Nuovo appuntamento con la rubrica dedicata alle recensioni su anime e manga, realizzate degli utenti di AnimeClick.it.
Ricordiamo che questa rubrica non vuole essere un modo per giudicare in maniera perentoria i titoli in esame, ma un semplice contesto in cui proporre delle analisi che forniscano, indipendentemente dal loro voto finale, spunti interessanti per la nascita di discussioni, si auspica, costruttive per l'utenza.
Per questo appuntamento lanciamo delle brevi "pillole" spaziando un po qua e la. Nell'ordine: Higurashi no Naku Koro ni, Beck, il manwha Hero e la prima serie anime di Naruto.
Per saperne di più continuate a leggere.
Ricordiamo che questa rubrica non vuole essere un modo per giudicare in maniera perentoria i titoli in esame, ma un semplice contesto in cui proporre delle analisi che forniscano, indipendentemente dal loro voto finale, spunti interessanti per la nascita di discussioni, si auspica, costruttive per l'utenza.
Per questo appuntamento lanciamo delle brevi "pillole" spaziando un po qua e la. Nell'ordine: Higurashi no Naku Koro ni, Beck, il manwha Hero e la prima serie anime di Naruto.
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Higurashi no Naku Koro ni
8.0/10
E' un po' difficile valutare un'opera senza averne visto la conclusione. Mi riferisco alla difficile comprensione della trama senza aver integrato con la seconda serie. Tuttavia atteniamoci a ciò che la serie ha da offrire. Il genere è sostanzialmente horror, mistero, sebbene del primo se ne intraveda soltanto qualche piccola traccia... di sangue ovviamente. Lo splatter è lasciato altrove e tuttavia non la trovo una cattiva idea, essendo sufficientemente inquietante.
La gran domanda è la seguente: perché dovrebbe fare sussultare gli animi un anime con dei personaggi tanto simpatici e dal viso cosi pulito ed innocente? Semplice. Ti affezioni a un personaggio (un ragazzino di anni tra gli 8 e 14) e quello muore nel peggiore dei modi. La sensazione di angoscia che si porta dietro l'opera sta proprio nell'incapacità di accettare l'orrore e la tragedia che colpisce l'innocenza dei personaggi. E questi ultimi non moriranno una volta, bensì più e più volte in un macabro gioco del destino, che li ripesca dall'oltretomba solo per gioire del dramma di una morte violenta.
L'aspetto del mistero è facilmente liquidabile, in quanto la trama apparentemente priva di logica e connessione a mio parere serve a instaurare nello spettatore quel classico senso di sgomento, accompagnato dalle solite domande: beh, da quando è ancora vivo? Ma non era morto cosi? Ancora il Watanagashi? Ma non era una volta l'anno? ecc. Misteri solvibili in HnNKn kai.
"Higurashi" è un titolo leggibile solo dopo il vetisettesimo tentativo. La sigla iniziale stupenda scatena l'attenzione; ritengo i personaggi ben sviluppati in ogni loro lato, anche quello più perverso e crudele.
Se potessi attribuire un motto a questo anime sarebbe: nel sorriso di una bambina, l'orrida risata di una malata. Forse Higurashi è famoso giustappunto per le sue "risate inquietanti", sfogo di menti malate, giunte al limite della sopportazione e pronte a inscenare un qualche sbudellamento.
Sebbene qualche volta pecchi di lentezza, lo ritengo un anime tutto sommato piacevole con personaggi accoglienti e un paesaggio ricco di misteri e storie ancora troppo poco note. La prossima volta che andrete alla discarica, fareste bene a non dare confidenza a quella ragazza simpatica dai capelli castani. Potrebbe farvi a pezzi con un machete.
La gran domanda è la seguente: perché dovrebbe fare sussultare gli animi un anime con dei personaggi tanto simpatici e dal viso cosi pulito ed innocente? Semplice. Ti affezioni a un personaggio (un ragazzino di anni tra gli 8 e 14) e quello muore nel peggiore dei modi. La sensazione di angoscia che si porta dietro l'opera sta proprio nell'incapacità di accettare l'orrore e la tragedia che colpisce l'innocenza dei personaggi. E questi ultimi non moriranno una volta, bensì più e più volte in un macabro gioco del destino, che li ripesca dall'oltretomba solo per gioire del dramma di una morte violenta.
L'aspetto del mistero è facilmente liquidabile, in quanto la trama apparentemente priva di logica e connessione a mio parere serve a instaurare nello spettatore quel classico senso di sgomento, accompagnato dalle solite domande: beh, da quando è ancora vivo? Ma non era morto cosi? Ancora il Watanagashi? Ma non era una volta l'anno? ecc. Misteri solvibili in HnNKn kai.
"Higurashi" è un titolo leggibile solo dopo il vetisettesimo tentativo. La sigla iniziale stupenda scatena l'attenzione; ritengo i personaggi ben sviluppati in ogni loro lato, anche quello più perverso e crudele.
Se potessi attribuire un motto a questo anime sarebbe: nel sorriso di una bambina, l'orrida risata di una malata. Forse Higurashi è famoso giustappunto per le sue "risate inquietanti", sfogo di menti malate, giunte al limite della sopportazione e pronte a inscenare un qualche sbudellamento.
Sebbene qualche volta pecchi di lentezza, lo ritengo un anime tutto sommato piacevole con personaggi accoglienti e un paesaggio ricco di misteri e storie ancora troppo poco note. La prossima volta che andrete alla discarica, fareste bene a non dare confidenza a quella ragazza simpatica dai capelli castani. Potrebbe farvi a pezzi con un machete.
Beck - Mongolian Chop Squad
8.0/10
Recensione di AlessandroXV
-
Premessa: la recensione seguente non contiene spoiler.
'Beck' è un anime musicale in cui si narrano le vicende di una band, appunto i Beck (Mongolian Chop Squad), nella quale si trovano cinque ragazzi appassionati di musica. Uno di questi, Tanaka, inizialmente è privo di cultura musicale e sfegatato ascoltatore di "idols", ma successivamente, avendo conosciuto i membri del complesso, avvierà un profondo e appassionato studio della chitarra e della musica rock di matrice inglese e americana.
La storia è ben sviluppata, ha una sua coerenza e organicità. Ciò che è messo più in rilievo è la musica, (da notare che questo non è un fatto da tutti gli anime considerati "musicali"), e dietro a essa vi sono tutti i fatti marginali, che consistono in sentimentalismi e in note riferenti alle personalità dei protagonisti. Così, osservando, si viene assorbiti dalla passione per la musica riprodotta realisticamente nella serie animata, e questo è fantastico. Il risultato di tutto ciò può essere la voglia di cominciare a suonare uno strumento, oppure di dedicarsi ancor più intensamente nello studio musicale già avviato.
Man mano che si prosegue nella visione il coinvolgimento cresce, raggiungendo poi un apice finale che rappresenta una vera e propria apoteosi per tutte le band e musicisti più solitari - si suppone, per i veri appassionati.
I disegni sono buoni, anche se talvolta un po' strani: vi sono scene in cui compaiono smorfie strane sui personaggi. Tuttavia queste pecche sono poche.
Le musiche invece sono ottime, per niente scontate: è bene dimenticarsi della musica commerciale che si sente oggigiorno su molte delle stazioni emittenti, poiché in 'Beck' si cerca di dare origine a una vera e originale musica, basata sull'alchimia di chi la compone, di chi la suona e di chi la ascolta.
Nient'altro da aggiungere per una recensione, se non un gran consiglio di visione.
'Beck' è un anime musicale in cui si narrano le vicende di una band, appunto i Beck (Mongolian Chop Squad), nella quale si trovano cinque ragazzi appassionati di musica. Uno di questi, Tanaka, inizialmente è privo di cultura musicale e sfegatato ascoltatore di "idols", ma successivamente, avendo conosciuto i membri del complesso, avvierà un profondo e appassionato studio della chitarra e della musica rock di matrice inglese e americana.
La storia è ben sviluppata, ha una sua coerenza e organicità. Ciò che è messo più in rilievo è la musica, (da notare che questo non è un fatto da tutti gli anime considerati "musicali"), e dietro a essa vi sono tutti i fatti marginali, che consistono in sentimentalismi e in note riferenti alle personalità dei protagonisti. Così, osservando, si viene assorbiti dalla passione per la musica riprodotta realisticamente nella serie animata, e questo è fantastico. Il risultato di tutto ciò può essere la voglia di cominciare a suonare uno strumento, oppure di dedicarsi ancor più intensamente nello studio musicale già avviato.
Man mano che si prosegue nella visione il coinvolgimento cresce, raggiungendo poi un apice finale che rappresenta una vera e propria apoteosi per tutte le band e musicisti più solitari - si suppone, per i veri appassionati.
I disegni sono buoni, anche se talvolta un po' strani: vi sono scene in cui compaiono smorfie strane sui personaggi. Tuttavia queste pecche sono poche.
Le musiche invece sono ottime, per niente scontate: è bene dimenticarsi della musica commerciale che si sente oggigiorno su molte delle stazioni emittenti, poiché in 'Beck' si cerca di dare origine a una vera e originale musica, basata sull'alchimia di chi la compone, di chi la suona e di chi la ascolta.
Nient'altro da aggiungere per una recensione, se non un gran consiglio di visione.
Hero
7.0/10
Ho comprato "Hero" perché conoscevo l'autore, Kim Hwan, che mi aveva già fatto innamorare con Sin. Come mi aspettavo, i disegni di questo manhwa sono fenomenali, pieni di dettagli, e contribuiscono a tratteggiare il carattere dei personaggi in maniera più precisa, rendendo al manhwa quello che la trama gli fa mancare.
Infatti, la trama è appena abbozzata e frettolosa, si vede chiaramente che l'autore aveva intenzione di proseguire per almeno altri 6 volumi. La storia del "vendicatore solitario" Sung Jin contro la banda Knights si intreccia con droga, passato tormentato, ambizioni distruttive, polizia e kung fu, il tutto ad una velocità tale da non permettere che il lettore possa mettere ordine in mezzo ad un'incredibile confusione. Oltre a questo, mi ha lasciato a dir poco basita il trattamento che l'autore riserva ai personaggi: dei due apparenti protagonisti iniziali, uno non fa quasi niente e l'altro "scompare" alla fine del terzo volume, mentre al contrario alcuni personaggi secondari hanno fin troppo spazio.
Nonostante tutto ciò, bisogna comunque dire che questa è una lettura divertente ed appassionante e, perfino in quattro volumi, riesce a collezionare una serie di notevoli (seppur non eccezionali) colpi di scena, soprattutto per quel che riguarda il comportamento dei personaggi. In questo senso, con qualche volume in più Kim Hwan avrebbe forse potuto fare una mediazione intelligente tra i generi "psicologico" e "botte da orbi".
Un 7 mi sembra un voto equilibrato, mediando tra i disegni secondo me eccezionali, trama confusa e idee degne di rispetto.
Infatti, la trama è appena abbozzata e frettolosa, si vede chiaramente che l'autore aveva intenzione di proseguire per almeno altri 6 volumi. La storia del "vendicatore solitario" Sung Jin contro la banda Knights si intreccia con droga, passato tormentato, ambizioni distruttive, polizia e kung fu, il tutto ad una velocità tale da non permettere che il lettore possa mettere ordine in mezzo ad un'incredibile confusione. Oltre a questo, mi ha lasciato a dir poco basita il trattamento che l'autore riserva ai personaggi: dei due apparenti protagonisti iniziali, uno non fa quasi niente e l'altro "scompare" alla fine del terzo volume, mentre al contrario alcuni personaggi secondari hanno fin troppo spazio.
Nonostante tutto ciò, bisogna comunque dire che questa è una lettura divertente ed appassionante e, perfino in quattro volumi, riesce a collezionare una serie di notevoli (seppur non eccezionali) colpi di scena, soprattutto per quel che riguarda il comportamento dei personaggi. In questo senso, con qualche volume in più Kim Hwan avrebbe forse potuto fare una mediazione intelligente tra i generi "psicologico" e "botte da orbi".
Un 7 mi sembra un voto equilibrato, mediando tra i disegni secondo me eccezionali, trama confusa e idee degne di rispetto.
Naruto
6.0/10
Wish
-
Naruto è l’ennesimo shounen che parte con un'impostazione, per quanto poco originale, abbastanza convincente, per perdere poi il prima possibile le qualità iniziali. Inutile lamentarsi, nessuno si aspettava nulla di eccezionale da questa serie ma, come il compagno One Piece, a un certo punto la serie degenera gravemente.
La formula per rovinare un anime è sempre quella: mostrare inizialmente di avere delle idee chiare su come annodare la struttura narrativa, inserire infiniti episodi riempitivi e (ovviamente) irrilevanti, aggiungere personaggi inutili e poco originali, essere sempre meno coerenti con il proseguire delle puntate, allungare inesorabilmente tutto, anche quando può essere sintetizzato, ecc.. Il tutto abbassando, possibilmente, la qualità tecnica dei disegni e delle animazioni, fino a quando l’autore non perderà il lume della ragione - e della creatività -, dimenticandosi il probabile quadro iniziale che aveva quand'era agli esordi della sua creazione e prima che la massa tendesse a sopravvalutarla. Tutto quello che ho elencato sopra è la diretta conseguenza di ciò.
La mia, in realtà, è solo una provocazione rivolta a tutti quegli anime lunghissimi che tendono a dimenticare i primi passi che li hanno portati al successo. E' per questo che ho estremizzato tutte le mie affermazioni. Per quanto il calo qualitativo della serie sia, a mio parere, vistoso, non posso non dire di essere stato intrattenuto per numerosi episodi e di essermi entusiasmato nella visione di alcuni di essi. Purtroppo quando ho iniziato a notare le prime avvisaglie degenerative classiche degli shounen mi sono allontanato per non riavvicinarmi mai più.
Partendo dal presupposto che il massimo voto che si può affibbiare agli anime appartenenti a questo genere sia 8, per motivi riconducibili alle caratteristiche stesse del genere, Naruto, almeno per quello che sono riuscito a vedere, si merita una sufficienza abbondante.
La formula per rovinare un anime è sempre quella: mostrare inizialmente di avere delle idee chiare su come annodare la struttura narrativa, inserire infiniti episodi riempitivi e (ovviamente) irrilevanti, aggiungere personaggi inutili e poco originali, essere sempre meno coerenti con il proseguire delle puntate, allungare inesorabilmente tutto, anche quando può essere sintetizzato, ecc.. Il tutto abbassando, possibilmente, la qualità tecnica dei disegni e delle animazioni, fino a quando l’autore non perderà il lume della ragione - e della creatività -, dimenticandosi il probabile quadro iniziale che aveva quand'era agli esordi della sua creazione e prima che la massa tendesse a sopravvalutarla. Tutto quello che ho elencato sopra è la diretta conseguenza di ciò.
La mia, in realtà, è solo una provocazione rivolta a tutti quegli anime lunghissimi che tendono a dimenticare i primi passi che li hanno portati al successo. E' per questo che ho estremizzato tutte le mie affermazioni. Per quanto il calo qualitativo della serie sia, a mio parere, vistoso, non posso non dire di essere stato intrattenuto per numerosi episodi e di essermi entusiasmato nella visione di alcuni di essi. Purtroppo quando ho iniziato a notare le prime avvisaglie degenerative classiche degli shounen mi sono allontanato per non riavvicinarmi mai più.
Partendo dal presupposto che il massimo voto che si può affibbiare agli anime appartenenti a questo genere sia 8, per motivi riconducibili alle caratteristiche stesse del genere, Naruto, almeno per quello che sono riuscito a vedere, si merita una sufficienza abbondante.
Diciamo che è una prima serie a finale aperto... molto più aperto di un passaggio Dragonball-DragonballZ... anche se c'è da dire che il punto più aperto su One Piece è proprio il passaggio vecchio mondo - nuovo mondo, mentre negli altri casi fino almeno a Enies Lobby si può parlare di serie autoconclusive
Il non uccidere non è un difetto, secondo me è un metodo per poter riutilizzare i personaggi (e farli morire in caso nella parte finale della serie) anche se è una cosa che può essere sfruttata bene o male...
In OP l'autore ha dimostrato di saper reinserire e risfruttare bene (per il momento) i vecchi personaggi di ritorno a Marineford, in altri casi (molti!) il non uccidere ha portato solo a tenere inutilmente di contorno alcuni personaggi che son necessariamente affondati in un'inutile vecchiaia perdendo tutto agli occhi di tutti i lettori (se fossi in Yamcha/Yamco personalmente avrei preferito una morte da eroe!)
La morte misura anche la "tristezza" (o "serietà", non mi viene un termine più adatto) della storia e mostra quanto un autore voglia tenersi scanzonato: Saint Seiya è uno shonen successivo a Dragonball e lì muoiono in moltissimi, ma proprio per consentire un tono meno allegro alla storia...
posso ben dire che l'avrei trovata deludente
C'e' un condizionale qui, non a caso. Il contesto era "se non ci fosse stata una seconda serie". Del resto lo stesso Kotaro l'ha spiegato nel messaggio 52:
So bene che la storia totale non è ancora conclusa, quindi non dò ancora un giudizio sull'opera tutta, ma visto che la recensione in rubrica parla solo della prima serie, e la prima serie non si conclude, posso ben dire che l'avrei trovata deludente, se l'avessi vista e se non ci fosse stata una continuazione
I rest my case
Generalmente però sono concorde con l'otto datogli da Shoji. Anche se la trama a volte risulta (volutamente? ) confusionaria ma fa gioco alla suspance. Certe cose rimangono in sospeso o non ci si capacita di alcuni eventi, ma nel complesso la storia regge e intrattiene. Il caracter design non è raffinatissimo ma è funzionale. Molto ben rese le varie espressioni dei personaggi nei momenti in cui ce ne è bisogno, forse il cara un po infantile è giustamente in contrappossizione con le atmosfere horror -dramma dell'anime, rendendo ancor più netta la distinzione fra gli attimi di gaudio e quelli più angosciosi.
Per Naruto.
D'accordo col voto. Anche se Naruto pare un pretesto per criticare ,più che altro, un certo modo di fare le serie di animazioe (che condivido come polemica). Effettivamente la serie soffre di vari problemi.
Episodi dalla qualità altalenante e con puntate senza ne capo ne coda. Generalmente la serie è più forte dove è sostenuta dalla versione cartacea e molto fragile quando si tenta di allungare il brodo (di una serie che molto spesso manca di fiato anche nel fumetto). Le animazioni degne di nota cessano di esistere da metà serie in poi per far posto a fissi interminabilie reuse a manetta. Il doppiaggio italiano ci mette del suo ,anche se io nn lo trovai cosi terribile.
Ma il 6 è abbastanza giusto. non di più!
Beck non l'ho mai apprezzato molto... sarà che non è il mio genere, ma certe scene le ho trovate talmente illogiche da risultare quasi surreali (spolier warning - spoiler warning):
al protagonista fracassano la chitarra in mille pezzi e lui resta lì a guardare come un pesce lesso; dopo un po' gli storcono appena il plettro e lui si trasforma in una belva... sarà la cosiddetta "goccia che fa traboccare il vaso", ma così mi sembra un po' troppo!
PS
[...] un futuro shonen X dove alla fine muoiono tutti lasciandoti come messaggio "Ok, lotta, fatti il mazzo, ma tanto è inutile perchè poi muori" [...]
Be', figo.
Come ho già detto, so bene da dove discende "Higurashi" e infatti il suo vero spirito non mi piace, similmente a come provo insofferenza verso "Umineko" con il suo abuso di soluzioni occulte.
Con ciò non voglio sostenere la superiorità della prima serie rispetto alla seconda, se non per me solo e pare che il mio parere sia davvero controverso, l'intero discorso era iniziato per sostenere come fosse possibile apprezzare la prima serie senza aspettarsi nessuna rilevazione successiva, in quanto io sono l'esempio vivente di un estimatore esclusivamente di quest'ultima.
Be', figo.
Hahaha, Limbes allora bokurano fa per te XD
Io sono del parere che la prima serie sia apprezzabile anche se vista a se stante perchè può essere considerata come episodica, quindi non ci vedo nulla di strano nella posizione di locke^^ Anzi penso sia condivisibile, ma spesso la prima serie non piace proprio perchè incoerente...questone di prospettiva.
Ti sei battuto e hai sofferto anni e anni per sostenere il tuo ideale.
Hai perso amici, compagni e fratelli nell'attesa della risposta.
Anche nel momento di maggior sconforto hai mantenuto salda la tua fede.
Hai scoperto di aver sbagliato.
Beh, io decisi di comprare Kamikaze dopo aver letto quest'introduzione, quindi sì, se ben fatto un manga come quello proposto da Kotaro lo leggerei con estremo interesse
In altre discussioni io ho portato avanti la tesi opposta (ho sostenuto che non aveva senso un commento separato delle due stagioni di code geass ad esempio e sono stato duramente criticato per questo) quindi perchè ora ho cambiato parere?
Semplicemente perchè non è questione di partito preso. Dipende dalla serie che si analizza. Naruto, a mio parere, si presta ad un analisi separata delle due parti dell' opera e non solo o non tanto per il varco tamporale che le divide. Un varco del genere si presenta anche in One piece e non mi sognerei mai di dividere quella serie in due. Ovviamente il discrimine non è nemmeno il fatto che in Naruto si sia deciso di dare nomi diversi alle due serie. Dipende dalle tematiche trattate. Si, Naruto può essere considerata in parte una serie corale ma non dimentichiamo che l' autore ha scelto di intitolarlo "Naruto" e non "il villaggio della Foglia". Un protagonista perciò è evidente che c' è ed è ovvio su quale personaggio si concentri la vicenda. Quindi, partendo dal presupposto che il protagonista sia Naruto, se l' opera fosse un romanzo potrei classificarlo come un romanzo di formazione. Fondamentalmente parla di un ragazzino odiato da "quasi" tutti, incapace e privo di qualità apparenti a parte una determinazione ferrea che lotta per il proprio posto nella società. Quindi, si è vero che la prima serie lascia in sospeso la storia con Sasuke ma questo non influisce sul completamento di una parte del percorso formativo del personaggio che si conclude con la prima serie. Perchè il Naruto dello shippuden è diverso dal Naruto della serie originale. Il suo obiettivo non è più semplicemente quello di essere accettato, ora può aspirare a diventare un leader e una guida per i suoi coetanei, è accettato da "quasi" tutti e non è più incapace ma dotato di abilità uguali o superiori a quelle dei suoi compagni. Il protagonista ha in realtà sempre dichiarato di voler diventare un leader ma nella prima serie la sua pretesa era quasi un siparietto comico, una reazione all' isolamento perchè in realtà quello a cui mirava era l' appartenenza al gruppo (tutti i lettori sanno fin dall' inizio che probabilmente diventerà Hokage perchè è uno shonen manga ma questo non c' entra con il personaggio, questo come direbbe Hanatazaro è "metagame" XD). Solo nello shippuden vedremo la sua trasformazione da membro del villaggio a colonna portante. Quindi, a mio parere, vedendo Naruto per quello che in realtà è, ossia un viaggio attraverso le varie tappe che portano un ragazzino disadattato e ribelle a diventare un vero Hokage (non solo in termini di potere ma anche di "saggezza"), la scelta dell' autore di divedere le due serie è pefettamente logica e l' opera si presta a una valutazione separata delle due parti.
Per quanto riguarda la storia del riconoscimento da parte degli altri che secondo alcuni sarebbe poco marcato nella prima serie basta dire che questo riconoscimento è evidente. Poi che l' autore si dilunghi o meno a farcelo notare più volte non ha grande importanza, è una sua scelta. Lo vediamo anche (e qui mi si perdoni la citazione delle prime pagine dello shippuden) dal ritorno di Naruto al villaggio dopo l' allenamento. Non deve faticare per essere tollerato come accadeva all' inizio, oramai fa parte della comunità e ha i suoi amici. Un esempio calzante per quelli che hanno giocato ai videogiochi può essere la serie Elder Scrolls. Tutti coloro che hanno giocato conoscono il grande prestigio che arriva dall' essere finalmente diventati, che so, capo della gilda dei guerrieri o gran maestro della gilda dei maghi... Un gruppo di accoliti, di solito vicino all' entrata della sede principale della gilda sono programmati per profondersi in salamelecchi mentre chiunque altro nel mondo e nella gilda stessa continua a trattarti come uno strofinaccio per pavimenti. Forse perchè i programmatori non ti ricordano ogni tre per due che sei il capo della gilda tu perdi questo titolo? Direi di no
Degli anime conosco Beck che sto guardando proprio in questo periodo (peccato di avere l'edizione Dynit fallata con due dvd N 3; quindi per sapere come andrà a finire mi ci vorrà un pò di tempo!?! ma fortunamente ho letto il manga!!)
Su Naruto non posso esprime un giudizio obbiettivo, perchè ho lasciato da parte l'anime per seguire solo il manga.
Mentre Higurashi no naku koro ni proprio non lo conosco.
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