Zombie-Loan
"Anche se si è pieni di debiti, di fallimenti e di sbagli, finché si vive... si vive! E io vivrò alla faccia tua! Anche da morto!"
Da più di una decina di anni a questa parte, purtroppo, abbiamo assistito alla lenta decadenza del battle-shonen, genere ormai quasi sempre stantio, che non riesce a rinnovarsi, che procede solo grazie a meri cliché ed escamotage narrativi triti e ritriti per una quantità più o meno infinita di volumi. Cambiano giusto ambientazione e idea di base, ma il percorso dei suddetti manga, quantomeno dei più famosi, è identico: inizio brillante, proseguimento più o meno carino, allungamento spropositato delle vicende e conseguente decadenza del titolo in questione.
Ovviamente, e grazie al cielo, ci sono le dovute eccezioni, e Zombie Loan è appunto una di queste, o meglio, per usare un termine familiare al manga, una singolarità.
Michiru Kita è una ragazza fragile, che non riesce mai a esprimere quel che vuole e quel che vuole dire. Possiede il dono di vedere un anello nero attorno al collo delle persone quando queste sono prossime alla morte o sono già morte. Un giorno, per puro caso, si accorge della presenza del suddetto anello al collo di due suoi compagni di classe, ovvero Shito Tachibana e Chika Akatsuki. I due, in realtà, sono degli zombie periti in un incidente, e hanno stipulato un mutuo con l'agenzia Zombie Loan con lo scopo di riappropriarsi delle proprie vite. Ed è da qui che cominciano i guai per Michiru e non solo.
Non lasciatevi ingannare dalle apparenze: questo è solo l'inizio del primo capitolo e non rappresenta la vera trama della serie. Il primo volume, nonostante sia pieno di combattimenti, gag, introspezione, vari spunti di riflessione, scene horror e splatter è soltanto l'introduzione di tutta l'opera. La storia, infatti, comincia a complicarsi davvero tantissimo di volume in volume, diventa ricchissima di misteri e personaggi e talvolta ogni albo va riletto un paio di volte per capire bene i vari passaggi e le varie "verità" (che della verità hanno solo il nome). Questo è uno dei pregi di Zombie Loan, ma forse può costituire un difetto (probabilmente l'unico) per chi non apprezza le trame troppo complesse e articolate. È lodevole vedere come ogni scena sia prevista e studiata e non aggiunta in corso d'opera per mancanza di idee. Ogni enigma, ogni piccola questione, viene chiarita solo nel finale, davvero molto dolce e anche commovente, che lascia comunque il sorriso sulle labbra.
La narrazione delle Peach-Pit è magistrale: riescono a gestire una trama di una complessità inaudita per il lettore, non facendosi mai mancare le varie gag e i capitoli più "tranquilli", che strapperanno non poche risate, rendendo il racconto dinamico, adrenalinico, coinvolgente e toccante in molti punti. I personaggi, tutti quanti, hanno un loro perché: sono tutti simpaticissimi, hanno una loro storia e una caratterizzazione all'apparenza leggera e improntata alla comicità (basti pensare all'attaccamento morboso al denaro di Chika o a Koyomi che si ubriaca con la Fantan), ma che in realtà di leggero non hanno assolutamente nulla. Il passato, i motivi dietro alle comiche manie, vengono sviscerati pian piano in corso d'opera e sono spesso profondi, drammatici, e rendono più "vivi" i vari protagonisti, qualcosa di più che semplici disegni. Questo non vale solo per i "buoni", ma naturalmente anche per i nemici della Z-Loan. Dimenticatevi quei villain “cattivi-che-cattivi-non-sono-mai” e che agiscono unicamente perché quello è il loro ruolo: non ne troverete nemmeno uno. Ognuno di essi ha le proprie ragioni per agire in una determinata maniera, mai completamente sbagliate, mai completamente giuste.
I disegni sono adattissimi alla storia, molto belli e curati nei volti, negli occhi, nel vestiario, negli sfondi e anche molto personali. Il tratto delle Peach-Pit è uno dei miei preferiti, anche perché non è mai statico e muta abbastanza nei vari manga di questo abile duo: più realistico e dai toni chiaroscurali in Zombie Loan, puccioso e ricco di particolari in Shugo Chara, sensuale in DearS, elegante ed evocativo in Rozen Maiden. Il tratto migliora e costantemente nel corso dei vari volumi, pur partendo da un livello molto superiore alla media, facendosi meno affilato e tagliente ed esprime al meglio tutte le proprie potenzialità specialmente nelle illustrazioni e nelle cover dei capitoli. In genere tutte le tavole dell'opera presentano disegni dettagliati, netti e precisi.
Zombie Loan è una serie validissima, spesso snobbata dai più in Italia per delle ragioni inspiegabili.
È un manga adatto a tutti e a tutti i tipi di lettori: possiede una trama solida e contorta, personaggi caratterizzati benissimo e disegnati in maniera egregia. Ci sono sia ragazzi bellissimi (Chika, Shito, Sotetsu ecc.) sia ragazze bellissime (Koyomi e Toko, ad esempio); le gag sono divertentissime, i combattimenti strategici, ci sono scene horror, ci sono mistero, suspence e pathos. È una storia corale, che lascia ampio spazio a tutti, non solo al trio protagonista; non troverete personaggi inutili o che rubano troppo la scena ad altri. E anche gli appassionati di yaoi e yuri saranno più che soddisfatti dalla lettura: sono presenti scene rivolte ad entrambi i tipi di lettori e i personaggi non sono tutti etero (e le scene comiche di questo tipo assicurano un sacco di risate, ve lo garantisco).
L'opera, inoltre, riesce ad alternare egregiamente il registro comico con quello drammatico e serio, senza fare un minestrone. Ah, dimenticavo, viene trattato anche l'amore, in molte delle sue molteplici forme, sia sotto forma di gag, sia in maniera seria e talvolta drammatica e commovente.
Per quanto mi riguarda, Zombie Loan non può essere inserito in una categoria precisa. Sicuramente non è il solito banale battle-shonen, affronta con serietà e maturità temi molto pesanti in maniera degna di un manga seinen.
Quel che è certo è che l'opera è un grande e potente inno alla vita, a non rassegnarsi né davanti ai fallimenti né davanti a un presunto "destino" già scritto e immutabile. A non diventare esseri inutili, che assistono passivamente allo scorrere noioso della loro esistenza, dei vivi che in realtà sono già morti, che non provano più niente, che sono indifferenti a tutto e a tutti. Come dicono i personaggi, finché si vive si vive e si ha il potere di cambiare il proprio presente e il proprio futuro si può scegliere in qualunque momento, perfino come morire.
Sono davvero tantissime le tematiche affrontate, e la mia recensione diventerebbe un'apologia socratica se dovessi fermarmi a discutere di ciascuna di esse. Lascio quindi a voi il piacere di scoprirle leggendo questa storia. La casa editrice di Zombie Loan, infatti, è la Flashbook, ineccepibile per quanto riguarda il proprio servizio arretrati, adattamento e cura del materiale dei propri manga.
E con Zombie Loan non fa eccezione.
Il mio voto è un 10 pieno: potrà forse apparire esagerato, ma sono assolutamente certa della validità di questo titolo e non posso fare altro che consigliarvelo caldamente, magari a discapito dei soliti One Piece, Bleach e Naruto.
Da più di una decina di anni a questa parte, purtroppo, abbiamo assistito alla lenta decadenza del battle-shonen, genere ormai quasi sempre stantio, che non riesce a rinnovarsi, che procede solo grazie a meri cliché ed escamotage narrativi triti e ritriti per una quantità più o meno infinita di volumi. Cambiano giusto ambientazione e idea di base, ma il percorso dei suddetti manga, quantomeno dei più famosi, è identico: inizio brillante, proseguimento più o meno carino, allungamento spropositato delle vicende e conseguente decadenza del titolo in questione.
Ovviamente, e grazie al cielo, ci sono le dovute eccezioni, e Zombie Loan è appunto una di queste, o meglio, per usare un termine familiare al manga, una singolarità.
Michiru Kita è una ragazza fragile, che non riesce mai a esprimere quel che vuole e quel che vuole dire. Possiede il dono di vedere un anello nero attorno al collo delle persone quando queste sono prossime alla morte o sono già morte. Un giorno, per puro caso, si accorge della presenza del suddetto anello al collo di due suoi compagni di classe, ovvero Shito Tachibana e Chika Akatsuki. I due, in realtà, sono degli zombie periti in un incidente, e hanno stipulato un mutuo con l'agenzia Zombie Loan con lo scopo di riappropriarsi delle proprie vite. Ed è da qui che cominciano i guai per Michiru e non solo.
Non lasciatevi ingannare dalle apparenze: questo è solo l'inizio del primo capitolo e non rappresenta la vera trama della serie. Il primo volume, nonostante sia pieno di combattimenti, gag, introspezione, vari spunti di riflessione, scene horror e splatter è soltanto l'introduzione di tutta l'opera. La storia, infatti, comincia a complicarsi davvero tantissimo di volume in volume, diventa ricchissima di misteri e personaggi e talvolta ogni albo va riletto un paio di volte per capire bene i vari passaggi e le varie "verità" (che della verità hanno solo il nome). Questo è uno dei pregi di Zombie Loan, ma forse può costituire un difetto (probabilmente l'unico) per chi non apprezza le trame troppo complesse e articolate. È lodevole vedere come ogni scena sia prevista e studiata e non aggiunta in corso d'opera per mancanza di idee. Ogni enigma, ogni piccola questione, viene chiarita solo nel finale, davvero molto dolce e anche commovente, che lascia comunque il sorriso sulle labbra.
La narrazione delle Peach-Pit è magistrale: riescono a gestire una trama di una complessità inaudita per il lettore, non facendosi mai mancare le varie gag e i capitoli più "tranquilli", che strapperanno non poche risate, rendendo il racconto dinamico, adrenalinico, coinvolgente e toccante in molti punti. I personaggi, tutti quanti, hanno un loro perché: sono tutti simpaticissimi, hanno una loro storia e una caratterizzazione all'apparenza leggera e improntata alla comicità (basti pensare all'attaccamento morboso al denaro di Chika o a Koyomi che si ubriaca con la Fantan), ma che in realtà di leggero non hanno assolutamente nulla. Il passato, i motivi dietro alle comiche manie, vengono sviscerati pian piano in corso d'opera e sono spesso profondi, drammatici, e rendono più "vivi" i vari protagonisti, qualcosa di più che semplici disegni. Questo non vale solo per i "buoni", ma naturalmente anche per i nemici della Z-Loan. Dimenticatevi quei villain “cattivi-che-cattivi-non-sono-mai” e che agiscono unicamente perché quello è il loro ruolo: non ne troverete nemmeno uno. Ognuno di essi ha le proprie ragioni per agire in una determinata maniera, mai completamente sbagliate, mai completamente giuste.
I disegni sono adattissimi alla storia, molto belli e curati nei volti, negli occhi, nel vestiario, negli sfondi e anche molto personali. Il tratto delle Peach-Pit è uno dei miei preferiti, anche perché non è mai statico e muta abbastanza nei vari manga di questo abile duo: più realistico e dai toni chiaroscurali in Zombie Loan, puccioso e ricco di particolari in Shugo Chara, sensuale in DearS, elegante ed evocativo in Rozen Maiden. Il tratto migliora e costantemente nel corso dei vari volumi, pur partendo da un livello molto superiore alla media, facendosi meno affilato e tagliente ed esprime al meglio tutte le proprie potenzialità specialmente nelle illustrazioni e nelle cover dei capitoli. In genere tutte le tavole dell'opera presentano disegni dettagliati, netti e precisi.
Zombie Loan è una serie validissima, spesso snobbata dai più in Italia per delle ragioni inspiegabili.
È un manga adatto a tutti e a tutti i tipi di lettori: possiede una trama solida e contorta, personaggi caratterizzati benissimo e disegnati in maniera egregia. Ci sono sia ragazzi bellissimi (Chika, Shito, Sotetsu ecc.) sia ragazze bellissime (Koyomi e Toko, ad esempio); le gag sono divertentissime, i combattimenti strategici, ci sono scene horror, ci sono mistero, suspence e pathos. È una storia corale, che lascia ampio spazio a tutti, non solo al trio protagonista; non troverete personaggi inutili o che rubano troppo la scena ad altri. E anche gli appassionati di yaoi e yuri saranno più che soddisfatti dalla lettura: sono presenti scene rivolte ad entrambi i tipi di lettori e i personaggi non sono tutti etero (e le scene comiche di questo tipo assicurano un sacco di risate, ve lo garantisco).
L'opera, inoltre, riesce ad alternare egregiamente il registro comico con quello drammatico e serio, senza fare un minestrone. Ah, dimenticavo, viene trattato anche l'amore, in molte delle sue molteplici forme, sia sotto forma di gag, sia in maniera seria e talvolta drammatica e commovente.
Per quanto mi riguarda, Zombie Loan non può essere inserito in una categoria precisa. Sicuramente non è il solito banale battle-shonen, affronta con serietà e maturità temi molto pesanti in maniera degna di un manga seinen.
Quel che è certo è che l'opera è un grande e potente inno alla vita, a non rassegnarsi né davanti ai fallimenti né davanti a un presunto "destino" già scritto e immutabile. A non diventare esseri inutili, che assistono passivamente allo scorrere noioso della loro esistenza, dei vivi che in realtà sono già morti, che non provano più niente, che sono indifferenti a tutto e a tutti. Come dicono i personaggi, finché si vive si vive e si ha il potere di cambiare il proprio presente e il proprio futuro si può scegliere in qualunque momento, perfino come morire.
Sono davvero tantissime le tematiche affrontate, e la mia recensione diventerebbe un'apologia socratica se dovessi fermarmi a discutere di ciascuna di esse. Lascio quindi a voi il piacere di scoprirle leggendo questa storia. La casa editrice di Zombie Loan, infatti, è la Flashbook, ineccepibile per quanto riguarda il proprio servizio arretrati, adattamento e cura del materiale dei propri manga.
E con Zombie Loan non fa eccezione.
Il mio voto è un 10 pieno: potrà forse apparire esagerato, ma sono assolutamente certa della validità di questo titolo e non posso fare altro che consigliarvelo caldamente, magari a discapito dei soliti One Piece, Bleach e Naruto.
Come dice lo stesso titolo, “Zombie Loan” è un manga che tratta esclusivamente di zombie, regno dei morti traghettatori e dei della morte, meglio conosciuti con il nome di shinigami.
Le vicende ruotano attorno a una ragazzina occhialuta e con le treccine di nome Kita Michiru, che ha la sfortuna, o la fortuna, d’incontrare quei due pazzi di Chika e Shito, due zombie regolari che, proprio per questo, devono estinguere un grosso debito a chi ha permesso loro di continuare a vivere nel mondo mortale. Se Chika è un tipo estroverso e chiassoso, Shito è altrettanto pacato e misterioso… almeno fino a quando i due non si mettono a litigare, il che avviene quasi sempre.
Michiru, alla fine, non solo si ritroverà ad averceli come compagni di scuola, ma anche a diventare una loro collega di lavoro. La ragazza morirà infatti dopo essersi immischiata in uno degli affari dei due, i quali poi decideranno, non tanto per buon cuore ma per opportunismo, di farla resuscitare. Kita scoprirà ben presto quanto sia difficile il lavoro di uno zombie cacciatore di taglie, ma grazie alla sua capacità di identificare gli zombie irregolari gli incarichi diverranno, almeno in apparenza, più fattibili. Sarà però solo questa l’unica innata capacità della ragazza?
Kita, Chika e Shito sono solo tre della miriade di personaggi presenti in questo manga e, con il passare dei volumi avrete modo di conoscere le personalità più disparate, dai cattivi più insensibili, agli zombie più folli.
Se all’inizio la trama può risultare semplice e di facile intendimento, con il procedere degli avvenimenti questa si infittisce e complica sempre più, tanto che la sua comprensione, ostacolata anche dal lungo lasso di tempo che intercorre tra l a pubblicazione di un albo e l’altro, diviene sempre più ardua, pagina dopo pagina.
Non è però per incapacità a leggere qualcosa di complicato o per mancanza di informazioni che il manga risulta per certi versi illeggibile, ma per il fatto di non avere un chiaro filo di connessione tra l’esposizione di un concetto e l’altro, come se questi fossero solo un mare di concetti astratti, inutili, messi lì solo per confondere e dare alto valore intellettivo alla serie.
Un manga piuttosto criptico, i cui disegni filiformi molto spesso non ne facilitano la penetrazione, come se l’autore avesse temuto che una maggiore chiarezza di contenuti avrebbe annoiato i lettori e ottenendo così l’effetto contrario a quello desiderato, portando chi cerca di assimilare i suoi discorsi concatenati a cingersi la testa con le mani e a rimettere a posto nella libreria il fumetto incriminato, piantato a metà.
Mi sento un po’ in colpa a bocciarlo così dopo averne comprato ben dodici volumi, ma questo lavoro, secondo me, non merita più di 6.
Le vicende ruotano attorno a una ragazzina occhialuta e con le treccine di nome Kita Michiru, che ha la sfortuna, o la fortuna, d’incontrare quei due pazzi di Chika e Shito, due zombie regolari che, proprio per questo, devono estinguere un grosso debito a chi ha permesso loro di continuare a vivere nel mondo mortale. Se Chika è un tipo estroverso e chiassoso, Shito è altrettanto pacato e misterioso… almeno fino a quando i due non si mettono a litigare, il che avviene quasi sempre.
Michiru, alla fine, non solo si ritroverà ad averceli come compagni di scuola, ma anche a diventare una loro collega di lavoro. La ragazza morirà infatti dopo essersi immischiata in uno degli affari dei due, i quali poi decideranno, non tanto per buon cuore ma per opportunismo, di farla resuscitare. Kita scoprirà ben presto quanto sia difficile il lavoro di uno zombie cacciatore di taglie, ma grazie alla sua capacità di identificare gli zombie irregolari gli incarichi diverranno, almeno in apparenza, più fattibili. Sarà però solo questa l’unica innata capacità della ragazza?
Kita, Chika e Shito sono solo tre della miriade di personaggi presenti in questo manga e, con il passare dei volumi avrete modo di conoscere le personalità più disparate, dai cattivi più insensibili, agli zombie più folli.
Se all’inizio la trama può risultare semplice e di facile intendimento, con il procedere degli avvenimenti questa si infittisce e complica sempre più, tanto che la sua comprensione, ostacolata anche dal lungo lasso di tempo che intercorre tra l a pubblicazione di un albo e l’altro, diviene sempre più ardua, pagina dopo pagina.
Non è però per incapacità a leggere qualcosa di complicato o per mancanza di informazioni che il manga risulta per certi versi illeggibile, ma per il fatto di non avere un chiaro filo di connessione tra l’esposizione di un concetto e l’altro, come se questi fossero solo un mare di concetti astratti, inutili, messi lì solo per confondere e dare alto valore intellettivo alla serie.
Un manga piuttosto criptico, i cui disegni filiformi molto spesso non ne facilitano la penetrazione, come se l’autore avesse temuto che una maggiore chiarezza di contenuti avrebbe annoiato i lettori e ottenendo così l’effetto contrario a quello desiderato, portando chi cerca di assimilare i suoi discorsi concatenati a cingersi la testa con le mani e a rimettere a posto nella libreria il fumetto incriminato, piantato a metà.
Mi sento un po’ in colpa a bocciarlo così dopo averne comprato ben dodici volumi, ma questo lavoro, secondo me, non merita più di 6.
Zombie Loan è stata una bella sorpresa. Conoscevo le due autrici perchè avevo già letto Rozen Maiden e siccome questo mi aveva colpito molto decisi di seguire anche quest'altra loro serie. Il manga parte da degli elementi di base molto interessanti anche se per certi versi forse non originalissimi: una protagonista in grado di vedere la morte che viene coinvolta suo malgrado con un'agenzia di zombie di cui fanno parte due suoi compagni di classe. Abbiamo quindi un mix di soprannaturale, horror e vita scolastica, e giocati piuttosto bene. Nonostante la storia sia piuttosto carina fin dall'inizio è solo dopo due/tre volumi che comincia veramente a prendere: saltano fuori nuovi e intriganti personaggi, cominciano a delinearsi i background dei protagonisti (per niente scontati e neanche leggerissimi) e i loro rapporti, e soprattutto cominciano a presentarsi quegli elementi che mano a mano vanno a delineare una solida trama di base. Soprattutto da questi ultimi volumi infatti stanno saltando fuori i collegamenti tra i diversi nodi che vanno a formare una trama più complessa di quanto si potesse immaginare all'inizio, ma anche piuttosto interessante e diversa dall'ordinario.
Per quanto riguarda il disegno, a me personalmente lo stile delle Peach (che dalle opere precedenti comunque varia un po') piace moltissimo, bello dinamico e dai toni chiaroscurali che si adattano benissimo ad un manga di zombie; sebbene poi parta già da un livello piuttosto alto, nel corso dell'opera si nota anche un certo perfezionamento dello stile. Insomma, Zombie Loan è un manga che decisamente consiglio se vi piacciono gli elementi sopra citati, che siate ragazzi o ragazze (anche perchè all'interno del manga ce n'è per tutti i gusti u_u).
Per quanto riguarda il disegno, a me personalmente lo stile delle Peach (che dalle opere precedenti comunque varia un po') piace moltissimo, bello dinamico e dai toni chiaroscurali che si adattano benissimo ad un manga di zombie; sebbene poi parta già da un livello piuttosto alto, nel corso dell'opera si nota anche un certo perfezionamento dello stile. Insomma, Zombie Loan è un manga che decisamente consiglio se vi piacciono gli elementi sopra citati, che siate ragazzi o ragazze (anche perchè all'interno del manga ce n'è per tutti i gusti u_u).