FushigiSpecialCover1Maggio 1992: Yuu Watase inizia a disegnare Fushigi Yuugi, l’opera che le avrebbe procurato fama mondiale portandola nell’olimpo delle autrici shoujo più amate. Passano gli anni e l’autrice continua a sfornare manga di successo, fin quando, a ben undici anni di distanza dal primo “Fushigi Yuugi”, decide di tornare a dedicarsi alla sua opera più famosa, prendendo stavolta in esame la storia della sacerdotessa di Genbu: inizia così nel 2003 la serializzazione di Fushigi Yuugi Special (Fushigi Yuugi - Genbu Kaiden). Il manga attraversa una serializzazione parecchio travagliata che ha inizio su “Sho-comi” e che dopo vari spostamenti, si stabilizza su “Rinka”, rivista sulla quale l’autrice pubblica in contemporanea Sakuragari. Nel 2008 dà il via a “La leggenda di Arata”, aumentando così il carico di lavoro, che unito alle non sempre ottime condizioni di salute, fanno sì che la lavorazione di “Fushigi Yuugi Special” duri per un intero decennio.
La storia editoriale di questo manga è un’utile premessa per comprendere la maturazione artistica dell’autrice, che come lei stessa afferma, ha affrontato nel corso di questi dieci anni parecchie difficoltà a livello personale e umano, esperienze che in un certo modo hanno finito per confluire nel suo manga, portandola in parte ad abbandonare, o comunque ad affrontare con occhio diverso, la spensieratezza e il facile ottimismo di cui era pervaso “Fushigi Yuugi”.

La trama di “Fushigi Yuugi Special”, almeno nelle sue basi, non si discosta da quella della serie precedente, difatti troviamo nuovamente una giovane ragazza predestinata a diventare la sacerdotessa che, dopo aver riunito tra mille difficoltà le sette stelle, evocherà la bestia sacra in grado di esaudire tre suoi desideri. Stavolta la protagonista è Takiko, brillante studentessa del dodicesimo anno dell’era Taisho, abile nella disciplina del naginata, ben educata ma al contempo risoluta, determinata e dalla lingua tagliente. Takiko vive assieme alla madre malata e al padre romanziere, accusando quest’ultimo di disinteresse nei confronti della moglie in favore della stesura di un romanzo, lo Shijintechisho. Dopo la morte della madre, all’apice della rabbia e della disperazione, Takiko cerca di distruggere il libro, ma viene risucchiata al suo interno da un’abbagliante luce argentata che la catapulta in un paese sconosciuto avvolto dalla neve. Da quel momento in poi il genitore riuscirà a leggere la storia della figlia tramite lo Shijintechisho, la cui trama apparirà magicamente dinanzi ai suoi occhi di volta in volta.

FushigiSpecial3Seppur la storia di Genbu sia collegata ma comunque sé stante rispetto alle avventure di Suzaku e Seiryu, il confronto tra i due manga è inevitabile e “Fushigi Yuugi Special” si presenta come un’opera nettamente superiore al suo predecessore, sia per disegno, che per caratterizzazione dei personaggi, che per sviluppo dell’intreccio narrativo. Se, come già accennato, lo schema di base della narrazione non è nuovo ai lettori di “Fushigi Yuugi” (ma anche ad un navigato lettore di fantasy di tipo “classico”) ciò che fa la differenza tra i due manga è il modo in cui i personaggi affrontano le situazioni e si relazionano agli altri, al mondo circostante e agli avvenimenti che prendono piede davanti ai loro occhi. La differenza è evidente soprattutto per i protagonisti, Takiko e Rimdo, personaggi più maturi e apprezzabili, sia come singoli sia come coppia, rispetto a Miaka e Tamahome. Al contrario di Miaka, Takiko è una ragazza forte, matura e responsabile che sin dall’inizio prende il suo ruolo molto seriamente.
Le due fanciulle condividono un rapporto conflittuale con un genitore e la voglia di fuggire dai propri problemi, ma Takiko si presenta immediatamente come un personaggio molto più umano, che cade preda dei sentimenti negativi e non sempre capace di accaparrarsi le simpatie del mondo intero grazie alla sola aura di bontà che la circonda.
Sul fronte maschile la situazione è più o meno simile: al contrario di Tamahome, che nonostante le difficoltà era un ragazzo serio e diciamo un po’ melenso nel suo romanticismo, Rimdo è un tipo pragmatico, non per questo freddo o insensibile ma comunque razionale e deciso, conscio del suo ruolo e del suo obiettivo. Il sentimento nei confronti di Takiko è certamente romanticizzato ed estremizzato come nella più classica favola d’amore ma seppur entrambi cerchino corpo e cuore dell’altro, al contrario di Miaka e Tamahome, non mettono il loro amore davanti ad ogni altra esigenza, imparando ben presto a sacrificarsi e rinunciare. Da un certo punto in poi di “Fushigi Yuugi” sembrava invece che i due amanti non facessero altro che rincorrersi per consumare il loro rapporto, ponendo il pubblico davanti a continui sbaciucchiamenti e dichiarazioni che, a lungo andare, risultavano noiosi e inopportuni. Rimdo e Tamahome condividono però il dolore della perdita della propria famiglia, esperienza che dona ad entrambi il coraggio di continuare a proteggere le persone amate.

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In “Fushigi Yuugi” avevamo a disposizione una gamma di nemici abbastanza ampia, dovuta innanzitutto alla fazione di Seiryu, a capo della quale vi si trovavano il carismatico Nakago e la livorosa Yui. Stavolta il nemico della sacerdotessa è qualcosa di più vario e imprecisato, anche perché i giochi di potere che prendono vita sul trono di Hokkan, ribaltano continuamente la situazione, impedendo di far comprendere alla ragazza chi sia il vero avversario da sconfiggere. Takiko si trova quindi a dover fronteggiare l’avanzare di due eserciti in guerra (Hokkan e Kuto), con l’unico scopo di salvare le vittime innocenti di questa situazione, ossia il popolo, gli innocenti, gli abitanti di un mondo sommerso dalla neve che teme l’incedere della sacerdotessa in quanto presagio di sfortuna e segno della fine dei giorni per il loro regno.
I guerrieri di Genbu possiedono una caratterizzazione perfetta e originale, che li contraddistingue da qualunque altro guerriero apparso precedentemente, sia per veste grafica che caratteriale. Nonostante l’ottima caratterizzazione dei guerrieri di Suzaku, due di loro erano stati lasciati leggermente in disparte, mentre per quanto riguarda le stelle di Genbu, la Watase riesce a dotare tutti di un solido background concedendogli quasi lo stesso spazio e rendendoli utili alla causa della sacerdotessa per tutto il corso della storia. Chi in un modo e chi in un altro, le sette stelle di Genbu aiutano la sacerdotessa durante il tortuoso cammino verso l’evocazione della sacra bestia, mostrando ad ogni pagina un’immensa fedeltà e altrettanta devozione. Takiko ricambia completamente questi sentimenti, e al contrario di Miaka che spesso e volentieri agiva in solitaria, ignorando addirittura gli avvertimenti delle sue stelle, Takiko presta attenzione ai loro consigli e alla loro volontà. Inoltre, al contrario che in “Fushigi Yuugi”, viene a mancare qualsiasi fastidioso triangolo amoroso. Per finire, “Fushigi Yuugi Special” ci risparmia le infinite ed irritanti scene di nudo o semi-nudo della protagonista, fin troppo presente nell’opera precedente.

Nonostante i giudizi in parte condizionati dal gusto personale, è evidente che Yuu Watase abbia compiuto con “Fushigi Yuugi Special” un salto di qualità artistico non indifferente, eliminando alcuni dei difetti che avevano accompagnato la sua prima opera lunga. Nonostante ciò, alcuni espedienti narrativi e certi cliché, non hanno abbandonato l’autrice, diventando quindi dei suoi veri e propri topoi più che dei difetti dovuti all’immaturità artistica. A tal proposito è utile menzionare la tendenza della Watase a creare personaggi crudelissimi che in punto di morte, grazie alla riscoperta di un’umanità seppellita dai sentimenti negativi, riescono a trovare il perdono dei protagonisti e forse anche dei lettori. La rappresentazione di un antagonista sfaccettato, che non è un vero e proprio cattivo ma molto più probabilmente un buono avvinto dagli eventi, non è di per sé un difetto, ma nei manga della Watase, e in particolare per quanto concerne un personaggio chiave di “Fushigi Yuugi Special”, risulta una soluzione inappropriata che vanifica quanto fatto e detto dall’inizio della storia. A causa di ciò, un obiettivo posto in essere dal principio, trova conclusione in modo fin troppo semplice e blando. Il manga tende a ripetere anche altre situazioni già viste in “Fushigi Yuugi”, quale l’allontanamento forzato della protagonista da parte dell’amato, situazione forse inevitabile ma comunque già sperimentata.

FushigiSpecial4A parte ciò, “Fushigi Yuugi Special” non presenta altri difetti e offre una narrazione avvincente, ricca di mistero e colpi di scena, mantenendo alta la suspance di numero in numero, fino al bellissimo finale. Seppur alla base della trama vi sia un canovaccio classico e ricorrente, l’esito di ogni situazione non è mai scontato, specie per chi conosce bene la Watase dei suoi manga più seri. Inevitabile chiedersi quale sarà il destino dei guerrieri di Genbu e della sacerdotessa, chiedersi chi e quando ci lascerà sapendo che accadrà inevitabilmente, domandarsi se l’amore di Takiko e Rimdo cambierà il loro destino, se la leggenda dello Shijintechisho sarà clemente o porterà i due amanti verso la separazione. Il manga segue una narrazione coerente e fedele a se stessa fino al finale ottimamente orchestrato. La Watase ha posto particolare attenzione su ogni personaggio, permettendo al lettore di affezionarsi facilmente alla coraggiosa eroina e ai suoi fidi combattenti, grazie alla loro umanità e simpatia. In tal senso è significativa la figura del piccolo Namame, silenzioso omino di pietra che senza parola e senza espressioni facciali assume il ruolo di personaggio più amabile, che trasmette forza ma anche dolcezza, bisogno di protezione ma anche desiderio di proteggere; non per nulla l’ideogramma “Bi” (壁) di cui si compone il suo nome, significa “muro”, inteso nel suo caso come protezione e riparo. Namame è un personaggio che pur con delle caratteristiche intrinseche che ne rendono la presenza poco evidente, riesce a trasmettere sin dalla sua prima apparizione una miriade di emozioni, positive ma anche tristi, che mettono alla luce la bravura della Watase nel riuscire a trasmettere tanto anche con un personaggio così piccolo e silenzioso. La saga di Genbu si presenta come più seria e incisiva rispetto al predecessore, con un umorismo meno demenziale e in quantità più contenute. Ciò è inevitabile dato il temperamento dei protagonisti di questa serie e i momenti divertenti finiscono per scomparire con l’avanzare delle vicende. L’atmosfera di quest’opera però è più calma e compassata, quindi una minore quantità di battute ben si associa al contesto.

Pur mantenendo in primo piano l’argomento amoroso, “Fushigi Yuugi Special” non manca di dedicarsi ad altri contenuti, difatti, oltre al classicissimo tema dell’amicizia, la storia s’incentra molto sui legami familiari quelli che uniscono Takiko a suo padre e i suoi guerrieri ad altre persone care.
Nel corso della sua avventura, Takiko non scopre solo l’amore, ma è testimone della miseria umana, del disagio dei poveri e di coloro che sono costretti a vivere nel silenzio di una dittatura crudele. Scopre il valore del sacrificio, seguendo una volontà che mai vacilla e un cuore puro come le nevi che avvolgono il paese di Hokkan. La sacerdotessa di Genbu, possiede tutte le caratteristiche dell’eroina shoujo, è quindi dolce, sensibile, umile, coraggiosa ma nel suo volto è possibile scorgere una forza e una fierezza di cui poche sue colleghe godono: Takiko ha la dignità e l’orgoglio di chi è conscio del proprio ruolo, di chi sa bene cosa vuole, con chi vuole stare e dove. Certo, anche lei affronta momenti di debolezza ma è proprio nel momento di massimo dolore che prende la decisione più importante, quella che condizionerà tutta la sua vita. Se molte eroine attingono la loro forza dall’amore del partner, Takiko riesce ad estrapolarla anche dal proprio dolore e dalla propria tristezza, trasformando i sentimenti negativi nella forza necessaria per proseguire il proprio cammino.

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Dal momento che la lavorazione di “Fushigi Yuugi Special" ha attraversato un lungo periodo di tempo, sono evidenti i miglioramenti stilistici della Watase, che partendo da un tratto non dissimile da quello visto in Ayashi no Ceres e in "Alice 19th", ma già ulteriormente evoluto, raggiunge infine il picco massimo della bellezza, così come ci è stato mostrato anche in “Sakuragari”. Il suo tratto prevede, come di consueto, corpi morbidi e sinuosi, visi rotondi per ragazze e bambini e più affusolati e lievemente spigolosi per gli uomini, le linee sono sicure ma armoniche e le tavole sono costruite in modo ordinato. Abbondano i primi piani che rendono evidente la vasta gamma di espressioni facciali di ogni personaggio, mentre le scene di lotta e azione sono sempre chiare e abbastanza dinamiche. Dato che l’azione si svolge spesso in ambienti esterni, la Watase non manca di curare gli sfondi quanto più possibile, realizzando paesaggi sempre diversi e allo stesso tempo, poiché i nostri eroi si spostano di paese in paese, l’autrice propone un’ampia e variegata collezione di abiti sempre curati, dettagliati e bellissimi. La caratterizzazione grafica dei personaggi è come al solito impeccabile nel suo genere, uomini e donne sono tutti particolarmente belli (anche un personaggio che dovrebbe avere il corpo consumato dalla malattia risulta più che gradevole alla vista). Pur nella sua semplicità, Takiko si rivela (almeno ai miei occhi ) come la più bella delle eroine Watasiane, grazie ai lunghi capelli scuri e un volto dolce e tenero. Indiscutibile anche la bellezza di Rimdo, pure nella “versione” Uruki. Non è particolarmente brillante l’impostazione grafica delle cover, un po’ sacrificata rispetto ad esempio alle bellissime sovraccopertine.
 
Grazie a Planet Manga la saga di Genbu approda anche nel nostro paese con il titolo di “Fushigi Yuugi Special”. Legata all’andazzo della serializzazione in patria, così come in Giappone, la pubblicazione italiana ha previsto tempi irregolari. L’edizione è purtroppo figlia del suo tempo e presenta quindi lettura all’occidentale, pecette in ogni dove ed è esente da pagine a colori. Mancano inoltre note e approfondimenti riguardo ai termini specifici presenti nella storia, ad esempio per ciò che concerne le costellazioni cinesi e il significato dei simboli dei guerrieri: un manga intriso di mitologia meritava maggiore cura dei suoi aspetti di background. Anche il prezzo è stato altalenante, passando da 4,30 € a 5,50, stesso dicasi per la qualità dell’albo, che ha alternato copertine morbide e volumi sfogliabili ad altri rigidi e impossibili da aprire. L’edizione è senza sovaccopertina e ci priva quindi delle splendide immagini che avvolgono la già citata e leggermente anonima cover.

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“Fushigi Yuugi Special” è un bel manga, una storia che non brilla per originalità, specie per chi ha già letto “Fushigi Yugi”, ma emoziona e commuove grazie a dei personaggi umani e ottimamente caratterizzati. Nel totale, la saga di Genbu si rivela più matura e meglio narrata della precedente, senza inutili lungaggini o momenti talmente sdolcinati da sfiorare il patetico; è una storia concreta, cruda e dolce in modo equilibrato, che non eccede in nessuno dei due fronti. Il mondo di Fushigi Yuugi è un universo magico e incantato che fa vivere ai suoi lettori quel sogno che un po’ tutti abbiamo avuto da bambini (e qualcuno forse ci spera ancora): giungere in un mondo al di là dell’immaginazione per diventarne gli eroi, i protagonisti della propria storia. In fondo, è questo quello che fanno le sacerdotesse dello Shijintechisho: diventano protagoniste della loro storia attraverso la miriade di sentimenti con cui si scontrano. Ed è la morte, ombra oscura sempre presente nell’universo dello Shijintechisho, che assume un ruolo fondamentale, perché come la Watase stessa afferma, le separazioni e gli addii fanno parte dell’esistenza di ognuno di noi e vivere con impegno è ciò che può dare valore ad ogni nostro giorno. Il messaggio finale di questa splendida storia è lasciato alle parole della canzone intonata da Takiko:

“La vita è breve
amiamoci fanciulla,
prima che i tuoi capelli ingrigiscano,
prima che la fiamma del tuo cuore si spenga.
Del domani
non v’è certezza.”


Dopo la conclusione di “Fushigi Yuugi Special” Yuu Watase ha affermato di voler ad ogni costo proseguire e ultimare i racconti dell’universo dei quattro dei, esprimendo il desiderio di dedicarsi al più presto alla creazione della leggenda di Byakko, così da completare quello che ha definito “il lavoro della vita”. Da fan della Watase, non posso fare altro che aspettare pazientemente, perché certamente la lunga attesa sarà ripagata da un’altra splendida, magica storia.



Titolo Prezzo Casa editrice
Fushigi Yugi Special  1 € 4.00 Panini Comics
Fushigi Yugi Special  2 € 4.00 Panini Comics
Fushigi Yugi Special  3 € 4.00 Panini Comics
Fushigi Yugi Special  4 € 4.00 Panini Comics
Fushigi Yugi Special  5 € 4.00 Panini Comics
Fushigi Yugi Special  6 € 4.30 Panini Comics
Fushigi Yugi Special  7 € 4.30 Panini Comics
Fushigi Yugi Special  8 € 4.30 Panini Comics
Fushigi Yugi Special  9 € 5.50 Panini Comics
Fushigi Yugi Special  10 € 5.50 Panini Comics
Fushigi Yugi Special  11 € 5.50 Panini Comics
Fushigi Yugi Special  12 € 5.50 Panini Comics