In occasione dell’uscita del volume monografico Yoshiyuki Tomino & Gundam – Il grande affresco animato dello Universal Century, edito da Xpublishing, abbiamo avuto l’occasione di fare quattro chiacchiere con l’autore, Jacopo Mistè.

Kotaro: Presentati ai nostri utenti.

Jacopo Mistè: Già partiamo male…
Jacopo Mistè, nato il 15 aprile 1987 a Camposampiero, nerd di lunghissima data, grande appassionato di cinema e anime, nerdaiolo e birraiolo, amante delle serie robotiche d’autore, specialmente quelle Sunrise degli anni ottanta. Non faccio invece assolutamente parte della "Generazione Goldrake", trovo gli anime robotici di quegli anni invecchiati malissimo col loro schematismo tokusatsu, i personaggi ultra manichei, la ripetitività delle situazioni… detesto profondamente quel modo di fare animazione, che d'altronde si rivolgeva ai bambini delle elementari.

 

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K: Come mai hai deciso di scrivere un libro su Gundam?

J: Gundam negli anni settanta ha distrutto finalmente una volta per tutte il “super robot”, ha “spaccato" l'animazione robotica. Tomino è stato uno dei pochi registi a inquadrare l’animazione non come una bambinata facilotta da realizzare senza impegno ma come un modo alternativo di fare cinema. Del resto lui voleva entrare nel mondo del cinema ma fallì l'esame di ammissione, quindi finì per necessità nei cartoni animati.

K: Ah ah!

J: Ha avuto Miyazaki e Takahata come mentori su Heidi e loro gli hanno insegnato a trattare i bambini come se fossero degli adulti e ad usare le tecniche registiche anche negli anime, quindi con Gundam ha voluto rendere “artistico” e cinematografico il genere e lo ha rivoluzionato apportando un sacco di innovazioni.
Ho scelto di fare un libro su Gundam perché in Occidente non esiste niente del genere e volevo essere l’unico a fare una roba fighissima ed epocale.

K: Ah ah!

 

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J: In Giappone chiaramente esistono tonnellate di saggi su Gundam e anime mecha, ma fortunatamente quasi nessuno sa il giapponese quindi io posso fare il figo in Italia!
Questo è, dicevo, il libro più autorevole mai pubblicato in Occidente su Gundam. Lo dico perché tutti gli altri libri potenzialmente interessanti li ho già comprati e letti e non sono granché. Tutti si focalizzano solo su cenni sulle trame, qualche curiosità e poco altro. Con tanto spazio a immagini e gunpla ma pochissimo su retroscena e analisi.
Ci sono dei saggi occidentali sull’animazione giapponese fatti anche molto bene, ma sono pochi: giusto quei due o tre pubblicati da Yamato Video negli anni novanta, quelli di Prandoni e Saburo Murakami. Ma per il resto non c’è una grande saggistica strapiena di retroscena e fonti che è quella che cerco e realizzo io. In Italia non c’è niente, in America va meglio ma sono sempre libri su Miyazaki, Oshii, Evangelion e le solite cose. Su Gundam quasi nulla nonostante l’America sia il più grande mercato anime al mondo e lì sia arrivato tutto lo scibile gundamico animato. Infatti, ho scritto Yoshiyuki Tomino & Gundam anche con l’intento di pubblicarlo in America.

K: Wow!

J: Quando dico che il mio libro è il più autorevole mai pubblicato… è così, è oggettivamente un capolavoro!

K: Sono parole tue, eh? Io non c’entro niente, sono solo l’intervistatore e non voglio responsabilità…

J: E’ veramente la Bibbia sui Gundam dell’Universal Centuty…

K: No, ma continua pure a vantarti, ah ah!

 

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J: Questo libro è il primo di una trilogia dedicata unicamente alle serie animate Universal Century. Ci saranno le analisi di tutte le serie ambientate in questa linea temporale che è la più famosa e iconica. Originariamente il progetto doveva essere in due parti ma adesso sarà in tre.

K: A chi si rivolge questo libro?

J: Mi piacerebbe dire che si rivolge a chiunque, ma non è così. Il target sono chiaramente coloro che conoscono già Gundam, gli appassionati della saga. I lettori occasionali non sarebbero interessati, sulla copertina non si vede nemmeno il Gundam! Non l’abbiamo messo per problemi di diritti, c’è solo la sua sagoma nera che abbiamo messo dietro la foto di Tomino, per simboleggiare in modo figo e concettuale l’oppressione che il mobile suit bianco ha rappresentato a lungo tempo per lui. Il libro è diretto a chi sa chi è Tomino e sa cosa è Gundam. E’ un libro che analizza Gundam dal punto di vista della narrativa e della continuity. L'appassionato troverà qui tutto ciò che può desiderare, per ogni opera presa in esame c’è un dettagliatissimo riassunto di sette-otto pagine aggiornato alla più recente continuity, dal momento che ogni nuova serie cambia sempre qualcosina o effettua qualche retcon. Apro una parentesi: Gundam non è come Star Wars, dove i film sono sempre dogmi intoccabili da rispettare a ogni costo. In Gundam, Sunrise e Bandai se ne fregano e rimaneggiando spessissimo la lore. Ad esempio, nella prima serie del 1979 viene detto che il Gundam e gli altri due modelli del Progetto V sono i primi Mobile Suit mai costruiti dalla Federazione Terrestre in risposta agli Zaku di Zeon, mentre a oggi, nel 2023, la continuity ci dice che già usava in guerra mobile suit e tralaltro un sacco di modelli di Gundam venivano usati in campi di battaglia diversi dello stesso conflitto. La continuity viene continuamente rimaneggiata a ogni nuovo prodotto che esce.

 

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K: Anche perché non li fa tutti Tomino, giusto?

J: No, no. Tomino è co-proprietario del franchise a livello di proprietà intellettuale, ma il grosso delle decisioni le prendono Sunrise e soprattutto Bandai, che deve spingere le vendite dei modellini perciò rimette mano alla mitologia diecimila volte. Il mio libro cerca di essere aggiornatissimo alla continuity attuale. Almeno fino al film Narrative del 2019, che è il mio attuale punto di arrivo (dopo si vedrà se proseguire con un eventuale volume 4).

K: Dovrai lavorarci tutta la vita e riaggiornarlo per sempre!

J: Sarà terribile!
Comunque per ogni opera c’è la trama super dettagliata, aggiornata alla continuity più recente integrando informazioni da manga, romanzi, CD Drama, videogiochi etc., per esplorare tutte le ramificazioni della storia e del setting, quello che non trova spazio negli anime. Negli anime infatti viene detta solo la metà delle cose di ogni conflitto, l’altra metà è ripartita in altri media... Gundam a un certo punto è diventato una saga e ha rinunciato ad essere comprensibile solo come serie animata: per ogni produzione che andava in onda uscivano in contemporanea un sacco di cose su altri formati che ampliavano la storia e la spiegavano più in profondità, magari chiudendo certe sottotrame dimenticate in TV. Sin da Z Gundam del 1985 la saga è diventata multimediale. Il mio libro cerca appunto di integrare tutto in modo uniforme, in modo che sia comprensibile anche e soprattutto per chi non sa il giapponese e non ha accesso a ciò che viene detto o scritto nei prodotti extra anime.


K: Questa è una buona cosa.

 

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J: Ovviamente dopo i riassunti segue l’analisi del prodotto con la sua lunga genesi produttiva. Ci sono tantissime informazioni e retroscena ricavati da tonnellate di interviste rinvenute ovunque: su riviste occidentali e giapponesi, su saggi, in giro in internet (ma inserite solo se è ben specificata la fonte d'origine!), addirittura in booklet di CD musicali... Molte informazioni tradotte dalla buon’anima di Cristian Giorgi, alcune anche da te. Ma in questo primo volume avrai poca gloria, sarai più presente nel secondo volume e su Guida ai super e real robot in versione aggiornata che uscirà ad agosto.

K: Non pensavo che Gundam fosse così famoso in Italia da potergli dedicare un libro.

J: Come in Giappone, solo la prima serie in realtà è davvero famosa e conosciuta.

K: Non pensavo lo fosse al livello di Mazinga o Evangelion.

J: Non al livello di Evangelion, ma a livello di Mazinga secondo me sì. Anche i fan di Mazinga alla fine sono rimasti molto legati all’unica volta che da piccoli hanno visto la loro serie in TV, innamorandosene. Non è stato mai più replicato, proprio come Gundam. La differenza è che, opinione mia, la maggior parte degli adulti oggi non riguardano il Mazinga che hanno visto da piccoli, ma Gundam sì.

 

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K: Ecco, mi sembra che sia stato trasmesso molto poco rispetto ad altre opere che sono state programmate molto più a lungo, come i robot di Nagai, Daitarn 3 o Daltanious, quindi credevo fosse meno famoso.

J: Beh, in Italia è uscito sia DVD che poi in BD, quindi vuol dire che il suo zoccolo duro l’ha comprato.
Gundam in Italia è una nicchia, ma penso che potrebbe sostenere questo mio secondo libro più di quanto abbia sostenuto il primo, che era sull’animazione robotica in generale e ha avuto comunque un buon successo.

K: Te lo auguro!

J: Gundam per quanto riguarda gli anime è un evergreen, uno di quei titoloni che piace a tutti, anche a chi disprezza i robottoni. Uno di quei capolavori senza età come Heidi, Yamato, L'isola del tesoro, Lady Oscar... Peccato non siano arrivati buona parte dei suoi seguiti.

K: E come mai invece, secondo te, non arrivano in Italia?

J: Mi hai preso alla sprovvista con questa domanda… beh, non sono arrivati perché Sunrise non ci vedeva di buon occhio all'epoca. Ho un’intervista fatta a Sunrise da Federico Colpi (in un vecchio numero di Mangazine) in cui l’addetto alle relazioni estere dello studio diceva che se un paese estero vuole investire su Gundam deve farlo seriamente, portando gli anime e anche tutto il merchandising a lui legato, come volumi d’illustrazioni e altre cose che il mercato italiano degli anni ottanta non poteva sostenere. Ma soprattutto Sunrise era disgustata dal fatto che Gundam e Zambot 3 erano stati trasmessi in Italia senza pagare i diritti e su Japan Magazine erano arrivati, piratati, gli anime comics del film Gundam F91. Non volevano quindi investire nel nostro mercato, quindi per tutti gli anni ottanta abbiamo avuto una sorta di embargo da parte dello studio. Quando questo è scaduto, ossia con i contratti legali della prima serie, di Wing e di Z, ormai era troppo tardi per recuperare. Per un motivo o per l'altro (sfiga per la prima serie, Z trasmesso nei canali a pagamento e Wing che è lo schifo che è) queste serie non hanno il successo preventivato e il capitolo di Gundam in chiaro nelle televisioni italiane si è chiuso definitivamente. Solo la prima serie rimane famosa, per via di quelli che l’hanno vista in TV negli anni ottanta. Le altre non sono conosciute dal pubblico generalista ma solo dagli appassionati. Talvolta si è provato a portare in home video le serie inedite, ma i diritti costano carissimi e non c’è mercato, anche perché nessuno vuole trasmetterle in TV in modo da fare da traino. Chi come me ama la saga, ormai la guarda in giapponese con i sottotitoli in inglese. Io ho tutte le serie di Gundam in Blu-ray in versione americana o inglese.

 

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K: Vuoi aggiungere qualcos’altro sul libro?

J: Si troveranno molti riassunti di importanti opere non animate. Fumetti, videogiochi, romanzi... Spesso anche racconti pubblicati su mook o riviste di settore (come Newtype e Animage) da parte degli staff degli anime: vicende che raccontano side story o prequel focalizzati su alcuni personaggi conosciuti in TV.
Soprattutto, una delle cose di cui sono più orgoglioso è il gigantesco capitolo su Gaia Gear, ossia un Gundam “apocrifo” scritto da Tomino quando non era ancora co-proprietario dei diritti del brand. Quando la saga era apparentemente conclusa col film Il contrattacco di Char, Tomino si era messo a scrivere su Newtype per diletto un romanzo a puntate che poi sarebbe stato raccolto in cinque volumi. Racconta di un clone di Char Aznable che guida una nuova resistenza indipendentista contro la Federazione Terrestre che si è “fascistizzata”. È un po' la trama di Z Gundam, ma spostata ulteriormente nel futuro e con molte diramazioni. È una figata di thriller con intrighi politici, atmosfere adulte e cupissime, eroi che soffrono come matti e temi scomodi come un cattivo suprematista bianco che compie pulizie etniche e costringe le donne ad abortire.

 

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Gaia Gear ha avuto un grande successo sulla rivista nonostante fosse apocrifo. Lo è palesemente perché i Mobile Suit si chiamano qui Man-Machine e alcuni elementi del passato di Char e delle guerre indipendentiste sono diversi rispetto a come li si è conosciuti negli anime. Tomino ha fatto questi cambiamenti per non avere guai legali, ma il successo di Gaia Gear ha fatto comunque diventare questi libri per una spina nel fianco per Bandai e Sunrise. Molti lettori chiedevano infatti se era canonico o no con gli anime e i dubbi si erano moltiplicati quando la storia è stata poi adattata in uno sceneggiato radiofonico in 26 episodi con tanto di sigla, rumoristica e seiyuu degli anime gundamici che doppiavano i dialoghi dei personaggi. A questo punto la mannaia di Sunrise e Bandai è calata e lo hanno condannato a una damnatio memoriae, a non venire mai più nè ristampato nè distribuito. Ma rimane un capolavoro. Io ho messo il riassunto dei romanzi e quello dello sceneggiato radiofonico, che mi sono sciroppato tradotto amatorialmente in inglese. Questa è una delle esclusive del mio libro. Ho anche un breve riassunto del Bagliore di Hathaway che spoilererà il finale della trilogia filmica attualmente in lavorazione, quella di cui è uscito il primo lungometraggio su Netflix.

 

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Trovano spazio anche altre chicche come il soggetto di Gundam ZZ prima che venisse trasformato da Tomino in una serie comica. O la traduzione in italiano del soggetto di Crossbone Gundam prima che venisse rilavorato nel manga che conosciamo. Rispondo poi a domande che il fandom occidentale si è sempre fatto, tipo da dove salta fuori Sayla in ZZ o del perché Char diventa un mostro sanguinario ne Il Contrattacco di Char nonostante fosse un buono in Z Gundam. Tutti dicono che il suo voltafaccia è incoerente… sì, per chi ha visto solo gli anime, ma all'epoca c'era materiale extra anime che te lo anticipava spiegandoti la sua involuzione.
Insomma il mio libro ha tutto ciò che un fan di Gundam possa desiderare per conoscere tutto delle storie, dei personaggi e delle evoluzioni narrative di quell'universo, è la Bibbia di Gundam in Occidente. Ovviamente, se sai il giapponese hai molte altre fonti e libri a cui rivolgerti, ma se non lo sai o compri il mio libro o ti attacchi!

K: Io so già la risposta a questa domanda, ma i nostri utenti no, perciò voglio sapere qual è la tua serie preferita.

J: Di Gundam?

K: Se vuoi puoi anche dirmi qual è la tua serie preferita di Sailor Moon, ma intanto stiamo parlando di Gundam

 

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J: Z Gundam.

K: Ecco, era la risposta che mi aspettavo.

J: È un capolavoro. Non ha innovato niente nel suo genere ma è un capolavoro lo stesso, a te piacerebbe da matti. Ha dei personaggi super carismatici e memorabili, i disegni sono meravigliosi, le animazioni degne di un OVA, le musiche cupissime, orchestrali e fantastiche, la storia è avvincente e strapiena di intrighi politici come piacciono a me. Non c’è motivo per cui tu non debba amare Z Gundam, è bellissimo!

K: Ci sono due parole (intrighi politici) là in mezzo che non mi convincono tanto…

J: No, no. È bellissimo! C’è talmente tanta carne al fuoco che sarebbero stati necessari 70 episodi per raccontare tutto bene, invece ne abbiamo 50 strapieni di colpi di scena e avvenimenti, sembra di averne visti 100 da quanta roba accade. Una storia articolatissima. E poi, come piace a me è cupissimo, opprimente, truce. È come Ken il guerriero! Se ami Ken il guerriero non puoi non amare Z Gundam, ti affezioni ai personaggi, soffri quando crepano… è una meraviglia! E’ carisma puro!

K: Spero che mi piacerà.

J: Se mi chiedi cosa consigliare ai neofiti di Gundam per cominciare…

K: Non ci avevo pensato, ma mi fa comodo come domanda…

J: Ti direi guardate la prima serie di 43 episodi.

K: Anche perché le altre sono tutte sequel di quella, no?

J: Sì. Poi bisogna vedere il terzo film riassuntivo della prima serie, solo il terzo, i primi due sono una buona sintesi ma il terzo è la versione migliorata degli ultimi dieci episodi che erano stati disegnati male perché il direttore dell'animazione principale, Yoshikazu Yasuhiko, era ricoverato in ospedale all’epoca. Il terzo film è stato disegnato e animato divinamente ad altissimo budget, è imprescindibile. Poi bisogna guardare Z che è il seguito perfetto, ZZ che nonostante i suoi ovvi problemi chiude tante cose lasciate insolute da Z

 

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K: Quali sono i suoi ovvi problemi?

J: Che è stato adattato per un pubblico di bambini delle elementari perché pensavano di coinvolgerlo ad acquistare Gunpla, ma gli ascolti si sono abbassati ancora di più. Z nonostante sia un capolavoro è stato più o meno un flop in Giappone, piaceva agli otaku ma il grande pubblico l’ha snobbato alla grande e aveva degli ascolti veramente bassi rispetto a quelli della prima serie, le cui repliche avevano una media di share del 14%. Z aveva la media del 6%. E’ amatissimo da chi lo ha visto, ma l’hanno visto in pochi. ZZ ha cercato di correggere il tiro e l’hanno reso meno cupo, meno opprimente e più divertente e solare sperando di farne una hit per i piccoli... ma non è stato così. Alla fine hanno perciò provato a chiudere definitivamente la saga con il film Il contrattacco di Char. Ma contro le aspettative ha avuto un ottimo successo e quindi hanno continuato ancora, e ancora, e ancora... E ancora proseguono! Il contrattacco di Char è un film bellissimo ma non è stato capito in Occidente, poiché bisogna leggere le dichiarazioni di Tomino per capirlo. E’ un film che piace da morire a Mamoru Oshii, Hideaki Anno, Hayao Miyazaki, piace a tutti i big del Giappone, infatti sono anche stati intervistati in proposito su una famosa doujinshi. Il contrattacco di Char è una specie di conclusione della saga diretto da un Tomino in splendida forma e per me è un top assoluto nonché il punto ideale per fermarsi con Gundam se ci si vuole limitare a quelli davvero essenziali. E’ un film che parla della rovinosa caduta dei Newtype e della caduta degli idealismi di Tomino. Il senso del film è sintetizzato dal bagno di sangue che racconta: i Newtype non si sono rivelati migliori degli oldtype, non sono la razza eletta: sono un uguale fallimento, esattamente come gli spettatori del film cresciuti da piccoli guardando la prima serie.

 

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K: Che ne pensi invece di Witch from Mercury, la serie attualmente in onda?

J: Ah ah! Veramente vuoi farmi una domanda su questo? Nel libro non ne parlo…

K: Lo so, ma essendo la serie in onda attualmente penso sia interessante una tua opinione al riguardo.

J: Beninteso che non si può giudicare come un’opera ambientata nello Universal Century perché è ambientata in un'altra epoca storica. Comunque la trovo deludente. In molti mi dicono che in Giappone sia un successo, ma per me non c’è nessun motivo per esaltarsi. E’ una serie totalmente per otaku, ma gli otaku peggiori di quelli degli anni ottanta, quelli che che si eccitano con le bambine, con lo yuri…

K: Eeh, ma il tuo amato Dunbine non aveva la fatina per questo motivo?

J: Sì, ma quella fatina aveva un ruolo totalmente irrilevante.

K: Eh, non lo so, nell’ultima puntata è molto importante…

J: E’ vero, ma com’è caratterizzata è insignificante come personaggio. In Witch from Mercury invece sono tutti importanti e sono caratterizzati in maniera irritante, per seguire le solite mode otaku. Comunque, il vero problema della serie è che è tutta figlia del successo di Code Geass e di queste serie robotiche strapiene di colpi di scena inverosimili. E’ una serie inverosimile in tutto: i rapporti tra i personaggi, le reazioni psicologiche, la scena degli investitori che decidono sull'onda del momento e senza consultarsi con nessuno di finanziare la creazione di una mega-azienda... E’ tutta farina del sacco di Ichiro Ohkouchi, lo sceneggiatore che d'altronde ha scritto (e mi sembra co-creato) Code Geass. Per colpa sua si è creata questa moda bruttissima in cui gli anime robotici sono usati per raccontare storie dal realismo inesistente votate a un intrattenimento basato su colpi di scena e cliffhanger tanto spettacolari e teatrali quanto fuori da ogni realtà, dove conta l'effetto "wow" del momento e basta. Un approccio che non succedeva nei Gundam di Tomino e nelle serie Sunrise d'autore degli anni ottanta e novanta. Dopo Code Geass s'è creata questa moda che ci siamo portati appresso su Valvrave, su Guilty Crown e su tutte le altre serie altrettanto stupide scritte sempre da Ohkouchi! Purtroppo anche Witch from Mercury ne fa parte. E’ una serie che sì, si fa guardare, al massimo è caruccia, ma è campata in aria, non riesco a prenderla seriamente. Spero di non doverne mai parlare, anche se il mio sogno nel cassetto è di scrivere anche un libro sulle serie non Universal Century e in quel caso dovrei farlo.

K: E dovresti parlare di Wing, già immagino la gioia che provi…

J: Sì, guarda…

 

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K: Quando uscirà il libro?

J: Sarà in anteprima al Romics, poi uno o due mesi dopo sul mercato ufficiale.
La tiratura non sarà altissima, quindi sbrigatevi a prenderlo, così venderà e ci saranno più possibilità di pubblicare il volume 2 che è già stato scritto. Ho chiesto al grafico della XPublishing di mettere in evidenza il numero “1” sulla copertina in modo da invogliare a comprare anche l’eventuale secondo.

K: Il libro sarà dunque presentato in anteprima al Romics…

J: Sì, sabato 1 aprile alle 16 ci sarà un evento e sarà possibile comprare il libro in anteprima. Costa 28 euro, che non sono pochi ma neanche tanti, dai, se rinunciate a una cena ce la potete fare...

K: Eeh, con la cena ci campi, col tuo libro no…

J: Non capisci niente!
È anche uscito in un’edizione brossurata, con una bella carta, le alette, sarà anche bello da esporre in libreria nel caso non voleste leggerlo! Per fare una porca figura e passare come intellettuali!

K: Ti ringraziamo per l’intervista, ti salutiamo e ci vediamo al Romics!