SEVEN DAYS dallo shonen-ai di R.Takarai: nostro e vostro parere

Amare significa nutrire speranza in qualcuno per sempre.

Non è di questo avviso Touji Seryou, che dopo un amore mai del tutto archiviato applica una regola alla sua vita: uscire con una persona diversa ogni settimana. Non importa chi sia, basta non sforare il limite massimo di sette giorni. Perché tanto, innamorarsi di nuovo è fuori discussione. Perché tanto, che differenza può fare se uno di questi giorni, a chiedergli di vedersi è il senpai Shino del club di kyuudo?

Shino è un ragazzo attorniato dalle attenzioni delle ragazze almeno quanto lo è Seyou, ma nell'animo entrambi recano un grumo di sensazioni annodate. Non sono mai in grado di mettersi in contatto per davvero con le altre persone, declamano il fallimento di una relazione ancor prima di dargli una vera possibilità.
Per questo, una relazione di una sola settimana è a prova di bomba.

                     "Eppure per me, questa settimana è stata sufficiente per farmi innamorare."

E’ bizzarro che sia una persona del proprio stesso sesso a riuscire là dove tutte le altre, prima, non ce l’avevano fatta. Senza clamore, senza alcun bisogno di gridare ad alta voce che sta nascendo un amore diverso dagli altri.
Diverso da che cosa?
Non c'è nulla fuori dell'ordinario qui.

Il film spicca semmai per essere una storia shounen-ai raccontata cinematograficamente con la dignità che opere precedenti purtroppo non hanno avuto, facendo credere così che si trattasse sul serio di storiette per ragazzine alle prese con i primi batticuori ormonali e non di qualcosa che possa in concreto accadere nella realtà.

Se questa coppia di film ha una pecca è nella figura di Seryou, il cui attore è fisicamente molto somigliante al personaggio delineato dal tratto della Takarai, ma nei modi e nelle espressioni restituisce un ragazzo decisamente troppo effeminato e poco in accordo con la presupposta virilità di cui dovrebbe essere permeato.

Che alla trasposizione di Seven Days sia stata data un'attenzione peculiare lo si denota dalle inquadrature, dai bei poster, dal fatto che il ritmo sia oltremodo disteso, senza per questo annoiare.
Colori e luci sono a tratti più morbidi della realtà, e teniamo conto poi che di un manga originariamente pubblicato in due volumi sono stati tratti, di fatto, un film per ciascuno. Non sono molte le opere che possono vantare una fedeltà di adattamento questo genere. E proprio per questo ve ne consigliamo la visione.

                                                                                                                           Autore: zettaiLara