Pronti per concludere anche questa settimana in nostra compagnia? Ecco a voi, amici dell'Italian Indie Comics Award, una nuova opera: Energheia di Elena Toma & Thomas Lucking.
Ecco di seguito la trama di Energheia:
Energheia è quindi una storia a cavallo fra i generi, dove misticismo e sovrannaturale si intrecciano coi temi propri della fantascienza e dove azione, battaglie, misteri e sentimenti la fanno da padroni. Ed è proprio questo peculiare mix quello che caratterizza maggiormente l'opera da tutto il resto delle produzioni del genere fantastico. Il nostro protagonista viene infatti sbalzato in un mondo parallelo in cui gli autori hanno sapientemente intrecciato elementi provenienti da vari generi narrativi (in particolare dallo steampunk, dalla fantascienza classica e dal fantasy) in un insieme unico e ben bilanciato dove ogni elemento della storia trova correttamente il proprio posto. Tutto questo viene inoltre presentato al pubblico attraverso una narrazione fluida e ben congegnata che permette di ambientarsi facilmente, ed imparare pian piano le caratteristiche dell'ambientazione, senza tuttavia perdere mai di mordente ed iniziativa, coinvolgendo piacevolmente il lettore fino alla fine.
Una cosa che forse non tutti sanno è che Energheia nasce nel 2012 come Light Novel, ed è proprio da questo che nasce gran parte della cura nei dettagli narrativi e nello sviluppo della narrazione, molto più approfonditi nella versione letteraria. Naturalmente la coppia di autori era la medesima anche per l'incarnazione precedente (che è tuttora in corso su Mangakugan) perciò chi vorrà cimentarsi nella sua lettura potrà vedere come il disegno di Elena si sia piacevolmente evoluto nel tempo fino ad arrivare all'ottimo stile attuale di cui possiamo godere ora guardando le sue ultime illustrazioni.
Attualmente il fumetto, dopo una precedente pubblicazione da parte di Reika Manga, è edito da Kasaobake e si appresta ad arrivare al traguardo del secondo volumetto (un obbiettivo sempre non facile da raggiungere per gli autori japstyle, viste la quantità di pagine da produrre per raggiungerlo) mentre la novel è ormai giunta al diciannovesimo capitolo.
Infine ecco a voi l’intervista agli autori:
Cosa vi piace del vostro lavoro come fumettisti? E cosa no? Raccontateci una cosa che amate e una cosa che odiate del mondo dei fumetti e del vostro lavoro.
La cosa più bella di questo lavoro è il momento in cui si ricevono le opinioni di chi ha letto la tua opera: belle o brutte che siano, infatti, esse indicano che questa persona non solo ha speso parte del suo tempo per leggere il fumetto, ma che ha anche interesse a farti sapere cosa ne pensa; insomma, la più grande soddisfazione che si possa avere, subito seguita da quella che dà il vedere la propria opera completa e fruibile da altri oltre a familiari e amici. Riguardo a ciò che odiamo, in cima c’è lo scarso bilanciamento fra impegno (e tempo speso nella creazione effettiva dell’opera) rispetto alla possibilità di farsi conoscere nel nostro ambito; un aspetto superato in negatività, forse, solo dal fatto che troppi in questo mondo sembrano passare più tempo a criticare in modo non costruttivo i propri “compagni d’avventura” piuttosto che a incoraggiarli e a godere di quanto hanno da offrire, come se avessero dimenticato perché fanno parte di una simile comunità.
Inutile negarlo: voi siete dei ragazzi che stanno dentro il mondo dell’autoproduzione di più di molti altri disegnatori e sceneggiatori, quindi perché non ci fate una breve riflessione su questo mondo?
Elisa: Secondo me l'autoproduzione mai come in questo periodo sta avendo tanto successo, mi accorgo che negli anni sempre più autori decidono di non affidarsi ad editori e invece promuovere il proprio lavoro da sé, cosa che magari ha lo svantaggio "economico" di dover stampare e distribuire in proprio l'opera, ma ha di certo il vantaggio di poter gestire il tutto senza alcun tipo di direttiva editoriale, rendendo quindi l'autore libero in ogni sua scelta, cosa che dal punto di vista "artistico" a parer mio è fondamentale se ci si vuole "distinguere dalla massa". Trovo quindi che sì, il mondo dell'autoproduzione sia molto migliorato in questi ultimi tempi, e prevedo (e spero) che possa andare sempre meglio in futuro.
Thomas : Mi trovo d'accordo con Elena: sicuramente il mondo delle autoproduzioni va ampliandosi e migliorando, con un aumento della ricerca di originalità e distacco - senza creare per forza qualcosa del tutto diverso - rispetto alle opere "canoniche". Faccio l'esempio dei lavori d'ispirazione nipponica (a me più cari per gusti personali): rispetto a qualche anno fa, in cui prevaleva la tendenza a imitare e basta, oggi si va sempre più mescolando a una base "estera" i temi propri delle nostre parti, creando così opere dal sapore nuovo e originale. Ormai, le autoproduzioni spuntano come funghi, il che va benissimo, essendo la base per il loro successo. Per il futuro, però, ciò non basta: è anche necessario che vengano sostenute affinché abbiano modo di affermarsi e crescere. Non vanno escluse solo perché non sono opere famose, o perché ispirate a stili esteri, né sono da guardare con pregiudizi. Alcune dovranno ancora maturare, com'è normale, visto che il mondo delle autoproduzioni funge anche da incubatore; allo stesso tempo, però, ci sono anche lavori già ottimi e godibilissimi. Insomma... bisogna concedere loro una - e più - possibilità, mostrando "clemenza" e disponibilità ai consigli a chi sta ancora imparando (che non vuol dire farlo a pezzi), ed evitando di tagliare le gambe a opere valide solo perché autoproduzioni.
Com’è nata la vostra opera? Quali sono i vostri piani per essa?
Riferendoci al soggetto dell’opera, esso risale a parecchio tempo fa (da che Thomas ricordi, lo avrà concepito quando era un novello liceale). Solo svariati anni dopo lo abbiamo ripreso, con Thomas che inizialmente l’ha elaborato in forma di light novel, e poi con Elena che l’ha convertito con lui in un fumetto. Insomma, una gestazione piuttosto lunga. Riguardo ai nostri piani, diciamo che quella di Energheia è pensata come una storia assai lunga, i cui punti fondamentali sono però già stabiliti. Viste tali premesse, è probabile che essa ci terrà impegnati per molto tempo; un viaggio che, per quanto impegnativo, ci eccita non poco, e che non vediamo l’ora di proseguire.
Come funziona il vostro lavoro di coppia? Come viene suddiviso?
Tenendo conto che Energheia è tratto dalla light novel di Thomas, lui innanzitutto scrive i vari capitoli "romanzati" (in modo da tenerli anche pronti per quando dovranno uscire su Mangakugan Light), e da questi io mi baso per tratte la sceneggiatura del fumetto. Dopo aver letto il capitolo da disegnare ne faccio lo storyboard (che Thomas controlla scrupolosamente) e poi, una volta approvato mi adopero per realizzare le tavole. Prima di passare gli inchiostri Thomas controlla sempre ogni disegno (anche perché è bravissimo a trovarmi gli errori, pur non sapendo disegnare) e una volta passata anche questa revisione poi finalmente mi dedico agli inchiostri, per i quali Thomas mi dà una mano mettendo le campiture nere, da bravo assistente! Poi passo tutto a pc, metto retini e lettering e Thomas dà un'ultima revisione confrontando il tutto con la light novel e correggendo dove serve!
Come vi trovate a lavorare insieme?
Elena: Posso dire che se da un lato può essere semplice, dato che non devo stare a pensare a cose mentalmente demolenti come il dover creare una storia, dall'altro è complicato proprio perché la storia non è mia. Rendere bene delle scene che non sono nella mia testa, ma nella testa di qualcun altro non è cosa semplice, anche perché molto spesso, leggendo la parte testuale della novel, io immagino certe scene in un certo modo, mentre Thomas magari intendeva tutt'altro! Gli scontri tra noi due non sono infrequenti, e spesso dobbiamo scendere a compromessi, ma alla fine siamo sempre più o meno soddisfatti del lavoro ottenuto, quindi ci va bene così! Sotto molti aspetti per me è un lavoro parecchio stimolante.
Thomas: Ha i suoi pro e contro. Spesso ci sono divergenze di vedute, e bisogna giungere a compromessi magari molto sofferti in modo da accontentare entrambi. Tuttavia, applicando due punti di vista diversi, è più difficile fare errori, per esempio: Elena focalizza molto l'attenzione sull'estetica dei contenuti, e dunque può vedere meglio di me quando è necessario lavorare di più su questo aspetto; viceversa, io mi preoccupo molto della congruenza e della dinamicità delle scene, e quindi noto facilmente se c'è un'anomalia che le riguarda (oggetti che cambiano posizione senza motivo, traiettorie dei proiettili impossibili, e cose del genere).
Cosa amate della vostra opera? Perché i nostri lettori dovrebbero votarla al nostro Award?
Isole volanti, aeronavi a forma di corazzate, poteri più o meno sovrannaturali e… tanta azione e colpi di scena. In Energheia abbiamo mescolato molte cose, cercando un giusto equilibrio fra una molteplicità di generi e target. Se dobbiamo indicare qualcosa che ci piace particolarmente, è il modo in cui la storia cerca di creare “coerenza nell’incoerenza”, sviluppando una serie di regole nuove e poi impegnandosi per sottostare ad esse, come fosse una sorta di sfida… ma questo è perlopiù il punto di vista di noi autori. Per quanto riguarda il pubblico, pensiamo che – per i suoi molti sottogeneri – Energheia strizzi l’occhio a svariate tipologie di lettori, i quali in base ai propri gusti potranno trovare qualcosa di loro gradimento. Non parliamo di un’opera di pura fantascienza, né di un fantasy classico, o di un “battle manga” in cui emozioni e profondità dei personaggi passano in secondo piano; pur riprendendo temi che di per sé sono ampiamente sperimentati, cerchiamo di rielaborarli in qualcosa di nuovo, originale, e soprattutto interessante. Nel creare Energheia, l’obiettivo è stato questo, e dunque speriamo sia proprio ciò a far votare la nostra opera. E poi, ragazzi… ci sono delle gigantesche navi volanti! Cosa volete di più?
Ringraziandovi per la disponibilità nel rispondere a questa intervista: salutate il vostro pubblico!
Siamo noi a ringraziare voi per questa opportunità di farci conoscere. E al pubblico: un saluto e un grazie per aver letto l’intervista e per ogni sostegno che vorrete darci (e che ci avete già dato finora)! Un fumettista può anche essere soddisfatto dalla semplice creazione di un’opera, ma per noi la gioia più grande viene nel momento in cui possiamo sapere cosa ne pensano gli altri, e perciò… voi siete fondamentali! Un abbraccio a tutti!
Che cos'è l'IICA?
L'Italian Indie Comics Award è un concorso nato per promuovere le autoproduzioni partecipanti e cercare di far conoscere loro ed i loro autori ad un pubblico più vasto, stabilendo nel frattempo quali sono le migliori per diverse categorie di genere e di stile (qui l'elenco completo e tutti i dettagli) in maniera da mettere le opere più meritevoli in risalto secondo divisioni il più possibili omogenee e pertinenti . Il concorso è strutturato in due fasi: la prima di rassegna, che si sta svolgendo attualmente, per presentare le opere partecipanti e la seconda di voto pubblico, che sarà effettuata verso giugno, dove tutti gli interessati saranno chiamati a votare ed esprimere le proprie preferenze (tale voto pubblico si unirà a quello della giuria di settore per dar vita al giudizio finale per ogni categoria).
Questa rassegna quindi è un'occasione di festa dove poter ammirare e commentare gli autori partecipanti, rammentando che sono esordienti, molte volte autodidatti, e che in quanto tali non sono perfetti, ma hanno tantissima voglia di mettersi in gioco, crescere e migliorare. Ci auguriamo quindi che possiate leggere le loro opere ed apprezzare i loro sforzi in quanto tali, promuovendo quelle opere che considerate meritevoli dando loro il vostro supporto. La maggior parte di loro lavora solo per passione nutrendosi dei commenti del proprio pubblico ed anche un piccolo parere positivo può fare la differenza e sostenerli nel loro sogno, non deludiamoli!
Elena Toma, conosciuta anche come Tonkipappero, è una disegnatrice 25 anni di Lecce, ma ormai trapiantata al nord. Elena disegna praticamente da sempre ma col tempo, e col suo essere sempre di più in contatto con anime e manga, ha dato una precisa forma e direzione alla propria passione, rimanendo sempre ben conscia di come sarebbero dovute essere le sue opere. Nonostante sia giovane sono davvero numerose le sue esperienze nel mondo del fumetto: da qualche anno pubblica con la casa editrice Mangasenpai il fumetto Sahaam (del quale a breve uscirà il terzo volume), collabora con la rivista Dimensioni Nuove (disponibile su abbonamento e distribuita in alcune scuole torinesi) dell’editrice Elledici (per la quale ha realizzato anche diverse storie brevi a fumetti) e collabora con l’Accademia Europea di Manga (che ha anche frequentato) insegnando durante alcuni corsi domenicali chiamati “Manga in Città”, corsi che ha tenuto sia a Bari che a Milano. Oltre a tutto questo è l’autrice della light novel Domination Reiyel e, soprattutto, è la fondatrice di Mangakugan, rivista online totalmente gratuita, con la quale pubblica da ormai quattro anni manga e light novel italiani japstyle.
Thomas Lucking è lo sceneggiatore dell’opera, ha 26 anni ed anche lui viene da Lecce ma ora vive al nord proprio come la disegnatrice. I suoi primissimi tentativi di scrittura risalgono quando era solo un bambino, ma come ci si può facilmente aspettare questo hobby si è tramutato in qualcosa di serio soltanto molti anni dopo. Le sue esperienze nel mondo del fumetto si limitano all’avventura con Energheia e soprattutto quella con Mangakugan, dove ha il ruolo di vice. Sulle pagine di Mangakugan Light collabora con Elena anche alla light novel Medieval.
Essendo entrambi grandissimi appassionati di anime e manga la maggior parte delle loro influenze, stilistiche o narrative che siano, provengono proprio dal paese del Sol Levante, ma questo non toglie comunque il grande peso che hanno avuto i film e la letteratura occidentale nella loro crescita. Le opere a fumetti che entrambi custodiscono gelosamente nel cuore sono Chrono Crusade, Fullmetal Alchemist ed Inuyasha (al quale sono molto legati a livello affettivo dato che è stato un po’ la loro porta d’ingresso nel mondo dei manga). Elena ha inoltre anche una spiccata predilezione per lo stile delle CLAMP, dal quale si ispira per alcune delle sue illustrazioni.
Thomas Lucking è lo sceneggiatore dell’opera, ha 26 anni ed anche lui viene da Lecce ma ora vive al nord proprio come la disegnatrice. I suoi primissimi tentativi di scrittura risalgono quando era solo un bambino, ma come ci si può facilmente aspettare questo hobby si è tramutato in qualcosa di serio soltanto molti anni dopo. Le sue esperienze nel mondo del fumetto si limitano all’avventura con Energheia e soprattutto quella con Mangakugan, dove ha il ruolo di vice. Sulle pagine di Mangakugan Light collabora con Elena anche alla light novel Medieval.
Essendo entrambi grandissimi appassionati di anime e manga la maggior parte delle loro influenze, stilistiche o narrative che siano, provengono proprio dal paese del Sol Levante, ma questo non toglie comunque il grande peso che hanno avuto i film e la letteratura occidentale nella loro crescita. Le opere a fumetti che entrambi custodiscono gelosamente nel cuore sono Chrono Crusade, Fullmetal Alchemist ed Inuyasha (al quale sono molto legati a livello affettivo dato che è stato un po’ la loro porta d’ingresso nel mondo dei manga). Elena ha inoltre anche una spiccata predilezione per lo stile delle CLAMP, dal quale si ispira per alcune delle sue illustrazioni.
Ecco di seguito la trama di Energheia:
Ethan Knight è un giovane studente inglese la cui vita è sempre stata fin troppo normale, eppure destinato a percorrere un cammino tutt’altro che ordinario. Al principio della storia, Ethan viene infatti catapultato in un mondo alternativo di nome Tersain: un globo d’aria privo di terra ferma nel quale fluttuano migliaia di isole, abitate da civiltà che si son evolute per sopravvivere in un ambiente così particolare. Un luogo dove le tecnologie del vapore e dell’aeronautica sono ben più avanzate rispetto a quelle della Terra, e dove è possibile praticare la mayea, un’arte simile alla magia, che consente di agire direttamente sulla natura delle cose.
Gettato in un luogo così alieno, Ethan viene coinvolto nelle faccende militari di uno Stato scosso dalla guerra civile, finendo prigioniero di un gruppo di ribelli e, in seguito, divenendone un alleato. Che ne sarà di lui? E qual è la natura di Tersain, che pare avere tanti punti in comune con la Terra pur essendone ben diverso? Ma soprattutto… come è giunto su un tale mondo? Sono questi solo alcuni degli interrogativi che lo accompagnano in una guerra di cui lui non dovrebbe far parte. Eppure, non è neanche tutto ciò a costituire la stranezza maggiore, perché Ethan, messo alle strette, finisce per rivelare una capacità, simile alla mayea, che gli permette di poter manipolare le energie che lo circondano. Un potere atipico anche per Tersain, in grado di influire sugli esiti della guerra, ma soprattutto una capacità che mostra strani legami col passato di questo mondo, e con gli antichi resti lasciati da popoli scesi dal cielo quando Tersain da pianeta si trasformò in un insieme di frammenti...
Gettato in un luogo così alieno, Ethan viene coinvolto nelle faccende militari di uno Stato scosso dalla guerra civile, finendo prigioniero di un gruppo di ribelli e, in seguito, divenendone un alleato. Che ne sarà di lui? E qual è la natura di Tersain, che pare avere tanti punti in comune con la Terra pur essendone ben diverso? Ma soprattutto… come è giunto su un tale mondo? Sono questi solo alcuni degli interrogativi che lo accompagnano in una guerra di cui lui non dovrebbe far parte. Eppure, non è neanche tutto ciò a costituire la stranezza maggiore, perché Ethan, messo alle strette, finisce per rivelare una capacità, simile alla mayea, che gli permette di poter manipolare le energie che lo circondano. Un potere atipico anche per Tersain, in grado di influire sugli esiti della guerra, ma soprattutto una capacità che mostra strani legami col passato di questo mondo, e con gli antichi resti lasciati da popoli scesi dal cielo quando Tersain da pianeta si trasformò in un insieme di frammenti...
Energheia è quindi una storia a cavallo fra i generi, dove misticismo e sovrannaturale si intrecciano coi temi propri della fantascienza e dove azione, battaglie, misteri e sentimenti la fanno da padroni. Ed è proprio questo peculiare mix quello che caratterizza maggiormente l'opera da tutto il resto delle produzioni del genere fantastico. Il nostro protagonista viene infatti sbalzato in un mondo parallelo in cui gli autori hanno sapientemente intrecciato elementi provenienti da vari generi narrativi (in particolare dallo steampunk, dalla fantascienza classica e dal fantasy) in un insieme unico e ben bilanciato dove ogni elemento della storia trova correttamente il proprio posto. Tutto questo viene inoltre presentato al pubblico attraverso una narrazione fluida e ben congegnata che permette di ambientarsi facilmente, ed imparare pian piano le caratteristiche dell'ambientazione, senza tuttavia perdere mai di mordente ed iniziativa, coinvolgendo piacevolmente il lettore fino alla fine.
Una cosa che forse non tutti sanno è che Energheia nasce nel 2012 come Light Novel, ed è proprio da questo che nasce gran parte della cura nei dettagli narrativi e nello sviluppo della narrazione, molto più approfonditi nella versione letteraria. Naturalmente la coppia di autori era la medesima anche per l'incarnazione precedente (che è tuttora in corso su Mangakugan) perciò chi vorrà cimentarsi nella sua lettura potrà vedere come il disegno di Elena si sia piacevolmente evoluto nel tempo fino ad arrivare all'ottimo stile attuale di cui possiamo godere ora guardando le sue ultime illustrazioni.
Attualmente il fumetto, dopo una precedente pubblicazione da parte di Reika Manga, è edito da Kasaobake e si appresta ad arrivare al traguardo del secondo volumetto (un obbiettivo sempre non facile da raggiungere per gli autori japstyle, viste la quantità di pagine da produrre per raggiungerlo) mentre la novel è ormai giunta al diciannovesimo capitolo.
Infine ecco a voi l’intervista agli autori:
Elena e Thomas, è un grande piacere ritrovarvi come partecipanti dell'IICA: siete pronti all'intervista?
Prontissimi! Forse..
Con che stile preferite disegnare? Quali tecniche usate?
Tanto per i disegni quanto per la composizione delle tavole sfruttiamo prevalentemente la tecnica dei fumetti giapponesi. Volendo essere ancor più precisi, lo stile è sostanzialmente a cavallo fra quello proprio dei manga shōnen e shōjo. Allo stesso modo, la narrazione è sviluppata ricorrendo molto agli schemi nipponici, con un’inevitabile (e neanche sgradita) influenza del mondo occidentale. Le tavole vengono realizzate quasi interamente a mano, mettendo in campo il PC solo nella fase di retinatura e lettering. Anche gli strumenti (dalla carta ai pennini, dai marker all’inchiostro) sono i medesimi utilizzati dai fumettisti dell’Est.
Cosa significa per voi fare fumetti? Che cosa differenzia per voi i fumetti da tutto il resto?
Anzitutto, per noi fare fumetti significa raccontare una storia; non solo la storia in sé, ma anche i personaggi, delle emozioni, e un mondo che vogliamo condividere. Ci sono davvero tanti modi per fare ciò, dai più attuabili per chi lavora da solo (la scrittura) a film e serie televisive e animate. In tutto ciò, comunque, oltre ad essere a portata di chi non ha i mezzi di un produttore cinematografico, i fumetti racchiudono la possibilità di raccontare in modo completo ogni aspetto della storia; essi danno modo al lettore non solo di immaginare il mondo dell’autore (com’è nel caso della letteratura senza immagini), ma di vederlo a tutti gli effetti. Allo stesso tempo, però, i fumetti lasciano comunque un margine di dubbio riguardo a certi aspetti (come le voci dei personaggi), consentendo quindi al lettore di far correre comunque la fantasia.
Prontissimi! Forse..
Con che stile preferite disegnare? Quali tecniche usate?
Tanto per i disegni quanto per la composizione delle tavole sfruttiamo prevalentemente la tecnica dei fumetti giapponesi. Volendo essere ancor più precisi, lo stile è sostanzialmente a cavallo fra quello proprio dei manga shōnen e shōjo. Allo stesso modo, la narrazione è sviluppata ricorrendo molto agli schemi nipponici, con un’inevitabile (e neanche sgradita) influenza del mondo occidentale. Le tavole vengono realizzate quasi interamente a mano, mettendo in campo il PC solo nella fase di retinatura e lettering. Anche gli strumenti (dalla carta ai pennini, dai marker all’inchiostro) sono i medesimi utilizzati dai fumettisti dell’Est.
Cosa significa per voi fare fumetti? Che cosa differenzia per voi i fumetti da tutto il resto?
Anzitutto, per noi fare fumetti significa raccontare una storia; non solo la storia in sé, ma anche i personaggi, delle emozioni, e un mondo che vogliamo condividere. Ci sono davvero tanti modi per fare ciò, dai più attuabili per chi lavora da solo (la scrittura) a film e serie televisive e animate. In tutto ciò, comunque, oltre ad essere a portata di chi non ha i mezzi di un produttore cinematografico, i fumetti racchiudono la possibilità di raccontare in modo completo ogni aspetto della storia; essi danno modo al lettore non solo di immaginare il mondo dell’autore (com’è nel caso della letteratura senza immagini), ma di vederlo a tutti gli effetti. Allo stesso tempo, però, i fumetti lasciano comunque un margine di dubbio riguardo a certi aspetti (come le voci dei personaggi), consentendo quindi al lettore di far correre comunque la fantasia.
Cosa vi piace del vostro lavoro come fumettisti? E cosa no? Raccontateci una cosa che amate e una cosa che odiate del mondo dei fumetti e del vostro lavoro.
La cosa più bella di questo lavoro è il momento in cui si ricevono le opinioni di chi ha letto la tua opera: belle o brutte che siano, infatti, esse indicano che questa persona non solo ha speso parte del suo tempo per leggere il fumetto, ma che ha anche interesse a farti sapere cosa ne pensa; insomma, la più grande soddisfazione che si possa avere, subito seguita da quella che dà il vedere la propria opera completa e fruibile da altri oltre a familiari e amici. Riguardo a ciò che odiamo, in cima c’è lo scarso bilanciamento fra impegno (e tempo speso nella creazione effettiva dell’opera) rispetto alla possibilità di farsi conoscere nel nostro ambito; un aspetto superato in negatività, forse, solo dal fatto che troppi in questo mondo sembrano passare più tempo a criticare in modo non costruttivo i propri “compagni d’avventura” piuttosto che a incoraggiarli e a godere di quanto hanno da offrire, come se avessero dimenticato perché fanno parte di una simile comunità.
Inutile negarlo: voi siete dei ragazzi che stanno dentro il mondo dell’autoproduzione di più di molti altri disegnatori e sceneggiatori, quindi perché non ci fate una breve riflessione su questo mondo?
Elisa: Secondo me l'autoproduzione mai come in questo periodo sta avendo tanto successo, mi accorgo che negli anni sempre più autori decidono di non affidarsi ad editori e invece promuovere il proprio lavoro da sé, cosa che magari ha lo svantaggio "economico" di dover stampare e distribuire in proprio l'opera, ma ha di certo il vantaggio di poter gestire il tutto senza alcun tipo di direttiva editoriale, rendendo quindi l'autore libero in ogni sua scelta, cosa che dal punto di vista "artistico" a parer mio è fondamentale se ci si vuole "distinguere dalla massa". Trovo quindi che sì, il mondo dell'autoproduzione sia molto migliorato in questi ultimi tempi, e prevedo (e spero) che possa andare sempre meglio in futuro.
Thomas : Mi trovo d'accordo con Elena: sicuramente il mondo delle autoproduzioni va ampliandosi e migliorando, con un aumento della ricerca di originalità e distacco - senza creare per forza qualcosa del tutto diverso - rispetto alle opere "canoniche". Faccio l'esempio dei lavori d'ispirazione nipponica (a me più cari per gusti personali): rispetto a qualche anno fa, in cui prevaleva la tendenza a imitare e basta, oggi si va sempre più mescolando a una base "estera" i temi propri delle nostre parti, creando così opere dal sapore nuovo e originale. Ormai, le autoproduzioni spuntano come funghi, il che va benissimo, essendo la base per il loro successo. Per il futuro, però, ciò non basta: è anche necessario che vengano sostenute affinché abbiano modo di affermarsi e crescere. Non vanno escluse solo perché non sono opere famose, o perché ispirate a stili esteri, né sono da guardare con pregiudizi. Alcune dovranno ancora maturare, com'è normale, visto che il mondo delle autoproduzioni funge anche da incubatore; allo stesso tempo, però, ci sono anche lavori già ottimi e godibilissimi. Insomma... bisogna concedere loro una - e più - possibilità, mostrando "clemenza" e disponibilità ai consigli a chi sta ancora imparando (che non vuol dire farlo a pezzi), ed evitando di tagliare le gambe a opere valide solo perché autoproduzioni.
Com’è nata la vostra opera? Quali sono i vostri piani per essa?
Riferendoci al soggetto dell’opera, esso risale a parecchio tempo fa (da che Thomas ricordi, lo avrà concepito quando era un novello liceale). Solo svariati anni dopo lo abbiamo ripreso, con Thomas che inizialmente l’ha elaborato in forma di light novel, e poi con Elena che l’ha convertito con lui in un fumetto. Insomma, una gestazione piuttosto lunga. Riguardo ai nostri piani, diciamo che quella di Energheia è pensata come una storia assai lunga, i cui punti fondamentali sono però già stabiliti. Viste tali premesse, è probabile che essa ci terrà impegnati per molto tempo; un viaggio che, per quanto impegnativo, ci eccita non poco, e che non vediamo l’ora di proseguire.
Come funziona il vostro lavoro di coppia? Come viene suddiviso?
Tenendo conto che Energheia è tratto dalla light novel di Thomas, lui innanzitutto scrive i vari capitoli "romanzati" (in modo da tenerli anche pronti per quando dovranno uscire su Mangakugan Light), e da questi io mi baso per tratte la sceneggiatura del fumetto. Dopo aver letto il capitolo da disegnare ne faccio lo storyboard (che Thomas controlla scrupolosamente) e poi, una volta approvato mi adopero per realizzare le tavole. Prima di passare gli inchiostri Thomas controlla sempre ogni disegno (anche perché è bravissimo a trovarmi gli errori, pur non sapendo disegnare) e una volta passata anche questa revisione poi finalmente mi dedico agli inchiostri, per i quali Thomas mi dà una mano mettendo le campiture nere, da bravo assistente! Poi passo tutto a pc, metto retini e lettering e Thomas dà un'ultima revisione confrontando il tutto con la light novel e correggendo dove serve!
Come vi trovate a lavorare insieme?
Elena: Posso dire che se da un lato può essere semplice, dato che non devo stare a pensare a cose mentalmente demolenti come il dover creare una storia, dall'altro è complicato proprio perché la storia non è mia. Rendere bene delle scene che non sono nella mia testa, ma nella testa di qualcun altro non è cosa semplice, anche perché molto spesso, leggendo la parte testuale della novel, io immagino certe scene in un certo modo, mentre Thomas magari intendeva tutt'altro! Gli scontri tra noi due non sono infrequenti, e spesso dobbiamo scendere a compromessi, ma alla fine siamo sempre più o meno soddisfatti del lavoro ottenuto, quindi ci va bene così! Sotto molti aspetti per me è un lavoro parecchio stimolante.
Thomas: Ha i suoi pro e contro. Spesso ci sono divergenze di vedute, e bisogna giungere a compromessi magari molto sofferti in modo da accontentare entrambi. Tuttavia, applicando due punti di vista diversi, è più difficile fare errori, per esempio: Elena focalizza molto l'attenzione sull'estetica dei contenuti, e dunque può vedere meglio di me quando è necessario lavorare di più su questo aspetto; viceversa, io mi preoccupo molto della congruenza e della dinamicità delle scene, e quindi noto facilmente se c'è un'anomalia che le riguarda (oggetti che cambiano posizione senza motivo, traiettorie dei proiettili impossibili, e cose del genere).
Cosa amate della vostra opera? Perché i nostri lettori dovrebbero votarla al nostro Award?
Isole volanti, aeronavi a forma di corazzate, poteri più o meno sovrannaturali e… tanta azione e colpi di scena. In Energheia abbiamo mescolato molte cose, cercando un giusto equilibrio fra una molteplicità di generi e target. Se dobbiamo indicare qualcosa che ci piace particolarmente, è il modo in cui la storia cerca di creare “coerenza nell’incoerenza”, sviluppando una serie di regole nuove e poi impegnandosi per sottostare ad esse, come fosse una sorta di sfida… ma questo è perlopiù il punto di vista di noi autori. Per quanto riguarda il pubblico, pensiamo che – per i suoi molti sottogeneri – Energheia strizzi l’occhio a svariate tipologie di lettori, i quali in base ai propri gusti potranno trovare qualcosa di loro gradimento. Non parliamo di un’opera di pura fantascienza, né di un fantasy classico, o di un “battle manga” in cui emozioni e profondità dei personaggi passano in secondo piano; pur riprendendo temi che di per sé sono ampiamente sperimentati, cerchiamo di rielaborarli in qualcosa di nuovo, originale, e soprattutto interessante. Nel creare Energheia, l’obiettivo è stato questo, e dunque speriamo sia proprio ciò a far votare la nostra opera. E poi, ragazzi… ci sono delle gigantesche navi volanti! Cosa volete di più?
Ringraziandovi per la disponibilità nel rispondere a questa intervista: salutate il vostro pubblico!
Siamo noi a ringraziare voi per questa opportunità di farci conoscere. E al pubblico: un saluto e un grazie per aver letto l’intervista e per ogni sostegno che vorrete darci (e che ci avete già dato finora)! Un fumettista può anche essere soddisfatto dalla semplice creazione di un’opera, ma per noi la gioia più grande viene nel momento in cui possiamo sapere cosa ne pensano gli altri, e perciò… voi siete fondamentali! Un abbraccio a tutti!
Clicca qui per leggere l'opera
Link Utili:
Energheia (FaceBook)
Energheia (sito)
Mangakugan
Kasaobake
Scheda di Animeclick
Concorrenti Precedenti:
Coglionazzo e Charles
Last Zero
Destino
Weird Stories - Momon
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Energheia (sito)
Mangakugan
Kasaobake
Scheda di Animeclick
Concorrenti Precedenti:
Coglionazzo e Charles
Last Zero
Destino
Weird Stories - Momon
Che cos'è l'IICA?
L'Italian Indie Comics Award è un concorso nato per promuovere le autoproduzioni partecipanti e cercare di far conoscere loro ed i loro autori ad un pubblico più vasto, stabilendo nel frattempo quali sono le migliori per diverse categorie di genere e di stile (qui l'elenco completo e tutti i dettagli) in maniera da mettere le opere più meritevoli in risalto secondo divisioni il più possibili omogenee e pertinenti . Il concorso è strutturato in due fasi: la prima di rassegna, che si sta svolgendo attualmente, per presentare le opere partecipanti e la seconda di voto pubblico, che sarà effettuata verso giugno, dove tutti gli interessati saranno chiamati a votare ed esprimere le proprie preferenze (tale voto pubblico si unirà a quello della giuria di settore per dar vita al giudizio finale per ogni categoria).
Questa rassegna quindi è un'occasione di festa dove poter ammirare e commentare gli autori partecipanti, rammentando che sono esordienti, molte volte autodidatti, e che in quanto tali non sono perfetti, ma hanno tantissima voglia di mettersi in gioco, crescere e migliorare. Ci auguriamo quindi che possiate leggere le loro opere ed apprezzare i loro sforzi in quanto tali, promuovendo quelle opere che considerate meritevoli dando loro il vostro supporto. La maggior parte di loro lavora solo per passione nutrendosi dei commenti del proprio pubblico ed anche un piccolo parere positivo può fare la differenza e sostenerli nel loro sogno, non deludiamoli!
"Lavorando" con lei lo si capisce ancora meglio, e tutte queste qualita' si ritrovano anche nei suoi lavori, tra cui energheia.
Non ho ancora letto quest'opera, ma credo meriti tutta l'attenzione del pubblico.
E comunque le tavole presentate, credo parlino da sole. Se ancora non conoscete i lavori di elena andate a curiosare, perche' posso asicurarvi che sara' tempo ben speso.
davvero un duo perfetto!
Detto questo, a me sembra che sul disegno ci sia davvero molto da lavorare. Non è solo che esteticamente non è piacevole, è che mancano sia proporzioni che anatomia - e non sembra affatto una "scelta" stilistica di un artista navigato.
E son ben certa della mia identità U_U
@FMA35
*"Davvero non capisco chi ha potuto paragonare (anzi, esaltare) questa colorazione né comprendo come la signorina possa [...]." -
-- cioè praticamente il mio primo commento...e ... ma stai bestemmiando...?? Allora devo dirti che almeno nelle retinature e nella colorazione qua cascate male, cioè ma veramente scrivete ste' cose o la tenete sui zebedei? Ragazzi è l'unica che colora con effetti di luce e tonalità che ci vuole un casino di tempo per imitarla, sulle retinature è bravissima, ci possono anche stare le critiche sui personaggi, ma su stè cose date a cesare ciò che è di cesare!
Non cercate di sembrare persone serie quando fate certi commenti se non sapete esserlo.
Se dite tanto sulla sua colorazione beh...guardatevi la vostra che magari nemmeno disegnate!^^"
Se volete fare critiche almeno fatele con un senso. "L'anatomia è tutta sbagliata ecc..." Ditele magari COSA è sbagliato in modo che lei capisca e possa migliorare su quelle cose no?^^"
"Non si mette la luce a caso perché fa figo ma calcolando dove la luce effettivamente picchi"...
- cioè se seguo la serie di Fibonacci integrandola con Fourier e sottraendo l'equazione per la caduta delle particelle a ioni delle eruzioni solari ma non considerando l'energia quantica e le ripercussioni gravitazionali, con l'equazione di Lagrange per le differenziali quadratiche ho una curvatura spazio temporale di luci e ombre... ho capito bene?
Lo sa meglio di voi dove vanno messe luci e ombre x°D
Per quanto mi riguarda ho detto in cosa deve migliorare, non posso stare ad esaminare pagina per pagina anche perchè non è che ci sia un solo errore, ma personalmente li vedo un pò ovunque.
- Ma perché secondo te "calcolare le luci" ha senso? ok disconnetto, che dire siete anni luci davanti a me.. chapeau sull'educazione artistica.
In compenso ho cercato di difendere il mio commento con ironia... sul lato della colorazione, retinatura etc.. siete eccessivamente denigratori su quest'IICA.
No, si sceglie una fonte di luce e si mettono le ombre e le luci tenendo conto che le parti più vicino alla luce saranno illuminate, quelle lontane saranno in ombra. Poi, in presenza di vestiti bisogna anche tener conto di panneggio e materiale (la seta ad esempio si illumina naturalmente e dunque si illumina anche se non direttamente esposta).Poi se si vuole essere ancora più precisi città sono anche le sfumature. Questo significa calcolare, è un processo elementare per chiunque voglia colorare (o anche solamente ombreggiare) ed il fatto che tu abbia fatto ironia su questa cosa fa ben capire quanto te ne intendi.
Guardate, conosco forse meglio di voi l'autrice e si, fa alcuni errori ma non vi sembra di esagerare? Insomma dai vostri commenti si vede che rosicate malissimo suvvia! x°D
Rosicare de che? Al massimo rosico di fronte agli autori de "Il pendolo rosso " o quel ragazzino 19venne che ha partecipato al contest o altri vista la loro bravura ma di certo non verso un'autrice piena di difetti.
Se dite tanto sulla sua colorazione beh...guardatevi la vostra che magari nemmeno disegnate!^^"
Se volete fare critiche almeno fatele con un senso. "L'anatomia è tutta sbagliata ecc..." Ditele magari COSA è sbagliato in modo che lei capisca e possa migliorare su quelle cose no?^^"
Cioè criticare l'anatomia si può e la colorazione no? Fermo restando che anche l'anatomia è da rivedere ma questa ormai è una costante con chi partecipa a questo contest che ormai lo scrivo solo per i casi più eclatanti. Qui c'era lo spunto del colore e dunque mi sono soffermata solo su questo.
Felice tu, felice io guarda.
Non noto grossi aspetti negativi, gli errori di disegno che posso intuire non sono così palesi da disturbare la visione... in effetti, nemmeno posso dire con certezza che siano veri e propri sbagli, per percepirli ho dovuto andare a cercarli XD Poi, il miglioramento è possibile per tutti, e sono certa che vista la rapida evoluzione della disegnatrice potrà presto perfezionare la sua già ottima abilità
"- Ma perché secondo te "calcolare le luci" ha senso? ok disconnetto, che dire siete anni luci davanti a me.. chapeau sull'educazione artistica. "
Ahahahaha Certo che ha senso calcolare le luci! XDDD Non è che le calcoli con una calcolatrice o col righello, ma se hai studiato un minimo sai per certo che la luce e le ombre non sono MAI casuali. XD
Vabbé, queste cose le fa da anni e continua a marciare così... Quando si è testardi i miglioramenti sono infimi.
Passo e chiudo.
Comunque Lazylasombra e Fma35 chiunque voi siate vi ringrazio, sono molto felice e contento.. avete risolto laddove molti hanno fallito il mio problema esistenziale di sapere cosa fosse quella sagoma oscura che mi segue ovunque fin dalla mia nascita specie quando sono soggetto a fonti luminose e che a quanto pare appesti anche case, alberi e ombrelloni sulla spiaggia! Grazie, dovrei e vorrei frequentarvi di più per sentirmi una persona migliore e soprattutto più erudita! Grazie (*o*)/
Quelli che stanno facendo i "simpatici" e stanno sputando veleno sulle critiche (che a quanto pare non si possono fare) siete voi, gli amici dell'autrice.
Io ho detto cosa ne penso e vi assicuro che sono piuttosto buona a non elencare errore per errore solo per zittire voi che arrivate a spada tratta a difenderla.
Detto ciò....bye!
No, il ragionamento del piffero l'hai tirato fuori tu quando hai decantato il percorso di studi fatto dall'autrice come a voler giustificare una paventata abilità al disegno ( che si smentisce guardando le tavole qui proposte ). Soprattutto quando citi accademie di manga che hanno valore 0 a fronte delle miriadi di autori che sono diventati tali mediante studi decisamente più competenti.
Io detesto le critiche fatte a caso e con tanta cattiveria.
Sia io che altri abbiamo MOTIVATO le critiche. Tu dici che sono fatte a caso?Prego, SMENTISCI. Non tirare fuori giustificazioni campate in aria, smentisci coi fatti. ANATOMIA, COLORAZIONE, questi i due punti più criticati e ora, smentisci, con spiegazioni esaustive, perchè l'autrice è competente in questi due ambiti. Niente storielle, solo spiegazioni.
Voi italiani proprio non ce la fate ad accettare quando qualcuno inizia ad avere un po di successo e realizza qualcosa. Scatta proprio l'odio. Questa cosa é abominevole. Dovremmo sostenerci e consigliarci in maniera civile e pacata...invece siete sempre pronti li a puntare il dito e a dire quanto faccia schifo questa o quell'opera, banale, inutile...solo questo sapete dire.
Ma l'hai seguito almeno il contest o appari solo per difendere i tuoi amichetti?Quando c'erano autori bravi io e gli altri li abbiamo lodati, quando c'erano da fare delle critiche sono state fatte ( anzi, in molti autori non ho neanche commentato visto che avrei ripetuto le stesse cose e personalmente ho lasciato "l'onere" ad altri )
Ma provate a realizzarlo voi un volume di 200 pagine. Statevi voi 12 ore al giorno con la testa china sul tavolo da diaegno tutti i santi giorni. Non avete minimamente idea di cosa sia fare sto lavoro in un ambiente come questo italiano dove maggiormente si va incontro solo ad inutili ostilità. Chi fa fumetti o meglio manga (e parlo con cognizione di causa, anche io sono un'autice) lo fa soprattutto per passione e per la voglia di trasmettere e comunicare. Qui nessuno si sta atteggiando a grande artista. É solo triste vedere quanto vi divertiate a disprezzare un lavoro che, credimi, é veramente duro ed estenuante a volte.
Oh poveri, fanno tanta fatica e allora bisogna solo lodare. No, se fai schifo, sei mediocre o hai dei difetti questi devono essere evidenziati anche perchè ci sono autori che oltre a farsi il mazzo fanno anche delle opere eccezionali. Solo perchè c'è fatica non vuol dire che bisogna incensare qualunque sia il prodotto finale.
Accidenti ma son tutti professori qui, tutti ipotetici grandi mangaka! Parlate tanto di anatomia...fateci vedere qualche vostro disegno, son davvero molto curiosa
Oh bene, allora facciamo gli gnorri. Benissimo, visto che non vuoi vedere, prendo un'immagine a caso tra quelle qui proposte, ci faccio la critica e poi voglio vedere se ancora continui con la tua voluta cecità. Sia per l'anatomia che per il colore prendo l'immagine della ragazza bionda che fa l'occhiolino, l'immagine più grande presente sulla pagina. Il braccio sinistro ha una torsione innaturale che lo fa apparire slogato. Il flessore ( il muscolo interno del braccio ) è disegnato dalla parte opposta ). Oppure, nel caso l'autrice abbia voluto far sì che il braccio fosse dietro la ragazza ad essere errati sono la posizione di spalla e collo che, per mantenere il braccio in quella posizione dovrebbero essere sotto sforzo, la spalla posta in dietro ( mentre qui è in avanti ed in alto ), il collo posto davanti ( mentre qua è centralissimo. ) e sotto sforzo. Prendo ora in esame la tanto decantata colorazione. Da dove viene la luce? Nel disegno è messo in luce il seno ( posto in avanti ), il braccio sinistro, la fascia ed i capelli posti dietro. Come detto precedentemente da un altro utente, è cole se il personaggio stesse sotto dei riflettori, giustificazione che tra l'altro non spiega come mai la spalla destra che dovrebbe essere in ombra anche sotto riflettori ( in quanto vi è la testa che le fa ombra, esattamente come fa con il collo ). Se questa immagine non ti è stata sufficiente prego, scegline un'altra che tanto sono più o meno tutte sullo stesso livello anzi, con questa siamo già leggermente meglio visto che anatomicamente, c'è da trattare solo un busto ( ed anche in una cosa così semplice gli errori ci sono )
Forse non ti entra nella testa un concetto. Se io in un fumetto noto degli errori cerco di farli notare senza tanta acidità e cercando anche di mettere in evidenza magari anche le cose positive. Qui molti di voi hanno massacrato Energheia manco fosse la cosa più orrida del mondo!
Non è la più orrida del mondo ma il livello è decisamente basso. Inoltre questa ragazza oltre a pubblicare ( quindi le critiche te le devi aspettare ) insegna a dei ragazzi e scusa, ma io trovo inconcepibile che qualcuno con così tanti difetti e mancanze insegni a qualcun altro. Inoltre l'acidità che tanto paventi deriva più dai commenti in difesa dell'autrice che dal suo lavoro visto che sia io che gli altri abbiamo criticato con cognizione di causa e spiegando e ci viene replicato che siamo hater e rosiconi.
E poi carissimo ti dico che un conto é giudicare del cibo, visto che il palato ce l'abbiamo tutti e un conto e fare Dell lezioncine anatomiche senza avere in mente cosa sia effettivamente lo studio anatomico.
Tutti abbiamo un palato così come tutti abbiamo gli occhi. Dopo anni a leggere fumetti di tutti i tipi ( così come dopo anni a mangiare di tutto ) viene naturale avere un occhio esperto che nota le imperfezione. Il lavoro "sul campo" aiuta certo, un disegnatore potrà vedere anche la più piccola imperfezione che sfugge ad un profano, così come uno chef potrà notare una discordanza di sapori che non viene percepita da una persona comune ma qualunque persona comune potrà constatare se un disegno è sproporzionato se la cosa è palese ( come in questo caso ) o se un piatto è fatto senza tener conto delle basi della cucina.
Ci vuole rispetto per il lavoro altrui. Ripeto dire "a me non piace" non é offensivo, ma certe cose lette qui rasentano davvero la cattiveria!
A me non piace non è una critica, è esprimere un parere personale. Tanti lavori proposti in questo contest non mi piacevano come ad esempio l'autore di miti e dintorni, l'autrice del fumetto ad impronta storica ( scusa cara ma non ricordo nè il tuo nome nè quello del fumetto ) l'autore della storia piratesca etc. ma non li ho mai criticati aspramente semplicemente perchè il livello era passabile ( se non molto buono come l'autrice del manga "storico" ). Il loro stile, storia, etc. non mi piaceva per gusti personali ma questi non hanno intaccato il mio giudizio così come mi piace lo stile degli autori del fumetto con il personaggio con la testa di coniglio ( anche qui, ricordare i nomi non è il mio forte ) ma questi avevano dei palesi difetti che non potevano non essere fatti notare. Nessuno ha detto all'autrice: "fai schifo, ritirati etc.", sono stati fatti notare degli errori ecclatanti.
"Non è la più orrida del mondo ma il livello è decisamente basso. Inoltre questa ragazza oltre a pubblicare ( quindi le critiche te le devi aspettare ) insegna a dei ragazzi e scusa, ma io trovo inconcepibile che qualcuno con così tanti difetti e mancanze insegni a qualcun altro. Inoltre l'acidità che tanto paventi deriva più dai commenti in difesa dell'autrice che dal suo lavoro visto che sia io che gli altri abbiamo criticato con cognizione di causa e spiegando e ci viene replicato che siamo hater e rosiconi."
Non posso che essere d'accordo e condividere parola per parola. Per insegnare un arte come il disegno e il fumetto nello specifico ad altri, bisogna essere bravi, privi di mancanze..o almeno mancanze così evidenti. Ho frequentato anche io un corso di fumetto alcuni anni fa e ho avuto insegnanti degni di nota; se mi iscrivessi ad un corso ed invece mi presentassero un insegnante ad un livello basso come questo, personalmente richiederei i soldi indietro. E' giovane ed è normale che possa avere delle mancanze e che migliori col tempo (succede a tutti, ragazzi) , ma se ci si "eleva" al ruolo di insegnante allora è tutto un'altro discorso e non è giustificabile.
E Ketsu...non sono "sviste" dovute alla fretta per i tempi di consegna, in questo caso sono proprio mancanze perchè sono ben evidenti in ogni illustrazione.
Detto ciò non aggiungo altro, Fma35 ha detto tutto ciò che c'era da dire...e tutto questo discorso non sarebbe neanche cominciato se non ci fossero stati i difensori della patria. XD
Facciamo un po' di chiarezza perchè il mio non vuol assolutamente essere una critica distruttiva: le prospettive, gli sfondi, gli oggetti sono tutti disegnati bene, si vede che la disegnatrice si impegna, ho visto anche il trailer animato che ha postato in questi giorni nella sua pagina, e anche lì si può notare come tutto ciò che non è "essere umano" o "animale" sia fatto davvero con cura. Anche la cura nel crare retini adatti (cosa davvero difficile da fare) e nell'applicarli è evidente. Si vede anche l'impegno che ci mette nella colorazione e nel creare effetti.
MA ci sono dei grossi MA: impegnarsi nel creare infiniti livelli di ombre e luci per dare i effetti carini e fare tanti bei retini è sicuramente lodevole, ma se manca la conoscenza base di teoria delle ombre, anche a livello intuitivo, ha lo stesso effetto di un disegno in b/n con un tratteggio ben fatto ma messo in maniera casuale. Ovvero: non funziona. Al contrario, funzionarebbe meglio una colorazione piatta su 2 livelli ma con ombre e luci posizionate con criterio. È come concentrarsi solo sulla forma e lasciar del tutto perdere la sostanza. È come scivere un testo pieno di paroloni e arzigogoli ma senza la minima cognizione dell'analisi logica.
Ed è un vero peccato, perchè se la disegnatrice impiegasse un decimo del tempo che impiega per fare "effettini fighi" nel concentrarsi su (o nello studiare) il giusto posizionamento di lui e ombre, la colorazione verrebbe davvero stupenda. Invece quello che traspare dalle sue colorazioni è tanto tecnicismo e nessuna sostanza. Come dire tanto lessico e nessuna logica.
Un paragone con i make-up artist forse fa capire meglio quello che intendo: una cosa è mettere bene un po' di ombretto, mascara e glitter. Bisogna saperlo fare e dà quella leziosità che rende più carine, e sicuramente farlo bene non è una cosa da tutti. Ma tutt'altra cosa è fare un buon contouring. Le capacità per un buon colorista sono sicuramente più vicine a quelle di un bravo make-up artist che sa fare contouring che non a quelle di chi sa mettere ombretto e glitter. Se poi si è in grado di far bene entrambe le cose, allora sì che si va al top.
Lo stesso discorso (ma in maniera più grave e palese) è da applicarsi sull'anatomia, che è semplicemente imbarazzante per una donna che tiene addirittura dei CORSI di disegno. Ora, perdonatemi per le parole dure, ma, davvero, un livello di questo genere non è difendibile con la scusa dello "stile", tantomeno con quella dei "gusti". Capisco l'amicizia che lega alcuni di voi all'autrice, e non metto assolutamente in dubbio la sua buona fede e il suo impegno, ma facendole solo una marea di complimenti infondati in onore del vostro legame affettivo, non fate altro che danneggiarla e rendere vano tutto l'impegno che ci mette nel suo lavoro.
Parlando nello specifico delle figure umane, sottolineo, si parla di cose che non hanno a che fare con lo "stile personale":
- legnosità assoluta. Qui le farebbe bene studiare un po' di gesture drawing che, unito ad uno studio (un minimo serio) dell'anatomia, farebbe fare passi da gigante su questo frangente. Gli arti, le mani, le pose, il tronco dei personaggi sembrano pezzi di legno, si vede che dietro ci sarebbe una volontà di dinamismo e si avrebbe una certa posa in mente, ma si vede anche che questo dinamismo non riesce a darlo. È come quando per esempio da ragazzini si cerca di disegnare una mano in una certa posa, e, dopo un tot di tentativi falliti, si cambia posa alla mano (o la si nasconde) dandogliene una inadeguata/innaturare solo perchè non si è in grado di fare diversamente.
- Non a caso ho citato il "nascondere le mani se possibile" perchè è una cosa che noto che fa spesso, a discapito della composizione, della naturalezza e della credibilità. Solo nelle pagine qui postate, c'è una sola tavola in cui si vedono bene entrambe le mani di un personaggio (e si vedono perchè sono l'unica cosa nell'inquadratura della vignetta). In compenso ce ne sono molte dove l'immagine è tagliata in maniera inadeguata, dove i personaggi assumono pose assurde in cui almeno una mano è sempre nascosta, dove le braccia spariscono sotto abiti che non seguono minimamente la figura umana -come fossero appesi ad un attaccapanni-, dove nel punto in cui le mani o le braccia dovrebbero sbucare da sotto i mantelli non si trova nulla, come se il personaggio le braccia non le avesse proprio, o dove degli oggetti -o figure, o baloon- vengono tatticamente "appiccicati" davanti al punto in cui si troverebbe la mano.
Regola fondamentale: le cose che comunicano di più in un personaggio sono prima il viso, poi le mani, poi i piedi, e infine il resto.
Appiccichereste mai un baloon/personaggio/altra vignetta davanti alla faccia di un personaggio? Tagliereste mai via la testa ad un personaggio in una vignetta o in un'illustrazione? E in un'immagine "full body"? Lo decapitereste graficamente tagliando all'altezza del collo? Ecco. Questa è l'impressione che dà un'immagine quando si taglia via una mano dal polso, quando si usano "stratagemmi" per evitare di disegnare le mani. Fa risparmiare tempo, ma sul risultato ha lo stesso effetto di una "decapitazione grafica".
Le mani (se posa e inquadratura e espressività lo consentono) bisognerebbe cercare di infilarle sempre con il personaggio. Qui si cerca di fare il contrario, e non va bene, soprattutto perchè quando ci si concentra (come nell'immagine-copertina di Energheia 1) le sa fare bene.
- Anatomia. Questo è il punto più critico di tutti e le due grosse lacune elencate qua sopra, non fanno altro che sottolineare e accentuare le mancanze di conoscenza anatomia (e di proporzioni) che ha la disegnatrice. Fortunatamente gli effettini coi colori e coi retini "nascondono" un pochino ma, come dire, "un po' di mascara ti rende più carina ma non può fare miracoli". Il vero punto nel fare una critica costruittiva qui, è che è difficile trovare qualcosa di buono e da incoraggiare, mentre per fare un elenco di tutte le cose che non vanno bisognerebbe praticamente prendere un libro di anatomia artistica e leggerlo punto per punto.
Il problema però penso che in realtà possa essere riassunto piuttosto brevemente:
la disegnatrice ragiona per moduli che non ha imparato a posizionare coscientemente, non conoscendo adeguatamente il rapporto di proporzioni, non li sa posizionare e non sa "deformarli" in maniera da renderli credibili. Come un collage incollato "a occhio".
La prova del 9? IL PROFILO. L'essenza di un bel profilo umano è tutta riassumibile in "piani e volumi" (oltre all'inclinazione dell'occhio). E c.v.d. i profili di Energheia sono esattamente come ci si aspetterebbe da un dilettante che non ha idea di come sia fatto un viso umano. La palese evidenza del non-studio dell'autrice, il classico muso "da cagnolino" "da gattino" "da barchetta"(ok, così lo chiamo solo io), variazione manga della "parentesi graffa", ecco, ricordate Becco d'Ascia di "La spada magica - Alla ricerca di Camelot"? L'effetto è un po' quello. Ed è proprio quando si trova questo "clichè" che si ha la prova che chi l'ha disegnato ha enormi lacune sulla struttura di un viso. Le facce non sono maschere, non sono piatte, per questo il collage non funziona. Questo per quanto riguarda il viso, mentre sull'anatomia del corpo, il fatto non è che "non raggiunge la perfezione realistica": il fatto è che non è nemmeno credibile, è sproporzionata, disarticolata, legnosa, e piatta, e il panneggio spesso viene usato alla cavolo solo per coprire mancanze anatomiche (dando un effetto un po' kek).
Insomma, l'anatomia va proprio tutta rivista, al di là dei consigli che hanno già dato altri sul corpo.
Anzi, va studiata, punto.
- Gli anziani. Ecco, loro sono un'altra "prova del nove" per chi disegna "a collage", soprattutto se manga. Per fare un anziano non basta cambiare il colore dei capelli e aggiungere a caso un paio di segni sul viso che starebbero a "rughe", e non basta nemmeno se ci si aggiunge un po' di barba o di pelo. L'effetto che si ottiene così è quello che si avrebbe vedendo per strada un ragazzino coi capelli grigi, dei segni disegnati in faccia con il kajal della madre, e una barba finta. Stessa cosa per gli adulti (che di solito in questi casi sono uguali agli anziani ma can i capelli ancora scuri e con qualche "ruga" in meno in faccia). Il "contorno viso" di un anziano non sarà mai come quello di un giovane, anche se si tratta della stessa persona! E attenzone, non dico che bisogna fare qualcosa di realistico o un lavoro minuziosamente dettagliato. Per sintetizzare un anziano (che sembri un anziano) bastano 3 righe, se si sa fare. Bisogna entrare nell'ottica che anche senza "segni in faccia" deve sembrare vecchio, o almeno almeno adulto (non 20-30enne. Almeno un 50enne). Qui invece vedo fare l'operazione contraria: si disegna un 14enne, gli si sporca un po' la faccia e lo si spaccia per un 70enne.
Credo di aver finito il mio wall of text. Scusatemi per la lunghezza.
Spero che sia chiaro, questo messaggio non vuole insultare l'autrice (non avrei perso così tanto tempo per un motivo così idiota), ma aiutarla: sono anni che vedo i suoi lavori, e sono anni che vedo gente far complimenti su complimenti, e sono anni che non vedo miglioramenti se non minimi e inerenti solo e soltanto agli "effettini" che è già brava a fare.
Spero che non si butti giù e che capisca che tutto l'impegno e il talento che impiega nel suo lavoro sono "buttati", se non si impegna a colmare le sue palesi e sostanziali lacune.
Guardando i primi disegni fatti per la novel il cammino dell'autrice è comunque evidente (come era stato tra l'altro fatto notare nel corpo della news), per cui sono convinto che farà tesoro di quanto qui scritto e continuerà a migliorare rispondendo a quelle che sono le aspettative del suo pubblico. Anche perché se vogliamo iniziare a farci valere sul fronte del japstyle internazionale ci serve che persone affidabili come Elena continuino a migliorare affininando ulteriormente il proprio stile e la propria tecnica diventando le guide per le prossime generazioni Le basi, l'impegno ed i risultati già ci sono (e per piacere guardateli in ottica evolutiva), bisogna solo avere pazienza e fiducia nelle capacità di questa brava fumettista e vedrete che saremo tutti ricompensati con lavori sempre migliori
saluti
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