Nuovo appuntamento con la rubrica dedicata alle recensioni su anime e manga, realizzate degli utenti di AnimeClick.it.
Oggi appuntamento libero, con gli anime Maken-ki, Over the Garden Wall e Rumic World - Laughing Target.
Ricordiamo che questa rubrica non vuole essere un modo per giudicare in maniera perentoria i titoli in esame, ma un semplice contesto in cui proporre delle analisi che forniscano, indipendentemente dal loro voto finale, spunti interessanti per la nascita di discussioni, si auspica, costruttive per l'utenza.
Per saperne di più continuate a leggere.
Maken-ki!
7.0/10
"Maken-ki!" è un'opera del 2011, composta da dodici episodi e sei (inutili) special.
La trama vede Takeru Ooyama iscriversi a un ex istituto femminile (ora aperto anche agli uomini), dove tornerà in contatto con una sua amica di vecchia data; non si tratta di un istituto convenzionale, bensì di una scuola dove si addestrano combattenti che sfruttano gli elementi "naturali" per ottenere inimmaginabili poteri. Descritta così, potrebbe sembrare una serie di un certo spessore, ma, all'atto pratico, "Maken-ki!" si rivelerà tutt'altra cosa; appartiene fondamentalmente ai generi ecchi, harem, combattimento, scolastico, con spiccatissima prevalenza dei primi due.
Il primo aspetto che mi colpì fu la bellezza delle protagoniste femminili, seguita a ruota da un aspetto grafico pulito e curato con buone luci e colori accesi. Tecnicamente "Maken-ki!" si assesta su buoni livelli, potremmo trovare il proverbiale "pelo nell'uovo" analizzando attentamente le animazioni, sulle quali si è evidentemente cercato di risparmiare: non sono fatte male, ma sembra ne abbiano voluto limitare il numero ove possibile. Sull'aspetto dei personaggi femminili poche possono essere le critiche da portare, si tratta di personaggi eterogenei (anche caratterialmente), con un fisico mozzafiato che non mancheranno di mettere in mostra ad ogni minima occasione; a tal proposito penso si sia esagerato un po' troppo sulle dimensioni dei seni, quasi tutti decisamente "oversize", dando quasi la sgradevole impressione di avere a che fare con un cast da "hentai".
La componente da "ecchi" puro è ciò che maggiormente caratterizza quest'opera, priva di censure (nella versione da me visionata); non lesina frequenti inquadrature decisamente esplicite, nonché fasi che potremmo tranquillamente definire da "sfilata di bellezze". Quest'ultima soddisferà sicuramente coloro che cercano questo tipo di ingrediente e rischierà di annoiare tutti gli altri, ma, a rigor di logica, se si guarda un ecchi, è questo ciò che si dovrebbe cercare e trovare al suo interno.
La caratterizzazione dei personaggi è più che sufficiente per quanto riguarda i personaggi principali, mentre decisamente troppo "leggera" per i numerosi elementi di contorno, che pure avrebbero meritato un maggior approfondimento; a onor del vero, si tratta di un cast incredibilmente numeroso per una serie così breve. La trama è solo un pretesto per dare il via al tutto, si "concretizza" prevalentemente negli ultimi episodi ma in modo comunque abbastanza leggero e mal costruito; "Maken-ki!" ha i suoi pregi, ma vanno cercati in altre direzioni, è un'opera che si lascia seguire e che può certamente risultare piacevole se vista con puro spirito d'intrattenimento "ecchi harem", quindi con tante donzelle fascinose quasi sempre poco vestite e in pose provocanti, e diverse situazioni simpatiche e divertenti - non vi si può trovare nulla di realmente serioso né tantomeno una trama degna di essere definita tale. Avendo una certa esperienza in merito e non aspettandomi mai qualcosa di profondo da generi di questo tipo, posso dire di non essere rimasto eccessivamente deluso, "Maken-ki!" ha saputo intrattenermi in modo leggero e spensierato, riuscendo a strapparmi qualche sorrisino in diverse occasioni; se si fosse curata meglio la trama e approfondito taluni passaggi, avrebbe avuto buone potenzialità, che magari (non si sa mai) riuscirà a sfruttare meglio nel suo sequel, ma non credo sia il caso di farsi troppe illusioni in merito.
Il voto che vorrei attribuire a quest'opera sarebbe un 6 e mezzo, ma arrotonderò in eccesso anche in considerazione del fatto che, finora, quest'anime ha ottenuto valutazioni sin troppo severe. Può benissimo non piacere, specie se non si è amanti dell'ecchi, ma ritengo si tratti di una serie di qualità media nella sua tipologia di prodotto, non ho potuto riscontrare difetti tali da poter giustificare una votazione particolarmente bassa.
Gli special conclusivi sono di dieci minuti ciascuno in stile "Training with Hinako" vedranno sei ragazze diverse attuare delle sexy lezioni di ginnastica. Contenuto extra veramente per pervertiti DOC, ma c'è di buono che, chi volesse, può sfruttare i suddetti esercizi per allenarsi realmente, trattandosi di movimenti semplici e realisticamente utili per tenersi in forma.
La trama vede Takeru Ooyama iscriversi a un ex istituto femminile (ora aperto anche agli uomini), dove tornerà in contatto con una sua amica di vecchia data; non si tratta di un istituto convenzionale, bensì di una scuola dove si addestrano combattenti che sfruttano gli elementi "naturali" per ottenere inimmaginabili poteri. Descritta così, potrebbe sembrare una serie di un certo spessore, ma, all'atto pratico, "Maken-ki!" si rivelerà tutt'altra cosa; appartiene fondamentalmente ai generi ecchi, harem, combattimento, scolastico, con spiccatissima prevalenza dei primi due.
Il primo aspetto che mi colpì fu la bellezza delle protagoniste femminili, seguita a ruota da un aspetto grafico pulito e curato con buone luci e colori accesi. Tecnicamente "Maken-ki!" si assesta su buoni livelli, potremmo trovare il proverbiale "pelo nell'uovo" analizzando attentamente le animazioni, sulle quali si è evidentemente cercato di risparmiare: non sono fatte male, ma sembra ne abbiano voluto limitare il numero ove possibile. Sull'aspetto dei personaggi femminili poche possono essere le critiche da portare, si tratta di personaggi eterogenei (anche caratterialmente), con un fisico mozzafiato che non mancheranno di mettere in mostra ad ogni minima occasione; a tal proposito penso si sia esagerato un po' troppo sulle dimensioni dei seni, quasi tutti decisamente "oversize", dando quasi la sgradevole impressione di avere a che fare con un cast da "hentai".
La componente da "ecchi" puro è ciò che maggiormente caratterizza quest'opera, priva di censure (nella versione da me visionata); non lesina frequenti inquadrature decisamente esplicite, nonché fasi che potremmo tranquillamente definire da "sfilata di bellezze". Quest'ultima soddisferà sicuramente coloro che cercano questo tipo di ingrediente e rischierà di annoiare tutti gli altri, ma, a rigor di logica, se si guarda un ecchi, è questo ciò che si dovrebbe cercare e trovare al suo interno.
La caratterizzazione dei personaggi è più che sufficiente per quanto riguarda i personaggi principali, mentre decisamente troppo "leggera" per i numerosi elementi di contorno, che pure avrebbero meritato un maggior approfondimento; a onor del vero, si tratta di un cast incredibilmente numeroso per una serie così breve. La trama è solo un pretesto per dare il via al tutto, si "concretizza" prevalentemente negli ultimi episodi ma in modo comunque abbastanza leggero e mal costruito; "Maken-ki!" ha i suoi pregi, ma vanno cercati in altre direzioni, è un'opera che si lascia seguire e che può certamente risultare piacevole se vista con puro spirito d'intrattenimento "ecchi harem", quindi con tante donzelle fascinose quasi sempre poco vestite e in pose provocanti, e diverse situazioni simpatiche e divertenti - non vi si può trovare nulla di realmente serioso né tantomeno una trama degna di essere definita tale. Avendo una certa esperienza in merito e non aspettandomi mai qualcosa di profondo da generi di questo tipo, posso dire di non essere rimasto eccessivamente deluso, "Maken-ki!" ha saputo intrattenermi in modo leggero e spensierato, riuscendo a strapparmi qualche sorrisino in diverse occasioni; se si fosse curata meglio la trama e approfondito taluni passaggi, avrebbe avuto buone potenzialità, che magari (non si sa mai) riuscirà a sfruttare meglio nel suo sequel, ma non credo sia il caso di farsi troppe illusioni in merito.
Il voto che vorrei attribuire a quest'opera sarebbe un 6 e mezzo, ma arrotonderò in eccesso anche in considerazione del fatto che, finora, quest'anime ha ottenuto valutazioni sin troppo severe. Può benissimo non piacere, specie se non si è amanti dell'ecchi, ma ritengo si tratti di una serie di qualità media nella sua tipologia di prodotto, non ho potuto riscontrare difetti tali da poter giustificare una votazione particolarmente bassa.
Gli special conclusivi sono di dieci minuti ciascuno in stile "Training with Hinako" vedranno sei ragazze diverse attuare delle sexy lezioni di ginnastica. Contenuto extra veramente per pervertiti DOC, ma c'è di buono che, chi volesse, può sfruttare i suddetti esercizi per allenarsi realmente, trattandosi di movimenti semplici e realisticamente utili per tenersi in forma.
Over the Garden Wall
8.0/10
Recensione di Robocop XIII
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Over the Garden Wall è la storia di Wirt e Greg, due fratelli che, sperduti in una strana foresta chiamata Ignoto, vagano alla ricerca di casa. Wirt è il fratello maggiore, la sua aria da sognatore malinconico nasconde in verità una grande insicurezza, bilanciata dalla stupidità del fratello Greg, che lo porterà a compiere decisioni affrettate. Over the Garden Wall è una miniserie di dieci puntate da dieci minuti circa l'una, creata da Patrick McHale per Cartoon Network. Patrick McHale ha lavorato come direttore creativo per la serie Adventure Time e ciò ha influenzato molto questa produzione, in particolar modo l'umorismo di Greg.
La caratteristica principale di questa serie è la commistione tra l'aspetto comico e quello inquietante. Solitamente si gioca per contrasto, invece Over the Garden Wall riesce a unirli in modo naturale, creandosi un suo stile particolare. Questa miniserie riesce inoltre a prendere spunto e a fare suoi spunti tipici delle produzioni Disney, dello Studio Ghibli, della letteratura illustrata per bambini e altro ancora. Massiccia la presenza di parti cantate, che però non creano quella da me tanto odiata e dagli Americani tanto amata atmosfera da musical, risultando piacevoli.
Una delle critiche positive mosse a questa produzione è che "non è un'opera semplice quanto sembra". Il che è vero, ma fino a un certo punto. Il livello è sicuramente superiore a quello di una produzione per ragazzi, ma non è nemmeno niente di così impegnativo. Il merito di Over the Garden Wall è semmai quello di aver sperimentato nuove strade. La miniserie era il formato perfetto per questa produzione, ma anche il suo difetto per il povero spettatore che non ne ha basta e ne vuole ancora. La speranza è che Over the Garden Wall fosse una sorta di sperimento per Cartoon Network, a quanto pare riuscito, dal momento che la rete ha già commissionato due nuove miniserie per il canale.
Il finale sinceramente mi ha un po' deluso. Non tanto nella forma quanto nell'esecuzione troppo frettolosa. Io sono forse tra i pochi che non vede in questa serie il capolavoro, ma sicuramente è la direzione da seguire per produrre altre serie di qualità e ridare onore e lustro ai "cartoni animati".
La caratteristica principale di questa serie è la commistione tra l'aspetto comico e quello inquietante. Solitamente si gioca per contrasto, invece Over the Garden Wall riesce a unirli in modo naturale, creandosi un suo stile particolare. Questa miniserie riesce inoltre a prendere spunto e a fare suoi spunti tipici delle produzioni Disney, dello Studio Ghibli, della letteratura illustrata per bambini e altro ancora. Massiccia la presenza di parti cantate, che però non creano quella da me tanto odiata e dagli Americani tanto amata atmosfera da musical, risultando piacevoli.
Una delle critiche positive mosse a questa produzione è che "non è un'opera semplice quanto sembra". Il che è vero, ma fino a un certo punto. Il livello è sicuramente superiore a quello di una produzione per ragazzi, ma non è nemmeno niente di così impegnativo. Il merito di Over the Garden Wall è semmai quello di aver sperimentato nuove strade. La miniserie era il formato perfetto per questa produzione, ma anche il suo difetto per il povero spettatore che non ne ha basta e ne vuole ancora. La speranza è che Over the Garden Wall fosse una sorta di sperimento per Cartoon Network, a quanto pare riuscito, dal momento che la rete ha già commissionato due nuove miniserie per il canale.
Il finale sinceramente mi ha un po' deluso. Non tanto nella forma quanto nell'esecuzione troppo frettolosa. Io sono forse tra i pochi che non vede in questa serie il capolavoro, ma sicuramente è la direzione da seguire per produrre altre serie di qualità e ridare onore e lustro ai "cartoni animati".
Recensione di Shiryu of Dragon
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Per realizzare il terzo episodio della serie "Rumic World", che risale al 1987, lo studio Pierrot ha compiuto una brusca virata verso il genere horror, dando un taglio netto ad ogni elemento di comicità precedentemente adottato.
La vita di Yuzuru, il capitano di una squadra liceale di tiro con l'arco, giunge a un punto di svolta quando Azusa, un'amica d'infanzia, si trasferisce a casa sua. Le rispettive famiglie avevano predisposto il matrimonio fra i due, con il consenso reciproco degli interessati. Ma ad ostacolare la promessa di Yuzuru c'è ora il legame affettivo con la bella Satomi, una sua compagna di classe, e la situazione prenderà una piega del tutto inaspettata nei rapporti fra i due ragazzi e Azusa. E' la storia di un triangolo sentimentale, ma impregnata di toni piuttosto tenebrosi e raccapriccianti.
La traduzione letterale del titolo giapponese è "Il bersaglio che ride", ma in Italia quest'OAV è stato pubblicato su videocassetta, sotto il marchio Polygram, con il titolo "La sposa demoniaca". Un titolo molto più esplicativo da un lato, ma forse leggermente depistante dall'altro, perché non va interpretato da un punto di vista occidentale. Azusa non è una novella Lilith, ma proprio l'esatto opposto. Anziché raffigurare una donna infedele verso il proprio consorte come un demone, tale immagine tipica di quell'assetto sociale che ha trattato la donna alla stregua di un subumano viene in questo mediometraggio sovvertita, delineando gli "scheletri nell'armadio" di una sobria ragazza che torna dal suo promesso sposo per mantenere fedelmente l'impegno preso da bambina. Il più delle volte ci si aspetterebbe che una ragazza del genere sia una sorta di angelo del focolare, ma in Azusa vi è qualcosa di imprevisto, per Yuzuru e Satomi, che fa cambiare completamente idea.
Tuttavia, gli avvenimenti non spingono lo spettatore a considerarla un nemico per sua insita natura, dal momento che la storia mostra determinate sequenze sul suo passato, e illustra dei fatti piuttosto rilevanti anche nel presente.
Fin dai primi minuti, la vediamo più volte circondata da misteriosi esseri vermiformi. Si tratta di una possessione o di qualcos'altro? Non è ben chiaro, e in quest'aspetto forse l'OAV in esame perde punti, rischiando di scadere in un horror che spaventa per il mero gusto di spaventare, ma, da come sono gestiti i cinquanta minuti di visione, si coglie che la cosa più importante non è giungere a conoscere tale notizia. Ciò che anima questa storia è la stessa Azusa, con la sua rabbia e la sua smisurata possessività, con la sua egocentrica determinazione e, probabilmente, ma questa è una mia impressione, anche la sua ipocrisia. Il risultato complessivo è una storia horror gestita in maniera abbastanza semplice e convenzionale, ma piuttosto efficace e intrigante, che non perde mai l'equilibrio né scade in scelte eccessive o di cattivo gusto, e offrendo anche qualche colpo di scena. Nel panorama dell'animazione giapponese horror, a mio parere è senza dubbio un titolo degno di nota.
Passare da fasi piuttosto lente a repentini climax di tensione, ad esempio, è una buona scelta e gestita sicuramente bene.
Le musiche di Kuni Kawauchi si fanno notare fin dalle prime sequenze. Nonostante la fase iniziale della storia sia apparentemente tranquilla, il sottofondo musicale suggerisce quasi subito che quella situazione rilassata si sta poco a poco sgretolando. Una nota di merito va in particolare alla canzone "Be Passionate", la più interessante di tutta la colonna sonora nell'ambiguità che ispira allo spettatore - la dolcezza da un lato, il senso di inquietante sospensione dall'altro.
I disegni non sono eccelsi, ma nelle sequenze più importanti conferiscono la giusta espressività ai personaggi, tratteggiata con particolare dettaglio in Azusa.
Un po' scarne, e soprattutto quasi sempre deserte, le ambientazioni, ci si poteva lavorare un po' di più.
Rispetto al capitolo a fumetti della Takahashi, comunque, quest'OAV ha qualche piccola aggiunta, sia sul piano della regia che della sceneggiatura, che senz'altro migliora la storia nel suo insieme.
D'altra parte, è un titolo che si fa notare entro i limiti del suo genere, ma che non spicca nel mondo degli anime nella sua totalità. E' una timida incursione nell'horror, da parte di Rumiko Takahashi, e non ha certo la stessa caratura di titoli come "Devilman", e neanche di titoli come "Higurashi When They Cry", dove gli elementi orrorifici sono al mero servizio di messaggi molto forti e incisivi.
Quest'OAV non ha una sostanza ben definita, è una prova artistica ed espressiva interessante e ben articolata, ma imprime ben poco e risulta un discreto capitolo d'animazione che di tanto in tanto si va a visionare volentieri, ma che il più delle volte si tende a lasciare sotto la polvere sullo scaffale della libreria.
La vita di Yuzuru, il capitano di una squadra liceale di tiro con l'arco, giunge a un punto di svolta quando Azusa, un'amica d'infanzia, si trasferisce a casa sua. Le rispettive famiglie avevano predisposto il matrimonio fra i due, con il consenso reciproco degli interessati. Ma ad ostacolare la promessa di Yuzuru c'è ora il legame affettivo con la bella Satomi, una sua compagna di classe, e la situazione prenderà una piega del tutto inaspettata nei rapporti fra i due ragazzi e Azusa. E' la storia di un triangolo sentimentale, ma impregnata di toni piuttosto tenebrosi e raccapriccianti.
La traduzione letterale del titolo giapponese è "Il bersaglio che ride", ma in Italia quest'OAV è stato pubblicato su videocassetta, sotto il marchio Polygram, con il titolo "La sposa demoniaca". Un titolo molto più esplicativo da un lato, ma forse leggermente depistante dall'altro, perché non va interpretato da un punto di vista occidentale. Azusa non è una novella Lilith, ma proprio l'esatto opposto. Anziché raffigurare una donna infedele verso il proprio consorte come un demone, tale immagine tipica di quell'assetto sociale che ha trattato la donna alla stregua di un subumano viene in questo mediometraggio sovvertita, delineando gli "scheletri nell'armadio" di una sobria ragazza che torna dal suo promesso sposo per mantenere fedelmente l'impegno preso da bambina. Il più delle volte ci si aspetterebbe che una ragazza del genere sia una sorta di angelo del focolare, ma in Azusa vi è qualcosa di imprevisto, per Yuzuru e Satomi, che fa cambiare completamente idea.
Tuttavia, gli avvenimenti non spingono lo spettatore a considerarla un nemico per sua insita natura, dal momento che la storia mostra determinate sequenze sul suo passato, e illustra dei fatti piuttosto rilevanti anche nel presente.
Fin dai primi minuti, la vediamo più volte circondata da misteriosi esseri vermiformi. Si tratta di una possessione o di qualcos'altro? Non è ben chiaro, e in quest'aspetto forse l'OAV in esame perde punti, rischiando di scadere in un horror che spaventa per il mero gusto di spaventare, ma, da come sono gestiti i cinquanta minuti di visione, si coglie che la cosa più importante non è giungere a conoscere tale notizia. Ciò che anima questa storia è la stessa Azusa, con la sua rabbia e la sua smisurata possessività, con la sua egocentrica determinazione e, probabilmente, ma questa è una mia impressione, anche la sua ipocrisia. Il risultato complessivo è una storia horror gestita in maniera abbastanza semplice e convenzionale, ma piuttosto efficace e intrigante, che non perde mai l'equilibrio né scade in scelte eccessive o di cattivo gusto, e offrendo anche qualche colpo di scena. Nel panorama dell'animazione giapponese horror, a mio parere è senza dubbio un titolo degno di nota.
Passare da fasi piuttosto lente a repentini climax di tensione, ad esempio, è una buona scelta e gestita sicuramente bene.
Le musiche di Kuni Kawauchi si fanno notare fin dalle prime sequenze. Nonostante la fase iniziale della storia sia apparentemente tranquilla, il sottofondo musicale suggerisce quasi subito che quella situazione rilassata si sta poco a poco sgretolando. Una nota di merito va in particolare alla canzone "Be Passionate", la più interessante di tutta la colonna sonora nell'ambiguità che ispira allo spettatore - la dolcezza da un lato, il senso di inquietante sospensione dall'altro.
I disegni non sono eccelsi, ma nelle sequenze più importanti conferiscono la giusta espressività ai personaggi, tratteggiata con particolare dettaglio in Azusa.
Un po' scarne, e soprattutto quasi sempre deserte, le ambientazioni, ci si poteva lavorare un po' di più.
Rispetto al capitolo a fumetti della Takahashi, comunque, quest'OAV ha qualche piccola aggiunta, sia sul piano della regia che della sceneggiatura, che senz'altro migliora la storia nel suo insieme.
D'altra parte, è un titolo che si fa notare entro i limiti del suo genere, ma che non spicca nel mondo degli anime nella sua totalità. E' una timida incursione nell'horror, da parte di Rumiko Takahashi, e non ha certo la stessa caratura di titoli come "Devilman", e neanche di titoli come "Higurashi When They Cry", dove gli elementi orrorifici sono al mero servizio di messaggi molto forti e incisivi.
Quest'OAV non ha una sostanza ben definita, è una prova artistica ed espressiva interessante e ben articolata, ma imprime ben poco e risulta un discreto capitolo d'animazione che di tanto in tanto si va a visionare volentieri, ma che il più delle volte si tende a lasciare sotto la polvere sullo scaffale della libreria.
Ma non credo gli darei un 7, un 5 o magari un 6 regalato.
Comunque Queen's Blade non si batte.
Non credi che la tua frase nasconda una discreta contraddizione?
Come fai ad assegnare un 5 o un 6 (regalato) ad un opera che dici ti sia risultata divertente? Personalmente quando assegno un 6 si tratta di un titolo veramente "moscio" e un 5 è un insufficienza a tutti gli effetti quindi qualcosa che sicuramente non mi è piaciuta.
Il mio voto sarebbe dovuto essere un 6 e mezzo (all'epoca i mezzi voti non c'erano) perché ritengo che la serie (più o meno) faccia ciò per cui è stata creata, senza infamia e senza lodi.
Su Queen's Blade siamo d'accordo, è un ecchi di tutt'altro livello
Una gran serie di qualità.
La recensione di Shiryu è bella e dettagliata, anche se non ho ben compreso in quali punti Azusa si dimostra ipocritaa: a me è parsa traumatizzata da quell'evento che l'ha segnata da piccola, ovviamente indemoniata, ossessiva, morbosamente gelosa e basta...
Su questo film c'è una simpatica chicca, un cameo che appare in Lamù (non a caso sempre della Takahashi): ricordo che in una puntata uno dei protagonisti va al cinema e si vede una sequenza del film, precisamente uno scorcio della battaglia finale.
È una serie adatta da alternare a opere più complesse per staccare un attimo il cervello, intrattiene senza troppe pretese.
5 e mediocre non è una insufficenza, tra vari fattori tra cui essere troppo dipendente dal manga e facendo la media con vari ecchi oppaiservice sta nella mezzo.
Se lo bocciavo gli davo 4 o meno
Mi aspettavo tantissimo da questa miniserie viste le recensioni e i commenti e in effetti ha degli episodi che sono bellissimi e in generale mi è piaciuta, purtroppo il finale è banale scontato e già visto altre mille volte e per me rovina un po' il valore dell'intera serie.
Beh oddio, a uno può anche piacere una serie oggettivamente scarsa.
Ce ne sono di serie di meh che mi sono piaciucchiate, ma volendo essere oggettivo non credo darei la sufficienza (o un voto oltre al 6).
Di contro, ci sono serie che mi hanno gasato alla follia ma a cui non darei comunque più di 8.
Quindi non è contraddittorio dire "mi è piaciuto ma se lo dovessi recensire non gli darei la sufficienza".
Ovviamente parlo in generale, e non di questo caso specifico.
La sufficienza è fino a 6, sotto il 6 è un'insufficienza
Sono un vecchietto di Animeclick io, all'epoca in cui recensivo non c'erano ancora i mezzi voti
dove ho studiato io no ma vabbè
AHAHAHAHAHAHAHAHAHAH
No vi prego ditemi che è un troll!.......Mi sa proprio di no purtroppo.....
In ogni caso tra chi scherza e chi dice sul serio ne esce comunque un quadro "preoccupante". Vi lamentate dei presunti voti sballati? Se c'è gente che non sa neanche dove cominci la sufficienza che cos'altro si può aspettare?
Mi suggeriscono dalla "regia" che forse in Francia il 5 rappresenta la sufficienza, magari Destroyer Zilla ha origini francesi...
Non è riferito all'utenza in generale, ma mi è capitato, ahimè più di una volta, di constatare che alcuni recensori dicano peste e corna di un anime nella loro recensione, concludendo con un "non posso dare più di 7, quindi", quando a fronte dell'analisi il voto da aspettarsi era un'insufficienza.
Poi finché uno motiva a sufficienza può dare 10 anche a Mars of Destruction, se la propria dialettica è buona a tal punto da far passare melma per cioccolata, questo è alla base della moderazione. La battuta era riferita a chi assegna voti eccessivamente alti a fronte di un'analisi che dice tutt'altro.
Più che altro non è una trollata.
Basta farsi un giro nelle schede più o meno recenti per rendersene conto, o nelle discussioni che sorgono qua e la.
E giac ha ragione quando asserisce di leggere spessissimo la funesta frase "non posso dare più di 7" (ma porco giuda: 7 è una promozione che indica una buona opera!!!) perché la leggo pure io.
Poi ovviamente c'è anche il problema che, negli ultimi anni, la qualità media si è abbassata (e questo è un fatto oggettivo, vista la quasi morte della serie da 24-26 episodi in favore del format da 12-13, fatto che, per forza di cose, non permette la costruzione di intrecci di una certa complessità), quindi i nuovi arrivati hanno anche una certa difficoltà a collocare le varie opere all'interno di una corretta scala numerica.
In ogni caso anche il periodo classico con 50/100 puntate piene di riempitivi e brodo allungato(Tipo le prime serie di Gundam...mio dio quando lo dico mi linciano manco avessi insultato la loro divinità) non era mica tanto meglio, anzi preferisco una serie breve e intesa, sono d'accordo che certi tipi di opere richiedono più episodi ma diamine come al solito se fa successo continua se non lo fa amen, legge di mercato(purtroppo non è una novità, semplicemente dalle vendite ritengo che il pubblico nipponico sia spesso discutibile ma lo siamo anche noi fidatevi).
Comunque anche qui concorre la soggettività del voto, ho sentito persone che ritengono il 7 alto, tu magari no ma lo hai ritenuto buono(cosa per me quasi esagerata), e alcuni che ritenevano l'8.5 nella media, insomma di tutto......Per quanto mi riguarda 6 è sufficente/mediocre; 7 carino/discreto; 7.5 Valido/ Quasi Buono; 8 Buono e così via....adesso c'è pure da chiedersi quanto effettivamente valga un voto(cosa che varia da paese a paese) e ognuno crede di essere nel giusto, se non è risolta questa faccenda figurarsi cose più elaborate.
Diamine! Voti troppo alti? Abbiate una cera flessibilità di pensiero, ci sta che una serie che voi riteniate da 5 sia votata da altri con un 7, neanche gli avesse dato 8/9 insomma!
Ok che la cosa vale a partià d'esperienza e certe persone pur di difendersi abusano di questo termine ma "i gusti son gusti" rimane l'unica cosa confermata e non esisterà mai una recensione oggettiva; il massimo che si può fare è cercare di rendere obbiettiva la propria analisi mettendo da parte: preferenze di genere, nostalgia, odio personale per moe/fancervice di ogni tipo e imparare con sincerità a differenziare le scelte che troviamo poco piacevoli da quelle che riteniamo sbagliate e ancora così ci sarebbe tanto di quel fattore personale e incertezze da scombussolare il tutto. Insomma non parliamo di una scenza ma di arte, certe cose appaiono errate in modo troppo palese ma non significa che bisogna fare gli elitari definendo l'oggettività.
p.s. giacgiac Non era un troll, chissà perchè non sono sorpreso, certo ho detto così perchè ho fatto di meglio nel cercare di non entrare in termini offensivi, era il massimo del educazione che mi è uscita(Va ve andesso solo perchè non mi sono espresso bene faccio il paraculo xD) ma una pseudo-bait che voleva essere una provocazione basata su voti ritenuti troppo alti rimane a mio parere insensata(se esposta in quel modo); va be anche "l'ironia" non è una scienza ma "8 è il nuovo 6"...non lo digerisco proprio scusate.
Non è difficile, provo a spiegarlo usando parole semplici: in una scala di valutazione decimale 6 è la soglia della sufficienza, qui in Italia. 7 è discreto, 8 buono, 9 ottimo e 10 eccellente; sotto la sufficienza 5 è mediocre, 4 scarso e via dicendo, nel baratro della vergogna.
Se pertanto dici* che una cosa fa schifo, non puoi ragionevolmente dare un 7; 7 è discreto, 5 è insufficiente. Nulla di opinabile, si tratta di mera coerenza.
Detto questo, qui si sta andando OT e non anelo alla polemica fine a se stessa, mi ritiro.
Edit:
* in questo caso è un "tu" generico, non fa riferimento a nessuno in particolare
Va be, prima di ritirarmi anch'io(perchè questi discorsi sono talmente personali che un confronto non porta a un punto d'incontro) dico solo che rimane un problema, appunto cambia da paese a paese non è universale(e figurati non so le fonti italiane che hai preso, da un punto di vista scolastico mi sembra che manchi il Distinto e non credo si possa applicare allo stesso modo).
Io un opera ottima pensa te che gli darei l'8.5, e la sufficenza? Ovvio che la ritenga mediocre, quel termine significa inferiore alla media, il problema è qual'è la media? Secondo me è 7/7.75 poi boh!? Va be possiamo finirla qui, inutile che stia a parlare da solo e vada pure sull'OT(Anche se comunque c'entra molto con l'argomento).
LOL ma assolutamente no.
Serie da 26 ≠ 2 cour da 13
Hai mai guardato con attenzione alle differenze di sceneggiatura?
Una serie da 26 può fare quello che vuole: può prendersi parecchi episodi per sviluppare i personaggi; può fare approfondimenti nella parte centrale ecc...
Una serie da 2 cour da 13 questo non può farlo.
Dovendo catturare lo spettatore nel primo cour, bisognerà assolutamente terminare la presentazione nei primissimi episodi, sviluppare qualcosa nel mezzo del cour e terminare tutto con un finale di metà stagione (spesso un cliffhanger, specialmente se ci troviamo in una serie d'azione o affini).
Queste preoccupazioni non sussistono per chi deve sceneggiare una serie lunga, mentre chi deve lavorare su più cour invece ha dei paletti più rigidi da rispettare.
E questo nelle serie originali. Negli adattamenti da cartaceo il problema è forse peggiore, visto che che ciò costringe frequentemente a tagli che mutilano la qualità dell'opera.
Ma purtroppo sembra che questa pessima tendenza ad accorciare le serie non terminerà tanto presto...
Ovviamente sono d'accordo che per ragioni di mercato non sono assolutamente la stessa cosa ma nei progetti originali non vi è problema, il cliffhanger è un ottimo espediente. Il problema è appunto come hai detto tu negli adattamenti ma li si tratta della "lentezza" di certe opere e qui si vuole incorrere a tagli che mutilano e rovinano tutta l'idea di base, vero ma è una novità questa? Proprio no, succedeva anche prima, la principale causa anche li è questione di essere bravi e proporre un adattamento fedele in cui però il finale di stagione coincida con un avvenimento saliente; insomma Steins;Gate(Magari non un adattamento perfetto ma comunque ottimo!) anche senza essere diviso nelle stagioni ha messo la sua dose d'intensità nell'episodio 12, non avrebbe avuto problemi neanche con la lentezza(Forse avrebbe venduto leggermente meno? Non lo so....).
Pro e contro vi sono sempre stati, noto che in alune produzioni con la regia si gioca di più e noto che il mercato rende più difficile mantenere l'equilibrio tra vendite e fedeltà degli adattamenti con la gestione a cour; ribadisco però che gli adattamenti mutilati ci sono sempre stati per motivi più banali purtroppo e che se le persone che ci stanno dietro ci sanno fare no problem(Magari i progetti eccelsi non sono molti ma non lo sono mai stati, sono eccezionali proprio perchè si distinguono)
p.s. Non so quanto il discorso sia OT ma se ci sono problemi a riguardo o tocca interrompere qui e ognuno per la sua strada o si continua nei messaggi privati(?) Non è un discorso di cui vado matto ma vedi tu
7 (per me) è un'opera che fa quel che deve fare senza proporre nulla di eccezionale.
Le opere alle quali assegno 7 sono opere che non mi sono dispiaciute ma che avrebbero avuto parecchi margini di miglioramento
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