Apprendiamo da afnews la triste notizia della scomparsa di Gianni Miriantini, il fondatore della casa editrice Hazard Edizioni.
 
Gianni Miriantini (foto tratta dalla sua pagina facebook)

Scomparso il giorno di Natale a causa di un infarto, Gianni Miriantini è stato per anni una presenza costante delle fiere del fumetto, sempre disponibile per una chiacchierata sull'editoria o sul fumetto in generale; editorialmente lo ricordiamo per l'enorme contributo avuto con la sua Hazard nella diffusione delle opere di Osamu Tezuka (ma non solo) tra il pubblico italiano per quasi 25 anni.
 

Ieri se ne è andato Gianni Miriantini, non solo fondatore della Hazard Edizioni, ma un uomo di talento che ha fatto...

Pubblicato da Hazard Edizioni su Sabato 26 dicembre 2020

Per chi non lo conoscesse, lasciamo che siano le sue stesse parole a presentarlo, tramite l'intervista che ci concesse qualche anno fa:
 
1. Ciao Gianni, ti ringraziamo per esserti reso disponibile. Prima di cominciare, ti andrebbe di presentarti ai nostri lettori?

Cari amici di AnimeClick.it, gentile Slanzard, innanzi tutto mi scuso per i tempi un po’ lunghi con cui rispondo a questa richiesta d’intervista ma, un po’ il tempo, che manca sempre, un po’ le difficoltà di dovere e volere dare delle risposte che non siano un parlarsi addosso, mi hanno effettivamente portato a rimandare. Ma, ora eccomi qua, sarò sincero e soprattutto cercherò di non essere banale. La mia attività e vita professionale inizia a Parigi, all’inizio degli anni Ottanta. Aprimmo una piccola libreria italiana, che aveva un nutrito reparto “fumetti e affiche”, e ci occupavamo anche di distribuzione. A Parigi, allora come oggi, si muovevano tutti i grandi nomi del fumetto internazionale, e i disegnatori italiani cominciavano ad affermarsi, mentre il mercato italiano li teneva ancora un po’ in disparte… Conobbi così di persona alcuni dei grandi maestri del calibro di Hugo Pratt,, José Munoz, Lorenzo Mattotti, Guido Crepax, Tanino Liberatore, Milo Manara, Enki Bilal, Juan Jimenez, Moebius e tantissimi altri, con cui, dapprima per tirature limitate e firmate, o cose simili, poi per i primi volumi delle edizioni Vertige graphic abbiamo cominciato a editare: un piede nel fumetto, un piede nell’illustrazione e qualche avventura, non sempre fortunata, per dare anche noi il nostro bravo contributo alla nobilitazione del fumetto: siamo stati tra i primi in Europa a realizzare dei libri “sul fumetto”, sulla loro storia interna, sul loro rapporto con l’autore: En attendant Corto e J’avais un rendez-vous, dedicati all’opera e alla figura di Hugo Pratt, credo siano due libri bellissimi. Molto più che semplici cataloghi. I fumetti, lo sappiamo, creano mondi, che ora questo tipo di libri permette di esplorare diversamente, approfondendo la conoscenza della vicenda personale dell’autore nella costruzione dei suoi personaggi e delle loro storie…
Fondamentale fu poi l’incontro e l’amicizia con il grande maestro argentino Alberto Breccia, che per me ha costituito una vera iniziazione. Alberto era già l’anziano e affermato “Dinosauro del fumetto”, come a lui piaceva definirsi, e noi soltanto dei giovani editori alle prime armi: ugualmente e con enorme passione ci insegnò a prendere per il giusto verso questa attività, e cioè a non prendere troppo sul serio “gli splendori e i fasti”, i grandi successi, da cui ci sentivamo esclusi o emarginati. Rigorosissimo nel suo lavoro, dava scarsissimo peso alle ansie di affermazione e ai tanti timori e indecisioni che noi invece vivevamo. L’importante, spiegava, è la ricchezza e bellezza della vita, degli incontri, delle storie che si vivono – avere qualcosa di fantastico da raccontare. In questo modo osservava e ci aiutava a valutare le tavole… sia di fumetti, sia la tavola in senso enogastronomico. Infatti quella fu anche un’epoca di grandi mangiate e bevute.
A quel periodo seguì l’apertura in Italia della casa editrice Hazard Edizioni e tutte le sue attività di cui sono particolarmente orgoglioso, fra cui una collana di cataloghi e una serie di mostre “Visioni di fine Millennio” e monografie con relative esposizioni fra le più importanti al mondo e credo, nel mondo del fumetto mai eguagliate sia per qualità che per contenuti. Ma, come dicevo prima, “non prendere mai troppo sul serio gli splendori, i fasti, e i grandi successi”.

2. È ormai passato più di un decennio dal primo volume manga da voi pubblicato. Potresti farci un piccolo bilancio di quest'esperienza? Quali sono state le soddisfazioni più grandi?

Le attuali attività editoriali della Hazard ci vedono impegnati soprattutto in due direzioni: quella legata alla pubblicazioni delle opere dei grandi maestri del fumetto giapponese e la collana “Contemporanea”, dedicata alle tendenze attuali del fumetto internazionale – graphic novel, reportage, storia con autori occidentali ma soprattutto con opere di nostra creazione e produzione.
Per quanto riguarda il fumetto giapponese, Hazard ha proposto negli anni una lunga e impegnativa serie di pubblicazioni, esordendo nel 1995 con la pubblicazione dell’opera più nota del grande Osamu Tezuka, La storia dei tre Adolf (5 volumi) che per noi fu una grande scommessa. Infatti all’epoca non avevamo ancora pubblicato nessun “manga” e il voler cominciare proprio da Tezuka e dalla “Storia dei tre Adolf”, l’opera più impegnativa e importante, fu per noi non casuale, anzi era perfettamente in linea con la nostra attività e politica editoriale di allora. Direi che fu quasi naturale la scelta di pubblicare Tezuka, dato che ci eravamo sempre occupati di pubblicare il Fumetto d’Autore e con la scelta di Tezuka di fatto non facevamo altro che continuare su quella stessa linea editoriale: l’unica differenza consisteva nel fatto che l’autore era giapponese. Tutto questo accadeva nel 1995 e sinceramente non fu così facile spiegarlo ai nostri lettori di allora. Di fatto, non pochi ci accusarono “in parte benevolmente”, altri ferocemente, di essere passati “al nemico”, di aver ceduto alle lusinghe del mercato, passando a pubblicare “anche voi al giapponese?”.
Tutto questo ovviamente ci portava a dover spiegare e a volte giustificare questa nostra scelta editoriale, ma ricordo che ebbi l’intuizione, proprio durante il festival di Lucca di quell’anno, dove presentavamo per la prima volta il primo volume (di 5) de “La storia dei tre Adolf” di proporre l’acquisto del volume con la possibilità, per chiunque lo volesse, di restituirlo con il rimborso dei soldi spesi, nel caso fosse rimasto scontento o deluso dall’acquisto… Ovviamente nessuno è mai tornato per farsi rimborsare, anzi all’unanimità l’opera di Tezuka è stata ed è considerata meravigliosa, avvincente ed interessante, rimanendo tuttora giudicata, dopo tanti anni, fra le varie opere di autori giapponesi, irraggiungibile per qualità e contenuti, una vera opera d’arte.
A questa pubblicazione seguirono poi Kimba il leone bianco (3 volumi), La principessa Zaffiro (3 volumi), Buddha (14 volumi), Black Jack (25 volumi), per citare le opere più note; ma Tezuka si contraddistingue, nel panorama del fumetto giapponese, come il pioniere dello story-manga, veri e propri romanzi a fumetti di forte impatto realistico, tra i quali si possono ricordare Ayako (3 volumi), Kirihito (4 volumi), MW (3 volumi), La fenice (17 volumi), serie che Tezuka stesso considerava l’“opera della vita”, e per ultimo una splendida raccolta di storie brevi in un volume “Sul fondo del Cielo”. Hazard Edizioni, portando così a circa ottanta volumi tradotti e pubblicati sullo stesso autore, Osamu Tezuka, ha realizzato un vero record mondiale superato solo in Giappone.
Il secondo grande autore giapponese pubblicato da Hazard è il popolarissimo Leiji Matsumoto, noto in Italia soprattutto per il personaggio e la saga di Capitan Harlock; a partire dal 2005 Hazard ha fatto conoscere opere meno note al grande pubblico come Queen Emeraldas (4 volumi), L’anello del Nibelungo (8 volumi), La nuova corazzata Yamato (2 volumi), The Shadow Warrior (2 volumi), La corazzata spazio temporale Mahoroba (2 volumi) e, più di recente, il volume autoconclusivo Racconti dal Bar Miraggio.
Un terzo grande autore giapponese del quale Hazard propone le opere in lingua italiana è Sampei Shirato, autore che si contraddistingue per il suo particolarissimo stile pittorico. Di Shirato è stato pubblicato il volume Akame. The Red Eyes ed è in corso di pubblicazione Kagemaru Den, la leggenda di un ninja, monumentale serie di 4 volumi di oltre 800 pagine a volume. Kagemaru (“Ombra perfetta”) è un misterioso e beffardo ninja che guida, con astuzia e abilità sorprendenti, la resistenza delle leghe contadine contro il potere imperiale, le gerarchie feudali da esso legittimate e i samurai che le difendevano. Lo scenario prediletto è ovviamente il Medioevo nipponico, ma il lettore attento si accorgerà subito che l’ambientazione medievale è solo un pretesto, usato dall’autore, per rappresentare la realtà contemporanea. I suoi personaggi dunque si muovono nel medioevo, ma il mondo descritto è quello in cui l’autore vive, con le sue prevaricazioni sociali, le ingiustizie, le violenze rimaste inalterate col passare dei secoli.
Un’opera quindi imperdibile con la quale Hazard inaugura una nuova collana “I grandi maestri del fumetto giapponese”.

Di seguito vi riportiamo il nostro video dell'incontro tenuto da Gianni Miriantini in occasione di Storie di manga, serie di conferenze introduttive al Milano Manga Festival 2013 tenutosi al Museo WOW di Milano.
 
 
 


Fonti consultate:
- afnews.info
- pagina facebook di Hazard Edizioni