Durante l'ultima di quattro settimane di riprese, lo staff di AnimeClick.it è stato sul set di una produzione live action totalmente italiana: si tratta di Prophecy, film di futura uscita, ispirato al manga di Tetsuya Tsutsui, edito in Italia da J-POP Manga. Diretto da Jacopo Rondinelli (Dampyr), è stato adattato, sceneggiato e prodotto da Andrea Sgaravatti per Brandon Box, casa di produzione cinematografica milanese specializzata in live action.
Quest’ultima è nota ai più per aver realizzato il live action di Dampyr, adattamento del fumetto di Bonelli Editore, ma anche perché presto farà ulteriormente parlare di sé girando un film con attori in carne ed ossa basato sul cult L'uomo tigre.
Claudia Ramera, communication manager, ci accoglie alle porte del Museo Nazionale del Risorgimento di Torino nel quale, ci spiega, stanno girando l'ultima sequenza del film.
"Siamo all'ultima di quattro settimane di riprese" aggiunge "tutte torinesi. Ora siamo qui, in questa bellissima location, e domani gireremo all'interno del palazzo. Anche se stiamo filmando le scene a Torino, nella storia questa sequenza sarà ambientata a Roma. E devo dire che l’idea iniziale era di ambientare l'intero film a Milano, la capitale economica d'Italia, poi grazie alla Film Commission di Torino abbiamo trovato delle splendide location come il Parco Dora o Palazzo Carignano, e la produzione ha deciso di spostare l'ambientazione direttamente nel torinese, in quella che è la capitale tecnologica del nostro paese perché meglio si adatta alla storia."
Tutta la crew si dà un gran daffare, montando in pochi istanti binari sui quali far correre le macchine da presa e lottando continuamente con i rumori provenienti dall’esterno che rendono difficile la registrazione della scena. Ci viene permesso di assistere in silenzio alle prove tecniche e ai vari "ciak" che vedono impegnati Damiano Gavino (noto per Nuovo Olimpo di Ferzan Özpetek), nel ruolo del protagonista "Paperboy", e Federica Sabatini (Suburra), che in Prophecy veste i panni della poliziotta Erika Yoshino.
Dopodiché ci raggiunge Andrea Sgaravatti, autore e produttore del film per raccontarci qualche altra curiosità:
"Abbiamo cercato innanzitutto di tenere alcuni nomi e cognomi originali, ma alcune cose abbiamo dovuto cambiarle e soprattutto localizzarle per il pubblico italiano. Ad ogni modo, abbiamo voluto essere certi che il maestro Tsutsui fosse d'accordo con la nostra visione: gli abbiamo mandato il copione e lui si è trovato completamente d'accordo con le nostre scelte. Ad esempio abbiamo reso più contemporanei i protagonisti: il manga è dei primi anni del 2000 e ha un cast di protagonisti composto interamente da maschi bianchi. I tempi sono cambiati e noi con essi, per cui abbiamo voluto rendere il gruppo più eterogeneo, inserendo anche una ragazza e un personaggio di colore, a riflettere la società corrente. Un altro esempio di cambiamento sono i vestiti: il protagonista nel manga indossa una maglietta con le icone delle app; chiaro che se all'epoca fu una cosa controcorrente e innovativa, ora risulterebbe banale e forse un po'ridicola. Anche su questo abbiamo dovuto aggiustare il tiro". Poi continua "Il film è pop, punk, un po' folle. Siamo sicuri che i fan capiranno le nostre scelte: puntiamo ad un'audience ampia, ma speriamo che gli appassionati siano i primi a riempire le sale dei cinema."
Quando gli chiediamo come abbia gestito il tema centrale del manga, cioè la rivalsa su un sistema lavorativo opprimente e alienante, Sgaravatti ci risponde prontamente: "Nel manga ci sono dei ragazzi visti come ultima ruota del carro della società giapponese, soprattutto quella lavorativa: si parla di lavori faticosi e malvisti come quelli dei braccianti. Dovendo ricontestualizzare questo tema per il pubblico italiano,. abbiamo ambientato il film nel mondo dei rider, perché sono la realtà lavorativa che correntemente sta vessando maggiormente i giovani. I nostri protagonisti iniziano il film che non riescono ad entrare nel mondo delle start-up e finiscono a fare i rider: da qui i loro sentimenti di rivalsa nei confronti del sistema." Poi aggiunge "Un altro cambiamento che abbiamo fatto è stato applicare un piccolo scostamento di tono. Il manga è estremamente serio e cupo, e soprattutto il finale è molto "giapponese", tanto che sarebbe troppo pesante per il pubblico italiano che non conosce il pensiero nipponico. Noi abbiamo reso il film ugualmente serio ma più leggero e ironico. E in questo anche l'autore era della nostra stessa opinione."
Alla domanda su come fosse stato trattato il tema della cybersecurity, decisamente presente all'interno del manga, l'autore risponde che la tematica è sicuramente presente all'interno nel film di Brandon Box, e riguarda proprio la location in cui stanno girando in quei giorni.
Poco dopo veniamo a sapere che anche la post-produzione e la color correction sarà tutta italiana, specificamente Torinese, a cura di IMAGO VFX, parola del direttore finanziario di Brandon Box, Geoff Davies. Davies si addentra nel discorso sui finanziamenti: "Gli investitori oggi capiscono le potenzialità del transmedia: i prodotti si danno man forte l'un l'altro. Il fumetto aiuta il film, che rilancia il videogame... è un dialogo tra mezzi diversi per permettere all'opera di rinfrescarsi e raggiungere nuovi pubblici. E soprattutto queste narrazioni sono molto ricercate dai giovani perché parlano di identità, di rappresentazione e del farsi strada nel mondo. Infatti Prophecy ha venduto molto in Giappone ed è stato già adattato in un film e una miniserie spin-off nel 2015. I nostri live action sono tratti da storie molto ricche, e di conseguenza molto seguite."
Ma tornando sulla pellicola, Rondinelli la descrive come una "spy story dalle venature comedy" Poi aggiunge "gli attori stanno girando con entusiasmo, trasporto e grande professionalità. Il ritmo delle riprese è serrato," dice, "e la loro bravura ci sta permettendo di portare a casa il girato."
E l'Uomo Tigre? "Al momento stiamo scrivendo il trattamento e pensiamo di iniziare a girare nel 2025. La strada è ancora lunga."
"Per quanto riguarda Prophecy, speriamo di essere pronti per un festival del cinema di fine luglio, di cui non vogliamo fare il nome." Conclude Sgaravatti, dopo che Rondinelli è tornato a dedicarsi al film. "Poi vorremmo fare qualcosa con J-POP al Lucca Comics and Games: sarebbe bello poter avere anche l'autore del manga."
Andrea Sgaravatti ci lascia, però, rispondendo ad una nostra curiosità: quali sono i manga che vorresti poter adattare in live action?
Sgaravatti ridacchia e confessa "Ho un file sulle note del telefono che si chiama 'adattamenti manga'" e ce lo mostra, senza svelarne il contenuto. "Vi posso dire il primo, il mio sogno proibito che non si potrà attuare: Capitan Harlock. Ma poi mi piacerebbe farne uno sui mecha, ma non voglio scendere nei dettagli. E infine... vorrei fare un live action su Soul Eater.".
Giunge così al termine il pomeriggio di AnimeClick sull'indaffaritissimo set di Prophecy, completamente girato e ambientato nel cuore di Torino.
Quest’ultima è nota ai più per aver realizzato il live action di Dampyr, adattamento del fumetto di Bonelli Editore, ma anche perché presto farà ulteriormente parlare di sé girando un film con attori in carne ed ossa basato sul cult L'uomo tigre.
La sezione anticrimine informatica di Tokyo è in difficoltà. Un uomo che indossa come maschera la pagine di un giornale carica on-line dei video prevedendo abbietti crimini: stupri, aggressioni, incendi... profezie che il giorno dopo vengono confermate dai telegiornali.
Chi è costui? Come riesce a fare le sue predizioni? Quali sono le sue motivazioni, le sue ambizioni?
È l'inizio di una corsa contro il tempo per gli ispettori, mentre nel frattempo il sostegno popolare cresce attorno a questa misteriosa figura. I vessati dalla società che frequentano chat e forum di discussione si ritrovano sempre più inclusi nella sua lotta.
Chi è costui? Come riesce a fare le sue predizioni? Quali sono le sue motivazioni, le sue ambizioni?
È l'inizio di una corsa contro il tempo per gli ispettori, mentre nel frattempo il sostegno popolare cresce attorno a questa misteriosa figura. I vessati dalla società che frequentano chat e forum di discussione si ritrovano sempre più inclusi nella sua lotta.
Claudia Ramera, communication manager, ci accoglie alle porte del Museo Nazionale del Risorgimento di Torino nel quale, ci spiega, stanno girando l'ultima sequenza del film.
"Siamo all'ultima di quattro settimane di riprese" aggiunge "tutte torinesi. Ora siamo qui, in questa bellissima location, e domani gireremo all'interno del palazzo. Anche se stiamo filmando le scene a Torino, nella storia questa sequenza sarà ambientata a Roma. E devo dire che l’idea iniziale era di ambientare l'intero film a Milano, la capitale economica d'Italia, poi grazie alla Film Commission di Torino abbiamo trovato delle splendide location come il Parco Dora o Palazzo Carignano, e la produzione ha deciso di spostare l'ambientazione direttamente nel torinese, in quella che è la capitale tecnologica del nostro paese perché meglio si adatta alla storia."
Tutta la crew si dà un gran daffare, montando in pochi istanti binari sui quali far correre le macchine da presa e lottando continuamente con i rumori provenienti dall’esterno che rendono difficile la registrazione della scena. Ci viene permesso di assistere in silenzio alle prove tecniche e ai vari "ciak" che vedono impegnati Damiano Gavino (noto per Nuovo Olimpo di Ferzan Özpetek), nel ruolo del protagonista "Paperboy", e Federica Sabatini (Suburra), che in Prophecy veste i panni della poliziotta Erika Yoshino.
Dopodiché ci raggiunge Andrea Sgaravatti, autore e produttore del film per raccontarci qualche altra curiosità:
"Abbiamo cercato innanzitutto di tenere alcuni nomi e cognomi originali, ma alcune cose abbiamo dovuto cambiarle e soprattutto localizzarle per il pubblico italiano. Ad ogni modo, abbiamo voluto essere certi che il maestro Tsutsui fosse d'accordo con la nostra visione: gli abbiamo mandato il copione e lui si è trovato completamente d'accordo con le nostre scelte. Ad esempio abbiamo reso più contemporanei i protagonisti: il manga è dei primi anni del 2000 e ha un cast di protagonisti composto interamente da maschi bianchi. I tempi sono cambiati e noi con essi, per cui abbiamo voluto rendere il gruppo più eterogeneo, inserendo anche una ragazza e un personaggio di colore, a riflettere la società corrente. Un altro esempio di cambiamento sono i vestiti: il protagonista nel manga indossa una maglietta con le icone delle app; chiaro che se all'epoca fu una cosa controcorrente e innovativa, ora risulterebbe banale e forse un po'ridicola. Anche su questo abbiamo dovuto aggiustare il tiro". Poi continua "Il film è pop, punk, un po' folle. Siamo sicuri che i fan capiranno le nostre scelte: puntiamo ad un'audience ampia, ma speriamo che gli appassionati siano i primi a riempire le sale dei cinema."
Quando gli chiediamo come abbia gestito il tema centrale del manga, cioè la rivalsa su un sistema lavorativo opprimente e alienante, Sgaravatti ci risponde prontamente: "Nel manga ci sono dei ragazzi visti come ultima ruota del carro della società giapponese, soprattutto quella lavorativa: si parla di lavori faticosi e malvisti come quelli dei braccianti. Dovendo ricontestualizzare questo tema per il pubblico italiano,. abbiamo ambientato il film nel mondo dei rider, perché sono la realtà lavorativa che correntemente sta vessando maggiormente i giovani. I nostri protagonisti iniziano il film che non riescono ad entrare nel mondo delle start-up e finiscono a fare i rider: da qui i loro sentimenti di rivalsa nei confronti del sistema." Poi aggiunge "Un altro cambiamento che abbiamo fatto è stato applicare un piccolo scostamento di tono. Il manga è estremamente serio e cupo, e soprattutto il finale è molto "giapponese", tanto che sarebbe troppo pesante per il pubblico italiano che non conosce il pensiero nipponico. Noi abbiamo reso il film ugualmente serio ma più leggero e ironico. E in questo anche l'autore era della nostra stessa opinione."
Alla domanda su come fosse stato trattato il tema della cybersecurity, decisamente presente all'interno del manga, l'autore risponde che la tematica è sicuramente presente all'interno nel film di Brandon Box, e riguarda proprio la location in cui stanno girando in quei giorni.
Gli abbiamo poi chiesto perché avessero scelto proprio Prophecy per un adattamento live-action.
"La conversazione è iniziata nel 2019 con Marco Schiavone di J-POP. Ci ha suggerito alcuni titoli, tra cui Poison City, un manga dello stesso autore di Prophecy, e tra le varie proposte abbiamo scelto Prophecy. Nel 2020 abbiamo poi siglato per i diritti ed ora, quattro anni dopo, stiamo ultimando le riprese. Gli attori erano entusiasti di adattare il manga: hanno letto il fumetto e arrivano sul set totalmente coinvolti dalle vicende rappresentate dal maestro Tsutsui. I finanziatori, invece, li abbiamo trovati altrove: vi era una certa reticenza ad investire sull'adattamento di un manga, ma è bastato trovare chi condividesse il nostro obiettivo."Poco dopo veniamo a sapere che anche la post-produzione e la color correction sarà tutta italiana, specificamente Torinese, a cura di IMAGO VFX, parola del direttore finanziario di Brandon Box, Geoff Davies. Davies si addentra nel discorso sui finanziamenti: "Gli investitori oggi capiscono le potenzialità del transmedia: i prodotti si danno man forte l'un l'altro. Il fumetto aiuta il film, che rilancia il videogame... è un dialogo tra mezzi diversi per permettere all'opera di rinfrescarsi e raggiungere nuovi pubblici. E soprattutto queste narrazioni sono molto ricercate dai giovani perché parlano di identità, di rappresentazione e del farsi strada nel mondo. Infatti Prophecy ha venduto molto in Giappone ed è stato già adattato in un film e una miniserie spin-off nel 2015. I nostri live action sono tratti da storie molto ricche, e di conseguenza molto seguite."
Da sinistra: Andrea Sgaravatti (autore e produttore), Jacopo Rondinelli (regista), Paolo Manera (Torino Film Commission) e Alessandro Bollo (Direttore del Museo del Risorgimento di Torino).
Segue poi la conferenza stampa in cui Andrea Sgaravatti, Paolo Manera (direttore della Film Commission di Torino) e Alessandro Bollo (direttore del Museo del Risorgimento di Torino) hanno dato appuntamento alla stampa per parlare del progetto cinematografico, raggiunti poco dopo dal regista Jacopo Rondinelli che ha prestato ai giornalisti qualche minuto del suo tempo prima di tornare a girare il ciak finale.
Ovviamente vista la location d'eccezione il discorso è stato speso a parlare dell'importanza di un "cross-over" con i luoghi della cultura in nome della contaminazione dei linguaggi, proprio come il museo che si presta a location per opere di cultura pop. Bollo informa che il libro più venduto allo shop del museo è proprio un fumetto, "Garibaldi VS Zombie", di cui magari un giorno Brandon Box potrà realizzare un film.Ma tornando sulla pellicola, Rondinelli la descrive come una "spy story dalle venature comedy" Poi aggiunge "gli attori stanno girando con entusiasmo, trasporto e grande professionalità. Il ritmo delle riprese è serrato," dice, "e la loro bravura ci sta permettendo di portare a casa il girato."
E l'Uomo Tigre? "Al momento stiamo scrivendo il trattamento e pensiamo di iniziare a girare nel 2025. La strada è ancora lunga."
"Per quanto riguarda Prophecy, speriamo di essere pronti per un festival del cinema di fine luglio, di cui non vogliamo fare il nome." Conclude Sgaravatti, dopo che Rondinelli è tornato a dedicarsi al film. "Poi vorremmo fare qualcosa con J-POP al Lucca Comics and Games: sarebbe bello poter avere anche l'autore del manga."
Andrea Sgaravatti ci lascia, però, rispondendo ad una nostra curiosità: quali sono i manga che vorresti poter adattare in live action?
Sgaravatti ridacchia e confessa "Ho un file sulle note del telefono che si chiama 'adattamenti manga'" e ce lo mostra, senza svelarne il contenuto. "Vi posso dire il primo, il mio sogno proibito che non si potrà attuare: Capitan Harlock. Ma poi mi piacerebbe farne uno sui mecha, ma non voglio scendere nei dettagli. E infine... vorrei fare un live action su Soul Eater.".
Giunge così al termine il pomeriggio di AnimeClick sull'indaffaritissimo set di Prophecy, completamente girato e ambientato nel cuore di Torino.
O se mai lo dovessi guardare darò tutto me stesso per dimenticare che c’è un legame col manga.
Ora il manga l'ho letto vari anni fa, ma non mi pareva ci fosse un ambientazione in un museo; sicuramente non era un manga Comedy, anzi se mi ricordo bene, mi sembrava molto ma molto serio!
Apposto così, tempo risparmiato.
non può mai essere fedele alla fonte senza queste due cose, il live action va preso per quello che è, rilettura per il pubblico nostrano.
di risposta
"perchè non fare qualcosa di originale?"
è sticazzi.
Capisco, e no, non credo sia per quello, quanto meno non per me.
Se mi dicono:
1) Abbiamo cambiato l'atmosfera, era troppo seriosa, così ora è leggera e ironica (!?)
2) Abbiamo modificato i personaggi, e ora sono anche più inclusivi (Disney ... sei tu ?)
3) Abbiamo riadattato il finale, così era non così pesante, e anche capibile per il pubblico (questo mi ha ucciso.)
Queste cose mi scattano in testa ormai come un campanello di allarme. "Attenzione! Attenzione! Hai già preso abbastanza delusioni... ridimensiona le aspettative. Resterai deluso. Dimentica il manga."
Per evitare problemi hanno usato la parola ispirato così possono fare tutti i cambiamenti che vogliono senza troppi problemi. Da fan del mangaka mi accontento del manga.
Se venisse fuori una trashata colossale allora potrei guardarlo, ma non penso che siamo a questi livelli.
Guarda a 'sto punto, io spero che abbia successo, cosi l'autore fa il film sui Mecha... quello si che sarebbe il nuovo trash italiano!!
Devi eseguire l'accesso per lasciare un commento.