Riproviamoci! Dopo la delusione di Bubble che ho evidenziato con la mia recensione di qualche tempo fa, ho voluto appunto dare una nuova chance all'accoppiata Netflix / Wit Studio con un titolo che anche in questo caso era almeno sulla carta pienamente nelle mie corde. Vampire in the Garden è infatti una storia fantasy/horror sullo sfondo di una distopia piuttosto inquietante.
L'umanità è ormai sull'orlo della totale estinzione, soggiogata da una nuova razza più forte e assetata del suo sangue. Avete capito bene, d'altronde già dal titolo si evince che i vampiri sono il tema centrale di questo nuovo titolo animato e sono proprio quelli più classici visti in tante incarnazioni cinematografiche e cartacee: pallidi demoni che rifuggono la luce e dagli straordinari poteri e capacità (in primis quella di volare).
La storia in realtà parla di un'umana e una vampira, anzi la regina di una elegante aristocrazia vampirica, Momo e Fine, in fuga dalla brutale guerra tra le loro specie, tra i resti di un paese anonimo ma inconfondibilmente post-sovietico. Il loro viaggio riguarda tanto gli orrori della guerra quanto la bellezza della musica, quest'ultima totalmente bandita dal rigido governo umano, dato che qualunque suono o rumore diventa un letale richiamo per l'udito finissimo dei mostruosi nemici. E con le menti creative di Studio Wit (L'attacco dei giganti, Bubble) al timone, le animazioni e il character designer catturano immediatamente lo spettatore che non potrà non accogliere con piacere il messaggio anti-militarista che in questi mesi non risulta mai fuori moda, anzi!
Il problema è che fuori da questo seminato, nei 5 episodi di cui è composto questo titolo, resta ben poco da apprezzare, lasciando al solito quella amara sensazione di incompiutezza che ultimamente riscontro in diversi lavori fatti per la grande N rossa.
Momo, giovanissima soldatessa di basso rango nell'ultimo esercito dell'umanità (ma in realtà figlia del comandante in capo dell'esercito), non vuole e non è in grado di uccidere i suoi nemici in combattimento. Fine, al pari, è la regina dei vampiri, ma si rifiuta di bere sangue umano e sembra vivere di ricordi di una persona che non c'è più. I vampiri vivono in modo opulento in uno sfavillante splendore aristocratico, mentre gli umani sopravvivono sotto il giogo militare che proibisce severamente di impegnarsi in attività considerate vampiriche, come cantare e guardare film. Sia Momo che Fine si sentono fuori posto nei rispettivi mondi e bramano una pacifica convivenza. E così, quando si incontrano sul campo di battaglia, dopo un'iniziale diffidenza, formano un improbabile legame e partono alla ricerca del un luogo che per tutti è una pura utopia, dove si dice sia possibile la coesistenza di entrambe le specie.
A livello di spettacolo puramente visivo, le battaglie ricche di azione sono animate in modo spettacolare e le ambientazioni sono davvero affascinanti; ottimo sfondo, come dicevo, alla relazione che viene a crearsi tra le due protagoniste. In poco più di due ore lo staff porta avanti la storia a un ritmo vertiginoso, passando senza fiato da un una cruda trama di guerra a un viaggio "noi contro il mondo", in una moderna rivisitazione horror di Romeo e Giulietta. Alternando momenti carichi di intensità emotiva a emozionanti sequenze visive, la serie alla fine riesce comunque a intrattenere ma, debbo ammetterlo, non a rubare il cuore dello spettatore. Troppo pochi cinque episodi per creare una seppur minima empatia con le due protagoniste. Distratti dalla fuga continua e dalle tante scene di battaglia e inseguimento, non riusciamo a veder crescere e amare questo rapporto di solidarietà e (diciamolo) amore che Momo e Fine arrivano a provare l'una per l'altra, come rivoluzionaria sfida a chi invece impone solo l'odio reciproco.
La trama poi subisce alla fine un improvviso calo con colpi di scena piuttosto prevedibili, e antagonisti a malapena credibili fino a un finale che, seppur telefonato, resta comunque ben costruito.
Per Momo e Fine, l'unica soluzione alla guerra è non farvene parte. Nessuna delle due parti ha ragione né torto, e gli unici nemici che vale la pena combattere sono quelli che cercano di impedir loro di trovare l'agognato paradiso. In cuor loro, novelle Thelma e Louise, sanno già come finirà, ma sono disposte a combattere fino alla fine, credendo fermamente l'una nell'altra.
Dicevamo dello staff. Al character design, particolare e piuttosto ispirato, non possiamo non citare la presenza di un certo signor Tetsuya Nishio, l'uomo dietro i personaggi animati di Naruto, che ci ha regalato dei personaggi davvero particolari, con un look nostalgicamente retrò davvero ben sviluppato. Il suo lavoro è a mio avviso l'aspetto migliore di questa romantica fuga in salsa vampirica, insieme alla prova delle due doppiatrici originali, Megumi Han che interpreta Momo e Yu Kobayashi che presta la voce a Fine, due giovani non a caso al momento tra le più impiegate nel settore. Doppiaggio italiano invece non pervenuto ancora una volta come Bubble, bocciato dopo due puntate.
Ryōtarō Makihara dirige questa serie senza particolari guizzi, mentre se proprio si deve criticare qualcosa a livello di animazioni, lo si deve fare verso una CG davvero brutta e mal gestita: un pugno in un occhio per qualcosa di visivamente davvero ben fatto.
L'umanità è ormai sull'orlo della totale estinzione, soggiogata da una nuova razza più forte e assetata del suo sangue. Avete capito bene, d'altronde già dal titolo si evince che i vampiri sono il tema centrale di questo nuovo titolo animato e sono proprio quelli più classici visti in tante incarnazioni cinematografiche e cartacee: pallidi demoni che rifuggono la luce e dagli straordinari poteri e capacità (in primis quella di volare).
La storia in realtà parla di un'umana e una vampira, anzi la regina di una elegante aristocrazia vampirica, Momo e Fine, in fuga dalla brutale guerra tra le loro specie, tra i resti di un paese anonimo ma inconfondibilmente post-sovietico. Il loro viaggio riguarda tanto gli orrori della guerra quanto la bellezza della musica, quest'ultima totalmente bandita dal rigido governo umano, dato che qualunque suono o rumore diventa un letale richiamo per l'udito finissimo dei mostruosi nemici. E con le menti creative di Studio Wit (L'attacco dei giganti, Bubble) al timone, le animazioni e il character designer catturano immediatamente lo spettatore che non potrà non accogliere con piacere il messaggio anti-militarista che in questi mesi non risulta mai fuori moda, anzi!
Il problema è che fuori da questo seminato, nei 5 episodi di cui è composto questo titolo, resta ben poco da apprezzare, lasciando al solito quella amara sensazione di incompiutezza che ultimamente riscontro in diversi lavori fatti per la grande N rossa.
Trailer
Momo, giovanissima soldatessa di basso rango nell'ultimo esercito dell'umanità (ma in realtà figlia del comandante in capo dell'esercito), non vuole e non è in grado di uccidere i suoi nemici in combattimento. Fine, al pari, è la regina dei vampiri, ma si rifiuta di bere sangue umano e sembra vivere di ricordi di una persona che non c'è più. I vampiri vivono in modo opulento in uno sfavillante splendore aristocratico, mentre gli umani sopravvivono sotto il giogo militare che proibisce severamente di impegnarsi in attività considerate vampiriche, come cantare e guardare film. Sia Momo che Fine si sentono fuori posto nei rispettivi mondi e bramano una pacifica convivenza. E così, quando si incontrano sul campo di battaglia, dopo un'iniziale diffidenza, formano un improbabile legame e partono alla ricerca del un luogo che per tutti è una pura utopia, dove si dice sia possibile la coesistenza di entrambe le specie.
A livello di spettacolo puramente visivo, le battaglie ricche di azione sono animate in modo spettacolare e le ambientazioni sono davvero affascinanti; ottimo sfondo, come dicevo, alla relazione che viene a crearsi tra le due protagoniste. In poco più di due ore lo staff porta avanti la storia a un ritmo vertiginoso, passando senza fiato da un una cruda trama di guerra a un viaggio "noi contro il mondo", in una moderna rivisitazione horror di Romeo e Giulietta. Alternando momenti carichi di intensità emotiva a emozionanti sequenze visive, la serie alla fine riesce comunque a intrattenere ma, debbo ammetterlo, non a rubare il cuore dello spettatore. Troppo pochi cinque episodi per creare una seppur minima empatia con le due protagoniste. Distratti dalla fuga continua e dalle tante scene di battaglia e inseguimento, non riusciamo a veder crescere e amare questo rapporto di solidarietà e (diciamolo) amore che Momo e Fine arrivano a provare l'una per l'altra, come rivoluzionaria sfida a chi invece impone solo l'odio reciproco.
La trama poi subisce alla fine un improvviso calo con colpi di scena piuttosto prevedibili, e antagonisti a malapena credibili fino a un finale che, seppur telefonato, resta comunque ben costruito.
Per Momo e Fine, l'unica soluzione alla guerra è non farvene parte. Nessuna delle due parti ha ragione né torto, e gli unici nemici che vale la pena combattere sono quelli che cercano di impedir loro di trovare l'agognato paradiso. In cuor loro, novelle Thelma e Louise, sanno già come finirà, ma sono disposte a combattere fino alla fine, credendo fermamente l'una nell'altra.
Dicevamo dello staff. Al character design, particolare e piuttosto ispirato, non possiamo non citare la presenza di un certo signor Tetsuya Nishio, l'uomo dietro i personaggi animati di Naruto, che ci ha regalato dei personaggi davvero particolari, con un look nostalgicamente retrò davvero ben sviluppato. Il suo lavoro è a mio avviso l'aspetto migliore di questa romantica fuga in salsa vampirica, insieme alla prova delle due doppiatrici originali, Megumi Han che interpreta Momo e Yu Kobayashi che presta la voce a Fine, due giovani non a caso al momento tra le più impiegate nel settore. Doppiaggio italiano invece non pervenuto ancora una volta come Bubble, bocciato dopo due puntate.
Ryōtarō Makihara dirige questa serie senza particolari guizzi, mentre se proprio si deve criticare qualcosa a livello di animazioni, lo si deve fare verso una CG davvero brutta e mal gestita: un pugno in un occhio per qualcosa di visivamente davvero ben fatto.
Vampire in the Garden resta un prodotto fatto ad uso e consumo di una visione senza impegno e senza grosse aspettative, e anzi, da un lato meramente artistico (disegni e musiche) è anche piuttosto piacevole (orrido uso della CG a parte). Paga però quella che sembra essere la pecca di molti lavori originali svolti per la grande N rossa dello streaming: la mancanza di storie e idee che non sappiano di già visto. Pecca in cui certe lavorazioni Wit Studio sembrano piuttosto cadere di sovente. Non boccio quindi il titolo, ma resta, a mio modesto avviso, l'ennesima visione che, terminata, ti lascia poco o nulla.
Pro
- Lato tecnico molto valido
- Denuncia della guerra (per me resterà sempre un pro)
- Storia che intrattiene
Contro
- Trama poco ispirata
- La CG stona non poco con il resto delle animazioni
- Altri 5 episodi in più non avrebbero fatto male
Ottima Recensione
Non mi ha preso un gran che.
Però non condivido l'idea che sia una versione di Giulietta e Romeo in "salsa vampiresca"..la lettura ha un suo perchè, è evidente...vi sono alcune suggestioni ma appunto "suggestioni" ( c'è anche un riferimento chiaro a Thelma e Louise" volendo)
Diciamo che l'anime è un invito a riflettere sulla realtà che abbiamo davanti, a non prenderla per scontata...nell'anime i Vampiri sono bellissimi, come d'ordinanza, ma nascondono una forma mostruosa..però hanno una passione per la musica e l'arte che, agli umani di quel mondo è addirittura vietata.
La Musica è l'arte dei vampiri...
Eppure sono stati gli umani ad inventarla ed ora la hanno rinnegata.
I vampiri saranno dei mostri, ma la natura degli umani è forse ancora più mostruosa.
Certo è tutto molto cerebrale- capisco la difficoltà di provare un pò di empatia con i personaggi...
Spero però che ne facciano una seconda stagione, magari spiegando la genesi di questo mondo. Delle razze che lo abitano.
Lo spazio c'è..la regina dei vampiri è bella tosta....( e potrebbero ANCHE scegliere un'altra strada..forse ancora più interessante)
Facendo
voto totale per me 6 e mezzo..aumentabile se mi spiegano il mondo.
Come Bubble a livello tecnico non è affatto male (Bubble è ovviamente migliore sotto questo aspetto), ma in entrambi i casi sembra che si punti un po' troppo sull'azione, dimenticandosi che serve focalizzare anche altri aspetti. Se mi vuoi tirare fuori un finale come quello di Vampire in the Garden (che non mi è piaciuto molto, avrei preferito una cosa diversa), mi devi far sentire molto di più per questi personaggi, invece di farmi chiedere "ma perché sta gente non se ne va a cagare invece di inseguire 'sta poraccia?"
Anche secondo me qualche episodio in più sarebbe stato ben accetto, vedere più in dettaglio il rapporto tra le 2 ragazze crescere per poter creare quel legame emotivo per loro con chi guarda lo show.
Per me qui c'erano tutte le potenzialità per creare un piccolo goiellino, ma le han sprecate. Di nuovo.
Che è mediocre, esattamente come quello di Bubble, secondo me.
Probabilmente mi piacera'!
Scherzi a parte, messo in lista, voglio provarlo
E non capisco manco il perché devo ammettere.
La durata non può essere la causa, ci sono film e pure video da 5 minuti che ti fanno empatizzare di più con i personaggi.
PS: ma siamo sicuri che a sti vampiri faccia male il sole? Perché non si direbbe.
Boh, un'occasione veramente sprecata!
P.S. sul doppiaggio temo sia un prezzo da pagare alle produzioni Netflix. Gli mettono troppa fretta.
Un problema da affrontare a parte però.
Ma alla fine hai centrato il punto, se dovesse esserci un continuo dove spiegano i vari misteri sicuramente la serie ne guadagnerebbe... (essendo un'opera non adattata non possiamo scoprirlo da altre fonti, non possiamo approfondire) ma così.... è solo un peccato. (Sono cinque episodi e fino all'ultimo credevo ne fossero dieci).
Peccato perché aveva del potenziale, a me le storie sui vampiri intrigano sempre.
Per passatempo può essere guardato poi ovvio che ha dei difetti, ma ci si può passare tranquillamente sopra.
Sinceramente mi mancano i tempi in cui i vampiri erano demoni spaventosi, non sopporto più di vederli ritratti come fighi della Madonna e poverelli incompresi...
Da quel che ho visto io, più che il doppiaggio, il vero problema sono i "testi" che vengono usati che per qualche motivo sono diversi dai sottotitoli sia italiani che ingelsi (che sono fatti bene), e spesso totalmente inventati e insensati.
Non che sia una novità, ci sono castronerie simili anche nei doppiaggi delle serie di Prime Video e Mediaset.
Essendoci di mezzo lo stesso studio di doppiaggio che ha fatto Jojo e Bubble a questo punto penso che sia proprio una questione di budget. Non siamo ai livelli di Record of Ragnarok ma nel 2022 è davvero triste vedere questi lavori
Ma.. forse è così ma non credo sia solo un problema di questo o quel studio di doppiaggio, ma invece del doppiaggio in sé, visto che bisogna adattare i dialoghi al labbiale capita che i testi vengano modificati anche pesantemente. È la normalità, soprattutto negli anime.
In questo caso però ci sono davvero troppi cambiamenti, anche quando le bocche dei personaggi non sono visibili.
Capisco quello che dici, non ho avuto il piacere di fare in questo caso un confronto con l'originale, ma lo feci con gli episodi trasmessi della sesta serie di jojo.. dove i dialoghi erano, in alcune scene, completamente inventati. Ma se non fai un confronto è difficile che te accorgi puoi solo notare che qualcosa stoni nel contesto. Non è il doppiaggio inteso come le voci, che sono in generale buone, ma chi cura i dialoghi, l'adattamento, che a volte è (imho) davvero pessimo.
Boh, a me le voci sembravano quasi tutte uguali... forse soffro di reverse racism.
Ma il tutto risulta un po' poco credibile e forzato, tutti questi scontri con morti e morti per seguire 2 ragazzine in fuga, poco importa il loro ruolo nel mondo, comunque sostituibile. Dal mio punto di vista poco crebile. E poi il tutto mi risulta un po' sottotono, nel senso, fatico a trovare un personaggio caruismatico che mi prende e mi faccia davvero tifare per lui.
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