In occasione, qualche mese fa, del quarantennale del primissimo lungometraggio animato diretto da Hayao Miyazaki, Lupin III - Il castello di Cagliostro, abbiamo colto la palla al balzo per approfondire, più per chi ci segue che per noi, la recente conoscenza di un artista italiano che ha avuto un percorso artistico “nipponico” più unico che raro.
Andrea Yuu e Monkey Punch nel 2016
Andrea Yuu Dentuto, studioso, cultore, storiografo, divulgatore, amante fin da tenera età e in seguito amico e professionista dell'intero mondo di Lupin III e non solo.
Ad oggi unico disegnatore occidentale, e italiano (attualmente vive e lavora a Bari), che ha disegnato manga originali di Lupin III (purtroppo ancora inediti in Italia) direttamente per il mercato giapponese e lavorato ad anime per le aziende giapponesi produttrici di opere del famoso ladro gentiluomo ideato nel 1967 dal compianto mangaka Monkey Punch.
Per la sua (oramai nipponica) riservatezza, nell'intervista racconta solo una parte delle sue avventure ma ci auguriamo che la stessa possa essere il punto di partenza per tanti altri incontri e racconti di questo “avventuriero italiano” del mondo dei manga e degli anime del Sol Levante.
Inoltre, tocca ammettere che se in altri luoghi avessero un artista con una preparazione e un vissuto come il suo sarebbe considerato un'autorità dell'ambito mentre, ad oggi, in Italia e per il largo pubblico è un personaggio ancora tutto da scoprire!
Ma lasciamo la parola ai racconti del 'monkeypunchoso' Andrea Yuu Dentuto.
Partiamo dall'inizio. Chi è Andrea Yuu Dentuto? Quali sono le origini della sua passione e il suo percorso artistico?
Ancora senza saper leggere, divertivo i miei con la lettura inventata delle nuvolette del settimanale Topolino e disegnavo a “quadratini”. Con l’inizio della scuola elementare associai quella “carriera” a quella di scrittore di avventure avendo ricevuto in regalo un atlante geografico. Buttai all’aria tutti i sacrifici fatti fino ad allora, per diventare un bambino normale, quando vidi il primo episodio di Heidi in TV. Diventai 100% giapponese dentro e fuori, infatti tutt'oggi in tanti guardandomi in faccia mi prendono per giapponese! Disegnavo fumetti dei miei eroi, e per i miei amici delle scuole elementari e poi delle medie anche illustrazioni su borse, quaderni, ovunque!
Quale è il tuo primissimo ricordo di Lupin III e come è arrivato questo personaggio disegnato a cambiare buona parte della tua vita?
Da Heidi in poi vivevo di anime e quei pochi manga, o fumetti italiani o spagnoli tratti da manga che riuscivo a recuperare. Mi piaceva tutto, disegnavo durante tutto il tempo libero, leggevo e vedevo la TV. Ma un giorno all’improvviso ecco che, nel 1982, vidi per la prima volta Lupin III e la mia vita cambiò nuovamente. Difficile spiegare cosa avvenne, credo potrei paragonarlo alla sensazione di un colpo di fulmine, o ad un innamoramento per Fujiko certo, ma anche per tutto, storie, design, tutto insomma! Credo che chi stia leggendo abbia ben chiaro cosa intendo… E così iniziò “l’esplosione” perché ormai la mia fantasia divenne per così dire, “lupiniana”. Disegnavo fumetti di Lupin uno dopo l’altro, arrivai a realizzare anche una mia fanzine ed a mandare dei miei lavori alla Futabasha! E avevo 13 anni appena compiuti…
E invece Monkey Punch? Quando lo hai incontrato per la prima volta e come andò esattamente con lui?
L’ho incontrato a Lucca, nel 1994; con mia moglie avevo scritto un dossier su Lupin III per il mensile Kappa Magazine in occasione della sua venuta in Italia e ci facemmo inserire dai Kappa Boys nel loro staff di supporto. Facemmo subito amicizia, lui era sempre sorridente e simpatico, e una volta durante Lucca Comics & Games andammo a mangiare in quattro (io, il Maestro e le nostre rispettive mogli), mi lusingò dicendo che ero il Lupin III più somigliante tra i cosplayer che avesse mai incontrato, rimase stupito di un Lupin mancino e al suo ritorno in Giappone realizzò un’illustrazione di Lupin III con la pistola nella sinistra (la sua locandina del film Kutabare! Nostradamus, in Italia Lupin III - Le profezie di Nostradamus), illustrazione che mi inviò una volta realizzata.
Come mai, un giorno, tu e Cristina (oggi insegnante di giapponese e tua moglie) avete deciso di trasferirvi in Giappone e come iniziò la vostra avventura lì?
Lo desideravamo da sempre, anche da prima di conoscerci. E partimmo con la classica valigia di cartone, la mia piena di disegni e la sua con i nostri vestiti nuovi che ci servivano per cercare lavoro. Erano tempi diversi, era difficile ottenere il permesso di soggiorno, ma eravamo ricchi di speranze.
Sei stato a contatto di grandi maestri come Kazuhide Tomonaga, che nominavi poco fa, Yasuo Otsuka (maestro del settore anche di mostri sacri come Isao Takahata e Hayao Miyazaki!) e tanti altri.
Ci racconti qualcosa di questi artisti che ti ho appena nominato e di qualunque altro senti che abbia dato quel qualcosa in più alla tua arte, alla tua tecnica o, se credi, anche alla tua vita?
Nella Telecom, Otsuka mi ha sempre spronato, passava spesso nel mio settore ed a volte si sedeva alla mia scrivania per spiegarmi questo o quello, è un tipo che ti mette subito a tuo agio, ancora adesso! Tecnicamente sono in diversi gli animatori che mi hanno insegnato più o meno direttamente il mestiere. Ricordo con piacere Atsuko Tanaka (animatrice che ha lavorato a fillm come La città incantata, Il castello errante di Howl, Your Name e Mary e il fiore della strega), autentico pilastro dell’animazione giapponese, e certamente Tomonaga da cui ho imparato molto, vedendo i suoi disegni, intercalando le sue scene. A metà del mio periodo di lavoro ci fu il passaggio della colorazione da quella tradizionale a quella al PC e mi fu insegnato come procedere. Tutto divenne più complicato, inoltre gli intercalatori in quel periodo dovevano ricopiare anche i disegni chiave degli animatori per far sì che non avessero problemi in fase di colorazione. Poi il sistema fu affinato ed ora non saprei come si lavora, per quanto sia stato allo studio un paio di anni fa. Quella volta Tomonaga aveva un mio disegno sulla scrivania e pranzando insieme gli ho chiesto se l’avesse messo apposta sapendo che l’avrei incontrato!
Quando lavoravi alla Telecom Animation Film (studio d'animazione giapponese produttore di anime come Lupin III, Detective Conan, Project Arms, ecc.), come si svolgeva la tua giornata tipo?
Arrivavo la mattina, mi venivano affidate delle scene e, ascoltando musica in cuffia, disegnavo. Se avevo dei dubbi su qualcosa controllavo il nome dell’animatore sulla busta che conteneva quella determinata scena e chiedevo delucidazioni, altrimenti, finita ogni scena, mi alzavo per consegnarla alla mia capo intercalatori che ci guardava sempre storto, ma che aveva una pazienza infinita. Pausa pranzo libera, ma ci si portava il classico bento per essere lì nel caso chiamasse a raduno il regista. Nell’angolo cucina si scambiavano quattro chiacchiere, così come nella stanza per la pausa dove potevi leggere un manga o fare esercizio di chitarra (non io, per carità!). Dormire una mezz’oretta potevi farlo mettendoti a braccia conserte sulla tua scrivania, niente di più semplice. Nel primo periodo staccavo alle 17 o alle 18 per andare da Mitaka a Omotesando per tenere lezioni d’italiano.
Andrea Yuu e Cristina con i mitici Yuji Ohno e Tommy Snyder (cantante di ''Super Hero'')
Un'altra cosa che ogni tanto riaffiora tra incontri e conferenze italiane in cui sei stato coinvolto negli ultimi anni è una leggenda di cui sono curiosissimo e che mi piacerebbe ufficialmente confermare o sfatare. E' vero che hai disegnato qualcosa per il lungometraggio animato del 1997 Principessa Mononoke di Hayao Miyazaki?
Confermo, ma nello stesso tempo non sento che la mia presenza sia così importante citarla, perché si è trattato solo di tre scene e tutte di sole foglie (ride). Piuttosto, alla Telecom si realizzavano le pubblicità TV di Lupin della Esso ed io purtroppo non sono mai riuscito a metterci lo zampino con la mia matita. Ricordo in particolare che un’animatrice accanto a me era alle prese con una scena importante (una pan memorabile di Fujiko al telefono) su un foglio bello grande; mi spiegò qualcosa sul tipo di lavorazione al computer che si prevedeva per lo spot, ma, sinceramente, ci capii ben poco!!
E’ vero che hanno scritto una volta su un giornale italiano che tu sei l’inventore di Jigen?
Stendiamo un velo pietoso…
Breve animazione realizzata da Andrea Yuu Dentuto dal canale Simon Mas
Andrea Yuu e Monkey Punch nel 2016
Andrea Yuu Dentuto, studioso, cultore, storiografo, divulgatore, amante fin da tenera età e in seguito amico e professionista dell'intero mondo di Lupin III e non solo.
Ad oggi unico disegnatore occidentale, e italiano (attualmente vive e lavora a Bari), che ha disegnato manga originali di Lupin III (purtroppo ancora inediti in Italia) direttamente per il mercato giapponese e lavorato ad anime per le aziende giapponesi produttrici di opere del famoso ladro gentiluomo ideato nel 1967 dal compianto mangaka Monkey Punch.
Per la sua (oramai nipponica) riservatezza, nell'intervista racconta solo una parte delle sue avventure ma ci auguriamo che la stessa possa essere il punto di partenza per tanti altri incontri e racconti di questo “avventuriero italiano” del mondo dei manga e degli anime del Sol Levante.
Inoltre, tocca ammettere che se in altri luoghi avessero un artista con una preparazione e un vissuto come il suo sarebbe considerato un'autorità dell'ambito mentre, ad oggi, in Italia e per il largo pubblico è un personaggio ancora tutto da scoprire!
Ma lasciamo la parola ai racconti del 'monkeypunchoso' Andrea Yuu Dentuto.
Partiamo dall'inizio. Chi è Andrea Yuu Dentuto? Quali sono le origini della sua passione e il suo percorso artistico?
Ancora senza saper leggere, divertivo i miei con la lettura inventata delle nuvolette del settimanale Topolino e disegnavo a “quadratini”. Con l’inizio della scuola elementare associai quella “carriera” a quella di scrittore di avventure avendo ricevuto in regalo un atlante geografico. Buttai all’aria tutti i sacrifici fatti fino ad allora, per diventare un bambino normale, quando vidi il primo episodio di Heidi in TV. Diventai 100% giapponese dentro e fuori, infatti tutt'oggi in tanti guardandomi in faccia mi prendono per giapponese! Disegnavo fumetti dei miei eroi, e per i miei amici delle scuole elementari e poi delle medie anche illustrazioni su borse, quaderni, ovunque!
Quale è il tuo primissimo ricordo di Lupin III e come è arrivato questo personaggio disegnato a cambiare buona parte della tua vita?
Da Heidi in poi vivevo di anime e quei pochi manga, o fumetti italiani o spagnoli tratti da manga che riuscivo a recuperare. Mi piaceva tutto, disegnavo durante tutto il tempo libero, leggevo e vedevo la TV. Ma un giorno all’improvviso ecco che, nel 1982, vidi per la prima volta Lupin III e la mia vita cambiò nuovamente. Difficile spiegare cosa avvenne, credo potrei paragonarlo alla sensazione di un colpo di fulmine, o ad un innamoramento per Fujiko certo, ma anche per tutto, storie, design, tutto insomma! Credo che chi stia leggendo abbia ben chiaro cosa intendo… E così iniziò “l’esplosione” perché ormai la mia fantasia divenne per così dire, “lupiniana”. Disegnavo fumetti di Lupin uno dopo l’altro, arrivai a realizzare anche una mia fanzine ed a mandare dei miei lavori alla Futabasha! E avevo 13 anni appena compiuti…
Lupin da Lupin III Official Magazine del 2005
E invece Monkey Punch? Quando lo hai incontrato per la prima volta e come andò esattamente con lui?
L’ho incontrato a Lucca, nel 1994; con mia moglie avevo scritto un dossier su Lupin III per il mensile Kappa Magazine in occasione della sua venuta in Italia e ci facemmo inserire dai Kappa Boys nel loro staff di supporto. Facemmo subito amicizia, lui era sempre sorridente e simpatico, e una volta durante Lucca Comics & Games andammo a mangiare in quattro (io, il Maestro e le nostre rispettive mogli), mi lusingò dicendo che ero il Lupin III più somigliante tra i cosplayer che avesse mai incontrato, rimase stupito di un Lupin mancino e al suo ritorno in Giappone realizzò un’illustrazione di Lupin III con la pistola nella sinistra (la sua locandina del film Kutabare! Nostradamus, in Italia Lupin III - Le profezie di Nostradamus), illustrazione che mi inviò una volta realizzata.
Come mai, un giorno, tu e Cristina (oggi insegnante di giapponese e tua moglie) avete deciso di trasferirvi in Giappone e come iniziò la vostra avventura lì?
Lo desideravamo da sempre, anche da prima di conoscerci. E partimmo con la classica valigia di cartone, la mia piena di disegni e la sua con i nostri vestiti nuovi che ci servivano per cercare lavoro. Erano tempi diversi, era difficile ottenere il permesso di soggiorno, ma eravamo ricchi di speranze.
Cristina, Andrea Yuu e Kazuhide Tomonaga nel 2018
Come hai iniziato a lavorare nel mondo dell'animazione giapponese e quali erano i tuoi primi incarichi all'interno delle produzioni?
Feci un colloquio alla Dynamic per diventare assistente ai manga, ma mentre aspettavo una risposta mi recai alla Telecom Animation Film che mi sembrava irraggiungibile, un sogno, e trovai un ambiente disponibile e tanta simpatia. Mostrai i miei lavori e mi dissero che avrei potuto iniziare dalla settimana successiva! Mi diedero una scrivania proprio alle spalle di Kazuhide Tomonaga (storico animatore di UFO Robot Goldrake, Il fiuto di Sherlock Holmes e animatore e regista di Lupin III), quindi mi tremavano un po’ le mani, ma i miei colleghi erano molto gentili con me e mi insegnarono tanto. Ero intercalatore, colui che disegna i disegni intermedi nelle scene d’animazione. Ho disegnato per serie come Virtua Fighter e Animaniacs, ma anche per produzioni che non conoscevo, videogiochi, ed ho lavorato anche come “intercalatore scelto” per un cortometraggio promozionale della Telecom su disegni di Tomonaga, che mi risulta non sia mai stato completato. Purtroppo io lasciai proprio in quel periodo, mi scadeva il permesso di soggiorno e per rinnovarlo dovetti riversarmi sull’insegnamento della lingua italiana. Mantenni i contatti con la Telecom, ma ero troppo triste, ci andavo di rado, poi finii con l’incontrare solo qualcuno di loro al di fuori per rivederci un po’.
Feci un colloquio alla Dynamic per diventare assistente ai manga, ma mentre aspettavo una risposta mi recai alla Telecom Animation Film che mi sembrava irraggiungibile, un sogno, e trovai un ambiente disponibile e tanta simpatia. Mostrai i miei lavori e mi dissero che avrei potuto iniziare dalla settimana successiva! Mi diedero una scrivania proprio alle spalle di Kazuhide Tomonaga (storico animatore di UFO Robot Goldrake, Il fiuto di Sherlock Holmes e animatore e regista di Lupin III), quindi mi tremavano un po’ le mani, ma i miei colleghi erano molto gentili con me e mi insegnarono tanto. Ero intercalatore, colui che disegna i disegni intermedi nelle scene d’animazione. Ho disegnato per serie come Virtua Fighter e Animaniacs, ma anche per produzioni che non conoscevo, videogiochi, ed ho lavorato anche come “intercalatore scelto” per un cortometraggio promozionale della Telecom su disegni di Tomonaga, che mi risulta non sia mai stato completato. Purtroppo io lasciai proprio in quel periodo, mi scadeva il permesso di soggiorno e per rinnovarlo dovetti riversarmi sull’insegnamento della lingua italiana. Mantenni i contatti con la Telecom, ma ero troppo triste, ci andavo di rado, poi finii con l’incontrare solo qualcuno di loro al di fuori per rivederci un po’.
Kazuhide Tomonaga e Andrea Yuu a Lucca Comics & Games 2017
Sei stato a contatto di grandi maestri come Kazuhide Tomonaga, che nominavi poco fa, Yasuo Otsuka (maestro del settore anche di mostri sacri come Isao Takahata e Hayao Miyazaki!) e tanti altri.
Ci racconti qualcosa di questi artisti che ti ho appena nominato e di qualunque altro senti che abbia dato quel qualcosa in più alla tua arte, alla tua tecnica o, se credi, anche alla tua vita?
Nella Telecom, Otsuka mi ha sempre spronato, passava spesso nel mio settore ed a volte si sedeva alla mia scrivania per spiegarmi questo o quello, è un tipo che ti mette subito a tuo agio, ancora adesso! Tecnicamente sono in diversi gli animatori che mi hanno insegnato più o meno direttamente il mestiere. Ricordo con piacere Atsuko Tanaka (animatrice che ha lavorato a fillm come La città incantata, Il castello errante di Howl, Your Name e Mary e il fiore della strega), autentico pilastro dell’animazione giapponese, e certamente Tomonaga da cui ho imparato molto, vedendo i suoi disegni, intercalando le sue scene. A metà del mio periodo di lavoro ci fu il passaggio della colorazione da quella tradizionale a quella al PC e mi fu insegnato come procedere. Tutto divenne più complicato, inoltre gli intercalatori in quel periodo dovevano ricopiare anche i disegni chiave degli animatori per far sì che non avessero problemi in fase di colorazione. Poi il sistema fu affinato ed ora non saprei come si lavora, per quanto sia stato allo studio un paio di anni fa. Quella volta Tomonaga aveva un mio disegno sulla scrivania e pranzando insieme gli ho chiesto se l’avesse messo apposta sapendo che l’avrei incontrato!
Quando lavoravi alla Telecom Animation Film (studio d'animazione giapponese produttore di anime come Lupin III, Detective Conan, Project Arms, ecc.), come si svolgeva la tua giornata tipo?
Arrivavo la mattina, mi venivano affidate delle scene e, ascoltando musica in cuffia, disegnavo. Se avevo dei dubbi su qualcosa controllavo il nome dell’animatore sulla busta che conteneva quella determinata scena e chiedevo delucidazioni, altrimenti, finita ogni scena, mi alzavo per consegnarla alla mia capo intercalatori che ci guardava sempre storto, ma che aveva una pazienza infinita. Pausa pranzo libera, ma ci si portava il classico bento per essere lì nel caso chiamasse a raduno il regista. Nell’angolo cucina si scambiavano quattro chiacchiere, così come nella stanza per la pausa dove potevi leggere un manga o fare esercizio di chitarra (non io, per carità!). Dormire una mezz’oretta potevi farlo mettendoti a braccia conserte sulla tua scrivania, niente di più semplice. Nel primo periodo staccavo alle 17 o alle 18 per andare da Mitaka a Omotesando per tenere lezioni d’italiano.
Negozi di fiori in Giappone ad acquerello, tavole di Andrea Yuu
C’è qualcosa dell’animazione giapponese che ti ha colpito di più lavorandoci?
La cura dei particolari, la professionalità con cui si disegna. Se già ammiravo l’animazione giapponese, lavorandoci ho capito che il mondo non può neanche comprendere con quanta dedizione e professionalità lavorino. Come italiano sono un tipo preciso e meticoloso, ma su tanti aspetti di quello che disegnavo pensavo ci si potesse passare sopra, invece quando aprivo una di quelle buste con una scena da intercalare era come trovarsi davanti un’opera di ingegneria e di precisione! Bellissimo, bellissimo…
Intanto, tra un lavoro e l'altro nella tua vita in Giappone, oltre che con diversi animatori del mondo di Lupin III, sei finito a fare amicizia col direttore musicale Seiji Suzuki e con l'eclettico musicista e compositore Yuji Ohno (autore del tema principale e di tante musiche legate a Lupin).
Come è stato il rapporto con questi altri due artisti e cosa ricordi di quegli anni con loro?
La prima volta che io e Cristina abbiamo incontrato Ohno è stato ad un concerto, bellissimo ed emozionante a “Jazz Spot J”, uno storico locale Jazz che purtroppo il 30 aprile di quest'anno, dopo 41 anni di attività, chiuderà. Ebbi la possibilità di scambiare con lui alcune chiacchiere, introdotto dal suo batterista che per primo si mostrò curioso di conoscere quei due spettatori italiani. Al successivo concerto lo stesso batterista si mostrò contento di rivederci e ci rivelò che forse avremmo avuto una sorpresa. Infatti Ohno, immaginando che ci avrebbe rivisti, aveva riarrangiato il brano “Arrivederci Roma” e lo eseguì in una sua splendida versione! Modesto come sempre, alla fine del concerto si avvicinò per stringerci la mano. Da quella volta più e più volte per anni ci siamo dati il cinque e abbiamo fatto due chiacchiere all’inizio o alla fine dei suo concerti!
Ohno è simpatico, attento e professionale: un grande musicista!
Entrambi li vedo ancora quando vado a Tokyo, con Suzuki in particolare abbiamo fatto delle scampagnate insieme, visitato posti, una volta anche fatto insieme un tratto su una funivia sgangherata per cui mi vedevo già i titoli “Muore un nostro connazionale, con lui c’era…” (ride)
La cura dei particolari, la professionalità con cui si disegna. Se già ammiravo l’animazione giapponese, lavorandoci ho capito che il mondo non può neanche comprendere con quanta dedizione e professionalità lavorino. Come italiano sono un tipo preciso e meticoloso, ma su tanti aspetti di quello che disegnavo pensavo ci si potesse passare sopra, invece quando aprivo una di quelle buste con una scena da intercalare era come trovarsi davanti un’opera di ingegneria e di precisione! Bellissimo, bellissimo…
Intanto, tra un lavoro e l'altro nella tua vita in Giappone, oltre che con diversi animatori del mondo di Lupin III, sei finito a fare amicizia col direttore musicale Seiji Suzuki e con l'eclettico musicista e compositore Yuji Ohno (autore del tema principale e di tante musiche legate a Lupin).
Come è stato il rapporto con questi altri due artisti e cosa ricordi di quegli anni con loro?
La prima volta che io e Cristina abbiamo incontrato Ohno è stato ad un concerto, bellissimo ed emozionante a “Jazz Spot J”, uno storico locale Jazz che purtroppo il 30 aprile di quest'anno, dopo 41 anni di attività, chiuderà. Ebbi la possibilità di scambiare con lui alcune chiacchiere, introdotto dal suo batterista che per primo si mostrò curioso di conoscere quei due spettatori italiani. Al successivo concerto lo stesso batterista si mostrò contento di rivederci e ci rivelò che forse avremmo avuto una sorpresa. Infatti Ohno, immaginando che ci avrebbe rivisti, aveva riarrangiato il brano “Arrivederci Roma” e lo eseguì in una sua splendida versione! Modesto come sempre, alla fine del concerto si avvicinò per stringerci la mano. Da quella volta più e più volte per anni ci siamo dati il cinque e abbiamo fatto due chiacchiere all’inizio o alla fine dei suo concerti!
Ohno è simpatico, attento e professionale: un grande musicista!
Entrambi li vedo ancora quando vado a Tokyo, con Suzuki in particolare abbiamo fatto delle scampagnate insieme, visitato posti, una volta anche fatto insieme un tratto su una funivia sgangherata per cui mi vedevo già i titoli “Muore un nostro connazionale, con lui c’era…” (ride)
Andrea Yuu e Cristina con i mitici Yuji Ohno e Tommy Snyder (cantante di ''Super Hero'')
E invece, tornando all'origine, come è stato in quegli anni in Giappone il tuo rapporto con Monkey Punch e ti va di raccontare anche solo un aneddoto su di lui?
Aneddoti tanti, ricordi tanti, ne uscirebbe un libro! Una volta il Maestro invitò me e mia moglie ad andare insieme a mangiare dopo un firmacopie ad Ikebukuro (quartiere di Tokyo) previsto per una domenica mattina. Sarebbe venuta anche sua moglie per passare qualche ora insieme. Quando arrivammo tantissime persone erano già lì ad aspettarlo; era stato allestito uno spazio con diversi acetati incorniciati e stampe delle sue tavole.
Alla fine noi quattro e gli organizzatori ci accomodammo in una saletta privata dove il Sensei avrebbe potuto firmare alcune copie del libro per lo staff. Il direttore portò alcuni degli acetati per far mettere anche lì la firma. Acetati molto ghiotti, tra cui uno in particolare che spiccava tra gli altri ben in vista sul tavolo. Mia moglie volle vederlo più chiaramente e il Maestro disse: “Uno per loro va bene? Facciamo scegliere prima alle donne?” Nessuno protestò e quell’acetato prese la sua strada…
Andrea Yuu, Cristina e Monkey Punch a casa del Maestro nel 1995
Oltre a lavorare nel mondo degli anime, sei stato anche l'unico autore italiano, e occidentale, a disegnare manga originali di Lupin III direttamente per il mercato giapponese, addirittura sulla rivista Lupin III Official Magazine edita dalla stessa Futabasha. Cosa ricordi di questi lavori?
Mi presentai senza dire che conoscevo il Maestro e presentai alcuni manga brevi per lavorare come assistente, ma dissi chiaramente che il mio sogno era in realtà disegnare Lupin. La gavetta fu lunga, ma il mio stile piaceva.
E non smisi mai di proporre, oltre a cose totalmente mie, anche storie brevi di Lupin. Anche in quella situazione devo dire che ho imparato molto.
C’è un aneddoto a riguardo che vi racconto con piacere: la mia prima storia di Lupin III fu “Poker Charlie”; tornai un giorno a casa e trovai un messaggio in segreteria, era il responsabile della rivista che mi lasciò un messaggio spassosissimo: “Andrea, ho ricevuto oggi, in anticipo con i tempi, il manga di Yasuo Otsuka e quindi pensavo di spostare il tuo manga al numero successivo. Spero non ti dispiaccia. Ah, ho parlato di un italiano per spiegare la situazione a Otsuka e lui ha subito capito che si trattava di te! Ti manda i suoi saluti!!”. Ecco, questo per me è stato un momento impagabile perché significava essere veramente entrato nella vita di quelle persone che avevano realizzato il mio personaggio preferito.
Cambiando argomento, ho un'altra curiosità. E' vero che sei stato per anni in contatto col mitico doppiatore Roberto Del Giudice (primissima storica voce di Lupin III)?
Trovai Roberto Del Giudice sull’elenco telefonico di Roma e chiamai un pomeriggio pensando che potesse essere semplicemente un omonimo. Invece lo riconobbi subito e fu bellissimo poter interagire con lui... non era una registrazione! Non so perché gli sembrai simpatico, tanto da partecipare volentieri ad uno “scherzo” alla mia ragazza, anche lei sua fan. Pensate alla sorpresa di ricevere una busta con cartolina annessa in cui Lupin III di passaggio da Roma la salutava caramente! Praticamente feci felicissima lei e trovai una persona disponibilissima e gentile. Poi siamo stati a casa sua e dal Giappone gli mandavamo notizie.
Mi presentai senza dire che conoscevo il Maestro e presentai alcuni manga brevi per lavorare come assistente, ma dissi chiaramente che il mio sogno era in realtà disegnare Lupin. La gavetta fu lunga, ma il mio stile piaceva.
E non smisi mai di proporre, oltre a cose totalmente mie, anche storie brevi di Lupin. Anche in quella situazione devo dire che ho imparato molto.
C’è un aneddoto a riguardo che vi racconto con piacere: la mia prima storia di Lupin III fu “Poker Charlie”; tornai un giorno a casa e trovai un messaggio in segreteria, era il responsabile della rivista che mi lasciò un messaggio spassosissimo: “Andrea, ho ricevuto oggi, in anticipo con i tempi, il manga di Yasuo Otsuka e quindi pensavo di spostare il tuo manga al numero successivo. Spero non ti dispiaccia. Ah, ho parlato di un italiano per spiegare la situazione a Otsuka e lui ha subito capito che si trattava di te! Ti manda i suoi saluti!!”. Ecco, questo per me è stato un momento impagabile perché significava essere veramente entrato nella vita di quelle persone che avevano realizzato il mio personaggio preferito.
Cambiando argomento, ho un'altra curiosità. E' vero che sei stato per anni in contatto col mitico doppiatore Roberto Del Giudice (primissima storica voce di Lupin III)?
Trovai Roberto Del Giudice sull’elenco telefonico di Roma e chiamai un pomeriggio pensando che potesse essere semplicemente un omonimo. Invece lo riconobbi subito e fu bellissimo poter interagire con lui... non era una registrazione! Non so perché gli sembrai simpatico, tanto da partecipare volentieri ad uno “scherzo” alla mia ragazza, anche lei sua fan. Pensate alla sorpresa di ricevere una busta con cartolina annessa in cui Lupin III di passaggio da Roma la salutava caramente! Praticamente feci felicissima lei e trovai una persona disponibilissima e gentile. Poi siamo stati a casa sua e dal Giappone gli mandavamo notizie.
Stazione spiritata di Andrea Yuu
Sempre nell'ambito delle curiosità, si dice che quando vivevi in Giappone tu abbia incontrato personaggi incredibili della loro cultura…
Sì, anche se credo che Tokyo, così grande, ma nello stesso tempo modesta, sia una città con molte persone famose, ma tutte, o quasi tutte, di grande simpatia. Ho insegnato italiano alla figlia del direttore d'orchestra Maestro Seiji Ozawa, scrittrice di successo, come anche alla moglie del calciatore Kazuyoshi Miura (che giocò anche in Serie A nel Genoa nella stagione 1994-95). Mi sono trovato a partecipare ad una festa dove era presente tra gli altri il sassofonista jazz Sadao Watanabe; a casa di un’amica trovandomi davanti una doppiatrice di Sailor Moon; incontrato attori, cantanti, ho fatto anche l’attore per delle pubblicità e via dicendo. Un’amicizia forte ancor oggi è con la famiglia del produttore discografico del grande musicista Kitarō, persone affabili impegnate anche nel sociale e nel volontariato.
Sì, anche se credo che Tokyo, così grande, ma nello stesso tempo modesta, sia una città con molte persone famose, ma tutte, o quasi tutte, di grande simpatia. Ho insegnato italiano alla figlia del direttore d'orchestra Maestro Seiji Ozawa, scrittrice di successo, come anche alla moglie del calciatore Kazuyoshi Miura (che giocò anche in Serie A nel Genoa nella stagione 1994-95). Mi sono trovato a partecipare ad una festa dove era presente tra gli altri il sassofonista jazz Sadao Watanabe; a casa di un’amica trovandomi davanti una doppiatrice di Sailor Moon; incontrato attori, cantanti, ho fatto anche l’attore per delle pubblicità e via dicendo. Un’amicizia forte ancor oggi è con la famiglia del produttore discografico del grande musicista Kitarō, persone affabili impegnate anche nel sociale e nel volontariato.
Lupin da Lupin III Official Magazine del 2005.
Un'altra cosa che ogni tanto riaffiora tra incontri e conferenze italiane in cui sei stato coinvolto negli ultimi anni è una leggenda di cui sono curiosissimo e che mi piacerebbe ufficialmente confermare o sfatare. E' vero che hai disegnato qualcosa per il lungometraggio animato del 1997 Principessa Mononoke di Hayao Miyazaki?
Confermo, ma nello stesso tempo non sento che la mia presenza sia così importante citarla, perché si è trattato solo di tre scene e tutte di sole foglie (ride). Piuttosto, alla Telecom si realizzavano le pubblicità TV di Lupin della Esso ed io purtroppo non sono mai riuscito a metterci lo zampino con la mia matita. Ricordo in particolare che un’animatrice accanto a me era alle prese con una scena importante (una pan memorabile di Fujiko al telefono) su un foglio bello grande; mi spiegò qualcosa sul tipo di lavorazione al computer che si prevedeva per lo spot, ma, sinceramente, ci capii ben poco!!
E’ vero che hanno scritto una volta su un giornale italiano che tu sei l’inventore di Jigen?
Stendiamo un velo pietoso…
Il primo sommergibile di terra, illustrazione di Andrea Yuu
Ti è mai stato offerto un whisky da Osamu Dezaki (regista di Rocky Joe, Lady Oscar e diversi special TV di Lupin III)?
Sì.
Tu sei collezionista di Lupin III e leggo spesso che se sei anche storiografo; qual è il rapporto che dai alle due cose?
Una cosa spesso coincide con l’altra, quanto più hai di un personaggio hai anche dei dati a riguardo. Come collezionista diciamo che mi interessa tutto, ma di certo non è solo l’avere modellini o gadget, per esempio, che sono tra l’altro diffusissimi ed alla portata di tutti, se le proprie finanze lo permettono, che fanno di te uno storiografo; sono le riviste per esempio, i ritagli dei quotidiani, le interviste, le rassegne stampa, cose molto difficili da raccogliere, soprattutto quelle prima dell'era di internet. Dal punto di vista collezionistico poi è impensabile valutare allo stesso modo un pacco di gomme da masticare con uno storyboard di prima serie, per esempio. In quest’ultimo scopri le scene tagliate, gli appunti, gli impegni personali come nota, o anche dei numeri telefonici! Parlare coi disegnatori, raccogliere i loro ricordi, questo fa uno storiografo crescendo parallelamente così anche come collezionista. Non ho intenzione di possedere tutto, la mia è un’altra scelta, la mia collezione non deve apparire identica alle altre. Poi l’aver vissuto a contatto con storia di Lupin III mi dà “calore”, guardo tante cose con affetto, come, ad esempio, i regali ricevuti, che sono unici ed anche ricordi personali.
Sì.
Tu sei collezionista di Lupin III e leggo spesso che se sei anche storiografo; qual è il rapporto che dai alle due cose?
Una cosa spesso coincide con l’altra, quanto più hai di un personaggio hai anche dei dati a riguardo. Come collezionista diciamo che mi interessa tutto, ma di certo non è solo l’avere modellini o gadget, per esempio, che sono tra l’altro diffusissimi ed alla portata di tutti, se le proprie finanze lo permettono, che fanno di te uno storiografo; sono le riviste per esempio, i ritagli dei quotidiani, le interviste, le rassegne stampa, cose molto difficili da raccogliere, soprattutto quelle prima dell'era di internet. Dal punto di vista collezionistico poi è impensabile valutare allo stesso modo un pacco di gomme da masticare con uno storyboard di prima serie, per esempio. In quest’ultimo scopri le scene tagliate, gli appunti, gli impegni personali come nota, o anche dei numeri telefonici! Parlare coi disegnatori, raccogliere i loro ricordi, questo fa uno storiografo crescendo parallelamente così anche come collezionista. Non ho intenzione di possedere tutto, la mia è un’altra scelta, la mia collezione non deve apparire identica alle altre. Poi l’aver vissuto a contatto con storia di Lupin III mi dà “calore”, guardo tante cose con affetto, come, ad esempio, i regali ricevuti, che sono unici ed anche ricordi personali.
Omaggio al gatto con gli stivali della Toei Animation, di Andrea Yuu
Poi, un bel dì, dopo anni di vita giapponese, tu e Cristina decidete di tornare a vivere in Italia. Da lì, grazie a voi, partono tante piccole meraviglie, tra Bari e provincia, come Momiji - Centro di lingua e cultura giapponese, il vostro lavoro con B-Geek - Bari Geek Fest che vi ha permesso di portare diversi ospiti di rilievo del mondo di manga e anime in Puglia; inoltre avete preso ad occuparvi di una grande diffusione, a tutto tondo, della cultura classica e pop del Sol Levante con incontri, conferenze sugli argomenti più disparati, manifestazioni, ecc.
Ci racconti della vostra vita attuale, dopo il ritorno in Italia?
Siamo tornati per le nostre famiglie, diciamo che è stato duro licenziarsi, mia moglie tra l’altro lavorava da cinque anni all’NHK con un programma radiofonico che le avevano affidato. Io ho continuato per alcuni mesi coi manga, ma poi a distanza si è affievolito tutto. Mi cercò la Kodansha per telefono (non ti dico la sorpresa, erano le 8 del mattino ed ero in piedi da poco!), purtroppo la cosa non andò in porto per colpa di un editore.
Così mia moglie ed io, in compagnia di una cara amica giapponese che abitava anche lei a Bari, creammo Momiji, un centro di lingua e cultura che quest’anno compie tredici anni con innumerevoli incontri speciali di cultura. Oggi siamo un’associazione molto solida, con due insegnanti madrelingua ben preparate, collaboratori esperti e anche lezioni online già da anni.
B-Geek è un’avventura iniziata con alcuni amici e che continua con successo. Nonostante io e mia moglie abbiamo deciso di lasciare la società, ogni anno siamo noi, oltre a curare l’Aerea Japan, ad occuparci di invitare un nuovo autore giapponese.
Ci racconti della vostra vita attuale, dopo il ritorno in Italia?
Siamo tornati per le nostre famiglie, diciamo che è stato duro licenziarsi, mia moglie tra l’altro lavorava da cinque anni all’NHK con un programma radiofonico che le avevano affidato. Io ho continuato per alcuni mesi coi manga, ma poi a distanza si è affievolito tutto. Mi cercò la Kodansha per telefono (non ti dico la sorpresa, erano le 8 del mattino ed ero in piedi da poco!), purtroppo la cosa non andò in porto per colpa di un editore.
Così mia moglie ed io, in compagnia di una cara amica giapponese che abitava anche lei a Bari, creammo Momiji, un centro di lingua e cultura che quest’anno compie tredici anni con innumerevoli incontri speciali di cultura. Oggi siamo un’associazione molto solida, con due insegnanti madrelingua ben preparate, collaboratori esperti e anche lezioni online già da anni.
B-Geek è un’avventura iniziata con alcuni amici e che continua con successo. Nonostante io e mia moglie abbiamo deciso di lasciare la società, ogni anno siamo noi, oltre a curare l’Aerea Japan, ad occuparci di invitare un nuovo autore giapponese.
A proposito di incontri, sono stato all'ultima edizione di Lucca Comics & Games dove tu e Cristina avete tenuto l'emozionante incontro (in realtà, a dir poco commovente!) “Monkey Punch sensei, arigatō!” e che sono convintissimo lo avrebbe reso fiero di voi.
Cosa ricordi di quel giorno?
La cosa più bella? Tanti amici, tanti volti conosciuti e non. Sono stati loro a farmi emozionare, sentivo il Maestro in quella sala, sarei voluto magari essere più professionale, ma è andata benissimo così. Ancora grazie anche a tutti loro, arigatō!
Cosa ricordi di quel giorno?
La cosa più bella? Tanti amici, tanti volti conosciuti e non. Sono stati loro a farmi emozionare, sentivo il Maestro in quella sala, sarei voluto magari essere più professionale, ma è andata benissimo così. Ancora grazie anche a tutti loro, arigatō!
Breve animazione realizzata da Andrea Yuu Dentuto dal canale Simon Mas
Link pagina ufficiale Facebook “Andrea Yuu Dentuto, mangaka ed animatore”: https://www.facebook.com/AndreaYuuD/
Si ringrazia Francesco Chiatante per l' intervista.
Si ringrazia Francesco Chiatante per l' intervista.
Conoscevo Andrea Yuu solo di nome e confesso di non aver mai saputo praticamente nulla di questo suo curriculum abissale!
Notevole!
Ecco, questo è veramente un crimine.
Leggevo di Igort, Tamiazzo, Paumbo, Vinci, Ferrari , ma di questo Dentuto ( di cui sento parlare la prima volta) mai nulla di nulla, nonostante il suo curriculum notevole.
Mi chiedo perché.
Ma forse ricordo male io .
Tantissimi complimenti anche per le interessanti iniziative dell'associazione Momiji, che ho avuto il piacere di seguire al B-Geek!
Grazie mille per l'interessante intervista!
Non era un fumettista Kappa come gli altri citati. Ma Andrea Dentuto era un nome abbastanza ricorrente su Kappa.
Bellissima intervista!!
nome d'arte... problemi?
Si, era ricorrente , ma i Kappa non parlavano mai della sua professione di animatore/mangaka, almeno che io ricordi.
Il che è curioso, se penso che i Kappa amavano Lupin e parlavano spesso di tutto quello che lo riguardava.
Organizzarono pure una mostra di Lupin realizzata da artisti italiani quando Moneky Punch venne in Italia a Lucca nel 94 ( o era prima ?), ma del Dentuto animatore/mangaka leggo solo oggi .
E aggiungo, complimenti!
Infatti non era un fumettista/artista all'epoca. Faceva il cosplayer alle fiere. Eheh. E mi aggiungo ai complimenti anche io!
Si, però a fine anni 90 era già in JP a lavorare in campo anime/manga, no ?
Ricordo un intervist ad Alexandra Weirauch su Man.ga prima serie , a Roberto Ferrari su Kappa Magazine, ma a Dentuto, nisba de nisba ( ma anche Laura Anselmino, poverina, snobbata dai più per decenni nonostante abbia lavorato con Tezuka, ho un intervista sempre u Man.ga terza serie )
Contando da quanti anni è che fa l'artista e quanti anni fa ha lavorato in Giappone, sarà forse che quando si scelse come nome d'arte "Yuu" non era un nickname abusato come oggi?
Però parliamo del 94 e lui era qui in Italia e aveva appena conosciuto Monkey Punch. Mi par di capire che il suo nome sia venuto fuori con la serie di Lupin manga che a suo tempo usciva sulla rivista di Lupin di Futabasha che usciì molto dopo (ricordo che quei manga con i Kappa provammo a portarli ma c'erano problemi di diritti). Strano che fosse poco nominato, in effetti.
Conosco Andrea e dietro la scelta di "Yuu" non c'è chissà quale mistero. Ha semplicemente preso il significato del nome "Andrea" e l'ha tradotto con un kanji equivalente. Insomma Yuu = Andrea (nel suo significato).
Comunque ottima intervista! Come avete scritto ha concesso solo pochi aneddoti, ma ne ha così tanti da poterci scrivere un'enciclopedia intera Ho trovato sempre assurdo che in pochi conoscessero questo grande artista! Spero che gli vengano riconosciuti sempre di più i suoi meriti!
Che peccato che non siate riusciti a portarli. Non solo i suoi, ma anche i manga di Lupin di Yasuo Otsuka, Togekinoko, Yukio Miyama e Matsatsuki Yamakami. Mi piacerebbe tantissimo poterli leggere
Si , però lui aveva già lavorato negli anime pochi anni dopo visto che già per Mononoke Hime, del 1997, aveva disegnato qualche foglia.
Ma va detto che pure Alexandra Werauch che lavora da anni al Ghibli è stata sempre poco considerata dalla stampa italiana.
Riguardo la serie per Futabasha ( che pubblicava in ogni numero una storia di Lupin di un autore diverso) venne segnalata pure su Man.ga ( ma era appena iniziata, quindi è normale che Dentuto non venisse citato).
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