Nel corso del 2017 le sale giapponesi hanno ospitato due live action molto attesi dagli appassionati di manga e anime: Fullmetal Alchemist e Tokyo Ghoul. Il primo è stato trasmesso in prima visione mondiale simultanea su Netflix, mentre il secondo è approdato nei nostri cinema grazie a Dynit e Nexo Digital. Se il primo è ormai un'opera storica, conosciuta e amata in ogni parte del mondo, il secondo è il fenomeno degli ultimi anni.
Insomma, in entrambi i casi parliamo di opere di grande fama, per cui la loro trasposizione in live action ha portato parecchi dubbi e timori tra i fan, soprattutto quelli occidentali, che spesso mal digeriscono il cinema asiatico per tutta una serie di motivi. Meno di un mese fa vi avevamo parlato di Fullmetal Alchemist, oggi è il turno dei Ghoul, nati dalla mente e dalla matita di Sui Ishida.
Tokyo Ghoul è un manga complesso e articolato, ricco di dialoghi e personaggi, ragion per cui una trasposizione completa era qualcosa di impensabile per un film di due ore.
Ma il regista Kentaro Hagiwara prende la miglior decisione possibile, portando in questa versione live i primi tre volumi dell'opera. Il film si concentra quindi sul passaggio di Kaneki da umano a ghoul, cercando di mettere bene in evidenza il tormento interiore di un ragazzo che da comune essere umano si ritrova oppresso dall'istinto primordiale di nutrirsi, purtroppo per lui, di altri esseri umani.
La prima serie anime di Tokyo Ghoul aveva avuto su di me un forte impatto emotivo, proprio in virtù del tormento del protagonista e della sua condizione apparentemente senza via d'uscita. Lo stesso impatto lo avevo trovato su carta, in un manga che ama esprimersi tramite i suoi corposi dialoghi (ricordiamo che il fumetto è edito da J-POP, che sta attualmente pubblicando la seconda serie, Tokyo Ghoul:re). Questa prima parte dell'opera è quindi quella che ho preferito. Il live action si è perciò prefissato il compito di farci conoscere il buon Kaneki e il difficile cammino che si apre davanti a lui, diviso tra la ragione umana e quella dei ghoul.
Per ovvi motivi di tempo e sceneggiatura, il live si prende alcune licenze, modificando lievemente delle situazioni e mettendo un po' in secondo piano certi personaggi, ma riesce comunque a mantenere una grande fedeltà verso questi ultimi e la trama.
Il cast di attori è molto valido e ammetto che i miei timori verso Masataka Kubota (attore tra l'altro già ben rodato) si sono dimostrati infondati. Seppur faccia perdere al Kaneki originale la carineria del suo volto dolce e infantile, riesce a renderlo molto bene nella disperazione e nel tormento, offrendo una performance piuttosto valida. Dicasi altrettanto per la giovane Fumika Shimizu, somigliante a Touka anche nell'estetica, così come i vari Amon, Nishiki, Yoshimura e Mado. Su quest'ultimo in particolare è stato fatto un buon lavoro, poiché se è spesso vero che i personaggi dei manga dall'atteggiamento un po' sopra le righe non rendono bene nelle versioni live (risultando grotteschi o macchiette), il Mado di Yo Oizumi ha un'espressività meno esagerata che nel manga, risultando nei suoi atteggiamenti e negli sguardi anche più lucido dell'originale.
Di fronte a un live action tratto da anime o manga si fa spesso l'errore di pensare che i personaggi debbano essere le copie viventi della controparte cartacea, ma si tratta di un'idea abbastanza irreale poiché, per quanto si possa cercare di scegliere attori somiglianti, non sarà (quasi) mai possibile trovare dei sosia. Più che pensare che Amon sia molto più muscoloso del bel Nobuyuki Suzuki, che la Rize del manga sia più bella o che la madre di Hinami sia più giovane dell'attrice scelta in questa occasione, bisognerebbe concentrarsi sulla resa dei personaggi, sulla capacità di trasmetterne atteggiamenti, pensieri e caratterizzazione, cosa in cui il cast di Tokyo Ghoul riesce molto bene.
Il manga di Ishida è molto introspettivo e ricco di dialoghi, interiori e non, che palesano sentimenti e intenzioni dei personaggi; caratteristica peculiare, ma che non poteva essere utilizzata anche in questa trasposizione, poiché avrebbe reso la visione fin troppo pesante. Se quindi il film ne guadagna in fluidità, ne perde inevitabilmente in introspezione.
Gli effetti speciali hanno una qualità altalenante, passando da sequenze buone ad altre visibilmente mediocri, ma se pensiamo allo scarso budget con cui si lavora a questi film, si può perdonare qualche effetto grafico non sempre riuscitissimo.
La colonna sonora si fa sentire quando necessario e alcune scelte registiche sono ben azzeccate.
Il doppiaggio italiano è buono, seppur per abitudine non gradisca particolarmente la voce italiana su volti ed espressioni giapponesi, in particolare su personaggi un po' troppo briosi come il buon Hide.
Insomma, in entrambi i casi parliamo di opere di grande fama, per cui la loro trasposizione in live action ha portato parecchi dubbi e timori tra i fan, soprattutto quelli occidentali, che spesso mal digeriscono il cinema asiatico per tutta una serie di motivi. Meno di un mese fa vi avevamo parlato di Fullmetal Alchemist, oggi è il turno dei Ghoul, nati dalla mente e dalla matita di Sui Ishida.
Tokyo, giorni nostri. Creature che si nutrono di carne umana, i ghoul, vivono in mezzo ai comuni umani. Cacciano l'uomo, lo uccidono e se ne nutrono, annullando così le regole della catena alimentare. Ken Kaneki è un timido universitario appassionato di letteratura che ha una cotta per la bella Rize. Quando miracolosamente ottiene un appuntamento, scopre a suo discapito la natura della ragazza, la quale intende divorarselo. Grazie a una fortunata coincidenza, durante la colluttazione Rize perde la vita, mentre Kaneki sopravvive. Poco tempo dopo il nostro protagonista scopre che gli sono stati impiantati alcuni organi della ragazza e, mentre il suo corpo inizia lievemente a mutare, una fame assurda e spropositata, unita al rigetto verso qualsiasi cibo comune, si impossessa di lui.
Tokyo Ghoul è un manga complesso e articolato, ricco di dialoghi e personaggi, ragion per cui una trasposizione completa era qualcosa di impensabile per un film di due ore.
Ma il regista Kentaro Hagiwara prende la miglior decisione possibile, portando in questa versione live i primi tre volumi dell'opera. Il film si concentra quindi sul passaggio di Kaneki da umano a ghoul, cercando di mettere bene in evidenza il tormento interiore di un ragazzo che da comune essere umano si ritrova oppresso dall'istinto primordiale di nutrirsi, purtroppo per lui, di altri esseri umani.
La prima serie anime di Tokyo Ghoul aveva avuto su di me un forte impatto emotivo, proprio in virtù del tormento del protagonista e della sua condizione apparentemente senza via d'uscita. Lo stesso impatto lo avevo trovato su carta, in un manga che ama esprimersi tramite i suoi corposi dialoghi (ricordiamo che il fumetto è edito da J-POP, che sta attualmente pubblicando la seconda serie, Tokyo Ghoul:re). Questa prima parte dell'opera è quindi quella che ho preferito. Il live action si è perciò prefissato il compito di farci conoscere il buon Kaneki e il difficile cammino che si apre davanti a lui, diviso tra la ragione umana e quella dei ghoul.
Per ovvi motivi di tempo e sceneggiatura, il live si prende alcune licenze, modificando lievemente delle situazioni e mettendo un po' in secondo piano certi personaggi, ma riesce comunque a mantenere una grande fedeltà verso questi ultimi e la trama.
Il cast di attori è molto valido e ammetto che i miei timori verso Masataka Kubota (attore tra l'altro già ben rodato) si sono dimostrati infondati. Seppur faccia perdere al Kaneki originale la carineria del suo volto dolce e infantile, riesce a renderlo molto bene nella disperazione e nel tormento, offrendo una performance piuttosto valida. Dicasi altrettanto per la giovane Fumika Shimizu, somigliante a Touka anche nell'estetica, così come i vari Amon, Nishiki, Yoshimura e Mado. Su quest'ultimo in particolare è stato fatto un buon lavoro, poiché se è spesso vero che i personaggi dei manga dall'atteggiamento un po' sopra le righe non rendono bene nelle versioni live (risultando grotteschi o macchiette), il Mado di Yo Oizumi ha un'espressività meno esagerata che nel manga, risultando nei suoi atteggiamenti e negli sguardi anche più lucido dell'originale.
Di fronte a un live action tratto da anime o manga si fa spesso l'errore di pensare che i personaggi debbano essere le copie viventi della controparte cartacea, ma si tratta di un'idea abbastanza irreale poiché, per quanto si possa cercare di scegliere attori somiglianti, non sarà (quasi) mai possibile trovare dei sosia. Più che pensare che Amon sia molto più muscoloso del bel Nobuyuki Suzuki, che la Rize del manga sia più bella o che la madre di Hinami sia più giovane dell'attrice scelta in questa occasione, bisognerebbe concentrarsi sulla resa dei personaggi, sulla capacità di trasmetterne atteggiamenti, pensieri e caratterizzazione, cosa in cui il cast di Tokyo Ghoul riesce molto bene.
Il manga di Ishida è molto introspettivo e ricco di dialoghi, interiori e non, che palesano sentimenti e intenzioni dei personaggi; caratteristica peculiare, ma che non poteva essere utilizzata anche in questa trasposizione, poiché avrebbe reso la visione fin troppo pesante. Se quindi il film ne guadagna in fluidità, ne perde inevitabilmente in introspezione.
Gli effetti speciali hanno una qualità altalenante, passando da sequenze buone ad altre visibilmente mediocri, ma se pensiamo allo scarso budget con cui si lavora a questi film, si può perdonare qualche effetto grafico non sempre riuscitissimo.
La colonna sonora si fa sentire quando necessario e alcune scelte registiche sono ben azzeccate.
Il doppiaggio italiano è buono, seppur per abitudine non gradisca particolarmente la voce italiana su volti ed espressioni giapponesi, in particolare su personaggi un po' troppo briosi come il buon Hide.
Tokyo Ghoul non è un capolavoro, ma è un film che con una certa discrezione riesce a farsi notare in positivo, a meno che, come sono soliti fare i detrattori (a priori) dei live action, non ci si impunti sul fatto che i personaggi non siano perfettamente somiglianti o che non sia stato trasposto tutto alla perfezione.
La pellicola è buona, Kentaro Hagiwara sembra non essersi voluto spingere troppo oltre, confezionando un prodotto che vuol essere fedele al manga e che mostra solo l'inizio di una storia piuttosto intricata. Il contro di questo atteggiamento discreto e rassicurante è però un film che resta fine a se stesso se non avrà dei sequel. Chi conosce il manga potrà accontentarsi vedendolo come la semplice trasposizione di una porzione di opera (cosa a cui siamo abituati, purtroppo, grazie alle serie anime da una dozzina di episodi), ma chi non lo conosce si ritroverà a vedere un film che finisce laddove tutto dovrebbe avere inizio. Un vero peccato se si pensa che si tratta di una storia che ha tutte le carte in regola per attrarre anche chi non ha mai usufruito del cartaceo.
Possiamo facilmente pensare che, "rispetto ai soliti standard dei live action giapponesi", Tokyo Ghoul sia un film molto buono, ma anche senza questo paragone al ribasso, ci troviamo davanti a un film che ben intrattiene, dona emozioni e qualche brivido, e se vogliamo vedere il cinema come puro entertainment, l'opera vale il prezzo del biglietto.
La pellicola è buona, Kentaro Hagiwara sembra non essersi voluto spingere troppo oltre, confezionando un prodotto che vuol essere fedele al manga e che mostra solo l'inizio di una storia piuttosto intricata. Il contro di questo atteggiamento discreto e rassicurante è però un film che resta fine a se stesso se non avrà dei sequel. Chi conosce il manga potrà accontentarsi vedendolo come la semplice trasposizione di una porzione di opera (cosa a cui siamo abituati, purtroppo, grazie alle serie anime da una dozzina di episodi), ma chi non lo conosce si ritroverà a vedere un film che finisce laddove tutto dovrebbe avere inizio. Un vero peccato se si pensa che si tratta di una storia che ha tutte le carte in regola per attrarre anche chi non ha mai usufruito del cartaceo.
Possiamo facilmente pensare che, "rispetto ai soliti standard dei live action giapponesi", Tokyo Ghoul sia un film molto buono, ma anche senza questo paragone al ribasso, ci troviamo davanti a un film che ben intrattiene, dona emozioni e qualche brivido, e se vogliamo vedere il cinema come puro entertainment, l'opera vale il prezzo del biglietto.
Pro
- Traspone fedelmente i primi volumi del manga...
- Buon cast di attori.
- Intrattiene per tutta la sua durata.
Contro
- ...ma resta perciò senza conclusione
- Meno introspettivo rispetto al manga.
Masataka Kubota lo ricordo a malincuore in Death Note, dove non mi piacque minimamente nei panni di Light Yagami... Ma sfiderei chiunque a piacermi nei panni di Light, dato che sono una fanatica di L!
Ci sono un sacco di cose dove nel film non rende come nel manga o anime.
Il film ancora devo vederlo ma queste 2 cose mi preoccupano.
- Effetti speciali avvolte mediocri
- Carenza di introspezione in un opera dove introspezione dei personaggi è un punto forte
Per quanto se ne voglia l'idea del live di Death Note della Netflix della reinvenzione è buona, il risultato per nulla.
Per ora ho visto solo due film adattamenti di roba japan che darei pieno voto. Battle Royale e Edge of Tomorrow, il resto tocca massimo il voto 7.
Per il resto, sono stata molto soddisfatta, gli effetti speciali sono tutto sommato, stati buoni, non eccelsi, ma io non mi aspettavo niente di che e sono rimasta piacevolmente sorpresa.
Onestamente, e qui mi beccherò una marea di down vote, ma chissene LOL, non ho sentito minimamente la mancanza di Tsukiyama, che dovrebbe comparire più o meno in concomitanza con Hinami&co. Per quanto sia un bel personaggio, sono contenta che non l’abbiano inserito, sarebbe stato di “troppo” come spesso accade nei live action dove ci ficcano 1000 personaggi e cercano di fare tutto in due ore (coff coff FMA coff coff) .
Per concludere, questo film mi ha intrattenuta e mi è piaciuto molto. Io non ho chissà quali pretese verso i live action, avendone visti tanti non mi da fastidio il poco budget, la recitazione o altro. Li prendo così come sono, e me li godo. Nnon li trovo così orribili, de gustibus per carità♥
Ps: vederlo al cinema poi..NON HA PREZZO! È stata un’esperienza magnifica vedere un LA sul grande schermo!!!
Come detto dalla recensione la pellicola si prende delle libertà narrative, alcuni personaggi non sono molto approfonditi, l'introspezione non è presente e gli effetti speciali sono altalenanti come succede nello scontro tra Kaneki e Hide.
Eppure nel complesso funziona perché scorre senza problemi, la trama è chiara senza perdersi in chiacchiera inutili, la caratterizzazione dei personaggi centrali è buona e quando la CG funziona dà soddisfazioni come la lotta tra Kaneki e Amon.
La recitazione degli attori l'ho trovata convincente, il doppiaggio è nella norma anche se mi ha fatto strano sentire delle voci nostrane su dei giapponesi.
Regia discreta, colonna sonora che fa il suo lavoro, scenografie e costumi adeguati.
Dunque lo promuovo e non mi pento di averlo visto, aggiungo che alla fine è piaciuto anche a mio zio e ciò mi ha fatto davvero piacere dato che non si aspettava nulla di che, l'ho trovata una cosa bella.
Mi auguro che prima o poi possa uscire un seguito che continui la trama nonostante i casini con l'interprete di Toka, ma sperare non costa niente.
Complimenti vivissimi all'autrice del testo che ha spiegato nel dettaglio i pregi e i difetti del lungometraggio preso in esame, davvero brava.
P.S. In sala eravamo solo io e mio zio e ci sentivamo soli, meno male che poi sono arrivati due ragazzi con le loro fidanzate a farci compagnia
Poi quando ha visto Rize mi ha detto che era la versione adulta e giapponese di mia cugina, mentre quando è entrato in scena Mado l'ha paragonato ad Amedeo Minghi per la capigliatura bizzarra
P.P.S. Sempre mio zio aveva stampato due coupon che era stato presentato in una news qui su AC ma la signora alla biglietteria non li ha accettati perché diceva che doveva esserci un codice a barre per confermarlo, aveva ragione e quindi mio zio li ha stampati male oppure si sbagliava la tipa?
Che sia Tokyo Ghoul a piacere molto o Fate a piacere poco?
Come ho già scritto, i live action tratti da manga non andrebbero visti pensando di trovare gli attori sosia, credo che la cosa più importante sia che venga fuori la caratterizzazione del personaggio, se questo accade la non somiglianza estetica al 100% passa in secondo piano. E lo dico da fan accanita di Chihayafuru che si lamentò della scelta della Hirose per Chihaya, pensando che non fosse adatta esteticamente... inutile dire che mi ha fatto ricredere del tutto con la sua bravura nell'interpretare il personaggio.
Mi piacerebbe che ci fossero dei sequel! E come già detto da altri, vederlo al cinema è stato davvero spettacolare!
Chi legge Tokyo Ghoul sa bene quanto sia verboso e prolisso, a volte, per i miei gusti, anche troppo. Una cosa del genere in un film non sarebbe stata assolutamente concepibile per cui è stata una scelta doverosa, necessaria e da santificare. Immagini 2 ore di film con personaggi che parlano, parlano e parlano?
Ciò non significa che l'introspezione manchi, come ho scritto i personaggi sono resi molto bene per la porzione di storia mostrata. Purtroppo non credo si potesse fare altrimenti, si tratta di un adattamento, bisogna pur scendere a qualche compromesso.
Io adoro Tsukiyama (tutta colpa del suo seiyuu) ma concordo con te, non metterlo è stata la scelta più azzeccata, già il povero Nishio, chi non conosce il manga, avrà pensato "sto spaccone è comparso solo per prenderle?" XD
@Matte88
Grazie per i complimenti! ^^
Penso che il poter vedere film di questo tipo al cinema regali delle emozioni che, inutile nasconderlo, solo il cinema ti più dare, nel senso di "amplificare"; ho adorato il film di Lupin al cinema, e avrei adorato poter vedere anche Fullmetal alchemist (ma pazienza). Spero che in futuro ci sia quindi l'occasione di vederne altri, tanto più se, a quanto pare, i risultati ai botteghini sono più buoni del previsto *___*
Non sono una fan di Kubota ma mi fa piacere leggere che sia lui che gli altri attori si sono comportati bene, di certo è probabile che parte del merito vada estesa a regista, sceneggiatore etc, e questo è un altro fattore positivo (conferma che non di sola Hollywood si può godere, dopotutto).
Quindi su più fronti mi ritrovo davvero molto contenta ^^
Per la cronaca, sottolineo solo una curiosità: Yo "Mado" Oizumi è lo stesso attore che ha interpretato Shou Tucker in FMA, e che sarà Masami Kondo nel film tratto da "come dopo la pioggia"
Ciò è molto inquietante! Il tenchou mi sta simpatico ma ora che so che è lui, non riuscirò a guardarlo con occhio benevolo! XD
Verissimo. Ogni qual volta ho visto live action, eccezione fatta per old boy, sono rimasto traumatizzato.
lo dico sempre e continuerò a ripeterlo, i giapponesi possono dedicarsi solo alla realizzazione di manga ed anime, lasciassero perdere live action e roba varia non fa per loro, decisamente......
oltre a non vederci un grosso senso per i live action sinceramente. Credo che le storie presenti in anime e manga non possono prescindere dallo stile stesso con cui vengono espresse in originale e riproporle con attori e ambientazioni reali non può che sfociare nel trash più patetico...
Il punto è che ai giapponesi i live action piacciono e portano soldi in più a tutti, compresi gli autori dei vari manga da cui sono tratti. Non penso abbia senso dire "dovrebbero smetterla" dato che sono un prodotto pensato per i giapponesi (spesso la gente se lo dimentica) ed esclusivamente per loro. Ci sono LA che al botteghino fanno di più di un film disney o holliwoodiano. Ai giapponesi, scusate il francesismo, non frega una mazza se agli occidentali (o meglio, a "noi") non piacciono o li troviamo brutti (e il più delle volte nemmeno paghiamo per vederli, a buon intenditor poche parole). Non li fanno mica per farli vedere a noi. Ormai i LA fanno parte della cultura giapponese, piaccia o non piaccia al lettore di manga occidentale. Che poi, basta chiudere gli occhi e non guardarli. I LA fanno schifo? Forse. I giapponesi hanno gusti di merda? Forse. Ma recentemente ho sentito troppe volte la frase "dovrebbero smetterla" come se il primo pensiero di un regista di LA fosse "dobbiamo far piacere il film a quei cinque lettori di manga oltre oceano". XD
Ciò che dici è indubbiamente incontestabile, il mio dovrebbero smetterla non va inteso in senso letterale, anzi se entrano soldi a quegli stessi autori di cui sono fan ben venga soltanto. Il mio era un attacco allo scempio che spesso ne viene fuori.
Io di Live Action Giapponesi tratti da manga e anime ne ho visti davvero tanti, molti gli ho recuperati proprio da internet.
È dopo tante e tante visioni posso affermare che c'è n'è sono alcuni fatti molto bene, ma molti sono realizzati in maniera mediocre.
I veri problemi di questi Live Action sono essenzialmente 2:
- Non sempre, ma spesso vengono realizzati con un budget non elevato, è si nota molto, poiché sé avessero un budget elevato le scene dove richiederebbero ottimi effetti speciali sarebbero ben realizzate, invece la maggior parte delle volte gli effetti speciali sono limitati
- Gli attori, cioè avvolte gli attori Giapponesi sono azzeccati, ma spesso no, non riescono a rendere i personaggi come nel manga e anime.
Quindi secondo me sé vogliono fare Live Action di qualità devono:
1) Investire grosse cifre sugli effetti speciali
2) Devono ricercare con molta più cura gli attori che interpretano i personaggi. Devono essere attori preparati e di un certo livello.
Ricordo la campagna marketing di Attack on Titan venduto come il primo blockbuster giapponese, o Full metal Alchemist che dicevano loro degno delle produzioni hollywoodiane.
Ma poi siamo in un periodo che la Cina e la Corea del sud puntano sempre di più al mercato internazionale con i loro film, perchè il Giappone deve stare indietro?
No scherzo, complimenti ovviamente. Anzi mi aspettavo molto peggio e la tua recensione mi ha fatto accendere una piccola speranza
Poi può piacere o non piacere. A me per inciso piace, perché è un tratto distintivo tutto loro che non trovi da nessun'altra parte. Facessero i film come gli americani probabilmente non avrei quell'impulso di guardarli (se non magari i soli titoli famosi tipo FMA).
Ma ha fatto anche il doppiatore di Testa di Rapa nel Il Castello Errante di Howl, quindi significa che è un brav'uomo!!!! XD
(come il nostro amato Furuya sensei, che è un bravo padre di famiglia malgrado i temi da lui trattati nei suoi manga XD)
Opinione personale che rispetto. Tuttavia sarebbe importante che non dimenticassimo che l'animazione giapponese nasceva anche come mezzo "povero / di fortuna" per la TV e il cinema, essendo quello in "live action" (ovvero con attori umani) eccessivamente costoso per l'epoca. Che poi l'animazione giapponese si sia sviluppata poi con metodi propri nel tempo arrivando ad avere una qualità eccezionale, caratteristiche ed una fruibilità CHE USCIVA DAL MERCATO GIAPPONESE (per cui era nata) APPREZZATA IN TUTTO IL MONDO, è un plus che ha cambiato il mondo. Ma appunto i giapponesi fanno in primis prodotti per il mercato giapponese. L'animazione in occidente ci piace (eppure è così diversa da quella Disney o di Hanna e Barbera - i modelli con cui all'epoca quella giapponese doveva confrontarsi), la recitazione 'umana' dei giapponesi spesso in occidente non piace (certo diversa rispetto a quella americana che è il nostro inevitabile metro di paragone -e spesso di questo piccolo dettaglio non ce ne accorgiamo-), eppure solo quest'ultima la troviamo "sbagliata."
Non è sbagliata, è diversa. E per approcciarci al diverso credo dovremmo (chi vuole farlo, ovviamente) adottare una lungimiranza diversa. L'animazione occidentale televisiva (americana in primis, ma non solo) rapportata a quella giapponese viene definita "a scatti", non per questo ci mettiamo tuttavia a dire che tale animazione non dovrebbe esistere proprio perché indegna.
Non sto dicendo che un live action debba piacere per forza a chiunque, però prima di dire che i live action in generale "non funzionano" credo si dovrebbe avere l'accortezza di vederne diversi, e di diverso genere; chessò, da un thriller come Ikigami a un action come Lupin III, e così via. In moltissime trasposizioni il problema degli effetti speciali ad esempio nemmeno si pone (chessò, Your Lie in April per fare un titolo recente), in altri invece come FMA sono stati di livello ben più che adeguato (il film soffre di altre problematiche legate alle scelte di adattamento, semmai). E così via.
Sicuramente FMA è nato come film per essere esportato anche all'estero, ma non vedo perché i giapponesi dovrebbero sentirsi "limitati" nel trasporre in live action storie di autori giapponesi ambientate all'estero (immaginario peraltro, se stiamo parlando di FMA, e comunque girato in Italia là dove serviva farlo). Per quale motivo non avrebbero il diritto di farlo? Perché io di motivi proprio non ne trovo, sarebbe come dire che gli americani non possono fare film ambientati in Giappone perché non è una location di casa loro...
non do restrizioni e ognuno può girare dove vuole certo, ma nel cinema americano nella cerchia dei blockbuster puntano sempre al mercato internazionale. I film americani ambientati in Giappone o in Cina sono fatti con lo scopo di guadagnare anche con il pubblico orientale. Ultimamente ci sono sempre più film americani che floppano in America ma sono successoni in Europa/Asia.
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