Nuovo appuntamento con la rubrica dedicata alle recensioni su anime e manga, realizzate degli utenti di AnimeClick.it.
Oggi appuntamento libero, con gli anime Neon Genesis Evangelion e Shinzo, il lungo viaggio di Yakumo ed il manga Uchu Kyodai.
Ricordiamo che questa rubrica non vuole essere un modo per giudicare in maniera perentoria i titoli in esame, ma un semplice contesto in cui proporre delle analisi che forniscano, indipendentemente dal loro voto finale, spunti interessanti per la nascita di discussioni, si auspica, costruttive per l'utenza.
Per saperne di più continuate a leggere.
Oggi appuntamento libero, con gli anime Neon Genesis Evangelion e Shinzo, il lungo viaggio di Yakumo ed il manga Uchu Kyodai.
Ricordiamo che questa rubrica non vuole essere un modo per giudicare in maniera perentoria i titoli in esame, ma un semplice contesto in cui proporre delle analisi che forniscano, indipendentemente dal loro voto finale, spunti interessanti per la nascita di discussioni, si auspica, costruttive per l'utenza.
Per saperne di più continuate a leggere.
Neon Genesis Evangelion
10.0/10
Recensione di AkiraSakura
-
"Evangelion" è uno degli anime più discussi e controversi di sempre. C'è chi lo ama, chi lo odia, chi ne critica l'eccessivo merchandising, chi lo accusa di essere superficiale ecc... Allo stesso tempo orde di fans lo sostengono e lo difendono, confidando nella sua profondità ed attribuendogli un'innata carica rivoluzionaria. Ma che cos'è veramente "Evangelion"? Un robotico? Una decostruzione del genere? Un'opera intellettuale e post-moderna, che analizza impeccabilmente i dilemmi dell'essere umano? Una grande "trollata"? Spesso nelle discussioni inerenti questo titolo si crea un circolo vizioso senza via d'uscita: chi considera "Evangelion" un robotico sostiene che esso non abbia apportato alcuna innovazione al genere; chi invece lo ha interpretato come qualcosa di più profondo, in cui il robotico è una mera facciata, lo considera rivoluzionario. C'è anche chi lo odia e basta: è stato infatti coniato un termine apposito, il cosiddetto "Eva-hating", il puro e immotivato odio nei confronti di questo titolo, che fin dal lontano 1995 riempie i blog di tutto il mondo.
Prima di parlare di "Evangelion" è opportuno spendere due parole sul suo creatore. Chi è Hideaki Anno? Un guru? Un Otaku? Un sofisticato intellettuale? O più semplicemente un troll? Animatore di grande talento, presente addirittura nello staff di "Macross", caposaldo dell'animazione che nel 1982 rinnovò il robotico, alzando il target a cui era rivolto il genere ad un pubblico adolescenziale ed eliminando definitivamente il melodramma tipico degli anni '70, elemento ancora presente in "Gundam 0079". Hideaki Anno aveva anche avuto modo di farsi conoscere da Miyazaki e di collaborare con Toshiko Hirano, uno dei character designer ed animatori più influenti della seconda parte degli anni '80 ("Megazone 23", "Iczer One", "Dangaioh"...) Proprio in quest'ultimo titolo, l'ipertecnico "Dangaioh", Hideaki Anno ha avuto modo di riconfermare ulteriormente il suo innato talento come animatore. La prova registica arriva con "Gunbuster", una miniserie di OAV che non rinuncia agli stereotipi dell'home video "post-Macross" (non per nulla il character design è di Haruiko Mikimoto) e in cui si può già osservare quel particolare stile registico, caratterizzato da un ritmo lento e da una maniacale cura dei particolari, in cui abbondano grandangoli, traslazioni di telecamera e altre trovate ingegnose. In "Gunbuster" è già presente quel marcato citazionismo verso le opere del passato tipico della GAINAX, che si osserva anche in "Nadia e il mistero della pietra azzurra" e, in misura ancora maggiore, in "Evangelion".
E' ben noto che Hideaki Anno sia un fan sfegatato di Tomino. Infatti sono convinto che il tema dell'incomunicabilità tra persone presente in "Evangelion" sia stato ispirato ad Anno dalla produzione tominiana. Tuttavia lo stile registico di Anno è completamente l'opposto rispetto a quello di Tomino: è introspettivo, cerebrale, molto vicino a quello di Stanley Kubrick e di David Lynch per ricercatezza e scelta delle opportune tecniche registiche.
In "Evangelion" gli omaggi alle opere del passato sono innumerevoli, e vanno dal design fino alla ricostruzione di alcune scenografie. L'idea del robot organico dotato di cabina di pilotaggio con liquido amniotico era stata già esplorata in "Iczer One", infatti i robot di tale miniserie OAV sono molto simili agli Eva e contengono, sotto la corazza, organi umani come intestini e cuori pulsanti. Le strutture rettangolari sulle spalle dei robot sono un chiaro omaggio al mecha design di "Ideon"; la faccia dello 01, inoltre, potrebbe ricordare quella del "Devilman" nagaiano o dello Psycho Gundam Mk-2 presente in "ZZ Gundam". Molti fans di Miyazaki potrebbero inoltre notare delle analogie tra il temibile "Dio guerriero" di "Nausicaa della velle del vento" e le unità Eva.
Altri riferimenti ad "Iczer One" sono la piramidona nera del "geofront", la capsula amniotica del "dummy system" (queste capsule andavano molto di moda nella seconda parte degli anni '80) e il design di alcuni ambienti urbani, come ad esempio l'interno della scuola frequentata da Shinji, Asuka e Rei. Si potrebbe andare ancora avanti con le citazioni, ad esempio osservando che la "Berserk Mode" degli Eva sia una citazione al "Layzner" di Ryousuke Takahashi, oppure che il mostro della settimana che attacca solo il Giappone sia un omaggio a Go Nagai, ma questo esula dallo scopo della recensione.
Shinji Ikari è un ragazzo timido e codardo dotato di vari complessi psichici, tra cui spicca un Edipo molto marcato, che si palesa nell'odio verso il padre e nella ricerca disperata di una figura materna. Il mondo che lo circonda sembra più che altro generato dalla sua psiche, tant'è che nella scena iniziale, mentre egli è al telefono, vede comparire dal nulla Rei Ayanami, che rappresenta il suo bisogno di una figura materna; gli angeli che attaccano la terra, invece, possono essere identificati come fenomeni psichici, tant'è che in un episodio la figura di uno di essi si sovrapporrà a quella del padre. Con l'uccisione dell'angelo, Shinji uccide il padre: egli è un perfetto Edipo moderno.
Già nel precedente "Nadia e il mistero della pietra azzurra" Hideaki Anno aveva ammesso di "trasfigurare" la sua personalità nei protagonisti: Nadia era vegetariana e irascibile come lui, Jean invece rappresentava il suo lato più otaku e fiducioso della scienza. Secondo Tsurumaki, che aveva collaborato con Anno durante la realizzazione di "Evangelion", il regista aveva trasposto la sua crisi personale (egli stava attraversando una fase di crisi depressiva) nell'opera. Ed ecco qui il nostro Shinji, che si trova in un mondo illusorio pieno di citazioni otaku, che guarisce mediante la seduta psico-analitica degli ultimi due episodi! Ma questo è solamente un livello di lettura, "Evangelion" va molto più in profondità. Con esso il dramma umano diventa "psicodramma"; se nell'opera tominiana il problema della mancanza di comunicazione tra individui veniva affrontato dall'esterno, con un'estremo pragmatismo e con una completa rinuncia alla speculazione, in "Evangelion" viene affrontato dall'interno, analizzando sopratutto il rapporto genitore-figlio con rigore psico-analitico.
Tutti i protagonisti di "Evangelion" hanno dei problemi con i genitori: Misato, che soffre per l'assenza del padre, scienziato di fama mondiale dedito unicamente alle sue ricerche; Ritsuko e Asuka, che praticamente si trovano nella stessa stessa situazione di Misato, ma esternano il loro complesso in modo differente... La mancanza di comunicazione e la presenza di traumi infantili inerenti la figura genitoriale implicano la chiusura dei personaggi verso le altre persone. Quello con il genitore è infatti il rapporto più stretto che abbiamo; nel momento in cui questo rapporto diventa (psicologicamente) problematico, creare dei legami con gli altri diventa più difficile. Non a caso una BGM di "Evangelion" è stata chiamata da Anno "Mother is the first other"!
Con "Evangelion" nasce un nuovo modo di raccontare le storie, che consiste nella decostruzione del genere di partenza al fine di affrontare tematiche filosofiche, psicologiche, esistenziali. Le citazioni colte entrano in animazione: le maschere di Pirandello, il dilemma del porcospino di Schopenauer, la psico-analisi di Freud... Con il suo marcato citazionismo e con il suo modo stravagante di affrontare le tematiche tipiche della filosofia del '900 (difficoltà di comunicazione in primis), "Evangelion" si può perfettamente definire come post-moderno. Numerosissimi saranno gli anime successivi influenzati questo stile; indubbiamente i due più illustri sono "La rivoluzione di Utena" e "Serial experiments: lain".
In base a queste considerazioni, valutare "Evangelion" come robotico tout court non ha alcun senso. Tutte le citazioni che ho elencato all'inizio della recensione sono fumo negli occhi: "Evangelion" è una vera e propria decostruzione del genere, e l'apice di tale decostruzione avviene nel tanto criticato finale, che mette in luce la vera sostanza dell'opera rinunciando ai mecha e alla stessa trama.
Spesso questo titolo viene accusato di superficialità nella trattazione di argomenti filosofici, misterici ecc... Questo atteggiamento è sbagliato: "Evangelion" utilizza il citazionismo come stile artistico, quindi è chiaro che per lui è impossibile trattare in modo completo il misticismo Ebraico, la psicologia ecc... Si tratta comunque di un prodotto da mandare in onda: non posso neanche immaginare quanto possa diventare noioso un anime che abbia elevate pretese di completezza formale. La sostanza comunque c'è, inoltre, personalmente, mi sono avvicinato alla psicologia e alla filosofia proprio grazie ad "Evangelion", che nell'adolescenza mi ha trasmesso la passione ed il desiderio di approfondire la conoscenza dell'uomo in sé e dei problemi derivanti dal fatto di essere uomini.
Indubbiamente, "Evangelion" è andato in onda al momento giusto e nel posto giusto, pure in Italia: su MTV, negli stessi anni di "Evangelion", i Radiohead estetizzavano il complesso di inferiorità con "Creep", i Placebo esprimevano nelle loro canzoni un certo "pessimismo adolescenziale" ("Teenage Angst") non nascondendo una certa ambiguità sessuale. Tuttavia "Evangelion" è stato inizialmente un clamoroso flop, in quanto i suoi contenuti molto maturi erano decisamente fuori target per l'utenza pomeridiana abituata allo "soft sci-fi" introdotto da "Macross". Con la seconda messa in onda di "Evangelion", in una fascia serale adibita esclusivamente agli anime con contenuti adulti, arrivò il successo, che in seguito verrà sfacciatamente sfruttato dalla GAINAX per far soldi (l'enorme e inopportuno merchandising associato ad "Evangelion" a mio avviso snatura completamente lo spessore della serie originale del '95).
In conclusione, nonostante le opinioni contrastanti, le infinite guerre civili tra haters e fans, la sfacciata avidità della GAINAX che ha spremuto in tutti i modi possibili la vacca grassa, "Evangelion" è un must assoluto dell'animazione giapponese. Contando anche la sua splendida colonna sonora, firmata Shiro Sagisu, i suoi genuini personaggi, con la loro caratterizzazione psicologica perfetta, e le opportune e influenti scelte stilistiche, assegno ad "Evangelion" il voto massimo.
Prima di parlare di "Evangelion" è opportuno spendere due parole sul suo creatore. Chi è Hideaki Anno? Un guru? Un Otaku? Un sofisticato intellettuale? O più semplicemente un troll? Animatore di grande talento, presente addirittura nello staff di "Macross", caposaldo dell'animazione che nel 1982 rinnovò il robotico, alzando il target a cui era rivolto il genere ad un pubblico adolescenziale ed eliminando definitivamente il melodramma tipico degli anni '70, elemento ancora presente in "Gundam 0079". Hideaki Anno aveva anche avuto modo di farsi conoscere da Miyazaki e di collaborare con Toshiko Hirano, uno dei character designer ed animatori più influenti della seconda parte degli anni '80 ("Megazone 23", "Iczer One", "Dangaioh"...) Proprio in quest'ultimo titolo, l'ipertecnico "Dangaioh", Hideaki Anno ha avuto modo di riconfermare ulteriormente il suo innato talento come animatore. La prova registica arriva con "Gunbuster", una miniserie di OAV che non rinuncia agli stereotipi dell'home video "post-Macross" (non per nulla il character design è di Haruiko Mikimoto) e in cui si può già osservare quel particolare stile registico, caratterizzato da un ritmo lento e da una maniacale cura dei particolari, in cui abbondano grandangoli, traslazioni di telecamera e altre trovate ingegnose. In "Gunbuster" è già presente quel marcato citazionismo verso le opere del passato tipico della GAINAX, che si osserva anche in "Nadia e il mistero della pietra azzurra" e, in misura ancora maggiore, in "Evangelion".
E' ben noto che Hideaki Anno sia un fan sfegatato di Tomino. Infatti sono convinto che il tema dell'incomunicabilità tra persone presente in "Evangelion" sia stato ispirato ad Anno dalla produzione tominiana. Tuttavia lo stile registico di Anno è completamente l'opposto rispetto a quello di Tomino: è introspettivo, cerebrale, molto vicino a quello di Stanley Kubrick e di David Lynch per ricercatezza e scelta delle opportune tecniche registiche.
In "Evangelion" gli omaggi alle opere del passato sono innumerevoli, e vanno dal design fino alla ricostruzione di alcune scenografie. L'idea del robot organico dotato di cabina di pilotaggio con liquido amniotico era stata già esplorata in "Iczer One", infatti i robot di tale miniserie OAV sono molto simili agli Eva e contengono, sotto la corazza, organi umani come intestini e cuori pulsanti. Le strutture rettangolari sulle spalle dei robot sono un chiaro omaggio al mecha design di "Ideon"; la faccia dello 01, inoltre, potrebbe ricordare quella del "Devilman" nagaiano o dello Psycho Gundam Mk-2 presente in "ZZ Gundam". Molti fans di Miyazaki potrebbero inoltre notare delle analogie tra il temibile "Dio guerriero" di "Nausicaa della velle del vento" e le unità Eva.
Altri riferimenti ad "Iczer One" sono la piramidona nera del "geofront", la capsula amniotica del "dummy system" (queste capsule andavano molto di moda nella seconda parte degli anni '80) e il design di alcuni ambienti urbani, come ad esempio l'interno della scuola frequentata da Shinji, Asuka e Rei. Si potrebbe andare ancora avanti con le citazioni, ad esempio osservando che la "Berserk Mode" degli Eva sia una citazione al "Layzner" di Ryousuke Takahashi, oppure che il mostro della settimana che attacca solo il Giappone sia un omaggio a Go Nagai, ma questo esula dallo scopo della recensione.
Shinji Ikari è un ragazzo timido e codardo dotato di vari complessi psichici, tra cui spicca un Edipo molto marcato, che si palesa nell'odio verso il padre e nella ricerca disperata di una figura materna. Il mondo che lo circonda sembra più che altro generato dalla sua psiche, tant'è che nella scena iniziale, mentre egli è al telefono, vede comparire dal nulla Rei Ayanami, che rappresenta il suo bisogno di una figura materna; gli angeli che attaccano la terra, invece, possono essere identificati come fenomeni psichici, tant'è che in un episodio la figura di uno di essi si sovrapporrà a quella del padre. Con l'uccisione dell'angelo, Shinji uccide il padre: egli è un perfetto Edipo moderno.
Già nel precedente "Nadia e il mistero della pietra azzurra" Hideaki Anno aveva ammesso di "trasfigurare" la sua personalità nei protagonisti: Nadia era vegetariana e irascibile come lui, Jean invece rappresentava il suo lato più otaku e fiducioso della scienza. Secondo Tsurumaki, che aveva collaborato con Anno durante la realizzazione di "Evangelion", il regista aveva trasposto la sua crisi personale (egli stava attraversando una fase di crisi depressiva) nell'opera. Ed ecco qui il nostro Shinji, che si trova in un mondo illusorio pieno di citazioni otaku, che guarisce mediante la seduta psico-analitica degli ultimi due episodi! Ma questo è solamente un livello di lettura, "Evangelion" va molto più in profondità. Con esso il dramma umano diventa "psicodramma"; se nell'opera tominiana il problema della mancanza di comunicazione tra individui veniva affrontato dall'esterno, con un'estremo pragmatismo e con una completa rinuncia alla speculazione, in "Evangelion" viene affrontato dall'interno, analizzando sopratutto il rapporto genitore-figlio con rigore psico-analitico.
Tutti i protagonisti di "Evangelion" hanno dei problemi con i genitori: Misato, che soffre per l'assenza del padre, scienziato di fama mondiale dedito unicamente alle sue ricerche; Ritsuko e Asuka, che praticamente si trovano nella stessa stessa situazione di Misato, ma esternano il loro complesso in modo differente... La mancanza di comunicazione e la presenza di traumi infantili inerenti la figura genitoriale implicano la chiusura dei personaggi verso le altre persone. Quello con il genitore è infatti il rapporto più stretto che abbiamo; nel momento in cui questo rapporto diventa (psicologicamente) problematico, creare dei legami con gli altri diventa più difficile. Non a caso una BGM di "Evangelion" è stata chiamata da Anno "Mother is the first other"!
Con "Evangelion" nasce un nuovo modo di raccontare le storie, che consiste nella decostruzione del genere di partenza al fine di affrontare tematiche filosofiche, psicologiche, esistenziali. Le citazioni colte entrano in animazione: le maschere di Pirandello, il dilemma del porcospino di Schopenauer, la psico-analisi di Freud... Con il suo marcato citazionismo e con il suo modo stravagante di affrontare le tematiche tipiche della filosofia del '900 (difficoltà di comunicazione in primis), "Evangelion" si può perfettamente definire come post-moderno. Numerosissimi saranno gli anime successivi influenzati questo stile; indubbiamente i due più illustri sono "La rivoluzione di Utena" e "Serial experiments: lain".
In base a queste considerazioni, valutare "Evangelion" come robotico tout court non ha alcun senso. Tutte le citazioni che ho elencato all'inizio della recensione sono fumo negli occhi: "Evangelion" è una vera e propria decostruzione del genere, e l'apice di tale decostruzione avviene nel tanto criticato finale, che mette in luce la vera sostanza dell'opera rinunciando ai mecha e alla stessa trama.
Spesso questo titolo viene accusato di superficialità nella trattazione di argomenti filosofici, misterici ecc... Questo atteggiamento è sbagliato: "Evangelion" utilizza il citazionismo come stile artistico, quindi è chiaro che per lui è impossibile trattare in modo completo il misticismo Ebraico, la psicologia ecc... Si tratta comunque di un prodotto da mandare in onda: non posso neanche immaginare quanto possa diventare noioso un anime che abbia elevate pretese di completezza formale. La sostanza comunque c'è, inoltre, personalmente, mi sono avvicinato alla psicologia e alla filosofia proprio grazie ad "Evangelion", che nell'adolescenza mi ha trasmesso la passione ed il desiderio di approfondire la conoscenza dell'uomo in sé e dei problemi derivanti dal fatto di essere uomini.
Indubbiamente, "Evangelion" è andato in onda al momento giusto e nel posto giusto, pure in Italia: su MTV, negli stessi anni di "Evangelion", i Radiohead estetizzavano il complesso di inferiorità con "Creep", i Placebo esprimevano nelle loro canzoni un certo "pessimismo adolescenziale" ("Teenage Angst") non nascondendo una certa ambiguità sessuale. Tuttavia "Evangelion" è stato inizialmente un clamoroso flop, in quanto i suoi contenuti molto maturi erano decisamente fuori target per l'utenza pomeridiana abituata allo "soft sci-fi" introdotto da "Macross". Con la seconda messa in onda di "Evangelion", in una fascia serale adibita esclusivamente agli anime con contenuti adulti, arrivò il successo, che in seguito verrà sfacciatamente sfruttato dalla GAINAX per far soldi (l'enorme e inopportuno merchandising associato ad "Evangelion" a mio avviso snatura completamente lo spessore della serie originale del '95).
In conclusione, nonostante le opinioni contrastanti, le infinite guerre civili tra haters e fans, la sfacciata avidità della GAINAX che ha spremuto in tutti i modi possibili la vacca grassa, "Evangelion" è un must assoluto dell'animazione giapponese. Contando anche la sua splendida colonna sonora, firmata Shiro Sagisu, i suoi genuini personaggi, con la loro caratterizzazione psicologica perfetta, e le opportune e influenti scelte stilistiche, assegno ad "Evangelion" il voto massimo.
Mutta Nanba Power! Fratelli nello spazio è stata una sorpresona per me. Preso quasi con riserva mi ha letteralmente stupito. Il merito di certo lo si può dare ad una trama originale che di per sé racchiude anche sentimento e amore verso una passione dei protagonisti. Una storia che può reggere dall'inizio alla fine che l'autore non cerca di accelerare ma che preferisce descrivere bene piuttosto che "il tutto subito". Il sogno, l'addestramento, gli esami, tutto in una ruota che al momento gira perfettamente. Il merito va anche a dei disegni ben curati, con discrete scenografie, personaggi definiti egregiamente tutti con delle loro caratteristiche particolari. Il merito va anche a delle belle gag esilaranti, a delle situazioni spassose. Il merito va anche alla Star Comics che ne fa una buona edizione ad un prezzo abbordabile con sopracoperta letteralmente spaziale.
Ma quello che è certo è che il merito va soprattutto a lui, il mitico Mutta Nanba. Uno dei protagonisti meglio caratterizzati degli ultimi tempi nei manga. Personaggio emblematico, divertente, il protagonista atipico per eccellenza. Vi aspettate il classico eroe dei due mondi che conquista lo spazio con muscoli, fisico e bellezza? Beh con lui vi sbagliate di grosso: impacciato, sudaticcio, bruttino, con una chioma ridicola. Devo dire che il 70/80% del merito di questo manga va a lui.
Lo consiglio vivamente a tutti, per farvi due belle risate, leggendovi un seinen particolare e a tratti anche riflessivo ed emozionante. Io comunque continuo a tifare per Mutta.
Ma quello che è certo è che il merito va soprattutto a lui, il mitico Mutta Nanba. Uno dei protagonisti meglio caratterizzati degli ultimi tempi nei manga. Personaggio emblematico, divertente, il protagonista atipico per eccellenza. Vi aspettate il classico eroe dei due mondi che conquista lo spazio con muscoli, fisico e bellezza? Beh con lui vi sbagliate di grosso: impacciato, sudaticcio, bruttino, con una chioma ridicola. Devo dire che il 70/80% del merito di questo manga va a lui.
Lo consiglio vivamente a tutti, per farvi due belle risate, leggendovi un seinen particolare e a tratti anche riflessivo ed emozionante. Io comunque continuo a tifare per Mutta.
Stairway90
-
Il romanzo cinese Il viaggio in Occidente ha ispirato, nei decenni, vari manga e anime: Dragon Ball, Saiyuki, Le tredici fatiche di Ercolino e Starzinger, per citare solo i titoli più noti. Anche Shinzo, il lungo viaggio di Yakumo rientra nella categoria delle opere d'animazione la cui idea di fondo non è altro che una trasposizione, in chiave fantascientifica, del celebre romanzo.
In un futuro non meglio precisato, gli esseri umani sembrano essersi estinti e la Terra, ribattezzata Enterra, è abitata da creature chiamate Enterriani, esseri umanoidi con caratteristiche animalesche, frutto in realtà dell'ingegneria genetica e divenuti, dopo una spietata guerra contro gli umani, i dominatori del pianeta. Yakumo, l'ultima umana sopravvissuta, si risveglia da una centenaria ibernazione in cui l'aveva posta suo padre, il dottor Daigo Tatsuro, e parte alla ricerca di Shinzo, il luogo dove pare avrebbe trovato rifugio l'umanità; nel suo viaggio la aiutano tre Enterriani, ossia Mushra, Sago e Kutal. Nel corso del loro viaggio dovranno affrontare nemici sempre più potenti, sconfitti grazie al fatto che i tre Enterriani possono ricorrere ai poteri elementali del fuoco, dell'acqua e del vento, e fondersi a formare il potente guerriero Mushrambo, e verranno alla luce vari particolari del passato. La seconda parte della serie vede la comparsa del vero antagonista, il Guardiano celeste Lanacuras, esiliato sulla Terra e colpevole di aver corrotto gli Enterriani per spingerli contro gli umani.
I quattro protagonisti de Il viaggio in Occidente sono rappresentati abbastanza fedelmente: Yakumo corrisponde al monaco Sanzang ed è una ragazza di buon cuore, che ha atteggiamenti materni verso i suoi compagni e assume nel prosieguo della storia un ruolo quasi messianico e salvifico per l'intero pianeta, anzi per l'intera Galassia; Mushra è impulsivo e irruento come la scimmia Sun Wukong; Sago è legato all'elemento dell'acqua, proprio come Sha Wujing è un demone fluviale; il corpulento Kutal ricorda il maiale Zhu Bajie. Certo, la loro caratterizzazione psicologica non sfugge ai soliti stereotipi e cliché degli shonen ed è tutt'altro che approfondita, così come pure quella dei tanti personaggi buoni e cattivi che incontreranno sulla loro strada, ma con la loro bonaria esuberanza riescono a conquistare quantomeno le simpatie dello spettatore.
La trama non offre nulla di nuovo rispetto al panorama degli shonen basati su viaggi, avventure e scontri con i cattivi di turno fino ad arrivare al boss finale; tuttavia un paio di trovate geniali, riguardanti soprattutto la vera identità di Mushra e di Mushrambo, e il finale abbastanza commovente, sorprendono quanto basta per non far scadere l'intera serie nella noia e nella prevedibilità. I dialoghi, invece, come è facile immaginare, sono infantili e semplicistici, la morale della storia è quella trita e ritrita della lotta del bene contro il male, della necessità di non arrendersi e di avere fiducia in sé stessi, dell'amicizia e del lavoro di squadra. Anche dal punto di vista tecnico la serie non è un capolavoro, ma si avvale di un gradevole character design e della classica alternanza fra momenti animati bene e altri con animazioni rozze e scene riciclate, ma stiamo comunque parlando di una serie minore che non ha avuto chissà quale budget alle spalle. Il comparto sonoro è piacevole quanto basta, benché difficilmente rimarrà impresso nella memoria dello spettatore.
In definitiva, Shinzo si rivela un piacevole passatempo ma nulla di più, e anzi l'essere un anime leggero, dalla trama lineare con qualche colpo di scena, potrebbe essere sia il suo pregio sia il suo maggior difetto, per uno spettatore adulto o eccessivamente esigente.
In un futuro non meglio precisato, gli esseri umani sembrano essersi estinti e la Terra, ribattezzata Enterra, è abitata da creature chiamate Enterriani, esseri umanoidi con caratteristiche animalesche, frutto in realtà dell'ingegneria genetica e divenuti, dopo una spietata guerra contro gli umani, i dominatori del pianeta. Yakumo, l'ultima umana sopravvissuta, si risveglia da una centenaria ibernazione in cui l'aveva posta suo padre, il dottor Daigo Tatsuro, e parte alla ricerca di Shinzo, il luogo dove pare avrebbe trovato rifugio l'umanità; nel suo viaggio la aiutano tre Enterriani, ossia Mushra, Sago e Kutal. Nel corso del loro viaggio dovranno affrontare nemici sempre più potenti, sconfitti grazie al fatto che i tre Enterriani possono ricorrere ai poteri elementali del fuoco, dell'acqua e del vento, e fondersi a formare il potente guerriero Mushrambo, e verranno alla luce vari particolari del passato. La seconda parte della serie vede la comparsa del vero antagonista, il Guardiano celeste Lanacuras, esiliato sulla Terra e colpevole di aver corrotto gli Enterriani per spingerli contro gli umani.
I quattro protagonisti de Il viaggio in Occidente sono rappresentati abbastanza fedelmente: Yakumo corrisponde al monaco Sanzang ed è una ragazza di buon cuore, che ha atteggiamenti materni verso i suoi compagni e assume nel prosieguo della storia un ruolo quasi messianico e salvifico per l'intero pianeta, anzi per l'intera Galassia; Mushra è impulsivo e irruento come la scimmia Sun Wukong; Sago è legato all'elemento dell'acqua, proprio come Sha Wujing è un demone fluviale; il corpulento Kutal ricorda il maiale Zhu Bajie. Certo, la loro caratterizzazione psicologica non sfugge ai soliti stereotipi e cliché degli shonen ed è tutt'altro che approfondita, così come pure quella dei tanti personaggi buoni e cattivi che incontreranno sulla loro strada, ma con la loro bonaria esuberanza riescono a conquistare quantomeno le simpatie dello spettatore.
La trama non offre nulla di nuovo rispetto al panorama degli shonen basati su viaggi, avventure e scontri con i cattivi di turno fino ad arrivare al boss finale; tuttavia un paio di trovate geniali, riguardanti soprattutto la vera identità di Mushra e di Mushrambo, e il finale abbastanza commovente, sorprendono quanto basta per non far scadere l'intera serie nella noia e nella prevedibilità. I dialoghi, invece, come è facile immaginare, sono infantili e semplicistici, la morale della storia è quella trita e ritrita della lotta del bene contro il male, della necessità di non arrendersi e di avere fiducia in sé stessi, dell'amicizia e del lavoro di squadra. Anche dal punto di vista tecnico la serie non è un capolavoro, ma si avvale di un gradevole character design e della classica alternanza fra momenti animati bene e altri con animazioni rozze e scene riciclate, ma stiamo comunque parlando di una serie minore che non ha avuto chissà quale budget alle spalle. Il comparto sonoro è piacevole quanto basta, benché difficilmente rimarrà impresso nella memoria dello spettatore.
In definitiva, Shinzo si rivela un piacevole passatempo ma nulla di più, e anzi l'essere un anime leggero, dalla trama lineare con qualche colpo di scena, potrebbe essere sia il suo pregio sia il suo maggior difetto, per uno spettatore adulto o eccessivamente esigente.
Analisi si NGE perfetta, questa serie TV la sia guarda anche solo per la splendida regia avanti anni luce per l'epoca. Nelle serie TV anni 90 solo quella di Ikuhara (nel campo seriale parlo), è in grado di battagliare con la sua. Kubrck e Lynch, si hai ragione in effetti...quest'ultimo ha un'influenza in effetti su alcune scelte registiche e tipo di approccio.
Devo prima o poi rivedere questa serie TV, anche se prima devo vedere il film.
In effetti non riesco a concepire l'odio della gente verso questa serie, che nel suo significato base ed ultimo è chiara.
La recensione su Uchu Kyodai mi lascia perplesso...sembra un commento corposo più che una recensione, inoltre valuta solo 4 volumi...
"il puro e IMMOTIVATO"
In particolare ad AkiraSakura, sia per la sua presenza fissa in queste occasioni, e sia per la sua recensione sulla quale mi trovo d'accordo.
Inviterei i detrattori a una lettura attenta.
Dio. Mica tanto. Metà serie capendo a stento di cosa si sta parlando, alla lunga, diventa stancante, eh.
Io credo che Evangelion sia un prodotto impossibile da apprezzare se non si ha un bagaglio culturale notevole alle spalle, e io all'epoca ero appena adolescente. Ma il fatto che tutti lo considerassero il capolavoro assoluto dell'animazione giapponese certo mi incuriosiva, così ne ho intrapreso la visione. Alla fine non mi è piaciuto per niente, ma credo che sia anche perché produzioni di questo tipo proprio non mi interessano. Preferisco un prodotto che mi dia un inizio, una fine e una trama ben sviluppata, cosa che certo non si può dire di Evangelion.
Poi certo, tutto quell'infinito merchandising che c'è dietro, tra manga, spin-off, pupazzi, mostre, eccetera eccetera eccetera...! Voglio dire, va bene fruttare un marchio di successo, ma non così!
Che dire, quindi? Se c'è gente a cui ha cambiato la vita, meglio per loro, ma fosse stato per me, Evangelion sarebbe finito presto nel dimenticatoio.
Watanabe lo abbiamo già cestinato?
Beh, ci credo, Anno ha animato quella parte (quando spara dalla bocca e, credo, l'esplosione successiva), cosa che credo pure sia stata il suo debutto in animazione.
Per il resto un'analisi praticamente impeccabile di Evangelion, complimenti.
Beh, Watanabe però ha un tipo di regia un pelo diversa (e che rende al massimo solo in serie d'azione, imho) e ha prodotto molto meno negli anni '90.
Anno e Ikuhara sono stati probabilmente i due registi più influenti degli anni '90 in fondo, per quanto apprezzi Watanabe ci sta che sia un pelino dietro.
Per Uchuu condivido la critica di Kabutomaru. Per un'opera profonda, matura e allo stesso tempo divertente come questa, recensirla in maniera così telegrafica, non rende affatto giustizia all'opera e non invoglia certo all'acquisto del manga. In Uchuu c'è tanto da discutere da richiedere addirittura una mega recensione.
Per ME NGE è tutt'ora un'opera incompiuta.
Tutto rigorosamente IMHO
"Poi certo, tutto quell'infinito merchandising che c'è dietro, tra manga, spin-off, pupazzi, mostre, eccetera eccetera eccetera...! Voglio dire, va bene fruttare un marchio di successo, ma non così!"
Scusa, che c'entra il fatto che dietro abbia un merchandising da paura, con l'opera in sè per sè? Ci sono brand sfruttati veramente sino all'osso, come per esempio in campo d'animazione la serie Gundam. Quindi la prima serie storica ne resta inficiata, perchè la Sunrise da oltre 30 anni spreme il brand con un limone?
Idem per altri brand come Star Wars, 007 e lo stesso GITS in animazione.
"Watanabe lo abbiamo già cestinato?"
Non vale Anno e Ikuhara a livello registico.
Ritengo comunque meritevole l'attenta lettura di Akira, e attendo di rivedere la serie per poter dare una valutazione definitiva.
E con ciò che vorresti dimostrare scusa? La serie TV resta quella, a prescindere dallo sfruttamento estremo e incessante del brand di Evangelion.
Ripeto con Evangelion ci fanno di tutto e di più, ma la qualità della serie TV del 1995 resta quella e non viene minimamente toccata da ciò.
Dei manga di Evangelion non me ne può fregar di meno, basta non leggerli semplice...
Pensa un pò che ancora devo vedere il film The End of Evangelion e la Tetralogia nuova di Anno.
Naturalmente in questi commenti anche chi apprezza solo la recensione di AkiraSakura riceve immotivati pollici in giú. E lui ha ragione: "IMMOTIVATO odio" verso Eva.
Con questo, ben lungi da me voler difendere a spada tratta questa serie, visto che gli ho dato un voto leggermente piú basso del suo.
Il citare di Eva NON É MAI FINE A SE STESSO. Infatti, la filosofia e la psicologia in quell'anime vengono insierite per trattare piú adeguatamente il tema di fondo dell'opera: la comunicazione, e quindi la critica agli otaku (e Anno lancia una critica a sé stesso, sia chiaro).
Quando AkiraSakura accennava al complesso edipico, voleva far notare che Anno voleva criticare l'incomiunicabilitá degli otaku, e lo ha fatto attingendo dal pensiero freudiano, oltre che a quelli esistenzialista e pirandelliano (i quali parlano proprio di comunicazione): se non si supera la dipendenza materna (dall'Eva) Shinji non cresce, non si apre al mondo. E questo é quello che fanno gli otaku: non crescere e non interagire con il prossimo. Lo Shinji che negli episodi finali si libera dalla dipendenza materna é l'individuo che trova una ragion d'essere (esistenzialismo), che esce dalla dipendenza materna (Freud), l'Uomo che affronta il dolore dell'esistenza (Schopenhauer) e l'otaku che si libera dalle proprie catene.
Possibile che non si riesca ad arrivare ad una tale conclusione? Sappiamo poi tutti Anno cos'ha affrontato prima di produrre Eva. La storia otaku é la storia di Anono, ed Eva é moolto autobiografico.
Nulla in quell'anime é "fine a sé stesso".
Tutto ha un perché, un preciso carattere autobiografico e (qui gli haters spolliceranno anche me) artistico.
Molto bella e interessante quella di AkiraSakura... Evangelion è un opera che consiglierei a prescindere, è una parte fondamentale dell'animazione giapponese e tutti dovrebbero vederla almeno una volta... poi come tutte le cose può piacere o meno, per quanto mi riguarda è l'unica a cui ho assegnato un 10, che ritengo strameritato su ogni aspetto...
@Kabutomaru ti consiglio di vederlo il "The End of Evangelion", io ne rimasi affascinato... la tetralogia fra un po' sarà terminata (1 annetto spero), anche quella merita sicuramente !
Anche a me piacerebbe recensire Eva. Probabile però che passi molto tempo prima che mi decida ad agire. /blog
Ha tantissimi difetti, come ogni opera, ed il suo successo è dovuto principalmente all'essere stato il prodotto giusto al momento giusto, anche perché la gente quando ci sono di mezzo mecha ed affini, spesso perde il lume della ragione.
Un ottima serie, lo ripeto, ma assolutamente non un capolavoro.
Sì, è assurdo, perché altrimenti tutte le serie TV che fanno uso di riferimenti biblici, cabalistici o anche al di fuori dei concetti religiosi/filosofici, sarebbero da vietare ai minori di 16 anni poiché incapaci di comprendere. Mi dispiace, ma è un discorso che non sta né in cielo né in terra.
Potrei stare ore a parlare della caratterizzazione dei personaggi e di come vengono affrontate determinate questioni e problemi non solo sull'Umanità, ma su ciò che ci circonda; un qualcosa che puoi ritrovare soltanto sfogliando qualche buon libro e di certo non guardando la televisione, eppure...
Ad essere franchi, non ho nessun problema con le persone che ritengono Evangelion un prodotto scadente - va contro la mia opinione ma certamente la rispetto -, tuttavia è interessante notare come non sia mai riuscito a trovare un discorso convincente su cosa non vada in tale opera.
Ribadisco: per me, chi critica Eva per tali motivi, lo fa perché non ha capito nulla del genio di Anno. Nulla di nuovo, personalmente non mi sorprende; anzi, mi stupisce che tale prodotto sia riuscito a godere di un successo così grande, nonostante le tematiche. Trovatemela - non un anime, ma proprio un'opera come Evangelion, e poi ne possiamo parlare.
Inoltre, da quando la gente perde il nume della ragione per i mecha? Sarà, ma se solo accenno in giro ad Eva, Gundam, Ideon o altri, mi rispondono tutti "bleah che schifo i robottoni!".
E si, la gente quando si parla di mecha perde la testa, basti vedere il successo che ancora riscuotono le opere di Go Nagai e gli infiniti Gundam, senza contare il miliardario mercato del modellismo che non vedrà mai tramonto.
A me il genere mecha non è mai piaciuto, ma non m sono azzardato a dire che Evangelion non sia un'ottima serie, anzi, ho solo precisato che forse 10, in un discorso di valutazione più ampio e non settoriale, è esagerato come voto. Oh, alla fine è la mia opinione, mica legge!
Ma sì, non ho detto che il successo iniziale non sia dovuto ad un momento giusto - oltre ad altri considerevoli fattori che riguardano la società nipponica e il modo in cui essa sia espressa in Eva, ma questo è un altro discorso. Ho detto "solo" che non può essere di certo "solo" dovuto a ciò. Momento giusto quando vuoi, ma un'opera comune non rimane così di successo per decenni. Non piacerebbe più, passato il "momento", o per lo meno non più nella stessa maniera e nella stessa intensità.
Io ho sempre visto le opere di Go Nagai e o di Tomino (e aggiungo, da parte mia sento di aggiungere un "purtroppo") come di nicchia.
Poi grazie, ci sono fortunati e meritevoli franchise che riscuotono ancora successo.
Inoltre, ho un punto di vista nettamente opposto in merito all'ultima tua considerazione. Se si fa un " discorso di valutazione più ampio e non settoriale", il 10 non è di certo assurdo come voto, anzi, semmai l'esatto contrario. E non può che essere così, dato il caso specifico di cui stiamo trattando. Ma ciò rientra nei gusti, naturalmente, com'è giusto (notata la somiglianza tra "gusto" e "giusto"?) e sacrosanto che sia.
Ma dove?
Gli anime di Go Nagai (che sono quelli a cui si riferiscono il 90% degli italiani quando parlano di Nagai) erano pensati per i bambini, altro che nicchia.
E tomino ha lavorato per decenni su serie televisive da 50 episodi fatte per vendere giocattoli e pensate per ragazzi (e a loro Gundam non piaceva, difatti lo hanno ridotto a 43 episodi).
Il pubblico "adulto" nasce più o meno con Gundam (e sicuramente non lo considererei comunque di nicchia).
Ora certo, sono serie che si guardavano i ragazzi di 20-30 anni fa (che ora ne hanno 30-40), ma francamente considerarli una nicchia mi pare un bel salto logico.
Beh, è uno dei pochi campi della sci-fi dove l'animazione giapponese ha detto qualcosa di originale, vedi tu.
Devono buttarlo nel cesso perché a te non piace il genere?
Per altro i mecha di Go Nagai non mi pare che in patria abbiano questo successo, sono un sacco e ogni tanto hanno provato a riproporli, ma di grossi successi no
Forse più che ai mecha i giapponesi sono legati alle serie storiche che hanno portato qualcosa all'animazione, quindi Gundam, certo, ma anche Macross (mecha) o Yamato (non certo mecha).
E il miliardario mercato dei modellini fa il paio con l'altrettanto miliardario mercato delle figure, o forse qualcuno pensare che ogni mese escono 5-6 beach queen così tanto per.
Sarà che il mercato dell'animazione si tira su anche con il merchandise?
Ma evidentemente che lo facciano su serie mecha dimostra chissà quale favoritismo verso il genere.
Sono conscia del fatto che non sia un atteggiamento corretto e sono la prima a dire che un'opera va vista dall'inizio alla fine - specie se l'opera in questione è divinizzata a livelli paurosi -, ma non è qualcosa che può piacermi e non me rivedrò certo una seconda volta.
Credo comunque che la recensione di NGE sia molto bella e interessante, complimenti al recensore.
Ah, posso dire anche che odio il termine "hater"? Santo cielo, dove siamo, in un fandom pieno di directioner deviate?
E, tra l'altro, io qua vedo quasi solamente gente che sostiene NGE, non il contrario. Sarà una mia impressione?
Ottima la recensione di Stairway90. Lo dico per dimostrare che c'e' almeno una persona che l'ha letta, visto che come al solito l'attenzione di tutti si monopolizza su Evangelion.
Qualcuno si è accorto che c'era un'altra recensione a parte Planetes ed Evangelion, grazie ragazzi T_T
Ovviamente poi quando tocchi qualcosa di "divinizzato" ecco che ti saltano addosso pronti a riempirti di pollici versi perché guai ad avere una oopinione diversa e per giunta argomentata!
Vabbeh ragazzi, io non volevo creare flame, quindi ad ognuno la sua idea
Comunque i pollici inversi li abbiamo tutti, indistintamente.
Nella recensione di Evangelion c'è questo passo che dice: Spesso questo titolo viene accusato di superficialità nella trattazione di argomenti filosofici, misterici ecc... Questo atteggiamento è sbagliato: "Evangelion" utilizza il citazionismo come stile artistico, quindi è chiaro che per lui è impossibile trattare in modo completo il misticismo Ebraico, la psicologia ecc... Si tratta comunque di un prodotto da mandare in onda: non posso neanche immaginare quanto possa diventare noioso un anime che abbia elevate pretese di completezza formale. La sostanza comunque c'è, inoltre, personalmente, mi sono avvicinato alla psicologia e alla filosofia proprio grazie ad "Evangelion", che nell'adolescenza mi ha trasmesso la passione ed il desiderio di approfondire la conoscenza dell'uomo in sé e dei problemi derivanti dal fatto di essere uomini.
Inoltre si citavano altri registi degli anni 90 e mi è venuto spontaneo citare Mamoru Oshii e la sua visione metafisica della vita e dell'essere umano. Tutto qua XD Neanche io sostengo che Evangelion e GITS appartengono allo stesso genere.
Devi eseguire l'accesso per lasciare un commento.