i meglio realizzati nel genere e la storia e tra le meglio sviluppate nel genere.
Detto ciò, non voglio dire che sia un manga perfetto, perché nessun manga lo è, ma per farla breve se si facesse un grafico che mostrasse i vari punti da valutare in un manga di questo genere (che poi sono quelli di cui ho parlato all'inizio della recensione), Naruto sarebbe al top del top in tutto (non magari al primo posto letterale, ma giù di li).
I personaggi sono ognuno univoco e particolare. Non sono perfetti, anzi, ognuno ha dei grandi problemi da affrontare, il dramma che attanaglia ognuno di loro è palese, e la profondità e la drammaticità con cui vengono rappresentati è su di un altro livello. Inoltre nel corso della serie è evidente l'evoluzione che ognuno di essi ha, un'evoluzione grande e costante.
I disegni sono davvero ben fatti. La dinamicità e la chiarezza presenti nelle tavole sono spettacolari, e il tutto senza sacrificare i dettagli (come sempre succede nei manga, dove la normalità è non disegnare gli sfondi). Anche le proporzioni e le prospettive sono entusiasmanti, come pure la cura nella composizione delle tavole. Le critiche che spesso gli vengono mosse riguardano principalmente il character design, che è l'elemento più soggettivo del disegno, visto che lo stile manga non è realistico, e lo scarso utilizzo dei grigi, che lo pone sullo stesso livello della stragrande maggioranza dei manga (ora con il digitale è un po' diverso però).
I poteri sono tra i meglio realizzati nei manga. Sono molto complessi, ma spiegati nei minimi dettagli, che prendono chiaramente ispirazione da quelli legati alla tradizione ed al folklore giapponesi, e che spessi si vedevano già nei vecchi film di arti marziali.
I combattimenti sono ben fatti. La cosa penso sia molto soggettiva, ma qui non si risolvono con dei plot armor, oppure con dei deus ex-machina.
La storia è una serie di eventi concatenati tra loro. A differenza del manga medio, qui quello che succede nel volume successivo è strettamente legato a quanto visto nel precedente. Il tutto è legato da un legame di causa-effetto, e le trame introdotte a partire dal primo volume vengono chiuse (tutte) solo all'ultimo. Volendo si può dividere la serie in archi narrativi ma essi non hanno di volta in volta un "finale intermedio", ma come dicevo, quello che succede nell'arco successivo, è la diretta conseguenza di quanto visto in precedenza, ad esempio
SPOILER
nell'esame di selezione dei chunin, il villaggio viene attaccato. Di conseguenza Itachi torna al villaggio. Poi, siccome l'hokage era deceduto, Jiraya va in cerca di Tsunade, accompagnato da Naruto, che cerca un medico capace di curare i suoi compagni feriti in precedenza, e così via fino alla fine.
FINE SPOILER
Per concludere, le principali critiche mosse di solito alla serie, alla fine di tutto, risultano tutte ampiamente campate in aria (come detto nessun manga è perfetto, e nemmeno questo, comunque) come per esempio, quella delle "Onde energetiche" compare a caso nella serie, quando in realtà, nei combattimenti nella loro forma "kaiju" sono sempre state presenti esplosioni di quel tipo (come in Naruto vs Gaara), inoltre l'effettiva capacità della volpe a nove code viene indicata già a partire dalla prima pagina del primo capitolo dove c'è scritto, e qui cito testualmente "che con un colpo di coda poteva sbriciolare montagne e causare tsunami".
Uno dei migliori battle shonen in circolazione: Naruto è un manga da leggere, sia da amanti di battle shonen che non. Personaggi ben caratterizzati e particolari, molti con backstory mostruose, che hanno diversi clan di appartenenza e quindi diversi stili di combattimento e con punti deboli e punti forti, quindi sulla caratterizzazione dei personaggi tanta roba! La storia e la trama non da meno, un'opera che mi è entrata nel cuore; villain e personaggi fantastici, eventi altrettanto. L'opera parte molto bene e va liscia fino ad un certo punto...Purtroppo però la serie ad un certo punto non manca di difetti e declini.... Già da prima si erano notati dei leggeri cali, ma Naruto cala definitivamente dopo la saga di Pain, e l'apice del declino viene raggiunto proprio dall'ultima saga, piena zeppa di fanservice, forzature e cose inspiegabili, ovvero incoerenze, eventi non spiegati e sbilanciamenti di alcuni combattimenti. Innanzitutto ad un certo punto si perde il concetto ninja di Naruto, si passa da sfide ninja, con l'uso di kunai, carte bomba e fumogeni, ad uno scambio di onde energetiche con ninja che volano e lanciano meteoriti, dove vince chi fa le sfere più grosse, mandando a quel paese i combattimenti strategici della prima serie.
Una delle cose più fastidiose è il famoso talk no jutsu del protagonista, ovvero il modo in cui Naruto riesce in fretta a far pentire molti nemici e portarli dalla sua parte. Hanno seminato morte e distruzione per decenni o per anni, uccidendo chiunque gli si opponesse...ma dopo un discorsetto di Naruto, decidono di redimersi e aiutarlo, uno di loro addirittura si suicida per espiare le sue colpe...questo ha causato una perdita di carisma e spessore ai villain, che con le loro backstory avevano principi e ideali ferrei che hanno mantenuto per molto tempo. I personaggi femminili di Naruto sono prive di spessore, eccetto qualcuna tipo Tsunade. Quelle principali vivono la loro vita basandosi sui ragazzetti di cui sono innamorate, cosa che le rende monotone e noiose, oltre che prive di carattere. Ahimè Naruto è sempre stato un manga maschilista... Forse a parte Tsunade, l'unica donna che è riuscita a riscattarsi nella parte di "Shippuden" , al contrario di quello che dicono certi, è Sakura. Tuttavia il suo grande potenziale è stato sfruttato pochissimo, pur facendo parte del Team 7 ed essendo la ragazza protagonista è stata trattata male rispetto ai suoi compagni e al suo maestro, fortuna che verso la fine anche lei ha fatto il suo figurone. Ma la cosa che più mi ha infastidita è stata questa: I personaggi principali (i compagni di Naruto, per intenderci) vengono ridotti a misere comparse e vengono sostituiti da nuovi personaggi insulsi e privi di spessore....Sasuke, che praticamente diventa il fulcro della storia, più di tutti viene gestito male, si contraddice ogni due capitoli, e quando finalmente riceve il "messaggio" del fratello sapendo la verità, anzichè coglierlo diventa ancora più tsundere e causa casini a destra e a manca senza un senso logico dietro, il tutto spremuto con la pesantezza e l'ossessione di Naruto verso l'Uchiha, che detto onestamente persino un santo avrebbe perso la pazienza e l'avrebbe giustamente lasciato nel suo destino da emo/tsundere circondato da solitudine, ma anche lo stesso Naruto inizia a far venire i bestemmioni per il suo comportamento ossessivo. Come dicevo prima...tra i personaggi principali che nella prima serie erano stati importanti, l'attenzione cade, infatti, INTERAMENTE su Naruto e Sasuke, che improvvisamente
𝑺𝑷𝑶𝑰𝑳𝑬𝑹 𝑼𝑳𝑻𝑰𝑴𝑨 𝑺𝑨𝑮𝑨 si scoprono predestinati e nell'ultima saga diventano Dei. In parole povere, il manga contraddice la sua stessa morale: Naruto, che nella prima serie insegnò a Neji che per cambiare il destino non bisogna essere per forza predestinati, è il primo che poi si scopre esserlo: da sfigato si scopre che è figlio del quarto hokage, un Uzumaki, un portatore del cercoterio più forte, e infine colui che possiede il chakra di Asura, figlio di un Dio, praticamente. Il villain più forte della serie viene sconfitto stupidamente proprio perchè l'autore non sapeva come sconfiggerlo, per poi far apparire un altro nemico (Kaguya) in maniera insensata sia per come entra che come esce di scena, probabilmente è stata aggiunta per dare trama al sequel Boruto, cosa ancora peggiore. Coppie finali forzate e no-sense. Naruto, che per tutta l'opera è stato innamorato di Sakura, in un film di 2 ore si innamora di un'altra grazie ad un genjutsu, e fanno passare il suo amore per Sakura come una semplice cotta adolescenziale. Lo scontro finale tra Naruto e Sasuke...sicuramente molto emozionante e dinamico, ma allo stesso tempo inutile e assurdo: Naruto e Sasuke avevano appena salvato il mondo insieme, non passano neanche 5 pagine che vanno ad uccidersi perchè si, giusto per accontentare i fan che volevano questo scontro dal 2004. Un'altra cosa che non ho capito è stato il poco repertorio di Naruto dopo i 3 anni di allenamento: non usa praticamente niente di nuovo eccetto tecniche legate al rasengan, continua ad andare avanti di kage bunshin e rasengan, cosa deludente e monotona, ci credo che nelle saghe successive abbia avuto bisogno di altri mille power up... Mi aspettavo nuovi jutsu, nuove tecniche...invece niente, si limitava ad usare le solite due tecniche! Invece Sasuke e Sakura, anche loro allievi di sannin, hanno mostrato molti miglioramenti e hanno esteso il loro repertorio migliorando tecnicamente un pò in tutto (in particolare Sakura).
𝐅𝐈𝐍𝐄 𝐒𝐏𝐎𝐈𝐋𝐄𝐑
Perchè nonostante queste critiche do 8.5? e' semplice, i pregi di Naruto sono molti, come ho accennato sopra vanta di grandi personaggi, grandi villain, bella storia con bei colpi di scena e momenti cool, e anche gran belle saghe, alcune di più, alcune di meno. Inoltre, come ho detto, Naruto peggiora dopo la saga di Pain che si trova verso la fine del manga, quindi mi sembra azzardato penalizzare così tanto un manga che è calato comunque dopo molti volumi. Poi ovviamente al mio voto ci si aggiunge anche il valore affettivo e il modo in cui mi ha emozionato. Naruto è comunque nella mia top 5 ed è una serie che consiglio a tutti. Forse gli avrei dato di più se non fosse stato per i motivi elencati sopra, ma rimane comunque una serie di alto livello.
Una delle cose più fastidiose è il famoso talk no jutsu del protagonista, ovvero il modo in cui Naruto riesce in fretta a far pentire molti nemici e portarli dalla sua parte. Hanno seminato morte e distruzione per decenni o per anni, uccidendo chiunque gli si opponesse...ma dopo un discorsetto di Naruto, decidono di redimersi e aiutarlo, uno di loro addirittura si suicida per espiare le sue colpe...questo ha causato una perdita di carisma e spessore ai villain, che con le loro backstory avevano principi e ideali ferrei che hanno mantenuto per molto tempo. I personaggi femminili di Naruto sono prive di spessore, eccetto qualcuna tipo Tsunade. Quelle principali vivono la loro vita basandosi sui ragazzetti di cui sono innamorate, cosa che le rende monotone e noiose, oltre che prive di carattere. Ahimè Naruto è sempre stato un manga maschilista... Forse a parte Tsunade, l'unica donna che è riuscita a riscattarsi nella parte di "Shippuden" , al contrario di quello che dicono certi, è Sakura. Tuttavia il suo grande potenziale è stato sfruttato pochissimo, pur facendo parte del Team 7 ed essendo la ragazza protagonista è stata trattata male rispetto ai suoi compagni e al suo maestro, fortuna che verso la fine anche lei ha fatto il suo figurone. Ma la cosa che più mi ha infastidita è stata questa: I personaggi principali (i compagni di Naruto, per intenderci) vengono ridotti a misere comparse e vengono sostituiti da nuovi personaggi insulsi e privi di spessore....Sasuke, che praticamente diventa il fulcro della storia, più di tutti viene gestito male, si contraddice ogni due capitoli, e quando finalmente riceve il "messaggio" del fratello sapendo la verità, anzichè coglierlo diventa ancora più tsundere e causa casini a destra e a manca senza un senso logico dietro, il tutto spremuto con la pesantezza e l'ossessione di Naruto verso l'Uchiha, che detto onestamente persino un santo avrebbe perso la pazienza e l'avrebbe giustamente lasciato nel suo destino da emo/tsundere circondato da solitudine, ma anche lo stesso Naruto inizia a far venire i bestemmioni per il suo comportamento ossessivo. Come dicevo prima...tra i personaggi principali che nella prima serie erano stati importanti, l'attenzione cade, infatti, INTERAMENTE su Naruto e Sasuke, che improvvisamente
𝑺𝑷𝑶𝑰𝑳𝑬𝑹 𝑼𝑳𝑻𝑰𝑴𝑨 𝑺𝑨𝑮𝑨 si scoprono predestinati e nell'ultima saga diventano Dei. In parole povere, il manga contraddice la sua stessa morale: Naruto, che nella prima serie insegnò a Neji che per cambiare il destino non bisogna essere per forza predestinati, è il primo che poi si scopre esserlo: da sfigato si scopre che è figlio del quarto hokage, un Uzumaki, un portatore del cercoterio più forte, e infine colui che possiede il chakra di Asura, figlio di un Dio, praticamente. Il villain più forte della serie viene sconfitto stupidamente proprio perchè l'autore non sapeva come sconfiggerlo, per poi far apparire un altro nemico (Kaguya) in maniera insensata sia per come entra che come esce di scena, probabilmente è stata aggiunta per dare trama al sequel Boruto, cosa ancora peggiore. Coppie finali forzate e no-sense. Naruto, che per tutta l'opera è stato innamorato di Sakura, in un film di 2 ore si innamora di un'altra grazie ad un genjutsu, e fanno passare il suo amore per Sakura come una semplice cotta adolescenziale. Lo scontro finale tra Naruto e Sasuke...sicuramente molto emozionante e dinamico, ma allo stesso tempo inutile e assurdo: Naruto e Sasuke avevano appena salvato il mondo insieme, non passano neanche 5 pagine che vanno ad uccidersi perchè si, giusto per accontentare i fan che volevano questo scontro dal 2004. Un'altra cosa che non ho capito è stato il poco repertorio di Naruto dopo i 3 anni di allenamento: non usa praticamente niente di nuovo eccetto tecniche legate al rasengan, continua ad andare avanti di kage bunshin e rasengan, cosa deludente e monotona, ci credo che nelle saghe successive abbia avuto bisogno di altri mille power up... Mi aspettavo nuovi jutsu, nuove tecniche...invece niente, si limitava ad usare le solite due tecniche! Invece Sasuke e Sakura, anche loro allievi di sannin, hanno mostrato molti miglioramenti e hanno esteso il loro repertorio migliorando tecnicamente un pò in tutto (in particolare Sakura).
𝐅𝐈𝐍𝐄 𝐒𝐏𝐎𝐈𝐋𝐄𝐑
Perchè nonostante queste critiche do 8.5? e' semplice, i pregi di Naruto sono molti, come ho accennato sopra vanta di grandi personaggi, grandi villain, bella storia con bei colpi di scena e momenti cool, e anche gran belle saghe, alcune di più, alcune di meno. Inoltre, come ho detto, Naruto peggiora dopo la saga di Pain che si trova verso la fine del manga, quindi mi sembra azzardato penalizzare così tanto un manga che è calato comunque dopo molti volumi. Poi ovviamente al mio voto ci si aggiunge anche il valore affettivo e il modo in cui mi ha emozionato. Naruto è comunque nella mia top 5 ed è una serie che consiglio a tutti. Forse gli avrei dato di più se non fosse stato per i motivi elencati sopra, ma rimane comunque una serie di alto livello.
Naruto in poche parole è uno dei manga migliori che abbia letto. Proprio per via della sua "bassa" valutazione ho deciso di scrivere questa recensione.
In poche parole, Naruto è nettamente superiore alla stragrande maggioranza dei manga sotto letteralmente qualsiasi aspetto, dalla storia, ai personaggi, ai poteri, alle tematiche
SPOILER
Per cominciare, partendo dai personaggi, letteralmente tutti hanno una caratterizzazione invidiabile, profonda e mai banale, dal protagonista, alla comparsa più inutile. Per esempio Naruto è un reietto della società, a causa del demone che ha sigillato in lui. Siccome vede l'hokage amato da tutti, decide (tramite i suoi occhi di bambino) di diventare hokage per essere apprezzato (in realtà prima deve guadagnarsi l'ammirazione, ma come detto è un bambino). Sasuke per esempio, cerca vendetta, il che può sembrare steretipato, però anche qui, si supera lo stereotipo mostrando un personaggio che vuole vendicarsi del fratello, che adorava, ma che ora odia perché ha ucciso la famiglia (salvo poi scoprire che il fratello era stato costretto a farlo). Pure il villain secondario più scrauso, risulta comunque caratterizzato meglio di molti villain principali di altri manga, come nel caso di Hidan, che anche se poco approfondito, non risulta banale, visto che lui uccide per motivi religiosi.
La trama di Naruto, a differenza della maggior parte dei manga, praticamente è composta da un unico arco narrativo di 72 volumi. Ovviamente, volendo, il tutto si può suddividere in saghe, ma il fatto è che dall'inizio (ovviamente dopo il prologo) vengono inseriti degli elementi che vengono evoluti e vengono conclusi solamente alla fine del manga. Per essere più chiaro, Alla fine dell'esame di selezione dei chunin, il villaggio del suono è ancora presente, Orochimaru è ferito, ma ancora vivo, e l'hokage è morto. Siccome l'hokage non c'è più, Itachi torna al villaggio per far sentire la sua presenza ai capi della foglia. Dopo di che, Jiraya parte alla ricerca di Tsunade, che deve sostituire l'hokage, Naruto lo accompagna, perché Sasuke e Kakashi hanno bisogno di cure, e allo stesso tempo, Orochimaru cerca Tsunade per farsi curare. Insomma, gli elementi vengono introdotti all'inizio, e vengono sviluppati sempre con un legame causa-effetto, fino a quando non vengono conclusi alla fine del manga (con la distruzione del suono, dell'alba, e la sconfitta di Sasuke).
Se la capacità dell'autore di risolvere in modo soddisfacente i conflitti fra personaggi tramite la magia è direttamente proporzionale al modo in cui il lettore è messo in grado di comprendere il funzionamento della suddetta magia nel contesto della narrazione, allora anche dal punto di vista dei poteri Naruto ha molto di cui vantarsi. Anche sotto questo punto di vista ha pochi rivali, infatti il sistema magico di Naruto risponde a delle vere e proprie leggi matematiche. Ci sono intere pagine che spiegano come funziona il chackra, le arti magiche, illusorie e marziali. Come interagiscono tra loro gli elementi, come funziona il controllo della forma... Il tutto, sempre spiegato in modo funzionale, non arbitrariamente da un narratore esterno, ma tramite i dialoghi dei personaggi.
Il sistema dei power up è uno dei più coerenti in assoluto. Il sistema dei power up di Naruto, basati sul numero di code, riesce a rendere il tutto chiaro e logico. Anche gli altri poer up vengono introdotti in modo coerente in anticipo, e letteralmente mai cadono dal cielo come deus ex machina. Anzi di solito sono proprio i nemici ad ottenerli per primi, ed i protagonisti, calcando le loro orme (e per chi non lo sapesse, il deus ex machina è tale solo quando risolve i problemi dei protagonisti e non quando li crea). Anche i tanto criticati power up ottenuti nella guerra da Naruto e Sasuke hanno perfettamente senso, visto che Madara in precedenza aveva detto chiaramente che il suo rinnegan si era risvegliato dopo aver ottenuto le cellule di Hashirama e dopo essere arrivato ad un passo dalla morte, cose che sia Naruto (ottiene il chackra dai cercoteri) e sia Sasuke (viene curato con le cellule di Hashirama) ottengono.
Stesso discorso vale sia per il limite dei poteri, sia per la quantità di chakra. Infatti, all'inizio del manga viene detto chiaramente che la volpe a nove code può spazzare via montagne con un solo colpo di coda, e durante la serie ci viene detto che la volpe ha un chakra praticamente illimitato quindi i livelli di potere raggiunti sono totalmente coerenti (anzi, sarebbe stato incoerente il contrario).
Per finire, i disegni, campo in cui è ancora sopra la media. La dinamicità, le prospettive e le proporzioni disegnate sono davvero fantastiche. Per quanto riguarda i volti, la maggior parte hanno tutti una forma similie, ma dello stesso difetto soffre il 90% dei manga. Stesso discorso si può fare per lo scarso uso dei retini, che lo conforma al 90% degli altri manga (tra cui molti con disegni blasonati).
In poche parole, Naruto è nettamente superiore alla stragrande maggioranza dei manga sotto letteralmente qualsiasi aspetto, dalla storia, ai personaggi, ai poteri, alle tematiche
SPOILER
Per cominciare, partendo dai personaggi, letteralmente tutti hanno una caratterizzazione invidiabile, profonda e mai banale, dal protagonista, alla comparsa più inutile. Per esempio Naruto è un reietto della società, a causa del demone che ha sigillato in lui. Siccome vede l'hokage amato da tutti, decide (tramite i suoi occhi di bambino) di diventare hokage per essere apprezzato (in realtà prima deve guadagnarsi l'ammirazione, ma come detto è un bambino). Sasuke per esempio, cerca vendetta, il che può sembrare steretipato, però anche qui, si supera lo stereotipo mostrando un personaggio che vuole vendicarsi del fratello, che adorava, ma che ora odia perché ha ucciso la famiglia (salvo poi scoprire che il fratello era stato costretto a farlo). Pure il villain secondario più scrauso, risulta comunque caratterizzato meglio di molti villain principali di altri manga, come nel caso di Hidan, che anche se poco approfondito, non risulta banale, visto che lui uccide per motivi religiosi.
La trama di Naruto, a differenza della maggior parte dei manga, praticamente è composta da un unico arco narrativo di 72 volumi. Ovviamente, volendo, il tutto si può suddividere in saghe, ma il fatto è che dall'inizio (ovviamente dopo il prologo) vengono inseriti degli elementi che vengono evoluti e vengono conclusi solamente alla fine del manga. Per essere più chiaro, Alla fine dell'esame di selezione dei chunin, il villaggio del suono è ancora presente, Orochimaru è ferito, ma ancora vivo, e l'hokage è morto. Siccome l'hokage non c'è più, Itachi torna al villaggio per far sentire la sua presenza ai capi della foglia. Dopo di che, Jiraya parte alla ricerca di Tsunade, che deve sostituire l'hokage, Naruto lo accompagna, perché Sasuke e Kakashi hanno bisogno di cure, e allo stesso tempo, Orochimaru cerca Tsunade per farsi curare. Insomma, gli elementi vengono introdotti all'inizio, e vengono sviluppati sempre con un legame causa-effetto, fino a quando non vengono conclusi alla fine del manga (con la distruzione del suono, dell'alba, e la sconfitta di Sasuke).
Se la capacità dell'autore di risolvere in modo soddisfacente i conflitti fra personaggi tramite la magia è direttamente proporzionale al modo in cui il lettore è messo in grado di comprendere il funzionamento della suddetta magia nel contesto della narrazione, allora anche dal punto di vista dei poteri Naruto ha molto di cui vantarsi. Anche sotto questo punto di vista ha pochi rivali, infatti il sistema magico di Naruto risponde a delle vere e proprie leggi matematiche. Ci sono intere pagine che spiegano come funziona il chackra, le arti magiche, illusorie e marziali. Come interagiscono tra loro gli elementi, come funziona il controllo della forma... Il tutto, sempre spiegato in modo funzionale, non arbitrariamente da un narratore esterno, ma tramite i dialoghi dei personaggi.
Il sistema dei power up è uno dei più coerenti in assoluto. Il sistema dei power up di Naruto, basati sul numero di code, riesce a rendere il tutto chiaro e logico. Anche gli altri poer up vengono introdotti in modo coerente in anticipo, e letteralmente mai cadono dal cielo come deus ex machina. Anzi di solito sono proprio i nemici ad ottenerli per primi, ed i protagonisti, calcando le loro orme (e per chi non lo sapesse, il deus ex machina è tale solo quando risolve i problemi dei protagonisti e non quando li crea). Anche i tanto criticati power up ottenuti nella guerra da Naruto e Sasuke hanno perfettamente senso, visto che Madara in precedenza aveva detto chiaramente che il suo rinnegan si era risvegliato dopo aver ottenuto le cellule di Hashirama e dopo essere arrivato ad un passo dalla morte, cose che sia Naruto (ottiene il chackra dai cercoteri) e sia Sasuke (viene curato con le cellule di Hashirama) ottengono.
Stesso discorso vale sia per il limite dei poteri, sia per la quantità di chakra. Infatti, all'inizio del manga viene detto chiaramente che la volpe a nove code può spazzare via montagne con un solo colpo di coda, e durante la serie ci viene detto che la volpe ha un chakra praticamente illimitato quindi i livelli di potere raggiunti sono totalmente coerenti (anzi, sarebbe stato incoerente il contrario).
Per finire, i disegni, campo in cui è ancora sopra la media. La dinamicità, le prospettive e le proporzioni disegnate sono davvero fantastiche. Per quanto riguarda i volti, la maggior parte hanno tutti una forma similie, ma dello stesso difetto soffre il 90% dei manga. Stesso discorso si può fare per lo scarso uso dei retini, che lo conforma al 90% degli altri manga (tra cui molti con disegni blasonati).
Cosa dire di Naruto, infanzia di migliaia e migliaia di giovani? Tante cose.
Prima di tutto, va ringraziato. Ringraziato perché è riuscito a farmi provare emozioni che moltissime altre opere non sono riuscite a darmi. Ringraziato perché ha fatto crescere moltissime persone. Ringraziato perché, con la bellezza di 72 volumi, ha fatto rilassare e ha fatto combattere la noia a una grandissima moltitudine di persone.
Subito dopo, va criticato: Naruto non era nato per durare 15 anni né tantomeno per durare più di due anni; l'obiettivo di Masashi Kishimoto era scrivere una storia che durasse poco, ma che allo stesso tempo fosse avvincente. Le saghe finali, infatti, messe a confronto con quelle iniziali, hanno differenze e lacune di collegamenti inimmaginabili.
Eppure, è lo stesso che accadde con Dragonball: i poteri che all'inizio sembrano rendere invincibili una persona, alla fine sono sempre nullificati e surclassati da altri fantomatici poteri ancor più invincibili, nonostante le canzoni e le scene epiche che narrano della imparagonabile attivazione di questi.
Nonostante tutto, a me è piaciuto davvero molto. Il finale mi è piaciuto, seppur abbia anche io notato alcune incongruenze e lacune di trama.
E i disegni? Posso assicurarvi che i disegni di Naruto sono opere d'arte che, unite, riescono a dare una rappresentazione in chiave unica e totale dell'opera.
Prima di tutto, va ringraziato. Ringraziato perché è riuscito a farmi provare emozioni che moltissime altre opere non sono riuscite a darmi. Ringraziato perché ha fatto crescere moltissime persone. Ringraziato perché, con la bellezza di 72 volumi, ha fatto rilassare e ha fatto combattere la noia a una grandissima moltitudine di persone.
Subito dopo, va criticato: Naruto non era nato per durare 15 anni né tantomeno per durare più di due anni; l'obiettivo di Masashi Kishimoto era scrivere una storia che durasse poco, ma che allo stesso tempo fosse avvincente. Le saghe finali, infatti, messe a confronto con quelle iniziali, hanno differenze e lacune di collegamenti inimmaginabili.
Eppure, è lo stesso che accadde con Dragonball: i poteri che all'inizio sembrano rendere invincibili una persona, alla fine sono sempre nullificati e surclassati da altri fantomatici poteri ancor più invincibili, nonostante le canzoni e le scene epiche che narrano della imparagonabile attivazione di questi.
Nonostante tutto, a me è piaciuto davvero molto. Il finale mi è piaciuto, seppur abbia anche io notato alcune incongruenze e lacune di trama.
E i disegni? Posso assicurarvi che i disegni di Naruto sono opere d'arte che, unite, riescono a dare una rappresentazione in chiave unica e totale dell'opera.
“Ascoltate! Mi chiamo Naruto Uzumaki e nessuno di voi può pensare di riuscire a sconfiggermi, è chiaro?!”
Naruto è un manga ideato, scritto e disegnato da Masashi Kishimoto edito in Italia grazie a Planet Manga.
L’opera nacque nell’ottobre del 1999 in Giappone, sulla rivista Weekly Shōnen Jump di Shūeisha, continuando per ben quindici anni e terminando, quindi, nel novembre del 2014.
L’opera, racchiusa in ben 72 volumetti, è considerata oggi tra le più famose e fruttuose della storia del Manga e, grazie alle sue oltre 250 milioni di copie vendute ad oggi, è il terzo manga più venduto dopo due colossi come One Piece e Dragon Ball.
L’opera, nel corso degli anni, è stata trasportata in altri media tra cui due importanti e famose serie televisive animate.
Naruto Uzumaki, protagonista del manga, è un ninja dodicenne che vive nel Villaggio della Foglia e che insegue il sogno di diventare hokage, proprio come suo padre.
Naruto è però molto solo, rimasto orfano di entrambi i genitori vive una vita di solitudine e tristezza, emarginato ed evitato dagli altri abitanti del villaggio.
Un giorno, durante uno scontro con Mizuki, ninja traditore del villaggio della Foglia, Naruto scopre che in lui è sigillata la Volpe a Nove Code, uno dei più forti e temuti cercoteri. La Volpe fu sconfitta e confinata nel corpo di Naruto diversi anni prima da suo padre: il quarto hokage, morto valorosamente nello scontro.
Naruto dopo questa scoperta verrà ammesso all’Accademia Ninja e verrà aggiunto alla Squadra Sette, composta da Sasuke Uchiha e Sakura Haruno e capitanata dal maestro Kakashi Hatake.
Da qui partirà una lunga, ricca e complessa storia fatta di tradimenti, amori e combattimenti, che accompagneranno Naruto, Sasuke, Sakura e tutto il mondo ninja attraverso mille peripezie.
Sotto alcuni punti di vista l’idea è inizialmente semplice ma ottima allo stesso tempo: un mondo popolato da ninja che combattono tra loro e si alleano stringendo legami sia politici che affettivi.
Sicuramente uno dei punti forti dell’opera sta appunto nella trama, basata sì sui combattimenti (proprio come uno shounen comanda) ma legata ad un mondo che diviene sempre più complesso man mano che la storia prosegue.
Kishimoto riesce a combinare le basi dello shounen classico per ragazzi con elementi innovativi e adatti ad un vasto pubblico, riesce a rendere complessa un’opera inserendo continuamente nuovi spunti, idee e personaggi.
La varietà dei personaggi, delle tecniche ninja, dei luoghi e degli oggetti, perfettamente intrecciati tra loro riesce ad apportare novità, non sempre ma spesso, ottime alla trama, rinnovandola di continuo e dandole freschezza.
Purtroppo, vorrei però ribadire il “non sempre”. L’autore infatti insiste spesso nel proporre nuovi elementi senza però svilupparli nella maniera giusta: personaggi che compaiono e scompaiono in pochi volumi, nuove tecniche inutili o troppo poco spiegate, combattimenti curati ma spesso senza senso e protagonisti importanti all’inizio della storia che finisco con l’essere piatti, noiosi ed inutili.
Tutto ciò fa ovviamente crescere il manga in lunghezza, troppo per i miei gusti, diventando in alcuni punti difficile da capire e molto, molto noioso. Motivo per cui non ho azzardato un 10.
Per quanto riguarda i personaggi devo per forza fare i complimenti all’autore, un cast ricco di mille personaggi e mille personalità. Purtroppo è vero, ci sono delle pecche come ho sopra elencato: alcuni personaggi compaiono brevemente e, oserei dire, inutilmente e alcuni perdono man mano di importanza e spessore: però il cast di personaggi è veramente immenso ed appassionante.
La storia ruota principalmente intorno ai tre protagonisti: Naruto, Sasuke e Sakura, ma anche gli altri arricchiscono l’opera legando i diversi episodi e le diverse vicende.
Tra i vari personaggi si creano, durante la storia, vari legami sentimentali grazie ai quali l’autore vuole sottolineare l’importanza di valori quali l’amicizia, l’amore ed il bisogno di aiutare il prossimo.
Altro punto forte dell’opera sono i cattivi di turno, gli antagonisti dell’opera. I profili psicologici e fisici degli antagonisti sono per la maggior parte di loro ben curati e studiati, molti di loro passano dalla parte del bene a quella del male e viceversa, spesso ripassando poi dalla parte del bene.
Per quanto riguarda le mie personali preferenze, tra i tanti protagonisti ed antagonisti dell’opera ci terrei a citare, oltre ai vari Naruto e Sasuke, alcuni personaggi che mi hanno colpito ed appassionato moltissimo nel corso della storia, tra i tanti nomi (in ordine di preferenza): Kakashi Hatake, Gaara, Shikamaru Nara, Itachi Uchiha Obito ed Orochimaru.
I personaggi, a mio parere, sono quindi il vero oro dell’opera, il tocco che la rende quasi perfetta inserendola nell’olimpo dei manga.
Forse, più della trama, più dell’idea di base, più dei combattimenti perfettamente disegnati e più dei bellissimi disegni sono proprio i personaggi ad aver conferito tutto questo successo all’opera di Masashi Kishimoto.
Altro elemento a favore dell’opera sono i disegni. Masashi Kishimoto non eccelle nel disegno, il suo tratto non rientra né tra i migliori né tra i peggiori di Jump, ma il tratto che contraddistingue Naruto è perfetto proprio per l’opera qui in giudizio. Il disegno di Kishimoto è abbastanza semplice ma curato, sfondi non pesanti ma nemmeno assenti, combattimenti belli da seguire e da leggere e soprattutto ottime prospettive. I personaggi sono tutti ben disegnati e caratterizzati nei più svariati particolari, a volte eccessivi.
Spesso possiamo notare Kishimoto osare con prospettive sempre più difficili e spettacolari.
Il disegno nel corso della storia non peggiora, non cala come in molte altre opere, non diventa nemmeno più frettoloso o approssimativo ma cresce, matura proprio con la storia e con Naruto stesso: questo è uno dei punti a favore che sicuramente hanno fatto lievitare maggiormente il mio voto.
Il manga non solo nel disegno matura, ma anche nelle gag, nell’intreccio, nelle relazioni tra i personaggi, nei combattimenti e nei dialoghi, sostanzialmente è un manga che matura nel tempo, cresce lui, crescono i suoi personaggi e ovviamente, cresce anche il suo pubblico: proprio qui possiamo scorgere la voglia di Kishimoto di adattarsi continuamente al suo lettore, forse sbagliando e perdendo di credibilità e di attendibilità in alcuni casi, ma sicuramente l’evoluzione del mondo Naruto è più che positivo a conti fatti.
In conclusione considero Naruto un ottimo manga, forse non tra i miei preferiti ma sicuramente uno dei più grandi successi e delle più grandi opere post-Dragon Ball, nonché uno dei suoi degni successori. Probabilmente se non ci fosse stato Eiichiro Oda con One Piece avrebbe raccolto Masashi Kishimoto l’eredità del grande Akira Toriyama.
Naruto nei suoi quindici anni di “attività” ha visto crescere più di una generazione, influenzandole a sua volta.
Uno dei più grandi manga di ragazzi degli ultimi anni e sicuramente uno dei più riusciti.
Ci sono però alcuni motivi che hanno fatto abbassare il mio voto.
Tra i motivi per cui non ho azzardato un 10 c’è sicuramente la lunghezza dell’opera: Naruto è troppo, troppo ed ancora troppo lungo. Nella parte centrale della storia viene eccessivamente allungato dall’autore, risultando spesso noioso e ripetitivo.
Altro motivo sono alcuni personaggi che, secondo me, sono stati presi troppo poco in considerazione pur avendo enormi potenzialità e, ultimo punto negativo, un finale forse non degno dell’opera: ma lascio a voi scoprire il perché.
Considerando il tutto ritengo che Naruto sia, forse, uno dei manga migliori della storia.
Leggerlo non è un dovere: è un obbligo! Il motivo non sta tanto nel disegno, nella storia, nei combattimenti, nelle avventure o nei personaggi, non sta nemmeno nel successo dell’opera o nell’importanza che gli è stata data attraverso i numerosi riconoscimenti.
Naruto va letto per uno solo motivo, va letto proprio perché è Naruto.
Naruto è un manga ideato, scritto e disegnato da Masashi Kishimoto edito in Italia grazie a Planet Manga.
L’opera nacque nell’ottobre del 1999 in Giappone, sulla rivista Weekly Shōnen Jump di Shūeisha, continuando per ben quindici anni e terminando, quindi, nel novembre del 2014.
L’opera, racchiusa in ben 72 volumetti, è considerata oggi tra le più famose e fruttuose della storia del Manga e, grazie alle sue oltre 250 milioni di copie vendute ad oggi, è il terzo manga più venduto dopo due colossi come One Piece e Dragon Ball.
L’opera, nel corso degli anni, è stata trasportata in altri media tra cui due importanti e famose serie televisive animate.
Naruto Uzumaki, protagonista del manga, è un ninja dodicenne che vive nel Villaggio della Foglia e che insegue il sogno di diventare hokage, proprio come suo padre.
Naruto è però molto solo, rimasto orfano di entrambi i genitori vive una vita di solitudine e tristezza, emarginato ed evitato dagli altri abitanti del villaggio.
Un giorno, durante uno scontro con Mizuki, ninja traditore del villaggio della Foglia, Naruto scopre che in lui è sigillata la Volpe a Nove Code, uno dei più forti e temuti cercoteri. La Volpe fu sconfitta e confinata nel corpo di Naruto diversi anni prima da suo padre: il quarto hokage, morto valorosamente nello scontro.
Naruto dopo questa scoperta verrà ammesso all’Accademia Ninja e verrà aggiunto alla Squadra Sette, composta da Sasuke Uchiha e Sakura Haruno e capitanata dal maestro Kakashi Hatake.
Da qui partirà una lunga, ricca e complessa storia fatta di tradimenti, amori e combattimenti, che accompagneranno Naruto, Sasuke, Sakura e tutto il mondo ninja attraverso mille peripezie.
Sotto alcuni punti di vista l’idea è inizialmente semplice ma ottima allo stesso tempo: un mondo popolato da ninja che combattono tra loro e si alleano stringendo legami sia politici che affettivi.
Sicuramente uno dei punti forti dell’opera sta appunto nella trama, basata sì sui combattimenti (proprio come uno shounen comanda) ma legata ad un mondo che diviene sempre più complesso man mano che la storia prosegue.
Kishimoto riesce a combinare le basi dello shounen classico per ragazzi con elementi innovativi e adatti ad un vasto pubblico, riesce a rendere complessa un’opera inserendo continuamente nuovi spunti, idee e personaggi.
La varietà dei personaggi, delle tecniche ninja, dei luoghi e degli oggetti, perfettamente intrecciati tra loro riesce ad apportare novità, non sempre ma spesso, ottime alla trama, rinnovandola di continuo e dandole freschezza.
Purtroppo, vorrei però ribadire il “non sempre”. L’autore infatti insiste spesso nel proporre nuovi elementi senza però svilupparli nella maniera giusta: personaggi che compaiono e scompaiono in pochi volumi, nuove tecniche inutili o troppo poco spiegate, combattimenti curati ma spesso senza senso e protagonisti importanti all’inizio della storia che finisco con l’essere piatti, noiosi ed inutili.
Tutto ciò fa ovviamente crescere il manga in lunghezza, troppo per i miei gusti, diventando in alcuni punti difficile da capire e molto, molto noioso. Motivo per cui non ho azzardato un 10.
Per quanto riguarda i personaggi devo per forza fare i complimenti all’autore, un cast ricco di mille personaggi e mille personalità. Purtroppo è vero, ci sono delle pecche come ho sopra elencato: alcuni personaggi compaiono brevemente e, oserei dire, inutilmente e alcuni perdono man mano di importanza e spessore: però il cast di personaggi è veramente immenso ed appassionante.
La storia ruota principalmente intorno ai tre protagonisti: Naruto, Sasuke e Sakura, ma anche gli altri arricchiscono l’opera legando i diversi episodi e le diverse vicende.
Tra i vari personaggi si creano, durante la storia, vari legami sentimentali grazie ai quali l’autore vuole sottolineare l’importanza di valori quali l’amicizia, l’amore ed il bisogno di aiutare il prossimo.
Altro punto forte dell’opera sono i cattivi di turno, gli antagonisti dell’opera. I profili psicologici e fisici degli antagonisti sono per la maggior parte di loro ben curati e studiati, molti di loro passano dalla parte del bene a quella del male e viceversa, spesso ripassando poi dalla parte del bene.
Per quanto riguarda le mie personali preferenze, tra i tanti protagonisti ed antagonisti dell’opera ci terrei a citare, oltre ai vari Naruto e Sasuke, alcuni personaggi che mi hanno colpito ed appassionato moltissimo nel corso della storia, tra i tanti nomi (in ordine di preferenza): Kakashi Hatake, Gaara, Shikamaru Nara, Itachi Uchiha Obito ed Orochimaru.
I personaggi, a mio parere, sono quindi il vero oro dell’opera, il tocco che la rende quasi perfetta inserendola nell’olimpo dei manga.
Forse, più della trama, più dell’idea di base, più dei combattimenti perfettamente disegnati e più dei bellissimi disegni sono proprio i personaggi ad aver conferito tutto questo successo all’opera di Masashi Kishimoto.
Altro elemento a favore dell’opera sono i disegni. Masashi Kishimoto non eccelle nel disegno, il suo tratto non rientra né tra i migliori né tra i peggiori di Jump, ma il tratto che contraddistingue Naruto è perfetto proprio per l’opera qui in giudizio. Il disegno di Kishimoto è abbastanza semplice ma curato, sfondi non pesanti ma nemmeno assenti, combattimenti belli da seguire e da leggere e soprattutto ottime prospettive. I personaggi sono tutti ben disegnati e caratterizzati nei più svariati particolari, a volte eccessivi.
Spesso possiamo notare Kishimoto osare con prospettive sempre più difficili e spettacolari.
Il disegno nel corso della storia non peggiora, non cala come in molte altre opere, non diventa nemmeno più frettoloso o approssimativo ma cresce, matura proprio con la storia e con Naruto stesso: questo è uno dei punti a favore che sicuramente hanno fatto lievitare maggiormente il mio voto.
Il manga non solo nel disegno matura, ma anche nelle gag, nell’intreccio, nelle relazioni tra i personaggi, nei combattimenti e nei dialoghi, sostanzialmente è un manga che matura nel tempo, cresce lui, crescono i suoi personaggi e ovviamente, cresce anche il suo pubblico: proprio qui possiamo scorgere la voglia di Kishimoto di adattarsi continuamente al suo lettore, forse sbagliando e perdendo di credibilità e di attendibilità in alcuni casi, ma sicuramente l’evoluzione del mondo Naruto è più che positivo a conti fatti.
In conclusione considero Naruto un ottimo manga, forse non tra i miei preferiti ma sicuramente uno dei più grandi successi e delle più grandi opere post-Dragon Ball, nonché uno dei suoi degni successori. Probabilmente se non ci fosse stato Eiichiro Oda con One Piece avrebbe raccolto Masashi Kishimoto l’eredità del grande Akira Toriyama.
Naruto nei suoi quindici anni di “attività” ha visto crescere più di una generazione, influenzandole a sua volta.
Uno dei più grandi manga di ragazzi degli ultimi anni e sicuramente uno dei più riusciti.
Ci sono però alcuni motivi che hanno fatto abbassare il mio voto.
Tra i motivi per cui non ho azzardato un 10 c’è sicuramente la lunghezza dell’opera: Naruto è troppo, troppo ed ancora troppo lungo. Nella parte centrale della storia viene eccessivamente allungato dall’autore, risultando spesso noioso e ripetitivo.
Altro motivo sono alcuni personaggi che, secondo me, sono stati presi troppo poco in considerazione pur avendo enormi potenzialità e, ultimo punto negativo, un finale forse non degno dell’opera: ma lascio a voi scoprire il perché.
Considerando il tutto ritengo che Naruto sia, forse, uno dei manga migliori della storia.
Leggerlo non è un dovere: è un obbligo! Il motivo non sta tanto nel disegno, nella storia, nei combattimenti, nelle avventure o nei personaggi, non sta nemmeno nel successo dell’opera o nell’importanza che gli è stata data attraverso i numerosi riconoscimenti.
Naruto va letto per uno solo motivo, va letto proprio perché è Naruto.
Come sarebbe la vita in un villaggio dove gli abitanti sono ninja? E' quello che Masashi Kishimoto ci mostra nel suo manga "Naruto". Il protagonista, che dà il nome al manga, è un ragazzo appena uscito dalla scuola di ninja (un titolo di studio è sempre necessario) e che intraprende le prime missioni in giro per il mondo. Perché essere ninja è un mestiere duro e bisogna fare la gavetta.
Naruto ci insegnerà, nei settecento capitolo della serie, il suo punto di vista sull'amicizia. Quella vera. Quella che può scaturire quando due anime sono vicine davvero, anche quando combattono su due fronti diversi di una guerra.
Il primo grande punto di forza del manga è la sceneggiatura: i personaggi (amici e nemici) sono numerosi e ben caratterizzati. Specialmente i "cattivi" che non sono mai "cattivi a prescindere" ma hanno sempre delle ottime ragioni per fare quello che fanno. Ma l'equilibrio della narrazione garantisce che il lettore non si affezioni a loro e che le simpatie si concentrino sui "buoni".
La storia è organica e coerente: se un personaggio che compare nel primo numero ha una cicatrice, a metà della (lunga) serie potremmo scoprire come se l'è guadagnata, rimanendo anche sorpresi di come le conseguenze abbiano ripercussioni dirette sulla trama. Ogni volta che il lettore viene sorpreso da un colpo di scena, insomma, ci si rende conto che c'erano indizi seminati lungo tutto il cammino.
Si ha l'impressione che Kishimoto abbia scritto la storia dettagliatamente e nella sua interezza prima di impugnare la matita e disegnare la prima tavola. Resta altrimenti difficile capire come gli avvenimenti abbiano radici concrete e intrecciate con gli eventi che succedono nei volumi molto precedenti. Per questo motivo le vicende non appaiono mai forzate o poco plausibili, ma sembrano naturali.
E in un manga di ninja non possono mancare i combattimenti che ne costituiscono l'ossatura portante. Anzitutto l'autore sfugge al cliché del "compare il nemico; l'eroe viene sconfitto; l'eroe si allena; l'eroe sconfigge il nemico". Tolta la banalità del "ciclo dell'eroe" Kishimoto inquadra inoltre i combattimenti come scontri d'astuzia fatti di stratagemmi e contromosse che non fanno rimpiangere le esplosioni barocche, già abusate nelle serie come Dragon Ball e che hanno smesso di stupire.
Gli scontri per giunta non sono solo fisici, ma sono una vera e propria resa dei conti fra le ragioni del "cattivo" e le ragioni del "buono". L'antagonista non viene solo sconfitto sul piano fisico, ma viene messo in discussione il suo punto di vista, ma senza lasciarsi andare a buonismi. Il bianco e il nero del mondo di Naruto diventa infatti sempre più sfumato di grigio. Anche in questo caso lo scontro non è banale e offre un ulteriore piano di confronto.
Il disegno di Kishimoto è preciso e puntiglioso ed è un continuo osare con prospettive diverse dal solito. Con il passare dei volumi e degli anni, il tratto si fa ancora più preciso e "aperto" con tante parti bianche che alleggeriscono le tavole pur mantenendole dettagliate. Le tavole, anche nei momenti più concitati, rimangono pulite e comprensibili.
In definitiva "Naruto" sfugge agli schemi dei manga del suo genere e riesce a essere piacevolmente unico meritandosi il successo che ha guadagnato.
Per chi avesse dei dubbi, consiglio di leggere i primi volumi del manga fino allo scontro con Zabuza. Questa prima parte racchiude in sé lo spirito di tutti i settecento capitoli e svolge, a mio avviso, il ruolo di "episodio pilota" per l'intera serie.
Naruto ci insegnerà, nei settecento capitolo della serie, il suo punto di vista sull'amicizia. Quella vera. Quella che può scaturire quando due anime sono vicine davvero, anche quando combattono su due fronti diversi di una guerra.
Il primo grande punto di forza del manga è la sceneggiatura: i personaggi (amici e nemici) sono numerosi e ben caratterizzati. Specialmente i "cattivi" che non sono mai "cattivi a prescindere" ma hanno sempre delle ottime ragioni per fare quello che fanno. Ma l'equilibrio della narrazione garantisce che il lettore non si affezioni a loro e che le simpatie si concentrino sui "buoni".
La storia è organica e coerente: se un personaggio che compare nel primo numero ha una cicatrice, a metà della (lunga) serie potremmo scoprire come se l'è guadagnata, rimanendo anche sorpresi di come le conseguenze abbiano ripercussioni dirette sulla trama. Ogni volta che il lettore viene sorpreso da un colpo di scena, insomma, ci si rende conto che c'erano indizi seminati lungo tutto il cammino.
Si ha l'impressione che Kishimoto abbia scritto la storia dettagliatamente e nella sua interezza prima di impugnare la matita e disegnare la prima tavola. Resta altrimenti difficile capire come gli avvenimenti abbiano radici concrete e intrecciate con gli eventi che succedono nei volumi molto precedenti. Per questo motivo le vicende non appaiono mai forzate o poco plausibili, ma sembrano naturali.
E in un manga di ninja non possono mancare i combattimenti che ne costituiscono l'ossatura portante. Anzitutto l'autore sfugge al cliché del "compare il nemico; l'eroe viene sconfitto; l'eroe si allena; l'eroe sconfigge il nemico". Tolta la banalità del "ciclo dell'eroe" Kishimoto inquadra inoltre i combattimenti come scontri d'astuzia fatti di stratagemmi e contromosse che non fanno rimpiangere le esplosioni barocche, già abusate nelle serie come Dragon Ball e che hanno smesso di stupire.
Gli scontri per giunta non sono solo fisici, ma sono una vera e propria resa dei conti fra le ragioni del "cattivo" e le ragioni del "buono". L'antagonista non viene solo sconfitto sul piano fisico, ma viene messo in discussione il suo punto di vista, ma senza lasciarsi andare a buonismi. Il bianco e il nero del mondo di Naruto diventa infatti sempre più sfumato di grigio. Anche in questo caso lo scontro non è banale e offre un ulteriore piano di confronto.
Il disegno di Kishimoto è preciso e puntiglioso ed è un continuo osare con prospettive diverse dal solito. Con il passare dei volumi e degli anni, il tratto si fa ancora più preciso e "aperto" con tante parti bianche che alleggeriscono le tavole pur mantenendole dettagliate. Le tavole, anche nei momenti più concitati, rimangono pulite e comprensibili.
In definitiva "Naruto" sfugge agli schemi dei manga del suo genere e riesce a essere piacevolmente unico meritandosi il successo che ha guadagnato.
Per chi avesse dei dubbi, consiglio di leggere i primi volumi del manga fino allo scontro con Zabuza. Questa prima parte racchiude in sé lo spirito di tutti i settecento capitoli e svolge, a mio avviso, il ruolo di "episodio pilota" per l'intera serie.
[ATTENZIONE SPOILER SUL FINALE]
Naruto per me ha un significato importante, è stato il primo manga moooooolto lungo a cui mi sia dedicata.
L'ho amato moltissimo, anche se a volte avrei mangiato il pennino di Kishimoto. La storia è bellissima e avvincente, ami in maniera assurda i suoi personaggi. Io ho amato alla follia Jiraya, che ritengo sia uno dei personaggi più belli insieme a Kakashi. Naruto è un personaggio davvero molto ben studiato, pieno di messaggi positivi e ha una forza (non solo fisica) straordinaria. Il finale lo avrei voluto diverso. Quello scelto da Kishimoto mi sembra un po' banale. Dopo tutto il carattere che ha dato ai suoi personaggi poteva anche concederci un finale più spumeggiante o per lo meno più tragedia all'interno della guerra. Uscirne quasi tutti indenni... ci sarebbe stata più emozione se fosse morto qualche altro personaggio cruciale, ma questi sono solo miei giudizi personali. A parte questo, leggere "Naruto" è quasi un dovere, imperdibile, anche se non credo che ci sia bisogno di dirlo.
Naruto per me ha un significato importante, è stato il primo manga moooooolto lungo a cui mi sia dedicata.
L'ho amato moltissimo, anche se a volte avrei mangiato il pennino di Kishimoto. La storia è bellissima e avvincente, ami in maniera assurda i suoi personaggi. Io ho amato alla follia Jiraya, che ritengo sia uno dei personaggi più belli insieme a Kakashi. Naruto è un personaggio davvero molto ben studiato, pieno di messaggi positivi e ha una forza (non solo fisica) straordinaria. Il finale lo avrei voluto diverso. Quello scelto da Kishimoto mi sembra un po' banale. Dopo tutto il carattere che ha dato ai suoi personaggi poteva anche concederci un finale più spumeggiante o per lo meno più tragedia all'interno della guerra. Uscirne quasi tutti indenni... ci sarebbe stata più emozione se fosse morto qualche altro personaggio cruciale, ma questi sono solo miei giudizi personali. A parte questo, leggere "Naruto" è quasi un dovere, imperdibile, anche se non credo che ci sia bisogno di dirlo.
[<b>ATTENZIONE! CONTIENE SPOILER!</b>]
Per me fare una recensione di "Naruto" e dargli un voto è qualcosa di veramente difficile. "Naruto" è stato infatti il primo manga che io ho letto e seguito settimana per settimana, non dall'inizio perché quando iniziò ad essere serializzato io ero ancora troppo piccolo. Lo scoprii alle medie quando inziai a guardare l'anime, mi piacque e così decisi di recuperare il manga e da allora l'ho seguito sino alla fine. C'è dunque un profondo legame affettivo per questo manga che ha attraversato varie fasi della mia adolescenza e crescita personale, molto più di quanto non abbia fatto "Dragon Ball", di cui tra l'altro ho solo visto l'anime.
L'inizio sicuramente non è dei più originali. Abbiamo un protagonista che è un giovane orfano, che non conosce i propri genitori ed è escluso dagli abitanti del villaggio in cui vive per essere il "contenitore" di un demone. Evitato da tutti e costretto a vivere nella più nera solitudine egli sogna di diventare un grande ninja e un giorno l'Hokage del villaggio per essere così riconosciuto da tutti e finalmente accettato ed amato anche da coloro che l'avevano sempre rifiutato e allontanato come un mostro. Le premesse della trama non sono di certo originalissime, ma l'ambientazione in un mondo di ninja e la simpatia del protagonista riescono comunque ad accattivare il lettore. Inoltre mi preme sottolineare come i personaggi comprimari che accompagnano le vicenda del protagonista siano comunque molto interessanti, ognuno ben caratterizzato e dotato di un peculiare stile di vita e di combattimento, con dei tratti che comunque li rendono apprezzabili. Tra questi sicuramente spiccano per importanza i compagni del team 7 di Naruto: Sasuke Uchiha, Kakashi Hatake e Sakura Haruno. In particolare il primo ricopre un ruolo importante per il rapporto che lo legherà al protagonista. Sasuke è infatti riconosciuto da tutti come un genio, ammirato e osannato dai coetani e dagli adulti, tutto ciò che Naruto non è. Da qui nasce una sorta di rivalità soprattutto per Naruto, che in Sasuke vede un modello di ciò che vorrebbe essere. Ma Sasuke è anche un ragazzo fragile, anch'esso solo ed ultimo appartenente al clan Uchiha, e per questo sotto alcuni aspetti simile a Naruto. I primi 30 volumi grossomodo raccontano l'evolversi delle vicende del team 7, messo alla prova dalle innumerevoli missioni e dall'esame dei Chunin, dal loro confrontarsi con altri giovani ninja e dalla loro maturazione. Nel corso della vicenda ci si trova di fronte a molti combattimenti, a cui il mangaka riesce a dare un certo spessore, soprattutto perché a spuntarla non è chi picchia più forte, ma ogni combattimento ha una strategia sotto, vengono spesso utilizzati degli accorgimenti che permettono anche a chi è all'apparenza più debole di poter vincere o fare la differenza: si veda ad esempio il primo scontro Zabuza-Kakashi o il combattimento tra Neji e Naruto all'esame dei Chunin.
Se i primi volumi costituiscono un'opera pregevole e molto buona, che varrebbe certamente un 8 o un 9, al contrario la seconda parte del manga, che costituisce il blocco dello Shippuden per l'anime, inizia a vacillare e mostrare crepe. Personalmente ritengo che la grave frattura sia avvenuta dopo lo scontro con Pain/Nagato, ma comunque le prime avvisaglie si potevano già notare in precedenza. Mi riferisco in particolare al diverso trattamento tra Sasuke e Naruto, entrambi allenati da due Sannin, Orochimaru il primo e Jiraya il secondo, eppure con esiti del tutto opposti e per certi versi incomprensibili, perché Naruto in 2 anni di allenamento francamente migliora di molto poco, mentre Sasuke cresce esponenzialmente e al loro rincontro il divario è immenso. Questo ha poi portato a dei power up di Naruto del tutto ingiustificati e molto frettolosi, se non immediati. Se quello della modalità sennin era giustificato dalla trama e quindi tanto quanto accettabile, quello del rasen shuriken no, e comunque non era per niente risolutivo. Questo aspetto sarebbe potuto essere gestito sicuramente meglio da Kishimoto e avrebbe risparmiato scene in cui gli antagonisti vengono presi letteralmente a pesci in faccia in modo un po' forzato, com'è capitato a Kakuzu. In ogni caso il manga mantiene ancora una certa coerenza, specie per quanto riguarda l'aspetto dei combattimenti, in cui permane l'aspetto fondamentale della strategia e una limitazione al potere dei personaggi, perché ogni tecnica ha comunque un limite o un punto debole. In questa fase si raggiunge anche quello che per me è l'apice del manga, con i tre scontri Jiraya-Pain, Sasuke-Itachi e Naruto-Pain, che per intensità e emozioni sono solo paragonabili al combattimento Naruto-Sasuke alla fine della prima parte e che in un certo senso costituiscono il superamento e il punto di svolta della situazione che allora si era venuta a creare. Sasuke, che proprio per uccidere il fratello Itachi, responsabile dello sterminio della sua famiglia, si era allontanato dal villaggio e da Naruto, riesce a compiere finalmente la sua vendetta, mentre Naruto di fronte alla perdita di Jiraya, che vedeva in qualche modo come un padre, un mentore, conosce il dolore della perdita che tanto aveva segnato profondamente l'amico.
Tuttavia, al termine dello scontro con Pain e durante il confronto tra Naruto e Nagato inizia l'involuzione del Manga. Infatti, Naruto in modo forzato e inspiegabile, riesce con poche parole per niente convincenti a redimere Nagato e a portarlo a resuscitare tutti coloro che aveva ucciso, per iniziare una fase di buonismo assoluto in cui il protagonista riesce a convertire al bene chiunque gli si pari davanti. Se fino ad allora gli antagonisti erano apprezzabili, da qui in avanti perdono spessore e dignità, pronti a tornare dalla parte del bene alla prima occasione utile e combattere anche a fianco dei protagonisti quando sino a poco prima erano acerrimi nemici pronti a saltarsi alla gola. Riesco ancora a comprendere e in qualche modo anche apprezzare le rivelazioni su Itachi e la verità sullo sterminio degli Uchiha, che comunque offrono ulteriore profondità al personaggio e dei buoni spunti su cui riflettere, ma non lo stravolgimento di Pain, che sino ad allora era uno dei personaggi più riusciti e apprezzabili del mondo di "Naruto", sia come background che per le idee che professava di una pace instaurata con l'uso del terrore, che mi sono piaciute molto e avevano una base di realismo che poteva avere interessanti spunti di riflessione. Oltre alla coerenza dei personaggi, che viene anche meno, col proseguo delle vicende la situazione peggiora in modo vertiginoso. Vengono presentati nuovi personaggi, che però mancano del tutto di uno spessore e di una caratterizzazione degna di questo nome, con pochissime eccezioni, mentre i personaggi della prima parte sono sostanzialmente dimenticati e alla fine destinati al ruolo di semplici comparse, atteggiamento questo che era riscontrabile già all'inizio della seconda parte del manga, ma ora accentuato in modo ancora più evidente, anche qui con alcune eccezioni, ma comunque troppo poco rispetto a quelle che erano le premesse del manga all'inizio. Suo malgrado viene anche meno quell'aspetto nei combattimenti che aveva costituito uno degli elementi più originali di "Naruto", ossia la strategia. Con l'avvicinarsi della fine del manga, gli scontri sono sempre più solo un'accozzaglia di botte da orbi e di tecniche superpotenti che si scontrano l'una con l'altra, senza più che ci sia una tattica alla base. Alle scelte sbagliate dell'autore nel gestire una trama con delle potenzialità enormi si accompagna anche una relativa fretta nel voler concludere, arrivando così a capitoli frenetici e poco chiari, e allo scontro finale tra Naruto e Sasuke, senza aver dato debito spazio a ciò che legittimava questo scontro. Nel giro di tre capitoli i due, che combattevano fianco a fianco si scontrano tra loro, tra l'altro alla massima potenza pur avendo affrontato un combattimento mortale e epocale senza sosta e senza esclusione di colpi. Se devo essere onesto, non posso dire che lo scontro non mi sia piaciuto: il combattimento finale è epico e spettacolare e ha un fortissimo valore emotivo per uno come me che ha da sempre seguito il manga, ma lascia comunque con l'amaro in bocca per la frettolosità con cui è giunto e per la rapidità con cui si è concluso.
Concludendo, "Naruto" è per me qualcosa di simile ad un primo amore, una cotta adolescenziale che mi ha accompagnato per molto tempo, mi ha appassionato ed emozionato, ma anche deluso e amareggiato. Aveva potenzialità illimitate, ma per demerito dell'autore ha finito per intraprendere la strada del declino senza più riuscire a rialzarsi, per poi chiudersi in modo frettoloso, per altro lasciando aperto il campo per sequel o speciali con l'unico scopo di far soldi e offrire prodotti superficiali e di una mediocrità imbarazzante. Non mi sento di dargli un voto negativo, per me è un manga discreto, ma rimane sempre il rimpianto di come sarebbe potuto essere se certe scelte non fossero mai state fatte e fosse rimasta la coerenza con le prime parti del manga.
Per me fare una recensione di "Naruto" e dargli un voto è qualcosa di veramente difficile. "Naruto" è stato infatti il primo manga che io ho letto e seguito settimana per settimana, non dall'inizio perché quando iniziò ad essere serializzato io ero ancora troppo piccolo. Lo scoprii alle medie quando inziai a guardare l'anime, mi piacque e così decisi di recuperare il manga e da allora l'ho seguito sino alla fine. C'è dunque un profondo legame affettivo per questo manga che ha attraversato varie fasi della mia adolescenza e crescita personale, molto più di quanto non abbia fatto "Dragon Ball", di cui tra l'altro ho solo visto l'anime.
L'inizio sicuramente non è dei più originali. Abbiamo un protagonista che è un giovane orfano, che non conosce i propri genitori ed è escluso dagli abitanti del villaggio in cui vive per essere il "contenitore" di un demone. Evitato da tutti e costretto a vivere nella più nera solitudine egli sogna di diventare un grande ninja e un giorno l'Hokage del villaggio per essere così riconosciuto da tutti e finalmente accettato ed amato anche da coloro che l'avevano sempre rifiutato e allontanato come un mostro. Le premesse della trama non sono di certo originalissime, ma l'ambientazione in un mondo di ninja e la simpatia del protagonista riescono comunque ad accattivare il lettore. Inoltre mi preme sottolineare come i personaggi comprimari che accompagnano le vicenda del protagonista siano comunque molto interessanti, ognuno ben caratterizzato e dotato di un peculiare stile di vita e di combattimento, con dei tratti che comunque li rendono apprezzabili. Tra questi sicuramente spiccano per importanza i compagni del team 7 di Naruto: Sasuke Uchiha, Kakashi Hatake e Sakura Haruno. In particolare il primo ricopre un ruolo importante per il rapporto che lo legherà al protagonista. Sasuke è infatti riconosciuto da tutti come un genio, ammirato e osannato dai coetani e dagli adulti, tutto ciò che Naruto non è. Da qui nasce una sorta di rivalità soprattutto per Naruto, che in Sasuke vede un modello di ciò che vorrebbe essere. Ma Sasuke è anche un ragazzo fragile, anch'esso solo ed ultimo appartenente al clan Uchiha, e per questo sotto alcuni aspetti simile a Naruto. I primi 30 volumi grossomodo raccontano l'evolversi delle vicende del team 7, messo alla prova dalle innumerevoli missioni e dall'esame dei Chunin, dal loro confrontarsi con altri giovani ninja e dalla loro maturazione. Nel corso della vicenda ci si trova di fronte a molti combattimenti, a cui il mangaka riesce a dare un certo spessore, soprattutto perché a spuntarla non è chi picchia più forte, ma ogni combattimento ha una strategia sotto, vengono spesso utilizzati degli accorgimenti che permettono anche a chi è all'apparenza più debole di poter vincere o fare la differenza: si veda ad esempio il primo scontro Zabuza-Kakashi o il combattimento tra Neji e Naruto all'esame dei Chunin.
Se i primi volumi costituiscono un'opera pregevole e molto buona, che varrebbe certamente un 8 o un 9, al contrario la seconda parte del manga, che costituisce il blocco dello Shippuden per l'anime, inizia a vacillare e mostrare crepe. Personalmente ritengo che la grave frattura sia avvenuta dopo lo scontro con Pain/Nagato, ma comunque le prime avvisaglie si potevano già notare in precedenza. Mi riferisco in particolare al diverso trattamento tra Sasuke e Naruto, entrambi allenati da due Sannin, Orochimaru il primo e Jiraya il secondo, eppure con esiti del tutto opposti e per certi versi incomprensibili, perché Naruto in 2 anni di allenamento francamente migliora di molto poco, mentre Sasuke cresce esponenzialmente e al loro rincontro il divario è immenso. Questo ha poi portato a dei power up di Naruto del tutto ingiustificati e molto frettolosi, se non immediati. Se quello della modalità sennin era giustificato dalla trama e quindi tanto quanto accettabile, quello del rasen shuriken no, e comunque non era per niente risolutivo. Questo aspetto sarebbe potuto essere gestito sicuramente meglio da Kishimoto e avrebbe risparmiato scene in cui gli antagonisti vengono presi letteralmente a pesci in faccia in modo un po' forzato, com'è capitato a Kakuzu. In ogni caso il manga mantiene ancora una certa coerenza, specie per quanto riguarda l'aspetto dei combattimenti, in cui permane l'aspetto fondamentale della strategia e una limitazione al potere dei personaggi, perché ogni tecnica ha comunque un limite o un punto debole. In questa fase si raggiunge anche quello che per me è l'apice del manga, con i tre scontri Jiraya-Pain, Sasuke-Itachi e Naruto-Pain, che per intensità e emozioni sono solo paragonabili al combattimento Naruto-Sasuke alla fine della prima parte e che in un certo senso costituiscono il superamento e il punto di svolta della situazione che allora si era venuta a creare. Sasuke, che proprio per uccidere il fratello Itachi, responsabile dello sterminio della sua famiglia, si era allontanato dal villaggio e da Naruto, riesce a compiere finalmente la sua vendetta, mentre Naruto di fronte alla perdita di Jiraya, che vedeva in qualche modo come un padre, un mentore, conosce il dolore della perdita che tanto aveva segnato profondamente l'amico.
Tuttavia, al termine dello scontro con Pain e durante il confronto tra Naruto e Nagato inizia l'involuzione del Manga. Infatti, Naruto in modo forzato e inspiegabile, riesce con poche parole per niente convincenti a redimere Nagato e a portarlo a resuscitare tutti coloro che aveva ucciso, per iniziare una fase di buonismo assoluto in cui il protagonista riesce a convertire al bene chiunque gli si pari davanti. Se fino ad allora gli antagonisti erano apprezzabili, da qui in avanti perdono spessore e dignità, pronti a tornare dalla parte del bene alla prima occasione utile e combattere anche a fianco dei protagonisti quando sino a poco prima erano acerrimi nemici pronti a saltarsi alla gola. Riesco ancora a comprendere e in qualche modo anche apprezzare le rivelazioni su Itachi e la verità sullo sterminio degli Uchiha, che comunque offrono ulteriore profondità al personaggio e dei buoni spunti su cui riflettere, ma non lo stravolgimento di Pain, che sino ad allora era uno dei personaggi più riusciti e apprezzabili del mondo di "Naruto", sia come background che per le idee che professava di una pace instaurata con l'uso del terrore, che mi sono piaciute molto e avevano una base di realismo che poteva avere interessanti spunti di riflessione. Oltre alla coerenza dei personaggi, che viene anche meno, col proseguo delle vicende la situazione peggiora in modo vertiginoso. Vengono presentati nuovi personaggi, che però mancano del tutto di uno spessore e di una caratterizzazione degna di questo nome, con pochissime eccezioni, mentre i personaggi della prima parte sono sostanzialmente dimenticati e alla fine destinati al ruolo di semplici comparse, atteggiamento questo che era riscontrabile già all'inizio della seconda parte del manga, ma ora accentuato in modo ancora più evidente, anche qui con alcune eccezioni, ma comunque troppo poco rispetto a quelle che erano le premesse del manga all'inizio. Suo malgrado viene anche meno quell'aspetto nei combattimenti che aveva costituito uno degli elementi più originali di "Naruto", ossia la strategia. Con l'avvicinarsi della fine del manga, gli scontri sono sempre più solo un'accozzaglia di botte da orbi e di tecniche superpotenti che si scontrano l'una con l'altra, senza più che ci sia una tattica alla base. Alle scelte sbagliate dell'autore nel gestire una trama con delle potenzialità enormi si accompagna anche una relativa fretta nel voler concludere, arrivando così a capitoli frenetici e poco chiari, e allo scontro finale tra Naruto e Sasuke, senza aver dato debito spazio a ciò che legittimava questo scontro. Nel giro di tre capitoli i due, che combattevano fianco a fianco si scontrano tra loro, tra l'altro alla massima potenza pur avendo affrontato un combattimento mortale e epocale senza sosta e senza esclusione di colpi. Se devo essere onesto, non posso dire che lo scontro non mi sia piaciuto: il combattimento finale è epico e spettacolare e ha un fortissimo valore emotivo per uno come me che ha da sempre seguito il manga, ma lascia comunque con l'amaro in bocca per la frettolosità con cui è giunto e per la rapidità con cui si è concluso.
Concludendo, "Naruto" è per me qualcosa di simile ad un primo amore, una cotta adolescenziale che mi ha accompagnato per molto tempo, mi ha appassionato ed emozionato, ma anche deluso e amareggiato. Aveva potenzialità illimitate, ma per demerito dell'autore ha finito per intraprendere la strada del declino senza più riuscire a rialzarsi, per poi chiudersi in modo frettoloso, per altro lasciando aperto il campo per sequel o speciali con l'unico scopo di far soldi e offrire prodotti superficiali e di una mediocrità imbarazzante. Non mi sento di dargli un voto negativo, per me è un manga discreto, ma rimane sempre il rimpianto di come sarebbe potuto essere se certe scelte non fossero mai state fatte e fosse rimasta la coerenza con le prime parti del manga.
Dopo aver letto per ben due volte "Naruto", sento il bisogno di dire una cosa importante. Io sono stato un grande fan di "Naruto", soprattutto nella prima parte del manga, dal volume uno al volume ventisette, che raggiunge livelli di bellezza e magnificenza unici per raccontare una storia come quella di "Naruto", un mondo ninja molto pericoloso, abitato da persone malvagie e corrotte, disposte ad uccidere pur di portare avanti i propri obiettivi efferati. Il manga, seppur con qualche calo di tono, riusciva ad andare avanti tranquillamente, fino al volume quarantotto. Nel volume quarantanove è iniziato il declino di "Naruto", con troppi power-up, completamente a caso e mal spiegati. Inoltre, la caratterizzazione dei personaggi è calata e tutti i personaggi sono diventati piatti e banali. "Naruto" è finito abbastanza bene, nonostante ci siano delle cose che mi hanno lasciato perplesso.
Fin da subito ho amato la trama di "Naruto", sempre sensata, in ogni passaggio. I personaggi, seppur potenti e decentemente disegnati, sono diventati piatti, ed è un peccato se ci mettiamo a pensare ai magnifici personaggi di Gaara e Shikamaru. Il disegno all'inizio, nonostante non fosse eccelso, era incisivo, poi è iniziato il declino del tratto.
Quindi...
Trama=10
Personaggi=6
Disegno=7
Finale=8
Voto finale 7,75, cioè 8, dato che non mi piace abbassare il voto a 7 per un manga iniziato parecchio bene.
Fin da subito ho amato la trama di "Naruto", sempre sensata, in ogni passaggio. I personaggi, seppur potenti e decentemente disegnati, sono diventati piatti, ed è un peccato se ci mettiamo a pensare ai magnifici personaggi di Gaara e Shikamaru. Il disegno all'inizio, nonostante non fosse eccelso, era incisivo, poi è iniziato il declino del tratto.
Quindi...
Trama=10
Personaggi=6
Disegno=7
Finale=8
Voto finale 7,75, cioè 8, dato che non mi piace abbassare il voto a 7 per un manga iniziato parecchio bene.
C'è molto da dire riguardo questo manga veramente bello, usando un termine antiquato, che in 15 anni ha regalato a molti fans un'incredibile storia da seguire con personaggi che hanno saputo trasmettere tante emozioni, grazie al creatore Masashi Kishimoto. La storia sarà un continuo crescere fino ad arrivare a momenti epici e pieni di combattimenti davvero molto belli.
La trama vede il protagonista Uzumaki Naruto, un bambino rimasto orfano che viene isolato da tutta Konoha, il villaggio della foglia, per via di un demone sigillato nel suo corpo. Triste e solo, il ragazzino può contare solo sul suo maestro di accademia ninja, dove lui cerca di essere promosso a tutti i costi per diventare un ninja e farla vedere a tutti quelli che lo evitano e parlano male di lui. Nel villaggio è conosciuto anche come un combina guai per via dei suoi dispetti e casini che commette, ma solo per mettersi in mostra così da non essere più invisibile agli occhi di tutti. Il suo destino sarà molto arduo e dovrà affrontare moltissime sfide per realizzare il suo sogno, ma non sarà solo, bensì il giovane Naruto si farà moltissimi amici.
Kishimoto ci ha messo davvero l'anima per ideare una storia tanto incredibile, strutturata bene più che altro. Il mondo di Naruto è concentrato sui ninja, la popolazione è divisa in varie nazioni, le cinque più potenti sono il paese del fuoco, del vento, del fulmine, della terra, dell'acqua; in ogni paese è presente il villaggio base, il villaggio della foglia, della sabbia, della nuvola, della roccia, della nebbia, ognuno di essi comandato dal Kage, il ninja più forte del villaggio. Ci sono anche altri paesi che però si distinguono dalle 5 grandi nazioni. Inizialmente la storia è concentrata su Naruto e il suo team, il quale composto da Uchiha Sasuke, Haruno Sakura, Uzumaki Naruto e comandato da un ninja di grado superiore, Hatake Kakashi. Niente è come sembra, la prima parte di Naruto nasconde moltissime cose, e la sua struttura serve a indirizzarti verso il futuro degli eventi, per prepararti all'improvvisa crescita della storia.
Ogni personaggio ha la sua parte nella storia che andrà ad incidere nel corso degli eventi, nessuno è inutile e soprattutto Naruto evidenzierà molto questo aspetto andando a calcare su ideali profondi come l'amicizia, soprattutto verso il suo migliore amico Sasuke; l'incredibile forza di volontà del protagonista porterà molti sulla sua strada, seguendolo e dandogli supporto.
Il trio protagonista di Naruto, il team 7, è protagonista nella storia, però penso che i veri personaggi che meritano davvero tanto sono Hatake Kakashi e Uchiha Itachi. Il sensei del team 7, ha davvero un pessimo passato che farebbe cadere nel baratro chiunque ma lui ha saputo reagire e arrivare nella posizione dove è adesso solo con le sue forze. Esperienza di vita che incide molto sui suoi allievi i quali possono ritenersi fortunati ad avere come maestro un simile personaggio, il quale li condurrà molte molte sulla via della vittoria grazie ai suoi insegnamenti di vita, dandogli coraggio e facendogli capire per cosa vale la pena lottare, non solo per il potere e la fama, bensì per realizzare i propri obiettivi o proteggere qualcuno di più caro.
L'altro grande personaggio e Uchiha Itachi, un traditore, assassino, mostro, sono tanti gli aggettivi usati per dare sfogo alla rabbia, tutto ciò per aver commesso un grande crimine ed essere scappato dal villaggio. Secondo me la sua mentalità è di gran lunga superiore a qualsiasi altro personaggio della serie; maestro di vita e soprattutto grande cuore verso il suo villaggio, molto leale ai suoi superiori, capace di grandi o terribili azioni solo per garantire la vita al proprio villaggio così come un ninja deve essere. Oltre all'amore e alla fedeltà giurata al suo villaggio, Itachi ama molto il suo fratellino e sicuramente è una struttura ideata da Kishimoto molto bella che piacerà a chiunque.
I disegni inizialmente non sono un granché, forse nel '99 c'erano dei limiti a quello che poteva fare, però poi col passare dei volumi anche i disegni sono migliorati fino ad arrivare ad una qualità assurda e forse una dei migliori.
Concludendo voglio dire che il finale, oltre ad essere scontato e comunque molto bello, ha dei piccoli difetti, per non dire errori, verso la parte conclusiva del manga. Errori che non posso recensire ora perché gravissimi spoiler, in quanto si tratta della parte finale di Naruto, chi lo leggerà tutto capirà. Ma questo non basta a far appassire un'incredibile opera di un grande mangaka.
La trama vede il protagonista Uzumaki Naruto, un bambino rimasto orfano che viene isolato da tutta Konoha, il villaggio della foglia, per via di un demone sigillato nel suo corpo. Triste e solo, il ragazzino può contare solo sul suo maestro di accademia ninja, dove lui cerca di essere promosso a tutti i costi per diventare un ninja e farla vedere a tutti quelli che lo evitano e parlano male di lui. Nel villaggio è conosciuto anche come un combina guai per via dei suoi dispetti e casini che commette, ma solo per mettersi in mostra così da non essere più invisibile agli occhi di tutti. Il suo destino sarà molto arduo e dovrà affrontare moltissime sfide per realizzare il suo sogno, ma non sarà solo, bensì il giovane Naruto si farà moltissimi amici.
Kishimoto ci ha messo davvero l'anima per ideare una storia tanto incredibile, strutturata bene più che altro. Il mondo di Naruto è concentrato sui ninja, la popolazione è divisa in varie nazioni, le cinque più potenti sono il paese del fuoco, del vento, del fulmine, della terra, dell'acqua; in ogni paese è presente il villaggio base, il villaggio della foglia, della sabbia, della nuvola, della roccia, della nebbia, ognuno di essi comandato dal Kage, il ninja più forte del villaggio. Ci sono anche altri paesi che però si distinguono dalle 5 grandi nazioni. Inizialmente la storia è concentrata su Naruto e il suo team, il quale composto da Uchiha Sasuke, Haruno Sakura, Uzumaki Naruto e comandato da un ninja di grado superiore, Hatake Kakashi. Niente è come sembra, la prima parte di Naruto nasconde moltissime cose, e la sua struttura serve a indirizzarti verso il futuro degli eventi, per prepararti all'improvvisa crescita della storia.
Ogni personaggio ha la sua parte nella storia che andrà ad incidere nel corso degli eventi, nessuno è inutile e soprattutto Naruto evidenzierà molto questo aspetto andando a calcare su ideali profondi come l'amicizia, soprattutto verso il suo migliore amico Sasuke; l'incredibile forza di volontà del protagonista porterà molti sulla sua strada, seguendolo e dandogli supporto.
Il trio protagonista di Naruto, il team 7, è protagonista nella storia, però penso che i veri personaggi che meritano davvero tanto sono Hatake Kakashi e Uchiha Itachi. Il sensei del team 7, ha davvero un pessimo passato che farebbe cadere nel baratro chiunque ma lui ha saputo reagire e arrivare nella posizione dove è adesso solo con le sue forze. Esperienza di vita che incide molto sui suoi allievi i quali possono ritenersi fortunati ad avere come maestro un simile personaggio, il quale li condurrà molte molte sulla via della vittoria grazie ai suoi insegnamenti di vita, dandogli coraggio e facendogli capire per cosa vale la pena lottare, non solo per il potere e la fama, bensì per realizzare i propri obiettivi o proteggere qualcuno di più caro.
L'altro grande personaggio e Uchiha Itachi, un traditore, assassino, mostro, sono tanti gli aggettivi usati per dare sfogo alla rabbia, tutto ciò per aver commesso un grande crimine ed essere scappato dal villaggio. Secondo me la sua mentalità è di gran lunga superiore a qualsiasi altro personaggio della serie; maestro di vita e soprattutto grande cuore verso il suo villaggio, molto leale ai suoi superiori, capace di grandi o terribili azioni solo per garantire la vita al proprio villaggio così come un ninja deve essere. Oltre all'amore e alla fedeltà giurata al suo villaggio, Itachi ama molto il suo fratellino e sicuramente è una struttura ideata da Kishimoto molto bella che piacerà a chiunque.
I disegni inizialmente non sono un granché, forse nel '99 c'erano dei limiti a quello che poteva fare, però poi col passare dei volumi anche i disegni sono migliorati fino ad arrivare ad una qualità assurda e forse una dei migliori.
Concludendo voglio dire che il finale, oltre ad essere scontato e comunque molto bello, ha dei piccoli difetti, per non dire errori, verso la parte conclusiva del manga. Errori che non posso recensire ora perché gravissimi spoiler, in quanto si tratta della parte finale di Naruto, chi lo leggerà tutto capirà. Ma questo non basta a far appassire un'incredibile opera di un grande mangaka.
Io sono cresciuto con "Dragon Ball", ma è stato Naruto a farmi conoscere il mondo dei manga nel particolare. Prima per me erano soltanto "cartoni animati", senza distinzioni di genere. Arrivavo da Topolino e dai comics americani, e sapere che a differenza loro Naruto avesse una continuity più semplice e definita era per me un'attrattiva non indifferente. Iniziai a leggerlo alle elementari, ma l'ho finito solo ora dopo medie, superiori, primo lavoretto e qualche paio di anni in una sessione di binge reading. Naruto è cresciuto con me e questo fa un po' senso.
Naruto ha dalla sue quelle caratteristiche che secondo me uno shonen deve avere per fare i grandi numeri: come "Dragon Ball" e "One Piece", per esempio, ha un'architettura caratteristica che rende il mondo più vivo e stimola la fantasia del lettore. Il character design e il tratto sono personali. Kishimoto ha creato una simbologia e una terminologia accattivante, riuscendo a svecchiare il mondo dei ninja rendendolo fresco e giovane. Inoltre, essendo uno shonen, l'autore ha dalla sua una resa abbastanza fluida e chiara dei combattimenti.
Uno dei punti forti del manga sono sicuramente i personaggi. Ognuno con le sue caratteristiche e poteri. Il problema è che andando avanti con i volumetti Kishimoto si diverte a ricreare una mappa di rimandi assurdamente intrecciata. Ogni personaggio è collegato ad almeno altri tre personaggi o ha un corrispettivo in altre generazioni. Un problema dei personaggi è la loro caratterizzazione. Personaggi ostinati e con un forte ideale cambiano idea da un momento all'altro. Tutti i personaggi sono poco caratterizzati, ma Naruto a un certo punto diventa semplicemente una parodia di se stesso.
I combattimenti inizialmente sono avvincenti e interessanti, con una spolverata di strategia qua e là. Andando avanti con la storia si trasforma tutto in un pullulare di power-up in cui vince chi ce l'ha più grosso. Alla fine dei conti Naruto è un tipico prodotto da Shonen Jump, con i pregi caratteristici e i difetti caratteristici. Il finale lascia un po' a desiderare ma se siete tra quelle persone che danno più importanza al viaggio che alla destinazione allora dategli una possibilità.
Naruto ha dalla sue quelle caratteristiche che secondo me uno shonen deve avere per fare i grandi numeri: come "Dragon Ball" e "One Piece", per esempio, ha un'architettura caratteristica che rende il mondo più vivo e stimola la fantasia del lettore. Il character design e il tratto sono personali. Kishimoto ha creato una simbologia e una terminologia accattivante, riuscendo a svecchiare il mondo dei ninja rendendolo fresco e giovane. Inoltre, essendo uno shonen, l'autore ha dalla sua una resa abbastanza fluida e chiara dei combattimenti.
Uno dei punti forti del manga sono sicuramente i personaggi. Ognuno con le sue caratteristiche e poteri. Il problema è che andando avanti con i volumetti Kishimoto si diverte a ricreare una mappa di rimandi assurdamente intrecciata. Ogni personaggio è collegato ad almeno altri tre personaggi o ha un corrispettivo in altre generazioni. Un problema dei personaggi è la loro caratterizzazione. Personaggi ostinati e con un forte ideale cambiano idea da un momento all'altro. Tutti i personaggi sono poco caratterizzati, ma Naruto a un certo punto diventa semplicemente una parodia di se stesso.
I combattimenti inizialmente sono avvincenti e interessanti, con una spolverata di strategia qua e là. Andando avanti con la storia si trasforma tutto in un pullulare di power-up in cui vince chi ce l'ha più grosso. Alla fine dei conti Naruto è un tipico prodotto da Shonen Jump, con i pregi caratteristici e i difetti caratteristici. Il finale lascia un po' a desiderare ma se siete tra quelle persone che danno più importanza al viaggio che alla destinazione allora dategli una possibilità.
Mi appresto a recensire "Naruto", uno dei manga più popolari degli ultimi anni, per cui non mi dilungo nell'ennesimo riassunto della trama. Personalmente ritengo che se "Naruto" avesse sfruttato a pieno le sue potenzialità sarebbe potuto diventare il "Dragon Ball" del 2000, cosa che purtroppo non è avvenuta anche, a mio avviso, per colpa della casa editrice. Se penso a "Naruto" in me si mescolano diverse emozioni, sia positive che negative, ma andiamo con ordine. Il manga parla di Naruto, questo ragazzo dal passato triste, emarginato da tutti, che però con la sua volontà e determinazione intende guadagnarsi il rispetto e l'ammirazione del suo villaggio. Per la sua goffaggine, la sua simpatia, il suo carisma e la sua testardaggine, il lettore, specialmente se adolescente, empatizza immediatamente con Naruto, poiché egli rappresenta in fondo ciascuno di noi, un ragazzo normale, che vuole essere accettato dagli altri. Per tutta la prima parte il manga si mantiene su alti livelli, per merito di un'ambientazione affascinante, una trama avvincente e ricca di colpi di scena, tanti personaggi ben caratterizzati che ispirano simpatia nel lettore e combattimenti ninja dalla forte componente strategica e dal tocco splatter, che non guasta mai. La narrazione è leggera ma in alcuni punti è capace di diventare profonda e più matura. Dal volume 27 poi, dopo uno scontro memorabile che conclude magistralmente la prima parte, si assiste ad un time-skip di 2 anni che segna l'inizio della seconda parte del manga. Io non sono tra coloro che affermano che con Shippuden (il nome della seconda serie nell'anime) il manga decada in modo verticale, in quanto penso che la situazione sia un po' diversa. Indubbiamente questa seconda serie appare un po' sottotono rispetto alla prima, alcuni passaggi sono un po' noiosi, alcuni storici personaggi diventano marginali e ne vengono introdotti altri un po' piatti. La seconda serie vive di lampi estemporanei, tuttavia si mantiene comunque interessante. Il lettore è spinto dalla curiosità di vedere come sono cresciuti i personaggi, inoltre vengono introdotti numerosi misteri ed un gruppo di nemici veramente "fighi". Addirittura dopo una decina di numeri la serie sembra risollevarsi, si entra in una delle saghe migliori del manga, dove si raccontano le vicende di Jiraya e vengono presentate rivelazioni scioccanti sul passato di Itachi Uchiha (mio personaggio preferito). Il tutto culmina con la saga di Pain, molto interessante sia per la filosofia propria dell'antagonista, sia per l'evoluzione di Naruto stesso. Tuttavia è nei numeri seguenti che a mio avviso inizia il vero declino del manga, che culmina nella saga della grande guerra ninja. I concetti di amicizia e vendetta vengono esasperati e banalizzati , così Sasuke diviene un personaggio quasi ridicolo nelle sue scelte. La morale stessa del manga viene contraddetta; mentre all'inizio viene insegnato che con l'impegno e la determinazione si può raggiungere qualsiasi risultato, ora Naruto si scopre essere il ragazzo della profezia, la reincarnazione di uno dei ninja più forti della storia, insomma un predestinato. Inoltre la guerra, ingiustificabilmente lunga è piena zeppa di fanservice. Personalmente la sensazione che ho avuto è stata quella di leggere un manga diverso da quello che avevo iniziato. "Naruto" in quest'ultimo arco sembra sempre più "Dragon Ball", con power up a ripetizione e onde energetiche sempre più grandi che prendono il posto dei combattimenti strategici con kunai e shuriken cui eravamo abituati. Tuttavia a "Naruto" dò lo stesso un 7, perché è un manga che per lunghi tratti è stato incredibilmente bello, perché è un fumetto cui sono affezionato che mi ha accompagnato per anni, e perché è uno di quei manga che mi ha commosso fino alle lacrime in alcune occasioni(storia di Obito e nascita di Naruto). Insomma il ninja biondo è riuscito nel bene e nel male a far breccia nel cuore dei lettori, segnando una generazione.
"Naruto" è un manga che non ha certo bisogno di presentazioni, vista la fama (a mio parere giustificata) di cui ha goduto negli ultimi anni. Premesso che nel recensire un qualsiasi prodotto sia difficile -se non impossibile- prescindere dalla componente soggettiva di gusto, cercherò di chiarire il mio voto analizzando le tre componenti principali dell'opera: la trama, i personaggi e i disegni.
Trama: le avventure del giovane Naruto Uzumaki e del mondo dei ninja ideato da Kishimoto sono talmente varie che stilare una sinossi risulta impresa davvero ardua; il perno centrale dell'intera vicenda è Naruto, ragazzino rimasto orfano dalla nascita, tremendamente imbranato ed esuberante che porta con sé, però, una grande dote: una forza di volontà davvero fuori dal comune, alimentata dal sogno di diventare Hokage, il ninja capo del villaggio della Foglia, suo natio. Da questa principale figura si snoda una trama avvincente, che coinvolge molti altri personaggi tra compagni e rivali, amici e nemici, e che tratta tematiche apparentemente banali quali l'amicizia e la solitudine in maniera originale e toccante. Il male affrontato in Naruto, difatti, non è il classico male incarnato dal nemico che vuole dominare il mondo per una semplice sete di potere, bensì ci troviamo di fronte ad un male "maturo", sempre spinto da motivazioni che affondano le loro radici nel dolore e nelle tragiche sventure che contraddistinguono (forse anche in maniera eccessiva) i personaggi. Tuttavia non è oro tutto quel che luccica: dal punto di vista narrativo l'opera di Kishimoto presenta un progressivo "sgretolamento", in modo particolare nella seconda metà. Sia ben chiaro, la lettura risulta comunque piacevole, ma l'impressione di "brodo allungato" non può non essere percepita, soprattutto in determinati punti, ed il naso si storce ancor di più di fronte ad una parte finale certamente risolta frettolosamente, al di là poi del giudizio personale di ognuno. Da segnalare, infine, sempre in concomitanza con la seconda parte del manga, un incremento significativo della componente di power-up dei personaggi, in particolare Naruto, che mi guardo bene dal segnalare come critica o pregio, in quanto ritengo sia totalmente a discrezione dei diversi lettori. I combattimenti sono frequenti, ben congegnati e mai banali o scontati. Per le ragioni sopra esplicate il mio voto alla trama di Naruto è 8: colpi di scena, intreccio narrativo ben strutturato e quasi mai banale, misteri, combattimenti al limite e tante emozioni possono certamente sopperire al rischio di storcere un po' il naso in taluni punti, soprattutto mano a mano che ci si avvicina alla parte finale.
Personaggi: a mio parere, il vero punto di forza del manga. La loro caratterizzazione è quasi impeccabile, e il maggior punto di pregio che va riconosciuto al mangaka è il fatto che non siano affatto pochi. Nonostante ciò, infatti, la maggior parte di essi è analizzata con precisione, a partire dalla storia personale di ciascuno fino a seguire un percorso evolutivo che quasi mai appare sconsiderato o fuori luogo. :quasi, appunto, poiché anche qui, seppur per poco - sempre a parer mio - non raggiungiamo la perfezione. Sebbene siano pochi, ci sono alcuni personaggi di cui si perde il filo nel procedere della vicenda, altri che non si capisce bene dove siano inseriti nella quadratura finale del cerchio. Altra notazione da fare: la componente tragica da cui le storie della maggioranza dei personaggi - per non dire la totalità - trae spunto. Anche qui, a ciascuno, a secondo del gusto personale, la facoltà di annoverare tra i pregi o tra i difetti tale aspetto. Nel complesso, comunque, sappiate che anche qualora "Naruto" dovesse non piacervi nella maniera più assoluta - concetto per me non concepibile (scherzo) - è estremamente difficile che non vi siano dei personaggi che vi porterete nel cuore, o che quantomeno vi abbiano colpito, per i motivi più disparati. Voto 9.
Disegni: il vero tallone d'Achille. Agli occhi di chi si appresta alla lettura di "Naruto" come primo manga, senza ulteriore esperienza, potrebbe anche sembrare che sia disegnato bene, ma basta un semplice confronto anche approssimativo e rapido con la maggior parte delle altre opere per accorgersi che la semplicità di tratto e figure - che potrebbe anche essere un pregio per quanto concerne la visione d'insieme della vignetta - nasconde, in realtà, dei limiti e delle mancanze. In modo particolare, ne saltano all'occhio due: le ombre e la prospettiva. L'approssimazione con cui vengono rese - o non rese - tali componenti ha effetti deleteri, chiaramente, anche più nel complesso; molte figure appaiono "spoglie", come prive di dettagli a causa della mancanza delle pieghe, ad esempio, su capelli e vestiti, mentre la prospettiva e il senso di profondità spesso mal resi rendono eccessivamente confusionari gli scontri più estremi ed elaborati. Alla luce di ciò, non mi sento di andare oltre la sufficienza per quanto riguarda questo aspetto. Tuttavia, non volendo con ciò per nulla intaccare l'importanza del disegno in un manga, non intendo penalizzare troppo l'opera in questione per questo aspetto poiché ritengo per trama e caratterizzazione dei personaggi che "Naruto" sia un manga assolutamente da leggere, o che meriti almeno un tentativo. Poi, è sempre la componente soggettiva di cui si accennava in apertura che la fa da padrona. Il mio voto finale, per cui, è 8, seppur nella consapevolezza che dal punto di vista prettamente tecnico vi sia, eccome, di meglio.
Trama: le avventure del giovane Naruto Uzumaki e del mondo dei ninja ideato da Kishimoto sono talmente varie che stilare una sinossi risulta impresa davvero ardua; il perno centrale dell'intera vicenda è Naruto, ragazzino rimasto orfano dalla nascita, tremendamente imbranato ed esuberante che porta con sé, però, una grande dote: una forza di volontà davvero fuori dal comune, alimentata dal sogno di diventare Hokage, il ninja capo del villaggio della Foglia, suo natio. Da questa principale figura si snoda una trama avvincente, che coinvolge molti altri personaggi tra compagni e rivali, amici e nemici, e che tratta tematiche apparentemente banali quali l'amicizia e la solitudine in maniera originale e toccante. Il male affrontato in Naruto, difatti, non è il classico male incarnato dal nemico che vuole dominare il mondo per una semplice sete di potere, bensì ci troviamo di fronte ad un male "maturo", sempre spinto da motivazioni che affondano le loro radici nel dolore e nelle tragiche sventure che contraddistinguono (forse anche in maniera eccessiva) i personaggi. Tuttavia non è oro tutto quel che luccica: dal punto di vista narrativo l'opera di Kishimoto presenta un progressivo "sgretolamento", in modo particolare nella seconda metà. Sia ben chiaro, la lettura risulta comunque piacevole, ma l'impressione di "brodo allungato" non può non essere percepita, soprattutto in determinati punti, ed il naso si storce ancor di più di fronte ad una parte finale certamente risolta frettolosamente, al di là poi del giudizio personale di ognuno. Da segnalare, infine, sempre in concomitanza con la seconda parte del manga, un incremento significativo della componente di power-up dei personaggi, in particolare Naruto, che mi guardo bene dal segnalare come critica o pregio, in quanto ritengo sia totalmente a discrezione dei diversi lettori. I combattimenti sono frequenti, ben congegnati e mai banali o scontati. Per le ragioni sopra esplicate il mio voto alla trama di Naruto è 8: colpi di scena, intreccio narrativo ben strutturato e quasi mai banale, misteri, combattimenti al limite e tante emozioni possono certamente sopperire al rischio di storcere un po' il naso in taluni punti, soprattutto mano a mano che ci si avvicina alla parte finale.
Personaggi: a mio parere, il vero punto di forza del manga. La loro caratterizzazione è quasi impeccabile, e il maggior punto di pregio che va riconosciuto al mangaka è il fatto che non siano affatto pochi. Nonostante ciò, infatti, la maggior parte di essi è analizzata con precisione, a partire dalla storia personale di ciascuno fino a seguire un percorso evolutivo che quasi mai appare sconsiderato o fuori luogo. :quasi, appunto, poiché anche qui, seppur per poco - sempre a parer mio - non raggiungiamo la perfezione. Sebbene siano pochi, ci sono alcuni personaggi di cui si perde il filo nel procedere della vicenda, altri che non si capisce bene dove siano inseriti nella quadratura finale del cerchio. Altra notazione da fare: la componente tragica da cui le storie della maggioranza dei personaggi - per non dire la totalità - trae spunto. Anche qui, a ciascuno, a secondo del gusto personale, la facoltà di annoverare tra i pregi o tra i difetti tale aspetto. Nel complesso, comunque, sappiate che anche qualora "Naruto" dovesse non piacervi nella maniera più assoluta - concetto per me non concepibile (scherzo) - è estremamente difficile che non vi siano dei personaggi che vi porterete nel cuore, o che quantomeno vi abbiano colpito, per i motivi più disparati. Voto 9.
Disegni: il vero tallone d'Achille. Agli occhi di chi si appresta alla lettura di "Naruto" come primo manga, senza ulteriore esperienza, potrebbe anche sembrare che sia disegnato bene, ma basta un semplice confronto anche approssimativo e rapido con la maggior parte delle altre opere per accorgersi che la semplicità di tratto e figure - che potrebbe anche essere un pregio per quanto concerne la visione d'insieme della vignetta - nasconde, in realtà, dei limiti e delle mancanze. In modo particolare, ne saltano all'occhio due: le ombre e la prospettiva. L'approssimazione con cui vengono rese - o non rese - tali componenti ha effetti deleteri, chiaramente, anche più nel complesso; molte figure appaiono "spoglie", come prive di dettagli a causa della mancanza delle pieghe, ad esempio, su capelli e vestiti, mentre la prospettiva e il senso di profondità spesso mal resi rendono eccessivamente confusionari gli scontri più estremi ed elaborati. Alla luce di ciò, non mi sento di andare oltre la sufficienza per quanto riguarda questo aspetto. Tuttavia, non volendo con ciò per nulla intaccare l'importanza del disegno in un manga, non intendo penalizzare troppo l'opera in questione per questo aspetto poiché ritengo per trama e caratterizzazione dei personaggi che "Naruto" sia un manga assolutamente da leggere, o che meriti almeno un tentativo. Poi, è sempre la componente soggettiva di cui si accennava in apertura che la fa da padrona. Il mio voto finale, per cui, è 8, seppur nella consapevolezza che dal punto di vista prettamente tecnico vi sia, eccome, di meglio.
"Naruto" ha semplicemente fatto la storia dei manga moderni. Dopo quindici anni di storia era giusto concludere l'avventura di Naruto Uzumaki, chiudere un ciclo insomma.
L'idea di un mondo di ninja è veramente eccezionale, così come tutti i poteri, i personaggi, i luoghi, le missioni che ci sono. Tutti i personaggi che abitano l'universo di Naruto sono caratterizzati nei minimi dettagli e nulla è lasciato al caso e non sono inseriti tanto per esser lì.
I disegni inizialmente sono realizzati con cura, ma nel lungo andare Kishimoto ha semplificato il tratto e non ha più curato alcuni dettagli dei paesaggi, rendendo a parer mio tutto più piatto. A partire dal secondo ciclo (per intenderci: "Shippuden") la storia diventa veramente scontata e il manga prende una caratteristica che ho sempre odiato degli shonen: i continui power-up. Certo, il protagonista vuole diventare hokage e deve dimostrare il suo talento, ma non è possibile continuare ad applicare/creare poteri su poteri solo per rendere il tutto spettacolare. Inoltre, tutto ruota attorno al rapporto Naruto/Sasuke e il resto viene perso di vista.
"Naruto" è un manga che ha (pardon, aveva) delle ottime potenzialità in fatto di storia, disegno e personaggi, ma da "Shippuden" si è perso, adattandosi agli stereotipi degli shonen e non dando più nessuna sensazione. Quando è finito ho tirato un sospiro di sollievo, dato che ero stanco di seguirlo. Voto 8 perché comunque è stato un pilastro negli ultimi quindici anni e certamente ha influenzato molti giovani.
L'idea di un mondo di ninja è veramente eccezionale, così come tutti i poteri, i personaggi, i luoghi, le missioni che ci sono. Tutti i personaggi che abitano l'universo di Naruto sono caratterizzati nei minimi dettagli e nulla è lasciato al caso e non sono inseriti tanto per esser lì.
I disegni inizialmente sono realizzati con cura, ma nel lungo andare Kishimoto ha semplificato il tratto e non ha più curato alcuni dettagli dei paesaggi, rendendo a parer mio tutto più piatto. A partire dal secondo ciclo (per intenderci: "Shippuden") la storia diventa veramente scontata e il manga prende una caratteristica che ho sempre odiato degli shonen: i continui power-up. Certo, il protagonista vuole diventare hokage e deve dimostrare il suo talento, ma non è possibile continuare ad applicare/creare poteri su poteri solo per rendere il tutto spettacolare. Inoltre, tutto ruota attorno al rapporto Naruto/Sasuke e il resto viene perso di vista.
"Naruto" è un manga che ha (pardon, aveva) delle ottime potenzialità in fatto di storia, disegno e personaggi, ma da "Shippuden" si è perso, adattandosi agli stereotipi degli shonen e non dando più nessuna sensazione. Quando è finito ho tirato un sospiro di sollievo, dato che ero stanco di seguirlo. Voto 8 perché comunque è stato un pilastro negli ultimi quindici anni e certamente ha influenzato molti giovani.
<b>Attenzione: presenza di spoiler.</b>
Naruto è sicuramente uno dei manga più famosi al mondo, la storia, in breve, parla di un orfano all'interno del quale è stata sigillata la Volpe a Nove Code, che in passato attaccò il Villaggio della Foglia, dove è ambientata la storia, provocando ingenti danni.
L'ambientazione è medievale/fantasy, anche se sono presenti oggetti all'avanguardia come radio, computer e schermi al plasma. In un databook, Kishimoto ha specificato che i ninja conoscono la tecnologia, ma la usano poco per loro scelta.
Non starò qui a fare un riassunto generale della storia, per quello c'è wikipedia, ma un elenco delle ragioni per le quali ritengo Naruto una sorta di esempio per le generazioni future, per capire le scelte che non dovrebbero mai essere fatte in modo da non rovinarne la storia:
- Morale contraddetta: tutta la prima serie trasmette il messaggio che anche se sei un perdente puoi comunque cambiare il tuo destino, diventando un vincente, come spiega anche Naruto a Neji dopo il loro duello. Peccato che nello Shippuden scopriamo che il nostro eroe discende per metà dal quarto Hokage e per l'altra metà dal clan più potente di un altro villaggio, e come se non bastasse è la reincarnazione del figlio di Rikodou. Il povero Neji invece è l'unico sfigato a morire in guerra, proprio come il suo destino imponeva.
- Stravolgimento totale dei combattimenti: si passa tra sfide ninja, con l'uso di kunai, carte bomba e fumogeni a uno scambio di onde energetiche, ninja che volano con nonchalance e lanciano meteoriti.
- Estremizzazione dei concetti di vendetta e amicizia che, col tempo, hanno reso Naruto e Sasuke due macchiette insopportabili, mentre all'inizio erano due personaggi con tanto potenziale.
- Eccessivo buonismo: è davvero cosi difficile disegnare un ninja col coprifronte della foglia che non sia buono? Era davvero necessario il tragicomico siparietto tra Nagato e i carnefici del padre "Ehi scusaci se ti abbiamo ammazzato la famiglia, ma non lo abbiamo fatto apposta!"?
- I cattivi sono tutti buoni e anche fortemente idioti: Pain ha seminato morte e distruzione per vent'anni uccidendo chiunque gli si opponesse, tra cui il suo vecchio maestro che per lui era come un padre e, dopo un discorsetto di Naruto che si limita a dirgli "Io crederò in quello in cui credeva Jiraiya, sì il tizio che hai ucciso qualche giorno fa", decide di redimersi e suicidarsi per riportare tutti in vita.
- La guerra è stata 90% fanservice, dove personaggi che sembravano essere stati dimenticati tornano sfoderando tecniche assurde e sconfiggendo ninja contro i quali, per coerenza, nemmeno avrebbero dovuto competere.
Sai e Kankuro vs Sasori e Deidara è un esempio, ma ce ne sono molti altri.
Per non parlare di Obito che torna dal regno dei morti solo per dare il Susano a Kakashi, o Gai che usa le otto porte sacrificandosi per fermare Madara; già, peccato che in realtà poi non muoia.
- I disegni a me non sono mai piaciuti molto, ma li ritengo nella media.
- L'ambientazione aveva potenzialità illimitate, peccato che tutti i personaggi siano di Konoha, più il Kage e due-tre ninja degli altri villaggi, alcune figure potenzialmente interessantissime come gli Oin Oin scomparsi nel nulla, gli Anbu, l'élite del villaggio, umiliati da chiunque in ogni occasione.
- Il nemico finale introdotto a trenta capitoli dalla fine per me è davvero una scelta artistica pessima, dato che non c'è nemmeno un po' di hype; Madara sarebbe stato molto più sensato.
Insomma, secondo me gli scrittori di shonen dovrebbero prendere come esempio Naruto proprio per capire cosa non fare per trasformare una storia potenzialmente eccezionale in una minestra banale e scontata, dove già sai cosa e come succederà.
Naruto è sicuramente uno dei manga più famosi al mondo, la storia, in breve, parla di un orfano all'interno del quale è stata sigillata la Volpe a Nove Code, che in passato attaccò il Villaggio della Foglia, dove è ambientata la storia, provocando ingenti danni.
L'ambientazione è medievale/fantasy, anche se sono presenti oggetti all'avanguardia come radio, computer e schermi al plasma. In un databook, Kishimoto ha specificato che i ninja conoscono la tecnologia, ma la usano poco per loro scelta.
Non starò qui a fare un riassunto generale della storia, per quello c'è wikipedia, ma un elenco delle ragioni per le quali ritengo Naruto una sorta di esempio per le generazioni future, per capire le scelte che non dovrebbero mai essere fatte in modo da non rovinarne la storia:
- Morale contraddetta: tutta la prima serie trasmette il messaggio che anche se sei un perdente puoi comunque cambiare il tuo destino, diventando un vincente, come spiega anche Naruto a Neji dopo il loro duello. Peccato che nello Shippuden scopriamo che il nostro eroe discende per metà dal quarto Hokage e per l'altra metà dal clan più potente di un altro villaggio, e come se non bastasse è la reincarnazione del figlio di Rikodou. Il povero Neji invece è l'unico sfigato a morire in guerra, proprio come il suo destino imponeva.
- Stravolgimento totale dei combattimenti: si passa tra sfide ninja, con l'uso di kunai, carte bomba e fumogeni a uno scambio di onde energetiche, ninja che volano con nonchalance e lanciano meteoriti.
- Estremizzazione dei concetti di vendetta e amicizia che, col tempo, hanno reso Naruto e Sasuke due macchiette insopportabili, mentre all'inizio erano due personaggi con tanto potenziale.
- Eccessivo buonismo: è davvero cosi difficile disegnare un ninja col coprifronte della foglia che non sia buono? Era davvero necessario il tragicomico siparietto tra Nagato e i carnefici del padre "Ehi scusaci se ti abbiamo ammazzato la famiglia, ma non lo abbiamo fatto apposta!"?
- I cattivi sono tutti buoni e anche fortemente idioti: Pain ha seminato morte e distruzione per vent'anni uccidendo chiunque gli si opponesse, tra cui il suo vecchio maestro che per lui era come un padre e, dopo un discorsetto di Naruto che si limita a dirgli "Io crederò in quello in cui credeva Jiraiya, sì il tizio che hai ucciso qualche giorno fa", decide di redimersi e suicidarsi per riportare tutti in vita.
- La guerra è stata 90% fanservice, dove personaggi che sembravano essere stati dimenticati tornano sfoderando tecniche assurde e sconfiggendo ninja contro i quali, per coerenza, nemmeno avrebbero dovuto competere.
Sai e Kankuro vs Sasori e Deidara è un esempio, ma ce ne sono molti altri.
Per non parlare di Obito che torna dal regno dei morti solo per dare il Susano a Kakashi, o Gai che usa le otto porte sacrificandosi per fermare Madara; già, peccato che in realtà poi non muoia.
- I disegni a me non sono mai piaciuti molto, ma li ritengo nella media.
- L'ambientazione aveva potenzialità illimitate, peccato che tutti i personaggi siano di Konoha, più il Kage e due-tre ninja degli altri villaggi, alcune figure potenzialmente interessantissime come gli Oin Oin scomparsi nel nulla, gli Anbu, l'élite del villaggio, umiliati da chiunque in ogni occasione.
- Il nemico finale introdotto a trenta capitoli dalla fine per me è davvero una scelta artistica pessima, dato che non c'è nemmeno un po' di hype; Madara sarebbe stato molto più sensato.
Insomma, secondo me gli scrittori di shonen dovrebbero prendere come esempio Naruto proprio per capire cosa non fare per trasformare una storia potenzialmente eccezionale in una minestra banale e scontata, dove già sai cosa e come succederà.
Naruto, Naruto, Naruto... Parlarne è come fare la parte del genitore nei confronti di un ragazzino che, impegnandosi, potrebbe arrivare ovunque lui voglia, ma che per superficialità e pigrizia decide di accontentarsi e non puntare troppo in alto. In questo caso, il lavoro più famoso di Masashi Kishimoto deve rinchiudersi nel passato, non gli è più concessa possibilità alcuna di redimersi e provare a essere quello che sarebbe potuto diventare e che, invece, non è stato.
Una sfilza di condizionali, di "se", di "ma". Sarebbe bello se Naruto potesse ancora essere quel dodicenne infantile ma dalla testa dura, capace di superare la sue paure per raggiungere quel sogno a cui nessuno crede possa ambire: diventare Hokage, il capo supremo dei ninja del Villaggio della Foglia. Vederlo crescere, affrontare le avversità sentendo il peso della sua diversità; le sue relazioni con i compagni sempre in bilico fra l'amicizia, la rivalità e il disprezzo.
Si potrebbe pescare a caso da uno dei primi trenta volumi della serie per trovare qualcosa di bello e magnificamente raccontato: la prima missione del Team 7, le prove estenuanti dell'esame di selezione dei Chunin (la crescita di Sakura e Ino, la ribellione di Hinata, la capacità di rialzarsi di Lee nonostante sia in stato d'incoscienza, solo per via della forza di volontà...), l'ambigua figura di Orochimaru, la speranza di Tsunade, il cambiamento di Gaara e di Sasuke... Quanto ancora si potrebbe narrare!
Ciascun personaggio è dipinto in modo diverso, ogni pennellata non fa altro che donare tocchi di colore in più a figure disegnate sì in modo semplice (Kishimoto non è sicuramente uno dei tratti migliori dello shounen odierno), ma che acquistano profondità a ogni dialogo e flashback. Sono veri, sono vivi, le loro delusioni e i loro desideri sono tangibili e sembra quasi impossibile non fare il tifo per i preferiti, con il desiderio di poterli vedere arrivare a toccare con mano il loro obiettivo.
Quante promesse e aspettative ridotte a brandelli, poco dopo l'inizio del cosiddetto "Shippuden", il periodo con cui nell'anime s'indica l'inizio della seconda parte di Naruto, quella dopo i due anni di allenamento con Jiraiya. Questa stessa distinzione si adatta tristemente anche alla controparte cartacea, le cui premesse appaiono un opaco ricordo, coperto dalla superficialità di una trama evanescente e da personaggi ridotti a macchiette (soprattutto i comprimari). Essi spariscono di fronte alla prorompente trama degli Uchiha, ormai protagonisti di fianco a Naruto, come se fossero delle attrici in attesa che la stella dello spettacolo si ammali per poterne prendere il posto. Un esempio lampante potrebbe essere il ruolo di Sasuke, che subisce continui e conflittuali cambiamenti, i quali occupano interi capitoli per combattimenti perlopiù a senso unico e di scarso approfondimento psicologico. Non sarà mai chiaro che cosa realmente gli passi per la testa, quale sarà, tirando le somme, la sua reale partecipazione all'interno della trama principale del manga: i suoi movimenti sono paralleli a quelli di Naruto, eppure non ci sarà mai un collegamento che fondi chiaramente il perché delle sue azioni. Un discorso simile potrebbe adeguarsi anche a Itachi che, pur apparendo per pochi capitoli, risulta indecifrabile ma fondamentale, un controsenso che non abbandonerà mai la sua figura. Sarebbe stato quasi meglio che fosse un "banale" pazzo psicopatico, anziché un personaggio così "indefinito".
Trama e sceneggiatura vengono anch'esse trascinate nella semplificazione più assoluta: occasioni per spiegare il mondo di Naruto capiteranno a più riprese, ma verranno colte solamente negli ultimi capitoli, in maniera troppo rapida e superficiale. I dialoghi affrettati con cui si scopre la mitologia di Naruto, vanno in forte contraddizione con precedenti dichiarazioni date dall'autore per bocca dei suoi personaggi (per esempio: la storia delle abilità oculari, il modo in cui funzionano e le loro effettive capacità). A quale versione di queste storie dovrebbe credere il lettore? A quella data prima dello Shippuden? O a quelle sciorinate da Kishimoto negli ultimi cento capitoli del manga?
Simili buchi nella trama manifestano una confusione propria dell'autore che si trasmette alla sua opera.
L'ultimo capitolo, infine, sembra dare la definitiva soddisfazione a tutti quei fan bramosi di un lieto fine zuccheroso. La congettura che Kishimoto abbia scritto le ultime gesta di Naruto più per rendere felici i lettori che per coerenza con le sue idee iniziali, trova purtroppo terreno fertile, avvalorato da una conclusione politicamente corretta.
Per citare uno dei pochi personaggi capaci di emergere anche nella seconda parte: "Il valore di un ninja non viene deciso da come è stato in grado di vivere la sua vita, ma da quello che è riuscito a fare prima di andarsene".
Naruto ha vissuto periodi travagliati e si è spento in un lampo dal sapore dolce amaro. Il dubbio di sapere cosa sarebbe potuto essere continuerà a tormentare i lettori insoddisfatti e la sua fine sparirà presto nel dimenticatoio delle opere mediocri.
Cinque per le aspettative illuse e deluse.
Una sfilza di condizionali, di "se", di "ma". Sarebbe bello se Naruto potesse ancora essere quel dodicenne infantile ma dalla testa dura, capace di superare la sue paure per raggiungere quel sogno a cui nessuno crede possa ambire: diventare Hokage, il capo supremo dei ninja del Villaggio della Foglia. Vederlo crescere, affrontare le avversità sentendo il peso della sua diversità; le sue relazioni con i compagni sempre in bilico fra l'amicizia, la rivalità e il disprezzo.
Si potrebbe pescare a caso da uno dei primi trenta volumi della serie per trovare qualcosa di bello e magnificamente raccontato: la prima missione del Team 7, le prove estenuanti dell'esame di selezione dei Chunin (la crescita di Sakura e Ino, la ribellione di Hinata, la capacità di rialzarsi di Lee nonostante sia in stato d'incoscienza, solo per via della forza di volontà...), l'ambigua figura di Orochimaru, la speranza di Tsunade, il cambiamento di Gaara e di Sasuke... Quanto ancora si potrebbe narrare!
Ciascun personaggio è dipinto in modo diverso, ogni pennellata non fa altro che donare tocchi di colore in più a figure disegnate sì in modo semplice (Kishimoto non è sicuramente uno dei tratti migliori dello shounen odierno), ma che acquistano profondità a ogni dialogo e flashback. Sono veri, sono vivi, le loro delusioni e i loro desideri sono tangibili e sembra quasi impossibile non fare il tifo per i preferiti, con il desiderio di poterli vedere arrivare a toccare con mano il loro obiettivo.
Quante promesse e aspettative ridotte a brandelli, poco dopo l'inizio del cosiddetto "Shippuden", il periodo con cui nell'anime s'indica l'inizio della seconda parte di Naruto, quella dopo i due anni di allenamento con Jiraiya. Questa stessa distinzione si adatta tristemente anche alla controparte cartacea, le cui premesse appaiono un opaco ricordo, coperto dalla superficialità di una trama evanescente e da personaggi ridotti a macchiette (soprattutto i comprimari). Essi spariscono di fronte alla prorompente trama degli Uchiha, ormai protagonisti di fianco a Naruto, come se fossero delle attrici in attesa che la stella dello spettacolo si ammali per poterne prendere il posto. Un esempio lampante potrebbe essere il ruolo di Sasuke, che subisce continui e conflittuali cambiamenti, i quali occupano interi capitoli per combattimenti perlopiù a senso unico e di scarso approfondimento psicologico. Non sarà mai chiaro che cosa realmente gli passi per la testa, quale sarà, tirando le somme, la sua reale partecipazione all'interno della trama principale del manga: i suoi movimenti sono paralleli a quelli di Naruto, eppure non ci sarà mai un collegamento che fondi chiaramente il perché delle sue azioni. Un discorso simile potrebbe adeguarsi anche a Itachi che, pur apparendo per pochi capitoli, risulta indecifrabile ma fondamentale, un controsenso che non abbandonerà mai la sua figura. Sarebbe stato quasi meglio che fosse un "banale" pazzo psicopatico, anziché un personaggio così "indefinito".
Trama e sceneggiatura vengono anch'esse trascinate nella semplificazione più assoluta: occasioni per spiegare il mondo di Naruto capiteranno a più riprese, ma verranno colte solamente negli ultimi capitoli, in maniera troppo rapida e superficiale. I dialoghi affrettati con cui si scopre la mitologia di Naruto, vanno in forte contraddizione con precedenti dichiarazioni date dall'autore per bocca dei suoi personaggi (per esempio: la storia delle abilità oculari, il modo in cui funzionano e le loro effettive capacità). A quale versione di queste storie dovrebbe credere il lettore? A quella data prima dello Shippuden? O a quelle sciorinate da Kishimoto negli ultimi cento capitoli del manga?
Simili buchi nella trama manifestano una confusione propria dell'autore che si trasmette alla sua opera.
L'ultimo capitolo, infine, sembra dare la definitiva soddisfazione a tutti quei fan bramosi di un lieto fine zuccheroso. La congettura che Kishimoto abbia scritto le ultime gesta di Naruto più per rendere felici i lettori che per coerenza con le sue idee iniziali, trova purtroppo terreno fertile, avvalorato da una conclusione politicamente corretta.
Per citare uno dei pochi personaggi capaci di emergere anche nella seconda parte: "Il valore di un ninja non viene deciso da come è stato in grado di vivere la sua vita, ma da quello che è riuscito a fare prima di andarsene".
Naruto ha vissuto periodi travagliati e si è spento in un lampo dal sapore dolce amaro. Il dubbio di sapere cosa sarebbe potuto essere continuerà a tormentare i lettori insoddisfatti e la sua fine sparirà presto nel dimenticatoio delle opere mediocri.
Cinque per le aspettative illuse e deluse.
Questo è a mio dire il peggiore manga popolare degli ultimi tempi. La storia comincia più o meno bene, considerando che si parla di un battle shonen: un ragazzino orfano e discriminato con un grande sogno nel cuore e che non si arrende mai, amante del cibo e un po' scemo. Sa un po' di già visto, ok, ma nonostante tutto un po' prende. Accadono diversi eventi e le saghe sono tutte più o meno ok. Le mazzate arrivano subito dopo quella che DOVREBBE essere stata la fine di Naruto, ovvero il combattimento con Sasuke alla cascata. Tuttavia Kishimoto, probabilmente spinto dalla fame di verdoni, conclude la battaglia in modo aperto e riprende dopo un timeskip. Fino alla fine della saga di Pain si regge un po', ma qualcosina cambia. Innanzitutto, il rafforzamento a livello combattivo del protagonista. Immaginatevi un diagramma cartesiano, con il potenziamento come ascissa e il tempo come ordinata: ora, rappresentate con una retta il graduale potenziamento di, che ne so, Luffy di One Piece, nel tempo: considerate i suoi potenziamenti con lo scorrere dei volumi e rappresentateli... Cosa ne viene? Una costante. Ora provate a farlo con Naruto: prima si pompa con il Rasengan (e ci sta anche), poi si ha un leggero periodo di stasi e SBEM, RASENSHURIKEN FUORI DAL NULLA, che lo rafforza in maniera non indifferente. Poi dopo un più leggero periodo di stasi SBEM, modalità eremitica e infine SBEM! Super Saya... Ops, modalità Kyuubi, pardon. Insomma, rappresentando il tutto su una retta, ne viene fuori non una costante, ma una dannata scalinata. Cambia anche la sua caratterizzazione, che secondo alcuni dovrebbe essere "maturazione", mentre in realtà si mette solo a fare prediche alla Don Matteo anche al più infame degli infami. Il quale, pentito, alla fine, come un novello messia di Nazareth, riporta in vita un po' tutte le genti morte in precedenza. E da lì in poi sempre lo stesso schema illustrato prima, power up su power up, predicozzi inutili e soprattutto personaggi interessanti lasciati indietro per lo sviluppo dei due protagonisti: Naruto il Don Matteo e Sasuke la tsundere. Quest'ultimo in particolare non solo viene tirato avanti nonostante il suo stereotipatissimo carattere da bel tenebroso, ma viene tirato avanti anche MALE. Non capisce il messaggio che Itachi gli manda e compie un macello di stupidaggini senza senso. Oh, e non parliamo di Madara. Un personaggio così sbilanciato che ha portato l'autore a power-up impensabili che farebbero impallidire Bleach. E dopo la sua sconfitta, un finale frettoloso e impreciso: il combattimento in teoria definitivo dura UN CAPITOLO, ESATTO, UN CAPITOLO, e termina in un modo stupido, con un seguito doppiamente più stupido: un fanservice shojo per allietare le ragazzine con le coppiette che shippavano. Con tanto di pargoletti. Voto prima serie: 6. Voto Shippuden: 2. Media: 4. E sono stato gentile.
Correva l'anno 1999 quando, sulla celebre rivista contenitore Shonen Jump, faceva la sua comparsa un ragazzino biondo e scalmanato destinato a diventare, a insaputa perfino del suo stesso allora esordiente autore, il protagonista di quello che è da quindici anni a questa parte uno dei fenomeni di massa più noti, amati e, perché no, anche odiati a livello mondiale. Si tratta, naturalmente, di Naruto, famosissima serie di Masashi Kishimoto che, sebbene debba molto ad Akira Toriyama e al suo Dragon Ball, ha saputo imporsi, come personaggio e come manga, sulla scena fumettistica di tutto il mondo, affascinando tanto l'Oriente quanto l'Occidente, dove ha raggiunto notevoli livelli di popolarità, paragonabili a quelli riscossi proprio dalle avventure di quel Goku, che tanto continuano ancora oggi a ispirare molte opere di questo genere.
Ad un tale successo, però, purtroppo non è corrisposta nel tempo, nonostante le premesse e l'ottimo svolgimento della prima parte della storia, una pari qualità complessiva. A dispetto del valore affettivo che ha per molti, Naruto, con il procedere della serializzazione, ha disatteso le elevate aspettative di pubblico e critica, finendo schiacciato e intrappolato dal peso della sua stessa fama. Un vero peccato, visto il potenziale e la bellezza degli inizi, che invece promettevano grandi cose.
I primi ventisette volumi di quest'opera, sono, infatti, un prodotto ben al di sopra della media, godibile ed estremamente coinvolgente. Tra le ragioni responsabili di tutto questo troviamo l'ambientazione ninja, particolare e affascinante, lo stile di narrazione leggero e divertente dell'autore, capace, però, di farsi serio e delicato in molti punti e di dare così vita a diverse scene toccanti e, infine, i numerosi personaggi, protagonista in primis, che di fatto costituiscono la "crème de la crème" di questi capitoli.
Naruto Uzumaki in particolare, è il primo a scatenare istantanee simpatie, poiché rivela da subito un carisma e una personalità più complessa che gli permettono di spiccare e risaltare. Empatizzare con lui è semplice: nonostante il carattere buono e allegro, questo ragazzino è fondamentalmente solo, emarginato per colpe non sue, carico sì di rancore, ma soprattutto di voglia di riscatto e del desiderio sia di liberarsi dall'etichetta di fallito arbitrariamente affibbiatagli, sia di diventare una persona forte in ogni senso, qualcuno in grado di plasmare da sé il proprio destino e proteggere i propri cari. Un eroe principale, pertanto, abbastanza lontano, nonostante alcuni tratti di base comuni, dalla semplicità di Goku e compagni e attorno al quale ruota un universo pulsante di personaggi, tutti, come già detto, particolareggiati e ben caratterizzati, sia nel caso delle comparse, sia per quanto riguarda i riuscitissimi comprimari. Ne sono un esempio i numerosi coetanei del protagonista, ognuno dotato di un proprio background, di una personalità specifica e sfaccettata, riscontrabile anche nelle varie tecniche di combattimento usate e nel messaggio e nei valori di cui si fanno portavoce. Ne è un esempio anche il Team 7, composto da Kakashi Hatake, Sasuke Uchiha e Sakura Haruno, la squadra a cui Naruto viene assegnato nei primi capitoli, la sua prima, vera famiglia, quella che più di tutte svolgerà in seguito un ruolo fondamentale nella sua crescita, basata, oltre che su allenamenti ninja di vario tipo, proprio sulla conoscenza e sul confronto con gli altri, sulla creazione di legami, elemento di assoluta novità e quasi una sfida per un ragazzino del genere, cresciuto in completa solitudine.
Di questi rapporti, il più importante è l'amicizia con Sasuke, che costituisce, come in molti altri battle shonen, il fulcro dell'opera stessa. Tra battibecchi e scontri vari, Naruto pian piano comincerà infatti a vedere nel suo compagno oltre che un rivale da battere, anche un modello da ammirare e a cui ispirarsi, un fratello su cui poter contare, una persona infine, in grado di donargli più di tutte quella felicità, quell'amore, quel senso di appartenenza a una famiglia che brutalmente gli sono stati da sempre negati. Lo stesso vale per l'Uchiha, che trae quindi sollievo e serenità dai suoi nuovi affetti, riuscendo in parte a lenire le ferite profonde, quasi insanabili, che gli sono state inflitte, responsabili della sua personalità schiva e un po' ritrosa, fragile e instabile a livello psicologico.
A livello di trama, sebbene si possa riscontrare qualche schema più classico, tipico del genere, la storia in questi volumi iniziali funziona bene fin dalle prime battute, presentando diversi colpi di scena, misteri e combattimenti piacevoli da seguire, in gran parte basati su strategie piuttosto interessanti. Gli stessi villain risultano carismatici al punto giusto, in grado di farsi odiare quando occorre e di incuriosire riguardo al loro passato, che purtroppo per molti rimarrà irrisolto.
La prima parte di Naruto è, insomma, un vero gioiellino adatto a tutte le età, un racconto organico, coinvolgente, ben strutturato, interessante per i personaggi e per l'accurata ambientazione, oltre che per le tematiche inserite, che non riguardano solo i soliti lapalissiani insegnamenti sull'amicizia, ma riescono a far nascere anche altri tipi di riflessione, grazie soprattutto allo stile efficace e sensibile con cui vengono narrate. E' presente perfino un tocco di romance, che non guasta affatto, ma diventa parte integrante della crescita di alcuni comprimari.
Gli alti e bassi della storia e il tanto temuto declino partono, invece, con i capitoli da cui è stata tratta la serie anime "Shippuden". Escluse alcune saghe come quella del salvataggio di Gaara, quella di Kakuzu e Hidan e quella di Pain (una pagina prima della relativa risoluzione, quanto meno), tutte e tre corali, ben sviluppate e soprattutto coraggiose e crude, Shippuden si mostra da subito più dispersivo, meno appassionante, soprattutto grazie all'entrata in scena di comprimari anonimi, inutili o repellenti nel peggiore dei casi, a discapito di quello che era il cast originario. Se, però, per una ventina di volumi circa si riesce comunque a chiudere un occhio su tutto questo, dalla fine dello scontro con Pain/Nagato, invece, si ha un vero e proprio sfacelo, un tracollo verticale: a causa di una certa scelta relativa alla chiusura del suddetto arco, il manga comincia a perdere gran parte, se non quasi tutti, i pregi che lo avevano contraddistinto fin dagli esordi, a partire dalla caratterizzazione dello stesso Naruto che, da persona artefice del proprio destino passa ad essere una sorta di "messia", un predestinato, un concentrato disgustoso e melenso della più assoluta bontà e perfezione, in grado di redimere chiunque abbia intrapreso un cammino sbagliato, magari alla ricerca di risposte importanti, con due frasi fatte. La negazione, in pratica, di quel bambino che era stato che, pur non possedendo certezze, era in grado di colpire, di scuotere chi gli stava di fronte unicamente armato della sua forza di volontà, della sua determinazione e spontaneità.
La risoluzione della saga di Nagato purtroppo non si limita a questo, ma porta la serie stessa divenire mediocre e banale. A ciò va aggiunto il fatto che il mangaka non sia più riuscito a far tornare la storia agli antichi fasti, continuando al contrario, ad affossarla inesorabilmente, eliminando quasi del tutto le parentesi comiche e inserendo eventi improbabili o al limite del grottesco che, essendo sfruttati male, hanno spesso retroattivamente rovinato quanto realizzato in precedenza, rendendo palese gli intenti commerciali di editor e casa editrice di sfruttare al massimo il successo della serie. Ma alla noia di diversi punti della trama si sarebbe anche potuto soprassedere se non si fosse rovinata la personalità del protagonista e se non fosse stata inficiata anche la coralità dell'opera. Con la parziale eccezione di Shikamaru, Gaara e Hinata, la cui sorte è leggermente migliore perché più legati al biondo eroe, il destino degli altri è davvero infelice: ridotti tutti ad arredo scenografico, non godono quasi più neppure di qualche vignetta, annichiliti, purtroppo, da new entries e comparse insulse e dall'onnipresenza ora di Naruto, ora di Sasuke, dalla perfezione assoluta del primo e dalle crisi del secondo, troppo enfatizzate da Kishimoto per risultare credibili, tra propositi di vendetta e atteggiamenti da primadonna ed emo allo stadio terminale insieme. Ad avere la peggio probabilmente è la protagonista femminile Sakura, accantonata e spesso letteralmente surclassata del tutto in particolare da Hinata le volte in cui quest'ultima compare. Non che la cosa dispiaccia poi troppo, essendo Hinata più dolce, più interessante, più forte e stabile interiormente e viste anche le difficoltà dell'autore stesso a gestire l'Haruno senza renderla, spesso a ragione, indigesta a molti e la sua incapacità di metterla in luce, se non nella parte iniziale e finale dove è presente Sasuke in pianta stabile.
Ciliegina sulla torta le battaglie e i vari scontri, privi ormai anche solo di qualcosa che vagamente ricordi una strategia, molto più simili alle battaglie distruttive di Dragon Ball Z o alle lotte Pokémon che a combattimenti tra ninja.
Di buono, invero, vi è la parte grafica, la regia delle tavole, il tratto chiaro e riconoscibile, anche se a volte troppo spigoloso, di Kishimoto che si è evoluto negli anni in maniera costante e infine alcune scene davvero convincenti sul piano emotivo, che però non bastano a risollevare la qualità del tutto, essendo troppo spesso delle oasi felici in mezzo a un mare di noia e di eventi assolutamente superflui.
Non risolleva il giudizio globale neppure il finale che anzi aumenta il senso di cocente delusione provato in questa seconda parte. Pur se "giusto" a livello di trama e sviluppi, la conclusione arriva infatti improvvisa, raffazzonata ed eccessivamente accelerata, fatto inaccettabile visti gli allungamenti sfiancanti avvenuti in precedenza. Perfino i rapporti e le questioni più importanti rimangono in gran parte irrisolte, lasciate in sospeso a favore di un time skip di molti anni in grado di consentire all'autore la creazione di spin-off o pseudo sequel a non finire.
Nonostante il buono/ottimo livello iniziale, le emozioni e il legame instaurato con i personaggi, è difficile davvero consigliare o meno Naruto a qualcuno. Sarebbe come proporre ad una persona di incontrare quello che poi diventerà uno dei suoi più grandi amori non corrisposti anche se dopo uno splendido e felice periodo di forte amicizia reciproca. A voi la scelta se godervi il viaggio, anche se il percorso imboccato a un certo punto conduce ad una strada quasi senza uscita o se dirigere le vostre attenzioni altrove. Personalmente e assolutamente in modo soggettivo, essendo stato Naruto un pezzo della mia infanzia e della mia adolescenza, ritengo ne sia comunque valsa la pena, in fondo.
Ad un tale successo, però, purtroppo non è corrisposta nel tempo, nonostante le premesse e l'ottimo svolgimento della prima parte della storia, una pari qualità complessiva. A dispetto del valore affettivo che ha per molti, Naruto, con il procedere della serializzazione, ha disatteso le elevate aspettative di pubblico e critica, finendo schiacciato e intrappolato dal peso della sua stessa fama. Un vero peccato, visto il potenziale e la bellezza degli inizi, che invece promettevano grandi cose.
I primi ventisette volumi di quest'opera, sono, infatti, un prodotto ben al di sopra della media, godibile ed estremamente coinvolgente. Tra le ragioni responsabili di tutto questo troviamo l'ambientazione ninja, particolare e affascinante, lo stile di narrazione leggero e divertente dell'autore, capace, però, di farsi serio e delicato in molti punti e di dare così vita a diverse scene toccanti e, infine, i numerosi personaggi, protagonista in primis, che di fatto costituiscono la "crème de la crème" di questi capitoli.
Naruto Uzumaki in particolare, è il primo a scatenare istantanee simpatie, poiché rivela da subito un carisma e una personalità più complessa che gli permettono di spiccare e risaltare. Empatizzare con lui è semplice: nonostante il carattere buono e allegro, questo ragazzino è fondamentalmente solo, emarginato per colpe non sue, carico sì di rancore, ma soprattutto di voglia di riscatto e del desiderio sia di liberarsi dall'etichetta di fallito arbitrariamente affibbiatagli, sia di diventare una persona forte in ogni senso, qualcuno in grado di plasmare da sé il proprio destino e proteggere i propri cari. Un eroe principale, pertanto, abbastanza lontano, nonostante alcuni tratti di base comuni, dalla semplicità di Goku e compagni e attorno al quale ruota un universo pulsante di personaggi, tutti, come già detto, particolareggiati e ben caratterizzati, sia nel caso delle comparse, sia per quanto riguarda i riuscitissimi comprimari. Ne sono un esempio i numerosi coetanei del protagonista, ognuno dotato di un proprio background, di una personalità specifica e sfaccettata, riscontrabile anche nelle varie tecniche di combattimento usate e nel messaggio e nei valori di cui si fanno portavoce. Ne è un esempio anche il Team 7, composto da Kakashi Hatake, Sasuke Uchiha e Sakura Haruno, la squadra a cui Naruto viene assegnato nei primi capitoli, la sua prima, vera famiglia, quella che più di tutte svolgerà in seguito un ruolo fondamentale nella sua crescita, basata, oltre che su allenamenti ninja di vario tipo, proprio sulla conoscenza e sul confronto con gli altri, sulla creazione di legami, elemento di assoluta novità e quasi una sfida per un ragazzino del genere, cresciuto in completa solitudine.
Di questi rapporti, il più importante è l'amicizia con Sasuke, che costituisce, come in molti altri battle shonen, il fulcro dell'opera stessa. Tra battibecchi e scontri vari, Naruto pian piano comincerà infatti a vedere nel suo compagno oltre che un rivale da battere, anche un modello da ammirare e a cui ispirarsi, un fratello su cui poter contare, una persona infine, in grado di donargli più di tutte quella felicità, quell'amore, quel senso di appartenenza a una famiglia che brutalmente gli sono stati da sempre negati. Lo stesso vale per l'Uchiha, che trae quindi sollievo e serenità dai suoi nuovi affetti, riuscendo in parte a lenire le ferite profonde, quasi insanabili, che gli sono state inflitte, responsabili della sua personalità schiva e un po' ritrosa, fragile e instabile a livello psicologico.
A livello di trama, sebbene si possa riscontrare qualche schema più classico, tipico del genere, la storia in questi volumi iniziali funziona bene fin dalle prime battute, presentando diversi colpi di scena, misteri e combattimenti piacevoli da seguire, in gran parte basati su strategie piuttosto interessanti. Gli stessi villain risultano carismatici al punto giusto, in grado di farsi odiare quando occorre e di incuriosire riguardo al loro passato, che purtroppo per molti rimarrà irrisolto.
La prima parte di Naruto è, insomma, un vero gioiellino adatto a tutte le età, un racconto organico, coinvolgente, ben strutturato, interessante per i personaggi e per l'accurata ambientazione, oltre che per le tematiche inserite, che non riguardano solo i soliti lapalissiani insegnamenti sull'amicizia, ma riescono a far nascere anche altri tipi di riflessione, grazie soprattutto allo stile efficace e sensibile con cui vengono narrate. E' presente perfino un tocco di romance, che non guasta affatto, ma diventa parte integrante della crescita di alcuni comprimari.
Gli alti e bassi della storia e il tanto temuto declino partono, invece, con i capitoli da cui è stata tratta la serie anime "Shippuden". Escluse alcune saghe come quella del salvataggio di Gaara, quella di Kakuzu e Hidan e quella di Pain (una pagina prima della relativa risoluzione, quanto meno), tutte e tre corali, ben sviluppate e soprattutto coraggiose e crude, Shippuden si mostra da subito più dispersivo, meno appassionante, soprattutto grazie all'entrata in scena di comprimari anonimi, inutili o repellenti nel peggiore dei casi, a discapito di quello che era il cast originario. Se, però, per una ventina di volumi circa si riesce comunque a chiudere un occhio su tutto questo, dalla fine dello scontro con Pain/Nagato, invece, si ha un vero e proprio sfacelo, un tracollo verticale: a causa di una certa scelta relativa alla chiusura del suddetto arco, il manga comincia a perdere gran parte, se non quasi tutti, i pregi che lo avevano contraddistinto fin dagli esordi, a partire dalla caratterizzazione dello stesso Naruto che, da persona artefice del proprio destino passa ad essere una sorta di "messia", un predestinato, un concentrato disgustoso e melenso della più assoluta bontà e perfezione, in grado di redimere chiunque abbia intrapreso un cammino sbagliato, magari alla ricerca di risposte importanti, con due frasi fatte. La negazione, in pratica, di quel bambino che era stato che, pur non possedendo certezze, era in grado di colpire, di scuotere chi gli stava di fronte unicamente armato della sua forza di volontà, della sua determinazione e spontaneità.
La risoluzione della saga di Nagato purtroppo non si limita a questo, ma porta la serie stessa divenire mediocre e banale. A ciò va aggiunto il fatto che il mangaka non sia più riuscito a far tornare la storia agli antichi fasti, continuando al contrario, ad affossarla inesorabilmente, eliminando quasi del tutto le parentesi comiche e inserendo eventi improbabili o al limite del grottesco che, essendo sfruttati male, hanno spesso retroattivamente rovinato quanto realizzato in precedenza, rendendo palese gli intenti commerciali di editor e casa editrice di sfruttare al massimo il successo della serie. Ma alla noia di diversi punti della trama si sarebbe anche potuto soprassedere se non si fosse rovinata la personalità del protagonista e se non fosse stata inficiata anche la coralità dell'opera. Con la parziale eccezione di Shikamaru, Gaara e Hinata, la cui sorte è leggermente migliore perché più legati al biondo eroe, il destino degli altri è davvero infelice: ridotti tutti ad arredo scenografico, non godono quasi più neppure di qualche vignetta, annichiliti, purtroppo, da new entries e comparse insulse e dall'onnipresenza ora di Naruto, ora di Sasuke, dalla perfezione assoluta del primo e dalle crisi del secondo, troppo enfatizzate da Kishimoto per risultare credibili, tra propositi di vendetta e atteggiamenti da primadonna ed emo allo stadio terminale insieme. Ad avere la peggio probabilmente è la protagonista femminile Sakura, accantonata e spesso letteralmente surclassata del tutto in particolare da Hinata le volte in cui quest'ultima compare. Non che la cosa dispiaccia poi troppo, essendo Hinata più dolce, più interessante, più forte e stabile interiormente e viste anche le difficoltà dell'autore stesso a gestire l'Haruno senza renderla, spesso a ragione, indigesta a molti e la sua incapacità di metterla in luce, se non nella parte iniziale e finale dove è presente Sasuke in pianta stabile.
Ciliegina sulla torta le battaglie e i vari scontri, privi ormai anche solo di qualcosa che vagamente ricordi una strategia, molto più simili alle battaglie distruttive di Dragon Ball Z o alle lotte Pokémon che a combattimenti tra ninja.
Di buono, invero, vi è la parte grafica, la regia delle tavole, il tratto chiaro e riconoscibile, anche se a volte troppo spigoloso, di Kishimoto che si è evoluto negli anni in maniera costante e infine alcune scene davvero convincenti sul piano emotivo, che però non bastano a risollevare la qualità del tutto, essendo troppo spesso delle oasi felici in mezzo a un mare di noia e di eventi assolutamente superflui.
Non risolleva il giudizio globale neppure il finale che anzi aumenta il senso di cocente delusione provato in questa seconda parte. Pur se "giusto" a livello di trama e sviluppi, la conclusione arriva infatti improvvisa, raffazzonata ed eccessivamente accelerata, fatto inaccettabile visti gli allungamenti sfiancanti avvenuti in precedenza. Perfino i rapporti e le questioni più importanti rimangono in gran parte irrisolte, lasciate in sospeso a favore di un time skip di molti anni in grado di consentire all'autore la creazione di spin-off o pseudo sequel a non finire.
Nonostante il buono/ottimo livello iniziale, le emozioni e il legame instaurato con i personaggi, è difficile davvero consigliare o meno Naruto a qualcuno. Sarebbe come proporre ad una persona di incontrare quello che poi diventerà uno dei suoi più grandi amori non corrisposti anche se dopo uno splendido e felice periodo di forte amicizia reciproca. A voi la scelta se godervi il viaggio, anche se il percorso imboccato a un certo punto conduce ad una strada quasi senza uscita o se dirigere le vostre attenzioni altrove. Personalmente e assolutamente in modo soggettivo, essendo stato Naruto un pezzo della mia infanzia e della mia adolescenza, ritengo ne sia comunque valsa la pena, in fondo.
<b>Attenzione: possibili spoiler.</b>
Naruto è sicuramente uno dei manga di maggior successo in Giappone e nel mondo. Iniziai ad apprezzarlo come anime, e in seguito decisi di leggere il manga.
Che dire? All'inizio mi ha presa molto, sia per la sua ambientazione insolita, sia per l'aspetto e la caratterizzazione dei personaggi. La trama scorreva in maniera semplice e coincisa, con sotto trame interessanti. Il disegno, seppur non perfetto, è passabile.
Lo scontro tra Naruto e Sasuke è un dei migliori all'interno del manga stesso, uno dei più toccanti.
Fin qui tutto bene almeno fino al volume 28. Poi da lì in avanti la storia assume una piega da far venire i brividi, dallo sconcerto, tanto da far sorgere la domanda spontanea "ma davvero questo è lo stesso manga??"
Trama scontata e prevedibile, ambientazioni piatte. Personaggi stereotipati e a tratti patetici, e i personaggi secondari che nella prima parte della storia hanno avuto un ruolo più o meno rilevante (Gaara, Rock Lee, etc.) qui sono passati ad essere solo una decorazione dello sfondo. La vicenda ruota unicamente intorno a Sasuke e Naruto, tanto da arrivare a farmi odiare entrambi: il primo perché in tre anni di allenamento, da mezza sega quale era (ed era proprio questo che mi piaceva del personaggio) è diventato di botto un mostro fortissimo, dotato di tecniche impossibili da imparare da comuni mortali, capace di sconfiggere i nemici con la forza "dell'ammore" (avete capito che intendo!); il secondo perché è stato caratterizzato male, diventando un personaggio complessato e ridicolo.
Non parliamo poi degli archi narrativi... noiosi noiosi e anche parecchio ripetitivi. I combattimenti vanno avanti anche per capitoli interi, senza arrivare a nulla. Personaggi del passato, sconfitti, morti e sepolti, che rispuntano da chissà dove e buttati L'ultimo arco narrativo, quello della guerra, che dovrebbe essere uno dei punti focali della narrazione è un vero obbrobrio.
Se la prima parte mi ha entusiasmata, la seconda mi ha delusa su tutta la linea, affondando quel manga che era Naruto, facendogli perdere tutta la sua semplicità e originalità.
Peccato.
Naruto è sicuramente uno dei manga di maggior successo in Giappone e nel mondo. Iniziai ad apprezzarlo come anime, e in seguito decisi di leggere il manga.
Che dire? All'inizio mi ha presa molto, sia per la sua ambientazione insolita, sia per l'aspetto e la caratterizzazione dei personaggi. La trama scorreva in maniera semplice e coincisa, con sotto trame interessanti. Il disegno, seppur non perfetto, è passabile.
Lo scontro tra Naruto e Sasuke è un dei migliori all'interno del manga stesso, uno dei più toccanti.
Fin qui tutto bene almeno fino al volume 28. Poi da lì in avanti la storia assume una piega da far venire i brividi, dallo sconcerto, tanto da far sorgere la domanda spontanea "ma davvero questo è lo stesso manga??"
Trama scontata e prevedibile, ambientazioni piatte. Personaggi stereotipati e a tratti patetici, e i personaggi secondari che nella prima parte della storia hanno avuto un ruolo più o meno rilevante (Gaara, Rock Lee, etc.) qui sono passati ad essere solo una decorazione dello sfondo. La vicenda ruota unicamente intorno a Sasuke e Naruto, tanto da arrivare a farmi odiare entrambi: il primo perché in tre anni di allenamento, da mezza sega quale era (ed era proprio questo che mi piaceva del personaggio) è diventato di botto un mostro fortissimo, dotato di tecniche impossibili da imparare da comuni mortali, capace di sconfiggere i nemici con la forza "dell'ammore" (avete capito che intendo!); il secondo perché è stato caratterizzato male, diventando un personaggio complessato e ridicolo.
Non parliamo poi degli archi narrativi... noiosi noiosi e anche parecchio ripetitivi. I combattimenti vanno avanti anche per capitoli interi, senza arrivare a nulla. Personaggi del passato, sconfitti, morti e sepolti, che rispuntano da chissà dove e buttati L'ultimo arco narrativo, quello della guerra, che dovrebbe essere uno dei punti focali della narrazione è un vero obbrobrio.
Se la prima parte mi ha entusiasmata, la seconda mi ha delusa su tutta la linea, affondando quel manga che era Naruto, facendogli perdere tutta la sua semplicità e originalità.
Peccato.
Naruto... Ci sono tante cose di questo manga che non mi convincono, anzi, mi infastidiscono.
Tanti anni fa riuscivo ancora a godermelo in qualche modo per via dei misteri da svelare che in qualche modo davano fascino ai personaggi attorno cui erano avvolti, ma ormai è tutto talmente tanto esagerato e protagonista-centrico che non capisco di cosa si debba gioire nel leggere un capitolo a settimana. Certo, mi si potrebbe obiettare che il titolo del manga è lo stesso nome del protagonista, tuttavia una volta Masashi Kishimoto dava importanza anche agli altri suoi personaggi. Che col tempo sono andati, a mio avviso, tristemente sprecati.
La decadenza di questo manga prosegue all'incirca da pochi volumi dopo il timeskip di due anni, dopo l'allenamento di Naruto insomma. Da lì in poi non sono stati stravolti soltanto i livelli di forza in modo spaventoso, tant'è che persino il combattimento più epocale dei primi ventisette (sono ventisette?) numeri del fumetto risulta una barzelletta, ma anche i personaggi che si prospettava avrebbero avuto una crescita al pari, se non temporaneamente superiore a quella del protagonista, sono risultati scadenti sia dal punto di vista caratteriale che combattivo.
Ci sono stati anche degli episodi in cui l'autore è riuscito ad avvalorare i suoi personaggi tramite dei confronti o dei flashback. Da un certo punto in poi però è caduto nella banalità più assoluta facendo recitare al suo protagonista il ruolo del Don Matteo che salverà tutti con le prediche, anche gente che ha appena conosciuto e che prima di conoscerlo non aveva ascoltato nessuno, neppure persone emotivamente più influente di lui nelle vite di quegli stessi soggetti che si sono fatti redimere con una facilità disarmante. Inoltre trovo che Naruto, come personaggio, sia puerile e ipocrita. L'unico motivo per il quale riesce realmente ad influenzare l'opinione pubblica nel suo mondo è che è il figlio speciale della matita che ha disegnato tutti gli altri tizi di quel fumetto.
A proposito della matita...
Ma a voi realmente piace Naruto per com'è disegnato? Con la scusa di disegnare con un tocco che ricordi, non so, il disegno da rotolo di pergamena, il character design risulta piatto all'inverosimile. Le proporzioni dei corpi risultano anche piuttosto sballate, dato che dopo quindici anni Kishimoto si ostina a disegnare salsicciotti al posto degli arti (anche se meno di prima, ma dopo quindici anni...!) e quei vestiti, quei capelli, come fanno a essere così plastificati? Ma poi, il chiaroscuro? Tra l'altro non posso neppure affermare che Kishimoto non sappia utilizzare le ombreggiature per i suoi personaggi, infatti nelle pagine a colori d'apertura in cui colora i suoi personaggi riesce a dare una certa tridimensionalità gradevole ai disegni. Oltretutto questa sua mancanza di tridimensionalità influisce anche nella dinamicità delle sue tavole, che sono sì articolate ma anche piuttosto confusionarie perché praticamente sono piatte.
Ultima cosuccia, la già citata involuzione dei personaggi. La mia domanda è: come faccio a prendere sul serio un fumetto in cui, di generazione in generazione, saltano fuori cloni che prendono il posto dei precedessori che hanno/hanno avuto problemi sociali simili, con limitazioni simili, con ambizioni simili se non identiche, e che ciononostante non riescono a vivere in armonia in una società composta appena da ninja, contadini e artigiani-costruttori di ponti? Cioè, cosa me ne faccio di prendere spunto da un fumetto così inconcludente per migliorare la mia vita?
E poi il pretesto con il quale Naruto è passato da bambino sfortunato a ragazzo modello... Siccome ha la volpe sigillata dentro di sé allora nessun bambino, sin dai tempi della prima infanzia, lo ha mai voluto avvicinare. Ma... scherziamo? Che pretesto crudele e irrealistico è mai questo? Lasciare un bambino da solo per anni solo perché papà e mamma ti hanno detto di non avvicinarti a lui, e nessuno che disubbidisse! Per la serie "realismo, da questa parte".
E con questo ho finito.
Se avete ancora intenzione di avventurarvi in un mondo 1D pieno di lagne, ripetitivo e sempre più esagerato, questo manga fa per voi.
Tanti anni fa riuscivo ancora a godermelo in qualche modo per via dei misteri da svelare che in qualche modo davano fascino ai personaggi attorno cui erano avvolti, ma ormai è tutto talmente tanto esagerato e protagonista-centrico che non capisco di cosa si debba gioire nel leggere un capitolo a settimana. Certo, mi si potrebbe obiettare che il titolo del manga è lo stesso nome del protagonista, tuttavia una volta Masashi Kishimoto dava importanza anche agli altri suoi personaggi. Che col tempo sono andati, a mio avviso, tristemente sprecati.
La decadenza di questo manga prosegue all'incirca da pochi volumi dopo il timeskip di due anni, dopo l'allenamento di Naruto insomma. Da lì in poi non sono stati stravolti soltanto i livelli di forza in modo spaventoso, tant'è che persino il combattimento più epocale dei primi ventisette (sono ventisette?) numeri del fumetto risulta una barzelletta, ma anche i personaggi che si prospettava avrebbero avuto una crescita al pari, se non temporaneamente superiore a quella del protagonista, sono risultati scadenti sia dal punto di vista caratteriale che combattivo.
Ci sono stati anche degli episodi in cui l'autore è riuscito ad avvalorare i suoi personaggi tramite dei confronti o dei flashback. Da un certo punto in poi però è caduto nella banalità più assoluta facendo recitare al suo protagonista il ruolo del Don Matteo che salverà tutti con le prediche, anche gente che ha appena conosciuto e che prima di conoscerlo non aveva ascoltato nessuno, neppure persone emotivamente più influente di lui nelle vite di quegli stessi soggetti che si sono fatti redimere con una facilità disarmante. Inoltre trovo che Naruto, come personaggio, sia puerile e ipocrita. L'unico motivo per il quale riesce realmente ad influenzare l'opinione pubblica nel suo mondo è che è il figlio speciale della matita che ha disegnato tutti gli altri tizi di quel fumetto.
A proposito della matita...
Ma a voi realmente piace Naruto per com'è disegnato? Con la scusa di disegnare con un tocco che ricordi, non so, il disegno da rotolo di pergamena, il character design risulta piatto all'inverosimile. Le proporzioni dei corpi risultano anche piuttosto sballate, dato che dopo quindici anni Kishimoto si ostina a disegnare salsicciotti al posto degli arti (anche se meno di prima, ma dopo quindici anni...!) e quei vestiti, quei capelli, come fanno a essere così plastificati? Ma poi, il chiaroscuro? Tra l'altro non posso neppure affermare che Kishimoto non sappia utilizzare le ombreggiature per i suoi personaggi, infatti nelle pagine a colori d'apertura in cui colora i suoi personaggi riesce a dare una certa tridimensionalità gradevole ai disegni. Oltretutto questa sua mancanza di tridimensionalità influisce anche nella dinamicità delle sue tavole, che sono sì articolate ma anche piuttosto confusionarie perché praticamente sono piatte.
Ultima cosuccia, la già citata involuzione dei personaggi. La mia domanda è: come faccio a prendere sul serio un fumetto in cui, di generazione in generazione, saltano fuori cloni che prendono il posto dei precedessori che hanno/hanno avuto problemi sociali simili, con limitazioni simili, con ambizioni simili se non identiche, e che ciononostante non riescono a vivere in armonia in una società composta appena da ninja, contadini e artigiani-costruttori di ponti? Cioè, cosa me ne faccio di prendere spunto da un fumetto così inconcludente per migliorare la mia vita?
E poi il pretesto con il quale Naruto è passato da bambino sfortunato a ragazzo modello... Siccome ha la volpe sigillata dentro di sé allora nessun bambino, sin dai tempi della prima infanzia, lo ha mai voluto avvicinare. Ma... scherziamo? Che pretesto crudele e irrealistico è mai questo? Lasciare un bambino da solo per anni solo perché papà e mamma ti hanno detto di non avvicinarti a lui, e nessuno che disubbidisse! Per la serie "realismo, da questa parte".
E con questo ho finito.
Se avete ancora intenzione di avventurarvi in un mondo 1D pieno di lagne, ripetitivo e sempre più esagerato, questo manga fa per voi.
Usando una metafora ispirata all'enologia, potrei scrivere che Naruto è un Barolo annacquato con acqua di palude. Tra i "big" del mondo dei manga, è in assoluto il mio preferito: trama, disegni e personaggi mi piacciono veramente molto. Ma ci sono dei capitoli (come ad esempio i numerosissimi flashback che sono ormai un marchio di fabbrica di Masashi Kishimoto), messi visibilmente per "allungare il brodo", che mi fanno veramente venire il latte alle ginocchia e che spesso possono costituire quasi tutta la trama di un intero tankobon.
Al di là di questo Naruto, che seguo fedelmente da quando ero una liceale, mi ha convinta perché ha saputo trasmettermi molto dal punto di vista emotivo. La trama in sé, alla fine, si è già vista in giro: il ragazzo sfortunato che ha un sogno e che per esaudirlo dovrà affrontare prove sempre più difficili, a cominciare dal superamento della rivalità con il suo amico/nemico con il quale è in perenne competizione. Ma questa trama "terra terra" è arricchita da una caratterizzazione dei personaggi che, in genere, negli shonen destinati (almeno inizialmente) a un pubblico di preadolescenti non si vede molto spesso. E così il giovane Naruto, come in un romanzo di formazione, si confronta con altri personaggi che, seppur non siano protagonisti, hanno un forte ascendente su di lui e sulla sua storia: Haku, Gaara, Tsunade, e poi ancora Pain/Nagato, e via dicendo. Con tutti, ma proprio tutti (forse con un po' troppo buonismo da parte dell'autore) non si limita a lottare fisicamente, ma cerca di capire i meccanismi che hanno reso il personaggio in quel modo. E a me questo, sì, piace: chiamatemi melodrammatica o come vi pare. Perché sarebbe troppo semplice attirare l'attenzione dello spettatore solo sull'azione fisica; invece in Naruto, dopo il duello con kunai, shuriken e chi più ne ha più ne metta, c'è spazio anche per i sentimenti e il dialogo.
Oltre a ciò, Naruto è un manga fortemente dotato di humour, almeno nei primi numeri, e questo può a volte rendere più leggeri alcuni passaggi forse "pesanti", e questo, almeno secondo me, è un altro punto a suo favore.
Di nuovo, mi trovo a osservare come sia prolisso, e penso che a questo punto (come del resto si sa) è arrivato il momento di mettere la parola "fine" alle avventure del giovane shinobu biondo. Anche perché prima o poi dobbiamo sapere se diventerà Hokage o no! Nel frattempo, il mio voto per quest'opera è otto pieno, se non otto e mezzo.
Al di là di questo Naruto, che seguo fedelmente da quando ero una liceale, mi ha convinta perché ha saputo trasmettermi molto dal punto di vista emotivo. La trama in sé, alla fine, si è già vista in giro: il ragazzo sfortunato che ha un sogno e che per esaudirlo dovrà affrontare prove sempre più difficili, a cominciare dal superamento della rivalità con il suo amico/nemico con il quale è in perenne competizione. Ma questa trama "terra terra" è arricchita da una caratterizzazione dei personaggi che, in genere, negli shonen destinati (almeno inizialmente) a un pubblico di preadolescenti non si vede molto spesso. E così il giovane Naruto, come in un romanzo di formazione, si confronta con altri personaggi che, seppur non siano protagonisti, hanno un forte ascendente su di lui e sulla sua storia: Haku, Gaara, Tsunade, e poi ancora Pain/Nagato, e via dicendo. Con tutti, ma proprio tutti (forse con un po' troppo buonismo da parte dell'autore) non si limita a lottare fisicamente, ma cerca di capire i meccanismi che hanno reso il personaggio in quel modo. E a me questo, sì, piace: chiamatemi melodrammatica o come vi pare. Perché sarebbe troppo semplice attirare l'attenzione dello spettatore solo sull'azione fisica; invece in Naruto, dopo il duello con kunai, shuriken e chi più ne ha più ne metta, c'è spazio anche per i sentimenti e il dialogo.
Oltre a ciò, Naruto è un manga fortemente dotato di humour, almeno nei primi numeri, e questo può a volte rendere più leggeri alcuni passaggi forse "pesanti", e questo, almeno secondo me, è un altro punto a suo favore.
Di nuovo, mi trovo a osservare come sia prolisso, e penso che a questo punto (come del resto si sa) è arrivato il momento di mettere la parola "fine" alle avventure del giovane shinobu biondo. Anche perché prima o poi dobbiamo sapere se diventerà Hokage o no! Nel frattempo, il mio voto per quest'opera è otto pieno, se non otto e mezzo.
Ho letto tutti i numeri. Continuerò a farlo. Ma ho smesso ormai da tempo di comprare il manga. I numeri che avevo (circa una trentina) li ho regalati ad un carissimo amico, appassionato come me di manga. Lui non si era lasciato attrarre dalla corrente e dalla moda, e di Naruto non sapeva praticamente niente.
Mi ha chiesto come mai dessi via tutti quei numeri, tanto più che facendo una descrizione dell'opera ne parlavo piuttosto bene. Ho dovuto spiegargli i motivi della mia scelta. Ed è stato come fare chiarezza ad alta voce dentro di me.
La risposta travagliata che ho dato è che avevo bisogno di SPAZIO in libreria. Spazio perchè i manga sono innumerevoli (mi piace dire 'infiniti') mentre gli scaffali della libreria no. Bisogna dunque selezionare, scegliere, valutare, scartare e amare. E Naruto è stato scelto, valutato scartato e amato. A malincuore non ha passato la selezione. L'avrebbe fatto se la storia si fosse conclusa quando i ninja erano ancora giovani. Diciamo intorno al numero 30. Prima che si ripetessero le situazioni, prima che Naruto diventasse un personaggio piatto, prevedibile, scontato, prima dei tanti capitoli di riempimento. Prima della decadenza dell'arte di Kishimoto. Di un disegno magnifico ma al servizio di una storia che tira avanti senza alcuna necessità. Ma con chiari scopi di lucro. Quasi un tradimento, dopo aver vissuto con il debole e impaurito Naruto le vicende dell'esame, di Zabusa, di Gaara e del rasengan. Ora leggo il volume 66 e mi ritrovo ancora Zabusa (tornato dal mondo dei morti), Gaara e tanti rasengan. Trentasei volumetti di riempimento sono troppi per i miei canoni.
Non voglio essere troppo cattivo e per questo mi limito a dare la sufficienza perchè, a essere sinceri, l'unico problema di Naruto è stata l'eccessiva speculazione editoriale. Sarebbe stato meglio se uno sconosciuto fosse uscito di colpo e avesse ucciso inaspettatamente tutti i personaggi. Un deus ex machina risolutore. Intorno al numero 30. Così per tagliare. Per silenziare. Perché quando non si ha più nulla da dire è meglio tacere. Spreco.
Mi ha chiesto come mai dessi via tutti quei numeri, tanto più che facendo una descrizione dell'opera ne parlavo piuttosto bene. Ho dovuto spiegargli i motivi della mia scelta. Ed è stato come fare chiarezza ad alta voce dentro di me.
La risposta travagliata che ho dato è che avevo bisogno di SPAZIO in libreria. Spazio perchè i manga sono innumerevoli (mi piace dire 'infiniti') mentre gli scaffali della libreria no. Bisogna dunque selezionare, scegliere, valutare, scartare e amare. E Naruto è stato scelto, valutato scartato e amato. A malincuore non ha passato la selezione. L'avrebbe fatto se la storia si fosse conclusa quando i ninja erano ancora giovani. Diciamo intorno al numero 30. Prima che si ripetessero le situazioni, prima che Naruto diventasse un personaggio piatto, prevedibile, scontato, prima dei tanti capitoli di riempimento. Prima della decadenza dell'arte di Kishimoto. Di un disegno magnifico ma al servizio di una storia che tira avanti senza alcuna necessità. Ma con chiari scopi di lucro. Quasi un tradimento, dopo aver vissuto con il debole e impaurito Naruto le vicende dell'esame, di Zabusa, di Gaara e del rasengan. Ora leggo il volume 66 e mi ritrovo ancora Zabusa (tornato dal mondo dei morti), Gaara e tanti rasengan. Trentasei volumetti di riempimento sono troppi per i miei canoni.
Non voglio essere troppo cattivo e per questo mi limito a dare la sufficienza perchè, a essere sinceri, l'unico problema di Naruto è stata l'eccessiva speculazione editoriale. Sarebbe stato meglio se uno sconosciuto fosse uscito di colpo e avesse ucciso inaspettatamente tutti i personaggi. Un deus ex machina risolutore. Intorno al numero 30. Così per tagliare. Per silenziare. Perché quando non si ha più nulla da dire è meglio tacere. Spreco.
Naruto è uno Shonen dove i Ninja regnano. Infatti l'ambientazione è piuttosto moderna ma affiancata all'universo Ninja in ogni Villaggio è sempre presente un gruppo di Ninja pronto a difenderlo. L'autore dell'opera è Masashi Kishimoto un vero artista che purtroppo tende a banalizzare un po' troppo il manga senza rendersi conto che quello che fa ha delle conseguenze nella trama per filo logico. Mi spiego meglio, se esiste un Ninja che ha la "prerogativa" su una tecnica non può darla o farla apprendere a più personaggi sarebbe tutto troppo banale e in Naruto da metà opera si procede quasi sempre in questo verso. Il manga comincia davvero bene la vedo un ottima idea la selezione dei Chunin infatti serve a presentare i personaggi che fino alla prima parte dell'opera aiutano il protagonista Naruto nelle varie missioni. Analizziamo ora Naruto il protagonista dell'opera in questione, è un ragazzo che racchiude dentro di sé il demone della Volpe a Nove code sigillata dal 4° Hokage ai tempi dell'attacco del Villaggio della Foglia. Per tale motivo Naruto è stato emarginato da tutti e con il passare del tempo è diventato un teppista per attirare l'attenzione su se stesso. Il suo sogno è quello di diventare Hokage. All'inizio l'unico a cui può fare affidamento è il maestro Iruka, ma con il tempo e il suo carattere esuberante conquisterà la fiducia di tutto il Villaggio intero e gli altri Paesi Vicini. In poche parole seppur partito bene e con buone potenzialità il manga a lungo andare si rivela ridicolo, dalle morti alle resuscitazioni che avvengono più e più volte nel corso del manga. Purtroppo vi sono alti e bassi e attualmente non mi sento di dare un voto più positivo di quello che ho messo.
Naruto, uno Shonen partito bene e con ottime potenzialità che gradualmente (per circa una decina di volumi) e infine, drasticamente, sprofonda nel baratro. Io ero una di quelle che all'inizio lo stava prendendo con entusiasmo, per poi aprire gli occhi per quanto la trama diventava ripetitiva e monotona. Così che alla fine tutto si riduce ad una questiona tra Naruto e Sasuke, così tanto da rasentare lo Yaoi. Per carità, io ne leggo a pacchi di Yaoi, ma nel caso di Naruto...è un incubo allucinate fatto da Fangirl impazzite.
La storia; banale, monotona, scontata. Si, l'ho già detto prima, ma lo ripeto perché io, amante degli Shonen, non posso far altro che penalizzare Naruto anche per aver dato vita a quella corrente di Shonen dove la trama è pressoché inesistente, che tanto l'importante e solo far piovere fan service a catinelle. Nel caso specifico di Naruto, la storia parte in una direzione precisa, per poi addirittura stravolgersi completamente ad un certo punto a caso del manga, così da farti chiedere come una scema qual'è il vero scopo del protagonista e degli altri personaggi. Morale della favola; alla fin fine non capisci dove la storia vuole andare a parare.
I personaggi; all'inizio interessanti, tanto da poterli preferire al protagonista secondo i propri gusti personali. Ma col proseguire del manga diventano piatti e inutili. Come se servissero solo da sfondo. Non so, immaginatevi una stanza; tutti i personaggi secondari di Naruto sono la tappezzeria del muro, Sasuke e Naruto invece sono solo due stupidi divani in mezzo alla stanza. Basta.
Forse è un paragone del cavolo, ma descrive in pieno ciò che è Naruto.
Per quanto riguarda i personaggi negativi qualcuno si salva, ma solo uno o due su centomila.
I disegni; ho letto che alcuni li hanno disprezzati, ma sinceramente io on ci do molto peso, anche perché in uno Shonen i disegni e i colori, quasi per regola, devono essere stravaganti e quindi finiscono per piacere ad un determinato genere di persone. Ma nonostante ciò, devo ammettere che effettivamente i disegni di Masashi Kishimoto sono sotto la media.
Non così pessimi, ma quasi accettabili.
Temi; La profondità di questo manga è praticamente inesistente. L'unica cosa che da l'illusione che ci sia è solo quella marea di personaggi dalla ovvia infanzia super traumatica e senza almeno un genitore. (davvero, quando in una puntata o visto un personaggio che aveva sia la madre che il padre ancora in vita ho gridato al miracolo). Certo, ogni tanto vengono sbandierati temi importanti come l'amicizia e....l'amicizia (non c'è ne sono altri), ma con vaga superficialità e in modo così ripetitivo da farti venire il mal di stomaco.
Io sono davvero rimasta delusa da questo manga, tanto che non faccio altro che pregare che Kishimoto lo finisca presto, così da liberarci da questo atroce tormento.
La storia; banale, monotona, scontata. Si, l'ho già detto prima, ma lo ripeto perché io, amante degli Shonen, non posso far altro che penalizzare Naruto anche per aver dato vita a quella corrente di Shonen dove la trama è pressoché inesistente, che tanto l'importante e solo far piovere fan service a catinelle. Nel caso specifico di Naruto, la storia parte in una direzione precisa, per poi addirittura stravolgersi completamente ad un certo punto a caso del manga, così da farti chiedere come una scema qual'è il vero scopo del protagonista e degli altri personaggi. Morale della favola; alla fin fine non capisci dove la storia vuole andare a parare.
I personaggi; all'inizio interessanti, tanto da poterli preferire al protagonista secondo i propri gusti personali. Ma col proseguire del manga diventano piatti e inutili. Come se servissero solo da sfondo. Non so, immaginatevi una stanza; tutti i personaggi secondari di Naruto sono la tappezzeria del muro, Sasuke e Naruto invece sono solo due stupidi divani in mezzo alla stanza. Basta.
Forse è un paragone del cavolo, ma descrive in pieno ciò che è Naruto.
Per quanto riguarda i personaggi negativi qualcuno si salva, ma solo uno o due su centomila.
I disegni; ho letto che alcuni li hanno disprezzati, ma sinceramente io on ci do molto peso, anche perché in uno Shonen i disegni e i colori, quasi per regola, devono essere stravaganti e quindi finiscono per piacere ad un determinato genere di persone. Ma nonostante ciò, devo ammettere che effettivamente i disegni di Masashi Kishimoto sono sotto la media.
Non così pessimi, ma quasi accettabili.
Temi; La profondità di questo manga è praticamente inesistente. L'unica cosa che da l'illusione che ci sia è solo quella marea di personaggi dalla ovvia infanzia super traumatica e senza almeno un genitore. (davvero, quando in una puntata o visto un personaggio che aveva sia la madre che il padre ancora in vita ho gridato al miracolo). Certo, ogni tanto vengono sbandierati temi importanti come l'amicizia e....l'amicizia (non c'è ne sono altri), ma con vaga superficialità e in modo così ripetitivo da farti venire il mal di stomaco.
Io sono davvero rimasta delusa da questo manga, tanto che non faccio altro che pregare che Kishimoto lo finisca presto, così da liberarci da questo atroce tormento.
Naruto, primo manga scritto da Masashi Kishimoto, non ha certo bisogno di introduzioni o delucidazioni troppo approfondite sulla trama, essendo uno dei manga più venduti e popolari degli ultimi anni.
Diciamocelo: l'inizio non è proprio il massimo dell'originalità, essendo ninja e samurai protagonisti di manga praticamente da sempre. Tuttavia, ciò che risalta subito all'attenzione del lettore, è la condizione del protagonista: pur rispecchiando per certi versi lo stereotipo del protagonista shonen, pigro e mangione, Naruto ha qualcosa in più; egli è infatti un dodicenne orfano, emarginato da coetanei e adulti, che fa di tutto per attirare le grazie del suo villaggio, con scarsissimo successo.
Comincia poi la presentazione dei comprimari di Naruto: i compagni di squadra Sasuke e Sakura e il maestro Kakashi. Ed è a questo punto che l'opera inizia a ingranare, con una prima avventura in un villaggio straniero e dei nemici da sconfiggere. Il finale di questa saga introduttiva è un'ottima premessa: Kishimoto ha costruito una solida base per uno shonen che, sebbene non si discosti troppo dalla linee tipiche del genere, promette grandi cose. E in effetti, queste aspettative non saranno deluse.
Lo scenario si sposterà quindi interamente su Konoha, il villaggio della foglia, ambientazione principale delle vicende di tutta l'opera, per presentarci un esame in cui i giovani ninja dovranno affrontare pericolose prove per ottenere una sorta di promozione. Una delle cose migliori di questa parte del manga sono senza dubbio i personaggi secondari: ognuno presentato a dovere, caratterizzato piuttosto bene, talvolta anche meglio dei protagonisti.
Passiamo ora agli aspetti tecnici del tratto di Kishimoto: qui parte la prima critica negativa al manga, perché, sebbene il disegno possa sembrare curato e particolareggiato, ha in realtà gravi pecche. Naruto è disegnato interamente in bianco e nero, con totale assenza di chiaroscuro, e mancano persino ombre e ombreggiature sui volti. I capelli sono stilizzati, e addirittura a volte guardando le facce dei personaggi sembra di trovarsi dinnanzi alla stessa persona a cui sono stati cambiati colore e forma dei capelli.
Comunque questo non sarà un problema, il disegno tutto sommato è comunque gradevole, e non rende assolutamente difficoltosa la lettura.
L'ambientazione è curata abbastanza bene, anche se può talvolta risultare abbastanza anonima, soprattutto per l'aspetto grafico dei villaggi. I ruoli e l'organizzazione di potere, così come la geografia dell'intero mondo di Naruto, vengono spiegati molto dettagliatamente. Bisogna dire che, con così tanti posti da visitare, Kishimoto avrebbe potuto evitare di rilegare i protagonisti all'interno di un solo villaggio; tuttavia riesce comunque a darci indirettamente alcuni nozioni riguardo alla politica degli altri quattro villaggi da lui ideati.
I combattimenti non sono mai banali o scontati: la strategia è sempre la chiave per la vittoria. Kishimoto riesce a tenere col fiato sospeso durante tutti gli scontri, interrompendo la lotta con un ottimo tempismo quando necessario. E in questo manga potrete davvero trovare alcuni fra gli scontri più emozionanti di tutto il panorama shonen: vengono alternati con sapienza momenti epici, altri più leggeri e altri davvero drammatici, in un mix di sensazioni assolutamente equilibrato.
Bene, basta tergiversare: il mio voto è cinque. Ma come? Tutti questi commenti positivi e poi un voto così basso? Ebbene sì. Perché questa è la recensione dei primi 28 volumi, che costituiscono la prima parte di Naruto, un manga davvero meritevole. Passiamo quindi alla descrizione dei volumi dal 29 in poi, ossia quelli che segneranno un collasso verticale e la colata a picco di quello che sarebbe potuto essere un'ottima opera.
Dal 29esimo numero, tutto ciò che di buono poteva avere Naruto scompare. A partire dai personaggi: i secondari, che costituivano quasi la spina dorsale del comparto caratteristico, scompaiono del tutto, per lasciar spazio a quelli che d'ora in poi saranno gli unici personaggi rilevanti di questa serie, Naruto e Sasuke. Gli unici personaggi secondari che Kishimoto ha deciso di "salvare" sono Gaara e Shikamaru, il cui ruolo viene comunque drasticamente ridotto. Tutti gli altri faranno al massimo un paio di apparizioni superficiali. Insomma, Kishimoto ha davvero sprecato in modo deplorevole alcune delle sue migliori creature, relegandole a semplici comparse. Ma questa crisi non riguarda solo loro: persino due di quelli che nella prima serie erano protagonisti, Kakashi e Sakura, vengono trasformati in nient'altro che personaggi ricorrenti, una sorta di guest star. E anche gli antagonisti si trasformano in semplici macchiette, che prendono decisioni prive di senso solo per permettere all'autore di portare aventi la storia.
I combattimenti sono irriconoscibili: se i volumi non portassero la firma di Kishimoto, giurerei che la prima e la seconda serie fossero stati scritti da due autori differenti. Se nei primi volumi le vere protagoniste degli scontri erano la tattica e l'intelligenza, dal 29 in poi tutto si riduce a un accozzaglia di tecniche utilizzate solo per far scena. La definizione stessa di ninja viene meno, niente più strategia, niente più armi silenziose, solo armature e fiamme che escono dagli occhi e sfere giganti d'energia.
Non mi dilungo oltre: Kishimoto, dopo un inizio più che buono, non è stato in grado di mantenere quello stile narrativo fresco e appassionante dei primi numeri, cadendo nella banalità più assoluta e non riuscendo più a uscirne. Nonostante tutto però, consiglio vivamente la lettura almeno della prima parte, perché merita, merita davvero tanto.
Diciamocelo: l'inizio non è proprio il massimo dell'originalità, essendo ninja e samurai protagonisti di manga praticamente da sempre. Tuttavia, ciò che risalta subito all'attenzione del lettore, è la condizione del protagonista: pur rispecchiando per certi versi lo stereotipo del protagonista shonen, pigro e mangione, Naruto ha qualcosa in più; egli è infatti un dodicenne orfano, emarginato da coetanei e adulti, che fa di tutto per attirare le grazie del suo villaggio, con scarsissimo successo.
Comincia poi la presentazione dei comprimari di Naruto: i compagni di squadra Sasuke e Sakura e il maestro Kakashi. Ed è a questo punto che l'opera inizia a ingranare, con una prima avventura in un villaggio straniero e dei nemici da sconfiggere. Il finale di questa saga introduttiva è un'ottima premessa: Kishimoto ha costruito una solida base per uno shonen che, sebbene non si discosti troppo dalla linee tipiche del genere, promette grandi cose. E in effetti, queste aspettative non saranno deluse.
Lo scenario si sposterà quindi interamente su Konoha, il villaggio della foglia, ambientazione principale delle vicende di tutta l'opera, per presentarci un esame in cui i giovani ninja dovranno affrontare pericolose prove per ottenere una sorta di promozione. Una delle cose migliori di questa parte del manga sono senza dubbio i personaggi secondari: ognuno presentato a dovere, caratterizzato piuttosto bene, talvolta anche meglio dei protagonisti.
Passiamo ora agli aspetti tecnici del tratto di Kishimoto: qui parte la prima critica negativa al manga, perché, sebbene il disegno possa sembrare curato e particolareggiato, ha in realtà gravi pecche. Naruto è disegnato interamente in bianco e nero, con totale assenza di chiaroscuro, e mancano persino ombre e ombreggiature sui volti. I capelli sono stilizzati, e addirittura a volte guardando le facce dei personaggi sembra di trovarsi dinnanzi alla stessa persona a cui sono stati cambiati colore e forma dei capelli.
Comunque questo non sarà un problema, il disegno tutto sommato è comunque gradevole, e non rende assolutamente difficoltosa la lettura.
L'ambientazione è curata abbastanza bene, anche se può talvolta risultare abbastanza anonima, soprattutto per l'aspetto grafico dei villaggi. I ruoli e l'organizzazione di potere, così come la geografia dell'intero mondo di Naruto, vengono spiegati molto dettagliatamente. Bisogna dire che, con così tanti posti da visitare, Kishimoto avrebbe potuto evitare di rilegare i protagonisti all'interno di un solo villaggio; tuttavia riesce comunque a darci indirettamente alcuni nozioni riguardo alla politica degli altri quattro villaggi da lui ideati.
I combattimenti non sono mai banali o scontati: la strategia è sempre la chiave per la vittoria. Kishimoto riesce a tenere col fiato sospeso durante tutti gli scontri, interrompendo la lotta con un ottimo tempismo quando necessario. E in questo manga potrete davvero trovare alcuni fra gli scontri più emozionanti di tutto il panorama shonen: vengono alternati con sapienza momenti epici, altri più leggeri e altri davvero drammatici, in un mix di sensazioni assolutamente equilibrato.
Bene, basta tergiversare: il mio voto è cinque. Ma come? Tutti questi commenti positivi e poi un voto così basso? Ebbene sì. Perché questa è la recensione dei primi 28 volumi, che costituiscono la prima parte di Naruto, un manga davvero meritevole. Passiamo quindi alla descrizione dei volumi dal 29 in poi, ossia quelli che segneranno un collasso verticale e la colata a picco di quello che sarebbe potuto essere un'ottima opera.
Dal 29esimo numero, tutto ciò che di buono poteva avere Naruto scompare. A partire dai personaggi: i secondari, che costituivano quasi la spina dorsale del comparto caratteristico, scompaiono del tutto, per lasciar spazio a quelli che d'ora in poi saranno gli unici personaggi rilevanti di questa serie, Naruto e Sasuke. Gli unici personaggi secondari che Kishimoto ha deciso di "salvare" sono Gaara e Shikamaru, il cui ruolo viene comunque drasticamente ridotto. Tutti gli altri faranno al massimo un paio di apparizioni superficiali. Insomma, Kishimoto ha davvero sprecato in modo deplorevole alcune delle sue migliori creature, relegandole a semplici comparse. Ma questa crisi non riguarda solo loro: persino due di quelli che nella prima serie erano protagonisti, Kakashi e Sakura, vengono trasformati in nient'altro che personaggi ricorrenti, una sorta di guest star. E anche gli antagonisti si trasformano in semplici macchiette, che prendono decisioni prive di senso solo per permettere all'autore di portare aventi la storia.
I combattimenti sono irriconoscibili: se i volumi non portassero la firma di Kishimoto, giurerei che la prima e la seconda serie fossero stati scritti da due autori differenti. Se nei primi volumi le vere protagoniste degli scontri erano la tattica e l'intelligenza, dal 29 in poi tutto si riduce a un accozzaglia di tecniche utilizzate solo per far scena. La definizione stessa di ninja viene meno, niente più strategia, niente più armi silenziose, solo armature e fiamme che escono dagli occhi e sfere giganti d'energia.
Non mi dilungo oltre: Kishimoto, dopo un inizio più che buono, non è stato in grado di mantenere quello stile narrativo fresco e appassionante dei primi numeri, cadendo nella banalità più assoluta e non riuscendo più a uscirne. Nonostante tutto però, consiglio vivamente la lettura almeno della prima parte, perché merita, merita davvero tanto.
Naruto è un fumetto famosissimo che non ha bisogno di presentazioni grazie al grande successo ottenuto sia con il manga che con l'anime. Non mi concentrerò molto sulla trama perchè la conosciamo abbastanza tutti quanti, vi elencherò qui difetti e pregi di questo manga.
Parto con il presupposto che fondamentalmente a me Naruto piace abbastanza ma devo oggettivamente ammettere che è diventato abbastanza tirato per le lunghe da un certo punto della storia. Inizialmente il manga è fresco, dinamico, ricco di ottimi personaggi dal calibro di Lee, Gaara, Shikamaru, Neji e ho trovato un ottimo arco la parte che va dall'esame fino alla morte del terzo Hokage. Dei volumi avvincenti e appassionanti, ma dove si trova il problema?andiamo con ordine. Dopo che Sasuke decide di seguire Orochimaru abbiamo questo passaggio dei due anni, fin qui nulla di male. La parte relativa alla spedizione di Sakura/Naruto/Sai/Yamato è abbastanza piacevole, però da qui nasce il danno. L'autore ha cominciato ad improntare tutto quanto sui sentimenti di Naruto verso Sasuke cercando in tutti i modi di mettere in risalto il loro legame d'amicizia che si è perso...ora, nulla di male, ma siamo arrivati in un punto in cui l'autore non si capiva costa stesse facendo. Si mette a fare morti e resurrezioni, Sasuke che riceve occhi gratis, Naruto che diventa sempre più un sayan di 40°livello, Sakura che si piange sempre addosso, tutti i vecchi personaggi scompaiono e non si rivedono più e il colpo di grazia si ha con la guerra! e che guerra!una guerra che ha dei momenti belli, ma anche momenti orrendi...un altalena: da 7 a 3 , da 4 a 6, da 6 a 7 e da 7 torniamo a 3.
Detto questo, a me piace ma non me la sento di dare un voto alto, purtroppo ci sono momenti troppo bassi a volte e oggettivamente non posso alzare più di tanto, gli metto 6, mi dispiace, ma ora come ora è quello che merita.
Parto con il presupposto che fondamentalmente a me Naruto piace abbastanza ma devo oggettivamente ammettere che è diventato abbastanza tirato per le lunghe da un certo punto della storia. Inizialmente il manga è fresco, dinamico, ricco di ottimi personaggi dal calibro di Lee, Gaara, Shikamaru, Neji e ho trovato un ottimo arco la parte che va dall'esame fino alla morte del terzo Hokage. Dei volumi avvincenti e appassionanti, ma dove si trova il problema?andiamo con ordine. Dopo che Sasuke decide di seguire Orochimaru abbiamo questo passaggio dei due anni, fin qui nulla di male. La parte relativa alla spedizione di Sakura/Naruto/Sai/Yamato è abbastanza piacevole, però da qui nasce il danno. L'autore ha cominciato ad improntare tutto quanto sui sentimenti di Naruto verso Sasuke cercando in tutti i modi di mettere in risalto il loro legame d'amicizia che si è perso...ora, nulla di male, ma siamo arrivati in un punto in cui l'autore non si capiva costa stesse facendo. Si mette a fare morti e resurrezioni, Sasuke che riceve occhi gratis, Naruto che diventa sempre più un sayan di 40°livello, Sakura che si piange sempre addosso, tutti i vecchi personaggi scompaiono e non si rivedono più e il colpo di grazia si ha con la guerra! e che guerra!una guerra che ha dei momenti belli, ma anche momenti orrendi...un altalena: da 7 a 3 , da 4 a 6, da 6 a 7 e da 7 torniamo a 3.
Detto questo, a me piace ma non me la sento di dare un voto alto, purtroppo ci sono momenti troppo bassi a volte e oggettivamente non posso alzare più di tanto, gli metto 6, mi dispiace, ma ora come ora è quello che merita.
Nonostante cinquanta e passa volumi, Naruto riesce ancora a tenermi incollato sulle sue pagine, facendomi sempre gioire e divertire con la sua carica e bellezza. A mio modesto parere, è uno di quei pochi shonen che sfugge ad una certa omologazione, risultando per certi versi anche "fuori moda", distinguendosi benissimo dalla massa. Presenta una trama di fondo ben articolata ed intrecciata che riesce, nonostante la mole di dettagli ed informazioni che l'autore vi getta dentro, ad essere sempre coerente con se stessa. Il punto di forza del manga non è però la trama, ma la sua profondità che Kishimoto usa per descrivere le emozionii, situazioni e personaggi, degni di un romanzo d'avventura. Assisteremo a, poteri fantastici, personaggi ben caratterizzati e via dicendo. Le varie saghe che compongono il manga sono collegate e la storia è fluida e va avanti senza intoppi ma è proprio la grande inteliggenza dell'autore a differenziarle sostanzialmente, tanto da non far assolutamente pesare la cosa, e a non rivinare l'opera.
Veniamo poi agli scontri anche qui Naruto sa essere fantastico. Gli scontri non sono mai uguali, ma riescono sempre a diversificarsi, grazie all'utilizzo di strategie e tecniche nuove, che modificano gli scontri rendendoli sempre più avvincenti. Vi è lo scontro sasuke contro deidara, uno dei più strategici e improvvisati, naruto conto pain bellissimo e pieno di azione, shikamaru contro hidan ecc. Ovviamente non tutti i personaggi sono ben caratterizzati, ma ci sono anche personaggi che sono veri e propri capolavori, solo loro riescono a rendere il manga una meraviglia. A volte l'autore da personalità stravaganti ai personaggi che possono sembrare anche buffi ma sotto sotto hanno una profondità che negli altri manga non riesco a vedere.
Ne conseguono quindi situazioni sempre diverse e spettacolari, che non annoiano quasi mai (il sottoscritto ha trovato solo un paio di eventi e noiosetti, ma tutto sommato sono bueni).
Metteteci pure l' ironia e le situazioni al limite del demenziale et voilà, il gioco è fatto! Forse ai cultori del "duello duro e puro" potranno infastidire gag che spezzano la tensione durante gli scontri, ma ci si fa l'abitudine tranquillamente anche perchè gli scontri in stile dragon ball senza emozioni, flashback e strategie sono strani ed insensati.
Veniamo poi agli scontri anche qui Naruto sa essere fantastico. Gli scontri non sono mai uguali, ma riescono sempre a diversificarsi, grazie all'utilizzo di strategie e tecniche nuove, che modificano gli scontri rendendoli sempre più avvincenti. Vi è lo scontro sasuke contro deidara, uno dei più strategici e improvvisati, naruto conto pain bellissimo e pieno di azione, shikamaru contro hidan ecc. Ovviamente non tutti i personaggi sono ben caratterizzati, ma ci sono anche personaggi che sono veri e propri capolavori, solo loro riescono a rendere il manga una meraviglia. A volte l'autore da personalità stravaganti ai personaggi che possono sembrare anche buffi ma sotto sotto hanno una profondità che negli altri manga non riesco a vedere.
Ne conseguono quindi situazioni sempre diverse e spettacolari, che non annoiano quasi mai (il sottoscritto ha trovato solo un paio di eventi e noiosetti, ma tutto sommato sono bueni).
Metteteci pure l' ironia e le situazioni al limite del demenziale et voilà, il gioco è fatto! Forse ai cultori del "duello duro e puro" potranno infastidire gag che spezzano la tensione durante gli scontri, ma ci si fa l'abitudine tranquillamente anche perchè gli scontri in stile dragon ball senza emozioni, flashback e strategie sono strani ed insensati.
Naruto è stato il mio primo manga, e per questo ci sono molto affezionato. I disegni sono fantastici, giuste le proporzioni, gli occhi sono realistici e non come quelli dei classici manga che occupano il 40% delle facce dei personagi pieni di "lucette". La trama soprattutto nella prima parte è fantastica: un ragazzo di 12 anni che non ha quasi nessuno respinto da tutti lotta con tutte le sue forze per farsi accettare e coronare il suo sogno vivendo gioie e dolori ma comunque andando avanti a testa alta. Poi il tema dei ninja che è antico viene riportato nei giorni d'oggi con tutti i comfort che abbiamo (l'elettricità, la TV, le telecamere, la medicina moderna ecc.). Questa cosa mi ha colpito parecchio
perche i ninja appartengono al 1100 e kishimoto ha fuso l'organizzazione socio-politica dell'epoca con lo stile di vita odierno sensa i mezzi di trasporto che vanno a benzina o diesel. La prima parte è dicamo "più divertente" e con temi "meno profondi" perchè le avventure vengono vissute e viste de dei ragazzini di appena 12 anni. La seconda parte e più complicata perchè i protagonisti sono oramai quasi adulti quindi cominciano a capire come gira il mondo provano emizioni nuove hanno una mentalità più chiusa e meno spensierata. Lo sgippuden e più maturo rispetto alla prima parte proprio perchè i personaggi sono più maturi ma in fondo le vicende sono le stesse cambia solo la prospettiva. E poi per me Naruto batte dragon ball 10 a 0. Dragon ball è bello perchè è di moda dirlo ma da Z a GT non vale niente sono sempre le stesse cose: guerrieri invincibili che sanno distruggere con un dito inter pianeti
perche i ninja appartengono al 1100 e kishimoto ha fuso l'organizzazione socio-politica dell'epoca con lo stile di vita odierno sensa i mezzi di trasporto che vanno a benzina o diesel. La prima parte è dicamo "più divertente" e con temi "meno profondi" perchè le avventure vengono vissute e viste de dei ragazzini di appena 12 anni. La seconda parte e più complicata perchè i protagonisti sono oramai quasi adulti quindi cominciano a capire come gira il mondo provano emizioni nuove hanno una mentalità più chiusa e meno spensierata. Lo sgippuden e più maturo rispetto alla prima parte proprio perchè i personaggi sono più maturi ma in fondo le vicende sono le stesse cambia solo la prospettiva. E poi per me Naruto batte dragon ball 10 a 0. Dragon ball è bello perchè è di moda dirlo ma da Z a GT non vale niente sono sempre le stesse cose: guerrieri invincibili che sanno distruggere con un dito inter pianeti
Naruto non mi attrae. Non che lo odi o mi disgusti; semplicemente non mi ha mai appassionato, per quanto riguarda la trama, i personaggi, e i disegni. E non è che lo eviti: mi viene praticamente imposto, poiché lo si trova spesso in televisione, su internet, e gran parte delle persone che conosco è un appassionato, per cui ho avuto modo di leggere gran parte dei volumi che costoro possiedono. La storia del ragazzino disposto a diventare Hokage non mi appassiona, così come il sistema dei ninja. Il protagonista stesso non mi entusiasma, e nemmeno la sua acquisizione di tecniche ninja ultra-complicate e sempre più incredibili e devastanti. Ci sono tantissimi personaggi secondari, ma non mi è mai importato nulla del loro destino, nemmeno degli amici di Naruto. Di solito negli shonen ci si affeziona al gruppo di protagonisti, come se fossero una sorta di famiglia', ma con questi personaggi non mi è successo.
Nell'opera si affrontano tanti temi, come ad esempio il rispetto della diversità, il voler credere nelle proprie forze, l'orrore della guerra.
Sia i buoni' che i nemici hanno (sempre!) delle storie strappalacrime alle spalle che giustificano il loro comportamento ma poi trovano la forza per reagire e cambiare, e tutto questo grazie a Naruto, come se fosse un concentrato di buone qualità su cui tutti devono prendere esempio, anche gli adulti, ma il tutto mi è sembrato esagerato.
Il tratto dell'autore è gradevole da vedere, è ammirevole la capacità di riuscire a gestire tanti personaggi diversi, e ci sono delle ottime scene di battaglia, ma allo stesso tempo nel guardarlo non riesco anche a smettere di pensare che i disegni, privi quasi totalmente di effetti di profondità o un minimo di chiaroscuro su i volti che hanno lo stesso tono di bianco per la pelle come per la sclera degli occhi, sono di una piattezza allucinante. Cosa comunque dovuta al particolare stile dell'autore, di cui rispetto l'abilità, ma che, ripeto, trovo piatto.
In realtà non ho seguito benissimo tutta la storia. So bene cosa accade durante la prima parte dell'adolescenza di Naruto, ma sopraggiunto lo shippuden ho iniziato a leggere i volumi saltuariamente fino a raggiungere quel che viene chiamata la quarta guerra ninja, cercando di ricollegare il tutto. Ma ci sono elementi piuttosto complicati, e vengono inserite un sacco di cose; resurrezioni, poteri sempre più strani, trasformazioni, evocazioni, guerre, alleanze; nemici che diventano amici e viceversa, nonché una quantità immane di flashback. Tutto questo semplicemente, mi confonde e non m'interessa per nulla rimettermi in paro. Pur avendo letto molti volumi, non riesco a dire molto di più su quest'opera, perché appunto la fruisco quasi con passività, mentre mi sono fortemente interessata a manga come Berserk solo sfogliando dei volumi a caso.
Ad ogni modo non è detto che se un titolo piaccia a tantissima gente debba appassionare anche te.
Nell'opera si affrontano tanti temi, come ad esempio il rispetto della diversità, il voler credere nelle proprie forze, l'orrore della guerra.
Sia i buoni' che i nemici hanno (sempre!) delle storie strappalacrime alle spalle che giustificano il loro comportamento ma poi trovano la forza per reagire e cambiare, e tutto questo grazie a Naruto, come se fosse un concentrato di buone qualità su cui tutti devono prendere esempio, anche gli adulti, ma il tutto mi è sembrato esagerato.
Il tratto dell'autore è gradevole da vedere, è ammirevole la capacità di riuscire a gestire tanti personaggi diversi, e ci sono delle ottime scene di battaglia, ma allo stesso tempo nel guardarlo non riesco anche a smettere di pensare che i disegni, privi quasi totalmente di effetti di profondità o un minimo di chiaroscuro su i volti che hanno lo stesso tono di bianco per la pelle come per la sclera degli occhi, sono di una piattezza allucinante. Cosa comunque dovuta al particolare stile dell'autore, di cui rispetto l'abilità, ma che, ripeto, trovo piatto.
In realtà non ho seguito benissimo tutta la storia. So bene cosa accade durante la prima parte dell'adolescenza di Naruto, ma sopraggiunto lo shippuden ho iniziato a leggere i volumi saltuariamente fino a raggiungere quel che viene chiamata la quarta guerra ninja, cercando di ricollegare il tutto. Ma ci sono elementi piuttosto complicati, e vengono inserite un sacco di cose; resurrezioni, poteri sempre più strani, trasformazioni, evocazioni, guerre, alleanze; nemici che diventano amici e viceversa, nonché una quantità immane di flashback. Tutto questo semplicemente, mi confonde e non m'interessa per nulla rimettermi in paro. Pur avendo letto molti volumi, non riesco a dire molto di più su quest'opera, perché appunto la fruisco quasi con passività, mentre mi sono fortemente interessata a manga come Berserk solo sfogliando dei volumi a caso.
Ad ogni modo non è detto che se un titolo piaccia a tantissima gente debba appassionare anche te.
Naruto : "Cronaca di una morte annunciata"
Naruto è un manga scritto e designato da Masashi Kishimoto dal 1999 ed è pubblicato in Italia da Planet Manga. La storia la conosciamo tutti abbastanza bene, quindi è inutile dilungarsi su Naruto, Sasuke, Sakura e company.
Il manga si apre con un ottimo potenziale, presenta degli ottimi personaggi che sicuramente lasciano il segno, la prima parte del manga si presenta interessante sotto ogni punto di vista: ottimi personaggi, ottimo il cattivo, ottima la sceneggiatura, tutto questo è chiaramente visibile fino al numero 27.
Dopo la fine della prima parte del manga si apre il secondo arco narrativo di Naruto, a partire del numero 28, e fu così che il declino comincia. E' innegabile che molte situazioni in questo secondo arco narrativo siano interessanti, qui non ci piove, ma trovo di una banalità davvero assurda il voler a tutti i costi portare avanti la trama senza un minimo di pathos. Tutto si concentra su Naruto e Sasuke (una grandissima palla) per decine e decine di volumi accantonando tutti i protagonisti che erano apparsi durante il primo arco narrativo (tutti i ninja scompaiono praticamente). A parte che trovo assurdo e stupido il voler concentrare la trama su questo voler recuperare il compagno scappato, mai vista una trama così lacunosa e stupida, ma vogliamo parlare di Sakura? diventa di una noia, di un ridicolo e di una inutilità disarmante! Sakura vorrei ricordare a tutti quanti è la protagoinsta femminile di questo manga, ma da un certo punto è importante quanto una zanzara che vola. Sasuke? vogliamo parlarne? banale, capriccioso, spocchioso, ripetitivo, insomma il carisma non è proprio il suo piatto forte, per niente! Ma vogliamo parlare della sceneggiatura? allenamento, combattimento, vittoria, allenamento combattimento, vittoria, allenamento, combattimento, vittoria e così fino all'esaurimento.
Uno dei pochissimi punti a favore di questo arco narrativo è la maturazione di Naruto, ma giusto quello, perchè se ci addentriamo alle incongruenze di Kishimoto facciamo notte. Secondo me si è fatto spingere troppo nel voler continuare Naruto e soprattutto si è basato moltissimo sullo schema di Dragon Ball, questo è palese, evidente.
In conclusione, viene detto che Naruto sia bellissimo da i suoi fan che si porta da molti anni a questa parte. Io dico una cosa, anche io compro Naruto e ho casa i volumetti, però se devo parlare con obiettività le lacune e le incongruenze di questo manga sono infinite. Altra cosa che non ho sopportato è il voler puntare alle fangirl sfruttando Sasuke e Itachi, che fastidio che mi ha dato! Sembrava un manga per le yaoiste praticamente. Secondo me ha perso molto smalto rispetto a One Piece proprio per questo e poi mettiamoci che Oda ha curato meglio i dettagli della trama rispetto a Kishimoto, ma molto meglio. Il mio voto è 3, non è 2 perchè ho comunque ho apprezzato Naruto per degli aspetti, però ora basta e diventato troppo, troppo, troppo tirato per le lunghe.
Naruto è un manga scritto e designato da Masashi Kishimoto dal 1999 ed è pubblicato in Italia da Planet Manga. La storia la conosciamo tutti abbastanza bene, quindi è inutile dilungarsi su Naruto, Sasuke, Sakura e company.
Il manga si apre con un ottimo potenziale, presenta degli ottimi personaggi che sicuramente lasciano il segno, la prima parte del manga si presenta interessante sotto ogni punto di vista: ottimi personaggi, ottimo il cattivo, ottima la sceneggiatura, tutto questo è chiaramente visibile fino al numero 27.
Dopo la fine della prima parte del manga si apre il secondo arco narrativo di Naruto, a partire del numero 28, e fu così che il declino comincia. E' innegabile che molte situazioni in questo secondo arco narrativo siano interessanti, qui non ci piove, ma trovo di una banalità davvero assurda il voler a tutti i costi portare avanti la trama senza un minimo di pathos. Tutto si concentra su Naruto e Sasuke (una grandissima palla) per decine e decine di volumi accantonando tutti i protagonisti che erano apparsi durante il primo arco narrativo (tutti i ninja scompaiono praticamente). A parte che trovo assurdo e stupido il voler concentrare la trama su questo voler recuperare il compagno scappato, mai vista una trama così lacunosa e stupida, ma vogliamo parlare di Sakura? diventa di una noia, di un ridicolo e di una inutilità disarmante! Sakura vorrei ricordare a tutti quanti è la protagoinsta femminile di questo manga, ma da un certo punto è importante quanto una zanzara che vola. Sasuke? vogliamo parlarne? banale, capriccioso, spocchioso, ripetitivo, insomma il carisma non è proprio il suo piatto forte, per niente! Ma vogliamo parlare della sceneggiatura? allenamento, combattimento, vittoria, allenamento combattimento, vittoria, allenamento, combattimento, vittoria e così fino all'esaurimento.
Uno dei pochissimi punti a favore di questo arco narrativo è la maturazione di Naruto, ma giusto quello, perchè se ci addentriamo alle incongruenze di Kishimoto facciamo notte. Secondo me si è fatto spingere troppo nel voler continuare Naruto e soprattutto si è basato moltissimo sullo schema di Dragon Ball, questo è palese, evidente.
In conclusione, viene detto che Naruto sia bellissimo da i suoi fan che si porta da molti anni a questa parte. Io dico una cosa, anche io compro Naruto e ho casa i volumetti, però se devo parlare con obiettività le lacune e le incongruenze di questo manga sono infinite. Altra cosa che non ho sopportato è il voler puntare alle fangirl sfruttando Sasuke e Itachi, che fastidio che mi ha dato! Sembrava un manga per le yaoiste praticamente. Secondo me ha perso molto smalto rispetto a One Piece proprio per questo e poi mettiamoci che Oda ha curato meglio i dettagli della trama rispetto a Kishimoto, ma molto meglio. Il mio voto è 3, non è 2 perchè ho comunque ho apprezzato Naruto per degli aspetti, però ora basta e diventato troppo, troppo, troppo tirato per le lunghe.
Io mi ritengo personalmente un grande fan di "Naruto" e sono un accanito sostenitore del manga ( ma non dell'anime). Dopo aver letto tutti i volumi di "Naruto" senza sosta, devo ammettere che contiene una trama avvincente e combattimenti ben fatti e ora giustificherò quello appena detto. "Naruto" ha una trama che pochissimi manga hanno ed è strutturato in modo che essa scorra in modo fluido e naturale, dividendosi in due parti principali:
-la prima in cui viene raccontata l'infanzia di Naruto e la sua radicata rivalità con Sasuke, fino ad andare a concludersi con quello che sarà l'epico scontro che butterà le basi per l'intera parte successiva del manga;
-la seconda dove si svolge effettivamente il manga e i personaggi iniziano ad avere un carattere ben definito e una psicologia precisa. Ad esempio Naruto è il ragazzo che non si arrende mai e vede solo il lato bello della vita, ma pian piano inizierà a scorgere quello che è l'odio che affligge il mondo ma contienuerà sulla sua strada iniziando a maturare e cambiare da quello che era nella prima parte del manga.
Per l'appunto il manga nella seconda parte inizia ad avere una trama più corposa che solo alla fine andrà a mostrare i suoi lati più oscuri e coinvolgere personaggi che non avrete mai sospettato. Ben fatti anche i combattimenti che mettono in risalto i diversi stili di lotta dei personaggi, come il riflessivo Shikamaru o lo scattante Naruto, e che non smettono mai di sorprendere con un continuo evolversi durante la trama adattandosi come il celeberrimo manga DragonBall al libello dei nostri protagonisti.
Molto ben fatti come accennato in precedenza i personaggi che dispongono di un proprio profilo psicologico molto personale e strettamente legato a quella che è la propia trama, il migliore a mio parere è Sasuke Uchiha grazie alla sua sete di vendetta ma anche al suo carattere riflessivo, a la facoltà di non riuscire a farsi manipolare da nessuno (anche se così può sembrare) e le tecniche usate per raggiungere i suoi scopi. Tutti punti che creano l'antagonista o il protagonista perfetto.
In sintesi Naruto è un manga che è sempre stato criticato ma che in un modo o in un altro è sempre riuscito a farsi valere grazie ai punti elencati in precedenza. Forse il mio occhio non è imparziale e mi rendo conto che alcuni difetti sono presenti ma una cosa che posso affermare è che non contiene assolutamente una trama banale
-la prima in cui viene raccontata l'infanzia di Naruto e la sua radicata rivalità con Sasuke, fino ad andare a concludersi con quello che sarà l'epico scontro che butterà le basi per l'intera parte successiva del manga;
-la seconda dove si svolge effettivamente il manga e i personaggi iniziano ad avere un carattere ben definito e una psicologia precisa. Ad esempio Naruto è il ragazzo che non si arrende mai e vede solo il lato bello della vita, ma pian piano inizierà a scorgere quello che è l'odio che affligge il mondo ma contienuerà sulla sua strada iniziando a maturare e cambiare da quello che era nella prima parte del manga.
Per l'appunto il manga nella seconda parte inizia ad avere una trama più corposa che solo alla fine andrà a mostrare i suoi lati più oscuri e coinvolgere personaggi che non avrete mai sospettato. Ben fatti anche i combattimenti che mettono in risalto i diversi stili di lotta dei personaggi, come il riflessivo Shikamaru o lo scattante Naruto, e che non smettono mai di sorprendere con un continuo evolversi durante la trama adattandosi come il celeberrimo manga DragonBall al libello dei nostri protagonisti.
Molto ben fatti come accennato in precedenza i personaggi che dispongono di un proprio profilo psicologico molto personale e strettamente legato a quella che è la propia trama, il migliore a mio parere è Sasuke Uchiha grazie alla sua sete di vendetta ma anche al suo carattere riflessivo, a la facoltà di non riuscire a farsi manipolare da nessuno (anche se così può sembrare) e le tecniche usate per raggiungere i suoi scopi. Tutti punti che creano l'antagonista o il protagonista perfetto.
In sintesi Naruto è un manga che è sempre stato criticato ma che in un modo o in un altro è sempre riuscito a farsi valere grazie ai punti elencati in precedenza. Forse il mio occhio non è imparziale e mi rendo conto che alcuni difetti sono presenti ma una cosa che posso affermare è che non contiene assolutamente una trama banale
Questo manga, secondo me, ha ricevuto troppe critiche negative mentre invece è uno dei miglior shonen mai scritti.
La storia si divide in due parti, in maniera simile a Dragon Ball, la prima è più lineare e spensierata mentre la seconda diventa più elaborata con un bell'intreccio narrativo e numerosi colpi di scena. L'intera serie è inoltre ricca di flashback che analizzano la storia dei vari personaggi, anche quelli minori.
I personaggi sono tanti e con stili di combattimento diversi purtroppo molti di questi rimangono in secondo piano. Infatti, nonostante il potenziale, alcuni di loro vengono lasciati in disparte durante la storia per concentrarsi sui protagonisti come Naruto e Sasuke. I quali a mio parere sono i peggiori, il primo perché non ha un vero e proprio stile di combattimento e non cresce molto nell'arco della storia. Sasuke perché ha un comportamento sciocco e immotivato una volta appresa la verità sul fratello. Molti dei nemici invece sono spinti dalla stessa motivazione ovvero l'odio e il rancore verso la foglia.
per quanto riguarda i disegni sono ben fatti e dettagliati, un esempio sono gli Sharingan. Inoltre si nota una crescita dell'autore come mangaka.
L'opera ha si qua e là difetti ed errori ma bisogna considerare che è pur sempre uno shonen e che l'autore è inesperto, ma è comunque coinvolgente ed appassionante. Voglio quindi dargli un 10 per aumentare la sua media di voto a parer mio troppo bassa e perché quando lo leggi non ti aspetti che succederà e ad ogni capitolo viene rivelata una parte della storia. Per cui lo consiglio a tutti coloro che vogliono leggere un manga leggero ma ben fatto e che vogliono rilassarsi viaggiando in un mondo di ninja tra combattimenti, allegria, magie, misteri e illusioni.
La storia si divide in due parti, in maniera simile a Dragon Ball, la prima è più lineare e spensierata mentre la seconda diventa più elaborata con un bell'intreccio narrativo e numerosi colpi di scena. L'intera serie è inoltre ricca di flashback che analizzano la storia dei vari personaggi, anche quelli minori.
I personaggi sono tanti e con stili di combattimento diversi purtroppo molti di questi rimangono in secondo piano. Infatti, nonostante il potenziale, alcuni di loro vengono lasciati in disparte durante la storia per concentrarsi sui protagonisti come Naruto e Sasuke. I quali a mio parere sono i peggiori, il primo perché non ha un vero e proprio stile di combattimento e non cresce molto nell'arco della storia. Sasuke perché ha un comportamento sciocco e immotivato una volta appresa la verità sul fratello. Molti dei nemici invece sono spinti dalla stessa motivazione ovvero l'odio e il rancore verso la foglia.
per quanto riguarda i disegni sono ben fatti e dettagliati, un esempio sono gli Sharingan. Inoltre si nota una crescita dell'autore come mangaka.
L'opera ha si qua e là difetti ed errori ma bisogna considerare che è pur sempre uno shonen e che l'autore è inesperto, ma è comunque coinvolgente ed appassionante. Voglio quindi dargli un 10 per aumentare la sua media di voto a parer mio troppo bassa e perché quando lo leggi non ti aspetti che succederà e ad ogni capitolo viene rivelata una parte della storia. Per cui lo consiglio a tutti coloro che vogliono leggere un manga leggero ma ben fatto e che vogliono rilassarsi viaggiando in un mondo di ninja tra combattimenti, allegria, magie, misteri e illusioni.
Naruto di Masashi Kishimoto. Su questo manga se ne sono dette di cotte e di crude ma rimane sempre una delle opere di punta dello shonen jump. La storia parte come in quasi tutte: un ragazzino solo ed emarginato cerca di farsi notare dagli appartenenti al suo villaggio diventando il ninja più forte di tutti. Col passare dei volumi seguiremo l'evolversi delle vicende di naruto fino ad arrivare ad una svolta col volume 27, in cui avviene la partenza per l'allenamento con Jiraya. Come molti sostengono la prima parte del manga è una lettura godibile, in cui viene spiegata alla perfezione la società dei ninja e che si conclude con uno degli scontri più belli del manga, Naruto vs Sasuke.
Ma a mio parere è dal volume 28 in poi che l'opera si trasforma in un capolavoro, nonostante qualche difetto che però risulta naturale con il conseguente aumento di pressione sull'autore derivato dall'estremo successo della prima parte del manga.
Nella seconda parte si nota perfettamente la maturazione dei personaggi e il manga prende la piega più complessa: non è un manga a saghe, in cui l'autore al termine di una riparte da capo con una nuova; Naruto è costituito da un'unica saga basata sul dualismo tra Naruto e Sasuke, tra bene e male.
Ho apprezzato molto la scelta dell'autore in quanto rende il manga molto meno banale rispetto ad altri shonen.
Parlavo di lievi difetti: alcune parti della storia sono leggermente confuse ma sono sicuro che il nostro caro kishimoto saprà dare al manga una degna conclusione spiegando quei piccoli misteri rimasti in sospeso. Consigliatissimo
Ma a mio parere è dal volume 28 in poi che l'opera si trasforma in un capolavoro, nonostante qualche difetto che però risulta naturale con il conseguente aumento di pressione sull'autore derivato dall'estremo successo della prima parte del manga.
Nella seconda parte si nota perfettamente la maturazione dei personaggi e il manga prende la piega più complessa: non è un manga a saghe, in cui l'autore al termine di una riparte da capo con una nuova; Naruto è costituito da un'unica saga basata sul dualismo tra Naruto e Sasuke, tra bene e male.
Ho apprezzato molto la scelta dell'autore in quanto rende il manga molto meno banale rispetto ad altri shonen.
Parlavo di lievi difetti: alcune parti della storia sono leggermente confuse ma sono sicuro che il nostro caro kishimoto saprà dare al manga una degna conclusione spiegando quei piccoli misteri rimasti in sospeso. Consigliatissimo
Anche se come molti altri manga peggiora nel tempo, Naruto rimane un'opera di maggior rilievo.
La storia mantiene una sua linearità, sebbene sia tirata per le lunghe, permeata da un buonismo esagerato. Moltissimi sono i personaggi dimenticati e i continui clichè delle squadre ninja (composte spesso da personaggi simili o identici); così come la banalità delle tecniche che subiscono un gravoso calo dalla seconda parte in poi (dal numero 28).
È vero, in Naruto non c'è nulla di così nuovo, l'archetipo del protagonista è il classico eroe shōnen; ma questo è un limite del genere. Quasi sempre lo shonen manga diventa più facilmente business che opera d'arte vera e propria; ed è difficile osare in qualcosa che non si sa come il pubblico reagirebbe.
Malgrado tutto, è uno manga mainstream ambientato in un mondo fantastico che è diventato culto. Molti personaggi e abilità sono originali. Anche se a volte i personaggi sono mossi da ragioni senza senso, ci si immedesima facilmente in loro condividendo la tristezza e la solitudine.
Inizialmente lo stile di Kishimoto è semplice e pulito, ma a lungo andare si fa molto più geometrico e privo di personalità.
I primi 27 volumi sono molto avvincenti e apprezzabili dagli amanti del genere.
STORIA: 8
DISEGNI: 7.5
STILE: 7
STORYBOARD: 7
FATTORE SHONEN: 9
Uno shōnen manga degno di questo nome. Consigliato.
La storia mantiene una sua linearità, sebbene sia tirata per le lunghe, permeata da un buonismo esagerato. Moltissimi sono i personaggi dimenticati e i continui clichè delle squadre ninja (composte spesso da personaggi simili o identici); così come la banalità delle tecniche che subiscono un gravoso calo dalla seconda parte in poi (dal numero 28).
È vero, in Naruto non c'è nulla di così nuovo, l'archetipo del protagonista è il classico eroe shōnen; ma questo è un limite del genere. Quasi sempre lo shonen manga diventa più facilmente business che opera d'arte vera e propria; ed è difficile osare in qualcosa che non si sa come il pubblico reagirebbe.
Malgrado tutto, è uno manga mainstream ambientato in un mondo fantastico che è diventato culto. Molti personaggi e abilità sono originali. Anche se a volte i personaggi sono mossi da ragioni senza senso, ci si immedesima facilmente in loro condividendo la tristezza e la solitudine.
Inizialmente lo stile di Kishimoto è semplice e pulito, ma a lungo andare si fa molto più geometrico e privo di personalità.
I primi 27 volumi sono molto avvincenti e apprezzabili dagli amanti del genere.
STORIA: 8
DISEGNI: 7.5
STILE: 7
STORYBOARD: 7
FATTORE SHONEN: 9
Uno shōnen manga degno di questo nome. Consigliato.
Naruto... uno dei due manga (Bleach non conta), l'altro è One Piece, che sta facendo far fare soldi a palate e vendendo bilioni di copie in tutto il mondo. Non voglio assolutamente entrare nella diatriba su quale sia il migliore o quale abbia più difetti o robe simili. Io credo che, dopo "Drangon Ball", quindi parliamo di opere decisamente lunghe, "Naruto" e "One Piece" si collochino al secondo posto a braccetto.
Ovviamente non tutte le saghe sono riuscitissime, molti personaggi sono stereotipati, ma su 63 volumi potrà essere ammesso qualche errore? Tra le due parti - pre e post skip time - non saprei dire quale preferisco, perché la prima si mantiene costante sul 7 come valutazione, la seconda invece migliora psicologicamente i vari personaggi, ma a volte scade in maniera a dir poco triste, come con il combattimento tra Sasuke e Danzo, punto più basso di tutto il manga, a mio avviso.
La guerra attuale (al 63esimo volume) non mi dispiace affatto, perché finalmente sono tornati protagonisti tutti quei personaggi che erano stati accantonati per decisamente troppo tempo e che avevano fatto la fortuna della serie nella prima parte. Epico lo scontro tra Naruto e Pain, splendida anche la saga del convincimento di Tsunade a diventare Hokage, o l'inseguimento a Sasuke. Evito di aggiungere altre parti noiose oltre al combattimento sopracitato.
Credo sia inutile soffermarsi sui disegni, dato che tutti abbiamo imparato ad apprezzarli, oltre al fatto che non sono male.
La mia bilancia personale pende più verso l'accerrimo rivale "One Piece", ma non per questo denigro questa bellissima opera che, seppur commerciale come la definirebbero in molti, resta molto bella e articolata.
Ultimo appunto: sono morti tantissimi personaggi nel corso di questo fumetto, quando diavolo morirà Sakura? Non trovo un personaggio più insopportabile di questo in tutti gli altri manga che ho letto!
Consigliato a tutti, per lo meno dategli una chance, se ha tutto questo seguito ci sarà pur un motivo.
P.S. Grazie al cielo nei manga non esistono i capitoli spoiler. Lo dico perché la versione animata ne è piena zeppa purtroppo (ma già lo saprete), quindi se dovete iniziarlo consiglio decisamente questa versione cartacea!
Ovviamente non tutte le saghe sono riuscitissime, molti personaggi sono stereotipati, ma su 63 volumi potrà essere ammesso qualche errore? Tra le due parti - pre e post skip time - non saprei dire quale preferisco, perché la prima si mantiene costante sul 7 come valutazione, la seconda invece migliora psicologicamente i vari personaggi, ma a volte scade in maniera a dir poco triste, come con il combattimento tra Sasuke e Danzo, punto più basso di tutto il manga, a mio avviso.
La guerra attuale (al 63esimo volume) non mi dispiace affatto, perché finalmente sono tornati protagonisti tutti quei personaggi che erano stati accantonati per decisamente troppo tempo e che avevano fatto la fortuna della serie nella prima parte. Epico lo scontro tra Naruto e Pain, splendida anche la saga del convincimento di Tsunade a diventare Hokage, o l'inseguimento a Sasuke. Evito di aggiungere altre parti noiose oltre al combattimento sopracitato.
Credo sia inutile soffermarsi sui disegni, dato che tutti abbiamo imparato ad apprezzarli, oltre al fatto che non sono male.
La mia bilancia personale pende più verso l'accerrimo rivale "One Piece", ma non per questo denigro questa bellissima opera che, seppur commerciale come la definirebbero in molti, resta molto bella e articolata.
Ultimo appunto: sono morti tantissimi personaggi nel corso di questo fumetto, quando diavolo morirà Sakura? Non trovo un personaggio più insopportabile di questo in tutti gli altri manga che ho letto!
Consigliato a tutti, per lo meno dategli una chance, se ha tutto questo seguito ci sarà pur un motivo.
P.S. Grazie al cielo nei manga non esistono i capitoli spoiler. Lo dico perché la versione animata ne è piena zeppa purtroppo (ma già lo saprete), quindi se dovete iniziarlo consiglio decisamente questa versione cartacea!
Se avessi recensito questo manga qualche tempo fa avrei, probabilmente, assegnato un 10 pieno. Gli ho dato questo voto consapevole che l'otto diventerà presto un 7, e così via verso una conclusione di agonia... ma partiamo con ordine.
TRAMA
La storia narra le vicende di un giovane ninja di nome Naruto, vittima fin dalla nascita di un destino che si prenderà beffa di lui da li in avanti. Nel suo corpo è imprigionato un potentissimo demone, la volpe a nove code, che in passato causò paura, distruzione e morte nel suo villaggio natio. La sua infanzia non sarà facile, costretto a confrontarsi con l'emarginazione da parte di quasi tutte le persone del villaggio della foglia. Il suo sogno è quello di mostrare a tutti la sua determinazione e la sua lealtà, facendo loro capire che, nonostante il demone, è in realtà un ottima persona, pronta a sacrificarsi per proteggere tutti gli abitanti del villaggio. Chissà, magari un giorno diventando Hokage. Scoprirà molto presto che non è l'unico ad ospitare dei demoni nel suo corpo.
ANALISI
Ve lo dico, questo Shounen è una vera bomba. Incominciate a leggerlo e sicuramente vi prenderà come altri pochi manga simili. Se dovessi spiegarvi la potenza di questo capolavoro... avete presente il lancio di un razzo? Ecco immaginatevi sopra questo razzo. Appena lanciato verrete sparati in aria con voi a cavalcioni di questo razzo. Adrenalina a mille, immaginatevi la vostra faccia che non riesce quasi ad aprire gli occhi con la bocca spalancata dal vento e il vostro corpo che vibra. Salite sempre più su, l'adrenalina è al massimo, sempre più veloce, mentre vi rendete conto della potenza che state vivendo il vostro pensiero sarà: "Questo è un dannato capolavoro! è il miglior fumetto che abbia mai letto!!". Intanto vedete sotto il mondo sempre più piccolo e la vostra eccitazione a mille. Ecco, peccato che il geniale autore Kishimoto ha pensato bene di non concluderlo nel massimo momento di eccitazione e di potenza. No. Dovrete sorbirvi la ricaduta, prima il razzo rallenta pesantemente, poi comincerà una tristissima ricaduta, ma stavolta non sarà eccitante per niente. Non spoilero niente, ma dalla quarta guerra è diventato una accozzaglia di personaggi riciclati, con trama noiosa, Sasuke pasticciato in tutti i modi dall'autore e odiato da tutti i lettori (potenzialmente poteva essere davvero un protagonista del manga), per non parlare di Tobi che... vabbè lasciamo perdere!
DISEGNI e CARATTERIZZAZIONE
A mio parere disegnato molto bene, tratto abbastanza chiaro, moderno, che riprende un po' tutti i capolavori più famosi dei mangaka. Kishimoto inoltre ha sempre sostenuto di aver preso molti spunti dal maestro Toriyama. Gli scenari non mi fanno impazzire e devo dire che con il passare del tempo il tratto diventa molto più semplicistico e i corpi sembrano più meccanici e statici.
I personaggi sono molteplici, vi potrete affezionare a ciascuno di essi e identificarvi in uno di loro. Purtroppo troppo spesso vediamo il protagonista Naruto Uzumaki simile a Goku, ma questo è un problema di quasi tutti gli shounen dove il protagonista è il classico eroe integerrimo.
CONCLUSIONE
Lealtà, amicizia, epicità delle storie. Sono solo alcuni dei valori di questo bellissimo manga. Spesso vi commuoverete, spesso riderete. Purtroppo non mancano i numerosi power-up, ma ormai noi navigati lettori ci siamo abituati. Ripeto, una collezione che non potrà mancare in casa vostra, sperando che ben presto il maestro Kishimoto dia una soluzione finale alla storia degna di questa opera. Non voglio che si dilunghi troppo annacquando la trama solo per vendere gadget e magliette. Ma da quanto letto finora sembra che la fine sia vicina. Finalmente! E ve lo dice un Narutomane convinto.
TRAMA
La storia narra le vicende di un giovane ninja di nome Naruto, vittima fin dalla nascita di un destino che si prenderà beffa di lui da li in avanti. Nel suo corpo è imprigionato un potentissimo demone, la volpe a nove code, che in passato causò paura, distruzione e morte nel suo villaggio natio. La sua infanzia non sarà facile, costretto a confrontarsi con l'emarginazione da parte di quasi tutte le persone del villaggio della foglia. Il suo sogno è quello di mostrare a tutti la sua determinazione e la sua lealtà, facendo loro capire che, nonostante il demone, è in realtà un ottima persona, pronta a sacrificarsi per proteggere tutti gli abitanti del villaggio. Chissà, magari un giorno diventando Hokage. Scoprirà molto presto che non è l'unico ad ospitare dei demoni nel suo corpo.
ANALISI
Ve lo dico, questo Shounen è una vera bomba. Incominciate a leggerlo e sicuramente vi prenderà come altri pochi manga simili. Se dovessi spiegarvi la potenza di questo capolavoro... avete presente il lancio di un razzo? Ecco immaginatevi sopra questo razzo. Appena lanciato verrete sparati in aria con voi a cavalcioni di questo razzo. Adrenalina a mille, immaginatevi la vostra faccia che non riesce quasi ad aprire gli occhi con la bocca spalancata dal vento e il vostro corpo che vibra. Salite sempre più su, l'adrenalina è al massimo, sempre più veloce, mentre vi rendete conto della potenza che state vivendo il vostro pensiero sarà: "Questo è un dannato capolavoro! è il miglior fumetto che abbia mai letto!!". Intanto vedete sotto il mondo sempre più piccolo e la vostra eccitazione a mille. Ecco, peccato che il geniale autore Kishimoto ha pensato bene di non concluderlo nel massimo momento di eccitazione e di potenza. No. Dovrete sorbirvi la ricaduta, prima il razzo rallenta pesantemente, poi comincerà una tristissima ricaduta, ma stavolta non sarà eccitante per niente. Non spoilero niente, ma dalla quarta guerra è diventato una accozzaglia di personaggi riciclati, con trama noiosa, Sasuke pasticciato in tutti i modi dall'autore e odiato da tutti i lettori (potenzialmente poteva essere davvero un protagonista del manga), per non parlare di Tobi che... vabbè lasciamo perdere!
DISEGNI e CARATTERIZZAZIONE
A mio parere disegnato molto bene, tratto abbastanza chiaro, moderno, che riprende un po' tutti i capolavori più famosi dei mangaka. Kishimoto inoltre ha sempre sostenuto di aver preso molti spunti dal maestro Toriyama. Gli scenari non mi fanno impazzire e devo dire che con il passare del tempo il tratto diventa molto più semplicistico e i corpi sembrano più meccanici e statici.
I personaggi sono molteplici, vi potrete affezionare a ciascuno di essi e identificarvi in uno di loro. Purtroppo troppo spesso vediamo il protagonista Naruto Uzumaki simile a Goku, ma questo è un problema di quasi tutti gli shounen dove il protagonista è il classico eroe integerrimo.
CONCLUSIONE
Lealtà, amicizia, epicità delle storie. Sono solo alcuni dei valori di questo bellissimo manga. Spesso vi commuoverete, spesso riderete. Purtroppo non mancano i numerosi power-up, ma ormai noi navigati lettori ci siamo abituati. Ripeto, una collezione che non potrà mancare in casa vostra, sperando che ben presto il maestro Kishimoto dia una soluzione finale alla storia degna di questa opera. Non voglio che si dilunghi troppo annacquando la trama solo per vendere gadget e magliette. Ma da quanto letto finora sembra che la fine sia vicina. Finalmente! E ve lo dice un Narutomane convinto.
Da sempre quella del ninja è stata una delle figure più ricorrenti e mitizzate dell'immaginario nipponico, nonché quella più rappresentativa del combattente giapponese, assieme al samurai e all'esperto di arti marziali (il classico karateka, basti pensare a un certo Ryu...). Eppure nell'ambito degli anime e anche in quello dei manga questa figura non era mai riuscita a bucare la pagina ne tantomeno lo schermo nonostante alcune opere di una certa fama come "Sasuke, il piccolo ninja", "L'invincibile ninja Kamui", i simpaticissimi ninja del vecchio "Nino" o figure di contorno come lo spassoso Murasame apparso in Dragon Ball.
La situazione però era destinata a cambiare agli sgoccioli del vecchio millennio, nel 1999 precisamente, quando dalla matita di Masashi Kishimoto un biondo ragazzino di nome Naruto Uzumaki faceva capolino sulle pagine della famosa rivista Shonen Jump.
Naruto è un ragazzino casinaro e pasticcione che vive in un villaggio ninja, il Villaggio della Foglia, e passa il suo tempo facendo scherzi e combinando guai. Al tempo stesso è però oggetto del disprezzo e della diffidenza di gran parte degli altri abitanti poiché in lui fu, a sua insaputa, sigillato lo spirito della Volpe a nove code (Kyuubi), un demone dalle origini misteriose che in passato aveva quasi distrutto il villaggio. Grazie però all'aiuto del suo maestro Iruka, Naruto riuscirà almeno in parte a riscattarsi e a diventare un ninja apprendista, entrando così in squadra con i suoi compagni Sakura e Sasuke, sotto la guida dell'esperto ninja Kakashi.
È questo ciò che accade nelle primissime fasi di Naruto. Una storia che parte e si svolge in un mondo fantastico, a metà tra un rustico Giappone medievale e uno più moderno, in cui elettricità e ramen istantanei vanno di pari passo ad animali messaggeri e lunghe traversate fatte senza mezzi di trasporto (a piedi il più delle volte).
Un'ambientazione particolare che più o meno rispecchia quello che accade nella storia in questo suo inizio: c'è tutto il classico repertorio ninja come tecniche di sostituzione, copia del corpo, trasformazione, shuriken, kunai e quant'altro, ma ora rielaborati con uno stile più moderno in cui, più che l'inganno e l'attacco a sorpresa, contano la strategia e la tattica. Ma ovviamente la situazione non sarà tutta così perché nel giro di poco tempo appaiono già le prime tecniche speciali (illusioni e magie) che ampliano il registro delle abilità a disposizione degli attuali guerrieri ninja. E ci saranno anche trovate del tutto originali, esempio massimo lo "Sharingan", l'abilità oculare di Sasuke e del suo clan Uchiha, che nel tempo diverrà un vero e proprio tormentone ispirando abilità similari riprese da più parti e in ancora più salse.
Procedendo così, dalle prime missioni e andando avanti, inizia un percorso di crescita per Naruto e compagni verso nuove prove e sfide, lungo il quale incontreranno nuovi amici, alleati, avversari e nemici malvagi (e al contempo il lettore scoprirà nuovi aspetti ed elementi nel mondo in cui la storia si svolge), maturando nel frattempo.
Dal canto suo Naruto incarna il classico protagonista dei manga di Shonen Jump: non molto intelligente ma di buon cuore, che con impegno e parecchia testardaggine dimostra di poter vincere sulle avversità. Anche lui, tra l'altro, vestito d'arancione come prima Goku e dopo di lui Toriko. A fargli da opposto è Sasuke, il belloccio talentuoso di turno, più ombroso e con non pochi fantasmi nel passato. Una coppia di protagonisti che sarà centrale, nel bene e anche nel male, lungo tutto il corso degli eventi.
Ma non ci sono solamente loro due perché saranno diversi i personaggi che si distingueranno in Naruto man mano che la storia proseguirà.
I vari Rock Lee, Neji, Choji, Shikamaru (in particolare) sono esempi di personaggi che, pur in una posizione secondaria rispetto ai protagonisti, hanno una caratterizzazione molto interessante e un ruolo comunque importante ai fini dell'intreccio, intreccio che se ne trae giovamento in termini spunti e varietà. Si può dire che, in questa prima parte di storia, Kishimoto si rivela molto bravo nel conferire una bella coralità d'insieme al suo manga riservando gli "spazi giusti ai personaggi giusti" (non necessariamente solo ai protagonisti), creando anche degli scontri molto interessanti e mai noiosi. Non sarebbe neanche temerario dire che tra questi personaggi il lettore possa trovare uno o più tra i suoi preferiti di sempre. Anche i "cattivi" forniscono ottimo materiale, ne è un esempio Gaara.
Per contro, l'autore pare non riuscire a creare dei personaggi femminili di primo piano. A prescindere dal fatto che le "quote rosa" in Naruto appaiono piuttosto bassine, figure come Sakura, che dovrebbero essere centrali nelle vicende, mantengono (e a onor del vero manterranno) un ruolo abbastanza passivo senza mai emergere più di tanto nella storia; altre, tipo Ino o Tsunade, o rimangono secondarie oppure restano importanti solo per la parte di storia che le coinvolge direttamente.
Tutto questo ci viene mediato dallo stile di disegno di Kishimoto, che dall'inizio e per molti volumi apparirà un po' grezzo e quasi "abbozzato" (molte linee cinetiche impiegate a fronte di una quasi assenza dei retini), ma comunque capace di rendere bene i movimenti e le scene di maggiore azione. Croce più che delizia, un'altra volta, i personaggi femminili che proprio non paiono essere il punto di forza di Kishimoto: sovente nei primi volumi gli riescono meglio i rospi, eh eh eh...
Chi ben comincia, insomma, è a metà dell'opera. E infatti per la prima metà dei volumi che finora ho potuto leggere (51, ma al momento di scrivere questa recensione siamo a 61 usciti in totale in Giappone) Naruto risulta essere un manga molto bello. Se non sul piano estetico, almeno su quello della molto avvincente storia e del buon numero di personaggi di indubbio interesse, ben gestiti e caratterizzati, che formano un bel gruppo senza che solo all'eroe si riservino i momenti migliori. Cosa, questa, che per altro risulterebbe pretenziosa visto che il Naruto personaggio resta un ragazzino che deve ancora crescere e che non ha ancora spalle abbastanza larghe da sostenere il peso del ruolo del leader.
Dovessi dire, nel suo inizio Naruto mi ha ricordato molto Dragon Ball come empatia creata e sensazioni che è riuscito a darmi, forse complice anche la pubblicazione inizialmente quindicennale che aveva l'edizione da me seguita.
Più volte però si è accennato a una "prima metà" di questo manga. Difatti a un certo punto viene data una svolta abbastanza netta, con un salto temporale di tre anni in avanti, nei quali Naruto va via e poi torna al villaggio dopo un viaggio di addestramento, a seguito di importanti eventi che vedono coinvolto anche Sasuke ora divenuto un disertore.
Questi sono degli espedienti narrativi non rari nei manga. Sempre per fare l'esempio di Dragon Ball, una cosa analoga la troviamo nel salto di dieci anni che, nell'anime, segnava il passaggio alla serie "Z". Di solito questi salti segnano dei "nuovi inizi" che portano a dei cambi di registro o di atmosfera che onestamente creano un certo disagio al lettore, il quale deve rifare l'abitudine al contesto, assimilare nuove meccaniche e conoscere nuovi personaggi. Uno scotto inevitabile ma passeggero, anche abbastanza perdonabile quando tutto ritorna "a regime". Tra l'altro, manco a farlo apposta, nella versione animata di Naruto lo stesso punto di svolta segna anche qui la distinzione tra la prima serie e la successiva, quest'ultima connotata non da una semplice Z ma dall'altisonante "Shippuden".
Nell'ambito di Naruto potremmo dire che i ninja che prima erano giovani e inesperti, ora sono arruolati a tutti gli effetti e quindi, da questo momento in poi, si fa sul serio. Una tendenza similare la possiamo ritrovare nei combattimenti dove ora poteri speciali e tecniche segrete prendono un netto sopravvento sui classici scontri da ninja che si vedevano all'inizio. In realtà il passaggio non è proprio brusco ma ha una certa gradualità e certamente l'aver mantenuto immutata la formula degli scontri non avrebbe giovato alla storia, ma è anche vero che si viene un po' a perdere una parte del mix originale che costituiva uno dei punti di forza del manga.
Sensibilmente rinnovato è anche il disegno che ora appare decisamente meno grezzo e abbozzato. Sempre in minoranza i retini in favore di toni di solo bianco e nero mentre un tratto sui personaggi più morbido dà un certo giovamento alle figure femminili che ora riescono a superare i famigerati rospi, eh eh eh.
Lasciando però da parte anfibi e fanciulle, è tempo di tornare all'analisi della, ormai "famigerata", seconda parte di Naruto.
Svolte e cambiamenti di base non sono certo un problema, al contempo non lo è neanche la scelta dell'autore di far viaggiare da un certo punto in poi la storia su due binari paralleli (ma poi convergenti) che vedono Naruto e Sasuke in antitesi fra di loro, scelta tra l'altro che a posteriori può anche essere considerata funzionale per prendere le nuove vicende sempre dal punto di vista più appropriato. Piuttosto è il caso di evidenziare alcuni aspetti (vizietti potremmo dire) che il manga si è portato dietro in questa sua transizione.
In primo luogo è stata mal gestita la prima fase del ritorno di Naruto al Villaggio della foglia: tradizione shonen vuole che dall'eroe che ritorna da un viaggio/periodo d'addestramento ci si aspetti un bell'aumento delle sue abilità di cui egli farà sfoggio da lì a poco. Invece Naruto al ritorno appare solo un po' più alto e con una tuta diversa. A lui non è neanche destinato il combattimento più importante di quella saga, che invece sarà affidato addirittura a Sakura (e neanche in solitario tra l'altro...). Scelte che lasciano perplessi, al punto che vien da dare ragione a Sasuke quando dice al suo biondo ex-amico: "Invece che cercarmi avresti dovuto usare il tempo per allenarti".
Vero, anzi che no, dal momento che la "debolezza" del nuovo Naruto prosegue per un bel po' di volumi, finché l'autore ricorre ai classici "addestramenti per diventare più forte". Niente di sbagliato anche qui se non che Naruto, all'atto di acquisire la nuova abilità definitiva, pare che metta nel ripostiglio tutto quello che aveva imparato prima. Una via a senso unico che ripassa nell'ordine: Rasengan Superiore (visto una volta sola), Rasen Shuriken, Modalità eremitica e che temo possa continuare ancora. Neanche Sasuke ne è del tutto immune però, visto che ogni tre per due gli spunta una rarissima abilità latente dello sharingan.
Più grave però risulta essere la gestione complessiva del cast dei personaggi. Figure come Rock Lee, Neji e in generale tutti gli altri compagni d'accademia di Naruto, che avevano la loro importanza e bel ruolo nella storia, vengono neanche tanto progressivamente ridotti a comparse. Un destino che coinvolge quasi tutta la vecchia guardia, visto che anche di importanti come Shikamaru e Kakashi ne stanno soffrendo.
Ciò sarebbe anche comprensibile se sulla scena arrivassero nuovi personaggi, altrettanto se non più interessanti, invece ci troviamo davanti una moltitudine di nuovi inserimenti. Va bene se di qualcuno ancora bisogna capire il perché sia apparso (Sai, Yamato, su tutti), invece più spesso ci troviamo di fronte a dei soggetti buzzurri o irritanti, o tamarri, o semplicemente inutili. Poche eccezioni in questo marasma. C'è da augurarsi che si trovi la quadra quando la storia arriverà alla sua conclusione.
Queste considerazioni possono apparire, anzi probabilmente lo sono, delle fissazioni o degli strani teoremi personali fatti da un fan del manga. Tuttavia ritengo importante sottolineare come questo sia un altro fattore che distanzia il manga come è ora da come era alle origini, ma più generalmente fino alla sua prima metà.
Certamente, considerato che Naruto va avanti da più di dieci anni, non si può chiedere a un'opera di restare inalterata nel tempo, ma va anche rimarcata tale evoluzione ancor più se questa si rivela non proprio positiva. In sostanza, inizialmente Naruto stupiva i lettori con una buona originalità e con una coralità di personaggi invidiabile, ora tende più a incuriosire e stuzzicare il lettore di vecchia data con rivelazioni sul passato e sulle cause degli eventi attuali. Una strada irta di insidie lungo la quale si rischia di lasciare indietro un buon numero di lettori di vecchia data che non si potrebbero riconoscere nel nuovo corso.
Ci sarebbe poi da dire a proposito dell'evoluzione del dualismo tra Naruto e Sasuke: il primo eroe buono e positivo, un tempo stupido come una capra che però crescendo si scopre grande operatore, capace di convertire i più accaniti malvagi con improvvisi sermoni; il secondo ora un emo vendicatore de noantri, parecchio "figo in quota alle fan-girl", ma che ha sviluppato una logica di fronte alla quale Freud si ritirerebbe subito a vita privata sul monte dei Rospi a meditare (mi si concedano due battutine almeno... :P ).
Se non altro verrebbe rispettato ampiamente il "dogma" del maestro Toriyama che vuole "che ogni personaggio abbia almeno un punto debole" (vedere "Scuola di Manga").
Bene! Giubilo perché siamo arrivati alla fine di questa ampia recensione.
Naruto è sicuramente uno dei più importanti Shonen contemporanei e probabilmente anche uno di quelli che rimarrà negli annali del fumetto Giapponese considerando la sua portata.
Con un voto finale (provvisorio visto che il manga non è completo) mediato fra l'ottima prima parte e la buona seconda, non lo si può che consigliare a tutti.
La situazione però era destinata a cambiare agli sgoccioli del vecchio millennio, nel 1999 precisamente, quando dalla matita di Masashi Kishimoto un biondo ragazzino di nome Naruto Uzumaki faceva capolino sulle pagine della famosa rivista Shonen Jump.
Naruto è un ragazzino casinaro e pasticcione che vive in un villaggio ninja, il Villaggio della Foglia, e passa il suo tempo facendo scherzi e combinando guai. Al tempo stesso è però oggetto del disprezzo e della diffidenza di gran parte degli altri abitanti poiché in lui fu, a sua insaputa, sigillato lo spirito della Volpe a nove code (Kyuubi), un demone dalle origini misteriose che in passato aveva quasi distrutto il villaggio. Grazie però all'aiuto del suo maestro Iruka, Naruto riuscirà almeno in parte a riscattarsi e a diventare un ninja apprendista, entrando così in squadra con i suoi compagni Sakura e Sasuke, sotto la guida dell'esperto ninja Kakashi.
È questo ciò che accade nelle primissime fasi di Naruto. Una storia che parte e si svolge in un mondo fantastico, a metà tra un rustico Giappone medievale e uno più moderno, in cui elettricità e ramen istantanei vanno di pari passo ad animali messaggeri e lunghe traversate fatte senza mezzi di trasporto (a piedi il più delle volte).
Un'ambientazione particolare che più o meno rispecchia quello che accade nella storia in questo suo inizio: c'è tutto il classico repertorio ninja come tecniche di sostituzione, copia del corpo, trasformazione, shuriken, kunai e quant'altro, ma ora rielaborati con uno stile più moderno in cui, più che l'inganno e l'attacco a sorpresa, contano la strategia e la tattica. Ma ovviamente la situazione non sarà tutta così perché nel giro di poco tempo appaiono già le prime tecniche speciali (illusioni e magie) che ampliano il registro delle abilità a disposizione degli attuali guerrieri ninja. E ci saranno anche trovate del tutto originali, esempio massimo lo "Sharingan", l'abilità oculare di Sasuke e del suo clan Uchiha, che nel tempo diverrà un vero e proprio tormentone ispirando abilità similari riprese da più parti e in ancora più salse.
Procedendo così, dalle prime missioni e andando avanti, inizia un percorso di crescita per Naruto e compagni verso nuove prove e sfide, lungo il quale incontreranno nuovi amici, alleati, avversari e nemici malvagi (e al contempo il lettore scoprirà nuovi aspetti ed elementi nel mondo in cui la storia si svolge), maturando nel frattempo.
Dal canto suo Naruto incarna il classico protagonista dei manga di Shonen Jump: non molto intelligente ma di buon cuore, che con impegno e parecchia testardaggine dimostra di poter vincere sulle avversità. Anche lui, tra l'altro, vestito d'arancione come prima Goku e dopo di lui Toriko. A fargli da opposto è Sasuke, il belloccio talentuoso di turno, più ombroso e con non pochi fantasmi nel passato. Una coppia di protagonisti che sarà centrale, nel bene e anche nel male, lungo tutto il corso degli eventi.
Ma non ci sono solamente loro due perché saranno diversi i personaggi che si distingueranno in Naruto man mano che la storia proseguirà.
I vari Rock Lee, Neji, Choji, Shikamaru (in particolare) sono esempi di personaggi che, pur in una posizione secondaria rispetto ai protagonisti, hanno una caratterizzazione molto interessante e un ruolo comunque importante ai fini dell'intreccio, intreccio che se ne trae giovamento in termini spunti e varietà. Si può dire che, in questa prima parte di storia, Kishimoto si rivela molto bravo nel conferire una bella coralità d'insieme al suo manga riservando gli "spazi giusti ai personaggi giusti" (non necessariamente solo ai protagonisti), creando anche degli scontri molto interessanti e mai noiosi. Non sarebbe neanche temerario dire che tra questi personaggi il lettore possa trovare uno o più tra i suoi preferiti di sempre. Anche i "cattivi" forniscono ottimo materiale, ne è un esempio Gaara.
Per contro, l'autore pare non riuscire a creare dei personaggi femminili di primo piano. A prescindere dal fatto che le "quote rosa" in Naruto appaiono piuttosto bassine, figure come Sakura, che dovrebbero essere centrali nelle vicende, mantengono (e a onor del vero manterranno) un ruolo abbastanza passivo senza mai emergere più di tanto nella storia; altre, tipo Ino o Tsunade, o rimangono secondarie oppure restano importanti solo per la parte di storia che le coinvolge direttamente.
Tutto questo ci viene mediato dallo stile di disegno di Kishimoto, che dall'inizio e per molti volumi apparirà un po' grezzo e quasi "abbozzato" (molte linee cinetiche impiegate a fronte di una quasi assenza dei retini), ma comunque capace di rendere bene i movimenti e le scene di maggiore azione. Croce più che delizia, un'altra volta, i personaggi femminili che proprio non paiono essere il punto di forza di Kishimoto: sovente nei primi volumi gli riescono meglio i rospi, eh eh eh...
Chi ben comincia, insomma, è a metà dell'opera. E infatti per la prima metà dei volumi che finora ho potuto leggere (51, ma al momento di scrivere questa recensione siamo a 61 usciti in totale in Giappone) Naruto risulta essere un manga molto bello. Se non sul piano estetico, almeno su quello della molto avvincente storia e del buon numero di personaggi di indubbio interesse, ben gestiti e caratterizzati, che formano un bel gruppo senza che solo all'eroe si riservino i momenti migliori. Cosa, questa, che per altro risulterebbe pretenziosa visto che il Naruto personaggio resta un ragazzino che deve ancora crescere e che non ha ancora spalle abbastanza larghe da sostenere il peso del ruolo del leader.
Dovessi dire, nel suo inizio Naruto mi ha ricordato molto Dragon Ball come empatia creata e sensazioni che è riuscito a darmi, forse complice anche la pubblicazione inizialmente quindicennale che aveva l'edizione da me seguita.
Più volte però si è accennato a una "prima metà" di questo manga. Difatti a un certo punto viene data una svolta abbastanza netta, con un salto temporale di tre anni in avanti, nei quali Naruto va via e poi torna al villaggio dopo un viaggio di addestramento, a seguito di importanti eventi che vedono coinvolto anche Sasuke ora divenuto un disertore.
Questi sono degli espedienti narrativi non rari nei manga. Sempre per fare l'esempio di Dragon Ball, una cosa analoga la troviamo nel salto di dieci anni che, nell'anime, segnava il passaggio alla serie "Z". Di solito questi salti segnano dei "nuovi inizi" che portano a dei cambi di registro o di atmosfera che onestamente creano un certo disagio al lettore, il quale deve rifare l'abitudine al contesto, assimilare nuove meccaniche e conoscere nuovi personaggi. Uno scotto inevitabile ma passeggero, anche abbastanza perdonabile quando tutto ritorna "a regime". Tra l'altro, manco a farlo apposta, nella versione animata di Naruto lo stesso punto di svolta segna anche qui la distinzione tra la prima serie e la successiva, quest'ultima connotata non da una semplice Z ma dall'altisonante "Shippuden".
Nell'ambito di Naruto potremmo dire che i ninja che prima erano giovani e inesperti, ora sono arruolati a tutti gli effetti e quindi, da questo momento in poi, si fa sul serio. Una tendenza similare la possiamo ritrovare nei combattimenti dove ora poteri speciali e tecniche segrete prendono un netto sopravvento sui classici scontri da ninja che si vedevano all'inizio. In realtà il passaggio non è proprio brusco ma ha una certa gradualità e certamente l'aver mantenuto immutata la formula degli scontri non avrebbe giovato alla storia, ma è anche vero che si viene un po' a perdere una parte del mix originale che costituiva uno dei punti di forza del manga.
Sensibilmente rinnovato è anche il disegno che ora appare decisamente meno grezzo e abbozzato. Sempre in minoranza i retini in favore di toni di solo bianco e nero mentre un tratto sui personaggi più morbido dà un certo giovamento alle figure femminili che ora riescono a superare i famigerati rospi, eh eh eh.
Lasciando però da parte anfibi e fanciulle, è tempo di tornare all'analisi della, ormai "famigerata", seconda parte di Naruto.
Svolte e cambiamenti di base non sono certo un problema, al contempo non lo è neanche la scelta dell'autore di far viaggiare da un certo punto in poi la storia su due binari paralleli (ma poi convergenti) che vedono Naruto e Sasuke in antitesi fra di loro, scelta tra l'altro che a posteriori può anche essere considerata funzionale per prendere le nuove vicende sempre dal punto di vista più appropriato. Piuttosto è il caso di evidenziare alcuni aspetti (vizietti potremmo dire) che il manga si è portato dietro in questa sua transizione.
In primo luogo è stata mal gestita la prima fase del ritorno di Naruto al Villaggio della foglia: tradizione shonen vuole che dall'eroe che ritorna da un viaggio/periodo d'addestramento ci si aspetti un bell'aumento delle sue abilità di cui egli farà sfoggio da lì a poco. Invece Naruto al ritorno appare solo un po' più alto e con una tuta diversa. A lui non è neanche destinato il combattimento più importante di quella saga, che invece sarà affidato addirittura a Sakura (e neanche in solitario tra l'altro...). Scelte che lasciano perplessi, al punto che vien da dare ragione a Sasuke quando dice al suo biondo ex-amico: "Invece che cercarmi avresti dovuto usare il tempo per allenarti".
Vero, anzi che no, dal momento che la "debolezza" del nuovo Naruto prosegue per un bel po' di volumi, finché l'autore ricorre ai classici "addestramenti per diventare più forte". Niente di sbagliato anche qui se non che Naruto, all'atto di acquisire la nuova abilità definitiva, pare che metta nel ripostiglio tutto quello che aveva imparato prima. Una via a senso unico che ripassa nell'ordine: Rasengan Superiore (visto una volta sola), Rasen Shuriken, Modalità eremitica e che temo possa continuare ancora. Neanche Sasuke ne è del tutto immune però, visto che ogni tre per due gli spunta una rarissima abilità latente dello sharingan.
Più grave però risulta essere la gestione complessiva del cast dei personaggi. Figure come Rock Lee, Neji e in generale tutti gli altri compagni d'accademia di Naruto, che avevano la loro importanza e bel ruolo nella storia, vengono neanche tanto progressivamente ridotti a comparse. Un destino che coinvolge quasi tutta la vecchia guardia, visto che anche di importanti come Shikamaru e Kakashi ne stanno soffrendo.
Ciò sarebbe anche comprensibile se sulla scena arrivassero nuovi personaggi, altrettanto se non più interessanti, invece ci troviamo davanti una moltitudine di nuovi inserimenti. Va bene se di qualcuno ancora bisogna capire il perché sia apparso (Sai, Yamato, su tutti), invece più spesso ci troviamo di fronte a dei soggetti buzzurri o irritanti, o tamarri, o semplicemente inutili. Poche eccezioni in questo marasma. C'è da augurarsi che si trovi la quadra quando la storia arriverà alla sua conclusione.
Queste considerazioni possono apparire, anzi probabilmente lo sono, delle fissazioni o degli strani teoremi personali fatti da un fan del manga. Tuttavia ritengo importante sottolineare come questo sia un altro fattore che distanzia il manga come è ora da come era alle origini, ma più generalmente fino alla sua prima metà.
Certamente, considerato che Naruto va avanti da più di dieci anni, non si può chiedere a un'opera di restare inalterata nel tempo, ma va anche rimarcata tale evoluzione ancor più se questa si rivela non proprio positiva. In sostanza, inizialmente Naruto stupiva i lettori con una buona originalità e con una coralità di personaggi invidiabile, ora tende più a incuriosire e stuzzicare il lettore di vecchia data con rivelazioni sul passato e sulle cause degli eventi attuali. Una strada irta di insidie lungo la quale si rischia di lasciare indietro un buon numero di lettori di vecchia data che non si potrebbero riconoscere nel nuovo corso.
Ci sarebbe poi da dire a proposito dell'evoluzione del dualismo tra Naruto e Sasuke: il primo eroe buono e positivo, un tempo stupido come una capra che però crescendo si scopre grande operatore, capace di convertire i più accaniti malvagi con improvvisi sermoni; il secondo ora un emo vendicatore de noantri, parecchio "figo in quota alle fan-girl", ma che ha sviluppato una logica di fronte alla quale Freud si ritirerebbe subito a vita privata sul monte dei Rospi a meditare (mi si concedano due battutine almeno... :P ).
Se non altro verrebbe rispettato ampiamente il "dogma" del maestro Toriyama che vuole "che ogni personaggio abbia almeno un punto debole" (vedere "Scuola di Manga").
Bene! Giubilo perché siamo arrivati alla fine di questa ampia recensione.
Naruto è sicuramente uno dei più importanti Shonen contemporanei e probabilmente anche uno di quelli che rimarrà negli annali del fumetto Giapponese considerando la sua portata.
Con un voto finale (provvisorio visto che il manga non è completo) mediato fra l'ottima prima parte e la buona seconda, non lo si può che consigliare a tutti.
Partiamo con il dire che "Naruto" è un altro dei manga che leggo e seguo, e che il mio reale voto sarebbe 7,5. Devo dire che è uno shounen che attira molto, ma ha anche i suoi difetti.
Partiamo dai pregi. La prima serie di "Naruto" (che finisce al numero 27 o 28, non ricordo bene a essere sincero) è una storia appassionante, che attira il lettore per la volontà di questo ragazzino di voler fare qualcosa di buono per il proprio villaggio e diventare Hokage. Inoltre, c'è uno spirito di gruppo e una competitività nel gruppo di Kakashi che rende questa squadra temibile e forte, tanto da riuscire a battere sin da subito uno dei più temuti ninja, Zabuza.
Anche l'originalità dei ninja e delle loro diverse abilità, e il mistero della volpe a 9 code in Naruto stupiscono non poco il lettore che apprezza questo manga. C'è da aggiungere che Kishimoto li disegna come persone con sentimenti e non come freddi esecutori che il 90% delle opere narrative di ninja ci ha presentato, e questa trovo sia una bella trovata. Infine, la crescita dei personaggi è buona, grazie agli avvenimenti sequenziali che vengono riportati correttamente. Niente di assurdo, insomma, grazie al cielo.
Per quanto riguarda i difetti, beh: i disegni non sono mai stati buoni, se non con la nuova serie dove si vedono dei miglioramenti, ma rimangono comunque poveri di tutte le qualità base che un buon disegno deve avere. C'è da aggiungere che poi nella seconda serie è tutto un susseguirsi di "andiamo a salvare Sasuke"; non c'è più il villaggio; non c'è più una crescita morale del protagonista e non c'è più una morale dei personaggi, che ormai pensano solo a combattere Akatsuki e riportare Sasuke al villaggio.
C'è anche da pensare che ormai i power up sono così devastanti che il resto dei ninja passa in secondo piano, e questo toglie molto l'idea di "villaggio" che si era creata nella prima serie. Inoltre, ci sono momenti di stallo davvero noiosi e a volte sembra quasi che neanche Kishimoto sappia più come uscirne.
In definitiva, il mio giudizio è che "Naruto" è un buon manga, ma ci sono vari aspetti da valutare, come quelli che ho discusso, ad esempio.
Se dovessi consigliarlo a un probabile lettore lo farei, ma avvertendolo di non aspettarsi il capolavoro dei capolavori come alcuni dicono.
Finalmente mi sono decisa a lasciare una recensione - doverosa peraltro - anche a un manga che, forse per la spropositata diffusione, forse per la delusione che mi attanaglia le viscere o forse per l'affetto che nutro, trovo difficile da trattare e a cui non so assegnare un voto preciso.
Parto subito dicendo che Masashi Kishimto è riuscito nell'impossibile: inizialmente odiavo "Naruto", era un manga (e un anime) che proprio non sopportavo, eppure il mangaka in questione ha saputo farmi cambiare idea totalmente, rendendomi una sua fedelissima adepta - cosa alquanto difficile, vista la mia indole -, e questo fatto non sarebbe di alcuna importanza, se non fosse che dice molto sulle qualità che "Naruto" possiede: esso è infatti, innanzitutto, un fumetto enormemente coinvolgente. Così come il protagonista stesso, anche il manga riesce a stimolare la simpatia di chiunque e ad attirare l'attenzione in maniera irreversibile, ispirando nel lettore prima curiosità e poi empatia, che vanno acuendosi sempre più man mano che la storia procede e introduce nuovi personaggi ed eventi.
Ma veniamo alla trama, che a prima vista potrebbe sembrare scontata e banale - e per alcuni versi lo è -, ma che comunque presenta peculiarità non indifferenti.
Naruto Uzumaki, il protagonista delle vicende, è un ragazzino egocentrico, sregolato e chiassoso che vive a Konoha, capitale del Paese del Fuoco, e studia, pur con risultati discutibili, le arti ninja per realizzare il suo sogno: diventare Hokage. Purtroppo per lui, i suoi concittadini lo malsopportano - apparentemente senza motivo -, e Naruto, in cerca di attenzioni ma anche affetto e considerazione, non fa che combinare disastri col solo scopo di farsi notare, suscitando, tuttavia, ancora più biasimo. Ciò che Naruto non sa è che dentro di lui è sigillato il terribile Demone a Nove Code, motivo dell'astio nei suoi confronti e causa scatenante di moltissimi avvenimenti futuri.
Sin da subito, Naruto dovrà affrontare svariate difficoltà e una realtà che inizialmente lo vuole solo in un mondo troppo vasto; la svolta avverrà quando comincerà a farsi degli amici, che rimarranno sempre la cosa più importante per il giovane Naruto, e accrescerà le sue doti nel combattimento, diventando in breve tempo un ninja di tutto rispetto. Certo, questo non gli consentirà una vita serena: avvenimenti terribili scuoteranno ancora la sua esistenza e lui lotterà con le unghie e coi denti per farsi valere e per proteggere i suoi cari e i suoi ideali, che sia in un allenamento, nell'apprendimento di una tecnica nuova, in una guerra o nello strenuo tentativo di riportare a casa un amico.
Qualità imprescindibili di Naruto sono la determinazione, portata a volte fino alla follia, e la bontà d'animo, non raramente esasperata in un'ingenuità davvero disarmante, doti che gli permetteranno di influenzare tantissimo altri personaggi con cui interagirà e, in diversi casi, di cambiarli in positivo.
Proprio i personaggi meritano un posto speciale in questa recensione, poiché, a mio parere, rappresentano uno degli aspetti meglio riusciti dell'intero manga. Essi sono tanti, vari, umani e, soprattutto, dannatamente capaci di farsi amare e/o odiare alla follia - mai ho detestato qualcuno più di Sasuke Uchiha. Hanno quasi tutti un passato alle spalle e caratteristiche che li rendono unici e non privi di un qualcerto spessore psicologico, non di rado assente in fumetti di questo tipo. A onor del vero, bisogna dire che la quantità di personaggi non è sempre stata ben gestita dal mangaka - moltissimi, anche tra i più amati, vengono buttati nel dimenticatoio a favore di personaggi nuovi non al livello di quelli "storici", a mio parere. Rimane indubbia, comunque, la capacità di Kishimoto nel caratterizzare le sue splendide marionette. Oh, personalmente ho apprezzato moltissimo anche l'endemicità delle tecniche e degli stili di combattimento: ciascun clan ha la sua specialità, i suoi pregi, i suoi difetti e le sue tecniche segrete... meraviglioso!
Sui disegni ci sarebbe tanto da dire, ma il succo è che, ahimè, Masashi Kishimoto non è bravo né a rendere le scene di combattimento (secondo me sono poco dinamiche e molto confusionarie) né a rispettare le armonie dei corpi e, soprattutto, dei visi. Questo può sembrare un fattore di secondaria importanza, ma assicuro che tanta gente, me compresa, rimane infastidita dallo stile di Masashi-sensei.
Detto questo, dopo aver parlato dell'impatto sul lettore, della trama, dei personaggi e dei disegni, passiamo alla gestione degli eventi, fulcro della recensione e questione che mi preme molto.
Oh. Tasto dolente, invero. Kishimoto se l'è di certo cavata egregiamente fino a un certo punto - la parte che corrisponde alla prima serie dell'anime per me è stata gestita divinamente, e non mi è dispiaciuto nemmeno l'inizio della seconda - ma poi... poi è stato un continuo declino: Kishimoto ha perso di mano le redini della situazione, ha creato troppa confusione nel tentativo di distinguersi e rendere "Naruto" grandioso (lo era già, ma per altri motivi! Che bisogno c'era di rovinarlo?) e spettacolare, e ne ha perso totalmente il controllo. Adesso come adesso siamo a un punto di difficile ritorno: troppe incognite, troppe battaglie irrisolvibili senza strafalcioni di tipo logico, troppi personaggi ancora in cerca della propria identità (Pirandello e i suoi sei avrebbero da protestare), troppi fatti inspiegabili, troppe contraddizioni, troppi poteri da fantascienza o Dragon Ball - "Naruto" era partito con uno stile totalmente differente!
Insomma, così come moltissimi altri manga, anche questo era partito bene e sta finendo decisamente male. Non so come Kishimoto riuscirà (se ce la farà) a concludere, ma gli auguro di fare in fretta, perché più capitoli escono più i problemi di trama si aggravano e minore è la cura destinata alla coerenza e ai personaggi. Mi dispiace enormemente, ma tant'è.
Parlando di tematiche più leggere, sottolineo che "Naruto" è un manga che non difetta assolutamente di un lato comico, anzi: sono numerosissimi i siparietti, le situazioni o le battute esilaranti, roba da far venire le lacrime agli occhi!
L'aspetto romantico è carente, nel senso che sì, ci sono tante ragazze e donne innamorate, ma pochi coppie e amori a lieto fine o comunque non due-piccati. Caratteristica che, non fosse per il maschilismo insito (presente, seppur in maniera leggera, in tutto "Naruto"), apprezzerei davvero.
Aggiungo che questo manga in alcuni punti si rivela insospettabilmente colto e impegnativo: si esaminano questioni importanti e serie, e a volte si parla anche di argomenti scientifici (un esempio è Kisame che spiega l'adelfofagia di alcuni squali a Itachi... mi ha piacevolmente sorpresa!).
Infine i dati tecnici: buona carta e prezzo al volume accettabile... peccato solo che c'è da svenarsi per acquistare l'intera serie.
In conclusione sì, "Naruto" è un manga che consiglio, ma con cautela: la cosa migliore sarebbe interromperne la lettura a un certo punto, ma capisco che è quasi impossibile, io stessa non ce l'ho fatta. Perciò il mio suggerimento è quello, da un certo punto in poi, di ignorare i numerosi strafalcioni e puntare alla sopravvivenza, ovvero sapere come diavolo va a finire la storia, punto.
Oh, se siete fangirl senza speranze leggere "Naruto" è quasi d'obbligo: posso sottoscrivere che questo manga appagherà la vostra sete di shipping e/o di fangirling anche sui singoli.
Parto subito dicendo che Masashi Kishimto è riuscito nell'impossibile: inizialmente odiavo "Naruto", era un manga (e un anime) che proprio non sopportavo, eppure il mangaka in questione ha saputo farmi cambiare idea totalmente, rendendomi una sua fedelissima adepta - cosa alquanto difficile, vista la mia indole -, e questo fatto non sarebbe di alcuna importanza, se non fosse che dice molto sulle qualità che "Naruto" possiede: esso è infatti, innanzitutto, un fumetto enormemente coinvolgente. Così come il protagonista stesso, anche il manga riesce a stimolare la simpatia di chiunque e ad attirare l'attenzione in maniera irreversibile, ispirando nel lettore prima curiosità e poi empatia, che vanno acuendosi sempre più man mano che la storia procede e introduce nuovi personaggi ed eventi.
Ma veniamo alla trama, che a prima vista potrebbe sembrare scontata e banale - e per alcuni versi lo è -, ma che comunque presenta peculiarità non indifferenti.
Naruto Uzumaki, il protagonista delle vicende, è un ragazzino egocentrico, sregolato e chiassoso che vive a Konoha, capitale del Paese del Fuoco, e studia, pur con risultati discutibili, le arti ninja per realizzare il suo sogno: diventare Hokage. Purtroppo per lui, i suoi concittadini lo malsopportano - apparentemente senza motivo -, e Naruto, in cerca di attenzioni ma anche affetto e considerazione, non fa che combinare disastri col solo scopo di farsi notare, suscitando, tuttavia, ancora più biasimo. Ciò che Naruto non sa è che dentro di lui è sigillato il terribile Demone a Nove Code, motivo dell'astio nei suoi confronti e causa scatenante di moltissimi avvenimenti futuri.
Sin da subito, Naruto dovrà affrontare svariate difficoltà e una realtà che inizialmente lo vuole solo in un mondo troppo vasto; la svolta avverrà quando comincerà a farsi degli amici, che rimarranno sempre la cosa più importante per il giovane Naruto, e accrescerà le sue doti nel combattimento, diventando in breve tempo un ninja di tutto rispetto. Certo, questo non gli consentirà una vita serena: avvenimenti terribili scuoteranno ancora la sua esistenza e lui lotterà con le unghie e coi denti per farsi valere e per proteggere i suoi cari e i suoi ideali, che sia in un allenamento, nell'apprendimento di una tecnica nuova, in una guerra o nello strenuo tentativo di riportare a casa un amico.
Qualità imprescindibili di Naruto sono la determinazione, portata a volte fino alla follia, e la bontà d'animo, non raramente esasperata in un'ingenuità davvero disarmante, doti che gli permetteranno di influenzare tantissimo altri personaggi con cui interagirà e, in diversi casi, di cambiarli in positivo.
Proprio i personaggi meritano un posto speciale in questa recensione, poiché, a mio parere, rappresentano uno degli aspetti meglio riusciti dell'intero manga. Essi sono tanti, vari, umani e, soprattutto, dannatamente capaci di farsi amare e/o odiare alla follia - mai ho detestato qualcuno più di Sasuke Uchiha. Hanno quasi tutti un passato alle spalle e caratteristiche che li rendono unici e non privi di un qualcerto spessore psicologico, non di rado assente in fumetti di questo tipo. A onor del vero, bisogna dire che la quantità di personaggi non è sempre stata ben gestita dal mangaka - moltissimi, anche tra i più amati, vengono buttati nel dimenticatoio a favore di personaggi nuovi non al livello di quelli "storici", a mio parere. Rimane indubbia, comunque, la capacità di Kishimoto nel caratterizzare le sue splendide marionette. Oh, personalmente ho apprezzato moltissimo anche l'endemicità delle tecniche e degli stili di combattimento: ciascun clan ha la sua specialità, i suoi pregi, i suoi difetti e le sue tecniche segrete... meraviglioso!
Sui disegni ci sarebbe tanto da dire, ma il succo è che, ahimè, Masashi Kishimoto non è bravo né a rendere le scene di combattimento (secondo me sono poco dinamiche e molto confusionarie) né a rispettare le armonie dei corpi e, soprattutto, dei visi. Questo può sembrare un fattore di secondaria importanza, ma assicuro che tanta gente, me compresa, rimane infastidita dallo stile di Masashi-sensei.
Detto questo, dopo aver parlato dell'impatto sul lettore, della trama, dei personaggi e dei disegni, passiamo alla gestione degli eventi, fulcro della recensione e questione che mi preme molto.
Oh. Tasto dolente, invero. Kishimoto se l'è di certo cavata egregiamente fino a un certo punto - la parte che corrisponde alla prima serie dell'anime per me è stata gestita divinamente, e non mi è dispiaciuto nemmeno l'inizio della seconda - ma poi... poi è stato un continuo declino: Kishimoto ha perso di mano le redini della situazione, ha creato troppa confusione nel tentativo di distinguersi e rendere "Naruto" grandioso (lo era già, ma per altri motivi! Che bisogno c'era di rovinarlo?) e spettacolare, e ne ha perso totalmente il controllo. Adesso come adesso siamo a un punto di difficile ritorno: troppe incognite, troppe battaglie irrisolvibili senza strafalcioni di tipo logico, troppi personaggi ancora in cerca della propria identità (Pirandello e i suoi sei avrebbero da protestare), troppi fatti inspiegabili, troppe contraddizioni, troppi poteri da fantascienza o Dragon Ball - "Naruto" era partito con uno stile totalmente differente!
Insomma, così come moltissimi altri manga, anche questo era partito bene e sta finendo decisamente male. Non so come Kishimoto riuscirà (se ce la farà) a concludere, ma gli auguro di fare in fretta, perché più capitoli escono più i problemi di trama si aggravano e minore è la cura destinata alla coerenza e ai personaggi. Mi dispiace enormemente, ma tant'è.
Parlando di tematiche più leggere, sottolineo che "Naruto" è un manga che non difetta assolutamente di un lato comico, anzi: sono numerosissimi i siparietti, le situazioni o le battute esilaranti, roba da far venire le lacrime agli occhi!
L'aspetto romantico è carente, nel senso che sì, ci sono tante ragazze e donne innamorate, ma pochi coppie e amori a lieto fine o comunque non due-piccati. Caratteristica che, non fosse per il maschilismo insito (presente, seppur in maniera leggera, in tutto "Naruto"), apprezzerei davvero.
Aggiungo che questo manga in alcuni punti si rivela insospettabilmente colto e impegnativo: si esaminano questioni importanti e serie, e a volte si parla anche di argomenti scientifici (un esempio è Kisame che spiega l'adelfofagia di alcuni squali a Itachi... mi ha piacevolmente sorpresa!).
Infine i dati tecnici: buona carta e prezzo al volume accettabile... peccato solo che c'è da svenarsi per acquistare l'intera serie.
In conclusione sì, "Naruto" è un manga che consiglio, ma con cautela: la cosa migliore sarebbe interromperne la lettura a un certo punto, ma capisco che è quasi impossibile, io stessa non ce l'ho fatta. Perciò il mio suggerimento è quello, da un certo punto in poi, di ignorare i numerosi strafalcioni e puntare alla sopravvivenza, ovvero sapere come diavolo va a finire la storia, punto.
Oh, se siete fangirl senza speranze leggere "Naruto" è quasi d'obbligo: posso sottoscrivere che questo manga appagherà la vostra sete di shipping e/o di fangirling anche sui singoli.
Era il 1999 quando al grandissimo Masashi Kishimoto venne quel colpo di genio chiamato "Naruto".
"Naruto", che se Eiichiro Oda non avesse inventato "One Piece" sarebbe diventato per me, e sottolineo per me, l'erede di Dragon Ball.
Questo manga con la "M" maiuscola è capace di catapultare il lettore in un mondo fatto di ninja, samurai e leggende di ogni tipo dai cercoteri ( volpe a nove code, gatto a due code, tasso monocoda etc...) a ninja leggendari come Jiraya.
La storia narra le gesta di Naruto, un orfano evitato da tutti a causa del grande male che porta dentro di se : il demone a nove code. La storia inizia da quando Naruto diviene un genin (ninja di livello basso che puo praticare le missioni di grado inferiore) e entra a far parte della squadra 7 composta dal suo primo amore non corrisposto Sakura Haruno, dall'eterno rivale Sasuke Uchiha e dal maestro Kakashi Hatake, dopo le prime difficolta Naruto riuscirà, anche grazie al suo grande motto "non arrendersi mai", a farsi molti amici e forse anche a... vi lascio nel dubbio sennò dovrei andare in spoiler.
La trama è molto particolareggiata e piena di colpi di scena a differenza dei personaggi che a mio parere sono quasi tutti simili, sono quasi tutti ragazzi soli e con un passato travagliato, ma questo e giusto per il percorso di formazione del nostro protagonista che, a differenza degli altri, non si è mai arreso alla solitudine grazie al suo carattere forte e deciso. Bello e molto il fatto che a un tratto Naruto perde una persona a lui molto cara (non faccio nomi, anche se è una cosa saputa da tutti) e tenta di tutto per riportarlo indietro, anche la propria vita, questo dà al manga una svolta decisamente unica che a me ha colpito molto, specialmente nelle motivazioni del fatto e dalle emozioni che entrano nello stato d'animo del lettore .
Belli sono anche i disegni, semplici ma colpiscono nel segno, sfondi molto ben fatti e dialoghi eccellenti, molti disprezzano il fatto che nei manga come Naruto i personaggi piangno troppo, io invece credo che sia un pregio, infatti per me sono questi i manga che hanno fatto della parola "manga" un fenomeno conosciuto da tutti i ragazzi del mondo, quei manga che hanno parole forti, sentimenti ed emozioni, che anche solo tramite due semplici parole e un'immagine, conducono il lettore a vivere paura, tristezza e felicità che lo stesso personaggio prova in quel momento.
In conclusione "Naruto" lo reputo uno dei manga più belli di questa generazione, capace di far sognare il lettore e fargli provare qualsiasi emozione. Lo consiglio a quei ragazzi e ragazze che amano i manga in cui nulla è impossibile e prevale la giustizia e specialmente a quelli che non si arrendono mai come il coraggioso Naruto... Consigliatissimo
"Naruto", che se Eiichiro Oda non avesse inventato "One Piece" sarebbe diventato per me, e sottolineo per me, l'erede di Dragon Ball.
Questo manga con la "M" maiuscola è capace di catapultare il lettore in un mondo fatto di ninja, samurai e leggende di ogni tipo dai cercoteri ( volpe a nove code, gatto a due code, tasso monocoda etc...) a ninja leggendari come Jiraya.
La storia narra le gesta di Naruto, un orfano evitato da tutti a causa del grande male che porta dentro di se : il demone a nove code. La storia inizia da quando Naruto diviene un genin (ninja di livello basso che puo praticare le missioni di grado inferiore) e entra a far parte della squadra 7 composta dal suo primo amore non corrisposto Sakura Haruno, dall'eterno rivale Sasuke Uchiha e dal maestro Kakashi Hatake, dopo le prime difficolta Naruto riuscirà, anche grazie al suo grande motto "non arrendersi mai", a farsi molti amici e forse anche a... vi lascio nel dubbio sennò dovrei andare in spoiler.
La trama è molto particolareggiata e piena di colpi di scena a differenza dei personaggi che a mio parere sono quasi tutti simili, sono quasi tutti ragazzi soli e con un passato travagliato, ma questo e giusto per il percorso di formazione del nostro protagonista che, a differenza degli altri, non si è mai arreso alla solitudine grazie al suo carattere forte e deciso. Bello e molto il fatto che a un tratto Naruto perde una persona a lui molto cara (non faccio nomi, anche se è una cosa saputa da tutti) e tenta di tutto per riportarlo indietro, anche la propria vita, questo dà al manga una svolta decisamente unica che a me ha colpito molto, specialmente nelle motivazioni del fatto e dalle emozioni che entrano nello stato d'animo del lettore .
Belli sono anche i disegni, semplici ma colpiscono nel segno, sfondi molto ben fatti e dialoghi eccellenti, molti disprezzano il fatto che nei manga come Naruto i personaggi piangno troppo, io invece credo che sia un pregio, infatti per me sono questi i manga che hanno fatto della parola "manga" un fenomeno conosciuto da tutti i ragazzi del mondo, quei manga che hanno parole forti, sentimenti ed emozioni, che anche solo tramite due semplici parole e un'immagine, conducono il lettore a vivere paura, tristezza e felicità che lo stesso personaggio prova in quel momento.
In conclusione "Naruto" lo reputo uno dei manga più belli di questa generazione, capace di far sognare il lettore e fargli provare qualsiasi emozione. Lo consiglio a quei ragazzi e ragazze che amano i manga in cui nulla è impossibile e prevale la giustizia e specialmente a quelli che non si arrendono mai come il coraggioso Naruto... Consigliatissimo
<b>[Attenzione spoilers]</b>
Trama: Naruto Uzumaki è un ninja dodicenne del Villaggio della Foglia con il sogno di diventare Hokage, il ninja più importante del villaggio. Naruto ha passato l'infanzia nell'emarginazione e, durante uno scontro con Mizuki, un traditore, viene a scoprirne il motivo: dentro di lui è sigillata la Volpe, il più forte dei nove cercoteri. Dopo avere sconfitto Mizuki, Naruto viene promosso a Genin all'accademia ninja e viene integrato nel Team 7 composto, oltre a lui, da Kakashi Hatake, Sasuke Uchiha e Sakura Haruno. Dopo varie avventure, Sasuke abbandona il villaggio per allenarsi con Orochimaru ed ottenere il potere necessario per uccidere suo fratello Itachi che aveva precedentemente sterminato il suo clan e verso cui bramava da tempo vendetta. Con la fuga di Sasuke si conclude la prima serie animata. Il nemico principale fino a questo momento è il ninja traditore Orochimaru.
La storia riprende dopo circa tre anni. Naruto torna al Villaggio della Foglia dopo un lungo allenamento con Jiraiya (uno dei tre Ninja supremi assieme ad Orochimaru e Tsunade). La storia coinvolge altri nemici, ovvero l'Organizzazione Alba, dedita alla cattura ed all'imprigionamento di tutti i nove cercoteri, ognuno sigillato in un ninja. Dopo avere ucciso suo fratello Itachi, Sasuke scopre che lo sterminio del suo clan, gli Uchiha, era stato commissionato dal consiglio degli anziani del Villaggio della Foglia. Perciò, si unisce ad Alba, in cambio dell'aiuto di questa, per distruggere il Villaggio. La storia prosegue, quindi, con Naruto che cerca di sfuggire e combattere l'Organizzazione e di redimere il suo migliore amico, considerato da lui come un fratello.
Personaggi: Durante la serie, molti dei personaggi principali sono stati messi in primo piano: alcuni di questi, però, nel prosieguo della storia hanno assunto un ruolo più defilato. Al centro del manga ci sono i personaggi del Team 7, composto da Naruto, Sasuke e Sakura. Con l'avanzare della trama, se ne sono aggiunti altri, la cui storia viene di solito approfondita in una singola saga o in poche puntate (ad esempio Sasori, Asuma Sarutobi, Danzo, Rock Lee, Neji Hyuga). Intorno alle vicende degli attori principali si snodano altre sottotrame che sono composte perlopiù da flashback o da racconti di avvenimenti precedenti a quelli trattati nel manga, spesso approfonditi solo nell'anime.
Manga davvero fantastico la trama è molto travolgente e piena di azione, il tratto è davvero molto bello e curato e allo stesso tempo semplice e facile da capire, i combattimenti sono disegnati in modo superbo.
Lo consiglio a tutti in particolare agli amanti dei mainstream.
Trama: Naruto Uzumaki è un ninja dodicenne del Villaggio della Foglia con il sogno di diventare Hokage, il ninja più importante del villaggio. Naruto ha passato l'infanzia nell'emarginazione e, durante uno scontro con Mizuki, un traditore, viene a scoprirne il motivo: dentro di lui è sigillata la Volpe, il più forte dei nove cercoteri. Dopo avere sconfitto Mizuki, Naruto viene promosso a Genin all'accademia ninja e viene integrato nel Team 7 composto, oltre a lui, da Kakashi Hatake, Sasuke Uchiha e Sakura Haruno. Dopo varie avventure, Sasuke abbandona il villaggio per allenarsi con Orochimaru ed ottenere il potere necessario per uccidere suo fratello Itachi che aveva precedentemente sterminato il suo clan e verso cui bramava da tempo vendetta. Con la fuga di Sasuke si conclude la prima serie animata. Il nemico principale fino a questo momento è il ninja traditore Orochimaru.
La storia riprende dopo circa tre anni. Naruto torna al Villaggio della Foglia dopo un lungo allenamento con Jiraiya (uno dei tre Ninja supremi assieme ad Orochimaru e Tsunade). La storia coinvolge altri nemici, ovvero l'Organizzazione Alba, dedita alla cattura ed all'imprigionamento di tutti i nove cercoteri, ognuno sigillato in un ninja. Dopo avere ucciso suo fratello Itachi, Sasuke scopre che lo sterminio del suo clan, gli Uchiha, era stato commissionato dal consiglio degli anziani del Villaggio della Foglia. Perciò, si unisce ad Alba, in cambio dell'aiuto di questa, per distruggere il Villaggio. La storia prosegue, quindi, con Naruto che cerca di sfuggire e combattere l'Organizzazione e di redimere il suo migliore amico, considerato da lui come un fratello.
Personaggi: Durante la serie, molti dei personaggi principali sono stati messi in primo piano: alcuni di questi, però, nel prosieguo della storia hanno assunto un ruolo più defilato. Al centro del manga ci sono i personaggi del Team 7, composto da Naruto, Sasuke e Sakura. Con l'avanzare della trama, se ne sono aggiunti altri, la cui storia viene di solito approfondita in una singola saga o in poche puntate (ad esempio Sasori, Asuma Sarutobi, Danzo, Rock Lee, Neji Hyuga). Intorno alle vicende degli attori principali si snodano altre sottotrame che sono composte perlopiù da flashback o da racconti di avvenimenti precedenti a quelli trattati nel manga, spesso approfonditi solo nell'anime.
Manga davvero fantastico la trama è molto travolgente e piena di azione, il tratto è davvero molto bello e curato e allo stesso tempo semplice e facile da capire, i combattimenti sono disegnati in modo superbo.
Lo consiglio a tutti in particolare agli amanti dei mainstream.
<b>Attenzione, la recensione contiene spoilers</b>
Quale miglior manga da recensire per primo, se non Naruto, che è stato il mio primo? Ricordo che comprai a caso il volume 25, essendo stato spinto da un mio amico, e lì (dopo aver imparato a leggere al contrario, cosa alquanto nuova per me) fui preso talmente tanto dalla storia che comprai tutti i volumi fino ad allora usciti. Ricordo che lo lessi tutto d'un fiato, e diventai un lettore accanito, ridendo di quel biondino scemo e avventato, che però nascondeva dentro di sé tanta sofferenza e solitudine. Naruto era circondato da tanti antagonisti, altri ninja del villaggio della foglia, ma soprattutto aveva vicino a sé Sasuke, solo come lui. La trama è inutile raccontarla dato che la conoscono tutti. La storia era incalzante, divertente, avvincente, almeno fino al volume 27. Dividerei la storia in tre blocchi narrativi. Il primo va dal volume 1 al volume 27, la prima serie, dove sulla trama non c'è nulla da dire, scorre tutto liscio. In questo primo blocco viene evidenziata una forte maturazione di Naruto, che passa dal far solo scherzi, a prendersi le proprie responsabilità e a cercare di difendere i propri compagni. In questa prima parte Naruto è sempre affiancato dagli altri ninja, che collaborano con lui e, nonostante lo sfottano e non lo prendano sul serio, lo rispettano profondamente (vedesi Shikamaru). Gli avvenimenti in questa prima serie sono divertenti, profondi e ti prendono un sacco. Voto 10.
Il secondo blocco narrativo va dal volume 27 al volume 47. Già da qui si denota un calo drastico, sia nella storia, che diventa alquanto ripetitiva, sia nei personaggi. Dalla fuga di Sasuke, ormai accecato dall'odio e dal desiderio di vendetta, la storia prende una piega brodosa. Naruto, che non ha mai digerito il fatto di non essere riuscito a riportare l'amico sulla reta via, si prende un impegno a mio parere piu grande di sé stesso: partire alla ricerca di Sasuke e ritentare. Decide ciò anche influenzato da Sakura, che esce da questa vicenda distrutta. In questo blocco fa anche la sua comparsa la Akatsuki, meglio conosciuta come Alba. Quest'ultima ha il grande progetto di catturare tutti i cercoteri, le forze portanti come Naruto, e di sigillarle dentro ad una statua, un demone, un'arma di distruzione di massa. Da qui in poi, leggendo il manga, sembra di assistere ad un inseguimento infinito, fra cane (l'Akatsuki), gatto (Naruto/Sakura) e topo imprendibile (Sasuke). Tutta la filosofia del manga si perde in continui dialoghi buonisti, lacrime a fiumi e frasi fatte. L'unica cosa che salvo di questo blocco narrativo, sono gli scontri fra i membri di Alba e la Foglia, e la parte finale di questa sezione: ovvero la distruzione del villaggio da parte di Pain, con relativo scontro. Voto 6, appena sufficente. E da qui comincia a crollare tutto il castello di carte costruito a fatica dal buon Kishimoto. La parte finale dello "scontro" con Pain (se cosi si puo definire), mi ha lasciato basito. Il volume 48 è l'esempio di quanto il buonismo si sia impossessato del manga. Un fottutissimo discorso fatto da Naruto a Nagato, senza capo né coda. Un nemico che torna buono dopo un discorsetto di un pischello non è accettabile. Se la situazione fosse stata identica, ma con il Naruto della prima serie, Nagato si sarebbe ritrovato con il culo rotto dopo neanche due secondi, dato che oltre ad aver distrutto il villaggio, ha ucciso anche Jiraya, mentore di Naruto. Poi, dopo questo boccone indigesto, arriva la vera e propria congestione, col fatto che tutti i ninja e i civili morti con la distruzione, vengano resuscitati cosi a caso da Nagato. La scusa usata è stata la fiducia che quest'ultimo dà a Naruto, no comment.
Ma la vera delusione deve ancora arrivare. Infatti, con le vicende che seguono scoppia la quarta grande guerra dei ninja e torna dal passato il grande Madara Uchiha, deciso più che mai a impossessarsi di tutto. E fin qui tutto bene si preannuncia un megascontro senza esclusione di colpi. Tutto a posto, se non fosse che Kishimoto, totalmente a corto di idee, decide di far resuscitare tutti i nemici del passato, per schierarli nel grande esercito nemico. Questa cosa ha i suoi lati positivi e negativi. Un lato positivo potrebbe essere il fatto che, trovandosi di fronte anche vecchi amici/maestri (vedi Asuma), i ninja della foglia possano essere ostacolati dai propri sentimenti. La cosa negativa è sicuramente il fatto che, come ho gia detto, Kishimoto sia a corto di idee, e che non sappia nemmeno lui dove voglia andare a parare. Inoltre, tutti i compagni di Naruto, che già nel secondo blocco erano praticamente inesistenti, spariscono del tutto, lasciando il posto a ninja piatti e inutili. Io seguo la serie nera, pertanto devo ancora leggere il volume 58, che uscirà a breve. Non leggo le scan e non mi spoilero, perciò dipendo dalla Planet Manga. Io sinceramente non so come finirà tutta questa storia, so solo che, per quanto mi dispiaccia dirlo, non vedo l'ora che finisca, dato che Naruto è diventato talmente brodoso, da poterci fare i tortellini. A quest'ultimo blocco dò il 4 per ora, sperando in un futuro miglioramento e in una conclusione degna degli antichi fasti di questo manga, che, ora come ora, sono scomparsi del tutto. Riguardo al tratto, lo trovo abbastanza bello, pulito, un po' piatto, ma comunque piacevole. Facendo la media finale risulta 6.5 ma io do 6, in quanto fortemente deluso.
Quale miglior manga da recensire per primo, se non Naruto, che è stato il mio primo? Ricordo che comprai a caso il volume 25, essendo stato spinto da un mio amico, e lì (dopo aver imparato a leggere al contrario, cosa alquanto nuova per me) fui preso talmente tanto dalla storia che comprai tutti i volumi fino ad allora usciti. Ricordo che lo lessi tutto d'un fiato, e diventai un lettore accanito, ridendo di quel biondino scemo e avventato, che però nascondeva dentro di sé tanta sofferenza e solitudine. Naruto era circondato da tanti antagonisti, altri ninja del villaggio della foglia, ma soprattutto aveva vicino a sé Sasuke, solo come lui. La trama è inutile raccontarla dato che la conoscono tutti. La storia era incalzante, divertente, avvincente, almeno fino al volume 27. Dividerei la storia in tre blocchi narrativi. Il primo va dal volume 1 al volume 27, la prima serie, dove sulla trama non c'è nulla da dire, scorre tutto liscio. In questo primo blocco viene evidenziata una forte maturazione di Naruto, che passa dal far solo scherzi, a prendersi le proprie responsabilità e a cercare di difendere i propri compagni. In questa prima parte Naruto è sempre affiancato dagli altri ninja, che collaborano con lui e, nonostante lo sfottano e non lo prendano sul serio, lo rispettano profondamente (vedesi Shikamaru). Gli avvenimenti in questa prima serie sono divertenti, profondi e ti prendono un sacco. Voto 10.
Il secondo blocco narrativo va dal volume 27 al volume 47. Già da qui si denota un calo drastico, sia nella storia, che diventa alquanto ripetitiva, sia nei personaggi. Dalla fuga di Sasuke, ormai accecato dall'odio e dal desiderio di vendetta, la storia prende una piega brodosa. Naruto, che non ha mai digerito il fatto di non essere riuscito a riportare l'amico sulla reta via, si prende un impegno a mio parere piu grande di sé stesso: partire alla ricerca di Sasuke e ritentare. Decide ciò anche influenzato da Sakura, che esce da questa vicenda distrutta. In questo blocco fa anche la sua comparsa la Akatsuki, meglio conosciuta come Alba. Quest'ultima ha il grande progetto di catturare tutti i cercoteri, le forze portanti come Naruto, e di sigillarle dentro ad una statua, un demone, un'arma di distruzione di massa. Da qui in poi, leggendo il manga, sembra di assistere ad un inseguimento infinito, fra cane (l'Akatsuki), gatto (Naruto/Sakura) e topo imprendibile (Sasuke). Tutta la filosofia del manga si perde in continui dialoghi buonisti, lacrime a fiumi e frasi fatte. L'unica cosa che salvo di questo blocco narrativo, sono gli scontri fra i membri di Alba e la Foglia, e la parte finale di questa sezione: ovvero la distruzione del villaggio da parte di Pain, con relativo scontro. Voto 6, appena sufficente. E da qui comincia a crollare tutto il castello di carte costruito a fatica dal buon Kishimoto. La parte finale dello "scontro" con Pain (se cosi si puo definire), mi ha lasciato basito. Il volume 48 è l'esempio di quanto il buonismo si sia impossessato del manga. Un fottutissimo discorso fatto da Naruto a Nagato, senza capo né coda. Un nemico che torna buono dopo un discorsetto di un pischello non è accettabile. Se la situazione fosse stata identica, ma con il Naruto della prima serie, Nagato si sarebbe ritrovato con il culo rotto dopo neanche due secondi, dato che oltre ad aver distrutto il villaggio, ha ucciso anche Jiraya, mentore di Naruto. Poi, dopo questo boccone indigesto, arriva la vera e propria congestione, col fatto che tutti i ninja e i civili morti con la distruzione, vengano resuscitati cosi a caso da Nagato. La scusa usata è stata la fiducia che quest'ultimo dà a Naruto, no comment.
Ma la vera delusione deve ancora arrivare. Infatti, con le vicende che seguono scoppia la quarta grande guerra dei ninja e torna dal passato il grande Madara Uchiha, deciso più che mai a impossessarsi di tutto. E fin qui tutto bene si preannuncia un megascontro senza esclusione di colpi. Tutto a posto, se non fosse che Kishimoto, totalmente a corto di idee, decide di far resuscitare tutti i nemici del passato, per schierarli nel grande esercito nemico. Questa cosa ha i suoi lati positivi e negativi. Un lato positivo potrebbe essere il fatto che, trovandosi di fronte anche vecchi amici/maestri (vedi Asuma), i ninja della foglia possano essere ostacolati dai propri sentimenti. La cosa negativa è sicuramente il fatto che, come ho gia detto, Kishimoto sia a corto di idee, e che non sappia nemmeno lui dove voglia andare a parare. Inoltre, tutti i compagni di Naruto, che già nel secondo blocco erano praticamente inesistenti, spariscono del tutto, lasciando il posto a ninja piatti e inutili. Io seguo la serie nera, pertanto devo ancora leggere il volume 58, che uscirà a breve. Non leggo le scan e non mi spoilero, perciò dipendo dalla Planet Manga. Io sinceramente non so come finirà tutta questa storia, so solo che, per quanto mi dispiaccia dirlo, non vedo l'ora che finisca, dato che Naruto è diventato talmente brodoso, da poterci fare i tortellini. A quest'ultimo blocco dò il 4 per ora, sperando in un futuro miglioramento e in una conclusione degna degli antichi fasti di questo manga, che, ora come ora, sono scomparsi del tutto. Riguardo al tratto, lo trovo abbastanza bello, pulito, un po' piatto, ma comunque piacevole. Facendo la media finale risulta 6.5 ma io do 6, in quanto fortemente deluso.
Che dire di quest'opera? A parer mio la migliore degli ultimi anni dai tempi di Dragon Ball, per quanto riguarda questo genere almeno.
Mi sono comprato con molta fatica (dato la difficile reperibilità di alcuni numeri) tutta la serie, e continuo a leggere spinto dalla curiosità di sapere come procede la storia leggendo le scan italiane su internet.
La trama è intrigcta, ricca di colpi di scena! Ho letto molte recensioni a riguardo, dove spesso vengono giudicate le caratteristiche dei protagonisti. Io li trovo molto interessanti, tra l'altro è difficilissimo continuare una storia che va avanti da anni, anche se le personalità sono "viste e riviste" (anche questa a parer mio è una cavolata, dato che questo manga ha più di 10 anni, e prima di questo pochi erano i personaggi che rispondevano alle caratteristiche dei protagonisti attuali).
Per quanto riguarda la trama, evitando spoiler, mi limito a dire semplicemente che è perfetta e ben strutturata.
Anche i disegni sono magnifici. Le abilità di Kishimoto nel disegno sono aumentate anno dopo anno, nonostante queste siano frutto delle sue personali esperienze, direi che è riuscito perfettamente nell'intento. Personaggi l'uno diverso dall'altro, tutti a loro modo particolari, e con un sapiente riferimento alle culture del passato.
In definitiva il mio voto finale è 10, opera che senza dubbio gli appassionati del genere dovrebbero leggere, senza farsi scoraggiare dall'anime che purtroppo contiene fin troppi elementi superflui, ma questa è un'altra faccenda.
Mi sono comprato con molta fatica (dato la difficile reperibilità di alcuni numeri) tutta la serie, e continuo a leggere spinto dalla curiosità di sapere come procede la storia leggendo le scan italiane su internet.
La trama è intrigcta, ricca di colpi di scena! Ho letto molte recensioni a riguardo, dove spesso vengono giudicate le caratteristiche dei protagonisti. Io li trovo molto interessanti, tra l'altro è difficilissimo continuare una storia che va avanti da anni, anche se le personalità sono "viste e riviste" (anche questa a parer mio è una cavolata, dato che questo manga ha più di 10 anni, e prima di questo pochi erano i personaggi che rispondevano alle caratteristiche dei protagonisti attuali).
Per quanto riguarda la trama, evitando spoiler, mi limito a dire semplicemente che è perfetta e ben strutturata.
Anche i disegni sono magnifici. Le abilità di Kishimoto nel disegno sono aumentate anno dopo anno, nonostante queste siano frutto delle sue personali esperienze, direi che è riuscito perfettamente nell'intento. Personaggi l'uno diverso dall'altro, tutti a loro modo particolari, e con un sapiente riferimento alle culture del passato.
In definitiva il mio voto finale è 10, opera che senza dubbio gli appassionati del genere dovrebbero leggere, senza farsi scoraggiare dall'anime che purtroppo contiene fin troppi elementi superflui, ma questa è un'altra faccenda.
<b>Attenzione spoiler!</b>
Letti 57 volumi per ora solo perchè voglio leggermeli quando escono e non leggerli su internet. Bellissimo manga che mi ha molto appassionato da bambino. L'idea dei cercoteri e delle forze portanti, cosa su cui si concentra prevalentemente il manga, è un idea molto ben studiata. In questo manga prevalentemente si vede il cammino di Naruto e Sasuke: prima nemici, poi un po' amici e alla fine si odiano. Per quanto ho visto per ora Naruto cerca in ogni modo di far vedere che non è un mostro, ma un ragazzo con molto spirito e un cuore aperto a tutti. Invece Sasuke è un ragazzo che ha incentrato e incentra tutt'ora la sua vita sulla vendetta: prima vuole uccidere Itachi (e lo uccide) e poi scopre che Itachi in verità era il buono ed ora vuole vendicarlo distruggendo il villaggio della foglia. Trama avvincente con molti colpi di scena e mosse e spiegazioni di esse molto intriganti. Questa è un opera da 10 e lode.
Letti 57 volumi per ora solo perchè voglio leggermeli quando escono e non leggerli su internet. Bellissimo manga che mi ha molto appassionato da bambino. L'idea dei cercoteri e delle forze portanti, cosa su cui si concentra prevalentemente il manga, è un idea molto ben studiata. In questo manga prevalentemente si vede il cammino di Naruto e Sasuke: prima nemici, poi un po' amici e alla fine si odiano. Per quanto ho visto per ora Naruto cerca in ogni modo di far vedere che non è un mostro, ma un ragazzo con molto spirito e un cuore aperto a tutti. Invece Sasuke è un ragazzo che ha incentrato e incentra tutt'ora la sua vita sulla vendetta: prima vuole uccidere Itachi (e lo uccide) e poi scopre che Itachi in verità era il buono ed ora vuole vendicarlo distruggendo il villaggio della foglia. Trama avvincente con molti colpi di scena e mosse e spiegazioni di esse molto intriganti. Questa è un opera da 10 e lode.
Si può dire senza esagerare che, ad oggi, Naruto è il miglior shuonen in circolazione, degno di competere con capisaldi del presente(One Piece) come del passato (Dragon Ball). Da un contesto tutto sommato conosciuto, cioè i ninja, su cui i mangaka giapponesi lavorano da anni, Kishimoto ha saputo creare un vero e proprio mondo adatto ai palati delle nuove generazioni e non solo. In questo lo si può collegare a One Piece, dove, proprio come nel manga sui pirati, l'autore ha creato un nuovo universo sviluppando la trama a cerchi concentrici; cioè, ha iniziato parlando di un piccolo villaggio ninja, allargando poi la trama più e più volte fino ad arrivare a descrivere una vera e propria guerra mondiale. E sta qui la fortuna dell'opera, ormai giunta a ben 60 volumi, perchè gli permette di gestire questa trama così lunga senza eccessive lunghezze (vedi manga come Bleach) né parti inutili, riuscendo a gestire alla perfezione un'immenso parco di personaggi, senza perdere d'occhio la crescita del protagonista, che sembra quasi un'altra persona paragonandolo fra gli ultimi numeri e i primi. Se proprio devo trovargli un difetto, è il disegno, buono e tutto sommato carino, ma non particolarmente curato, soprattutto per l'abbandono dei retini; mancano così quella profondità e ombreggiatura che le sole chine non riescono a dare, ma fa comunque il suo dovere.
In definitiva, detto da uno che non apprezza particolarmente i manga infiniti, Naruto ha tutte le carte in regola per restare nell'olimpo dei manga, per un successo, è proprio il caso di dirlo, per nulla immeritato. Leggetelo!
In definitiva, detto da uno che non apprezza particolarmente i manga infiniti, Naruto ha tutte le carte in regola per restare nell'olimpo dei manga, per un successo, è proprio il caso di dirlo, per nulla immeritato. Leggetelo!
Se è diventato famoso ci sarà un motivo...
Ha tutti i requisiti per uno shonen di alto livello. Una trama avvincente, ben delineata, con sempre nuovi rivali, sfide e avventure. Tema semplice e a volte eccessivamente sottolineato quello dell'amicizia che prevale su tutto. Sempre molto adatto per uno shonen. Molto simpatico da leggere perchè accompagnato da scene divertenti (che fanno sorridere) le quali invogliano alla lettura e la rendono più piacevole. I disegni non sono molto elaborati ma belli nella loro semplicità. Assolutamente meglio dell'anime che è molto più pesante a causa dei filler aggiunti.
Complessivamente un bel manga da 8. Consigliato se, ovviamente, vi piace il genere.
Ha tutti i requisiti per uno shonen di alto livello. Una trama avvincente, ben delineata, con sempre nuovi rivali, sfide e avventure. Tema semplice e a volte eccessivamente sottolineato quello dell'amicizia che prevale su tutto. Sempre molto adatto per uno shonen. Molto simpatico da leggere perchè accompagnato da scene divertenti (che fanno sorridere) le quali invogliano alla lettura e la rendono più piacevole. I disegni non sono molto elaborati ma belli nella loro semplicità. Assolutamente meglio dell'anime che è molto più pesante a causa dei filler aggiunti.
Complessivamente un bel manga da 8. Consigliato se, ovviamente, vi piace il genere.
Leggo Naruto da più di quattro anni ormai e dopo quarantuno volumetti non mi sono ancora stancato di questo manga, anche se adesso la Panini ha spostato la cadenza da mensile a bimestrale. Devo confessare prima di tutto che non sono un tipo da serie longeve, ho rifiutato i vari Bleach e One piece anche per questo, ma Naruto è un manga che credo non lascerò mai neanche dovesse arrivare a cento volumetti. La storia ormai la conoscono tutti, chi in un modo chi in un altro, quindi non mi dilungherò nel riassumere la trama scritta dal sensei Kishimoto.
Naruto, prima serializzazione dell'autore, comincia circa dodici anni fa con una storia che non vanta poi tutta questa originalità, illustrata da dei disegni che all'iniziò non erano un granché e si distaccavano di poco dalla tradizione shonen, non eccessivamente curati e con un tratto non tanto pulito. Insomma il Naruto delle "origini" si presenta come un opera mediocre.
A questo punto sicuramente voi direte: ma che cavolo di manga è questo? Che cosa lo ha fatto arrivare al quinto posto fra i manga più venduti della storia? La risposta sta proprio nella lunghezza dell'opera. Chi ha giudicato Naruto basandosi solo sui primi dieci-quindici volumetti ha fatto un grosso errore di valutazione, perché andando avanti l'autore dimostra una straordinaria capacità narrativa, sapendo districarsi fra mille storie diverse appartenenti a mille personaggi diversi che compaiono nel corso del racconto, illustrandoli nel modo migliore possibile, a volte cadendo nella ridondanza, ma anche la ridondanza ha un suo fine narrativo. La continua evoluzione del personaggio principale, le mille tecniche di combattimento attribuite ad ogni singolo personaggio che diventano via via più elaborate e complesse, lo svolgersi di più filoni narrativi contemporaneamente, la costante suspence che ti costringe a leggere fino all'ultimo balloon, fanno di Naruto un opera che ha dell'incredibile. La complessità della narrazione e il numero elevato di elementi immessi nel manga da parte dell'autore, stuzzicano ancora di più l'interesse del lettore a districare la matassa, a scoprire chi è il deus ex machina. Devo tuttavia riconoscere che alcuni temi trattati lungo la storia (potrebbero esserci spoiler) si potevano evitare come l'obiettivo dell'organizzazione Alba, o la messa in scena di una profezia che coinvolge Naruto e Jiraya.
Ora, come ho già detto lo stile di disegno del sensei Kishimoto subisce un'evoluzione che secondo me (parlo dei numeri che ho letto, ovviamente) va solo in positivo. Lo stile di Naruto infatti si avvicina molto al realistico senza rinunciare al deformed, una via di mezzo che a me pare perfetta per uno shonen del genere, le proporzioni sono appropriate e gradevoli. Dopo oltre dieci anni di pubblicazioni il sensei Kishimoto ha accumulato tanta esperienza da saper scegliere con estrema maestria le inquadrature più appropriate e adeguate per la situazione.
Credo che tutto ciò che ho scritto basti e avanzi per giustificare il mio voto che tecnicamente sarebbe un 9 e mezzo, ma data l'impossibilità di inserire i mezzi voti ho optato per un 9, per un manga che è stato il primo di una lunga serie di fumetti giapponesi e che mi ha formato da questo punto di vista.
Naruto, prima serializzazione dell'autore, comincia circa dodici anni fa con una storia che non vanta poi tutta questa originalità, illustrata da dei disegni che all'iniziò non erano un granché e si distaccavano di poco dalla tradizione shonen, non eccessivamente curati e con un tratto non tanto pulito. Insomma il Naruto delle "origini" si presenta come un opera mediocre.
A questo punto sicuramente voi direte: ma che cavolo di manga è questo? Che cosa lo ha fatto arrivare al quinto posto fra i manga più venduti della storia? La risposta sta proprio nella lunghezza dell'opera. Chi ha giudicato Naruto basandosi solo sui primi dieci-quindici volumetti ha fatto un grosso errore di valutazione, perché andando avanti l'autore dimostra una straordinaria capacità narrativa, sapendo districarsi fra mille storie diverse appartenenti a mille personaggi diversi che compaiono nel corso del racconto, illustrandoli nel modo migliore possibile, a volte cadendo nella ridondanza, ma anche la ridondanza ha un suo fine narrativo. La continua evoluzione del personaggio principale, le mille tecniche di combattimento attribuite ad ogni singolo personaggio che diventano via via più elaborate e complesse, lo svolgersi di più filoni narrativi contemporaneamente, la costante suspence che ti costringe a leggere fino all'ultimo balloon, fanno di Naruto un opera che ha dell'incredibile. La complessità della narrazione e il numero elevato di elementi immessi nel manga da parte dell'autore, stuzzicano ancora di più l'interesse del lettore a districare la matassa, a scoprire chi è il deus ex machina. Devo tuttavia riconoscere che alcuni temi trattati lungo la storia (potrebbero esserci spoiler) si potevano evitare come l'obiettivo dell'organizzazione Alba, o la messa in scena di una profezia che coinvolge Naruto e Jiraya.
Ora, come ho già detto lo stile di disegno del sensei Kishimoto subisce un'evoluzione che secondo me (parlo dei numeri che ho letto, ovviamente) va solo in positivo. Lo stile di Naruto infatti si avvicina molto al realistico senza rinunciare al deformed, una via di mezzo che a me pare perfetta per uno shonen del genere, le proporzioni sono appropriate e gradevoli. Dopo oltre dieci anni di pubblicazioni il sensei Kishimoto ha accumulato tanta esperienza da saper scegliere con estrema maestria le inquadrature più appropriate e adeguate per la situazione.
Credo che tutto ciò che ho scritto basti e avanzi per giustificare il mio voto che tecnicamente sarebbe un 9 e mezzo, ma data l'impossibilità di inserire i mezzi voti ho optato per un 9, per un manga che è stato il primo di una lunga serie di fumetti giapponesi e che mi ha formato da questo punto di vista.
"Naruto", ovvero ciò che poteva essere ma non è stato, la fiera dei buoni propositi gettati al vento. Ma andiamo con ordine.
E' stato il mio primo manga, iniziato con la prima ristampa rossa e proseguito con la prima edizione nera. Mi ha coinvolto sin da subito: lo credevo migliore di "One Piece" (la cui unica pecca è l'eccessiva prolissità della trama) e di "Dragon Ball", in quanto la caratterizzazione dei personaggi è inizialmente molto ben studiata, ad eccezione di alcuni personaggi come Sakura, sempre stata "insipida" per prendere le parole di Naruto stesso. Mistero, azione e sentimenti, uniti a un disegno interessante - ma non eccellente, diciamolo - sono ben dosati durante tutta la prima serie. Diciamo che l'alchimia, l'equilibrio degli elementi in ballo dura per 25 e rotti numeri. Ma poi, ma poi...
Inizia la monotonia a farla da padrona. La seconda serie, "Cronache dell'Uragano" vede la noia dominare sulla serie: personaggi come Kakashi, Rock Lee, Neji, Hinata, che avevano avuto una caratterizzazione interessante e piena di spunti da continuare, vengono totalmente azzerati. Mere comparse da palcoscenico dove a recitare il ruolo di protagonisti, senza peraltro distinguersi per interesse, sono unicamente Naruto e Sasuke.
Il ragazzo degli Uchiha passa un'avventura più improbabile dell'altra, si unisce a un gruppo quantomai impacciato pieno anch'esso di mere comparse senza alcuno spessore (Yugo? Karin o Sakura?) ed è animato dal solito animo vendicativo che alla lunga diventa borioso, nonostante l'intervento di alcune pseudo-rivelazioni che "dovrebbero" rianimare la trama stanca e logora.
Naruto passa da un power up a un altro. Ed è questo che più fa riflettere, e mi spiego meglio. Prima si passa dall'etterno dilemma di dover riuscire a controllare la volpe a nove code. Poi Naruto comprende che controllarla è troppo difficile, quasi impossibile e persino pericoloso per chi gli sta accanto - peccato non aver finito l'opera e non avere spedito Sakura al creatore. A questo punto si passa a una nuova tecnica che non preveda l'utilizzo del demone, ma anche questa tecnica è altresì deleteria per il suo organismo. Va bene, torniamo a controllare la volpe.
Kishimoto è evidentemente in balìa delle onde in Shippuden.
Non sa cosa fare, non sa che piega far prendere a un intreccio logoro che si trascina in maniera pesante e stanca. I personaggi che ci ha fatto amare tanto nella prima serie sono azzerati, annichiliti dal dualismo Naruto-Sasuke con l'inserimento da outsider di un improbabile Madara che non fa altro che complicare una storia che si teme durerà ancora per molto.
E' stato il mio primo manga, iniziato con la prima ristampa rossa e proseguito con la prima edizione nera. Mi ha coinvolto sin da subito: lo credevo migliore di "One Piece" (la cui unica pecca è l'eccessiva prolissità della trama) e di "Dragon Ball", in quanto la caratterizzazione dei personaggi è inizialmente molto ben studiata, ad eccezione di alcuni personaggi come Sakura, sempre stata "insipida" per prendere le parole di Naruto stesso. Mistero, azione e sentimenti, uniti a un disegno interessante - ma non eccellente, diciamolo - sono ben dosati durante tutta la prima serie. Diciamo che l'alchimia, l'equilibrio degli elementi in ballo dura per 25 e rotti numeri. Ma poi, ma poi...
Inizia la monotonia a farla da padrona. La seconda serie, "Cronache dell'Uragano" vede la noia dominare sulla serie: personaggi come Kakashi, Rock Lee, Neji, Hinata, che avevano avuto una caratterizzazione interessante e piena di spunti da continuare, vengono totalmente azzerati. Mere comparse da palcoscenico dove a recitare il ruolo di protagonisti, senza peraltro distinguersi per interesse, sono unicamente Naruto e Sasuke.
Il ragazzo degli Uchiha passa un'avventura più improbabile dell'altra, si unisce a un gruppo quantomai impacciato pieno anch'esso di mere comparse senza alcuno spessore (Yugo? Karin o Sakura?) ed è animato dal solito animo vendicativo che alla lunga diventa borioso, nonostante l'intervento di alcune pseudo-rivelazioni che "dovrebbero" rianimare la trama stanca e logora.
Naruto passa da un power up a un altro. Ed è questo che più fa riflettere, e mi spiego meglio. Prima si passa dall'etterno dilemma di dover riuscire a controllare la volpe a nove code. Poi Naruto comprende che controllarla è troppo difficile, quasi impossibile e persino pericoloso per chi gli sta accanto - peccato non aver finito l'opera e non avere spedito Sakura al creatore. A questo punto si passa a una nuova tecnica che non preveda l'utilizzo del demone, ma anche questa tecnica è altresì deleteria per il suo organismo. Va bene, torniamo a controllare la volpe.
Kishimoto è evidentemente in balìa delle onde in Shippuden.
Non sa cosa fare, non sa che piega far prendere a un intreccio logoro che si trascina in maniera pesante e stanca. I personaggi che ci ha fatto amare tanto nella prima serie sono azzerati, annichiliti dal dualismo Naruto-Sasuke con l'inserimento da outsider di un improbabile Madara che non fa altro che complicare una storia che si teme durerà ancora per molto.
Naruto è un ragazzino ninja del Villaggio della Foglia; il suo obbiettivo è diventare l'hokage del suo paese. E' un giovane 'solo', poiché alcuni fatti che caratterizzano il suo passato e la sua infanzia lo hanno fatto isolare dal resto del suo villaggio che lo ha sempre visto come un fastidio e un irresponsabile.
Naruto nel suo percorso incontra molti pericoli che lo metteranno a dura prova, ma che al tempo stesso lo aiuteranno a migliorare e lo avvicineranno lentamente al suo sogno.
L'aspetto negativo del manga è che spesso il protagonista non riesce a trovare abbastanza spazio a causa della moltitudine di personaggi e di vicende, tuttavia non smette di stupirci con alcune delle sue 'perle di saggezza'.
Questo manga è una combinazione perfetta di avventura, d'azione e di amicizia; presenta inoltre importanti dottrine psicologiche che caratterizzano la vita dei ninja che è fatta di sacrifici, di scelte difficili e di combattimenti.
"Naruto" a mio avviso è un manga bellissimo, profondo e unico, anche se alcune parti sono un po' troppo portate per le lunghe, cosa che mi porta a dargli un nove anziché un dieci, che meriterebbe pienamente per originalità e ricchezza.
Naruto nel suo percorso incontra molti pericoli che lo metteranno a dura prova, ma che al tempo stesso lo aiuteranno a migliorare e lo avvicineranno lentamente al suo sogno.
L'aspetto negativo del manga è che spesso il protagonista non riesce a trovare abbastanza spazio a causa della moltitudine di personaggi e di vicende, tuttavia non smette di stupirci con alcune delle sue 'perle di saggezza'.
Questo manga è una combinazione perfetta di avventura, d'azione e di amicizia; presenta inoltre importanti dottrine psicologiche che caratterizzano la vita dei ninja che è fatta di sacrifici, di scelte difficili e di combattimenti.
"Naruto" a mio avviso è un manga bellissimo, profondo e unico, anche se alcune parti sono un po' troppo portate per le lunghe, cosa che mi porta a dargli un nove anziché un dieci, che meriterebbe pienamente per originalità e ricchezza.
Partiamo con il dire Naruto è un altro dei manga che leggo e seguo, e che il mio reale voto sarebbe 7,5. Devo dire che è uno shounen che attira molto, ma ha anche i suoi difetti.
Partiamo dai pregi. La prima serie di Naruto (che finisce al numero 27 o 28, non ricordo bene a essere sincero) è una storia appassionante, che attira il lettore per la volontà di questo ragazzino di voler fare qualcosa di buono per il proprio villaggio e diventare Hokage. Inoltre,c'è uno spirito di gruppo e una competitività nel gruppo di Kakashi che rende questa squadra temibile e forte, tanto da riuscire a battere sin da subito uno dei più temuti ninja, quale Zabuza.
Anche l'originalità dei ninja e delle loro diverse abilità, e il mistero della volpe a 9 code in Naruto stupiscono non poco il lettore che apprezza questo manga. C'è da aggiungere che Kishimoto li disegna come persone con sentimenti e non come freddi esecutori che il 90% delle opere narrative di ninja ci ha presentato, e questo trovo sia una bella trovata. Infine, la crescita dei personaggi è buona e ovvia, grazie agli avvenimenti sequenziali che vengono riportati correttamente; niente di assurdo, insomma, grazie al cielo.
Per quanto riguarda i difetti, beh: i disegni non sono mai stati buoni, se non con la nuova serie dove si vedono dei miglioramenti, ma che rimangono comunque poveri di tutte le qualità base che un buon disegno deve avere. C'è da aggiungere che poi nella seconda serie è tutto un susseguirsi di "andiamo a salvare Sasuke", non c'è più il villaggio, non c'è più una crescita morale del protagonista e non c'è più una morale dei personaggi, che ormai pensano solo a combattere Akatsuki e riportare Sasuke al villaggio.
C'è anche da pensare che ormai i power up sono così devastanti che il resto dei ninja passa in secondo piano, e questo toglie molto l'idea di "villaggio" che si era creata nella prima serie. Inoltre, ci sono momenti di stallo davvero noiosi e a volte sembra quasi che neanche Kishimoto sappia più come uscirne.
In definitiva, il mio giudizio è che Naruto è un buon manga, ma ci sono vari aspetti da valutare, come quelli che ho discusso, ad esempio.
Se dovessi consigliarlo a un probabile lettore lo farei, ma avvertendolo di non aspettarsi il capolavoro dei capolavori come alcuni dicono.
Partiamo dai pregi. La prima serie di Naruto (che finisce al numero 27 o 28, non ricordo bene a essere sincero) è una storia appassionante, che attira il lettore per la volontà di questo ragazzino di voler fare qualcosa di buono per il proprio villaggio e diventare Hokage. Inoltre,c'è uno spirito di gruppo e una competitività nel gruppo di Kakashi che rende questa squadra temibile e forte, tanto da riuscire a battere sin da subito uno dei più temuti ninja, quale Zabuza.
Anche l'originalità dei ninja e delle loro diverse abilità, e il mistero della volpe a 9 code in Naruto stupiscono non poco il lettore che apprezza questo manga. C'è da aggiungere che Kishimoto li disegna come persone con sentimenti e non come freddi esecutori che il 90% delle opere narrative di ninja ci ha presentato, e questo trovo sia una bella trovata. Infine, la crescita dei personaggi è buona e ovvia, grazie agli avvenimenti sequenziali che vengono riportati correttamente; niente di assurdo, insomma, grazie al cielo.
Per quanto riguarda i difetti, beh: i disegni non sono mai stati buoni, se non con la nuova serie dove si vedono dei miglioramenti, ma che rimangono comunque poveri di tutte le qualità base che un buon disegno deve avere. C'è da aggiungere che poi nella seconda serie è tutto un susseguirsi di "andiamo a salvare Sasuke", non c'è più il villaggio, non c'è più una crescita morale del protagonista e non c'è più una morale dei personaggi, che ormai pensano solo a combattere Akatsuki e riportare Sasuke al villaggio.
C'è anche da pensare che ormai i power up sono così devastanti che il resto dei ninja passa in secondo piano, e questo toglie molto l'idea di "villaggio" che si era creata nella prima serie. Inoltre, ci sono momenti di stallo davvero noiosi e a volte sembra quasi che neanche Kishimoto sappia più come uscirne.
In definitiva, il mio giudizio è che Naruto è un buon manga, ma ci sono vari aspetti da valutare, come quelli che ho discusso, ad esempio.
Se dovessi consigliarlo a un probabile lettore lo farei, ma avvertendolo di non aspettarsi il capolavoro dei capolavori come alcuni dicono.
<b>[Attenzione spoiler!]</b>
Naruto è, senza ombra di dubbio, uno dei miei manga preferiti. Sebbene non abbia una particolare passione per gli shounen chilometrici (infatti non seguo né Bleach né One Piece), questo è riuscito inaspettatamente a coinvolgermi e a farmi amare molti dei personaggi.
I disegni, inizialmente, non erano un granché, ma a partire dalla seconda serie sono migliorati sempre di più, anche se rimprovero a Kishimoto la mancanza del chiaroscuro, che non guasterebbe sicuramente.
La trama non è il massimo dell'originalità, ma la trovo comunque avvincente e coinvolgente, soprattutto nella prima parte del manga. I personaggi, a parte qualche eccezione, sono caratterizzati abbastanza bene, nonostante siano presenti alcuni stereotipi.
Tuttavia, non gli sto dando 10 perché, ultimamente, la trama sta scadendo e parecchio, direi. A partire dal volume 28 in poi la trama è stata centrata eccessivamente su Naruto e Sasuke, mentre i personaggi secondari sono finiti nel dimenticatoio. Perfino Sakura, che nella prima serie era una dei protagonisti (anche se nei combattimenti era utile quanto un fiammifero in un giorno di pioggia), è stata ridotta ad uno schifido personaggio secondario. Per non parlare di Kakashi che, nonostante il nuovo potere, è stato superato alla grande.
I tre protagonisti, inoltre, non sono maturati per niente.
Naruto è diventato una sottospecie di messia che risolve tutto con le buone parole (vedi Nagato). E, in più, riceve i poteri come la manna dal cielo e con l'aiuto di un sacco di persone. Non mi pronuncio poi sul suo comportamento da stalker ossessivo nei confronti di Sasuke. E ci credo che l'Uchiha ne ha le scatole piene!
Sasuke. Lui cambia ma, invece di migliorare, regredisce sempre di più. Ormai è diventato uno psicopatico privo di carisma che non ha nessun riguardo nemmeno nei confronti di chi gli fa del bene. Vedasi la povera Karin, infilzata a mo' di spiedo e sacrificata in nome di una vendetta sciocca ed inutile. È anche vero, però, che Sasuke, in un certo senso, va capito, considerando che la sua vita è stata un susseguirsi di traumi. Normale che sia impazzito.
Sakura... Sakura è rimasta statica. Non si è evoluta neanche un po'. È rimasta la solita lagna inutile della prima serie. E i risultati dell'allenamento con Tsunade si sono visti solo nello scontro con Sasori (dove il culo, alla fine, se lo è fatto Chiyo). Dopo questo non ha fatto praticamente nulla di significativo, salvo una orrenda confessione d'amore a Naruto in cui ha mostrato di essere una persona falsa, ipocrita e spaventosamente egoista.
Anche la trama sta iniziando a fare acqua da diversi punti. Specialmente nell'ultima parte. La "guerra" iniziata da Tobi e Kabuto non sembra neanche una vera guerra. Non è altro che un minestrone di Talk No Jutsu e scontri 1 vs 1 noiosi, ripetitivi e privi di colpi di scena.
Tuttavia, rimango comunque attaccata a questo manga per via dei personaggi che me lo hanno fatto adorare, come Itachi, il team Taka e altri membri di Akatsuki (per la serie: viva i cattivi!). Quindi, nonostante le carenze presentate ultimamente, un 8 se lo merita.
Naruto è, senza ombra di dubbio, uno dei miei manga preferiti. Sebbene non abbia una particolare passione per gli shounen chilometrici (infatti non seguo né Bleach né One Piece), questo è riuscito inaspettatamente a coinvolgermi e a farmi amare molti dei personaggi.
I disegni, inizialmente, non erano un granché, ma a partire dalla seconda serie sono migliorati sempre di più, anche se rimprovero a Kishimoto la mancanza del chiaroscuro, che non guasterebbe sicuramente.
La trama non è il massimo dell'originalità, ma la trovo comunque avvincente e coinvolgente, soprattutto nella prima parte del manga. I personaggi, a parte qualche eccezione, sono caratterizzati abbastanza bene, nonostante siano presenti alcuni stereotipi.
Tuttavia, non gli sto dando 10 perché, ultimamente, la trama sta scadendo e parecchio, direi. A partire dal volume 28 in poi la trama è stata centrata eccessivamente su Naruto e Sasuke, mentre i personaggi secondari sono finiti nel dimenticatoio. Perfino Sakura, che nella prima serie era una dei protagonisti (anche se nei combattimenti era utile quanto un fiammifero in un giorno di pioggia), è stata ridotta ad uno schifido personaggio secondario. Per non parlare di Kakashi che, nonostante il nuovo potere, è stato superato alla grande.
I tre protagonisti, inoltre, non sono maturati per niente.
Naruto è diventato una sottospecie di messia che risolve tutto con le buone parole (vedi Nagato). E, in più, riceve i poteri come la manna dal cielo e con l'aiuto di un sacco di persone. Non mi pronuncio poi sul suo comportamento da stalker ossessivo nei confronti di Sasuke. E ci credo che l'Uchiha ne ha le scatole piene!
Sasuke. Lui cambia ma, invece di migliorare, regredisce sempre di più. Ormai è diventato uno psicopatico privo di carisma che non ha nessun riguardo nemmeno nei confronti di chi gli fa del bene. Vedasi la povera Karin, infilzata a mo' di spiedo e sacrificata in nome di una vendetta sciocca ed inutile. È anche vero, però, che Sasuke, in un certo senso, va capito, considerando che la sua vita è stata un susseguirsi di traumi. Normale che sia impazzito.
Sakura... Sakura è rimasta statica. Non si è evoluta neanche un po'. È rimasta la solita lagna inutile della prima serie. E i risultati dell'allenamento con Tsunade si sono visti solo nello scontro con Sasori (dove il culo, alla fine, se lo è fatto Chiyo). Dopo questo non ha fatto praticamente nulla di significativo, salvo una orrenda confessione d'amore a Naruto in cui ha mostrato di essere una persona falsa, ipocrita e spaventosamente egoista.
Anche la trama sta iniziando a fare acqua da diversi punti. Specialmente nell'ultima parte. La "guerra" iniziata da Tobi e Kabuto non sembra neanche una vera guerra. Non è altro che un minestrone di Talk No Jutsu e scontri 1 vs 1 noiosi, ripetitivi e privi di colpi di scena.
Tuttavia, rimango comunque attaccata a questo manga per via dei personaggi che me lo hanno fatto adorare, come Itachi, il team Taka e altri membri di Akatsuki (per la serie: viva i cattivi!). Quindi, nonostante le carenze presentate ultimamente, un 8 se lo merita.
Naruto è stato per molto tempo il mio manga preferito ma ora la mia opinione è cambiata molto. Partiamo dall'inizio. Fino al 28 volume (in poche parole la prima parte) il manga è molto bello: trama accattivante, personaggi ben studiati, combattimenti originali, disegno meraviglioso e uso di prospettive e inquadrature particolare e molto azzeccato. La prima parte del manga è anche molto ricca di colpi di scena, bei momenti e sopratutto coerente.
Con la seconda parte la trama, il disegno e tutto il resto calano gradualmente fino a rendere il manga noioso, banale, incoerente e prevedibile. I personaggi non sono più originali come una volta, la trama procede lentamente e le cose diventano sempre più incomprensibili e confuse. Il disegno diventa piatto, monotono, senza originalità o belle inquadrature. I combattimenti, che nella prima parte erano basati sulla strategia e l'ingegno, ora sono soltanto un'enciclopedia di tecniche ninja spuntate all'improvviso, dove chi tira fuori la tecnica più devastante vince, al diavolo la strategia. Naruto rispetto alla prima serie dove era più realistico diventa il classico protagonista leggermente stupido degli shonen. I personaggi secondari che avevano reso la prima parte del manga bello compaiono poche volte e in ogni modo non compiono niente di importante o decisivo rispetto la trama. Sasuke, il leggendario rivale di Naruto, diventa il personaggio più incoerente di tutta la serie. È veramente una delusione che un manga così bello scenda di livello così tristemente. Sembra che Kishimoto avendo avuto così successo non abbia più voglia di impegnarsi con il suo lavoro, continuando a disegnare solo per i soldi. Quanta tristezza e delusione per il fumetto che mi ha fatto amare il mondo dei manga.
Riguardo al voto avrei dato meno però la prima parte è bella e non è giusto dimenticarla così.
Concludendo
Prima parte (fino al volume 28):
Disegno: 9
Trama: 8
Originalità: 8
Seconda parte:
Disegno: 6
Trama: 5
Originalità: 4
Con la seconda parte la trama, il disegno e tutto il resto calano gradualmente fino a rendere il manga noioso, banale, incoerente e prevedibile. I personaggi non sono più originali come una volta, la trama procede lentamente e le cose diventano sempre più incomprensibili e confuse. Il disegno diventa piatto, monotono, senza originalità o belle inquadrature. I combattimenti, che nella prima parte erano basati sulla strategia e l'ingegno, ora sono soltanto un'enciclopedia di tecniche ninja spuntate all'improvviso, dove chi tira fuori la tecnica più devastante vince, al diavolo la strategia. Naruto rispetto alla prima serie dove era più realistico diventa il classico protagonista leggermente stupido degli shonen. I personaggi secondari che avevano reso la prima parte del manga bello compaiono poche volte e in ogni modo non compiono niente di importante o decisivo rispetto la trama. Sasuke, il leggendario rivale di Naruto, diventa il personaggio più incoerente di tutta la serie. È veramente una delusione che un manga così bello scenda di livello così tristemente. Sembra che Kishimoto avendo avuto così successo non abbia più voglia di impegnarsi con il suo lavoro, continuando a disegnare solo per i soldi. Quanta tristezza e delusione per il fumetto che mi ha fatto amare il mondo dei manga.
Riguardo al voto avrei dato meno però la prima parte è bella e non è giusto dimenticarla così.
Concludendo
Prima parte (fino al volume 28):
Disegno: 9
Trama: 8
Originalità: 8
Seconda parte:
Disegno: 6
Trama: 5
Originalità: 4
<b>[Attenzione, questa recensione contiene spoiler!]</b>
Naruto: un manga partito bene e che sta procedendo male. Mi spiego: all'inizio Naruto, quando l'ho visto per la prima volta, l'ho considerato una copia (mal riuscita) di Dragon ball. Poi col tempo ho imparato ad apprezzarlo. Questo almeno fino alla seconda serie.
Partiamo dai personaggi.
Naruto, un povero orfanello (che novità, non si era mai visto!), a cui è stato sigillato all'interno un potente demone (altro spunto originale). La suddetta "forza portante", invece di deprimersi come tutte le persone normali, anche perché discriminato dagli abitanti del villaggio, si ESALTA a tal punto che la sua esuberanza ne fa a parer mio uno dei personaggi più odiosi dei manga. Poi c'è Sasuke, altro povero orfanello, il cui fratello ha sterminato l'intero clan. Medita vendetta verso di lui fin dall'inizio della serie, arrivando ad allearsi con uno dei cattivoni della storia. Infine Sakura, la cui personalità è così piatta che perfino Jaken di Inuyasha ha più carisma: la ragazzina passa dall'adorare Sasuke in una maniera folle a inquietanti sdoppiamenti di personalità.
Attorno a questi "riuscitissimi" personaggi si muove uno stuolo di comparse che o sono "cattivi" diventati buoni dopo l'incontro col protagonista (vedasi Pain o Gaara), abbandonando i loro propositi di conquista del mondo/distruzione di tutti gli uomini grazie a qualche buon proposito buttato lì da Naruto, oppure personaggi che compaiono per qualche secondo e via pur avendo una certa importanza in alcune parti della trama (come Hinata), o infine tipi che da pacchiani e ridicoli diventano i "boss finali" del plot. Tra i più celebri c'è sicuramente Tobi/Madara Uchiha/? che dall'essere poco più di una comparsa è arrivato a diventare capo di Alba, affermando di essere un ninja antico e potentissimo (l'ipotesi è stata comunque frantumata da Kisihimoto).
Ciò che però non posso perdonare all'autore ed alla sua creatura è il fatto di non tenere in considerazione l'ambientazione del manga: il mondo dei ninja.
I primi combattimenti (mi riferisco a Zabuza oppure al torneo dei genin) erano svolte secondo un profilo molto ben impostato, con trappole psicologiche e piani strategici ben congegnati, davvero. Dalla seconda serie in poi ho assistito a scontri che di strategico avevano ben poco, con Naruto che utilizza tecniche potentissime, allenandosi in pochissimo tempo tra l'altro.
In conclusione vorrei dire una cosa: Kishimoto, va bene che il tuo sia uno shonen d'azione, va bene che ci siano risvolti inattesi e fantastici, ma almeno non far finire il tutto come un clone di Dragonball.
Naruto: un manga partito bene e che sta procedendo male. Mi spiego: all'inizio Naruto, quando l'ho visto per la prima volta, l'ho considerato una copia (mal riuscita) di Dragon ball. Poi col tempo ho imparato ad apprezzarlo. Questo almeno fino alla seconda serie.
Partiamo dai personaggi.
Naruto, un povero orfanello (che novità, non si era mai visto!), a cui è stato sigillato all'interno un potente demone (altro spunto originale). La suddetta "forza portante", invece di deprimersi come tutte le persone normali, anche perché discriminato dagli abitanti del villaggio, si ESALTA a tal punto che la sua esuberanza ne fa a parer mio uno dei personaggi più odiosi dei manga. Poi c'è Sasuke, altro povero orfanello, il cui fratello ha sterminato l'intero clan. Medita vendetta verso di lui fin dall'inizio della serie, arrivando ad allearsi con uno dei cattivoni della storia. Infine Sakura, la cui personalità è così piatta che perfino Jaken di Inuyasha ha più carisma: la ragazzina passa dall'adorare Sasuke in una maniera folle a inquietanti sdoppiamenti di personalità.
Attorno a questi "riuscitissimi" personaggi si muove uno stuolo di comparse che o sono "cattivi" diventati buoni dopo l'incontro col protagonista (vedasi Pain o Gaara), abbandonando i loro propositi di conquista del mondo/distruzione di tutti gli uomini grazie a qualche buon proposito buttato lì da Naruto, oppure personaggi che compaiono per qualche secondo e via pur avendo una certa importanza in alcune parti della trama (come Hinata), o infine tipi che da pacchiani e ridicoli diventano i "boss finali" del plot. Tra i più celebri c'è sicuramente Tobi/Madara Uchiha/? che dall'essere poco più di una comparsa è arrivato a diventare capo di Alba, affermando di essere un ninja antico e potentissimo (l'ipotesi è stata comunque frantumata da Kisihimoto).
Ciò che però non posso perdonare all'autore ed alla sua creatura è il fatto di non tenere in considerazione l'ambientazione del manga: il mondo dei ninja.
I primi combattimenti (mi riferisco a Zabuza oppure al torneo dei genin) erano svolte secondo un profilo molto ben impostato, con trappole psicologiche e piani strategici ben congegnati, davvero. Dalla seconda serie in poi ho assistito a scontri che di strategico avevano ben poco, con Naruto che utilizza tecniche potentissime, allenandosi in pochissimo tempo tra l'altro.
In conclusione vorrei dire una cosa: Kishimoto, va bene che il tuo sia uno shonen d'azione, va bene che ci siano risvolti inattesi e fantastici, ma almeno non far finire il tutto come un clone di Dragonball.
Ho letto molti commenti su Naruto: da chi lo definisce un capolavoro a chi una vera "schifezza". A mio parere è un bel manga. Non sto qui a dirvi tutta la mia esperienza con fumetti e manga ma posso per certo dirvi che per me è tra i più belli mai letti.
La storia: è molto semplice ma è anche molto profonda. Sopratutto, sebbene la trama rispecchi il classico andamento del manga da combattimento, ha molti spunti per una crescita psicologica dei personaggi non da poco. Secondo me questa è infatti la caratteristica più speciale che ha questo manga. In secondo luogo anche i disegni hanno una funzione; ho letto qui molti commenti sul fatto che i disegni sono semplici. È vero, ma rispondo anche che un fumetto del genere avere disegni complicati renderebbe la lettura non solo difficile ma anche pesante. Esempio blando: Berserk, fumetto bellissimo, disegni stupefacenti, trama superbella, ma anche spesso molto difficile da leggere per via dei disegni troppo particolari di Miura.
Naruto è bello perché si legge con facilità, perché emoziona proprio come mi emozionarono i manga della mia ormai gioventù. La trama è ricca di amore, amicizia, ma anche di odio e vendetta e riesce a dare soluzioni alternative intelligenti. Per come la vedo io, Naruto, che è un fumetto per lo più per bambini e preadolescenti, può formare persone con ideali e quindi potrebbe essere un vero esempio (come per me lo fu Dragon ball). Non gli do il massimo per via degli ultimi volumi, in cui noto la volontà dell'autore di incentrare di più sulla storia di Naruto - Sasuke e di non sviluppare la sua specialità (ovvero quello di approfondire psicologicamente tutti i personaggi, anche quelli secondari); ma posso dire con certezza che è un fumetto che consiglierei.
La storia: è molto semplice ma è anche molto profonda. Sopratutto, sebbene la trama rispecchi il classico andamento del manga da combattimento, ha molti spunti per una crescita psicologica dei personaggi non da poco. Secondo me questa è infatti la caratteristica più speciale che ha questo manga. In secondo luogo anche i disegni hanno una funzione; ho letto qui molti commenti sul fatto che i disegni sono semplici. È vero, ma rispondo anche che un fumetto del genere avere disegni complicati renderebbe la lettura non solo difficile ma anche pesante. Esempio blando: Berserk, fumetto bellissimo, disegni stupefacenti, trama superbella, ma anche spesso molto difficile da leggere per via dei disegni troppo particolari di Miura.
Naruto è bello perché si legge con facilità, perché emoziona proprio come mi emozionarono i manga della mia ormai gioventù. La trama è ricca di amore, amicizia, ma anche di odio e vendetta e riesce a dare soluzioni alternative intelligenti. Per come la vedo io, Naruto, che è un fumetto per lo più per bambini e preadolescenti, può formare persone con ideali e quindi potrebbe essere un vero esempio (come per me lo fu Dragon ball). Non gli do il massimo per via degli ultimi volumi, in cui noto la volontà dell'autore di incentrare di più sulla storia di Naruto - Sasuke e di non sviluppare la sua specialità (ovvero quello di approfondire psicologicamente tutti i personaggi, anche quelli secondari); ma posso dire con certezza che è un fumetto che consiglierei.
La trama la conoscete quindi passiamo subito al sodo: il perché del mio voto.
Naruto parte come quasi tutti gli shonen, ovvero protagonista orfano allontanato da tutti perché dentro di sé ha un demone, poi conoscerà persone che sapranno riconoscere il suo valore.
Cosa mi ha spinto a continua a leggerlo? Semplice! I personaggi crescono, maturano, si evolvono, e questo succede raramente nei manga dove, di solito, i personaggi restano sempre uguali.
Prendiamo ad esempio Naruto: all'inizio è solo un ragazzino pasticcione che combina guai, impulsivo, burlone; crescendo è maturato, è più uomo e tenta di portare la pace nelle terre ninja (cosa molto difficile da fare.). Altro scopo è quello di riportare il suo amico/rivale a casa. Sasuke, infatti, è l'unico superstite del suo clan e vuol vendicarsi del fratello maggiore reo di essere l'autore materiale del massacro. Anche questo personaggio cambia molto, anche se diventerà uno degli antagonisti.
In Naruto sono belli anche i colpi di scena: cose che non ti aspettavi, cattivi che in realtà sono buoni o viceversa; vicende che dovevano essere in un modo e invece sono in un altro.
Io credo che questo manga non debba essere sottovalutato così tanto solo perché è diventato famoso. Ci sono così tante rivelazioni interessanti e commoventi.
Non do un 10 perché Kishimoto pecca in una cosa: le storie d'amore o pseudotali, <b>SPOILER</b> come, ad esempio, quando Hinata si dichiara a Naruto: insomma, dopo che lui ha affrontato Nagato non poteva spendere due paroline per quella ragazza? Ci sono anche altri esempi ma non sto qui ad elencarli.
Detto questo vi lascio.
Naruto parte come quasi tutti gli shonen, ovvero protagonista orfano allontanato da tutti perché dentro di sé ha un demone, poi conoscerà persone che sapranno riconoscere il suo valore.
Cosa mi ha spinto a continua a leggerlo? Semplice! I personaggi crescono, maturano, si evolvono, e questo succede raramente nei manga dove, di solito, i personaggi restano sempre uguali.
Prendiamo ad esempio Naruto: all'inizio è solo un ragazzino pasticcione che combina guai, impulsivo, burlone; crescendo è maturato, è più uomo e tenta di portare la pace nelle terre ninja (cosa molto difficile da fare.). Altro scopo è quello di riportare il suo amico/rivale a casa. Sasuke, infatti, è l'unico superstite del suo clan e vuol vendicarsi del fratello maggiore reo di essere l'autore materiale del massacro. Anche questo personaggio cambia molto, anche se diventerà uno degli antagonisti.
In Naruto sono belli anche i colpi di scena: cose che non ti aspettavi, cattivi che in realtà sono buoni o viceversa; vicende che dovevano essere in un modo e invece sono in un altro.
Io credo che questo manga non debba essere sottovalutato così tanto solo perché è diventato famoso. Ci sono così tante rivelazioni interessanti e commoventi.
Non do un 10 perché Kishimoto pecca in una cosa: le storie d'amore o pseudotali, <b>SPOILER</b> come, ad esempio, quando Hinata si dichiara a Naruto: insomma, dopo che lui ha affrontato Nagato non poteva spendere due paroline per quella ragazza? Ci sono anche altri esempi ma non sto qui ad elencarli.
Detto questo vi lascio.
<b>[Contiene spoiler]</b>
La trama è già scritta, quindi evito di consumarmi le dita inutilmente.
Allora, premetto che Naruto è stato il primo manga che io abbia mai letto, sapendo che era il più famoso degli ultimi tempi sono partita da quello. Fino a che non ho finito i numeri pubblicati lo adoravo, ne ero ossessionata e aspettavo come una drogata i capitoli settimanali. A lungo andando poi ho letto molta altra roba, scoprendo cose più di nicchia ma di tutt'altra pasta. In quel momento mi sono svegliata. Ed eccoci al motivo del mio 2 scarso.
Primo, il protagonista: povero orfanello, i genitori sono stati ammazzati (giusto perché non si era mai visto un protagonista orfano eh) da una creatura malvagissima e cattivissima, e poi bum, colpo di scena, la creatura malvagissima cattivissima è proprio sigillata in lui! Il villaggio al completo lo tratta come un roito e si tengono ben alla larga (senza per altro che il signor trottola si chieda come mai, o tanto meno il perché di quel tatuaggio che non si può certo definire sobrio). E poi ecco il team 7, un aggregato di fenomeni da baraccone stereotipati fino al midollo. Oltre al solito protagonista ritardato e mangiatore compulsivo ma dai sani valori morali (altro picco di originalità) abbiamo il povero orfanello (e 2!) perennemente incavolato con il mondo come mai si era visto. Ma giusto per aggiungerci le quote rosa (letteralmente) ecco la tipica ragazza shonen, debolissima, inutile nel combattimento, capace solo di urlare Sasuke-kun a destra e a manca e svenire nei momenti meno consoni. Questa simpatica quanto inutile fanciulla messa lì per pura par condicio è ovviamente innamorata del tenebroso Sasuke, ma è anche oggetto del desiderio del protagonista, formando un triangolo. Nel giro di due anni Naruto diventa in grado di usare milioni di tecniche, si scoprirà essere il figlio del più potente ninja della foglia, con il demone più forte, capace di usare una tecnica per cui i non protagonisti impiegherebbero anni sudore e lacrime, il bambino predestinato e chi più ne ha più ne metta. Naruto è forte, buono, gentile, privo di odio, amichevole, simpatico e saggio cento volte di più di anziani con anni e anni di vita in più alle spalle. In due anni da mezza sega diventa in grado di sconfiggere chiunque, anche se questi si sono allenati per tutta la loro vita.
La cosa che mi ha deluso di più è comunque stata Gaara che, a testimone della legge "non importa quanto sono cattivo e quante stragi ho fatto, se incontro il protagonista divento subito un pezzo di pane" (vedasi anche Pain). Nei primi volumi è un sociopatico con le occhiaie che gli arrivano al mento, capace di amputare la braccia a chiunque incontri, poi puf, incontra Naruto e diventa un personaggio gentile, buono e onesto proprio come il protagonista, peccato che diventa un'ombra e sparisce.
Mi rifiuto di commentare altri personaggi assolutamente visti e rivisti in tutte le salse (ma guarda un po se non c'è il vecchio pervertito fortissimo o la tettona curatrice).
Naruto mi ha deluso sotto ogni punto di vista, i disegni sono osceni, poco dettagliati con dei capelli a blocco unico e delle espressioni identiche. I personaggi cambiano carattere a seconda dell'ambientazione, i tre ninja leggendari che sono lo specchio del gruppo di Naruto (genio freddo e cattivo, donna medico e scemo del gruppo) sono il picco di tristezza. Gente morta che con un barbatrucco ricompare, improvvisi cambi da cattivissimo a pezzo di pane, terribili passati di orfani maltrattati, personaggi inutili messi lì per arrotondare. Naruto non si può considerare un capolavoro, si può forse dire che il motivo per cui ha così tanto (immeritato) successo è la trama semplicissima, stereotipata è facile da capire per tutti. Nel '90 spopolavano capolavori come Berserk, Slam Dunk e Saiyuki, questo ci dovrebbe far pensare a come sia possibile che nel 2000 ci si ritrovi con Naruto.
La trama è già scritta, quindi evito di consumarmi le dita inutilmente.
Allora, premetto che Naruto è stato il primo manga che io abbia mai letto, sapendo che era il più famoso degli ultimi tempi sono partita da quello. Fino a che non ho finito i numeri pubblicati lo adoravo, ne ero ossessionata e aspettavo come una drogata i capitoli settimanali. A lungo andando poi ho letto molta altra roba, scoprendo cose più di nicchia ma di tutt'altra pasta. In quel momento mi sono svegliata. Ed eccoci al motivo del mio 2 scarso.
Primo, il protagonista: povero orfanello, i genitori sono stati ammazzati (giusto perché non si era mai visto un protagonista orfano eh) da una creatura malvagissima e cattivissima, e poi bum, colpo di scena, la creatura malvagissima cattivissima è proprio sigillata in lui! Il villaggio al completo lo tratta come un roito e si tengono ben alla larga (senza per altro che il signor trottola si chieda come mai, o tanto meno il perché di quel tatuaggio che non si può certo definire sobrio). E poi ecco il team 7, un aggregato di fenomeni da baraccone stereotipati fino al midollo. Oltre al solito protagonista ritardato e mangiatore compulsivo ma dai sani valori morali (altro picco di originalità) abbiamo il povero orfanello (e 2!) perennemente incavolato con il mondo come mai si era visto. Ma giusto per aggiungerci le quote rosa (letteralmente) ecco la tipica ragazza shonen, debolissima, inutile nel combattimento, capace solo di urlare Sasuke-kun a destra e a manca e svenire nei momenti meno consoni. Questa simpatica quanto inutile fanciulla messa lì per pura par condicio è ovviamente innamorata del tenebroso Sasuke, ma è anche oggetto del desiderio del protagonista, formando un triangolo. Nel giro di due anni Naruto diventa in grado di usare milioni di tecniche, si scoprirà essere il figlio del più potente ninja della foglia, con il demone più forte, capace di usare una tecnica per cui i non protagonisti impiegherebbero anni sudore e lacrime, il bambino predestinato e chi più ne ha più ne metta. Naruto è forte, buono, gentile, privo di odio, amichevole, simpatico e saggio cento volte di più di anziani con anni e anni di vita in più alle spalle. In due anni da mezza sega diventa in grado di sconfiggere chiunque, anche se questi si sono allenati per tutta la loro vita.
La cosa che mi ha deluso di più è comunque stata Gaara che, a testimone della legge "non importa quanto sono cattivo e quante stragi ho fatto, se incontro il protagonista divento subito un pezzo di pane" (vedasi anche Pain). Nei primi volumi è un sociopatico con le occhiaie che gli arrivano al mento, capace di amputare la braccia a chiunque incontri, poi puf, incontra Naruto e diventa un personaggio gentile, buono e onesto proprio come il protagonista, peccato che diventa un'ombra e sparisce.
Mi rifiuto di commentare altri personaggi assolutamente visti e rivisti in tutte le salse (ma guarda un po se non c'è il vecchio pervertito fortissimo o la tettona curatrice).
Naruto mi ha deluso sotto ogni punto di vista, i disegni sono osceni, poco dettagliati con dei capelli a blocco unico e delle espressioni identiche. I personaggi cambiano carattere a seconda dell'ambientazione, i tre ninja leggendari che sono lo specchio del gruppo di Naruto (genio freddo e cattivo, donna medico e scemo del gruppo) sono il picco di tristezza. Gente morta che con un barbatrucco ricompare, improvvisi cambi da cattivissimo a pezzo di pane, terribili passati di orfani maltrattati, personaggi inutili messi lì per arrotondare. Naruto non si può considerare un capolavoro, si può forse dire che il motivo per cui ha così tanto (immeritato) successo è la trama semplicissima, stereotipata è facile da capire per tutti. Nel '90 spopolavano capolavori come Berserk, Slam Dunk e Saiyuki, questo ci dovrebbe far pensare a come sia possibile che nel 2000 ci si ritrovi con Naruto.
"La sofferenza di sentirsi soli è veramente insopportabile, immagino quello che provi, non so spiegartelo ma capisco bene il dolore che ti tormenta. Io ho avuto la fortuna di incontrare persone che significano molto per me e adesso non intendo permettere che proprio a loro venga fatto del male. Non deve succedere, giuro che ti fermerò anche a costo di toglierti la vita." - Naruto Uzumaki
INTRODUZIONE
Naruto come tutti sanno è un manga ideato da Masashi Kishimoto, che con Naruto serializza il suo primo vero e proprio manga. Il manga ha avuto inizio nel 1999 con la sua pubblicazione su Shueisha. Attualmente conta una cinquantina di volumi, precisamente 57 (per ora), ed ovviamente è ancora in corso. Dal manga sono stati tratti diversi anime, film, videogiochi e mille altri oggetti, compresi anche i gadget più improbabili. Ma ritorniamo a Naruto, che è considerato tra i migliori shonen degli ultimi 10 anni, insieme ai noti, per non dire notissimi, One Piece (il manga dei Record) e Bleach, altra pietra miliare dei manga. Naruto si presenta come uno shonen di combattimenti che fa dell'azione e delle gag comiche il suo forte. In Italia il manga è pubblicato dalla Planet Manga (Panini Comics), la quale ha pubblicato i suoi primi 54 volumi (nella sua prima edizione). Ovviamente la Planet ha avuto la brillante idea di creare diverse edizioni dello stesso manga, come ad esempio l'edizione "Naruto il mito". Tale edizione non si discosta molto dall'edizione classica, tranne dal diverso colore dei numeri assegnati ai volumi, che invece di essere neri (come nella prima edizione), sono di coloro rosso. Ancora questa edizione è ancora accettabile, ma la Planet, assetata di denaro e gloria, ha avuto la brillante idea di creare un nuovo formato per Naruto, creando l'edizione Gold. Dai volumi enormi dalla scarsa qualità, sia di sovra-copertina sia della carta. La prima edizione e l'edizione "Il Mito" costano 3,90€, mentre l'edizione Gold va a costare 4,50€ a volume. Ovviamente sono stati ristampati diversi numeri della seconda edizione.
TRAMA
Il manga vede come protagonista Naruto Uzumaki, un ninja di dodici anni assai scalmanato e piantagrane. Il suo sogno è quello di diventare Hokage, il ninja con più rilevanza ed importanza del villaggio. Naruto, dietro una vita sregolata, nasconde un passato tutt'altro che gioioso. Ha passato l'infanzia nell'emarginazione, solo dopo lo scontro con Mizuki (non vi spoilero il personaggio), scoprirà la verità. Naruto è stato ignorato da tutti in quanto all'interno del suo corpo è stata sigillata la famosa quanto temibile Volpe a Nove Code, il più forte e temibile dei nove Cercoteri. Dopo questa scoperta, Naruto viene promosso a Genin ed entra nell'accademia ninja; verrà assegnato nel "Team 7", capitanato dallo strano quanto eccentrico Kakashi Hatake, e comprendente, oltre a Naruto, la giovane e bella Sakura Haruno (della quale Naruto è follemente innamorato) e dallo scorbutico e odioso Sasuke Uchiha (sembra avere un oscuro passato, che verrà pian piano svelato nei volumi successivi). Ora la vita di Naruto come vero e proprio Ninja ha inizio. In questo manga vedremo come un personaggio come Naruto riuscirà a maturare e a crescere, sia esteriormente sia internamente. Ovviamente questa è solo l'introduzione alla trama, che si svilupperà moltissimo nel vari volumi, quindi consiglio seriamente di leggerlo.
CONSIDERAZIONI
Prima di tutto partiamo con il dire che è uno shonen, quindi ha dei parametri da seguire, non può sforare di molto. Ovviamente essendo adatto ad un pubblico per lo più giovanile non possiamo pretendere troppo da questo manga. Ma come detto prima, come shonen Naruto è veramente ben fatto, sopratutto la prima parte del manga (fino al ventisettesimo volume), sia per trama sia per il tratto di Masashi Kishimoto, che pur non essendo complicato è riuscito a colpirmi. Parlando dei vari personaggi del manga, sono tutti o quasi caratterizzati ad hoc, niente da criticare. La sfortuna è che, essendo veramente molti, alcuni vengono inevitabilmente trascurati, sopratutto nella seconda parte della storia, dal numero 28. La trama parte lentamente nei primi volumi, ma comunque riesce a prendere fin da subito. A molti di questi personaggi sono molto affezionato. A mio avviso Naruto è un ottimo shonen, come pochi in giro in questi ultimi tempi. Quindi mi sento abbastanza convinto nell'assegnare 9 a Naruto, forse ad essere più onesti si meriterebbe un 9- per l'esagerata longevità del manga, ma non esistendo voti intermedi mi vedo obbligato ad assegnare 9.
INTRODUZIONE
Naruto come tutti sanno è un manga ideato da Masashi Kishimoto, che con Naruto serializza il suo primo vero e proprio manga. Il manga ha avuto inizio nel 1999 con la sua pubblicazione su Shueisha. Attualmente conta una cinquantina di volumi, precisamente 57 (per ora), ed ovviamente è ancora in corso. Dal manga sono stati tratti diversi anime, film, videogiochi e mille altri oggetti, compresi anche i gadget più improbabili. Ma ritorniamo a Naruto, che è considerato tra i migliori shonen degli ultimi 10 anni, insieme ai noti, per non dire notissimi, One Piece (il manga dei Record) e Bleach, altra pietra miliare dei manga. Naruto si presenta come uno shonen di combattimenti che fa dell'azione e delle gag comiche il suo forte. In Italia il manga è pubblicato dalla Planet Manga (Panini Comics), la quale ha pubblicato i suoi primi 54 volumi (nella sua prima edizione). Ovviamente la Planet ha avuto la brillante idea di creare diverse edizioni dello stesso manga, come ad esempio l'edizione "Naruto il mito". Tale edizione non si discosta molto dall'edizione classica, tranne dal diverso colore dei numeri assegnati ai volumi, che invece di essere neri (come nella prima edizione), sono di coloro rosso. Ancora questa edizione è ancora accettabile, ma la Planet, assetata di denaro e gloria, ha avuto la brillante idea di creare un nuovo formato per Naruto, creando l'edizione Gold. Dai volumi enormi dalla scarsa qualità, sia di sovra-copertina sia della carta. La prima edizione e l'edizione "Il Mito" costano 3,90€, mentre l'edizione Gold va a costare 4,50€ a volume. Ovviamente sono stati ristampati diversi numeri della seconda edizione.
TRAMA
Il manga vede come protagonista Naruto Uzumaki, un ninja di dodici anni assai scalmanato e piantagrane. Il suo sogno è quello di diventare Hokage, il ninja con più rilevanza ed importanza del villaggio. Naruto, dietro una vita sregolata, nasconde un passato tutt'altro che gioioso. Ha passato l'infanzia nell'emarginazione, solo dopo lo scontro con Mizuki (non vi spoilero il personaggio), scoprirà la verità. Naruto è stato ignorato da tutti in quanto all'interno del suo corpo è stata sigillata la famosa quanto temibile Volpe a Nove Code, il più forte e temibile dei nove Cercoteri. Dopo questa scoperta, Naruto viene promosso a Genin ed entra nell'accademia ninja; verrà assegnato nel "Team 7", capitanato dallo strano quanto eccentrico Kakashi Hatake, e comprendente, oltre a Naruto, la giovane e bella Sakura Haruno (della quale Naruto è follemente innamorato) e dallo scorbutico e odioso Sasuke Uchiha (sembra avere un oscuro passato, che verrà pian piano svelato nei volumi successivi). Ora la vita di Naruto come vero e proprio Ninja ha inizio. In questo manga vedremo come un personaggio come Naruto riuscirà a maturare e a crescere, sia esteriormente sia internamente. Ovviamente questa è solo l'introduzione alla trama, che si svilupperà moltissimo nel vari volumi, quindi consiglio seriamente di leggerlo.
CONSIDERAZIONI
Prima di tutto partiamo con il dire che è uno shonen, quindi ha dei parametri da seguire, non può sforare di molto. Ovviamente essendo adatto ad un pubblico per lo più giovanile non possiamo pretendere troppo da questo manga. Ma come detto prima, come shonen Naruto è veramente ben fatto, sopratutto la prima parte del manga (fino al ventisettesimo volume), sia per trama sia per il tratto di Masashi Kishimoto, che pur non essendo complicato è riuscito a colpirmi. Parlando dei vari personaggi del manga, sono tutti o quasi caratterizzati ad hoc, niente da criticare. La sfortuna è che, essendo veramente molti, alcuni vengono inevitabilmente trascurati, sopratutto nella seconda parte della storia, dal numero 28. La trama parte lentamente nei primi volumi, ma comunque riesce a prendere fin da subito. A molti di questi personaggi sono molto affezionato. A mio avviso Naruto è un ottimo shonen, come pochi in giro in questi ultimi tempi. Quindi mi sento abbastanza convinto nell'assegnare 9 a Naruto, forse ad essere più onesti si meriterebbe un 9- per l'esagerata longevità del manga, ma non esistendo voti intermedi mi vedo obbligato ad assegnare 9.
Naruto è stato il primo manga che ho preso e sembrava bello. Così credevo finché cominciai a prendere altri manga e capii che non era poi così bello. Naruto è uguale a un qualsiasi protagonista di shonen di questo tipo, cioè è sempre mangione, divertente e scherzoso. Impara dagli altri e non sviluppa o inventa nessuna tecnica e quando trova un nemico si allena a batterlo e l allenamento non viene mai mostrato; poi viene un' altro nemico da battere, Naruto si allena e così via. Inoltre la trama attualmente è molto infantile, all'inizio era complessa ma è diventata così da dopo il 27 volume, da qui la storia si basa solo sulla scomparsa di Sasuke. I personaggi secondari non vengono quasi mai mostrati, soprattutto dopo il 27 volume, e se per caso ritornano parlano di cose insulse, e questo fa diventare noioso il manga. Un'altra cosa assurda è che Naruto è fissato col salvare suo amico Sasuke, il quale invece non lo vuole incontrare e questa è un' altra cosa insulsa di questo manga. Poi per quanto riguarda il disegno le capigliature rispetto agli altri shonen sono molto semplici, soprattutto quelle di Naruto o Sasuke, ma anche Kakashi o Sakura; molti hanno capigliature simili ma con colori diversi, come Naruto e Kakashi oppure Sakura e Sasuke.
Poi tutti gli antagonisti muoiono e compaiono nuovi antagonisti che anche loro muoiono. Nessun antagonista sopravvive, quindi questo manga lo consiglio ai lettori alle prime armi.
Poi tutti gli antagonisti muoiono e compaiono nuovi antagonisti che anche loro muoiono. Nessun antagonista sopravvive, quindi questo manga lo consiglio ai lettori alle prime armi.
Cosa dire dire a proposito di Naruto? Colonna portante del Weekly Shonen Jump, manga con 12 anni di serializzazione alle spalle, ha un anime di successo planetario, decine di videogames e i fan non si contano. In parole povere stiamo parlando di un manga che è riuscito a far parlare di sé in ogni luogo e modo possibile.
Voto 6.5. Perché così poco direte, dopo la premessa così in grande che ho fatto? Cercherò di non dilungarmi troppo nella spiegazione e di affermarmi solo nei particolari più rivelanti a parer mio cercando di essere il meno soggettivo possibile e non metterò nessuno spoiler per poter far leggere questa recensione a tutti.
Quest'opera, come voi ben saprete, è di Masashi Kishimoto, mangaka senza alcuna esperienza alle spalle (e di questo il manga ne risentirà poi parecchio a lungo andare), assistente di Togashi-sensei (autore di HxH, Yuyu Hakusho, Level E ecc) giovanissimo e con un talento artistico notevole.
Passando al manga, Kishimoto riesce fin dai primi capitoli, se non addirittura dal One Shot stesso, a far immergere completamente il lettore in una dimensione fantasy con protagonisti dei ninja non ordinari, che al contrario della tradizione non nascondono alle persone normali la propria identità (tranne alcune eccezioni). Ci viene presentato Naruto, un vero e proprio monello dispettoso dall'aria sempre allegra e spensierata nonostante si verrà poi a scoprire il suo doloroso passato che inevitabilmente lo caratterizzerà per tutta la vita. Inoltre Kishimoto ci presenta gli altri personaggi che saranno poi i coprotagonisti della storia con un metodo ingegnoso, ovvero formando delle squadre di ninja che avrebbero cooperato per passare l'esame per diventare Genin (ovvero i ninja del livello più basso).
Oltre a delle belle ambientazioni in questo mondo fantasy, alla valanga di personaggi presentati e caratterizzati con la dovuta calma, Kishimoto inserisce due elementi che sarnno poi al centro di tutta la storia. Il primo è la volpe a nove code, un enorme demone sigillato all'interno di Naruto stesso; il secondo è la rivalità nata fin da subito fra il protagonista e Sasuke Uchiha, l'unico sopravvissuto di un Clan di Konoha sterminato dal fratello di quest'ultimo.
Con il passare la storia si evolverà e diventerà sempre più interessante fino all'arrivo di un time skip di due anni. Da qui in poi il manga è cambiato, i vecchi scontri strategici che lo avevano caratterizzato scompariranno quasi - salvo in pochissimi scontri come ad esempio Shikamaru vs Hidan -, la storia poi tenderà ad incentrarsi troppo sul clan Uchiha e le sviste di Kishimoto inizieranno a farsi sempre più grandi. Infatti con il passare del tempo parecchie cose rimarranno in sospeso e non saranno mai più riprese, o stravolte del tutto nei modi più impensabili.
Credo che questo sia successo in parte per la poca esperienza di Kishimoto, infatti gestire un'opera così lunga è un'impresa ardua e contraddirsi per semplificare alcuni passaggi con nuove dichiarazioni improbabili risulterà un po' brusco alla lettura.
Inoltre con l'inizio dell'ultima saga (ancora in corso) si vedrà molto bene la fatica con la quale il mangaka gestirà la sua opera, ridicolizzando anche alcuni personaggi semplificando o tagliando scontri e non solo.
Nel complesso comunque consiglio molto quest'opera, che fino al trentesimo volume circa è davvero una chicca e con il seguito, nonostante l'abbassamento del livello, rimane un'opera apprezzabile per molti.
Voto 6.5. Perché così poco direte, dopo la premessa così in grande che ho fatto? Cercherò di non dilungarmi troppo nella spiegazione e di affermarmi solo nei particolari più rivelanti a parer mio cercando di essere il meno soggettivo possibile e non metterò nessuno spoiler per poter far leggere questa recensione a tutti.
Quest'opera, come voi ben saprete, è di Masashi Kishimoto, mangaka senza alcuna esperienza alle spalle (e di questo il manga ne risentirà poi parecchio a lungo andare), assistente di Togashi-sensei (autore di HxH, Yuyu Hakusho, Level E ecc) giovanissimo e con un talento artistico notevole.
Passando al manga, Kishimoto riesce fin dai primi capitoli, se non addirittura dal One Shot stesso, a far immergere completamente il lettore in una dimensione fantasy con protagonisti dei ninja non ordinari, che al contrario della tradizione non nascondono alle persone normali la propria identità (tranne alcune eccezioni). Ci viene presentato Naruto, un vero e proprio monello dispettoso dall'aria sempre allegra e spensierata nonostante si verrà poi a scoprire il suo doloroso passato che inevitabilmente lo caratterizzerà per tutta la vita. Inoltre Kishimoto ci presenta gli altri personaggi che saranno poi i coprotagonisti della storia con un metodo ingegnoso, ovvero formando delle squadre di ninja che avrebbero cooperato per passare l'esame per diventare Genin (ovvero i ninja del livello più basso).
Oltre a delle belle ambientazioni in questo mondo fantasy, alla valanga di personaggi presentati e caratterizzati con la dovuta calma, Kishimoto inserisce due elementi che sarnno poi al centro di tutta la storia. Il primo è la volpe a nove code, un enorme demone sigillato all'interno di Naruto stesso; il secondo è la rivalità nata fin da subito fra il protagonista e Sasuke Uchiha, l'unico sopravvissuto di un Clan di Konoha sterminato dal fratello di quest'ultimo.
Con il passare la storia si evolverà e diventerà sempre più interessante fino all'arrivo di un time skip di due anni. Da qui in poi il manga è cambiato, i vecchi scontri strategici che lo avevano caratterizzato scompariranno quasi - salvo in pochissimi scontri come ad esempio Shikamaru vs Hidan -, la storia poi tenderà ad incentrarsi troppo sul clan Uchiha e le sviste di Kishimoto inizieranno a farsi sempre più grandi. Infatti con il passare del tempo parecchie cose rimarranno in sospeso e non saranno mai più riprese, o stravolte del tutto nei modi più impensabili.
Credo che questo sia successo in parte per la poca esperienza di Kishimoto, infatti gestire un'opera così lunga è un'impresa ardua e contraddirsi per semplificare alcuni passaggi con nuove dichiarazioni improbabili risulterà un po' brusco alla lettura.
Inoltre con l'inizio dell'ultima saga (ancora in corso) si vedrà molto bene la fatica con la quale il mangaka gestirà la sua opera, ridicolizzando anche alcuni personaggi semplificando o tagliando scontri e non solo.
Nel complesso comunque consiglio molto quest'opera, che fino al trentesimo volume circa è davvero una chicca e con il seguito, nonostante l'abbassamento del livello, rimane un'opera apprezzabile per molti.
Ho una sorta di legame affettivo verso Naruto visto che fu, ai tempi, il mio primissimo manga. Passare dai comics ai manga fu semplicissimo grazie alla storia intrigante, al disegno pulito e chiaro e a un ambientazione molto particolare e innovativa.
Da Naruto presi il mio primo cosplay (e al momento anche unico): Gaara. Personaggi fantastici e ben caratterizzati, situazioni mai statiche e colpi di scena che in uno shonen, avrei scoperto poi, raramente si trovano. Allora perché 1? Proprio per il legame affettivo che ho con l'opera la delusione nell'avanzare della storia è stata più forte. Naruto fino al 27esimo volume è un ottimo manga a cui, anche solo per sentimentalismo, darei 10. Da Shippuden in avanti inizia il macello. Personaggi come Gaara, Rock Lee, Shikamaru praticamente scompaiono e quando appaiono sono piatti e noiosi, la storia diventa scontata, confusionaria e che punta sulle lacrime, combattimenti fra ninja (che tipicamente agiscono in segreto e con mosse potenti ma silenziose) a cavallo di farfalle giganti manco fosse un trip di LSD, il disegno si sporca decisamente. La mancanza di idee di Kishimoto fa arrivare presto la noia. Unica parentesi positiva può essere quella fra Shikamaru e Hidan (unico personaggio nuovo carino). Ho venduto per la prima volta una mia collezione (che si è fermata al 43) per la cocente delusione e l'arrabbiatura con l'autore. Sicuramente il peggiore della triade shonen "One Piece-Bleach-Naruto", va dalle stelle alle stalle. Se potessi darei 0 anche solo per la delusione. Pessimo.
Da Naruto presi il mio primo cosplay (e al momento anche unico): Gaara. Personaggi fantastici e ben caratterizzati, situazioni mai statiche e colpi di scena che in uno shonen, avrei scoperto poi, raramente si trovano. Allora perché 1? Proprio per il legame affettivo che ho con l'opera la delusione nell'avanzare della storia è stata più forte. Naruto fino al 27esimo volume è un ottimo manga a cui, anche solo per sentimentalismo, darei 10. Da Shippuden in avanti inizia il macello. Personaggi come Gaara, Rock Lee, Shikamaru praticamente scompaiono e quando appaiono sono piatti e noiosi, la storia diventa scontata, confusionaria e che punta sulle lacrime, combattimenti fra ninja (che tipicamente agiscono in segreto e con mosse potenti ma silenziose) a cavallo di farfalle giganti manco fosse un trip di LSD, il disegno si sporca decisamente. La mancanza di idee di Kishimoto fa arrivare presto la noia. Unica parentesi positiva può essere quella fra Shikamaru e Hidan (unico personaggio nuovo carino). Ho venduto per la prima volta una mia collezione (che si è fermata al 43) per la cocente delusione e l'arrabbiatura con l'autore. Sicuramente il peggiore della triade shonen "One Piece-Bleach-Naruto", va dalle stelle alle stalle. Se potessi darei 0 anche solo per la delusione. Pessimo.
Ormai non esiste un appassionato di manga che non conosca Naruto: è un fenomeno che ha contagiato e influenzato indelebilmente il mondo dei fumetti giapponesi. Logicamente intorno a un'opera di così grande successo si intavolano secolari discussioni sul motivo di esso: c'è chi dice sia una trovata commerciale ben riuscita, c'è chi dice che sia un collage ben fatto di elementi presi da altre serie. Io sto scrivendo questa recensione per dire che, secondo me, il motivo di questo successo è stata l'abilità di Kishimoto di rinnovare un genere senza stravolgerlo.
Ma andiamo con ordine: Naruto è un giovane ninja del villaggio di Konoha, è ribelle e solitario, inoltre è completamente negato per le arti ninja. La storia prende il via quando Naruto si unisce al team 7, una squadra ninja capitanata da Kakashi Hatake, ninja dall'aspetto pigro e annoiato ma anche capace di essere severissimo o amichevole.
Insieme a lui nel team 7 si uniranno Sakura Haruno: una giovane ninja abile nelle arti magiche, e Sasuke Uchiha, ragazzo tenebroso e ultimo superstite del suo clan, sterminato in passato da suo fratello Itachi, verso il quale Sasuke vuole ottenere vendetta.
La trama narra delle loro missioni e delle prove che dovranno superare agli esami per la selezione dei Chunin (un grado per definire l'abilità dei ninja), mentre i rapporti tra i vari membri del team si renderanno più complessi e articolati.
Lo svolgimento della storia, nonostante possa sembrare banale, nella prima metà del manga è davvero magnifico, una sorpresa sicuramente, infatti nonostante la ripetitività di alcuni schemi classici degli shounen, Naruto viene narrato in maniera magistrale, con scene memorabili e dialoghi che rimangono scolpiti, qua sta la bravura di Kishimoto: riesce a far ignorare una trama tutt'altro che originale coprendola con le relazioni che si instaureranno tra i numerosissimi personaggi che appariranno; se in altri shounen erano i combattimenti a far maturare i personaggi, in Naruto il combattimento è solo il passo finale, la dimostrazione della maturazione che nasce dai rapporti con gli altri interpreti dell'opera.
Insomma una prima parte eccezionale, poi, inspiegabilmente, un calo e un cambio di filosofia inspiegabile.
La trama comincia a diventare scontata, i personaggi diventano statici (persino un personaggio eccezionale come Gaara riesce a venir banalizzato): ovviamente sto parlando della parte del manga che viene solitamente definita "Shippuden". Infatti se si escludono alcuni bei momenti e alcuni buoni scontri, lo svolgimento è noioso e i dialoghi monotoni, senza verve. Un fallimento? Non del tutto, perché fortunatamente il buon Kishimoto riesce a far rimettere in piedi la sua creatura a partire dal magnifico scontro tra Jiraya e Pain, che riesce a dare un nuovo start alla serie. Insomma uno svolgimento con tanti alti ma anche alcuni bassi a dir poco notevoli.
Nel frattempo, passiamo ai personaggi: il primo complimento che va fatto a Kishimoto in questo campo, è sicuramente quello di aver creato un grandissimo numero di personaggi tutti ben differenti gli uni dagli altri (dove per esempio un altro famosissimo shounen, Bleach, falliva) e con una discreta e in alcuni casi davvero ottima caratterizzazione. Eccezioni a questa regola sono alcuni personaggi che appaiono nella seconda parte, che risultano piatti e senza carisma.
Particolare elogio va fatto ai personaggi di Gaara e Rock Lee, due personaggi davvero capaci di commuovere il lettore per il dolore dell'uno e la forza di volontà dell'altro, vanno ringraziati inoltre anche per aver dato luogo a quello che io reputo uno degli scontri più epici che abbia mai visto in una serie animata o in un manga.
Concludiamo con l'aspetto tecnico: il character design è semplice ma piacevolissimo e pulito, mentre le ambientazioni sono dettagliate e le inquadrature ottime, inoltre tutti i personaggi a livello estetico sono ben differenziati e dettagliati quanto basta.
In conclusione questo Naruto penso sia un manga davvero ottimo, che merita il successo che ha ottenuto, ma purtroppo che ha anche perso inspiegabilmente la possibilità di essere un vero e proprio capolavoro a causa di una parte centrale davvero scarna. Insomma, c'è tanto rimpianto, perché alcuni volumi sono davvero da dieci e lode (il 53 è veramente strappalacrime), ma purtroppo un capolavoro non può permettersi una caduta così significativa. Leggetelo comunque, perché è comunque è un manga ottimo, ma ripeto ancora, quanto rimpianto.
PAGELLA FINALE
TRAMA: 7.5
DISEGNO: 8
CARATTERIZZAZIONE PERSONAGGI: 8.5
CARISMA/EPICITA': 8
GLOBALE: 8
Ma andiamo con ordine: Naruto è un giovane ninja del villaggio di Konoha, è ribelle e solitario, inoltre è completamente negato per le arti ninja. La storia prende il via quando Naruto si unisce al team 7, una squadra ninja capitanata da Kakashi Hatake, ninja dall'aspetto pigro e annoiato ma anche capace di essere severissimo o amichevole.
Insieme a lui nel team 7 si uniranno Sakura Haruno: una giovane ninja abile nelle arti magiche, e Sasuke Uchiha, ragazzo tenebroso e ultimo superstite del suo clan, sterminato in passato da suo fratello Itachi, verso il quale Sasuke vuole ottenere vendetta.
La trama narra delle loro missioni e delle prove che dovranno superare agli esami per la selezione dei Chunin (un grado per definire l'abilità dei ninja), mentre i rapporti tra i vari membri del team si renderanno più complessi e articolati.
Lo svolgimento della storia, nonostante possa sembrare banale, nella prima metà del manga è davvero magnifico, una sorpresa sicuramente, infatti nonostante la ripetitività di alcuni schemi classici degli shounen, Naruto viene narrato in maniera magistrale, con scene memorabili e dialoghi che rimangono scolpiti, qua sta la bravura di Kishimoto: riesce a far ignorare una trama tutt'altro che originale coprendola con le relazioni che si instaureranno tra i numerosissimi personaggi che appariranno; se in altri shounen erano i combattimenti a far maturare i personaggi, in Naruto il combattimento è solo il passo finale, la dimostrazione della maturazione che nasce dai rapporti con gli altri interpreti dell'opera.
Insomma una prima parte eccezionale, poi, inspiegabilmente, un calo e un cambio di filosofia inspiegabile.
La trama comincia a diventare scontata, i personaggi diventano statici (persino un personaggio eccezionale come Gaara riesce a venir banalizzato): ovviamente sto parlando della parte del manga che viene solitamente definita "Shippuden". Infatti se si escludono alcuni bei momenti e alcuni buoni scontri, lo svolgimento è noioso e i dialoghi monotoni, senza verve. Un fallimento? Non del tutto, perché fortunatamente il buon Kishimoto riesce a far rimettere in piedi la sua creatura a partire dal magnifico scontro tra Jiraya e Pain, che riesce a dare un nuovo start alla serie. Insomma uno svolgimento con tanti alti ma anche alcuni bassi a dir poco notevoli.
Nel frattempo, passiamo ai personaggi: il primo complimento che va fatto a Kishimoto in questo campo, è sicuramente quello di aver creato un grandissimo numero di personaggi tutti ben differenti gli uni dagli altri (dove per esempio un altro famosissimo shounen, Bleach, falliva) e con una discreta e in alcuni casi davvero ottima caratterizzazione. Eccezioni a questa regola sono alcuni personaggi che appaiono nella seconda parte, che risultano piatti e senza carisma.
Particolare elogio va fatto ai personaggi di Gaara e Rock Lee, due personaggi davvero capaci di commuovere il lettore per il dolore dell'uno e la forza di volontà dell'altro, vanno ringraziati inoltre anche per aver dato luogo a quello che io reputo uno degli scontri più epici che abbia mai visto in una serie animata o in un manga.
Concludiamo con l'aspetto tecnico: il character design è semplice ma piacevolissimo e pulito, mentre le ambientazioni sono dettagliate e le inquadrature ottime, inoltre tutti i personaggi a livello estetico sono ben differenziati e dettagliati quanto basta.
In conclusione questo Naruto penso sia un manga davvero ottimo, che merita il successo che ha ottenuto, ma purtroppo che ha anche perso inspiegabilmente la possibilità di essere un vero e proprio capolavoro a causa di una parte centrale davvero scarna. Insomma, c'è tanto rimpianto, perché alcuni volumi sono davvero da dieci e lode (il 53 è veramente strappalacrime), ma purtroppo un capolavoro non può permettersi una caduta così significativa. Leggetelo comunque, perché è comunque è un manga ottimo, ma ripeto ancora, quanto rimpianto.
PAGELLA FINALE
TRAMA: 7.5
DISEGNO: 8
CARATTERIZZAZIONE PERSONAGGI: 8.5
CARISMA/EPICITA': 8
GLOBALE: 8
Ho cominciato a collezionare questo manga nel 2008, recuperando e quindi leggendo tutta insieme la prima serie e parte della seconda, prima di iniziare a seguire regolarmente le uscite settimanali sullo Shonen Jump,e perciò ho avuto modo di confrontare due diversi modi di seguire Naruto. E, lasciatemelo dire, purtroppo questo bel manga perde un po’ in una serializzazione a capitoli rispetto ad una lettura in volumi, per cui la cosa migliore da fare sarebbe leggerlo dall’inizio alla fine tutto d’un fiato, perché molte cose che sembrano trascurate da Kishimoto e che fanno arrabbiare diversi lettori vengono poi riprese ed ampliate in un secondo momento.
Caratteristica dell’autore infatti è l’uso ampio del flashback e il divertirsi a svelare i misteri col contagocce, facendo a volte credere una cosa al lettore e ribaltando la situazione anche diversi capitoli dopo, come un gioco di scatole cinesi, riuscendo però in questo modo a legare in una storia unica diverse saghe che sono l’una pressoché l’inizio dell’altra.
Cerchiamo comunque di analizzare brevemente l’opera dall’inizio: che genere di shonen è Naruto? La definizione di “fantasy shonen ninja” mi pare la più azzeccata.
Il mondo parallelo che ci troviamo di fronte è ben ideato e credibile, con caratteristiche originali e anche curate, pensiamo all'organizzazione dei villaggi e al loro design.
Qui le tecniche da ninja non sono semplici trucchi, ma si tratta di usare delle magie vere e proprie, sfruttando l’energia interna del corpo e mente, il “chakra” - d’ispirazione tra l’altro ad alcune discipline orientali, così come in altri manga. Che dire poi della presenza di animali parlanti, creature giganti e la capacità di richiamare le anime dei defunti?
Ma Kishimoto non bara con il lettore, questi elementi magici ce li fa vedere fin dai primi capitoli: come definireste la tecnica di un ragazzino che entra ed esce da specchi creati col ghiaccio (parlo di Haku, capitolo 24)?
E se ci sembrano esagerati i trapianti di occhi, forse si dimentica che il primo di essi ci viene mostrato proprio agli inizi nella già citata saga di Haku e Zabusa.
Per questo io ritengo che Kishimoto non sia un autore che tira fuori le cose dal nulla (o perlomeno, non sempre) ma spesso semplicemente recupera e rielabora cose già mostrate (qualcuno sta pensando ad una certa tecnica di Orochimaru usata contro il Terzo Hokage e recentemente riutilizzata in grande?)
Senza scordare l'ampio uso di riferimenti alla mitologia e al folklore giapponese che presenta questo manga, tanto che a noi occidentali può sfuggire il senso di alcune invenzioni di Kishimoto proprio perché non sappiamo coglierne le citazioni.
La storia generale penso sia nota quasi a tutti ormai: all’inizio, Kishimoto punta molto sulla creazione e sulla bella caratterizzazione di vari personaggi che animano il microcosmo di Konoha e dintorni, dove si concentrano gran parte delle vicende narrate nella prima serie: ognuno di questi personaggi ha una sua sensibilità e personalità propri, tanto che credo che chiunque possa eleggere un suo preferito (della serie: ce n’è per tutti i gusti), in una interazione corale che culmina nella saga dell’esame di selezione dei Chunin e nella seguente saga dell’attacco al villaggio da parte di Orochimaru.
In effetti, un altro dei temi portanti del manga è il senso d’appartenenza alla comunità, al valore dell’amicizia, alla fiducia in sé stessi, temi certo non originali in questo tipo di letture, ma che, come ho già detto per gli elementi sovrannaturali, l’autore inserisce fin da subito, per cui giocoforza si ritrovano più e più volte ribaditi nella storia, a volte in maniera un po’ troppo retorica, lo ammetto, ma che bisogna accettare come caratteristica di Naruto.
Tornando brevemente ai personaggi, anche qui fin dalla prima serie si nota una caratteristica ricorrente dell’autore: per Kishimoto, sono, in molti casi, le sofferenze dovute a gravi vicende personali o al fallimento di ideali positivi che portano gli uomini a smarrire la via del bene. E in alcuni casi, per loro ci può essere anche riscatto: un riscatto però che passa attraverso la sconfitta (e quindi l’umiliazione, intesa però in positivo come il “ricevere una lezione”), l’impegno a migliorarsi o addirittura la morte.
E il protagonista Naruto si trova più di una volta di fronte a questi personaggi, coinvolto in scontri che sono anche “confronti”: Naruto spesso parla con costoro, li osserva, cerca addirittura di pensare a cosa provano in alcuni casi, e se dà, riceve anche (non solo botte!).
Naruto spesso insegna loro un modo nuovo di vedere le cose, ma anche impara da loro, tanto che, capiterà più volte, ripenserà a delle frasi dei suoi nemici e ai suoi scontri più importanti, venendone influenzato e quindi compiendo un processo di maturazione.
Il fatto che Kishimoto punti spesso sul “passato difficile” dei cattivi e successiva conversione, lo porta ad essere accusato di buonismo eccessivo, e anche se devo ammettere che in alcuni casi calca troppo la mano su questo, vorrei ricordare la presenza nel manga di vari antagonisti che non seguono questa regola (almeno fino a prova contraria): il quartetto del suono, buona parte dei membri di Alba, Orochimaru, per citarne alcuni.
Mano a mano che la storia avanza, le cose si complicano: poteva quindi la storia rimanere confinata a Konoha e dintorni? No, ed ecco infatti lo “Shippuden”, la seconda parte, correlata di salto temporale, in cui Kishimoto si concentra più sull’azione e lo sviluppo della storia (Shippuden dovrebbe significare “cronache”), ampliando in senso spaziale il mondo da lui creato e portandoci a conoscenza degli altri villaggi ninja e di nuovi personaggi, in contesto di sviluppo ulteriore di Naruto (e Sasuke).
L'aumento della forza e potenza delle tecniche, a questo punto, è pressoché inevitabile: Naruto è anche un manga di "formazione", inteso come crescita dei personaggi, e non si può pretendere che ragazzini di 12 anni che si affrontano ad una selezione dei Chunin possano pensare di affrontare il mondo esterno nello "Shippuden" usino le stesse tecniche di quando erano appena usciti dall'Accademia Ninja.
Dopo aver trattato la crescita dei giovani ninja e di problemi di relazione tra le persone nella prima parte, nello Shippuden Kishimoto sembra puntare ai problemi di relazioni tra paesi; l’autore pecca un po’ però nel trascurare personaggi a cui i lettori si erano affezionati, e usandoli solo nel momento del bisogno.
Nonostante questo non sono d’accordo nel bocciare questa seconda parte della storia che regala comunque momenti molto importanti ed intensi, con lo sviluppo di tanti temi (odio, vendetta, solidarietà) ed è necessaria a mio avviso per la risoluzione degli eventi già avviatisi nella prima serie, senza contare che è bello vedere come i pericoli non siano solo più una faccenda del protagonista e dei suoi amici, ma coinvolgono l’intero mondo ninja.
In conclusione uno shonen che mi sento di consigliare vivamente a tutti (ribadisco, la lettura in volumi sarebbe la migliore per me), a meno che non vogliate per forza vicende ultra-realistiche e dialoghi degni di un Nobel. Ma per questo, magari, ci sono i seinen.
P.S. Adoro il tratto di disegno di Kishimoto, secondo me stile molto riconoscibile e personale nella sua semplicità e pulizia.
Caratteristica dell’autore infatti è l’uso ampio del flashback e il divertirsi a svelare i misteri col contagocce, facendo a volte credere una cosa al lettore e ribaltando la situazione anche diversi capitoli dopo, come un gioco di scatole cinesi, riuscendo però in questo modo a legare in una storia unica diverse saghe che sono l’una pressoché l’inizio dell’altra.
Cerchiamo comunque di analizzare brevemente l’opera dall’inizio: che genere di shonen è Naruto? La definizione di “fantasy shonen ninja” mi pare la più azzeccata.
Il mondo parallelo che ci troviamo di fronte è ben ideato e credibile, con caratteristiche originali e anche curate, pensiamo all'organizzazione dei villaggi e al loro design.
Qui le tecniche da ninja non sono semplici trucchi, ma si tratta di usare delle magie vere e proprie, sfruttando l’energia interna del corpo e mente, il “chakra” - d’ispirazione tra l’altro ad alcune discipline orientali, così come in altri manga. Che dire poi della presenza di animali parlanti, creature giganti e la capacità di richiamare le anime dei defunti?
Ma Kishimoto non bara con il lettore, questi elementi magici ce li fa vedere fin dai primi capitoli: come definireste la tecnica di un ragazzino che entra ed esce da specchi creati col ghiaccio (parlo di Haku, capitolo 24)?
E se ci sembrano esagerati i trapianti di occhi, forse si dimentica che il primo di essi ci viene mostrato proprio agli inizi nella già citata saga di Haku e Zabusa.
Per questo io ritengo che Kishimoto non sia un autore che tira fuori le cose dal nulla (o perlomeno, non sempre) ma spesso semplicemente recupera e rielabora cose già mostrate (qualcuno sta pensando ad una certa tecnica di Orochimaru usata contro il Terzo Hokage e recentemente riutilizzata in grande?)
Senza scordare l'ampio uso di riferimenti alla mitologia e al folklore giapponese che presenta questo manga, tanto che a noi occidentali può sfuggire il senso di alcune invenzioni di Kishimoto proprio perché non sappiamo coglierne le citazioni.
La storia generale penso sia nota quasi a tutti ormai: all’inizio, Kishimoto punta molto sulla creazione e sulla bella caratterizzazione di vari personaggi che animano il microcosmo di Konoha e dintorni, dove si concentrano gran parte delle vicende narrate nella prima serie: ognuno di questi personaggi ha una sua sensibilità e personalità propri, tanto che credo che chiunque possa eleggere un suo preferito (della serie: ce n’è per tutti i gusti), in una interazione corale che culmina nella saga dell’esame di selezione dei Chunin e nella seguente saga dell’attacco al villaggio da parte di Orochimaru.
In effetti, un altro dei temi portanti del manga è il senso d’appartenenza alla comunità, al valore dell’amicizia, alla fiducia in sé stessi, temi certo non originali in questo tipo di letture, ma che, come ho già detto per gli elementi sovrannaturali, l’autore inserisce fin da subito, per cui giocoforza si ritrovano più e più volte ribaditi nella storia, a volte in maniera un po’ troppo retorica, lo ammetto, ma che bisogna accettare come caratteristica di Naruto.
Tornando brevemente ai personaggi, anche qui fin dalla prima serie si nota una caratteristica ricorrente dell’autore: per Kishimoto, sono, in molti casi, le sofferenze dovute a gravi vicende personali o al fallimento di ideali positivi che portano gli uomini a smarrire la via del bene. E in alcuni casi, per loro ci può essere anche riscatto: un riscatto però che passa attraverso la sconfitta (e quindi l’umiliazione, intesa però in positivo come il “ricevere una lezione”), l’impegno a migliorarsi o addirittura la morte.
E il protagonista Naruto si trova più di una volta di fronte a questi personaggi, coinvolto in scontri che sono anche “confronti”: Naruto spesso parla con costoro, li osserva, cerca addirittura di pensare a cosa provano in alcuni casi, e se dà, riceve anche (non solo botte!).
Naruto spesso insegna loro un modo nuovo di vedere le cose, ma anche impara da loro, tanto che, capiterà più volte, ripenserà a delle frasi dei suoi nemici e ai suoi scontri più importanti, venendone influenzato e quindi compiendo un processo di maturazione.
Il fatto che Kishimoto punti spesso sul “passato difficile” dei cattivi e successiva conversione, lo porta ad essere accusato di buonismo eccessivo, e anche se devo ammettere che in alcuni casi calca troppo la mano su questo, vorrei ricordare la presenza nel manga di vari antagonisti che non seguono questa regola (almeno fino a prova contraria): il quartetto del suono, buona parte dei membri di Alba, Orochimaru, per citarne alcuni.
Mano a mano che la storia avanza, le cose si complicano: poteva quindi la storia rimanere confinata a Konoha e dintorni? No, ed ecco infatti lo “Shippuden”, la seconda parte, correlata di salto temporale, in cui Kishimoto si concentra più sull’azione e lo sviluppo della storia (Shippuden dovrebbe significare “cronache”), ampliando in senso spaziale il mondo da lui creato e portandoci a conoscenza degli altri villaggi ninja e di nuovi personaggi, in contesto di sviluppo ulteriore di Naruto (e Sasuke).
L'aumento della forza e potenza delle tecniche, a questo punto, è pressoché inevitabile: Naruto è anche un manga di "formazione", inteso come crescita dei personaggi, e non si può pretendere che ragazzini di 12 anni che si affrontano ad una selezione dei Chunin possano pensare di affrontare il mondo esterno nello "Shippuden" usino le stesse tecniche di quando erano appena usciti dall'Accademia Ninja.
Dopo aver trattato la crescita dei giovani ninja e di problemi di relazione tra le persone nella prima parte, nello Shippuden Kishimoto sembra puntare ai problemi di relazioni tra paesi; l’autore pecca un po’ però nel trascurare personaggi a cui i lettori si erano affezionati, e usandoli solo nel momento del bisogno.
Nonostante questo non sono d’accordo nel bocciare questa seconda parte della storia che regala comunque momenti molto importanti ed intensi, con lo sviluppo di tanti temi (odio, vendetta, solidarietà) ed è necessaria a mio avviso per la risoluzione degli eventi già avviatisi nella prima serie, senza contare che è bello vedere come i pericoli non siano solo più una faccenda del protagonista e dei suoi amici, ma coinvolgono l’intero mondo ninja.
In conclusione uno shonen che mi sento di consigliare vivamente a tutti (ribadisco, la lettura in volumi sarebbe la migliore per me), a meno che non vogliate per forza vicende ultra-realistiche e dialoghi degni di un Nobel. Ma per questo, magari, ci sono i seinen.
P.S. Adoro il tratto di disegno di Kishimoto, secondo me stile molto riconoscibile e personale nella sua semplicità e pulizia.
Un manga che convince con i primi numeri della serie, quando Naruto è un ancora un bambino: la parte iniziale non è affatto male e la trama attira specialmente nei numeri 1-11. Non va male neanche nei numeri seguenti, anche se un leggero calo tra i vari numeri si nota, è come se in alcuni punti Kishimoto non sapesse come continuare, inserendo per questo situazioni poco convincenti. Il problema nasce dai numeri 27-30, in cui si verifica un calo drastico che è solo il preludio al peggio, il tutto condito da disegni che non migliorano per niente ma restano tali e quali - capelli identici per ogni personaggio - senza contare i tanti momenti scopiazzati da altri manga. Insomma, lodevole nei primi numeri, scadente nei numeri alti. Si salva però in extremis nei numeri 50-51, si spera in un futuro miglioramento.
<b>[Attenzione, questa recensione contiene spoiler!]</b>
Anticipo che ho seguito Naruto a singhiozzo e per lo più non su cartaceo. I primi volumi li leggevo da un amico e la storia mi prese subito. Insomma: ninja, tecniche segrete, combattimenti mozzafiato e densi di sentimento e - vedi le battaglie di Shikamaru - di strategie per nulla banali.
Disegno non eccelso, verissimo, ma comunque accettabile e "nello stile" dell'opera.
Passando ai personaggi si hanno creature di carta che ci sembrano quasi reali: esseri a tutto tondo, con pregi, difetti, inflessioni nella parlata (basti pensare al "dattebayo" di Naruto) e aspetti adatti al loro ruolo.
È vero che è un manga prettamente maschile: i personaggi femminili sono meno e meno importanti (con scarse eccezioni, come Tsunade e, almeno all'inizio, Sakura a confermare la regola), ma comunque sono di quantità e qualità più che accettabile.
Ora probabilmente starete confrontando la recensione fino ad ora fatta ed il voto dato. Il fatto è che questa mia votazione si riferisce alla serie nel complesso (e da lettore settimanale di Naruto ho ricevuto molto cocenti insoddisfazioni), mentre questo cappello si riferisce alla parte iniziale della serie, per intenderci fino alla sconfitta di Gaara o, volendo essere meno "tirchi", fino alla scomparsa di Sasuke. Da quest'ultima in particolare sembra esserci un baratro.
Escludendo il ben fatto flashback su Kakashi ed Obito (molto commovente e sentimentale senz'altro), voglio passare al ritorno di Naruto che, dopo tre anni, si è cambiato d'abito ed ha raggiunto di nuovo Konoha.
Ed ecco il declino: la cerchia dei personaggi fondamentali, prima molti, anche se secondari, si restringe paurosamente, tanto che all'arrivo di Pain alla foglia forse alcuni non ricorderanno più chi sia Shizune, oppure Tenten, che per gran parte del tempo è assente o è un cartonato sullo sfondo. Non parliamo dei promettenti Shino, Kiba e della new entry Sai, i primi visti di striscio, il secondo talmente involuto da risultare patetico. Non voglio infierire oltre (su Sasuke che da vendicatore tenebroso passa a ragazzino emo e poi a idiota supercomplessato) sui nostri "eroi", quindi passerò al combattimento.
Anche qui calo drastico. Combattimenti lunghi, estenuanti, che sembrano un po' alla Dragonball, dove il cattivo non muore se non lo si colpisce con la tecnica finale, anche se prima lo si è ridotto ad una polpetta di sangue. Tecniche speciali che diventano mano a mano sempre più magiche e che lasciano un retrogusto di patetico e già visto (Dragonball appunto), spuntando a volte "dal nulla" (spiegazioni latenti circa gli sharingan "evoluti" di Kakashi e Sasuke).
Ultimo posto (e più basso) è per la trama. Da manga grintoso ed innovativo è diventato un surrogato di idee già viste, con associazioni segrete che si trasformano quasi inconcepibilmente, come anche i sogni di vendetta di uno squilibrato che non capisce - mi perdonino i fan di Sasuke - che tutto ciò che gli è successo se l'è cercato da solo. Per non parlare del deludente rigiro della frittata proprio su Itachi, trasposto a "buon samaritano" e spogliato del suo fascino.
Infine come apprezzare le ultime battaglie del manga dove nemici ed alleati morti vengono riportati in vita da un Orochimaru redivivo per assoggettare tutti i ninja? Oppure vedere Naruto combattere con il suo doppio ed in un secondo diventare più potente del leggendario 4° Hokage e padroneggiare come nulla la volpe a 9 code?
Io francamente non ci riesco già da un po', e questo è stato motivo di decidere, dal numero 49, di smettere di comprare questo manga. Ormai lo leggo solo per inerzia, sperando (anche se non troppo) in un finale geniale che ne risollevi le sorti. Inutile dire che dai preamboli sembra impossibile.
Anticipo che ho seguito Naruto a singhiozzo e per lo più non su cartaceo. I primi volumi li leggevo da un amico e la storia mi prese subito. Insomma: ninja, tecniche segrete, combattimenti mozzafiato e densi di sentimento e - vedi le battaglie di Shikamaru - di strategie per nulla banali.
Disegno non eccelso, verissimo, ma comunque accettabile e "nello stile" dell'opera.
Passando ai personaggi si hanno creature di carta che ci sembrano quasi reali: esseri a tutto tondo, con pregi, difetti, inflessioni nella parlata (basti pensare al "dattebayo" di Naruto) e aspetti adatti al loro ruolo.
È vero che è un manga prettamente maschile: i personaggi femminili sono meno e meno importanti (con scarse eccezioni, come Tsunade e, almeno all'inizio, Sakura a confermare la regola), ma comunque sono di quantità e qualità più che accettabile.
Ora probabilmente starete confrontando la recensione fino ad ora fatta ed il voto dato. Il fatto è che questa mia votazione si riferisce alla serie nel complesso (e da lettore settimanale di Naruto ho ricevuto molto cocenti insoddisfazioni), mentre questo cappello si riferisce alla parte iniziale della serie, per intenderci fino alla sconfitta di Gaara o, volendo essere meno "tirchi", fino alla scomparsa di Sasuke. Da quest'ultima in particolare sembra esserci un baratro.
Escludendo il ben fatto flashback su Kakashi ed Obito (molto commovente e sentimentale senz'altro), voglio passare al ritorno di Naruto che, dopo tre anni, si è cambiato d'abito ed ha raggiunto di nuovo Konoha.
Ed ecco il declino: la cerchia dei personaggi fondamentali, prima molti, anche se secondari, si restringe paurosamente, tanto che all'arrivo di Pain alla foglia forse alcuni non ricorderanno più chi sia Shizune, oppure Tenten, che per gran parte del tempo è assente o è un cartonato sullo sfondo. Non parliamo dei promettenti Shino, Kiba e della new entry Sai, i primi visti di striscio, il secondo talmente involuto da risultare patetico. Non voglio infierire oltre (su Sasuke che da vendicatore tenebroso passa a ragazzino emo e poi a idiota supercomplessato) sui nostri "eroi", quindi passerò al combattimento.
Anche qui calo drastico. Combattimenti lunghi, estenuanti, che sembrano un po' alla Dragonball, dove il cattivo non muore se non lo si colpisce con la tecnica finale, anche se prima lo si è ridotto ad una polpetta di sangue. Tecniche speciali che diventano mano a mano sempre più magiche e che lasciano un retrogusto di patetico e già visto (Dragonball appunto), spuntando a volte "dal nulla" (spiegazioni latenti circa gli sharingan "evoluti" di Kakashi e Sasuke).
Ultimo posto (e più basso) è per la trama. Da manga grintoso ed innovativo è diventato un surrogato di idee già viste, con associazioni segrete che si trasformano quasi inconcepibilmente, come anche i sogni di vendetta di uno squilibrato che non capisce - mi perdonino i fan di Sasuke - che tutto ciò che gli è successo se l'è cercato da solo. Per non parlare del deludente rigiro della frittata proprio su Itachi, trasposto a "buon samaritano" e spogliato del suo fascino.
Infine come apprezzare le ultime battaglie del manga dove nemici ed alleati morti vengono riportati in vita da un Orochimaru redivivo per assoggettare tutti i ninja? Oppure vedere Naruto combattere con il suo doppio ed in un secondo diventare più potente del leggendario 4° Hokage e padroneggiare come nulla la volpe a 9 code?
Io francamente non ci riesco già da un po', e questo è stato motivo di decidere, dal numero 49, di smettere di comprare questo manga. Ormai lo leggo solo per inerzia, sperando (anche se non troppo) in un finale geniale che ne risollevi le sorti. Inutile dire che dai preamboli sembra impossibile.
<b>[Attenzione, questa recensione contiene spoiler!]</b>
Fondamentalmente apprezzo Naruto. Personaggi esotici, momenti toccanti, un nuovo modo di concepire la lotta. Gli avversari si trasformano, si sostituiscono, si percepisce quando i protagonisti sono in pericolo. Il rischio di morire è tangibile. La tattica e l'osservazione sono importanti. Un ninja completo ha la meglio, la forza bruta non basta, le trasformazioni e le sostituzioni hanno la loro logica (ok, vanno prese per buone ma non sono esagerate). C'è un'atmosfera stealth (non mi viene altro termine) notevole per il genere.
Tutto questo all'inizio. Nel proseguo della storia molti elementi mi hanno fatto storcere il naso. Onde evitare di essere preso per il primo hater di passaggio elencherò le mie ragioni.
Le tecniche piano piano sono sfuggite completamente di mano all'autore. Lo Sharingan diventa un elemento palesemente magico e fantasy contro il quale c'è ben poco da fare (vedi Madara). Non si capisce perché Sasuke sviluppi lo Sharingan ipnotico, non si capisce perché lo sviluppi Kakashi. La condizione di uccidere il proprio migliore amico dimenticata.
La parte distruttiva e spettacolare prende il sopravvento nei combattimenti, soprattutto in quello di Naruto contro Pain. Onde energetiche (ironia) e onde d'urto la fanno da padrona, ormai la soprannaturalità regna. Per non parlare di quando a Choji crescono le ali (da farfalla tra l'altro), della storia della cascata che fa uscire il Naruto cattivo (ma dai...), di Hidan che con un cerchio magico infligge agli avversari le sue stesse ferite, di ritorni in vita copiati da chissà chi. Queste esagerazioni, spettacolarità e illogicità stonano con le premesse iniziali.
I personaggi. All'inizio sono tutti presenti, con un loro ruolo, abilità e peculiarità caratteriali plausibili e ben fatte e soprattutto con un loro carisma. Si intuisce appena che è Naruto il protagonista perché tutti i personaggi possono determinare gli eventi futuri.
Dimenticati anche loro. Solo Naruto e Sasuke. Una Sakura in grande spolvero nelle saga del salvataggio di Gaara rischia di venire ricordata come il personaggio femminile di manga peggiore di tutti i tempi. Choji, Ino, Rock Lee, TenTen, Neji, Hinata non servono a niente. Il capitano Yamato è insipido. Sai non si capisce perché se lo sia inventato.
Una figura carismatica e abile come quelle di Kakashi viene messa in ombra e ridotta a mezza calzetta da una ragazzino che si ripresenta al villaggio con un mantello (da quando si combatte con i mantelli?), gli occhi di Goku Supersayan di quarto livello e che vince perché inspiegabilmente ora si può lanciare il chakra (rasenshuriken) e perché suo padre di grazia gli aveva messo in pancia una volpe che sputa fuoco. Quindi ora l'impedito è più forte di quello con lo Sharingan (che, ricordo, prevede le mosse), controlla 3 chakra, conosce 1000 tecniche (testuale), che è intelligente come Shikamaru, che ha il fiuto di Kiba ecc. ma che nel volume 52 di colpo diventa sveglio come mio nonno.
Pignoleria? O il fatto che il manga all'inizio partiva con premesse e rapporti relazionali, di forza e abilità tra i personaggi accettabili ma il protagonista dobbiamo renderlo per forza il più figo? Ormai vince chi lancia l'onda energetica più grossa.
Ah, ha fatto diventare un bambino pure Sasuke, il quale ne ha ben donde a prendersela con gli anziani ma da personaggio intelligente che era all'inizio della storia non se ne verrebbe mai fuori con il desiderio di fare fuori il villaggio, tra l'altro con la faccia da maniaco. Si vede troppo che è costruito, che non ci azzecca nulla con la sua indole.
Per questi stravolgimenti incoerenti e senza senso darei una grave insufficienza, ma è uno shonen (per di più di Jump) e quindi l'autore sicuramente si sarà dovuto adeguare. Non me la sento di metterlo in croce soprattutto per le idee iniziali, per alcuni personaggi e saghe accattivanti e per i nuovi elementi inseriti nei combattimenti. Quindi gli assegno sei. Sperando che impari a disegnare i corpi e i vestiti.
Fondamentalmente apprezzo Naruto. Personaggi esotici, momenti toccanti, un nuovo modo di concepire la lotta. Gli avversari si trasformano, si sostituiscono, si percepisce quando i protagonisti sono in pericolo. Il rischio di morire è tangibile. La tattica e l'osservazione sono importanti. Un ninja completo ha la meglio, la forza bruta non basta, le trasformazioni e le sostituzioni hanno la loro logica (ok, vanno prese per buone ma non sono esagerate). C'è un'atmosfera stealth (non mi viene altro termine) notevole per il genere.
Tutto questo all'inizio. Nel proseguo della storia molti elementi mi hanno fatto storcere il naso. Onde evitare di essere preso per il primo hater di passaggio elencherò le mie ragioni.
Le tecniche piano piano sono sfuggite completamente di mano all'autore. Lo Sharingan diventa un elemento palesemente magico e fantasy contro il quale c'è ben poco da fare (vedi Madara). Non si capisce perché Sasuke sviluppi lo Sharingan ipnotico, non si capisce perché lo sviluppi Kakashi. La condizione di uccidere il proprio migliore amico dimenticata.
La parte distruttiva e spettacolare prende il sopravvento nei combattimenti, soprattutto in quello di Naruto contro Pain. Onde energetiche (ironia) e onde d'urto la fanno da padrona, ormai la soprannaturalità regna. Per non parlare di quando a Choji crescono le ali (da farfalla tra l'altro), della storia della cascata che fa uscire il Naruto cattivo (ma dai...), di Hidan che con un cerchio magico infligge agli avversari le sue stesse ferite, di ritorni in vita copiati da chissà chi. Queste esagerazioni, spettacolarità e illogicità stonano con le premesse iniziali.
I personaggi. All'inizio sono tutti presenti, con un loro ruolo, abilità e peculiarità caratteriali plausibili e ben fatte e soprattutto con un loro carisma. Si intuisce appena che è Naruto il protagonista perché tutti i personaggi possono determinare gli eventi futuri.
Dimenticati anche loro. Solo Naruto e Sasuke. Una Sakura in grande spolvero nelle saga del salvataggio di Gaara rischia di venire ricordata come il personaggio femminile di manga peggiore di tutti i tempi. Choji, Ino, Rock Lee, TenTen, Neji, Hinata non servono a niente. Il capitano Yamato è insipido. Sai non si capisce perché se lo sia inventato.
Una figura carismatica e abile come quelle di Kakashi viene messa in ombra e ridotta a mezza calzetta da una ragazzino che si ripresenta al villaggio con un mantello (da quando si combatte con i mantelli?), gli occhi di Goku Supersayan di quarto livello e che vince perché inspiegabilmente ora si può lanciare il chakra (rasenshuriken) e perché suo padre di grazia gli aveva messo in pancia una volpe che sputa fuoco. Quindi ora l'impedito è più forte di quello con lo Sharingan (che, ricordo, prevede le mosse), controlla 3 chakra, conosce 1000 tecniche (testuale), che è intelligente come Shikamaru, che ha il fiuto di Kiba ecc. ma che nel volume 52 di colpo diventa sveglio come mio nonno.
Pignoleria? O il fatto che il manga all'inizio partiva con premesse e rapporti relazionali, di forza e abilità tra i personaggi accettabili ma il protagonista dobbiamo renderlo per forza il più figo? Ormai vince chi lancia l'onda energetica più grossa.
Ah, ha fatto diventare un bambino pure Sasuke, il quale ne ha ben donde a prendersela con gli anziani ma da personaggio intelligente che era all'inizio della storia non se ne verrebbe mai fuori con il desiderio di fare fuori il villaggio, tra l'altro con la faccia da maniaco. Si vede troppo che è costruito, che non ci azzecca nulla con la sua indole.
Per questi stravolgimenti incoerenti e senza senso darei una grave insufficienza, ma è uno shonen (per di più di Jump) e quindi l'autore sicuramente si sarà dovuto adeguare. Non me la sento di metterlo in croce soprattutto per le idee iniziali, per alcuni personaggi e saghe accattivanti e per i nuovi elementi inseriti nei combattimenti. Quindi gli assegno sei. Sperando che impari a disegnare i corpi e i vestiti.
Inizialmente vidi la pubblicità di questo anime in tv e il personaggio principale, ovvero Naruto, all'apparenza mi sembrò odioso e per questo lo snobbai, ma un amico mi spinse più volte a leggere il manga e anche se non convinto decisi di provare.
Lì mi accorsi che l'apparenza inganna sul serio! Numero dopo numero mi trasportai letteralmente in questo fantastico mondo di shinobi che mi fa tuttora letteralmente sognare, ringrazio ancora il mio amico per avermi fatto conoscere il mondo di Naruto!
Pagina dopo pagina, dall'inizio fino al volume 51 dove sono arrivato, c'è stato un crescendo di emozioni vissute dai ben caratterizzati (sopratutto nella prima serie) personaggi, ognuno con le sue storie e i suoi problemi, sopratutto Naruto è riuscito più volte con la sua determinazione e forza d'animo a coinvolgermi nelle sue strepitose avventure ricche di azione, scontri, divertimento, ma anche molto tristi a volte.
Adoro il fatto che i personaggi nella seconda serie siano maturati molto e siano cambiati anche fisicamente, elemento importante in un manga lungo come questo.
Per quanto riguarda la trama non è il massimo dell'originalità, però è talmente ben costruita che non costituisce affatto un punto negativo. I disegni di questo manga sono davvero fatti bene a parte il fatto che le donne sono molto simili tra loro, però andando avanti col manga troverete piacevole questo stile di disegno.
In sostanza questo manga narra di un ragazzo, appunto Naruto, che vuole essere accettato da tutti nel suo villaggio essendo ripudiato per il fatto di contenere al suo interno il pericoloso demone della volpe a nove code, riuscirà il nostro eroe a centrare il suo obiettivo? Lo aspettano molte avventure fuori dall'ordinario con temibili avversari.
In conclusione consiglio questo manga a chi ama le avventure senza troppe pretese ma composte anche da emozioni, il mio personaggio preferito, Sasuke, attraverso la sua storia me ne ha trasmesse molte. E poi con l'andare avanti dei volumi troverete sempre più intensa e piena di misteri la trama, con cose non rivelate inizialmente.
Ho dato 10 a questo manga perché ha una trama e dei personaggi in continuo evolversi, è stata la seconda serie a farmi decidere di promuovere il manga a pieni voti e spero che Kishimoto-san continui così. Quindi che aspettate appassionati di shonen, correte a leggere questo fantastico e coinvolgente manga, dattebayo!
Lì mi accorsi che l'apparenza inganna sul serio! Numero dopo numero mi trasportai letteralmente in questo fantastico mondo di shinobi che mi fa tuttora letteralmente sognare, ringrazio ancora il mio amico per avermi fatto conoscere il mondo di Naruto!
Pagina dopo pagina, dall'inizio fino al volume 51 dove sono arrivato, c'è stato un crescendo di emozioni vissute dai ben caratterizzati (sopratutto nella prima serie) personaggi, ognuno con le sue storie e i suoi problemi, sopratutto Naruto è riuscito più volte con la sua determinazione e forza d'animo a coinvolgermi nelle sue strepitose avventure ricche di azione, scontri, divertimento, ma anche molto tristi a volte.
Adoro il fatto che i personaggi nella seconda serie siano maturati molto e siano cambiati anche fisicamente, elemento importante in un manga lungo come questo.
Per quanto riguarda la trama non è il massimo dell'originalità, però è talmente ben costruita che non costituisce affatto un punto negativo. I disegni di questo manga sono davvero fatti bene a parte il fatto che le donne sono molto simili tra loro, però andando avanti col manga troverete piacevole questo stile di disegno.
In sostanza questo manga narra di un ragazzo, appunto Naruto, che vuole essere accettato da tutti nel suo villaggio essendo ripudiato per il fatto di contenere al suo interno il pericoloso demone della volpe a nove code, riuscirà il nostro eroe a centrare il suo obiettivo? Lo aspettano molte avventure fuori dall'ordinario con temibili avversari.
In conclusione consiglio questo manga a chi ama le avventure senza troppe pretese ma composte anche da emozioni, il mio personaggio preferito, Sasuke, attraverso la sua storia me ne ha trasmesse molte. E poi con l'andare avanti dei volumi troverete sempre più intensa e piena di misteri la trama, con cose non rivelate inizialmente.
Ho dato 10 a questo manga perché ha una trama e dei personaggi in continuo evolversi, è stata la seconda serie a farmi decidere di promuovere il manga a pieni voti e spero che Kishimoto-san continui così. Quindi che aspettate appassionati di shonen, correte a leggere questo fantastico e coinvolgente manga, dattebayo!
<b>[Attenzione, questa recensione contiene pesanti spoiler sulla trama!]</b>
Naruto è un giovane ninja che vuole diventare Hokage e blablabla. La storia tanto la conoscono tutti!
Fino al volume 29 Naruto è un ottimo manga, nessuna nota stonata, tutto perfetto: combattimenti e colpi di scena davvero stupendi.
Da Naruto Shippuden in poi la storia incomincia a peggiorare un tantino dal mio punto di vista: non mi è piaciuta moltissimo l'entrata in scena di Akatsuki, ma rimane sempre un manga spettacolare.
I problemi iniziano dalla morte di Asuma: invece di disperarsi e piangere i tre del suo team sorridono e addirittura Shikamaru accende un'inutile sigaretta! Ma ancora tutto ok, Kishimoto non ha reso benissimo la morte di Asuma ma Naruto è sempre un ottimo manga.
Volume 42, muore Jiraya, ucciso da Pain: Naruto come reagisce? Piange? Si dispera? No, niente di tutto questo. Va bene che sono dei ninja addestrati alla guerra e al combattimento, ma un minimo di lato umano!
Va ancora tutto bene, il volume successivo (43) è il mio preferito perché Sasuke uccide Itachi e Madara gli rivela verità agghiaccianti sul fratello.
Il manga ha un drastico calo dallo scontro di Naruto contro Pain in poi. Kishimoto, spiegami come fa Naruto a sconfiggere il capo di Akatsuki: un mostro che ha distrutto senza difficoltà Konoha e che ha ucciso Jiraya!
Poi Sasuke uccide Danzo, c'è l'incontro dei Kage (carino) e inizia la guerra! E da allora non ho quasi più letto un capitolo di Naruto fatto come si deve. La guerra si sta rivelando davvero noiosissima.
Una cosa che odio di Naruto sono le sparizioni dei personaggi: da quanto tempo non vediamo Rock Lee in azione? Perché Kishimoto lascia a marcire i personaggi per decine di volumi?
Ma la cosa più odiosa di questo manga sono i Power-Up di Naruto. Kishimoto introduce un potenziamento (modifica del chakra) e per 3-4 volumi si parla solo di quello: Hidan ha quel chakra, Kakuzu quell'altro, Kakashi quello del Fulmine che vince con quello del...
Questo potenziamento era anche carino, poi però entrano in gioco le arti eremitiche, e si parla solo di quello. Subito dopo Naruto controlla la volpe, abbandona tutto quello che aveva imparato in passato e usa solo il potere del Kyuubi. Kishimoto, non introdurre potenziamenti in ogni volume!
Al di là di questo Naruto è un ottimo manga, e sono sicuro che con l'entrata in guerra di Sasuke o di Madara le cose miglioreranno!
Naruto è un giovane ninja che vuole diventare Hokage e blablabla. La storia tanto la conoscono tutti!
Fino al volume 29 Naruto è un ottimo manga, nessuna nota stonata, tutto perfetto: combattimenti e colpi di scena davvero stupendi.
Da Naruto Shippuden in poi la storia incomincia a peggiorare un tantino dal mio punto di vista: non mi è piaciuta moltissimo l'entrata in scena di Akatsuki, ma rimane sempre un manga spettacolare.
I problemi iniziano dalla morte di Asuma: invece di disperarsi e piangere i tre del suo team sorridono e addirittura Shikamaru accende un'inutile sigaretta! Ma ancora tutto ok, Kishimoto non ha reso benissimo la morte di Asuma ma Naruto è sempre un ottimo manga.
Volume 42, muore Jiraya, ucciso da Pain: Naruto come reagisce? Piange? Si dispera? No, niente di tutto questo. Va bene che sono dei ninja addestrati alla guerra e al combattimento, ma un minimo di lato umano!
Va ancora tutto bene, il volume successivo (43) è il mio preferito perché Sasuke uccide Itachi e Madara gli rivela verità agghiaccianti sul fratello.
Il manga ha un drastico calo dallo scontro di Naruto contro Pain in poi. Kishimoto, spiegami come fa Naruto a sconfiggere il capo di Akatsuki: un mostro che ha distrutto senza difficoltà Konoha e che ha ucciso Jiraya!
Poi Sasuke uccide Danzo, c'è l'incontro dei Kage (carino) e inizia la guerra! E da allora non ho quasi più letto un capitolo di Naruto fatto come si deve. La guerra si sta rivelando davvero noiosissima.
Una cosa che odio di Naruto sono le sparizioni dei personaggi: da quanto tempo non vediamo Rock Lee in azione? Perché Kishimoto lascia a marcire i personaggi per decine di volumi?
Ma la cosa più odiosa di questo manga sono i Power-Up di Naruto. Kishimoto introduce un potenziamento (modifica del chakra) e per 3-4 volumi si parla solo di quello: Hidan ha quel chakra, Kakuzu quell'altro, Kakashi quello del Fulmine che vince con quello del...
Questo potenziamento era anche carino, poi però entrano in gioco le arti eremitiche, e si parla solo di quello. Subito dopo Naruto controlla la volpe, abbandona tutto quello che aveva imparato in passato e usa solo il potere del Kyuubi. Kishimoto, non introdurre potenziamenti in ogni volume!
Al di là di questo Naruto è un ottimo manga, e sono sicuro che con l'entrata in guerra di Sasuke o di Madara le cose miglioreranno!
La partenza è decisamente lenta, prima del volume numero 25 la storia ha ben poco di entusiasmante, è semplicemente l'inizio di una storia normale, mentre dopo quello che succede nei volumi successivi non riuscirete più a smettere di leggere! Storia fantastica piena di colpi di scena e nuovi personaggi sempre più stravaganti. Mi è piaciuto molto il modo in cui sembrava dovesse finire tutto mentre la storia ha ripreso una nuova direzione ripartendo con dei capitoli pieni di attrattiva. Per anni mi sono rifiutato di leggere Naruto in quanto lo pensavo un manga commerciale, ma dopo aver iniziato mi sono macinato tutti i volumi uno dopo l'altro. Non darei il voto massimo almeno per ora per il fatto che comunque nella prima metà dei volumi non mi sono trovato particolarmente affascinato dalla storia, mentre ora aspetto con impazienza l'uscita nei nuovi volumi. Il voto sarebbe diviso in due, un 6 ai primi volumi e un 9 abbondante agli ultimi. Continuerò a leggere e spero vivamente di non rimanere deluso!
Naruto è senz'altro uno dei manga più interessanti che abbia mai letto grazie alla bravura e al genio del maestro Kishimoto, capace di creare un mondo tutto suo.
Dal primo all'ultimo numero mantiene un ritmo abbastanza serrato, con momenti di suspance e di commozione abbastanza credibili, seguiti da combattimenti gestiti bene e disegno gradevole. La storia è forse un po' priva di colpi di scena, mai non è mai banale e ha vari e interessanti intrighi.
SI spera solo che l'autore non la prolunghi solo per cause commerciali rovinando cosi l'alone di capolavoro che ricopre questo manga.
Dal primo all'ultimo numero mantiene un ritmo abbastanza serrato, con momenti di suspance e di commozione abbastanza credibili, seguiti da combattimenti gestiti bene e disegno gradevole. La storia è forse un po' priva di colpi di scena, mai non è mai banale e ha vari e interessanti intrighi.
SI spera solo che l'autore non la prolunghi solo per cause commerciali rovinando cosi l'alone di capolavoro che ricopre questo manga.
Naruto è un manga shonen incominciato nel lontano 1999 dal maestro Masashi Kishimoto, ed è tutt'ora in corso.
Apro una piccola parentesi: Naruto non centra quasi nulla con Dragon Ball, non capisco come possa essere definito il suo erede. Chiudo parentesi
Vi posso dire, come prima cosa, che la storia è sicuramente originale, piena anche di drammaticità, per certi versi.
Questo manga mi è piaciuto molto per la sua profondità, una profondità che si ritrova nei personaggi di quest'opera è in Naruto, il protagonista, che subito vi entrerà nel cuore.
I nemici che incontrerete nella storia non saranno i soliti personaggi nati malvagi. No. Lo diventano per via della vita vissuta, di un passato triste e doloroso.
Quindi, Naruto mi ha sempre affascinato, l'ho sempre visto come un manga "speciale" (almeno fino al numero 39).
I disegni li ho trovati bellissimi ed espressivi, anche se alla fine posso dire (oggi) che non sono proprio il massimo. Si, sono gradevoli. Però, Seishi (il fratello minore di Masashi) è più bravo nel disegnare, per me.
Posso quindi affermare che Naruto mi ha preso moltissimo fino al volume 39, per me era un capolavoro. Fin qui la storia è bella, appassionante e con buoni colpi di scena. Peccato che Masashi abbia allungando troppo il brodo. Infatti, Naruto è giunto oltre il numero 50, una pazzia! Questo era un manga da far durare massimo una quarantina di numeri, secondo me. Perché? Perché dal numero 40 Naruto cambia. Ancora peggio sarà dal numero 48/49 (come dicono molti lettori).
Purtroppo ho dovuto così interrompere questo manga, non solo per i motivi della sua immensa lunghezza (non richiesta) ma anche perché non mi attraeva più.
Dal numero 40 ho avvertito un calo, non ho più sentito lo spirito di questo manga. Ho cercato di dargli un'ultima possibilità, sforzandomi di leggere i numeri 41, 42 e 43, ma niente. Alla fine posso dire che Naruto mi ha deluso e stancato. Non c'è che dire, Masashi è stato un genio nel rovinare un manga!
Quindi, come posso consigliare un tale titolo? Non posso! A meno che non abbiate un'età inferiore ai 14 anni e che NON siate accaniti lettori di manga. Se non appartenete al gruppo appena elencato, vi consiglio di NON iniziare Naruto. Perché sì, questo manga partirà benissimo, ma poi si perderà in un bicchiere d'acqua, garantito!
VOTO: Naruto si meriterebbe 2 voti. Fino al numero 39 è da 10; dal numero 40 è da 5.
Il mio voto è dunque: 6. Non si merita il 7. Un vero peccato.
Apro una piccola parentesi: Naruto non centra quasi nulla con Dragon Ball, non capisco come possa essere definito il suo erede. Chiudo parentesi
Vi posso dire, come prima cosa, che la storia è sicuramente originale, piena anche di drammaticità, per certi versi.
Questo manga mi è piaciuto molto per la sua profondità, una profondità che si ritrova nei personaggi di quest'opera è in Naruto, il protagonista, che subito vi entrerà nel cuore.
I nemici che incontrerete nella storia non saranno i soliti personaggi nati malvagi. No. Lo diventano per via della vita vissuta, di un passato triste e doloroso.
Quindi, Naruto mi ha sempre affascinato, l'ho sempre visto come un manga "speciale" (almeno fino al numero 39).
I disegni li ho trovati bellissimi ed espressivi, anche se alla fine posso dire (oggi) che non sono proprio il massimo. Si, sono gradevoli. Però, Seishi (il fratello minore di Masashi) è più bravo nel disegnare, per me.
Posso quindi affermare che Naruto mi ha preso moltissimo fino al volume 39, per me era un capolavoro. Fin qui la storia è bella, appassionante e con buoni colpi di scena. Peccato che Masashi abbia allungando troppo il brodo. Infatti, Naruto è giunto oltre il numero 50, una pazzia! Questo era un manga da far durare massimo una quarantina di numeri, secondo me. Perché? Perché dal numero 40 Naruto cambia. Ancora peggio sarà dal numero 48/49 (come dicono molti lettori).
Purtroppo ho dovuto così interrompere questo manga, non solo per i motivi della sua immensa lunghezza (non richiesta) ma anche perché non mi attraeva più.
Dal numero 40 ho avvertito un calo, non ho più sentito lo spirito di questo manga. Ho cercato di dargli un'ultima possibilità, sforzandomi di leggere i numeri 41, 42 e 43, ma niente. Alla fine posso dire che Naruto mi ha deluso e stancato. Non c'è che dire, Masashi è stato un genio nel rovinare un manga!
Quindi, come posso consigliare un tale titolo? Non posso! A meno che non abbiate un'età inferiore ai 14 anni e che NON siate accaniti lettori di manga. Se non appartenete al gruppo appena elencato, vi consiglio di NON iniziare Naruto. Perché sì, questo manga partirà benissimo, ma poi si perderà in un bicchiere d'acqua, garantito!
VOTO: Naruto si meriterebbe 2 voti. Fino al numero 39 è da 10; dal numero 40 è da 5.
Il mio voto è dunque: 6. Non si merita il 7. Un vero peccato.
Naruto Uzumaki è un ragazzo che ha come sogno quello di diventare Hokage del villaggio della foglia, però, all'inizio, viene evitato da tutti al villaggio perché dentro di lui il quarto Hokage ha sigillato, uno dei nove demoni, il più potente, ovvero la volpe a nove code. Dopo aver sconfitto le diffidenze di tutti nel villaggio, Naruto viene assegnato, insieme a Sakura e Sasuke, al Team 7, che ha come maestro Kakashi Hatake; da qui Naruto, mano a mano che la storia andrà avanti, dovrà affrontare molti nemici.
La storia non è male, le avventure si Naruto sono interessanti e ben fatte, con colpi di scena, parti divertenti, parti commoventi e serie.
I disegni sono stupendi a mio parere, il tratto marcato del maestro Kishimoto si adatta agli sfondi del manga, che sono ben fatti. I personaggi sono caratterizzati discretamente e sono molto espressivi.
Secondo me questo è un bel manga che consiglierei di leggere, chi ama gli shonen non lo può perdere!
La storia non è male, le avventure si Naruto sono interessanti e ben fatte, con colpi di scena, parti divertenti, parti commoventi e serie.
I disegni sono stupendi a mio parere, il tratto marcato del maestro Kishimoto si adatta agli sfondi del manga, che sono ben fatti. I personaggi sono caratterizzati discretamente e sono molto espressivi.
Secondo me questo è un bel manga che consiglierei di leggere, chi ama gli shonen non lo può perdere!
Naruto appena l'ho iniziato a leggere mi ha appassionato subito. La storia, i personaggi e i disegni erano senza alcun dubbio veramente ben fatti. Ma questo è Naruto all'inizio. Ora siamo arrivati al volume 54 e forse il manga sta durando fin troppo. La trama è dilatata, piena di tempi morti. I personaggi sono fantastici ma non vengono sfruttati, ad esempio l'Akatsuki al completo avrebbe potuto svolgere un ruolo ben più interessante invece di vedersi abbattere i componenti un po' per volta. Esistono molti personaggi il cui carattere e la cui storia sono descritti frettolosamente. Naruto è un buon manga, ma ripeto, la sta tirando troppo per le lunghe.
Ecco come il perfetto successore di Dragon Ball è arrivato a darsi una zappa sui piedi. Naruto parte come un ottimo shounen: ritmo, comicità, azione e sentimento sono presenti fin da subito e i primi 20 volumi sono da leggere tutti d'un fiato. Poi però arriva il disastro. La trama si allunga forzatamente, introducendo personaggi e situazioni totalmente inutili e, sebbene il finale di questo manga oggi sia intuibile da chiunque, non accenna a concludersi. Ho dato 6 come voto totale perché ho considerato anche la prima parte del manga. Se avessi considerato solo la seconda... Beh, non ci voglio pensare.
A mio parere Naruto è tra i migliori shonen in circolazione, e questo lo si deve principalmente a due cose: alla storia e ai personaggi.
La storia, ricca di azione, non annoia mai, accrescendo sempre la voglia di leggerla, e migliora ulteriormente nella seconda saga, ovvero "Naruto Shippuden".
Shippuden ha una trama più adulta, gli avvenimenti si fanno più complessi e drammatici risultando essere migliori della prima saga.
I personaggi sono davvero tutti interessanti e originali, in Shippuden poi hanno una caratterizzazione più matura e c'è l'imbarazzo della scelta visto che entrano in scena moltissimi altri protagonisti, e fra tutti gli shonen il character design di Naruto lo trovo il migliore in assoluto.
Se cercate uno shonen pieno di avventura allora non potete farvi scappare Naruto.
La storia, ricca di azione, non annoia mai, accrescendo sempre la voglia di leggerla, e migliora ulteriormente nella seconda saga, ovvero "Naruto Shippuden".
Shippuden ha una trama più adulta, gli avvenimenti si fanno più complessi e drammatici risultando essere migliori della prima saga.
I personaggi sono davvero tutti interessanti e originali, in Shippuden poi hanno una caratterizzazione più matura e c'è l'imbarazzo della scelta visto che entrano in scena moltissimi altri protagonisti, e fra tutti gli shonen il character design di Naruto lo trovo il migliore in assoluto.
Se cercate uno shonen pieno di avventura allora non potete farvi scappare Naruto.
Non credo ci sia bisogno di parlare della trama di questo manga, visto che sicuramente ne sarete tutti a conoscenza. Di questo manga posso dire che va a fasi alterne, alterna momenti bellissimi e commoventi a cadute colossali. Un tempo avrei dato 9 come voto, ma allo stato attuale è impossibile non notare certi difetti che affliggono la seconda parte dello "shippuden".
<b>[Attenzione, spoiler!]</b>
Diciamo che fino alla saga di Pain, ho trovato Naruto un ottimo manga, pieno di colpi di scena è momenti toccanti, come la morte di Asuma, o quella di Jiraya. Poi però qualcosa è cambiato, i colpi di scena sono sempre meno, i combattimenti durano al massimo 2 capitoli, i personaggi secondari, che già all'inizio dello shippuden erano stati bistrattati, sono completamente scomparsi, ed in più certi personaggi come Konan o Kisame sono stati trattati con i piedi. Naruto è sempre meno presente, passa le giornate ad allenarsi a fare un nuovo rasengan (che creatività...) ed ad abbracciare la sua parte malvagia. È da notare poi come dentro di se Naruto abbia un albergo a 5 stelle, visto la quantità di gente che vi abita. C'è da dire comunque che la saga in corso sembra si stia pian piano riprendendo, dopo un inizio di questa saga veramente da schifo.
<b>[Attenzione, spoiler!]</b>
Diciamo che fino alla saga di Pain, ho trovato Naruto un ottimo manga, pieno di colpi di scena è momenti toccanti, come la morte di Asuma, o quella di Jiraya. Poi però qualcosa è cambiato, i colpi di scena sono sempre meno, i combattimenti durano al massimo 2 capitoli, i personaggi secondari, che già all'inizio dello shippuden erano stati bistrattati, sono completamente scomparsi, ed in più certi personaggi come Konan o Kisame sono stati trattati con i piedi. Naruto è sempre meno presente, passa le giornate ad allenarsi a fare un nuovo rasengan (che creatività...) ed ad abbracciare la sua parte malvagia. È da notare poi come dentro di se Naruto abbia un albergo a 5 stelle, visto la quantità di gente che vi abita. C'è da dire comunque che la saga in corso sembra si stia pian piano riprendendo, dopo un inizio di questa saga veramente da schifo.
Naruto, cronache di una decadenza.
Andiamo con ordine. Naruto mi piaceva, perché era a tutti gli effetti un buon manga. Anzi, ribadisco: è a tutti gli effetti un buon manga, almeno fino al numero 27. Dal numero 28 invece comincia una caduta di tono e di stile paurosa, arrivando ad avere un vero e proprio collasso verticale.
Naruto era uno shonen fresco, bello, a tratti anche intelligente, che aveva trovate narrative niente male (il mondo dei ninja e la loro organizzazione), sottotrame interessanti (su tutte, quella di Orochimaru e dei tre ninja supremi), ma soprattutto che aveva nei suoi personaggi – e in particolar modo, in quelli secondari - la sua “forza portante” (perdonatemi l’orribile gioco di parole che chi segue il manga capirà sicuramente). I personaggi di Naruto, tanti e variegati, erano sviluppati tutti in maniera pressoché perfetta e credibile, sia dal punto di vista strettamente grafico, sia dal punto di vista psicologico. Davvero, erano uno meglio dell’altro. Il bello di Naruto era proprio dato dal fatto che il protagonista era circondato da un sacco di bei personaggi, i quali partecipavano attivamente allo svolgersi della storia (pensiamo ai vari Shikamaru, Neji, Rock Lee, Kiba, Gaara e via dicendo) e che non erano mai né piatti né banali, ma anzi, profondi, diversi e sfaccettati.
Anche gli scontri avevano sempre una sfaccettatura complessa e non erano mai autoreferenziali. Anzi, erano davvero tutti ben fatti e belli profondi. Insomma, avevano un loro perché. Senza andare a scomodare scontri epici, come quello del terzo Hokage contro Orochimaru, o quello dei tre ninja supremi, mi piace ricordare che, per quanto mi riguarda, lo scontro finale tra Naruto e Sasuke, è uno degli scontri più belli, più toccanti, più significativi e, anche dal punto di vista “psicologico”, più riusciti che io abbia mai letto all’interno di un manga.
Il dopo però è sconfortante. Sin dalle prime battute, lo Shippuuden di Naruto è una noia mortale. I personaggi secondari, tranne qualche fugace apparizione, sono scomparsi del tutto. Il manga vive di una dialettica Naruto/Sasuke noiosa, dove ormai entrambi sono diventati improvvisamente dei padreterni che sconfiggono personaggi reputati padreterni imbattibili il numero precedente.
Secondo me si è persa quella freschezza, quella genuinità e anche quel lavoro psicologico che Kishimoto operava sui suoi personaggi, e si lascia spazio solo alla componente dell’azione, che rende il tutto piatto e banale. Ecco perché Naruto non mi piace più, così come Bleach.
<a href="http://www.sommobuta.com/2010/10/naruto-e-bleach-cronaca-di-una.html">http://www.sommobuta.com/2010/10/naruto-e-bleach-cronaca-di-una.html</a>
Andiamo con ordine. Naruto mi piaceva, perché era a tutti gli effetti un buon manga. Anzi, ribadisco: è a tutti gli effetti un buon manga, almeno fino al numero 27. Dal numero 28 invece comincia una caduta di tono e di stile paurosa, arrivando ad avere un vero e proprio collasso verticale.
Naruto era uno shonen fresco, bello, a tratti anche intelligente, che aveva trovate narrative niente male (il mondo dei ninja e la loro organizzazione), sottotrame interessanti (su tutte, quella di Orochimaru e dei tre ninja supremi), ma soprattutto che aveva nei suoi personaggi – e in particolar modo, in quelli secondari - la sua “forza portante” (perdonatemi l’orribile gioco di parole che chi segue il manga capirà sicuramente). I personaggi di Naruto, tanti e variegati, erano sviluppati tutti in maniera pressoché perfetta e credibile, sia dal punto di vista strettamente grafico, sia dal punto di vista psicologico. Davvero, erano uno meglio dell’altro. Il bello di Naruto era proprio dato dal fatto che il protagonista era circondato da un sacco di bei personaggi, i quali partecipavano attivamente allo svolgersi della storia (pensiamo ai vari Shikamaru, Neji, Rock Lee, Kiba, Gaara e via dicendo) e che non erano mai né piatti né banali, ma anzi, profondi, diversi e sfaccettati.
Anche gli scontri avevano sempre una sfaccettatura complessa e non erano mai autoreferenziali. Anzi, erano davvero tutti ben fatti e belli profondi. Insomma, avevano un loro perché. Senza andare a scomodare scontri epici, come quello del terzo Hokage contro Orochimaru, o quello dei tre ninja supremi, mi piace ricordare che, per quanto mi riguarda, lo scontro finale tra Naruto e Sasuke, è uno degli scontri più belli, più toccanti, più significativi e, anche dal punto di vista “psicologico”, più riusciti che io abbia mai letto all’interno di un manga.
Il dopo però è sconfortante. Sin dalle prime battute, lo Shippuuden di Naruto è una noia mortale. I personaggi secondari, tranne qualche fugace apparizione, sono scomparsi del tutto. Il manga vive di una dialettica Naruto/Sasuke noiosa, dove ormai entrambi sono diventati improvvisamente dei padreterni che sconfiggono personaggi reputati padreterni imbattibili il numero precedente.
Secondo me si è persa quella freschezza, quella genuinità e anche quel lavoro psicologico che Kishimoto operava sui suoi personaggi, e si lascia spazio solo alla componente dell’azione, che rende il tutto piatto e banale. Ecco perché Naruto non mi piace più, così come Bleach.
<a href="http://www.sommobuta.com/2010/10/naruto-e-bleach-cronaca-di-una.html">http://www.sommobuta.com/2010/10/naruto-e-bleach-cronaca-di-una.html</a>
Sicuramente, insieme a One Piece, Conan e Bleach, uno dei manga più belli dell'ultimo decennio! È la perfetta ricostruzione di un mondo antico inesistente, ma fantastico, una popolazione estremamente ben formata, con degli usi e costumi che ricordano il Giappone antico, ma in termini magici e simbolici, con un richiamo alla realtà che rende il tutto fluido ed entusiasmante.
L'autore merita il successo che ha avuto, e che sta avendo tutt'ora! Da notare è che i numeri della prima stampa sono introvabili, e anche la seconda stampa non è così semplice da reperire. Mi sono estremamente pentito di non aver iniziato Naruto quando l'ho visto per la prima volta in fumetteria, ma solo con l'inizio della seconda stampa; ovviamente il manga non è ancora finito, quindi il voto per ora è solo 9, sono estremamente curioso di vedere come Kishimoto concluderà una vicenda così articolata ed entusiasmante, e che io metto veramente alla pari con One Piece.
La storia narra le vicende di Naruto, un tenero e vispo ragazzino del villaggio della Foglia (villaggio famoso per le sue tradizioni ninja e di combattimento) che vuole diventare un giorno Hokage del villaggio (il ninja capo del villaggio e più forte di tutti). Naruto non è però un ragazzo normale: dentro di lui è stato sigillato il demone delle volpe a nove code (il più forte dei nove cercoteri), che anni prima aveva seminato il terrore in tutto le terre conosciute, oltre aver quasi raso al suolo il villaggio. Questo porterà il ragazzo a vivere nell'emarginazione, fino a quando non supera il primo esame per diventare Genin, cioè primo grado di ninja. Da quel momento conoscerà meglio dei vecchi amici, Sakura e Sasuke, e ovviamente avrà un nuovo maestro che lo capirà come nessun altro fino a quel momento.
Le avventure di Naruto alla scalata verso il ruolo di Hokage sono ricche di combattimenti e colpi di scena, azioni spettacolari e antagonisti sempre più potenti. La storia fino ad ora è ben ripartita, cioè abbiamo una prima parte in cui Naruto è dodicenne e una seconda in cui è un adolescente (e chissà se andrà avanti finché non diventa un adulto, speriamo!).
Una trama molto promettente viene data alla luce da un bel disegno e delle belle idee, che rendono la lettura non banale e accattivante. Il tema dell'antagonista principale è un po' ripetitivo, cioè quello della vita eterna, però non dà noia al manga, che rimane comunque un'opera da apprezzare nelle sue mille sfaccettature.
Una delle cose che ho apprezzato di più è sicuramente la costruzione di una così complessa rete sociale immersa in un mondo che tutti possiamo immaginare (come il Giappone antico).
Un'opera intrigante che mi spinge a volare in fumetteria ogni volta che esce un nuovo numero! Consigliatissimo!
L'autore merita il successo che ha avuto, e che sta avendo tutt'ora! Da notare è che i numeri della prima stampa sono introvabili, e anche la seconda stampa non è così semplice da reperire. Mi sono estremamente pentito di non aver iniziato Naruto quando l'ho visto per la prima volta in fumetteria, ma solo con l'inizio della seconda stampa; ovviamente il manga non è ancora finito, quindi il voto per ora è solo 9, sono estremamente curioso di vedere come Kishimoto concluderà una vicenda così articolata ed entusiasmante, e che io metto veramente alla pari con One Piece.
La storia narra le vicende di Naruto, un tenero e vispo ragazzino del villaggio della Foglia (villaggio famoso per le sue tradizioni ninja e di combattimento) che vuole diventare un giorno Hokage del villaggio (il ninja capo del villaggio e più forte di tutti). Naruto non è però un ragazzo normale: dentro di lui è stato sigillato il demone delle volpe a nove code (il più forte dei nove cercoteri), che anni prima aveva seminato il terrore in tutto le terre conosciute, oltre aver quasi raso al suolo il villaggio. Questo porterà il ragazzo a vivere nell'emarginazione, fino a quando non supera il primo esame per diventare Genin, cioè primo grado di ninja. Da quel momento conoscerà meglio dei vecchi amici, Sakura e Sasuke, e ovviamente avrà un nuovo maestro che lo capirà come nessun altro fino a quel momento.
Le avventure di Naruto alla scalata verso il ruolo di Hokage sono ricche di combattimenti e colpi di scena, azioni spettacolari e antagonisti sempre più potenti. La storia fino ad ora è ben ripartita, cioè abbiamo una prima parte in cui Naruto è dodicenne e una seconda in cui è un adolescente (e chissà se andrà avanti finché non diventa un adulto, speriamo!).
Una trama molto promettente viene data alla luce da un bel disegno e delle belle idee, che rendono la lettura non banale e accattivante. Il tema dell'antagonista principale è un po' ripetitivo, cioè quello della vita eterna, però non dà noia al manga, che rimane comunque un'opera da apprezzare nelle sue mille sfaccettature.
Una delle cose che ho apprezzato di più è sicuramente la costruzione di una così complessa rete sociale immersa in un mondo che tutti possiamo immaginare (come il Giappone antico).
Un'opera intrigante che mi spinge a volare in fumetteria ogni volta che esce un nuovo numero! Consigliatissimo!
Naruto è sicuramente uno dei manga più belli che io abbia mai letto, anche perché è il primo che ho letto e mi ha aperto gli occhi sul mondo infinito dei manga.
L'unica cosa che posso dire è che alcune inquadrature non sono disegnate perfettamente, ma il mio voto ci sta tutto perché la storia è bestiale: è un mix di comicità con picchi molto profondi e tristi e, cosa molto importante, la storia non perde mai di intensità, cosa molto difficile vista la lunghezza della collana e la enorme varietà di personaggi.
L'unica cosa che posso dire è che alcune inquadrature non sono disegnate perfettamente, ma il mio voto ci sta tutto perché la storia è bestiale: è un mix di comicità con picchi molto profondi e tristi e, cosa molto importante, la storia non perde mai di intensità, cosa molto difficile vista la lunghezza della collana e la enorme varietà di personaggi.
Che dire, Naruto è Naruto, ovvero uno degli shounen più belli di tutti i tempi senza alcun dubbio. Anzi, sono deluso da tutte le persone che odiano questo manga solo perché e diventato molto commerciale, dopotutto non può altro che diventare super commerciale con una storia cosi bella piena di sconvolgenti sorprese e con un'infinità di personaggi bellissimi tutti diversi l'uno dall'altro, sia per tecniche che per personalità. Lo consiglio vivamente a tutti quelli che non hanno ancora iniziato a leggerlo, perché non si può essere lettori di shounen d'azione senza passare dal mitico Naruto. Per me un capolavoro nel suo genere.
Naruto è un manga davvero molto bello, di solito non vado pazzo per questo genere di storie, comunque Naruto mi piace moltissimo.
La trama è secondo me davvero bellissima ed interessante, e quando ho letto il primo volume di questa serie non ho potuto fare a meno di proseguire, anche se non ho ancora terminato di leggere tutti i volumi. I disegni sono davvero molto belli e i lineamenti dei personaggi sono davvero precisi e curati in ogni minimo dettaglio. Il personaggio principale, Naruto, è davvero molto particolare ma è molto simpatico e coraggioso; anche i personaggi secondari sono molto particolari e rendono questo manga molto più avvincente. Ripeto, è un manga davvero bellissimo e lo consiglio a tutti gli amanti della serie TV ed a tutti coloro a cui interessa questo genere di storie. Davvero complimenti a Masashi Kishimoto.
La trama è secondo me davvero bellissima ed interessante, e quando ho letto il primo volume di questa serie non ho potuto fare a meno di proseguire, anche se non ho ancora terminato di leggere tutti i volumi. I disegni sono davvero molto belli e i lineamenti dei personaggi sono davvero precisi e curati in ogni minimo dettaglio. Il personaggio principale, Naruto, è davvero molto particolare ma è molto simpatico e coraggioso; anche i personaggi secondari sono molto particolari e rendono questo manga molto più avvincente. Ripeto, è un manga davvero bellissimo e lo consiglio a tutti gli amanti della serie TV ed a tutti coloro a cui interessa questo genere di storie. Davvero complimenti a Masashi Kishimoto.
Naruto è uno degli shonen più letti negli ultimi anni, forse il più letto. Soffermarsi troppo sulla trama sarebbe inutile, anche perché racchiuderla in poche righe è impresa davvero ardua. Il disegno si attesta su ottimi livelli, lineare quanto serve, senza scendere mai nel banale. I testi risultano quasi sempre scorrevoli, alternando contenuti leggeri ad altri più intrisi di significato. La caratterizzazione particolarmente riuscita dei personaggi è a mio avviso il pregio più evidente dell'opera, unita ad una notevole attenzione verso le emozioni dei protagonisti, espresse spesso attraverso flashback toccanti ma mai troppo intrusivi.
Naruto da molti viene additato come l'esempio lampante di un buon manga che col tempo ha perso le sue qualità distintive, per via di scelte discutibili dell'autore e di politiche incentrate solo all'accumulo di denaro, rendendo l'opera stessa monotona e prevedibile. A mio avviso queste sono critiche esagerate, perché Kishimoto è riuscito negli anni a mantenere una trama allo stesso tempo interessante e mai scontata, a volte compiendo scelte coraggiose non da tutti apprezzate.
In definitiva Naruto è un ottimo esponente del genere shonen, consigliato a chi vuole vivere con leggerezza e ironia un'avventura degna di essere ricordata per molto tempo.
Naruto da molti viene additato come l'esempio lampante di un buon manga che col tempo ha perso le sue qualità distintive, per via di scelte discutibili dell'autore e di politiche incentrate solo all'accumulo di denaro, rendendo l'opera stessa monotona e prevedibile. A mio avviso queste sono critiche esagerate, perché Kishimoto è riuscito negli anni a mantenere una trama allo stesso tempo interessante e mai scontata, a volte compiendo scelte coraggiose non da tutti apprezzate.
In definitiva Naruto è un ottimo esponente del genere shonen, consigliato a chi vuole vivere con leggerezza e ironia un'avventura degna di essere ricordata per molto tempo.
Naruto è il primo manga che ho comprato e letto. Lo reputo ancora uno dei più belli in assoluto tra quelli da me conosciuti, perché la storia è bella e appassionante, non annoia e sa rinnovarsi.
Mi piace per tanti motivi, uno dei quali il fatto che il personaggio centrale, Naruto, cresce e impara mentalmente e fisicamente, a differenza di altri manga dove il personaggio principale rimane sempre quello nonostante passino 50 volumi. Bella è anche la scelta dei personaggi secondari che si intrecciano a vicenda con l'andare della storia e la rendono sempre più avvincente e intrigante. Il fatto che sia molto più commercializzato che in precedenza personalmente non mi turba, e non rende la saga meno interessante.
Mi piace per tanti motivi, uno dei quali il fatto che il personaggio centrale, Naruto, cresce e impara mentalmente e fisicamente, a differenza di altri manga dove il personaggio principale rimane sempre quello nonostante passino 50 volumi. Bella è anche la scelta dei personaggi secondari che si intrecciano a vicenda con l'andare della storia e la rendono sempre più avvincente e intrigante. Il fatto che sia molto più commercializzato che in precedenza personalmente non mi turba, e non rende la saga meno interessante.
Naruto è sicuramente l'opera più famosa del sensei Masashi Kishimoto. La trama probabilmente sarà nota a tutti, per cui non la ripeto; i disegni sono veramente belli e la storia è ben articolata, i personaggi sono ben strutturati e viene spiegata tramite flashback la storia di ognuno. Il mio personaggio preferito è Shikamaru Nara del clan Nara, con un quoziente d'intelligenza di oltre 200, che tramite il controllo dell'ombra (Kage Mane No Jutsu) e tecniche affini è in grado di controllare liberamente la propria ombra. Nonostante sia un grande stratega e un ninja molto valido,è particolarmente svogliato e vorrebbe starsene tutto il giorno sdraiato a guardare le nuvole (che invidia molto per la loro libertà) e giocare a Shogi (scacchi giapponesi). Il manga eccelle per i combattimenti frenetici a base di arti ninja, ma anche per la storia e i discorsi molto profondi. È un vero capolavoro ed è consigliato a chi ama il genere shonen e non solo.
<b>[Attenzione, questa recensione contiene spoiler!]</b>
Naruto è un manga edito dalla Shueisha e attualmente è uno tra i più famosi e venduti di tutto il mondo.
Naruto parla di questo ninja dodicenne che se ne frega di tutti e combina disastri dalla mattina alla sera, la causa principale del suo comportamento è il fatto di essere orfano e emarginato da tutti perché dentro di lui alberga la volpe a nove code (Kyuubi) un potente demone, uno dei nove cercoteri. Ha però un grande sogno, quello di diventare l'Hokage più forte della storia del Villaggio della Foglia. Con grandi sforzi riesce a entrare a far parte del team 7, composto da Kakashi Hatake, Sasuke Uchiha e Sakura Haruno, che da ora in poi saranno i suoi compagni di missione; insieme ne passeranno delle belle fino a quando Sasuke lascia il team per diventare un ninja traditore e farsi allenare dal malvagio Orochimaru, tutto questo per sconfiggere suo fratello Itachi, causa della morte del suo clan gli Uchiha. Anche Naruto parte per farsi allenare da Jiraiya; tornerà dopo tre anni al villaggio e comincerà una nuova avventura, arriveranno nuovi personaggi, ma la tematica principale è il fatto che Naruto voglia riconquistare Sasuke, che per lui è come un fratello.
Naruto mi ha colpito sin da quando vidi la prima puntata in TV, comprai subito il manga. Naruto mi è sempre piaciuto anche come carattere perché ha molto coraggio e combina un mucchio di macelli; la prima serie a me è piaciuta molto, sopratutto la parte dove si racconta l'esame dei chunin mi ha appassionato molto. Per quanto riguarda la seconda parte, chiamata Naruto Shippuden, la trovo comunque appassionante, piena zeppa di nuovi personaggi molto misteriosi e sopratutto significativi per la storia, ma una cosa mi ha lasciato l'amaro in bocca: la saga di Pain. Sì, è molto interessante vedere il Villaggio della Foglia che fronteggia questa specie di Dio e l'Akatsuki insieme. Pain che distrugge completamente Konoha con molte vittime fra l'altro, e poi che succede? Uno si aspetta un incontro sanguinario tra Naruto e Pain, invece tutto si risolve in una tranquilla chiacchierata tra buoni amici sul libro scritto da Jiraiya e intitolato "Naruto".
A parte però questo episodio, che però, lo ammetto, mi ha dato molto fastidio, Naruto si merita un voto positivo perché le emozioni le sa dare, c'è molta azione scene commoventi e anche violenza, che pero non si è vista tanto nell'ultimo periodo.
Il disegno è ottimo, devo dire la verità, Masashi Kishimoto ha davvero un ottimo disegno anche se a volte lascia qualcosa per la strada, ma per il resto il disegno è pulito; per quanto riguarda la storia nell'ultimo periodo sta prendendo una piega ricca di colpi di scena. A me è sempre piaciuto Naruto perché mi affascina il mondo ninja rivisitato da Kishimoto, e sopratutto mi piacciono i personaggi di questo manga, ogni ninja ha una sua arte e abilità (Jutsu e ninjitsu) ed davvero fenomenale. Voglio concludere dicendo che Naruto può dare ancora di più, e spero che Masashi Kishimoto ci riservi nuovi colpi di scena mozzafiato. Ringrazio Masashi Kishimoto per la sua straordinaria opera.
Naruto è un manga edito dalla Shueisha e attualmente è uno tra i più famosi e venduti di tutto il mondo.
Naruto parla di questo ninja dodicenne che se ne frega di tutti e combina disastri dalla mattina alla sera, la causa principale del suo comportamento è il fatto di essere orfano e emarginato da tutti perché dentro di lui alberga la volpe a nove code (Kyuubi) un potente demone, uno dei nove cercoteri. Ha però un grande sogno, quello di diventare l'Hokage più forte della storia del Villaggio della Foglia. Con grandi sforzi riesce a entrare a far parte del team 7, composto da Kakashi Hatake, Sasuke Uchiha e Sakura Haruno, che da ora in poi saranno i suoi compagni di missione; insieme ne passeranno delle belle fino a quando Sasuke lascia il team per diventare un ninja traditore e farsi allenare dal malvagio Orochimaru, tutto questo per sconfiggere suo fratello Itachi, causa della morte del suo clan gli Uchiha. Anche Naruto parte per farsi allenare da Jiraiya; tornerà dopo tre anni al villaggio e comincerà una nuova avventura, arriveranno nuovi personaggi, ma la tematica principale è il fatto che Naruto voglia riconquistare Sasuke, che per lui è come un fratello.
Naruto mi ha colpito sin da quando vidi la prima puntata in TV, comprai subito il manga. Naruto mi è sempre piaciuto anche come carattere perché ha molto coraggio e combina un mucchio di macelli; la prima serie a me è piaciuta molto, sopratutto la parte dove si racconta l'esame dei chunin mi ha appassionato molto. Per quanto riguarda la seconda parte, chiamata Naruto Shippuden, la trovo comunque appassionante, piena zeppa di nuovi personaggi molto misteriosi e sopratutto significativi per la storia, ma una cosa mi ha lasciato l'amaro in bocca: la saga di Pain. Sì, è molto interessante vedere il Villaggio della Foglia che fronteggia questa specie di Dio e l'Akatsuki insieme. Pain che distrugge completamente Konoha con molte vittime fra l'altro, e poi che succede? Uno si aspetta un incontro sanguinario tra Naruto e Pain, invece tutto si risolve in una tranquilla chiacchierata tra buoni amici sul libro scritto da Jiraiya e intitolato "Naruto".
A parte però questo episodio, che però, lo ammetto, mi ha dato molto fastidio, Naruto si merita un voto positivo perché le emozioni le sa dare, c'è molta azione scene commoventi e anche violenza, che pero non si è vista tanto nell'ultimo periodo.
Il disegno è ottimo, devo dire la verità, Masashi Kishimoto ha davvero un ottimo disegno anche se a volte lascia qualcosa per la strada, ma per il resto il disegno è pulito; per quanto riguarda la storia nell'ultimo periodo sta prendendo una piega ricca di colpi di scena. A me è sempre piaciuto Naruto perché mi affascina il mondo ninja rivisitato da Kishimoto, e sopratutto mi piacciono i personaggi di questo manga, ogni ninja ha una sua arte e abilità (Jutsu e ninjitsu) ed davvero fenomenale. Voglio concludere dicendo che Naruto può dare ancora di più, e spero che Masashi Kishimoto ci riservi nuovi colpi di scena mozzafiato. Ringrazio Masashi Kishimoto per la sua straordinaria opera.
Naruto è sicuramente uno dei manga più venduti e fra quelli che hanno avuto più successo negli ultimi anni. C’è da dire però, che successo e popolarità molte volte non sono sinonimi di qualità. Non direi che sia il caso di questo manga, perché a me piace abbastanza, per i disegni, anche se a volte mi sembrano un po’ troppo veloci e realizzati quasi di fretta, ed anche per la trama, non semplice e ben pensata per uno shonen come questo, anche perché riesce a cambiare parecchio gli standard del mondo ninja, almeno secondo me.
Masashi Kishimoto, autore dell’opera che lo ha reso celebre, e tra i mangaka che verranno ricordati sicuramente in futuro, riesce con la creazione del protagonista di questa storia, Naruto, a presentare un ottimo personaggio, carismatico e simpatico, ed anche con un lato più triste e cupo, che subito conquista il lettore che si appassiona alle sue vicende. La bravura di Kishimoto sta nel caratterizzare molto bene anche gli altri personaggi, da quelli secondari, come Sasuke Uchiha, Sakura Haruno e Kakashi Hatake, ai terziari come Jiraiya, Tsunade, Shikamaru, Rock Lee ecc. Stesso discorso si può fare anche per i nemici, e tra quelli più riusciti è necessario citare Orochimaru ed il gruppo Alba.
Altra caratteristica di questo manga sono i combattimenti, molto presenti come di consueto in uno shounen, che si sviluppano in vari modi in base alle varie tecniche e caratteristiche dei partecipanti, per esempio Shikamaru Nara usa molta psicologia contro i suoi avversari. Un’altra menzione va fatta per le tante tecniche usate, tutte di grande effetto e peculiarità di ogni personaggio, come la moltiplicazione e il Rasengan per Naruto, o lo Sharingan per Sasuke.
Come detto, questa è ormai divenuta una delle serie di maggior successo degli ultimi anni, insieme a One Piece e Bleach, e credo che questo sia ampiamente meritato. Consiglio dunque davvero a tutti questo manga, in particolare ai fan del genere shounen, ma anche a chi cerca semplicemente una buona storia, anche se un po’ lunghetta. L’edizione italiana la trovo abbastanza buona, anche se ci sono state varie edizioni e ristampe. Io ho acquistato la serie Naruto il Mito, e come detto la trovo soddisfacente e con un buon rapporto qualità-prezzo.
Masashi Kishimoto, autore dell’opera che lo ha reso celebre, e tra i mangaka che verranno ricordati sicuramente in futuro, riesce con la creazione del protagonista di questa storia, Naruto, a presentare un ottimo personaggio, carismatico e simpatico, ed anche con un lato più triste e cupo, che subito conquista il lettore che si appassiona alle sue vicende. La bravura di Kishimoto sta nel caratterizzare molto bene anche gli altri personaggi, da quelli secondari, come Sasuke Uchiha, Sakura Haruno e Kakashi Hatake, ai terziari come Jiraiya, Tsunade, Shikamaru, Rock Lee ecc. Stesso discorso si può fare anche per i nemici, e tra quelli più riusciti è necessario citare Orochimaru ed il gruppo Alba.
Altra caratteristica di questo manga sono i combattimenti, molto presenti come di consueto in uno shounen, che si sviluppano in vari modi in base alle varie tecniche e caratteristiche dei partecipanti, per esempio Shikamaru Nara usa molta psicologia contro i suoi avversari. Un’altra menzione va fatta per le tante tecniche usate, tutte di grande effetto e peculiarità di ogni personaggio, come la moltiplicazione e il Rasengan per Naruto, o lo Sharingan per Sasuke.
Come detto, questa è ormai divenuta una delle serie di maggior successo degli ultimi anni, insieme a One Piece e Bleach, e credo che questo sia ampiamente meritato. Consiglio dunque davvero a tutti questo manga, in particolare ai fan del genere shounen, ma anche a chi cerca semplicemente una buona storia, anche se un po’ lunghetta. L’edizione italiana la trovo abbastanza buona, anche se ci sono state varie edizioni e ristampe. Io ho acquistato la serie Naruto il Mito, e come detto la trovo soddisfacente e con un buon rapporto qualità-prezzo.
Naruto è uno Shonen che ha fatto molto successo qui in Italia, come in altri paesi del mondo, per la sua storia e per i suoi disegni, che col passare del tempo, il maestro Masashi Kishimoto ha migliorato, rendendo sempre più avvincente la lettura della storia, e la visione dei disegni.
Il protagonista della storia è Naruto Uzumaki, che a causa di avvenimenti, successi alla sua nascita, è sempre stato isolato e disprezzato dalle altre persone, tranne il maestro dell'Accademia Ninja, Iruka Umino, che lo ha trattato sempre come un figlio. La storia inizia con Naruto che, non superando l'esame dell'Accademia per poter diventare un ninja della foglia a livello Genin, si deprime e a causa di certi avvenimenti scoprirà che dentro di lui è rinchiuso un demone, capendo così perché tutte le persone del villaggio, eccetto il maestro Iruka, lo disprezzavano, ma dopo alcuni avvenimenti il nostro Naruto riuscirà a diventare un ninja entrando nel Gruppo 7. In questo gruppo riuscirà a diventerà amico di Sakura Haruno e del rivale Sasuke Uchiha. Però, Naruto entrando in questo gruppo, non verrà più allenato dal precedente maestro Iruka, ma dal Jonin Kakashi Hatake.
La storia si divide in due serie, Naruto e Naruto Shippuden. La prima si conclude con il viaggio che Naruto decide di fare con il maestro Jiraiya per diventare più forte, mentre la seconda serie ha inizio tre anni dopo con il ritorno di Naruto al villaggio della foglia.
I disegni, come detto prima, sono molto ben fatti, e il mangaka Masashi Kishimoto, per disegnare Naruto, segue molto bene le tre regole del disegno, che sono: profondità, proporzione e prospettiva.
In Italia possiamo trovare, non contando le ristampe, quattro edizioni di Naruto. La prima, uscita nell'Aprile 2003, è riconoscibile per il numero nero e perché all'inizio del primo numero si potevano trovare alcuni adesivi di Naruto; la seconda, uscita nell'Ottobre 2006, è riconoscibile in quanto i numeri sono di colore rosso e anche dal nome, che non è più solamente Naruto, ma Naruto il mito; la terza, uscita nel Febbraio 2008, si riconosce in quanto ha i numeri di colore oro e anche dalle dimensioni, infatti questa edizione, come la quarta, è molto più grande delle edizioni precedenti, che sono 12X18 cm; la quarta, uscita anch'essa nel Febbraio 2008, ha le stesse misure e lo stesso colore del numero, ma a differenza della precedente ha una sovracopertina in stampa serigrafica in color oro e la possiamo trovare solamente in fumetteria. La prima edizione ha una copertina semi-rigida, mentre all'interno troviamo una carta di buona qualità. Il formato, come detto in precedenza, è simile all'edizione Naruto il mito ed è di 12X18 cm e al suo interno troviamo circa 183 pagine in bianco e nero.
La casa editrice che si è occupata di pubblicare Naruto è la Planet Manga e ha variato il prezzo di pubblicazione del manga da 3,50 euro a 3,90 euro. Oltre al prezzo la casa editrice ha cambiato la sua periodicità dall'essere mensile, bimensile fino ad arrivare oggi trimestrale.
Il protagonista della storia è Naruto Uzumaki, che a causa di avvenimenti, successi alla sua nascita, è sempre stato isolato e disprezzato dalle altre persone, tranne il maestro dell'Accademia Ninja, Iruka Umino, che lo ha trattato sempre come un figlio. La storia inizia con Naruto che, non superando l'esame dell'Accademia per poter diventare un ninja della foglia a livello Genin, si deprime e a causa di certi avvenimenti scoprirà che dentro di lui è rinchiuso un demone, capendo così perché tutte le persone del villaggio, eccetto il maestro Iruka, lo disprezzavano, ma dopo alcuni avvenimenti il nostro Naruto riuscirà a diventare un ninja entrando nel Gruppo 7. In questo gruppo riuscirà a diventerà amico di Sakura Haruno e del rivale Sasuke Uchiha. Però, Naruto entrando in questo gruppo, non verrà più allenato dal precedente maestro Iruka, ma dal Jonin Kakashi Hatake.
La storia si divide in due serie, Naruto e Naruto Shippuden. La prima si conclude con il viaggio che Naruto decide di fare con il maestro Jiraiya per diventare più forte, mentre la seconda serie ha inizio tre anni dopo con il ritorno di Naruto al villaggio della foglia.
I disegni, come detto prima, sono molto ben fatti, e il mangaka Masashi Kishimoto, per disegnare Naruto, segue molto bene le tre regole del disegno, che sono: profondità, proporzione e prospettiva.
In Italia possiamo trovare, non contando le ristampe, quattro edizioni di Naruto. La prima, uscita nell'Aprile 2003, è riconoscibile per il numero nero e perché all'inizio del primo numero si potevano trovare alcuni adesivi di Naruto; la seconda, uscita nell'Ottobre 2006, è riconoscibile in quanto i numeri sono di colore rosso e anche dal nome, che non è più solamente Naruto, ma Naruto il mito; la terza, uscita nel Febbraio 2008, si riconosce in quanto ha i numeri di colore oro e anche dalle dimensioni, infatti questa edizione, come la quarta, è molto più grande delle edizioni precedenti, che sono 12X18 cm; la quarta, uscita anch'essa nel Febbraio 2008, ha le stesse misure e lo stesso colore del numero, ma a differenza della precedente ha una sovracopertina in stampa serigrafica in color oro e la possiamo trovare solamente in fumetteria. La prima edizione ha una copertina semi-rigida, mentre all'interno troviamo una carta di buona qualità. Il formato, come detto in precedenza, è simile all'edizione Naruto il mito ed è di 12X18 cm e al suo interno troviamo circa 183 pagine in bianco e nero.
La casa editrice che si è occupata di pubblicare Naruto è la Planet Manga e ha variato il prezzo di pubblicazione del manga da 3,50 euro a 3,90 euro. Oltre al prezzo la casa editrice ha cambiato la sua periodicità dall'essere mensile, bimensile fino ad arrivare oggi trimestrale.
Ormai la fama di questo shounen precede di gran lunga il suo nome.
Riassumendo in breve, perché credo che la storia ormai sia arcinota a tutti, tutto si svolge in uno scenario dove il ruolo del ninja ricopre una carica fondamentale, soprattutto per l'equilibrio tra i vari villaggi. In uno di essi, il villaggio della Foglia, vive e cresce Naruto, un ragazzino emarginato ma determinatissimo a raggiungere il titolo di Hokage, ovvero di ninja più forte del villaggio. Sotto questa premessa si svolge l'intera vicenda...
Naruto è sicuramente un manga adatto a una gran fetta di pubblico, e il suo enorme successo ne è la testimonianza. Oltre ad una trama ben architettata, sicuramente originale e quasi mai scontata, la caratterizzazione ben riuscita di gran parte dei personaggi, dai primari ai secondari (anche se in realtà personaggi secondari veri e proprio non ci sono) è forse il punto di forza maggiore. Diciamolo, questi personaggi funzionano, eccome! A voler essere magari un po' pignoli si potrebbe obiettare che praticamente tutti hanno un passato drammatico alle spalle, ma alla fine è il contesto a richiederlo. Andando un po' in controtendenza, dico che la seconda parte, dove troviamo i protagonisti più maturi (anche perché c'è un salto temporale di circa 3 anni nella storia), è quella più completa e interessante, anche se i primi capitoli stentano un po' a decollare.
Unico neo, secondo me, i disegni. Per carità, nel complesso più che sufficienti, ma sinceramente la totale o quasi assenza dell'uso dei retini impoverisce molto a mio gusto personale.
In conclusione, sicuramente un bel manga, non seppellitelo a priori perché successone commerciale, è adatto a tutte le età, anche per noi "anzianotti".
Assegnare un voto è sempre difficile, un'opera può essere tecnicamente perfetta ma trasmetterti il giusto e viceversa, in questo caso un bel 9 ci scappa, anche perché a leggerlo, onestamente, mi sono molto divertito, fino ad adesso... e spero di poterlo dire ancora.
Riassumendo in breve, perché credo che la storia ormai sia arcinota a tutti, tutto si svolge in uno scenario dove il ruolo del ninja ricopre una carica fondamentale, soprattutto per l'equilibrio tra i vari villaggi. In uno di essi, il villaggio della Foglia, vive e cresce Naruto, un ragazzino emarginato ma determinatissimo a raggiungere il titolo di Hokage, ovvero di ninja più forte del villaggio. Sotto questa premessa si svolge l'intera vicenda...
Naruto è sicuramente un manga adatto a una gran fetta di pubblico, e il suo enorme successo ne è la testimonianza. Oltre ad una trama ben architettata, sicuramente originale e quasi mai scontata, la caratterizzazione ben riuscita di gran parte dei personaggi, dai primari ai secondari (anche se in realtà personaggi secondari veri e proprio non ci sono) è forse il punto di forza maggiore. Diciamolo, questi personaggi funzionano, eccome! A voler essere magari un po' pignoli si potrebbe obiettare che praticamente tutti hanno un passato drammatico alle spalle, ma alla fine è il contesto a richiederlo. Andando un po' in controtendenza, dico che la seconda parte, dove troviamo i protagonisti più maturi (anche perché c'è un salto temporale di circa 3 anni nella storia), è quella più completa e interessante, anche se i primi capitoli stentano un po' a decollare.
Unico neo, secondo me, i disegni. Per carità, nel complesso più che sufficienti, ma sinceramente la totale o quasi assenza dell'uso dei retini impoverisce molto a mio gusto personale.
In conclusione, sicuramente un bel manga, non seppellitelo a priori perché successone commerciale, è adatto a tutte le età, anche per noi "anzianotti".
Assegnare un voto è sempre difficile, un'opera può essere tecnicamente perfetta ma trasmetterti il giusto e viceversa, in questo caso un bel 9 ci scappa, anche perché a leggerlo, onestamente, mi sono molto divertito, fino ad adesso... e spero di poterlo dire ancora.
<b>[Attenzione, questa recensione contiene spoiler.]</b>
Recensire Naruto non è affatto facile. Innanzitutto perché si tratta di uno degli shonen più famosi degli ultimi vent'anni; secondo, a causa dei pareri contrastanti che la lettura di questo manga può suscitare.
Inizialmente la storia è molto semplice: Naruto, un ragazzino emarginato da tutto il suo Villaggio, vuole diventare Hokage e farsi accettare da tutti quanti. Se non che, è piuttosto incapace, al contrario del suo rivale-migliore amico, Sasuke, altro ragazzino dal passato tragico, visto che il fratello ha ucciso l'intera famiglia per mettere alla prova la propria forza. A completare il gruppo, troviamo Kakashi, il maestro del Team 7, un altro protagonista dal passato tragico (sì, in questo manga i pg senza passato triste si contano sulle dita di una mano), e Sakura, la ragazza di cui Naruto è innamorato, a cui però piace Sasuke; quest'ultima è l'unica a non avere genitori morti/fratelli assassini/ecc, beata lei.
La trama si snoda abbastanza piacevolmente: i primi scontri sono interessanti e ben realizzati, e la saga degli esami dei Chunin, in cui entrano finalmente in gioco i personaggi secondari (Shikamaru, ad esempio, è il personaggio secondario meglio riuscito di tutta la serie), è una delle più belle dell'intero manga. A questo punto, abbiamo la prima grande conversione del manga: Gaara, da assassino malvagio con un passato tragico (ma dai?), inizia a capire l'importanza dell'amicizia. Evvai.
Da questo momento in poi, entrano in scena personaggi molto carismatici, come Tsunade, Jiraya, Itachi Uchiha, e il futuro del manga sembra assicurato. Tuttavia, con un espediente decisamente scontato, Kishimoto decide di dare un avversario in più a Naruto: lo stesso Sasuke, che casualmente decide che non è abbastanza forte ed abbandona il villaggio dei buoni per recarsi da uno dei tanti cattivi. La prima parte di Naruto si conclude così, con l'inizio dell'allenamento del nostro trio (Sakura, la cui inutilità è stata pazzesca, va con Tsunade, Naruto con Jiraya e Sasuke con Orochimaru) e la promessa di riportare a casa Sasuke.
La seconda parte sembra avere tutti i numeri per essere ancora meglio della prima: personaggi maturati fisicamente e psicologicamente, cattivi decisi a conquistare il mondo (ma che novità...), new entries estremamente interessanti. E la prima saga di Naruto, quella del salvataggio di Gaara, sembra avere le carte in regola: scontri interessanti, con Sakura che finalmente sembra aver imparato qualcosa, e la tragica morte del Kazekage. Se non che, tutto si conclude bene - fin troppo - con il miracoloso ritorno in vita di Gaara. Il primo di una lunga serie di morti resuscitati, espediente alla Dragon Ball, che renderanno il manga noioso e scontato. Buoni che diventano cattivi, cattivi che diventano buoni, Naruto ossessionato da Sasuke: in sintesi, ecco il resto del manga.
I personaggi sono tantissimi, e se all'inizio Kishimoto riesce a gestirli, dalla metà dello Shippuden in poi lo stuolo di comparse sarà enorme. Intere saghe Naruto-centric e Sasuke-centric, con gli altri personaggi relegati al ruolo di spettatori se sono fortunati, altrimenti spariscono direttamente.
Il carattere dei personaggi secondari non è mai sondato completamente, anzi spesso è più piatto di una pagina del manga; spesso sono estremamente stereotipati, come quello di Hinata, la timida ragazza innamorata di Naruto, o Pain, il cattivone della serie a cui bastano cinque minuti di conversazione con il protagonista per cambiare idea.
Passiamo ad una breve analisi dei personaggi principali.
Naruto: il solito emarginato imbranato, grazie al duro lavoro riesce a diventare un grande ninja e a superare i suoi maestri. Ha il potere di cambiare le persone con una sola conversazione, eppure la sua teoria sulla pace è più fragile dello stecco di un gelato; la sua continua ossessione per Sasuke alla fine diventa quasi fastidiosa. Si rivela il solito eroe stereotipato, con un mostro dentro di sé che può essere usato quando serve.
Sasuke: il cattivone-buono della serie. Bravo, bello, amato dalle compagne di scuola, ovviamente un genio in tutto, passa al lato oscuro dopo aver deciso che non era abbastanza forte. Un classico. La sua voglia di uccidere è praticamente fine a sé stessa, e anche le sue giustificazioni per gli omicidi sono piuttosto incomprensibili. Vabbè.
Sakura: inizialmente piattola e rompiscatole, dopo l'allenamento con Tsunade sembra essere completamente cambiata. Nello Shippuden parte bene, poi Kishimoto la relega a comparsa piagnucolosa che deve essere salvata ogni tre per due. È uno dei miei personaggi preferiti, eppure Kishi fa di tutto per rovinarla...
Insomma, il trio protagonista ha il carisma di una ciotola di ramen. Poveretti, non è nemmeno colpa loro.
Kishimoto peraltro cade nelle due trappole principali degli shonen, i power-up e l'incapacità di gestire personaggi femminili. Il primo è ben visibile in Sasuke, che ogni volta si ritrova sempre più forte senza sapere bene come ha fatto: ottiene tutti i jutsu possibili senza fare un minimo di fatica, al contrario di Naruto che deve allenarsi per anni solo per ottenere una misera tecnica.
Il secondo è ben più grave, tanto che il manga è quasi maschilista: tutti i personaggi femminili, da Sakura a Hinata, passando per Tsunade e compagnia bella, sono state salvate almeno una volta dal protagonista. E se fanno qualcosa di buono, come tentare di entrare nello scontro, o fanno casini, o finiscono per venire ferite quasi a morte, causando la rabbia del protagonista che cercherà di vendicarle. Solo Tsunade si salva vagamente da questo schema, ma il maschilismo di Naruto è quasi sconcertante, soprattutto in confronto a manga come Bleach, con le stesse caratteristiche dello shonen di Kishimoto, ma che almeno fanno risaltare le qualità dei pg femminili.
È raro vedere più di due capitoli di fila incentrati sui dialoghi: generalmente la trama è composta dalla triade allenamento-combattimento-vittoria, con vari flashback che mostrano il passato tragico di ogni combattente. Alla lunga è decisamente noioso, peraltro non c'è un minimo di introspezione psicologica.
Gli espedienti per far tornare in vita vari personaggi morti saghe prima sono copie di Dragon Ball, dove almeno esistevano le Sfere del Drago per questo. La lotta bene vs male non ha mai colpi di scena, tranne le conversioni improvvise che avvengono qualche volta, e che comunque non sono mai particolarmente esaltanti o inaspettate.
La componente sentimentale è trattata davvero male, con dichiarazioni d'amore che fanno scuotere la testa al lettore, oppure, se sono ben fatte (caso di Hinata) vengono praticamente ignorate. È uno shonen, lo so, ma da questo punto di vista Kishimoto ne ha da imparare, soprattutto da un manga come FMA.
Insomma, Naruto all'inizio era un bel manga, ma da almeno quindici volumi la storia è diventata ripetitiva e poco interessante. Eviterei di spenderci sopra tanti soldi.
Recensire Naruto non è affatto facile. Innanzitutto perché si tratta di uno degli shonen più famosi degli ultimi vent'anni; secondo, a causa dei pareri contrastanti che la lettura di questo manga può suscitare.
Inizialmente la storia è molto semplice: Naruto, un ragazzino emarginato da tutto il suo Villaggio, vuole diventare Hokage e farsi accettare da tutti quanti. Se non che, è piuttosto incapace, al contrario del suo rivale-migliore amico, Sasuke, altro ragazzino dal passato tragico, visto che il fratello ha ucciso l'intera famiglia per mettere alla prova la propria forza. A completare il gruppo, troviamo Kakashi, il maestro del Team 7, un altro protagonista dal passato tragico (sì, in questo manga i pg senza passato triste si contano sulle dita di una mano), e Sakura, la ragazza di cui Naruto è innamorato, a cui però piace Sasuke; quest'ultima è l'unica a non avere genitori morti/fratelli assassini/ecc, beata lei.
La trama si snoda abbastanza piacevolmente: i primi scontri sono interessanti e ben realizzati, e la saga degli esami dei Chunin, in cui entrano finalmente in gioco i personaggi secondari (Shikamaru, ad esempio, è il personaggio secondario meglio riuscito di tutta la serie), è una delle più belle dell'intero manga. A questo punto, abbiamo la prima grande conversione del manga: Gaara, da assassino malvagio con un passato tragico (ma dai?), inizia a capire l'importanza dell'amicizia. Evvai.
Da questo momento in poi, entrano in scena personaggi molto carismatici, come Tsunade, Jiraya, Itachi Uchiha, e il futuro del manga sembra assicurato. Tuttavia, con un espediente decisamente scontato, Kishimoto decide di dare un avversario in più a Naruto: lo stesso Sasuke, che casualmente decide che non è abbastanza forte ed abbandona il villaggio dei buoni per recarsi da uno dei tanti cattivi. La prima parte di Naruto si conclude così, con l'inizio dell'allenamento del nostro trio (Sakura, la cui inutilità è stata pazzesca, va con Tsunade, Naruto con Jiraya e Sasuke con Orochimaru) e la promessa di riportare a casa Sasuke.
La seconda parte sembra avere tutti i numeri per essere ancora meglio della prima: personaggi maturati fisicamente e psicologicamente, cattivi decisi a conquistare il mondo (ma che novità...), new entries estremamente interessanti. E la prima saga di Naruto, quella del salvataggio di Gaara, sembra avere le carte in regola: scontri interessanti, con Sakura che finalmente sembra aver imparato qualcosa, e la tragica morte del Kazekage. Se non che, tutto si conclude bene - fin troppo - con il miracoloso ritorno in vita di Gaara. Il primo di una lunga serie di morti resuscitati, espediente alla Dragon Ball, che renderanno il manga noioso e scontato. Buoni che diventano cattivi, cattivi che diventano buoni, Naruto ossessionato da Sasuke: in sintesi, ecco il resto del manga.
I personaggi sono tantissimi, e se all'inizio Kishimoto riesce a gestirli, dalla metà dello Shippuden in poi lo stuolo di comparse sarà enorme. Intere saghe Naruto-centric e Sasuke-centric, con gli altri personaggi relegati al ruolo di spettatori se sono fortunati, altrimenti spariscono direttamente.
Il carattere dei personaggi secondari non è mai sondato completamente, anzi spesso è più piatto di una pagina del manga; spesso sono estremamente stereotipati, come quello di Hinata, la timida ragazza innamorata di Naruto, o Pain, il cattivone della serie a cui bastano cinque minuti di conversazione con il protagonista per cambiare idea.
Passiamo ad una breve analisi dei personaggi principali.
Naruto: il solito emarginato imbranato, grazie al duro lavoro riesce a diventare un grande ninja e a superare i suoi maestri. Ha il potere di cambiare le persone con una sola conversazione, eppure la sua teoria sulla pace è più fragile dello stecco di un gelato; la sua continua ossessione per Sasuke alla fine diventa quasi fastidiosa. Si rivela il solito eroe stereotipato, con un mostro dentro di sé che può essere usato quando serve.
Sasuke: il cattivone-buono della serie. Bravo, bello, amato dalle compagne di scuola, ovviamente un genio in tutto, passa al lato oscuro dopo aver deciso che non era abbastanza forte. Un classico. La sua voglia di uccidere è praticamente fine a sé stessa, e anche le sue giustificazioni per gli omicidi sono piuttosto incomprensibili. Vabbè.
Sakura: inizialmente piattola e rompiscatole, dopo l'allenamento con Tsunade sembra essere completamente cambiata. Nello Shippuden parte bene, poi Kishimoto la relega a comparsa piagnucolosa che deve essere salvata ogni tre per due. È uno dei miei personaggi preferiti, eppure Kishi fa di tutto per rovinarla...
Insomma, il trio protagonista ha il carisma di una ciotola di ramen. Poveretti, non è nemmeno colpa loro.
Kishimoto peraltro cade nelle due trappole principali degli shonen, i power-up e l'incapacità di gestire personaggi femminili. Il primo è ben visibile in Sasuke, che ogni volta si ritrova sempre più forte senza sapere bene come ha fatto: ottiene tutti i jutsu possibili senza fare un minimo di fatica, al contrario di Naruto che deve allenarsi per anni solo per ottenere una misera tecnica.
Il secondo è ben più grave, tanto che il manga è quasi maschilista: tutti i personaggi femminili, da Sakura a Hinata, passando per Tsunade e compagnia bella, sono state salvate almeno una volta dal protagonista. E se fanno qualcosa di buono, come tentare di entrare nello scontro, o fanno casini, o finiscono per venire ferite quasi a morte, causando la rabbia del protagonista che cercherà di vendicarle. Solo Tsunade si salva vagamente da questo schema, ma il maschilismo di Naruto è quasi sconcertante, soprattutto in confronto a manga come Bleach, con le stesse caratteristiche dello shonen di Kishimoto, ma che almeno fanno risaltare le qualità dei pg femminili.
È raro vedere più di due capitoli di fila incentrati sui dialoghi: generalmente la trama è composta dalla triade allenamento-combattimento-vittoria, con vari flashback che mostrano il passato tragico di ogni combattente. Alla lunga è decisamente noioso, peraltro non c'è un minimo di introspezione psicologica.
Gli espedienti per far tornare in vita vari personaggi morti saghe prima sono copie di Dragon Ball, dove almeno esistevano le Sfere del Drago per questo. La lotta bene vs male non ha mai colpi di scena, tranne le conversioni improvvise che avvengono qualche volta, e che comunque non sono mai particolarmente esaltanti o inaspettate.
La componente sentimentale è trattata davvero male, con dichiarazioni d'amore che fanno scuotere la testa al lettore, oppure, se sono ben fatte (caso di Hinata) vengono praticamente ignorate. È uno shonen, lo so, ma da questo punto di vista Kishimoto ne ha da imparare, soprattutto da un manga come FMA.
Insomma, Naruto all'inizio era un bel manga, ma da almeno quindici volumi la storia è diventata ripetitiva e poco interessante. Eviterei di spenderci sopra tanti soldi.
Sono qui a recensire Naruto, un manga che non ha bisogno di presentazioni, ormai conosciutissimo. Naruto è il più classico degli shonen (combattimento-azione-comico), ma è anche un capolavoro.
Sì, perché Naruto è un manga "classico", ma è anche allo stesso tempo originale, ha una trama pazzesca, che tiene incollato il lettore dalla prima all'ultima pagina. Per non parlare dei disegni, che sono molto chiari e capibili. Infatti, se stiamo seguendo un combattimento di questo manga, non ci verrà mai da pensare: "Ma che diavolo stanno facendo? Che succede?". I personaggi sono tutti importanti: nessuno è messo lì solo per occupare spazio, e le proporzioni del corpo sono molto rispettate.
Non si può negare comunque che Naruto sia un manga commerciale, anche se questo non toglie nulla all'opera.
Masashi Kishimoto merita questo mio voto, per aver creato questo shonen eccezionale.
Sì, perché Naruto è un manga "classico", ma è anche allo stesso tempo originale, ha una trama pazzesca, che tiene incollato il lettore dalla prima all'ultima pagina. Per non parlare dei disegni, che sono molto chiari e capibili. Infatti, se stiamo seguendo un combattimento di questo manga, non ci verrà mai da pensare: "Ma che diavolo stanno facendo? Che succede?". I personaggi sono tutti importanti: nessuno è messo lì solo per occupare spazio, e le proporzioni del corpo sono molto rispettate.
Non si può negare comunque che Naruto sia un manga commerciale, anche se questo non toglie nulla all'opera.
Masashi Kishimoto merita questo mio voto, per aver creato questo shonen eccezionale.
Ricordo ancora quando acquistai il primo numero di Naruto... Sì, quello fu il mio primo manga, e il fatto di aver iniziato a collezionare questa serie non fu mai un pentimento! Naruto è davvero fantastico, emozionante e ben disegnato, ogni personaggio nel manga ha l'aspetto psicologico ben delineato, quindi troveremo il tipo intelligente e stanco, il tipo solitario, quello mangione, quello che cerca di farsi notare... Ci sono praticamente tutti, ma ognuno si muove in questo manga in modi completamente inaspettati. Una cosa che mi piace molto di questo manga è il fatto che i combattimenti non sono fatti soltanto da una serie di attacchi che alla fine decidono il vincitore, ma ogni sfida viene risolta utilizzando la logica, usando trucchi e fantastiche strategie che alla fine del combattimento ti faranno dire: "Ma MAasashi come cavolo ha fatto a ideare una cosa così?!". Non sono quindi combattimenti alla Dragon Ball, dove il protagonista di turno si incazzava pensando all'amico morto o al passato generando un colpo potentissimo, ma ogni vittoria in Naruto è il risultato di un'attenta strategia.
Poi che dire dal punto di vista del disegno? Intorno al volume 16/17/18 Masashi cambia completamente il suo stile, il vecchio stile mi piaceva molto, ma anche quello nuovo che utilizza tutt'ora è davvero piacevole, c'è solo una cosa che non mi piace di questo manga: i retini! Masashi non sembra sapere cosa sia un retino! All'inizio sulle tavole erano adoperati, invece andando più avanti, più o meno nel momento in cui cambiò stile, il mangaka decise di adoperarne molto di meno, cosa strana visto che i soldi non credo che manchino... Insomma vedo pagine intere dove non ce n'è nemmeno uno, a volte sono necessari per permettere di distinguere le cose l'una dall'altra.
Malgrado questa cosa dei retini, che spero veramente che migliorerà, Naruto è davvero un bel manga, e non capisco perché in molti ne parlano così male, a volte viene paragonato ad One Piece dicendo che non ne regge il confronto, ma io non credo, anzi, credo che Naruto lo superi di molto!
Poi che dire dal punto di vista del disegno? Intorno al volume 16/17/18 Masashi cambia completamente il suo stile, il vecchio stile mi piaceva molto, ma anche quello nuovo che utilizza tutt'ora è davvero piacevole, c'è solo una cosa che non mi piace di questo manga: i retini! Masashi non sembra sapere cosa sia un retino! All'inizio sulle tavole erano adoperati, invece andando più avanti, più o meno nel momento in cui cambiò stile, il mangaka decise di adoperarne molto di meno, cosa strana visto che i soldi non credo che manchino... Insomma vedo pagine intere dove non ce n'è nemmeno uno, a volte sono necessari per permettere di distinguere le cose l'una dall'altra.
Malgrado questa cosa dei retini, che spero veramente che migliorerà, Naruto è davvero un bel manga, e non capisco perché in molti ne parlano così male, a volte viene paragonato ad One Piece dicendo che non ne regge il confronto, ma io non credo, anzi, credo che Naruto lo superi di molto!
Naruto è uno dei primi manga che ho iniziato a leggere, da allora lo seguo ad ogni uscita! La storia è divisa in due tronconi, il primo con Naruto più giovane, il secondo con Naruto adolescente, dove la trama prende anche un altra piega. La storia è sempre appassionante, è divisa in varie saghe. La storia quindi è ben strutturata e non si concentra solo su Naruto.
I disegni sono ottimi e si segue sempre benissimo cioè che succede. I personaggi sono abbastanza caratterizzati e si evolvono di continuo, la crescita di Naruto è evidente.
A mio parere il vero erede di Dragon Ball, consigliatissimo a tutti.
I disegni sono ottimi e si segue sempre benissimo cioè che succede. I personaggi sono abbastanza caratterizzati e si evolvono di continuo, la crescita di Naruto è evidente.
A mio parere il vero erede di Dragon Ball, consigliatissimo a tutti.
Manga che sta riscuotendo successo in tutto il mondo visto da molti come un capolavoro, è stato il titolo che mi ha fatto conoscere il mondo dei manga, è stato per tanto tempo in cima alle mie preferenze, ma ora è sceso dal podio. La storia è molto bella, ben strutturata e appassionate, soprattutto all'inizio, ma poi il manga cala e non appassiona più come prima. Il disegno è buono, i personaggi sono ben caratterizzati e hanno una crescita psicologica. Naruto è un manga molto bello, uno dei tre grandi shonen che consiglio a tutti, l'unica pecca è che dopo un po' incomincia a stancare.
Aggiorniamo un po’ lo stato e la situazione di Naruto, il quale continuo a considerarlo un vero capolavoro, sicuramente non il manga più bello in assoluto, ma sicuramente è un’opera di pregevolissima fattura.
Perché voglio aggiornarlo? Semplice, lo faccio perché ultimamente questo manga è stato completamente denigrato e offeso da chiunque, pertanto bisogna chiarire alcuni punti.
Altra domanda: perché Naruto è maltrattato da tutti i lettori? La risposta è semplice.
Questo manga è stato considerato fantastico e meraviglioso fino al numero 27; perché? Perché fino a quel punto, l’opera di Kishimoto era piena di combattimenti, lo smisurato ego del protagonista che si opponeva alla sua incapacità di combinare qualcosa di buono era una manna dal cielo per gli appassionati degli shonen, c’erano tanti power-up e non mancava anche una certa dose di fanservice… in poche parole Naruto era un manga dalle grandi qualità, ma era innegabilmente nella media.
Perché, a detta di molti, Naruto è diventato orribile dal numero 28 in poi? Semplice, è diventato MATURO!
Ecco la cosa che ha fatto storcere il naso ai Jump-dipendenti (neologismo che indica tutti quei ragazzi che leggono solo shonen alla moda e pieni di clichè). Dal numero 28 questo manga inizia a maturare sotto ogni aspetto, i protagonisti sono cresciuti e hanno imparato a capire che la vita è piena di dolore e non basta essere forti per ottenere ciò che si vuole. La storia si espande e non è più circoscritta al solo Villaggio della Foglia, ma si è aperto un grande conflitto mondiale, la cui a causa sono persone corrotte le quali non avendo ottenuto in passato il potere, vogliono conquistarlo ora e lo vogliono massacrando chiunque si opporrà alla loro marcia. Scopriremo intrighi politici scioccanti che riguardano il Villaggio della Foglia e il perché di certe stragi avvenute in passato. Tutto questo contornato dal desiderio del protagonista di recuperare l’animo corrotto di Sasuke, il quale comincerà ad un certo punto, a cambiare il proprio obiettivo e a volere un massacro.
Purtroppo per i Jump-dipendenti, dal numero 28 in poi è capitato di leggere alcuni volumi in cui non ci fosse neanche l’ombra di un combattimento e questo ha completamente traumatizzato le povere menti di questi ragazzi, i quali sono abituati a manga pieni di scazzottate, paroloni sulla giustizia e power-up a go go, pertanto Naruto è diventato la feccia dei manga, infatti gli insulti si sprecano. Che dire, sciocchi ragazzini che leggono sciocche storie e seguono le mode del momento.
Leggete Naruto se volete avere nella vostra biblioteca un manga che sta facendo storia insieme ad altri ottimi manga, i quali sono pochi in commercio.
Perché voglio aggiornarlo? Semplice, lo faccio perché ultimamente questo manga è stato completamente denigrato e offeso da chiunque, pertanto bisogna chiarire alcuni punti.
Altra domanda: perché Naruto è maltrattato da tutti i lettori? La risposta è semplice.
Questo manga è stato considerato fantastico e meraviglioso fino al numero 27; perché? Perché fino a quel punto, l’opera di Kishimoto era piena di combattimenti, lo smisurato ego del protagonista che si opponeva alla sua incapacità di combinare qualcosa di buono era una manna dal cielo per gli appassionati degli shonen, c’erano tanti power-up e non mancava anche una certa dose di fanservice… in poche parole Naruto era un manga dalle grandi qualità, ma era innegabilmente nella media.
Perché, a detta di molti, Naruto è diventato orribile dal numero 28 in poi? Semplice, è diventato MATURO!
Ecco la cosa che ha fatto storcere il naso ai Jump-dipendenti (neologismo che indica tutti quei ragazzi che leggono solo shonen alla moda e pieni di clichè). Dal numero 28 questo manga inizia a maturare sotto ogni aspetto, i protagonisti sono cresciuti e hanno imparato a capire che la vita è piena di dolore e non basta essere forti per ottenere ciò che si vuole. La storia si espande e non è più circoscritta al solo Villaggio della Foglia, ma si è aperto un grande conflitto mondiale, la cui a causa sono persone corrotte le quali non avendo ottenuto in passato il potere, vogliono conquistarlo ora e lo vogliono massacrando chiunque si opporrà alla loro marcia. Scopriremo intrighi politici scioccanti che riguardano il Villaggio della Foglia e il perché di certe stragi avvenute in passato. Tutto questo contornato dal desiderio del protagonista di recuperare l’animo corrotto di Sasuke, il quale comincerà ad un certo punto, a cambiare il proprio obiettivo e a volere un massacro.
Purtroppo per i Jump-dipendenti, dal numero 28 in poi è capitato di leggere alcuni volumi in cui non ci fosse neanche l’ombra di un combattimento e questo ha completamente traumatizzato le povere menti di questi ragazzi, i quali sono abituati a manga pieni di scazzottate, paroloni sulla giustizia e power-up a go go, pertanto Naruto è diventato la feccia dei manga, infatti gli insulti si sprecano. Che dire, sciocchi ragazzini che leggono sciocche storie e seguono le mode del momento.
Leggete Naruto se volete avere nella vostra biblioteca un manga che sta facendo storia insieme ad altri ottimi manga, i quali sono pochi in commercio.
<b>[Attenzione, questa recensione contiene molti spoiler.]</b>
Un manga che, partito alla grande presentando un intreccio e tematiche molto interessanti, è andato via via peggiorando a causa della fame di denaro dell’autore (visto che è una gallina dalle uova d’oro), e di alcuni risvolti narrativi davvero pessimi.
I due personaggi principali sono ben riusciti:
Naruto, un povero orfano isolato e discriminato perché ospita dentro di sé un mostro, cerca in tutti i modi di farsi notare (ricorda un po’ Bart Simpson); lui pensa che l’unico modo per essere accettato da tutti sia di dimostrare di essere il più forte, ovvero diventare Hokage, il capo villaggio, peccato che sia imbranatissimo e stupidotto, infatti viene ingannato da chi sfrutta il suo desiderio di scacciare la solitudine per compiere azioni illegali e malvagie. Questo povero ragazzo non ha nessuna colpa, in fondo non ha certo voluto lui che gli impiantassero il demone volpe che aveva semidistrutto il suo villaggio quando era ancora in fasce.
Anche Sasuke è orfano, ma a causa del fratello maggiore che ha massacrato a sangue freddo tutto il suo clan; a differenza di Naruto, lui è il più bravo della scuola, piace molto alle ragazze, però non gliene frega niente (sembra vagamente l’eroe byroniano) perché pensa solo a diventare forte per vendicarsi del fratello.
Sono uno l’opposto dell’altro, ma nello stesso tempo sono anche complementari, in quanto Naruto passa da una condizione di solitudine ad una di massima socializzazione e accettazione da parte di tutti, mentre Sasuke, accecato completamente dal desiderio di vendetta, arriva a rinnegare e tradire tutte le persone che gli erano vicine, fino a ritrovarsi completamente solo.
Entrambi cercano la forza, ma per motivi molto diversi. Otterranno quello che cercavano, infatti Naruto riuscirà gradualmente a farsi accettare da tutto il villaggio di Konoha, e Sasuke riuscirà ad uccidere dopo un durissimo scontro il tanto odiato fratello.
Naruto cresce quasi esclusivamente in termini di forza, dal punto di vista psicologico rimane abbastanza sempliciotto, imbranato con le ragazze, ossessionato a tal punto dalla ricerca del suo perduto migliore amico da risultare persino fastidioso a volte.
Sasuke invece evolve sia nel combattimento che nella sfera psicologica, tanto da essere completamente ingoiato dalla sua stessa oscurità: ad esempio cerca alleati solo per sfruttare le loro peculiari abilità, infatti non si cura minimamente di loro. Questa continua e inevitabile chiusura in se stesso è cominciata quando il mondo gli è crollato addosso: è chiaro che un bambino diventa psicologicamente instabile se scopre che il suo fratellone, il suo modello da seguire, la sua fonte di ispirazione, ha distrutto non solo la sua famiglia, ma addirittura tutto il suo clan. Ma non è finita qui, perché dopo aver dedicato la sua vita per distruggere la fonte del suo dolore, ciò in cui Sasuke credeva crolla una seconda volta: si scopre che suo fratello Itachi ha fatto quello che ha fatto per proteggere il suo fratellino tra intrighi e sotterfugi alquanto incasinati. Insomma, l’obiettivo di Sasuke è ora la leadership di Konoha, e devo dire che questo colpo di scena mi ha piacevolmente sorpreso; peccato però che alla fine non serva ad altro che ad allungare una storia che è giunta, fino a questo punto, al non irrilevante numero di 43 volumi.
Fin qui tutto sommato va ancora abbastanza bene, il bello viene col volume 48, dove dopo uno scontro durato 3 volumi, nel quale Naruto sfrutta finalmente a dovere le sole tre tecniche che conosce, il super cattivone Pain, che era veramente ben riuscito (sia perché ha un passato travagliato come quello del protagonista, sia perché usa delle tecniche molto particolari), dopo aver parlato 5 minuti col ragazzo si rimangia tutto quello che aveva fatto fino ad allora, rendendo quindi inutile tutto ciò che era successo nei tre volumi precedenti, e dando prova di un buonismo ai limiti dell’umana comprensione. L’improvvisa conversione al Bene di questo personaggio (degna dell’Innominato dei Promessi Sposi) fa quasi credere che il caro Naruto sia diventato molto maturo: tutt’altro! Il ragazzo dimostra per l’ennesima volta la sua immaturità (nonché quella del nemico che si lascia convincere), e la sua tesi sulla pace si regge veramente a fatica.
Da qui in avanti si va di male in peggio, con trovate banali, ripetitive, a volte proprio stupide e forzate, che non fanno altro che allungare sempre più una storia che ormai si incarta su se stessa…
Un vero peccato, perché i primi 27 volumi erano davvero ben fatti: c’erano personaggi ben caratterizzati (come non citare l’assassino Zabusa, Gaara che condivideva la stessa terribile situazione di emarginazione che ha vissuto Naruto, Neji e i problemi del suo casato nobiliare, o il primo vero supercattivo, Orochimaru), e gli eventi filavano lisci, senza troppi problemi o complicanze; dal volume 28 l’unica cosa veramente efficace è la presentazione dell’organizzazione Alba (composta da alcuni elementi davvero azzeccati, Deidara, Sasori e Hidan su tutti), perché per il resto si va calando: i molti personaggi presentati nella prima parte fanno poche sporadiche comparse, e ne vengono introdotti di piatti o stereotipati, in ogni caso non all’altezza dei primi. La storia come già detto arranca sempre più col passare dei volumi: sembra proprio che l’autore stia andando avanti per inerzia, come obbligato.
Anche il disegno, di buona fattura (anche se c’è l’assenza quasi totale di retini che possano dare un certo spessore), a volte peggiora.
Insomma, uno shonen che era partito alla grande (non a caso è attualmente il più seguito nel mondo), e che per un motivo o per l’altro è caduto (e continua inesorabilmente a farlo) in basso; a questo punto preferirei che finisca il prima possibile, così che non possa essere rovinato più di quello che già non è; chissà, magari si riscatterà alla grande nel finale, ma il futuro non è tanto roseo…
Un manga che, partito alla grande presentando un intreccio e tematiche molto interessanti, è andato via via peggiorando a causa della fame di denaro dell’autore (visto che è una gallina dalle uova d’oro), e di alcuni risvolti narrativi davvero pessimi.
I due personaggi principali sono ben riusciti:
Naruto, un povero orfano isolato e discriminato perché ospita dentro di sé un mostro, cerca in tutti i modi di farsi notare (ricorda un po’ Bart Simpson); lui pensa che l’unico modo per essere accettato da tutti sia di dimostrare di essere il più forte, ovvero diventare Hokage, il capo villaggio, peccato che sia imbranatissimo e stupidotto, infatti viene ingannato da chi sfrutta il suo desiderio di scacciare la solitudine per compiere azioni illegali e malvagie. Questo povero ragazzo non ha nessuna colpa, in fondo non ha certo voluto lui che gli impiantassero il demone volpe che aveva semidistrutto il suo villaggio quando era ancora in fasce.
Anche Sasuke è orfano, ma a causa del fratello maggiore che ha massacrato a sangue freddo tutto il suo clan; a differenza di Naruto, lui è il più bravo della scuola, piace molto alle ragazze, però non gliene frega niente (sembra vagamente l’eroe byroniano) perché pensa solo a diventare forte per vendicarsi del fratello.
Sono uno l’opposto dell’altro, ma nello stesso tempo sono anche complementari, in quanto Naruto passa da una condizione di solitudine ad una di massima socializzazione e accettazione da parte di tutti, mentre Sasuke, accecato completamente dal desiderio di vendetta, arriva a rinnegare e tradire tutte le persone che gli erano vicine, fino a ritrovarsi completamente solo.
Entrambi cercano la forza, ma per motivi molto diversi. Otterranno quello che cercavano, infatti Naruto riuscirà gradualmente a farsi accettare da tutto il villaggio di Konoha, e Sasuke riuscirà ad uccidere dopo un durissimo scontro il tanto odiato fratello.
Naruto cresce quasi esclusivamente in termini di forza, dal punto di vista psicologico rimane abbastanza sempliciotto, imbranato con le ragazze, ossessionato a tal punto dalla ricerca del suo perduto migliore amico da risultare persino fastidioso a volte.
Sasuke invece evolve sia nel combattimento che nella sfera psicologica, tanto da essere completamente ingoiato dalla sua stessa oscurità: ad esempio cerca alleati solo per sfruttare le loro peculiari abilità, infatti non si cura minimamente di loro. Questa continua e inevitabile chiusura in se stesso è cominciata quando il mondo gli è crollato addosso: è chiaro che un bambino diventa psicologicamente instabile se scopre che il suo fratellone, il suo modello da seguire, la sua fonte di ispirazione, ha distrutto non solo la sua famiglia, ma addirittura tutto il suo clan. Ma non è finita qui, perché dopo aver dedicato la sua vita per distruggere la fonte del suo dolore, ciò in cui Sasuke credeva crolla una seconda volta: si scopre che suo fratello Itachi ha fatto quello che ha fatto per proteggere il suo fratellino tra intrighi e sotterfugi alquanto incasinati. Insomma, l’obiettivo di Sasuke è ora la leadership di Konoha, e devo dire che questo colpo di scena mi ha piacevolmente sorpreso; peccato però che alla fine non serva ad altro che ad allungare una storia che è giunta, fino a questo punto, al non irrilevante numero di 43 volumi.
Fin qui tutto sommato va ancora abbastanza bene, il bello viene col volume 48, dove dopo uno scontro durato 3 volumi, nel quale Naruto sfrutta finalmente a dovere le sole tre tecniche che conosce, il super cattivone Pain, che era veramente ben riuscito (sia perché ha un passato travagliato come quello del protagonista, sia perché usa delle tecniche molto particolari), dopo aver parlato 5 minuti col ragazzo si rimangia tutto quello che aveva fatto fino ad allora, rendendo quindi inutile tutto ciò che era successo nei tre volumi precedenti, e dando prova di un buonismo ai limiti dell’umana comprensione. L’improvvisa conversione al Bene di questo personaggio (degna dell’Innominato dei Promessi Sposi) fa quasi credere che il caro Naruto sia diventato molto maturo: tutt’altro! Il ragazzo dimostra per l’ennesima volta la sua immaturità (nonché quella del nemico che si lascia convincere), e la sua tesi sulla pace si regge veramente a fatica.
Da qui in avanti si va di male in peggio, con trovate banali, ripetitive, a volte proprio stupide e forzate, che non fanno altro che allungare sempre più una storia che ormai si incarta su se stessa…
Un vero peccato, perché i primi 27 volumi erano davvero ben fatti: c’erano personaggi ben caratterizzati (come non citare l’assassino Zabusa, Gaara che condivideva la stessa terribile situazione di emarginazione che ha vissuto Naruto, Neji e i problemi del suo casato nobiliare, o il primo vero supercattivo, Orochimaru), e gli eventi filavano lisci, senza troppi problemi o complicanze; dal volume 28 l’unica cosa veramente efficace è la presentazione dell’organizzazione Alba (composta da alcuni elementi davvero azzeccati, Deidara, Sasori e Hidan su tutti), perché per il resto si va calando: i molti personaggi presentati nella prima parte fanno poche sporadiche comparse, e ne vengono introdotti di piatti o stereotipati, in ogni caso non all’altezza dei primi. La storia come già detto arranca sempre più col passare dei volumi: sembra proprio che l’autore stia andando avanti per inerzia, come obbligato.
Anche il disegno, di buona fattura (anche se c’è l’assenza quasi totale di retini che possano dare un certo spessore), a volte peggiora.
Insomma, uno shonen che era partito alla grande (non a caso è attualmente il più seguito nel mondo), e che per un motivo o per l’altro è caduto (e continua inesorabilmente a farlo) in basso; a questo punto preferirei che finisca il prima possibile, così che non possa essere rovinato più di quello che già non è; chissà, magari si riscatterà alla grande nel finale, ma il futuro non è tanto roseo…
<b>[Attenzione, questa recensione contiene spoiler.]</b>
In realtà sarebbe 4 ma voglio essere speranzoso per un buon finale (forse sono davvero troppo ottimista). Naruto era potenzialmente uno dei migliori manga degli ultimi dieci anni: storia avvincente e ricca di sottotrame, ma non troppo complessa, grande varietà di personaggi ben caratterizzati, combattimenti emozionanti ed originali anche se un po' lunghi, grafica tutto sommato discreta, ambientazione del tutto originale nonostante la tematica classica (ninja). Tutto questo circa fino al volume 40, dopodiché inizia una parabola discendente che col passare dei capitoli diventa inarrestabile (e imbarazzante). La storia è sempre più assurda, illogica, banale e ripetitiva, palesemente copiata dalle altre opere. Personaggi sempre più assurdamente forti sono buttati nella mischia senza spiegazioni o presentazioni per poi essere eliminati in maniera oscena (vedasi Itachi, Deidara, Pain o Danzo), spesso secondo il classico e ormai insopportabile topos "Il cattivo che-poi-tanto-cattivo-non-è diventa buono e si sacrifica per i buoni". I personaggi secondari che erano la vera spina dorsale della serie (Shikamaru, Choji, Neji, Hinata, Rock Lee, Gaara, Kiba, Shino...) si vedono ogni tanto e sono più inutili del venditore di ramen. Non si spiega poi come Naruto si alleni per anni ed anni rimanendo una schiappa mentre Sasuke fa i patti col diavolo e ha una nuova ed invincibile tecnica ad ogni nuovo scontro. La verità è che una storia che va oltre i 300 capitoli non può reggere, e Naruto ha ormai raggiunto i 500... possiamo solo sperare che l'autore concluda in fretta per evitare altri danni.
In realtà sarebbe 4 ma voglio essere speranzoso per un buon finale (forse sono davvero troppo ottimista). Naruto era potenzialmente uno dei migliori manga degli ultimi dieci anni: storia avvincente e ricca di sottotrame, ma non troppo complessa, grande varietà di personaggi ben caratterizzati, combattimenti emozionanti ed originali anche se un po' lunghi, grafica tutto sommato discreta, ambientazione del tutto originale nonostante la tematica classica (ninja). Tutto questo circa fino al volume 40, dopodiché inizia una parabola discendente che col passare dei capitoli diventa inarrestabile (e imbarazzante). La storia è sempre più assurda, illogica, banale e ripetitiva, palesemente copiata dalle altre opere. Personaggi sempre più assurdamente forti sono buttati nella mischia senza spiegazioni o presentazioni per poi essere eliminati in maniera oscena (vedasi Itachi, Deidara, Pain o Danzo), spesso secondo il classico e ormai insopportabile topos "Il cattivo che-poi-tanto-cattivo-non-è diventa buono e si sacrifica per i buoni". I personaggi secondari che erano la vera spina dorsale della serie (Shikamaru, Choji, Neji, Hinata, Rock Lee, Gaara, Kiba, Shino...) si vedono ogni tanto e sono più inutili del venditore di ramen. Non si spiega poi come Naruto si alleni per anni ed anni rimanendo una schiappa mentre Sasuke fa i patti col diavolo e ha una nuova ed invincibile tecnica ad ogni nuovo scontro. La verità è che una storia che va oltre i 300 capitoli non può reggere, e Naruto ha ormai raggiunto i 500... possiamo solo sperare che l'autore concluda in fretta per evitare altri danni.
Il voto 10 non vuole indicare una perfezione nell'opera, bensì vuole indicare come, personalmente, questo manga mi ha trasmesso diverse emozioni e ha sempre rappresentato un evento in ogni sua uscita.
DISEGNO: molto buono nel complesso, proporzioni che vengono ben rispettate, scontri che in alcuni casi sono troppo caotici ma riescono ad essere lo stesso incisivi, espressioni facciali ben realizzate. Non rappresenta l'eccellenza tra i manga, ma si difende molto bene.
PERSONAGGI: questo è forse uno degli aspetti che maggiormente mi lega all'opera: personaggi ben distinti, capaci di rappresentare oltre alle diverse tipologie di combattimento anche le diverse tipologie di pensiero. Molto curati, e l'autore sfrutta, logicamente, le loro diverse personalità per trasmettere emozioni al lettore.
STORIA: questo è il vero punto forte, una storia che parte lenta e molto godibile, ma che entra nel vivo solo dopo diversi volumi e sta, ultimamente, raggiungendo dei picchi "maestosi". La trama scorre lineare per la prima parte, con il lettore che si gode ogni elemento che viene portato alla sua attenzione ma, con il proseguire degli avvenimenti, si arriva ad una sorta di "ogni volume è un dogma" con elementi che colmano alcune lacune lasciate nei capitoli precedenti.
Manga assolutamente promosso.
DISEGNO: molto buono nel complesso, proporzioni che vengono ben rispettate, scontri che in alcuni casi sono troppo caotici ma riescono ad essere lo stesso incisivi, espressioni facciali ben realizzate. Non rappresenta l'eccellenza tra i manga, ma si difende molto bene.
PERSONAGGI: questo è forse uno degli aspetti che maggiormente mi lega all'opera: personaggi ben distinti, capaci di rappresentare oltre alle diverse tipologie di combattimento anche le diverse tipologie di pensiero. Molto curati, e l'autore sfrutta, logicamente, le loro diverse personalità per trasmettere emozioni al lettore.
STORIA: questo è il vero punto forte, una storia che parte lenta e molto godibile, ma che entra nel vivo solo dopo diversi volumi e sta, ultimamente, raggiungendo dei picchi "maestosi". La trama scorre lineare per la prima parte, con il lettore che si gode ogni elemento che viene portato alla sua attenzione ma, con il proseguire degli avvenimenti, si arriva ad una sorta di "ogni volume è un dogma" con elementi che colmano alcune lacune lasciate nei capitoli precedenti.
Manga assolutamente promosso.
Naruto è sicuramente uno dei manga di maggior successo degli ultimi anni in patria e nel mondo, e da molti è riconosciuto come degno successore di Dragon Ball Z.
Tanta fama fa si ovviamente che qualcuno storca il naso e quindi, quasi logicamente, questo manga ha anche una folta schiera di detrattori.
Dal mio punto di vista reputo il successo di questa serie più che giustificato, e proverò a spiegarne i motivi in questa recensione.
La storia di questo manga nelle suo linee base ormai la conosciamo tutti e non voglio dire cose che già saprete o che non possono farvi capire perché reputo questo manga un gradino sopra gli altri, ma voglio darvi la mia visione e la mia interpretazione delle cose.
La trama parte sicuramente senza gridare al miracolo, ma si nota subito la grande logica dell’autore nel creare un universo alternativo e di fantasia ma comunque “verosimile”, regolamentato da fenomeni validi solo per quel tipo di mondo, a cui la storia rimane e rimarrà legata anche negli sviluppi futuri dando sintomo di grande coerenza. Credo infatti che nonostante in un manga ci possano o ci debbano essere elementi sovrannaturali e fantasiosi, tutto ciò non possa comunque prescindere da cose che in quel determinato mondo e contesto possono avvenire, e altre cose che quel mondo non permette pur essendo un mondo inventato. Sotto questo punto di vista, come avrò modo di spiegare in seguito, questo manga risulta ottimo.
Partendo dall’analisi dall’ambientazione, possiamo dire di trovarci in un mondo alternativo per certi versi simile all’epoca sengoku, dove però la tecnologia elettronica è sviluppata come ai giorni nostri (ci sono telecamere e computer), mentre quella meccanico/bellica è arcaica e simile a quello che il contesto classico ci fornisce solitamente (abbiamo infatti catapulte e balestre, mentre non sembrano esistere carri armati o armi da fuoco).
Questo mix che può sembrare terrificante, risulta però estremamente originale e simpatico perché ci da una variante sul tema al classico mondo ninja, sempre raffigurato allo stesso modo in tutti gli ambiti e che ormai sarebbe risultato monotono e piatto.
In questo modo Kishimoto riesce a creare un mondo di ninja completamente diverso da quello tradizionale e tutto suo, esistente solo in “Naruto”.
In primo piano in questo mondo c’è poi il villaggio della foglia, dove vive Naruto insieme ai suoi compagni. L’ambientazione di questo villaggio, pur risultando quasi pacchiana, è estremamente originale: le montagne che fanno da sfondo al villaggio raffigurano i volti di quelli che sono stati capi villaggio, gli edifici che lo compongono invece sono architettati con uno stile stranissimo, dove le case danno l’impressione di crollare da un momento all’altro e di essere state costruite quasi a casaccio, incastrando casualmente assi di legno o metallo saldate fra di loro da bulloni o chiodi visibili ad occhio nudo! Tutto ovviamente in stile pseudo-sengoku.
Penso di aver fatto ampiamente capire di adorare questa location, originale in tutto e per tutto e allo stesso tempo non assimilabile a nessun altro manga o a nessuna epoca storica.
Molto intelligente anche la struttura politica del mondo di Naruto: abbiamo 5 grandi stati che si distribuiscono su tutto il territorio di questo mondo, ognuno con una capitale propria e un Daymio a comandare. All’interno di ogni stato c’è poi un villaggio ninja nascosto che vive di un proprio regolamento e non dipende dal Daymio, ma da un secondo “re” che è il Kage. Il villaggio ninja, in cambio del territorio su cui vivere e dell‘indipendenza, si pone come principale risorsa bellica per lo stato di appartenenza, che gli commissiona missioni di tutti i tipi oltre che la difesa del territorio in caso di guerra.
Come punto negativo però, posso dire che ci viene mostrata più volte la mappa del mondo di Naruto ma oltre al villaggio della foglia ci viene solamente mostrato in qualche rara occasione il villaggio della sabbia, anch’esso originale ma abbastanza spoglio, e questo è un peccato: un autore con una fantasia del genere con a disposizione un mondo tanto vasto e ben strutturato a disposizione, avrebbe potuto farci vedere nel dettaglio tutti i villaggi ninja più importanti che vengono citati, ma la piega che prende la storia non ha permesso uno sviluppo del genere. Possiamo tranquillamente dire che, proprio per questo, manca in Naruto l’elemento esplorativo, ma il manga non si poneva e non si è mai posto un obiettivo del genere siccome il tema del viaggio non è affrontato per scelta da Kishimoto nel suo manga, a cui darà una trama e una serie di spunti che faranno a meno di tutto ciò.
I personaggi di questo manga poi sono tanti e tutti discretamente caratterizzati anche se non manca qualche stereotipo o qualche personaggio atto solamente a fare da sfondo. Il modo in cui ci vengono presentati è organizzato con la stessa meticolosità con cui ci viene presentato il mondo: ogni genin (ninja di livello inferiore) compie missioni in un gruppo composto da altri 2 genin e un jonin (ninja esperto) a fare da supervisore.
Va da se quindi che ogni personaggio esiste come singolo, con la sua storia alle spalle e i suoi obiettivi da raggiungere, ma anche e soprattutto come membro di tale gruppo, cosa che lo porterà a subire inevitabilmente le influenze del suo supervisore e dei suoi compagni. Proprio a tal proposito, uno degli elementi più romantici di questa serie è la ciclicità delle cose: un maestro avrà i suoi allievi, che cresceranno prendendo spunto da lui e un domani arriveranno loro ad essere maestri per altri studenti, trasmettendo nel tempo certe caratteristiche che in questo modo non moriranno mai. Ci vengono presentate diverse generazioni e in quella attuale formata da Naruto, Sakura e Sasuke notiamo delle somiglianze particolari con una delle generazioni passate più importanti, quella dei “tre ninja leggendari“ Jiraya, Tsunade e Orochimaru. Anche la fine a cui sembra andare incontro quest’ultima generazione, purtroppo, appare molto simile alla precedente, quasi come se tutto ciò significasse che il destino non può mutare e che le persone faranno sempre gli stessi errori, quasi a seguire un percorso già scritto.
Oppure no? Questa generazione in teoria ha ancora l’opportunità di salvarsi.
Si può tornare indietro e recuperare ai propri sbagli?
Un motivo per andare avanti a leggere Naruto è anche questo.
In generale, già che ci siamo, mi piacerebbe affrontare questo discorso: Naruto non è mai banale.
Pur essendo uno shonen, affronta tematiche come la solitudine e l’emarginazione in maniera spesso commovente, e insegna a non arrendersi mai per uscire dal proprio disagio. Certo, molti manga ci provano, quest’ultimo è un tema che riscontriamo in molti shonen, ma qui non si affronta in maniera banale: non vediamo il classico protagonista venire distrutto da colpi micidiali da parte del nemico continuando però a rialzarsi quasi come se fosse immortale solo perché li non vuole arrendersi. Niente affatto. Qui sono le esperienze di vita che fanno maturare il protagonista, che per forza di cose deve migliorare per farsi finalmente notare e apprezzare da tutti, realizzando così il suo più grande sogno, che non è affatto diventare Hokage come dice, ma è semplicemente quello di avere persone che lo ammirano dopo aver passato una vita completamente da solo, senza famiglia e senza nessuno che gli volesse veramente bene.
Se si fraintende questo e si banalizza la cosa bollandolo come classico tema da shonen, non si potrà mai comprendere bene il vero valore di questo manga.
Un altro argomento trattato divinamente poi è la vendetta: nella vita è meglio scegliere la strada dell’odio o del perdono?
Cosa conviene realmente: realizzare la propria vendetta anche facendo dei compromessi scomodi oppure andare avanti facendo finta di nulla?
In questi casi, si può poi riuscire a non perdere se stessi, sprofondando sempre più in basso e perdendo quella che è la propria identità?
Ma soprattutto, una volta ottenuta la nostra vendetta, cosa sarà di noi?
Ne sarà valsa la pena?
Si può bollare anche questo fra i temi banali classici degli shonen, ma anche qui si farebbe un errore tremendo: tutto ciò è trattato in maniera tremendamente seria dall’autore, tanto da farne un cardine imprescindibile del suo manga.
La risposta a tutte le domande che ho fatto in questo paragrafo, a partire da quelle sul destino delle generazioni, è la vera trama di Naruto, e non è vedere invece chi è il più forte e perché, chi diventerà Hokage (che ripeto, non è l’obiettivo di Naruto ma è semplicemente una metafora e non è quindi da prendere come oro colato la frase “voglio diventare Hokage”) oppure che fine farà quello o quell’altro.
Se uno in Naruto non capisce questo, arriverà di certo a non capire e ad odiare poi il seguito della serie, che è sicuramente la parte con la maggior percentuale di difetti oggettivi a livello narrativo e di power up, ma a cui però ci sarebbe da affiancare tutto questo bagaglio psicologico, morale e sentimentale per poi farne una media (cosa che all‘inizio risultava più facile fare perché ci si concentrava un po‘ meno su questo, l‘azione non mancava e la qualità era cristallina e senza sbavature).
Se ci si impone di non vederla sotto quest’ottica, perché si cerca solo azione e avventura da uno shonen manga visti gli inizi, mi dispiace ma non è Naruto a calare, è il lettore che non è stato in grado (per scelta o per incapacità) di seguire l’evoluzione del manga, che può poi essere gradita o meno, ma questo è un altro discorso.
Parlando in maniera specifica della seconda parte della serie, ovvero di quella senza Sasuke e spostata 3 anni dopo l’inizio del manga, non si può mancare di far notare come l’autore perda un po’ di colpi.
Per prima cosa vengono inserite saghe di utilità discutibile atte solo a guadagnare qualche volume, viene un po’ a mancare l’idea dei gruppi ninja, che ora sembrano agire di testa loro senza più essere parte di un gruppo, la psicologia dei nuovi personaggi secondari si fa sempre più esigua o quasi inesistente e le storie personali legate ai destini dei vecchi personaggi a cui ci si era incuriositi nella prima parte del manga non vengono quasi più citate, come se l’autore pensasse di averne parlato abbastanza all’inizio. Certo, in effetti per molti è già stato detto abbastanza, ma l’impoverimento del ruolo di molti personaggi ha fatto storcere il naso a molti e anche a me.
Insomma, l’equilibrio che contraddistingueva la prima parte del manga viene un po’ a perdersi in questo seguito, rendendo tutto meno chiaro, meno preciso e forse un po’ meno programmato.
C’è anche da dire che l’autore, ad un certo punto della storia, fa una scelta: decide infatti di approfondire il rapporto Naruto-Sasuke separandoli, basando poi il continuo del manga su questa continua rincorsa del primo sul secondo, rincorsa sia fisica che psicologica. Il paragone a distanza fra gli sviluppi dell’uno e dell’altro condiscono tutta la seconda parte della serie, e ci fanno capire quanto si sia evoluto in positivo Naruto, e quanto invece si sia perso nel “buio” il secondo. Questa scelta di Kishimoto non è stata gradita da molti, ma la reputo comunque molto coraggiosa e degna di rispetto: poteva infatti evitarsi questi problemi basando il manga su continue missioni cicliche, sul classico “buono vs cattivo“, che gli avrebbero tolto l’impiccio della trama e l’affanno di svelare i retroscena che ha già preparato dall’inizio della serie (i segreti degli Uchiha e del Kyuubi). In questo modo certamente la serie avrebbe subito un calo minore, ma sarebbe entrata in un vortice di ciclicità odioso che l’avrebbe accomunata alla gran parte dei manga a saghe. Invece no, l’autore decide di percorrere la strada più difficile, di inserire qualche elemento più profondo e meno appariscente nella sua storia a costo di farsi dei “nemici” tra gli ex fan, e nonostante proprio per questo la serie ogni tanto accusi dei cali, lo preferisco comunque così.
In questa mia recensione già più volte ho chiamato in causa la trama, vediamo quindi di parlarne brevemente: Naruto è un manga che va avanti ad “impulsi successivi” e non a saghe, ovvero la storia segue un filo di continuità tra un avvenimento e il seguente. Questo non è quasi mai valutato come fattore di qualità, ma penso sia tremendamente complicato trovare sempre un qualcosa che possa dar vita ad un avvenimento successivo e legato alla trama, e Kishimoto riesce a farlo quasi sempre in maniera perfetta, almeno fino all’inizio della seconda parte del manga dove tutto inizia a diventare un po’ più confuso.
Andare avanti a saghe, a mio avviso, è un modo arcaico di fare manga e sicuramente più semplice: distrutto il cattivo o risolto il problema e fatto quello che c’è da fare, i nostri resettano e aspettano in tranquillità che qualcosa arrivi a turbare la loro serenità per ricominciare da capo. Poco importa se il nuovo fattore di disturbo c’entra con la saga precedente o no, ed è proprio questo che complica le cose scegliendo l’altra modalità di fare manga. Ma questo molti non lo notano, non si ragiona sul fatto che sia difficilissimo mandare avanti il mondo che Kishimoto ha creato. Ed è ancora più difficile perché le regole del mondo di Naruto sono quelle, e vanno sempre tenute in considerazione nel creare nuove situazioni che non stonino troppo col contesto. Nella seconda parte del manga Kishimoto perde dei colpi, ma è la logica conseguenza di una struttura narrativa complessa da portare avanti, che risulta però tremendamente affascinante. Se vogliamo che i manga crescano e migliorino in qualità, dobbiamo riuscire ad apprezzare un mangaka che rischia e magari sbava, rispetto a quelli che vanno avanti tranquilli percorrendo una strada sicura e già tracciata da altri con successo. Ed è per questo che stimo Kishimoto e la sua opera.
Rimanendo poi sui contenuti, il manga parte in teoria da quella che sarà la fine: non è importante sapere cosa farà Naruto, ma sarà necessario capire perché il Kyuubi ha attaccato il villaggio della foglia quando Naruto era ancora un bambino costringendo l’Hokage (coi suoi misteri) a sacrificarsi, e cosa c’entrano in tutto questo gli Uchiha, clan fondamentale nella trama di questo manga. Se si odiano i membri di questo clan e si rifiuta di dargli tale importanza (come molti fans ottusi fanno), ecco che non si può seguire la storia con serenità. Detto questo, ho adorato il modo in cui la trama viene raccontata: all’inizio non sembra importante sapere perché il Kyuubi ha attaccato il villaggio, la si cataloga come calamità naturale. Poi però l’autore ci introduce gli Uchiha, clan pieno di segreti e dal passato tragico e maledetto. I 2 protagonisti di questo manga saranno proprio il ragazzo in cui è imprigionato il Kyuubi e l’ultimo superstite del clan. Le 2 cose non appaiono legate, poi però arriviamo a scoprire che in realtà c’è un legame fra il potere Uchiha e il Kyuubi, che tutto il disastro subito dal villaggio potrebbe essere accomunato al passato tragico degli Uchiha, e che nulla quel giorno è stato fatto a caso. E se a muovere i fili dietro a tutto questo ci fosse qualcuno? Questa si chiama trama, e un qualcosa di architettato in questo modo non avrebbe senso fatto in una struttura a saghe, perché perderebbe il suo fascino. Qui non abbiamo mini trama e maxi trama… c’è solo una storia, la storia di Naruto.
Non so e ho reso l’idea e se vi ho fatto capire quanto reputo questo molto più difficile da realizzare.
In Naruto comunque si lotta, e anche parecchio. La chicca di questo manga sta proprio in questo settore: i combattimenti sono rivoluzionari, non si sa mai se quello che si ha davanti è un vero corpo o un clone, non sai mai se quello che vedi è reale o è un’illusione e il colpo di scena è sempre dietro l’angolo. I poteri dei protagonisti poi vanno da abilità oculari, ad abilità atletiche o “magiche“ (tipo il controllo dell‘ombra), ogni personaggio ha il suo vasto repertorio di tecniche solo sue e adattate al suo tipo di specialità, che spesso gli viene tramandato dal clan, dal DNA.
Tutto ciò è magistralmente spiegato tramite chakra, che è l’elemento che decide i livelli di potenza e spiega le tecniche: nessuna tecnica infatti, anche la più assurda, esiste per caso, ma è tutta una applicazione di chakra che modellato o regolato in una certa determinata maniera, permette di ottenere quello che si vuole. Come già detto poi, ci sono “lavorazioni” tramite chakra che non tutti possono fare, ma che solo ninja con certe qualità nel DNA possono compiere. Ed ecco quindi che anche in questo ambito si parla delle generazioni che trasmettono le proprie abilità ai figli.
Tutto questo bel meccanismo di combattimenti, dove per assurdo non si sa con certezza “chi” è più forte di “chi” perché molto dipende dal tipo di abilità, si viene a perdere anch’esso nella seconda parte del manga, dove le abilità appaiono spesso meno dipendenti dal modellamento del chakra e i livelli di forza appaiono troppo sbilanciati rispetto a quelli che sembravano all‘inizio, con oscillazioni discutibili del power up, che nonostante a volte risulti assurdo o poco credibile è comunque sempre motivato da una sorta di logica, anche se magari non con la stessa coerenza della prima serie. C’è anche però da dire che anche nella prima serie i ninja molto potenti utilizzavano applicazioni del genere (tipo la tecnica della risurrezione o il sigillo del diavolo), quasi a dirci che con l’aumentare del livello di abilità dei ninja, le abilità diventano anch’esse talmente elevate da apparire quasi prive di logica. E nella seconda serie quasi tutti i ninja con cui abbiamo a che fare sono ad un livello altissimo.
In definitiva questo rimane comunque uno dei punti di forza del manga, grazie anche a tecniche e allenamenti spettacolari e mai banali.
Manca ora l’analisi sul disegno. Kishimoto non è il mio disegnatore preferito, sono sincero, ma c’è da riconoscergli di aver creato uno stile unico e originale, soprattutto nelle anatomie tubolari dei corpi e in tutti quei particolari che pur stonando essendo un po’ strambi, non puoi non notare.
I primi volumi aggiungono a tutto ciò tavole importanti, con prospettive veramente buone e d‘effetto. Le scene di azione poi sono dinamiche e ben realizzate, perfette per combattimenti così strategici.
Alla lunga però il disegno si appiattisce vertiginosamente fino a risultare quasi senza prospettiva, il modo di colorare si fa monotono e la qualità delle tavole si abbassa notevolmente, segno evidente della “stanchezza” dell’autore che porta avanti con coerenza questa serie da 10 anni.
Reputo Naruto comunque un manga disegnato con una logica, che anche se ha subito cali di qualità notevoli, mantiene il suo stile e una sua identità, anche se magari l’occhio può non gradire.
In definitiva, Naruto a mio avviso è un manga da cui trarre esempio: come fatto notare non è esente da difetti (quasi tutti concentrati dal volume 28 in poi) ma percorre una strada difficile, forse meno interessante e più monotona di quella che in molti avrebbero percorso ad un certo punto, ma lo fa con coraggio.
Approfondire la crescita e la psicologia interna non è sbagliato in uno shonen, e il fatto che tutto risulti sempre serio e mai banale ha fatto si che mi appassionassi a questa serie, stanco di vedere manga con persone che vogliono salvare il mondo da un cattivo che ciclicamente appare senza motivo alcuno, da personaggi dal buonismo insensato e immotivato che non sanno provare sentimenti negativi, di power up motivati quasi dal nulla e da tecniche quasi tutte uguali.
Vedere Naruto come manga diverso dal solito permette di affrontarne la lettura serenamente. Bocciarlo solamente perché ad un certo punto si sceglie una strada diversa dal solito è un errore, perché così è stato voluto e motivato dall’autore e noi non abbiamo voce in capitolo.
Questo è il solo messaggio che voglio dare.
Tanta fama fa si ovviamente che qualcuno storca il naso e quindi, quasi logicamente, questo manga ha anche una folta schiera di detrattori.
Dal mio punto di vista reputo il successo di questa serie più che giustificato, e proverò a spiegarne i motivi in questa recensione.
La storia di questo manga nelle suo linee base ormai la conosciamo tutti e non voglio dire cose che già saprete o che non possono farvi capire perché reputo questo manga un gradino sopra gli altri, ma voglio darvi la mia visione e la mia interpretazione delle cose.
La trama parte sicuramente senza gridare al miracolo, ma si nota subito la grande logica dell’autore nel creare un universo alternativo e di fantasia ma comunque “verosimile”, regolamentato da fenomeni validi solo per quel tipo di mondo, a cui la storia rimane e rimarrà legata anche negli sviluppi futuri dando sintomo di grande coerenza. Credo infatti che nonostante in un manga ci possano o ci debbano essere elementi sovrannaturali e fantasiosi, tutto ciò non possa comunque prescindere da cose che in quel determinato mondo e contesto possono avvenire, e altre cose che quel mondo non permette pur essendo un mondo inventato. Sotto questo punto di vista, come avrò modo di spiegare in seguito, questo manga risulta ottimo.
Partendo dall’analisi dall’ambientazione, possiamo dire di trovarci in un mondo alternativo per certi versi simile all’epoca sengoku, dove però la tecnologia elettronica è sviluppata come ai giorni nostri (ci sono telecamere e computer), mentre quella meccanico/bellica è arcaica e simile a quello che il contesto classico ci fornisce solitamente (abbiamo infatti catapulte e balestre, mentre non sembrano esistere carri armati o armi da fuoco).
Questo mix che può sembrare terrificante, risulta però estremamente originale e simpatico perché ci da una variante sul tema al classico mondo ninja, sempre raffigurato allo stesso modo in tutti gli ambiti e che ormai sarebbe risultato monotono e piatto.
In questo modo Kishimoto riesce a creare un mondo di ninja completamente diverso da quello tradizionale e tutto suo, esistente solo in “Naruto”.
In primo piano in questo mondo c’è poi il villaggio della foglia, dove vive Naruto insieme ai suoi compagni. L’ambientazione di questo villaggio, pur risultando quasi pacchiana, è estremamente originale: le montagne che fanno da sfondo al villaggio raffigurano i volti di quelli che sono stati capi villaggio, gli edifici che lo compongono invece sono architettati con uno stile stranissimo, dove le case danno l’impressione di crollare da un momento all’altro e di essere state costruite quasi a casaccio, incastrando casualmente assi di legno o metallo saldate fra di loro da bulloni o chiodi visibili ad occhio nudo! Tutto ovviamente in stile pseudo-sengoku.
Penso di aver fatto ampiamente capire di adorare questa location, originale in tutto e per tutto e allo stesso tempo non assimilabile a nessun altro manga o a nessuna epoca storica.
Molto intelligente anche la struttura politica del mondo di Naruto: abbiamo 5 grandi stati che si distribuiscono su tutto il territorio di questo mondo, ognuno con una capitale propria e un Daymio a comandare. All’interno di ogni stato c’è poi un villaggio ninja nascosto che vive di un proprio regolamento e non dipende dal Daymio, ma da un secondo “re” che è il Kage. Il villaggio ninja, in cambio del territorio su cui vivere e dell‘indipendenza, si pone come principale risorsa bellica per lo stato di appartenenza, che gli commissiona missioni di tutti i tipi oltre che la difesa del territorio in caso di guerra.
Come punto negativo però, posso dire che ci viene mostrata più volte la mappa del mondo di Naruto ma oltre al villaggio della foglia ci viene solamente mostrato in qualche rara occasione il villaggio della sabbia, anch’esso originale ma abbastanza spoglio, e questo è un peccato: un autore con una fantasia del genere con a disposizione un mondo tanto vasto e ben strutturato a disposizione, avrebbe potuto farci vedere nel dettaglio tutti i villaggi ninja più importanti che vengono citati, ma la piega che prende la storia non ha permesso uno sviluppo del genere. Possiamo tranquillamente dire che, proprio per questo, manca in Naruto l’elemento esplorativo, ma il manga non si poneva e non si è mai posto un obiettivo del genere siccome il tema del viaggio non è affrontato per scelta da Kishimoto nel suo manga, a cui darà una trama e una serie di spunti che faranno a meno di tutto ciò.
I personaggi di questo manga poi sono tanti e tutti discretamente caratterizzati anche se non manca qualche stereotipo o qualche personaggio atto solamente a fare da sfondo. Il modo in cui ci vengono presentati è organizzato con la stessa meticolosità con cui ci viene presentato il mondo: ogni genin (ninja di livello inferiore) compie missioni in un gruppo composto da altri 2 genin e un jonin (ninja esperto) a fare da supervisore.
Va da se quindi che ogni personaggio esiste come singolo, con la sua storia alle spalle e i suoi obiettivi da raggiungere, ma anche e soprattutto come membro di tale gruppo, cosa che lo porterà a subire inevitabilmente le influenze del suo supervisore e dei suoi compagni. Proprio a tal proposito, uno degli elementi più romantici di questa serie è la ciclicità delle cose: un maestro avrà i suoi allievi, che cresceranno prendendo spunto da lui e un domani arriveranno loro ad essere maestri per altri studenti, trasmettendo nel tempo certe caratteristiche che in questo modo non moriranno mai. Ci vengono presentate diverse generazioni e in quella attuale formata da Naruto, Sakura e Sasuke notiamo delle somiglianze particolari con una delle generazioni passate più importanti, quella dei “tre ninja leggendari“ Jiraya, Tsunade e Orochimaru. Anche la fine a cui sembra andare incontro quest’ultima generazione, purtroppo, appare molto simile alla precedente, quasi come se tutto ciò significasse che il destino non può mutare e che le persone faranno sempre gli stessi errori, quasi a seguire un percorso già scritto.
Oppure no? Questa generazione in teoria ha ancora l’opportunità di salvarsi.
Si può tornare indietro e recuperare ai propri sbagli?
Un motivo per andare avanti a leggere Naruto è anche questo.
In generale, già che ci siamo, mi piacerebbe affrontare questo discorso: Naruto non è mai banale.
Pur essendo uno shonen, affronta tematiche come la solitudine e l’emarginazione in maniera spesso commovente, e insegna a non arrendersi mai per uscire dal proprio disagio. Certo, molti manga ci provano, quest’ultimo è un tema che riscontriamo in molti shonen, ma qui non si affronta in maniera banale: non vediamo il classico protagonista venire distrutto da colpi micidiali da parte del nemico continuando però a rialzarsi quasi come se fosse immortale solo perché li non vuole arrendersi. Niente affatto. Qui sono le esperienze di vita che fanno maturare il protagonista, che per forza di cose deve migliorare per farsi finalmente notare e apprezzare da tutti, realizzando così il suo più grande sogno, che non è affatto diventare Hokage come dice, ma è semplicemente quello di avere persone che lo ammirano dopo aver passato una vita completamente da solo, senza famiglia e senza nessuno che gli volesse veramente bene.
Se si fraintende questo e si banalizza la cosa bollandolo come classico tema da shonen, non si potrà mai comprendere bene il vero valore di questo manga.
Un altro argomento trattato divinamente poi è la vendetta: nella vita è meglio scegliere la strada dell’odio o del perdono?
Cosa conviene realmente: realizzare la propria vendetta anche facendo dei compromessi scomodi oppure andare avanti facendo finta di nulla?
In questi casi, si può poi riuscire a non perdere se stessi, sprofondando sempre più in basso e perdendo quella che è la propria identità?
Ma soprattutto, una volta ottenuta la nostra vendetta, cosa sarà di noi?
Ne sarà valsa la pena?
Si può bollare anche questo fra i temi banali classici degli shonen, ma anche qui si farebbe un errore tremendo: tutto ciò è trattato in maniera tremendamente seria dall’autore, tanto da farne un cardine imprescindibile del suo manga.
La risposta a tutte le domande che ho fatto in questo paragrafo, a partire da quelle sul destino delle generazioni, è la vera trama di Naruto, e non è vedere invece chi è il più forte e perché, chi diventerà Hokage (che ripeto, non è l’obiettivo di Naruto ma è semplicemente una metafora e non è quindi da prendere come oro colato la frase “voglio diventare Hokage”) oppure che fine farà quello o quell’altro.
Se uno in Naruto non capisce questo, arriverà di certo a non capire e ad odiare poi il seguito della serie, che è sicuramente la parte con la maggior percentuale di difetti oggettivi a livello narrativo e di power up, ma a cui però ci sarebbe da affiancare tutto questo bagaglio psicologico, morale e sentimentale per poi farne una media (cosa che all‘inizio risultava più facile fare perché ci si concentrava un po‘ meno su questo, l‘azione non mancava e la qualità era cristallina e senza sbavature).
Se ci si impone di non vederla sotto quest’ottica, perché si cerca solo azione e avventura da uno shonen manga visti gli inizi, mi dispiace ma non è Naruto a calare, è il lettore che non è stato in grado (per scelta o per incapacità) di seguire l’evoluzione del manga, che può poi essere gradita o meno, ma questo è un altro discorso.
Parlando in maniera specifica della seconda parte della serie, ovvero di quella senza Sasuke e spostata 3 anni dopo l’inizio del manga, non si può mancare di far notare come l’autore perda un po’ di colpi.
Per prima cosa vengono inserite saghe di utilità discutibile atte solo a guadagnare qualche volume, viene un po’ a mancare l’idea dei gruppi ninja, che ora sembrano agire di testa loro senza più essere parte di un gruppo, la psicologia dei nuovi personaggi secondari si fa sempre più esigua o quasi inesistente e le storie personali legate ai destini dei vecchi personaggi a cui ci si era incuriositi nella prima parte del manga non vengono quasi più citate, come se l’autore pensasse di averne parlato abbastanza all’inizio. Certo, in effetti per molti è già stato detto abbastanza, ma l’impoverimento del ruolo di molti personaggi ha fatto storcere il naso a molti e anche a me.
Insomma, l’equilibrio che contraddistingueva la prima parte del manga viene un po’ a perdersi in questo seguito, rendendo tutto meno chiaro, meno preciso e forse un po’ meno programmato.
C’è anche da dire che l’autore, ad un certo punto della storia, fa una scelta: decide infatti di approfondire il rapporto Naruto-Sasuke separandoli, basando poi il continuo del manga su questa continua rincorsa del primo sul secondo, rincorsa sia fisica che psicologica. Il paragone a distanza fra gli sviluppi dell’uno e dell’altro condiscono tutta la seconda parte della serie, e ci fanno capire quanto si sia evoluto in positivo Naruto, e quanto invece si sia perso nel “buio” il secondo. Questa scelta di Kishimoto non è stata gradita da molti, ma la reputo comunque molto coraggiosa e degna di rispetto: poteva infatti evitarsi questi problemi basando il manga su continue missioni cicliche, sul classico “buono vs cattivo“, che gli avrebbero tolto l’impiccio della trama e l’affanno di svelare i retroscena che ha già preparato dall’inizio della serie (i segreti degli Uchiha e del Kyuubi). In questo modo certamente la serie avrebbe subito un calo minore, ma sarebbe entrata in un vortice di ciclicità odioso che l’avrebbe accomunata alla gran parte dei manga a saghe. Invece no, l’autore decide di percorrere la strada più difficile, di inserire qualche elemento più profondo e meno appariscente nella sua storia a costo di farsi dei “nemici” tra gli ex fan, e nonostante proprio per questo la serie ogni tanto accusi dei cali, lo preferisco comunque così.
In questa mia recensione già più volte ho chiamato in causa la trama, vediamo quindi di parlarne brevemente: Naruto è un manga che va avanti ad “impulsi successivi” e non a saghe, ovvero la storia segue un filo di continuità tra un avvenimento e il seguente. Questo non è quasi mai valutato come fattore di qualità, ma penso sia tremendamente complicato trovare sempre un qualcosa che possa dar vita ad un avvenimento successivo e legato alla trama, e Kishimoto riesce a farlo quasi sempre in maniera perfetta, almeno fino all’inizio della seconda parte del manga dove tutto inizia a diventare un po’ più confuso.
Andare avanti a saghe, a mio avviso, è un modo arcaico di fare manga e sicuramente più semplice: distrutto il cattivo o risolto il problema e fatto quello che c’è da fare, i nostri resettano e aspettano in tranquillità che qualcosa arrivi a turbare la loro serenità per ricominciare da capo. Poco importa se il nuovo fattore di disturbo c’entra con la saga precedente o no, ed è proprio questo che complica le cose scegliendo l’altra modalità di fare manga. Ma questo molti non lo notano, non si ragiona sul fatto che sia difficilissimo mandare avanti il mondo che Kishimoto ha creato. Ed è ancora più difficile perché le regole del mondo di Naruto sono quelle, e vanno sempre tenute in considerazione nel creare nuove situazioni che non stonino troppo col contesto. Nella seconda parte del manga Kishimoto perde dei colpi, ma è la logica conseguenza di una struttura narrativa complessa da portare avanti, che risulta però tremendamente affascinante. Se vogliamo che i manga crescano e migliorino in qualità, dobbiamo riuscire ad apprezzare un mangaka che rischia e magari sbava, rispetto a quelli che vanno avanti tranquilli percorrendo una strada sicura e già tracciata da altri con successo. Ed è per questo che stimo Kishimoto e la sua opera.
Rimanendo poi sui contenuti, il manga parte in teoria da quella che sarà la fine: non è importante sapere cosa farà Naruto, ma sarà necessario capire perché il Kyuubi ha attaccato il villaggio della foglia quando Naruto era ancora un bambino costringendo l’Hokage (coi suoi misteri) a sacrificarsi, e cosa c’entrano in tutto questo gli Uchiha, clan fondamentale nella trama di questo manga. Se si odiano i membri di questo clan e si rifiuta di dargli tale importanza (come molti fans ottusi fanno), ecco che non si può seguire la storia con serenità. Detto questo, ho adorato il modo in cui la trama viene raccontata: all’inizio non sembra importante sapere perché il Kyuubi ha attaccato il villaggio, la si cataloga come calamità naturale. Poi però l’autore ci introduce gli Uchiha, clan pieno di segreti e dal passato tragico e maledetto. I 2 protagonisti di questo manga saranno proprio il ragazzo in cui è imprigionato il Kyuubi e l’ultimo superstite del clan. Le 2 cose non appaiono legate, poi però arriviamo a scoprire che in realtà c’è un legame fra il potere Uchiha e il Kyuubi, che tutto il disastro subito dal villaggio potrebbe essere accomunato al passato tragico degli Uchiha, e che nulla quel giorno è stato fatto a caso. E se a muovere i fili dietro a tutto questo ci fosse qualcuno? Questa si chiama trama, e un qualcosa di architettato in questo modo non avrebbe senso fatto in una struttura a saghe, perché perderebbe il suo fascino. Qui non abbiamo mini trama e maxi trama… c’è solo una storia, la storia di Naruto.
Non so e ho reso l’idea e se vi ho fatto capire quanto reputo questo molto più difficile da realizzare.
In Naruto comunque si lotta, e anche parecchio. La chicca di questo manga sta proprio in questo settore: i combattimenti sono rivoluzionari, non si sa mai se quello che si ha davanti è un vero corpo o un clone, non sai mai se quello che vedi è reale o è un’illusione e il colpo di scena è sempre dietro l’angolo. I poteri dei protagonisti poi vanno da abilità oculari, ad abilità atletiche o “magiche“ (tipo il controllo dell‘ombra), ogni personaggio ha il suo vasto repertorio di tecniche solo sue e adattate al suo tipo di specialità, che spesso gli viene tramandato dal clan, dal DNA.
Tutto ciò è magistralmente spiegato tramite chakra, che è l’elemento che decide i livelli di potenza e spiega le tecniche: nessuna tecnica infatti, anche la più assurda, esiste per caso, ma è tutta una applicazione di chakra che modellato o regolato in una certa determinata maniera, permette di ottenere quello che si vuole. Come già detto poi, ci sono “lavorazioni” tramite chakra che non tutti possono fare, ma che solo ninja con certe qualità nel DNA possono compiere. Ed ecco quindi che anche in questo ambito si parla delle generazioni che trasmettono le proprie abilità ai figli.
Tutto questo bel meccanismo di combattimenti, dove per assurdo non si sa con certezza “chi” è più forte di “chi” perché molto dipende dal tipo di abilità, si viene a perdere anch’esso nella seconda parte del manga, dove le abilità appaiono spesso meno dipendenti dal modellamento del chakra e i livelli di forza appaiono troppo sbilanciati rispetto a quelli che sembravano all‘inizio, con oscillazioni discutibili del power up, che nonostante a volte risulti assurdo o poco credibile è comunque sempre motivato da una sorta di logica, anche se magari non con la stessa coerenza della prima serie. C’è anche però da dire che anche nella prima serie i ninja molto potenti utilizzavano applicazioni del genere (tipo la tecnica della risurrezione o il sigillo del diavolo), quasi a dirci che con l’aumentare del livello di abilità dei ninja, le abilità diventano anch’esse talmente elevate da apparire quasi prive di logica. E nella seconda serie quasi tutti i ninja con cui abbiamo a che fare sono ad un livello altissimo.
In definitiva questo rimane comunque uno dei punti di forza del manga, grazie anche a tecniche e allenamenti spettacolari e mai banali.
Manca ora l’analisi sul disegno. Kishimoto non è il mio disegnatore preferito, sono sincero, ma c’è da riconoscergli di aver creato uno stile unico e originale, soprattutto nelle anatomie tubolari dei corpi e in tutti quei particolari che pur stonando essendo un po’ strambi, non puoi non notare.
I primi volumi aggiungono a tutto ciò tavole importanti, con prospettive veramente buone e d‘effetto. Le scene di azione poi sono dinamiche e ben realizzate, perfette per combattimenti così strategici.
Alla lunga però il disegno si appiattisce vertiginosamente fino a risultare quasi senza prospettiva, il modo di colorare si fa monotono e la qualità delle tavole si abbassa notevolmente, segno evidente della “stanchezza” dell’autore che porta avanti con coerenza questa serie da 10 anni.
Reputo Naruto comunque un manga disegnato con una logica, che anche se ha subito cali di qualità notevoli, mantiene il suo stile e una sua identità, anche se magari l’occhio può non gradire.
In definitiva, Naruto a mio avviso è un manga da cui trarre esempio: come fatto notare non è esente da difetti (quasi tutti concentrati dal volume 28 in poi) ma percorre una strada difficile, forse meno interessante e più monotona di quella che in molti avrebbero percorso ad un certo punto, ma lo fa con coraggio.
Approfondire la crescita e la psicologia interna non è sbagliato in uno shonen, e il fatto che tutto risulti sempre serio e mai banale ha fatto si che mi appassionassi a questa serie, stanco di vedere manga con persone che vogliono salvare il mondo da un cattivo che ciclicamente appare senza motivo alcuno, da personaggi dal buonismo insensato e immotivato che non sanno provare sentimenti negativi, di power up motivati quasi dal nulla e da tecniche quasi tutte uguali.
Vedere Naruto come manga diverso dal solito permette di affrontarne la lettura serenamente. Bocciarlo solamente perché ad un certo punto si sceglie una strada diversa dal solito è un errore, perché così è stato voluto e motivato dall’autore e noi non abbiamo voce in capitolo.
Questo è il solo messaggio che voglio dare.
Si sentono tante voci su Naruto… c’è chi lo definisce il proprio manga preferito, altri gli cedono lo scettro di “erede di Dragonball”, altri ancora paradossalmente lo ritengono un pessimo manga. Una grande varietà di commenti per un fumetto così variegato. Devo dire che, dopo la sua commercializzazione a seguito della serie anime su Mediaset (prima della quale ignoravo l’esistenza di questo manga) ero anch’io tra gli scettici; vedevo in Naruto una delle tante serie infantili prodotte per incontrare il consenso del classico ragazzino delle medie, senza un’effettiva trama o intreccio. La lettura del manga mi ha fatto completamente cambiare idea.
<b>[Attenzione, lievi spoiler]</b>
La trama non vuole essere nulla di straordinario o di inaspettato... quale trama può mai esserlo, nel XXI secolo, quando tutto è già stato scritto, e niente è più “nuovo”? Però già dai primi volumi ci si trova davanti qualcosa di davvero apprezzabile: il disegno è curato e piacevolissimo alla vista; gli ambienti, pur nella loro linearità, sono gradevoli, e il flavour e l’atmosfera che vengono abilmente presentate dall’autore contribuiscono a calare il lettore nella trama. Dopo pochi numeri però cambia tutto; quella che ti aspettavi essere una storia di ragazzini che fingono di essere dei ninja, finisce per diventare una lotta avvincente tra combattenti valorosi che mirano ad essere i migliori e lottano per la propria sopravvivenza; già nello scontro con Zabuza Momochi ed Haku (personaggio a mio parere gradevolissimo) il succedersi degli eventi diventa carico di suspance, per poi toccare il suo apice (qualche volume dopo) nell’esame di selezione dei Chunin. È a questo punto, tra l’altro, che vengono introdotti alcuni tra i personaggi più meritevoli dell’intera opera (due a caso, Gaara e Rock Lee). Un altro salto di qualità si ha con la presentazione del personaggio di Orochimaru, e con il suo tentativo di distruggere il villaggio della foglia, alleandosi con i ninja della sabbia. È durante queste sequenze che Gaara da il meglio di sé (qualitativamente parlando): la sua introspezione psicologica è elaborata in modo superbo ed il finale di questa mini-saga credo sia una delle parti migliori di tutta l’opera.
Con il passaggio alla serie che nell’anime è definita “Shippuden” (con i personaggi un po’ più cresciutelli) forse si ha un leggero calo della trama. Nulla da eccepire su i nuovi avversari proposti (tra i membri di Alba, Sasori in particolare credo sia uno dei più gradevoli), ma lo scorrere della sequenza si fa un po’ più lento, e i colpi di scena iniziano a diminuire. Altra pecca è che Kishimoto non riesce a gestire (a differenza, ad esempio, di un Eiichiro Oda) un gran numero di personaggi; lungo il corso della trama, infatti, molti “burattini” vengono completamente accantonati, altri vengono ripresi solo per fare da spalla al protagonista, senza la precedente profondità psicologica che gli era stata attribuita, e senza ottenere il successo che avrebbero potuto suscitare, se utilizzati in maniera migliore (nulla di sgradevole naturalmente, ma da una così bella storia, ci si aspettava la perfezione). Malgrado ciò, sulle distanze il plot torna ad essere interessante; i combattimenti non perdono la qualità che avevano nei primi volumi e lo stile (benché, ahimè, “snellito” e reso più pulito rispetto ai primi volumi) non risulta mai sgradevole. Tuttavia, intorno alla quarantina di volumi, la trama inizia una nuova risalita, e al numero attuale (#46), ritengo che abbia la suspance e il potenziale necessario per tornare ai livelli qualitativi che si erano visti con i volumi della seconda decade.
<b>[Fine spoiler]</b>
Per concludere, ritengo che questo fumetto sia davvero valido. I personaggi sono caratterizzatissimi, la trama non scade mai e il potenziale per un ulteriore miglioramento è sempre presente. Le due cifre sarebbero state possibili (almeno fino al volume 20 o 25), ma Kishimoto in alcuni momenti sembra quasi avere una carenza di idee che gli rende lo scorrere della trama più difficile o alcune trovate meno apprezzabili da parte del lettore. Un grande potenziale nelle mani, forse, della persona sbagliata, ma il 9 non glie lo toglie nessuno.
<b>[Attenzione, lievi spoiler]</b>
La trama non vuole essere nulla di straordinario o di inaspettato... quale trama può mai esserlo, nel XXI secolo, quando tutto è già stato scritto, e niente è più “nuovo”? Però già dai primi volumi ci si trova davanti qualcosa di davvero apprezzabile: il disegno è curato e piacevolissimo alla vista; gli ambienti, pur nella loro linearità, sono gradevoli, e il flavour e l’atmosfera che vengono abilmente presentate dall’autore contribuiscono a calare il lettore nella trama. Dopo pochi numeri però cambia tutto; quella che ti aspettavi essere una storia di ragazzini che fingono di essere dei ninja, finisce per diventare una lotta avvincente tra combattenti valorosi che mirano ad essere i migliori e lottano per la propria sopravvivenza; già nello scontro con Zabuza Momochi ed Haku (personaggio a mio parere gradevolissimo) il succedersi degli eventi diventa carico di suspance, per poi toccare il suo apice (qualche volume dopo) nell’esame di selezione dei Chunin. È a questo punto, tra l’altro, che vengono introdotti alcuni tra i personaggi più meritevoli dell’intera opera (due a caso, Gaara e Rock Lee). Un altro salto di qualità si ha con la presentazione del personaggio di Orochimaru, e con il suo tentativo di distruggere il villaggio della foglia, alleandosi con i ninja della sabbia. È durante queste sequenze che Gaara da il meglio di sé (qualitativamente parlando): la sua introspezione psicologica è elaborata in modo superbo ed il finale di questa mini-saga credo sia una delle parti migliori di tutta l’opera.
Con il passaggio alla serie che nell’anime è definita “Shippuden” (con i personaggi un po’ più cresciutelli) forse si ha un leggero calo della trama. Nulla da eccepire su i nuovi avversari proposti (tra i membri di Alba, Sasori in particolare credo sia uno dei più gradevoli), ma lo scorrere della sequenza si fa un po’ più lento, e i colpi di scena iniziano a diminuire. Altra pecca è che Kishimoto non riesce a gestire (a differenza, ad esempio, di un Eiichiro Oda) un gran numero di personaggi; lungo il corso della trama, infatti, molti “burattini” vengono completamente accantonati, altri vengono ripresi solo per fare da spalla al protagonista, senza la precedente profondità psicologica che gli era stata attribuita, e senza ottenere il successo che avrebbero potuto suscitare, se utilizzati in maniera migliore (nulla di sgradevole naturalmente, ma da una così bella storia, ci si aspettava la perfezione). Malgrado ciò, sulle distanze il plot torna ad essere interessante; i combattimenti non perdono la qualità che avevano nei primi volumi e lo stile (benché, ahimè, “snellito” e reso più pulito rispetto ai primi volumi) non risulta mai sgradevole. Tuttavia, intorno alla quarantina di volumi, la trama inizia una nuova risalita, e al numero attuale (#46), ritengo che abbia la suspance e il potenziale necessario per tornare ai livelli qualitativi che si erano visti con i volumi della seconda decade.
<b>[Fine spoiler]</b>
Per concludere, ritengo che questo fumetto sia davvero valido. I personaggi sono caratterizzatissimi, la trama non scade mai e il potenziale per un ulteriore miglioramento è sempre presente. Le due cifre sarebbero state possibili (almeno fino al volume 20 o 25), ma Kishimoto in alcuni momenti sembra quasi avere una carenza di idee che gli rende lo scorrere della trama più difficile o alcune trovate meno apprezzabili da parte del lettore. Un grande potenziale nelle mani, forse, della persona sbagliata, ma il 9 non glie lo toglie nessuno.
L'inizio di Naruto è fantasticamente bello, col proseguire degli avvenimenti della trama diventa sempre più divertente seguirlo, ma questo vale solamente nei primi quarantatré volumi, dove Kishimoto riesce a creare dei personaggi che ben rispecchiano la psicologia umana. Inizialmente il disegno non è un granché, tuttavia con la pratica diventa molto bravo.
La trama dal quarantaquattro in poi cambia totalmente in negativo, e c'è assenza pathos (anche se Naruto non ne ha mai avuto così tanto), diciamo che questo è il periodo negativo di Naruto, non c'è alcunché di positivo, solo Kirabi (Killer Bee), il personaggio più figo di questa parte, e il brillante stile tecnico. Alcune volte Kishimoto si dimentica il vero personaggio della serie, che è Naruto, mettendo Sasuke in trenta capitoli consecutivi.
Ricordiamo Naruto era un ragazzo che stava sempre solo, escluso da tutti, perchè lui ha lo spirito della volpe a nove code. Il disegno di Kishimoto si evolve come tutti Mangaka, è un ottimo disegno, con tratti semplici, ma usa colori stonati (guardare i colori dei capelli del 5 o 6 code). Pian Piano che la storia si evolve Naruto sta assomigliando come "Dragon Ball": città distrutte, cattivo fortissimo, buono che diventa forte grazie ad un allenamento. Teletrasporti, sterminio degli Uchiha (ninja elite) che è simile con quello degli Saiyan (razza d'elite), resuscitazioni, il supremo ricorda l'Hogake, cattivi che diventano buoni (Junior e Gaara) e l'elenco potrebbe continuare.
Kishimoto non è di certo il Dio del manga, oppure Naruto il manga migliore degli ultimi decenni, ma di certo merita un 8 perchè un autore è normale che non possa restare sempre sui stessi livelli positivi, e perché la parte iniziale è davvero bella. Non gli ho dato 10 perchè poche volte Naruto sembra noioso (vedasi gli ultimi capitoli dal 440 al 447), alcune volte c'è qualche ispirazione di kishimoto verso altri manga come Dragon Ball. Si può notare che in db il personaggio cresce di forza per battere un nemico più forte di lui, questi fatti non succedono solo con Naruto ma anche con Bleach e One Piece. Per chi volesse seguire Naruto gli direi che uno dei manga più belli che ci sono in questo momento in Giappone e ha bellissime storie e scontri.
La trama dal quarantaquattro in poi cambia totalmente in negativo, e c'è assenza pathos (anche se Naruto non ne ha mai avuto così tanto), diciamo che questo è il periodo negativo di Naruto, non c'è alcunché di positivo, solo Kirabi (Killer Bee), il personaggio più figo di questa parte, e il brillante stile tecnico. Alcune volte Kishimoto si dimentica il vero personaggio della serie, che è Naruto, mettendo Sasuke in trenta capitoli consecutivi.
Ricordiamo Naruto era un ragazzo che stava sempre solo, escluso da tutti, perchè lui ha lo spirito della volpe a nove code. Il disegno di Kishimoto si evolve come tutti Mangaka, è un ottimo disegno, con tratti semplici, ma usa colori stonati (guardare i colori dei capelli del 5 o 6 code). Pian Piano che la storia si evolve Naruto sta assomigliando come "Dragon Ball": città distrutte, cattivo fortissimo, buono che diventa forte grazie ad un allenamento. Teletrasporti, sterminio degli Uchiha (ninja elite) che è simile con quello degli Saiyan (razza d'elite), resuscitazioni, il supremo ricorda l'Hogake, cattivi che diventano buoni (Junior e Gaara) e l'elenco potrebbe continuare.
Kishimoto non è di certo il Dio del manga, oppure Naruto il manga migliore degli ultimi decenni, ma di certo merita un 8 perchè un autore è normale che non possa restare sempre sui stessi livelli positivi, e perché la parte iniziale è davvero bella. Non gli ho dato 10 perchè poche volte Naruto sembra noioso (vedasi gli ultimi capitoli dal 440 al 447), alcune volte c'è qualche ispirazione di kishimoto verso altri manga come Dragon Ball. Si può notare che in db il personaggio cresce di forza per battere un nemico più forte di lui, questi fatti non succedono solo con Naruto ma anche con Bleach e One Piece. Per chi volesse seguire Naruto gli direi che uno dei manga più belli che ci sono in questo momento in Giappone e ha bellissime storie e scontri.
I volumi indicati sono dovuti alla ristampa che sto comprando, ma in realtà sono praticamente alla pari con la pubblicazione giapponese. Devo dire che è molto migliorato da quando è iniziato, diciamo, il ciclo "shippuden" (per rifarmi alla serie tv). Kishimoto ha fatto a mio avviso diverse scelte coraggiose riguardanti personaggi molto importanti e soprattutto sta cercando in tutti i modi di rendere il più odioso possibile Sasuke! Spero ovviamente in una conclusione degna per questa lunga storia che nella ristampa è iniziata da pochi numeri (lo scontro con l'Akatsuki, il confronto fra Itachi e Sasuke...). Un manga che forse non pretende di essere chissà cosa, ma che risulta sempre godibile. Vedremo come va avanti.
Premetto che Naruto è il primo manga che seguo seriamente e che mi ha fatto conoscere definizioni come "shonen", visto che il mondo dei fumetti giapponesi lo conoscevo solo attraverso i cartoni animati trasmessi prevalentemente su Italia 1; per il resto ho sempre letto bene o male fumetti "occidentali".
Sarà stata la (per me) novità del mondo manga, ma sono ormai tre anni che questa storia mi ha conquistata, e dal 2007 circa ho recuperato i volumetti già pubblicati e cominciato a leggere gli spoiler tanto che sono al pari delle uscite in Giappone. Sinceramente la storia non mi annoia mai: ci sono state sicuramente delle scelte di Kishimoto che non ho condiviso, ma per me la cosa importante è che ogni settimana attendo con piacere l'uscita del capitolo, segno che personalmente l'autore riesce ancora a tenere viva la mia attenzione.
Capisco naturalmente che possa essere una questione di gusti, ad esempio io ho cominciato a leggere qualche altro shonen o seguire qualche anime molto apprezzati da altri a sentire quello che si dice in rete, ma che però mi hanno entusiasmato meno, pur piacendomi.
Il soggetto tratta di guerrieri ninja, ma chi si aspetta i ninja tradizionali non può che rimanerne deluso: gli elementi fantastici (esseri sovrannaturali, demoni, tecniche magiche) sono molti.
Forse si può dire che che il manga non vuole trattare una storia realistica, ma si rifà magari alle leggende che circondavano queste figure, capaci ad esempio di dissolversi in una nuvola di fumo.
La storia di Naruto, anche se non brillerà per assoluta originalità, scorre bene e si arricchisce di scoperte mano a mano che si va avanti nella lettura: molti lamentano le eccessive sottotrame che si pensa Kishimoto metta per "allungare il brodo", ma comunque tutti i vari colpi di scena si riconducono bene o male al filone principale.
Naturalmente peccherei d'ingenuità se credessi che Kishimoto non sia interessato a proseguire la sua serie fortunata, ci sono infatti situazioni di cui si sarebbe potuto fare a meno, ma penso che per le vicende principali siano state decise dall'autore già da tempo.
I personaggi, chi più chi meno, sono sufficientemente caratterizzati: alcuni risultano molto importanti e presenti nella trama, altri lasciano decisamente il segno anche se non appaiono continuamente nella storia (es: Haku, Gaara, Deidara...).
Il fatto che in Naruto siano presenti praticamente due coprotagonisti (Naruto e Sasuke, a cui Kishimoto dà moltissima importanza) per me è un punto a favore: un solo protagonista assoluto forse avrebbe reso più monotona la storia.
Può capitare che Naruto inoltre, attraversi degli alti e bassi che lo portano a modificare le sue convinzioni o essere confuso sul da farsi: questa cosa si vede specialmente nei capitoli più recenti e secondo me dà un tocco di umanità in più al personaggio.
Naturalmente ci sono difetti nel manga che mi impediscono di dare il massimo dei voti: alcune situazioni sono contraddittorie, o sono state chiuse frettolosamente e male; la scarsa importanza dei personaggi femminili; il ricorso a stili di combattimento in cui conta sempre di più solo la forza e non la strategia; il progressivo "abbandono" di alcuni importanti personaggi della prima serie; situazioni a volte al di là del comprensibile, nonostante sia un manga in cui da subito c'è una componente "magica" molto forte.
Nonostante tutto per me gli aspetti positivi superano quelli negativi, per cui consiglio comunque di darci un'occhiata: anche se non perfetto, potreste innamorarvi di qualche personaggio e appassionarvi come ho fatto io, cosa che mi spinge a dargli un 9, anche se come giudizio più onesto sarebbe un 8,5.
Sarà stata la (per me) novità del mondo manga, ma sono ormai tre anni che questa storia mi ha conquistata, e dal 2007 circa ho recuperato i volumetti già pubblicati e cominciato a leggere gli spoiler tanto che sono al pari delle uscite in Giappone. Sinceramente la storia non mi annoia mai: ci sono state sicuramente delle scelte di Kishimoto che non ho condiviso, ma per me la cosa importante è che ogni settimana attendo con piacere l'uscita del capitolo, segno che personalmente l'autore riesce ancora a tenere viva la mia attenzione.
Capisco naturalmente che possa essere una questione di gusti, ad esempio io ho cominciato a leggere qualche altro shonen o seguire qualche anime molto apprezzati da altri a sentire quello che si dice in rete, ma che però mi hanno entusiasmato meno, pur piacendomi.
Il soggetto tratta di guerrieri ninja, ma chi si aspetta i ninja tradizionali non può che rimanerne deluso: gli elementi fantastici (esseri sovrannaturali, demoni, tecniche magiche) sono molti.
Forse si può dire che che il manga non vuole trattare una storia realistica, ma si rifà magari alle leggende che circondavano queste figure, capaci ad esempio di dissolversi in una nuvola di fumo.
La storia di Naruto, anche se non brillerà per assoluta originalità, scorre bene e si arricchisce di scoperte mano a mano che si va avanti nella lettura: molti lamentano le eccessive sottotrame che si pensa Kishimoto metta per "allungare il brodo", ma comunque tutti i vari colpi di scena si riconducono bene o male al filone principale.
Naturalmente peccherei d'ingenuità se credessi che Kishimoto non sia interessato a proseguire la sua serie fortunata, ci sono infatti situazioni di cui si sarebbe potuto fare a meno, ma penso che per le vicende principali siano state decise dall'autore già da tempo.
I personaggi, chi più chi meno, sono sufficientemente caratterizzati: alcuni risultano molto importanti e presenti nella trama, altri lasciano decisamente il segno anche se non appaiono continuamente nella storia (es: Haku, Gaara, Deidara...).
Il fatto che in Naruto siano presenti praticamente due coprotagonisti (Naruto e Sasuke, a cui Kishimoto dà moltissima importanza) per me è un punto a favore: un solo protagonista assoluto forse avrebbe reso più monotona la storia.
Può capitare che Naruto inoltre, attraversi degli alti e bassi che lo portano a modificare le sue convinzioni o essere confuso sul da farsi: questa cosa si vede specialmente nei capitoli più recenti e secondo me dà un tocco di umanità in più al personaggio.
Naturalmente ci sono difetti nel manga che mi impediscono di dare il massimo dei voti: alcune situazioni sono contraddittorie, o sono state chiuse frettolosamente e male; la scarsa importanza dei personaggi femminili; il ricorso a stili di combattimento in cui conta sempre di più solo la forza e non la strategia; il progressivo "abbandono" di alcuni importanti personaggi della prima serie; situazioni a volte al di là del comprensibile, nonostante sia un manga in cui da subito c'è una componente "magica" molto forte.
Nonostante tutto per me gli aspetti positivi superano quelli negativi, per cui consiglio comunque di darci un'occhiata: anche se non perfetto, potreste innamorarvi di qualche personaggio e appassionarvi come ho fatto io, cosa che mi spinge a dargli un 9, anche se come giudizio più onesto sarebbe un 8,5.
Da quando l'anime di Naruto è approdato su Mediaset, questo titolo ha incontrato il grande pubblico. Io invece seguo il manga dalla sua prima edizione, ed è tuttora in corso.
Una cosa che mi piace molto è la caratterizzazione dei protagonisti, molto accurata. La narrazione del passato dei vari personaggi, sia dei protagonisti che degli antagonisti, danno molto corpo e umanità alla storia. Personalmente non credo che il passato tragico dei "cattivi" sia usato per giustificare il loro comportamento, ma soltanto per far vedere come ogni persona reagisca diversamente al dolore.
Sinceramente non me la sento nemmeno di fare una differenziazione tra il Naruto iniziale e il Naruto Shippuden. Semplicemente la prima parte era più incentrata su Naruto stesso, nonostante venissero ben approfonditi gli scontri degli altri personaggi (ad esempio come avviene nel torneo della selezione dei Chunin), invece nella seconda parte subentrano altre sottotrame.
Certamente leggendo un volume ogni 2 mesi sembra che la storia non vada mai avanti, ma non è così; semplicemente c'è un approfondimento maggiore di alcuni aspetti. Infatti rileggendo i numeri uno di seguito all'altro, non si ha più questa impressione (almeno per me). Anzi, sono arrivata alla conclusione che la seconda parte è anche migliore, perchè le tecniche ninja usate negli scontri diventano sempre più raffinate e potenti.
Nonostante sia evidente che apprezzo profondamente Naruto, non lo ritengo però esente da qualche critica.
<b>[ATTENZIONE SPOILER]</b>
La decisione di far diventare Sasuke un traditore è veramente geniale. Per quanto Sasuke abbia un carattere difficile, l'amicizia con Naruto è sempre apparsa sincera. In più Sasuke è persino più amato del protagonista.
Peccato che quando Sasuke riesce ad uccidere il fratello, si scopre che quest'ultimo ha sacrificato la sua vita e la reputazione per Sasuke! Ecco... in quel momento avrei voluto strappare il volume che avevo tra le mani... ma che razza di viaggio mentale si è fatto Kishimoto? La spiegazione che è stata data per il comportamento di Itaki è troppo assurda, davvero troppo poco realistica. Lo so che sto leggendo un manga, ma non si può dall'alba al tramonto sconvolgere il significato delle azioni di un personaggio in modo così poco convincente (almeno a me non è parso convincente).
Un'altra cosa che alla lunga mi ha stancato è la convinzione di Naruto a voler a tutti i costi far tornare Sasuke sulla retta via. Certo, non poteva ammazzarlo subito dopo il tradimento, doveva per forza cercare di convincerlo in ogni modo ad abbandonare le sue convinzione? Alla fine anche lui dovrà arrendersi all'evidenza!
<b>[FINE SPOILER]</b>
Apparte questi difetti per me Naruto rimane un prodotto di qualità.
Per quanto riguarda il disegno apprezzo molto l'uso delle prospettive. Il tratto è semplice e deciso, ma più matura più diventa "freddo". Lo preferivo quando era un po' più acerbo.
Lo consiglio solo a chi è interessato a un manga d'azione/avventura dove viene narrata la crescita del protagonista, sia dal punto di vista delle tecniche di combattimento che emotiva; ma se siete dei romanticoni lasciate perdere, i rapporti uomo/donna sono solo accennati.
Una cosa che mi piace molto è la caratterizzazione dei protagonisti, molto accurata. La narrazione del passato dei vari personaggi, sia dei protagonisti che degli antagonisti, danno molto corpo e umanità alla storia. Personalmente non credo che il passato tragico dei "cattivi" sia usato per giustificare il loro comportamento, ma soltanto per far vedere come ogni persona reagisca diversamente al dolore.
Sinceramente non me la sento nemmeno di fare una differenziazione tra il Naruto iniziale e il Naruto Shippuden. Semplicemente la prima parte era più incentrata su Naruto stesso, nonostante venissero ben approfonditi gli scontri degli altri personaggi (ad esempio come avviene nel torneo della selezione dei Chunin), invece nella seconda parte subentrano altre sottotrame.
Certamente leggendo un volume ogni 2 mesi sembra che la storia non vada mai avanti, ma non è così; semplicemente c'è un approfondimento maggiore di alcuni aspetti. Infatti rileggendo i numeri uno di seguito all'altro, non si ha più questa impressione (almeno per me). Anzi, sono arrivata alla conclusione che la seconda parte è anche migliore, perchè le tecniche ninja usate negli scontri diventano sempre più raffinate e potenti.
Nonostante sia evidente che apprezzo profondamente Naruto, non lo ritengo però esente da qualche critica.
<b>[ATTENZIONE SPOILER]</b>
La decisione di far diventare Sasuke un traditore è veramente geniale. Per quanto Sasuke abbia un carattere difficile, l'amicizia con Naruto è sempre apparsa sincera. In più Sasuke è persino più amato del protagonista.
Peccato che quando Sasuke riesce ad uccidere il fratello, si scopre che quest'ultimo ha sacrificato la sua vita e la reputazione per Sasuke! Ecco... in quel momento avrei voluto strappare il volume che avevo tra le mani... ma che razza di viaggio mentale si è fatto Kishimoto? La spiegazione che è stata data per il comportamento di Itaki è troppo assurda, davvero troppo poco realistica. Lo so che sto leggendo un manga, ma non si può dall'alba al tramonto sconvolgere il significato delle azioni di un personaggio in modo così poco convincente (almeno a me non è parso convincente).
Un'altra cosa che alla lunga mi ha stancato è la convinzione di Naruto a voler a tutti i costi far tornare Sasuke sulla retta via. Certo, non poteva ammazzarlo subito dopo il tradimento, doveva per forza cercare di convincerlo in ogni modo ad abbandonare le sue convinzione? Alla fine anche lui dovrà arrendersi all'evidenza!
<b>[FINE SPOILER]</b>
Apparte questi difetti per me Naruto rimane un prodotto di qualità.
Per quanto riguarda il disegno apprezzo molto l'uso delle prospettive. Il tratto è semplice e deciso, ma più matura più diventa "freddo". Lo preferivo quando era un po' più acerbo.
Lo consiglio solo a chi è interessato a un manga d'azione/avventura dove viene narrata la crescita del protagonista, sia dal punto di vista delle tecniche di combattimento che emotiva; ma se siete dei romanticoni lasciate perdere, i rapporti uomo/donna sono solo accennati.
Il voto è in tealtà un 7,5.
Naruto è un manga che ormai i più conoscono a causa della notevole commercializzazione, dunque, non ha affatto bisogno di introduzioni.
Io l'ho sempre considerato un manga gradevole, scorrevole e con i suoi pregi e difetti, dunque non un capolavoro, ma per niente una catastrofe.
Ha i suoi alti e i suoi bassi, che ora, con lo shippuden, si stanno avvertendo un po' di più, ma ne parlerò con calma.
Prima cosa che andrò ad analizzare sono i personaggi, considerando solo la prima serie: essi complessivamente sono abbastanza ben realizzati e donano atmosfera all'opera.
Si sente però, dopo un po', l'abuso di background tristi e già visti (Haku è molto simile a Gaara come costruzione), luoghi comuni ovvi e ripetuti (tra fratelli c'è sempre amore e affetto) e un'incapacità generale di costruire un personaggio femminile affascinante e degno di questo nome, anche se si salvano abbastanza Tsunade ed Hinata.
Tuttavia, elementi come Shikamaru, Kabuto (anche se la sua caratterizzazione va scemando verso la fine) e gli Uchiha in generale sono davvero ottimi.
Generalmente pochi personaggi vengono trascurati, e la maggior parte di essi vengono approfonditi per bene (soprattutto durante l'esame di selezione dei chunin, la parte migliore, imo).
I cattivi non sono semplici stereotipi, salvo qualche eccezione (il quartetto del suono), e dopo un po' diviene quasi difficile continuare a definirli tali.
Passando alle tecniche, direi che sono la cosa che preferisco: variegate e mai surreali, ma sempre ben spiegate, danno maggior particolarità ai personaggi, e hanno sempre i loro punti deboli.
C'è qualche illogicità qua e là (perchè Gaara, trasformato tra l'altro, non ammazza subito Naruto con il funerale del deserto?), più qualche forzatura (la tecnica superiperproibita di suicidio che, in teoria, dovrebbe molto più che affaticare chi la usa, spesso e volentieri non produce l'effetto collaterale, anche se esso viene spiegato).
Per quanto riguarda i disegni, non sono male, anche se i tagli di capelli sono esagerati, e ben pochi personaggi femminili sono presentabili.
Tutto ciò, detto in maniera un po' spicciola, è riferito alla prima serie. Nella seconda, invece, molti saranno d'accordo con me nel dire che c'è un calo generale.
I difetti della prima serie iniziano a prevalere: forzature varie e maggior abuso di cose già viste (la storia di Itachi non mi è piaciuta, ad esempio).
I cattivi perdono di spessore e divengono sempre meno interessanti (mi dispiace, ma nessuno degli Alba mi piace).
Alcuni buoni spunti della prima serie vengono sprecati; che fine fanno praticamente tutti i comprimari? Misere comparse e poco più... quasi si spera ad un ritorno alle origini.
Perfino Naruto subisce un calo a livello di caratterizzazione, divenendo una sorta di secondo Goku.
Tuttavia il prodotto resta leggero, scorrevole e i disegni migliorano (in particolare le espressioni facciali).
Non sono molto bravo a fare analisi complicate, e difatti termino qui la mia recensione, concludendo dicendo che in Naruto non va cercata la perfezione assoluta, ma solo un prodotto carino e di buona costruzione, con i suoi difetti, ma comunque semplice, mai complicatissimo e scorrevole.
Naruto è un manga che ormai i più conoscono a causa della notevole commercializzazione, dunque, non ha affatto bisogno di introduzioni.
Io l'ho sempre considerato un manga gradevole, scorrevole e con i suoi pregi e difetti, dunque non un capolavoro, ma per niente una catastrofe.
Ha i suoi alti e i suoi bassi, che ora, con lo shippuden, si stanno avvertendo un po' di più, ma ne parlerò con calma.
Prima cosa che andrò ad analizzare sono i personaggi, considerando solo la prima serie: essi complessivamente sono abbastanza ben realizzati e donano atmosfera all'opera.
Si sente però, dopo un po', l'abuso di background tristi e già visti (Haku è molto simile a Gaara come costruzione), luoghi comuni ovvi e ripetuti (tra fratelli c'è sempre amore e affetto) e un'incapacità generale di costruire un personaggio femminile affascinante e degno di questo nome, anche se si salvano abbastanza Tsunade ed Hinata.
Tuttavia, elementi come Shikamaru, Kabuto (anche se la sua caratterizzazione va scemando verso la fine) e gli Uchiha in generale sono davvero ottimi.
Generalmente pochi personaggi vengono trascurati, e la maggior parte di essi vengono approfonditi per bene (soprattutto durante l'esame di selezione dei chunin, la parte migliore, imo).
I cattivi non sono semplici stereotipi, salvo qualche eccezione (il quartetto del suono), e dopo un po' diviene quasi difficile continuare a definirli tali.
Passando alle tecniche, direi che sono la cosa che preferisco: variegate e mai surreali, ma sempre ben spiegate, danno maggior particolarità ai personaggi, e hanno sempre i loro punti deboli.
C'è qualche illogicità qua e là (perchè Gaara, trasformato tra l'altro, non ammazza subito Naruto con il funerale del deserto?), più qualche forzatura (la tecnica superiperproibita di suicidio che, in teoria, dovrebbe molto più che affaticare chi la usa, spesso e volentieri non produce l'effetto collaterale, anche se esso viene spiegato).
Per quanto riguarda i disegni, non sono male, anche se i tagli di capelli sono esagerati, e ben pochi personaggi femminili sono presentabili.
Tutto ciò, detto in maniera un po' spicciola, è riferito alla prima serie. Nella seconda, invece, molti saranno d'accordo con me nel dire che c'è un calo generale.
I difetti della prima serie iniziano a prevalere: forzature varie e maggior abuso di cose già viste (la storia di Itachi non mi è piaciuta, ad esempio).
I cattivi perdono di spessore e divengono sempre meno interessanti (mi dispiace, ma nessuno degli Alba mi piace).
Alcuni buoni spunti della prima serie vengono sprecati; che fine fanno praticamente tutti i comprimari? Misere comparse e poco più... quasi si spera ad un ritorno alle origini.
Perfino Naruto subisce un calo a livello di caratterizzazione, divenendo una sorta di secondo Goku.
Tuttavia il prodotto resta leggero, scorrevole e i disegni migliorano (in particolare le espressioni facciali).
Non sono molto bravo a fare analisi complicate, e difatti termino qui la mia recensione, concludendo dicendo che in Naruto non va cercata la perfezione assoluta, ma solo un prodotto carino e di buona costruzione, con i suoi difetti, ma comunque semplice, mai complicatissimo e scorrevole.
Grande, grande delusione, ma parliamone con calma iniziando dalla grafica:
I disegni sono semplici, raramente molto decorati, le figure tuttavia sono proporzionate. I paesaggi si ripetono spesso, e non si trovano grandi cambiamenti tra i villaggi. I costumi sono essenziali, ma abbastanza originali, anche se alcuni li trovo davvero di cattivo gusto e di scarsa fantasia.
Lo stile non mi appassiona molto, spesso nei combattimenti vengono saltate scene importanti per far comprendere lo svolgimento della vicenda.
Ho trovato che a volte, nei disegni, le proporzioni facciali sono errate, cosa che fortunatamente si è corretta nell'anime, così come i combattimenti.
La copertina è accettabile, e trovo che sia stata inutile la correzione con la sovracopertina nella riedizione "gold".
Ora veniamo alla storia: la trama è interessante, comprensibile, anche piacevole, ma trovo che in alcuni punti sia troppo banale. Le scene comiche sono prive di sarcasmo effettivo, più che altro si prova pena per il personaggio vista la sua stupidità.
Insomma, niente battute fondate su un minimo di intelligenza, ma semplici battute cretine e basta.
I personaggi sono l'imitazione mal riuscita di altri, presi da altri manga. Sono davvero pochi quelli con del vero carattere, e per di più non ne viene assegnata la giusta importanza, come ad esempio il protagonista, Naruto. Il suo sogno è diventare Hokage, il suo passato sofferente, la sua allegria salta subito all'occhio. E' un ragazzo che predica il bene e pretende di predicarlo anche davanti a chi sente di appartenere a quell'universo completamente diverso chiamato "male". Davvero stupido, e anche molto scontato, azzarderei, poco umano.
Innanzitutto se davvero una persona ha sofferto molto, non va a fare la predica ad altri che soffrono, non nasconde tutto in se stesso senza che questo causi errori, è matematicamente impossibile. Suvvia, esiste al mondo qualcuno che non commette errori o, se li commette, viene comunque visto con tenerezza, senza pensarci troppo su? Mi sembra irreale, inumano, una banalità inventata solo per farci piacere quel ragazzino dai capelli biondi. E non parliamo delle varie esperienze!
Allora, per un bel po' di volumi ci hanno parlato del passato di Naruto, della sua sofferenza, e francamente, l'ho trovato anche noioso. Ma adesso parliamo dei personaggi che io ritengo parzialmente riusciti, a cui però è stata sempre assegnata una parte "cattiva", "insensata".
Ad esempio Orochimaru: anche lui è orfano, anche lui aveva un sogno che per di più è stato distrutto, anche lui era tremendamente chiuso in se stesso, da piccolo; allora io mi chiedo: questa storia dove viene descritta? Ma sono tutti convinti che un bambino chiuso in se stesso debba obbligatoriamente essere simpatico e allegro? Il bello è che ciò viene dato per scontato, come tante altre emozioni, descritte alla men peggio.
Le sorie dei vari personaggi sono irregolari, poco basate sulla loro psicologia, poco articolate e molto simili tra loro.
Per le tecniche... direi che alcune sono buone, particolari, ma altre... insomma, "Tecnica dell'Harem"? Mai sentita stupidità più grande. Per l'amor del cielo, non dico che questo genere di humour non deve essere presente, ma non mettetelo in tecniche ninja!
Per non parlare di altre, che sono uguali per tutti, senza distinzione tra carattere e aspetto fisico, almeno per quanto riguarda i "buoni".
Insomma ho assegnato 3 per premiare appena la grafica e la scarsa leggibilità della storia, ma meritava anche meno.
Pessimo. Ne avevo sentito parlare molto bene, ma alla fine mi sono resa conto che comprare quel manga è come buttare i soldi per strada.
I disegni sono semplici, raramente molto decorati, le figure tuttavia sono proporzionate. I paesaggi si ripetono spesso, e non si trovano grandi cambiamenti tra i villaggi. I costumi sono essenziali, ma abbastanza originali, anche se alcuni li trovo davvero di cattivo gusto e di scarsa fantasia.
Lo stile non mi appassiona molto, spesso nei combattimenti vengono saltate scene importanti per far comprendere lo svolgimento della vicenda.
Ho trovato che a volte, nei disegni, le proporzioni facciali sono errate, cosa che fortunatamente si è corretta nell'anime, così come i combattimenti.
La copertina è accettabile, e trovo che sia stata inutile la correzione con la sovracopertina nella riedizione "gold".
Ora veniamo alla storia: la trama è interessante, comprensibile, anche piacevole, ma trovo che in alcuni punti sia troppo banale. Le scene comiche sono prive di sarcasmo effettivo, più che altro si prova pena per il personaggio vista la sua stupidità.
Insomma, niente battute fondate su un minimo di intelligenza, ma semplici battute cretine e basta.
I personaggi sono l'imitazione mal riuscita di altri, presi da altri manga. Sono davvero pochi quelli con del vero carattere, e per di più non ne viene assegnata la giusta importanza, come ad esempio il protagonista, Naruto. Il suo sogno è diventare Hokage, il suo passato sofferente, la sua allegria salta subito all'occhio. E' un ragazzo che predica il bene e pretende di predicarlo anche davanti a chi sente di appartenere a quell'universo completamente diverso chiamato "male". Davvero stupido, e anche molto scontato, azzarderei, poco umano.
Innanzitutto se davvero una persona ha sofferto molto, non va a fare la predica ad altri che soffrono, non nasconde tutto in se stesso senza che questo causi errori, è matematicamente impossibile. Suvvia, esiste al mondo qualcuno che non commette errori o, se li commette, viene comunque visto con tenerezza, senza pensarci troppo su? Mi sembra irreale, inumano, una banalità inventata solo per farci piacere quel ragazzino dai capelli biondi. E non parliamo delle varie esperienze!
Allora, per un bel po' di volumi ci hanno parlato del passato di Naruto, della sua sofferenza, e francamente, l'ho trovato anche noioso. Ma adesso parliamo dei personaggi che io ritengo parzialmente riusciti, a cui però è stata sempre assegnata una parte "cattiva", "insensata".
Ad esempio Orochimaru: anche lui è orfano, anche lui aveva un sogno che per di più è stato distrutto, anche lui era tremendamente chiuso in se stesso, da piccolo; allora io mi chiedo: questa storia dove viene descritta? Ma sono tutti convinti che un bambino chiuso in se stesso debba obbligatoriamente essere simpatico e allegro? Il bello è che ciò viene dato per scontato, come tante altre emozioni, descritte alla men peggio.
Le sorie dei vari personaggi sono irregolari, poco basate sulla loro psicologia, poco articolate e molto simili tra loro.
Per le tecniche... direi che alcune sono buone, particolari, ma altre... insomma, "Tecnica dell'Harem"? Mai sentita stupidità più grande. Per l'amor del cielo, non dico che questo genere di humour non deve essere presente, ma non mettetelo in tecniche ninja!
Per non parlare di altre, che sono uguali per tutti, senza distinzione tra carattere e aspetto fisico, almeno per quanto riguarda i "buoni".
Insomma ho assegnato 3 per premiare appena la grafica e la scarsa leggibilità della storia, ma meritava anche meno.
Pessimo. Ne avevo sentito parlare molto bene, ma alla fine mi sono resa conto che comprare quel manga è come buttare i soldi per strada.
<b>[ATTENZIONE SPOILER]</b>
Naruto è, per adesso, il mio manga preferito. Nonostante con la seconda serie cali di qualità, un 9 non glielo toglie nessuno.
La prima serie mi ha colpito molto per i combattimenti che si susseguivano uno dietro l’altro, con nemici come Orochimaru, che sembrava impossibile da sconfiggere, e la lotta finale di Sasuke contro Naruto.
Un bel manga, che racconta la storia di un giovane ninja che vuole diventare Hokage, ovvero il capo di “Konoha”, con molte difficoltà da superare.
Poi il tradimento di Sasuke, che alla fine uccide Orochimaru e ne prende i poteri, ma non finisce lì, infatti poco dopo, il fratello Itachi si lascia uccidere da lui, passandogli cosi un nuovo potere. Sasuke dopo aver parlato con Madara diventa membro del team Akatsuki. Intanto si scopre tutto dell’organizzazione, che ha uno scopo abbastanza banale. Inoltre Pain uccide L’eremita dei rospi. E così via.
Ma per me succede tutto troppo in fretta, quasi per far finire la serie. E nell’ultimo volume entra in scena Danzo che non vuole che Naruto venga avvertito dell’attacco a Konoha.
A me sembra che con tutti i nuovi avvenimenti il personaggio di Naruto venga messo da parte, e devo dire che anche la qualità dei combattimenti scende di livello.
Come disegni… be', come stile mi piace, è ben attento ai dettagli anche agli edifici. Belli i personaggi, con molto carattere e senza la presenza di stereotipi fissi, nessuna somiglianza, davvero belli.
Il mio preferito è Kabuto che nonostante sottostia agli ordini di Orochimaru, ha un ottima caratterizzazione.
Poi come tralasciare Madara, che sembra sapere tutto di tutti?
Anche se tutto il resto cala, nella seconda serie i disegni restano stupendi, e sinceramente quei modulatori di chakra di Pain io pensavo fossero piercing!
Nel complesso mi è piaciuto molto, sia come sviluppo della trama che come disegni, tutto. Non gli assegno 10 per la seconda serie, ma resta comunque un bellissimo manga che consiglio a tutti voi.
Naruto è, per adesso, il mio manga preferito. Nonostante con la seconda serie cali di qualità, un 9 non glielo toglie nessuno.
La prima serie mi ha colpito molto per i combattimenti che si susseguivano uno dietro l’altro, con nemici come Orochimaru, che sembrava impossibile da sconfiggere, e la lotta finale di Sasuke contro Naruto.
Un bel manga, che racconta la storia di un giovane ninja che vuole diventare Hokage, ovvero il capo di “Konoha”, con molte difficoltà da superare.
Poi il tradimento di Sasuke, che alla fine uccide Orochimaru e ne prende i poteri, ma non finisce lì, infatti poco dopo, il fratello Itachi si lascia uccidere da lui, passandogli cosi un nuovo potere. Sasuke dopo aver parlato con Madara diventa membro del team Akatsuki. Intanto si scopre tutto dell’organizzazione, che ha uno scopo abbastanza banale. Inoltre Pain uccide L’eremita dei rospi. E così via.
Ma per me succede tutto troppo in fretta, quasi per far finire la serie. E nell’ultimo volume entra in scena Danzo che non vuole che Naruto venga avvertito dell’attacco a Konoha.
A me sembra che con tutti i nuovi avvenimenti il personaggio di Naruto venga messo da parte, e devo dire che anche la qualità dei combattimenti scende di livello.
Come disegni… be', come stile mi piace, è ben attento ai dettagli anche agli edifici. Belli i personaggi, con molto carattere e senza la presenza di stereotipi fissi, nessuna somiglianza, davvero belli.
Il mio preferito è Kabuto che nonostante sottostia agli ordini di Orochimaru, ha un ottima caratterizzazione.
Poi come tralasciare Madara, che sembra sapere tutto di tutti?
Anche se tutto il resto cala, nella seconda serie i disegni restano stupendi, e sinceramente quei modulatori di chakra di Pain io pensavo fossero piercing!
Nel complesso mi è piaciuto molto, sia come sviluppo della trama che come disegni, tutto. Non gli assegno 10 per la seconda serie, ma resta comunque un bellissimo manga che consiglio a tutti voi.
E' piacevole leggerlo, per questo gli do un 7.
Non vorrei stupire nessuno riguardo alla ipotizzata mancanza di fantasia di Masashi Kishimoto ma, a mio modesto parere, osservando lo svolgersi degli eventi nel corso di tutto il manga, mi rendo conto che molti dei colpi di scena della seconda serie (dal volume 27 in poi) erano già stati pensati al momento della creazione. Un'opera che inizia descrivendo il personaggio di Sasuke come il fratello di un traditore, che prima di andare gli dice determinate cose, non può non avere una motivazione alle spalle. La motivazione infatti viene schiaffata in maniera brutale quando più avanti Sasuke incontra un personaggio molto importante che porterà ancora avanti la trama di Naruto per almeno 10 volumi, che gli racconta il passato del villaggio della foglia, degli Uchika ecc..
Riguardo l'accusa secondo al quale questo manga abbia personaggi stereotipati, credo si debba considerare che è cosi in tutti i manga, l'evoluzione del personaggio ha origini indefinite nel tempo. Dalle storie di Giufà siciliane derivazione di favole arabe, a tutte le favole e storie del mondo, il personaggio si evolve, incontra personaggi che lo aiutano in questo, incontra i modi o gli strumenti o le tecniche per agevolare la sua crescita. Ma questa è semiotica...
Quello che vorrei fosse chiaro, è che Naruto è un manga godibilissimo se la si smette di mettersi in cattedra e fare la parte dei lettori navigati. Un mangaka deve attirare anche gente che non ha mai visto l'ombra di un manga, e non necessariamente chi è un "lettore esperto". I difetti che vedono questi ultimi, sono solo manifestazione della continua ricerca del manga perfetto. Cosa che ovviamente non ci si aspetta dal ragazzino che guarda in TV l'anime ed è divertito dal personaggio e che magari in lui si identifica per sfuggire dalla realtà.
I disegni: anche qui faccio la stessa raccomandazione, non dimentichiamoci che stiamo parlando di un manga! E' un disegno, è fantasia, quando mai un mangaka firma una contratto o ha una deontologia insita nel mestiere che gli impone l'utilizzo delle OMBRE? Non esiste ragione per la quale non possa decidere di non metterle e di rendere il disegno elementare. Magari poi verrà fuori da un intervista che per pigrizia, perché il tempo non bastava e gli editori lo pressavano, le pieghe non le ha messe, le ombre non le ha disegnate e la definizione della corporatura dei personaggi ha deciso che fosse tubolare. Resta il fatto che è uno stile di disegno nuovo. Quando ho visto 666 Satan, ho pensato al plagio! Poi il fratello di Masashi ha anche detto che, essendo cresciuti assieme, hanno imparato la stessa tecnica di disegno: io comunque non l'ho più riaperto.
Consiglio la lettura a chiunque abbia voglia di immergersi in un mondo fatto di azione, intrighi e (anche se considerato a buon mercato) molto sentimentalismo, ma non certo per i personaggi femminili completamente ignorati, e su cui potrei dire tante cose... e le dico, almeno un paio di domande: ma come è possibile che Hinata non si dichiari e che Naruto non le parli? Un dialogo da persona matura no? E' un eroe che combatte e salva il villaggio, e non ha il coraggio per farsi quattro chiacchiere? Ma per favore... che assurdità la scelta di dar spazio solo all'azione, ignorando invece dialoghi seri tra i due sessi, che mostrino uno scambio di pensieri.
Non vorrei stupire nessuno riguardo alla ipotizzata mancanza di fantasia di Masashi Kishimoto ma, a mio modesto parere, osservando lo svolgersi degli eventi nel corso di tutto il manga, mi rendo conto che molti dei colpi di scena della seconda serie (dal volume 27 in poi) erano già stati pensati al momento della creazione. Un'opera che inizia descrivendo il personaggio di Sasuke come il fratello di un traditore, che prima di andare gli dice determinate cose, non può non avere una motivazione alle spalle. La motivazione infatti viene schiaffata in maniera brutale quando più avanti Sasuke incontra un personaggio molto importante che porterà ancora avanti la trama di Naruto per almeno 10 volumi, che gli racconta il passato del villaggio della foglia, degli Uchika ecc..
Riguardo l'accusa secondo al quale questo manga abbia personaggi stereotipati, credo si debba considerare che è cosi in tutti i manga, l'evoluzione del personaggio ha origini indefinite nel tempo. Dalle storie di Giufà siciliane derivazione di favole arabe, a tutte le favole e storie del mondo, il personaggio si evolve, incontra personaggi che lo aiutano in questo, incontra i modi o gli strumenti o le tecniche per agevolare la sua crescita. Ma questa è semiotica...
Quello che vorrei fosse chiaro, è che Naruto è un manga godibilissimo se la si smette di mettersi in cattedra e fare la parte dei lettori navigati. Un mangaka deve attirare anche gente che non ha mai visto l'ombra di un manga, e non necessariamente chi è un "lettore esperto". I difetti che vedono questi ultimi, sono solo manifestazione della continua ricerca del manga perfetto. Cosa che ovviamente non ci si aspetta dal ragazzino che guarda in TV l'anime ed è divertito dal personaggio e che magari in lui si identifica per sfuggire dalla realtà.
I disegni: anche qui faccio la stessa raccomandazione, non dimentichiamoci che stiamo parlando di un manga! E' un disegno, è fantasia, quando mai un mangaka firma una contratto o ha una deontologia insita nel mestiere che gli impone l'utilizzo delle OMBRE? Non esiste ragione per la quale non possa decidere di non metterle e di rendere il disegno elementare. Magari poi verrà fuori da un intervista che per pigrizia, perché il tempo non bastava e gli editori lo pressavano, le pieghe non le ha messe, le ombre non le ha disegnate e la definizione della corporatura dei personaggi ha deciso che fosse tubolare. Resta il fatto che è uno stile di disegno nuovo. Quando ho visto 666 Satan, ho pensato al plagio! Poi il fratello di Masashi ha anche detto che, essendo cresciuti assieme, hanno imparato la stessa tecnica di disegno: io comunque non l'ho più riaperto.
Consiglio la lettura a chiunque abbia voglia di immergersi in un mondo fatto di azione, intrighi e (anche se considerato a buon mercato) molto sentimentalismo, ma non certo per i personaggi femminili completamente ignorati, e su cui potrei dire tante cose... e le dico, almeno un paio di domande: ma come è possibile che Hinata non si dichiari e che Naruto non le parli? Un dialogo da persona matura no? E' un eroe che combatte e salva il villaggio, e non ha il coraggio per farsi quattro chiacchiere? Ma per favore... che assurdità la scelta di dar spazio solo all'azione, ignorando invece dialoghi seri tra i due sessi, che mostrino uno scambio di pensieri.
E' difficile recensire il manga che più di tutti gli altri mi ha colpito, è un compito arduo dover dare solo 8 a quello che per me risulta essere il manga col potenziale più grande di tutti i tempi... ma considerando lo shippuuden non posso fare altrimenti.
Il manga era eccezionale fino alla fine della prima serie: intrigante e riuscita rappresentazione di una miriade di personaggi quasi tutti incredibilmente carismatici, scontri mozzafiato (Neji vs Kidomaro... lo adoro!) e situazioni mai eccessivamente banali. Bene, tutti questi pregi sembrano essere scomparsi nella seconda serie. O meglio, qualcosa si salva, ma ci sono anche cose che lasciano molto l'amaro in bocca.
Parlando dell'intreccio della trama, era meraviglioso avere una moltitudine di nemici differenti, ma da quando si scopre il gruppo Alba (in maniera a dir poco frettolosa) e se ne scoprono gli obbiettivi (che banalità) il pathos dell'intera opera scema un pò. Certo alcuni scontri rimangono epici (adoro Hidan vs Shikamaru) così come alcuni personaggi (Sasuke è troppo visivamente intrigante, ed anche Neji e Shikamaru) ma in generale si sente come la mancanza di qualcosa in questa seconda serie. Rimane comunque un gran bel manga, il mio preferito, ma avrei effettuato scelte diverse fossi stato io il mangaka.
Il manga era eccezionale fino alla fine della prima serie: intrigante e riuscita rappresentazione di una miriade di personaggi quasi tutti incredibilmente carismatici, scontri mozzafiato (Neji vs Kidomaro... lo adoro!) e situazioni mai eccessivamente banali. Bene, tutti questi pregi sembrano essere scomparsi nella seconda serie. O meglio, qualcosa si salva, ma ci sono anche cose che lasciano molto l'amaro in bocca.
Parlando dell'intreccio della trama, era meraviglioso avere una moltitudine di nemici differenti, ma da quando si scopre il gruppo Alba (in maniera a dir poco frettolosa) e se ne scoprono gli obbiettivi (che banalità) il pathos dell'intera opera scema un pò. Certo alcuni scontri rimangono epici (adoro Hidan vs Shikamaru) così come alcuni personaggi (Sasuke è troppo visivamente intrigante, ed anche Neji e Shikamaru) ma in generale si sente come la mancanza di qualcosa in questa seconda serie. Rimane comunque un gran bel manga, il mio preferito, ma avrei effettuato scelte diverse fossi stato io il mangaka.
<b>[Attenzione, possibili lievi spoiler]</b>.
Ho assegnato un voto più che sufficiente (consideratelo un 6,5) perché la prima parte mi è piaciuta parecchio ma, nel complesso, Naruto mi ha deluso.
Questo manga aveva le potenzialità per essere qualcosa di veramente memorabile, ma purtroppo l’autore ha rovinato tutto: a forza di inserire personaggi e sottotrame che poi non sa gestire, forzare gli eventi in modo che la storia vada nella direzione per lui più comoda e scrivere le sceneggiature in base ai sondaggi di gradimento dei protagonisti, è riuscito a rovinare buone caratterizzazioni, contraddirsi e, in generale, a rendere il tutto orribilmente noioso e infantile, al punto che io, dopo l’ennesima sciocchezza campata per aria che dovrebbe essere un colpo di scena, ho deciso di smettere di seguirlo, ormai non mi interessa nemmeno sapere come va a finire! Ma andiamo con ordine.
Ho iniziato a leggere questo manga a pochi mesi dal suo debutto italiano e, dopo un iniziale scetticismo (la parte introduttiva è quanto di più banale possa esistere) ho dovuto ammettere che non era un’opera priva di qualità.
La trama di base non è affatto male e offre molti spunti da poter portare avanti, inoltre - e questo è un gran punto a suo favore - non è basata su un unico schema narrativo da ripetere ad ogni nuova saga. Ci sono poi diversi personaggi (maschili!) assolutamente degni di nota e nemici intriganti, ed anche dal punto di vista dei combattimenti c’è di che essere soddisfatti: a parte Naruto, che pur usando ogni volta le stesse due tecniche vince sempre e comunque perché “lui non si arrende” ed “è imprevedibile” (come no!), ogni personaggio ha un suo particolare stile di lotta con pregi e difetti, il che permette una bella varietà negli scontri - dalle supermosse a elaborate strategie.
Il risultato complessivo è uno shonen decisamente interessante e gradevole, anche se, già in questa prima parte, nella mia personale classifica di gradimento rimane un gradino sotto One Piece e Hunter x Hunter - i miei preferiti nel genere - per via di alcuni difetti.
Innanzitutto, il cast femminile è davvero pessimo: quella che mi ispirava di più, Anko, si è rivelata una mera comparsa, tra le altre salvo al massimo Tsunade e Temari (personaggio ultra-secondario e nonostante ciò più utile e sveglia di tutte le ninja della foglia messe insieme!), sulle restanti meglio stendere un velo pietoso.
Altro elemento su cui si può discutere, è l’abuso di storie strappalacrime: il 90% dei personaggi, nemici compresi, ha alle spalle un passato di sfiga che dovrebbe spiegarne carattere, scopi e motivazioni. Ora, è vero che molti autori sono soliti donare ai loro eroi tristi esistenze, ma suvvia, non si può usare la scusa del “sono un povero orfano incompreso” per giustificare ogni cosa! Ed è altrettanto impensabile che traumi tanto radicati svaniscano magicamente dopo uno scambio di battute col protagonista! Questo difetto diventerà particolarmente fastidioso nella seconda parte, in cui alcuni personaggi dimostreranno di non valere nulla senza una disgrazia che li spinga ad agire.
Ma, a mio avviso, il vero punto debole di questa prima parte del manga risiede nei suoi tre protagonisti principali - Naruto, Sasuke e Sakura - che sono mooolto lontani dall’essere memorabili, anzi, diciamo pure che in quanto a carisma si fanno superare anche dal famoso tronco a cui appendono gli studenti che non prendono i campanellini! Non li trovo per nulla originali o profondi ma, al contrario, estremamente insipidi e noiosi, per non parlare del fatto che spesso l’autore ce li descrive in un modo per poi rappresentarli in un altro. Ad esempio, Naruto viene costantemente spacciato per l’outsider che compensa la propria mancanza di talento con volontà e duro allenamento, ma a me sembra un raccomandato di prima categoria! E qualcuno ha notizie dell’intelligenza e del carattere risoluto di Sakura?
Comunque, sarà per l’ampio spazio concesso ai comprimari, sarà perché l’evoluzione finale della storia offriva ai tre bambocci notevoli possibilità di maturazione, ma nemmeno l’antipatia dei protagonisti mi impedisce di regalare un 8,5 ai primi 27 volumi di quest’opera, a cui bisogna sommare le speranze di ulteriori miglioramenti che, all’epoca, non mi sembravano per nulla azzardate visto che i presupposti per fare grandi cose non mancavano.
Purtroppo, dire che le mie aspettative per il seguito siano state deluse sarebbe un eufemismo.
Shippuden, aka Naruto Parte Seconda, procede tra alti (pochi) e bassi (molti) per due saghe e mezzo, dopodiché, causa un letale mix di scelte discutibili e mancanza di idee, si perde completamente (e clamorosamente!) in un mare di noia e banalità: non solo mantiene - e, in qualche caso, aggrava - i difetti che vi ho precedentemente elencato, ma riesce anche a peggiorare in tutti quelli che erano i suoi punti forti.
Cominciamo dalla trama. C’è di tutto e di più: morti, morti che resuscitano, flashback, rivelazioni shock, guerre, profezie, intrighi e intrallazzi vari… Tuttavia, ben poco di quanto proposto riesce a coinvolgere od anche solo a convincere; molti di questi elementi danno la sensazione di essere stati buttati dentro nel tentativo di tenere a galla una storia di base divenuta nient’altro che una sequenza di scontri tra personaggi sempre più sgravoni e dotati ormai di poteri dragonballiani, intervallata da drammi, casi umani e messaggi di pace & amore. In alcuni punti Kishimoto dimostra di non avere affatto le idee chiare su dove stia andando a parare, sembra procedere un po’ in base alla sua convenienza personale (leggi: se le cose non filano, se le aggiusta!), un po’ a seconda degli umori del pubblico: prima dice una cosa, poi corregge il tiro, risolve certe questioni con forzature assurde e per giustificarle… altre forzature! Sbaglierò, ma l’impressione è questa.
Ma l’aspetto in cui l’autore ha veramente fallito è un altro. Sento continuamente lodare la maturità raggiunta da Naruto, la maggiore profondità di certe situazioni, le tematiche più adulte… a me sembra invece che, a parte qualche perla nella prima e nella terza saga (è incredibile come le cose acquistino credibilità se dette da Shikamaru, potere dei personaggi ben riusciti!), a livello di contenuti questa seconda parte del manga sia molto banale e infantile; banale perché si tratta sostanzialmente delle solite menate su amicizia, amore e pace viste e sentite in mille altre occasioni, infantile perché Kishimoto, pur avendo a disposizione tantissime occasioni per volare alto, solo poche volte riesce (o vuole!) coglierle, preferendo la strada più facile.
Esempio: il nostro indomito autore vuole gettare un’ombra su Konoha. Bene, anzi, benissimo, era insopportabile il fatto che la Foglia fosse guidata da illuminati e popolata solo da ninja giusti ed eroici, con gli altri villaggi sistematicamente dalla parte del torto. Però non ha il coraggio di intaccare l’alone di purezza che circonda gli Hokage e i loro discepoli, per cui si inventa il personaggio di Danzo e lo rende responsabile di ogni nefandezza perpetrata nel/dal villaggio. Se a Konoha qualcuno sbaglia o lo fa in buona fede o è in qualche modo colpa di Danzo! In questo modo, si ritrova con la botte piena e la moglie ubriaca: la Foglia sbaglia, ma la reputazione di Hokage e seguaci è salva... a parte che il fatto che sembrano dei fessi a cui chiunque può tranquillamente complottare alle spalle. A me pare una scelta un po’ troppo comoda.
Altro esempio: ad un certo punto Naruto abbraccia la filosofia della non-violenza, e decide di risolvere i conflitti con le parole invece che a botte. Ora, diciamocelo: il biondo ninja, per quanto se ne dica, non ha esattamente una personalità trascinante, come è possibile che delinquenti pluri-traumatizzati e incattiviti dal mondo si redimano per via di un ragazzino che spara retorica a buon mercato? Semplice: i personaggi coinvolti in questo genere di situazioni sottostanno alla “regola del protagonista”! Naruto è il protagonista, per cui ha ragione e stop, si è detto che ha il potere di cambiare le persone e quindi le cambia. Puoi anche aver ucciso il tuo caro maestro senza farti troppi problemi, ma se il protagonista deciderà di parlarti non solo dovrai dargli retta, ma il suo insulso discorsetto ti colpirà così tanto da farti abbandonare i tuoi piani. In pratica, non è il nostro eroe ad elevarsi, sono gli altri a scendere al suo livello. Vi sembra maturità questa?
Potrei fare altri esempi di situazioni del genere, ma non è il caso che mi dilunghi più di quanto sto già facendo, inoltre sarebbero davvero troppo spoilerosi.
Passiamo agli scontri. Nella prima parte mi erano piaciuti tutti tranne un paio, ora è il contrario: se ne salvano due o tre e il resto è da buttare. Tutto si riduce a sequenze di supertecniche invincibili, che alle volte si concludono pure con un nulla di fatto. Il problema però non è solo quello che ci viene mostrato, ma anche come ci viene mostrato: se, da una parte, abbiamo battaglie che si trascinano per capitoli e capitoli senza motivo, dall’altra capita di assistere al triste spettacolo di nemici considerati imbattibili fino a poco prima che si rimbecilliscono di colpo per venire sconfitti in poche vignette. Che succede, Kishi? Eppure i combattimenti li sapevi rappresentare!
Ultime, ma non per importanza, le considerazioni sui personaggi.
Sciocchi noi che abbiamo riposto fiducia nel terzetto protagonista! I tre fenomeni, che già non brillavano per carisma e simpatia, si sono addirittura involuti, diventando, se possibile, ancora più odiosi.
Naruto, sempre più monotematico e raccomandato (alla fine, gli è bastato qualche giorno per superare i suoi maestri… e, ricordiamolo, lui era quello senza talento!), ha pensato bene di “harugloryzzarsi”, diventando il tipico protagonista insignificante e tendente alle sparate buoniste a cui comunque tutti danno retta perché… è il protagonista!
Sasuke, ora accompagnato da tre amebe in modo da sembrare più carismatico e intelligente per confronto, alterna momenti da superfigo intangibile ad allucinanti figure da deficiente, ma ormai non ha davvero più nulla da dire come personaggio; ri-traumatizzarlo non serve a renderlo più interessante, il pubblico vuole solo sapere se e quando morirà di morte violenta.
La peggiore, però, è come al solito Sakura: inizialmente trasformata in una brutta copia di Tsunade, tempo una saga ritorna al suo consueto ruolo di inutile lagna; se continua così, il premio per il più patetico personaggio femminile della storia degli shonen non glielo leva nessuno!
Tutti i coprotagonisti che tanto mi piacevano, salvo poche eccezioni, scompaiono dalla scena per venire ripescati solo ogni tanto per una comparsata e, purtroppo, le new entry li fanno rimpiangere: tra i nuovi personaggi ho apprezzato (ma neanche tanto!) solo Deidara, Sasori e Hidan, gli altri, sia buoni che cattivi, sono scialbi, male utilizzati e, in alcuni casi, fanno sorgere legittimi dubbi circa la loro effettiva utilità. Ad esempio, Karin serve solo a constatare quanto è figo Sasuke, mentre Jugo… beh, non l’ho ancora capito! Il Premio Delusione però lo assegno senza ombra di dubbio a Mr. Piercing: questo personaggio aveva saputo destare grande curiosità ancor prima di apparire, per anni si erano fatte speculazioni circa la sua identità ed i suoi scopi e alla fine… non solo rivela una personalità intrigante quanto quella di un comodino, non solo ci regala due dei più brutti scontri mai visti in uno shonen, ma la sua vicenda si conclude in un modo così superficiale e ridicolo da far rimanere allibiti.
Direi che è ora di concludere questo papiro (talmente prolisso da essere imbarazzante, sorry!), le ragioni della “morte” del mio interesse dovrebbero essere chiare.
Naruto poteva essere uno dei migliori titoli di sempre nel suo genere, verrà invece ricordato per la straordinaria bravura dimostrata nel distruggere le aspettative di una buona fetta dei suoi fan… perché penso che la maggior parte di coloro che criticano questo manga lo facciano per sincera delusione, non “per moda” o per sentirsi intelligenti parlando male delle serie commerciali.
A me piaceva, e molto: era l’unico manga di cui seguivo gli spoiler insieme a One Piece e HxH. Purtroppo, dopo avermi deluso, dopo essersi fatto seriamente odiare (sono arrivata a compiacermi nel leggere altre stroncature!), è giunta l’indifferenza, una totale e solenne indifferenza verso tutto ciò che sta accadendo e tutto ciò che dovrà accadere. E credo che questa sia una delle peggiori sensazioni che una storia possa suscitare.
Concludo dicendo: peccato. Ma peccato davvero!
Ho assegnato un voto più che sufficiente (consideratelo un 6,5) perché la prima parte mi è piaciuta parecchio ma, nel complesso, Naruto mi ha deluso.
Questo manga aveva le potenzialità per essere qualcosa di veramente memorabile, ma purtroppo l’autore ha rovinato tutto: a forza di inserire personaggi e sottotrame che poi non sa gestire, forzare gli eventi in modo che la storia vada nella direzione per lui più comoda e scrivere le sceneggiature in base ai sondaggi di gradimento dei protagonisti, è riuscito a rovinare buone caratterizzazioni, contraddirsi e, in generale, a rendere il tutto orribilmente noioso e infantile, al punto che io, dopo l’ennesima sciocchezza campata per aria che dovrebbe essere un colpo di scena, ho deciso di smettere di seguirlo, ormai non mi interessa nemmeno sapere come va a finire! Ma andiamo con ordine.
Ho iniziato a leggere questo manga a pochi mesi dal suo debutto italiano e, dopo un iniziale scetticismo (la parte introduttiva è quanto di più banale possa esistere) ho dovuto ammettere che non era un’opera priva di qualità.
La trama di base non è affatto male e offre molti spunti da poter portare avanti, inoltre - e questo è un gran punto a suo favore - non è basata su un unico schema narrativo da ripetere ad ogni nuova saga. Ci sono poi diversi personaggi (maschili!) assolutamente degni di nota e nemici intriganti, ed anche dal punto di vista dei combattimenti c’è di che essere soddisfatti: a parte Naruto, che pur usando ogni volta le stesse due tecniche vince sempre e comunque perché “lui non si arrende” ed “è imprevedibile” (come no!), ogni personaggio ha un suo particolare stile di lotta con pregi e difetti, il che permette una bella varietà negli scontri - dalle supermosse a elaborate strategie.
Il risultato complessivo è uno shonen decisamente interessante e gradevole, anche se, già in questa prima parte, nella mia personale classifica di gradimento rimane un gradino sotto One Piece e Hunter x Hunter - i miei preferiti nel genere - per via di alcuni difetti.
Innanzitutto, il cast femminile è davvero pessimo: quella che mi ispirava di più, Anko, si è rivelata una mera comparsa, tra le altre salvo al massimo Tsunade e Temari (personaggio ultra-secondario e nonostante ciò più utile e sveglia di tutte le ninja della foglia messe insieme!), sulle restanti meglio stendere un velo pietoso.
Altro elemento su cui si può discutere, è l’abuso di storie strappalacrime: il 90% dei personaggi, nemici compresi, ha alle spalle un passato di sfiga che dovrebbe spiegarne carattere, scopi e motivazioni. Ora, è vero che molti autori sono soliti donare ai loro eroi tristi esistenze, ma suvvia, non si può usare la scusa del “sono un povero orfano incompreso” per giustificare ogni cosa! Ed è altrettanto impensabile che traumi tanto radicati svaniscano magicamente dopo uno scambio di battute col protagonista! Questo difetto diventerà particolarmente fastidioso nella seconda parte, in cui alcuni personaggi dimostreranno di non valere nulla senza una disgrazia che li spinga ad agire.
Ma, a mio avviso, il vero punto debole di questa prima parte del manga risiede nei suoi tre protagonisti principali - Naruto, Sasuke e Sakura - che sono mooolto lontani dall’essere memorabili, anzi, diciamo pure che in quanto a carisma si fanno superare anche dal famoso tronco a cui appendono gli studenti che non prendono i campanellini! Non li trovo per nulla originali o profondi ma, al contrario, estremamente insipidi e noiosi, per non parlare del fatto che spesso l’autore ce li descrive in un modo per poi rappresentarli in un altro. Ad esempio, Naruto viene costantemente spacciato per l’outsider che compensa la propria mancanza di talento con volontà e duro allenamento, ma a me sembra un raccomandato di prima categoria! E qualcuno ha notizie dell’intelligenza e del carattere risoluto di Sakura?
Comunque, sarà per l’ampio spazio concesso ai comprimari, sarà perché l’evoluzione finale della storia offriva ai tre bambocci notevoli possibilità di maturazione, ma nemmeno l’antipatia dei protagonisti mi impedisce di regalare un 8,5 ai primi 27 volumi di quest’opera, a cui bisogna sommare le speranze di ulteriori miglioramenti che, all’epoca, non mi sembravano per nulla azzardate visto che i presupposti per fare grandi cose non mancavano.
Purtroppo, dire che le mie aspettative per il seguito siano state deluse sarebbe un eufemismo.
Shippuden, aka Naruto Parte Seconda, procede tra alti (pochi) e bassi (molti) per due saghe e mezzo, dopodiché, causa un letale mix di scelte discutibili e mancanza di idee, si perde completamente (e clamorosamente!) in un mare di noia e banalità: non solo mantiene - e, in qualche caso, aggrava - i difetti che vi ho precedentemente elencato, ma riesce anche a peggiorare in tutti quelli che erano i suoi punti forti.
Cominciamo dalla trama. C’è di tutto e di più: morti, morti che resuscitano, flashback, rivelazioni shock, guerre, profezie, intrighi e intrallazzi vari… Tuttavia, ben poco di quanto proposto riesce a coinvolgere od anche solo a convincere; molti di questi elementi danno la sensazione di essere stati buttati dentro nel tentativo di tenere a galla una storia di base divenuta nient’altro che una sequenza di scontri tra personaggi sempre più sgravoni e dotati ormai di poteri dragonballiani, intervallata da drammi, casi umani e messaggi di pace & amore. In alcuni punti Kishimoto dimostra di non avere affatto le idee chiare su dove stia andando a parare, sembra procedere un po’ in base alla sua convenienza personale (leggi: se le cose non filano, se le aggiusta!), un po’ a seconda degli umori del pubblico: prima dice una cosa, poi corregge il tiro, risolve certe questioni con forzature assurde e per giustificarle… altre forzature! Sbaglierò, ma l’impressione è questa.
Ma l’aspetto in cui l’autore ha veramente fallito è un altro. Sento continuamente lodare la maturità raggiunta da Naruto, la maggiore profondità di certe situazioni, le tematiche più adulte… a me sembra invece che, a parte qualche perla nella prima e nella terza saga (è incredibile come le cose acquistino credibilità se dette da Shikamaru, potere dei personaggi ben riusciti!), a livello di contenuti questa seconda parte del manga sia molto banale e infantile; banale perché si tratta sostanzialmente delle solite menate su amicizia, amore e pace viste e sentite in mille altre occasioni, infantile perché Kishimoto, pur avendo a disposizione tantissime occasioni per volare alto, solo poche volte riesce (o vuole!) coglierle, preferendo la strada più facile.
Esempio: il nostro indomito autore vuole gettare un’ombra su Konoha. Bene, anzi, benissimo, era insopportabile il fatto che la Foglia fosse guidata da illuminati e popolata solo da ninja giusti ed eroici, con gli altri villaggi sistematicamente dalla parte del torto. Però non ha il coraggio di intaccare l’alone di purezza che circonda gli Hokage e i loro discepoli, per cui si inventa il personaggio di Danzo e lo rende responsabile di ogni nefandezza perpetrata nel/dal villaggio. Se a Konoha qualcuno sbaglia o lo fa in buona fede o è in qualche modo colpa di Danzo! In questo modo, si ritrova con la botte piena e la moglie ubriaca: la Foglia sbaglia, ma la reputazione di Hokage e seguaci è salva... a parte che il fatto che sembrano dei fessi a cui chiunque può tranquillamente complottare alle spalle. A me pare una scelta un po’ troppo comoda.
Altro esempio: ad un certo punto Naruto abbraccia la filosofia della non-violenza, e decide di risolvere i conflitti con le parole invece che a botte. Ora, diciamocelo: il biondo ninja, per quanto se ne dica, non ha esattamente una personalità trascinante, come è possibile che delinquenti pluri-traumatizzati e incattiviti dal mondo si redimano per via di un ragazzino che spara retorica a buon mercato? Semplice: i personaggi coinvolti in questo genere di situazioni sottostanno alla “regola del protagonista”! Naruto è il protagonista, per cui ha ragione e stop, si è detto che ha il potere di cambiare le persone e quindi le cambia. Puoi anche aver ucciso il tuo caro maestro senza farti troppi problemi, ma se il protagonista deciderà di parlarti non solo dovrai dargli retta, ma il suo insulso discorsetto ti colpirà così tanto da farti abbandonare i tuoi piani. In pratica, non è il nostro eroe ad elevarsi, sono gli altri a scendere al suo livello. Vi sembra maturità questa?
Potrei fare altri esempi di situazioni del genere, ma non è il caso che mi dilunghi più di quanto sto già facendo, inoltre sarebbero davvero troppo spoilerosi.
Passiamo agli scontri. Nella prima parte mi erano piaciuti tutti tranne un paio, ora è il contrario: se ne salvano due o tre e il resto è da buttare. Tutto si riduce a sequenze di supertecniche invincibili, che alle volte si concludono pure con un nulla di fatto. Il problema però non è solo quello che ci viene mostrato, ma anche come ci viene mostrato: se, da una parte, abbiamo battaglie che si trascinano per capitoli e capitoli senza motivo, dall’altra capita di assistere al triste spettacolo di nemici considerati imbattibili fino a poco prima che si rimbecilliscono di colpo per venire sconfitti in poche vignette. Che succede, Kishi? Eppure i combattimenti li sapevi rappresentare!
Ultime, ma non per importanza, le considerazioni sui personaggi.
Sciocchi noi che abbiamo riposto fiducia nel terzetto protagonista! I tre fenomeni, che già non brillavano per carisma e simpatia, si sono addirittura involuti, diventando, se possibile, ancora più odiosi.
Naruto, sempre più monotematico e raccomandato (alla fine, gli è bastato qualche giorno per superare i suoi maestri… e, ricordiamolo, lui era quello senza talento!), ha pensato bene di “harugloryzzarsi”, diventando il tipico protagonista insignificante e tendente alle sparate buoniste a cui comunque tutti danno retta perché… è il protagonista!
Sasuke, ora accompagnato da tre amebe in modo da sembrare più carismatico e intelligente per confronto, alterna momenti da superfigo intangibile ad allucinanti figure da deficiente, ma ormai non ha davvero più nulla da dire come personaggio; ri-traumatizzarlo non serve a renderlo più interessante, il pubblico vuole solo sapere se e quando morirà di morte violenta.
La peggiore, però, è come al solito Sakura: inizialmente trasformata in una brutta copia di Tsunade, tempo una saga ritorna al suo consueto ruolo di inutile lagna; se continua così, il premio per il più patetico personaggio femminile della storia degli shonen non glielo leva nessuno!
Tutti i coprotagonisti che tanto mi piacevano, salvo poche eccezioni, scompaiono dalla scena per venire ripescati solo ogni tanto per una comparsata e, purtroppo, le new entry li fanno rimpiangere: tra i nuovi personaggi ho apprezzato (ma neanche tanto!) solo Deidara, Sasori e Hidan, gli altri, sia buoni che cattivi, sono scialbi, male utilizzati e, in alcuni casi, fanno sorgere legittimi dubbi circa la loro effettiva utilità. Ad esempio, Karin serve solo a constatare quanto è figo Sasuke, mentre Jugo… beh, non l’ho ancora capito! Il Premio Delusione però lo assegno senza ombra di dubbio a Mr. Piercing: questo personaggio aveva saputo destare grande curiosità ancor prima di apparire, per anni si erano fatte speculazioni circa la sua identità ed i suoi scopi e alla fine… non solo rivela una personalità intrigante quanto quella di un comodino, non solo ci regala due dei più brutti scontri mai visti in uno shonen, ma la sua vicenda si conclude in un modo così superficiale e ridicolo da far rimanere allibiti.
Direi che è ora di concludere questo papiro (talmente prolisso da essere imbarazzante, sorry!), le ragioni della “morte” del mio interesse dovrebbero essere chiare.
Naruto poteva essere uno dei migliori titoli di sempre nel suo genere, verrà invece ricordato per la straordinaria bravura dimostrata nel distruggere le aspettative di una buona fetta dei suoi fan… perché penso che la maggior parte di coloro che criticano questo manga lo facciano per sincera delusione, non “per moda” o per sentirsi intelligenti parlando male delle serie commerciali.
A me piaceva, e molto: era l’unico manga di cui seguivo gli spoiler insieme a One Piece e HxH. Purtroppo, dopo avermi deluso, dopo essersi fatto seriamente odiare (sono arrivata a compiacermi nel leggere altre stroncature!), è giunta l’indifferenza, una totale e solenne indifferenza verso tutto ciò che sta accadendo e tutto ciò che dovrà accadere. E credo che questa sia una delle peggiori sensazioni che una storia possa suscitare.
Concludo dicendo: peccato. Ma peccato davvero!
Ho iniziato a leggere questo manga proprio quando è uscito, avevo visto in precedenza una breve recensione su un giornale e mi aveva subito attirato. Leggendolo non sono rimasto affatto deluso. La trama di Naruto non è estremamente complessa ma ricca di contenuto. La storia vede come protagonista il giovane Naruto Uzumaki che sogna di diventare il più potente "hokage" mai esistito. Man mano il manga si arricchisce di nuovi personaggi, ognuno con una propria personalità e una propria storia.
Ho pensato a diversi modi per impostare la mia recensione e quello che ho reputato migliore è esporre i punti di forza e in seguito quelli deboli del manga per poi darne un quadro complessivo che motivi il mio voto.
Aspetti positivi:
- Discorsi maturi e diretti che affrontano tematiche diverse;
- Scene comiche, divertenti, messe in modo da non rovinare momenti topici;
- Combattimenti ben curati e facili da seguire;
- Lettura scorrevole che non risulta pesante.
Aspetti neutri:
- Semplicità del disegno (ad alcuni può piacere ad altri no).
Aspetti negativi:
- Ambientazioni ripetitive;
- Sviluppo esclusivo di alcuni personaggi a discapito di altri;
- La storia sta diventando un po’ banale.
Nonostante recentemente, come ho riportato sopra, stia diventando un po’ banale, nel complesso il manga rimane piacevole. Normalmente avrei dato a un manga di questo genere un sette, ma poiché questo a per me un valore affettivo particolare porterò il mio voto a un otto.
Ho pensato a diversi modi per impostare la mia recensione e quello che ho reputato migliore è esporre i punti di forza e in seguito quelli deboli del manga per poi darne un quadro complessivo che motivi il mio voto.
Aspetti positivi:
- Discorsi maturi e diretti che affrontano tematiche diverse;
- Scene comiche, divertenti, messe in modo da non rovinare momenti topici;
- Combattimenti ben curati e facili da seguire;
- Lettura scorrevole che non risulta pesante.
Aspetti neutri:
- Semplicità del disegno (ad alcuni può piacere ad altri no).
Aspetti negativi:
- Ambientazioni ripetitive;
- Sviluppo esclusivo di alcuni personaggi a discapito di altri;
- La storia sta diventando un po’ banale.
Nonostante recentemente, come ho riportato sopra, stia diventando un po’ banale, nel complesso il manga rimane piacevole. Normalmente avrei dato a un manga di questo genere un sette, ma poiché questo a per me un valore affettivo particolare porterò il mio voto a un otto.
Kishimoto con Naruto ha creato un mostro, letteralmente e figurativamente. Come numero di volumi, di personaggi/sottotrame, di incassi, di fans/detrattori e chi più ne ha più ne metta.
E come è noto i mostri sono creature difficili da gestire, ed insieme ai pregi hanno anche grandi difetti. Nella prima serie i pregi riuscivano ad averla vinta per il rotto della cuffia, ma in Naruto Shippuden no, il mostro è diventato troppo grande. I personaggi e le sottotrame che si sono accumulati sono troppi, l'autore non riesce a dare spazio sufficiente a tutti finendo con l'appiattire i comprimari (che erano uno dei punti di forza nella prima serie essendo convincenti) e creare saghe lunghe e noiose che glissano sulle cose davvero importanti. Ultimamente poi stiamo assistendo ad un disfacimento dei progressi caratteriali fatti dai protagonisti ed a colpi di scena all'americana, che fan cadere le braccia
<B>[Attenzione Spoiler]</B>
(personaggi morti che ritornano miracolosamente i vita su tutti, argh! odio 'ste cose!).
Non mi piace spoilerare ma spezzo una lancia a favore di Kishimoto: secondo me era già previsto che Itachi dovesse essere diverso da come appariva e che Pain non fosse il vero capo di Akatsuki, ho sempre avuto quest'impressione ed infatti non mi sono stupita.
<B>[Fine Spoiler]</B>
Per quanto la trama sembri sempre semplice, a volte vengono lasciati degli indizi/allusioni, ed è per questo che non ho ancora abbandonato la lettura, sono curiosa di vedere come finirà. E' molto altalenante, quasi quasi bisognerebbe dare giudizi separati per i vari archi narrativi.
I personaggi femminili purtroppo sono un punto dolente, sono poco o malamente sviluppati, e finscono per fare le veline della situazione o infastidiscono (vedi Ino, Tenten, Hinata e Sakura); oppure se ben impostati non ricevono poi abbastanza spazio e vengono sprecati come nel caso di Tsunade e Anko.
Sono d'accordo su quanto detto sul disegno, anche quello si è appiattito, si salvano solo le illustrazioni, che con i colori recuperano ombre e profondità.
In definitiva per quanto alcune saghe mi abbiano appassionato (quelle di Haku, Gaara, Tsunade e Jiraiya in particolare), non posso che dare un'insufficienza complessiva.
E come è noto i mostri sono creature difficili da gestire, ed insieme ai pregi hanno anche grandi difetti. Nella prima serie i pregi riuscivano ad averla vinta per il rotto della cuffia, ma in Naruto Shippuden no, il mostro è diventato troppo grande. I personaggi e le sottotrame che si sono accumulati sono troppi, l'autore non riesce a dare spazio sufficiente a tutti finendo con l'appiattire i comprimari (che erano uno dei punti di forza nella prima serie essendo convincenti) e creare saghe lunghe e noiose che glissano sulle cose davvero importanti. Ultimamente poi stiamo assistendo ad un disfacimento dei progressi caratteriali fatti dai protagonisti ed a colpi di scena all'americana, che fan cadere le braccia
<B>[Attenzione Spoiler]</B>
(personaggi morti che ritornano miracolosamente i vita su tutti, argh! odio 'ste cose!).
Non mi piace spoilerare ma spezzo una lancia a favore di Kishimoto: secondo me era già previsto che Itachi dovesse essere diverso da come appariva e che Pain non fosse il vero capo di Akatsuki, ho sempre avuto quest'impressione ed infatti non mi sono stupita.
<B>[Fine Spoiler]</B>
Per quanto la trama sembri sempre semplice, a volte vengono lasciati degli indizi/allusioni, ed è per questo che non ho ancora abbandonato la lettura, sono curiosa di vedere come finirà. E' molto altalenante, quasi quasi bisognerebbe dare giudizi separati per i vari archi narrativi.
I personaggi femminili purtroppo sono un punto dolente, sono poco o malamente sviluppati, e finscono per fare le veline della situazione o infastidiscono (vedi Ino, Tenten, Hinata e Sakura); oppure se ben impostati non ricevono poi abbastanza spazio e vengono sprecati come nel caso di Tsunade e Anko.
Sono d'accordo su quanto detto sul disegno, anche quello si è appiattito, si salvano solo le illustrazioni, che con i colori recuperano ombre e profondità.
In definitiva per quanto alcune saghe mi abbiano appassionato (quelle di Haku, Gaara, Tsunade e Jiraiya in particolare), non posso che dare un'insufficienza complessiva.
Uno dei manga in giro che mi ha davvero deluso. La prima parte dove Naruto era piccolo mi piacque molto, ma dallo Shippuuden in poi c'è stato sempre più un calo, e ora che è caduto a terra la serie sta addirittura scavando sotto. E' da tempo ormai che si capisce che il solo motivo per cui Kishimoto sta portando avanti la serie con "colpi di scena" stupidissimi e senza senso, è perchè ormai questo manga è diventato commerciale e sarebbe un peccato farlo finire (parlando in termini economici ovviamente ^^ fosse per me l'avrei fatto finire ai primi episodi dello Shippuuden). Gli do 3 perchè la prima serie meritava un 6 e mezzo.
La prima volta che vidi la pubblicità di Naruto anime sulle reti Mediaset pensai: <I>"Oddio,chi è sto coso biondo?? Sarà la solita storia di ninja guerrieri, niente di nuovo insomma"</I>. Ai tempi avevo un orario di lavoro che mi permetteva di vedere le puntate su Italia 1 ma ammetto che le prime venti non le guardai. Successivamente, più o meno quando inizia la storia di Haku e Zabusa, iniziai casualmente a seguirlo, non so neanch'io esattamente cosa mi spinse a farlo. Lo trovai molto diverso rispetto agli ordinari anime e un qualcosa mi attraeva incredibilmente. Fu subito amore. Da allora non ho mai smesso di seguire Naruto anime e manga.
E' straordinario notare come ogni singolo personaggio, dal più stupido e banale apparentemente, venga approfondito psicologicamente in ogni sua sfaccettatura. E trovo che sia proprio questo un grandissimo punto a favore di questo straordinario manga. Kishimoto è stato in grado di creare un qualcosa di sorprendente, in continuo cambiamento, semplicemente irresistibile.
Dietro a ognuno c'è una storia spesso drammatica e dolorosa, non è il solito shounen tutto guerra e stop; qui vi è ben altro. Certo non aspettatevi grande scene d'amore, perchè non ve ne sono, però secondo me, l'amore e l'affetto sono i motori di questo manga, e traspaiono in ogni singola tavola.
La trama è molto complessa e ben articolata; consiglio vivamente di seguire Naruto sin dagli albori della storia perchè ogni singolo dettaglio diventa un punto importante per le vicende che si susseguono poi.
Negli ultimi quindici/venti capitoli la storia prende una piega a mio parere inaspettata (come spoilerata da alcuni nelle altre recensioni) e devo dire che io non amo particolarmente le storie che si allungano troppo perchè sembra quasi che sia una continua ricerca di business.
In questo manga niente è come sembra
<B>[ATTENZIONE SPOILER]</B>
come ad esempio la falsa identità di Itachi che si scopre essere buono (sorprendente °_°)
<B>[FINE SPOILER]</B>
e talvolta ci si trova davanti a scoperte anche troppo sconcertanti e non gradevoli...
Consiglio di cuore questo capolavoro a tutti perchè merita semplicemente un dieci con tanto di lode; e mi permetto di aggiungere una piccola nota di carattere personale: W OROCHIMARU SASUKE e ITACHI! Scusate ma dovevo dirlo perchè li amo troppo :D
Da leggere ASSOLUTAMENTE.
E' straordinario notare come ogni singolo personaggio, dal più stupido e banale apparentemente, venga approfondito psicologicamente in ogni sua sfaccettatura. E trovo che sia proprio questo un grandissimo punto a favore di questo straordinario manga. Kishimoto è stato in grado di creare un qualcosa di sorprendente, in continuo cambiamento, semplicemente irresistibile.
Dietro a ognuno c'è una storia spesso drammatica e dolorosa, non è il solito shounen tutto guerra e stop; qui vi è ben altro. Certo non aspettatevi grande scene d'amore, perchè non ve ne sono, però secondo me, l'amore e l'affetto sono i motori di questo manga, e traspaiono in ogni singola tavola.
La trama è molto complessa e ben articolata; consiglio vivamente di seguire Naruto sin dagli albori della storia perchè ogni singolo dettaglio diventa un punto importante per le vicende che si susseguono poi.
Negli ultimi quindici/venti capitoli la storia prende una piega a mio parere inaspettata (come spoilerata da alcuni nelle altre recensioni) e devo dire che io non amo particolarmente le storie che si allungano troppo perchè sembra quasi che sia una continua ricerca di business.
In questo manga niente è come sembra
<B>[ATTENZIONE SPOILER]</B>
come ad esempio la falsa identità di Itachi che si scopre essere buono (sorprendente °_°)
<B>[FINE SPOILER]</B>
e talvolta ci si trova davanti a scoperte anche troppo sconcertanti e non gradevoli...
Consiglio di cuore questo capolavoro a tutti perchè merita semplicemente un dieci con tanto di lode; e mi permetto di aggiungere una piccola nota di carattere personale: W OROCHIMARU SASUKE e ITACHI! Scusate ma dovevo dirlo perchè li amo troppo :D
Da leggere ASSOLUTAMENTE.
Ho seguito questo manga per diverso tempo come sua fan, ma con il tempo ha finito per disgustarmi. Partiamo dalla trama: la prima parte di Naruto, ovvero fino all'inizio di Shippuuden, poteva dirsi interessante... Non originale, ma comunque gradevole. L'inizio di Shippuuden è stato solo fumo: buone premesse per un tragico svolgimento. La trama è scaduta nel banale e nella ripetizione.
I personaggi si sono appiattiti tantissimo e i dialoghi/introspezioni sono sempre sulle solite tematiche: "devo salvare i miei amici" "voglio diventare hokage" "devo salvare Sasuke".
Naruto, il primo ed unico personaggio nella storia dei manga che ho imparato ad odiare, sembra pensare solo ad allenarsi o a Sasuke... Si allena, vince sempre, aiuta tutti, salva tutti, è il prescelto, tutti lo amano e gli vogliono bene, impara mosse potentissime...
Sakura è una pena: parte che sembra diventata chissà che e poi torna ad essere ciò che è sempre stata... Una nullità.
Sasuke se non fosse troppo presente sarebbe anche interessante per l'introspezione (infatti è forse l'unico personaggio che Kishimoto si degna un po' di analizzare), ma dopo un po' diventa totalmente palloso. Gli altri personaggi non esistono o meglio non hanno il minimo spessore psicologico. La trama insomma è insipida e assomiglia sempre più a Dragon Ball, ovvero una serie di insulsi combattimenti con armi e tecniche "super" cazzute senza il minimo spazio per l'introspezione. Una lancia a favore dell'Akatsuki (il cui obiettivo è quello di conquistare il mondo... Guarda te! ) i cui membri potrebbero essere interessanti se non fosse che la loro introspezione è più piatta di un foglio di carta...
Nei disegni si salvano solo i fondali (che non sono fatti da Kishimoto) e le mani, il resto è orrido, privo di ombre o pieghe nelle vesti... I capelli poi sono inguardabili.
<b>[ATTENZIONE! SPOILER!]</b>
Parliamo degli ultimi risvolti del manga: Itachi che all'improvviso si scopre buono è assurdo, si vede benissimo che è una cavolata inventata al momento per dare motivo a Sasuke di odiare il villaggio della foglia. E poi...
ci sono una serie di raccapriccianti eventi come per esempio KonoHamaru che ammazza uno dei Pain con il Rasengan. Oppure Naruto che diventa otto code ma non muore, quando invece avrebbe dovuto schiattare. Kakashi e compagnia bella che tornano in vita come se nulla fosse. E poi Naruto che fa un bel discorso sulla pace e l'amore a Nagato e lo converte convincendolo a non distruggere lui e tutto il villaggio. Insomma... Davvero patetico.
<b>[FINE SPOILER!]</b>
Inoltre è più che evidente che Kishimoto non sa trattare i personaggi femminili: tutto il mondo di Naruto ruota attorno agli uomini, che prendono sempre la decisione giusta e che difendono tutti, e le ragazze invece svolgono, in modo più che evidente, un ruolo marginale, di contorno o, peggio ancora, di semplice decorazione... Della serie mettiamole altrimenti facciamo passare Naruto per un manga maschilista.
Kishimoto è un mangaka con, infondo, buone idee, che però sviluppa in modo totalmente banale e a volte in modo ridicolo.
Sarebbe meglio lasciar fare gli shonen a mangaka come l'Arakawa (FullMetal Alchemist), che di sicuro sanno come gestire storie e personaggi.
Per concludere: Naruto è diventato il degno erede di Dragon Ball. Complimenti a Kishimoto. Non consiglierei questo manga ad anima viva.
I personaggi si sono appiattiti tantissimo e i dialoghi/introspezioni sono sempre sulle solite tematiche: "devo salvare i miei amici" "voglio diventare hokage" "devo salvare Sasuke".
Naruto, il primo ed unico personaggio nella storia dei manga che ho imparato ad odiare, sembra pensare solo ad allenarsi o a Sasuke... Si allena, vince sempre, aiuta tutti, salva tutti, è il prescelto, tutti lo amano e gli vogliono bene, impara mosse potentissime...
Sakura è una pena: parte che sembra diventata chissà che e poi torna ad essere ciò che è sempre stata... Una nullità.
Sasuke se non fosse troppo presente sarebbe anche interessante per l'introspezione (infatti è forse l'unico personaggio che Kishimoto si degna un po' di analizzare), ma dopo un po' diventa totalmente palloso. Gli altri personaggi non esistono o meglio non hanno il minimo spessore psicologico. La trama insomma è insipida e assomiglia sempre più a Dragon Ball, ovvero una serie di insulsi combattimenti con armi e tecniche "super" cazzute senza il minimo spazio per l'introspezione. Una lancia a favore dell'Akatsuki (il cui obiettivo è quello di conquistare il mondo... Guarda te! ) i cui membri potrebbero essere interessanti se non fosse che la loro introspezione è più piatta di un foglio di carta...
Nei disegni si salvano solo i fondali (che non sono fatti da Kishimoto) e le mani, il resto è orrido, privo di ombre o pieghe nelle vesti... I capelli poi sono inguardabili.
<b>[ATTENZIONE! SPOILER!]</b>
Parliamo degli ultimi risvolti del manga: Itachi che all'improvviso si scopre buono è assurdo, si vede benissimo che è una cavolata inventata al momento per dare motivo a Sasuke di odiare il villaggio della foglia. E poi...
ci sono una serie di raccapriccianti eventi come per esempio KonoHamaru che ammazza uno dei Pain con il Rasengan. Oppure Naruto che diventa otto code ma non muore, quando invece avrebbe dovuto schiattare. Kakashi e compagnia bella che tornano in vita come se nulla fosse. E poi Naruto che fa un bel discorso sulla pace e l'amore a Nagato e lo converte convincendolo a non distruggere lui e tutto il villaggio. Insomma... Davvero patetico.
<b>[FINE SPOILER!]</b>
Inoltre è più che evidente che Kishimoto non sa trattare i personaggi femminili: tutto il mondo di Naruto ruota attorno agli uomini, che prendono sempre la decisione giusta e che difendono tutti, e le ragazze invece svolgono, in modo più che evidente, un ruolo marginale, di contorno o, peggio ancora, di semplice decorazione... Della serie mettiamole altrimenti facciamo passare Naruto per un manga maschilista.
Kishimoto è un mangaka con, infondo, buone idee, che però sviluppa in modo totalmente banale e a volte in modo ridicolo.
Sarebbe meglio lasciar fare gli shonen a mangaka come l'Arakawa (FullMetal Alchemist), che di sicuro sanno come gestire storie e personaggi.
Per concludere: Naruto è diventato il degno erede di Dragon Ball. Complimenti a Kishimoto. Non consiglierei questo manga ad anima viva.
Sorprendente ed esaltante.
Naruto mi ha colpito molto, ricordo che ai tempi, quando ne sentii parlare per la prima volta, lessi questa frase:
<I>"Se One Piece è l'erede di Dragonball, Naruto è senz'altro l'erede di Dragonball Z."</I>
Incuriosito da tale affermazione acquistai il primo volume, emozionandomi alla lettura, ma non trovando il titolo degno di tale appellativo: beh, da lì a pochi mesi fui costretto a rimangiarmi tutto! La storia aveva un che di originale ed al contempo molto semplice, dopo un primo ciclo di storie autoconclusive, in cui s'approfondisce poco a poco il carattere dei personaggi ruotando intorno a missioni della durata di una manciata di capitoli, essa entra nel vivo presentando numerosissimi protagonisti dediti a rimanere nell'arco narrativo finale e a contribuire alla nascita di un filone che tutto è fuorché autoconclusivo, disperdendosi in più saghe ma mantenendo un flusso di continuità sino al momento in cui vi scrivo queste righe (il volume 44 dell'edizione targata Panini Comics).
Cosa interessante di Naruto è la suddivisione della storia in due grandissimi cicli narrativi: il primo che potremmo definire l'infanzia, ruota attorno all'inizio della storia, la nascita dei rapporti fra i personaggi, le prime basi gettate lungo lo svolgimento dell'opera, i primi segreti e misteri messi lì come carne al fuoco, combattimenti ed umorismo a non finire; e il secondo che potremmo definire l'adolescenza, che parte dopo circa 25 volumi, che mostra la crescita dei personaggi, l'evoluzione del loro rapporto, i segreti e i misteri svelati con la nascita dei medesimi e i combattimenti sempre più spettacolari, ma con una nota di particolare interesse verso l'approfondimento della storyline.
Se infatti di primo acchito la trama di Naruto può sembrare piuttosto semplice e rivolta ai combattimenti, proseguendo con la lettura ci rendiamo conto di come Kishimoto, abile autore della serie, abbia distribuito un po' dappertutto i tasselli di un lungo, enorme e complicato puzzle al fine di far crescere di pathos, complessità ed importanza la storia, in concomitanza coi suoi personaggi. Infatti, la seconda parte della serie è da considerarsi molto più seria: si parla di intrighi politici, guerre, e morte di molti personaggi principali. Se la storia e la caratterizzazione, nonché varietà, dei personaggi è meravigliosa, non è da meno il mix creato nell'universo in cui la storia si svolge, tant'è che in un mondo storico e fantastico di Ninja esistono cinema, televisioni, radio, tecnologia, sistemi di sorveglianza e mezzi di trasporto pseudo-moderni, in cui varie società autoctone riescono a interagire tra di loro in una maniera pressoché cosmopolita.
Il disegno già gradevole seppur acerbo nei primi volumi, ha un vero e proprio miglioramento da lì a poco crescendo con il migliorare della storia.
Sicuramente uno dei nuovi classici per quanto riguarda gli Shonen: fenomeno di massa a ragion veduta, se siete orfani di Dragonball, Naruto diventa un acquisto obbligato.
Naruto mi ha colpito molto, ricordo che ai tempi, quando ne sentii parlare per la prima volta, lessi questa frase:
<I>"Se One Piece è l'erede di Dragonball, Naruto è senz'altro l'erede di Dragonball Z."</I>
Incuriosito da tale affermazione acquistai il primo volume, emozionandomi alla lettura, ma non trovando il titolo degno di tale appellativo: beh, da lì a pochi mesi fui costretto a rimangiarmi tutto! La storia aveva un che di originale ed al contempo molto semplice, dopo un primo ciclo di storie autoconclusive, in cui s'approfondisce poco a poco il carattere dei personaggi ruotando intorno a missioni della durata di una manciata di capitoli, essa entra nel vivo presentando numerosissimi protagonisti dediti a rimanere nell'arco narrativo finale e a contribuire alla nascita di un filone che tutto è fuorché autoconclusivo, disperdendosi in più saghe ma mantenendo un flusso di continuità sino al momento in cui vi scrivo queste righe (il volume 44 dell'edizione targata Panini Comics).
Cosa interessante di Naruto è la suddivisione della storia in due grandissimi cicli narrativi: il primo che potremmo definire l'infanzia, ruota attorno all'inizio della storia, la nascita dei rapporti fra i personaggi, le prime basi gettate lungo lo svolgimento dell'opera, i primi segreti e misteri messi lì come carne al fuoco, combattimenti ed umorismo a non finire; e il secondo che potremmo definire l'adolescenza, che parte dopo circa 25 volumi, che mostra la crescita dei personaggi, l'evoluzione del loro rapporto, i segreti e i misteri svelati con la nascita dei medesimi e i combattimenti sempre più spettacolari, ma con una nota di particolare interesse verso l'approfondimento della storyline.
Se infatti di primo acchito la trama di Naruto può sembrare piuttosto semplice e rivolta ai combattimenti, proseguendo con la lettura ci rendiamo conto di come Kishimoto, abile autore della serie, abbia distribuito un po' dappertutto i tasselli di un lungo, enorme e complicato puzzle al fine di far crescere di pathos, complessità ed importanza la storia, in concomitanza coi suoi personaggi. Infatti, la seconda parte della serie è da considerarsi molto più seria: si parla di intrighi politici, guerre, e morte di molti personaggi principali. Se la storia e la caratterizzazione, nonché varietà, dei personaggi è meravigliosa, non è da meno il mix creato nell'universo in cui la storia si svolge, tant'è che in un mondo storico e fantastico di Ninja esistono cinema, televisioni, radio, tecnologia, sistemi di sorveglianza e mezzi di trasporto pseudo-moderni, in cui varie società autoctone riescono a interagire tra di loro in una maniera pressoché cosmopolita.
Il disegno già gradevole seppur acerbo nei primi volumi, ha un vero e proprio miglioramento da lì a poco crescendo con il migliorare della storia.
Sicuramente uno dei nuovi classici per quanto riguarda gli Shonen: fenomeno di massa a ragion veduta, se siete orfani di Dragonball, Naruto diventa un acquisto obbligato.
Voto 9! un manga tutto nuovo ad appassionante firmato Masashi Kishimoto! La storia narra il crescere e le avventure di Naruto nel fantastico mondo ninja! La storia è molto interessante e originale. I personaggi sono ben definiti come capacità, mentalità e carattere. I disegni sono buoni, anche nelle scene di combattimento.
Naruto, manga che in questi anni ha raggiunto grandi capolavori come One Piece e Tutor Hitman Reborn in Giappone.
Naruto, manga che in questi anni ha raggiunto grandi capolavori come One Piece e Tutor Hitman Reborn in Giappone.
Naruto è stato il mio primo manga ed è grazie al ninja biondo che mi sono innamorato del mondo dei manga, infatti prima mi interessavo solo agli anime che passavano in tv. Questo manga viene considerato, insieme a One Piece, il successore di Dragon Ball.
La storia parla di Naruto Uzumaki, un ragazzo del Villaggio della Foglia che sogna di diventare il ninja più forte di tutti. Il disegno è molto bello, anche se negli ultimi numeri è privo di chiaro scuro e sfumature, infatti ormai i capelli o sono tutti bianchi o tutti neri ma a colmare questo difetto ce la storia che davvero ben strutturata e ricca di colpi di scena. Consiglio questo manga a tutti.
La storia parla di Naruto Uzumaki, un ragazzo del Villaggio della Foglia che sogna di diventare il ninja più forte di tutti. Il disegno è molto bello, anche se negli ultimi numeri è privo di chiaro scuro e sfumature, infatti ormai i capelli o sono tutti bianchi o tutti neri ma a colmare questo difetto ce la storia che davvero ben strutturata e ricca di colpi di scena. Consiglio questo manga a tutti.
È certamente il miglior shonen che c’è sulla piazza, amo One Piece, ma Naruto gli è superiore in tantissimi aspetti.
Ovviamente chi non è abituato a manga di un certo livello, accusa quest’opera di essere scadente e di non avere una trama; purtroppo queste critiche negative nascono principalmente da due fattori:
L'attitudine a disdegnare gli shonen, oppure l'essere abituati a manga senza capo ne coda, dove si combatte senza un perché e tutto è scontato.
Tutto ciò porta a ripudiare un'ottima storia fatta di sentimento, pathos, e intrighi.
Naruto, per quanto semplice possa iniziare, si sviluppa magnificamente, è uno di quei pochi manga dove l’autore, nonostante abbia un grande ventaglio di personaggi, riesce a caratterizzarli magistralmente. Anche la lotta contro i nemici non è mai fine a se stessa.
I tempi sono cambiati, non può esistere un male assoluto, non può più esistere la netta separazione tra buoni e cattivi, tutto deve essere mescolato così da far innamorare tutti i lettori moderni... Naruto è così. Il protagonista è pieno zeppo di difetti e debolezze, e anche i nemici lo sono; tutto ciò porta ad una umanità mai vista in opera simile.
Ve lo devo consigliare? Correte a prenderlo!
Ovviamente chi non è abituato a manga di un certo livello, accusa quest’opera di essere scadente e di non avere una trama; purtroppo queste critiche negative nascono principalmente da due fattori:
L'attitudine a disdegnare gli shonen, oppure l'essere abituati a manga senza capo ne coda, dove si combatte senza un perché e tutto è scontato.
Tutto ciò porta a ripudiare un'ottima storia fatta di sentimento, pathos, e intrighi.
Naruto, per quanto semplice possa iniziare, si sviluppa magnificamente, è uno di quei pochi manga dove l’autore, nonostante abbia un grande ventaglio di personaggi, riesce a caratterizzarli magistralmente. Anche la lotta contro i nemici non è mai fine a se stessa.
I tempi sono cambiati, non può esistere un male assoluto, non può più esistere la netta separazione tra buoni e cattivi, tutto deve essere mescolato così da far innamorare tutti i lettori moderni... Naruto è così. Il protagonista è pieno zeppo di difetti e debolezze, e anche i nemici lo sono; tutto ciò porta ad una umanità mai vista in opera simile.
Ve lo devo consigliare? Correte a prenderlo!
Secondo me è un'opera bellissima per non dire... meravigliosa! Scherzi a parte, questo manga (è il mio preferito) man mano che avanza nella storia è sempre più... noioso? Insomma si continua a parlare sempre e solo dei fatti di Sasuke e alcuni personaggi che nella prima parte erano più o meno tutti valorizzati, ora stanno scomparendo. I disegni sono molto puliti ma non ci sono più le sfumature negli abiti e nei capelli che nei primi capitoli del manga rendevano gradevole la lettura. I capelli ora sono in puro stile manga e sembrano più copricapi pieni di spuntoni.
Comunque a me piacciono i disegni di Kishimoto, e mi piace molto la proporzione adottata perchè i bambini sembrano bambini e non lottatori di wrestling come in Dragon Ball. Sempre riguardo i disegni, ora i particolari sono molto meglio definiti e sinceramente a me va bene così, che sia quel che sia.
Ultimamente (sì, purtroppo seguo anche gli spoiler...) la narrazione procede estremamente lenta, e mi domando quanto Kishimoto voglia allungare questa storia, ma comunque ogni capitolo tira l'altro e quindi mi aspetto grandi cose da Kishimoto, sperando che non deluda i fan più accaniti (come me), proprio sul finale! Forza e coraggio Kishi, faccio il tifo per te!
Comunque a me piacciono i disegni di Kishimoto, e mi piace molto la proporzione adottata perchè i bambini sembrano bambini e non lottatori di wrestling come in Dragon Ball. Sempre riguardo i disegni, ora i particolari sono molto meglio definiti e sinceramente a me va bene così, che sia quel che sia.
Ultimamente (sì, purtroppo seguo anche gli spoiler...) la narrazione procede estremamente lenta, e mi domando quanto Kishimoto voglia allungare questa storia, ma comunque ogni capitolo tira l'altro e quindi mi aspetto grandi cose da Kishimoto, sperando che non deluda i fan più accaniti (come me), proprio sul finale! Forza e coraggio Kishi, faccio il tifo per te!
Non c'è niente da dire: lo shonen migliore! Il protagonista è un ragazzino ninja biondo, allegro e scapestrato ma di buon cuore. Vive nel villaggio della foglia e sogna di diventare hokage, il capo villaggio, per essere amato da tutti. In tanti volumi lo si vede crescere, diventare forte, lottare per quello in cui crede. Lui è Naruto Uzumaki, e lo vediamo alle prese con scontri mozzafiato, ed assime alla sua squadra è alla ricerca del suo amico più caro, Sasuke, per cercare di farlo tornare in sé dopo gli ultimi grossi avvenimenti che ahnno interessato il villaggio. Lui è Naruto Uzumaki, destinato a diventare un eroe!
Naruto a mio avviso si può considerare una prima evoluzione del genere shonen. Benché nella prima parte della storia ne segua fedelmente i canoni, nella seconda si discosta pesantemente e ciò è dovuto dalla crescita dei personaggi. Il Naruto della seconda serie è molto differente da quello della prima, e questo è dato dal fatto che cresce, fa nuove esperienze e subisce la perdita, anche violenta, dei propri affetti ritrovandosi ad affrontare problemi reali e duri. La trama in se non è nulla di eccezionale a prima vista, ma se la si legge attentamente si può notarne la profondità, un esempio: il capo dell'organizzazione alba afferma che il loro obiettivo finale è la conquista del mondo tuttavia più in la nella storia si capisce che è una falsità e che con quella menzogna sfrutta i suoi compagni per un suo altro fine, senza sapere di essere a sua volta sfruttato.
L'ambientazione a mio avviso è ottima, tranne qualche sbavatura, perché l'autore fin da subito propone una realtà difficile e ingiusta, e questa realtà ritorna ripetutamente: le persone vengono dopo gli interessi. Gaara diviene quello che è per via del gioco di potere tra il signore del paese del vento e il Villaggio della Sabbia; Kimimaro rimarrà da solo perché il suo clan non capirà quando è tempo di cambiare; la triste storia del padre di Kakashi è un altro esempio o anche le vicissitudini di Nagato al villaggio della pioggia.
Inoltre marginalmente vengono mostrate spicchi della vera realtà del mondo ninja: l'esaminatore della prima prova dell'esame di selezione dei chunin viene presentato come il comandante della squadra di tortura e interrogatorio, per dimostrare che la realtà nel fumetto è ben più vasta, e che solo per ovvie ragioni di pubblicazione e di genere i protagonisti sono sempre buoni e combattono per e con i buoni.
Io personalmente consiglio questo manga a chi vuole qualcosa in più del classico shonen ma che sia disposto anche a riflettere su di esso in quanto è ben più complesso di quanto non appaia... ovviamente senza esagerare, in quanto rimane uno shonen, ed esagerazioni filosofiche non vi si trovano.
RIPETO: Naruto NON è l'erede di Dragon Ball (quello è One Piece) bensì una prima evoluzione di un genere che unisce sogni, azione e tante botte.
L'ambientazione a mio avviso è ottima, tranne qualche sbavatura, perché l'autore fin da subito propone una realtà difficile e ingiusta, e questa realtà ritorna ripetutamente: le persone vengono dopo gli interessi. Gaara diviene quello che è per via del gioco di potere tra il signore del paese del vento e il Villaggio della Sabbia; Kimimaro rimarrà da solo perché il suo clan non capirà quando è tempo di cambiare; la triste storia del padre di Kakashi è un altro esempio o anche le vicissitudini di Nagato al villaggio della pioggia.
Inoltre marginalmente vengono mostrate spicchi della vera realtà del mondo ninja: l'esaminatore della prima prova dell'esame di selezione dei chunin viene presentato come il comandante della squadra di tortura e interrogatorio, per dimostrare che la realtà nel fumetto è ben più vasta, e che solo per ovvie ragioni di pubblicazione e di genere i protagonisti sono sempre buoni e combattono per e con i buoni.
Io personalmente consiglio questo manga a chi vuole qualcosa in più del classico shonen ma che sia disposto anche a riflettere su di esso in quanto è ben più complesso di quanto non appaia... ovviamente senza esagerare, in quanto rimane uno shonen, ed esagerazioni filosofiche non vi si trovano.
RIPETO: Naruto NON è l'erede di Dragon Ball (quello è One Piece) bensì una prima evoluzione di un genere che unisce sogni, azione e tante botte.
Indubbiamente un bel manga ma, a mio parere, eccessivamente sopravvalutato. All'inizio parte come una delle tante serie nate grazie al successo di Dragon Ball, ma contrariamente a One Piece, è evidente sin da subito che la trama non è altro che un pretesto per combattimenti in cui tutti non fanno altro che sfoggiare le loro tecniche segrete. Inizialmente il disegno è abbastanza grezzo, tuttavia con il passare del tempo migliorerà divenendo sempre più dettagliato; i personaggi principali hanno tutti una storia tragica o vari complessi; a mio parere, sotto questo punto di vista, Kishimoto ha un po' esagerato. La storia, come già detto, è un susseguirsi di mazzate, ma ciò nonostante offre numerosi spunti per eventi futuri e lascia spazio a vari enigmi ed interrogativi. Concludendo, Naruto è una lettura leggera e senza troppe pretese, consigliata agli amanti dello shonen puro.
[<b>Attenzione spoiler</b>]
Si parla nel mondo a gran voce del fenomeno Naruto... bel fenomeno, lo leggo anch'io.
Iniziamo dal disegno; premessa: ho tante serie manga, disegno spessissimo, e da grande vorrei diventare Mangaka. Di disegni le vedo molti quindi... vi posso assicurare che Kishimoto ha iniziato piuttosto bene; si intravvedeva in essi una certa profondità (nei corpi, nei volti, nei capelli dei personaggi) grazie alle ombre e alle poche pieghe dei vestiti... poi con passare delle pubblicazioni tutto questo è sparito; le ombre e il controluce sono spariti (o è tutto bianco o è tutto nero), sulle teste dei personaggi ci sono dei porcospini, non capelli, le espressioni sono molto spesso uguali (sempre felici o sempre tristi) e le inquadrature sono scelte male, specie nei combattimenti.
L'autore era partito bene, ma non credevo che lo stile si potesse ridurre in qualcosa di così piatto e infantile.
Ringrazio solo l'assistente di Kishimoto, l'addetto agli sfondi, che almeno sono decenti.
La storia: seguendo il solito filone degli Shonen, Naruto si ferma troppo a lungo sugli stessi argomenti:
Naruto, il ragazzo con dentro il fantomatico Demone della Volpe a Nove Code, che cerca di farsi accettare dalla società. Questo argomento verrà soppiantato, senza una spiegazione, dal volume 25 in poi, da lì il problema di Naruto sarà: "Sasuke! Sasuke! Alla ricerca del Sasuke perduto..." Ma non capisce che a questi non gliene frega più niente, né dei suoi "amici", né del villaggio...
Sasuke, il vendicatore-traditore, che alla fine riesce a sconfiggere il fratello Itachi, perché aveva ucciso l'intero clan Uchiha su ordine degli Anziani della Foglia... scoperto questo, Sasuke non sapendo che fare, decide di distruggere il Villaggio della Foglia.
I cattivi hanno la fantomatica idea di conquistare il mondo (originale eh!) tramite i nove Demoni, il perché non è ancora stato rivelato. Il capo si pensava fosse Pain, poi in realtà è Madara Uchiha (Tobi fino a un attimo prima), che vuole vendicarsi del villaggio.
In definitiva, crepano solo i cattivi, i buoni vincono sempre, nei combattimenti dopo un confronto sia fisico sia ideale non c'è pietà per nessuno, a volte salta fuori la storia della profezia, personaggi che si credevano morti (il quarto Hokage) tornano magicamente il vite per dare consiglio al protagonista... e a chi se no?
Ripetitivo e lungo, è diventato noioso fino alla morte.
Chi vuole cimentarsi nella sua lettura, deve amare davvero il genere.
Si parla nel mondo a gran voce del fenomeno Naruto... bel fenomeno, lo leggo anch'io.
Iniziamo dal disegno; premessa: ho tante serie manga, disegno spessissimo, e da grande vorrei diventare Mangaka. Di disegni le vedo molti quindi... vi posso assicurare che Kishimoto ha iniziato piuttosto bene; si intravvedeva in essi una certa profondità (nei corpi, nei volti, nei capelli dei personaggi) grazie alle ombre e alle poche pieghe dei vestiti... poi con passare delle pubblicazioni tutto questo è sparito; le ombre e il controluce sono spariti (o è tutto bianco o è tutto nero), sulle teste dei personaggi ci sono dei porcospini, non capelli, le espressioni sono molto spesso uguali (sempre felici o sempre tristi) e le inquadrature sono scelte male, specie nei combattimenti.
L'autore era partito bene, ma non credevo che lo stile si potesse ridurre in qualcosa di così piatto e infantile.
Ringrazio solo l'assistente di Kishimoto, l'addetto agli sfondi, che almeno sono decenti.
La storia: seguendo il solito filone degli Shonen, Naruto si ferma troppo a lungo sugli stessi argomenti:
Naruto, il ragazzo con dentro il fantomatico Demone della Volpe a Nove Code, che cerca di farsi accettare dalla società. Questo argomento verrà soppiantato, senza una spiegazione, dal volume 25 in poi, da lì il problema di Naruto sarà: "Sasuke! Sasuke! Alla ricerca del Sasuke perduto..." Ma non capisce che a questi non gliene frega più niente, né dei suoi "amici", né del villaggio...
Sasuke, il vendicatore-traditore, che alla fine riesce a sconfiggere il fratello Itachi, perché aveva ucciso l'intero clan Uchiha su ordine degli Anziani della Foglia... scoperto questo, Sasuke non sapendo che fare, decide di distruggere il Villaggio della Foglia.
I cattivi hanno la fantomatica idea di conquistare il mondo (originale eh!) tramite i nove Demoni, il perché non è ancora stato rivelato. Il capo si pensava fosse Pain, poi in realtà è Madara Uchiha (Tobi fino a un attimo prima), che vuole vendicarsi del villaggio.
In definitiva, crepano solo i cattivi, i buoni vincono sempre, nei combattimenti dopo un confronto sia fisico sia ideale non c'è pietà per nessuno, a volte salta fuori la storia della profezia, personaggi che si credevano morti (il quarto Hokage) tornano magicamente il vite per dare consiglio al protagonista... e a chi se no?
Ripetitivo e lungo, è diventato noioso fino alla morte.
Chi vuole cimentarsi nella sua lettura, deve amare davvero il genere.
<b>Attenzione contiene spoiler</b>
Ancora non riesco a spiegarmi il perché del successo mostruoso che ha avuto questo manga, ho letto tutti i numeri e se non fosse per il buon tratto di Kishimoto (che anche se non ha chiaroscuro è comunque un buono stile) il mio voto si abbasserebbe di ben 2 punti! Tutto il resto è mediocre.
Mi è spesso capitato di leggere che Naruto ha una storia intrigante e molto articolata, ma vogliamo scherzare?! Tutta la storia si regge a stento, per esempio la vendetta di Sasuke è assurda, cioè lui tradisce la Foglia per poter uccidere Itachi, e fin qui tutto ok, solo che probabilmente Kishimoto si è reso conto della cavolata che ha fatto perché, una volta ucciso il fratello, allora Sasuke sarebbe dovuto tornare con i suoi "amici" e invece si scopre che Itachi era buono e i veri malvagi erano quelli della Foglia... dopo tutto il pippone "Io ucciderò Itachi", "Itachi è cattivo" questa è la soluzione?! L'autore era rimasto senza il cattivo! Anche perché i componenti del gruppo Alba non si possono considerare dei cattivi seri, visto che il loro intento è quello di conquistare il mondo(senza parole...) forse vogliono farsi aiutare dal Team Rocket?
Se solo si riuscisse a passare sopra a tutto questo, si dovrebbe ancora fare i conti con l'odioso Naruto... che batterebbe Dio in persona solo con la "forza di volontà", come se tutti gli altri non avessero buoni motivi come ne ha lui! Ed anche il suo rasengan CHE FORTE! è solo un pugno potenziato, inutile se sei lento come una lumaca.
Insomma non è un fumetto per cui vale la pena spendere i soldi che costa!
Tanto per la cronaca continuo a comprarlo solo perché ho una malsana abitudine per cui una volta cominciato una serie mi muovo per inerzia! Non odiatemi, i gusti sono gusti!
Ancora non riesco a spiegarmi il perché del successo mostruoso che ha avuto questo manga, ho letto tutti i numeri e se non fosse per il buon tratto di Kishimoto (che anche se non ha chiaroscuro è comunque un buono stile) il mio voto si abbasserebbe di ben 2 punti! Tutto il resto è mediocre.
Mi è spesso capitato di leggere che Naruto ha una storia intrigante e molto articolata, ma vogliamo scherzare?! Tutta la storia si regge a stento, per esempio la vendetta di Sasuke è assurda, cioè lui tradisce la Foglia per poter uccidere Itachi, e fin qui tutto ok, solo che probabilmente Kishimoto si è reso conto della cavolata che ha fatto perché, una volta ucciso il fratello, allora Sasuke sarebbe dovuto tornare con i suoi "amici" e invece si scopre che Itachi era buono e i veri malvagi erano quelli della Foglia... dopo tutto il pippone "Io ucciderò Itachi", "Itachi è cattivo" questa è la soluzione?! L'autore era rimasto senza il cattivo! Anche perché i componenti del gruppo Alba non si possono considerare dei cattivi seri, visto che il loro intento è quello di conquistare il mondo(senza parole...) forse vogliono farsi aiutare dal Team Rocket?
Se solo si riuscisse a passare sopra a tutto questo, si dovrebbe ancora fare i conti con l'odioso Naruto... che batterebbe Dio in persona solo con la "forza di volontà", come se tutti gli altri non avessero buoni motivi come ne ha lui! Ed anche il suo rasengan CHE FORTE! è solo un pugno potenziato, inutile se sei lento come una lumaca.
Insomma non è un fumetto per cui vale la pena spendere i soldi che costa!
Tanto per la cronaca continuo a comprarlo solo perché ho una malsana abitudine per cui una volta cominciato una serie mi muovo per inerzia! Non odiatemi, i gusti sono gusti!
Questo manga è bellissimo, anche dopo 48 volumi. A me però piace molto di più la serie Shippuden, visto che i disegni sono molto ben fatti, mentre dal primo volume al 17, circa, i disegni non sono bellissimi però dal 18 in poi diventano grandiosi e le tavole sono pulite.
Dopo aver visto il cartone in TV, la gente crede che anche il manga sia brutto ma non è cosi: un mio amico, ad esempio, odia i manga di cui fanno i cartoni trasmessi su Mediaset, e non vuole capire che c'è una grossa differenza tra i due, soprattutto perché le serie televisive son spesso pesantemente censurate.
Comunque consiglio a tutti di leggerlo perché è magnifico.
Dopo aver visto il cartone in TV, la gente crede che anche il manga sia brutto ma non è cosi: un mio amico, ad esempio, odia i manga di cui fanno i cartoni trasmessi su Mediaset, e non vuole capire che c'è una grossa differenza tra i due, soprattutto perché le serie televisive son spesso pesantemente censurate.
Comunque consiglio a tutti di leggerlo perché è magnifico.
Naruto è senza dubbio una delle produzioni di maggior successo degli ultimi anni, e rappresenta, insieme a One Piece, uno dei titoli principali di casa Shueisha che li pubblica settimanalmente su SHOUNEN JUMP.
La prima opera di Kishimoto riesce a intrattenere i lettori con una buona trama, che si sviluppa con l'andare del tempo presentando intrighi e colpi di scena. Evidente in Naruto è l'influenza di Toriyama e la sua opera più famosa, Dragon Ball, capostipite del genere. Ma pur ispirandosi a questo, Naruto riesce a differenziarsene presentando personaggi più profondi e complessi, che tuttavia non riescono ad uscire dagli schemi cui il genere ci ha abituati (come il protagonista imbranato ma fortissimo) e questo, sommato ad alcune scelte narrative discutibili, fa perdere a Naruto un po' di punti.
Ciò non toglie che ci troviamo davanti ad un prodotto onesto, senza molte pretese, ma che purtroppo non aggiunge niente al genere e cammina su strade già battute (contrariamente a quel che avviene con Togashi ed il suo Hunter x Hunter). Un'occasione sprecata: dal punto di vista dell'originalità, con un po' di coraggio in più, questo titolo avrebbe potuto lasciare il segno nel panorama degli shounen.
In ogni caso, Kishimoto ha dimostrato di avere potenzialità e sono curioso di vedere quale sarà la sua prossima opera.
La prima opera di Kishimoto riesce a intrattenere i lettori con una buona trama, che si sviluppa con l'andare del tempo presentando intrighi e colpi di scena. Evidente in Naruto è l'influenza di Toriyama e la sua opera più famosa, Dragon Ball, capostipite del genere. Ma pur ispirandosi a questo, Naruto riesce a differenziarsene presentando personaggi più profondi e complessi, che tuttavia non riescono ad uscire dagli schemi cui il genere ci ha abituati (come il protagonista imbranato ma fortissimo) e questo, sommato ad alcune scelte narrative discutibili, fa perdere a Naruto un po' di punti.
Ciò non toglie che ci troviamo davanti ad un prodotto onesto, senza molte pretese, ma che purtroppo non aggiunge niente al genere e cammina su strade già battute (contrariamente a quel che avviene con Togashi ed il suo Hunter x Hunter). Un'occasione sprecata: dal punto di vista dell'originalità, con un po' di coraggio in più, questo titolo avrebbe potuto lasciare il segno nel panorama degli shounen.
In ogni caso, Kishimoto ha dimostrato di avere potenzialità e sono curioso di vedere quale sarà la sua prossima opera.
Nonostante non ami il genere credo che Naruto sia un manga davvero bello.
I personaggi sono descritti molto bene e la storia è lunga(come piace ai creatori di Anime), tuttavia non mi piacciono molto i disegni, non perchè l'autore non sa disegnare o perchè sono realizzati male, ma lo stile non mi attira per niente.
Penso comunque che Naruto sia il successore per eccellenza di Dragon Ball, anche se le trame sono completamente distanti c'è questo che le lega: il loro successo!
Da lodare di Naruto ci sono davvero molte cose, la simpatia della storia alternata anche a momenti tristi e seri, o i momenti di combattimento combinati con scene "osè"!
Naruto è davvero un manga divertente e appassionante, tuttavia non mi ha colpito particolarmente, nonostante questo però sono obiettivo, è davvero un'opera eccezionale, con dei disegni dettagliati(anche se come ho detto prima non mi piacciono particolarmente) e una storia mozzafiato.
Tutto questo è Naruto!
I personaggi sono descritti molto bene e la storia è lunga(come piace ai creatori di Anime), tuttavia non mi piacciono molto i disegni, non perchè l'autore non sa disegnare o perchè sono realizzati male, ma lo stile non mi attira per niente.
Penso comunque che Naruto sia il successore per eccellenza di Dragon Ball, anche se le trame sono completamente distanti c'è questo che le lega: il loro successo!
Da lodare di Naruto ci sono davvero molte cose, la simpatia della storia alternata anche a momenti tristi e seri, o i momenti di combattimento combinati con scene "osè"!
Naruto è davvero un manga divertente e appassionante, tuttavia non mi ha colpito particolarmente, nonostante questo però sono obiettivo, è davvero un'opera eccezionale, con dei disegni dettagliati(anche se come ho detto prima non mi piacciono particolarmente) e una storia mozzafiato.
Tutto questo è Naruto!
partiamo dal presupposto che commerciale non vuole per forza dire schifo... e soprattutto non peggiore di one piece...
sotto il punto di vista artistico credo che naruto sia un' opera di primordine degna dell' ambitissima eredita'(?)[ritengo che non morirà mai] di dragonball.
inoltre vorrei dire a tutte le persone che credono che naruto si stia perdendo in una "dragonballizzazzione" dove il protagonista si allena e sconfigge il nemico superando il proprio limiteche si sbaglia di grosso, ho letto parecchie centinaia di manga (sia su carta che su internet)e credo che naruto sia uno dei pochi a meritarsi un DIECI e lode per quasi tutto senza marcire diventando soltanto e sottolineo soltanto un fenomeno per bambinetti ma una delle poche VERE opere manga. tornando alla recensione... più che a un'evoluzione tipo dragonball opto per una maturazione alla spiderman (che blasfemia per un otaku!!ah ah) dove il protagonista nasce fragile emotivamente e grazie all' esperienza diventa l' apoteosi dell' eroe.
per il resto dico solo viva i colpi di scena ,le morti storiche,le tecniche micidiali e il bianco chiccoso degli albi che risalta in ogni libreria di manga blu(one piece) e neri (evangelion).vorrei dire un'ultima cosa: forse ho fatto trasudare da ciò che ho scritto che penso solo a naruto ma al contrario stimo e adoro anche moltissimi altri titoli manga. grazie per l'attenzione
sotto il punto di vista artistico credo che naruto sia un' opera di primordine degna dell' ambitissima eredita'(?)[ritengo che non morirà mai] di dragonball.
inoltre vorrei dire a tutte le persone che credono che naruto si stia perdendo in una "dragonballizzazzione" dove il protagonista si allena e sconfigge il nemico superando il proprio limiteche si sbaglia di grosso, ho letto parecchie centinaia di manga (sia su carta che su internet)e credo che naruto sia uno dei pochi a meritarsi un DIECI e lode per quasi tutto senza marcire diventando soltanto e sottolineo soltanto un fenomeno per bambinetti ma una delle poche VERE opere manga. tornando alla recensione... più che a un'evoluzione tipo dragonball opto per una maturazione alla spiderman (che blasfemia per un otaku!!ah ah) dove il protagonista nasce fragile emotivamente e grazie all' esperienza diventa l' apoteosi dell' eroe.
per il resto dico solo viva i colpi di scena ,le morti storiche,le tecniche micidiali e il bianco chiccoso degli albi che risalta in ogni libreria di manga blu(one piece) e neri (evangelion).vorrei dire un'ultima cosa: forse ho fatto trasudare da ciò che ho scritto che penso solo a naruto ma al contrario stimo e adoro anche moltissimi altri titoli manga. grazie per l'attenzione
<b>*Attenzione possibili spoiler*</b>
Naruto, senza alcun dubbio, è il rivale più accanito di One Piece per prendere il posto di Dragon Ball; questo manga ha riscontrato subito un enorme successo però io personalmente ho iniziato a leggerlo solo dopo aver visto l'anime ed infatti ho una ristampa :( .
Ma veniamo all'opera, Masashi Kishimoto inventa un modo dove l'attività principale è quella di studiare per diventare ninja, e Naruto il nostro protagonista è un allievo un po' particolare, ha molta voglia di fare però è poco paziente ed un po' pasticcione. Il sogno di questo ragazzino è quello di diventare Hokage, ovvero il capo del suo villaggio, e per farlo deve essere riconosciuto come il ninja più forte del suo villaggio. Questo gli viene reso ancor più difficile dalla sua storia passata, infatti dentro di se ha un demone e per questo gli abitanti del villaggio non lo trattano bene. Questo cambia grazie all'intervento degli altri personaggi del manga, inizia così la sua avventura per diventare Hokage.
Il disegno non è eccezionale però risulta pulito e piacevole, i personaggi sono tutti caratterizzati molto bene sia fisicamente che caratterialmente (adoro Gaara).
La storia è avvincente però diciamo che Kishimoto ha tralasciato qualche spiegazione :).
In conclusione un manga davvero appassionante che consiglio a chi ama le letture non troppo impegnate, comunque da conoscere.
Voto 9.
Naruto, senza alcun dubbio, è il rivale più accanito di One Piece per prendere il posto di Dragon Ball; questo manga ha riscontrato subito un enorme successo però io personalmente ho iniziato a leggerlo solo dopo aver visto l'anime ed infatti ho una ristampa :( .
Ma veniamo all'opera, Masashi Kishimoto inventa un modo dove l'attività principale è quella di studiare per diventare ninja, e Naruto il nostro protagonista è un allievo un po' particolare, ha molta voglia di fare però è poco paziente ed un po' pasticcione. Il sogno di questo ragazzino è quello di diventare Hokage, ovvero il capo del suo villaggio, e per farlo deve essere riconosciuto come il ninja più forte del suo villaggio. Questo gli viene reso ancor più difficile dalla sua storia passata, infatti dentro di se ha un demone e per questo gli abitanti del villaggio non lo trattano bene. Questo cambia grazie all'intervento degli altri personaggi del manga, inizia così la sua avventura per diventare Hokage.
Il disegno non è eccezionale però risulta pulito e piacevole, i personaggi sono tutti caratterizzati molto bene sia fisicamente che caratterialmente (adoro Gaara).
La storia è avvincente però diciamo che Kishimoto ha tralasciato qualche spiegazione :).
In conclusione un manga davvero appassionante che consiglio a chi ama le letture non troppo impegnate, comunque da conoscere.
Voto 9.
<b>Attenzione contiene Spoiler</b>
Storia: non originale ma finora ben strutturata.
Disegni: belli, puliti, in "evoluzione".
Personaggi: tanti, con buone caratterizzazioni anche se alcuni personaggi sono molto simili tra loro.
Personalmente mi piace molto, difatti lo seguo pure su internet.
Combattimenti ben realizzati, storia scorrevole (anche se per un certo periodo si è arenata) che ultimamente ha accelerato molto con colpi di scena, e decessi di lusso.
ora devo dire una cosa, un mega spoiler, ma non posso tenerlmeno dentro: capitolo 437, Hinata la tua doppia prova di coraggio mi ha commosso profondamente, forse perché ho sempre fatto il tifo per te e sei stata elevata al ruolo che ti compete.
Storia: non originale ma finora ben strutturata.
Disegni: belli, puliti, in "evoluzione".
Personaggi: tanti, con buone caratterizzazioni anche se alcuni personaggi sono molto simili tra loro.
Personalmente mi piace molto, difatti lo seguo pure su internet.
Combattimenti ben realizzati, storia scorrevole (anche se per un certo periodo si è arenata) che ultimamente ha accelerato molto con colpi di scena, e decessi di lusso.
ora devo dire una cosa, un mega spoiler, ma non posso tenerlmeno dentro: capitolo 437, Hinata la tua doppia prova di coraggio mi ha commosso profondamente, forse perché ho sempre fatto il tifo per te e sei stata elevata al ruolo che ti compete.
Fra tutte le recensioni che ho fatto questa è sicuramente quella che prende, almeno per ora, il voto più basso. Naturalmente il mio voto si riferisce sempre alla storia, all'opera in se, così come questa viene dal Giappone. Diciamo che se non lo menziono apertamente il mio voto si limita a questo, e mai quindi all'edizione dell'albo che ci viene proposto in Italia. Ecco, l'albo italiano di Naruto, per molti di voi, è considerato un insulto, per me non è proprio così. Dico subito che magari non si merita quei 5,90 euro, però in tutta onesta l'edizione Gold Deluxe che faccio mi soddisfa ed è quella che consiglio a chi decidesse di seguire quest'opera. La Panini comunque, come oramai nel suo DNA, ha proposto quest'opera in diverse edizioni, la prima dalla mitica costina nera, seguita da Naruto "Il Mito" che altro non è che una ristampa leggermente modificata in qualche punto ed infine l'edizione Gold, in due formati, con o senza sovraccopertina. I prezzi sono i tipici della Panini, un 4,00-4,50 euro per albo, con la sola eccezione del Gold Deluxe (quello con sovraccopertina) che viene 5,90 euro. I prezzi effettivamente sono un po' esageranti considerando la qualità offerta, come minimo dovrebbero essere abbassati di 1,50 euro circa, ma non ho voglia di entrare in argomento "qualità Panini", quindi lascio perdere. Fra tutti i volumi che fin'ora ho acquistato, solo uno mi ha lasciato un po' l'amaro in bocca per la carta che tende al giallo, gli altri mi sono sembrati tutti in linea con il prezzo da me auspicato. Non so se sia io ad avere il paraocchi, o ad essere stato fortemente fortunato perchè fatto sta che questa edizione è fortemente criticata per la sua qualità ed io ve lo dico così, per dovere giornalistico. Se gli albi avessero il prezzo che io considero giusto per ciò che effettivamente sono, il voto che darei a questa edizione sarebbe un bel 8, forse anche qualcosina in più. Ma visto che il prezzo richiesto non è quello che si meriterebbe tale edizione, il voto effettivo diviene un bel 5.
Nonostante l'edizione, comunque ciò che va vista è l'opera, e l'opera per me si merita un otto.
Nonostante l'abbia introdotto come un voto basso rispetto alle altre opere da me recensite, noterete che un 8 non è certo da buttar via. Naruto non ha certo, almeno secondo me, lo spessore di One Piece, ne il merito di aver creato un genere come Dragon Ball, ne quel disegno accattivante delle opere di Mashima (si lo so, anche One Piece ha un disegno accattivante ma non potevo portarlo ad esempio due volte). Naruto è un bel manga, con un disegno discreto che pian piano migliora sempre di più fino a raggiungere degli ottimi livelli. Io personalmente ho letto solo i primi 12 albi in cui tale miglioramento è solo leggermente accennato, ma dando una sbirciatina agli ultimi volumi appena arrivati dal Giappone, vi posso confermare che il disegno migliora notevolmente. La storia è un classico, un parto di Dragon Ball se così vogliamo definirlo, ma il nascituro presenta sicuramente evidenti differenze rispetto all'opera madre. Anche la trama così come il disegno migliora procedendo con la lettura, almeno secondo me, perché per altri è il contrario. Naturalmente sto basando questa mia affermazione rifacendomi chiaramente alla visione dell'anime, perché come avrete letto sono arrivato solo al dodicesimo volume. Si tratta in sostanza di un classico shonen, che narra le avventure di un giovane ninja che abita in un mondo alternativo caratterizzato da una forte ambivalenza fra mondo antico giapponese (epoca Tokugawa) e chiari risvolti futuristici-tecnologici. Un bel pasticcio che però sa risultare piacevole e ben strutturato dall'autore Kishimoto. Kishimoto ha anche un altro pregio che però si è rivelato al tempo stesso un arma a doppio taglio. Sto parlando dei personaggi secondari. Kishimoto ha creato personaggi secondari (vedi tutti gli altri gruppi ninja con relativi maestri, ma anche personaggi di fronti avversi) veramente ben caratterizzati ma non ha saputo utilizzarli a dovere, o meglio, non ha saputo sfruttarli quanto basta. Personaggi ben costruiti che alla fine appaiono di rado, personaggi che secondo me avrebbero potuto avere un ruolo ben maggiore di quello realmente dato. La storia, che all'inizio mi è sembrata un po' banale, ha preso una bella piega e soprattutto dall'esame Chunin in poi si dimostra bella promettente.
Naruto, che oltre a essere il titolo dell'opera è anche il nome del protagonista, come un diligente ninja deve fare, è costantemente impegnato in missioni e, almeno all'inizio, in prove per migliorare le sue qualifiche ninja, il tutto intervallato da un bel po' di allenamenti. Capirete che fin qui non si tratta di sai quale trama, ma Kishimoto è abile nell'introdurre questioni molto più avvincenti che riguardano il passato dei protagonisti, così come il passato del Villaggio della Foglia, casa del nostro Naruto. Sono proprio questi misteri passati, pian piano svelati dall'autore a rappresentare il punto forte dell'opera, ad intrigare sempre più il lettore ed a tenerlo legato alla sedia. Anche la caratterizzazione dei personaggi ha il suo bel merito, con personaggi tutti in qualche modo differenti che concedono ad ogni lettore di scegliersi, per così dire, il suo preferito, di trovare il personaggio con cui immedesimarsi maggiormente.
Naruto è un'opera sicuramente non pesante, ne si tratta di una lettura impegnata, è una lettura per passare rilassati un paio d'ore o più, che però riesce comunque "a prendervi".
Certo l'opera ha la sua lunghezza, e per di più non è neanche terminata, questo porterebbe molti a desistere dall'acquisto. Io vi dico soltanto che se avete soldi da spendere, potete tranquillamente buttarvi su quest'opera, avendo anche un po' di pazienza nell'aspettare la sua conclusione. Se le vostre finanze sono invece fortemente in rosso, ma siete testardamente alla ricerca di uno shonen da leggere, allora vi consiglio di puntare la vostra attenzione su lo shonen attuale per eccellenza... One Piece!
Se One Piece già lo seguite, ma volete leggervi un altro shonen, puntate su Fairy Tail o al massimo su Rave, non badando alle critiche che girano. Dragon Ball non ve lo consiglio neppure, perché se volete seguire uno shonen Dragon Ball è d'obbligo. Insomma, se non avete troppe pretese, Naruto rappresenterà sicuramente un acquisto azzeccato, sennò... ciccia!
Nonostante l'edizione, comunque ciò che va vista è l'opera, e l'opera per me si merita un otto.
Nonostante l'abbia introdotto come un voto basso rispetto alle altre opere da me recensite, noterete che un 8 non è certo da buttar via. Naruto non ha certo, almeno secondo me, lo spessore di One Piece, ne il merito di aver creato un genere come Dragon Ball, ne quel disegno accattivante delle opere di Mashima (si lo so, anche One Piece ha un disegno accattivante ma non potevo portarlo ad esempio due volte). Naruto è un bel manga, con un disegno discreto che pian piano migliora sempre di più fino a raggiungere degli ottimi livelli. Io personalmente ho letto solo i primi 12 albi in cui tale miglioramento è solo leggermente accennato, ma dando una sbirciatina agli ultimi volumi appena arrivati dal Giappone, vi posso confermare che il disegno migliora notevolmente. La storia è un classico, un parto di Dragon Ball se così vogliamo definirlo, ma il nascituro presenta sicuramente evidenti differenze rispetto all'opera madre. Anche la trama così come il disegno migliora procedendo con la lettura, almeno secondo me, perché per altri è il contrario. Naturalmente sto basando questa mia affermazione rifacendomi chiaramente alla visione dell'anime, perché come avrete letto sono arrivato solo al dodicesimo volume. Si tratta in sostanza di un classico shonen, che narra le avventure di un giovane ninja che abita in un mondo alternativo caratterizzato da una forte ambivalenza fra mondo antico giapponese (epoca Tokugawa) e chiari risvolti futuristici-tecnologici. Un bel pasticcio che però sa risultare piacevole e ben strutturato dall'autore Kishimoto. Kishimoto ha anche un altro pregio che però si è rivelato al tempo stesso un arma a doppio taglio. Sto parlando dei personaggi secondari. Kishimoto ha creato personaggi secondari (vedi tutti gli altri gruppi ninja con relativi maestri, ma anche personaggi di fronti avversi) veramente ben caratterizzati ma non ha saputo utilizzarli a dovere, o meglio, non ha saputo sfruttarli quanto basta. Personaggi ben costruiti che alla fine appaiono di rado, personaggi che secondo me avrebbero potuto avere un ruolo ben maggiore di quello realmente dato. La storia, che all'inizio mi è sembrata un po' banale, ha preso una bella piega e soprattutto dall'esame Chunin in poi si dimostra bella promettente.
Naruto, che oltre a essere il titolo dell'opera è anche il nome del protagonista, come un diligente ninja deve fare, è costantemente impegnato in missioni e, almeno all'inizio, in prove per migliorare le sue qualifiche ninja, il tutto intervallato da un bel po' di allenamenti. Capirete che fin qui non si tratta di sai quale trama, ma Kishimoto è abile nell'introdurre questioni molto più avvincenti che riguardano il passato dei protagonisti, così come il passato del Villaggio della Foglia, casa del nostro Naruto. Sono proprio questi misteri passati, pian piano svelati dall'autore a rappresentare il punto forte dell'opera, ad intrigare sempre più il lettore ed a tenerlo legato alla sedia. Anche la caratterizzazione dei personaggi ha il suo bel merito, con personaggi tutti in qualche modo differenti che concedono ad ogni lettore di scegliersi, per così dire, il suo preferito, di trovare il personaggio con cui immedesimarsi maggiormente.
Naruto è un'opera sicuramente non pesante, ne si tratta di una lettura impegnata, è una lettura per passare rilassati un paio d'ore o più, che però riesce comunque "a prendervi".
Certo l'opera ha la sua lunghezza, e per di più non è neanche terminata, questo porterebbe molti a desistere dall'acquisto. Io vi dico soltanto che se avete soldi da spendere, potete tranquillamente buttarvi su quest'opera, avendo anche un po' di pazienza nell'aspettare la sua conclusione. Se le vostre finanze sono invece fortemente in rosso, ma siete testardamente alla ricerca di uno shonen da leggere, allora vi consiglio di puntare la vostra attenzione su lo shonen attuale per eccellenza... One Piece!
Se One Piece già lo seguite, ma volete leggervi un altro shonen, puntate su Fairy Tail o al massimo su Rave, non badando alle critiche che girano. Dragon Ball non ve lo consiglio neppure, perché se volete seguire uno shonen Dragon Ball è d'obbligo. Insomma, se non avete troppe pretese, Naruto rappresenterà sicuramente un acquisto azzeccato, sennò... ciccia!
Ottimo Manga, uno dei gioiellini che tengo sulla mensola ed unico di cui seguo gli Spoiler Online.
Ho scoperto il mondo di Naruto prima grazie all'Anime poi quando ho capito la bellezza dei Manga, Naruto è stato uno dei primi che ho provato a seguire.
La trama mi ha appassionato sin da subito, personaggi avvincenti e non i soliti personaggi proposti nei vari Shonen ma variamente scelti, infatti il Manga ha una vasta gamma di personaggi, anche se per lo più personaggi secondari.
Gli Antagonisti non sono divisi in saghe come in Dragon Ball o Saint Seiya, grandi colossi degli anni 80, ma sono vari, originali e duraturi.
Vedi Akatsuki, o meglio nota come Organizzazione Alba.
La trama che nella prima serie scorreva un po' lenta ma sempre piena di colpi di scena è gradevole, nello Shippuden mi sono appassionato di più alla serie anche se ha avuto un calo ed un cambiamento di Trama che non mi è piaciuto, sopratutto quando la trama si è incentrata su Sasuke e ha lasciato Naruto senza sapere nulla che è la cosa che mi ha dato più fastidio.
Le varie saghe, lo sviluppo della Trama, i personaggi, lo svolgimento dei combattimenti e tutto quello che si incentra nello svolgimento della storia sono ottimi, a parte il calo avuto nello Shippuden anche se a mio parere in questi ultimi volumi (45-46-47 ecc) si è risollevato parecchio.
Non mi sento di dare 10 perché i disegni di Kishimoto non sono ottimi e non eccellono, ed inoltre non mi piace quando l'autore tralascia i molti personaggi che si è creato dimenticandoli lì e facendoli riapparire vari capitoli dopo nel nulla.
Manga che ha già dato quasi tutto su quello che doveva dare, anche se a mio parere non finirà con l'odierna saga, ma con un' altra che vedrà antagonista un personaggio tralasciato ma di vitale importanza.
Concludo dicendo che il successo dell'opera è meritato anche se Kishimoto ha avuto un calo nell'ultimo periodo.
Spero che non duri in eterno, rovinando l'opera perché merita davvero un bel finale.
Ho scoperto il mondo di Naruto prima grazie all'Anime poi quando ho capito la bellezza dei Manga, Naruto è stato uno dei primi che ho provato a seguire.
La trama mi ha appassionato sin da subito, personaggi avvincenti e non i soliti personaggi proposti nei vari Shonen ma variamente scelti, infatti il Manga ha una vasta gamma di personaggi, anche se per lo più personaggi secondari.
Gli Antagonisti non sono divisi in saghe come in Dragon Ball o Saint Seiya, grandi colossi degli anni 80, ma sono vari, originali e duraturi.
Vedi Akatsuki, o meglio nota come Organizzazione Alba.
La trama che nella prima serie scorreva un po' lenta ma sempre piena di colpi di scena è gradevole, nello Shippuden mi sono appassionato di più alla serie anche se ha avuto un calo ed un cambiamento di Trama che non mi è piaciuto, sopratutto quando la trama si è incentrata su Sasuke e ha lasciato Naruto senza sapere nulla che è la cosa che mi ha dato più fastidio.
Le varie saghe, lo sviluppo della Trama, i personaggi, lo svolgimento dei combattimenti e tutto quello che si incentra nello svolgimento della storia sono ottimi, a parte il calo avuto nello Shippuden anche se a mio parere in questi ultimi volumi (45-46-47 ecc) si è risollevato parecchio.
Non mi sento di dare 10 perché i disegni di Kishimoto non sono ottimi e non eccellono, ed inoltre non mi piace quando l'autore tralascia i molti personaggi che si è creato dimenticandoli lì e facendoli riapparire vari capitoli dopo nel nulla.
Manga che ha già dato quasi tutto su quello che doveva dare, anche se a mio parere non finirà con l'odierna saga, ma con un' altra che vedrà antagonista un personaggio tralasciato ma di vitale importanza.
Concludo dicendo che il successo dell'opera è meritato anche se Kishimoto ha avuto un calo nell'ultimo periodo.
Spero che non duri in eterno, rovinando l'opera perché merita davvero un bel finale.
Fantastico shonen manga che ci porta in un universo poco trattato nell'ultima generazione di mangaka: il mondo dei ninja. Le tematiche trattata sono avvincenti come quella della solitudine, dell'amicizia e della rivalità. Il manga ingrana alla grande con la prima 15ina di volumi per poi dilagare un po' nel vago ed in allenamenti che si ripetono nel tempo, ma alla fine rimane sempre un ottimo manga di godibile lettura. Il punto forte sono i personaggi epici che popolano la storia di cui è impossibile non apprezzarne almeno uno e tifare per lui per tutta l'opera !
Manga realizzato da Masashi Kishimoto Naruto sicuramente rappresenta un successo in termini di vendite e di fama, ponendosi nel solco del suo illustre precedessore Dragonball, che tra l'altro è stato fonte di ispirazione per lo stesso Kishimoto.
La trama, come ben di può capire dal titolo, vede come punto di riferimento Naruto, un ragazzino che "studia" per diventare ninja, purtroppo a causa di eventi passati porta dentro di se un demone, la Volpe a nove code, che spinge le persone ad allontanarsi da lui emarginandolo, da qui il suo sogno di diventare Hokage, capo del villaggio della Foglia, inteso come modo per farsi accettare da tutti. Partendo da queste basi la storia si sviluppa sia seguendo la crescita di Naruto come ninja sia la sua crescita come persona che tra scontri ed incontri esce fuori dalla sfera di solitudine in cui si trovava. Nella prima serie la trama è abbastanza curata, ovviamente parliamo pur sempre di un'opera d'azione e quindi il combattimento nelle sue varie forme domina, discorso a parte merita invece la seconda serie, Shippuden, infatti la trama si complica abbastanza ed a volte diventa anche banale dando per altro l'impressione che Kishimoto non riesca pienamente a gestirla, personaggi che all'improvviso scompaiano nel nulla più assoluto senza più esser citati, pur essendo ancora in vita, e stesso discorso vale anche per alcuni eventi di cui l'autore sembra quasi essersi scordato, diciamo che ci si concentra soprattutto sui combattimenti che in Shippuden abbondano. Nonostante questi difetti comunque la trama è godibile certo ad essere sincero rispetto alla fasi iniziali per me ha perso qualcosa e se la prima serie era abbastanza originale la seconda, ma forse anche la fase finale della prima, tende a scadere un po' nel banale.
Il disegno pur non essendo eccezionale non è male e alcune tavole sono fatte veramente bene, in generale, com'è normale che sia d'altronde, il tratto si affina con l'avanzare dell'opera e nei volumi più recenti diventa abbastanza pulito, ripeto niente di eccezionale però si lascia vedere. L'ispirazione che Kishimoto ha tratto da Dragonball non è tanto visibile nel disegno anche se la tuta di Naruto si presenta come un chiaro omaggio a Goku.
In conclusione per gli amanti degli shounen è un manga consigliato, alterna una trama di base interessante a tanti momenti di azione, sconsigliato invece a chi cerca qualcosa di più riflessivo e profondo ma questo mi sembra abbastanza ovvio.
La trama, come ben di può capire dal titolo, vede come punto di riferimento Naruto, un ragazzino che "studia" per diventare ninja, purtroppo a causa di eventi passati porta dentro di se un demone, la Volpe a nove code, che spinge le persone ad allontanarsi da lui emarginandolo, da qui il suo sogno di diventare Hokage, capo del villaggio della Foglia, inteso come modo per farsi accettare da tutti. Partendo da queste basi la storia si sviluppa sia seguendo la crescita di Naruto come ninja sia la sua crescita come persona che tra scontri ed incontri esce fuori dalla sfera di solitudine in cui si trovava. Nella prima serie la trama è abbastanza curata, ovviamente parliamo pur sempre di un'opera d'azione e quindi il combattimento nelle sue varie forme domina, discorso a parte merita invece la seconda serie, Shippuden, infatti la trama si complica abbastanza ed a volte diventa anche banale dando per altro l'impressione che Kishimoto non riesca pienamente a gestirla, personaggi che all'improvviso scompaiano nel nulla più assoluto senza più esser citati, pur essendo ancora in vita, e stesso discorso vale anche per alcuni eventi di cui l'autore sembra quasi essersi scordato, diciamo che ci si concentra soprattutto sui combattimenti che in Shippuden abbondano. Nonostante questi difetti comunque la trama è godibile certo ad essere sincero rispetto alla fasi iniziali per me ha perso qualcosa e se la prima serie era abbastanza originale la seconda, ma forse anche la fase finale della prima, tende a scadere un po' nel banale.
Il disegno pur non essendo eccezionale non è male e alcune tavole sono fatte veramente bene, in generale, com'è normale che sia d'altronde, il tratto si affina con l'avanzare dell'opera e nei volumi più recenti diventa abbastanza pulito, ripeto niente di eccezionale però si lascia vedere. L'ispirazione che Kishimoto ha tratto da Dragonball non è tanto visibile nel disegno anche se la tuta di Naruto si presenta come un chiaro omaggio a Goku.
In conclusione per gli amanti degli shounen è un manga consigliato, alterna una trama di base interessante a tanti momenti di azione, sconsigliato invece a chi cerca qualcosa di più riflessivo e profondo ma questo mi sembra abbastanza ovvio.
STORIA: La storia parla di un orfano in cui è stato sigillato un potentissimo demone. E' grazie a questo demone che il ragazzo viene visto malissimo dall'intero villaggio, costringendolo a vivere da solo. In seguito si diploma all'accademia ninja e con la sua squadra comincia varie missioni. Tra mille avventure il ragazzo cresce e si fa amici, perfino un rivale, il quale però lascerà il villaggio. Il protagonista nel frattempo deve allenarsi per riuscire a riportare a casa l'amico e difendersi da Alba, un' organizzazione che vuole catturare tutti i demoni con le code.
PERSONAGGI: di personaggi ce ne sono moltissimi, simpatici e associali, ma sempre ben caratterizzati. Anche i cattivi sono ben caratterizzati.
SCONTRI: gli scontri sono spettacolari, nessuno uguale all'altro data la presenza di un'infinità di tecniche ninja. Dalla seconda serie gli scontri iniziano a essere un po più lunghi, ma non meno spettacolari.
VOTO: 10
PERSONAGGI: di personaggi ce ne sono moltissimi, simpatici e associali, ma sempre ben caratterizzati. Anche i cattivi sono ben caratterizzati.
SCONTRI: gli scontri sono spettacolari, nessuno uguale all'altro data la presenza di un'infinità di tecniche ninja. Dalla seconda serie gli scontri iniziano a essere un po più lunghi, ma non meno spettacolari.
VOTO: 10
Cercherò di contenermi in questa recensione ma non prometto niente.
A primo avviso dico subito che questo manga è un capolavoro, mai letto niente di così bello ed intrigante in tutti questi anni.
Già dal primo volume si capisce subito con chi abbiamo a che fare; il tratto del disegno è pressoché perfetto, non lascia scoperto niente, sopratutto negli ultimi volumi, poiché secondo me il tratto di Masashi Kishimoto è migliorato notevolmente!
Ora spostiamoci dal tratto del disegno alla trama, che secondo me è veramente il punto di forza del manga. All'inizio ricca di avventure e scenette anche divertenti e verso la fine si fa più seria ed intrigante. In quest'ultima parte ricorrono numerosissimi flashback che ricordano l'infanzia del protagonista e gli avvenimenti passati.
La storia del manga vede allora le avventure di Naruto che da ragazzino dispettoso e disubbidiente diventa col passare del tempo un ninja potente e rispettato da tutti, questo infatti vuole coronare il suo sogno, diventare il più grande Hokaghe (la carica ninja più alta del villaggio) di tutti i tempi. Lo seguono nelle sue avventure il serio e ritardatario maestro Kakashi, la ragazza che gli piace, Sakura ed il compagno di squadra silenzioso e vendicativo, Sasuke; passando poi per molti altri come il donnaiolo Jiraya, il perfido Orochimaru e la vecchia Tsunade.
Molteplici saranno le sue avventure ed io consiglio a tutti di seguirle vivamente.
Questo senz'altro è il manga che tra più di tutti merita l'acquisto.
Il voto finale: 10 per me è un po poco, ci vorrebbe come minimo un 100 spaccato ^^ .
A primo avviso dico subito che questo manga è un capolavoro, mai letto niente di così bello ed intrigante in tutti questi anni.
Già dal primo volume si capisce subito con chi abbiamo a che fare; il tratto del disegno è pressoché perfetto, non lascia scoperto niente, sopratutto negli ultimi volumi, poiché secondo me il tratto di Masashi Kishimoto è migliorato notevolmente!
Ora spostiamoci dal tratto del disegno alla trama, che secondo me è veramente il punto di forza del manga. All'inizio ricca di avventure e scenette anche divertenti e verso la fine si fa più seria ed intrigante. In quest'ultima parte ricorrono numerosissimi flashback che ricordano l'infanzia del protagonista e gli avvenimenti passati.
La storia del manga vede allora le avventure di Naruto che da ragazzino dispettoso e disubbidiente diventa col passare del tempo un ninja potente e rispettato da tutti, questo infatti vuole coronare il suo sogno, diventare il più grande Hokaghe (la carica ninja più alta del villaggio) di tutti i tempi. Lo seguono nelle sue avventure il serio e ritardatario maestro Kakashi, la ragazza che gli piace, Sakura ed il compagno di squadra silenzioso e vendicativo, Sasuke; passando poi per molti altri come il donnaiolo Jiraya, il perfido Orochimaru e la vecchia Tsunade.
Molteplici saranno le sue avventure ed io consiglio a tutti di seguirle vivamente.
Questo senz'altro è il manga che tra più di tutti merita l'acquisto.
Il voto finale: 10 per me è un po poco, ci vorrebbe come minimo un 100 spaccato ^^ .
<b> Attenzione possibili Spoiler</b>
Visto che ho recensito l'anime mi tocca farlo anche per il manga, mi sembra il minimo, anche perché si tratta di due pianeti completamenti opposti. La trasposizione animata, a mio avviso, non sa rendere le atmosfere che Kishi ci regala nel manga. Soprattutto va un pregio al manga, che non ci sono quegli spoilers che invece sono presenti nell'anime e che lo rendono pesantuccio. Ma andiamo al manga... inutile dilungarsi con la storia, è conosciutissima ormai. Il titolo Naruto richiama un vero e proprio Bulding Manga, cioè un manga di formazione. Dal primo numero, Naruto appare come l'emarginato di turno che deve attirare la sua attenzione facendo casini. Lentamente, però, incontra persone che si affezionano a lui e viceversa. Non sente più la solitudine che lo aveva attanagliato per tutti questi anni. Dopo l'incontro con Sasuke il giovane eroe sente crescer in lui il bisogno di migliorarsi, cosa che aumenta dopo aver assaggiato la sconfitta per mano del suo amico/rivale Sasuke. In effetti c'è un bel colpo di scena: Sasuke decide di seguire Orochimaru, la via più breve per ottenere quel potere che gli permetterà di sconfiggere l'odiato fratello, il magnifico Itachi, il personaggio, a mio avviso meglio caratterizzato di tutta la serie. Dopo la fuga dal villaggio di Sasuke, il tratto del nostro Kishi migliora: ritroviamo i personaggi più cresciutelli, un Naruto che in fin dei conti è cambiato di poco, anche se è più saggio e consapevole dei suoi poteri, nonché meno spavaldo. La famigerata associazione Alba decide finalmente di fare sul serio e manda i suoi membri a catturare Gaara. Bella l'idea del marionettista, come anche quella dell'artista, che fanno una coppia, ehm, esplosiva. Sasuke come al solito è impegnato nei suoi allenamenti, ma rimarrà per me il meno coraggioso ed il più spavaldo di tutta la serie. La sua vittoria su Itachi gli è stata regalata e come ricorda il buon vecchio Mdara che ci vede lungo, "Itachi lo avrebbe fatto a polpette se solo avesse fatto seriamente". Il fatto che Naruto, nel tentativo di recuperare Sasuke perda il controllo e diventi un Kyubi in miniatura dà pepe alla vicenda. Nonostante conviva con la volpe, ancora non ne ha ottenuto il pieno controllo, ed è proprio l'imprevedibilità che caratterizza Naruto ed in generale tutto il manga. Infatti, chi doveva dirlo che Itachi in realtà adorava fino alla morte il fratello e si sia sacrificato per lui? Chi pensava che il buon Jiraiya doveva perire per mano di un suo ex allievo che è a capo dell'alba adesso? A cosa saranno serviti allora i suoi insegnamenti? Domande che tutti si sono posti e che continuano a porsi i numerosi lettori. Per non parlare del misterioso Tobi, il quale sembra a capo di tutta la baracca e sta usando l'Alba come copertura per i suoi scopi. Pain, il grande capo, adesso si trova ad affrontare Naruto e sembra aver avuto la meglio, tuttavia, dalle condizioni del suo vero corpo si evince che anche lui è arrivato al limite. In effetti, Kishimoto, ha dato troppo potere a questo personaggio, e ogni potere si paga. Naruto è assalito dai suoi dubbi, le parole di Pain e quelle di Jiraya in un flashback turbano il nostro eroe. D'altronde quello che mi piace è anche la sua fragilità: non è come gli eroi tradizionali tutto d'un pezzo, ha anche lui le sue debolezze, le sue incertezze, e sono proprio queste, che a mio avviso, lo renderanno Hokage.
Visto che ho recensito l'anime mi tocca farlo anche per il manga, mi sembra il minimo, anche perché si tratta di due pianeti completamenti opposti. La trasposizione animata, a mio avviso, non sa rendere le atmosfere che Kishi ci regala nel manga. Soprattutto va un pregio al manga, che non ci sono quegli spoilers che invece sono presenti nell'anime e che lo rendono pesantuccio. Ma andiamo al manga... inutile dilungarsi con la storia, è conosciutissima ormai. Il titolo Naruto richiama un vero e proprio Bulding Manga, cioè un manga di formazione. Dal primo numero, Naruto appare come l'emarginato di turno che deve attirare la sua attenzione facendo casini. Lentamente, però, incontra persone che si affezionano a lui e viceversa. Non sente più la solitudine che lo aveva attanagliato per tutti questi anni. Dopo l'incontro con Sasuke il giovane eroe sente crescer in lui il bisogno di migliorarsi, cosa che aumenta dopo aver assaggiato la sconfitta per mano del suo amico/rivale Sasuke. In effetti c'è un bel colpo di scena: Sasuke decide di seguire Orochimaru, la via più breve per ottenere quel potere che gli permetterà di sconfiggere l'odiato fratello, il magnifico Itachi, il personaggio, a mio avviso meglio caratterizzato di tutta la serie. Dopo la fuga dal villaggio di Sasuke, il tratto del nostro Kishi migliora: ritroviamo i personaggi più cresciutelli, un Naruto che in fin dei conti è cambiato di poco, anche se è più saggio e consapevole dei suoi poteri, nonché meno spavaldo. La famigerata associazione Alba decide finalmente di fare sul serio e manda i suoi membri a catturare Gaara. Bella l'idea del marionettista, come anche quella dell'artista, che fanno una coppia, ehm, esplosiva. Sasuke come al solito è impegnato nei suoi allenamenti, ma rimarrà per me il meno coraggioso ed il più spavaldo di tutta la serie. La sua vittoria su Itachi gli è stata regalata e come ricorda il buon vecchio Mdara che ci vede lungo, "Itachi lo avrebbe fatto a polpette se solo avesse fatto seriamente". Il fatto che Naruto, nel tentativo di recuperare Sasuke perda il controllo e diventi un Kyubi in miniatura dà pepe alla vicenda. Nonostante conviva con la volpe, ancora non ne ha ottenuto il pieno controllo, ed è proprio l'imprevedibilità che caratterizza Naruto ed in generale tutto il manga. Infatti, chi doveva dirlo che Itachi in realtà adorava fino alla morte il fratello e si sia sacrificato per lui? Chi pensava che il buon Jiraiya doveva perire per mano di un suo ex allievo che è a capo dell'alba adesso? A cosa saranno serviti allora i suoi insegnamenti? Domande che tutti si sono posti e che continuano a porsi i numerosi lettori. Per non parlare del misterioso Tobi, il quale sembra a capo di tutta la baracca e sta usando l'Alba come copertura per i suoi scopi. Pain, il grande capo, adesso si trova ad affrontare Naruto e sembra aver avuto la meglio, tuttavia, dalle condizioni del suo vero corpo si evince che anche lui è arrivato al limite. In effetti, Kishimoto, ha dato troppo potere a questo personaggio, e ogni potere si paga. Naruto è assalito dai suoi dubbi, le parole di Pain e quelle di Jiraya in un flashback turbano il nostro eroe. D'altronde quello che mi piace è anche la sua fragilità: non è come gli eroi tradizionali tutto d'un pezzo, ha anche lui le sue debolezze, le sue incertezze, e sono proprio queste, che a mio avviso, lo renderanno Hokage.
Ho provato a leggerlo, a capire che cavolo ci trova la gente a comprarlo così freneticamente, tant'è che quando ho deciso di rivenderlo non ho fatto fatica e dicevo boh? I disegni si sono decenti ma piatti, non ci sono ombre ne luci, a volte ti chiedi ma cavolo, la profondità del paesaggio, però pensi vabbé c'è chi preferisce uno stile più pulito. Poi passiamo ai personaggi, ecco in questo devo dire che c'è immaginazione dove però alla fine ad essere il più sfigato di tutti è Naruto; povero alla fine fa un po' pena, superato da tutti. Ma la cosa che non sopporto in questa serie è la storia, mi da sui nervi: il povero Naruto che si ostina a voler "salvare" Sasuke, ma da che cosa? Visto che alla fine si salva da solo, conclusione Naruto è inutile.
Premetto che la gente la deve smettere di dire che Naruto è disegnato bene, perchè non è così e questa non è una questione di gusti ma di occhio esperto.
Faccio il liceo artistico, ho tantissimi libri di disegno manga e di paesaggistica in generale, ho letto tantissimi manga e so fare paragoni meglio di molte altre persone. Naruto è probabilmente il manga peggio disegnato degli ultimi tempi.
Riferendomi alle proporzioni, ALMENO quelle sono giuste, ma il resto è la cosa più penosa e mediocre che si sia mai vista in un manga.
Dove le ha lasciate le ombre?
Tutto in bianco e nero, che non da nessuna sensazione particolare e che non da piacere nel seguire i disegni.
Dove sono le pieghe?
Nei vestiti, ci sono al massimo due o tre pieghe (messe inoltre nei posti sbagliati molte volte). Nei vestiti dei membri dell'Akatsuki questo si nota più che in ogni altro posto. Dritti in una maniera innaturale.
Che dire poi dei capelli?
Già sono inguardabili per l'assenza di chiaroscuro (i riflessi di luce non esistono: o sono completamente bianchi o completamente neri), per lo più Masashi ha voluto accentuare il tutto disegnandoli dritti, appuntiti, senza alcun tipo di sfilacciamento, appiccicati al cranio e senza vita. I peggiori sono quelli di Sakura: due pungiglioni dritti e frontali sui lati della faccia; Sasuke pure. Per carità.
Le proporzioni saranno anche giuste, ma dove le mettiamo le gambe e le braccia a tubo? Persino Heidi ha le gambe disegnate meglio.
Concludendo, il character design è PESSIMO sotto ogni punto di vista. Non ditemi che Naruto è disegnato meglio di Death Note, o di Bleach!
Masashi non ha proprio alcun talento nel disegno particolare, e il fratello Seishi lo segue di brutto.
Ora però c'è la trama: e qui c'è il bello.
Ultimamente gli shonen stanno decadendo in maniera impressionante. Le trame sono TUTTE identiche. Le cose che cambiano sono personaggi e ambientazioni. PUNTO.
Naruto ha esattamente la stessa trama di altri tremila shonen meno conosciuti.
Naruto trova un nemico.
Naruto perde.
Naruto si allena (anche solo per due minuti).
Naruto ritrova il nemico.
Naruto si scontra.
Naruto sembra che ce la faccia ma...
Naruto pensa ad una delle cose che pensano tutti gli eroi degli shonen (amicizia, il suo amico da salvare, lealtà ecc. ecc.) e ritrova le forze.
Naruto sconfigge il nemico (dopo essersi consultato con lui sulle robe della vita).
Naruto rimugina trent'anni sui valori della vita e sull'amichetto bello che è diventato cattivo senza fare nulla e fa il tonto di turno ogni tre secondi e mezzo, finchè non arriva qualcun'altro da battere.
E QUESTO non sarebbe già visto?
L'unica cosa che cambia in Naruto è l'ambientazione! Ma a che serve un paesaggio nuovo se poi la trama è uguale a milioni di altri manga? Almeno aggiungerci qualcosa di nuovo!
Non capisco, non capirò MAI come questo manga sia potuto diventare una cosa così famosa.
Mah... misteri della vita.
E intanto, qua lo stile di disegno non cambia...
MASASHI, datti una svegliatina!
Faccio il liceo artistico, ho tantissimi libri di disegno manga e di paesaggistica in generale, ho letto tantissimi manga e so fare paragoni meglio di molte altre persone. Naruto è probabilmente il manga peggio disegnato degli ultimi tempi.
Riferendomi alle proporzioni, ALMENO quelle sono giuste, ma il resto è la cosa più penosa e mediocre che si sia mai vista in un manga.
Dove le ha lasciate le ombre?
Tutto in bianco e nero, che non da nessuna sensazione particolare e che non da piacere nel seguire i disegni.
Dove sono le pieghe?
Nei vestiti, ci sono al massimo due o tre pieghe (messe inoltre nei posti sbagliati molte volte). Nei vestiti dei membri dell'Akatsuki questo si nota più che in ogni altro posto. Dritti in una maniera innaturale.
Che dire poi dei capelli?
Già sono inguardabili per l'assenza di chiaroscuro (i riflessi di luce non esistono: o sono completamente bianchi o completamente neri), per lo più Masashi ha voluto accentuare il tutto disegnandoli dritti, appuntiti, senza alcun tipo di sfilacciamento, appiccicati al cranio e senza vita. I peggiori sono quelli di Sakura: due pungiglioni dritti e frontali sui lati della faccia; Sasuke pure. Per carità.
Le proporzioni saranno anche giuste, ma dove le mettiamo le gambe e le braccia a tubo? Persino Heidi ha le gambe disegnate meglio.
Concludendo, il character design è PESSIMO sotto ogni punto di vista. Non ditemi che Naruto è disegnato meglio di Death Note, o di Bleach!
Masashi non ha proprio alcun talento nel disegno particolare, e il fratello Seishi lo segue di brutto.
Ora però c'è la trama: e qui c'è il bello.
Ultimamente gli shonen stanno decadendo in maniera impressionante. Le trame sono TUTTE identiche. Le cose che cambiano sono personaggi e ambientazioni. PUNTO.
Naruto ha esattamente la stessa trama di altri tremila shonen meno conosciuti.
Naruto trova un nemico.
Naruto perde.
Naruto si allena (anche solo per due minuti).
Naruto ritrova il nemico.
Naruto si scontra.
Naruto sembra che ce la faccia ma...
Naruto pensa ad una delle cose che pensano tutti gli eroi degli shonen (amicizia, il suo amico da salvare, lealtà ecc. ecc.) e ritrova le forze.
Naruto sconfigge il nemico (dopo essersi consultato con lui sulle robe della vita).
Naruto rimugina trent'anni sui valori della vita e sull'amichetto bello che è diventato cattivo senza fare nulla e fa il tonto di turno ogni tre secondi e mezzo, finchè non arriva qualcun'altro da battere.
E QUESTO non sarebbe già visto?
L'unica cosa che cambia in Naruto è l'ambientazione! Ma a che serve un paesaggio nuovo se poi la trama è uguale a milioni di altri manga? Almeno aggiungerci qualcosa di nuovo!
Non capisco, non capirò MAI come questo manga sia potuto diventare una cosa così famosa.
Mah... misteri della vita.
E intanto, qua lo stile di disegno non cambia...
MASASHI, datti una svegliatina!
Allora ora voglio chiarire un po' di cose:
premetto che ho letto e leggo molti manga, dagli shonen ai seinen e di manga come Naruto ne ho visti pochi.
La trama è molto coinvolgente e gli intrecci molto intriganti.
I disegni sono davvero buoni e quelli che affermano il contrario forse non se ne intendono perché le proporzioni sono molto realistiche ed è uno stile davvero particolare.
I personaggi non si scazzottano senza motivo come negli shonen da quattro soldi (vedi Rave, Fairy Tail, ecc...).
Con tutto questo non dico che deve piacere a tutti perché i gusti sono gusti però rimane un manga di alto livello e non mi sembra giusto penalizzarlo perché troppo commercializzato.
Mi fanno arrabbiare quelli che invece denigrano Naruto e dicono che manga come Hellsing, Inferno e Paradiso, ecc... sono capolavori assoluti perché i personaggi sono fighi e muscolosi e c'è tanto sangue.
P.S. se notate molti di quelli che dicono di disprezzare Naruto continuano a leggerlo comunque.
premetto che ho letto e leggo molti manga, dagli shonen ai seinen e di manga come Naruto ne ho visti pochi.
La trama è molto coinvolgente e gli intrecci molto intriganti.
I disegni sono davvero buoni e quelli che affermano il contrario forse non se ne intendono perché le proporzioni sono molto realistiche ed è uno stile davvero particolare.
I personaggi non si scazzottano senza motivo come negli shonen da quattro soldi (vedi Rave, Fairy Tail, ecc...).
Con tutto questo non dico che deve piacere a tutti perché i gusti sono gusti però rimane un manga di alto livello e non mi sembra giusto penalizzarlo perché troppo commercializzato.
Mi fanno arrabbiare quelli che invece denigrano Naruto e dicono che manga come Hellsing, Inferno e Paradiso, ecc... sono capolavori assoluti perché i personaggi sono fighi e muscolosi e c'è tanto sangue.
P.S. se notate molti di quelli che dicono di disprezzare Naruto continuano a leggerlo comunque.
Questo manga potrà anche essere il più venduto in Italia, perché apprezzato, ma non ha storia, è noioso e almeno per i primi 25 numeri non c'è uno scontro che uno suggestivo: una delusione, merita 5 solo per i disegni. Mi dispiace, ma come per l'anime, devo mettergli un voto assai basso. Masashi Kishimoto, date le sue potenzialità, poteva fare di meglio. Ho letto anche 666 Satan e mi è piaciuto di più, certo non è un capolavoro ma è meglio di Naruto.
Questo manga l’avevo recensito già una volta, ma voglio, ribadire dei concetti che ho potuto
costatare, andando avanti nella lettura. Nell’ultimo anno metà, dei manga usciti o parlavano
dei ninja o degli shinigami gli dei della morte,e basta ma cambiate un po’!
A parte questo il manga in questione, e cioè naruto è un miscuglio di altri manga, e di idee, che
fanno pensare ad essi, volete degli esempi, detto fatto ecco la lista dei vari riferimenti, secondo
me:bastard = per il demone rinchiuso in un bambino
dragon ball = per il bambino, che non sa di essere anche uno specie di mostro
dragon ball = l’immagine residua, copiata dalla tecnica moltiplicazione del corpo
one piece = per il protagonista che vuole diventare re dei pirati o hokage
Questi sono alcuni dei riferimenti, elencarli tutti sarebbe troppo lungo.
Altra pecca di naruto è la storia, lui arriva si allena in 2 minuti, e impara subito,oppure batte
l’avversario scavando una buca(in 10 secondi)sotto terra, oppure batte l’avversario con ragionamenti logici, degni di detective conan, per concludere parlo del disegno, ma Masashi
sa cosa sono le ombre non c’è ne è una, e le pieghe dei vestiti, per non parlare dei capelli tutti
sparati in aria.
Questo manga l’avevo recensito già una volta, ma voglio, ribadire dei concetti che ho potuto
costatare, andando avanti nella lettura. Nell’ultimo anno metà, dei manga usciti o parlavano
dei ninja o degli shinigami gli dei della morte,e basta ma cambiate un po’!
A parte questo il manga in questione, e cioè naruto è un miscuglio di altri manga, e di idee, che
fanno pensare ad essi, volete degli esempi, detto fatto ecco la lista dei vari riferimenti, secondo
me:bastard = per il demone rinchiuso in un bambino
dragon ball = per il bambino, che non sa di essere anche uno specie di mostro
dragon ball = l’immagine residua, copiata dalla tecnica moltiplicazione del corpo
one piece = per il protagonista che vuole diventare re dei pirati o hokage
Questi sono alcuni dei riferimenti, elencarli tutti sarebbe troppo lungo.
Altra pecca di naruto è la storia, lui arriva si allena in 2 minuti, e impara subito,oppure batte
l’avversario scavando una buca(in 10 secondi)sotto terra, oppure batte l’avversario con ragionamenti logici, degni di detective conan, per concludere parlo del disegno, ma Masashi
sa cosa sono le ombre non c’è ne è una, e le pieghe dei vestiti, per non parlare dei capelli tutti
sparati in aria.
Manga fantastico; di certo non il migliore di sempre, e nemmeno l'erede di Dragonball, come molti dicono, ma stupendo. Il disegno all'inizio non mi piaceva, troppo poco elaborato, ma Kishimoto è andato sempre migliorando. L'unica pecca secondo me è che Naruto è sopravvalutato: ora come ora ci sono molti ninja più forti di lui ma pazienza. Il manga non è lento come l'anime, nettamente inferiore, e la trama è molto avvincente. Mi sento quindi di dargli 10, anche se non è di certo il miglior manga che il paese del Sol levante ci ha portato.
<b>[ATTENZIONE! CONTIENE SPOILER!]</b>
E' uno dei migliori manga che io abbia mai letto, ma non il migliore per un semplice motivo: la seconda serie.
La prima serie colpisce subito per molti aspetti: l'intreccio narrativo, i colpi di scena, i combattimenti ben costruiti, l'ambientazione originale, la varietà dei personaggi, ognuno con un proprio carattere ed un proprio passato che insieme allo stile di disegno li rende quasi reali e ci fa identificare con loro.
Ma la cosa che colpisce di più è la forza di volontà che spinge i personaggi a non arrendersi mai e a raggiungere i loro scopi.
Insomma, un manga eccellente che ti trascina nel mondo dei ninja... o meglio fino a volume 27!
Poi parte la seconda serie e tutto decade di colpo...
Che l'autore abbia finito le idee? Che si sia affaticato troppo e si sia ammalato?
Non so quale sia la causa, fatto sta che la trama diventa incredibilmente noiosa, prevedibile e scontata...
Nel tentativo di rendere cresciuti i personaggi Kishimoto cambia stile di disegno e li rovina completamente...
Alla fine appaiono come dei disperati e tutta la forza e il carisma che avevano trasmesso fin ora svanisce nel nulla...
Cosa rimane? DELUSIONE... profonda delusione...
La cosa più odiosa di tutte è stata quella di mettere da parte il protagonista per dare spazio al rivale, ma non solo perché Kishimoto forse lo preferisce, ma anche per aumentare i lettori...
Quindi si dà il via ad un altro stravolgimento della storia dove si arriva addirittura a cambiare il comportamento dei personaggi per dare ai fan ciò che vogliono (per lo meno quelli giapponesi) ma nella maniera più scontata: Itachi che diventa buono e muore, Sasuke che sopravvive e entra nell'Akatsuki col suo inutile team che Kishimoto gli fa trascinare dietro solo per dare più notorietà al personaggio, i personaggi che muoiono uno dietro l'altro, qualche fanservice qua e là e... manca qualcosa... ah, si! Ci siamo dimenticati del protagonista della vicenda di cui ormai rimane solo il titolo stampato sulla copertina: Naruto.
Altro che erede di Dragon Ball! L'unico erede dell'opera di Toriyama è One Piece che rimane entusiasmante fino all'ultimo!
Do 10 solo perché considero Naruto uno dei migliori manga fino a volume 27, se dovessi dare un voto alla seconda serie allora darei 4...
E' uno dei migliori manga che io abbia mai letto, ma non il migliore per un semplice motivo: la seconda serie.
La prima serie colpisce subito per molti aspetti: l'intreccio narrativo, i colpi di scena, i combattimenti ben costruiti, l'ambientazione originale, la varietà dei personaggi, ognuno con un proprio carattere ed un proprio passato che insieme allo stile di disegno li rende quasi reali e ci fa identificare con loro.
Ma la cosa che colpisce di più è la forza di volontà che spinge i personaggi a non arrendersi mai e a raggiungere i loro scopi.
Insomma, un manga eccellente che ti trascina nel mondo dei ninja... o meglio fino a volume 27!
Poi parte la seconda serie e tutto decade di colpo...
Che l'autore abbia finito le idee? Che si sia affaticato troppo e si sia ammalato?
Non so quale sia la causa, fatto sta che la trama diventa incredibilmente noiosa, prevedibile e scontata...
Nel tentativo di rendere cresciuti i personaggi Kishimoto cambia stile di disegno e li rovina completamente...
Alla fine appaiono come dei disperati e tutta la forza e il carisma che avevano trasmesso fin ora svanisce nel nulla...
Cosa rimane? DELUSIONE... profonda delusione...
La cosa più odiosa di tutte è stata quella di mettere da parte il protagonista per dare spazio al rivale, ma non solo perché Kishimoto forse lo preferisce, ma anche per aumentare i lettori...
Quindi si dà il via ad un altro stravolgimento della storia dove si arriva addirittura a cambiare il comportamento dei personaggi per dare ai fan ciò che vogliono (per lo meno quelli giapponesi) ma nella maniera più scontata: Itachi che diventa buono e muore, Sasuke che sopravvive e entra nell'Akatsuki col suo inutile team che Kishimoto gli fa trascinare dietro solo per dare più notorietà al personaggio, i personaggi che muoiono uno dietro l'altro, qualche fanservice qua e là e... manca qualcosa... ah, si! Ci siamo dimenticati del protagonista della vicenda di cui ormai rimane solo il titolo stampato sulla copertina: Naruto.
Altro che erede di Dragon Ball! L'unico erede dell'opera di Toriyama è One Piece che rimane entusiasmante fino all'ultimo!
Do 10 solo perché considero Naruto uno dei migliori manga fino a volume 27, se dovessi dare un voto alla seconda serie allora darei 4...
Probabilmente chi dice che Naruto è infantile o è uguale a tante altre cose capisce poco di manga e si accoda alla lunga lista di incompetenti che spesso si pongono da esperti: Naruto è l'unico manga shonen in circolazione a non essere mai banale, a non far picchiare i personaggi tanto per fare ma per raggiungere un obiettivo che non è il tanto citato da Naruto "voglio diventare hokage" ma è il recupero dell'amico caduto nell'oscurità. La trama poi non è mai casuale ma è sempre ben dettagliata, a partire dai clan ognuno con le sue abilità. Inoltre è un manga con dei sentimenti che a volte riesce a commuovere per il contrasto di emozione a cui sottopone il lettore. Tutto questo non può essere compreso da chi parte a leggere questo manga adesso con il preciso intento di trovargli dei difetti solo perchè ora va di moda. Ci terrei inoltre a sottolineare che la serializzazione di Naruto su shonen jump risale al 1999 e che se c'è qualcosa di Naruto che ritrovate in altri manga, beh dovreste iniziare a pensare che non è Kishimoto che ha copiato, ma sono altri che hanno preso ispirazione dalla sua grande opera.
Naruto è un manga affascinante che ti trasporta in un mondo a metà tra il passato e il presente dove nulla è come sembra. L'autore ha saputo creare un qualcosa di unico nel suo genere: ogni personaggio è ben caratterizzato, anche se per certi versi molti personaggi si assomigliano. Il disegno è discreto, nulla di eccezionale ma comunque godibile (anche se c'è da dire che nella seconda serie sembra essere migliorato sotto certi aspetti, ma peggiorato sotto altri). La trama inizialmente lascia col fiato sospeso, ogni saga (per quanto possa avere aspetti banali) non lascia mai delusi. Ma è qui che entra in gioco la seconda serie, la quale purtroppo delude molte aspettative e cerca di strafare senza raggiungere lo stesso risultato della prima. Questo toglie molto a un manga che aveva tutte le carte in regola per diventare uno dei migliori nella storia dei fumetti giapponesi.
Un manga dove il giudizio della critica si è fatto feroce spesso in maniera ingiustificata. A livello di intreccio narrativo è il miglior sulla piazza ora come ora, ed è tremendamente verosimile: pur essendo un racconto di fantasia, Kishimoto riesce a creare già all'inizio un universo perfettamente in equilibrio che si fonda su determinate regole che valgono sempre e comunque, a tutto c'è sempre un motivo logico. Inoltre tutto ciò che all'inizio si da per scontato, alla fine viene quasi totalmente messo in discussione, non si è mai sicuri di nulla.
Molti fanno un problema sul fatto che il protagoniste effettivo diventi Sasuke e non Naruto col passare dei volumi, io dico che a me va bene così perché non c'è cosa più interessante della storia di Sasuke, sicuramente più intrigante del classico Naruto vs cattivoni dell'Akatsuki.
Molti fanno un problema sul fatto che il protagoniste effettivo diventi Sasuke e non Naruto col passare dei volumi, io dico che a me va bene così perché non c'è cosa più interessante della storia di Sasuke, sicuramente più intrigante del classico Naruto vs cattivoni dell'Akatsuki.
E' la storia più fantastica che abbia mai letto, ti rapisce ed ogni volta ci rimano male quando finisce un volume. E così me lo rileggo, 100 volte forse di più, avanti così finchè dopo due mesi arriva il numero successivo. Spero che abbia un finale boom, perchè ormai siamo agli sgoccioli.
Un manga che ha uno stile tutto suo... insomma viene spiegata bene ogni cosa che succede ed i disegni sono semplicemente fantastici. Ci sono personaggi di ogni tipo e molte volte non finisce con la vittoria dei buoni. E' ambientato nella mia fascia d'età e mi diverto a leggerlo. Inizialmente adoravo Dragon Ball, ma m sono dovuta ricredere perchè questo manga è in assoluto ME-RA-VI-GLIO-SO!
E' bello sapere che tanta gente la pensa come me ed ha ragione! I combattimenti sono favolosi, e la storia mi rapisce così tanto che a volte piango (forse sono un po' troppo emotiva! :-D), ma a volte mi caccio a ridere perchè anche la comicità è fantastica ed arriva quando meno te lo aspetti! XD
Comunque sia lo consiglio pienamente da leggere perchè è fantastico. Confido molto nel finale della storia che sicuramente non deluderà nessuno! Ciao W NARUTO! E CONTINUATE A LEGGERLO!
Un manga che ha uno stile tutto suo... insomma viene spiegata bene ogni cosa che succede ed i disegni sono semplicemente fantastici. Ci sono personaggi di ogni tipo e molte volte non finisce con la vittoria dei buoni. E' ambientato nella mia fascia d'età e mi diverto a leggerlo. Inizialmente adoravo Dragon Ball, ma m sono dovuta ricredere perchè questo manga è in assoluto ME-RA-VI-GLIO-SO!
E' bello sapere che tanta gente la pensa come me ed ha ragione! I combattimenti sono favolosi, e la storia mi rapisce così tanto che a volte piango (forse sono un po' troppo emotiva! :-D), ma a volte mi caccio a ridere perchè anche la comicità è fantastica ed arriva quando meno te lo aspetti! XD
Comunque sia lo consiglio pienamente da leggere perchè è fantastico. Confido molto nel finale della storia che sicuramente non deluderà nessuno! Ciao W NARUTO! E CONTINUATE A LEGGERLO!
Di certo è un manga che colpisce e sin dall'inizio prende, ma non è assolutamente un capolavoro, milioni di personaggi che sai esattamente come reagiranno, di buoni ne muore uno ogni morte di papa in confronto all'innumerabilità di morti nelle schiere nemiche...
Pur di portare avanti la storia saltano fuori dei colpi di scena ridicoli e che distruggono tutto ciò che ti aveva fatto continuare a leggere il manga...
Ogni tanto una battaglia decente che però non riesce a rivalutarlo...
A mio parere su tutto il manga la parte veramente bellissima è Kakashi Gaiden, che merita veramente..
Non capisco perchè sia diventato quasi un culto.
Pur di portare avanti la storia saltano fuori dei colpi di scena ridicoli e che distruggono tutto ciò che ti aveva fatto continuare a leggere il manga...
Ogni tanto una battaglia decente che però non riesce a rivalutarlo...
A mio parere su tutto il manga la parte veramente bellissima è Kakashi Gaiden, che merita veramente..
Non capisco perchè sia diventato quasi un culto.
Delusione... solo questa parola mi viene in mente per descrivere questo manga.
Dopo un inizio abbastanza promettente adesso si è sfociati nel ridicolo. L'ambientazione è alquanto bizzarra (sembra essere ambientato nel passato ma poi escono fuori computer e ricetrasmittenti). I protagonisti sono tutti uguali (pensate alle squadre ninja dove ci sono sempre : un ragazza, un ragazzo serio che è il più abile, e un altro ragazzo che invece è poco abile ed è rincoglionito). I protagonisti sono sempre imbattibili e potrebbero affrontare chiunque vincendolo. La storia arranca moltissimo e per riuscire ad allungare il brodo e renderlo un pò più interessante l'autore è costretto a rovinare oltre 40 volumi di storia cambiando completamente un personaggio (Itachi). Non posso fare altro che ripetere il commento detto all'inizio: delusione.
Dopo un inizio abbastanza promettente adesso si è sfociati nel ridicolo. L'ambientazione è alquanto bizzarra (sembra essere ambientato nel passato ma poi escono fuori computer e ricetrasmittenti). I protagonisti sono tutti uguali (pensate alle squadre ninja dove ci sono sempre : un ragazza, un ragazzo serio che è il più abile, e un altro ragazzo che invece è poco abile ed è rincoglionito). I protagonisti sono sempre imbattibili e potrebbero affrontare chiunque vincendolo. La storia arranca moltissimo e per riuscire ad allungare il brodo e renderlo un pò più interessante l'autore è costretto a rovinare oltre 40 volumi di storia cambiando completamente un personaggio (Itachi). Non posso fare altro che ripetere il commento detto all'inizio: delusione.
Questo è un manga/anime? No,questo è un CAPOLAVORO ASSOLUTO! Non ho mai visto un manga così bello; più bello di DragonBall e Bleach, più commovente di One Piece (altro manga di altissimo livello a cui sono rimasto affascinato) e molto istruttivo. Adrenalina a non finire, colpi di scena quasi sempre presenti (perciò questo manga è definito il re degli Shounen). Meno male che non è ancora finito nella trappola commerciale (o almeno lo spero). L'unica cosa bella che non ho capito è che - come Hunter X Hunter - il nemico cambia. Prima è Orochimaru, poi Sasuke, dopo l'Alba, poi ritorna Sasuke, ecc...
Rimane comunque bellissimo, un manga di alto livello, infatti nel mondo al 75% delle persone piace per tutti i motivi che ho elencato. Il restante 25% preferisce DragonBall, Bleach, One Piece o (non ci crederete) Hunter X Hunter, se parliamo di Shounen. 10 e lode.
Rimane comunque bellissimo, un manga di alto livello, infatti nel mondo al 75% delle persone piace per tutti i motivi che ho elencato. Il restante 25% preferisce DragonBall, Bleach, One Piece o (non ci crederete) Hunter X Hunter, se parliamo di Shounen. 10 e lode.
<b>ATTENZIONE: MATERIALE SPOILER</b>. Si diceva che era l'erede di Dragon Ball, ma io non ci credevo poiché ritenevo Dragon Ball il migliore di tutti. Ma mi sono dovuto ricredere: disegni ottimi, combattimenti eccezionali (superiore a qualsiasi altro manga)e personaggi valorizzati al meglio sono le principali caratteristiche di questo manga che secondo me ha superatore la leggenda dei manga: Dragon Ball. La trama è magnifica e, quando tutto sembra andare verso un finale, ecco il colpo di scena che sconvolge tutto! Unico difetto: la lunghezza, Naruto, infatti, in Giappone ha superato i 400 capitoli e continua ancora ad essere pubblicato. Questa lunghezza, inoltre, può dar fastidio ad alcuni lettori visto che fa risultare la trama un pò imprecisa. Naruto è diverso dagli altri manga, non ha un antagonista principale fisso (Orochimaru, Alba e poi Madara) e la trama dalla prima alla seconda serie è cambiata completamente. Proprio per questo viene disprezzata da alcuni ex lettori del fumetto più bello che io abbia mai visto.
Naruto è il mio manga preferito, vorrei consigliarvelo perché e raro che dalla mente di un mangaka scaturisca un opera che sia destinata a rimanere leggenda. E' vero un buon manga ha bisogno di azione, dramma e umor, ma e più importante dire che un elemento importantissimo sono i personaggi tutti segnati da un infanzia tormentata, ma resi con una dinamicità che li rende praticamente umani, vi consiglio di andare a leggere Naruto, perché a me piace tanto e spero che vi appassionerà come a fatto con me. By otaku.
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Naruto é semplicemente unico, contiene quel giusto mix di azione, dramma e umor che secondo me un qualunque manga che si rispetti dovrebbe avere. Per di più andando avanti non stanca, al contrario si avverte una voglia matta di continuare a leggere, questo grazie ai personaggi dotati di un profilo umano unico.
Infine con un protagonista impossibile da non ammirare o compatire difficilmente questo manga non vi soddisferà. By otaku
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Naruto é semplicemente unico, contiene quel giusto mix di azione, dramma e umor che secondo me un qualunque manga che si rispetti dovrebbe avere. Per di più andando avanti non stanca, al contrario si avverte una voglia matta di continuare a leggere, questo grazie ai personaggi dotati di un profilo umano unico.
Infine con un protagonista impossibile da non ammirare o compatire difficilmente questo manga non vi soddisferà. By otaku
Manga carino, godibile, ma troppo bambinesco. Insomma, più va avanti e più il brodo si dilunga senza dare possibilità al lettore di individuarne un finale o un possibile e concreto nemico. I combattimenti sono il punto forte, la trama quello debole. Diciamo che ci si appassiona a vedere sempre nuove tecniche e a stupirsi di ciò che si inventa Kishimoto, ma nella trama ci si rompe i maroni. L'espediente di Itachi è lampante, stravolgere 40 volumi di storia per fare in modo di andare avanti e ridare scopo al personaggio di Sasuke. Manga carino, ma ben lontano da diventare il re degli Shounen.
Dopo tanti anni finalmente un degno erede di One Piece e Dragon Ball!
Questa volta si tratta un altro argomento molto conosciuto quello dei ninja di cui vuole dimostrare i tratti duri, ma anche l'umanità!
Oltre a questo il potere che vantano i ninja immaginari di Kishimoto è il controllo del chakra che si può accostare al potere dei Saiyan in Dragon Ball e ai frutti del diavolo in One Piece. Il livello sale nettamente dalla prima serie allo Shippuden che dimostra la maturità dei personaggi come anche quella del mangaka stesso!
Questa volta si tratta un altro argomento molto conosciuto quello dei ninja di cui vuole dimostrare i tratti duri, ma anche l'umanità!
Oltre a questo il potere che vantano i ninja immaginari di Kishimoto è il controllo del chakra che si può accostare al potere dei Saiyan in Dragon Ball e ai frutti del diavolo in One Piece. Il livello sale nettamente dalla prima serie allo Shippuden che dimostra la maturità dei personaggi come anche quella del mangaka stesso!
Bellissima la prima parte della storia (intendo dal test chunnin in avanti) con la seconda parte del manga mi sono disanimato un pó, anche perché oh iniziato a leggere gli spoiler, li seguo religiosamente tutte le settimane e purtroppo la storia fino a qualche capitolo fá stava andando proprio in camera lenta, ora sembra aver di nuovo preso un buon ritmo, anche se leggendo i nuovi capitoli mi sta venendo un'impressione di "Deja Vu" Kishimoto dovrebbe concludere questa ottima opera in quanto é ancora sulla cresta dell'onda (piú o meno).
Continuerò a seguirlo fino alla fine ormai, comunque preferisco One Piece come manga...
Continuerò a seguirlo fino alla fine ormai, comunque preferisco One Piece come manga...
Il valore introspettivo del manga Naruto è sensazionale. La trama di questo Shounen si eleva decisamente rispetto a molti altri perchè incentrata non sullo scontro tra il bene e il male, bensì tra due beni diversi ma egualmente giusti ed umani. Da una parte abbiamo l'accorato grido di positivismo e speranza alla vita di Naruto, e dall'altra parte troviamo l' animo lacerato dal dolore ma nutrito dall'odio di Sasuke. E' giusto che Sasuke si vendichi così come è giusto che Naruto lo rivoglia con sè. Sono due esseri umani che inseguono due sogni altrettanto leciti ma che si scontreranno inevitabilmente. Vi starete chiedendo di Orochimaru, a mio parere è poco più che una pedina nei piani del giovane Uchiha; senza depauperarlo della sua rilevanza e personalità, ma alla luce della vicenda tra Naruto e Sasuke, resta in ombra.
Naruto è la TRAGEDIA GRECA. Due beni legittimi che infuriano l'uno contro l'altro, sorti dalle ceneri della solitudine e alimentati da quella famosa allegoria. La corsa verso l'alba. Ossia l'incessante bisogno d'ottenere ciò che desideriamo. Senza mai arrendersi, senza mai darsi per vinti. L'instancabilità. Eccezionale carattere è anche quello di Rock Lee, dimostrazione vivente di come la forza di volontà sia il fulcro della vittoria per quanto costi sudore, sangue e lascrime.
Per quanto riguarda il disegno posso solo dire che io mi sono innamorata di uno dei personaggi, Kiba. Giovane arrogante dai capelli castani svettanti, sguardo tagliente e sorriso fantastico. Questi per di più è uno dei personaggi secondari, che non vengono per nulla lasciati al loro destino di macchietta, ma che invece crescono, cambiano, maturano e trovano tutti uno spazio per dimostrare il loro innegabile valore.
Naruto per me è molto più che un Manga... Ho quasi pianto di fronte alla mini-saga di Zabusa e tutt'ora rifiuto proposte di altri ragazzi perchè in testa ho solo Kiba.
Riesce a dare una forza straordinaria ed immensa questo Manga, quindi lo consiglio caldamente!
Naruto è la TRAGEDIA GRECA. Due beni legittimi che infuriano l'uno contro l'altro, sorti dalle ceneri della solitudine e alimentati da quella famosa allegoria. La corsa verso l'alba. Ossia l'incessante bisogno d'ottenere ciò che desideriamo. Senza mai arrendersi, senza mai darsi per vinti. L'instancabilità. Eccezionale carattere è anche quello di Rock Lee, dimostrazione vivente di come la forza di volontà sia il fulcro della vittoria per quanto costi sudore, sangue e lascrime.
Per quanto riguarda il disegno posso solo dire che io mi sono innamorata di uno dei personaggi, Kiba. Giovane arrogante dai capelli castani svettanti, sguardo tagliente e sorriso fantastico. Questi per di più è uno dei personaggi secondari, che non vengono per nulla lasciati al loro destino di macchietta, ma che invece crescono, cambiano, maturano e trovano tutti uno spazio per dimostrare il loro innegabile valore.
Naruto per me è molto più che un Manga... Ho quasi pianto di fronte alla mini-saga di Zabusa e tutt'ora rifiuto proposte di altri ragazzi perchè in testa ho solo Kiba.
Riesce a dare una forza straordinaria ed immensa questo Manga, quindi lo consiglio caldamente!
Do 9 a Naruto per vari motivi, nella prima serie sembra che il manga voglia seguire la storia di Naruto e del solo Naruto facendo vedere i suoi miglioramenti man mano, fin qui un manga stupendo e commovente,nella seconda serie ecco un Naruto cresciuto che si allenato per tre anni, ma ecco che e' comunque inferiore a meta' del villagio. Mi hanno deluso molto gli ultimi capitoli per l'eccessivo interessamento a Sasuke, uno di quei personaggi insopportabili che appena li vedi dici: ecco lo ******!!!
Comunque ancora non e' detto niente e forse mi sbaglio ad avere questa opinione, vedro' come va' a finire...
Comunque ancora non e' detto niente e forse mi sbaglio ad avere questa opinione, vedro' come va' a finire...
Naruto , il manga, è una delle serie Shounen MEGLIO articolate prodotte negli ultimi anni! Una schiera di personaggi perfettamente delineati e caratterizzati , tanto che in più di un occasione oscurano il protagonista.
La storia procede spedita , finora senza ripetrsi troppo, tra ottime scene di combattimento (Naruto/Sasuke per citarne una) misteri a poco a poco svelati (anche se alcuni sono evidenti fin dai primi numeri) a cui se ne aggiungono sempre di nuovi rendendo affascinante e coinvolgente la lettura!
Difetti? Bhe tutti hanno dei difetti "la perfezione è un obbiettivo non uno stato!!. Se alcuni personaggi sono caratterizzati bene e all'interno della storia trovano una collocazione consona, questo non vale per tutti (Hinata confinata sempre in un angolo ad arrossire ogni volta che vede Naruto, eppure ha un potenziale enorme ed è pure quella che è "cresciuta" meglio! Lo sò , sono un pervertito, ma cosa posso farci! Cosi come il tizio degli insetti, Ino Cojii, e Ten Ten, che non riescono ad elevarsi dal ruolo di "comparse di lusso" ). Alcune idee sanno di già visto (ma oggi giorno è difficile essere totalmente originali) come pure alcune caratterizzazioni (Sasuke ne è un esempio, esistono migliaia di personaggi carismatici e affascinanti che per vendetta "cedono al lato oscuro della forza"), alcuni colpi di scena sanno di Telefonato (che lo si capiva gia dal 1° numero, troppe coincidenze) mentre altri sembrano creati solo per "allungare il brodo" (Spero di cuore che non cada nella trappola commerciale, alcuni dicono che ci sia già dentro, ma per adesso questo non sta causando grandi danni).
Consigliatissimo!
La storia procede spedita , finora senza ripetrsi troppo, tra ottime scene di combattimento (Naruto/Sasuke per citarne una) misteri a poco a poco svelati (anche se alcuni sono evidenti fin dai primi numeri) a cui se ne aggiungono sempre di nuovi rendendo affascinante e coinvolgente la lettura!
Difetti? Bhe tutti hanno dei difetti "la perfezione è un obbiettivo non uno stato!!. Se alcuni personaggi sono caratterizzati bene e all'interno della storia trovano una collocazione consona, questo non vale per tutti (Hinata confinata sempre in un angolo ad arrossire ogni volta che vede Naruto, eppure ha un potenziale enorme ed è pure quella che è "cresciuta" meglio! Lo sò , sono un pervertito, ma cosa posso farci! Cosi come il tizio degli insetti, Ino Cojii, e Ten Ten, che non riescono ad elevarsi dal ruolo di "comparse di lusso" ). Alcune idee sanno di già visto (ma oggi giorno è difficile essere totalmente originali) come pure alcune caratterizzazioni (Sasuke ne è un esempio, esistono migliaia di personaggi carismatici e affascinanti che per vendetta "cedono al lato oscuro della forza"), alcuni colpi di scena sanno di Telefonato (che lo si capiva gia dal 1° numero, troppe coincidenze) mentre altri sembrano creati solo per "allungare il brodo" (Spero di cuore che non cada nella trappola commerciale, alcuni dicono che ci sia già dentro, ma per adesso questo non sta causando grandi danni).
Consigliatissimo!
[Attenzione contiene spoiler]
Naruto è un CAPOLAVORO. Come shonen è fantastico (combattimenti, riflessioni, sentimenti, comicità) e non è difficile capire come sia potuto diventare il fenomeno manga degli ultimi anni. Ogni personaggio è caratterizzato a dovere, con i propri pensieri e il proprio modo di fare. I disegni, che nei primi fumetti erano appena decenti, sono andati sempre più migliorando fino a quello stile che tutti noi conosciamo. La storia non smette mai di stupire, fra colpi di scena e falshback su infanzie davvero stupende e ben studiate. Soprattuto mi colpiscono i momenti tristi, come la morte di Zabuza o Asuma, dove Kishimoto da mostra di un talento nel commuovere che non molti altri mangaka hanno. Ma come molti pensano, il rovescio della medaglia sta negli ultimi capitoli del manga. Credo che avrete notato tutti un "calo" della serie, da quando Jiraiya è partito per il villaggio della pioggia fino alla recente alleanza dell'Aka con il Team Taka. Niente da dire sugli scontri, impeccabili, ma sembra che Kishi abbia fretta. Stanno morendo troppi personaggi (alcuni importanti) e speriamo che non sia così che vada avanti il manga. Ultimamente il livello si sta rialzando, quindi speriamo bene. Ho assoluta fiducia in Naruto, che dopotutto è la mia opera preferita. 10 e lode meritato.
Naruto è un CAPOLAVORO. Come shonen è fantastico (combattimenti, riflessioni, sentimenti, comicità) e non è difficile capire come sia potuto diventare il fenomeno manga degli ultimi anni. Ogni personaggio è caratterizzato a dovere, con i propri pensieri e il proprio modo di fare. I disegni, che nei primi fumetti erano appena decenti, sono andati sempre più migliorando fino a quello stile che tutti noi conosciamo. La storia non smette mai di stupire, fra colpi di scena e falshback su infanzie davvero stupende e ben studiate. Soprattuto mi colpiscono i momenti tristi, come la morte di Zabuza o Asuma, dove Kishimoto da mostra di un talento nel commuovere che non molti altri mangaka hanno. Ma come molti pensano, il rovescio della medaglia sta negli ultimi capitoli del manga. Credo che avrete notato tutti un "calo" della serie, da quando Jiraiya è partito per il villaggio della pioggia fino alla recente alleanza dell'Aka con il Team Taka. Niente da dire sugli scontri, impeccabili, ma sembra che Kishi abbia fretta. Stanno morendo troppi personaggi (alcuni importanti) e speriamo che non sia così che vada avanti il manga. Ultimamente il livello si sta rialzando, quindi speriamo bene. Ho assoluta fiducia in Naruto, che dopotutto è la mia opera preferita. 10 e lode meritato.
Naruto è un manga favoloso ,non c'è che dire (mi piace perchè basato sui ninja). La cosa che mi sorprende di più è che ci sono i kunai, il chakra, le illusioni e le invocazioni. La storia è molto lunga, ma NON NOIOSA, che comincia con l'obbiettivo che hanno tutti: realizzare il sogno di diventare un Hokage (naturalmente gli altri ne hanno diversi, ma questo è sottinteso) e si evolve sempre di più col passare della storia. Naruto impara sempre nuove tecniche come il RASENGAN o come controllare il chakra della VOLPE A 9 CODE. E' sicuramente il miglior manga in circolazione (e ne ho letti), c'è poco da fare. Un bel 10 e lode meritato. Lo consiglio vivamente a tutti.
Non sono d’accordo su alcuni punti di vista:
- nascondere le origini di Naruto: sembra che questa cosa sia inutile, ma è questo il punto che lo rende interessante il manga e, se non mi ricordo, male anche a Dragonball le tenevano nascoste;
-la gente che emargina Naruto: è naturale che venga emarginato nonostante il suo demonio LA VOLPE A 9 CODE abbia quasi distrutto il Villaggio della Foglia e ucciso molte persone innocenti;
- personaggi ripresi da altri manga: sono stati ripresi solo i nomi;
- personaggi fatti al computer: ormai tutto è fatto al computer, ma non tutti i personaggi di questo manga sono fatti al computer.
Non sono d’accordo su alcuni punti di vista:
- nascondere le origini di Naruto: sembra che questa cosa sia inutile, ma è questo il punto che lo rende interessante il manga e, se non mi ricordo, male anche a Dragonball le tenevano nascoste;
-la gente che emargina Naruto: è naturale che venga emarginato nonostante il suo demonio LA VOLPE A 9 CODE abbia quasi distrutto il Villaggio della Foglia e ucciso molte persone innocenti;
- personaggi ripresi da altri manga: sono stati ripresi solo i nomi;
- personaggi fatti al computer: ormai tutto è fatto al computer, ma non tutti i personaggi di questo manga sono fatti al computer.
Naruto è un manga favoloso, non c'è che dire (mi piace perchè basato sui ninja). La cosa che mi sorprende di più è che ci sono i kunai, il chakra, le illusioni e le invocazioni. La storia è molto lunga ma NON NOIOSA, che comincia con l'obbiettivo che hanno tutti: realizzare il sogno di diventare un Hokage (naturalmente gli altri ne hanno diversi, ma questo è sottinteso) e si evolve sempre di più col passare della storia. Naruto impara sempre nuove tecniche come il RASENGAN o come controllare il chakra della VOLPE A 9 CODE. E' sicuramente il miglior manga in circolazione (e ne ho letti). C'è poco da fare, un bel 10 e lode meritato. Lo consiglio vivamente a tutti. Ciao.
Credo che NARUTO sia davvero un bel manga, degno di essere l'erede di DragonBall, perchè ha tutto quello che serve per essere un grande shounen come: l'amicizia, l'amore (perchè con questo termine si intende anche l'amore verso il prossimo), la comicità... i personaggi sono fatti bene fisicamente (a parte le orecchie che a volte sono fatte male, ma per il resto è il massimo) e mentalmente perchè riflettono sempre sulle conseguenze delle loro azioni. Le storie di tutti i personaggi (soprattutto quella di Gaara) sono molto commoventi che ad un punto mi sono messo a piangere e sono raccontate in ogni singolo particolare. Qualche giorno fa' è arrivato il n°37 nel mio paese (ne ho letti 42 perchè ne ho altri 5 "gold" mi sembra) e devo dire che mi è piaciuto tantissimo. Questo manga dà molti insegnamenti ai bambini e fà anche molto ridere. Il mangaka MASASHI KISHIMOTO è il degno erede di AKIRA TORIYAMA come il suo manga (cosa detta all'inizio)è il migliore manga in circolazione. UN CAPOLAVORO ASSOLUTO! 10 MERITATISSIMO! Consigliato a tutti (grandi e piccoli) di leggerlo. Un caloroso ciao a tutti!
P.S.: Kishimoto continua così che farai tantissima strada!
P.S.: Kishimoto continua così che farai tantissima strada!
Naruto è un manga alquanto controverso. Nasce da una idea alquanto banale e commerciale (chi non è affascinato dai ninja alzi la mano), ha una prima parte abbastanza banale, creata per lo più per un pubblico adolescenziale, e si riprende nella parte centrale per poi riperdersi in quella attuale.
Kishimoto è un buon disegnatore, abbastanza minuzioso e preciso (soprattutto ora che non usa più retini o effettacci computerizzati) ma come narratore ha troppi alti e bassi.
Insomma, personaggi che non cambiano mai vestiti (anche se in realtà è un espediente grafico abbastanza banale per far identificare meglio un personaggio) che pensano solo a combattere manco fossero fanatici nazisti, oltre a comportamenti esasperati che alla fine rientrano nel gioco della narrazione.
La seconda parte è più corale come narrazione, l'attenzione si accentra su più personaggi, ma il tutto risulta troppo lento e macchinoso per poter decollare bene.
Comunque consigliato da leggere.
Kishimoto è un buon disegnatore, abbastanza minuzioso e preciso (soprattutto ora che non usa più retini o effettacci computerizzati) ma come narratore ha troppi alti e bassi.
Insomma, personaggi che non cambiano mai vestiti (anche se in realtà è un espediente grafico abbastanza banale per far identificare meglio un personaggio) che pensano solo a combattere manco fossero fanatici nazisti, oltre a comportamenti esasperati che alla fine rientrano nel gioco della narrazione.
La seconda parte è più corale come narrazione, l'attenzione si accentra su più personaggi, ma il tutto risulta troppo lento e macchinoso per poter decollare bene.
Comunque consigliato da leggere.
NARUTO è il manga giapponese più bello che abbia mai letto o visto fino ad ora. Parla spesso di personaggi che hanno avuto un tragico passato, ma che danno sempre qualche insegnamento ai più piccoli, tipo: il mio destino me lo creo da solo, gli amici non si abbandonano mai anche a costo della vita propria, la vendetta è inutile, la vita si difende a qualunque costo... non come dragon-ball che parla solo di vendetta, vendetta, rivendetta e scopi personali. Mi dispiace molto se mi mettono poco come voto. Ciao a tutti.
Non penso esista un manga più eccezzionale di NARUTO; e io di manga ne ho letti tanti, soprattutto dei più recenti come BLEACH; PSYREN; ONE PIECE; TRINITY BLOOD e molti altri. La storia è innovativa e ha un filo logico non indifferente, tra cui i vari colpi di scena inaspettati ma che comunque hanno un senso. I disegni in principio erano fatti abbastanza bene mentre con il passare del tempo sono diventati stupendi: in ogni capitolo settimanale, che io seguo, ci sono sempre tavole sensazionale. Gli sfondi sono fatti molto molto bene, e i paesaggi sono belli e ben caratterizzati. I personaggi sono tutti disegnati in ogni singolo particolare, con abbigliamenti diversi, che il mangaka riesce persino a cambiare tra le due serie. Di ogni personaggio ci viene raccontata la sua storia, sempre molto particolareggiata, ma che non annoia mai. La cosa più affascinante di NARUTO sono i misteri, tra cui il più bello quello del clan Uchiha, di cui si sta scoprendo qualcosa proprio ora. Le copertine non sono le solite con un solo personaggio o disegnate male: sono belle e significative, ognuna completamente diversa dall'altra. E non è il solito manga con scontri tra bene e male come BLEACH o a saghe con nemici diversi come DRAGONBALL. E' un manga in cui tutto si unisce con colpi di scena. Ma la cosa in cui più ammiro il mangaka è per me veramente importante: Kishimoto ha il coraggio di abbandonare, durante la trama, alcuni dei suoi personaggi principali, quello che è il destino di un ninja: morire in battaglia. E non tutti i mangaka hanno il coraggio di far perire i personaggi principali. Questo lo ammiro davvero, e non ditemi che non è vero! Kishi ha lasciato morire come personaggi un pò secondario Hayate Date, mentre come personaggi abbastanza importanti Asuma e Sarutobi, e come personaggio veramente importante (anche se ancora non è sicuro) il mitico Jiraya. Questo è tutto, e mi dispiace solo quando leggo alcuni di questi messaggi che danno solo un 4 o un 5 a questo affascinante manga, che si può permettere di andare per le lunghe senza mai annoiare. :)
UnFanDiNaruto, 14 anni
UnFanDiNaruto, 14 anni
Fioccano i 9 e 10. Certo.
Ci sono un sacco di difetti e nemmeno microscopici. Mi atterrò ad una analisi dei più lampanti e dei trucchetti che il mangaka riserva per i lettori poco attenti. Partiamo dalle caratteristiche tecniche. Il disegno.
Mi sembra giusto ricordare che per un ninja che viaggia molto, quelle scarpe scoperte non sono molto adatte. Certo mi direte, "non stare a pignoalre è un manga". Allora se non si sta a pignolare perché allora far vedere che i personaggi vanno in bagno, vanno a finire all'ospedale e son persone normali. Questo secondo me è un grav errore, perché viaggiano alle volte in delle foreste tipo foresta nera.
Poi, la tecnica di rappresentazione della lotta. Capisco che il manga di riferimento è DragonBall ed è imbattibile, ma non diciamo fesserie. DragonBall è stato disegnato a mano, senza l'ausilio di nessun computer, Naruto no. La differenza si nota se si guarda l'artbook appena uscito di Naruto. Soldi buttati dalla finestra. Si vedono persino le righe del pantone colorato.
Poi, i pugni e i calci. Ma quando mai io sferro un pugno negli addominali e la pancia gira attorno al mio pugno? A me, karateka, non è mai successo. E se permettete la qualità di un manga anche se è fantastico sta nella realtà degli aspetti uguali ai nostri.
Trama: si devono tenere conto per la trama che alcuni personaggi erano già pronti, insomma li ha presi solamente. Itachi, figura mix ripresa dal Nihonshoki e dal Kojiki Shintoista, Sasuke ripreso dal manga "Sasuke piccolo ninja". I filler. 84 Puntate in un manga già lungo di suo al solo scopo di allungare il brodo e di dare modo ai fan di godere di più dei gadget. Per alimentare il circuito del business dei cosplay, dei vari gadget e tutto quanto.
La psicologia dei personaggi, che spesso si muove in reazioni imperscrutabili! Altro che Snow e la teoria del sé, certo! Itachi da pazzo psicopatico perfetto qual'è è stato completamente rivoltato ed è andato contro la sua vera essenza, ragioni molto spoiler che non posso stare comunque ad elencare. Certo, la gente che emargina Gaara la posso capire, ma quelli che emarginano Naruto? Tutti? Perché? Il sè collettivo non reagisce così! C'è sempre quella voce fuori dal coro, e non si deve trattare solo di Iruka! E poi il fatto di nascondere le origini di Naruto? Ma che senso ha? Nel capitolone famoso, in cui si scoprono "Ohh colpo di scena!".
Certo lo continuo a seguire , ma mi dispiace con quanto detto da altri. Non ha assolutamente la capacità di sostenere tante acclamazioni e tante aspettative. E' troppo immaturo. Peccato aveva tantissimi spunti interessanti, peccato però che il mangaka non li ha sfruttati bene. :(
Ci sono un sacco di difetti e nemmeno microscopici. Mi atterrò ad una analisi dei più lampanti e dei trucchetti che il mangaka riserva per i lettori poco attenti. Partiamo dalle caratteristiche tecniche. Il disegno.
Mi sembra giusto ricordare che per un ninja che viaggia molto, quelle scarpe scoperte non sono molto adatte. Certo mi direte, "non stare a pignoalre è un manga". Allora se non si sta a pignolare perché allora far vedere che i personaggi vanno in bagno, vanno a finire all'ospedale e son persone normali. Questo secondo me è un grav errore, perché viaggiano alle volte in delle foreste tipo foresta nera.
Poi, la tecnica di rappresentazione della lotta. Capisco che il manga di riferimento è DragonBall ed è imbattibile, ma non diciamo fesserie. DragonBall è stato disegnato a mano, senza l'ausilio di nessun computer, Naruto no. La differenza si nota se si guarda l'artbook appena uscito di Naruto. Soldi buttati dalla finestra. Si vedono persino le righe del pantone colorato.
Poi, i pugni e i calci. Ma quando mai io sferro un pugno negli addominali e la pancia gira attorno al mio pugno? A me, karateka, non è mai successo. E se permettete la qualità di un manga anche se è fantastico sta nella realtà degli aspetti uguali ai nostri.
Trama: si devono tenere conto per la trama che alcuni personaggi erano già pronti, insomma li ha presi solamente. Itachi, figura mix ripresa dal Nihonshoki e dal Kojiki Shintoista, Sasuke ripreso dal manga "Sasuke piccolo ninja". I filler. 84 Puntate in un manga già lungo di suo al solo scopo di allungare il brodo e di dare modo ai fan di godere di più dei gadget. Per alimentare il circuito del business dei cosplay, dei vari gadget e tutto quanto.
La psicologia dei personaggi, che spesso si muove in reazioni imperscrutabili! Altro che Snow e la teoria del sé, certo! Itachi da pazzo psicopatico perfetto qual'è è stato completamente rivoltato ed è andato contro la sua vera essenza, ragioni molto spoiler che non posso stare comunque ad elencare. Certo, la gente che emargina Gaara la posso capire, ma quelli che emarginano Naruto? Tutti? Perché? Il sè collettivo non reagisce così! C'è sempre quella voce fuori dal coro, e non si deve trattare solo di Iruka! E poi il fatto di nascondere le origini di Naruto? Ma che senso ha? Nel capitolone famoso, in cui si scoprono "Ohh colpo di scena!".
Certo lo continuo a seguire , ma mi dispiace con quanto detto da altri. Non ha assolutamente la capacità di sostenere tante acclamazioni e tante aspettative. E' troppo immaturo. Peccato aveva tantissimi spunti interessanti, peccato però che il mangaka non li ha sfruttati bene. :(
C'è poco da fare, Naruto è uno dei manga più interessanti degli ultimi anni. Non mi sento di assegnargli il 10 perchè, purtroppo, ci sono varie parti sottotono rispetto al resto dell'opera (la ricerca di Tsunade e alcuni capitoli dell'inseguimento di Sasuke) ma, avendo avuto la possibilità di leggere anche i volumi attualmente non disponibili in Italia (in Giappone sono a 41), posso serenamente confermare che, col proseguire, la storia si fa davvero interessante: vengono fornite al lettore molte spiegazioni e si viene a conoscenza di nuovi misteri e tanti carismatici personaggi.
La prima parte del manga con Naruto bambino non me piaciuto molto... bisogna dire che sopratutto all'inizio i disegni sono piuttosto scadenti anche se la storia è comunque piuttosto interessate. La seconda parte con Naruto adolescente secondo il mio parere è il vero capolavoro,sopratutto perchè mette da parte coraggiosamente il protagonista che ha ancora ben poco da dire per coinvolgere di più gli altri personaggi... come sopratutto gli Uchiha che secondo me sono i personaggi più complessi è affascinanti del manga. Inoltre la seconda parte è ricca di colpi di scena di misteri e di significati contraddittori che lasciano il lettore col fiato sospeso... pecca forse avvolte di sprazzi di eccessivo buonismo, che rendono alcune parti della storia più adatte ad un pubblico infantile che adolescente.
In definitiva un bel manga da leggere!
In definitiva un bel manga da leggere!
Premetto che io amo le storie sui ninja e sui valorosi guerrieri. Posso dire che tutto il manga è disegnato da un giovane mangaka che vediamo migliorare ad ogni numero, nei suoi disegni. La storia, anche se può essere semplice, è abbastanza appassionante e non manca certo di scontri avvincenti tra ninja. Anche se mancano totalmente sentimenti come l'amore, devo dire che Kishimoto conosce abbastanza bene l'animo umano e dimostra questo nei vari sentimenti che riescie a far provare ai suoi personaggi. Infatti è un manga divertente e decisamente leggibile che consiglio vivamente a tutti gli appassionati.
La prima parte di Naruto è molto bella, la storia appassiona, i personaggi (seppur troppo stereotipati) sono ben caratterizzati e Naruto è le tematiche morali sono interessanti ed a volte commoventi. Purtroppo Kishimoto alla fine a cominciato a ritrovarsi a corto di Idee. La seconda parte infatti è troppo dispersiva. Naruto scompare dalla scena, quasi come se Kishimoto avesse pensato: "meglio se me lo conservo per la fine altrimenti non so cosa inventarmi".
E' un bel manga e lo leggo con piacere, ma è semplice eppure pieno di forzature. Il personaggio più interessante della seconda parte è Jiraya, mentre gli altri non hanno davvero molto da raccontare. Hanno già detto tutto quello che potevano dire e dato al fumetto tutto quello che potevano dare, ora resta solo banalmente di menare le mani per far contenti i ragazzi. Non ha la maturità necessaria per essere il migliore shonen in circolazione.
E' un bel manga e lo leggo con piacere, ma è semplice eppure pieno di forzature. Il personaggio più interessante della seconda parte è Jiraya, mentre gli altri non hanno davvero molto da raccontare. Hanno già detto tutto quello che potevano dire e dato al fumetto tutto quello che potevano dare, ora resta solo banalmente di menare le mani per far contenti i ragazzi. Non ha la maturità necessaria per essere il migliore shonen in circolazione.
Il classico shonen.
Un ragazzo un po' sfigato escluso dalla società ma ricco di sogni e speranza inizia un difficile viaggio che dovrebbe portarlo alla sua maturazione tra nemici, battaglie e colpi di scena. Ma per spiccare sull'agguerrita concorrenza Kishimoto inserisce Chakra, Invocazioni, tecniche e misteri a non finire. L'intreccio funziona, la trama è solida e ben calcolata, il disegno incerto e impreciso nei primi numeri (anche se con gli ultimi numeri Kishimoto ha trovato l'equilibrio tanto disperatamente cercato), i protagonisti ben caratterizzati, i personaggi secondari (o di sfondo) inutili e stereotipizzati. Insomma, un manga che alterna grandi spunti di genio a grossolani scivoloni dettati da una triste legge di mercato. 6 1/2 la prima serie, 8 lo Shippuden.
Un ragazzo un po' sfigato escluso dalla società ma ricco di sogni e speranza inizia un difficile viaggio che dovrebbe portarlo alla sua maturazione tra nemici, battaglie e colpi di scena. Ma per spiccare sull'agguerrita concorrenza Kishimoto inserisce Chakra, Invocazioni, tecniche e misteri a non finire. L'intreccio funziona, la trama è solida e ben calcolata, il disegno incerto e impreciso nei primi numeri (anche se con gli ultimi numeri Kishimoto ha trovato l'equilibrio tanto disperatamente cercato), i protagonisti ben caratterizzati, i personaggi secondari (o di sfondo) inutili e stereotipizzati. Insomma, un manga che alterna grandi spunti di genio a grossolani scivoloni dettati da una triste legge di mercato. 6 1/2 la prima serie, 8 lo Shippuden.
Questo manga è magnifico! Mia madre mi sgrida sempre dicendo che i manga sono una cosa da bambini (ho 17 anni), ma a me piacciono troppo! E Naruto è favoloso! Colpi d scena a non finire, chakra, kunai, illusioni meraviglioso.... l'unica mia critica è la mancanza di un pizzico d romanticismo.... non dico di farlo diventare un romanzetto rosa, ma giusto un pochino di romanticismo per dargli un tocco più verosimile... spero che il manga non finisca mai (abbastanza improbabile) comunque mi dispiacerà moltissimo quando arriverà il giorno dell'ultimo volume... =) con la speranza che sia sempre più appassionante vi lascio, ciao ciao
Serie tropo lunga che alla fine perde magnificenza. Kishimoto aggiunge sempre nuovo tecniche, personaggi e storie che alla fine rendono si il manga più interessante, ma anche troppo complicato da seguire. La storia è comunque abbastanza veloce, il tratto è pulito e la cura per i dettagli davvero invidiabile. Con questa attenzione troppo focalizzata sul generale è facile perdere di vista il vero protagonista (originale soprattutto perchè ha quasi sempre bisogno di degli altri per sopravvivere) e i suoi sviluppipensieriecc.
Bellissimo! Non c'è altro da dire. La trama è stupenda, si parte con il sogno di Naruto (diventare Hokage), ma poi si evolve in maniera imprevedibile. Naruto non continuamente al centro dell'attenzione esempio la saga dell'invasione della foglia, Naruto prende parte a un combattimento spettacolare ma non partecipa in maniera rilevante alla difesa del villaggio. I personaggi hanno tutti o quasi una storia dolorosa alle spalle, ma ciò è dovuto al loro essere ninja, ovvero meri strumenti di guerra; tuttavia nonostante ciò sanno essere divertenti e umani, in base alle loro esperienze passate si comportano in modo reale e veritiero, esempio Jiraiya vuole che Naruto si dimentichi di Sasuke perchè non vuole che provi quello che provò lui quando capì di non poter salvare Orochimaru. Lo stile è ottimo. In breve un ottimo manga adatto a tutti.
The best manga ever made and I had the pleasure to read. This story of ninjas is something anyone would love. The graphics are done nicely and the storyline is enjoyable. The story is about a boy named Naruo who is an orphan and wanting to be the Hokage of his village. He soon has his team, Sakura the pink hair pretty girl (with a bad attitude inner Sakura) and Sasuke the only survivor of the legendary Uchia Clan, and his always late and face covering mask wearing teacher Kakashi. Other ninja are met, like Gaara of the sand, Rock Lee (pun off of Bruce Lee) the tough fighter, Orchimaru the main villian. Basicly this manga is the big manga since Dragonball
Davvero un gran bel manga!
Ammetto che all'inizio non mi aveva affatto conquistato: i disegni non mi sembravano all'altezza di uno shonen di lungo respiro essendo ancora ben memore di un grande manga come Dragonball, e nonostante si dicesse che Kishimoto fosse l'erede di Toriyama, mi sembrava che avesse ancora molta strada da fare.....e credo che l'abbia fatta e anche molto velocemente. Con l'avanzare dei numeri e della storia il disegno si fa più esperto, meno spigoloso (non proprio letteralmente) rendendo molto più piacevole la lettura (almeno è quello che ho riscontrato io).
Un altro grosso punto a favore di questo manga è il fatto che Kishimoto è riuscito (...per ora...) a non cadere nella ripetitività, che è un rischio alto per una serie così lunga, creando un gran numero di personaggi diversi e un intero mondo come forse solo lui e Oda (One Piece) sono riusciti a fare negli ultimi anni.
Inizialmente la trama sembra la solita trita e ritrita: il protagonista sfigato che ha un grande sogno e farà di tutto per raggiungerlo (Naruto che vuole diventare il ninja capo del villaggio della foglia: Okage). La storia però si evolve in maniera molto complessa con l'aggiunta di numerosi comprimari ognuno col suo scopo altrettanto importante: Sasuke che cerca la vendetta sul fratello, Orochimaru che vuole distruggere il villaggio della foglia e sconfiggere l'Akatsuki dopo esserne stato estraniato, l'Akatsuki che dal canto suo è alla ricerca del dominio, ecc...
Col tempo questo manga mi ha davvero preso per molti motivi, tra cui la stupenda caratterizzazione dei personaggi che hanno sentimenti e comportamenti molto veri sia nei loro pregi che nei loro difetti. La forza dei combattimenti non aumenta sempre in modo esponenziale (vedi Dragonball e in misura minore One Piece) e ciò rende il tutto più "veritiero".
I numeri parlano da soli: Naruto è tra i manga più venduti al mondo... un motivo ci sarà...
PS: Seguendo le scan giapponesi noto felicemente che la storia continua ad evolversi in maniera molto interessante e piena di colpi di scena e sono molto fiducioso per il seguito (anche se spero che non duri in eterno....)
Ammetto che all'inizio non mi aveva affatto conquistato: i disegni non mi sembravano all'altezza di uno shonen di lungo respiro essendo ancora ben memore di un grande manga come Dragonball, e nonostante si dicesse che Kishimoto fosse l'erede di Toriyama, mi sembrava che avesse ancora molta strada da fare.....e credo che l'abbia fatta e anche molto velocemente. Con l'avanzare dei numeri e della storia il disegno si fa più esperto, meno spigoloso (non proprio letteralmente) rendendo molto più piacevole la lettura (almeno è quello che ho riscontrato io).
Un altro grosso punto a favore di questo manga è il fatto che Kishimoto è riuscito (...per ora...) a non cadere nella ripetitività, che è un rischio alto per una serie così lunga, creando un gran numero di personaggi diversi e un intero mondo come forse solo lui e Oda (One Piece) sono riusciti a fare negli ultimi anni.
Inizialmente la trama sembra la solita trita e ritrita: il protagonista sfigato che ha un grande sogno e farà di tutto per raggiungerlo (Naruto che vuole diventare il ninja capo del villaggio della foglia: Okage). La storia però si evolve in maniera molto complessa con l'aggiunta di numerosi comprimari ognuno col suo scopo altrettanto importante: Sasuke che cerca la vendetta sul fratello, Orochimaru che vuole distruggere il villaggio della foglia e sconfiggere l'Akatsuki dopo esserne stato estraniato, l'Akatsuki che dal canto suo è alla ricerca del dominio, ecc...
Col tempo questo manga mi ha davvero preso per molti motivi, tra cui la stupenda caratterizzazione dei personaggi che hanno sentimenti e comportamenti molto veri sia nei loro pregi che nei loro difetti. La forza dei combattimenti non aumenta sempre in modo esponenziale (vedi Dragonball e in misura minore One Piece) e ciò rende il tutto più "veritiero".
I numeri parlano da soli: Naruto è tra i manga più venduti al mondo... un motivo ci sarà...
PS: Seguendo le scan giapponesi noto felicemente che la storia continua ad evolversi in maniera molto interessante e piena di colpi di scena e sono molto fiducioso per il seguito (anche se spero che non duri in eterno....)
Di sicuro Naruto è uno dei manga più belli che sia mai stato pubblicato e che abbia mai letto in vita mia; il disegno è molto bello è ben curato e le tavole ti trasmettono emozioni fortissime grazie anche alle inquadrature superbe che l'autore riesce a creare. La storia non si discosta dal classico genere shonen, infatti, troviamo un ragazzino difficile caratterialmente che non ha i genitori e che ha un sogno da realizzare, ma per farlo dovrà combattere. Però (c'è un però) tutta la storia viene sviluppata in modo completamente diverso dai canoni classici; infatti, Naruto è uno dei pochissimi manga in cui il protagonista non è poi così tanto "protagonista"; ad esempio c'è Sasuke l'amico/nemico di Naruto, il quale sembra avere un ruolo ancora più fondamentale, anche perchè per tutta la prima parte del manga (ovvero i primi 26 numeri) le sue paure, i suoi desideri e soprattutto le sue decisioni, modificheranno radicalmente l'andamento di tutta la storia e di tutti pi personaggi, nessuno escluso (un pò quello che è successo in Berserk tra Gatsu e Grifis). Comunque sia quest' opera è da annoverare sicuramente tra le migliori in circolazione, non a caso in giappone è diventato un colosso insieme a One piece, ma negli Stati Uniti è un fenomeno di grandi proporzioni vincendo addirittura ( è la prima volta per un manga) molti premi come miglior fumetto. Perciò che altro dirvi, acquistatelo, anche perchè un vero intenditore non può perderlo assolutamente, e non sono solo i numeri a dirlo, ma anche la genialità della storia!.
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Come si fa a non amarlo! Azione, emozioni, colpi di scena, questo è Naruto un manga di una peculiarità incredibile; è adatto a tutti, non solo ai ragazzi ma anche alle ragazze che amano i sentimenti. Inizialmente la storia sembra molto banale, c'è infatti il ragazzino che insegue un sogno molto più grande di lui a cui solo i prescelti dal destino possono realizzare, e invece dopo 3-4 numeri vieni trascinato in un vortice di emozioni che solo uno sciocco non può apprezzare (scherzo...ih!ih!). I protagonisti sono fantastici, finalmente c'è un protagonista umano e non invece il classico eroe perfetto in tutto, anzi Naruto è pieno di difetti tipici della sua età, Sakura sembra un personaggio inutile (infatti non conclude mai nulla), e invece ha molto carisma e caparbietà, Sasuke dal canto suo riesce a catturare la scena su di lui, infatti tutti lo rispettano, tutti lo elogiano, il cattivo principale lo cerca disperatamente, grazie soprattutto ai suoi grandi poteri, non a caso è l'ago della bilancia di quasi tutta la storia. Lo consiglio a tutti anche perchè è fuori dai classici standard dello shonen fantasy.
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Come si fa a non amarlo! Azione, emozioni, colpi di scena, questo è Naruto un manga di una peculiarità incredibile; è adatto a tutti, non solo ai ragazzi ma anche alle ragazze che amano i sentimenti. Inizialmente la storia sembra molto banale, c'è infatti il ragazzino che insegue un sogno molto più grande di lui a cui solo i prescelti dal destino possono realizzare, e invece dopo 3-4 numeri vieni trascinato in un vortice di emozioni che solo uno sciocco non può apprezzare (scherzo...ih!ih!). I protagonisti sono fantastici, finalmente c'è un protagonista umano e non invece il classico eroe perfetto in tutto, anzi Naruto è pieno di difetti tipici della sua età, Sakura sembra un personaggio inutile (infatti non conclude mai nulla), e invece ha molto carisma e caparbietà, Sasuke dal canto suo riesce a catturare la scena su di lui, infatti tutti lo rispettano, tutti lo elogiano, il cattivo principale lo cerca disperatamente, grazie soprattutto ai suoi grandi poteri, non a caso è l'ago della bilancia di quasi tutta la storia. Lo consiglio a tutti anche perchè è fuori dai classici standard dello shonen fantasy.