ABe & Ueda 1In occasione della fiera Lovin' Japan che si è tenuta a fine aprile, durante un’intervista insieme ad altri siti (Mangavore, Mata-web e Filmsactu)Manga-news ha avuto la possibilità d'incontrare Yoshitoshi ABe e Yasuyuki Ueda, rispettivamente designer e produttore di serie cult quali Serial Experiments Lain, Haibane renmei o Texhnolyze. Oggi abbiamo il piacere di proporvi il resoconto di questa intervista!


• Signori ABe e Ueda, come vi siete conosciuti e in che modo avete deciso di lavorare insieme?

Yoshitoshi ABe: Nel 1996, costruivo il mio sito Internet, dove esponevo le mie opere. Il signor Ueda l’ha notato e mi ha contattato affinché lavorassimo insieme. A quel tempo ero uno studente, e questo era successo proprio prima che io sostenessi i miei esami. Così ho risposto al signor Ueda: “Aspetti, prima termino gli esami e poi le do una risposta” (ride). Quindi ho terminato gli esami e poi abbiamo iniziato a lavorare insieme. All’epoca mi ero indebitato di 1.200.000 yen per i miei studi, ed è per saldare questo debito che ho deciso di lavorare con il signor Ueda.

Yasuyuki Ueda: Per quanto mi riguarda, l’ho contattato perché avevo in mente il progetto di Lain ed ero alla ricerca di un buon illustratore. Dopo alcune ricerche in ambiti professionali, nulla mi aveva colpito in particolar modo; poi sono capitato nel sito del signor Abe, il quale mi è subito piaciuto molto.


• Signor Abe, quando lavora a un’opera, a che cosa s'ispira? Fa delle ricerche preliminari, in particolare in ambito architettonico? Quali sono le sue ispirazioni?

Yoshitoshi ABe: Questo dipende davvero dal tipo di progetto in questione. In base all’opera faccio ricerche nei diversi settori. Per esempio, per una cioccolateria, è l’unico tema sul quale posso informarmi. Per esempio, se fossi in Germania e vedessi una cioccolateria conosciuta, se mi interessasse andrei a visitarla, e se questa collimasse con un progetto questa visita sarebbe proficua.
 
Haibane renmei 2

• Signor Ueda, si considera più un produttore o un creatore?

Yasuyuki Ueda: Spesso mi prendono per un creatore, ma personalmente io mi sento un produttore, e questo non m'impedisce d'impegnarmi. Su Lain ho lasciato il lavoro ad altri, ma io mi sono impegnato in un loro lavoro, e per mancanza di soldi ho partecipato un po’. E quando il lavoro che un creatore mi ha presentato non mi piace, discuto lo stesso con lui per vedere se si possono apportare alcune modifiche. Quindi posso dire che m'impegno nella creazione, ma non sono un creatore.


• Verso la fine degli anni ’90 e gli inizi del 2000, signor Abe, fu molto presente nel campo dell’animazione, poi è stato assente per cinque anni. Quali sono le ragioni di quest'assenza?

Yoshitoshi ABe: Dopo Texhnolyze, nel 2003 ho partecipato a delle riviste e ad alcuni libri sui miei disegni. Dal 2008 lavoro a un libro del quale ho per il momento scritto circa un quinto, ma che attualmente è in pausa in seguito agli arrivi del progetto Despera, e di un manga che sto disegnando (nota: si tratta di Ryushika Ryushika).


• A che punto è il progetto Despera cui ha appena accennato?

DesperaYoshitoshi ABe e Yasuyuki Ueda: L’autore della storia, il signor Konaka, continua a pubblicarla nel giornale Animage, poi la storia sarà redatta sotto forma di libro. E non è ancora sicuro che finisca su un anime. Sebbene la storia terminerà presto e il libro non tarderà a uscire, prima di poterne fare un anime abbiamo bisogno di supporti, in particolare perché la storia è complicata, e pensiamo dunque di focalizzarci sul disegno e sulla storia prima che questo diventi un progetto concreto.


• Sebbene sia diventato famoso, signor ABe, continua ad avvicinarsi sempre più al doujinshi. Per quale motivo? È per caso per lei un modo per conservare una libertà totale nel suo lavoro?

Yoshitoshi ABe: Questo mi lascia infatti una libertà maggiore, ma è ugualmente più interessante da un punto di vista sperimentale. Ciò mi permette di continuare i progetti come voglio. Per esempio, per Haibane renmei, l’opera alla base era un doujinshi, e io non sapevo se la storia sarebbe terminata o meno, e questo genere di libertà non sarebbe stata compatibile con una pubblicazione in una normale rivista in cui sarebbero serviti un inizio e una fine. Inoltre, da un punto di vista finanziario, ci sono più imposte da pagare se facessi un doujinshi (ride). Mentre sempre da un punto di vista finanziario, in un doujinshi io devo assumermi ogni tipo di responsabilità. A tal proposito, vi racconto un piccolo aneddoto: una volta, per il Comiket, avevo pagato 1 milione di yen per stampare i miei doujinshi, ma il tipografo si dimenticò d'inviarmeli, e mi sono ritrovato al Comiket senza i miei libri a scusarmi tutto il tempo. Fu ancora più fastidioso il fatto che al Comiket, le persone vendendo di più sono piazzati bene, e a causa di questo problema l’anno successivo mi sono ritrovato in una brutta posizione. Dunque c’è più libertà, ma ci sono anche più rischi.


• In che modo, signor Ueda, è diventato produttore?

Yasuyuki Ueda: In realtà, non ho fatto nulla! (ride). Mi sono solo presentato all’azienda che operava nel settore animazione, e sono stato subito nominato produttore. Mi dispiace essere diventato celebre! (ride). Ci sono altri produttori, appassionati di anime, che hanno fatto di tutto per ottenere questo posto, invece io ci sono arrivato un po’ per caso. Una volta sul campo, ho scoperto e imparato tutto il necessario.

• Una domanda sulla pirateria: su tale argomento spesso si ascolta il punto di vista dei fan e di finanzieri, ma raramente si ascolta il punto di vista dei creatori. Qual è il vostro punto di vista, signor ABe e signor Ueda, a riguardo, dato che è un fenomeno molto presente su Internet?

Yasuyuki Ueda: In qualità di fabbricante, ho il sentimento che è come se si andasse al supermercato e si facesse del taccheggio davanti a tutti. Personalmente, per quanto riguarda la pirateria su Internet, vista la passione che ci mettono, le tecniche che utilizzano e i rischi che corrono, ammetto e accetto questo metodo che trovo divertente. Invece, non accetto i siti di scanlation o di fansub, in cui basta cliccare per guardare o leggere il manga o l’anime. Accetto quelli che creano e mettono in rete, ma non gli altri, salvo, sia chiaro, se questi pagano un diritto legale di entrare. Infine, personalmente ammetto la pirateria, professionalmente non l’approvo.

Yoshitoshi ABe: Invece di lottare contro la pirateria, preferirei che fosse più semplice acquistare le opere. Per esempio, per quanto riguarda la musica, con iTunes acquisti in un click, mentre è più complicato prendere un CD, scaricarlo e codificarlo… Bisognerebbe che tutto fosse più accessibile restando legale.
Allo stesso modo, gli autori più anziani, che non conoscono bene Internet ma che vorrebbero, giustamente, diffondere le loro creazioni su web, hanno paura della pirateria ma, anche con delle tecnologie anti-pirateria, basterebbe scattare una foto dello schermo e il male è fatto. Quindi, bisognerebbe, per esempio, diffondere le opere su un sito web gratuitamente per un tempo limitato come due settimane, poi, successivamente, potrà essere acquistabile su internet o comprando il libro. Bisognerebbe che chi fa della pirateria si sentisse più idiota in quanto l’accesso legale sarebbe più semplice.

 
Lain

• Signor ABe, non sarebbe interessato alla creazione di “strisce disegnate” elettroniche che sarebbero giustamente in grado di attirare parti del formato multimediale?

Yoshitoshi ABe: Siamo su un progetto in cui ci sarebbe alla base una “striscia disegnata” per una eroina in 3D e, tramite alcuni animatori, una tappa che collega la striscia all’anime. Ma anche se il cartone animato non fosse per forza lui stesso interessante, vorrei creare qualcosa con questa tappa intermediaria.

Yasuyuki Ueda: I film 3D, di cui si parla così spesso in questo momento dal successo di Avatar, mirano a rendere più reale qualcosa di realista. Ciò che vorremmo fare noi è un tipo di 2,5D. Non credo che creare dei personaggi tipo manga in 3D sarebbe geniale, anzi sarebbe piuttosto grottesco e poco reale. Qui si ricerca piuttosto un 2,5D per un risultato più bello e più a effetto. I disegni sono in realtà una codifica, poiché non rappresentano la stessa cosa in 2D e in 3D. Infatti, noi vogliamo trasmettere l’immagine che noi abbiamo dell’opera, e non in modo realista. Non so se conoscete Ashita no Joe, ma in 3D la pettinatura di Joe non sarebbe terribile?! (ride).


• Una domanda su Haibane renmei, di cui il signor Abe è il creatore originale. Come ha fatto a pensare a questi universi misteriosi che si svelano alla fine della serie?

Yoshitoshi ABe: Sono semplicemente partito da due idee: una città circondata da un muro, e una comunità di bambini. Poi ho davvero lasciato la mia immaginazione libera d'immaginare il seguito caso per caso, tappa per tappa. Non c’era niente di programmato, era davvero un esperimento. Per questo motivo ho iniziato quest’opera in doujinshi, per tornare a questa questione con maggiore libertà nel campo del doujinshi: per evitare contraddizioni.

Yasuyuki Ueda: E quando ne aveva fatto 30 pagine, gli ho detto cDài, facciamo un anime!” (ride).

Yoshitoshi ABe: E gli ho risposto “Va bene, ma non ho ancora in mente la fine e non so nemmeno cosa farne un domani”, e mi ha risposto “Ok, va bene!”.

Yasuyuki Ueda: Certo, ho visto che il signor ABe aveva almeno 100 modi diversi di proseguire l’opera, ma vedendo le prime 30 pagine mi sono detto che valeva la pena farne un anime. Come lettore, ho visto almeno una possibile fine e mi sono detto che sarebbe diventato un anime.

Yoshitoshi ABe: E durante la messa in onda della serie alla televisione giapponese, al settimo episodio avevo un po’ un’idea della fine, ma sempre niente di concretamente programmato.
 
Haibane renmei

• Sempre su Haibane renmei: in questa storia di personaggi dalle aureole eterne, in cui i temi della redenzione e del perdono sono molto presenti, bisogna vedere qualche allegoria legata alla religione cristiana?

Yoshitoshi ABe: Per quanto mi riguarda, non credo in nessuna religione. È vero, la serie parla della religione cristiana, ma è immaginando la storia che viene in mente qualche legame con questa religione, io non ho voluto fare nessun tipo di relazione cosciente con la cristianità. Ho sentito questo genere di tema venir fuori più o meno inconsciamente, ed è per questo che ho senza dubbio, per esempio, disegnato degli angeli.


• Nel 2003, signor ABe, è già venuto in Francia, giusto in questo stesso posto, alla Grande Halle de la Villette. Ha notato un'evoluzione nel pubblico francese rispetto a sette anni fa?

Yoshitoshi ABe: Sto qui solo da due giorni (nota: l’intervista si è svolta la mattina di sabato 8 Maggio), quindi oggi potrò notare qualcosa. Ma sono già molto contento perché molti miei fan francesi mi dicono che amano ciò che faccio. Dato che la Francia ha un grande trascorso culturale e che le mie opere a volte si ispirano a questo trascorso, sono ancora più contento!


• Trova sempre le donne francesi belle? (nota: l’aveva già detto in passato).

Yoshitoshi ABe, raggiunto da Yasuyuki Ueda: Certo! (ride).

Abe - Robot - Kaira• Signor ABe, pensa di avere portato qualcosa di nuovo nel mondo dei manga, per esempio avendo lavorato sulla serie Robots diretta da Range Murata, e nel suo modo di lavorare?

Yoshitoshi ABe: Ho fatto degli studi di disegno classico all’università, e le persone che fanno dell’arte classica trovano i miei disegni troppo animati, mentre quelli che lavorano nell’animazione trovano i miei disegni troppo classici. Apparentemente io sono uno dei primi ad avere fatto questo genere a metà strada tra l’arte classica, soprattutto giapponese, e il mondo dell’animazione. Poi, quando sono diventato famoso, una parte degli studenti di arte classica si sono orientati verso il mondo dell’animazione. Nell’arte classica giapponese, forse una persona diventa davvero famosa ogni dieci anni, quindi posso dire di avere aperto una porta verso il mondo dell’animazione. Per quanto mi riguarda, mi sono orientato verso l’animazione perché nel mondo dell’arte, per esempio, si espone una tela ogni sei mesi, e questo ritmo non mi si addice, facendo un lavoro a settimana. Per questo il mondo dell’illustrazione mi piace, perché ho molte cose da esprimere.

Ringraziamenti vanno al signor Yoshitoshi ABe e al signor Yasuyuki Ueda, all’équipe di Lovin' Japan, e a Sebkun del sito Mangavore per il suo prezioso aiuto!