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10.0/10
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E' la solita storia: un ragazzo incontra una ragazza, il ragazzo perde la ragazza, il ragazzo incontra altre ragazze, il ragazzo dimentica la ragazza, il ragazzo ricorda la ragazza, finché la ragazza, nel tentativo di risolvere i suoi evidenti e ingombranti problemi di schizofrenia, rende il ragazzo completamente succube del suo sconfinato ego.
Improvvisatosi buon samaritano del gentil sesso, Koyomi Araragi si ritrova, suo malgrado, nei panni di un tragicomico Sisifo dell'amore, letteralmente fatto a pezzi e stritolato, insieme ai resti della propria dignità, da un implacabile macigno con le sembianze di una fragile fanciulla.

Gli SHAFT - è risaputo - non hanno niente di sacro e, mantenendosi sempre ben lungi dal prendersi sul serio, approfittano della situazione per deridere ed esorcizzare le più classiche paranoie adolescenziali, mascherandole da mostri. Shinbo avanza a testa bassa, finge di non accorgersi del budget limitato e trova rapidamente il baricentro del suo universo puramente simbolico. Le gag sulla falsa riga del più classico Urusei Yatsura - con Meme Oshino e Hachikuji nel ruolo rispettivamente di Sakuranbo e Ten - sono spassosissime. Completa il quadro un ritmo sempre brillante su cui risplende il doppiaggio originale. Molto carina anche la ending Kimi no Shiranai Monogatari, realizzata dal gruppo dojin Supercell, fortunatamente senza l'impiego della famosa (quanto orrida) virtual idol Hatsune Miku. Chiude la serie un romantico finale sotto le stelle che continua negli episodi extra, ottenuti pinzando insieme gli avanzi di post produzione.