L’edizione estiva di Kotoba 2020, rivista Shueisha sulla letteratura che esce quattro volte l’anno, pubblicata il 5 giugno, presenta un approfondimento su Stephen King, uno degli scrittori più amati e celebri del nostro periodo. L’autore è presentato anche dalle parole di due mangaka leggendari come Naoki Urasawa e Go Nagai. Di seguito un disegno di King per mano dell’autore di Monster.
Urasawa, nell’intervista “Un romanziere che continua a creare e distruggere il mondo”, ha dichiarato: “Se non fosse stato per King io ora non sarei un mangaka”. Continuando analizzando come l’horror moderno sia nato proprio dalle opere di King, parlando anche del suo stile e asserendo di essere stato immensamente influenzato da esso.
Nagai, nell’intervista “Maestro dell’Ossessione”, ha dichiarato: “Vedo King come un maestro capace di personificare le ossessioni che ognuno di noi cela potenzialmente in sé”. Continua ricordando di come lui abbia visto Shining, film del 1980 proveniente da un romanzo di King, al cinema con Osamu Tezuka; concludendo parlando del fascino che quel film ha avuto su di lui, trovando, inoltre, diversi punti d’incontro tra il modo che King ha avuto, sempre in Shining, di ritrarre la paura e il suo Devilman.
Fonte Consultata:
Natalie
Urasawa, nell’intervista “Un romanziere che continua a creare e distruggere il mondo”, ha dichiarato: “Se non fosse stato per King io ora non sarei un mangaka”. Continuando analizzando come l’horror moderno sia nato proprio dalle opere di King, parlando anche del suo stile e asserendo di essere stato immensamente influenzato da esso.
Nagai, nell’intervista “Maestro dell’Ossessione”, ha dichiarato: “Vedo King come un maestro capace di personificare le ossessioni che ognuno di noi cela potenzialmente in sé”. Continua ricordando di come lui abbia visto Shining, film del 1980 proveniente da un romanzo di King, al cinema con Osamu Tezuka; concludendo parlando del fascino che quel film ha avuto su di lui, trovando, inoltre, diversi punti d’incontro tra il modo che King ha avuto, sempre in Shining, di ritrarre la paura e il suo Devilman.
Fonte Consultata:
Natalie
In realtà pare che King non fu granché soddisfatto del film perché sorvolava su dettagli a suo avviso fondamentali del romanzo, ed anche un po' per il taglio registico forse troppo personalistico.
Ad ogni modo l'influenza del suo stile su maestri come Urasawa si coglie soprattutto negli approcci psicologici nelle opere di questi mangaka.
Mi piacerebbe sapere se anche autori come Kazuo Umezu e Shuzo Oshimi sono estimatori del re dell'horror.
Non solo e non tanto per Urasawa, mangaka di generazione più recente, ma soprattutto per Go Nagai! Ci dimostra non solo l'influenza effettiva che The King ha sulla cultura mainstream negli ultimi tre-4 decenni , ma anche, e soprattutto come ci sia un vero interscambio culturale fra Oriente ed Occidente.
Il Giappone non è una monade. Cosa che si sapeva, in effetti, c( ricordiamo il Festival di Hiroshima!) ma è bene ricordarcelo tutti.
N.B. Vi ricordo che lo scorso marzo la Rivista Linus ha tirato fuori un numero con un ampio speciale dedicato a Stephen King, ampiamente illustrato da autori italiani, con racconti, interviste, storia dell'autore. Ben recuperabile.
Parlando di mangaka di generazione più recente vale sempre la pena annoverare anche Hirohiko Araki tra i possibili fan di King: giusto per fare un esempio uno stand della quarta parte, Bad Company, ricorda molto un racconto breve scritto da Stephen King chiamato Campo di Battaglia (Battleground) e pubblicato sull'antologia A Volte Ritornano (Nightshift) dove un sicario doveva combattere contro un gruppo di soldatini killer.
In Nagai, di King vedo pochissimo.
Araki è un super fan di King, dato che lo cita di continuo in Jojo: a partire dal cognome di Jotaro, "Kujo" , ch viene dall' omonimo racconto di King,; allo stand di Bad Company , che viene da un altro suo racconto " campo di Battaglia "; il papà di Yoshikage Kira intrappolato nella foto viene da " il fotocane".
E ce ne sarebbero altre .
Altro autore influenzato da King e Hitoshi Iwaki da Kiseiju: oltre a "la Cosa "di Carpenter ,che noterebbe ance un cieco , si è ispirato di brutto al racconto " IO SONO LA PORTA" ( ma questo pochi lo sanno) .
Avevo letto quel racconto (tra le poche cose di King che ho letto), lo ricordavo ma non avevo mai fatto la connessione con Kiseiju, almeno non in maniera conscia
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