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kirk

Volumi letti: 1/1 --- Voto 6
Devo dire che all'inizio Kappa Magazine non mi piaceva più di tanto: il romanzo di "Dirty Pair" non lo leggevo e i tre fumetti che pubblicava ho dovuto aspettare un po' prima che ingranassero e mi conquistassero: il più pesante all'inizio mi sembrava proprio "Squadra Speciale Ghost" di Masamune Shirow. Il motivo? Le troppe spiegazioni di cui aveva bisogno il suo mondo cyberpunk per funzionare. Io preferisco alle parole l'azione e per carità se togliamo i capitoli iniziali e quelli finali dove si danno troppe nozioni inutili la trama scorre piacevole nonostante all'epoca della pubblicazione nei primi otto numeri di KM ci sono state polemiche per una scena di sesso e per un omicidio a sangue freddo (me lo ricordo solo perché ho ricomprato e riletto quei numeri di KM di recente). Per carità la violenza non mi faceva né freddo né caldo perché acquistavo Zero della Granata ("Ken il guerriero", "Baoh" e "Xenon") e Mangazine (dove oltre al bellissimo "Urutsei Yatsura - Lamù" era pubblicato anche "Kamui" di Sanpei Shirato), la cosa che non mi andava era che la storia con le sue cinquanta pagine a numero era troppo pesante: ci sono manga che ho riletto molto velocemente ("Ken", "Keiji il magnifico", "Sanctuary", "Ranma ½", ecc) ma "Ghost in the Shell" non mi è riuscito a dare il trasporto per leggerlo tutto in un fiato anche se dura solo un volume!
E che dire dei personaggi? Sembrano caratterizzati troppo in fretta! Non solo non hanno spessore psicologico ma, specialmente quelli maschili, sembrano essere degli schizzi fatti in fretta per non perdere tempo. Insomma pur non volendo dare un giudizio negativo alla storia che presenta spunti interessanti più di un sei non riesco a dare!


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Robocop XIII

Volumi letti: 1/1 --- Voto 7
Un grande lavoro di ricerca: se da un lato si fa accenno a tecnologie ormai "comuni" come le nanomacchine da un altro lato si parla già di chip neuromorfici, e all'epoca non erano un argomento così mainstream. Masamune è un nerd: note come "Vi chiederete se è possibile misurare la pressione e la temperatura con le fibre ottiche" vi possono già dare un ritratto fedele del personaggio con cui abbiamo a che fare. Quello che stranisce è che Masamune perda spesso tempo a descrivere cose sì interessanti ma inutili allo svolgimento della trama quando poi trascura dialoghi o scene che potrebbero rendere un po' più chiaro cosa sta accadendo. Questo rende il lettore distante e abbassa il livello di empatia: sembra quasi che il manga sia un trip personale di Masamune e che in quanto tale non si senta in dovere di dare spiegazioni più dettagliate. Noi stiamo invadendo il suo spazio.
In poche parole si potrebbe dire che Ghost in the Shell non è user-friendly. La sceneggiatura è complessa perché non spiega ma fa intuire. Molte informazioni vengono date senza l'enfasi narrativa tipica da manga e sono quindi più difficili da recepire. Inseguono un assassino? Magari tra un wall of text e un altro qualcuno ne rivela l'identità in modo indiretto e poi più nulla. Ve lo siete perso? Cavoli vostri. In pratica basta che siate stanchi o distratti che vi perderete informazioni basilari per la comprensione della trama: Ghost in the Shell non è un manga da leggere per passare il tempo.

Lo stile è personale. Le pagine a colori sono molte e sono una gran cosa, tant'è che quando finiscono per lasciare spazio al b/n ci si sente un po' oppressi. I personaggi sono studiati fin nei minimi particolari e gli sfondi danno un senso dello spazio. L'aria che si respira è di fumetto d'autore - anche grazie alla noncuranza dei canoni comuni - sebbene l'autore si trascini nel tratto parte di quella confusione che caratterizza l'opera. Una cosa interessante è la formazione della protagonista: la crescita di Motoko non è dovuta alle esperienze vissute ma a una specie di contatto sovrannaturale (ovviamente in chiave fantascientifica) che la avvicina al senso della vita e che in un certo senso non ne trasforma la personalità, ma la elimina e la sostituisce con una più cinica, condannata alla consapevolezza e quindi all'accettazione del suo destino.

Il problema di Ghost in the Shell è che non mi ha preso. E' una di quelle opere di cui riconosci il valore ma che non ti appassionano. E di valore ne ha, basti pensare all'influenza culturale che ha avuto, di cui l'esempio più noto è Matrix dei fratelli Wachowski. Quindi in conclusione la lettura la consiglio sì agli amanti dei manga perché è un tassello importante (sebbene per me non trascendentale) ma principalmente agli amanti del genere. Come spiega Masamune all'inizio dell'albo il cyberpunk è solamente un'iperbole della realtà. Quindi sebbene l'ambientazione (la forma) sia fantascientifica, la materia prima (il contenuto) è datata 1991. Quello che fa strano è vedere quante cose non siano cambiate da allora.


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Atom

Volumi letti: 1/1 --- Voto 6
"Ghost in the Shell" rappresenta da oltre vent'anni un punto di riferimento del fumetto, dell'animazione e del cinema fantascientifico. In realtà non tutto ciò che si legge o si vede è "farina del sacco" di Masamune Shirow, ma gli va dato sicuramente atto che trattare certi argomenti in un manga non è cosa semplice, e comunque l'originalità di certe scelte ed intuizioni resta indiscutibile.

La storia è divisa in vari episodi che, pur avendo sotto-trame a se stanti, rispondono quasi sempre ad un unico
disegno principale.
Ci vengono narrate le investigazioni della nona sezione, un pool di ex agenti di polizia ed ex militari alle dirette dipendenze del primo ministro, capitanata dal sergente Motoko Kusanagi; un androide con il corpo completamente robotizzato e con il solo cervello umano, ma potenziato.

Ciò che rende davvero grande il lavoro di Shirow è il fatto che sia stato fonte di ispirazione per due decenni. Tolto questo, e parlando squisitamente di narrazione, il manga presenta grossissime lacune.
Sembra infatti che l'autore si sia concentrato unicamente su due aspetti: trovare appigli scientifici per puntellare le sue argomentazioni filosofeggianti e creare casi credibili di spionaggio quanto più complicati possibile.
In realtà, per quanto riguarda il primo punto, è lo stesso Shirow ad ammettere che, quando iniziò a disegnare il manga, si trovò avvantaggiato nel creare la storia grazie a letture e studi compiuti tempo addietro.

Leggendo il manga, si ha la nettissima impressione che Shirow non abbia realizzato la trama arricchendola con quei dettagli, ma che piuttosto abbia costruito una trama con il solo scopo di poterla inzeppare di quei concetti appresi precedentemente. Il risultato è che, sotto il profilo narrativo, "Ghost in the Shell" lascia ben poco al lettore. Emozioni del tutto assenti e personaggi che mancano completamente di approfondimento ne rappresentano il risultato più svilente.
L'autore è così preso dal filosofeggiare sul significato di "essere vivente" e di coscienza che si dimentica di creare degli esseri umani tridimensionali in grado di trainare la storia. E' immerso così profondamente nella ricerca delle leggi che regolano l'universo da non accorgersi di ciò che avviene sotto la punta del proprio pennino.
Inoltre le numerosissime digressioni, necessarie alla comprensione di certi concetti, rendono il ritmo narrativo a corrente alternata, dimostrandosi a volte abbastanza inutili e superficiali.

Alla fine della storia ci troviamo davanti ad una decina di pagine in cui vengono elencati un quantitativo enorme di concetti, presi dalle più svariate scienze e filosofie. Dalla fisica quantistica al determinismo, passando per le teorie evoluzionistiche senza tralasciare concetti religiosi.
Per ognuno di tali argomenti non basterebbero intere enciclopedie ad esaurirne i concetti, figuriamoci una manciata di parole.
L'intento dell'autore è certamente da apprezzare, ma resta abbastanza sterile e fine a se stesso.
In conclusione, "Ghost in the Shell" ha il sapore di qualcosa di artificiale ed artificioso. Ha tutta l'aria di essere un lavoro scritto su commissione e, quando un'opera d'arte nasce senza ispirazione, il rischio di incorrere in queste problematiche è molto alto.

I disegni sono di buon livello, anche se abbastanza altalenanti in termini qualitativi. Il limite più grande si avverte durante le scene più concitate, allorché il lettore avverte un certo spaesamento.


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DaisukeKatashi

Volumi letti: 1/1 --- Voto 7
"Nonostante tutto il pianeta sia coperto da uno sterminato complesso commerciale e da luci che ruotano vorticosamente, questo prossimo futuro non si è ancora informatizzato tanto da cancellare popoli e nazioni..." - Introduzione all'opera

INTRODUZIONE
Ghost in the Shell è un manga ideato da Shirow Masamune, già ormai noto nel mondo dei manga, per Appleseed, Black Magic, Dominio e le varie saghe successive a Ghost in the Shell. Il manga è raccolto in un unico volume nell'edizione della Star Comics, volumone con sovracopertura e diverse pagine a colori, al prezzo di 9,50€. Il manga va a considerarsi uno dei fondamentali pilastri del Cyberpunk, insieme ad Akira.

TRAMA
La trama si sviluppa nel Giappone di un ipotetico ventunesimo secolo, in un modo futuristico assai informatizzato, con la presenza anche di Cyborg e Robot. Il manga stesso (Ghost in the Shell), lo si può considerare un thriller poliziesco futuristico fantascientifico, con tocchi Cyberpunk. La trama segue le vicende dell'agente Motoko Kusanagi, la quale appartiene alla Sezione di Sicurezza Pubblica n.9. Intorno ad essa si sviluppano tutti i capitoli autoconclusivi.

CONSIDERAZIONI
Prima di tutto devo dire che prima di leggere il manga ho visto il primo film del 1995; questo mi piacque moltissimo e mi convinse ad acquistare l'opera cartacea. Sfortunatamente le opere composte da capitoli autoconclusivi non mi sono mai piaciute alla follia, anzi, mi hanno sempre dato quel senso di netta divisione tra una storia e l'altra. A parte la questione dei capitoli autoconclusivi, anche i personaggi non vengono affrontati approfonditamente, nessuno dei personaggi è ben caratterizzato, nemmeno la stessa Motoko Kusanagi. Il Tratto invece è apprezzabilissimo, non è il massimo, ma per l'89 basta e avanza. È innegabile la fantasia di Shirow Masamune nel creare questo fantastico mondo futuristico, peccato che, almeno in questo volume, non è riuscito a svilupparlo a pieno. Tra i capitoli autoconclusivi, quello che preferisco è il terzo "Junk Jungle". Il manga di certo è innovativo ma niente di che, mi dispiace dare 7 ad un opera di così alto rilievo.


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Caniderrimo

Volumi letti: 1/1 --- Voto 7
Avendo visto la maggior parte delle produzioni animate relative a Ghost in the Shell, ed avendomi appassionato molto, mi era venuta la curiosità di leggere il volume da cui tutto aveva avuto inizio: Ghost in the Shell di Masamune Shirow.
Il volumetto si presenta diviso in capitoli, i quali per la maggior parte trattano di storie autoconclusive (e a me questo non è mai dispiaciuto), tranne gli ultimi due, che in effetti non sono altro che la prime e seconda parte di una stessa vicenda, e dai quali tra l'altro è stato tratto lo spunto per il primo film di Oshii.
Il tratto dell'autore è particolare e può piacere o meno, comunque risulta più che convincente (una cosa seccante forse è il volto di Aramaki: è veramente troppo scimmiesco). Sono anche presenti un discreto numero di pagine a colori ad impreziosire un'edizione che nel complesso si rivela più che buona.

Se da un lato l'opera presenta molti pregi, che sono stati illustrati meglio da altri, dall'altro però non si possono non notare un buon numero di difetti, specie se questa viene confrontata con le controparti animate. Le storie di Shirow per quanto affascinanti si presentano infatti spesso confuse: il lettore si ritrova spaesato davanti a situazioni poco comprensibili, inoltre le note dell'autore o le spiegazioni intertestuali non fanno che aumentare questa confusione. Infatti molte di queste sono inventate di sana pianta e non abbastanza esaurienti, mentre altre si perdono in una inutile marea di tecnicismi per buona parte inessenziali: certo, quelle parti si possono saltare senza perdersi molto, ma resta comunque piuttosto seccante (la prima serie animata da questo punto di vista aiuta indubbiamente a chiarire le cose). In più la cornice fornita dalla sezione 9 a tratti non risulta molto solida e la mancanza di una trama di fondo si fa sentire (non avrei mai pensato di dirlo).
Un altro punto a sfavore sono purtroppo le parti in cui l'autore si perde (è proprio il caso di dirlo) nelle sue meditazioni metafisiche sulla vita della/nella rete. Se da una parte infatti questo è interessante, dall'altra tutta l'"argomentazione" addotta a supportarla è anch'essa confusa e risulta decisamente debole ad un attenta analisi (vedere il discorso finale del marionettista).

In conclusione, io lo consiglierei solo a chi abbia già un'idea di come funzioni il mondo creato da Shirow: se infatti cercate azione le due serie televisive superano decisamente il manga ed inoltre i personaggi sono caratterizzati notevolmente meglio, se invece volete introspezione allora guardatevi i due film di Oshii, che riprendono la parte "filosofica" e la ampliano, donandole un tratto più adulto e comprensibile (che ci crediate o no).
Ghost in the Shell rimane per me un buon punto di partenza, ma risulta ancora piuttosto immaturo rispetto a ciò che verrà prodotto in seguito.
Voto 7,5.

Utente5795

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Utente5795

Volumi letti: 1/1 --- Voto 9
Credo che "Ghost in the Shell" sia una di quelle opere che chiunque dica di apprezzare la fantascienza nipponica dovrebbe possedere, senza scusanti. Un titolo che continua tuttora a mietere vittime tra gli appassionati di cyberpunk - non a caso pare sia stato fonte di ispirazione per i fratelli Wachowski, registi di Matrix - e che ha ispirato i due sublimi lungometraggi di Mamoru Oshii, nonché le serie TV.

È bene però fare una precisazione: è naturale che, confrontando le versioni cartacee e cinematografiche di una stessa opera, si tenda ad appoggiare una di esse a scapito dell'altra, mettendo in risalto le differenze che renderebbero la versione preferita la più completa, la più fedele alle intenzioni dell'autore e così via.
Tra il manga di GitS e i due film corrono tante, evidentissime differenze, ma sono proprio queste disuguaglianze che rendono entrambe le versioni uniche: tanto il manga quanto gli anime possiedono una propria identità, sono in sé completi e sono fruibili separatamente.
Se avete visto "Ghost in the Shell" e "GitS: Innocence", sapete benissimo quali sono le loro caratteristiche principali: Mamoru Oshii ha amplificato enormemente lo spessore filosofico dell'opera, rendendola assolutamente adulta e complessa, e ha impresso in essa il suo stile lento e spaziale. Il manga originale di Masamune Shirow, invece, è molto più improntato sull'azione, sullo scontro fisico, i dialoghi sono brevi e serrati, ed è presente una componente comica (caratterizzata da disegni in super - deformed) e anche qualche scena erotica piuttosto esplicita. Presi nell'insieme, tutti questi elementi, ovvero l'azione hi-tec, la sceneggiatura asciutta e incisiva, i momenti scherzosi e quelli un po' più piccanti, uniti ovviamente alla rimarchevole impalcatura filosofica e a i vari quesiti esistenziali e umani sollevati, formano un'opera completa, compatta e adatta anche a chi non è abituato ai dialoghi dilatati e ai momenti statici di Oshii. Inoltre, come ho detto prima, non è necessario aver letto prima questo manga per poter vedere il film e viceversa, in quanto le loro differenti peculiarità li rendono lavori ben distinti, che devono essere analizzati con metri differenti.

Graficamente parlando, lo stile di Shirow è molto particolare: il mecha design è estremamente dettagliato e preciso, mentre i personaggi sono disegnati in maniera più grezza e meno ferma, ma non mancano di espressività e dinamismo. A impreziosire il tutto ci sono anche alcune pregevoli tavole a colori e un uso interessante della fotografia e del disegno al computer per rendere al meglio alcuni fondali e parti delle scene più oniriche.
L'edizione italiana Star Comics è decisamente curata e soddisfacente: tutti gli episodi del manga sono raccolti in un unico volume, con tanto di note a piè pagina e in fondo al volume stesso, e anche la qualità della carta è molto buona. Unica noia è forse l'adattamento dei dialoghi, visto che ogni tanto si incappa in qualche espressione piuttosto "dialettale".

In conclusione, GitS è un titolo caldamente consigliato a chi ha amato l'anime e a chi vuole farsi una sana endovenosa di fantascienza post-moderna unita ad attualissime tematiche umane ed esistenziali la cui eco si sente ancora oggi. Indispensabile per chiunque apprezzi l'arte del manga.

lawliet forever

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lawliet forever

Volumi letti: 1/1 --- Voto 10
Stupefacente! Non riuscivo a staccarmi da questo manga,e ogni volta che avevo del tempo libero lo leggevo. Il ritmo è lento, nonostante si tratti di un volume unico, e la storia è semplice, ma mai scontata. Soprattutto il finale, che sconvolge per la sua imprevedibilità e non tradisce. La storia si sveglia verso la fine, e l'autrice riesce a spegnere tutto l'universo da lei creato in tre capitoli, senza però essere sbrigativa. I disegni sono maniacalmente curati nel mecha design, ma molto scialbi negli altri settori.
Ghost In The Shell racconta di un futuro non molto lontano dove molti uomini sono diventati dei cyborg facendosi sostituire delle parti del corpo con organi artificiali. Motoko Kusanagi è il maggiore della Nona Sezione della Polizia Giapponese. La donna, un cyborg, è al servizio di Aramaki della Pubblica Sicurezza, e per il quale svolge missioni antiterroristiche. Verrà però trasportata nella realtà, e viene spinta a capire la vera natura dell'uomo, ed a porsi una scomoda domanda: cosa si può definire "vivere"? Consigliatissimo a tutti, soprattutto a chi cerca una cosa complessa e altamente filosofica come Ghost In The Shell!


 2
HaL9000

Volumi letti: 1/1 --- Voto 10
Da questo volume è nata un'intera saga; innanzitutto il primo lungometraggio omonimo del 1995, successivamente altri 2 film (Innocence e Gits Solid State Society), per non parlare delle 2 serie tv. Il manga ha ispirato soprattutto il primo film, ma ne sono stati tratti spunti anche per le altre opere.
Il disegno di Shirow è sempre molto particolareggiato, curato maniacalmente in tutti i dettagli, ed è uno stile che può anche non piacere. Il punto di forza è la trama, e le geniali intuizioni (ricordiamoci che è stato disegnato nel 1991) con cui l'autore rappresenta il mondo futuro (tra l'altro, un futuro piuttosto prossimo). Anche se talvolta le situazioni non sono chiarissime (Shirow dissemina le tavole di note esplicative, ed addirittura alla fine del volume c'è una sorta di glossario) e richiedono un po' di sforzo ed attenzione da parte del lettore, credo proprio valga la pena di impegnarsi, per entrare nelle visioni particolari dell'autore. Tra l'altro la storia scorre più chiara del volume "Ghost in the shell Manmachine interface", che è veramente un po' confusa.
Insieme ad Appleseed, a mio parere, la migliore opera di Shirow.