Se seguite un minimo le vicende del settore videoludico non deve esservi sfuggita la polemica scatenata attorno al neo Assassin's Creed Shadows, fresco fresco di presentazione.
"Finalmente il Giappone!" potrebbe aver esclamato qualcuno che non vedeva l'ora di poter giocare nei panni di un samurai originale e giapponese fino al midollo, attraverso un Assassin's Creed che orma "sa soltanto quello che non è". Di questo e molto altro se ne parlerà in live lunedì sera, approfittando anche del polverone che ha investito la scelta di utilizzare come protagonista Yasuke, un samurai di origine africana.
Dimenticandosi completamente della co-protagonista giapponese, le ire di molti utenti si sono concentrare su una scelta che per molti pare incomprensibile, innalzando la bandiera del politicamente corretto a tutti i costi. Yasuke, personaggio realmente esistito e samurai sotto il comando del daimyō giapponese Oda Nobunaga è divenuto negli ultimi anni quasi un personaggio 'pop', con una serie animata su Netflix a lui dedicata e apparso anche nella serie videoludica Nioh. Vista la natura attuale del franchise, l'utilizzo di questo personaggio è assolutamente normale ma in ogni caso, non bisogna dimenticare che è il come questo verrà utilizzato all'interno della narrativa a fare la reale differenza.
Evitando di trasformare una semplice news in un editoriale, è intervenuto sulla polemica anche l'attore protagonista di Assassin's Creed Origins, Abubakar Salim. Sul suo profilo X infatti, ha criticato la mole di giocatori che non accettano Yasuke come protagonista:
"È divertente il fatto che dopo aver affrontato il viaggio di Assassin's Creed Origins, vedere come si stia svolgendo la storia di Yasuke/Shadows. Voglio dire, sono sicuro che la vostra collina ha una bella vista".
Qualcuno potrebbe dire: "sì, ma in Origins i protagonisti erano egiziani, in Egitto!", un ragionamento che non fa una piega. Tuttavia è bene ricordarsi che si tratta di opere artistiche e nulla vieta di utilizzare un personaggio piuttosto che un altro. La scelta di Ubisoft è chiara e la critica di Salim verso chi crede di poter sparare sentenze senza nemmeno aver la benché minima idea di cosa narrerà il gioco è abbastanza eloquente.
Ne parleremo lunedì insomma, ricordandovi che se volete sapere di cosa parlerà Assassin's Creed Shadows, non vi resta che attendere il 15 novembre, giorno della sua uscita.
Aggiornamento: la dicitura "samurai sotto il comando del daimyō giapponese Oda Nobunaga" merita una puntualizzazione. Non si ha la certezza al 100% che Yasuke sia stato un samurai. Tuttavia, non c'è piena certezza sul fatto che non lo sia stato. Si parla in questo caso del Kashidan, costituito da servitori del daimyō e divenuti ufficialmente "samurai" nel periodo Edo oppure di Koshō, in pratica dei samurai apprendisti. La difficoltà nel capire la situazione sta nel fatto che di resoconti scritti o visivi in cui osservare Yasuke in armatura non sono disponibili o comunque non sono arrivati fino a noi ma soprattutto che la dicitura "samurai" viene ufficialmente trascritta solo nel periodo Edo.
"Finalmente il Giappone!" potrebbe aver esclamato qualcuno che non vedeva l'ora di poter giocare nei panni di un samurai originale e giapponese fino al midollo, attraverso un Assassin's Creed che orma "sa soltanto quello che non è". Di questo e molto altro se ne parlerà in live lunedì sera, approfittando anche del polverone che ha investito la scelta di utilizzare come protagonista Yasuke, un samurai di origine africana.
Dimenticandosi completamente della co-protagonista giapponese, le ire di molti utenti si sono concentrare su una scelta che per molti pare incomprensibile, innalzando la bandiera del politicamente corretto a tutti i costi. Yasuke, personaggio realmente esistito e samurai sotto il comando del daimyō giapponese Oda Nobunaga è divenuto negli ultimi anni quasi un personaggio 'pop', con una serie animata su Netflix a lui dedicata e apparso anche nella serie videoludica Nioh. Vista la natura attuale del franchise, l'utilizzo di questo personaggio è assolutamente normale ma in ogni caso, non bisogna dimenticare che è il come questo verrà utilizzato all'interno della narrativa a fare la reale differenza.
Evitando di trasformare una semplice news in un editoriale, è intervenuto sulla polemica anche l'attore protagonista di Assassin's Creed Origins, Abubakar Salim. Sul suo profilo X infatti, ha criticato la mole di giocatori che non accettano Yasuke come protagonista:
"È divertente il fatto che dopo aver affrontato il viaggio di Assassin's Creed Origins, vedere come si stia svolgendo la storia di Yasuke/Shadows. Voglio dire, sono sicuro che la vostra collina ha una bella vista".
Qualcuno potrebbe dire: "sì, ma in Origins i protagonisti erano egiziani, in Egitto!", un ragionamento che non fa una piega. Tuttavia è bene ricordarsi che si tratta di opere artistiche e nulla vieta di utilizzare un personaggio piuttosto che un altro. La scelta di Ubisoft è chiara e la critica di Salim verso chi crede di poter sparare sentenze senza nemmeno aver la benché minima idea di cosa narrerà il gioco è abbastanza eloquente.
Ne parleremo lunedì insomma, ricordandovi che se volete sapere di cosa parlerà Assassin's Creed Shadows, non vi resta che attendere il 15 novembre, giorno della sua uscita.
Aggiornamento: la dicitura "samurai sotto il comando del daimyō giapponese Oda Nobunaga" merita una puntualizzazione. Non si ha la certezza al 100% che Yasuke sia stato un samurai. Tuttavia, non c'è piena certezza sul fatto che non lo sia stato. Si parla in questo caso del Kashidan, costituito da servitori del daimyō e divenuti ufficialmente "samurai" nel periodo Edo oppure di Koshō, in pratica dei samurai apprendisti. La difficoltà nel capire la situazione sta nel fatto che di resoconti scritti o visivi in cui osservare Yasuke in armatura non sono disponibili o comunque non sono arrivati fino a noi ma soprattutto che la dicitura "samurai" viene ufficialmente trascritta solo nel periodo Edo.
Ma io mica mi offendo! E' solo che io parlo solo per me stesso. Non ho pretesa di parlare per altra gente e non ho oggettivamente alcun interesse a cambiare la testa delle persone.
Per come la vedo io, posto che Ubisoft rischia di ammazzarlo il franchise (non dal punto di vista delle vendite almeno per ora) per non parlare del suo DRM invasivo e l'intenzione di buttare dentro GAAS a manetta (ma di questo si parla sempre troppo poco), questa scelta a mio avviso è effettivamente più diretta da scelte "legali" e di immagine più che commerciali.
Si ritiene, a torto o a ragione - io penso a torto - che fare la spunta su certe caselle possa permettere qualche ritorno extra. Il che, ribadisco, sarebbe perfettamente legittimo, se non fosse per il fastidio con cui le opinioni discordanti vengono trattate, specialmente nell'anglosfera. QUesto moralismo peloso è cioò che ha generato, tra l'altro, mostruosità come i trigger warning.
Come si può notare, la parola woke manco l'ho usata né ho fatto riferimenti al pensiero che sta "rovinando" i giochi. A dimostrazione che è difficile "inquadrare" il pensiero di ognuno in un preciso spazio.
Ma su questo siamo ampiamente d'accordo. Da almeno una decina d'anni Ubisoft ha perso la rotta e non sa più che direzione prendere. Assassin's Creed è solo un sintomo ma che non abbiano le idee chiare lo si vede soprattutto dal progetto Infinity. Ancora oggi si fa veramente a capire cosa sia. Per cui, citando ancora la polemica, pur esistendo una sorta di "indottrinamento" del personale, questo è il problema principale o comunque, non nella misura che si crede.
Secondo me l'outrage va tutto rivolto al personaggio perchè per la maggior parte della gente Ubisoft come azienda è già persa: fra the crew letteralmente rubato dalle librerie, nft, prezzi ridicoli e quant'altro chi bazzica nel settore sa bene che Ubi è un cancro come publisher.
Una delle poche cose che le rimaneva era la coerenza storica nella sua serie di punta e avendola vista buttare a meretrici pure quella a chi fregava ancora qualcosina giustamente non è andata giù
In realtà è più pervasivo a livello di immagine di quanto si pensi. Questo perché molti di coloro che ritengono "giusto" dare "il messaggio" sono dentro società di PR e similari. Che questo poi abbia una enorme ricaduta è ovviamente da dimostrare.
Sebbene non sia una cosa eccessivamente "gaming" (anche se ci rientra, in un certo senso) suggerisco però di fare un approfondimento sui problemi che i gestori di carte di credito stanno generando sia su siti non-gaming che gaming (di recente posso citare il blacklist fatto su Dlisite e Nico Nico Douga - che non sarà Youtube o "l'altro sito" che è finito per scontrarsi con questo problema, ma è comunque importante), a dimostrazione che il "moralismo" può anche avere effetti pratici di un certo rilievo.
Magari si limitassero tutti a quello invece di snaturare e sterilizzare le produzioni.
Perché sono, in ultima analisi, un insulto allo spettatore e/o lettore, che viene ritenuto incapace di discernere e/o decidere per sè. Uno si legge un manga 18+ e lo trova disgustoso? Affari suoi.
1)
Gioco dove usi effettivamente Yasuke come personaggio.
2)
Quel timeframe specifico.
3)
Gente che si lamenta di inaccuratezza storica in un gioco con alieni.
3.5)
Gente che si lamenta di non poter usare un personaggio yamato in un gioco di Samurai quando con NiOh 1 non ha aperto bocca, la sala si chiede come mai.
4)
Possibile trama dove Oda usa entrambe le fazioni a proprio vantaggio e per questo Yasuke potrebbe avere il moveset dei templari e l'altra quello degli assassin
5)
>In un gioco con tecnologia aliena e alieni
Reitero:
1- Primo gioco della serie a usare un personaggio realmente esistito, limita la libertà creativa se si parte dal presupposto non si voglia rompere eventi storici
2 - Timeframe in cui si sa per la maggiore essere stato un orpello da mostrare in giro di Nobunaga
3 - Gente che si lamenta dell'inaccuratezza storica in un gioco dove l'unica cosa di valida resta l'accuratezza storica
3.5 - Nioh 1 gioco basato sul folklore giapponese, fatto da giapponesi, in cui William Adams trancia in due Yokai ogni dieci secondi, non ha il pretesto di essere accurato mi pare, la sala approva
4 - Confraternita di Assassini basata sulla segretezza e sull'agire nell'ombra usa come alleato l'unico uomo di colore alt 1.90 in una nazione di bianchi alti 1.60, i press X to doubt
5 - La signorina Kunoichi non sarà storicamente accurata (idiota di nuovo renderla figlia di un personaggio realmente esistito) ma quantomeno lo sforzo di integrarla nella cultura di turno c'è stato
Aspetto il mio AC in Etiopia con protagonista un austriaco dall'accento marcato
Ma sempre attuale e sai perchè? Perchè è vera.
Comunque guarda guarda cosa è uscito oggi.
Nessun sottotesto vero? Niente di niente, nada, niet, nisba
Noooooooo ma quando mai, sono assolutamente convinto non sentiremo parlare di razzismo, oppressione ecc... In una storia dove non dovrebbero azzeccarci nulla vero? Quanto è bello non potersi perdere un paio di ore ma vedersi il 2024 spiattellato in faccia ogni venti secondi vero?
https://pbs.twimg.com/media/GOCO0isawAAZfoJ?format=jpg&name=900x900
E il 1579 da che ricordo io non vedeva uomini di colore massacrare giapponesi nel nome del credo, forse ricordo male io però, ho la mente annebbiata.
Ma l'uomo di colore che combatte l'oppressione oooooohhhh, quello sì che è in sangue, carne e ossa 2024
Troverai qualcuno che ti avviserà che a differenza della ninja Yasuke è realmente esistito e sta mezza cultura pop giappa che lo ricorda al di fuori dell'ambito accademico.
Ma se è proprio perchè è realmente esistito che la cosa non ha senso XD
Non sono proprio quelli che permettono allo spettatore di decidere da sé? “Trigger Warning: Stupro” “Ah ok allora non lo guardo/Nessun problema, continuo”?
Infinitamente meglio quelli piuttosto che “addolcire” le trame per la sensibilità di tutte le ipotetiche persone sul pianeta.
Ma lo scopo non è quello. Non è per permettere di decidere ma per fare "virtue signaling" e far notare a un gruppo ristrettissimo di persone che ci sono cose che loro ritengono orribili e quindi evitare che facciano polemica. L'han fatto pure per Shakeaspeare...
In sintesi trattano tutti come imbelli che devono essere protetti. Ma la scelta è individuale.
Prendi per esempio la saga di Paperone, vogliono censurarla per lo zombie nero stereotipato. Non sarebbe meglio se semplicemente mettessero "Attenzione: contiene stereotipi razzisti" e lasciassero la trama così com'è? Alla fine un avviso a inizio volume/serie/quello che è non da fastidio a nessuno.
E' diciamo un brutto compromesso, sono d'accordo con zazza che sia trattare l'utente da imbecille (è come se tutti noi ci incazzassimo quando vediamo Mario, è uno stereotipo, fa ridere e chissenefrega) il problema dall'altro lato è che tanti, veramente taaaaanti, si stanno rivelando imbecilli quindi, quantomeno fino a quando il senno non sarà tornato, i trigger warning potrebbero essere una soluzione per quanto vomitevole.
Ragionandoci però è anche un etichettare le opere come "sbagliate" secondo chissà quale principio morale di qualche altezzoso deficiente che si crede migliore degli altri.
Difficile dare una risposta corretta su questo
Inoltre non è sempre indicativo di qualcosa di offensivo. C’è il trigger warning per cose come l’abuso di farmaci o banalmente quello per il gore, che non offendono nessuno ma qualcuno potrebbe voler evitare.
E' diciamo un po' il classico "2024 First problem", il cinema esiste da 100 anni, nessuno si è mai lamentato ma ora sono tutti troppo fragili improvvisamente per sopportare la visione di una pellicola, una serie...
Non sarà sempre il caso ma solitamente se sai di patire gli horror o cose simili non ti butti a guardare Le colline hanno gli occhi.
Questa mentalità dove tutti debbano per forza essere cullati e protetti da ogni male sta privando la gente di una spina dorsale
Buffo vero?
Scommettiamo che di articoli nuovi che facciano un minimo di mea culpa o quantomeno rettifichino lo svolgersi dei fatti non ne vedremo manco uno?
Se proprio volete, sono live con il GameTalk e ne discutiamo. Meglio di lì non c'è nulla!
Il mondo, da Ubisoft che a un'esposizione spaccia materiale da esposizione come ufficiale del gioco quando invece era paccottiglia comprata su Amazon (una katana di OP, uno stand sempre generico da una decina di euro e una bambolotta) a tutta la storia di Yasuke che si dava per fatti storici accertatissimi fino a settimana scorsa e invece sono il risultato di un professore universitario che nel 2012 per promuovere il suo libro (The african samurai) sotto pseudonimo ha modificato la pagina giapponese di wikipedia citando se stesso come fonte autorevole....
Sostanzialmente la storia di Yasuke è per la maggior parte una panzana e ora il governo giapponese potrebbe avviare un indagine per revisionismo storico e diffusione di falsità.
Bello eh?
Che Ubisoft sia pagliaccia si è sempre saputo, e da come ho capito io tutta la faccenda di Yasuke è sempre stata molto fumosa (e il fatto che sia vera o meno non è nemmeno così tanto rilevante considerato che i protagonisti di AC non lo sono mai stati). Se poi l'indagine porterebbe ubisoft a modificare il gioco è un'altro conto, ma da quello che leggo non mi sembra niente che possa cambiare le opinioni che entrambi i "lati" avevano sulla situazione.
Il fatto che stavolta abbiano usato un personaggio realmente esistito è peggio.
Con un personaggio inventato, anche in un contesto storico, puoi raccontare quello che vuoi, puoi anche dire che tale personaggio ad esempio, si trovava insieme a Leonardo da Vinci mentre dipingeva la Gioconda, come succede con Ezio. Alla fine non modifichi la vera storia.
Con un personaggio realmente esistito non puoi metterlo in posti dove non è mai stato, fargli fare cose che non ha mai fatto, ecc.
Così fai revisionismo storico.
Se poi si scopre che le fonti su cui ti sei basato per scrivere la storia del videogame sono frottole inventate, ti sei giocato tutta la credibilità.
Insomma, stavolta ne hanno pestata una più grossa delle altre e ci sono finiti dentro con tutta la scarpa.
Poi chiaro, a qualcuno tutto questo non interessa e comprerà comunque il gioco.
Però il punto è che quelli che mesi fa sono stati presi in giro perché "non sono questi i problemi dell'industria videoludica", ci avevano visto giusto.
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