"Non c'è scritto da nessuna parte che uccidere è sbagliato.
Non è nemmeno una cosa stabilita dalla legge."
- Totonou Kuno -
Forte della sua fama in patria e delle 18 milioni di copie in circolazione raggiunte in breve tempo, il manga Mystery to iu nakare di Yumi Tamura approda infine anche nel nostro Paese per J-Pop Manga, con il titolo Don't Call it Mystery, disponibile dal 18 luglio 2023 in tutte le fumetterie, librerie e store online.
Dopo il suo debutto in patria nel 2017 come manga josei pubblicato sulla rivista Flowers di Shogakukan, l'opera è stata oggetto di un crescente apprezzamento da parte del pubblico nipponico, tanto da renderla sempre presente nelle classifiche settimanali dei manga più venduti in Giappone a ogni rilascio periodico di nuovi volumetti.
Considerando che Flowers ha ospitato tra le sue pagine celebrati manga del calibro di Marginal o A cruel God reigns di Moto Hagio, Chocolatier di Setona Mizushiro, Our Little Sister - Diario di Kamakura di Akimi Yoshida e molti altri, probabilmente non c'è da stupirsi che anche Don't Call it Mystery sia precisamente quel tipo di racconto che fa subito scostare dalla mente quegli ideali e rigidi paletti di genere e riferimento; gli stessi per i quali si pensi cioè che un manga josei sia apprezzabile solo da un pubblico di giovani donne, così come il suo target originario vorrebbe.
Al di là in effetti di un tratto grafico la cui incredibile pulizia e il rigore estetico possono tradirne le origini, la prima sorpresa di Don't Call it Mystery si ravvisa nella sua capacità di scardinare e sovvertire le consuete aspettative sul genere investigativo e del mistero. Per ogni appassionato di sorta il richiamo verso un nuovo arrivo su tale filone è già di per sé irresistibile; per la medesima ragione, l'approccio alla lettura del manga della Tamura denota in questo caso una curiosità in partenza che poi, a volume ultimato, difficilmente mancherà di evolvere verso un senso di indefinito stupore, quand'anche lasciando aleggiare un sorriso di vago compiacimento.
Ad assumere il controllo totale delle pieghe della storia, oltre che dei suoi personaggi e lettori, è infatti qui un protagonista decisamente inconsueto sia nell'aspetto che nei modi e nei meccanismi di pensiero, piuttosto atipici e poco convenzionali: di fronte ai suoi peculiari costrutti mentali, che chi ascolta non può impedirsi di seguire suo malgrado, l'alchimia del ragionamento logico-deduttivo si piega e asserve del tutto. Con una struttura costruita dunque interamente attorno alla singolare figura di Kuno, s'intravede senz'altro, in questo, il possibile rischio che in futuro ciò possa andare a minare leggermente l'equilibrio composito dell'opera; porsi il quesito, tuttavia, non può prescindere dall'attrazione magnetica che le pregnanti parole del ragazzo in ogni caso suscitano.
Il gioco lo conduce pertanto interamente Totonou Kuno, nel suo ruolo di studente universitario dall'aria tanto serafica quanto imprevedibile, il cui aspetto allampanato e la vistosa capigliatura celano una mente capace di ragionare in una maniera talmente singolare da lasciare interdetto chiunque.
Un altro dei misteri cui si accenna nel titolo si rinviene a ben vedere nei capelli del giovane Kuno, e forse non a caso l'autrice Yumi Tamura approfitta dei peculiari ricci del protagonista per posarvi sopra i kanji delle parole che si rinvengono in copertina, riproposti in maniera identica all'originale dall'editore italiano con la traduzione posta nel volume spogliato della sua sovraccoperta: detective, colpevole, problematico.
Come vuole la tradizione dei mystery e dei suoi brillanti protagonisti, geniali eppur a rigor di logica portasfortuna, nemmeno Kuno è esentato dal concetto che, là dove lui si muove, accada ogni sorta di fatto criminoso, più o meno grave, attirando personaggi colmi di segreti e delinquenti di ogni sorta. E tuttavia, come ama raccontare di lui la sua autrice, in concreto Don't Call it Mystery è un manga in cui Kuno "non la smette di parlare", avviluppando involontariamente chiunque egli abbia accanto - buoni o cattivi che essi siano - in uno spazio "altro", una sorta di dimensione creata dalla sua incredibile capacità dialettica, in cui il filo logico degli eventi viene spezzato e trascinato su binari completamente diversi, facendo mutare tanto il ruolo dei personaggi in scena quanto gli esiti dei loro comportamenti. Non importa dunque che ci si trovi innanzi a un banale dirottamento, alla hall di una maestosa villa o a un improvviso interrogatorio nella claustrofobicità di una stanza chiusa, già visti e rivisti in schemi a ripetersi infinitamente simili: Totonou Kuno inconsapevolmente saprà, attraverso le giravolte indotte dai suoi pensieri, capovolgere il palcoscenico, rovesciare le domande e la tensione e divenire così da interrogato a interrogatore, da vittima a incantatore, da insignificante ragazzo a ipnotico catalizzatore di attenzioni grazie al quale ogni cosa, persona e dettaglio assumerà una sfumatura imprevista e impensabile.
Ci si chiede se poi ci sia della voluta ironia dietro il modo in cui Kuno mette in discussione l'esistenza di una sola verità, motto attraverso il quale un altro celebre investigatore di finzione come il Detective Conan di Gosho Aoyama ha conquistato i lettori di tutto il mondo; è forse più probabile tuttavia leggerci un indiretto ma affettuoso tributo e riconoscimento, che il maestro Aoyama ha peraltro ricambiato scegliendo di ritrarre proprio Kuno nel risvolto del 98° volumetto di Detective Conan, quale omaggio al mondo della letteratura investigativa nella sua accezione più ampia.
"Totonou... mi piace come ragioni."
- Sho Kumada -
La forte rilevanza data dai dialoghi del manga fa sì che spesso le tavole si concentrino sul loro contenuto e su intensi primi piani del protagonista o dei suoi occhi, anziché sullo spazio fisico in cui i personaggi si muovono: l'opera si connota così dell'impressione che le vicende somiglino talora a delle pièce teatrali, le quali privilegiano gli spazi molto circoscritti rispetto all'azione vera e propria.
Don't Call it Mystery è dunque un investigativo in cui prevale la psicologia della parola e l'introspezione ragionata al movimento, su vicende che è presumibile pensare aver natura più episodica che continuativa; ciononostante la lettura si presenta estremamente fruibile e scorrevole, affatto verbosa a dispetto della logorroicità del suo protagonista ricciuto.
Vi contribuisce un'edizione italiana che oltre all'efficace traduzione di Matteo Cremaschi, propone il manga su carta bianca di buona fattura con un'ottima resa di stampa, su un maneggevole volume brossurato di formato 12,4 x 18 cm piuttosto flessibile, dotato di sovraccoperta lucida e rilasciato al prezzo di euro 6,90 a cadenza bimestrale.
A prezzo invariato, ed esclusivamente per la prima tiratura di stampa, l'editore J-Pop Manga ha inoltre selezionato Don't Call it Mystery tra le opere omaggiate di un Clear Stamp ai lettori con il primo volume, in questo caso raffigurante il protagonista Kuno; è possibile rinvenire gli altri Clear Stamp nei volumi Frieren - Oltre la fine del viaggio 10, Komi can’t communicate 28 e Call of the night 9.
Il disegno della Tamura si presenta caldo e confortevole nelle illustrazioni a colori, mentre nelle tavole interne del manga il suo tratto lieve e preciso evoca quello di altre grandi maestre del josei, ed è capace di ritrarre volti e personaggi variegati attraverso pochi ma sapienti tratti. Le vignette indugiano di frequente su primi piani, in particolare del protagonista, soffermandosi a inquadrare il suo volto pacato, la voluminosa capigliatura e la quiete dello sguardo, a porre così ulteriormente in risalto le sue enfatiche parole.
Nel complesso, i vari capitoli di cui si compone l'opera svelano tavole pulite con vignette dalla struttura ordinata e marcate da bordi spessi; l'eccezione, anche qui, palesa un dettaglio di stile, dal momento che proprio quegli stessi bordi si assottigliano sino a divenire tenui al massimo, là dove la vignetta richiama un ricordo o un momento non contingente.
Si tratta della prima volta di un manga della Tamura nel nostro Paese, malgrado l'autrice sia stata ripetutamente premiata con il Premio Shogakukan per la straordinaria valenza delle sue opere, l'ultima volta proprio nel 2021 per Don't Call it Mystery : benché manga come Basara, Chicago e 7 Seeds risultino ad oggi ancora inediti, comunque, è piuttosto interessante notare come i temi della psicologia e del mistero li accomunino, fornendo alla Tamura un'ispirazione che trova una manifestazione sempre nuova nei suoi lavori. Dalle ambientazioni post-apocalittiche di Basara a quelle fantascientifiche di 7 Seeds, inoltre, si può osservare anche un progressivo avvicinamento alla realtà del quotidiano, che trova in Don't Call it Mystery un'espressione meticolosamente compiuta.
Il manga è ad oggi ancora in corso di pubblicazione in Giappone, con dodici volumi all'attivo; a contribuire alla sua fama, nell'inverno 2022 vi è stato il rilascio del drama televisivo ad esso ispirato, prodotto da Fuji TV con la direzione del talentuoso Hiroaki Matsuyama, la sceneggiatura di Tomoko Aizawa e l'istrionico attore Masaki Suda nei panni di Totonou Kuno. Il grandissimo successo ottenuto in patria anche dalla serie TV, corredata da una spumeggiante colonna sonora di musica classica a sostenere l'eclettismo di pensiero di Kuno, ne ha consentito poi la diffusione in streaming internazionale: dal maggio 2022, tramite la piattaforma Viki è dunque disponibile visionarla anche nel nostro Paese. La popolarità non si ferma tuttavia lì soltanto, poiché a settembre 2023 uscirà nei cinema giapponesi una pellicola live action incentrata sull'arco narrativo di Hiroshima del manga, proseguendo così le vicende del drama e dell'opera originale.
L'importanza della parola in Don't Call it Mystery è tale che l'opera pare volerci giocare in primo luogo essa stessa, ironizzando quanto basta; è lecito osservare come nella lingua giapponese la parte finale del titolo 'Mystery to iu nakare' registri una curiosa omofonia con la pronuncia nipponica 'ka-re' della parola curry. E dacché i misteri su cui Kuno casualmente inciampa lo portano ad agognare sempre più la pietanza da lui così tanto amata, si può azzardare che la lettura alternativa del titolo "Don't curry it Mystery" sia forse più una assonanza che una coincidenza.
L'elevata citazione al grande classico Note del guanciale della poetessa Sei Shonagon, con cui si apre il primo capitolo, sembra inoltre pronosticarne la fortuna letteraria: oltre al conseguimento del Premio Shogakukan, il manga viene infatti nominato al prestigioso Premio Manga Taisho per ben due volte nel 2019 e 2020, nonché al 44° Premio Manga Kodansha nel 2020 e al 26° Premio Culturale Osamu Tezuka nel 2022. Dal 2019 l'opera si rinviene ogni anno nelle primissime posizioni dell'elenco Kono Manga ga Sugoi! dei migliori manga consigliati dell'anno, e una simile classifica compilata dalla rivista Da Vinci nello stesso quadriennio ne vede letteralmente una scalata ai vertici.
"La vendetta... è stata divertente?"
- Totonou Kuno -
Esplicito, pungente, candido e al contempo sfacciato, privo di qualsivoglia filtro: Totonou Kuno si potrà apprezzare o meno, ma i potenti affondi verbali con cui il ragazzo da' scacco perenne ai suoi ascoltatori scrollano di dosso qualsiasi strato di polvere si possa mai pensare che esista su un genere come quello del mystery-investigativo. Non sempre, infatti, lo si immagina così fresco e brioso, benché si tratti invece di un filone capace di trovare modalità anche inedite con cui rinnovarsi.
Più che un esercizio di stile, quello di ribaltare le prospettive è infatti una pimpante prova psicologica che Don't Call it Mystery supera brillantemente, sapendo persuadere persino i più riluttanti in merito; impossibile, dunque, non farsi apprezzare da un numero decisamente variegato di lettori.
Don't Call it Mystery 1
Accusato ingiustamente dell’omicidio di un compagno di corso, il giovane Totono riesce a scagionarsi da solo, scavando nelle vite dei poliziotti che indagano su di lui. Sarà solo il primo di una lunga serie di casi in cui Totono farà sfoggio delle sue abilità investigative!
Prezzo: 6,90 €
Totale voti: 24 2 1
Arwen1990
Non è il mio genere, ma avendo apprezzato il drama ho deciso di indagare questo primo volume e con piacevole sorpresa debito che la trasposizione è pedissequa al manga.Il fascino di Totonō è tutto fuorché estetico, la sua mente viaggia a km orari, intriga
31/12/2023
CloveRed
Avendo già amato il drama posso dire ottimo primo volume. Il protagonista è atipico (e logorroico😅) ma ha un fascino e carisma che attira il lettore. Benché questo primo volume sia fitto di testo la lettura risulta scorrevole e non eccessivamente pensate
25/10/2023
FelyC
Interessante. Protagonista logorroico come un filosofo. Pone tante domande ad altri e a se stesso. Le indagini sono caratterizzate dai suoi ragionamenti. Fanno riflettere anche il lettore di aspetti della vita quotidiana a cui non sempre si pensa. I like
09/09/2023
annadaifan
Totonou è martellante, talmente logorroico da far incavolare spesso i suoi interlocutori che vogliono tappargli la bocca o addirittura picchiarlo! Quando inizia a parlare sembra di essere in una seduta dallo psicologo. Il tratto è particolare, mi piace.
02/08/2023
Gordy
Bello! Adoro le serie investigative e questa non fa eccezione, con un volume che mi ha coinvolto dall'inizio alla fine. Mi piace tantissimo la dialettica di Totonou.
27/07/2023
Serpico87
Mi è piaciuto moltissimo, io non ho visto questo eccesso di verbosità, al contrario sono rimasto incollato alla lettura dalla prima all'ultima pagina. Parla molto, ma è normale in un giallo atipico come questo. Promosso a pieni voti.
27/07/2023
Brizzi
Va affrontato quando si è rilassati e si ha tempo senza distrazioni altrimenti si rischia di non goderne appieno. Detto questo è una lettura stimolante e coinvolgente con un protagonista sui generis (non solo per i capelli). Interessante e promosso.
26/07/2023
shinji01
I disegni non mi hanno convinto e poi è troppo logorroico. Una lettura stancante.
26/07/2023
Arashi84
Come detto nel commento sotto, è un po' surreale il modo di dialogare di Totonou (ce ne vorrà per imparare questo nome) con la polizia, e la prima parte l'ho trovata un po' troppo verbosa. La seconda invece più dinamica e svela più il carattere del protag
23/07/2023
Marty979
Ottimo primo volume. Da leggere con calma e quando si ha tempo. Punto forte la scrittura; mi ricorda molto le sceneggiature teatrali (ADORO) filosofeggianti e con un pizzico di umorismo. Protagonista atipico e già ben delineato. Voglio subito il 2!
26/07/2023
Rory-84
Questo universitario Pirandelliano matte nel sacco i suoi accusatori. Non esattamente credibili le interazioni fra lui e la polizia, che appaiono fin troppo sprovveduti e in balia di un ragazzino. Il disegno rispetto alle altre opere mi piace meno,peccato
19/07/2023
zettaiLara
Da interrogato a interrogatore: la dialettica di Totonou Kuno è capace di soggiogare anche i più recalcitranti, ribaltando le prospettive, in un volume che conquista e sorprende con abilità. Un protagonista atipico per una lettura estremamente scorrevole.
18/07/2023
momo.iiro
Non mi aspettavo nulla e sono rimasta sorpresa dall'inizio alla fine. Il testo occupa metà di ogni pagina e, anche se ricco di informazioni, è perfettamente chiaro. La profondità di Totonou, la sua calma e i pensieri filosofici sono davvero sorprendenti.
17/07/2023
Altri Voti
11
Titolo | Prezzo | Casa editrice |
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Don't Call it Mystery 1 | € 6.90 | JPOP |
Don't Call it Mystery 2 | € 6.90 | JPOP |
Don't Call it Mystery 3 | € 6.90 | JPOP |
Don't Call it Mystery 4 | € 6.90 | JPOP |
Don't Call it Mystery 5 | € 6.90 | JPOP |
Don't Call it Mystery 6 | € 6.90 | JPOP |
Don't Call it Mystery 7 | € 6.90 | JPOP |
Don't Call it Mystery 8 | € 6.90 | JPOP |
Zero___Zone
Sono davvero combattuto: è un manga verboso (fin troppo) e concettuale, Totonou è originale come personaggio ma con un carattere per me molto sgradevole (mi sta simpatico Ikemoto) e il finale mi ha spiazzato… Non so neanch'io se mi è piaciuto oppure no.
20/01/2024