Nuovo appuntamento con la rubrica dedicata alle recensioni su anime e manga, realizzate degli utenti di AnimeClick.it.
Oggi appuntamento a tematica libera con gli anime GIRLS und PANZER, Gosick e Dansai Bunri no Crime Edge.
Ricordiamo che questa rubrica non vuole essere un modo per giudicare in maniera perentoria i titoli in esame, ma un semplice contesto in cui proporre delle analisi che forniscano, indipendentemente dal loro voto finale, spunti interessanti per la nascita di discussioni, si auspica, costruttive per l'utenza.
Per saperne di più continuate a leggere.
Oggi appuntamento a tematica libera con gli anime GIRLS und PANZER, Gosick e Dansai Bunri no Crime Edge.
Ricordiamo che questa rubrica non vuole essere un modo per giudicare in maniera perentoria i titoli in esame, ma un semplice contesto in cui proporre delle analisi che forniscano, indipendentemente dal loro voto finale, spunti interessanti per la nascita di discussioni, si auspica, costruttive per l'utenza.
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GIRLS und PANZER
8.0/10
Recensione di grandebonzo
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Non condividendo l'ortodossia di madre e sorella nel praticare il Sensha-dō, la nobile arte femminile di combattimento a bordo di carri armati, la giovane e aristocratica Miho decide di allontanarsi dalla famiglia e di rintanarsi in una scuola che non la costringa a cimentarsi di nuovo nelle odiate battaglie campali, anche a costo di rinunciare alla sua radiosa carriera. Il destino però, come è facile prevedere, non permetterà che le sue mirabili doti tattico-strategiche vadano sprecate: il miraggio di un'esistenza pacifica si dissolve infatti quasi subito, quando le nuove compagne di liceo, ansiose di saggiare la propria abilità in questa blasonata disciplina, convincono la titubante protagonista a vestire ancora una volta la divisa scolastico-militare. Forte stavolta di un approccio più cameratesco e meno ligio al rispetto delle gerarchie, Miho, nei panni di comandante, si troverà pertanto a guidare la sgangherata truppa della scuola nel Campionato Nazionale di specialità.
Riuscirà il Liceo Oarai, abituale sparring partner delle scuole militarmente meglio preparate, a farsi finalmente valere?
Benché in apparenza piuttosto intrigante, non è nella trama - la classica storia del ragazzo prodigio che trasforma un gruppo di outsider in un team vincente, declinata ormai in tutte le salse - che si devono cercare i punti di forza di "Girls und Panzer": le premesse sono pretestuose e poco plausibili, e il finale non è difficile da immaginare. Ma, non appena lo sferragliare dei cingoli fa tremare il terreno e il frastuono dei colpi di artiglieria vibrare l'aria, la serie compie un balzo di qualità: sui campi di battaglia rifulgono le mirabolanti coreografie marziali dell'accoppiata panzer-moekko, azzardata quanto riuscita commistione di generi, e l'anime regala momenti di adrenalina pura, genuina esaltazione per gli amanti delle simulazioni di guerra.
Con una computer grafica straordinariamente dettagliata, in generale ben amalgamata coi disegni tradizionali, che si compiace nella celebrazione della tecnologia bellica, i cultori del fanservice militare troveranno infatti di che divertirsi: oltre a citazioni, a volte un po' estemporanee, di celebri generali e famosi episodi di guerra, nel mondo di "Girls und Panzer" si ammicca spesso allo spettatore con trovate a tema, a volte davvero simpatiche come il Panzer-Café.
Non che gli otaku appassionati di moe possano lamentarsi, intendiamoci: a discapito, ahimè, dell'approfondimento psicologico, che, eccezion fatta per le protagoniste, appare un po' trascurato, il gineceo è infatti talmente vasto da accontentare tutti i gusti, senza tuttavia mai cedere a tentazioni voyeuristiche.
Viene dato sufficiente spazio anche allo sviluppo di temi inflazionati come l'amicizia o la celebrazione del lavoro di squadra, ma, ad esser sinceri, a chi importa? Vedere ragazzine in sailor-fuku fregiate di mostrine e medaglie che si contendono a cannonate un'imperitura, e squisitamente femminile, gloria militare basta e avanza, il resto è puro contorno.
Travolto da un'imprevista, e difficilmente pronosticabile, popolarità - la prima messa in onda delle ultime puntate della serie ha subito infatti forti ritardi, pur di garantire una qualità confacente alle richieste del pubblico -, "Girls und Panzer", e questo lo possiamo dire a posteriori, ha centrato appieno i suoi obiettivi: creare un'opera sfiziosa e fracassona, l'equivalente di un blockbuster hollywoodiano, fruibile da una platea di bocca buona e non in cerca di sofisticherie, cavalcando l'onda di un inaspettato successo commerciale.
"Girls und Panzer" diverte, non annoia, non chiediamogli di più. Panzer vor!
Riuscirà il Liceo Oarai, abituale sparring partner delle scuole militarmente meglio preparate, a farsi finalmente valere?
Benché in apparenza piuttosto intrigante, non è nella trama - la classica storia del ragazzo prodigio che trasforma un gruppo di outsider in un team vincente, declinata ormai in tutte le salse - che si devono cercare i punti di forza di "Girls und Panzer": le premesse sono pretestuose e poco plausibili, e il finale non è difficile da immaginare. Ma, non appena lo sferragliare dei cingoli fa tremare il terreno e il frastuono dei colpi di artiglieria vibrare l'aria, la serie compie un balzo di qualità: sui campi di battaglia rifulgono le mirabolanti coreografie marziali dell'accoppiata panzer-moekko, azzardata quanto riuscita commistione di generi, e l'anime regala momenti di adrenalina pura, genuina esaltazione per gli amanti delle simulazioni di guerra.
Con una computer grafica straordinariamente dettagliata, in generale ben amalgamata coi disegni tradizionali, che si compiace nella celebrazione della tecnologia bellica, i cultori del fanservice militare troveranno infatti di che divertirsi: oltre a citazioni, a volte un po' estemporanee, di celebri generali e famosi episodi di guerra, nel mondo di "Girls und Panzer" si ammicca spesso allo spettatore con trovate a tema, a volte davvero simpatiche come il Panzer-Café.
Non che gli otaku appassionati di moe possano lamentarsi, intendiamoci: a discapito, ahimè, dell'approfondimento psicologico, che, eccezion fatta per le protagoniste, appare un po' trascurato, il gineceo è infatti talmente vasto da accontentare tutti i gusti, senza tuttavia mai cedere a tentazioni voyeuristiche.
Viene dato sufficiente spazio anche allo sviluppo di temi inflazionati come l'amicizia o la celebrazione del lavoro di squadra, ma, ad esser sinceri, a chi importa? Vedere ragazzine in sailor-fuku fregiate di mostrine e medaglie che si contendono a cannonate un'imperitura, e squisitamente femminile, gloria militare basta e avanza, il resto è puro contorno.
Travolto da un'imprevista, e difficilmente pronosticabile, popolarità - la prima messa in onda delle ultime puntate della serie ha subito infatti forti ritardi, pur di garantire una qualità confacente alle richieste del pubblico -, "Girls und Panzer", e questo lo possiamo dire a posteriori, ha centrato appieno i suoi obiettivi: creare un'opera sfiziosa e fracassona, l'equivalente di un blockbuster hollywoodiano, fruibile da una platea di bocca buona e non in cerca di sofisticherie, cavalcando l'onda di un inaspettato successo commerciale.
"Girls und Panzer" diverte, non annoia, non chiediamogli di più. Panzer vor!
Gosick
7.0/10
"Come nella biblioteca della torre, ci sono molti libri qui e molta conoscenza... Comunque, tu non sei qui".
Victorique è una ragazzina a dir poco misteriosa ed enigmatica, fragile come una bambola di ceramica, intelligente e ironica all'inverosimile, tagliente come un rasoio, diretta e aggressiva come un serpente a sonagli, annoiata in modo sistematico e perenne, apparentemente disinteressata a tutto e a tutti coloro che la circondano, a parte il fratello detective Grevil e il giovane studente straniero Kujo.
Tuttavia, il suo innato orgoglio le impedisce, almeno all'inizio, di dimostrare coi fatti il suo timido interesse per Kujo, che trasforma in un vero e proprio servo per i suoi quotidiani capricci. Kujo, dal canto suo, è da subito interessato alla bella "dama dorata", ma si presta controvoglia ai suoi capricci: dopotutto anche lui possiede un orgoglio non indifferente, proveniente dai geni della sua stirpe, da sempre al servizio dell'Impero Giapponese. Kujo è il terzogenito di una delle famiglie più vicine all'imperatore, tuttavia vive da sempre nell'ombra dei fratelli maggiori e dell'enorme reputazione del padre. La sua partenza per l'Europa spera possa servire a dimostrare alla sua famiglia che anche l'ultimo nato vale qualcosa, che è degno di portare quel cognome. Ma nel 1924 c'è ben poco da dimostrare in Europa, solo studiare e sperare un giorno di poter prendere parte a qualcosa che finirà sui libri di storia; forse solo così riuscirà a sentirsi degno della sua famiglia e a tornare a casa a testa alta. Non può certo immaginare che sarà proprio l'incontro con Victorique ad aiutarlo in questa impresa.
La ragazzina-detective ha talento. La "fonte della saggezza", che non manca mai di citare, ma che non specifica mai di cosa si tratti realmente, le consente, davanti a ogni intricato caso, di riordinare tutti i "frammenti di caos" e di giungere velocemente a una sicura soluzione. Il fratello Grevil, detective di mestiere, non esita a utilizzare l'enorme talento di Victorique per la sua carriera, che brilla quindi di luce riflessa. Ma entrambi hanno molto da risolvere nella propria vita privata e molto da nascondere del proprio passato, per il quale forse la sola fonte di saggezza non è sufficiente come rimedio.
Tutta la prima parte della storia sarà dedicata ai due neo-compagni di classe, con una Victorique presuntuosa e diva, e un Kujo servile e perennemente affannato. Nonostante però il rapporto impari, Victorique si affeziona a Kujo in modo morboso, diventa ben presto il suo punto di riferimento, anche se all'apparenza potrebbe sembrare più che altro un giocattolo nelle sue mani. Kujo si accorge quasi subito che Victorique porta una profonda tristezza in fondo al cuore, e sicuramente è per questa ragione che non si ribella mai seriamente alle sue manie e alle sue piccole violenze quotidiane.
Infatti, nella seconda parte della serie i giochi cominciano a farsi più duri, la trama vira improvvisamente in una direzione meno scanzonata e più cupa, e gli autori scoprono poco alla volta l'oscuro passato della bella dama, incrociandolo con il futuro altrettanto crudele che l'aspetta. I viaggi dentro gli enigmi da risolvere si fanno via via meno frequenti, fino a quando la situazione precipita e Kujo dovrà rendersi conto che il rebus più importante riguarda la loro stessa vita.
Le prove da affrontare diventeranno dunque quasi insormontabili, il destino riserverà loro degli ostacoli dalla portata un po' troppo pesante per dei ragazzini, ma tutto questo servirà a mettere alla prova la loro caparbietà e il loro rapporto affettivo. Riusciranno la lucida freddezza di Victorique e l'inossidabile determinazione di Kujo a riservar loro il futuro che meritano?
Stilisticamente parlando, "Gosick" è una piccola perla, sicuramente uno dei lavori più sottovalutati del 2011. La luminosità, i colori, i fondali e le splendide scenografie, che arrivano addirittura a stridere un pochino con le bizzarre espressioni tipicamente manga, rendono l'opera decisamente affascinante e gradevole, forse anche più di quanto una sceneggiatura non priva di difetti ed eccessi riuscirebbe a rendere. La storia in sé è abbastanza originale e sufficientemente interessante, ma subisce a mio parere il classico trattamento finale di frettolosità che non rende giustizia al lavoro complessivo, quella fretta di concludere una storia che si ritrova troppo spesso negli anime degli anni 2000.
I personaggi principali, ovvero la stramba coppia di studenti, sono caratterizzati al meglio, mentre quelli secondari, seppur molto importanti, non lo sono altrettanto. Buoni i dialoghi e il montaggio, la trama scorre fluida complessivamente fino agli ultimi tre episodi, quando oramai la tensione è a mille e gli autori si accorgono probabilmente che il loro spazio a disposizione si sta esaurendo, pur avendo ancora molto da descrivere in immagini video. Ma alla fine in qualche modo ci riescono: nonostante l'acceleratore premuto, il risultato finale non ne risente particolarmente.
E anche per questa opera, tutto sommato, il lato emotivo è quello più tartassato dagli autori, per cui si fa fatica a riconoscere eventuali difetti, se non a mente fredda. "Gosick" parte lento e continua altrettanto nei primi episodi, è il classico anime che ha bisogno di essere visionato fino a metà serie prima di accorgersi di volerlo continuare e finire, non prima. Pur essendo parecchio simpatici i protagonisti, il tema è forse un po' troppo retrò per interessare il giovane pubblico, esattamente come le ambientazioni, ma la trama si fa intrigante abbastanza in fretta, sufficientemente per farci affezionare alla storia. La "pucciosità" di Victorique, poi, è un'altra di quelle caratteristiche che ne rendono la visione decisamente piacevole.
Ma la punta di diamante di "Gosick" è a mio parere l'imponente colonna sonora, un'OST davvero sorprendente, tanto nei temi centrali, quanto nell'opening e nelle due ending. L'opening, "Destin Histoire", è a mio parere in assoluto la più bella, adatta e convincente degli anni 2000, interpretata con voce accattivante dalla modella e cantante giapponese Lisa. Le due ending sono meravigliose, soprattutto la seconda, "Unity", una delle più belle di sempre. E' quindi facile accostare "Gosick" alle splendide sigle che l'accompagnano, soprattutto a distanza di tempo, poiché in mente ti rimangono quasi più queste che la comunque tenera, non stereotipata e intelligente love story.
Victorique è una ragazzina a dir poco misteriosa ed enigmatica, fragile come una bambola di ceramica, intelligente e ironica all'inverosimile, tagliente come un rasoio, diretta e aggressiva come un serpente a sonagli, annoiata in modo sistematico e perenne, apparentemente disinteressata a tutto e a tutti coloro che la circondano, a parte il fratello detective Grevil e il giovane studente straniero Kujo.
Tuttavia, il suo innato orgoglio le impedisce, almeno all'inizio, di dimostrare coi fatti il suo timido interesse per Kujo, che trasforma in un vero e proprio servo per i suoi quotidiani capricci. Kujo, dal canto suo, è da subito interessato alla bella "dama dorata", ma si presta controvoglia ai suoi capricci: dopotutto anche lui possiede un orgoglio non indifferente, proveniente dai geni della sua stirpe, da sempre al servizio dell'Impero Giapponese. Kujo è il terzogenito di una delle famiglie più vicine all'imperatore, tuttavia vive da sempre nell'ombra dei fratelli maggiori e dell'enorme reputazione del padre. La sua partenza per l'Europa spera possa servire a dimostrare alla sua famiglia che anche l'ultimo nato vale qualcosa, che è degno di portare quel cognome. Ma nel 1924 c'è ben poco da dimostrare in Europa, solo studiare e sperare un giorno di poter prendere parte a qualcosa che finirà sui libri di storia; forse solo così riuscirà a sentirsi degno della sua famiglia e a tornare a casa a testa alta. Non può certo immaginare che sarà proprio l'incontro con Victorique ad aiutarlo in questa impresa.
La ragazzina-detective ha talento. La "fonte della saggezza", che non manca mai di citare, ma che non specifica mai di cosa si tratti realmente, le consente, davanti a ogni intricato caso, di riordinare tutti i "frammenti di caos" e di giungere velocemente a una sicura soluzione. Il fratello Grevil, detective di mestiere, non esita a utilizzare l'enorme talento di Victorique per la sua carriera, che brilla quindi di luce riflessa. Ma entrambi hanno molto da risolvere nella propria vita privata e molto da nascondere del proprio passato, per il quale forse la sola fonte di saggezza non è sufficiente come rimedio.
Tutta la prima parte della storia sarà dedicata ai due neo-compagni di classe, con una Victorique presuntuosa e diva, e un Kujo servile e perennemente affannato. Nonostante però il rapporto impari, Victorique si affeziona a Kujo in modo morboso, diventa ben presto il suo punto di riferimento, anche se all'apparenza potrebbe sembrare più che altro un giocattolo nelle sue mani. Kujo si accorge quasi subito che Victorique porta una profonda tristezza in fondo al cuore, e sicuramente è per questa ragione che non si ribella mai seriamente alle sue manie e alle sue piccole violenze quotidiane.
Infatti, nella seconda parte della serie i giochi cominciano a farsi più duri, la trama vira improvvisamente in una direzione meno scanzonata e più cupa, e gli autori scoprono poco alla volta l'oscuro passato della bella dama, incrociandolo con il futuro altrettanto crudele che l'aspetta. I viaggi dentro gli enigmi da risolvere si fanno via via meno frequenti, fino a quando la situazione precipita e Kujo dovrà rendersi conto che il rebus più importante riguarda la loro stessa vita.
Le prove da affrontare diventeranno dunque quasi insormontabili, il destino riserverà loro degli ostacoli dalla portata un po' troppo pesante per dei ragazzini, ma tutto questo servirà a mettere alla prova la loro caparbietà e il loro rapporto affettivo. Riusciranno la lucida freddezza di Victorique e l'inossidabile determinazione di Kujo a riservar loro il futuro che meritano?
Stilisticamente parlando, "Gosick" è una piccola perla, sicuramente uno dei lavori più sottovalutati del 2011. La luminosità, i colori, i fondali e le splendide scenografie, che arrivano addirittura a stridere un pochino con le bizzarre espressioni tipicamente manga, rendono l'opera decisamente affascinante e gradevole, forse anche più di quanto una sceneggiatura non priva di difetti ed eccessi riuscirebbe a rendere. La storia in sé è abbastanza originale e sufficientemente interessante, ma subisce a mio parere il classico trattamento finale di frettolosità che non rende giustizia al lavoro complessivo, quella fretta di concludere una storia che si ritrova troppo spesso negli anime degli anni 2000.
I personaggi principali, ovvero la stramba coppia di studenti, sono caratterizzati al meglio, mentre quelli secondari, seppur molto importanti, non lo sono altrettanto. Buoni i dialoghi e il montaggio, la trama scorre fluida complessivamente fino agli ultimi tre episodi, quando oramai la tensione è a mille e gli autori si accorgono probabilmente che il loro spazio a disposizione si sta esaurendo, pur avendo ancora molto da descrivere in immagini video. Ma alla fine in qualche modo ci riescono: nonostante l'acceleratore premuto, il risultato finale non ne risente particolarmente.
E anche per questa opera, tutto sommato, il lato emotivo è quello più tartassato dagli autori, per cui si fa fatica a riconoscere eventuali difetti, se non a mente fredda. "Gosick" parte lento e continua altrettanto nei primi episodi, è il classico anime che ha bisogno di essere visionato fino a metà serie prima di accorgersi di volerlo continuare e finire, non prima. Pur essendo parecchio simpatici i protagonisti, il tema è forse un po' troppo retrò per interessare il giovane pubblico, esattamente come le ambientazioni, ma la trama si fa intrigante abbastanza in fretta, sufficientemente per farci affezionare alla storia. La "pucciosità" di Victorique, poi, è un'altra di quelle caratteristiche che ne rendono la visione decisamente piacevole.
Ma la punta di diamante di "Gosick" è a mio parere l'imponente colonna sonora, un'OST davvero sorprendente, tanto nei temi centrali, quanto nell'opening e nelle due ending. L'opening, "Destin Histoire", è a mio parere in assoluto la più bella, adatta e convincente degli anni 2000, interpretata con voce accattivante dalla modella e cantante giapponese Lisa. Le due ending sono meravigliose, soprattutto la seconda, "Unity", una delle più belle di sempre. E' quindi facile accostare "Gosick" alle splendide sigle che l'accompagnano, soprattutto a distanza di tempo, poiché in mente ti rimangono quasi più queste che la comunque tenera, non stereotipata e intelligente love story.
Dansai Bunri no Crime Edge
6.0/10
Haimura Kiri ha un'ossessione sfrenata per i capelli; gli piace toccarli, accarezzarli, annusarli, ma soprattutto adora l'idea di tagliarli e vederli cadere inermi ai suoi piedi. Come un'assassino che tagliuzza la sua vittima fino ad ammazzarla, così lui uccide l'anima di ogni capello con la sua forbice da barbiere. Il suo fetish lo conduce alle porte della casa della Regina dei Capelli, Mushanokōji Iwai, della quale si innamora a prima vista: ai suoi occhi appare come una dea dei capelli, una musa, la persona che può soddisfare appieno la sua tricofilia. I lunghi e corvini capelli di Iwai sono maledetti e legato alla ragazza c'è un destino ancora più doloroso: chi riesce ad uccidere la Regina dei Capelli potrà trovare la realizzazione del proprio desiderio. Alla ricerca di una libertà dagli impulsi, i discendenti di grandi killer del passato si riuniscono attorno alla sua figura, con le armi tramandate loro dall'antenato criminale, per tentare di eliminare per sempre la ragione della loro rovina. Ogni Autore possiede un Killing Goods, l'oggetto carico dell'odio e della sete di sangue di un'altra epoca; esso strega il suo possessore fino a ridurlo ad un cumulo di istinti omicidi e di bisogni primordiali, che spesso sfoga sull'Instead, l'unica persona capace di calmarne il desiderio. Kiri trova la sua controparte proprio in Iwai e a lei si lega sempre più, fino ad innamorarsene, bramando la forza di proteggerla dal suo fato mortifero, al punto da accettare di piegarsi alla volontà del suo passato che gli violenta l'animo. Fra combattimenti, misteri, organizzazioni segrete, capelli fluenti, notti stellate, fruste, coltelli, forbici, siringhe, ferite, graffi, tagli, cadaveri, "Dansai Bunri no Crime Edge" si interseca e districa, coinvolgendo emotivamente lo spettatore, fino alla fine di questa prima serie, che lascia tutto da risolvere.
"Non importa quanto dolorosa e spinosa potrà essere la mia strada, posso prendere la decisione giusta se sono insieme a te": così è scritto nella lyric dell'opening cantata da Aimi. Questo verso esprime pienamente il voto che Kiri compie nei riguardi della sua musa, giurando a se stesso di non abbandonarla, di proteggerla, di esserle di supporto, firmando col sangue la sua condanna. Il bisogno di essere "qualcuno" e non una persona come le altre tormenta Kiri a tal punto da lasciarlo cedere alle tentazioni e frustrarlo nell'animo; sebbene non si senta diverso dagli altri, deve esserlo, perché nel rappresentare la specialità lui può trovare la salvezza di Iwai. Questa tensione emotiva legata al suo personaggio lo rende più umano di quanto si possa credere di un assassino con una forbice da barbiere dalla lama giustiziatrice. La stessa Iwai, nella sua veste di Regina dei Capelli, è fin troppo fanciullesca e umana delle coetanee. La volontà più grande che ha è di essere accettata nonostante l'apparenza inganni e la faccia apparire come un mostro; come tutte le ragazzine della sua età vorrebbe innamorarsi, avere una famiglia calorosa, uscire, divertirsi, giocare, frequentare la scuola tranquillamente. In Kiri lei intravede la chiave di volta, la liberazione da quel presente di solitudine che l'aveva rinchiusa dietro le vetrate di casa sua, negandole amicizia, amore, affetto.
Il comparto dei personaggi secondari non è di minor spessore. Ogni Autore nasconde un triste passato o un trauma, che lo ha spinto ad essere quello che oggi è e che lo rende particolare e differente dagli altri. Profili di killer seriali si susseguono, incrinando la convinzione che la causa di tanta rabbia e odio possa essere qualcosa di grave, anzi presentando solitamente motivazioni banali che schiavizzano un uomo preda delle emozioni incontrollabili. La mente umana è così labile che una minima stortura può danneggiarla irrimediabilmente.
Il character design di "Crime Edge" è morbido, accattivante, adeguato alla serie. Il tratto infatile del viso dei personaggi rispecchia l'intento di non rendere troppo seriosa la visione; un chara più shonen/seinen avrebbe reso troppo pesante la visione, che tolte le censure a sangue & affini, è un po' pesantella. Un fastidio per le donne potrà essere il seno sballonzolante di Witchy, ma per il resto è tutto sopportabile. E parlando di seni, mutandine e scene erotiche (non esplicite), il fanservice nell'anime è molto marcato. Inizialmente questo uso forzato di pathos erotico si poteva spiegare con la presenza di personaggi assassini o maniaci; per i serial killer, infatti, è difficile trattenersi dal provare sfrenata libido o pulsione sessuale nei confronti della proprio vittima. Per esempio, vedere Kiri che lecca Iwai o le sniffa i capelli assatanato, rientra pienamente nella caratterizzazione dell'assassino che gli compete; come pure l'eccitazione di Byōinzaka che buca la sorella è naturale per un profilo come il suo. I sospiri, l'ansimazione, la bava, il leccare, il rossore, potrebbero trovare la propria risoluzione proprio in questa scelta. Tuttavia, con lo scorrere delle puntate, il fanservice è sbucato anche nelle scene normali, quelle in cui Iwai si cambiava o si faceva il bagno, inquadrando le mutandine o facendola comportare come una protagonista di un pedo-porno. Data la presenza di fanservice già a sfondo di trama, forse ci si poteva risparmiare anche di accentuarlo all'interno di scene classiche. Poiché è presente l'utilizzo della censura sul colore del sangue e nelle scene troppo cruente delle battaglie, non ci si capacita poi molto di come dell'erotismo così gratuito dovrebbe fare meno scalpore di qualche goccia di sangue di troppo!
Concludendo, probabilmente alcune scelte narrative potevano essere gestite meglio, ma tutto sommato "Crime Edge" è una serie sufficiente, che sa interessare. La trama è originale e l'azione non manca, la caratterizzazione dei personaggi pure è buona. In ogni caso non è sempre stata una serie impeccabile, perciò penso che il 6 sia un voto adeguato, con la speranza di vederlo trasformato in qualcosa di più nella prossima serie.
"Non importa quanto dolorosa e spinosa potrà essere la mia strada, posso prendere la decisione giusta se sono insieme a te": così è scritto nella lyric dell'opening cantata da Aimi. Questo verso esprime pienamente il voto che Kiri compie nei riguardi della sua musa, giurando a se stesso di non abbandonarla, di proteggerla, di esserle di supporto, firmando col sangue la sua condanna. Il bisogno di essere "qualcuno" e non una persona come le altre tormenta Kiri a tal punto da lasciarlo cedere alle tentazioni e frustrarlo nell'animo; sebbene non si senta diverso dagli altri, deve esserlo, perché nel rappresentare la specialità lui può trovare la salvezza di Iwai. Questa tensione emotiva legata al suo personaggio lo rende più umano di quanto si possa credere di un assassino con una forbice da barbiere dalla lama giustiziatrice. La stessa Iwai, nella sua veste di Regina dei Capelli, è fin troppo fanciullesca e umana delle coetanee. La volontà più grande che ha è di essere accettata nonostante l'apparenza inganni e la faccia apparire come un mostro; come tutte le ragazzine della sua età vorrebbe innamorarsi, avere una famiglia calorosa, uscire, divertirsi, giocare, frequentare la scuola tranquillamente. In Kiri lei intravede la chiave di volta, la liberazione da quel presente di solitudine che l'aveva rinchiusa dietro le vetrate di casa sua, negandole amicizia, amore, affetto.
Il comparto dei personaggi secondari non è di minor spessore. Ogni Autore nasconde un triste passato o un trauma, che lo ha spinto ad essere quello che oggi è e che lo rende particolare e differente dagli altri. Profili di killer seriali si susseguono, incrinando la convinzione che la causa di tanta rabbia e odio possa essere qualcosa di grave, anzi presentando solitamente motivazioni banali che schiavizzano un uomo preda delle emozioni incontrollabili. La mente umana è così labile che una minima stortura può danneggiarla irrimediabilmente.
Il character design di "Crime Edge" è morbido, accattivante, adeguato alla serie. Il tratto infatile del viso dei personaggi rispecchia l'intento di non rendere troppo seriosa la visione; un chara più shonen/seinen avrebbe reso troppo pesante la visione, che tolte le censure a sangue & affini, è un po' pesantella. Un fastidio per le donne potrà essere il seno sballonzolante di Witchy, ma per il resto è tutto sopportabile. E parlando di seni, mutandine e scene erotiche (non esplicite), il fanservice nell'anime è molto marcato. Inizialmente questo uso forzato di pathos erotico si poteva spiegare con la presenza di personaggi assassini o maniaci; per i serial killer, infatti, è difficile trattenersi dal provare sfrenata libido o pulsione sessuale nei confronti della proprio vittima. Per esempio, vedere Kiri che lecca Iwai o le sniffa i capelli assatanato, rientra pienamente nella caratterizzazione dell'assassino che gli compete; come pure l'eccitazione di Byōinzaka che buca la sorella è naturale per un profilo come il suo. I sospiri, l'ansimazione, la bava, il leccare, il rossore, potrebbero trovare la propria risoluzione proprio in questa scelta. Tuttavia, con lo scorrere delle puntate, il fanservice è sbucato anche nelle scene normali, quelle in cui Iwai si cambiava o si faceva il bagno, inquadrando le mutandine o facendola comportare come una protagonista di un pedo-porno. Data la presenza di fanservice già a sfondo di trama, forse ci si poteva risparmiare anche di accentuarlo all'interno di scene classiche. Poiché è presente l'utilizzo della censura sul colore del sangue e nelle scene troppo cruente delle battaglie, non ci si capacita poi molto di come dell'erotismo così gratuito dovrebbe fare meno scalpore di qualche goccia di sangue di troppo!
Concludendo, probabilmente alcune scelte narrative potevano essere gestite meglio, ma tutto sommato "Crime Edge" è una serie sufficiente, che sa interessare. La trama è originale e l'azione non manca, la caratterizzazione dei personaggi pure è buona. In ogni caso non è sempre stata una serie impeccabile, perciò penso che il 6 sia un voto adeguato, con la speranza di vederlo trasformato in qualcosa di più nella prossima serie.
Anche Dansai bunri è nella mia wishlist ma ha priorità bassissima rispetto a tante altre opere
Gosik lo vidi e lo recensii tanto tempo addietro e non mi piaqque troppo, gli assegnai comunque una sufficienza piena, sarebbe stato un sei e mezzo se ci fossero stati i mezzi voti
gosick, parte bene e finisce bene. a differenza del manga... a me è piaciuto molto, dal punto di vista dei casi da risolvere, e come caracter designe, parte con l'illusione che sia un mondo governato da chissà quale magia, ma in realtà è solo l'ottimo intuito di victorique che, con metodo indagativo alla sherlock holms, risolve i casi... l'ultima metà riusciamo finalmente a capire tutto il complesso... un anime che consiglio davvero a tutti... non concordo col sette, per me è da 8,5.
dansai bunri no crime edge... l'ho guardato per curiosità questa estate mentre recuperavo le serie di nyaruko... e devo dire la verità... parte bene e non finisce proprio... la trama potrebbe esserci tutta, c'è persino una bella scenetta al limite, (sottlineo limite perche i protagonisti si stoppano) dell' hentai lolicon, ma a metà della serie tutto va in mucca... per non dire in vacca... non mi convince. mi sembra tutto un poco banalotto e scontato... per me sarebbe da 5 ma magari rivedendolo potrei essere daccordo con il voto di 6.
Trovo che abbia veramente tutto quello che possa definire un anime "completo". E, nelle numerose serie che ho visto, quel senso di completezza alla conclusione me l'hanno dato in pochi: Baccano ad esempio, o appunto Gosick. Non è trascurabile la compattezza tecnica, i disegni così come le musiche, la trama così come la narrazione, i personaggi così come la crescita, le citazioni così come le storie rivisitate. E la regia. Oltre la visione in sé, su questo titolo è possibile fare mille speculazioni; per non parlare delle storie originali presenti in esso, della loro presentazione. Il coniglio è il cuore del mostro. È un compendio incredibile di culture (ir)reali, che procede gradualmente nel petto, che germoglia, che commuove, intrattiene, fa ridere, stupisce. Circondato da libri e da un'atmosfera gotica magica è impossibile non innamorarsene, ecco.
Insomma, per me Gosick è davvero un gioiello. Un 7 non basta.
Ma qualcuno mi spiega da quando si ansima mentre si tagliano dei capelli?
Girls und Panzer arriva a un 7 striminzito, Gosick è 5, Dansai idem se non peggio.
Ho letto il manga e l'ho subito rivenduto perché è anonimo.
poi oh, ognuno la pensa come vuole, ma se parliamo oggettivamente di Gosick tutto si può dire tranne che sia intrigante.
Penso tra i due vedrò prima Dansai Bunri no Crime Edge appena potrò...
Complimenti ai 3
geass lascia perdere il manga di gosick è totalmente differente e non ha manco la fine...
Complimenti ai recensori!
PS: avevo visto anche le prime puntate dell'anime proprio per vedere se valeva la pena di comprarlo.
Delle recensioni dei miei colleghi odierni mi interessa "Gosick", che già avevo adocchiato e di cui mi attirano l'aspetto investigativo unito a quelle particolari atmosfere. Anche se dai commenti vedo che non sono pochi quelli a cui non è piaciuto granché.
E SPARANO PURE!
Punto.
Per Girls und Panzer sono d'accordo con la recensione di grandebonzo. La grafica è stupenda, i combattimenti sono molto realistici (e piene di interessanti trovate) ed è ricco di citazioni storiche. Senza dimenticare quanto è epica la parte in cui Katyusha e la vice si mettono a cantare Katyusha!
A Gosick avrei dato un voto e mezzo in più. La trama è ben articolata e le varie storie si incastrano che è una meraviglia; poi il finale è veramente soddisfacente.
Viceversa, a mio parere, Dansai Bunri no Crime Edge non raggiunge la sufficienza. A parte il fan-service, il fetish estremo e tutto... il finale ti lascia proprio l'amore in bocca: è banale, scontato. Poi le forbici sono un'arma che va un po' troppo di moda ultimamente...
guarda caso el barto non si ricorda il manga perché ripeto che è di un anonimo allarmante.
io, anche se sono passati anni, mi ricordo sia il finale che le vicende di tutte le serie meritevoli che ho potuto guardare/leggere perché mi rimangono impresse, di questo non mi è rimasto nulla e no, per me non è intrigante, ma se per voi son intriganti indovinelli stupidi o reputate bello leggere intuizioni "strabilianti" quando basterebbe avere due/tre informazioni in più che solo il personaggio "incredibilmente" ha e che tu lettore o visionatore non puoi avere perché non narrate, beh.. non ci posso fare niente.
poi ripeto, son gusti, ma come si fa a dire che questo anime/manga sia avvincente oggettivamente parlando proprio non lo so.
Benché la recensione di Kyonn sia ben scritta e ben strutturata, forse, come altri, anch'io avrei dato un voto un po' più alto.
Gli altri due sono le classiche serie pretestuose ma che rimani con un pugno di mosche. Abbastanza insufficenti.
"megaloman, un manga o un anime non si valutano solo pe il finale che potrà si incidere"
forse non ti sei letto gli interventi precedenti... vabhe... per quello che riguarda ancora il manga... non l'anime di gosick... il manga semplicemente il finale non lo ha.... fine... e non è che è un finale diverso dall' anime.. no non lo ha proprio...
leggi piu attentamente quando rispondi...
poi ripeto l'anime a me è piaciuto e se vogliamo parlare oggettivamente allora tirami fuori la tua laurea in animazione i tuoi tirocinii presso case di animazione nipponiche e ne riparliamo...
ma insomma non capisco, se non ti è piaciuto di che non ti è piaciuto e basta perchè devi dire che fa cagare a tutti quando non è vero??? perchè è questo che dici quando scrivi :
" ma se parliamo oggettivamente di Gosick tutto si può dire tranne che sia intrigante"
ma poi scusa ma almeno hai letto il manga? hai visto l'anime??? perche se me li metti sullo stesso piano vuol dire che non li hai proprio visti ne letti perche sono due cose diverse.... non hanno nemmeno la stessa trama son due storie quasi del tutto differenti...
Crime Edge non l'ho reputato malvagio, certo, il protagonista poteva avere una voce migliore e magari ci fosse stato meno feticismo, però ha saputo intrattenere discretamente secondo me.
Complimenti ai 3 recensori. u.u
Il mio era un 6 sulla fiducia, perché sicuramente con una 2s la trama va a completarsi e i personaggi acquisiscono una caratterizzazione più completa (almeno si spera). Certo è che se la 2s non ci sarà, allora il mio 6 diventerebbe come minimo un 5.
@megaloman1
Il problema principale di Crime Edge è proprio il finale, poiché fa presagire ci sarà una seconda serie, la dà quasi per scontata, e per questo motivo finisce praticamente in medias res, lasciandoti con l'amaro in bocca, come ha ben detto qualcuno.
@Bluebell98
Se hai letto bene la mia recensione ho provato a dare una sorta di spiegazione ai personaggi ansimanti... Però pure io ho trovato estremamente marcato il fanservice.
ho detto e ripeto che per me gosick è una cagata galattica.
oggettivamente gosick non è intrigante perché se fosse da 8 come alcuni dicono allora detective conan è da 10 e monster da 25.
ho letto tutto il manga e l'ho finito a fatica, che non abbia una fine conta fino ad un certo punto perché ripeto che ho fatto fatica a leggermi tutto quello che c'è stato prima che a mio modo di vedere pesa quanto un finale.
l'anime l'ho droppato dopo 8 puntate perché, ripeto, mi ha annoiato a morte non solo per i toni bambineschi che ha l'opera in se (vediamo se negate pure questo), ma anche perché non mi ha stimolato in alcun modo a proseguire ed è di una lentezza incredibile, cosa invece successa con Texhnolyze che in quanto a lentezza è campione assoluto sebbene sia di tutt'altro genere.
mai detto o scritto di essere esperto in anime/manga/sopralapancalacapracanta, ne imposto una mia opinione, ma se si fanno recensioni come minimo bisogna tenere in conto confronti con altre opere più o meno dello stesso genere e gosick non spicca in niente.
poi vabbè, tiriamo fuori anche il discorso che qui ci sono un sacco di persone che danno 8 per es. a Doubt, copia spudorata di Saw l'enigmista, ma lasciam stare se no scoppia il caso diplomatico.
ed i commenti li ho letti, ma sinceramente di romanzate son anche stufo eh (vedi rece presentata), senza offendere nessuno perché chi le scrive lo fa perché ha usufruito di un prodotto e vuole dire la sua, ma io sono per il concreto quindi quando dico che ci sono indovinelli o misteri stupidi non serve a nulla che mi si risponda "eh, ma ha un altro finale" perché non centra nulla con la mia critica.
@Lamelina e lo so, ma non mi è piaciuto proprio, e il finale di dunsai per un certo verso ha dato il colpo di grazia. ad essere sincero fino almeno a metà l'ho seguito con gusto, ma poi dalla scena al teatro fino all'ultimo episodio, mi è cominciato a sembrare troppo privo di senso... un altra cosa che mi ha dato fastidio è l'attaccamento immediato dei due protagonisti... senza nemmeno un alto e basso... semplicemente con lui che è l'unico a poterle tagliare i capelli... mi sembra troppo forzata. ammetto che la trama ha del potenziale però. ma ti ripeto non mi è piaciuto moltissimo.
tu: se non ti è piaciuto di che non ti è piaciuto e basta perchè devi dire che fa cagare a tutti quando non è vero???
io: ho detto e ripeto che per me gosick è una cagata galattica.
tu: ma questo sito è libero e ognuno puo scrivere quello che pensa..nel dovuto rispetto degli altri.
tu già con la seconda risposta hai sbagliato perché il "per me" manco l'hai letto e nell'altro intervento dici che è legittimo dire la propria opinione nel rispetto degli altri, cosa che ho fatto perché ho scritto entrambe le volte "PER ME" quindi più che rispettare in questo modo l'opinione degli altri dicendo chiaro e tondo che PER ME è pessimo, cosa dovrei fare? Dire falsamente che mi è piaciuto?
le parole "oggettivamente è una cagata" non significa che "per te" è una cagata ma che "per tutti è una cagata"... il che non è vero... e lo hai detto almeno tre volte... per questo ti ho risposto altrettante volte...
rimetto ancora il punto dolens
"ma se parliamo oggettivamente di Gosick tutto si può dire tranne che sia intrigante."
e io ti rispondo appunto: parla per te...
Su Crime Edge vorrei anch'io una seconda serie, ma non so se mai uscirà, non mi sembra abbia venduto molto. Grandebonzo, non saprei: ho visto il trailer che avete pubblicato: Anzio ha una bandiera con una pizza e asparagi, già lì ci sfottono alla grande, poi non saprei.
Se una certa serie (una qualunque, non necessariamente "Gosick") a te non è piaciuta, continua a dire "a me" e nessuno potrà ribattere al riguardo. Ma se affermi che è "oggettivamente" brutta, allora non puoi pretendere che qualcuno stia zitto.
Parlando nello specifico di "Gosick", invece, io ti dico che, pur non considerandolo un capolavoro (come ho scritto più su), lo preferisco migliaia di volte a "Detective Conan". Ma si tratta di un'opinione personale e non posso certo affermare che quest'ultima serie faccia oggettivamente schifo.
avete messo in sieme due commenti ben distinti.
ho scritto:
"bah, Gosick per me è una cagata galattica, lento come la morte (e lo dice uno che si è visto tutto Texhnolyze e che gli è anche piaciuto visti i contenuti quindi ho detto tutto).
Ho letto il manga e l'ho subito rivenduto perché è anonimo.
poi oh, ognuno la pensa come vuole, ma se parliamo oggettivamente di Gosick tutto si può dire tranne che sia intrigante."
leggasi:
- Gosick per me è una cagata galattica
- oggettivamente di Gosick tutto si può dire tranne che sia intrigante
se voi non capite mica è un problema mio.
anche perché ho motivato il perché oggettivamente non è intrigante infatti ho scritto "oggettivamente gosick non è intrigante perché se fosse da 8 come alcuni dicono allora detective conan è da 10 e monster da 25."
"oggettivamente è una cagata" non l'ho mai scritto, siete voi che l'avete tirato fuori dal nulla.
Gosick, come detto su da qualcuno, ha dei segreti... da pulcinella. Se Gosick è un giallo, io sono la regina Elisabetta XD Il protagonista è il solito sfigato che fa da zerbino alla bella di turno e poi non sopportavo proprio quella cerebrolesa della professoressa. Però ha un comparto tecnico di tutto rispetto, ma come voto non supera il 5/6.
Invece Dansai Bunri, pur con tutte le sue pecche e pur non superando il 6, è a suo modo originale e ha toni "adulti" (vedi i vari fetish e le scene erotiche come le leccate). Non mi è dispiaciuto e anzi lo reputo il migliore dei tre.
Girls und Panzer. Lo strike Witches dei carri armati però fatto come si deve. Tanta autoironia per una serie che non si vuole (ne si deve) prendere sul serio.
Strategie fantasiose e vivaci, come fosse un videogame, e non a caso riferimenti stravoluti a World of Tank stanno ovunque.
Gosick. Un casino terribile che fallisce alla grande proprio nel comparto thriller/giallo dove avrebbe dovuto risplendere, presentando casi a dir poco ridicoli. Si risolleva nel comparto fanta-politico nel dipingere la transizione tra vecchio mondo e mondo moderno alle soglie di un conflitto mondiale. Buono, ma troppo tirato via e troppo tardi nella serie.
That's my 2 cent.
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