Nuovo appuntamento con la rubrica dedicata alle recensioni su anime e manga, realizzate degli utenti di AnimeClick.it.

Oggi appuntamento a tematica libera con gli anime GIRLS und PANZER, Gosick e Dansai Bunri no Crime Edge.

Ricordiamo che questa rubrica non vuole essere un modo per giudicare in maniera perentoria i titoli in esame, ma un semplice contesto in cui proporre delle analisi che forniscano, indipendentemente dal loro voto finale, spunti interessanti per la nascita di discussioni, si auspica, costruttive per l'utenza.


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Non condividendo l'ortodossia di madre e sorella nel praticare il Sensha-dō, la nobile arte femminile di combattimento a bordo di carri armati, la giovane e aristocratica Miho decide di allontanarsi dalla famiglia e di rintanarsi in una scuola che non la costringa a cimentarsi di nuovo nelle odiate battaglie campali, anche a costo di rinunciare alla sua radiosa carriera. Il destino però, come è facile prevedere, non permetterà che le sue mirabili doti tattico-strategiche vadano sprecate: il miraggio di un'esistenza pacifica si dissolve infatti quasi subito, quando le nuove compagne di liceo, ansiose di saggiare la propria abilità in questa blasonata disciplina, convincono la titubante protagonista a vestire ancora una volta la divisa scolastico-militare. Forte stavolta di un approccio più cameratesco e meno ligio al rispetto delle gerarchie, Miho, nei panni di comandante, si troverà pertanto a guidare la sgangherata truppa della scuola nel Campionato Nazionale di specialità.
Riuscirà il Liceo Oarai, abituale sparring partner delle scuole militarmente meglio preparate, a farsi finalmente valere?

Benché in apparenza piuttosto intrigante, non è nella trama - la classica storia del ragazzo prodigio che trasforma un gruppo di outsider in un team vincente, declinata ormai in tutte le salse - che si devono cercare i punti di forza di "Girls und Panzer": le premesse sono pretestuose e poco plausibili, e il finale non è difficile da immaginare. Ma, non appena lo sferragliare dei cingoli fa tremare il terreno e il frastuono dei colpi di artiglieria vibrare l'aria, la serie compie un balzo di qualità: sui campi di battaglia rifulgono le mirabolanti coreografie marziali dell'accoppiata panzer-moekko, azzardata quanto riuscita commistione di generi, e l'anime regala momenti di adrenalina pura, genuina esaltazione per gli amanti delle simulazioni di guerra.
Con una computer grafica straordinariamente dettagliata, in generale ben amalgamata coi disegni tradizionali, che si compiace nella celebrazione della tecnologia bellica, i cultori del fanservice militare troveranno infatti di che divertirsi: oltre a citazioni, a volte un po' estemporanee, di celebri generali e famosi episodi di guerra, nel mondo di "Girls und Panzer" si ammicca spesso allo spettatore con trovate a tema, a volte davvero simpatiche come il Panzer-Café.
Non che gli otaku appassionati di moe possano lamentarsi, intendiamoci: a discapito, ahimè, dell'approfondimento psicologico, che, eccezion fatta per le protagoniste, appare un po' trascurato, il gineceo è infatti talmente vasto da accontentare tutti i gusti, senza tuttavia mai cedere a tentazioni voyeuristiche.
Viene dato sufficiente spazio anche allo sviluppo di temi inflazionati come l'amicizia o la celebrazione del lavoro di squadra, ma, ad esser sinceri, a chi importa? Vedere ragazzine in sailor-fuku fregiate di mostrine e medaglie che si contendono a cannonate un'imperitura, e squisitamente femminile, gloria militare basta e avanza, il resto è puro contorno.

Travolto da un'imprevista, e difficilmente pronosticabile, popolarità - la prima messa in onda delle ultime puntate della serie ha subito infatti forti ritardi, pur di garantire una qualità confacente alle richieste del pubblico -, "Girls und Panzer", e questo lo possiamo dire a posteriori, ha centrato appieno i suoi obiettivi: creare un'opera sfiziosa e fracassona, l'equivalente di un blockbuster hollywoodiano, fruibile da una platea di bocca buona e non in cerca di sofisticherie, cavalcando l'onda di un inaspettato successo commerciale.
"Girls und Panzer" diverte, non annoia, non chiediamogli di più. Panzer vor!



7.0/10
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"Come nella biblioteca della torre, ci sono molti libri qui e molta conoscenza... Comunque, tu non sei qui".

Victorique è una ragazzina a dir poco misteriosa ed enigmatica, fragile come una bambola di ceramica, intelligente e ironica all'inverosimile, tagliente come un rasoio, diretta e aggressiva come un serpente a sonagli, annoiata in modo sistematico e perenne, apparentemente disinteressata a tutto e a tutti coloro che la circondano, a parte il fratello detective Grevil e il giovane studente straniero Kujo.
Tuttavia, il suo innato orgoglio le impedisce, almeno all'inizio, di dimostrare coi fatti il suo timido interesse per Kujo, che trasforma in un vero e proprio servo per i suoi quotidiani capricci. Kujo, dal canto suo, è da subito interessato alla bella "dama dorata", ma si presta controvoglia ai suoi capricci: dopotutto anche lui possiede un orgoglio non indifferente, proveniente dai geni della sua stirpe, da sempre al servizio dell'Impero Giapponese. Kujo è il terzogenito di una delle famiglie più vicine all'imperatore, tuttavia vive da sempre nell'ombra dei fratelli maggiori e dell'enorme reputazione del padre. La sua partenza per l'Europa spera possa servire a dimostrare alla sua famiglia che anche l'ultimo nato vale qualcosa, che è degno di portare quel cognome. Ma nel 1924 c'è ben poco da dimostrare in Europa, solo studiare e sperare un giorno di poter prendere parte a qualcosa che finirà sui libri di storia; forse solo così riuscirà a sentirsi degno della sua famiglia e a tornare a casa a testa alta. Non può certo immaginare che sarà proprio l'incontro con Victorique ad aiutarlo in questa impresa.
La ragazzina-detective ha talento. La "fonte della saggezza", che non manca mai di citare, ma che non specifica mai di cosa si tratti realmente, le consente, davanti a ogni intricato caso, di riordinare tutti i "frammenti di caos" e di giungere velocemente a una sicura soluzione. Il fratello Grevil, detective di mestiere, non esita a utilizzare l'enorme talento di Victorique per la sua carriera, che brilla quindi di luce riflessa. Ma entrambi hanno molto da risolvere nella propria vita privata e molto da nascondere del proprio passato, per il quale forse la sola fonte di saggezza non è sufficiente come rimedio.

Tutta la prima parte della storia sarà dedicata ai due neo-compagni di classe, con una Victorique presuntuosa e diva, e un Kujo servile e perennemente affannato. Nonostante però il rapporto impari, Victorique si affeziona a Kujo in modo morboso, diventa ben presto il suo punto di riferimento, anche se all'apparenza potrebbe sembrare più che altro un giocattolo nelle sue mani. Kujo si accorge quasi subito che Victorique porta una profonda tristezza in fondo al cuore, e sicuramente è per questa ragione che non si ribella mai seriamente alle sue manie e alle sue piccole violenze quotidiane.
Infatti, nella seconda parte della serie i giochi cominciano a farsi più duri, la trama vira improvvisamente in una direzione meno scanzonata e più cupa, e gli autori scoprono poco alla volta l'oscuro passato della bella dama, incrociandolo con il futuro altrettanto crudele che l'aspetta. I viaggi dentro gli enigmi da risolvere si fanno via via meno frequenti, fino a quando la situazione precipita e Kujo dovrà rendersi conto che il rebus più importante riguarda la loro stessa vita.
Le prove da affrontare diventeranno dunque quasi insormontabili, il destino riserverà loro degli ostacoli dalla portata un po' troppo pesante per dei ragazzini, ma tutto questo servirà a mettere alla prova la loro caparbietà e il loro rapporto affettivo. Riusciranno la lucida freddezza di Victorique e l'inossidabile determinazione di Kujo a riservar loro il futuro che meritano?

Stilisticamente parlando, "Gosick" è una piccola perla, sicuramente uno dei lavori più sottovalutati del 2011. La luminosità, i colori, i fondali e le splendide scenografie, che arrivano addirittura a stridere un pochino con le bizzarre espressioni tipicamente manga, rendono l'opera decisamente affascinante e gradevole, forse anche più di quanto una sceneggiatura non priva di difetti ed eccessi riuscirebbe a rendere. La storia in sé è abbastanza originale e sufficientemente interessante, ma subisce a mio parere il classico trattamento finale di frettolosità che non rende giustizia al lavoro complessivo, quella fretta di concludere una storia che si ritrova troppo spesso negli anime degli anni 2000.
I personaggi principali, ovvero la stramba coppia di studenti, sono caratterizzati al meglio, mentre quelli secondari, seppur molto importanti, non lo sono altrettanto. Buoni i dialoghi e il montaggio, la trama scorre fluida complessivamente fino agli ultimi tre episodi, quando oramai la tensione è a mille e gli autori si accorgono probabilmente che il loro spazio a disposizione si sta esaurendo, pur avendo ancora molto da descrivere in immagini video. Ma alla fine in qualche modo ci riescono: nonostante l'acceleratore premuto, il risultato finale non ne risente particolarmente.

E anche per questa opera, tutto sommato, il lato emotivo è quello più tartassato dagli autori, per cui si fa fatica a riconoscere eventuali difetti, se non a mente fredda. "Gosick" parte lento e continua altrettanto nei primi episodi, è il classico anime che ha bisogno di essere visionato fino a metà serie prima di accorgersi di volerlo continuare e finire, non prima. Pur essendo parecchio simpatici i protagonisti, il tema è forse un po' troppo retrò per interessare il giovane pubblico, esattamente come le ambientazioni, ma la trama si fa intrigante abbastanza in fretta, sufficientemente per farci affezionare alla storia. La "pucciosità" di Victorique, poi, è un'altra di quelle caratteristiche che ne rendono la visione decisamente piacevole.
Ma la punta di diamante di "Gosick" è a mio parere l'imponente colonna sonora, un'OST davvero sorprendente, tanto nei temi centrali, quanto nell'opening e nelle due ending. L'opening, "Destin Histoire", è a mio parere in assoluto la più bella, adatta e convincente degli anni 2000, interpretata con voce accattivante dalla modella e cantante giapponese Lisa. Le due ending sono meravigliose, soprattutto la seconda, "Unity", una delle più belle di sempre. E' quindi facile accostare "Gosick" alle splendide sigle che l'accompagnano, soprattutto a distanza di tempo, poiché in mente ti rimangono quasi più queste che la comunque tenera, non stereotipata e intelligente love story.



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Haimura Kiri ha un'ossessione sfrenata per i capelli; gli piace toccarli, accarezzarli, annusarli, ma soprattutto adora l'idea di tagliarli e vederli cadere inermi ai suoi piedi. Come un'assassino che tagliuzza la sua vittima fino ad ammazzarla, così lui uccide l'anima di ogni capello con la sua forbice da barbiere. Il suo fetish lo conduce alle porte della casa della Regina dei Capelli, Mushanokōji Iwai, della quale si innamora a prima vista: ai suoi occhi appare come una dea dei capelli, una musa, la persona che può soddisfare appieno la sua tricofilia. I lunghi e corvini capelli di Iwai sono maledetti e legato alla ragazza c'è un destino ancora più doloroso: chi riesce ad uccidere la Regina dei Capelli potrà trovare la realizzazione del proprio desiderio. Alla ricerca di una libertà dagli impulsi, i discendenti di grandi killer del passato si riuniscono attorno alla sua figura, con le armi tramandate loro dall'antenato criminale, per tentare di eliminare per sempre la ragione della loro rovina. Ogni Autore possiede un Killing Goods, l'oggetto carico dell'odio e della sete di sangue di un'altra epoca; esso strega il suo possessore fino a ridurlo ad un cumulo di istinti omicidi e di bisogni primordiali, che spesso sfoga sull'Instead, l'unica persona capace di calmarne il desiderio. Kiri trova la sua controparte proprio in Iwai e a lei si lega sempre più, fino ad innamorarsene, bramando la forza di proteggerla dal suo fato mortifero, al punto da accettare di piegarsi alla volontà del suo passato che gli violenta l'animo. Fra combattimenti, misteri, organizzazioni segrete, capelli fluenti, notti stellate, fruste, coltelli, forbici, siringhe, ferite, graffi, tagli, cadaveri, "Dansai Bunri no Crime Edge" si interseca e districa, coinvolgendo emotivamente lo spettatore, fino alla fine di questa prima serie, che lascia tutto da risolvere.
"Non importa quanto dolorosa e spinosa potrà essere la mia strada, posso prendere la decisione giusta se sono insieme a te": così è scritto nella lyric dell'opening cantata da Aimi. Questo verso esprime pienamente il voto che Kiri compie nei riguardi della sua musa, giurando a se stesso di non abbandonarla, di proteggerla, di esserle di supporto, firmando col sangue la sua condanna. Il bisogno di essere "qualcuno" e non una persona come le altre tormenta Kiri a tal punto da lasciarlo cedere alle tentazioni e frustrarlo nell'animo; sebbene non si senta diverso dagli altri, deve esserlo, perché nel rappresentare la specialità lui può trovare la salvezza di Iwai. Questa tensione emotiva legata al suo personaggio lo rende più umano di quanto si possa credere di un assassino con una forbice da barbiere dalla lama giustiziatrice. La stessa Iwai, nella sua veste di Regina dei Capelli, è fin troppo fanciullesca e umana delle coetanee. La volontà più grande che ha è di essere accettata nonostante l'apparenza inganni e la faccia apparire come un mostro; come tutte le ragazzine della sua età vorrebbe innamorarsi, avere una famiglia calorosa, uscire, divertirsi, giocare, frequentare la scuola tranquillamente. In Kiri lei intravede la chiave di volta, la liberazione da quel presente di solitudine che l'aveva rinchiusa dietro le vetrate di casa sua, negandole amicizia, amore, affetto.
Il comparto dei personaggi secondari non è di minor spessore. Ogni Autore nasconde un triste passato o un trauma, che lo ha spinto ad essere quello che oggi è e che lo rende particolare e differente dagli altri. Profili di killer seriali si susseguono, incrinando la convinzione che la causa di tanta rabbia e odio possa essere qualcosa di grave, anzi presentando solitamente motivazioni banali che schiavizzano un uomo preda delle emozioni incontrollabili. La mente umana è così labile che una minima stortura può danneggiarla irrimediabilmente.
Il character design di "Crime Edge" è morbido, accattivante, adeguato alla serie. Il tratto infatile del viso dei personaggi rispecchia l'intento di non rendere troppo seriosa la visione; un chara più shonen/seinen avrebbe reso troppo pesante la visione, che tolte le censure a sangue & affini, è un po' pesantella. Un fastidio per le donne potrà essere il seno sballonzolante di Witchy, ma per il resto è tutto sopportabile. E parlando di seni, mutandine e scene erotiche (non esplicite), il fanservice nell'anime è molto marcato. Inizialmente questo uso forzato di pathos erotico si poteva spiegare con la presenza di personaggi assassini o maniaci; per i serial killer, infatti, è difficile trattenersi dal provare sfrenata libido o pulsione sessuale nei confronti della proprio vittima. Per esempio, vedere Kiri che lecca Iwai o le sniffa i capelli assatanato, rientra pienamente nella caratterizzazione dell'assassino che gli compete; come pure l'eccitazione di Byōinzaka che buca la sorella è naturale per un profilo come il suo. I sospiri, l'ansimazione, la bava, il leccare, il rossore, potrebbero trovare la propria risoluzione proprio in questa scelta. Tuttavia, con lo scorrere delle puntate, il fanservice è sbucato anche nelle scene normali, quelle in cui Iwai si cambiava o si faceva il bagno, inquadrando le mutandine o facendola comportare come una protagonista di un pedo-porno. Data la presenza di fanservice già a sfondo di trama, forse ci si poteva risparmiare anche di accentuarlo all'interno di scene classiche. Poiché è presente l'utilizzo della censura sul colore del sangue e nelle scene troppo cruente delle battaglie, non ci si capacita poi molto di come dell'erotismo così gratuito dovrebbe fare meno scalpore di qualche goccia di sangue di troppo!
Concludendo, probabilmente alcune scelte narrative potevano essere gestite meglio, ma tutto sommato "Crime Edge" è una serie sufficiente, che sa interessare. La trama è originale e l'azione non manca, la caratterizzazione dei personaggi pure è buona. In ogni caso non è sempre stata una serie impeccabile, perciò penso che il 6 sia un voto adeguato, con la speranza di vederlo trasformato in qualcosa di più nella prossima serie.