Inio Asano è sicuramente uno dei mangaka più noti e apprezzati tra gli autori di nicchia degli ultimi vent'anni, a partire dalle sue prime opere brevi come What a Wonderful World, Il campo dell'arcobaleno e La città della luce, in cui sperimenta una struttura narrativa a incastro in cui i singoli capitoli sono ciascuno una piccola opera autoconclusiva seppur tra loro concatenati. Il successo arriva poi con Solanin, con cui Asano abbandona il suo stile classico per concentrarsi su una storia più lunga e lineare che verrà poi trasposta in un apprezzato live action. Questo successo lascerà profondamente spiazzato Asano, portandolo a realizzare la sua opera più lunga, Buonanotte, PunPun, perchè “per i giapponesi una storia di 200 pagine è una storia breve e per un professionista senza una storia lunga non c'è stabilità, non si è considerati dei veri fumettisti a tutti gli effetti”. Risulta quindi interessante il ritorno ad un'opera breve per Inio Asano, per osservare quanto sia mutato il suo stile narrativo rispetto alle sue ormai lontane prime opere brevi.
Reiraku non è un'opera immediata. Se le altre storie brevi e volumi unici di Asano riuscivano a colpire e convincere fin da subito, Reiraku richiede tempo, potendo addirittura risultare debole e poco incisivo ad una prima lettura (superficiale) ma mostrando tutto il suo potenziale durante eventuali riletture e successive riflessioni. Il messaggio conclusivo dell'opera risulta nel complesso meno interessante di tutti i vari spunti “secondari” affrontati durante la storia, tanto che Kaoru, più che il fulcro della storia, sembra un espediente per potersi interrogare sul mondo del fumetto giapponese e sull'atto stesso della creazione di un'opera narrativa.
A distanziare Reiraku dagli altri volumi unici di Asano è infatti il mondo in cui si muove il protagonista. Ambientando la storia all'interno dell'industria fumettistica giapponese, Asano sembra domandare (sia a se stesso che al lettore) cosa significhi essere un narratore, cosa significhi avere successo, quanto un autore debba e possa tradire la sua ideologia per avere successo, quanto sia importante il risultato economico e quanto quello “artistico”, quanto sia accettabile imbrogliare il lettore e come ciò possa distruggere il futuro stesso dei manga.
Nell'andare ad analizzare un'opera c'è sempre il rischio di sovrapporre eccessivamente un autore con la storia che sta narrando, ma è difficile non pensare che gli interrogativi che attanagliano il protagonista Kaoru non siano, almeno in parte, gli stessi di Asano e di altri mangaka con cui Asano ha avuto modo di rapportarsi nel tempo. Del resto Asano è sempre stato un autore estremamente autobiografico, che racconta solo ciò che ha potuto “fare suo” del mondo che lo circonda, ciò che vive in prima persona e può quindi narrare in modo sincero e genuino. E che proprio alle soglie dei quarant'anni (Asano è nato nel 1980) faccia interrogare Kaoru su dove stia andando, su cosa voglia dire essere un mangaka, su cosa possa ancora dare un mangaka dopo decenni dedicati al tavolo da disegno non sembra assolutamente casuale, tanto realistici e dettagliati sono i dubbi di Kaoru.
Il cinismo, la disillusione, l'arroganza e l'apatia di Kaoru lo rendono un personaggio che si scontra spesso con le persone a lui vicine, sia per quanto riguarda questioni quotidiane che, soprattutto, per quanto riguarda la visione del fumetto e dell'editoria. Dalla moglie editor che preferisce passare il tempo con la mangaka che segue perchè “a differenza di Kaoru, lei riesce ancora a vendere i suoi fumetti” alla giovane assistente che lo rimprovera di sottovalutare i manga perchè, a differenza sua, lei li ama, gli scontri, le discussioni e gli spunti di riflessioni sono numerosi e interessanti, il vero cuore pulsante di quest'opera, ciò che gli permette di essere qualcosa di più della classica storia breve di Asano.
Uscendo dall'ambientazione fumettistica, i personaggi di Reiraku funzionano bene anche nella loro caratterizzazione quotidiana, nei trascorsi personali e nei rapporti che costruiscono tra loro, seppur per quasi tutti sia difficile riuscire a individuarne precisamente una psicologia e una personalità ben definitiva. I personaggi vengono delineati da Asano quasi più con quello che non dicono, tramite ciò che bisogna cercare di capire dai pochi scambi e dai pochi dialoghi che ciascuno ha col protagonista, dal cui punto di vista il lettore osserva tutto e tutti. Silenzi, espressioni, piccoli gesti sono tutti splendidamente raccontati nelle tavole disegnate da Asano, che con Reiraku ci regala uno dei picchi grafici della propria carriera, sebbene l'inespressività del protagonista lo limiti talvolta ad una certa monotonia emotiva nelle definizioni grafiche mostrate nel corso dell'opera. Una minor insistenza sulla rappresentazione continua del protagonista a favore di qualche comprimario avrebbe forse giovato all'impatto generale della storia.
Reiraku viene presentato in Italia da Planet Manga, editore che ci ha portato quasi l'opera onmia di Asano nel corso degli anni. L'edizione si allinea a quelle più pregiate dell'editore modenese. Ampio formato che permette di ammirare al meglio le splendide tavole di Asano, prime pagine a colori come in originale (e non come l'orribile scala di grigi utilizzata nelle prime tavole de La fine del mondo e prima dell'alba) mentre quelle centrali rese in scala di grigi, carta ben spessorata che unisce un'ottima flessibilità dell'albo ad una trasparenza delle tavole pressochè nulla ed una rilegatura robusta che sembra in grado di garantire una buona tenuta dell'albo. Discreta la qualità di stampa, seppur migliorabile nei retini e nelle campiture dei neri.
Reiraku non è un'opera immediata. Se le altre storie brevi e volumi unici di Asano riuscivano a colpire e convincere fin da subito, Reiraku richiede tempo, potendo addirittura risultare debole e poco incisivo ad una prima lettura (superficiale) ma mostrando tutto il suo potenziale durante eventuali riletture e successive riflessioni. Il messaggio conclusivo dell'opera risulta nel complesso meno interessante di tutti i vari spunti “secondari” affrontati durante la storia, tanto che Kaoru, più che il fulcro della storia, sembra un espediente per potersi interrogare sul mondo del fumetto giapponese e sull'atto stesso della creazione di un'opera narrativa.
A distanziare Reiraku dagli altri volumi unici di Asano è infatti il mondo in cui si muove il protagonista. Ambientando la storia all'interno dell'industria fumettistica giapponese, Asano sembra domandare (sia a se stesso che al lettore) cosa significhi essere un narratore, cosa significhi avere successo, quanto un autore debba e possa tradire la sua ideologia per avere successo, quanto sia importante il risultato economico e quanto quello “artistico”, quanto sia accettabile imbrogliare il lettore e come ciò possa distruggere il futuro stesso dei manga.
Nell'andare ad analizzare un'opera c'è sempre il rischio di sovrapporre eccessivamente un autore con la storia che sta narrando, ma è difficile non pensare che gli interrogativi che attanagliano il protagonista Kaoru non siano, almeno in parte, gli stessi di Asano e di altri mangaka con cui Asano ha avuto modo di rapportarsi nel tempo. Del resto Asano è sempre stato un autore estremamente autobiografico, che racconta solo ciò che ha potuto “fare suo” del mondo che lo circonda, ciò che vive in prima persona e può quindi narrare in modo sincero e genuino. E che proprio alle soglie dei quarant'anni (Asano è nato nel 1980) faccia interrogare Kaoru su dove stia andando, su cosa voglia dire essere un mangaka, su cosa possa ancora dare un mangaka dopo decenni dedicati al tavolo da disegno non sembra assolutamente casuale, tanto realistici e dettagliati sono i dubbi di Kaoru.
Soffoco davanti alle tavole bianche, sembrano immense senza fine.
Quando avevo meno di vent'anni, avrei navigato con gioia e spensieratezza tra i fogli...
quando ne avevo meno di trenta, sarei stato capace di affrontarle con coraggio... perchè se anche allora nessuno mi conosceva ed ero travolto dall'angoscia, riuscivo a incanalare ciò che provavo e a trasformarlo in una spinta creativa.
Adesso ho quasi quarant'anni... so cosa si prova quando la propria opera viene capita... e conosco anche le difficoltà e le sofferenze che bisogna sopportare per soddisfare le aspettative altrui.
Ciò che è rimasto in me è un corpo esausto... e qualche soldo sul conto.
Ho messo tutte le cose della mia vita... le mie gioie e le mie tristezze, nei miei fumetti... ormai non ho più niente da disegnare.
Ormai non ricordo più perchè ho scelto questo mestiere.
Quando avevo meno di vent'anni, avrei navigato con gioia e spensieratezza tra i fogli...
quando ne avevo meno di trenta, sarei stato capace di affrontarle con coraggio... perchè se anche allora nessuno mi conosceva ed ero travolto dall'angoscia, riuscivo a incanalare ciò che provavo e a trasformarlo in una spinta creativa.
Adesso ho quasi quarant'anni... so cosa si prova quando la propria opera viene capita... e conosco anche le difficoltà e le sofferenze che bisogna sopportare per soddisfare le aspettative altrui.
Ciò che è rimasto in me è un corpo esausto... e qualche soldo sul conto.
Ho messo tutte le cose della mia vita... le mie gioie e le mie tristezze, nei miei fumetti... ormai non ho più niente da disegnare.
Ormai non ricordo più perchè ho scelto questo mestiere.
Il cinismo, la disillusione, l'arroganza e l'apatia di Kaoru lo rendono un personaggio che si scontra spesso con le persone a lui vicine, sia per quanto riguarda questioni quotidiane che, soprattutto, per quanto riguarda la visione del fumetto e dell'editoria. Dalla moglie editor che preferisce passare il tempo con la mangaka che segue perchè “a differenza di Kaoru, lei riesce ancora a vendere i suoi fumetti” alla giovane assistente che lo rimprovera di sottovalutare i manga perchè, a differenza sua, lei li ama, gli scontri, le discussioni e gli spunti di riflessioni sono numerosi e interessanti, il vero cuore pulsante di quest'opera, ciò che gli permette di essere qualcosa di più della classica storia breve di Asano.
Uscendo dall'ambientazione fumettistica, i personaggi di Reiraku funzionano bene anche nella loro caratterizzazione quotidiana, nei trascorsi personali e nei rapporti che costruiscono tra loro, seppur per quasi tutti sia difficile riuscire a individuarne precisamente una psicologia e una personalità ben definitiva. I personaggi vengono delineati da Asano quasi più con quello che non dicono, tramite ciò che bisogna cercare di capire dai pochi scambi e dai pochi dialoghi che ciascuno ha col protagonista, dal cui punto di vista il lettore osserva tutto e tutti. Silenzi, espressioni, piccoli gesti sono tutti splendidamente raccontati nelle tavole disegnate da Asano, che con Reiraku ci regala uno dei picchi grafici della propria carriera, sebbene l'inespressività del protagonista lo limiti talvolta ad una certa monotonia emotiva nelle definizioni grafiche mostrate nel corso dell'opera. Una minor insistenza sulla rappresentazione continua del protagonista a favore di qualche comprimario avrebbe forse giovato all'impatto generale della storia.
Reiraku viene presentato in Italia da Planet Manga, editore che ci ha portato quasi l'opera onmia di Asano nel corso degli anni. L'edizione si allinea a quelle più pregiate dell'editore modenese. Ampio formato che permette di ammirare al meglio le splendide tavole di Asano, prime pagine a colori come in originale (e non come l'orribile scala di grigi utilizzata nelle prime tavole de La fine del mondo e prima dell'alba) mentre quelle centrali rese in scala di grigi, carta ben spessorata che unisce un'ottima flessibilità dell'albo ad una trasparenza delle tavole pressochè nulla ed una rilegatura robusta che sembra in grado di garantire una buona tenuta dell'albo. Discreta la qualità di stampa, seppur migliorabile nei retini e nelle campiture dei neri.
Reiraku è un'opera indubbiamente interessante nella produzione di Inio Asano. Tornando alle origini con una nuova storia breve in un solo volume, l'autore s'interroga sull'industria del fumetto giapponese, sul rapporto tra autore e pubblico, tra autore e opera sempre utilizzando il suo peculiare stile grafico e narrativo e con i personaggi che tanto abbiamo imparato a conoscere a amare, persone comune afflitte da insicurezze, ansie, incapaci di trovare (almeno inizialmente) una luce che possa condurle fuori dal tunnel oscuro in cui sono precipitate. Probabilmente non la miglior opera finora realizzata da Asano, ma certamente una delle più mature.
Pro
- Numerosi spunti di riflessione sul mondo del fumetto giapponese e su cosa significhi essere un narratore
- Grande realismo nella caratterizzazione del protagonista Kaoru
- Comprimari interessanti
- Graficamente superbo
Contro
- Eccessiva insistenza nel voler rappresentare l'apatia del protagonista in troppe vignette
Macché, questo è un esempio da evitare come la peste.
I miei preferiti sono Il campo dell'arcobaleno e La città della luce.
PunPun mi è piaciuto molto nella parte alle elementari, un pochino meno nei volumi centrali, ma devo ancora leggere gli ultimi volumi.
Poi metto What a Wonderful World e questo Reiraku, per poi passare a Solanin e La ragazza in riva al mare.
Infine, con ampio distacco, quello che mi è piaciuto di meno è La fine del mondo e prima dell'alba, perchè è una raccolta di storie senza alcune legame o ordine.
DDDD invece devo ancora recuperarlo, quindi non ne ho letto ancora nulla.
Questo Reiraku invece fa riflettere sul lavoro del mangaka da un punto di vista quantomeno “insolito”, dato che pochi (pochissimi) prendono in considerazione il fatto che non è per forza detto che chi fa quel mestiere apprezzi in automatico i manga e tutto ciò che gli gira attorno………….oppure (e forse è ancora peggio) che un autore con il procedere dell’età può anche iniziare a perdere le motivazioni che aveva quando era un “giovane appassionato”, specialmente se viene presto sorpassato e messo in ombra da colleghi più giovani e talentuosi di lui……….
Concordo con te Slanzard quando dici che forse l’apatia del protagonista è un po’ troppo eccessiva e calcata, però secondo me tutto sommato ci sta, anche perché mi pare abbastanza chiaro che con questo manga Asano stia parlando indirettamente di se stesso (tanto più che il mangaka protagonista quando era giovane è palesemente identico a lui).
Infine anche la percezione dei lettori appassionati verso il loro “maestro” viene trattata in modo interessante, perché magari un fan accanito si illude di capire tutto della personalità dell’autore attraverso le sue opere o le sue “esternazioni pubbliche” (ad incontri per firma-copie, via social e compagnia), quando magari in realtà non ha capito un bel niente…………
In poche parole concordo con la recensione, l’8 ci può stare benissimo come voto; io personalmente gli do anche di più ma va beh, con Asano sono un po’ di parte dato che uno dei miei autori preferiti (a proposito ).
Reiraku infatti è la palese autobiografia dell'autore nel periodo che va da quando ha finito di scrivere Punpun a quando ha iniziato a scrivere DDDD. Oltre a quanto già detto dal recensore: è una casualità la somiglianza di Kaoru da giovane con lui? E' una casualità che la famosa opera precedente di Kaoru sia di esattamente 13 volumi così come Punpun? E' una casualità quanto DDDD assomigli al nuovo fumetto di Kaoru? No, io non credo. Le somiglianze sono davvero troppe... e spiegano anche fin troppo bene perchè Asano si concentri terribilmente nel descrivere l'apatia di Kaoru in maniera fin troppo particolareggiata.. perchè quella è la sua apatia. E lui la doveva mettere su carta per liberarsene e raccontare al mondo come ne è uscito (le lacrime alla fine sono molto esemplificative).
Chiarito questo quindi cosa posso dire del volume? Personalmente non mi è piaciuto ed a livello di storia lo considero una delle sue peggiori opere, ma a livello personale da appassionato dell'autore non posso che dargli comunque un suo discreto valore. Questo volume infatti rappresenta più che bene l'anello di congiunzione che ha portato Asano dal suo narrare usando simboli ed allegorie (come quelle usate nel campo dell'arcobaleno ed in punpun) ad una narrazione più mainstream e fruibile che mantiene la sua complicata struttura narrativa ed il suo vivido narrare la quotidianità ma perde il suo simbolismo onirico barattandolo con uno più esemplificativo ed efficace (gli alieni in DDDD sono alieni veri e non solo percepiti o metaforici).
Reiraku da solo non è quindi un'opera che consiglierei a cuor leggero ad un lettore che non conosce Asano (anche se già navigato con altri manga d'autore), ma è un volume molto importante per capire la genesi del 'nuovo' Asano e che pertanto consiglio di leggere solo a quelli che ne sono estimatori (ancor più se hanno anche sottomano la sua nuova opera DDDD e la riescono a leggere subito dopo la conclusione della lettura di questo volume).
Mi ha incantato graficamente e la carrellata di personaggi è di quelle interessanti, alla prima impressione è impossibile empatizzare con qualcuno, non è facile tenere alto l'interesse del lettore con una scelta simile; eppure l'icon me ci è riuscito.
Non qualcosa di perfetto (forse manca l'ironia o l'autoironia?) ma una lettura intrigante di sicuro e con disegni splendidi!
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