A noi italiani si possono dire molte cose, ma c'è un argomento su cui usciamo sempre vincitori: la cucina. Se siamo apprezzati in tutto il mondo un motivo ci sarà! Quello che affascina gli stranieri non è solo la bontà dei nostri piatti ma anche la ritualità che sta dietro essi. Quando ci sediamo a tavola non nutriamo solo il corpo ma anche lo spirito: una cena non si fa solo per mangiare ma anche e a volte soprattutto per ridere, parlare o anche litigare. Volete che vi confidi un segreto? Per i giapponesi è la stessa cosa! Pur avendo ingredienti e metodi di cottura molto diversi, anche per loro il cibo è fondamentale e sacro.
 

E sia per noi che per loro esistono pietanze a cui siamo legati: è quello che gli inglesi definiscono "comfort food", cioè cibi che hanno un profondo significato, perché legati alla nostra infanzia, agli affetti, perché quando li mangiamo il nostro umore migliora subito. Ecco qui i 10 principali piatti della cucina giapponese che "come li fa la mia mamma non li fa nessuno" (eh sì, anche i maschi nipponici sono dei gran mammoni....).

1) Zuppa Okayu: guarigione assicurata
 

Partiamo da un grande classico: arriva il raffreddore, sale la febbre e ci ritroviamo sotto alle coperte con zero voglia di mangiare. Magari ci fa pure male la gola e deglutire è un'impresa. In ogni anime/manga che si rispetti arriverà la mamma oppure la fidanzatina di turno con l'okayu, una zuppa a base di riso, calda e che non ha nemmeno bisogno di essere masticata! E come d'incanto il giorno dopo staremo benone!
Non ci credete? Guardate, tanto per citarne uno, Kiki Consegne a domicilio: è proprio quello che propone la signora Osono alla nostra protagonista per rimetterla in piedi.

2) Zuppa di miso e ciotola di riso: per una colazione da campioni
 

Quando un giapponese va a vivere da solo, sembra che la cosa che più gli manca sia la zuppa di miso che la mamma gli faceva trovare a colazione insieme ad una bella ciotola di riso. Questi infatti sono i due piatti più importanti della colazione tradizionale giapponese e ogni mamma aggiunge il proprio tocco alla ricetta, rendendola unica e patrimonio fondamentale di quella famiglia.
La zuppa di miso prende il nome dal suo ingrediente principale, il miso, una pasta di soia fermentata, a cui si aggiunge brodo dashi, tofu, cipolla verde, alghe wakame, carote, daikon, patate, funghi, cipolla, gamberetti, pesce grattugiato ecc ecc a seconda anche della stagione.

3) Onigiri: ed è subito gita fuori porta
 

Non c'è pic nic che si rispetti senza la giusta quantità di onigiri. Apparentemente facili da fare (sembra basti inumidirsi le mani con acqua salata e poi premere il riso fino a dargli una forma tondeggiante.... io non ci sono mai riuscita...), possono essere guarniti in mille modi diversi: salmone, tonno, umeboshi, sesamo, ma anche carne, prosciutto, uova, ecc ecc.
Le sue origini sono molto antiche: se ne trova testimonianza nel Murasaki Shikibu Nikki, ovvero il diario di Shikibu Murasaki che risale al XI secolo. All'epoca erano chiamate tojiki ed erano consumate in picnic all'aperto. Altri testi del XVII secolo testimoniano che molti samurai conservavano delle polpette di riso nelle foglie di bambù come spuntino per il pranzo durante la guerra.

4) Tempura: a chi non piace il fritto?
 

Si può friggere qualsiasi cosa e questa acquisterà sicuramente un gusto migliore! Piatto molto comune nelle case giapponesi, la tempura è anche vista come la pietanza che meglio si addice alla casalinga perfetta. L'immagine infatti è quella della moglie e madre perfetta che passa il tempo in cucina a sfornare calda e croccante tempura mentre il resto della famiglia è comodamente seduto a tavola, secondo l'antico adagio "kokorokomete ryoriotsukurimasu" cioè cucinare e servire il cibo con tanto amore.
In realtà sembra che la tempura non sia nata in Giappone ma l'abbiano importata i portoghesi e i missionari cristiani nel secolo XVI. La tradizione vuole infatti che all'inizio di ogni stagione, i cristiani si astenessero dal cibarsi di carne per tre giorni durante i quali mangiavano solo verdure e pesce e si dedicavano alla preghiera. Questi quattro periodi erano detti in latino Quattro tempora, da cui tempura. Secondo altre fonti invece l'origine del nome risalirebbe al portoghese tempero, che vuol dire "condimento", "spezia".

5) Okonomiyaki: evviva, si può giocare con il cibo!
 

Da Ranma ½, dove Ukyo Kuonji ne è un'abile cuoca a Kiss me Licia, in cui il padre della protagonista è proprietario di un ristorante di okonomiyaki. Da Smile Pretty Cure!, dove Akane Hino proviene da Osaka ed i suoi gestiscono un Okonomiyaki-ya a Nana, in cui i genitori di Misato Uehara hanno un ristorante di okonomiyaki sempre ad Osaka fino a Detective Conan, in cui Heiji Hattori ne è ghiotto e fiero, l'okonomiyaki è un piatto davvero onnipresente nella cultura culinaria giapponese.
Letteralmente okonomi = ciò che vuoi e yaki = alla griglia, è una pietanza che si usa consumare tutti insieme, anche perché in molti ristoranti bisogna cucinarsela da soli ed è lì il divertimento! Hiroshima e Osaka se ne contendono da anni la paternità e le varianti possono essere molteplici: di base l'impasto comprende, tra i vari ingredienti, fettine di foglie di verza, acqua, farina di grano e uova a cui sono aggiunti, a seconda dei gusti, carne, seppie o gamberetti. Il tutto poi è innaffiato da una buona dose di salse miste.

6) Tamago Kake Gohan: riuscire a nutrirsi anche se il frigo è vuoto
 

A volte non si ha proprio voglia di cucinare: la giornata lavorativa è stata pesantissima, non c'è stato il tempo di andare a fare la spesa e aprendo il frigo si sente l'eco.... per molti giapponesi questa può essere la routine e allora? Basta un uovo, del riso e della salsa di soia (ingredienti presenti in qualunque cucina nipponica) per riuscire a sfamarsi!
Infatti tamago sono le uova, kake significa mettere insieme e gohan è il riso bianco; molto usato anche come colazione, basta mettere un uovo in una ciotola, aggiungere la salsa di soia, mescolare e versare sul riso quindi mescolare ancora fino a che il riso non acquista un colore dorato. Insomma non serve nemmeno accendere il gas!

7) Nabemono: scaldarsi il cuore (e lo stomaco) nelle fredde serate invernali
 

Il nome di questo piatto è formato dalle parole nabe (letteralmente pentola) e mono (letteralmente cose o tipi) e si riferisce allo stile di cottura e preparazione di questo piatto unico proprio della cucina giapponese. Il nabemono infatti coinvolge i commensali nel cucinare assieme sullo stesso tavolo dove si consuma la pietanza. Al centro è posta una pentola di terracotta o ferro dove è messo a bollire il brodo mentre attorno alla pentola si trovano piatti con vari alimenti crudi (carne, pesce, verdure, salse, frutti di mare ecc.).
Gli invitati scelgono quindi il cibo che preferiscono e lo immergono a cuocere nel brodo, un po' come facciamo noi con la fonduta. Il Nabe è un alimento che si consuma quasi esclusivamente in famiglia o con amici molto intimi, quindi essere invitati a una festa nabe è un'indicazione definitiva che si è stati accettati all'interno del gruppo.

8) Udon: la pasta in brodo non è mai stata così buona
 

Mentre il ramen è stato importato dalla Cina, gli udon sono nati in Giappone, precisamente nella Prefettura di Kagawa, dove il 2 luglio si festeggia il giorno dell'udon e dove si è investito molto nella promozione di tale cibo. Sono una varietà di noodles preparati con farina integrale di grano, serviti utilizzando diversi tipi di brodo ed accompagnandoli con diversi tipi di contorni aggiunti alla zuppa. Il calore del vapore proveniente da una grande ciotola di udon che avvolge il volto in pieno inverno è sufficiente per riscaldare chiunque fino alle dita dei piedi.

9) Riso al curry: e si torna tutti a scuola!
 

Il riso al curry è una delle pietanze più popolari della cucina giapponese. Si trova dappertutto: nelle mense scolastiche, nelle stazioni sciistiche, sulla spiaggia e ovviamente nei ristoranti dedicati. Viene solitamente servito in tre varianti: curry con riso (kare raisu), curry con udon (kare udon) e kare-pan (una specie di panino impanato e fritto farcito con curry).
Il curry fu introdotto in Giappone nel corso del Periodo Meiji (1868-1912) dagli inglesi, che all'epoca avevano colonizzato l'India, paese di origine del prodotto. Sul finire degli anni sessanta divenne talmente popolare da essere venduto nei supermercati e nei ristoranti. Fin dalla sua introduzione, la ricetta del curry fu adattata ai gusti giapponesi e ormai può essere tranquillamente definito come uno dei piatti tradizionali nazionali.
Per preparare i piatti al curry si utilizza una vasta gamma di verdure (le più comuni sono cipolle, carote, patate) e di carne (manzo, maiale e pollo). La sua popolarità è dovuta al fatto anche che è facile da preparare, grazie alla grande varietà e disponibilità di miscele istantanee di curry; inoltre la salsa al curry è disponibile anche già pronta, in confezioni sottovuoto da riscaldare nel microonde o immergendole in acqua bollente.

10) Ochazuke: ogni pasto che si rispetti finisce con il dolce
 

Quando si è al termine di un banchetto luculliano, quando avete di nascosto sbottonato i pantaloni per evitare di esplodere, in Giappone potreste vedervi portare l'ochazuke, nato dall'idea di utilizzare in maniera veloce il riso avanzato. Lo si prepara versando del tè verde e dashi (o anche della semplice acqua calda) su del riso caldo a cui si aggiungono vari condimenti come tsukemono, umeboshi, nori, furikake, tarako e mentaiko, shiokara e wasabi. Chi l'ha provato afferma che il misto caldo di dolce e salato è meglio di qualsiasi digestivo....

E voi? Avete assaggiato uno di questi piatti? Ma soprattutto avete un vostro comfort food, un piatto che riesci a migliorare subito la vostra giornata o vi riporta immediatamente all'infanzia? Le polpette della mamma? Il gelato della nonna? Il pane fatto in casa della zia? Scrivetelo nei commenti e fateci venire fame!!!!

Fonte consultata:
RocketNews