Negli ultimi anni gli studi di animazione hanno aumentato i contenuti violenti ed erotici nei loro anime, questo è dovuto alla richiesta dei fan, i quali desiderano che gli anime siano il meno censurati possibile rispetto alla controparte cartacea. Gli studi che evitano la censura sono spesso elogiati, ma l’inclusione di temi controversi spesso provoca la mancata trasmissione in alcuni paesi.
Il famoso regista Mamoru Oshii (Ghost in the Shell) ha recentemente rilasciato un’intervista di 30 minuti al sito web CINRA e, tra le cose dette, ha affermato che il successo recente dell’animazione giapponese è dovuto al fatto che non si tira indietro nel mostrare contenuti violenti ed erotici.
La prima cosa chiesta ad Oshii durante l’intervista, è la sua visione sulla differenza tra anime artistici ed anime creati solo per fare soldi. Il regista ha risposto che c’è una netta differenza tra i due: gli anime artistici non possono mai essere utilizzati a fini commerciali e solo chi ama l’arte apprezzerà questo tipo di prodotto. Ha anche detto che l’animazione artistica è nata in Europa ed è iniziata grazie a singoli individui e non a grandi aziende. Gli anime commerciali sono invece privi di ispirazione e comportano costi molto elevati. Ha spiegato che una serie TV necessita di un team di 200 persone, mentre per un film serve coinvolgere migliaia di persone per 2-3 anni. Questo onere finanziario rende evidente che questi titoli non possono essere prodotti solo sulla base dell’ispirazione di un singolo autore, rischiando la potenzialità creativa per favorire il successo commerciale.
Oshii successivamente ha descritto tutto quello che avviene nell’industria dell’animazione come “un mondo di erotismo e violenza”. Dice che la maggior parte dei budget sono dedicati all’animazione di belle ragazze, robot, battaglie e scene di lotta; pertanto gli anime sono pieni di erotismo e violenza e questi ne sono diventati il principale motivo di vendita. Il regista con l’espressione “erotismo e violenza” fa riferimento al film Pierrot Le Fou e successivamente ha aggiunto che potrebbero esserci pregiudizi su questa affermazione a seconda del tempo o dell'epoca in cui viviamo. Tuttavia, l’essenza degli anime commerciali è in definitiva "erotismo e violenza".
Oshii ha continuato affermando che gli anime commerciali devono produrre profitti e questo è possibile soltanto seguendo il trend corrente della community di appassionati di animazione. Ma proprio per questo motivo non potranno essere eterni e avere un messaggio artistico, cosa in cui invece eccellono gli anime artistici. Anche questi ultimi devono naturalmente produrre profitti, ma il regista afferma che esiste una chiara distinzione tra anime commerciali ed artistici, al di là delle differenze nei media o nelle preferenze dei consumatori.
Oshii ci esorta inoltre a riflettere sul motivo per cui alcune serie favorite dai fan come Neon Genesis Evangelion o Mobile Suit Gundam non hanno mai ricevuto alcun premio. Ci dice che l'approccio artistico è più apprezzato e preferito nelle grandi cerimonie di premiazione come Annie Awards o Annecy Animated Film Festival.
Il regista ha poi citato il suo film Jin-Roh - Uomini e lupi definendolo come un progetto commerciale, ma che è stato menzionato all’Annecy Animated Film Festival perché conteneva alcuni elementi d’autore. Il film ha raggiunto a malapena la menzione al premio ma questo non l’ha rattristato, anzi per questo motivo sostiene che in Europa si preferiscono gli anime artistici a quelli commerciali.
Fonte consultata:
Animesenpai
Il famoso regista Mamoru Oshii (Ghost in the Shell) ha recentemente rilasciato un’intervista di 30 minuti al sito web CINRA e, tra le cose dette, ha affermato che il successo recente dell’animazione giapponese è dovuto al fatto che non si tira indietro nel mostrare contenuti violenti ed erotici.
La prima cosa chiesta ad Oshii durante l’intervista, è la sua visione sulla differenza tra anime artistici ed anime creati solo per fare soldi. Il regista ha risposto che c’è una netta differenza tra i due: gli anime artistici non possono mai essere utilizzati a fini commerciali e solo chi ama l’arte apprezzerà questo tipo di prodotto. Ha anche detto che l’animazione artistica è nata in Europa ed è iniziata grazie a singoli individui e non a grandi aziende. Gli anime commerciali sono invece privi di ispirazione e comportano costi molto elevati. Ha spiegato che una serie TV necessita di un team di 200 persone, mentre per un film serve coinvolgere migliaia di persone per 2-3 anni. Questo onere finanziario rende evidente che questi titoli non possono essere prodotti solo sulla base dell’ispirazione di un singolo autore, rischiando la potenzialità creativa per favorire il successo commerciale.
Oshii successivamente ha descritto tutto quello che avviene nell’industria dell’animazione come “un mondo di erotismo e violenza”. Dice che la maggior parte dei budget sono dedicati all’animazione di belle ragazze, robot, battaglie e scene di lotta; pertanto gli anime sono pieni di erotismo e violenza e questi ne sono diventati il principale motivo di vendita. Il regista con l’espressione “erotismo e violenza” fa riferimento al film Pierrot Le Fou e successivamente ha aggiunto che potrebbero esserci pregiudizi su questa affermazione a seconda del tempo o dell'epoca in cui viviamo. Tuttavia, l’essenza degli anime commerciali è in definitiva "erotismo e violenza".
Oshii ha continuato affermando che gli anime commerciali devono produrre profitti e questo è possibile soltanto seguendo il trend corrente della community di appassionati di animazione. Ma proprio per questo motivo non potranno essere eterni e avere un messaggio artistico, cosa in cui invece eccellono gli anime artistici. Anche questi ultimi devono naturalmente produrre profitti, ma il regista afferma che esiste una chiara distinzione tra anime commerciali ed artistici, al di là delle differenze nei media o nelle preferenze dei consumatori.
Oshii ci esorta inoltre a riflettere sul motivo per cui alcune serie favorite dai fan come Neon Genesis Evangelion o Mobile Suit Gundam non hanno mai ricevuto alcun premio. Ci dice che l'approccio artistico è più apprezzato e preferito nelle grandi cerimonie di premiazione come Annie Awards o Annecy Animated Film Festival.
Il regista ha poi citato il suo film Jin-Roh - Uomini e lupi definendolo come un progetto commerciale, ma che è stato menzionato all’Annecy Animated Film Festival perché conteneva alcuni elementi d’autore. Il film ha raggiunto a malapena la menzione al premio ma questo non l’ha rattristato, anzi per questo motivo sostiene che in Europa si preferiscono gli anime artistici a quelli commerciali.
Fonte consultata:
Animesenpai
Lol, no. Li preferiscono giusto gli elitisti che son quattro gatti
Di base è corretto quello che dice, ma mi pare ovvio che se un azienda vuole vivere deve guadagnare, e per guadagnare deve vendere ciò che il pubblico vuole. Se sono un azienda alimentare che vuole vendere in arabia saudita, non mi metto a produrre salamelle, ma pesce in scatola.
Poichè l'animazione giapponese è meno soggetta ai diktat "censori per non turbare tizio e caio" viene vista come più libera e seguita maggiormente. Ma il successo che hanno non è solo dovuto a quattro tette e una battaglia, ma anche a personaggi non piatti e a storie articolate (non sempre riuscite, non sempre apprezzabili), non sempre riesce, spesso si vuole esagerare, ma mediamente non mi sembra che sia così spinto come Oshii pare dica.
P.S.
Toglietegli il sakè
Quindi se una serie artistica acquisisse popolarità per qualsivoglia motivo cominciando a macinare soldi smetterebbe di essere artistica diventando esclusivamente commerciale?
Mi pare una fesseria.
Invece sul fatto che "l'essenza" dei commerciali possa essere composta da violenza e/o erotismo potrei anche essere d'accordo, ma è comunque un modo di porre la cosa estremamente riduttivo.
Detto questo qualcuno cortesemente mi trovi un metodo per distinguere questi due "gruppi" di anime che non sia veicolato da pregiudizi, gusti personali, popolarità e guadagno della serie.
Ma infatti parla dell'industria degli anime in generale, non di questo o quell'altro anime in particolare che abbiamo apprezzato.
Certo, non esiste un metodo univoco, ma attenzione, questo non significa che non si possano fare delle distinzioni e mettere tutti gli anime allo stesso livello artistico. Banalmente, mi pare evidente che un Ghost in the Shell non possa essere accostato ad Ikkotousen ahaha
Da una parte, potrebbe avere ragione visto che, almeno per il momento, l'animazione giapponese continua a offrire erotismo e violenza (ovviamente non tutti gli anime sono erotici e/o violenti!) o serie senza censure. Inoltre, da quel che ho visto su Reddit e su twitter, i threads degli annunci anime Shounen/seinen con "fanservice",ecc, ma anche serie Girls love (STRANAMENTE la maggior parte dei fans nei threads di questo tipo sono maschi XD) ottengono una marea di upvotes/likes (facilmente oltre i 5000 e 10000) e premi, e sono anche quelli più commentati. Mentre, per quanto riguarda serie Shoujo, Josei e Boys love, ma anche shounen e seinen MOLTO più "soft", è già un miracolo se ottengono un thread personale, e, nei migliori dei casi, hanno al massimo 20 commenti e 300-500 upvote/likes al massimo.
Tuttavia, dall'altra non credo che violenza ed erotismo siano gli unici motivi del successo degli anime. Serie come Spy x Family e Blue Lock hanno avuto un grandissimo successo anche al di fuori del Giappone, e di violenza e contenuti erotici non ne ho visti (prima che qualcuno lo chieda, dubito fortemente che la scena del bagno in Blue lock sia la chiave del successo della serie, anche se l'ho apprezzato non poco ahah)
Alla fine però credo che lui abbia ragione. Da quel che vedo, la maggior parte dei fans di anime e manga al di fuori del giappone (ma anche lì, penso) sono uomini e, in genere, questi tenderanno ad apprezzare shounen/seinen con contenuti violenti e sessuali (basti pensare a come molti al di fuori del Giappone elevano Mushoku tensei a capolavoro della storia) e GL (per via del feticismo,ecc), sfortunatamente per chi desidera più shoujo, josei, BL o serie soft in generale (come il sottoscritto)
Creare un film o un anime senza pensare al Dio Denaro ma considerando solo l''amore per l'arte, non esiste. Ci sta che alcune opere a prescindere dall'apprezzamento del pubblico possano poi essere considerate dei capolavori (ma è sempre molto soggettiva, la cosa), ma da qui a crearle di proposito ce ne passa.
Secondo me stai confondendo due piani.
Un conto è fare un anime "artistico" con la convinzione e/o speranza di piacere al pubblico e comunque creare un profitto.
Altro è un anime che nasce con il prevalente scopo di appagare certi desideri della massa di appassionati ed è costruito ad hoc per quel motivo.
Violenza e sesso sono due pulsioni primordiali negli esseri umani, è normale quindi che le persone ne vadano costantemente in cerca nell’arte, anche solo come esperienza catartica (e per fortuna, piuttosto che vengano sfogate nella vita reale, la violenza per lo meno).
Riguardo alla distinzione tra “prodotto commerciale” e “Arte superiore”……bah, a mio parere questo è sempre stato un discorso talmente ridicolo che non ho mai capito e mai capirò
Esatto Hamlet, hai centrato appieno il punto della questione.
Il fatto è che non esiste alcun tipo di Arte (con la A maiuscola o meno) senza un qualche tipo di ricavo, perché banalmente “nessuno fa niente per niente”.
L’Arte è sempre stata manieristica fin dai tempi antichi, quando cioè gli artisti vivevano alle corti di grandi mecenati che provvedevano a mantenerli e soddisfarli economicamente.
Col passare dei secoli quest’abitudine è via via scomparsa, ma è rimasto il concetto alla base: Van Gogh, tanto per fare un nome, ha realizzato centinaia di quadri perché puntava a venderli a qualcuno (ne vendette solo due quando era ancora in vita, ma quello è un altro discorso), così come tanti altri pittori/scultori/scrittori/poeti/musicisti/attori nel corso del tempo hanno cercato di rendere il proprio talento qualcosa con cui autosostenersi.
E NESSUN prodotto artistico è esente da questo aspetto, nemmeno i film d’essai o i prodotti di nicchia come gli anime dello stesso Oshii.
Se io possiedo il DVD di The Sky Crawlers di Oshii tra le mie mani ciò significa tre cose:
1) Qualcuno in Giappone ha avuto l’idea di un anime da cui ha pensato di poterci guadagnare qualcosa.
2) Un’azienda giapponese ha pensato di produrre quel film pensando di poterci guadagnare qualcosa.
3) Un’azienda italiana ha importato e localizzato quel film in italiano pensando di poterci guadagnare qualcosa.
E’ una forma di snobismo estremamente presuntuosa quella di pensare che qualcosa non venga creato per soldi (e, se proprio non per denaro, per un qualche altro tipo di gratifica, anche solo un “riconoscimento morale”).
Perfino gli artisti in erba o gli appassionati amatoriali non fanno così: le doujinshi che si trovano al Comiket sono in vendita (devi cioè pagarle per averle), e gli autori che pubblicano sul web i propri lavori hanno quasi tutti un Patreon a cui accedere solo tramite abbonamento (oppure ci guadagnano tramite pubblicità, sponsor, donazioni e quant’altro).
Quindi per me parlare di Arte “pura” concepita unicamente come massima espressione di sé stessa è un concetto assolutamente fuori dal mondo e da qualsiasi società umana.
Forse l’unico genere di arte di questo tipo saranno state le pitture rupestri delle caverne degli uomini del paleolitico, ed è tutto dire
Non posso aggiungere niente al tuo commento. Se non una cosa: un manga come Bastard è riuscito a diventare famoso e vendutissimo nonostante la pochezza dei contenuti solo perché dentro c'era "nomi da metallaro, donne nude e violenza".
E ogni anno escono un sacco di opere la cui trama è letteralmente "tizio sfigato diventa fortissimo e colleziona un harem di bellissime donne". E se ne fanno così tanti vuol dire che hanno successo.
Non sto dicendo se sia giusto o sbagliato (non mi interessa) è solo un osservazione.
Vero Ghost in the Shell é un film commerciale perché sono i prodotti commerciali quelli che vendono e tengono in piedi tutta la baracca e sono richiesti perché appagano i desideri e le richieste del pubblico, però Oshii è un regista che anche in prodotti commerciali ha sempre messo, qualcosa di suo, di artistico, di geniale, ha voluto sperimentare, è andato anche incontro alle critiche e alle contestazioni feroci del pubblico come in Lamù- Beautiful Dreamer.
Poi sul discorso della violenza e dell'erotismo ci sono certamente negli anime, come ci sono anche nel cinema e nelle serie TV, perché il pubblico le vuole, perché il pubblico paga e va accontentato perché se non fai il commerciale non puoi fare l'opera artistica.
Comunque ci sono anime che non hanno bisogno di sesso o violenza per vendere,serve una storia scritta bene, personaggi ben delineati e capaci di crescere nella storia, inventiva e originalità ad esempio
Vero, ma solo parzialmente. Gits ha comunque una componente artistica del tutto preponderante che lo rende ben diverso dagli anime che ricadono sotto il fuoco delle asserzioni di Oshii, e cioè quegli anime dove il main focus è la violenza e l'erotismo.
Infatti, non è che solo perché un anime ha violenza ed erotismo allora è commerciale.
È come dire che gli anime artistici non possono avere violenza o erotismo(!)
Non è questo il discorso.
Il discorso è sull'uso che se ne fa, di tali componenti.
Io amo gli slice of life, Yuru Camp è per me terapeutico e mi riguardo spesso le due season e il film, dove sarebbe la violenza e l'erotismo?
Certo qui si parla di successo in termini assai generali ma sta di fatto che l'animazione giapponese ha sfondato nel mondo con tanti titoli tutt'altro che violenti o anche solo lontanamente erotici. Basti vedere le opere dello studio Ghibli, o la miriade di anime e manga slice of life (come Yuru Camp da me citato in precedenza) ma anche quelli sentimentali, tanti seinen e anime con tratti psicologici anche molto complessi.
Prendiamo GITS ha elementi violenti e tratti erotici (Motoko con i suoi outfit su tutti) ma francamente io non ho letto e visionato ogni singolo prodotto del franchise per questi elementi, ma per la profondità dei temi, per il sci-fi e per il fascino dei personaggi e delle relative situazioni in cui si trovano. Che poi... seriamente qualcuno NEL MONDO ha visionato una qualunque produzione su GITS perché c'erano violenza e erotismo? Non ce n'è neanche cosi tanta francamente... ci sono produzioni con molto più materiale dedicato a riguardo e anzi spesso si parla di politica e/o filosofia.
Se invece prendiamo in considerazione l'accozzaglia di opere harem, ecchi e anche isekai (perché tanto oramai il tram tram è quello) che escono ad ogni season tutti con situazioni viste e straviste francamente dubito con tutto il cuore che il successo sia tale da essere anche solo preso in considerazione. Certo se ne parla per il web per qualche scena "particolare" o particolarmente riuscita ma poi sono prodotti che finiscono nel dimenticatoio a causa proprio della scarsa qualità intrinseca... non faccio nomi che sennò diventa una giungla ma credo di essermi spiegato.
Insomma parlare di successo a tutto tondo dovuto solo a due elementi mi pare assai fuorviante. Che poi all'utente medio piacciano Dragon Ball e One Piece dove ci si dà mazzate dalla mattina alla sera è un'altro conto, l'utenza è assai vasta e variegata.
Ma pensare che medium appartenenti a un'industria estremamente costosa come quella del cinema/TV o del fumetto, che richiedono eserciti di lavoratori e addetti di ogni tipo per far funzionare la macchina, possano permettersi il lusso di non pensare neanche di striscio al profitto per votarsi esclusivamente all'arte è, mi perdoni Oshii, una dimostrazione di ingenuità, ad essere gentili.
O magari non sapeva cosa dire all'ennesima intervista.
non ha pensato Oshii che forse il successo è invece dovuto appunto all'ampissima scelta di generi e sottogeneri che offre?
ciò non toglie che a me gli anime violenti piacciono un sacco, ma non significa che mi piacciono solo quelli o che li segua a prescindere anche se hanno una trama squallida.
Appunto, inoltre Spesso il nudo e l'erotismo sono stati spacciati per arte in campo fotografico e nel disegno (Manara).
Quindi come la mettiamo con questa dicotomia assoluta arte vs commerciale solo erotismo e violenza?
Di certo non in Italia.
https://www.animeclick.it/news/98591-top-100-fumetti-piu-venduti-in-italia-dal-27-febbraio-al-26-marzo-2023
A parte Blue Lock e i libri degli youtubers, i 100 fumetti più venduti in Italia sono tutta roba ricca di violenza o erotismo o entrambi. E non ho mai letto Blue Lock, magari c'è del fanservice anche lì.
Gli slice of life e gli shojo sono i miei preferiti ma in Italia non li compra nessuno e infatti ne importano pochissimi. Neanche quelli più famosi.
Te ne potrei citare letteralmente a centinaia ma non è certo questo il luogo per salire in cattedra. Basta fare una ricerchina da 5 minuti.
Anche su questo dissento fortemente. L'artista è colui che ha l'imperativo di esprimersi tramite un mezzo (pittura, danza, poesia, letteratura, fotografia, musica, cinematrografia ecc.). E' irrilevante il fatto che venga pagato o meno, che ci si possa sostenere o meno.
Tanto per citare Van Gogh, ha dipinto ogni momento della sua vita che venisse pagato o no. Molto spesso indebitandosi o lavorando a cottimo per comprarsi i colori o i materiali. Non penso gli sia mai venuto in mente "devo dipingere perchè devo vendere".
Consiglio la lettura di "Lettere a Theo".
Detto questo, riferendomi a molti degli altri commenti, mi sembra inutile accapigliarsi sulle dichiarazioni di Oshi senza conoscerne la fonte, la bontà della traduzione ed il contesto in cui sono state fatte.
Invece di prenderne i punti chiave come spunti di riflessione (ad esempio la differenza di qualità/gradimento tra anime nati da esigenze artistiche e anime nati da esigenze commerciali oppure discutere delle differenze tra, non so un oscar e un annie) si è preferito, come al solito, buttar tutto via in caciara.
A sto punto mi domando seriamente se ci siano a monte dei grossi problemi di comprensione del testo o di mancanza di onestà intellettuale.
Penso di aver bisogno di una lunga pausa.
se per Europa intendiamo Annecy è così. Ma è come dire che Angoulême = fumetto, magari! Ci sono contesti dove vengono valorizzati l'artisticità e la cultura del prodotto e altri dove viene preferito il lato pop del media.
Di mio penso che non si debba fare una distinzione così netta tra anime artistici e anime commerciali. I primi devono comunque rientrare in certi costi e "piegarsi" quindi alla volontà del produttore, a meno di volerli fare con due lire. I secondi hanno la via spianata, ma possono anche essere occasione con più talenti e denaro a disposizione per "osare" almeno dal punto di vista artistico e di progresso tecnico -mi vengono in mente su due piedi gli "effetti speciali" di Demon Slayer e lo stesso Beautiful Dreamer. Quindi c'è del buono e del marcio in entrambi gli approcci, per me.
Più che pieni di erotismo e di violenza, gli anime commerciali sono ormai al 70% marchette per prodotti collaterali -adattamenti di manga, visual novel, light novel, etc.- e al 30% sterile escapismo consolatorio. Sarà la vecchiaia ma sono passati anni dall'ultima serie che mi ha fatto dire "wow, sono contenta di aver visto questo cartone" invece di un più banale "mi ha intrattenuto volentieri".
Non esistono gli "elitisti", è un termine inventato da persone insicure per sentirsi meglio con sé stesse, come poi tutti i termini generalizzanti di questo tipo
Mi pare quantomeno azzardato considerare Beautiful Dreamer "commerciale" considerando che è stato scritto andando proprio contro a tutto quello che volevano i fan della serie e l'autrice stessa. Poi che sia diventata un'opera famosissima è indubbio. Anche GitS, ok l'adattamento di un manga famoso, ok il merchandise, ma per il modo in cui di fatto il film è stato realizzato, andando in direzione opposta, soprattutto a livello di tono ma anche di grado di erotismo, rispetto all'opera originale
È normale che sesso e violenza attirino gente.
Io mi riferivo agli anime, non leggo manga
Esistono diverse vie di mezzo, e alcune hanno anche fatto un buon successo, anche fuori dal Giappone. Ma un Haikyuu, per fare un esempio, per quanto possa essere noto e apprezzato non avrà mai un successo globale ai livelli di un Demon Slayer o di un Jujutsu Kaisen, e non ha neanche il "fattore F" dei vari My Dress Up Darling, Nagatoro, Re: Zero eccetera. L'unica eccezione a questa regola per il momento sembrerebbe essere SPY x FAMILY, che curiosamente è famoso quanto Jujutsu Kaisen e Tokyo Revengers, e non credo proprio che dipenda solo dalla gnoccaggine di Yor.
Spy x Family non contiene "erotismo" propriamente detto, ma il personaggio di Yor è disegnato come sessualmente appetibile. Quanto ad Akebi, non è altro che voyeurismo pedofilo mascherato (neanche troppo abilmente, poi) da slice of life scolastico, e si sa che in Giappolandia i lolicon abbondano.
Esistono, esistono, e online ne ho incontrati parecchi... Solo che non sono esattamente elitisti come sostengono di essere: si riempiono la bocca con nomi illustri e titoloni come Yuasa, Evangelion, Steins;Gate eccetera e schifano a priori battle shounen et similia, ma si guardano certe trashate harem senza battere ciglio e sono fermamente convinti che le Monogatari Series siano lo stato dell'Arte con la A maiuscola.
Anche perché sebbene ogni tanto ci sia qualcosa che potrebbe anche rispecchiare la sua affermazione (penso a Chainsaw Man, Cyberpunk Edgerunners o Hell's Paradise se lo adatteranno pari pari al manga) la maggior parte delle produzioni moderne sono isekai perlopiù slice of life (solo in pochi casi diventano harem e comunque con erotismo ridicolo da scuole medie), romcom praticamente asessuali (dove anche chiamarsi per nome e tenersi per mano è un evento straordinario) e shounen moderni che sicuramente hanno meno sangue e ferite meno evidenti di quelli del passato
Ma, considerando che a suo avviso anche Jin-Roh è "un progetto commerciale che conteneva alcuni elementi d’autore", proprio per questo mi sembrano comunque paragoni che non servono a molto.
Sarebbe un po' come farlo con film tipo Solaris e Quel Gran Pezzo dell'Ubalda.
Tra l'artistico e il commerciale la differenza è ovvia, ma è prevista proprio a monte. Ed è sempre stato così. C'è poco da riflettere.
Credo che il successo dipenda dalla storia proposta e soprattutto dallo stile grafico, eccc
Non dico che violenza ed erotismo non vendano, ma questo dipende molto anche dal target di pubblico...
Secondo me può valere per una grossa percentuale (pensiamo a tutti gli otaku giapponesi in fissa SOLO per cose con allure hentai e per le loro controparti nel mondo), e magari violenza ed erotismo sono ciò che spinge la maggior parte dell'economia manga (e di altri prodotti come quelli cinematografici, per fare solo un esempio) , ma non per tutti i casi... per esempio non credo che tutti gli amanti di One Piece sparsi ovunque nel mondo apprezzino solo la violenza o l'erotismo in parte presenti nell'opera.
In questo modo và avanti lo stereotipo di anime/manga = (solo a) porno, robottoni ecc.
P.s. Non mi interessa degli haters o di chi si sentirà personalmente toccato, dico ciò che penso.
Ogni prodotto mediatico è studiato con la previsione di attrarre una determinata porzione di pubblico. Anime con sesso e violenza, hanno una presa su un pubblico più ampio rispetto a quelli definiti "artistici"? Può darsi, a livello di numeri e percentuali forse è più facile avere successo inserendo quei temi in un prodotto.
Tuttavia non vuol dire che gli anime "artistici" non possano avere successo, se essi esistono è perché c'è una fetta di pubblico che li trova interessanti e li preferisce più di altri:
Oshi no Ko
Kimi wa Houkago Insomnia
Skip and Loafer
Otaku Elf
Bocchi the Rock
E potrei andare avanti a iosa solo citando le serie che seguo! Questi sono tutti anime di successo...poi possiamo discutere sui numeri di chi fa più share, ma volendo ragionare solo sulla "presa" che hanno sul pubblico, non è possibile stabilire una regola come quella proposta da Oshii.
Ragioniamo sul fatto che sex&violence non sono la causa, ma l' effetto. E la prima non e' altro che la crisi pressoche' irreversibile di questo medium, e non sto parlando di crisi economica, naturalmente. Lo vedo bene dal mio piccolo osservatorio " privilegiato" di fujoshi. La mia dimensione e' in qualche modo piu' ridotta, piu' analizzabile. E ho ben visto cosa e' successo, dal gruppo del 24 alle mangaka attuali...in generale i tropi di questo medium sono basati su una visione fantasiosa di una societa' tradizionale. Ma adesso quello sguardo su quella societa' , quella rappresentazione di " valori" non e' piu' possibile. Semplicemente la societa' giapponese e' cambiata e questo medium non puo' cambiare con lei.
Nessuna delle serie che hai elencato è classificabile come artistica, neanche lontanamente. Sono tutte serie commerciali, chi più chi meno. Bocchi poi è praticamente la quintessenza di quello che oggi è mainstream.
Per artistico si intende anime particolari come Tenshi no Tamago e altre opere dello stesso Mamoru Oshii, Kaiba, Tatami Galaxy, Robot Carnival, Genius Party, Memories, Red Garden, eccetera, oppure i corti di animazione sperimentale.
Tra i prodotti "commerciali" che si possono definire, in un certo senso, anche "artistici" al massimo si possono citare Evangelion, Utena, Mawaru Penguindrum, Ghost in the Shell, anche AoT volendo.
Mi attirerò un sacco di ire ma lo dico lo stesso: questi che hai elencato per me sono tutti prodotti commerciali spacciati per prodotti artistici. O, al massimo, prodotti artistici che si prestano a numerose commercialate pur di vendere (il che li rende automaticamente commerciali). Prendiamo per esempio Evangelion: NGE si può considerare come una storia di fantascienza “metafisica” con forti componenti psicologiche e ovvi riferimenti alla realtà giapponese. Una specie di Solaris coi robottoni. Sotto questo aspetto funziona anche (anche se un cultore di fantascienza potrebbe dirci che è tutto molto derivativo etc). Solo che per arrivare a questo, lo spettatore deve passare per puntate piene di siparietti comici, momenti vouyeristici, triangoli amorosi e scherzi pecorecci come ti aspetti dal più commerciale (e prevedibile) degli anime. Immaginatevi cosa sarebbero Gundam o Votoms con in ogni puntata una gag costruita attorno a Mirai svestita e uno scazzo fra Coconna e Vanilla!
NGE vuole condurre lo spettatore verso le sue tematiche "serie" e il suo lato "artistico", ma per farlo lo aggancia con materiali banalissimi. Per arrivare a parlare di utopia della comprensione e di complesso di Edipo, NGE ti infligge una serie che per metà è un incrocio fra Orange Road e Mazinga Z. Al di là del sottotesto, il pane quotidiano della serie sono situazioni assai più stereotipate di quelle che trovi in serie precedenti meno "autoriali".
No, non vengono "spacciati per artistici". I siparietti comici, il fanservice eccetera non sono altro che uno specchietto per le allodole, fatti appunto per attirare la massa, ma non sono il perno attorno a cui girano. E' questo che fa la differenza.
Prendi ad esempio Bakenmonogatari e Madoka Magica. Entrambe animate dalla Shaft, sono graficamente impeccabili, ma non si tratta certo di due serie equiparabili tra loro: una è la decostruzione del genere majokko, mentre l'altra non è altro che fanservice fine a se stesso.
Madoka e altri anime simili non sono nè prettamente commerciali nè prettamente artistici, ma si collocano in una zona indefinita tra i due estremi. Ecco perchè penso che l'affermazione di Oshii, nonostante non sia concettualmente sbagliata, sia troppo categorica.
È errato però voler ridurre tutto il mondo anime(e manga) a questi due aspetti.
Per esempio l'anime del mio avatar (Hyouka) non contiene nessuno dei due aspetti eppure è considerato una piccola gemma da pubblico e critica. Le opere di Shinkai e di Miyazaki sono successi internazionali eppure nè la violenza nè l'erotismo sono aspetti predominanti nelle loro opere.
Che poi la presenza di erotismo e violenza non sono per forza di cosa due aspetti negativi, anzi. Alcuni generi, alcune storie hanno bisogno di una buona dose di violenza e/o di erotismo.
Per esempio apprezzo in una commedia romantica una buona dose di erotismo che, è bene ricordare, è cosa diversa dalla pornografia, quest'ultima è un genere a parte che può essere o meno collegato all'erotismo.
Stesso discorso per la violenza, la sua rappresentazione può essere negativa se è fine a se stessa, ma se contestualizzata può servire per trasmettere un determinato messaggio o per rappresentare al meglio una storia. Per esempio, in un anime che vuole narrare storie ambientate durante la guerra, può tornare utile rappresentare scene di violenza per esprimere al meglio la crudeltà e la crudezza di determinati avvenimenti.
Il problema alla base, a mio parere, è sempre quello di dare una definizione di cosa è "l'arte".
Non c'è una definizione condivisa da tutti. E non parlo solo di animazione e fumetti, ma anche delle arti "classiche". Basta aprire un libro qualsiasi di storia dell'arte contemporanea per capire come il cercare una definizione condivisa di cosa sia o non sia arte, abbia interessato storici, critici e artisti.
Detto ciò, questi due aspetti non sono presenti solo in anime mainstream, ma sicuramente in queste produzioni ne rappresentano una componente fondamentale come dice Oshii.
Unica cosa su cui mi sento di dissentire è il fatto che in Europa si preferiscano i prodotti artistici rispetto a quelli mainstream... non penso proprio, credo che qui da noi sia esattamente come altrove e che i prodotti autoriali siano apprezzati solo da poche persone più "colte".
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