Nuova settimana e nuova opera presentata per il nostro, e vostro, Italian Indie Comics Award! Oggi è il turno del fumetto Cthulhu Chronicles di Sonia e Francesca!
Ecco di seguito la trama di Cthulhu Chronicles:
Quel che dovete conoscere, prima di tutto, su Cthulhu Chronicles è la sua genesi; l'opera difatti è nata praticamente per caso, come conseguenza di una campagna del gioco di ruolo horror Il Richiamo di Cthulhu ed adattata in fumetto da Fry (NdA: per chi non lo sapesse Il Richiamo di Cthulhu è un gioco basato sul celebre omonimo romanzo del 1928 di H.P. Lovecraft, una delle opere letterarie horror più famose ed importanti di sempre). La vicenda segue in maniera completamente fedele il percorso della loro campagna, ma già ad una prima lettura potrete rendervi conto che quest'opera non da l'impressione di essere un riadattamento ma di essere nata per un fumetto. Le autrici hanno creato un pregevolissimo horror investigativo che scorre con grande facilità, una lettura accattivante ed interessante impreziosita da colpi di scena e da ottimi personaggi che sicuramente non deluderà gli amanti del genere.. e non solo essi.
Una delle particolarità di quest’opera è lo stile di disegno, uno stile simile al super deformed, capace di dare un carattere unico all’insieme e di sposarsi perfettamente con un’ambientazione tetra e d’altri tempi. Questo stile di disegno è nato semplicemente come conseguenza del processo creativo delle autrici, alla fine di un paio di esperimenti sui personaggi: all’inizio essi erano stati creati in uno stile decisamente molto più cartoon, poi pian piano hanno assunto uno stile più grazioso e rotondo ma con delle teste ancora piuttosto piccole, fino ad arrivare allo stile odierno dove, pur mantenendo le proporzioni precedenti, il tratto è diventato decisamente più spigoloso e maggiormente adatto all’ambientazione cupa e graffiante del fumetto. Questo strano comparto grafico potrebbe mettere in difficoltà alcuni, che potrebbero storcere il naso visto che si tratta comunque di una storia dalle tinte horror disegnata con personaggi chibi, ma vi assicuriamo che la bravura delle autrici porta il lettore ad affezionarsi molto in fretta a tale stile ed apprezzarne il contrasto con le oscure vicende narrate. Al momento le autrici hanno concluso il primo volume di storie e son passate a pubblicare le tavole del secondo sul loro sito per cui di materiale da leggere ce n'è molto ed invitiamo tutti a darci un'occhiata e sperimentare in prima persona la trascinante narrazione di quest'opera.
Ecco di seguito l’intervista a Ren e Fry:
Ciao Ren e ciao Fry! È il momento della vostra intervista: pronte?
Fry: Nate pronte!
Ren: Prontissime!
Con che stile preferite disegnare? Quali tecniche usate?
Ren: Prima di iniziare a disegnare Cthulhu Chronicles prediligevo uno stile totalmente differente di disegno, più "realistico" se vogliamo, ma dopo aver preso in mano questo progetto, devo dire che lo stile gotico/chibi mi diverte molto di più. Lavoro sia con tecniche tradizionali che digitali, entrambe hanno i loro pro e i loro contro, ma se potessi scegliere, disegnerei quasi sempre con chine e acquerelli.
Fry: Il mio stile in realtà è il contrario di quello di Cthulhu Chronicles, sperimento molto ma in linea di massima diciamo che mi avvicino all'orientaleggiante. Per questo fumetto mi sono occupata solo della colorazione ed è praticamente tutta fatta in digitale, con Photoshop: uso una tecnica mista a seconda della tavola, simulando pennelli acquerello e cercando di ricreare texture varie che ricordino tappeti, erba, muri e quant'altro. Se coloro in tradizionale mi piace usare matite acquerellabili, oppure pantoni e copic.
Cosa significa per voi fare fumetti? Che cosa differenzia per voi i fumetti da tutto il resto?
Ren: Parlando a nome di entrambe, fare fumetti è dare vita ad un'avventura che porti nel cuore, che per te è importante. E' mostrare graficamente, cosa non possibile con la letteratura, la storia che hai sempre voluto raccontare. Questa è un'opportunità unica, ed è il bello ed il difficile del fumetto.
Se si riesce a far immedesimare il lettore e a fargli provare ciò che si è provato mentre si disegnava, allora si è riusciti nel proprio intento di artista.
Cos’è che vi piace del vostro lavoro come fumettisti? E cosa no? Raccontateci una cosa che amate e una cosa che odiate del mondo dei fumetti e del vostro lavoro.
Ren: Ciò che non amo sono le scadenze, ma lavorare sotto pressione normalmente aumenta la produttività, perciò forse non è una cosa del tutto negativa...
Fry: Non avendo mai fatto la fumettista prima d'ora non potrei parlare seriamente di "lavoro"; diciamo che una cosa che mi piace è sentire ciò che le persone pensano del mio operato, sia che apprezzino, sia che facciano critiche costruttive. Una cosa che non mi piace è quando si crea della rivalità tra artisti, in fondo siamo tutti sulla stessa barca, aiutiamoci!
Com’è nata la vostra opera? Quali sono i vostri piani per essa?
Ren & Fry: La nostra opera è la trasposizione su carta di una campagna a "Il Richiamo di Cthulhu", giocata per tre anni e conclusa con un gran fuoco d'artificio! Avendo amato così tanto la storia che si è venuta a creare, volevamo fare un omaggio al nostro Custode (il narratore), perciò abbiamo deciso di ricreare il primo capitolo del racconto, a fumetti. Poi, pubblicandolo su internet, ci siamo accorte che stava avendo successo fra gli appassionati perciò abbiamo cominciato a pensare di creare davvero il fumetto, con tutta la storia...ed eccoci qui! Dopo un anno d'avventura siamo convinte più che mai a proseguire, la trama si farà sempre più interessante e coinvolgente (sappiamo già il finale, ma non ve lo racconteremo ora, seguiteci e lo scoprirete)!
Questa domanda sapete benissimo che vi tocca: parlateci della vostra passione per Lovecraft e Cthulhu, e com’è nata!
Ren: Aiuto!! Diciamo che se mi sono appassionata a Lovecraft, lo devo al nostro master. Non avevo mai letto nulla, anche se conoscevo Cthulhu grazie soprattutto agli illustratori che hanno reso omaggio al grande bestio; dopo la prima sessione di gioco al Richiamo di Cthulhu, mi si é aggrappata la scimmia alla spalla e ho iniziato a leggere la mega raccolta di racconti di Lovecraft. Ho giocato anche a diversi giochi da tavolo e videogiochi (Cthulhu saves the World é il gioco definitivo), ma più che altro sono stata rapita dalla mole di illustrazioni che si trovano in giro e ho avuto modo di scoprire artisti splendidi! Poi, siccome amo rilegare libri, ho costruito un Necronomicon, tanto per nutrire ancora un po' la scimmia sulla spalla.
Fry: Partiamo dal fatto che sono sempre stata attratta dalle cose più assurde: ad esempio quando avevo tre anni volli a tutti i costi vestirmi da Polipo Fuxia per Carnevale...comunque, fin da quando ero piccola ciò che mi divertiva di più era collegato a mitologia e cosmogonie, mistero e paura. Verso le medie, tra le varie miriadi di libri che "divoravo", lessi tutto d'un fiato Poe, e decidi di volerne sapere di più...il collegamento a Lovecraft è una conseguenza quasi obbligatoria. Ho seguito da allora opere e citazioni varie tra videogame e quant'altro, arrivando al gioco di ruolo di Cthulhu. Una volta provai a seguire una campagna e mi divertii molto, quindi quando Davide, il master, mi propose di giocare, non avrei mai potuto rifiutare! Ultimamente poi la mano mi è proprio scappata del tutto, dato che sto seguendo da un anno un progetto di tesi specialistica proprio su il Necronomicon, i Grandi Antichi e Lovecraft, collegata anche alla cultura del Solitario di Providence in tutto il pensiero, e quindi le produzioni d'arte contemporanee.
Quindi è chiaro come quest’opera sia frutto del destino! Com’è lavorare insieme, come vi suddividete il lavoro?
Fry: Yep, potremmo in effetti dire che il caso...o come mi piace chiamarlo, Caos, ci ha portato fin qui!
Intanto lascio rispondere a Ren che magari è più tecnica, poi al limite aggiungo
Ren: Di solito rileggiamo insieme gli appunti presi, si ragiona sulla sceneggiatura del capitolo (più che altro Fry, io servo come elemento di disturbo), quindi si passa alla stesura degli storyboard (omini stecco che dicono cose senza senso, circondati da appunti su inquadrature, dettagli importanti da inserire e via dicendo ). Finiti gli storyboard, io mi occupo delle tavole ( disegni, texture, ombre e luci) e poi passo il tutto a Fry, che si occupa di colorare e scrivere testi e dialoghi. Ogni tavola che le passo ha un livello nascosto di photoshop, dove scrivo dialoghi idioti o faccio disegni stupidi. Questo é un passaggio fondamentale del processo creativo, ovviamente.
Insieme si lavora alla grande. E poi ci si supporta, soprattutto quando mi rendo conto di aver disegnato 890mila cose che da colorare sono un suicidio... "tavola con LE COSE in arrivo"... "le cose" sono il male.
Fry: Anzi! Secondo me è molto divertente e bello poter condividere qualcosa di così importante con una persona a cui vuoi bene. E poi è pure utile a livello di mole di lavoro distribuita, non credo che nessuna delle due riuscirebbe a fare tutto da sola, più che altro perché il tempo impiegato si dilaterebbe all'infinito. Soprattutto quando ci sono "le cose".
Ren: Confermo tutto.
Fry: *nota: "le cose" sono le tavole strapiene di particolari impossibili da non inserire, ad esempio librerie da miliardi di libri e stanze piene di cianfrusaglie, che però servono per dare atmosfera al racconto. Che già disegnarle è un'agonia, a colorarle ti si stacca la mano. Il volume due, è strapieno di tavole così, nell'uno ce ne sono più che altro verso la fine.
Uno degli elementi tecnici principali della vostra opere è la colorazione, come riuscite a dare l’effetto voluto alla vostra opera?
Fry: Il colore si è affinato nel tempo. Inizialmente era molto più accennato, giusto per dare un tocco un po' diverso dal solito bianco e nero (o meglio, color seppia a chiaroscuri), ma andando avanti ho deciso che l'atmosfera d'ansia e mistero doveva essere valorizzata, quindi ho cambiato un po' stile, facendo diventare la colorazione uno degli elementi predominanti del fumetto, che rende tutto più sinistro ed inquietante. Essendo tutto digitale sperimento moltissimo, ho un'infinità di pennelli diversi a seconda dell'elemento da colorare e dell'effetto da dare, ma diciamo che come predominanza è quella della serie Nagel a colore acquerellato e bagnato.
Ultimamente poi adoro inserire effetti di luce magica quando si parla di tavole con incantesimi o mostri sovrannaturali all'interno...quello mi diverte moltissimo, perché rende il tutto molto più ultraterreno e collegato a dimensioni differenti dalla nostra. E poi mi diverto nelle tavole splatter, stando ore ad aggiungere effetti sanguinolenti...ma questa è un'altra faccenda.
Cosa amate della vostra opera? Perché i nostri lettori dovrebbero votarla al nostro Award?
Ren & Fry: Cthulhu Chronicles è sicuramente un prodotto diverso dal solito sia come stile, un horror lovecraftiano disegnato a pupazzetti invece che in modo realistico, sia come storia: sono avventure vissute realmente, nell'ambito del gioco di ruolo, che abbiamo portato avanti senza sapere dove, e come, saremo finite. Abbiamo riso, pianto, provato paura e sgomento assieme ai protagonisti, li abbiamo amati e visti crescere scivolando via dal nostro arbitrio. Ridisegnandole e rivivendole stiamo affinandoci come artiste, disegnatrici e scrittrici, per creare un racconto che appassioni sempre di più il lettore. Perché votarci? Perché vi porteremo nelle Dreamlands e negli angoli più remoti della Terra, cercando di non risvegliare gli Antichi dormienti, facendovi provare momenti di meraviglia...e di puro terrore!
Ringraziandovi per la disponibilità nel rispondere a questa intervista: salutate il vostro pubblico!
Ren & Fry: Grazie mille a tutti voi che ci seguite e ci sostenete, che gli Antichi vi siano propizi! Iä Iä Cthulhu F'thagn!
Che cos'è l'IICA?
L'Italian Indie Comics Award è un concorso nato per promuovere le autoproduzioni partecipanti e cercare di far conoscere loro ed i loro autori ad un pubblico più vasto, stabilendo nel frattempo quali sono le migliori per diverse categorie di genere e di stile (qui l'elenco completo e tutti i dettagli) in maniera da mettere le opere più meritevoli in risalto secondo divisioni il più possibili omogenee e pertinenti . Il concorso è strutturato in due fasi: la prima di rassegna, che si sta svolgendo attualmente, per presentare le opere partecipanti e la seconda di voto pubblico, che sarà effettuata verso giugno, dove tutti gli interessati saranno chiamati a votare ed esprimere le proprie preferenze (tale voto pubblico si unirà a quello della giuria di settore per dar vita al giudizio finale per ogni categoria).
Questa rassegna quindi è un'occasione di festa dove poter ammirare e commentare gli autori partecipanti, rammentando che sono esordienti, molte volte autodidatti, e che in quanto tali non sono perfetti, ma hanno tantissima voglia di mettersi in gioco, crescere e migliorare. Ci auguriamo quindi che possiate leggere le loro opere ed apprezzare i loro sforzi in quanto tali, promuovendo quelle opere che considerate meritevoli dando loro il vostro supporto. La maggior parte di loro lavora solo per passione nutrendosi dei commenti del proprio pubblico ed anche un piccolo parere positivo può fare la differenza e sostenerli nel loro sogno, non deludiamoli!
Sonia Amaduzzi in arte Ren è una disegnatrice di Bologna. Ha iniziato a disegnare da bambina e non ha più smesso, tenendo per tutta la vita l’immensa convinzione che il disegno sarebbe dovuto essere il suo lavoro. Diplomatasi in Grafica e Illustrazione per l’editoria, ha seguito un corso di un anno alla Nuova Eloisa di Bologna, grazie alla quale ha approfondito alcune tecniche pittoriche oltre studiare fumetto, storyboard, sceneggiatura e scrittura creativa. Ha partecipato a diversi concorsi, tra cui i più importanti sono: il Chester Quest, nel quale si è classificata tra i primi 50 copertinisti; il concorso indetto dal London Ballet per la locandina della Bella Addormentata, nel quale si è classificata tra i primi 2; il concorso della Fiera Intornazionale del Libro di Bra, dove è arrivata tra i 10 finalisti. Ha seguito inoltre alcuni worskhop con Octavia Monaco e con Otto Gabos. Negli ultimi anni ha lavorato come illustratrice per alcuni videogiochi (sia browser based che app per smartphone e tablet), per un manuale di un gioco di ruolo e per un gioco di carte a tema Cthulhu (Lost in R'lyeh). Ha inoltre collaborato con la rivista Nihon to Cosmoplay, disegnando un manga. È una grandissima amante dell’Art Nouveau in ogni sua forma, ma per quanto riguarda il mondo del fumetto ama Sky Doll di Barbucci e Canepa, Slam Dunk di Inoue e Saikano di Shin Takahashi.
Francesca Basso in arte Fry è di Mordor, un ridente paese in provincia di Vicenza (…), è la sceneggiatrice e colorista dell'opera. Da quando ha memoria quel che ama fare è disegnare e creare storie, inoltre da sempre le piace fantasticare e pensare a meravigliosi mondi immaginari. Il suo sogno è sempre stato quello di diventare una fumettista ma, per svariati motivi, la sua vita l’ha portata ben lontana da questi progetti. Francesca infatti ha frequentato un liceo scientifico, si è laureata in filosofia e ora si sta laureando alla magistrale di Scienze Filosofiche. Nonostante questo però non ha mai smesso neanche per un attimo di coltivare il suo sogno e, nonostante sia un’autodidatta, ha continuato a disegnare, colorare, creare e scrivere in ogni momento libero. Si considera un’amante dell’estetica in generale (dal teatro alla danza, dalla pittura alla letteratura) e legge in continuazione informandosi sempre su tutto ciò che c’è di nuovo. Tra i suoi maggiori riferimenti artistici ci sono i maestri del giallo, horror e fantasy (Poe, Christie, Tolkien, Carroll e ovviamente H.P. Lovecraft), mentre a livello di arte visiva adora impressionisti e surrealisti. Parlando di fumetto è ossessionata dallo stile di Dragonball, Saiyuki, per le meravigliose illustrazioni della Minekura, e da Arms per la sua splendida storia. Nello stile di disegno si è sempre voluta ispirare ai personaggi di Inoue e alle atmosfere di Kentaro Miura (Berserk).
Francesca Basso in arte Fry è di Mordor, un ridente paese in provincia di Vicenza (…), è la sceneggiatrice e colorista dell'opera. Da quando ha memoria quel che ama fare è disegnare e creare storie, inoltre da sempre le piace fantasticare e pensare a meravigliosi mondi immaginari. Il suo sogno è sempre stato quello di diventare una fumettista ma, per svariati motivi, la sua vita l’ha portata ben lontana da questi progetti. Francesca infatti ha frequentato un liceo scientifico, si è laureata in filosofia e ora si sta laureando alla magistrale di Scienze Filosofiche. Nonostante questo però non ha mai smesso neanche per un attimo di coltivare il suo sogno e, nonostante sia un’autodidatta, ha continuato a disegnare, colorare, creare e scrivere in ogni momento libero. Si considera un’amante dell’estetica in generale (dal teatro alla danza, dalla pittura alla letteratura) e legge in continuazione informandosi sempre su tutto ciò che c’è di nuovo. Tra i suoi maggiori riferimenti artistici ci sono i maestri del giallo, horror e fantasy (Poe, Christie, Tolkien, Carroll e ovviamente H.P. Lovecraft), mentre a livello di arte visiva adora impressionisti e surrealisti. Parlando di fumetto è ossessionata dallo stile di Dragonball, Saiyuki, per le meravigliose illustrazioni della Minekura, e da Arms per la sua splendida storia. Nello stile di disegno si è sempre voluta ispirare ai personaggi di Inoue e alle atmosfere di Kentaro Miura (Berserk).
Ecco di seguito la trama di Cthulhu Chronicles:
Fine ottocento, epoca Vittoriana, tra serate di gala, corsetti e carrozze. La vicenda parte inizialmente nei dintorni di Londra per poi trasferirsi ad Arkham, città Lovecraftiana del Massachusetts, dove la misteriosa Miskatonic University diventa teatro di strani avvenimenti. I tre sventurati protagonisti non hanno niente in comune: John è un meccanico proveniente da Liverpool, con il grilletto facile e il sospetto per chiunque; Erzbeth è un'illusionista e una soubrette che cerca redenzione, amore, e nuova ispirazione per tornare a fare spettacoli; Eve, infine, è una psichiatra irlandese col vizio della fata verde, l'Assenzio, che utilizza per cercare di non ragionare troppo su ciò che le sta accadendo, per dimenticare il passato e per trovare la forza di affrontare il presente. Nonostante le loro vite siano così diverse si ritrovano ad affrontare orrori indicibili insieme, accomunati dal fato e da un marchio sulla pelle, destinati a perdere sanità mentale lentamente, man mano che scoprono schegge di verità su cosa davvero c'è dietro all'apparenza del mondo.
Quel che dovete conoscere, prima di tutto, su Cthulhu Chronicles è la sua genesi; l'opera difatti è nata praticamente per caso, come conseguenza di una campagna del gioco di ruolo horror Il Richiamo di Cthulhu ed adattata in fumetto da Fry (NdA: per chi non lo sapesse Il Richiamo di Cthulhu è un gioco basato sul celebre omonimo romanzo del 1928 di H.P. Lovecraft, una delle opere letterarie horror più famose ed importanti di sempre). La vicenda segue in maniera completamente fedele il percorso della loro campagna, ma già ad una prima lettura potrete rendervi conto che quest'opera non da l'impressione di essere un riadattamento ma di essere nata per un fumetto. Le autrici hanno creato un pregevolissimo horror investigativo che scorre con grande facilità, una lettura accattivante ed interessante impreziosita da colpi di scena e da ottimi personaggi che sicuramente non deluderà gli amanti del genere.. e non solo essi.
Una delle particolarità di quest’opera è lo stile di disegno, uno stile simile al super deformed, capace di dare un carattere unico all’insieme e di sposarsi perfettamente con un’ambientazione tetra e d’altri tempi. Questo stile di disegno è nato semplicemente come conseguenza del processo creativo delle autrici, alla fine di un paio di esperimenti sui personaggi: all’inizio essi erano stati creati in uno stile decisamente molto più cartoon, poi pian piano hanno assunto uno stile più grazioso e rotondo ma con delle teste ancora piuttosto piccole, fino ad arrivare allo stile odierno dove, pur mantenendo le proporzioni precedenti, il tratto è diventato decisamente più spigoloso e maggiormente adatto all’ambientazione cupa e graffiante del fumetto. Questo strano comparto grafico potrebbe mettere in difficoltà alcuni, che potrebbero storcere il naso visto che si tratta comunque di una storia dalle tinte horror disegnata con personaggi chibi, ma vi assicuriamo che la bravura delle autrici porta il lettore ad affezionarsi molto in fretta a tale stile ed apprezzarne il contrasto con le oscure vicende narrate. Al momento le autrici hanno concluso il primo volume di storie e son passate a pubblicare le tavole del secondo sul loro sito per cui di materiale da leggere ce n'è molto ed invitiamo tutti a darci un'occhiata e sperimentare in prima persona la trascinante narrazione di quest'opera.
Ecco di seguito l’intervista a Ren e Fry:
Ciao Ren e ciao Fry! È il momento della vostra intervista: pronte?
Fry: Nate pronte!
Ren: Prontissime!
Con che stile preferite disegnare? Quali tecniche usate?
Ren: Prima di iniziare a disegnare Cthulhu Chronicles prediligevo uno stile totalmente differente di disegno, più "realistico" se vogliamo, ma dopo aver preso in mano questo progetto, devo dire che lo stile gotico/chibi mi diverte molto di più. Lavoro sia con tecniche tradizionali che digitali, entrambe hanno i loro pro e i loro contro, ma se potessi scegliere, disegnerei quasi sempre con chine e acquerelli.
Fry: Il mio stile in realtà è il contrario di quello di Cthulhu Chronicles, sperimento molto ma in linea di massima diciamo che mi avvicino all'orientaleggiante. Per questo fumetto mi sono occupata solo della colorazione ed è praticamente tutta fatta in digitale, con Photoshop: uso una tecnica mista a seconda della tavola, simulando pennelli acquerello e cercando di ricreare texture varie che ricordino tappeti, erba, muri e quant'altro. Se coloro in tradizionale mi piace usare matite acquerellabili, oppure pantoni e copic.
Cosa significa per voi fare fumetti? Che cosa differenzia per voi i fumetti da tutto il resto?
Ren: Parlando a nome di entrambe, fare fumetti è dare vita ad un'avventura che porti nel cuore, che per te è importante. E' mostrare graficamente, cosa non possibile con la letteratura, la storia che hai sempre voluto raccontare. Questa è un'opportunità unica, ed è il bello ed il difficile del fumetto.
Se si riesce a far immedesimare il lettore e a fargli provare ciò che si è provato mentre si disegnava, allora si è riusciti nel proprio intento di artista.
Cos’è che vi piace del vostro lavoro come fumettisti? E cosa no? Raccontateci una cosa che amate e una cosa che odiate del mondo dei fumetti e del vostro lavoro.
Ren: Ciò che non amo sono le scadenze, ma lavorare sotto pressione normalmente aumenta la produttività, perciò forse non è una cosa del tutto negativa...
Fry: Non avendo mai fatto la fumettista prima d'ora non potrei parlare seriamente di "lavoro"; diciamo che una cosa che mi piace è sentire ciò che le persone pensano del mio operato, sia che apprezzino, sia che facciano critiche costruttive. Una cosa che non mi piace è quando si crea della rivalità tra artisti, in fondo siamo tutti sulla stessa barca, aiutiamoci!
Com’è nata la vostra opera? Quali sono i vostri piani per essa?
Ren & Fry: La nostra opera è la trasposizione su carta di una campagna a "Il Richiamo di Cthulhu", giocata per tre anni e conclusa con un gran fuoco d'artificio! Avendo amato così tanto la storia che si è venuta a creare, volevamo fare un omaggio al nostro Custode (il narratore), perciò abbiamo deciso di ricreare il primo capitolo del racconto, a fumetti. Poi, pubblicandolo su internet, ci siamo accorte che stava avendo successo fra gli appassionati perciò abbiamo cominciato a pensare di creare davvero il fumetto, con tutta la storia...ed eccoci qui! Dopo un anno d'avventura siamo convinte più che mai a proseguire, la trama si farà sempre più interessante e coinvolgente (sappiamo già il finale, ma non ve lo racconteremo ora, seguiteci e lo scoprirete)!
Questa domanda sapete benissimo che vi tocca: parlateci della vostra passione per Lovecraft e Cthulhu, e com’è nata!
Ren: Aiuto!! Diciamo che se mi sono appassionata a Lovecraft, lo devo al nostro master. Non avevo mai letto nulla, anche se conoscevo Cthulhu grazie soprattutto agli illustratori che hanno reso omaggio al grande bestio; dopo la prima sessione di gioco al Richiamo di Cthulhu, mi si é aggrappata la scimmia alla spalla e ho iniziato a leggere la mega raccolta di racconti di Lovecraft. Ho giocato anche a diversi giochi da tavolo e videogiochi (Cthulhu saves the World é il gioco definitivo), ma più che altro sono stata rapita dalla mole di illustrazioni che si trovano in giro e ho avuto modo di scoprire artisti splendidi! Poi, siccome amo rilegare libri, ho costruito un Necronomicon, tanto per nutrire ancora un po' la scimmia sulla spalla.
Fry: Partiamo dal fatto che sono sempre stata attratta dalle cose più assurde: ad esempio quando avevo tre anni volli a tutti i costi vestirmi da Polipo Fuxia per Carnevale...comunque, fin da quando ero piccola ciò che mi divertiva di più era collegato a mitologia e cosmogonie, mistero e paura. Verso le medie, tra le varie miriadi di libri che "divoravo", lessi tutto d'un fiato Poe, e decidi di volerne sapere di più...il collegamento a Lovecraft è una conseguenza quasi obbligatoria. Ho seguito da allora opere e citazioni varie tra videogame e quant'altro, arrivando al gioco di ruolo di Cthulhu. Una volta provai a seguire una campagna e mi divertii molto, quindi quando Davide, il master, mi propose di giocare, non avrei mai potuto rifiutare! Ultimamente poi la mano mi è proprio scappata del tutto, dato che sto seguendo da un anno un progetto di tesi specialistica proprio su il Necronomicon, i Grandi Antichi e Lovecraft, collegata anche alla cultura del Solitario di Providence in tutto il pensiero, e quindi le produzioni d'arte contemporanee.
Quindi è chiaro come quest’opera sia frutto del destino! Com’è lavorare insieme, come vi suddividete il lavoro?
Fry: Yep, potremmo in effetti dire che il caso...o come mi piace chiamarlo, Caos, ci ha portato fin qui!
Intanto lascio rispondere a Ren che magari è più tecnica, poi al limite aggiungo
Ren: Di solito rileggiamo insieme gli appunti presi, si ragiona sulla sceneggiatura del capitolo (più che altro Fry, io servo come elemento di disturbo), quindi si passa alla stesura degli storyboard (omini stecco che dicono cose senza senso, circondati da appunti su inquadrature, dettagli importanti da inserire e via dicendo ). Finiti gli storyboard, io mi occupo delle tavole ( disegni, texture, ombre e luci) e poi passo il tutto a Fry, che si occupa di colorare e scrivere testi e dialoghi. Ogni tavola che le passo ha un livello nascosto di photoshop, dove scrivo dialoghi idioti o faccio disegni stupidi. Questo é un passaggio fondamentale del processo creativo, ovviamente.
Insieme si lavora alla grande. E poi ci si supporta, soprattutto quando mi rendo conto di aver disegnato 890mila cose che da colorare sono un suicidio... "tavola con LE COSE in arrivo"... "le cose" sono il male.
Fry: Anzi! Secondo me è molto divertente e bello poter condividere qualcosa di così importante con una persona a cui vuoi bene. E poi è pure utile a livello di mole di lavoro distribuita, non credo che nessuna delle due riuscirebbe a fare tutto da sola, più che altro perché il tempo impiegato si dilaterebbe all'infinito. Soprattutto quando ci sono "le cose".
Ren: Confermo tutto.
Fry: *nota: "le cose" sono le tavole strapiene di particolari impossibili da non inserire, ad esempio librerie da miliardi di libri e stanze piene di cianfrusaglie, che però servono per dare atmosfera al racconto. Che già disegnarle è un'agonia, a colorarle ti si stacca la mano. Il volume due, è strapieno di tavole così, nell'uno ce ne sono più che altro verso la fine.
Uno degli elementi tecnici principali della vostra opere è la colorazione, come riuscite a dare l’effetto voluto alla vostra opera?
Fry: Il colore si è affinato nel tempo. Inizialmente era molto più accennato, giusto per dare un tocco un po' diverso dal solito bianco e nero (o meglio, color seppia a chiaroscuri), ma andando avanti ho deciso che l'atmosfera d'ansia e mistero doveva essere valorizzata, quindi ho cambiato un po' stile, facendo diventare la colorazione uno degli elementi predominanti del fumetto, che rende tutto più sinistro ed inquietante. Essendo tutto digitale sperimento moltissimo, ho un'infinità di pennelli diversi a seconda dell'elemento da colorare e dell'effetto da dare, ma diciamo che come predominanza è quella della serie Nagel a colore acquerellato e bagnato.
Ultimamente poi adoro inserire effetti di luce magica quando si parla di tavole con incantesimi o mostri sovrannaturali all'interno...quello mi diverte moltissimo, perché rende il tutto molto più ultraterreno e collegato a dimensioni differenti dalla nostra. E poi mi diverto nelle tavole splatter, stando ore ad aggiungere effetti sanguinolenti...ma questa è un'altra faccenda.
Cosa amate della vostra opera? Perché i nostri lettori dovrebbero votarla al nostro Award?
Ren & Fry: Cthulhu Chronicles è sicuramente un prodotto diverso dal solito sia come stile, un horror lovecraftiano disegnato a pupazzetti invece che in modo realistico, sia come storia: sono avventure vissute realmente, nell'ambito del gioco di ruolo, che abbiamo portato avanti senza sapere dove, e come, saremo finite. Abbiamo riso, pianto, provato paura e sgomento assieme ai protagonisti, li abbiamo amati e visti crescere scivolando via dal nostro arbitrio. Ridisegnandole e rivivendole stiamo affinandoci come artiste, disegnatrici e scrittrici, per creare un racconto che appassioni sempre di più il lettore. Perché votarci? Perché vi porteremo nelle Dreamlands e negli angoli più remoti della Terra, cercando di non risvegliare gli Antichi dormienti, facendovi provare momenti di meraviglia...e di puro terrore!
Ringraziandovi per la disponibilità nel rispondere a questa intervista: salutate il vostro pubblico!
Ren & Fry: Grazie mille a tutti voi che ci seguite e ci sostenete, che gli Antichi vi siano propizi! Iä Iä Cthulhu F'thagn!
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Questa rassegna quindi è un'occasione di festa dove poter ammirare e commentare gli autori partecipanti, rammentando che sono esordienti, molte volte autodidatti, e che in quanto tali non sono perfetti, ma hanno tantissima voglia di mettersi in gioco, crescere e migliorare. Ci auguriamo quindi che possiate leggere le loro opere ed apprezzare i loro sforzi in quanto tali, promuovendo quelle opere che considerate meritevoli dando loro il vostro supporto. La maggior parte di loro lavora solo per passione nutrendosi dei commenti del proprio pubblico ed anche un piccolo parere positivo può fare la differenza e sostenerli nel loro sogno, non deludiamoli!
Finalmente un prodotto diverso dal solito
è un fumetto diverso dal solito, e non vedo l'ora che esca il secondo atto (anche perché nel cartaceo c'è un sacco di roba in più rispetto alla pubblicazione online!)
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