Per celebrare i 30 anni di carriera di Gosho Aoyama nell'industria del fumetto giapponese, Shogakukan ha pubblicato un libro contenente le illustrazioni dello stesso Aoyama, dei tributi di altri mangaka e delle curiosità riguardo l'uomo che ha dato vita al detective bambino più amato dal pubblico giapponese.

Attraverso il libro, tra le altre cose riguardanti la vita dell'autore, veniamo a conoscenza del suo severo programma di lavoro, il quale prevede 5 giorni lavorativi alla settimana e due di 'vacanza'.
Durante le giornate in cui si dedica alla stesura del manga e al disegno, Aoyama prende soltanto tre pause da 15 minuti ciascuna e tre ore di sonno, dalle 11 alle 14, le quali a volte vengono totalmente saltate dall'autore, se è indietro con le consegne.
Si può ben dedurre che i due giorni di riposo siano quasi interamente dedicati al sonno, tanto che la metà del tempo il mangaka dorme, mentre per 8 ore si dedica agli storyboard.
Le 4 ore di tempo libero rimanenti le occupa, come scritto nel libro, a giocare a Kantai Collection, detto KanColle, un popolare browser game famoso per le protagoniste, delle riproduzioni antropomorfe di navi da battaglia della Seconda Guerra Mondiale.


Aoyama ha 6 assistenti, i quali a loro volta hanno dei ritmi di lavoro al limite dell'assurdo: spesso devono aiutare Aoyama portandogli da mangiare anche durante la notte e fanno dei pisolini solo quando lui dorme.
Una volta ogni tre settimane, Aoyama partecipa ad una riunione preparatoria con l'editore prima di iniziare un nuovo ciclo di lavoro, dove alternerà i giorni dedicati agli storyboard e quelli nei quali disegna ai giorni in cui preparerà delle nuove serie.


I ritmi di lavoro serrati dei mangaka non sono una novità: sono colpevoli da una parte lo stakanovismo dei giapponesi, dall'altra forse l'esempio di Osamu Tezuka, famoso per la sua immensa produzione che conta 700 volumi e 150.000 tavole.
Da un paio di anni è stato pubblicato e diffuso su internet, suscitando non poche discussioni e riflessioni, anche il programma di lavoro di Hiroshi Shiibashi.


Negli ultimi anni vi sono stati molti casi di mangaka che hanno dovuto interrompere il proprio lavoro a causa di malesseri, forse causati dal troppo lavoro, che senza dubbio mette a serio rischio la salute di una persona: Tite Kubo, Eiichiro Oda, Yoshihiro Togashi e, soprattutto, Ai Yazawa sono esempi lampanti dell'effetto di certi tempi sul corpo umano.


Fonte consultata:
SGCafe