Il 26 maggio ricorre una data importante anche se poco nota poiché seppellita da decenni di stratificazione culturale ed evoluzione dell'animazione che hanno fatto passare in secondo piano una figura come quella di Ōten Shimokawa. A maggio, quindi, ricorre il cinquantesimo anniversario della sua morte avvenuta nel 1973. Ma chi è stato Ōten Shimokawa?
Intraprendiamo quindi un viaggio nell’archeologia dell’animazione giapponese a ripercorrere le origini del medium stesso parlando del maestro Shimokawa, uno dei pionieri assoluti di quelli che oggi chiamiamo anime.
Sia chiaro, non si parla di pioniere nel senso di come lo possa essere considerato Hayao Miyazaki, non è una figura che si è imposta stilisticamente o autorialmente durante il periodo di sviluppo del medium, bensì è un pionierismo storiografico quello di Shimokawa: ha scoperto terre inesplorate sulle quali artisti successivi, sulle sue orme, hanno potuto seminare e raccogliere frutti dal sapore dolcissimo.
La sua figura fu quella di una meteora, dal momento che la sua permanenza nel mondo dell’animazione fu breve, poiché la lasciò presto per tornare a dedicarsi al fumetto satirico con cui la sua matita era stata forgiata; tuttavia non gli impedì di essere meno significativo.
Shimokawa nasce il 2 maggio 1892 e data la sua grande passione e naturale propensione per il disegno, finite le scuole diventa allievo del maestro Kitazawa Yasuji, altresì noto come Rakuten Kitazawa creatore della rivista Tokyo Puck, la prima rivista manga a colori giapponese.
Un piccolo passo indietro a scoprire questa figura: Rakuten Kitazawa fu un fumettista giapponese attivo durante l’era Meiji (1868 - 1912) e Showa (1926-1989) considerabile il vero capostipite del fumetto giapponese concentrato principalmente in vignette a sfondo politico e viene citato da Osamu Tezuka come una delle sue principali fonte d'ispirazione.
Shimokawa divenne suo assistente e nel 1916 Tennenshoku Katsudō Shashin, una casa produttrice lungimirante e sperimentale, gli chiese di realizzare un senga eiga: un film a linee disegnate.
Imokawa Mukuzo genkanban no maki fu l’acclamato risultato di forse cinque minuti che si è pensato a lungo il primo reperto di opera animata proveniente dal giappone, fino al ritrovamento nel 2005 del cosiddetto Frammento Matsumoto. un’animazione di tre secondi di 16 frames impressa su una pellicola da 35mm (più recente dell’effettivo film) in una soffitta di una famiglia di Kyoto da Matsumoto Natsuki, un ricercatore dell’università di Osaka; il frammento rappresenta un giovane in uniforme scolastica con scritto "katsudo shashin" su una lavagna nera, ed è tutto quello che sappiamo.
Purtroppo in seguito al Grande Terremoto del Kanto molti studi vennero distrutti portando alla perdita di moltissimi reperti preziosi.
Per lungo tempo Imokawa Mukuzo genkanban no maki è stato ritenuto il primo proto-anime realizzato professionalmente della storia ma sono state individuate delle incoerenze di proiezione al cinema. Purtroppo c’erano soltanto due riviste a trattare di cinema all’epoca, Kinema Rekodo e Katsudō no sekai, perciò la mancanza di fonti con cui fare controlli incrociati ha legato le mani ai ricercatori. Ad ogni modo, Shimokawa è sicuramente tra i primissimi animatori giapponesi professionisti a proiettare la propria opera sul grande schermo del Sol Levante e da quello che sappiamo fu assai apprezzato dal pubblico. Purtroppo le sue opere non sono ad oggi reperibili poiché andate perse negli anni per cui tutto ciò che si può fare è basarsi su articoli di riviste e sulla letteratura.
Con Imokawa Mukuzo genkanban no maki, Shimokawa presentò altre quattro opere, prima tra le quali era Dekoboko shingacho - Meian no shippai, che può essere considerato il suo primo vero lavoro.
Dalla letteratura e dagli articoli di Shimokawa stesso che scrisse intorno agli anni ‘30, quindi, ci arrivano anche informazioni su come Shimokawa realizzava le sue opere. Sicuramente all’epoca non c’era un’industria dell’animazione e di conseguenza non vi era una scuola o un pacchetto di tecniche standard pronte per essere passate da animatore ad animatore. Esattamente come nel resto del mondo, l’animazione di Shimokawa nasce da sperimentazioni e tentativi artigianali; a sperimentare con lui in questo nuovo mondo ci furono anche il pittore Seitarō Kitayama e Jun'ichi Kōuchi, ma mentre questi furono più direttamente influenzati dalle opere d’animazione occidentali, forse Shimokawa è stato l’unico a partire totalmente da zero da un punto di vista tecnico.
Nel suo caso sappiamo che animava disegnando con il gesso sulla lavagna, in modo tale da poter cancellare e ridisegnare soltanto le parti in movimento. Alla lunga divenne parecchio scomodo proseguire in quella maniera e si spostò sulla carta, appoggiandosi su diversi sfondi a cui andava a cancellare le linee qualora si intersecassero con i personaggi in movimento che disegnava a mano libera. È sempre lui a dirci che per fare questo lavoro si era costruito un tavolo su cui era poggiato un vetro retroilluminato da una forte luce. Purtroppo l’utilizzo persistente di questo rudimentale tavolo da lavoro, per più di un anno e mezzo, gli causò un danno agli occhi.
Purtroppo, come si diceva, la mancanza di reperti ci rende impossibile condividere la visione di queste opere, ma possiamo solo immaginare quanto all’epoca fossero rivoluzionarie. Shimokawa forse si sentiva più competente a creare contenuti per le riviste politiche, tant’è che dopo le proiezioni del 1917 tornò a lavorare sulle vignette satiriche.
Quello che è certo è che il suo breve viaggio nel mondo dell’animazione, così come quello dei colleghi che scelsero di proseguire l’avventura, fu fondamentale e ha senza dubbio contribuito alla creazione di quello che ad oggi è un fenomeno di portata mondiale.
Fonti consultate:
Frederick S. Litten (2017) Some remarks on the first Japanese animation films in 1917;
Yasuji "Rakuten" Kitazawa, padre del manga su fumettologica.it;
Oldest Anime Found, Ten Years Older than Previously Accepted "Earliest" Anime su Anime News Network;
Historic 91-year-old anime discovered in Osaka su hdrjapan.com;
Guido Tavassi (2012) Storia dell'animazione giapponese;
Oten Shimokawa- Contributions And Achievements In Early Animation su Scientifictimes.org
Intraprendiamo quindi un viaggio nell’archeologia dell’animazione giapponese a ripercorrere le origini del medium stesso parlando del maestro Shimokawa, uno dei pionieri assoluti di quelli che oggi chiamiamo anime.
Sia chiaro, non si parla di pioniere nel senso di come lo possa essere considerato Hayao Miyazaki, non è una figura che si è imposta stilisticamente o autorialmente durante il periodo di sviluppo del medium, bensì è un pionierismo storiografico quello di Shimokawa: ha scoperto terre inesplorate sulle quali artisti successivi, sulle sue orme, hanno potuto seminare e raccogliere frutti dal sapore dolcissimo.
La sua figura fu quella di una meteora, dal momento che la sua permanenza nel mondo dell’animazione fu breve, poiché la lasciò presto per tornare a dedicarsi al fumetto satirico con cui la sua matita era stata forgiata; tuttavia non gli impedì di essere meno significativo.
Shimokawa nasce il 2 maggio 1892 e data la sua grande passione e naturale propensione per il disegno, finite le scuole diventa allievo del maestro Kitazawa Yasuji, altresì noto come Rakuten Kitazawa creatore della rivista Tokyo Puck, la prima rivista manga a colori giapponese.
Un piccolo passo indietro a scoprire questa figura: Rakuten Kitazawa fu un fumettista giapponese attivo durante l’era Meiji (1868 - 1912) e Showa (1926-1989) considerabile il vero capostipite del fumetto giapponese concentrato principalmente in vignette a sfondo politico e viene citato da Osamu Tezuka come una delle sue principali fonte d'ispirazione.
Shimokawa divenne suo assistente e nel 1916 Tennenshoku Katsudō Shashin, una casa produttrice lungimirante e sperimentale, gli chiese di realizzare un senga eiga: un film a linee disegnate.
Imokawa Mukuzo genkanban no maki fu l’acclamato risultato di forse cinque minuti che si è pensato a lungo il primo reperto di opera animata proveniente dal giappone, fino al ritrovamento nel 2005 del cosiddetto Frammento Matsumoto. un’animazione di tre secondi di 16 frames impressa su una pellicola da 35mm (più recente dell’effettivo film) in una soffitta di una famiglia di Kyoto da Matsumoto Natsuki, un ricercatore dell’università di Osaka; il frammento rappresenta un giovane in uniforme scolastica con scritto "katsudo shashin" su una lavagna nera, ed è tutto quello che sappiamo.
Purtroppo in seguito al Grande Terremoto del Kanto molti studi vennero distrutti portando alla perdita di moltissimi reperti preziosi.
Per lungo tempo Imokawa Mukuzo genkanban no maki è stato ritenuto il primo proto-anime realizzato professionalmente della storia ma sono state individuate delle incoerenze di proiezione al cinema. Purtroppo c’erano soltanto due riviste a trattare di cinema all’epoca, Kinema Rekodo e Katsudō no sekai, perciò la mancanza di fonti con cui fare controlli incrociati ha legato le mani ai ricercatori. Ad ogni modo, Shimokawa è sicuramente tra i primissimi animatori giapponesi professionisti a proiettare la propria opera sul grande schermo del Sol Levante e da quello che sappiamo fu assai apprezzato dal pubblico. Purtroppo le sue opere non sono ad oggi reperibili poiché andate perse negli anni per cui tutto ciò che si può fare è basarsi su articoli di riviste e sulla letteratura.
Con Imokawa Mukuzo genkanban no maki, Shimokawa presentò altre quattro opere, prima tra le quali era Dekoboko shingacho - Meian no shippai, che può essere considerato il suo primo vero lavoro.
Dalla letteratura e dagli articoli di Shimokawa stesso che scrisse intorno agli anni ‘30, quindi, ci arrivano anche informazioni su come Shimokawa realizzava le sue opere. Sicuramente all’epoca non c’era un’industria dell’animazione e di conseguenza non vi era una scuola o un pacchetto di tecniche standard pronte per essere passate da animatore ad animatore. Esattamente come nel resto del mondo, l’animazione di Shimokawa nasce da sperimentazioni e tentativi artigianali; a sperimentare con lui in questo nuovo mondo ci furono anche il pittore Seitarō Kitayama e Jun'ichi Kōuchi, ma mentre questi furono più direttamente influenzati dalle opere d’animazione occidentali, forse Shimokawa è stato l’unico a partire totalmente da zero da un punto di vista tecnico.
Nel suo caso sappiamo che animava disegnando con il gesso sulla lavagna, in modo tale da poter cancellare e ridisegnare soltanto le parti in movimento. Alla lunga divenne parecchio scomodo proseguire in quella maniera e si spostò sulla carta, appoggiandosi su diversi sfondi a cui andava a cancellare le linee qualora si intersecassero con i personaggi in movimento che disegnava a mano libera. È sempre lui a dirci che per fare questo lavoro si era costruito un tavolo su cui era poggiato un vetro retroilluminato da una forte luce. Purtroppo l’utilizzo persistente di questo rudimentale tavolo da lavoro, per più di un anno e mezzo, gli causò un danno agli occhi.
Purtroppo, come si diceva, la mancanza di reperti ci rende impossibile condividere la visione di queste opere, ma possiamo solo immaginare quanto all’epoca fossero rivoluzionarie. Shimokawa forse si sentiva più competente a creare contenuti per le riviste politiche, tant’è che dopo le proiezioni del 1917 tornò a lavorare sulle vignette satiriche.
Quello che è certo è che il suo breve viaggio nel mondo dell’animazione, così come quello dei colleghi che scelsero di proseguire l’avventura, fu fondamentale e ha senza dubbio contribuito alla creazione di quello che ad oggi è un fenomeno di portata mondiale.
Fonti consultate:
Frederick S. Litten (2017) Some remarks on the first Japanese animation films in 1917;
Yasuji "Rakuten" Kitazawa, padre del manga su fumettologica.it;
Oldest Anime Found, Ten Years Older than Previously Accepted "Earliest" Anime su Anime News Network;
Historic 91-year-old anime discovered in Osaka su hdrjapan.com;
Guido Tavassi (2012) Storia dell'animazione giapponese;
Oten Shimokawa- Contributions And Achievements In Early Animation su Scientifictimes.org
Conoscevo il frammento Matsumoto, ed è sempre un bene rinnovare il ricordo della storia (o della "preistoria") dell'animazione nipponica citando pionieri come Shimokawa, che anche se per un contributo in apparenza esiguo va annoverato fra i grandi, come saranno Yasuji Murata o Mitsuyo Seo ad esempio.
Chissà quanti ragazzi come lui si cimentarono nel disegno senza però lasciare traccia!
Bellissimo articolo grazie
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