Dopo il caso della scuola privata giapponese finita sotto accusa per aver vietato ai propri studenti di avere delle relazioni amorose, portiamo all’attenzione un altro fatto eclatante legato sempre alle controverse normative diffuse nelle scuole nipponiche. In questa circostanza, la problematica è nata in virtù della regola abbastanza comune che agli studenti venga proibito di tingersi i capelli.
È risaputo che la stragrande maggioranza delle persone di etnia giapponese hanno per natura i capelli neri, mentre la restante fetta di popolazione ha per lo più capigliature tendenti al castano scuro. Questo fattore può purtroppo portare a situazioni decisamente sgradevoli dove gli istituti scolastici inducono gli studenti dai capelli castani a tingerseli di nero perché c'è questa tendenza a non credere che il colore naturale dei capelli sia per l'appunto castano.
Ed è proprio in questa tipologia di casi che rientra quello della studentessa iscritta al liceo Kaifukan, della città di Habikino nella prefettura di Osaka. Nel 2015, per l'appunto, alla ragazza è stato ripetutamente riferito di tingersi i suoi capelli da castano a nero. Nonostante quest'ultima insistesse sul fatto che quello fosse il colore naturale dei suoi capelli, il liceo era di tutt'altro avviso, visto che tre professori, dopo aver esaminato le radici dei capelli della ragazza, sostenevano che fossero di colore nero.
La ragazza, che adesso ha 21 anni, ha reclamato che gli fosse stato detto quanto segue: "Se non hai intenzione di tingerti i capelli di nero, allora non c'è alcun bisogno che ti scomodi a venire a scuola". L'allora studentessa, sentitasi messa sotto pressione e angoscia, decise di non di presentarsi più alle lezioni, e la scuola non ebbe problemi a rimuovere il suo nome dall'elenco degli studenti.
Nel 2017 la ragazza ha quindi deciso di intentare una causa nei confronti degli amministratori della scuola, richiedendo un rimborso per danni di 2,2 milioni di yen (17,2 mila euro).
Proprio in questi giorni il tribunale di Osaka ha emesso il suo verdetto, che vede nessuna delle due parti contendenti avere la completa ragione. Il giudice Noriko Yokota ha riconosciuto infatti la validità dell'applicazione delle regole riguardo la colorazione dei capelli da parte della scuola, dicendo: "Queste regole sono state stabilite secondo un valido criterio legittimato per scopi educativi, e quindi far mantenere la disciplina agli studenti è a discrezione della scuola". Proseguendo ha poi dichiarato: "Non può essere detto con certezza che la scuola stesse forzando la ragazza a tingersi i capelli di nero", assumendo per vere le parole riferite dai professori riguardo il colore delle radici dei capelli.
Ad ogni modo, il tribunale ha decretato che le azioni degli amministratori, come il fatto di rimuovere il nome e il banco assegnatogli dall'elenco della classe, sono inaccettabili. A tal proposito è stato ordinato all'istituto di rimborsare la somma di 330 mila yen (2581 euro) per danni nei confronti della ragazza.
L'assenza di provvedimenti legali nei confronti della scuola, così come la cifra decisamente inferiore rispetto a quanto richiesto hanno lasciato l'amaro in bocca alla ragazza. L'avvocato della giovane ha espresso la sua delusione nei confronti della scelta presa dalla corte giudiziaria di dare valenza alle affermazioni dei professori. A suo modo di vedere, quello era un punto cruciale della causa, visto e considerato che molte organizzazioni, come il Tokyo Board of Education, hanno delle politiche improntate proprio per situazioni analoghe.
Nel mentre, l'istituto Kaifukan ha dichiarato di non avere alcuna intenzione di appellarsi alla decisione emessa, ammettendo di dover migliorare le modalità che facciano comprendere al meglio agli studenti e ai supervisori le regole della scuola: "Non abbiamo cambiato i nostri standard nel far tornare i capelli degli studenti al colore naturale (nero) nel caso di tinture, ma questo caso è stato un'esperienza da cui abbiamo appreso molto e d'ora in poi penseremo maggiormente su come guidare al meglio i nostri studenti".
Fonte Consultata:
Sora News 24
È risaputo che la stragrande maggioranza delle persone di etnia giapponese hanno per natura i capelli neri, mentre la restante fetta di popolazione ha per lo più capigliature tendenti al castano scuro. Questo fattore può purtroppo portare a situazioni decisamente sgradevoli dove gli istituti scolastici inducono gli studenti dai capelli castani a tingerseli di nero perché c'è questa tendenza a non credere che il colore naturale dei capelli sia per l'appunto castano.
Ed è proprio in questa tipologia di casi che rientra quello della studentessa iscritta al liceo Kaifukan, della città di Habikino nella prefettura di Osaka. Nel 2015, per l'appunto, alla ragazza è stato ripetutamente riferito di tingersi i suoi capelli da castano a nero. Nonostante quest'ultima insistesse sul fatto che quello fosse il colore naturale dei suoi capelli, il liceo era di tutt'altro avviso, visto che tre professori, dopo aver esaminato le radici dei capelli della ragazza, sostenevano che fossero di colore nero.
La ragazza, che adesso ha 21 anni, ha reclamato che gli fosse stato detto quanto segue: "Se non hai intenzione di tingerti i capelli di nero, allora non c'è alcun bisogno che ti scomodi a venire a scuola". L'allora studentessa, sentitasi messa sotto pressione e angoscia, decise di non di presentarsi più alle lezioni, e la scuola non ebbe problemi a rimuovere il suo nome dall'elenco degli studenti.
Nel 2017 la ragazza ha quindi deciso di intentare una causa nei confronti degli amministratori della scuola, richiedendo un rimborso per danni di 2,2 milioni di yen (17,2 mila euro).
Proprio in questi giorni il tribunale di Osaka ha emesso il suo verdetto, che vede nessuna delle due parti contendenti avere la completa ragione. Il giudice Noriko Yokota ha riconosciuto infatti la validità dell'applicazione delle regole riguardo la colorazione dei capelli da parte della scuola, dicendo: "Queste regole sono state stabilite secondo un valido criterio legittimato per scopi educativi, e quindi far mantenere la disciplina agli studenti è a discrezione della scuola". Proseguendo ha poi dichiarato: "Non può essere detto con certezza che la scuola stesse forzando la ragazza a tingersi i capelli di nero", assumendo per vere le parole riferite dai professori riguardo il colore delle radici dei capelli.
Ad ogni modo, il tribunale ha decretato che le azioni degli amministratori, come il fatto di rimuovere il nome e il banco assegnatogli dall'elenco della classe, sono inaccettabili. A tal proposito è stato ordinato all'istituto di rimborsare la somma di 330 mila yen (2581 euro) per danni nei confronti della ragazza.
L'assenza di provvedimenti legali nei confronti della scuola, così come la cifra decisamente inferiore rispetto a quanto richiesto hanno lasciato l'amaro in bocca alla ragazza. L'avvocato della giovane ha espresso la sua delusione nei confronti della scelta presa dalla corte giudiziaria di dare valenza alle affermazioni dei professori. A suo modo di vedere, quello era un punto cruciale della causa, visto e considerato che molte organizzazioni, come il Tokyo Board of Education, hanno delle politiche improntate proprio per situazioni analoghe.
Nel mentre, l'istituto Kaifukan ha dichiarato di non avere alcuna intenzione di appellarsi alla decisione emessa, ammettendo di dover migliorare le modalità che facciano comprendere al meglio agli studenti e ai supervisori le regole della scuola: "Non abbiamo cambiato i nostri standard nel far tornare i capelli degli studenti al colore naturale (nero) nel caso di tinture, ma questo caso è stato un'esperienza da cui abbiamo appreso molto e d'ora in poi penseremo maggiormente su come guidare al meglio i nostri studenti".
Fonte Consultata:
Sora News 24
In pratica si sta dicendo ad una ragazza con i capelli castani che li ha neri.
E la scuola non ha capito nulla della vicenda, il colore naturale dei capelli non è per forza nero. La multa doveva essere di due zeri in più.
Lo facevano gli Spartani e i nazisti.
Se sono questi i modelli educativi...si spiegano molte cose.
Gli anime alle volte non sono realistici.
No seriamente, questo fatto ha dell’incredibile.
Il Giappone è ancora indietro nella scala dei diritti umani.
Uno studente può essere bravo anche se ha i capelli fucsia... queste sono regole da medioevo...
Se ti riferisci ai bambini deformi gettati dalle rupi del Taigeto, non c'è mai stata piena sicurezza, anzi secondo gli ultimi campioni di ossa analizzate, essi appartenevano solamente ad adulti.
Sulla questione nazista non penso vi sia bisogno di aggiungere alcunché e pertanto non posso che darti ragione, queste misure sono poi una chiara negazione al diritto di autodeterminazione di ogni individuo, conosciuto e riconosciuto a livello internazionale.
La decisione dal tribunale è sinonimo del fatto che manca (probabilmente) un impianto normativo che prenda in considerazione un diritto del genere, e ciò getta ombre sul funzionamento della società giapponese, altro che 'Sibyl System'.
Suppongo perché è una studentessa, è Giapponese ed ha i capelli castani.
È la stessa cosa che avviene, a livello culturale, con la globalizzazione: cultura unica, cibo unico (McDonald's), linea di vestiti unica, pensiero unico. E in questo caso "unico" significa "americano".
Personalmente temo più questa che il professore che vuole gli studenti con i capelli neri.
Facciamo due grosse assunzioni, per onore della discussione.
Assumiamo che la regola di non tingersi i capelli sia valida perché l'idea all'origine sia quella, concordata da tutti, che questo serva a mantenere la disciplina (parole del tribunale).
Assumiamo che non ci siano prove delle parole dei professori riguardo l'averle imposto di ritingerseli di nero, cosa in effetti difficile da provare, così come le affermazioni della ragazza. Resta il fatto che sia stata rimossa dall'elenco, cosa che non credo si faccia solo se ci sia assenta per un periodo.
Ma possibile che il tribunale non fosse in grado di stabilire con un esame il colore dei capelli della ragazza invece che rimanere sul vago? Di certo i docenti non sono esperti tricologhi in grado di decidere o meno il colore originale dei capelli e questo è un sicuro errore anche se accettiamo le loro premesse.
Si però la cosa grave è quando qualcuno vuole cambiare ciò che uno è, perché non "conforme" alla società. Non accettare la diversità innata di qualcuno porta all'emarginazione se non alla persecuzione.
Poi sono anni che non lo sento e può darsi che sia tutt'altro.
In ogni caso per fare un exemplum bastano anche solo le fonti.
Che sia vero o meno non c'entra col principio se sia giusto o sbagliato.
Senza ombra di dubbio.
Ed è ciò che fa la globalizzazione, solo che questa viene accettata perché l'America è cool. Vedo sempre più italiani discriminare i connazionali che parlano un qualsiasi dialetto invece che l'italiano perfetto o l'inglese, arrivando a deriderli o far finta di non capire ciò che dicono.
Tutto il mondo è paese e gli esseri umani non sono migliori di nessun'altra specie vivente. Caso mai inferiori.
Guarda le discriminazioni esistevano già "qualche annetto fà". Il dialetto era una vergogna, simbolo di arretratezza ( e diversità culturale). Non è questione di "ameriKa Cool", poi la madre dei fessi è sempe incinta.
Anche i miei capelli sono naturalmente più chiari nella parte lunga e più scuri nelle radici e, a seconda delle luci del sole o della stanza, talvolta appaiono un po' rossi addirittura. È un peccato rovinare un colore naturalmente particolare per aderire ad un'immagine uniforme.
Cmq sono anche cose a cui penso ogni tanto casualmente. Se mio marito (coreano) ed io (italo-croata) avremo figli, ho la sensazione che dovrò venire di persona a scuola ogni tanto come prova che mia/o figlia/o non sta indossando il mascara, non si sta truccando e i capelli non sono tinti.
Chiunque dovrebbe essere libero di tingersi i capelli del colore che gli pare.
Nell'assurdità di voler vietare una cosa così semplice è ancora più grave è il fatto che i professori siano arrivati a minacciare la studentessa e a costringerla a non venire più a scuola.
Mentre la prima è una violazione della libertà personale che dovrebbe essere normata a livello internazionale per tutti i paesi avanzati.
La seconda è discriminazione pura e semplice, ricatto puro e semplice e dovrebbe essere chiaramente riconosciuto come tale da qualsiasi tribunale degno di questo nome.
C'è anche il fatto che la studentessa neanche ha commesso il misfatto (si fa per dire). Pare chiaro che la società giapponese è razzista a tal punto da non riuscire ad accettare neanche un colore naturale dei capelli diverso dal nero... Il livello è lo stesso dei nazisti, se hai caratteristica a caso diversa dalla maggioranza ti perseguitiamo.
Pazzia totale però è più che altro il fatto che il tribunale non abbia riconosciuto il problema, perché fatti del genere possono sempre capitare ma se vengono condannati poi non si ripetono così facilmente. Al contrario con questa sentenza incoraggiano questo comportamento.
Il risarcimento ottenuto è ridicolo pure se lo si guarda in prospettiva di quel che è stato riconosciuto. A dirla tutta pure il risarcimento richiesto è stato molto più basso di quello a cui avrebbe avuto diritto.
Perchè il Giappone non è così avanzato come credi e su tanti, troppi aspetti, come queste regole severe delle scuole, diritti dei lavoratori e persone LGBT, sono molto arretrati e stanno messi peggio di noi, anzi qui in Italia per fortuna non possiamo proprio lamentarci o cmq per fortuna non stiamo messi così male come loro.
Il problema di fondo è un altro, in Giappone si tende sempre ad avere questo cavolo di senso di comunità che tutti devono essere uguali, tutti la devono pensare alla stessa maniera, fare le stesse azioni e l'individualismo è mal visto. Davvero ringrazio di essere nato in Italia perchè questi aspetti tristi del Giappone proprio non li tollero.
Cmq mi dispiace che alla fine questa povera ragazza non ha avuto giustizia, quelli della scuola sono stati solo dei grandissimi pezzi di me*da!
E nel caso questa regola fosse stata inserita dopo l'iscrizione, perché non cambiare istituto anziché abbandonare la scuola del tutto?
Bah, è tutto così assurdo...
Non necessariamente...un conto è proibire colori "esotici" o piercing estremi, un altro conto è invece costringere qualcuno a cambiare una parte di sé stessi, che è qualcosa di veramente aberrante.
Totalmente d'accordo con te, ma non abusiamo della parola "medioevo" a caso.
Firmato: uno studente che ama il medioevo (quello vero e non quello iperstereotipato dalla società che non lo conosce realmente).
Comunque ripeto, d'accordo con te! Ahah
Ciau
A quanto ho capito la regola stabilità è quello di non tingersi i capelli. Apparentemente la ragazza non se li è tinti. Il problema nasce dall'assunzione sbagliata che nessuno possa avere una chioma naturalmente non nera e quindi chi ricade in questa casistica viene accorpato a chi i capelli se li tinge senza effettivamente verificare che sia vero.
Il fatto è che questa regola penso sia presente in quasi tutti gli istituti, sia pubblici (come in questo caso) che privati, del Giappone. Come viene detto nell’articolo, il tribunale da pieno valore a questa norma che, secondo quanto dicono, serve a mantenere una certa disciplina, quindi è proprio una cosa globale e quindi non riferita solamente ad un paio di istituti.
Sono due situazioni molto diverse tra loro. Nel primo caso esiste una possibilità di scelta, ad esempio nessuno obbliga una persona ad andare al McDonald's, chi ci va lo fa di sua spontanea volontà. Chi non apprezza il cibo spazzatura non è obbligato ad andarci, dato che, per fortuna, ha a disposizione diverse soluzioni alternative (ristoranti stellati, trattorie, locali di cucina etnica, ecc.).
Nel caso in questione, invece, la studentessa non ha potuto fare una scelta, poiché le è stato imposto di tingersi i capelli per continuare a frequentare quell'istituto.
P.S. Ora comincio a capire perché i personaggi degli anime abbiano i capelli dei colori più disparati.
E poi possibile che tutte le scuole fossero così? Al posto dei genitori io l'avrei tolta da una scuola del genere, che arriva persino a stravolgere la regola generale di non tingersi i capelli pur di costringere un suo studente ad essere clone degli altri!
Non lo so, non conosciamo i regolamenti interni delle scuole giapponesi una per una, quindi le nostre sono supposizioni.
Andando di logica credo che l'equazione sia qualcosa del tipo maggiore prestigio=regole ferree. Ricordo che lessi di alcuni istituti che regolamentavano anche il taglio di capelli sia per uomini che per le donne, ma vado per ricordi vaghi.
Di sicuro, anche per una mera questione statistica, ci sarà anche un cospicuo numero di istituti, soprattutto privati, con regole meno ferree e più permissive (restando sempre nei limiti di ciò che è ritenuto "accettabile" dalla loro società).
Purtroppo il Giappone è un paese pieno di eccessi sociali, e più si vuole andare in alto, più ci si deve piegare a regole assurde.
Ma infatti, cioè se fanno tante storie per dei capelli castani, praticamente allora per uno studente straniero di etnia diversa è impossibile andare a scuola? A meno che non obbligano pure a questo poverino di tingersi i capelli di nero o tipo anche mettersi delle lenti a contatto colorate marroni se ha gli occhi blu o verdi. Io davvero mi auguro che non tutte le scuole siano così severe perchè se no stanno messi davvero male!
No no, uno studente straniero forse non lo accetterebbero neppure in quella scuola! Comunque spero che la maggior parte degli istituti giapponesi sia un po' più "progressista" di questo.
Beh, statisticamente parlando ci saranno sicuramente degli istituti più permissivi nel Giappone, o almeno spero. Prendendo in considerazione anche l’altro articolo segnalato all’inizio (quello dove venivano, e vengono, vietati i rapporti amorosi tra studenti), anche nelle scuole private non scherzano, anzi, fanno anche di peggio. Come detto, è tutta una questione di percentuali e di statistica per l’appunto. Una cosa però è certa: se di casi come questi se ne sente parlare spesso, di certo non sono pochi gli istituti ad avere regolamenti diciamo “particolari” (almeno per noi occidentali).
Si lo so è che non mi aspettavo lei da grande fan quale sono si questas serie
Non ho ancora capito se la ragazza è castana o mora, questa parte è stata scritta ripetutamente male.
Ehm mi pare di essere stato abbastanza chiaro, nel caso rileggi l’articolo ^^’
Ad ogni modo sì, lei è castana (a sua detta)...
Ma poi togliendo l'assurdita della vicenda, non è possibile risalire al loro colore reale con un'analisi?
Servirebbe una marea di gente come lui per spezzare un mondo così avanzato ma allo stesso tempo per certi aspetti così retrogrado come quello nipponico.
Uno si guarda un anime e vedendo ste cose si fa una risata, ma quando poi ti ricordi che sta roba è reale viene sempre meno da ridere.
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