Satoshi Kon intervistato sulle pagine web di Tokyopop.

25 aprile 2007. Satoshi Kon, il noto e apprezzato regista di anime come Perfect Blue, Tokyo Godfathers, Paprika e Paranoia Agent, è stato intervistato da Bill Aguilar di TOKYOPOP.com durante la sua partecipazione al Washington DC Cherry Blossom festival. Nel corso del lungo ed interessante incontro il regista e mangaka giapponese ha risposto a diverse domande sui suoi film, le sue visioni e le sue fonti d’ispirazione, i suoi progetti futuri.
Da anni ormai si è dedicato completamente all’animazione, ma non esclude che avvertendo l’esigenza di rifare un manga, lo farebbe. Nel disegnare manga si è liberi di creare in completa libertà, ma è un faticoso lavoro individuale i cui limiti creativi sono esattamente quelli dello stesso autore. Nel campo dell’animazione lo staff lavora e crea in gruppo e certi limiti sono quindi superabili grazie alle capacità congiunte dei vari artisti. Un pensiero, questo, simile a quello del suo maestro Katsuhiro Otomo, anch’egli dedicatosi esclusivamente al mondo del cinema da una decina d’anni. A proposito dell’influenza di altre opere sui suoi film, Kon ricorda Slaughterhouse 5 del regista George Roy Hill e tratto da un romanzo di Kurt Vonnegut, e Philip K. Dick, scrittore molto familiare all’autore, a cui si accostò dopo la visione di Blade Runner di Ridley Scott, adattamento cinematografico del capolavoro fantascientifico Do Androids Dream of Electric Sheep?. Kon conferma il suo particolare interesse per situazioni e scenari da incubo. Spesso il regista ha portato in animazione adattamenti di opere altrui, come nel caso di Perfect Blue (1997), il suo primo film, e di Paprika (2006). A proposito della maggior fedeltà all’originale nell’adattare Paprika dice “Nel caso di Perfect Blue, ero stato scelto per dirigerlo e avevo detto che avrei potuto riscriverlo in qualche modo. Nel caso di Paprika, sono io che ho scelto la storia da adattare, perciò non è stato necessario riscriverla poiché se ce ne fosse stato bisogno non l’avrei scelta”. Il serbatoio a cui attinge solitamente sono romanzi e manga, quando ovviamente non ha una sua storia che desidera rappresentare. Alla domanda sul cosa bolle in pentola, il regista non fa il difficile e preannuncia una sua sceneggiatura originale di sicuro interesse, che si concretizzerà nei prossimi due anni, due anni e mezzo. Non sarà come Paprika e non avrà un target adulto, ma sarà una storia per divertire i ragazzi. Dice “… è ambientato nel futuro. In un anime spesso creiamo un futuro prossimo, che possiamo immaginare, ma questo film è sul futuro del futuro, una storia di miti del futuro”. La lettura della storia cambierà in base alla prospettiva dello spettatore e un ragazzo avrà un film d’avventura, mentre un adulto troverà altri significati, e ribadisce così la sua preferenza per i film fantastici. Spesso le sue pellicole relazionano il mondo reale a mondi immaginari, con la considerazione che non sempre l’esperienza delle cose è razionale. L’essere umano può sperimentare una situazione sia in modo oggettivo che soggettivo. Perciò Kon sottolinea come i sogni spesso gli siano d’ispirazione per i suoi lavori, e traccia una forte similitudine tra sogni e cinema nel modo in cui lo spettatore vi partecipa. Altro aspetto che l’autore ama esplorare è “il domandarsi circa se stessi”. Riguardo alla serie animata Paranoia Agent dice che è stato un modo di radunare in un un'unica storia diverse piccole idee rimaste escluse dai suoi film, “Le idee accumulate nel tempo, che non avrei potuto sviluppare diversamente, le ho riciclate e trasformate in Paranoia Agent. Perciò tra due o tre nuovi film potrei avere accumulato abbastanza nuove idee per fare un'altra serie TV”.
L'intervista completa, in inglese, con domande e risposte, è disponibile su TokyoPop.com.

Fonte: Anime News Service.