Nuovo appuntamento con la rubrica dedicata alle recensioni su anime e manga, realizzate degli utenti di AnimeClick.it.
Oggi ci dedichiamo a titoli del 2012, con Fate/Zero (2012), Shin Sekai Yori e Magi - The Labyrinth of Magic.
Ricordiamo che questa rubrica non vuole essere un modo per giudicare in maniera perentoria i titoli in esame, ma un semplice contesto in cui proporre delle analisi che forniscano, indipendentemente dal loro voto finale, spunti interessanti per la nascita di discussioni, si auspica, costruttive per l'utenza.
Per saperne di più continuate a leggere.
Oggi ci dedichiamo a titoli del 2012, con Fate/Zero (2012), Shin Sekai Yori e Magi - The Labyrinth of Magic.
Ricordiamo che questa rubrica non vuole essere un modo per giudicare in maniera perentoria i titoli in esame, ma un semplice contesto in cui proporre delle analisi che forniscano, indipendentemente dal loro voto finale, spunti interessanti per la nascita di discussioni, si auspica, costruttive per l'utenza.
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Fate/Zero
7.0/10
Sarà che non avendo giocato le visual novel non posso comprendere appieno il contesto e le scelte di alcuni personaggi, sarà che il fansub con cui ho guardato le puntate aveva delle basi inglesi fatte con i piedi, sarà che semplicemente sono rintronato e non l'ho capito, ma a me questo "Fate/Zero" non è piaciuto poi tanto.
Le premesse sono le stesse di "Fate/Stay Night", il fulcro delle vicende è sempre la guerra per il Graal, ma si capisce fin da subito che il nuovo studio ha deciso di prendere una strada diversa per la messa in scena, ritagliando a tutti i personaggi il proprio spazio nella vicenda e soffermandosi sui loro discorsi e sulla loro caratterizzazione. Quindi la crescita dei personaggi e lo sviluppo delle loro relazioni diventano centrali e non mancheranno momenti d'introspezione. "Bene", mi sono detto. Ma l'entusiasmo iniziale, purtroppo, è andato via via scemando mentre mi rendevo conto che molti dei personaggi risultavano essere caratterialmente inconsistenti e immobili nel loro percorso di crescita. Non che siano tutti privi di sviluppo, ci mancherebbe; alcuni di loro sono portati avanti abbastanza bene, altri non si schiodano minimamente dalla loro personalità, mentre altri ancora vengono fatti "crescere" con un metodo un po' furbetto che definirei "botta di vita": encefalogramma piatto fino al massaggio cardiaco e poi bam!, l'onda sul monitor sale al picco e improvvisamente ci si trova davanti un altro personaggio. Puro effetto scenico. Allo stesso modo, e probabilmente con lo stesso fine, alcuni personaggi sono stati eccessivamente calcati, risultando in un retrogusto di fanservice che in un anime con pretese di profondità come questo mi sembra in parte una mancanza di rispetto verso l'intelligenza dello spettatore.
I membri del cast che mi hanno convinto di meno sono sicuramente gli antagonisti, in particolar modo la coppia principale. Da un lato del ring abbiamo due psicolabili che fanno mattanza di bambini perché credono sia veramente "cool" (?!); dall'altro un prete inespressivo, che esce a scatto dall'apatia quando capisce che non capisce il perché delle sue azioni (!), per poi dedicarsi alle cattiverie più gratuite. Poi ci sono nonno Matou e la piccola Sakura. Il primo incarna la macchietta capace di sola malvagità, monodimensionale al massimo, mentre la seconda per gran parte dell'anime viene lasciata in disparte per poi rifare la sua comparsa nel finale. Non posso parlarne liberamente senza cadere in spoiler pesanti, quindi dirò soltanto che la conclusione della sua vicenda mi ha lasciato veramente l'amaro in bocca: senza capo né coda. Stesso discorso per Kariya: trovo che alcune sue azioni siano totalmente incoerenti con la caratterizzazione del personaggio e il suo sviluppo nel corso dell'anime. Assassin e Tohsaka, poi, mi hanno colpito così poco che quasi dimenticavo di citarli. Personalmente trovo i personaggi elencati fino ad adesso alquanto piatti e inverosimili, ma mi rendo conto che a molte persone sono piaciuti, quindi mi limito a dire "non è la mia tazza di tè, ma potrebbe essere la vostra". Nonostante tutto, qualche personaggio che è piaciuto anche a me c'è stato, come per esempio la coppia Rider/Waver e quasi tutto il cast femminile dell'anime.
Comunque, superate le delusioni, alcuni momenti di quasi-drop e le maledizioni virtuali ai personaggi, sono arrivato alla fine dell'anime, momento in cui la storia si ricollega all'inizio del sequel senza troppe forzature, non dando però un senso di completezza alla serie di per sé. Le musiche mi sono sembrate nella media e non mi sono rimaste impresse, il ritmo della trama è buono, ma ogni tanto indugia su discorsi infiniti di dubbia utilità (anche se alcuni mi sono piaciuti, soprattutto nella prima parte: per esempio quello del ritrovo dei re e il confronto della loro idea di sovrano). Non c'è nessun colpo di scena da far cadere la mascella e combattimenti un po' deludenti, anche se risulta essere il male minore, essendo palesato da subito che non sono il fuoco della serie. Il mio voto ai contenuti è 6, che si alza leggermente grazie al buon lavoro fatto per unire i puntini della mitologia Fate e alla realizzazione tecnica, ottima in certi casi e buona in altri. Non riesco a dare un voto più alto, le aspettative erano tante e, complice la mia ignoranza in materia di "nasuverse", mi sono ritrovato a non gradire la serie quanto avrei sperato.
Insomma, per gustarsi veramente quest'anime, o si scende a piccoli compromessi oppure bisogna avere ben presenti i vari rimandi alle serie e al resto della mitologia. Mi sento di consigliarlo a chi ha l'occhio rivolto alla resa visiva e ai fan dell'universo Type/Moon, soprattutto i più informati, che probabilmente lo apprezzeranno molto, sicuramente più di quanto ho potuto fare io. Per me, a conti fatti, tre quarti di delusione.
Le premesse sono le stesse di "Fate/Stay Night", il fulcro delle vicende è sempre la guerra per il Graal, ma si capisce fin da subito che il nuovo studio ha deciso di prendere una strada diversa per la messa in scena, ritagliando a tutti i personaggi il proprio spazio nella vicenda e soffermandosi sui loro discorsi e sulla loro caratterizzazione. Quindi la crescita dei personaggi e lo sviluppo delle loro relazioni diventano centrali e non mancheranno momenti d'introspezione. "Bene", mi sono detto. Ma l'entusiasmo iniziale, purtroppo, è andato via via scemando mentre mi rendevo conto che molti dei personaggi risultavano essere caratterialmente inconsistenti e immobili nel loro percorso di crescita. Non che siano tutti privi di sviluppo, ci mancherebbe; alcuni di loro sono portati avanti abbastanza bene, altri non si schiodano minimamente dalla loro personalità, mentre altri ancora vengono fatti "crescere" con un metodo un po' furbetto che definirei "botta di vita": encefalogramma piatto fino al massaggio cardiaco e poi bam!, l'onda sul monitor sale al picco e improvvisamente ci si trova davanti un altro personaggio. Puro effetto scenico. Allo stesso modo, e probabilmente con lo stesso fine, alcuni personaggi sono stati eccessivamente calcati, risultando in un retrogusto di fanservice che in un anime con pretese di profondità come questo mi sembra in parte una mancanza di rispetto verso l'intelligenza dello spettatore.
I membri del cast che mi hanno convinto di meno sono sicuramente gli antagonisti, in particolar modo la coppia principale. Da un lato del ring abbiamo due psicolabili che fanno mattanza di bambini perché credono sia veramente "cool" (?!); dall'altro un prete inespressivo, che esce a scatto dall'apatia quando capisce che non capisce il perché delle sue azioni (!), per poi dedicarsi alle cattiverie più gratuite. Poi ci sono nonno Matou e la piccola Sakura. Il primo incarna la macchietta capace di sola malvagità, monodimensionale al massimo, mentre la seconda per gran parte dell'anime viene lasciata in disparte per poi rifare la sua comparsa nel finale. Non posso parlarne liberamente senza cadere in spoiler pesanti, quindi dirò soltanto che la conclusione della sua vicenda mi ha lasciato veramente l'amaro in bocca: senza capo né coda. Stesso discorso per Kariya: trovo che alcune sue azioni siano totalmente incoerenti con la caratterizzazione del personaggio e il suo sviluppo nel corso dell'anime. Assassin e Tohsaka, poi, mi hanno colpito così poco che quasi dimenticavo di citarli. Personalmente trovo i personaggi elencati fino ad adesso alquanto piatti e inverosimili, ma mi rendo conto che a molte persone sono piaciuti, quindi mi limito a dire "non è la mia tazza di tè, ma potrebbe essere la vostra". Nonostante tutto, qualche personaggio che è piaciuto anche a me c'è stato, come per esempio la coppia Rider/Waver e quasi tutto il cast femminile dell'anime.
Comunque, superate le delusioni, alcuni momenti di quasi-drop e le maledizioni virtuali ai personaggi, sono arrivato alla fine dell'anime, momento in cui la storia si ricollega all'inizio del sequel senza troppe forzature, non dando però un senso di completezza alla serie di per sé. Le musiche mi sono sembrate nella media e non mi sono rimaste impresse, il ritmo della trama è buono, ma ogni tanto indugia su discorsi infiniti di dubbia utilità (anche se alcuni mi sono piaciuti, soprattutto nella prima parte: per esempio quello del ritrovo dei re e il confronto della loro idea di sovrano). Non c'è nessun colpo di scena da far cadere la mascella e combattimenti un po' deludenti, anche se risulta essere il male minore, essendo palesato da subito che non sono il fuoco della serie. Il mio voto ai contenuti è 6, che si alza leggermente grazie al buon lavoro fatto per unire i puntini della mitologia Fate e alla realizzazione tecnica, ottima in certi casi e buona in altri. Non riesco a dare un voto più alto, le aspettative erano tante e, complice la mia ignoranza in materia di "nasuverse", mi sono ritrovato a non gradire la serie quanto avrei sperato.
Insomma, per gustarsi veramente quest'anime, o si scende a piccoli compromessi oppure bisogna avere ben presenti i vari rimandi alle serie e al resto della mitologia. Mi sento di consigliarlo a chi ha l'occhio rivolto alla resa visiva e ai fan dell'universo Type/Moon, soprattutto i più informati, che probabilmente lo apprezzeranno molto, sicuramente più di quanto ho potuto fare io. Per me, a conti fatti, tre quarti di delusione.
Recensione di rossocenere
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"Era circa 500 anni fa. Un ragazzo vagava per le montagne, in cerca di erbe…"
"Shin Sekai Yori": Dal nuovo mondo.
Una famosa sinfonia del compositore Antonín Dvořák: "From the New World".
Un mondo che ti fa girare la testa, una realtà muta e silenziosa dietro la quale si cela la distopia che l'uomo ha costruito dalla degenerazione dei propri desideri.
Siamo nell'anno 3000, in una dimensione storica (basata sulla realtà) in cui l'uomo ha sviluppato la capacità di utilizzare fondamentalmente il potere della propria mente, il "Juryoku", o, in altre parole, la telecinesi. Le tecnologie sono scarse e la società, demograficamente ridotta in maniera radicale, è raccolta in piccoli paesi a ridosso di zone naturali. Un gruppo di cinque ragazzi - bambini - verrà coinvolto in vicende inquietanti e misteriose fino a mettere in dubbio il mondo stesso in cui vivono, soffocante e completamente controllato, avvicinandosi ai meccanismi che ci sono dietro alla (im)perfezione di facciata che permea le loro vite quotidiane. Dopo aver appreso fin troppo, questi ragazzi sono costretti alla fuga e a un viaggio che li porterà ai principi della storia - per loro segreta e sconosciuta - del genere umano, del loro potere e dell'evoluzione del mondo.
La A-1 Pictures ("Sword Art Online", "Blue Exorcist") ci propone questa volta un titolo decisamente innovativo - anzi, "nuovo", per essere fedeli - sotto molti punti di vista.
Già in seguito alla visione del primo episodio spiccano per la peculiare cura apparato tecnico, musicale ma soprattutto registico: il settore grafico si concentra sulla lavorazione dei fondali, carichi di suggestione e di innovazione, tanto da rendere davvero l'idea di una realtà storica prossima a noi di mille anni; gli stessi costumi, la situazione geografica, i paesaggi descrivono un mondo nuovo. La regia, combinata alle musiche che spaziano dall'orchestrale alla tensione drammatica, presenta sempre una prontezza e una sofisticatezza tali da coinvolgere lo spettatore col palato più pretenzioso: citazioni, immagini allegoriche, riferimenti a conoscenze ricercate sono elementi disseminati negli episodi, i quali, tuttavia, si dimostrano di alto livello anche per dialoghi, inquadrature e tagli particolari, ma soprattutto per il coinvolgimento e le sensazioni lasciate alla fine di ogni episodio. Insomma, un conglomerato di potenzialità.
Certamente, sono individuabili anche situazioni di dubbia linearità, altre in cui la logica è stata esagerata o altre ancora in cui il reparto grafico ha accusato debolezze notevoli. Fortunatamente, "Shin Sekai Yori" ha sopperito con lo svolgimento stesso della trama, attraverso la quale vengono date tutte le risposte, lasciando ogni spiegazione esauriente.
L'evoluzione non è tuttavia solo della trama, bensì anche dei personaggi stessi, che si muovono in tre piani temporali e lungo i quali cresceranno, rapportandosi e venendo a conoscenza col mondo stesso, cercando di debellare le paure e di farsi strada nelle incertezze, temprando il loro carattere; la narrazione viene portata avanti da uno dei protagonisti, Saki, che, posizionandosi in una cornice esterna, interviene con l'espediente della voce fuori campo.
Le caratteristiche che fanno assumere a "Shin Sekai Yori" un'identità tutta sua sono due e sono direttamente collegate. La prima è il coraggio che la serie ha d'intraprendere dei temi nuovi, di fare scelte registiche che si discostano da ogni stereotipo, di andare incontro a un pubblico abituato a produzioni di diversa natura - esempio evidente può essere la grafica sperimentale di cui il titolo si veste quando la narrazione entra in flashback; la seconda nasce di riflesso alla prima: una tensione totalmente inaspettata, che sorprende, che spaventa, che assale lo spettatore nella rivelazione della falsa utopia illustrata dall'anime stesso.
"Shin Sekai Yori" non è altro che un intreccio che ha del mirabile, un crescendo di tappe che si realizzano nell'epilogo, condito da un'impronta psicologica, da temi audaci e da immagini evocative.
Per concludere, questo titolo rimarrà impresso nella mia memoria al di là delle sue imperfezioni, poiché è riuscito a lasciarmi un senso di completezza, una curiosità che mi spinge a volerlo rivedere per svisceralo, per conoscere ogni dinamica col senno di poi, per comprendere meglio ogni accostamento fatto alla scienza, alla lingua, alla cultura dei nostri tempi e di quelli dei protagonisti.
Uno svolgimento che oscilla tra l'8 ed il 9, e un finale da 10 e lode.
E ora mi chiedo se l'autore non abbia immaginato tutto questo viaggio ascoltando proprio la sinfonia No. 9 "From the New World" di Dvořák. Eppure, il viaggio è finito.
"Il potere dell'immaginazione è in grado di cambiare tutto."
"Shin Sekai Yori": Dal nuovo mondo.
Una famosa sinfonia del compositore Antonín Dvořák: "From the New World".
Un mondo che ti fa girare la testa, una realtà muta e silenziosa dietro la quale si cela la distopia che l'uomo ha costruito dalla degenerazione dei propri desideri.
Siamo nell'anno 3000, in una dimensione storica (basata sulla realtà) in cui l'uomo ha sviluppato la capacità di utilizzare fondamentalmente il potere della propria mente, il "Juryoku", o, in altre parole, la telecinesi. Le tecnologie sono scarse e la società, demograficamente ridotta in maniera radicale, è raccolta in piccoli paesi a ridosso di zone naturali. Un gruppo di cinque ragazzi - bambini - verrà coinvolto in vicende inquietanti e misteriose fino a mettere in dubbio il mondo stesso in cui vivono, soffocante e completamente controllato, avvicinandosi ai meccanismi che ci sono dietro alla (im)perfezione di facciata che permea le loro vite quotidiane. Dopo aver appreso fin troppo, questi ragazzi sono costretti alla fuga e a un viaggio che li porterà ai principi della storia - per loro segreta e sconosciuta - del genere umano, del loro potere e dell'evoluzione del mondo.
La A-1 Pictures ("Sword Art Online", "Blue Exorcist") ci propone questa volta un titolo decisamente innovativo - anzi, "nuovo", per essere fedeli - sotto molti punti di vista.
Già in seguito alla visione del primo episodio spiccano per la peculiare cura apparato tecnico, musicale ma soprattutto registico: il settore grafico si concentra sulla lavorazione dei fondali, carichi di suggestione e di innovazione, tanto da rendere davvero l'idea di una realtà storica prossima a noi di mille anni; gli stessi costumi, la situazione geografica, i paesaggi descrivono un mondo nuovo. La regia, combinata alle musiche che spaziano dall'orchestrale alla tensione drammatica, presenta sempre una prontezza e una sofisticatezza tali da coinvolgere lo spettatore col palato più pretenzioso: citazioni, immagini allegoriche, riferimenti a conoscenze ricercate sono elementi disseminati negli episodi, i quali, tuttavia, si dimostrano di alto livello anche per dialoghi, inquadrature e tagli particolari, ma soprattutto per il coinvolgimento e le sensazioni lasciate alla fine di ogni episodio. Insomma, un conglomerato di potenzialità.
Certamente, sono individuabili anche situazioni di dubbia linearità, altre in cui la logica è stata esagerata o altre ancora in cui il reparto grafico ha accusato debolezze notevoli. Fortunatamente, "Shin Sekai Yori" ha sopperito con lo svolgimento stesso della trama, attraverso la quale vengono date tutte le risposte, lasciando ogni spiegazione esauriente.
L'evoluzione non è tuttavia solo della trama, bensì anche dei personaggi stessi, che si muovono in tre piani temporali e lungo i quali cresceranno, rapportandosi e venendo a conoscenza col mondo stesso, cercando di debellare le paure e di farsi strada nelle incertezze, temprando il loro carattere; la narrazione viene portata avanti da uno dei protagonisti, Saki, che, posizionandosi in una cornice esterna, interviene con l'espediente della voce fuori campo.
Le caratteristiche che fanno assumere a "Shin Sekai Yori" un'identità tutta sua sono due e sono direttamente collegate. La prima è il coraggio che la serie ha d'intraprendere dei temi nuovi, di fare scelte registiche che si discostano da ogni stereotipo, di andare incontro a un pubblico abituato a produzioni di diversa natura - esempio evidente può essere la grafica sperimentale di cui il titolo si veste quando la narrazione entra in flashback; la seconda nasce di riflesso alla prima: una tensione totalmente inaspettata, che sorprende, che spaventa, che assale lo spettatore nella rivelazione della falsa utopia illustrata dall'anime stesso.
"Shin Sekai Yori" non è altro che un intreccio che ha del mirabile, un crescendo di tappe che si realizzano nell'epilogo, condito da un'impronta psicologica, da temi audaci e da immagini evocative.
Per concludere, questo titolo rimarrà impresso nella mia memoria al di là delle sue imperfezioni, poiché è riuscito a lasciarmi un senso di completezza, una curiosità che mi spinge a volerlo rivedere per svisceralo, per conoscere ogni dinamica col senno di poi, per comprendere meglio ogni accostamento fatto alla scienza, alla lingua, alla cultura dei nostri tempi e di quelli dei protagonisti.
Uno svolgimento che oscilla tra l'8 ed il 9, e un finale da 10 e lode.
E ora mi chiedo se l'autore non abbia immaginato tutto questo viaggio ascoltando proprio la sinfonia No. 9 "From the New World" di Dvořák. Eppure, il viaggio è finito.
"Il potere dell'immaginazione è in grado di cambiare tutto."
Magi: The Labyrinth of Magic
8.0/10
Nell'apprendere che "Magi - The labyrinth of magic", uno dei manga che ultimamente seguo con più piacere, sarebbe stato adattato in una serie animata, fui particolarmente felice.
Questo perché sono convinto, e dopo aver completato la visione lo sono ancora, che il formato dell'animazione si addica particolarmente a storie come questa.
"Magi - The labyrinth of magic" è la storia di Aladdin, un bambino di piccola statura ma dal cuore grande e dai misteriosi poteri, che viaggia alla ricerca della testa che Ugo, il suo amico genio, ha perduto in uno dei tanti dungeon che si trovano qua e là nel mondo. Una ricerca che lo porterà a vivere incredibili avventure, a visitare luoghi esotici, a scoprire molti segreti e misteri, a fronteggiare pericoli, mostri e uomini malvagi, ma anche ad incontrare insostituibili amici insieme ai quali affrontare il lungo viaggio della vita, condividendo battaglie, peregrinazioni, lacrime e risate.
Lo dirà spesso, il nostro Aladdin, all'insicuro compagno di viaggio Alibabà: "Continueremo a viaggiare insieme ancora a lungo, tante avventure ancora ci aspettano".
Nel sentire queste parole, Alibabà si rassicura, e con lui sorride anche lo spettatore, felicissimo di poter viaggiare con la fantasia e vivere incredibili avventure in un Oriente ricco di fascino e meraviglie, che a cartoni animati, impreziosito da colori, animazioni e musiche, risulta ancora più magico.
I pregi del manga firmato da Shinobu Ohtaka sono rimasti tali e quali anche in questo adattamento animato. "Magi - The labyrinth of magic" è ancora un viaggio ricco d'immaginazione, un cammino lungo e articolato lungo il quale ai personaggi ne succedono di tutti i colori, fra labirinti, templi, caverne, deserti, steppe, isole, mari, città, regni, combattimenti a suon di incantesimi ed evocazioni, mostri, spadaccini, maghi, mercanti, guerrieri, briganti, sovrani, creature fantastiche, misteri da svelare e intrighi di vario tipo.
Gli amanti dell'avventura fantasy possono star tranquilli, troveranno in "Magi - The labyrinth of magic" pane per i loro denti, un'avventura appassionante che ricorderà loro i videogiochi di ruolo vecchio stile (uno su tutti: Dragon Quest) e li terrà volentieri attaccati allo schermo, grazie ad una storia avvincente, un universo narrativo particolarmente articolato e ad ottimi personaggi.
Uno dei maggiori pregi di questa serie è infatti il suo coniugare in maniera quasi sempre ben riuscita un'estetica moderna e uno stile narrativo che rimanda in più occasioni alle serie d'avventura di qualche decennio fa, come "La grande avventura di Dai" o la prima serie di "Dragon Ball". Oltre all'atmosfera avventurosa e fiabesca, "Magi - The labyrinth of magic" ha da loro ereditato anche una buona alternanza di umorismo e dramma e una splendida trattazione di tematiche sempre attuali come la giustizia, il razzismo, le differenze sociali, i matrimoni d'interesse, gli intrighi di corte, la guerra, la schiavitù, il passare del tempo e gli effetti che ha sui legami fra le persone, il sacrificio e, soprattutto, l'amicizia, tematica cardine di questo tipo di storie che fa bella mostra di sé anche questa volta.
Quella rappresentata in "Magi - The labyrinth of magic" è un'amicizia fortissima, che si mostra nei suoi più svariati aspetti: un bambino che, trovandosi davanti un enorme e possente genio capace di esaudire qualsiasi suo desiderio gli chiede semplicemente di poter diventare amici; due ragazzi che maturano un legame indissolubile dopo essersi inizialmente osteggiati; una ragazza che, salvata da un destino crudele, rischia la vita a più riprese per proteggere e aiutare i suoi benefattori; due amici d'infanzia che, ritrovatisi dopo tanti anni, combattono una triste guerra nella quale scopriranno che, in realtà, ciò che li accomuna è più forte delle loro differenze.
E' un anime che dà ampio spazio alle emozioni, quelle dei personaggi e quelle degli spettatori, che in più punti si divertiranno, si commuoveranno o si arrabbierranno contro il cattivo di turno.
"Magi - The labyrinth of magic" è un anime molto spettacolare. Non mancano i paesaggi da cartolina (certe inquadrature dall'alto di città e regni sono davvero molto belle), la serie è molto colorata e le animazioni sono ben curate, soprattutto nelle scene incentrate sull'azione e sui poteri magici, che sono davvero una gioia per gli occhi.
Il disegno dei personaggi è molto moderno, al passo coi tempi e adatto per rappresentare fisionomie di vario tipo. In alcuni casi abbellisce il disegno dell'autrice del manga, in altri fa storcere un po' il naso perché accentua maggiormente gli elementi di modernità che personalmente mi infastidivano già nel manga, eccedendo ogni tanto nel fanservice e nella rappresentazione di belloni fighissimi e donne dai seni troppo grandi e/o troppo messi in evidenza.
L'impatto globale, in ogni caso, è molto buono: lo spettatore si perde nei vasti e coloratissimi paesaggi, nei mille personaggi che li affollano e nello spettacolo di magie e combattimenti, e qualche piccolo granello di polvere negli occhi ogni tanto dà un fastidio relativo.
Anche il doppiaggio è ben fatto. Le voci sono molto adatte ai personaggi, ma disturba un po' il fatto che siano quasi tutti doppiatori di nuova generazione, che danno un'inflessione un po' troppo fighetta o lamentosa a molti personaggi, comunque pertinente ai loro caratteri ma fastidiosa a lungo andare.
Una delle migliori frecce all'arco di "Magi - The labyrinth of magic" è, inoltre, la colonna sonora. Le quattro sigle (due d'apertura e di chiusura) sono molto carine ed orecchiabili, ma il vero fiore all'occhiello sono gli splendidi brani strumentali firmati dal mostro sacro Shiro Sagisu (noto per Orange Road e diverse opere dello Studio Gainax come Nadia o Evangelion), che spaziano con grande maestria da litanie ipnotiche da danza del ventre a cori solenni, donando epicità alle scene e completando al 100% l'evocativo viaggio dello spettatore in un Oriente che è tale anche a livello musicale.
La versione animata adatta i primi nove volumi del manga più o meno fedelemente. C'è qualche taglio qua e là (cambia l'incipit, ma ci si raccorda quasi subito col fumetto) e in generale il ritmo è abbastanza veloce (ma non superficiale). L'ultima mezza dozzina di episodi invece differisce un po' dal fumetto e in effetti è quella realizzata peggio. Si introducono nuovi personaggi piuttosto antipatici e abbastanza fuori contesto con l'ambientazione generale, i risvolti della trama si fanno più superficiali e fuori luogo e l'ultimo episodio, pur lasciando diverse emozioni, conclude uno scontro importante in fretta e furia e lascia più domande che risposte. Domande che, per fortuna, probabilmente avranno la loro risposta nella futura seconda stagione, che sarà trasmessa a partire dal prossimo autunno e che continuerà verso nuove terre il meraviglioso viaggio di Aladdin e dei suoi amici.
Complessivamente, "Magi - The labyrinth of magic" è una buona serie animata, dall'ottimo confezionamento tecnico e in grado di lasciare diverse belle emozioni ai suoi spettatori. C'è qualche defezione negli ultimi episodi, che però probabilmente sarà risolta dal futuro proseguimento della storia, nel quale, si spera, verrà dato anche maggior spazio al personaggio di Hakuryuu, tanto caro agli autori al punto da mostrarlo nella prima sigla circa venti puntate prima della sua effettiva entrata in scena, che però fa poco e niente, a parte piagnucolare un po', una volta comparso, e necessita di un maggior approfondimento che sicuramente avrà in futuro.
Questa prima serie è dunque ottima per diversi aspetti e sicuramente degna di una visione, ma è un po' più frammentata rispetto al manga, che invece racconta la sua storia in maniera più coerente e continuativa, mentre invece l'anime lascia lo spettatore in sospeso con un momentaneo finale aperto, in attesa di nuove avventure che, fortunatamente, si sa già arriveranno.
Chi già segue il manga può dunque star tranquillo e godersi di nuovo, impreziosite da un comparto audiovisivo di prim'ordine, le avventure che aveva amato su carta. Chi invece vuole avvicinarsi al mondo di "Magi - The labyrinth of magic" direttamente tramite l'animazione, vivrà anche lui fantastiche avventure, anche se probabilmente, poi, la tentazione di passare al cartaceo, almeno in attesa della realizzazione della seconda stagione, potrà essere forte.
Questo perché sono convinto, e dopo aver completato la visione lo sono ancora, che il formato dell'animazione si addica particolarmente a storie come questa.
"Magi - The labyrinth of magic" è la storia di Aladdin, un bambino di piccola statura ma dal cuore grande e dai misteriosi poteri, che viaggia alla ricerca della testa che Ugo, il suo amico genio, ha perduto in uno dei tanti dungeon che si trovano qua e là nel mondo. Una ricerca che lo porterà a vivere incredibili avventure, a visitare luoghi esotici, a scoprire molti segreti e misteri, a fronteggiare pericoli, mostri e uomini malvagi, ma anche ad incontrare insostituibili amici insieme ai quali affrontare il lungo viaggio della vita, condividendo battaglie, peregrinazioni, lacrime e risate.
Lo dirà spesso, il nostro Aladdin, all'insicuro compagno di viaggio Alibabà: "Continueremo a viaggiare insieme ancora a lungo, tante avventure ancora ci aspettano".
Nel sentire queste parole, Alibabà si rassicura, e con lui sorride anche lo spettatore, felicissimo di poter viaggiare con la fantasia e vivere incredibili avventure in un Oriente ricco di fascino e meraviglie, che a cartoni animati, impreziosito da colori, animazioni e musiche, risulta ancora più magico.
I pregi del manga firmato da Shinobu Ohtaka sono rimasti tali e quali anche in questo adattamento animato. "Magi - The labyrinth of magic" è ancora un viaggio ricco d'immaginazione, un cammino lungo e articolato lungo il quale ai personaggi ne succedono di tutti i colori, fra labirinti, templi, caverne, deserti, steppe, isole, mari, città, regni, combattimenti a suon di incantesimi ed evocazioni, mostri, spadaccini, maghi, mercanti, guerrieri, briganti, sovrani, creature fantastiche, misteri da svelare e intrighi di vario tipo.
Gli amanti dell'avventura fantasy possono star tranquilli, troveranno in "Magi - The labyrinth of magic" pane per i loro denti, un'avventura appassionante che ricorderà loro i videogiochi di ruolo vecchio stile (uno su tutti: Dragon Quest) e li terrà volentieri attaccati allo schermo, grazie ad una storia avvincente, un universo narrativo particolarmente articolato e ad ottimi personaggi.
Uno dei maggiori pregi di questa serie è infatti il suo coniugare in maniera quasi sempre ben riuscita un'estetica moderna e uno stile narrativo che rimanda in più occasioni alle serie d'avventura di qualche decennio fa, come "La grande avventura di Dai" o la prima serie di "Dragon Ball". Oltre all'atmosfera avventurosa e fiabesca, "Magi - The labyrinth of magic" ha da loro ereditato anche una buona alternanza di umorismo e dramma e una splendida trattazione di tematiche sempre attuali come la giustizia, il razzismo, le differenze sociali, i matrimoni d'interesse, gli intrighi di corte, la guerra, la schiavitù, il passare del tempo e gli effetti che ha sui legami fra le persone, il sacrificio e, soprattutto, l'amicizia, tematica cardine di questo tipo di storie che fa bella mostra di sé anche questa volta.
Quella rappresentata in "Magi - The labyrinth of magic" è un'amicizia fortissima, che si mostra nei suoi più svariati aspetti: un bambino che, trovandosi davanti un enorme e possente genio capace di esaudire qualsiasi suo desiderio gli chiede semplicemente di poter diventare amici; due ragazzi che maturano un legame indissolubile dopo essersi inizialmente osteggiati; una ragazza che, salvata da un destino crudele, rischia la vita a più riprese per proteggere e aiutare i suoi benefattori; due amici d'infanzia che, ritrovatisi dopo tanti anni, combattono una triste guerra nella quale scopriranno che, in realtà, ciò che li accomuna è più forte delle loro differenze.
E' un anime che dà ampio spazio alle emozioni, quelle dei personaggi e quelle degli spettatori, che in più punti si divertiranno, si commuoveranno o si arrabbierranno contro il cattivo di turno.
"Magi - The labyrinth of magic" è un anime molto spettacolare. Non mancano i paesaggi da cartolina (certe inquadrature dall'alto di città e regni sono davvero molto belle), la serie è molto colorata e le animazioni sono ben curate, soprattutto nelle scene incentrate sull'azione e sui poteri magici, che sono davvero una gioia per gli occhi.
Il disegno dei personaggi è molto moderno, al passo coi tempi e adatto per rappresentare fisionomie di vario tipo. In alcuni casi abbellisce il disegno dell'autrice del manga, in altri fa storcere un po' il naso perché accentua maggiormente gli elementi di modernità che personalmente mi infastidivano già nel manga, eccedendo ogni tanto nel fanservice e nella rappresentazione di belloni fighissimi e donne dai seni troppo grandi e/o troppo messi in evidenza.
L'impatto globale, in ogni caso, è molto buono: lo spettatore si perde nei vasti e coloratissimi paesaggi, nei mille personaggi che li affollano e nello spettacolo di magie e combattimenti, e qualche piccolo granello di polvere negli occhi ogni tanto dà un fastidio relativo.
Anche il doppiaggio è ben fatto. Le voci sono molto adatte ai personaggi, ma disturba un po' il fatto che siano quasi tutti doppiatori di nuova generazione, che danno un'inflessione un po' troppo fighetta o lamentosa a molti personaggi, comunque pertinente ai loro caratteri ma fastidiosa a lungo andare.
Una delle migliori frecce all'arco di "Magi - The labyrinth of magic" è, inoltre, la colonna sonora. Le quattro sigle (due d'apertura e di chiusura) sono molto carine ed orecchiabili, ma il vero fiore all'occhiello sono gli splendidi brani strumentali firmati dal mostro sacro Shiro Sagisu (noto per Orange Road e diverse opere dello Studio Gainax come Nadia o Evangelion), che spaziano con grande maestria da litanie ipnotiche da danza del ventre a cori solenni, donando epicità alle scene e completando al 100% l'evocativo viaggio dello spettatore in un Oriente che è tale anche a livello musicale.
La versione animata adatta i primi nove volumi del manga più o meno fedelemente. C'è qualche taglio qua e là (cambia l'incipit, ma ci si raccorda quasi subito col fumetto) e in generale il ritmo è abbastanza veloce (ma non superficiale). L'ultima mezza dozzina di episodi invece differisce un po' dal fumetto e in effetti è quella realizzata peggio. Si introducono nuovi personaggi piuttosto antipatici e abbastanza fuori contesto con l'ambientazione generale, i risvolti della trama si fanno più superficiali e fuori luogo e l'ultimo episodio, pur lasciando diverse emozioni, conclude uno scontro importante in fretta e furia e lascia più domande che risposte. Domande che, per fortuna, probabilmente avranno la loro risposta nella futura seconda stagione, che sarà trasmessa a partire dal prossimo autunno e che continuerà verso nuove terre il meraviglioso viaggio di Aladdin e dei suoi amici.
Complessivamente, "Magi - The labyrinth of magic" è una buona serie animata, dall'ottimo confezionamento tecnico e in grado di lasciare diverse belle emozioni ai suoi spettatori. C'è qualche defezione negli ultimi episodi, che però probabilmente sarà risolta dal futuro proseguimento della storia, nel quale, si spera, verrà dato anche maggior spazio al personaggio di Hakuryuu, tanto caro agli autori al punto da mostrarlo nella prima sigla circa venti puntate prima della sua effettiva entrata in scena, che però fa poco e niente, a parte piagnucolare un po', una volta comparso, e necessita di un maggior approfondimento che sicuramente avrà in futuro.
Questa prima serie è dunque ottima per diversi aspetti e sicuramente degna di una visione, ma è un po' più frammentata rispetto al manga, che invece racconta la sua storia in maniera più coerente e continuativa, mentre invece l'anime lascia lo spettatore in sospeso con un momentaneo finale aperto, in attesa di nuove avventure che, fortunatamente, si sa già arriveranno.
Chi già segue il manga può dunque star tranquillo e godersi di nuovo, impreziosite da un comparto audiovisivo di prim'ordine, le avventure che aveva amato su carta. Chi invece vuole avvicinarsi al mondo di "Magi - The labyrinth of magic" direttamente tramite l'animazione, vivrà anche lui fantastiche avventure, anche se probabilmente, poi, la tentazione di passare al cartaceo, almeno in attesa della realizzazione della seconda stagione, potrà essere forte.
Shinsekai Yori mi è stato consigliato da alcuni utenti del sito e nonostante le perplessità dei primi episodi che mi spingevano a dropparlo... dopo un certo punto è diventato sempre più avvincente e l'ho finito tutto d'un fiato!
Shinsekai yori semplicemente stupendo, mi ha colpito molto profondamente e mi ha letteralmente rapito, difficile lasciarselo alle spalle.
L'ho adorato xD
su Shinsekai Yori e mi complimento per la recensione; sia con Kotaro su Magi anche se io, se non erro, gli ho dato 9... ma c'è da dire che non conoscevo il manga indi per cui non potevo fare paragoni!
Poi la recensione su Fate/Zero... purtroppo capita che alcuni concetti non vengano capiti e questo comporta non apprezzare appieno un opera.
Premettendo che mi sono avvicinata al mondo Type dopo aver visto Fate/Zero e non avendo visto nemmeno lo Stay Night, mi chiedo dove si possa trovare tutta questa difficoltà nel capire alcune cose :/ Poi mi pare di aver capito che ha pure visto lo Stay Night... Va beh!
Per non parlare della caratterizzazione dei personaggi e dei dialoghi "Il mio voto ai contenuti è 6" o deo XD, praticamente il punto forte dell'anime sorpassando delle soundtrack e una grafica eccellente nonché un ottimo doppiaggio.
Spiegherei io volentieri i punti cosi complicati XD
Ci sta che non sia piaciuto ma alcuni quesiti che si pone sono proprio da "ho capito davvero poco (nulla) dell'anime"!
Shinsekai yori mi è piaciuto ma andando verso la fine mi stava buttando un po' troppo pesante, sarà che Saki non l'ho mai sopportata e vedermela in ogni santa puntata era uno strazio!
Magi l'ho recuperato da poco, ho fatto una super maratona e mi è piaciuto tantissimo (devo rimettermi in pari con il manga). Della bella recensione di Kotaro non condivido, ovviamente, due cose:
-"eccedendo ogni tanto nel fanservice e nella rappresentazione di belloni fighissimi"
-"Le voci sono molto adatte ai personaggi, ma disturba un po' il fatto che siano quasi tutti doppiatori di nuova generazione, che danno un'inflessione un po' troppo fighetta o lamentosa a molti personaggi"
Sui bellocci, manco a dirlo, non posso trovarmi d'accordo, chi se ne importa se sono fighi ma fighi e funzionali?
Idem sul doppiaggio, saranno anche di nuova generazione ma non hanno iniziato proprio ieri a lavorare, e comunque se sono adatti ai personaggi e recitano bene... qual è il problema nell'essere giovani? Yuki Kaji ha vinto anche il seiyuu award dell'anno scorso per miglior protagonista grazie ad Alibabà! u_u
Ti spollicio lo stesso, tiè! u_u
Fate ho ancora da parte la prima serie O_O
Fate Zero ottimo anime e lo dico prima che ripartano i soliti commenti, non e un prequel dell'anime di Stay Night (adattamento mediocre della novel), ma e un prequel del materiale originale della novel.
Shinsekai Yori me lo stanno consigliando TUTTI, eppure non sono ancora riuscito a vederlo, perchè ho parecchie serie in sospeso. Di sicuro prima o poi gli darò un'occhiata.
Magi invece è carino, un buon shonen, originale, e per ora abbastanza godibile. Sicuramente l'anime è parecchie spanne sopra il manga, che purtroppo è disegnato spesso e volentieri in maniera penosa.
per Magi - The Labyrinth of Magic LO STO SCARICANDO ADESSO! spero che quell ' otto se lo sia ben guadagnato!
A ripensarci, alla luce di tutti i titoli che io ho finora seguito, e anche a distanza di più di un anno circa, direi con certezza che il finale di Shinsekai Yori è il finale meglio riuscito di una serie animata a cui io abbia mai assistito.
E la serie in sé, davvero, è un gioiello imperdibile. È una trasposizione reale e surreale allo stesso tempo di ciò che diventerà la nostra realtà. Ed è proprio in questo che è sorprendente.
Amo davvero questo titolo. E lo inserirei senza alcun dubbio in una mia potenziale top 5.
Vorrei con tutto me stesso che arrivasse in Italia, poiché credo che, sul serio, se lo meriterebbe.
Il finale della R2 è il finale perfetto.
Mai visto un qualcosa di più bello.
P.s. Non me ne volere, ma il tuo 8 a Valvrave e il tuo 9 a Mirai Nikki mi hanno sollevato più di un "Mah", a voler esser educati.
Il finale della R2 è il finale perfetto.
Mai visto un qualcosa di più bello.
P.s. Non me ne volere, ma il tuo 8 a Valvrave e il tuo 9 a Mirai Nikki mi hanno sollevato più di un "Mah", a voler esser educati."
Già visto.
Un bel finale.
E del 10 a Baccano? Cosa ne dici?
Del 9 a Ergo Proxy?
Non sembra... strano?
Ilidor, comunque, quello che voglio dire è che sono certo che in una discussione verrebbero fuori risvolti interessati dalle nostre opinioni su Valvrave e Mirai Nikki. Ne avrei di cose da dirne, ecco.
Chiudere con un Mah una potenziale discussione, piena di impressioni che, ti assicuro, ti motiverei fino all'ultimo, è un po' uno spreco.
Non credi anche tu?
quando uscì non se lo impipò nessuno e devo dire che anche io all'inizio lo vidi solo perchè era una serie di fantascienza ..ci mise qualche puntata ma poi mi conquistò letteralmente e decisi di reclamizzarlo con una recensione da vetrina per farlo conoscere ai più, così come fece ad esempio il buon Metal sulla sua pagina fb
Oggi non è conosciutissimo ancora per quel che merita ma noto con piacere che non è finito nel dimenticatoio..
Bravo Rossocenere, ottima recensione..speriamo serva a convincere ancora molti altri
"Il potere dell'immaginazione è in grado di cambiare tutto." !!!!!
Dargli 8 è davvero (ma davvero) esagerato.
E non lo dico da hater, ma da fan di quello sceneggiatore.
Chi si è occupato di Valvrave si è infatti occupato anche di Code Geass e PlanetES.
(A torto gli si attribuisce anche Guilty Crown, ma la sceneggiatura di quest'ultimo è a opera di quel gran "genio" che ha inventato Seikon no Qwaser, immaginatevi voi quindi che roba poteva venire fuori...)
Valvrave, presa come serie trash, è un gioiellino.
In ottica obiettiva, altro che gioiellino... Valvrave è quanto di peggio si possa fare in un anime.
Per Mirai Nikki, anche lì, il finale alla deus ex machina, il protagonista che si innamora della stalker che in una puntata praticamente lo sevizia... 9!?!
Non è neppure originale la base da cui si prende spunto se consideriamo che Eden of The East è stato trasmesso prima (ed è pure fatto meglio).
E, tra l'altro, hai scritto la recensione dopo aver visto 10 episodi su 26 (che poi hai alzato il voto all'opera nel recensire l'oav è anche un altro paio di maniche mica da poco).
Sii clemente.
E l'aver scritto la stessa recensione a 10 episodi era sintomo di quanto fossi entusiasta. L'affermazione "questo parere è soggetto a cambiamenti dal momento in cui l'anime è ancora in corso" mi pareva sottintesa. Infatti ci sono alcuni aspetti della recensione che vanno decisamente rivisti, ma il voto sarebbe pressoché lo stesso. Dovrei pensarci. Ma non sarebbe assolutamente negativo.
Entrando nel merito, mi stai ponendo dei difetti su un piano puramente logico ma, davvero, da quando la logica è un metro di giudizio? Soprattutto in un contesto come quello. E non si parla di giravolte surreali, bensì di azioni esagerate, portate all'estremo: l'amore, la salvezza, la condizione mentale secondo ogni propria sfaccettatura.
Con dei traumi come quelli del personaggio, e con l'esagerazione stessa che l'autore porta alta tra le mani, quella che verrebbe chiamata la comune reazione sprofonda in livelli quasi irraggiungibili.
Il finale, senza fare spoiler, si rivela essere più reale di tutte le vicissitudini stesse, sempre sulle premesse poste dall'inizio fino a poco prima della fine.
Il 9, inoltre, è carico di mille altri significati. Non solo della mia spiegazione che, specifico, non vuole essere presuntuosa né la chiave di lettura universale.
Eden of the East è stato prodotto dopo Mirai Nikki. Il manga di Future Diary è del 2006, Higashi no Eden risale al 2009, se non erro. Non so se, poi, c'è del materiale dietro al secondo, come una light novel. Eppure ne dubito.
Il voto che ho dato all'OVA, per finire, è scollegato dal voto della serie. Ho votato l'OVA preso a sé, certo, sulla scia della serie principale, ma ho giudicato quella che è stata una visione identificabile in un episodio, appunto, extra. Anche lì ho le mie motivazioni. Se vuoi parlare di tutto questo (a)mare nascosto che serbo per Future Diary possiamo continuare in privato. Lo farei molto volentieri.
Anche pubblicamente, chiaramente; in privato però preferirei.
Valvrave-parlando direi che, compresa la seconda stagione, il mio voto rimane un 8, molto debole, ma un 8. Trash? L'unica cosa che definirei così sono i robottoni, i quali sanno comunque affascinare anche proprio per questo.
Sono solito, nei miei voti, andare oltre la pura sceneggiatura, o la trama per come si presta in facciata. Cerco di cogliere i messaggi meno chiari in ogni pertugio, ovviamente tenendomi alla larga da interpretazioni alla Mistero di Italia 1. Semplicemente, la mia visione cerca di essere quanto più critica, e quanto più sviscerante. Con questo intendo dire che ciò che più mi affascina, e alza il voto dell'anime di Kakumeiki Valvrave, sono i personaggi.
Ma non i personaggi e basta, bensì loro, in quel contesto, in quella porzione di storia, in quell'intreccio di relazioni e di concetti che rappresentano.
Anche qui, poiché avrei davvero parecchio da dire, inviterei a continuare in privato.
Di tutto ciò, concludo, non mi stupisco. Continuo a vedere persone che disprezzano questi due titoli, molto spesso persone che ritengo intelligenti; poi continuo a vedere persone che li apprezzano, ma non per i motivi da me forniti anzi, a volte li ritengo poco validi. I motivi stessi, intendo.
ametto che sia fate/stay night che / zero, mi incuriosiscono e pure magi, visto che ora pare che non sia licenziato gli vorrei dare un occhiata.
Magi sono sempre stato indeciso se recuperarlo o meno ma ora che non è più licenziato e c'è un gruppo serio che se ne sta occupando credo che lo vedrò.
Fate/Zero merita due voti in più, punto (sì, forse su quest'opera non sono completamente oggettivo ma da fan delle opere type moon ed in particolare dell'universo Fate non potrebbe essere altrimenti).
"Magi - The Labyrinth of Magic" non sono mai riuscito a vederlo, dopo che è stato licenziato ho provato a leggere il manga vista la buona critica che si muoveva dietro. Non mi sono strappato i capelli, il contenuto non era poi così male, ma non mi è piaciuto particolarmente...(ho interrotto dopo poco)
"Shinsekai Yori" sono fermo all'episodio 8! Non scarto l'ipotesi di concluderlo, visto che l'idea che mi sono fatto non coincide molto con quella generale. Gli darò una seconda possibilità, visto gli elogi! Speriamo non sia solo l'episodio 25 a meritare.
Resta che la società del "bonobo" ha del ridicolo...
e gli animaletti non li riesco proprio a sopportare!
"Fate/Zero" mi è piaciuto niente da dire! Musiche e animazione fatte dannatamente bene hanno sicuramente aiutato. Mi piacciono i survivalgame in ambito animazione...
Alla fine ho comprato pure il Manga!
Come ti ho già detto in altre occasioni, sai bene che io non sopporto il fanservice (che sia questo nella figura di figoni bellocci o di tette al vento) e neppure l'inflessione che oggi va per la maggiore nel doppiaggio, con voci fighette e lamentose. Tendo quindi a considerare queste cose un difetto, ma si tratta di una cosa di poco conto rispetto alla totalità dei pregi di Magi, che a conti fatti mi piace molto. e per quanto non mi piacciano le voci sono adatte ai personaggi.
E' vero che nei primi episodi ti lascia un pò perplesso, non si capisce cosa si sta vedendo e i personaggi fanno tanti discorsi poco comprensibili, la voglia di dropparlo subito c'è ma per fortuna dal 5° episodio la serie ingrana di brutto e non decolla mai fino alla fine!! ^__^
Se non l'avete visto recuperatelo imediatamente cosa aspettate, tanto questa è una di quelle serie che non arriverà mai nel nostro povero mercato italiano!!
Sono veramente curioso.
A leggere in giro il pensiero predominante è :" è un giallo però i primi 10 minuti non si capisce chi è il colpevole quindi l'ho droppato"
Non sono d'accordo con il voto di fate zero...anche per me è uno degli anime più belli degli ultimi anni,si meriterebbe almeno un 8,dargli sette è un sacrilegio.
Shinsekai Yori sembra il tipo di trama che rientra perfettamente nei miei gusti, considerando anche le buone recensioni e commenti sicuramente gli darò un'occhiata.
Per Magi sono d'accordissimo sul voto e sulle perplessità riguardanti le modifiche rispetto al cartaceo, ma non capisco che problema ci sia con il doppiaggio che reputo invece più che buono.
Shin sekai yori invece è stato per me un gradevole tormento nel senso che nel suo complesso mi è piaciuto ma tra alti e bassi con il trascorrere dei vari archi narrativi: ci sono stati episodi che mi hanno particolarmente annoiato, soprattutto nell'arco adolescenziale e altri, nell'arco adulti conclusivo, che mi hanno commosso e adrenalinicamente agitato; ammetto che a volte lo avrei anche voluto droppare per le troppe domande che mi faceva sorgere ma sono lieto di non averlo fatto e di averlo quindi concluso. In definitiva non lo considero un anime perfetto ma molto ricco sotto tutti i punti di vista ( tecnico, dell'animazione etc.) che merito un voto alto ma non 9: per me è un 8 meritatissimo.
Non ho visto "Magi", mentre "Fate/Zero" lo trovo un anime discreto, con buone scene di azione e un elevato grado di coinvolgimento. Ritengo però sia un po' troppo pomposo, come a volersi dare un tono che gli è proprio. In fin dei conti è un buon shounen, dall'ottima grafica e con musiche notevoli, ma nulla più.
Delle tre ho visto solo Magi, che amo follemente, sia in versione animata sia in versione manga. Ho in programma di vedere anche le altre due serie, che grazie alle recensioni selezionate giustamente dallo staff, mi hanno incuriosita ancora di più! E' più probabile che guardi prima Shinsekai Yori, perché "i" Fate sono di più...
Fate/Zero lo voglio vedere da una vita invece
Complimenti a tutti!
Di Fate la seconda stagione l'ho apprezzata molto, è riuscita anche a emozionarmi non poco.
Shinsekai è un po' una montagna russa. E' vero che ci sono parti molto belle ma è anche vero che ce ne sono altre lentissime. Nonostante questo, mi sento di promuoverlo ampiamente anche solo per i temi trattati.
Magi è l'amore, semplicemente. Probabilmente uno dei miei shonen preferiti, se non LO shonen preferito. E mi dico perfettamente d'accordo con Winter...nella prima serie ho gradito ben poco i cambiamenti fatti a livello di trama, anche perchè alla fine si è giunti alle stesse conclusioni pur per via traverse. A che scopo, quindi?
A parte questo, comunque, un gran bell'anime anche lui.
io credo che sia l'anime più bello uscito in questi 10 anni, è curato in ogni minimo dettaglio e ancora oggi non esiste serie TV con una grafica del genere...poi tanti si lamentano delle ost , ma scherziamo?
quali anime hanno ost come you are my king?solo SNK ha ost cosi epiche
come tanti però trovo un piccola pecca nel finale troppo veloce.
shinsekai yori l'ho visto con il dubbio, ma poi... splendido lo consiglierei a tutti
magi l'ho sto guardando ora, al momento mi sembra normale vedremo più avanti(odio gia il protagonista)
Al momento ho altre serie da vedere, ma credo fra queste vedrò prima Shin sekai Yori (che iniziai a suo tempo e non mi piacque del tutto), poi probabilmente vedrò tutti i Fate/ per poi vedere Magi quando avrò recuperato e letto tutto il relativo manga... Ce ne vorrà un bel po' ancora!!
Se mangio un buon piatto di pasta non 'sto li a misurare le quantità e la qualità degli ingredienti, a farmi mille pensieri su come quel sapore si compone, lo assaporo e basta. Nel caso di Fate/zero non dico che il sapore non l'ho percepito, dico proprio che non mi è piaciuto. Dopotutto una recensione potrà pur essere un po' anche un opinione, o tante vale farle scrivere ad un computer. Il voto in questo caso era un compromesso di oggettività e soggettività, che poi è quello che credo essere il modo giusto di esprimere il mio parere.
Mi si possono sicuramente criticare i toni semplicistici in cui l'ho messa, ma a me piace parlare semplice e chiaro e non sarei neanche capace di fare diversamente. Non sono capace di andare a fondo di simbolismi o metafore e tanto meno di usarli, non è proprio il mio linguaggio.
Il tempo ha smussato la mia idea su Fate/Zero e adesso a riscrivere un parere non sarei così aggressivo, ma la mia opinione fondamentalmente non è cambiata. Anche a distanza mi ricordo perfettamente il fastidio e la percezione dell'eccesso nella caratterizzazione dei personaggi e nel modo di trattare gli argomenti (importanti). Secondo me in questo anime si fa un discorso che è interessante, profondo, quello che volete, ma lo si fa calcando troppo la mano per i miei gusti, cosa che di solito elaboro come una mancanza di rispetto verso le intelligenze; mi pare come quando si urla e ci si incazza per spiegare una cosa che discutendo civilmente sarebbe più comprensibile e sarebbe pure trattata meglio, oltre ad essere più edificante la situazione di confronto pacifico stessa.
Comunque sarò ingenuo, poco viscerale e forse noioso ma non sono stupido e non sono di vedute ristrette, mi piace di tutto, da Benni e Pennac a Park Chan-Wook, Urasawa, Yukimura, Dylan Dog, i Dinosaur Jr, i Sonic Youth. Quindi non è un discorso di temi o di tinte, è l'ostentazione di certe tinte che ho percepito che mi infastidisce, ci si può muovere in punta di piedi in qualsiasi argomento e io lo preferisco, tutto lì.
Questa serie ha avuto molto successo nella community, altro che sottovalutata! Io sentivo che la mia opinione non era allineata con quelle che avevo letto ed ho espresso il mio disallineamento mettendo un voto più basso degli altri, pur riconoscendogli molte qualità tra l'altro.
Mi dispiace solo che mi sono accorto così tardi che era finita negli anime (s)consigliati, mi sarebbe piaciuto discutere e argomentare con tutte le persone che a differenza di me se ne sono innamorate. Peccato!
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