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Chiamatele maghette, chiamatele majokko o chiamatele come vi pare, queste dolci fanciulle dagli stravaganti poteri cavalcano le scene fin dai tempi antichi (o quasi).
Le abbiamo viste trasformarsi in bellissime idol o padroneggiare con destrezza complicati incantesimi, e ogni volta ci hanno fatto innamorare (o quasi).
Perché prima bambini e poi adulti (noi), queste simpatiche "streghette" ci hanno sempre accompagnato offrendoci diverse interpretazioni che, con l'età, hanno subìto notevoli cambiamenti. E poi è arrivata Madoka...

E' vero, le protagoniste hanno poteri magici, vestitini pieni di merletti, aspetto "puccettoso" e c'è un animaletto-alieno che riporta alla mente quei famosi "tempi antichi" citati poco sopra. Ma qui finisce l'aspetto "majokko" di quest'opera, il resto è un intenso percorso di crescita attraverso le paure e i sogni di queste ragazze.
Perché diventare "maghetta" non è più un dono unico e speciale, ma una scelta che comporterà una serie di scelte difficili, di rinunce, di sacrifici, non più la promessa di un mondo pieno di fiori e di colori.
L'unico compenso, l'unico premio, sarà il fatidico "un desiderio avverato", di qualunque natura, a simboleggiare l'importante patto che dovranno stringere per potere diventare delle "maghette". Si tratta di un patto che non prevede compromessi, dove il corpo privato dell'anima (rinchiusa in una "gemma") dovrà affrontare il male in ogni sua forma, che nel caso specifico, si presenterà attraverso l'aspetto di una strega.
Tutto si svolge in un mondo cupo che difficilmente regalerà sorrisi, lontano dalle sobrie e lucenti atmosfere a cui le nostre amate "maghette" ci avevano abituato. Qui tutto gira al contrario.

Ma se anche lo stile moe delle protagoniste dovesse ingannarvi, provate a sbirciare attraverso i mondi dove risiedono le streghe di questa storia: scenari "malati", figure distorte, passaggi di atmosfera che ricordano quelle architetture tanto care al buon Tim Burton (molto alla lontana).
Il tratto si confonde con una scenografia fatta di collage, dove i simboli "buoni" come le torte si vanno a incastrare in un contesto privo di ogni logica, rendendo il tutto surreale e disturbante.
Se poi aggiungiamo una colonna sonora fatta di note malinconiche e "scordate", allora chiudiamo un quadro che non permette interpretazioni.
Mahou shoujo ★ Madoka Magika è un'opera che fugge dalle classiche regole del gioco, ingannando chi fermandosi alle prime apparenze, potrebbe farsi un'idea sbagliata, perché qui non si parla di "Maghette", concedetemelo.
L'anime è un viaggio intenso che merita di essere vissuto, un'esperienza drastica ma appagante, impreziosita da una scelta stilistica coraggiosa.