Nuovo appuntamento con la rubrica dedicata alle recensioni su anime e manga, realizzate degli utenti di AnimeClick.it.
Se volete farne parte anche voi... rimboccatevi le maniche e recensite!

Ricordiamo che questa rubrica non vuole essere un modo per giudicare in maniera perentoria i titoli in esame, ma un semplice contesto in cui proporre delle analisi che forniscano, indipendentemente dal loro voto finale, spunti interessanti per la nascita di discussioni, si auspica, costruttive per l'utenza.

Per saperne di più continuate a leggere.

8.5/10
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Buddy Daddies è, a mio parere, la migliore opera dell’inverno 2023. È inserita nel genere commedia e nei primi episodi rientra perfettamente nella categoria, ma non fatevi ingannare, perché nonostante cerchi di mantenere toni leggeri non mancheranno le stilettate al cuore.

La storia segue le vicende di Kazuki Kurusu, un intermediario della malavita, e il suo coinquilino/collega/amico Rei Suwa, un sicario addestrato al mestiere sin dalla tenera età.
Durante un “lavoro di routine” gli piomba tra capo e collo una vivace e allegra bimba di quattro anni, Miri Unasaka, alla ricerca solitaria del proprio papà che altri non è che l’obiettivo dei due. Scoprendo l’identità del padre della bambina che hanno appena eliminato e non sapendo a chi altri affidarla, decidono di prendersene cura in attesa di rintracciare la madre. Questo piccolo uragano di allegria rivoluzionerà completamente le loro vite private e lavorative, colorando un mondo che per loro era sempre stato grigio.

I primi episodi della serie sono estremamente vivaci e divertenti, grazie soprattutto alla gioia di Miri e alla sua risata contagiosa (un plauso alla doppiatrice Hina Kino). Kazuki e Rei sono alle prime armi nel ruolo di genitori e far incastrare lavoro, incombenze domestiche e la cura di Miri è tutt'altro che una passeggiata. Ogni ostacolo diventa esilarante grazie ai perfetti tempi comici e l'alchimia tra i membri dell'improvvisata famigliola. La seconda parte della serie però assume toni decisamente più profondi. Sia Kazuki che Rei a causa del loro lavoro non hanno avuto una vita facile e la presenza di Miri sbatte loro in faccia la bellezza della normalità, mettendo in discussione molti dei limiti che si erano autoimposti. Primo tra tutti la convinzione di dover vivere nell’ombra, senza avere alcuna aspirazione di felicità.

I personaggi principali sono ben caratterizzati e il trio di protagonisti ha un’alchimia perfetta. Gli approfondimenti sul passato di Rei e Kazuki non prendono troppo spazio, ma vengono mostrati in piccoli frammenti mirati, perfetti per capire i traumi che il passato ha inciso a fuoco su di loro.

Il finale funziona e -anche se qualcuno potrebbe giudicarlo buonista- è in linea con il messaggio di speranza della serie. Come recita un noto aforisma “Se non ti piace dove ti trovi, spostati. Non sei un albero”. Se non vi piace come siete o dove siete, non ponetevi limiti, e andate incontro al cambiamento gli unici a impedirvi di farlo siete voi stessi.

Una serie bellissima che vi farà attraversare quasi tutto lo spettro delle emozioni umane, dalle più luminose alle più buie in un caleidoscopio coloratissimo. Non perdetela!

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Una volta un uomo molto saggio disse che un fidanzamento con una ragazza comincia veramente solo quando ci fai sesso. Fino a quel momento non siete fidanzati, vi state solo conoscendo.
Ora non voglio necessariamente concordare in toto con lui (anche se quell’uomo, a dirla tutta, sono io), ma se anche non volessimo farla partire dal sesso, quantomeno da un bacio sì.

Dopo questo superfluo e dunque ancor più fondamentale preambolo vi chiedo: “C’è allora qualcosa di più idiota di un menage-a-trois platonico?”
È la domanda a cui cerca di rispondere “Girlfriend, Girlfriend”.

Non fatevi ingannare dal soggetto (che fa pensare a qualcosa di molto ecchi e erotico): è vero, il protagonista è un poligamo che convince la sua fidanzata ad accettare una relazione a tre con una seconda ragazza e vivere assieme, ma non si tratta per niente di un pervertito, anzi, con entrambe non ci fa mai assolutamente nulla, nemmeno un bacio. Dunque, di fatto, non sarebbero manco da considerare fidanzate, semplicemente sono due ragazze con cui convive, e la storia ci mostra solo le rotture di scatole di una ipotetica relazione a tre (il fatto di dover trattare entrambe allo stesso modo, non farle sentire trascurate o gelose, ecc.), ma senza nessuna delle cose positive (le cose sconce). In più, ci si mettono a complicare la faccenda altre due ragazze, inspiegabilmente attratte anche loro da Naoya.

Detto del contesto, passiamo ai personaggi.
Chiaramente stiamo parlando di un anime comico demenziale, perciò sarebbe forse una pretesa eccessiva aspettarsi una profondità, tuttavia è proprio quando riesci a creare personaggi ben caratterizzati e coerenti che la vena demenziale fa più ridere, per cui a mio parere è proprio qui il tasto dolente di questo anime.
I personaggi infatti sono praticamente tutti delle macchiette, stereotipate, estremizzate e quasi tutte abbastanza fastidiose.

Il protagonista Naoya è veramente insopportabile: un deficiente che non fa altro che inginocchiarsi teatralmente o gridare con occhi spalancati “Ti amo!”, “Grazie!”, “Perdono!” (praticamente, ogni cosa che dice, la dice urlando), ma che non si sa per quale arcano motivo, nonostante si comporti da minus habens, fa innamorare di lui addirittura quattro ragazze (una più ‘figa’ dell’altra). L’apparente spiegazione è che tutte vengono ammaliate dal fatto che è serio, onesto e che non si rassegna mai, per cui, ogni volta che grida a squarciagola le sue idiozie, tutte quante arrossiscono e si innamorano ancora di più. Lo so che è la descrizione di un personaggio più stupida che abbiate letto nell’ultimo mese, ma vi assicuro che è proprio così. In definitiva, è un personaggio molto piatto del quale non viene mai approfondito il passato.
Inoltre, è assurdo il fatto che si trovi circondato da ragazze bellissime che fanno a gara per sedurlo, e non faccia mai assolutamente niente di lontanamente erotico con nessuna, neppure con le sue due fidanzate. Non ci prova neanche, manco quando gli si sdraiano addosso nude. Forse è un eunuco, non si capisce.

La protagonista Saki Saki, la sua prima ragazza, è una tsundere molto incoerente. È incomprensibile per quale motivo stia ancora con Naoya: inizialmente aveva resistito per anni alle sue avances (quindi chiaramente non ne era innamorata), poi si sono messi assieme, ma non si sono nemmeno mai baciati (che fidanzati sono?), dopodiché il suo pseudo-fidanzato idiota le fa la proposta assurda di una relazione a tre, e lei, invece di mandarlo al diavolo, accetta. Boh. Nonsense.
Inoltre, da una parte è gelosa, ma poi, quando ha l’occasione di baciarlo o cose simili, lo prende sempre come un dovere, qualcosa che deve fare per rimarcare il suo ruolo di prima fidanzata, non come qualcosa che desidera fare. Tanto che poi finisce per dimenticarsene e non lo fa. Cosa ci sta a fare in quella relazione allora?

Se dovessimo prenderla sul serio e dedurre qualcosa dal loro comportamento, allora direi che Naoya e Saki sono due asessuali: Naoya prova un amore platonico, mentre Saki boh, probabilmente non prova nulla, è una tsundere che ha ceduto a Naoya per sfinimento, dopo anni ha accettato la sua corte (al limite dello stalking) e davanti alla proposta assurda di Naoya accetta, perché le dava fastidio che qualcun’altra si portasse via la sua proprietà, per rivendicare il suo diritto di possesso.
Ma non credo che in realtà sotto ci sia tutta questa profondità: semplicemente sono personaggi incoerenti e sciocchi.

Le altre ragazze sono comprimarie, hanno ognuna una caratterizzazione abbastanza precisa, ma, come Saki, esageratamente estremizzata, per cui in definitiva non mi divertono, sono troppo inverosimili per farmi ridere o emozionare. L’unica eccezione era inizialmente Shino, che era l’unica con un po’ di sale in zucca lì dentro, ma poi si perde anche lei.

Mi rendo conto che suona un po’ troppo spietato come commento, visto che è un anime demenziale e leggero senza grosse velleità, però a me normalmente gli aspetti demenziali divertono, mentre in questo caso no, ho riso davvero poco, anche perché è ripetitivo: le gag sono un po’ tutte uguali, si dovrebbe ridere solo del fatto che Saki si ingelosisce, mentre per Naoya è normale la relazione a tre e lo urla a squarciagola.
A tratti mi sono annoiato o anche irritato (specie in certe parti di Naoya).

Nota di merito alla sigla di apertura, che ha un rif che rimane in testa.

Ammetto che a volte ci sono stati momenti in cui si riprendeva, specie quando è comparsa Shino, però sono stato tentato più volte di interrompere e accantonare questo anime, e l’ho finito solo per dovere di completezza.
Se uscirà la terza stagione, non la guarderò.

8.0/10
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Nel lontano 2001 (non quello di odissea nello spazio) MTV fu sconvolta da un anime certamente non convenzionale dal titolo "Excel Saga". Se la maggior parte delle serie presentate in precedenza sul canale a partire dal 1999 erano abbastanza "normali" (fatta eccezione per "Golden Boy" forse, ma questa è un'altra storia), "Excel Saga" rappresentava una pietra miliare della demenzialità.
Certo, serie come "Lamù", "Ranma" (soprattutto), "Dr Slump e Arale" e diverse altre avevano riempito i palinsesti degli anni '80 e '90, ma ora sembravano ben poca cosa rispetto al puro nonsense di questo nuovo anime.

"Excel Saga" è uno di quegli anime capace di prenderti in contropiede per quanto scemo è, e per quante citazioni contiene. Citazioni che mi fanno ancora grattare il capo oltre 20 anni più tardi: come quella di un personaggio chiamato Sazae, che finalmente ho capito trattarsi di Sazae-san, l'anime più lungo della storia, va in onda dal 1969! E altre citazioni, come quelle di Golgo 13, quante persone che hanno guardato l'anime in tutti questi anni l'avranno colta? Per un giapponese tipo del 1999/2000, anche non otaku, queste citazioni non erano certo difficili da cogliere, ma per un fruitore medio italiano di anime giapponesi era forse quasi impossibile. Quanti avranno capito che l'organizzazione segreta ACROSS prendeva il nome da "MACROSS", la nota serie animata di fantascienza, arrivata in Italia in tv però col nome "Robotech"? D'accordo che erano usciti in home video il film di "Macross" e, forse, già "Macross Pluss", nonché il manga "Macross 7 Trash". Però, come già detto, lo spettatore medio sapeva tutto ciò? Anche Maisha/Metel che appare in uno dei primi episodi, quanti erano riusciti a capire che era la parodia dello stesso personaggio di "Galaxy Express 999"? E potrei fare un sacco di altri esempi.

Al giorno d'oggi se qualche spettatore giovane vedesse questo anime forse si troverebbe ancora più smarrito. Perché è anche questo uno dei problemi maggiori di opere come "Excel Saga": il tempo inevitabilmente scaglia nell'oblio molte serie animate che pure erano abbastanza conosciute dagli spettatori, e il loro ricordo si offusca inevitabilmente tra quelli che le hanno viste. Le nuove produzioni animate cancellano o sovrascrivono, anche parzialmente, quelle vecchie: chi si ricorda più ad esempio di una miniserie come "Master Mosquiton" (abbastanza trascurabile già al tempo, e anch'essa trasmessa da MTV)? Ci sono poi riferimenti ancora più difficili da cogliere per chi non è giapponese, e in questo caso l'adattamento italiano ha fatto del suo meglio per rendere l'opera più fruibile possibile, a volte in maniera molto intelligente, a volte in maniera meno efficace. Ma non si può dire che non ci sia stato un lavoro enorme da parte di Dynamic Italia, arrivando ad editare testi che avrebbero potuto anche essere lasciati in originale giapponese. Ma è evidente che si voleva realizzare una versione italiana il più possibile non solo fedele all'originale, ma anche fruibile da chi non era avvezzo alla cultura popolare giapponese (manga, anime, vita di tutti i giorni...). Non sempre le battute di "Excel Saga" fanno ridere, non tutti gli episodi sono il top, forse anche a causa dei giochi di parole e di altri aspetti culturali che sono praticamente intraducibili, ma ha diverse frecce al suo arco, e il fatto che ancora oggi sia ricordato e apprezzato da chi l'ha visto una 20ina di anni fa significa che ha fatto breccia nei cuori degli spettatori. Certo, c'è anche chi lo considera un prodotto trash senza senso, e non posso biasimarli troppo, visto che è un anime del suo tempo (1999/2000), non è invecchiato benissimo (ma nemmeno troppo male, sia chiaro!), e come già detto non tutti gli episodi sono divertenti. Ma la maggior parte dei personaggi è esilarante (a parte alcuni forse poco ispirati), e seppure alcune gag diventano un po' noiose dopo 26 episodi (come Hayatt che continua a morire ripetutamente ogni episodio, tipo Kenny in South Park) non ci si può certo lamentare, in generale.

Alcuni anni più tardi avremmo conosciuto un altro anime alquanto demenziale, che ebbe però un successo di gran lunga maggiore, "Gintama". Chissà se l'autore del manga era un fan di "Excel Saga"? Forse non lo sapremo mai. Mi piace però pensare che abbia ispirato numerosi autori di genere demenziale giapponesi.
"Excel Saga" è stato senza dubbio un anime importante durante la mia giovinezza, e anche per questo è difficile dargli un voto oggettivo: se fossi davvero super oggettivo gli darei 7, 7,5, o anche meno. Ma è impossibile essere oggettivi in questo caso. Tra l'altro la comicità è pure una cosa molto soggettiva, quindi un voto equo sarebbe 8. Non solo per nostalgia, ma perché Nabeshin (il regista svitato con i capelli alla afro) e gli altri membri dello staff si sono meritati questo voto per il loro lavoro, visto che hanno introdotto personaggi e storie originali che non erano presenti nel manga.