L'edizione invernale 2018 del Comiket, la più grande esposizione di fumetti autoprodotti del Sol Levante che si tiene al Tokyo Big Sight, si è conclusa in modo tutt'altro che gioviale. Kuro Hekiten era uno dei tanti artisti che non vedeva l'ora di ritagliarsi il suo spazio alla fiera, per concludere l'anno in bellezza. Si presentò qualche ora prima dell'inizio dell'evento (durato dal 29 al 31 dicembre) per dare una mano all'organizzazione, sistemare le ultime cose e affrontare l'ondata di visitatori appassionati. Questo è il Tweet dell'artista prima dell'apertura dei cancelli.
Descrisse il momento come "la calma prima della tempesta". Ma per l'artista le cose non andarono come sperato: il 44enne collassò sul pavimento, colto da un attacco di trombosi coronarica (dovuta ad un vaso sanguigno rappreso). Subito si trovò circondato di persone che, senza aspettare un istante, fecero del loro meglio per aiutare il malcapitato, ma per lui non ci fu nulla da fare. Queste sono le parole del fratello, presente alla fiera:
"Così tante persone, nessuna delle quali aveva mai conosciuto ne visto mio fratello prima d'ora, si sono adoperate in modo così repentino per cercare di salvarlo. Lo staff ed i collaboratori hanno addirittura formato una barricata per creare un corridoio per trasportarlo all'ambulanza il più velocemente possibile."
Sfortunatamente le condizioni di Kuro si provarono fatali e l'artista perse la vita in ospedale. Ciononostante, il fratello ha voluto fare in modo che le persone che prestarono in qualche modo soccorso non pensassero che il loro supporto fosse stato inutile, anzi: hanno contribuito ad allungare per qualche momento la sua vita, rendendo possibile l'ultimo saluto da parte dei familiari.
"Alla fine non è stato possibile salvare mio fratello, ma grazie ai vostri sforzi la mia famiglia ha potuto stare con lui qualche momento in più. Ringrazio tutti dal profondo del cuore. Non era da solo nei suoi ultimi istanti, e voglio esprimere la più profonda gratitudine da parte della mia famiglia."
Un'illustrazione di Kuro:
Dopo la morte di Kuro, il fratello ha colto l'occasione per lanciare un appello a tutti coloro che lavorano duramente nel campo del fumetto.
"Mio fratello non aveva mai sofferto prima di nessuna malattia particolare, ma mentirei se dicessi che conduceva uno stile di vita sano. Stava sveglio notti intere per finire il lavoro e rispettarne le scadenze, per poi dormire durante il giorno. Non mangiava molto e fumava tanto, e penso che questi fattori abbiano contribuito a ciò che gli è accaduto a soli 44 anni.
Sono sicuro che altre persone che lavorano nell'ambito dei manga e dell'arte conducano una simile vita; colgo quindi l'occasione per chiedervi umilmente di riprendere in esame il vostro stile di vita, per il bene vostro e di chi vi ama."
L'estrema prontezza dell'azione delle persone che si adoperarono per cercare di salvare la vita a Kuro Hekiten è da seguire come esempio bellissimo di mutuo supporto, disciplina e organizzazione. Ciononostante, come ribadito dal fratello dell'artista, il problema va più a fondo. Lo stress accumulato, la malnutrizione, le ore di lavoro infinite degli artisti in Giappone sono un'ignobile realtà che oggi costituisce un problema sociale radicato. Quanti dovranno ancora immolarsi come prove viventi di questa realtà, prima che la situazione cambi?
Fonte consultata:
Sora News 24
今回は西館側の設営お手伝いで参加でした ほぼ完了でございますね #コミケ pic.twitter.com/MaIrBygyBH
— 黒碧天二日目西のー19a (@KuroHekiten) 28 dicembre 2018
Descrisse il momento come "la calma prima della tempesta". Ma per l'artista le cose non andarono come sperato: il 44enne collassò sul pavimento, colto da un attacco di trombosi coronarica (dovuta ad un vaso sanguigno rappreso). Subito si trovò circondato di persone che, senza aspettare un istante, fecero del loro meglio per aiutare il malcapitato, ma per lui non ci fu nulla da fare. Queste sono le parole del fratello, presente alla fiera:
Una di queste persone portò immediatamente il defibrillatore ed uno dei presenti, che era infermiere, offrì il suo aiuto. Il fratello continua:
"Non appena notai che mio fratello giaceva a terra, i membri dello staff e altre persone stavano già tentando il massaggio cardiaco. Qualcuno aveva già chiamato i paramedici e molte altri stavano facendo qualsiasi cosa fosse nelle proprie possibilità per aiutare."
"Così tante persone, nessuna delle quali aveva mai conosciuto ne visto mio fratello prima d'ora, si sono adoperate in modo così repentino per cercare di salvarlo. Lo staff ed i collaboratori hanno addirittura formato una barricata per creare un corridoio per trasportarlo all'ambulanza il più velocemente possibile."
Sfortunatamente le condizioni di Kuro si provarono fatali e l'artista perse la vita in ospedale. Ciononostante, il fratello ha voluto fare in modo che le persone che prestarono in qualche modo soccorso non pensassero che il loro supporto fosse stato inutile, anzi: hanno contribuito ad allungare per qualche momento la sua vita, rendendo possibile l'ultimo saluto da parte dei familiari.
"Alla fine non è stato possibile salvare mio fratello, ma grazie ai vostri sforzi la mia famiglia ha potuto stare con lui qualche momento in più. Ringrazio tutti dal profondo del cuore. Non era da solo nei suoi ultimi istanti, e voglio esprimere la più profonda gratitudine da parte della mia famiglia."
Un'illustrazione di Kuro:
クリスマス前に朝潮ちゃんサンタ描いたのさっぱり忘れてた 2日遅れのサンタだけどせっかくなので #艦これ pic.twitter.com/CuaQS4HGvT
— 黒碧天二日目西のー19a (@KuroHekiten) 27 dicembre 2018
Dopo la morte di Kuro, il fratello ha colto l'occasione per lanciare un appello a tutti coloro che lavorano duramente nel campo del fumetto.
"Mio fratello non aveva mai sofferto prima di nessuna malattia particolare, ma mentirei se dicessi che conduceva uno stile di vita sano. Stava sveglio notti intere per finire il lavoro e rispettarne le scadenze, per poi dormire durante il giorno. Non mangiava molto e fumava tanto, e penso che questi fattori abbiano contribuito a ciò che gli è accaduto a soli 44 anni.
Sono sicuro che altre persone che lavorano nell'ambito dei manga e dell'arte conducano una simile vita; colgo quindi l'occasione per chiedervi umilmente di riprendere in esame il vostro stile di vita, per il bene vostro e di chi vi ama."
L'estrema prontezza dell'azione delle persone che si adoperarono per cercare di salvare la vita a Kuro Hekiten è da seguire come esempio bellissimo di mutuo supporto, disciplina e organizzazione. Ciononostante, come ribadito dal fratello dell'artista, il problema va più a fondo. Lo stress accumulato, la malnutrizione, le ore di lavoro infinite degli artisti in Giappone sono un'ignobile realtà che oggi costituisce un problema sociale radicato. Quanti dovranno ancora immolarsi come prove viventi di questa realtà, prima che la situazione cambi?
Fonte consultata:
Sora News 24
Comprendo lo stato d'animo del fratello.
quel racconto mi ha commosso.
I Giapponesi in generale conducono uno stile di vita troppo frenetico.
Immagino i mangaka quante cose prendano per mantenersi attivi, tra caffe, bevande energetiche ed altra roba.....
E non accade solo in Giappone, proprio oggi ho letto che un'azienda cinese ha fatto gattonare per strada 6 dipendenti colpevoli di non aver raggiunto gli obiettivi prefissati per il 2018..
Mi sembra leggermente strano non aver visto in giro tweet al riguardo in quel periodo, pure dall'account ufficiale di Comiket per comunicare che c'è stata un'eventuale emergenza, ma effettivamente forse è un po' improbabile poichè non riguardava l'avanzamento dell'evento... Oppure avevo guardato il tutto con troppa fretta e non avevo prestato attenzione... perchè adesso che ho dato un'occhiata al profilo dell'autore, ho una vaghissima sensazione di aver visto qualcune delle ultime foto che aveva postato, forse tramite RT.
In ogni caso le più sentite condiglianze.
L'appello del fratello probabilmente non farà miracoli, ma spero che sia servito come allarme per molti.
Ma più che altro, voi che leggete, fumate ( e bevete ) meno, che è meglio (perché il fumo è stata una delle cause principali della sua morte )!
Per il resto, questo non si sbatteva certo a disegnare tanto per fare, ma per guadagnarsi da vivere.
Lasciamo le retoriche per chi può permettersi di lavorare come e quanto gli pare, e non chi invece è costretto a turni massacranti, volente o nolente!
Certo che quando pensi che una volta morto , dopo una vita chinato sul tavolo da disegno , verrai ricordato da tutti grazie per un tuo disegno con una lolitina che mostra le pantsu su twitter ..... bè gli auguro di essere finito nel paradiso degli hentai ( spero di finirci anche io, un giorno, ma senza fretta )
Io parlo perchè ci sono passato.Ti ammazzi di lavoro per cosa?per chi?.Io da enorme testa di c,lavoravo come un mulo,era il primo ad arrivare e l'ultimo ad andarmene,mi piaceve sentirmi dire bravo,sei un grande lavoratore,gli altri fanno la metà di te.E cosa ne ho ottenuto?una schiena a pezzi e per poco non finivo paralizzato.E il bello che nessuno ti vuole se hai un handicap.e finiamola co sta storia che si e costretti,ci sta sempre una scelta,sempre!.E sopratutto finiamola di incolpare il mondo intero.La colpa e solo di noi stessi.Bisogna avere il coraggio di dire un fottuto NO!!!!!!!!!!!!!!!!!!.
UIl mangaka è uno di questi : perché hai delle scadenze da rispettare ( e se poi ti sbatti come un pazzo per rispettarle, la colpa è tua che nons ei abbastanza bravo/veloce) , perchè non hai una pensione e/o ciontributi, e se non lavori , non guadagni ( non come altri lavori che se ti metti in malattia i soldi li prendi lo stesso).
Purtroppo è un mestiere duro che spesso da poche sodisfazioni ( specie monetarie) e questa è la realtà.
Mi dispiace per il magaka morto, ma penso che ad ucciderlo erano più certi viziacci che ne hanno minato il fisico che il lavoro in se (ripeto, evitate di fumare, che tra possibili cancro e arresto cardiaco c'è poco da stare allegri ).
Anche se di fumettisti morti sul lavoro ne è pieno il Mondo ( non solo nipponici )
Sul discorso delle morti per super lavoro in Giappone, purtroppo questo non riguarda solo il settore dei manga e degli anime, ma l'intero mondo lavorativo giapponese, bisogna che ci sia una cambio di mentalità collettiva dagli impiegati hai dirigenti, magari usando la tecnologia e la robotica(di cui in Giappone sono leader) per permettere alle persone di avere orari di lavoro e ore lavorate alla settimana in linea con paesi occidentali, ed evitare tutte queste morti da superlavoro.
Cioè ma stiamo scherzando? I mangaka hanno ritmi da SCHIAVI, una settimana per quindici pagine ( sceneggiatura, disegni ed inchiostri ) sono oltre ogni grazia divina, altro che " se ti sbatti per le consegne vuol dire che non sei bravo ". In Italia il nobel per lo schiavismo lo ha la Disney con Topolino con un mese per quaranta tavole ( solo disegno e chine)quindi figurati, non provare neanche a ritrarre come normale una situazione di abusi che tra l'altro incide pesantemente sulla qualità delle opere ( secondo te perchè ci sono tanti filler o le situazioni solo allungate? Troppo poco tempo per pensare ad un sceneggiatura ed allora l'autore allunga il brodo per aver più tempo per pensare ).Ah, ed il sonno non è un "viziaccio" , si perchè queste persone dormono 3 ore a notte sette giorni su sette, altro che fumo. Ah, nel resto del mondo i fumettisti non muoiono per il lavoro ma perchè decidono di continuare a disegnare anche in età avanzata oppure ( Magnus ad esempio ) per malattia non legata al lavoro ( cancro incurabile nella fattispecie ).
Come al solito fai casini pazzeschi; ora, non si muore di infarto semplicemente stando seduti su un tavolo a disegnare : quando succede , capita sempre perché l'autore ha vizi come bere, fumare, è sovrappeso, mangia schifezze che alzano il colesterolo e via così.
Lo stress e il poco moto fanno il resto , ma non sono l'unica causa.
Ci sarà un motivo per cui non tutti i mangaka muoiono per il troppo lavoro , no ?
Inoltre alcuni sono talmente abili da fare tutto da soli o con un solo assistente, ( Shirow , Toriyama), altri ne hanno bisogno di 4 o 5 aiutanti .
Insomma, l'abilità e la fatica variano da persona a persona ( pensate a Murata quante cose che fa e sempre con un altissimo livello; quanti ci risucirebbero ? ), coì come il mantenersi in salute.
Inoltre chi lavora ia settimanali sono per lo più i giovani , la maggior parte , a una certa età , cominciano a lavorare ai mensili ( 50 pagine circa al mese ).
Ovviamente, ci sono i "vecchi" come Oda che continuano a fare i settimanali, altri come Kishimoto che non se la sentono più.
E' quindi tutto molto relativo. anche se rimane indiscutibilmente un lavoro molto duro ..
Ma anche sì se non hai un regolare ciclo di ore di sonno per notte, non ti muovi in modo adeguato e sei in continuo stato di stress. Riprova dai.
No, altri muoiono per malattie non curate, altri sono OBBLIGATI a fermarsi perché fortunatamente oggi se non altro se vieni ricoverato in ospedale non devi firmare per uscire e continuare a lavorare ( cosa accaduta a Riyoko Ikeda quando lavorava a Versailles no Bara). Facciamo che ti informi sulla vita dei mangaka prima di parlare per ipotesi ok?
Guarda che Toriyama non usa assistenti perché non pubblica più regolarmente ed un assistente non gli conviene neanche. Ed appunto non è questione di bravura, Toriyama è praticamente in pensione, lavora quando vuole e come vuole per "arrotondarsi" la sua pensione d'oro. Inoltre ricordiamo che l'assistente è un costo mica da ridere, solo quando entri nei grandi giri di Jump e affini ( e la tua serie ha successo) te lo puoi permettere.
Insomma niente, le cose variano se sei famoso ( e tanto) e fine. Se sei Murata ( che oggi non fa la sceneggiatura) ti pigli cinque assistenti e ti limiti a fare le figure umane tra un primo piano e l'altro ( notato che più si va avanti più aumentano?) e non è automatico che tu non faccia una vita di merda eh, probabilmente Murata dormirà tho, quattro ore a notte. Che culo . Se sei Yogashi dici a Jump " Sai che c'è? Io lavoro quando voglio tanto ad ogni uscita sono milioni e se non vi va bene passo agli altri" oppure Oda che dopo più di dieci anni si è permesso di prendersi una vacanza per festeggiare il matrimonio. Le eccezioni si chiamano potere contrattuale e vale per tipo cinque mangaka in tutto il Giappone.
Ma anche no XD. Quella che tu chiami "certa età" è gente che ha avuto successo e dunque può permettersi il "lusso" di passare dopo anni di sopprusi ad una pubblicazione mensile ( generalmente dell'opera con cui sono diventati famosi settimanalmente). In merito leggi un po' le interviste delle Clamp. Mokona e l'altra disegnatrice praticamente vivono grazie alle altre due che si occupano di tutte le incombenze del vivere mentre loro disegnano di continuo ( ed una è pure malata quindi l'altra si accolla pure più lavoro). E grazie al fatto che si chiamano Clamp ORA, a più di cinquant'anni ed avendo avuto successo possono permettersi quanto meno di respirare.
Un lavoro duro è il fumettista in occidente, un lavoro da schiavo è il mangaka.
Ma mi ha anche colpita la lucidità e la sensibilità con cui il fratello di Kuro invece di disperarsi e basta si preoccupa di ringraziare tutti per aver concesso qualche momento in più a lui ed agli altri familiari per salutarlo.
Se ci fossimo trovati qui in Italia molto facilmente ne sarebbe nato un caso giudiziario (e magari anche mediatico), perché ci sarebbe stato un familiare subito pronto a sporgere denuncia, per un ritardo di attivazione del defibrillatore, o magari per un inadeguato intervento dei medici... ovviamente in corso di intervista nello studio della D'Urso avrebbe subito chiarito: "l'ho fatto solo per conoscere la verità (certo, come no )! Ed a guadagnarci ci sarebbero stati sempre i soliti, ovvero avvocati, magistrati ed innanzitutto tutti i coinvolti nelle trasmissioni-avvoltoio!
Ancora una volta dovremmo prendere esempio dai giapponesi: a parte il fatto che certamente anche i comuni cittadini avranno fatto i vari corsi da soccorritore (cosa che andrebbe pubblicizzata, e non solo perché tutti sono legalmente tenuti al soccorso), ma se non ci fosse questa brutta tendenza a speculare su tutto, anche sulle disgrazie, che si è ormai stabilizzata in Italia molta più gente sarebbe disposta ad "esporsi" facendo tutto ciò che è nelle proprie possibilità e capacità per aiutare una persona ferita e/o priva di sensi (inutile negarlo: molti non intervengono per paura!). Eppure è stato statisticamente provato che molte morti improvvise potrebbero essere prevenute grazie ad un tempestivo e rapido soccorso anche mediante l'uso del defibrillatore che, a dispetto dalle apparenze, è facilmente utilizzabile da chiunque dopo solo poche istruzioni perché è la macchina stessa a darti ordini passo passo!
Morire per il troppo lavoro è davvero tragico, sopratutto se si pensa che tale morte avrebbe potuto essere evitata semplicemente cambiando il proprio stile di vita...
Le mie sentite condoglianze alla famiglia.
PS : ragazzi smettete di fumare investite in altro
“Un paio di dita dei piedi gli erano diventate nere a causa della cattiva circolazione. Allora va a fare l'intervento chirurgico, è seduto in questo ufficio e sta fumando una sigaretta. E qualcuno gli dice: ‘Non puoi fumare qui. Sei pazzo? Non puoi fumare in questo ufficio’. Lui rispose: ‘Beh, se devo perdere delle dita, almeno mi potrò fumare una cazzo di sigaretta’. Gli hanno ripetuto: ‘Non puoi fumare qui’. E allora lui disse: 'Bene, allora non starò qui.' E se ne andò. Finì per vedere un altro dottore che gli disse: 'Devi solo cambiare questo e questo nella tua dieta e i tuoi piedi staranno bene'. Ha cambiato la sua dieta e non ha dovuto tagliare le dita dei piedi. Quindi una sigaretta lo ha letteralmente salvato dall'avere una parte del suo corpo amputata."
- Lemmy Kilmister
dai non scriviamo c@zzate fumare fa male basta
mi mancavano queste scenette per giustificare il proprio vizio
Il fumo fa male e puzza pure! Io non lo sopporto, e lo sento anche se vicino a me c'è qualcuno che ha fumato e gettato la sigaretta da poco...
La cosa peggiore del vizio del fumo è che fa male (e purtroppo non solo a livello di odore pestilenziale) anche a chi sta vicino al fumatore, che spesso di offende pure se un poveraccio vicino a lui dimostra disagio e/o gli chiede di allontanarsi un po'.
P.S. Se non volete smettere per la salute fatelo per il portafogli, i soldi che faticosamente guadagnate ogni giorno vanno letteramente in fumo..
Purtroppo non è solo questione di fastidio... Il fumatore che non si limita a fumare chiuso nel bagno di casa sua non è solo maleducato, ma la cosa peggiore è che non si rende conto che oltre a dare fastidio inquina l'aria del non fumatore che malauguratamente si trova nei paraggi, proprio come se gli pompasse sostanze tossiche in corpo!
Già... Io non capisco soprattutto una donna che fuma, dato che il fumo macchia pure i denti, con un effetto orribile! Belli i tempi in cui le donne che fumavano venivano considerate una sorta di prostitute, perché questo costituiva un deterrente almeno per il 50% della popolazione e così l'aria era meno inquinata.
Mi spiace per le utenti che fumano, ma tossicità a parte io considero quella puzza anche più fastidiosa di quella della fogna!
P.S. A proposito della storiella del tizio salvato da una sigaretta, tempo fa ho visto sul serio un uomo che perdeva una o due falangi alla volta ogni tot. mesi proprio perché non voleva saperne di smettere.
Parli con un NON fumatore e che NON beve
però con quello che hai scritto giustifichi chi mantiene il proprio vizio a discapito della propria salute quindi attenti a quello che scriviamo
PS : te lo dice uno che beve e non fuma
Non giustifico proprio niente. Io odio il fumo. Ho messo quella frase perchè ha fatto (per pochi) la storia ed è per questo che l'ho proposta. A volte anche le cose dannose ti possono salvare.
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