Nel Sol Levante esiste l'usanza di dare ad ogni cosa una mascotte: per rappresentare una prefettura, un ufficio o una campagna per il sociale, ci sarà sempre un disegno o un mega pupazzone molto kawaii.
Ma ogni tanto qualcosa può andare storto e creare un caso che fa parlare di sé sul web. Nello specifico l'Ufficio di Tokyo per la previdenza sociale e la salute pubblica ha inaugurato una campagna per prevenire gli abusi sui bambini, grazie anche a Osekkai-kun, una sorta di bimbo/mollusco.
Ma nel manifesto in cui veniva presentato invece di scrivere "mascotte per la prevenzione degli abusi sui bambini" è stato stampato "mascotte per gli abusi sui bambini".
Per fortuna qualcuno se n'è accorto e l'errore è stato prontamente corretto. L'Ufficio si è inoltre scusato per l'errore e ha confermato il suo impegno a sensibilizzare l'opinione pubblica per prevenire gli abusi sui minori.
Ma la "polemica" non è finita qui: un utente di Twitter ha cercato la parola "Osekkai" nel dizionario giapponese trovando un significato sconcertante.
OSEKKAI (sostantivo): persona impicciona che si mette in mezzo in maniera indiscreta.
Quindi, ok una svista, ma due sono sembrate un po' troppe e hanno dato l'avvio a vari commenti:
"Errore in buona fede, certo, ma con tutti gli errori che si potevano fare ...
"Tokyo ... sei stanco. Vai a casa."
"È divertente. È terribile, naturalmente, ma divertente."
"Sì, Osekkai è davvero un buon nome?"
In tutto questo, si può vedere però un lato positivo: si è parlato molto di una campagna davvero importante, come è quella della prevenzione degli abusi sui minori.
Fonte consultata:
Twitter@nondakure330
Twitter@acono0726
Ma ogni tanto qualcosa può andare storto e creare un caso che fa parlare di sé sul web. Nello specifico l'Ufficio di Tokyo per la previdenza sociale e la salute pubblica ha inaugurato una campagna per prevenire gli abusi sui bambini, grazie anche a Osekkai-kun, una sorta di bimbo/mollusco.
Ma nel manifesto in cui veniva presentato invece di scrivere "mascotte per la prevenzione degli abusi sui bambini" è stato stampato "mascotte per gli abusi sui bambini".
東京都、アホかな? pic.twitter.com/OPYegtwgSf
— わー息子が丸過ぎる (@nondakure330) 11 giugno 2019
Per fortuna qualcuno se n'è accorto e l'errore è stato prontamente corretto. L'Ufficio si è inoltre scusato per l'errore e ha confermato il suo impegno a sensibilizzare l'opinione pubblica per prevenire gli abusi sui minori.
Ma la "polemica" non è finita qui: un utente di Twitter ha cercato la parola "Osekkai" nel dizionario giapponese trovando un significato sconcertante.
OSEKKAI (sostantivo): persona impicciona che si mette in mezzo in maniera indiscreta.
そしてお節介って実は"不必要"に人の事に立ち入ることという意味も含んでいるんですが大丈夫ですかね...。 pic.twitter.com/t2EvVILzf6
— あこの®️育児垢へ変更しました (@acono0726) 11 giugno 2019
Quindi, ok una svista, ma due sono sembrate un po' troppe e hanno dato l'avvio a vari commenti:
"Errore in buona fede, certo, ma con tutti gli errori che si potevano fare ...
"Tokyo ... sei stanco. Vai a casa."
"È divertente. È terribile, naturalmente, ma divertente."
"Sì, Osekkai è davvero un buon nome?"
In tutto questo, si può vedere però un lato positivo: si è parlato molto di una campagna davvero importante, come è quella della prevenzione degli abusi sui minori.
Fonte consultata:
Twitter@nondakure330
Twitter@acono0726
Gli utenti di Twitter non è che siano sempre dei fedeli traduttori...
Anch'io penso che alcune campagne di sensibilizzazione servano a poco.
Un pedofilo non è che non lo sappia che i bambini non andrebbero toccati, la campagna non gli racconta nulla di nuovo. Me lo figuro il pedofilo che dopo aver visto la mascotte dice "ah caspita, toccare un bambino è sbagliato, come ho potuto non pensarci". E' come fare una campagna contro i furti o gli omicidi.
Diverso sarebbe se lo scopo fosse incoraggiare le persone con impulsi pedofili a prendere coscienza del problema e chiedere aiuto specialistico.
Lo è. Ormai viene sempre usato come sinonimo di "rompicoglioni".
Caspita, allora più che un errore è deliberata idiozia
Per me il problema generale è far (e come far) recepire il messaggio di sensibilizzazione su larga scala. Diverso è se si assiste all'atto di qualsivoglia reato direttamente, in quel caso o si reagisce o si ignora, e più è grave il reato più si tende a non affrontarlo (come diceva un mio carissimo ex professore, anche per un poliziotto è più facile andare contro un ragazzetto che rubacchia che all'atto di uno stupro).
Ritornando a chi recepisce il messaggio, chi potrebbe essere il prediletto? Genitori? Genitori con figli che son stati abusati o magari persone che hanno subito e si battono contro ciò? Il pedofilo, personalmente, penso difficilmente possa mettersi ad ascoltare ciò che potrebbe vedere come una predica o un inibizione dei propri desideri... Un paragone potrebbe essere quello sulla violenza contro le donne, dove si tende a suggerire come "non" incappare in certe situazioni e l'autodifesa. Quindi è la vittima che deve avere la "facoltà" di evitare l'eventualità, non il possibile stupratore. In definitiva, penso che chi recepisce il messaggio siano o vittime o persone vicine alle vittime. Il problema fondamentale è come far recepire il messaggio al carnefice. Se pensiamo a lui/lei come una persona "cosciente" di far qualcosa che non va bene: se ha addosso un grande senso di colpa, appunto perché il senso di colpa è immenso, è difficoltoso da affrontare, quindi si ignora il messaggio e si va avanti; se il senso di colpa non c'è o per una sorta di "difesa" non lo si sente, si ignora il messaggio di quello potrebbe apparire una limitazione. Finché non si viene beccati "con le mani nel sacco". E si subiscono le conseguenze dei propri atti.
Comunque non avrebbero potuto creare una mascotte per gli abusi sui bambini perché quella c'è già:
Non so se sono stupida o se sono troppo candida, ma non riesco a vedere il problema ^^"
Io avrei scelto qualcos'altro per trattare l'argomento.
Non è una svista. La parola Osekkai è stata scelta volutamente e messa in risalto per un motivo. Considerando che abusi simili nascono proprio all'interno di un nucleo familiare (le linee guida del sito la piazzano come fonte principale), la campagna dice deliberatamente "Assumi un comportamento scortese, intromettiti. Ne va dell'incolumità del bambino".
Ma infatti il vero problema non era certo l'osekkai, che è piú che altro una minuzia da precisini venuta dopo l'errore iniziale ("uee, uee, vogliono che facciamo i rompicoglioni!!11!!"): no, il problema è che "personaggio per la promozione della prevenzione degli abusi sui minori della città di Tōkyō" (東京都児童虐待阻止推進キャラクター) era stato scritto "personaggio per la promozione degli abusi sui minori della città di Tōkyō" (東京都児童虐待推進キャラクター) e basta... E quella sí che è una cappella potente.
D'accordo che pure i giapponesi quando scrivono troppi kango vanno in corto circuito, ma una controllatina prima di pubblicare...
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