Qualche giorno fa, leggendo l'intervista fatta da Animeclick a Yuriko Tiger durante il Comicon di Napoli mi ha colpito molto l'affermazione fatta da Shiori, l'amica giapponese della nostra cosplayer:
"Sono rimasta sconvolta dal fatto che in Italia ci sono così tanti scioperi. Perché la gente non lavora? Perché non arriva il treno? Che è successo? Sciopero? Che vuole dire sciopero? In Giappone siamo abituati alla Yamanote Line che arriva in orario, ogni 2-3 minuti. Qui invece arrivi in stazione, non c’è nulla e chiedendo ti dicono “Eh, cacchi tuoi, ora rimani qua!” e adesso che faccio?"
Quindi in Giappone non "esiste" il diritto a scioperare per rivendicare migliori condizioni lavorative? Esiste, ma si porta dietro una cultura del lavoro e annose questioni che lo rendono quasi un argomento tabù; ma negli ultimi giorni è rimbalzata sui vari siti di informazione una notizia davvero particolare.
Ad Okayama i conducenti dei bus hanno fatto sciopero effettuando le corse regolarmente ma non facendo pagare il biglietto ai passeggeri! Quindi danno economico all'azienda ma sostegno da parte dell'opinione pubblica. Ma come mai si è arrivati a questo?
Gli autisti della ditta Ryobi Group che fornisce il servizio di autobus nella città di Okayama hanno deciso di effettuare questa insolita protesta quando dal 27 aprile ha iniziato ad operare la Megurin, nuova linea di autobus che effettua corse sovrapponibili a quelle della Ryobi con tariffe più economiche e per giunta con mezzi decorati con espressioni kawaii. Ovviamente i lavoratori si sono sentiti minacciati dalla concorrenza e hanno chiesto ai vertici dell'azienda di fornir loro garanzie per poter mantenere il posto di lavoro. Il management della Ryobi Group ha fatto orecchie da mercante e non avendo avuto così nessuna risposta, i dipendenti hanno deciso di scioperare alla loro maniera.
In questo modo non hanno favorito la compagnia rivale (le corse hanno continuato regolarmente) e in più, facendo viaggiare gratis i passeggeri, hanno ottenuto la simpatia della popolazione che non avrebbe visto di buon occhio un disservizio nella rete di trasporti. Ma il danno per la compagnia è invece reale, con un consumo di benzina e nessun introito.
Ma non è il solo sciopero che ha fatto notizia: qualche settimana fa nei pressi della stazione di Tokyo gli onnipresenti distributori automatici non erano stati riforniti di bevande. Il motivo di questa situazione davvero anomala era lo sciopero dei dipendenti della Japan Beverages messo in atto per chiedere migliori condizioni di lavoro e il pagamento degli straordinari effettuati. Ma non crediate che non lavorino affatto: semplicemente svolgono "solo" le 7 ore e mezza per cui sono pagati.
Ma quindi è vero che i giapponesi non scioperano? Sì e no.
Bisogna andare indietro nel tempo per capire il perché di tutto ciò. L'anno spartiacque è il 1985: se prima di quell'anno le rivendicazioni sociali si attestavano sul 45% oggi sono scese al 15% e durano al massimo mezza giornata. Andando più nel dettaglio, nel 2016 ad esempio ci sono state 391 manifestazioni e 66 scioperi, nessuno a livello generale o nazionale, tanto che difficilmente sono state seguite dalla stampa.
Le richieste sono basilari: salari e politiche per le risorse umane (licenziamenti, formazione, ore straordinarie, pensionamento sono le più gettonate); i settori con il maggior numero di scioperi sono quello industriale e minerario, quello sanitario e quello logistico. Ma lo scenario era ben diverso durante gli anni 70.
Ogni anno era previsto lo Shunto (letteralmente la battaglia della primavera): un appuntamento in cui datori di lavoro e impiegati rinegoziavano i contratti per migliorare salari e condizioni e fronteggiare così l'inflazione galoppante. Nel 1975 il braccio di ferro fra padroni e sindacati bloccò per diversi giorni tutto il traffico ferroviario.
Ma le cose si aggravarono all'inizio degli anni 80 con la decisione di privatizzare la Japan National Railways: numerosi furono gli scioperi per impedire quello che era vissuto come la fine di un'epoca e che preoccupava molto i lavoratori. Ma soprattutto nel biennio 84-85 furono proclamati numerosi scioperi per continuare a garantire il diritto allo sciopero soprattutto nelle aziende pubbliche e in queste lotte si distinse il National Railway Chiba Motive Power Union (Dorochiba). Ma l'azione che cambiò la percezione dello sciopero nel paese avvenne il 29 novembre 1985.
In quella data, alle 3 di notte, la Lega comunista nazionale rivoluzionaria, un piccolo gruppo di estrema sinistra, vagamente affiliato al Dorochiba e già coinvolto in azioni di guerriglia urbana e di attentati dinamitardi, decise di tranciare in 30 punti diversi i cavi di segnalazione dei treni (fondamentali per a sicurezza del traffico) su 20 linee di Tokyo e 2 di Osaka. Alle 6 del mattino poi la stazione di Asakusabashi fu attaccata con bottiglie molotov e parzialmente distrutta. La situazione tornò alla normalità solo alla fine della giornata, dopo aver coinvolto 3.200 treni e 6 milioni di persone.
Un'azione del genere, seppur non strettamente correlata ad un sindacato, fu la classica goccia che fece trabboccare il vaso: l'opinione pubblica si scagliò contro i sindacati e ricorrere allo sciopero come forma di protesta divenne quasi impossibile. Anche la privatizzazione e la frammentazione delle grandi aziende statali non aiutarono a mantenere in vita questo strumento sociale.
Affermare quindi che in Giappone lo sciopero non esiste non è vero, ma certamente non ha le caratteristiche e la frequenza di quello italiano, tanto per fare un esempio.
Fonti consultate:
SoraNews
AchiKochi
"Sono rimasta sconvolta dal fatto che in Italia ci sono così tanti scioperi. Perché la gente non lavora? Perché non arriva il treno? Che è successo? Sciopero? Che vuole dire sciopero? In Giappone siamo abituati alla Yamanote Line che arriva in orario, ogni 2-3 minuti. Qui invece arrivi in stazione, non c’è nulla e chiedendo ti dicono “Eh, cacchi tuoi, ora rimani qua!” e adesso che faccio?"
Quindi in Giappone non "esiste" il diritto a scioperare per rivendicare migliori condizioni lavorative? Esiste, ma si porta dietro una cultura del lavoro e annose questioni che lo rendono quasi un argomento tabù; ma negli ultimi giorni è rimbalzata sui vari siti di informazione una notizia davvero particolare.
Ad Okayama i conducenti dei bus hanno fatto sciopero effettuando le corse regolarmente ma non facendo pagare il biglietto ai passeggeri! Quindi danno economico all'azienda ma sostegno da parte dell'opinione pubblica. Ma come mai si è arrivati a questo?
Gli autisti della ditta Ryobi Group che fornisce il servizio di autobus nella città di Okayama hanno deciso di effettuare questa insolita protesta quando dal 27 aprile ha iniziato ad operare la Megurin, nuova linea di autobus che effettua corse sovrapponibili a quelle della Ryobi con tariffe più economiche e per giunta con mezzi decorati con espressioni kawaii. Ovviamente i lavoratori si sono sentiti minacciati dalla concorrenza e hanno chiesto ai vertici dell'azienda di fornir loro garanzie per poter mantenere il posto di lavoro. Il management della Ryobi Group ha fatto orecchie da mercante e non avendo avuto così nessuna risposta, i dipendenti hanno deciso di scioperare alla loro maniera.
岡山のバスのストライキは、お客様から料金を徴収しないで、経営側のみに影響を与えるという素晴らしいストです。#ストライキ pic.twitter.com/3vAnSkPYRb
— mipo@アフィリエイト&着物大家 (@mipourako) 26 aprile 2018
In questo modo non hanno favorito la compagnia rivale (le corse hanno continuato regolarmente) e in più, facendo viaggiare gratis i passeggeri, hanno ottenuto la simpatia della popolazione che non avrebbe visto di buon occhio un disservizio nella rete di trasporti. Ma il danno per la compagnia è invece reale, con un consumo di benzina e nessun introito.
Ma non è il solo sciopero che ha fatto notizia: qualche settimana fa nei pressi della stazione di Tokyo gli onnipresenti distributori automatici non erano stati riforniti di bevande. Il motivo di questa situazione davvero anomala era lo sciopero dei dipendenti della Japan Beverages messo in atto per chiedere migliori condizioni di lavoro e il pagamento degli straordinari effettuati. Ma non crediate che non lavorino affatto: semplicemente svolgono "solo" le 7 ore e mezza per cui sono pagati.
Ma quindi è vero che i giapponesi non scioperano? Sì e no.
Bisogna andare indietro nel tempo per capire il perché di tutto ciò. L'anno spartiacque è il 1985: se prima di quell'anno le rivendicazioni sociali si attestavano sul 45% oggi sono scese al 15% e durano al massimo mezza giornata. Andando più nel dettaglio, nel 2016 ad esempio ci sono state 391 manifestazioni e 66 scioperi, nessuno a livello generale o nazionale, tanto che difficilmente sono state seguite dalla stampa.
Le richieste sono basilari: salari e politiche per le risorse umane (licenziamenti, formazione, ore straordinarie, pensionamento sono le più gettonate); i settori con il maggior numero di scioperi sono quello industriale e minerario, quello sanitario e quello logistico. Ma lo scenario era ben diverso durante gli anni 70.
Ogni anno era previsto lo Shunto (letteralmente la battaglia della primavera): un appuntamento in cui datori di lavoro e impiegati rinegoziavano i contratti per migliorare salari e condizioni e fronteggiare così l'inflazione galoppante. Nel 1975 il braccio di ferro fra padroni e sindacati bloccò per diversi giorni tutto il traffico ferroviario.
Ma le cose si aggravarono all'inizio degli anni 80 con la decisione di privatizzare la Japan National Railways: numerosi furono gli scioperi per impedire quello che era vissuto come la fine di un'epoca e che preoccupava molto i lavoratori. Ma soprattutto nel biennio 84-85 furono proclamati numerosi scioperi per continuare a garantire il diritto allo sciopero soprattutto nelle aziende pubbliche e in queste lotte si distinse il National Railway Chiba Motive Power Union (Dorochiba). Ma l'azione che cambiò la percezione dello sciopero nel paese avvenne il 29 novembre 1985.
In quella data, alle 3 di notte, la Lega comunista nazionale rivoluzionaria, un piccolo gruppo di estrema sinistra, vagamente affiliato al Dorochiba e già coinvolto in azioni di guerriglia urbana e di attentati dinamitardi, decise di tranciare in 30 punti diversi i cavi di segnalazione dei treni (fondamentali per a sicurezza del traffico) su 20 linee di Tokyo e 2 di Osaka. Alle 6 del mattino poi la stazione di Asakusabashi fu attaccata con bottiglie molotov e parzialmente distrutta. La situazione tornò alla normalità solo alla fine della giornata, dopo aver coinvolto 3.200 treni e 6 milioni di persone.
Un'azione del genere, seppur non strettamente correlata ad un sindacato, fu la classica goccia che fece trabboccare il vaso: l'opinione pubblica si scagliò contro i sindacati e ricorrere allo sciopero come forma di protesta divenne quasi impossibile. Anche la privatizzazione e la frammentazione delle grandi aziende statali non aiutarono a mantenere in vita questo strumento sociale.
Affermare quindi che in Giappone lo sciopero non esiste non è vero, ma certamente non ha le caratteristiche e la frequenza di quello italiano, tanto per fare un esempio.
Fonti consultate:
SoraNews
AchiKochi
Purtroppo per come sono i bus in Italia (in Giappone devi pagare il biglietto direttamente all'autista appena scendi dal bus) è una cosa un po' impraticabile, ma sarebbe bello.
Scioperare come fanno gl'altri no è?
Non sia mai che qualche Salariaman Giapponese si perda qualche oretta di lavoro.
LORO devono per forza fare 12 ore al giorno di lavoro altrimenti casca il mondo.
Comunque buon per i passeggeri, tutto gratis per un giorno. ?
12 ore di lavoro li fai anche in Italia.
Basta andare in un ristorante qualsiasi per lavorare 12 ore al giorno, 6 giorni su 6 a 500 euro al mese (se va bene).
Se pensi che qua in Italia "tutti" facciano le classiche 8 ore di sbagli, forse il 60% in tutta Italia lavora 8 ore.
Il resto dalle 9 fino alle 12 ore.
Pensavo solo in Italia...
Le loro richieste erano certezze sul loro lavoro e di conoscere i piani dell'azienza con l'ingresso di un concorrente diretto. Non presentandosi al lavoro , bloccando così le corse dei bus, avrebbero favorito soltanto la concorrenza. Senza contare che un bus fermo non consuma ne produce valore ed uno in movimento che non fa pagare i biglietti è una spesa.
In Italia non spetta ai guidatori controllare i biglietti.
Al limite dovrebbero scioperare in tal modo i controllori, che comunque si vedono mooooooolto raramente dato il numero ridottissimo di personale in rapporto alle vetture circolanti.
Comunque in Giappone il controllo è flebile dato che quando paghi le corse non verificano che tu stia pagando il giusto essendo spesso in relazione alla distanza percorsa.
Parlo dei mezzi di superficie, in metro ci sono le macchinette e c'è poco da fare i furbetti.
Perché se lavorano comunque senza essere pagati al paese mio questa si chiama schiavitù. Che sia volontaria o meno è ininfluente.
Se sono stipendiate anche le ore di sciopero allora è un buon modo di protestare.
Eh in provincia di Roma gli autisti Cotral da un po' di tempo fanno anche da controllori; dentro Roma, con i bus a tre porte ed il maggiore flusso, non credo sarà mai possibile...
Dimostra anche che dipende tanto dalla civiltà delle persone, qui riescono a fare i furbi anche ai varchi con le porte automatiche, ovviamente perchè glielo lasciano fare.
bisognerebbe trovare una via di mezzo. la comunità è importante, però anche il singolo, in questo caso la categoria dei piloti d' autobus, non possono essere trattati da schifo per un bene superiore, quello di garantire comunque la corsa. insomma ho sempre trovato assurda questa loro idea di lavorare anche con sciopero, la capisco, ma la trovo comunque sbagliata.
Questo perché in Italia siete abituati al fatto che sciopero=non lavorare. Però suvvia, pensaci bene, ti renderai conto che facendo come in Giappone si arriva molto più facilmente a ciò che si chiede. Ho lavorato in Italia (a Milano) per poco meno di un anno e almeno una volta al mese c'era lo stesso identico sciopero senza arrivare mai a nulla.
Posso capire qualche sciopero, ma qui in Italia siamo davvero esagerati, ne fanno in continuazione!
ovviamente. Sono nata io XD
Scherzi a parte, articolo interessantissimo che oltre a dare la notizia del "bizzarro sciopero" ne spiega anche le radici storiche, il che è ancora più importante a mio avviso
>> tranciare in 30 punti diversi i cavi di segnalazione dei treni (fondamentali per a sicurezza del traffico) su 20 linee di Tokyo e 2 di Osaka
SONO SCONVOLTA O-O
ci sono andati veramente pesantissimi, accidenti!
In francia e germania scioperano molto più di noi, e sul serio non 4 ore di venerdì.
non credo in italia probabilmente verrebbero denunciati perchè usano senza permesso i mezzi aziendali. se stai a scioperare non ti fanno usare i mezzi per lavorare senza far pagare il biglietto, ci rimettono troppo le aziende che non te li fanno uscire. c'è anche da dire che non sono purtroppo pochi quelli che il biglietto non lo pagano a prescindere.
l' idea di base è giusta, lavoriamo senza far pagare il biglietto. qua non otterrebbe alcun risultato, anzi sarebbe controproducente. poi non posso rendermi conto di una realtà che non conosco nemmeno se ci viene fatta una notizia come questa sopra, poi se tu ci vivi buon per te. do solo una mia opinione giusta o sbagliata che sia, partendo da quello che leggo. poi per me resta comunque sbagliato scioperare lavorando, perchè l' idea dello sciopero è proprio quella di creare disagio.
Ti credo anche su quello che dici di altri paesi, però a Milano la mia linea fa sciopero in qualsiasi giorno, non per forza di venerdì e non solo per 4 ore. Mi è capitato diverse volte di tornare a casa alle 8 di sera a causa sciopero
Ma infatti il disagio si crea! Il danno per l'azienda c'è, ma senza dover coinvolgere inutilmente i fruitori del servizio (che ce ne può il povero cittadino medio che si deve recare al lavoro/a scuola/in ospedale,...?). In più, come viene detto, si ottiene la simpatia di questi ultimi e questo sicuramente è un altro punto a favore per guadagnare consensi e visibilità (cosa che non accade certo offrendo un disservizio, così la gente la fai arrabbiare e basta).
Che poi in Italia non funzionerebbe, non sono d'accordo. Vai te a denunciare TUTTI i tuoi dipendenti (soprattutto se parliamo di ferrovie, metro et similia). Voglio proprio vedere...
Momento, il discorso è di principio, morale se vogliamo.
Ovvero quanto è accettabile "infrangere la legge".
Diventa accettabile solo perchè si sa di non essere "scoperti" e di non venire "denunciati" ?
Perchè io posso anche moralmente appoggiare il dipendente che "danneggia" il datore di lavoro anche infrangendo la legge ma appunto la legge non viene applicata in base a questi principi ma a quanto scritto.
Comunque in queste questioni mi pare che ognuno pensi a se stesso, all'insegna del "danneggino pure l'azienda ma non danneggino me", che se vogliamo è un modo di ragionare molto superficiale ed egoistico perchè non si cura delle ragioni della protesta ma la giudica unicamente in base a quanto questa ci tocca o meno personalmente.
Per capirci un modo "legale" di fare uno sciopero simile sarebbe stato, come capita anche in Italia, che il lavoratore avesse scioperato "virtualmente" ovvero avesse lavorato normalmente ma devolvendo il proprio guadagno giornaliero, ad esempio "pagando" di tasca propria i biglietti ai viaggiatori (entro il limite della paga ovviamente).
Questo gesto sarebbe stato da plaudire anche di più proprio perchè vede il sacrificio reale del lavoratore, ma
1) sarebbe meno d'impatto (i viaggiatori "gratis" sarebbero numericamente mooooooooolto meno)
2) all'azienda non interesserebbe minimamente
Insomma avrebbe la necessità di una copertura mediatica e di un appoggio concreto della cittadinanza per amplificarne l'efficacia.
tutti no alcuni si anche perchè non posso prendere mezzi che non sono loro e uscire come nulla fosse. succederebbe un bel casino, sicuro.
quanto al fatto che in giappone funzioni, meh hanno mentalità molto diversa, e sinceramente non so quanto possa essere attendibile la fonte.
e comunque il disagio dell' azienda sarebbe quello di non prendere soldi per un giorno. mhe... non sono molto convinto che sia una bella idea comunque può essere, se funziona tanto meglio
Lo squilibrio davvero enorme tra queste due tipologie di trasporti mi sembra davvero assurdo
Gli scioperi vanno per legge annunciati tot tempo prima, ciò ovviamente non evita i disagi degli utenti ma in casi del genere (viaggi già organizzati) sarebbe intelligente informarsi prima per non scoprirlo in stazione.
Non è questione di pensare a se stessi. Contro chi protesti, quale lavoratore? Contro chi stai scioperando? Contro il tuo datore. Quindi perché ad essere toccato dev'essere chi usufruisce di un servizio? È giusto che il danno sia dell'azienda, non dei cittadini.
Poi, torniamo sul punto legalità: l'ATM (sempre per rimanere in tema trasporti) ha 9'588 dipendenti, mentre Trenitalia ne conta 31'210 (dati presi da wikipedia e rispettivamente datati 2'017 e 2'016). Se tutte queste persone si mettono d'accordo sull'agire in una certa maniera (danneggiando l'azienda al fine di mandare un chiaro e forte messaggio su ciò che non va nelle loro condizioni di lavoro), tu come datore che cosa puoi fare? Le denunci tutte (senza nemmeno avere la certezza, oltretutto, di chi effettivamente partecipava e chi no)? Buona fortuna.
e se non lo fosse...si tratterebbe semplicemente di assenza sul posto di lavoro..cosa c'entra la denuncia.
In casi come questo però non è "assenza dal posto di lavoro" come nei classici scioperi.
Allora mi ripeto, vanno distinte le due cose.
Una cosa è la legge, un'altra è l'applicabilità della stessa.
Il discorso del "non posso denunciarli tutti" è verissimo, intanto ne denuncio un tot, li uso come esempio e vedo se gli altri che rimangono vogliono andare fino in fondo con le proteste sapendo cosa rischiano oppure no.
Conviene al datore di lavoro ? Dipende dai casi in genere no, nel senso che in genere gli scioperi vengono bellamente ignorati, ma ci sono anche casi in cui si arriva a scontri anche duri tra le parti.
Comunque anche se condivido l'opinione sull'atto, questa "ipotesi" è spesso invocata proprio dai viaggiatori che al grido "licenziateli tutti" vorrebbe farsi giustizia per lo sciopero di un giorno.
Dimenticando che licenziando tutti poi dal giorno dopo i mezzi resterebbero in garage e loro a piedi.
Ma poi c'è la legge e la legge dice che se tu lavoratore durante il tuo lavoro danneggi il tuo datore di lavoro rischi non solo il posto di lavoro ma anche denunce e richieste di risarcimenti.
L'unico modo legale di scioperare è "non lavorare", quindi in questo caso non salire sul mezzo.
Se "lavori" devi farlo secondo contratto, quindi SE HAI IL COMPITO DI CONTROLLARE I BIGLIETTI devi farlo.
Non so se sia possibile fare scioperi "parziali" ovvero decidere di non effettuare solo alcune mansioni previste nel proprio incarico, non ne ho mai sentito parlare, potrebbe essere, e potrebbe essere questo il caso.
In genere a quel punto però il datore di lavoro semplicemente blocca il servizio dato che appunto per lui sarebbero unicamente un costo.
Infine, il discorso "si danneggiano gli utenti", beh ma è sempre così.
Intanto non è del tutto vero dato che il datore di lavoro se la propria attività è ferma non guadagna e quindi ci perde pure lui.
Poi ripeto vale per qualsiasi caso dato che il "guadagno" del datore di lavoro è sempre ottenuto grazie ad "utenti".
Gli utenti dovrebbero protestare con chi non è in grado di gestire il servizio (azienda) non con i lavoratori.
Protestando in quel modo spingono l'azienda vero un'intesa con i dipendenti, invece fa più comodo prendersela con altri lavoratori.
... ma hai letto il commento? anche se annunci uno sciopero non puoi pigliare il mezzo pubblico per andare a lavorare, in italia non si può fare e il mezzo non è del pilota, prenderlo fuori vorrebbe dire che lo stai portando via rendendo impossibile a quelli che non scioperano di continuare a lavorare e in italia non si può sarebbe un furto... in giappone è un altro mondo loro sciperano lavorando.
ma scusa chi è che fa il servizio ai cittadini? il pilota o l' azienda? l' azienda fornisce il servizio. se il servizio va vuol dire che non ci sono problemi, se invece non va vuol dire che l' azienda ha dei problemi e se l' azienda ha dei problemi è il cittadino chi ci rimette oltre che il pilota in questo caso. di chi la colpa? dell' azienda! ma se i piloti si divertono a lavorare a gratis mica è colpa dell' azienda che li sotto paga.
cioè guarda che ste cose non funzionano perchè i lavoratori lavorano anche in sciopero funzionano perchè vanno in piazza a manifestare come da immagine.
L'azienda di trasporto in questione non ha problemi, a parte l'ingresso di un concorrente sulle stesse tratte. Manifestare in piazza, fermando i mezzi, quale scopo avrebbe in un libero mercato ? Guardando meglio, più che una protesta, sembra uno spot per attirare clienti.
Sulla questione dell'illegalità di un comportamento simile in Italia hai pienamente ragione, inoltre ci sarebbero grossi guai con l'assicurazioni
bhe l' idea è creare disagio per attirare l' attenzione pubblica sui problemi dell' azienda e soprattutto sui lavoratori sottpagati. io penso che magari ce ne fossero di proteste così calme. non comprendo che centri il libero mercato però? perchè ci sono altre compagnie che possono prendere il posto di quella in sciopero? se fosse così in italia, sarebbe abbastanza difficile visto che per lo più sono trasporti pubblici e non privati, in giappone credo che se non sono pubblici dovrebbero avere un contratto per le tratte, quindi un' altra compagnia non potrebbe prendere il posto di quella in sciopero, ma il problema non si porrebbe perchè comunque i piloti scioperano lavorando.
Nella protesta degl'autisti non si parla di lavoratori sottopagati, straordinari o altro, ma la mancanza di comunicazione tra dirigenza e lavoratori sui piani futuri.
Cosa centri il libero mercato ? Stiamo parlando di lavoratori preoccupati per la concorrenza. La presenza di un competitor diretto, con tratte sovrapponibili a quelle loro, vuol dire che non è un monopolio, a differenza dei mezzi pubblici in Italia, quindi è un mercato libero.
Quoto la notizia.
https://flic.kr/p/26ZGiiT
Non avete visto come sono stati veloci i pompieri ???
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